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Esercizi
Esercizio 1 : Modello IS-LM dinamico con premio di liquidità. Si sup-
ponga che, nella situazione di equilibrio stazionario iniziale, gli investitori
richiedano un premio di liquidità pari a θ0 > 0 per detenere in portafoglio
titoli a lunga scadenza. Al tempo t0 , in maniera inattesa, si verifica l’annulla-
mento del premio di liquidità, che rimane permanentemente pari a 0 da t0
in poi. Si derivi la reazione dei tassi di interesse a breve e a lungo in t0 ed
il loro aggiustamento successivo, insieme alla dinamica del reddito.
Esercizio 2 : Modello IS-LM dinamico con provvedimento di politica fi-
scale atteso e permanente. Si descriva l’andamento dei tassi di interesse e
del reddito a fronte di un annuncio al tempo t0 di una restrizione fiscale
permanente, consistente in una diminuzione del disavanzo pubblico da g0 a
g1 a partire da t1 > t0 .
Soluzioni
Soluzione 1: Modello IS-LM dinamico con premio di liquidità. Nel punto
di equilibrio stazionario iniziale (il punto A nella figura qui sotto), vale la
relazione R = r + θ0 . L’annullamento del premio di liquidità in t0 determina
uno spostamento verso il basso della curva Ṙ = 0. Nel nuovo equilibrio
stazionario (punto C) si avrà uguaglianza fra i tassi a breve e a lungo ad un
livello inferiore a quello iniziale ed un maggior livello del reddito. In t0 il
tasso a lungo subisce una diminuzione discreta, scontando valori di equilibrio
più bassi, che non includono più il premio di liquidità. La convergenza verso
il nuovo equilibrio stazionario si ha solo se in t0 il tasso R diminuisce fino al
livello (punto B) compatibile con l’unico percorso di equilibrio convergente.
Da t0 in poi la produzione cresce per effetto della diminuzione discreta del
tasso R ed il tasso a breve aumenta per mantenere l’equilibrio sul mercato
monetario in presenza di un incremento di domanda di moneta a parità di
offerta. L’aumento di r spiega anche perché in t0 la pendenza della curva dei
rendimenti, pur diminuendo, si mantenga positiva: il tasso a lungo sconta la
futura espansione del reddito, con conseguente graduale aumento del tasso
a breve, sino a livelli inferiori a quelli dell’equilibrio iniziale.
1
& =0
R R
R (t < t 0)
θ0 R
A
r
r
& =0
R y
(t ≥ t 0)
θ0
C
B
& 0
y=
y
t0 t
2
t0 e t1 , infatti, y sale, determinando anche un aumento della domanda di
moneta con conseguente pressione al rialzo sul tasso di interesse a breve
r. Nel periodo fra l’annuncio e l’attuazione del minor disavanzo si osserva
quindi [è un caso di effetti “non keynesiani” della politica fiscale; Giavazzi
e Pagano 1995] un’espansione della produzione, alimentata dalla discesa
del tasso a lungo, ed un andamento divergente dei due tassi di interesse, in
aumento quello a breve e in discesa quello a lungo (spostamento dal punto
B al punto C).
In t1 la restrizione fiscale ha effettivamente luogo, causando una dimin-
uzione della domanda aggregata: la produzione inizia a diminuire, deter-
minando anche una riduzione del tasso a breve data la minore domanda di
moneta. Il tasso a lungo continua a scendere gradualmente lungo il per-
corso dinamico convergente al nuovo equilibrio stazionario (dal punto C al
punto D), in parte compensando l’effetto restrittivo della politica fiscale.
L’economia tende a raggiungere il punto D, caratterizzato da un livello in-
feriore di produzione e da più bassi tassi di interesse (di nuovo uguali) a
breve e a lungo. La struttura a termine subisce quindi numerosi e opposti
spostamenti: in t0 assume un’inclinazione negativa che si accentua ulterior-
mente fino a t1 , quando l’andamento dei due tassi smette di essere divergente
ed entrambi scendono gradualmente fino ai loro nuovi, più bassi, livelli di
equilibrio.
& =0
R r,R
r
A
y& = 0
R
B (t < t 1)
C
D y
y& = 0
(t ≥ t 1) g
y
t0 t1 t