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Progettazione fisico-tecnica dell’ambiente interno

AA 2012/13

Impianti di climatizzazione II
Gli impianti di riscaldamento ad aria
Bilanci di massa e di energia dell’ambiente interno
TERMOVENTILAZIONE INVERNALE
t ae  t ai  T  0 H  0

t Si trascura il carico termico latente (xae=xai)

ta* t  a è introdotta ad una temperatura t a*  t ai


m
per bilanciare le dispersioni termiche dell’ambiente

 a  ca  (t a*  t ai )  T   S   I , s  0
m

 a  ca  (ta*  tai )  T   I ,s   S
m
Generatori di aria calda
Il calore viene trasmesso dal circuito fumi al circuito dell’aria
attraverso una parete metallica di scambio.
L’aria circola nell’intercapedine tra il circuito fumi e l’involucro
in modo forzato.
Generatori di aria calda
Nei generatori di aria calda, a
pari potenza utile, le
dimensioni sono maggiori
rispetto ai generatori ad
acqua.

I generatori d’aria calda,


avendo una minore inerzia
termica, sono più pronti.
Gli impianti di condizionamento
dell’aria a tutt’aria
Gli impianti ad aria
Gli impianti ad aria soddisfano tutti i requisiti ambientali (T, UR e
IAQ) attraverso l’immissione di aria esterna sottoposta a filtrazione
e ad opportune trasformazioni psicrometriche in una Unità di
Trattamento Aria (UTA)

tai ,jai

ta*
xa*
Gli impianti ad aria
CONDIZIONAMENTO INVERNALE
t
t ae  t ai  T  0 H  0
t
Si considera il carico termico latente

m
 a è introdotta ad una temperatura t a*  t ai
e ad una umidità specifica xa*  xai per
bilanciare le dispersioni termiche e la
produzione di vapore acqueo in ambiente

m a  (ha*  hai )  T   S   I , s  m v,l  hl  0


m a  ( xa*  xai )  m v,l  0

h ha*  hai T  ( S   I , s  m v,l  hl )


 
x xa*  xai m v,l
Gli impianti ad aria
CONDIZIONAMENTO ESTIVO

t ae  t ai  T  0 H  0
Si considera il carico termico latente

m
 a è introdotta ad una temperatura t a*  t ai
e ad una umidità specifica xa*  xai per
bilanciare le dispersioni termiche e la
produzione di vapore acqueo in ambiente

m a  (ha*  hai )  T   S   I , s  m v, I  hv, I  0


m a  ( xa*  xai )  m v, I  0

h ha*  hai T   S   I , s  m v, I  hv, I


 
x xa*  xai m v, I
La retta di carico
Una qualsiasi trasformazione psicrometrica dell’ambiente
interno avviene lungo una retta chiamata retta di carico
passante per il punto che rappresenta le condizioni dell’aria
interna e la cui pendenza è numericamente esprimibile come
rapporto h/x (misurato in kJ/kgv)

Se h/x = 0 la trasformazione è isoentalpica (retta di carico //


isoentalpiche)

Se h/x    la trasformazione è ad umidità specifica costante


(retta di carico verticale)

Se h/x >0 avviene un raffreddamento dell’ambiente (l’aria


immessa si riscalda)

Se h/x < 0 avviene un riscaldamento dell’ambiente (l’aria


immessa si raffredda)
t 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
[°C] 90%
40 j = 100 %
140
130
35
S 110
120
h 1+x
30 100 [kJ/kga]
90
80
25
70
tai 20
I 60

La retta di carico
50
15
40
10 30

5 20

0 10
h
-5
0
-10 x
-10

0,040 x [kgv/kga]

Procedimento di rappresentazione grafica:


0,000 0,005 0,010 0,015 0,020 0,025 0,030 0,035

 si individua il punto rappresentativo dell’aria dell’ambiente interno I noti i


valori di temperatura ed umidità relativa a cui dev’essere mantenuta l’aria
dell’ambiente;
 si calcola il rapporto tra la variazione di entalpia specifica e la variazione di
umidità specifica
h s  mv/w,I  hv/w,I  kJ 
  
x mv/w,I  kg v 
e si traccia la retta di carico // a quella che si trova congiungendo il polo del
goniometro con il numero espresso sulla sua scala graduata;
 sulla retta di carico giacciono tutti i punti rappresentativi dei possibili vari
stati psicrometrici dell’aria da introdurre in ambiente che al variare della
portata mantiene l’ambiente nelle condizioni richieste;
 il punto rappresentativo dell’aria da immettere in ambiente (punto S) si
determina come intersezione tra la retta di carico e l’isoterma corrispondente
alla temperatura di introduzione dell’aria in ambiente (non inferiore di 10 °C
in regime estivo, non superiore di 20 °C in regime invernale).
La retta di carico
Sulla retta di carico giacciono tutti i punti che rappresentano le infinite
condizioni psicrometriche dell’aria da introdurre in ambiente (punto S)
al variare della portata di aria immessa. Al crescere della portata, S si
sposta sulla retta di carico verso I e viceversa.
t 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
[°C] 90%
40 j = 100 %
140
130
35
S 110
120
h 1+x
30 100 [kJ/kga]
90
80
25
70
tai 20
I 60
50
15
40
10 30

5 20

0 10
h
-5
0
-10 x
-10

0,000 0,005 0,010 0,015 0,020 0,025 0,030 0,035 0,040 x [kgv/kga]
Schema di un impianto a tutt’aria

Canalizzazione
Centrale
dell’aria
termica e UTA
frigorifera

Estrazione Immissione
aria aria
AMBIENTE
CLIMATIZZATO
Gli impianti di condizionamento
dell’aria: le Unità di Trattamento
dell’Aria (UTA)
I processi cui è sottoposta l’aria (filtrazione, riscaldamento,
umidificazione, raffreddamento e deumidificazione)
sono realizzati in apparecchiature, denominate unità di
trattamento aria (UTA).
Tutti i componenti sono assemblati in sezioni costituite da un
telaio che sostiene pannelli di tamponamento oppure con
pannelli autoportanti, realizzati con due lamiere autoportanti
metalliche con interposto materiale coibente.
Le sezioni possono essere composte secondo diverse modalità e
costituiscono la UTA, che si presentano in tante forme e
dimensioni in funzione delle portate di aria trattata .
L’ARIA UMIDA

La psicrometria tratta le proprietà


dell’ARIA UMIDA

miscela bicomponente

composta da

aria secca + vapore acqueo

GRANDEZZE PSICROMETRICHE

temperatura t [°C]

titolo o umidità specifica x [kg/kg]

umidità relativa j o U.R. [ % ]

entalpia specifica h [kJ/kg]


L’ARIA UMIDA

TITOLO

x = mv/ma [kg/kg]

mv= massa del vapore [kg]


ma= massa di aria secca [kg]
contenute in una miscela di volume V.

Dalla legge dei gas perfetti

p · V = m · R* ·T

con p = pressione del gas [Pa]


V = volume occupato dal gas [m 3]
m = massa del gas [kg]
R* = costante del gas [J/kg K]
T = temperatura assoluta del gas [K]

Per una miscela a più componenti si applicano le


leggi di Dalton:

1) La pressione totale della miscela è pari alla somma


delle pressioni parziali dei gas componenti

2) Ciascun gas si comporta come se da solo


occupasse tutto il volume occupato dalla miscela alla
stessa temperatura e ad una pressione pari alla sua
pressione parziale
L’ARIA UMIDA

pa + pv =p

pa · V = ma · Ra* ·T Ra*= 287.2 J/kgK

pv · V = mv· Rv* ·T Rv*= 461.9 J/kgK

con
Ra* = costante dei gas per l’aria secca [J/kgK]
Rv*= costante dei gas per il vapore acqueo [J/kgK]
V = volume della miscela [m3]
T = temperatura assoluta della miscela [K]
pa = pressione parziale dell’aria secca [Pa]
pv = pressione parziale del vapore acqueo [Pa]

p = pressione totale della miscela (pressione


atmosferica) [Pa]
mv
da cui, essendo x 
ma

*
Ra pv pv
x    0.622 
R v p  pv
*
p  pv
L’ARIA UMIDA

UMIDITA’ RELATIVA
j = mv/mvs [ % ]
mv= massa di vapore [g]
mvs= massa di vapore alla saturazione a pari
temperatura [g]

Dalle leggi dei gas perfetti:

j = pv/pvs [%]
pv= pressione del vapore [Pa]
pvs= pressione del vapore alla saturazione a pari
temperatura [Pa]

La pressione di saturazione è una funzione univoca


crescente della temperatura. Quanto più elevata è la
temperatura tanto maggiore è la quantità di vapore
che può essere contenuto nell’aria umida.
E’ possibile dunque correlare l’umidità specifica (x)
all’umidità relativa (j) ed alla temperatura (t):

pv j  p v s t 
x  0.622   0.622 
p  pv p  j  p v s t 
L’ARIA UMIDA

ENTALPIA SPECIFICA h1+x


rappresenta il contenuto energetico della
miscela, è l’entalpia della miscela riferita
all’unità di massa di aria secca:

h = h1+x = Ha+v / ma [kJ/kga]

h1+x si calcola in funzione della temperatura (t)


e del titolo (x) della miscela:

h1+x = cp,a·t + x · (cp,v·t + r0)


=(cp,a+ x · cp,v) · t + r0 · x

h1+x = 1.006 · t + x · (1.875·t + 2501)


= (1.006 + 1.875 ·x) · t + 2501 · x
cp,a = calore specifico dell’aria secca a 1013
mbar
cp,v = calore specifico del vapore a 6 mbar
r0 = calore di vaporizzazione dell’acqua a 0°C e
a 6 mbar
L’ARIA UMIDA

DIAGRAMMA DI MOLLIER
Diagramma psicrometrico per rappresentare
gli stati e le trasformazioni dell’aria umida.

iva
t
10 20 30

à r elat 50
40 60 70
80
[°C]
it
mid
90
40 u 140
j = 100 %

130
35 120
h1+x
110
[kJ/kg]
100
30
90
temperatura

80
25
70

en
20 60

ta
lp
50

ia
15
40

10 30

5 20

0 10

-5
0

-10

-10

0.000 0.005 0.010 0.015 0.020 0.025 0.030 0.035 0.040 x [kgv/kga]

titolo

N.B. Note due qualsiasi delle variabili si


possono leggere sul diagramma i valori delle
altre due variabili.
L’ARIA UMIDA

TEMPERATURA DI RUGIADA
La temperatura di rugiada (tru) di una miscela
(punto A) si legge sulla curva di saturazione e
sulla iso-titolo passante per A

TEMPERATURA DI BULBO UMIDO


La temperatura di bulbo umido (tbu) di una
miscela (punto A) si legge sulla curva di
saturazione e sulla iso-entalpica passante per
A
j

j = 100 %

t A

tbu
h1+x

tru

xA
x = xB
0
L’ARIA UMIDA

TRASFORMAZIONI DELL’ARIA UMIDA

Per ogni trasformazione (da uno stato A a uno


stato B) alla quale è soggetta una quantità (m a)
di aria umida, è possibile ricavare la variazione
del contenuto di vapore (mv) e la quantità di
calore ceduta o sottratta alla miscela (Q):

mv = ma · (xB – xA)

Q = ma · (hB – hA)

In termini istantanei si ottiene:

 v  m
m  a  x B  x A 
  m
Q  a h  h 
B A
L’ARIA UMIDA
TRASFORMAZIONI SUL DIAGRAMMA DI MOLLIER

RISCALDAMENTO A TITOLO COSTANTE


 t aumenta
 x resta costante
 h aumenta
 j diminuisce

jB jA
j = 100 %

B
tB

tA A

hB
hA

xA
xA ==
xBxB
0
L’ARIA UMIDA
TRASFORMAZIONI SUL DIAGRAMMA DI MOLLIER

RAFFREDDAMENTO A TITOLO COSTANTE


 t diminuisce
 x resta costante
 h diminuisce
 j aumenta (ma resta al di sotto del 100 %)

jA jB
j = 100 %

tA A

B
tB

hA
hB

xA
xA==
xBxB
0
L’ARIA UMIDA
TRASFORMAZIONI SUL DIAGRAMMA DI MOLLIER

RAFFREDDAMENTO E DEUMIDIFICAZIONE
Si verifica quando il raffreddamento prosegue
oltre il punto di rugiada (sulla curva di
saturazione).
 t diminuisce
 x diminuisce
 h diminuisce
 j aumenta fino al 100%
jA
j = 100 %

A
tA

hA

tR
R
B
tB
hB

xB xA
0
L’ARIA UMIDA
TRASFORMAZIONI SUL DIAGRAMMA DI MOLLIER

UMIDIFICAZIONE ADIABATICA
 t diminuisce
 x aumenta
 h resta costante
 j aumenta

jA jB
j = 100 %

tA A

B
tB

hA = hB

xx
AA= xB xB
0
L’ARIA UMIDA
TRASFORMAZIONI SUL DIAGRAMMA DI MOLLIER

MISCELAZIONE DI DUE PORTATE


Il punto di miscelazione si trova sulla
congiungente dei due punti che rappresentano
le due portate.
xA  m
 A  xB  m
 B
xM 
 A m
m  B
hA  m
 A  hB  m
 B
hM 
 A m
m  B

j = 100 %

B
tB

tM M

hB

hM
A
tA

hA

xA xx
AM= xx
BB
0
Le Unità di Trattamento Aria

Schema di UTA con parziale ricircolo e umidificazione con acqua liquida


Il dimensionamento dell’ UTA
Gli impianti a tutt’aria
 A portata costante
 A doppio canale
 A portata variabile (VAV)
Impianti a tutt’aria a portata costante
(centralizzati)
Il trattamento dell’aria (in temperatura, umidità e
qualità) avviene in una unica macchina (UTA) ed è
quindi uguale per tutti gli ambienti.
Ne consegue che questo tipo di impianto è idoneo
quando l’utenza è costituita da pochi ambienti di grandi
dimensioni e con caratteristiche e requisiti omogenei.
Impianti a tutt’aria a portata costante
(unica zona)

Impianto a tutt’aria
per zona singola con
regolazione sulla
batteria di
postriscaldamento
Impianti a tutt’aria a portata costante
(due o più zone)

Impianto a tutt’aria
con batterie di
postriscaldamento
locali
Gli impianti a tutt’aria a doppio canale
Prevedono una doppia distribuzione dell’aria a temperatura
rispettivamente superiore e inferiore a quella che si vuole
mantenere negli ambienti trattati (poco usati; il vantaggio
rispetto al multizona è che non arriva acqua agli ambienti).

Prima di essere immessa in


ciascun ambiente i due flussi
di aria sono miscelati in un
apposita “cassetta”, in modo
che la portata d’aria
mantenuta costante ma
con un differente mix di aria
“calda” e “fredda” sia in
grado di fornire o sottrarre
calore a seconda delle
diverse esigenze.
Gli impianti a tutt’aria a doppio canale
Gli impianti a tutt’aria a portata variabile
L’adeguamento delle prestazioni è ottenuto
aumentando o diminuendo la portata d’aria
immessa in ciascun ambiente e, eventualmente, anche
variandone la temperatura.

 Un impianto di questo tipo può anche essere accoppiato


ad uno di riscaldamento a radiatori per bilanciare i carichi
esogeni:
 in inverno l’insieme si configura come un impianto
misto aria/acqua (VAV 2 vol/h);
 in estate come un impianto a tutt’aria a portata
variabile (VAV 8 vol/h max)
Gli impianti a tutt’aria a portata variabile
La diffusione dell’aria
 Le strategie di diffusione dell’aria negli ambienti interni
sono:
 A miscelazione (diffusori a miscelazione)
 A dislocamento (diffusori a dislocamento)
Bilancio dei contaminanti
Dal bilancio di massa su un ambiente, a regime permanente,
in caso di perfetta miscelazione (Coc = CR) e con riferimento
a ciascun inquinante, si ha:
.
. Vc
Va 
C R  Co
.
V. a [m3/s] è la portata di aria esterna;
V c [m3/s] è la portata di inquinante prodotta in ambiente;
C R [m3inq/m3aria] è la concentrazione di inquinante nell’aria estratta
dall’ambiente;

Co [m3inq/m3aria] è la concentrazione di inquinante nell’aria esterna.


Efficienza di ventilazione
L’efficienza di ventilazione è un indice che definisce
quanto efficacemente una sostanza inquinante viene
rimossa dal locale. Si definiscono quindi:
C R  Co
Efficienza media di ventilazione 
C  Co
con C= concentrazione media di inquinante nel locale

 Efficienza di ventilazione nella C R  Co


 oc 
zona occupata Coc  Co

Nel caso di perfetta miscelazione (Cr = Coc) si ha


   oc  1
Efficienza di ventilazione
Al fine di tener conto della effettiva distribuzione dell’aria
in ambiente si può esprimere il bilancio di contaminante in
funzione dell’efficienza di ventilazione.
In particolare nella zona occupata:
(CR  Co )   oc  (Coc  Co )
.
. Vc 1
quindi Va  
Coc  Co  oc
.
Ne consegue che, a parità di portata di contaminante emessa V c , le
strategie di distribuzione dell’aria con efficienza >1 permettono di
ottenere lo stesso livello di concentrazione di contaminante
. nella zona
occupata Coc movimentando una minore portata d’aria V .a
Efficienza di ventilazione
Valori di efficienza di ventilazione:

Tipologia (To  Toc ) [°C]  oc


To
<0 0,9-1,0
CR
0-2 0,9
Toc Coc 2-5 0,8
>5 0,4-0,7
To <-5 0,9
-5/0 0,9-1,0
Toc Coc
CR >0 1,0
CR <0 1,2-1,4
0-2 0,7-0,9
Toc Coc
To >2 0,2-0,7
Strategie di distribuzione
Nella progettazione di un sistema di ventilazione, oltre a stabilire la
portata d’aria da immettere in ambiente, è fondamentale prevedere
la distribuzione:
 dell’aria
 della concentrazione di contaminanti
 della temperatura dell’aria
 della velocità dell’aria

Scelta della collocazione delle bocchette di immissione ed


estrazione dell’aria e previsione del moto dell’aria nell’ambiente.
Strategie di distribuzione
Miscelazione Dislocamento

Flusso unidirezionale Estrazione localizzata


I diffusori d’aria
 A miscelazione

 Bocchette a parete

 Diffusori circolari e quadrati a soffitto

 Diffusori lineari a soffitto/parete

 Diffusori ad alta induzione

 Diffusori con flusso elicoidale

 Diffusori a ugelli

 Diffusori a pavimento
I diffusori d’aria
 A dislocamento

 Dislocatori piani a parete

 Dislocatori semicilindrici a parete

 Dislocatori cilindrici a pavimento

 Dislocatori cilindrici ad angolo

 Dislocatori a pavimento
La ripresa dell’aria
 Griglie di ripresa dell’aria dall’ambiente

 Griglie di presa aria esterna


La diffusione dell’aria
Gli impianti di condizionamento
dell’aria misti (ad aria e acqua)
Impianti misti aria-acqua
 L’aria che viene immessa provvede unicamente al
controllo dell’IAQ e dell’U.R. (aria primaria), mentre il
controllo della temperatura è affidato ad un terminale
ad acqua (calda o refrigerata).
 In funzione delle tipologie di terminale ad acqua utilizzato
si hanno le tipologie di impianti misti:
 A ventilconvettori
 A induttori
 A travi fredde
 A soffitti radianti
 A pannelli radianti a pavimento
Schema delle reti di distribuzione di
un impianto misto aria-acqua
Centrale Canalizzazione
termica e dell’aria
UTA
frigorifera

Rete distribuzione
dell’acqua
Terminali ad Terminali ad
l’acqua aria
AMBIENTE
CLIMATIZZATO
Gli impianti misti
CONDIZIONAMENTO ESTIVO

ae  ai  T  0 H  0
S  0 I  0

Si considera il carico termico latente

 a  (ha*  hai )   T   S   I,s  H  m


m  v ,l  hl  m
 v ,H  hH  0
 a  (x a*  x ai )  m
m  v ,l  m
 v ,H  0
Il corpo raffrescante bilancia il carico termico totale (anche nel caso di h* ae=hai
 H  H m
 a (ha*  hai )   T   S  l,s  m
 v ,l  hl
 a  ( x ai  x a* )  mv ,l
m L’ “aria primaria” bilancia la produzione di vapore
acqueo in ambiente
Impianti misti a ventilconvettori
L’elemento che fornisce o sottrae calore
all’ambiente è costituito da un corpo
scaldante/raffreddante, il ventilconvettore, capace
di riscaldare e raffrescare l’ambiente, mentre l’aria,
definita “primaria” e proveniente da una UTA,
svolge il ruolo di ventilazione (cioè il controllo della
qualità dell’aria mediante l’immissione della portata
d’aria di ricambio) e di controllare l’umidità relativa,
ed eventualmente integra l’azione del
ventilconvettore nel fornire/sottrarre calore
all’ambiente.
Impianti misti a ventilconvettori
 La diffusione dell’aria primaria può avvenire
direttamente in ambiente o attraverso il ventilconvettore
stesso ove si miscela a quella di ricircolo (ad es. camere
d’albergo).
 I ventilconvettori possono essere “a 2 tubi” o “a 4
tubi”.
 Questo tipo di impianto si presta ad ambienti che
richiedano:
 Una rapida messa a regime della temperatura
 Un controllo della temperatura in ogni locale
 Questo tipo di impianto NON si presta ad ambienti che
richiedano:
 Elevati ricambi d’aria
 Massima qualità dell’aria (presenza in ambiente di filtro e
bacinella raccolta condensa).
Impianti misti a ventilconvettori
Impianti misti a induttori
 L’aria primaria viene distribuita nei terminali attraverso
plenum dotati di piccoli ugelli attraverso i quali l’aria
passa ad alta velocità provocando un effetto di
depressione tale da trascinare attraverso una batteria di
scambio termico (alimentata con AC o AR) una portata
costante di aria ambiente (aria secondaria).
Impianti misti a induttori
 La miscela di aria primaria e secondaria viene immessa in
ambiente.
 Il rapporto tra aria totale immessa in ambiente e aria
primaria è chiamato rapporto di induzione e vale tra 3
e 7.
 Gli impianti a induttori si sono diffusi negli anni ’60, poi
sono stati abbandonati (problemi di alte velocità e
pressioni dell’aria primaria nei canali, pulizia batteria di
scambio termico), anche in favore delle cosiddette “travi
fredde”, che sono particolari tipologie di induttori a
soffitto.
Impianti misti a travi fredde attive
 Le travi fredde a induzione (anche dette attive) sono
particolari tipologie di induttori da soffitto alimentate da
aria primaria a bassa pressione, da acqua calda e acqua
refrigerata.
 Il rapporto di induzione è pari a 4.
 In riscaldamento vengono alimentate da acqua calda a
bassa temperatura; in raffrescamento bisogna evitare la
condensa.
Impianti misti a travi fredde attive
 Esistono travi da incasso e travi sospese a vista. Quelle
da incasso si integrano nei controsoffitti modulari.
 La larghezza è di 60 cm, la lunghezza varia in funzione
della potenza da 1,8 a 3,6 m. Lo spessore è ridotto (20
cm)
 Rispetto agli induttori a
parete la bassa velocità con
cui l’aria secondaria (o di
ricircolo) attraversa la batteria
e il posizionamento a soffitto
riducono la necessità di
pulizia della batteria di
scambio termico.
Impianti misti a travi fredde attive
 Stanno ottenendo un sempre maggiore successo per via
delle ottime condizioni di comfort che garantiscono
(ridotta rumorosità) e per la semplicità (ridotto ingombro,
no filtro e bacinella di raccolta condensa).
 Vengono impiegate in uffici, camere d’albergo e degenze
ospedaliere.
 NON sono adatte ad ambienti che richiedano elevati
ricambi d’aria.
 Esistono travi fredde di tipo passivo o a convezione
naturale, ma hanno rese frigorifere molto minori rispetto
a quelle attive, e non può essere controllata la velocità
dell’aria.
Gli impianti misti a pannelli radianti
 I pannelli radianti controllano la temperatura mentre
l’aria primaria controlla il ricambio d’aria e il grado
igrometrico.
 L’aria primaria può anche contribuire al controllo della
temperatura se immessa a temperatura diversa da quella
ambiente.
 Il limite di un impianto di questo tipo è la resa in
raffrescamento del pannello radiante (max 50 W/m2) e
la possibilità di realizzare solamente impianti a 2 tubi.
 Sono adatti al trattamento di ambienti di grande
volumetria (ma non troppo affollati) come atrii,
showroom, musei.
 NON sono adatti ad edifici con carichi di segno opposto
contemporanei.
Gli impianti misti a pannelli radianti
Impianti misti con terminali integrati in
facciata
 Eliminano i canali di distribuzione
dell’aria primaria poiché l’aria esterna
di ventilazione è prelevata direttamente
dall’esterno attraverso griglie in
facciata.
 I terminali (orizzontali o verticali) sono
piccole unità di trattamento di una
miscela di aria esterna e di ricircolo.
 Sono eliminati gli spazi per le UTA
centrali e per i canali dell’aria…
 … ma vi è una bassa efficienza di
filtrazione dell’aria e nessun controllo
dell’umidità relativa.
Impianti UFAD (Under Floor Air Distribution)
 La distribuzione dell’aria avviene da un pavimento
sopraelevato utilizzato come plenum (300 mm) aperto.
 È una soluzione utilizzata in ragione della sua flessibilità.
 I diffusori a pavimento non devono creare discomfort agli
occupanti (limitati carichi di raffrescamento).
Impianti per CED e centrali telefoniche
 Nei CED (Centri Elaborazione Dati) i carichi endogeni
sono elevati (fino a 600 W/m2) e non uniformi.
 Vi sono vari schemi di distribuzione dell’aria, ad es.

Sistema di distribuzione dell’aria dal basso di tipo indiretto


Generalità
I criteri di scelta degli impianti
Criteri connessi alla tipologia costruttiva e all’uso
dell’edificio
 Carichi termici e frigoriferi: rappresentano un problema per soffitti e
pavimenti radianti in quanto presentano una limitata resa frigorifera
specifica.
 Spazi tecnici e layout interno: i più ingombranti sono gli impianti
multizona a doppio condotto e a doppio canale; gli impianti misti a
soffitti radianti e travi fredde consentono di non occupare superfici
di pavimento
 Flessibilità d’uso: la massima flessibilità è garantita da quelli UFAD e
dalle travi fredde
 Aspetti compositivi: il minore impatto estetico in ambiente è dato
dai diffusori lineari; i diffusori a pavimento sono problematici; i
pannelli radianti a soffitto o pavimento sono del tutto invisibili.
I criteri di scelta degli impianti
 Criteri prestazionali e gestionali
 Comfort: i soffitti radianti garantiscono , in raffreddamento, le
migliori condizioni di comfort (assenza di correnti d’aria!); anche le
travi fredde danno buoni risultati; per gli impianti ad aria è
fondamentale saper scegliere i terminali di diffusione dell’aria
adatti.
 Controllo dell’umidità relativa: gli impianti misti garantiscono un
ottimo controllo dell’U.R. a fronte di consumi contenuti.
 Facilità di gestione e manutenzione: gli impianti a tutt’aria sono i
più semplici da mantenere in quanto le operazioni sono concentrate
nelle UTA.
I criteri di scelta degli impianti
 Criteri energetico-economici-ambientali
 Consumo energetico ed emissioni di inquinanti: gli impianti ad aria
consentono il free-cooling (sfruttamento delle potenzialità di
raffrescamento dell’aria esterna, attuabile soprattutto nelle stagioni
intermedie)
 Costo di investimento: i sistemi misti aria-acqua con ventilconvettori
a 4 tubi sono caratterizzati da più alti costi di investimento.
 Costo di esercizio: varia in funzione della tipologia di impianto e di
gestione.
Indicazioni

(Variable Volume and Temperature)


Indicazioni

(Variable Volume and Temperature)

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