Sei sulla pagina 1di 5

IL PENDOLO SEMPLICE

Obbiettivi
L
• Verificare la relazione T = 2π determinando g;
g
• Verificare la dipendenza di T da L.

Cenni teorici
Un pendolo semplice è un sistema ideale costituito da un corpo puntiforme di massa m appeso a un
sottile filo inestensibile e di massa trascurabile fissato a un supporto. Se spostato dalla sua posizione
di equilibrio e quindi abbandonato, il pendolo oscilla in un piano verticale sotto l'azione della forza
peso.
Fig.1

Pcos

Psin
P

In figura è mostrato un pendolo in cui il corpo cilindrico sospeso ha massa m e il filo, di lunghezza
L, forma un angolo θ con la verticale.
Le forze agenti sul corpo sono la sua forza peso P = mg e la tensione T del filo. Il moto del corpo
avviene lungo un arco di circonferenza di raggio L.
Il peso P, diretto verso il basso, può essere scomposto in una componente radiale di modulo Pcosθ
e una tangenziale di modulo Psenθ. Le componenti radiali delle forze agenti sul corpo gli
forniscono l'accelerazione centripeta necessaria a farlo muovere su un arco di circonferenza. La
componente tangenziale del peso è la forza di richiamo F che tende a riportare il corpo verso la
posizione verticale di equilibrio. Essa è data da:

F = - P senθ (1)

dove il segno meno indica che F è opposta alla direzione degli angoli θ crescenti.
Si noti che la forza di richiamo non è proporzionale allo spostamento angolare θ , bensì a senθ.
Tuttavia, se θ è piccolo, sen θ è praticamente uguale a θ, espresso in radianti. Per esempio, per θ =
5° (= 0,0873 rad) risulta senθ = 0,0872, che differisce da θ di circa 0,1 %.
Possiamo allora fare la seguente approssimazione: senθ ≅ θ

Lo spostamento lungo l’arco è


s=Lθ (2)
di conseguenza, si avranno :

pagina 1 / 5
s& = v = Lθ& (3)
e
&s& = a t = Lθ&& (4)
dove at è l’accelerazione tangenziale alla traiettoria.
Quindi, per la seconda legge di Newton sarà
− P ⋅ θ = m ⋅ L ⋅ θ&&
o meglio
− m ⋅ g ⋅ θ = m ⋅ L ⋅ θ&&
da cui:
g
θ&& = − θ (5)
L
L’equazione (5) è un’equazione differenziale del II° ordine, dove θ(t) rappresenta una funzione del
tempo, e ci dice che la derivata seconda di θ(t) deve essere uguale alla funzione stessa θ(t)
moltiplicata g/L che, in questo caso è una costante.
La soluzione di questa equazione è:
θ = θ0sen(ωt+φ) (6)

che descrive un moto armonico con ampiezza massima θ0 e fase iniziale φ.


Se calcoliamo la derivata seconda di questa equazione otteniamo
d2
θ 0 sen(ωt + φ ) = −ω 2θ 0 sen(ωt + φ ) (7)
dt 2
Se si vanno a sostituire la (6) e la (7) nella (5) otteniamo:
ω2= g/L
Cerchiamo ora di comprendere il significato fisico della costante ω.
Se nell’equazione (6) il tempo t aumenta della quantità 2π/ω , la funzione diventa:
θ = θ 0 sen[ω (t + 2π / ω ) + φ ]
= θ 0 sen(ωt + 2π + φ )
= θ 0 sen(ωt + φ )
cioè la funzione assume lo stesso valore dopo un tempo 2π/ω , che è quindi il periodo T del moto
periodico.
Essendo ω2= g /L, il periodo è dunque
2π L
T= = 2π (8)
ω g

pagina 2 / 5
Esperimento

Materiale occorrente:
• 1 sostegno con asta e morsetto doppio
• 1 corpo di massa m
• 1 goniometro
• 1 ago per appendere il goniometro all’asta
• filo inestensibile
• 2 cronometri con precisione 0,01 sec
• nastro adesivo
• 1 metro con precisione 1 mm

Fig. 2

Procedimento
L
1. Determinazione di g mediante la relazione T = 2π
g
• Fissare l’asta al sostegno ed il goniometro all’asta servendosi dell’adesivo e
dell’ago.
• Avendo avuto cura di scegliere una lunghezza L del filo maggiore di cm 50 (il tempo
di oscillazione non deve essere troppo breve) legare il filo all’asta ed al corpo di
massa m. Il nodo del punto di sospensione deve essere il più vicino possibile all’asta
evitando che il filo avvolto attorno alla stessa si muova durante l’oscillazione
frenandola per attrito.

pagina 3 / 5
Si ottiene così il sistema illustrato in Fig. 3.
Fig. 3

Si eseguono poi n misure del tempo di 10 oscillazioni e si riportano i dati come in tabella. Il tempo
di reazione umano è di circa 0,1 sec, quindi conviene cominciare a contare le 10 oscillazioni dalla
seconda in poi.
misure t = 10T
1 t1
2 t2
. .
. .
n tn

• Determinare il periodo medio di una oscillazione e il suo errore;


• Misurare L tenendo conto che L ≈ lf + h/2 dove:
1. lf è la distanza del filo tra il punto di sospensione fino al punto di aggancio con il
corpo;
2. h è l’altezza del corpo cilindrico, vedi Fig 4.
• Stimare il valore di g e la sua incertezza: il risultato è consistente con il valore di g che
conoscete?

pagina 4 / 5
Fig. 4

Asta

centro di massa lf

h/2
h

m
2. Verificare la dipendenza di T da L

Ripetere una misura di T per diversi valori di L ed esprimere i dati come nella seguente tabella:

Ti Ti2 Li
yi =
4π 2
T1 y1 L1
. . .
. . .
Ti yi Li

Utilizzando le formule del metodo dei minimi quadrati verificare la relazione lineare
y = B⋅L+ A

e determinare l’accelerazione di gravità, g, sapendo che la stessa è legata alla pendenza B secondo
la relazione
B = 1/g

3. Disporre i dati del tempo di 10 oscillazioni, t , su un istogramma e discutere quale


distribuzione di probabilità teorica meglio rappresenta la distribuzione dei dati misurati.

pagina 5 / 5

Potrebbero piacerti anche