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PROBLEMA 1 Un veicolo, avente una massa M = 1000 kg (trattarlo come un corpo puntiforme) è inizial-
mente fermo su un tratto di strada rettilineo e orizzontale; a partire dall’istante t = 0 il veicolo si mette in moto
e la sua velocità istantanea cresce seguendo la legge oraria v(t) = At − Bt2 con A = 6.00 m/s2 e B = 0.300 m/s3
fino all’istante tf = 10.0 s, mentre per t > tf si mantiene costante e pari v(tf ). Determinare:
a) la velocità del veicolo all’istante t = tf ;
b) a che distanza dalla posizione iniziale si trova il veicolo all’istante t = tf .
Il moto del veicolo (di cui sopra) è determinato dalla spinta del motore che indicheremo con F (t) (dato che
dipenderà dal tempo). Sapendo che, oltre a F (t), sul veicolo agisce anche una forza resistente, dovuta alla
resistenza dell’aria, opposta al moto avente modulo R(t) = k v 2 (t) con k = 1.70 N · s2 /m2 , determinare:
c) l’espressione di F (t) nell’intervallo di tempo [0, tf ];
d) il valore della spinta del motore all’istante t = tf (cioè il valore di F (tf ));
e) (facoltatitivo) il lavoro compiuto da F (t) nell’intervallo di tempo [0, 2 tf ].
Soluzione
Per t = tf abbiamo
v(tf ) = vf = Atf − Bt2f = 30.0 m/s = 108 km/h.
La distanza del veicolo dalla posizione iniziale corrisponde alla posizione all’istante t = tf . E cioè
tf tf
1 1
Z Z
x(tf ) = v(t)dt = (At − Bt2 )dt = A − Btf t2f = 200 m.
0 0 2 3
a
Applicando la 2 legge della dinamica possiamo scrivere l’equazione del moto del veicolo e da questa si ricava
immediatamente l’espressione di F (t) come segue
dv
a(t) = = A − 2Bt,
dt
e si noti anche che è a(tf ) = 0! Perciò
e
F (tf ) = M a(tf ) + kv 2 (tf ) = kvf2 = 1530 N.
Finiamo quindi con considerazioni energetiche. Si noti che nell’intervallo di tempo [0, 2tf ] possiamo scrivere
(dal teorema dell’energia cinetica)
1
∆K = Kf = M vf2 = LF + LR
2
dove LF e LR sono, rispettivamente, i lavori compiuti dalla forza F e dalla resistenza dell’aria. Pertanto, il
lavoro cercato al punto e) sarà dato da
1
LF = M vf2 − LR .
2
con Z 2tf Z 2tf Z tf
LR = −k v 2 (t)dx = −k v 3 (t)dt = −k (At − Bt2 )3 dt − kvf3 tf
0 0 0
dove l’ultimo termine deriva dal fatto che per t > tf è v(t) = vf .
Quindi, osservando che è
Z tf Z tf
2 3 3
LR = −k (At − Bt ) dt − kvf tf = (A3 t3 − 3A2 Bt4 + 3AB 2 t5 − B 3 t6 )dt − kvf3 tf =
0 0
1 3 4 3 2 5 1 1 3 7
= −k A tf − A Btf + AB tf − B tf − kvf3 tf = −2.0983 · 105 J − 4.59 · 105 J = −6.69 · 105 J
2 6
4 5 2 7
si ottiene
1
LF = M vf2 − LR = 4.50 · 105 J + 6.69 · 105 J = 1.12 · 106 J
2
T~ 2
~ 1 T~ 1
N
y b ~2
N
b
f~s1 y
x M~~g f~s2
M~~g x
θ1 θ2
Consideriamo quindi il caso statico prospettato al punto a). Utilizzando il diagramma delle forze e applicando
ai due cilindri la 2a legge della dinamica nelle forme lineare e angolare (applicata al punto di contatto con
i rispettivi piani di appoggio) si ottengono i due seguenti sistemi di equazioni (sinistra e destra come per i
cilindri):
0 = M g sin θ1 − T − fs1 0 = T − M g sin θ2 − fs2
0 = N1 − M g cos θ1 ; 0 = N2 − M g cos θ2 . (∗)
0 = M gR sin θ1 − RT 0 = 2RT − M gR sin θ2
dove IP = 32 M R2 è il momento d’inerzia dei due cilindri rispetto ai rispettivi punti di istantaneo contatto con
i rispettivi piani di appoggio.
Tenendo presente che (data la scelta degli assi) tutte le accelerazioni, sia quelle dei centri di massa dei cilindri
a1 e a2 che quelle angolari α1 e α2 , sono positive (i cilindri accelerano nel verso degli assi x scelti e le rotazioni
sono antiorarie ed accelerate), tenendo conto del puro rotolamento dei cilindri e della inestensibilità della corda,
si ricavano le seguenti relazioni
a1 a1 a2 a1
α1 = ; a2 = ; α2 = = .
R 2 R 2R
Quindi, estraendo la coppia delle terze equazioni delle (∗∗) e sostituendo le precedenti si ottiene il seguente
sistema a1 1
IP R = 2 M gR − RT
,
I a1 = 2RT − 1 M gR
P
2R 2
dove abbiamo utilizzato il fatto che è sin θ1 = sin θ2 = sin 30 = 1/2.
◦
Risolvendo si ottiene
1 M gR2 2 a1
a1 = = g = 1.31 m/s2 ; a2 = = 0.654 m/s2 ;
5 Ip 15 2
3 3
T = M g sin θ1 = M g = 58.9 N.
5 10
Infine, sfruttando la coppia delle prime equazioni delle (∗∗) si noti che (anche se non richiesto dal problema)
per le forze di attrito statico si ricava
1 1
fs1 = M g = −13.1 N; fs2 = − M g = −589 N.
15 3
I segni di questi ultimi risultati mostrano che mentre f~s1 è orientata come scelto nel diagramma delle forze, f~s2
ha verso opposto.
Consideriamo quindi il caso in cui A → B corrisponde ad un’espansione isoterma. In tale caso dovrà essere
TB = TA e
pA
pB VB = pA VA ⇒ VB = VA = 3VA = 300 dm3 = 0.300 m3 .
pC
Per il lavoro nell’intero ciclo abbiamo
con
VB VB
dV VB
Z Z
QAB = LAB = pdV = nRTA = pA VA ln = pA VA ln 3 = 6.68 · 104 J > 0;
VA VA V VA
pA VA 7 1 7
QBC = ncp (TC − TB ) = RTA − 1 = − pA VA = −1.42 · 105 J < 0;
RTA 2 3 3
pA VA 5 1 5
QCA = ncV (TA − TC ) = RTA 1 − = pA VA = 1.01 · 105 J > 0.
RTA 2 3 3
Quindi è
2
L= ln 3 − pA VA = 0.432 · pA VA = 2.62 · 104 J.
3
Osservando infine i segni dei calori scambiati nelle tre trasformazioni, si vede subito che il calore assorbito
nell’intero ciclo è pari a
5
Qass = QAB + QCA = pA VA ln 3 + ,
3
e, conseguentemente, il rendimento del ciclo è
2
L ln 3 − 3
ηisot. = = 5 = 0.156.
Qass ln 3 + 3
Consideriamo ora il caso in cui A → B corrisponde ad un’espansione adiabatica e quindi (essendo il gas
biatomico) con γ = 57 = 1.40. Essendo le trasformazioni A → B e B → C rispettivamente adiabatica e isobara,
possiamo scrivere le seguenti
T V γ−1 = TA VAγ−1
B B
VA VB
=
TA TB
e da queste si ricava
1/γ
TA
VB = VA = 31/γ VA = 2.19 · VA = 0.219 m3 ;
TC
1−γ
TB = 3 γ TA = 0.731 · TA = 438 K.
L = Q = QBC + QCA ,
con QCA identico a quello già ricavato in precedenza (la trasformazione C → A non cambia) e
pA VA 7 1 1−γ 7 1 1−γ
QBC = ncp (TC − TB ) = RTA −3 γ = −3 γ pA VA = −1.39 · pAVA = −8.45 · 104 J < 0.
RTA 2 3 2 3
Quindi è
7 1 1−γ 5
L= −3 γ + pA VA = 0.276 · pA VA = 1.68 · 104 J.
2 3 3
Infine, notando che ora il calore assorbito nell’intero ciclo è pari a
5
Qass = QCA = pA VA ,
3
il rendimento del ciclo è
h 1−γ
i
7 1 5
L 2 3 −3 γ + 3 3 · 0.276
ηadiab. = = = = 0.166,
Qass 5/3 5