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Università degli Studi di Udine, Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica

Esami di FISICA I (9 CFU) e Fisica Generale 1 (12 CFU)


A.A. 2018/2019, Sessione di Gennaio/Febbraio, Primo Appello, 21 Gennaio 2019, Prova scritta

TESTI E SOLUZIONI DEI PROBLEMI

PROBLEMA 1 Un veicolo, avente una massa M = 1000 kg (trattarlo come un corpo puntiforme) è inizial-
mente fermo su un tratto di strada rettilineo e orizzontale; a partire dall’istante t = 0 il veicolo si mette in moto
e la sua velocità istantanea cresce seguendo la legge oraria v(t) = At − Bt2 con A = 6.00 m/s2 e B = 0.300 m/s3
fino all’istante tf = 10.0 s, mentre per t > tf si mantiene costante e pari v(tf ). Determinare:
a) la velocità del veicolo all’istante t = tf ;
b) a che distanza dalla posizione iniziale si trova il veicolo all’istante t = tf .
Il moto del veicolo (di cui sopra) è determinato dalla spinta del motore che indicheremo con F (t) (dato che
dipenderà dal tempo). Sapendo che, oltre a F (t), sul veicolo agisce anche una forza resistente, dovuta alla
resistenza dell’aria, opposta al moto avente modulo R(t) = k v 2 (t) con k = 1.70 N · s2 /m2 , determinare:
c) l’espressione di F (t) nell’intervallo di tempo [0, tf ];
d) il valore della spinta del motore all’istante t = tf (cioè il valore di F (tf ));
e) (facoltatitivo) il lavoro compiuto da F (t) nell’intervallo di tempo [0, 2 tf ].
Soluzione
Per t = tf abbiamo
v(tf ) = vf = Atf − Bt2f = 30.0 m/s = 108 km/h.
La distanza del veicolo dalla posizione iniziale corrisponde alla posizione all’istante t = tf . E cioè
tf tf  
1 1
Z Z
x(tf ) = v(t)dt = (At − Bt2 )dt = A − Btf t2f = 200 m.
0 0 2 3
a
Applicando la 2 legge della dinamica possiamo scrivere l’equazione del moto del veicolo e da questa si ricava
immediatamente l’espressione di F (t) come segue

M a(t) = F (t) − kv 2 (t) ⇒ F (t) = M a(t) + kv 2 (t),


dv
dove a(t) = dt è l’accelerazione del moto. Nell’intervallo indicato è

dv
a(t) = = A − 2Bt,
dt
e si noti anche che è a(tf ) = 0! Perciò

F (t) = M a(t) + kv 2 (t) = M (A − 2Bt) + k(At − Bt2 )2 ,

e
F (tf ) = M a(tf ) + kv 2 (tf ) = kvf2 = 1530 N.
Finiamo quindi con considerazioni energetiche. Si noti che nell’intervallo di tempo [0, 2tf ] possiamo scrivere
(dal teorema dell’energia cinetica)
1
∆K = Kf = M vf2 = LF + LR
2
dove LF e LR sono, rispettivamente, i lavori compiuti dalla forza F e dalla resistenza dell’aria. Pertanto, il
lavoro cercato al punto e) sarà dato da
1
LF = M vf2 − LR .
2
con Z 2tf Z 2tf Z tf
LR = −k v 2 (t)dx = −k v 3 (t)dt = −k (At − Bt2 )3 dt − kvf3 tf
0 0 0

dove l’ultimo termine deriva dal fatto che per t > tf è v(t) = vf .
Quindi, osservando che è
Z tf Z tf
2 3 3
LR = −k (At − Bt ) dt − kvf tf = (A3 t3 − 3A2 Bt4 + 3AB 2 t5 − B 3 t6 )dt − kvf3 tf =
0 0
 
1 3 4 3 2 5 1 1 3 7
= −k A tf − A Btf + AB tf − B tf − kvf3 tf = −2.0983 · 105 J − 4.59 · 105 J = −6.69 · 105 J
2 6
4 5 2 7
si ottiene
1
LF = M vf2 − LR = 4.50 · 105 J + 6.69 · 105 J = 1.12 · 106 J
2

PROBLEMA 2 Due cilindri omogenei identici, di massa


M = 20.0 kg e raggio R sono posti sulle due falde del
doppio piano inclinato schematizzato in figura; gli angoli di R b
R b

inclinazione delle due falde sono rispettivamente θ1 (falda M


di sinistra) e θ2 = 30.0◦ (falda di destra). Intorno al cilindro M
di destra è avvolta una corda ideale (inestensibile e di massa
θ1 θ2
trascurabile) il cui altro estremo, dopo essere passata per
la piccola puleggia ideale in figura, è agganciato al centro
di massa del cilindro di sinistra. Si assuma che la corda non possa slittare rispetto al cilindro su cui è avvolta
e che entrambi i cilindri (sia in quiete che in moto) non possano mai scivolare rispetto ai piani di appoggio.
Sapendo che i cilindri vengono lasciati andare (in quiete) dalla disposizione di figura, determinare:
a) per quale valore di θ1 i due cilindri rimangono in equilibrio statico;
b) i minimi valori dei coefficienti di attrito statico che dovrebbero presentare i due piani di appoggio affinchè,
nel caso a), lo slittamento dei cilindri non sia effettivamente possibile.
c) le accelerazioni con cui si muoverebbero i centri di massa dei due cilindri quando θ1 = θ2 = 30.0◦ ,
specificando le direzioni dei corrispondenti moti;
d) la tensione della corda nel caso c).
Soluzione
Prima di tutto consideriamo il diagramma delle forze (o diagramma di corpo libero) del nostro sistema (vedi la
figura sottostante). Si noti che il verso delle due forze di attrito statico f~s1 e f~s2 sono stati scelti a caso; saranno
i calcoli a stabilire la correttezza, o meno, dei versi scelti. Si noti anche che i moduli delle forze T~ 1 e T~ 2 sono
uguali e pari alla tensione T della corda. Nella figura sono stati indicati anche le direzioni e i versi degli assi x
e y rispetto ai quali scomporremo le forze ai fini della costruzione delle equazioni del moto dei due cilindri. A
tal fine, precisiamo che verranno presi come positivi i momenti uscenti dalla pagina (rotazioni antiorarie).

T~ 2
~ 1 T~ 1
N
y b ~2
N
b

f~s1 y
x M~~g f~s2
M~~g x
θ1 θ2

Consideriamo quindi il caso statico prospettato al punto a). Utilizzando il diagramma delle forze e applicando
ai due cilindri la 2a legge della dinamica nelle forme lineare e angolare (applicata al punto di contatto con
i rispettivi piani di appoggio) si ottengono i due seguenti sistemi di equazioni (sinistra e destra come per i
cilindri):  
 0 = M g sin θ1 − T − fs1  0 = T − M g sin θ2 − fs2
0 = N1 − M g cos θ1 ; 0 = N2 − M g cos θ2 . (∗)
0 = M gR sin θ1 − RT 0 = 2RT − M gR sin θ2
 

Combinando le terze equazioni dei due sistemi (∗) otteniamo


1 1
T = M g sin θ1 ⇒ 2 sin θ1 = sin θ2 ⇒ sin θ1 = sin θ2 = ,
2 4
dalla quale vediamo che l’angolo cercato è
 
1
θ1 = arcsin = 14.5◦ .
4
Conseguentemente, sostituendo T = M g sin θ1 nella coppia delle prime equazioni delle (∗), si ha
1 1
fs1 = M g sin θ1 − T = 0; fs2 = T − M g sin θ2 = M g (sin θ1 − sin θ2 ) = − M g sin θ2 = − M g.
2 4
La prima ci dice che nel caso statico non c’è bisogno di attrito per non far scivolare il cilindro di sinistra (e
quindi ⇒ µs1,min = 0). Invece per il cilindro di destra la forza di attrito statico è opposta a quanto scelto
nel diagramma e, ottenendo N2 = M g cos θ2 dalla seconda equazione di destra delle (∗), per il corrispondente
coefficiente di attrito statico si ha
1
|fs2 | M g sin θ2 1 1
|fs2 | ≤ µs2 N2 ⇒ µs2 ≥ µs2,min = = 2 = tan θ2 = tan 30◦ = 0.289.
N2 M g cos θ2 2 2
Consideriamo ora il caso dinamico prospettato al punto c) in cui θ1 = θ2 = 30◦ . L’attuale pendenza della
falda di sinistra è maggiore che nel caso statico e quindi sarà ragionevole pensare che il sistema si sbilanci verso
sinistra: cosı̀, mentre il cilindro di sinistra scenderà lungo il suo piano, quello di destra risalirà l’altro versante.
Le equazioni del moto sono ora le seguenti:
 
 M a1 = M g sin θ1 − T − fs1  M a2 = T − M g sin θ2 − fs2
0 = N1 − M g cos θ1 ; 0 = N2 − M g cos θ2 , (∗∗)
IP α1 = M gR sin θ1 − RT IP α2 = 2RT − M gR sin θ2
 

dove IP = 32 M R2 è il momento d’inerzia dei due cilindri rispetto ai rispettivi punti di istantaneo contatto con
i rispettivi piani di appoggio.
Tenendo presente che (data la scelta degli assi) tutte le accelerazioni, sia quelle dei centri di massa dei cilindri
a1 e a2 che quelle angolari α1 e α2 , sono positive (i cilindri accelerano nel verso degli assi x scelti e le rotazioni
sono antiorarie ed accelerate), tenendo conto del puro rotolamento dei cilindri e della inestensibilità della corda,
si ricavano le seguenti relazioni
a1 a1 a2 a1
α1 = ; a2 = ; α2 = = .
R 2 R 2R
Quindi, estraendo la coppia delle terze equazioni delle (∗∗) e sostituendo le precedenti si ottiene il seguente
sistema  a1 1
 IP R = 2 M gR − RT


,
 I a1 = 2RT − 1 M gR


P
2R 2
dove abbiamo utilizzato il fatto che è sin θ1 = sin θ2 = sin 30 = 1/2.

Risolvendo si ottiene
1 M gR2 2 a1
a1 = = g = 1.31 m/s2 ; a2 = = 0.654 m/s2 ;
5 Ip 15 2
3 3
T = M g sin θ1 = M g = 58.9 N.
5 10
Infine, sfruttando la coppia delle prime equazioni delle (∗∗) si noti che (anche se non richiesto dal problema)
per le forze di attrito statico si ricava
1 1
fs1 = M g = −13.1 N; fs2 = − M g = −589 N.
15 3
I segni di questi ultimi risultati mostrano che mentre f~s1 è orientata come scelto nel diagramma delle forze, f~s2
ha verso opposto.

PROBLEMA 3 Un gas ideale biatomico segue il ciclo termodi- p


namico reversibile delineato in figura, costituito dalle trasformazioni
A → B, B → C (isobara) e C → A (isocora). Nello stato A si A b

ha pA = 6.00 atm, VA = 100 dm3 e TA = 600 K; nello stato C è


pA = 2.00 atm e VC = VA . Nello stato B si avrà sempre pB = pC ,
ma volume e temperatura del gas dipenderanno dalla natura della
C b b
B
trasformazione A → B.
A seconda che la trasformazione A → B sia un’isoterma o
V
un’adiabatica, determinare:
a) il volume e la temperatura del gas nello stato B;
b) il lavoro prodotto dall’intero ciclo;
c) il rendimento del ciclo, specificando quale dei due (quello con l’isoterma o quello con l’adiabatica) ha
rendimento maggiore.
Soluzione
Prima di tutto si noti che, indipendente dal tipo della trasformazione A → B, il numero di moli di gas ideale e
la sua temperatura nello stato C sono date dalle seguenti:
 
pA VA pC TA
n= = 12.2 mol; TC = TA = = 200 K.
RTA pA 3

Consideriamo quindi il caso in cui A → B corrisponde ad un’espansione isoterma. In tale caso dovrà essere
TB = TA e  
pA
pB VB = pA VA ⇒ VB = VA = 3VA = 300 dm3 = 0.300 m3 .
pC
Per il lavoro nell’intero ciclo abbiamo

L = Q = QAB + QBC + QCA ,

con
VB VB  
dV VB
Z Z
QAB = LAB = pdV = nRTA = pA VA ln = pA VA ln 3 = 6.68 · 104 J > 0;
VA VA V VA
 
pA VA 7 1 7
QBC = ncp (TC − TB ) = RTA − 1 = − pA VA = −1.42 · 105 J < 0;
RTA 2 3 3
 
pA VA 5 1 5
QCA = ncV (TA − TC ) = RTA 1 − = pA VA = 1.01 · 105 J > 0.
RTA 2 3 3

Quindi è  
2
L= ln 3 − pA VA = 0.432 · pA VA = 2.62 · 104 J.
3
Osservando infine i segni dei calori scambiati nelle tre trasformazioni, si vede subito che il calore assorbito
nell’intero ciclo è pari a  
5
Qass = QAB + QCA = pA VA ln 3 + ,
3
e, conseguentemente, il rendimento del ciclo è
2
L ln 3 − 3
ηisot. = = 5 = 0.156.
Qass ln 3 + 3

Consideriamo ora il caso in cui A → B corrisponde ad un’espansione adiabatica e quindi (essendo il gas
biatomico) con γ = 57 = 1.40. Essendo le trasformazioni A → B e B → C rispettivamente adiabatica e isobara,
possiamo scrivere le seguenti 
T V γ−1 = TA VAγ−1
 B B

VA VB
=


TA TB

e da queste si ricava
 1/γ
TA
VB = VA = 31/γ VA = 2.19 · VA = 0.219 m3 ;
TC
1−γ
TB = 3 γ TA = 0.731 · TA = 438 K.

Essendo ora QAB ≡ 0, il lavoro nell’intero ciclo è

L = Q = QBC + QCA ,
con QCA identico a quello già ricavato in precedenza (la trasformazione C → A non cambia) e
   
pA VA 7 1 1−γ 7 1 1−γ
QBC = ncp (TC − TB ) = RTA −3 γ = −3 γ pA VA = −1.39 · pAVA = −8.45 · 104 J < 0.
RTA 2 3 2 3

Quindi è    
7 1 1−γ 5
L= −3 γ + pA VA = 0.276 · pA VA = 1.68 · 104 J.
2 3 3
Infine, notando che ora il calore assorbito nell’intero ciclo è pari a
5
Qass = QCA = pA VA ,
3
il rendimento del ciclo è
h  1−γ
 i
7 1 5
L 2 3 −3 γ + 3 3 · 0.276
ηadiab. = = = = 0.166,
Qass 5/3 5

che risulta essere maggiore di quello ottenuto nel caso di A → B isoterma.

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