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Raffaele Crocco - Nicola Gianuzzi

Lo scheletro di questo documento, e il suo riferimento principale è il Syllabus presente su zenogaburro.com.


La necessità che si vuole soddisfare è quella di una versione scaricabile e consultabile. In giallo troverete alcune osservazioni o
commenti degli autori. Per dubbi o segnalazioni di errori su questo documento @raffaelecrocco su Telegram.
Accanto al link, nel Syllabus, indicherò la data dell’ultimo aggiornamento in modo che possiate sempre verificare che la versione
che state consultando è la più aggiornata.

Meccanica
Moti rettilinei
Moto in cui il corpo si muove lungo una retta.
Moto rettilineo uniforme: è un moto rettilineo con velocità è costante.

● Siano s→ la posizione del corpo, v→ la velocità del corpo e t il tempo, allora la velocità v→ = Δs
Δt .
t

● Ricavare lo spazio s→ : ds→ = v→dt ⇒ ds→ = ∫ v→dt ⇒ s→(t − t0 ) = v→(t − t0 ) ⇒ s→(t) = s(t
→ →
0 ) + v *(t − t0 )
t0
Dove s→(t) è l’istante in cui si osserva il fenomeno, mentre s(t

0 ) è la posizione iniziale.
Moto rettilineo uniformemente accelerato: è il moto di un corpo sottoposto ad un’accelerazione costante
(modulo, direzione. verso). La variazione di velocità è direttamente proporzionale al tempo in cui essa avviene.
→ →
● Accelerazione: a = Δv
Δt
= cost.
t t

● Ricavare la velocità v→ : a

= dv
dt

= cost. ⇒ ∫ a dt = ∫ dv, t0 = 0 ⇒ v→(t) = v→0 + at
t0 t0
Essendo l’accelerazione la derivata della velocità, applico l’integrale per trovare l’equazione che descrive la
velocità in funzione del tempo
→ t t →
ds(t)
● Ricavare lo spazio s→ : v→(t) = dt = ∫ v (t)dt = ∫ ds(t) ⇒ s→(t) = s→0 + v 0 t + 21 at2 .
t0 t0
Essendo la velocità la derivata dello spazio, applico l’integrale per ricavare la legge oraria del moto, che
descrive lo spazio in funzione del tempo.

Moto parabolico
E’ la composizione di un moto rettilineo uniforme lungo un asse e di un moto rettilineo uniformemente accelerato
lungo l’altro. Il seguente sistema riporta in formule quanto appena detto:

Nel grafico accanto y max è il punto in cui la componente v y del vettore v 0 è uguale a 0:
→ v 0 sin(α)
v y = v 0 sin(α) − at = 0 ⇒ t* = a . Applicando t* al sistema notiamo che:

La gittata è il doppio di x(tm ) per simmetria.

Moto circolare
● Moto circolare uniforme: moto in cui un corpo si muove lungo una traiettoria circolare a v→ costante.
○ Velocità tangenziale: è il vettore velocità tangente alla traiettoria, v→ = st = 2πr
T , dove 2πr è la
circonferenza e T è il periodo
○ Velocità angolare: esprime la velocità con cui il punto materiale si muove lungo una
circonferenza; è definita come il rapporto tra l’angolo e l’intervallo di tempo impiegato a descriverlo.

Nel caso del moto circolare uniforme abbiamo che ω = 2π T .

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La velocità tangenziale può essere anche definita come v→ = ω r .
○ Frequenza: f = T1 → [f ] = [s−1 ] = [Hz]
○ Accelerazione centripeta: è l’accelerazione tale per cui la velocità tangenziale cambia la
2
direzione (causando quindi il moto circolare): a→c = vr = ω 2 r
● Moto circolare uniformemente accelerato: è il moto in cui un corpo, in movimento lungo la traiettoria
circolare, è sottoposto ad un’accelerazione tangenziale in maniera costante.
○ Accelerazione totale: atot →
= a→T + ac , ∣atot

∣ = √aT 2 + ac 2

○ Accelerazione tangenziale: ∣aT ∣ = αr dove α = Δω Δt
è l’accelerazione angolare
○ Legge oraria: Θ(t) = 1 2 + ω 0 t + Θ0 . Esprime la variazione dell’angolo in funzione di t
2 αt
○ Velocità angolare: ω (t) = ω 0 + αt Esprime la velocità angolare in funzione di t

Moto armonico
Moto armonico: è la proiezione lungo una retta (il diametro) di punto che si muove di moto
circolare uniforme. In figura il punto rosso si muove di moto circolare uniforme; la sua
proiezione sul diametro, il punto verde, si muoverà di moto armonico.
● Legge oraria: x = rcos(ω 0 t + ø)
dx(t)
● Velocità: v→ = dt

= rωsin(ω 0 t + ø) ; la velocità massima è v m = ω r ovvero
quando sin(ωt + ø) = 1 ⇔ ω t + ø = 2 + 2kπ
π
→ dv(t)
● Accelerazione: a = =− rω 2 cos(ω 0 t + ø) =− ω 2 x(t) ; l’accelerazione
dt

massima è a =− rω 2 ovvero quando cos(ωt + ø) = 1 ⇔ ω t + ø = 0 + 2kπ
Il simbolo ø è detto costante di fase

Leggi di Newton o leggi della dinamica


Dinamica: è quella parte della fisica che si occupa dello studio delle cause del moto dei corpi.

● Primo principio della dinamica (o Principio di inerzia): Se la risultante delle forze R = 0 allora il corpo
in quiete rimarrà tale, altrimenti si muoverà di moto rettilineo uniforme
● Secondo principio della dinamica (o Principio di proporzionalità):
→ → → → → → 2
F F [m]
F = ma; a = m; m= a; F
→ = m ddt2s da cui [N ] = [kg] [s]2
● Terzo principio della dinamica (o Principio di azione e reazione): Se un corpo A esercita una forza sul
corpo B , allora B esercita su A una forza uguale e contraria

Campo gravitazionale terrestre


→→
La forza gravitazionale che agisce su un corpo di massa m è data dalla relazione: F =− G Mm
r2 ur dove G è la
2
costante di gravitazione universale 6, 67×10−11 Nm kg 2 e M è la massa del corpo che produce il campo
gravitazionale. Nella maggior parte degli esercizi è M T , la massa della Terra.
→ →
Il campo sarà quindi espresso in funzione della distanza r tra i due corpi attraverso la legge: F =− G rM2 ur N
m kg

Energia
→ →
Lavoro: prodotto scalare tra una forza e uno spostamento L = F ·dl = [J] = [N m] dove J è il Joule.
Teorema dell’energia cinetica o delle forze vive: se una forza agisce su un corpo con un'energia cinetica
iniziale, l'energia cinetica finale è la somma di quella iniziale e del lavoro compiuto dalla forza lungo la traiettoria del
moto. In formule: F = ma = m dv dv
dt → F x dx = m dt dx = mvdv .
Integrando l’equazione abbiamo: L = F (x − x0 ) = 1 2 1 2
2 mv (x) − 2 mv (x0 )

Energia cinetica: K = 1 2
2 mv = [J]

Energia potenziale: Si distingue:


● Energia potenziale gravitazionale: U = mgh dove g è l’accelerazione di gravità terrestre: 9,807 m/s²
● Energia potenziale elastica: U = 21 kx2

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Se il campo è conservativo (e quindi lo è la forza che lo ha generato), il lavoro non dipende dal tipo di percorso
compiuto ma solo dalla posizione finale e iniziale: ΔU =− L .
Grazie al segno meno a un lavoro positivo corrisponde sempre una riduzione dell'energia potenziale. Un esempio
potrebbe essere il lavoro in relazione con l’energia potenziale gravitazionale di un corpo: se il lavoro è positivo il
corpo sta cadendo e l’energia potenziale diminuisce, mentre se il lavoro è negativo il colpo viene sollevato e
l’energia potenziale aumenta.
Conservazione dell’energia: U i + K i = U f + K f

Quantità di moto
→ kg·m
E’ una grandezza vettoriale p = mv→ ed ha come unità di misura s2 ; in relazione alla seconda legge di Newton
→ → →
dp

possiamo dire che: F = ma = m dv
dt = dt

Impulso di una forza: è la variazione della quantità di moto in un intervallo di tempo; in termini differenziali
vf tf tf tf

abbiamo che F = m dv
dt → m ∫ dv = ∫ F dt ed otteniamo che mv f − mv i = ∫ F dt → I = ∫ F dt , definiamo la
vi ti ti ti
quantità I impulso di una forza. Molto utile nello studio degli urti.
→ → →
Principio di conservazione della quantità di moto: se R = 0 ⇒ Q = costante dove R è la risultante delle
→ →
forze che agisce in un corpo. Di conseguenza possiamo stabilire che Qi = Qf = mv→i = mv→f ⇒ v→i = v→f . Infatti in
un sistema composto da più corpi in cui agiscono esclusivamente forze interne abbiamo che:
m1 v 1i + m2 v 2i = m1 v 1f + m2 v 2f

Urti elastici ed anelastici


● Urto elastico: in un urto di questo tipo si conservano sia la quantità di moto che l’energia cinetica,
permettendo di ottenere (mettendo a sistema le due leggi precedenti) le equazioni per determinare le
velocità finali dei corpi dopo l’urto:

● Urto anelastico: in questa tipologia d’urto si conserva solo la quantità di moto:


m1 v 1i + m2 v 2i = m1 v 1f + m2 v 2f da cui (se l’urto è completamente anelastico e quindi v 1f = v 2f )
otteniamo: m1 v 1i + m2 v 2i = (m1 + m2 )v f

Molle e forza elastica


La molla in fisica rappresenta un corpo deformabile in lunghezza che torna alla sua lunghezza iniziale una volta
interrotta la forza che ha portato alla deformazione. Ovviamente si parla di molle ideali in un materiale che non si
deforma e torna sempre alla sua lunghezza iniziale, se fosse diversamente sarebbe indicato nel problema.
La forza elastica, ovvero la forza che una molla esercita per contrastare una deformazione dipende dalla
→ kg
lunghezza della deformazione e dal materiale della molla: F =− k(x − x0 ) . Il valore k = [ s2 ] è detto costante
elastica ed è una proprietà intrinseca della molla.

L’energia potenziale elastica si ricava calcolando il lavoro della forza elastica e conoscendo la definizione di
energia potenziale (vedi capitolo sull’energia): U E = 21 kx2 [J] .

Legge di Hooke: un corpo elastico subisce una deformazione direttamente proporzionale allo sforzo a esso
applicato. mx + kx = 0 ⇔ x + m k
x=0

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Attrito radente e viscoso
L’attrito è una forza non conservativa contraria al moto. E’ un fenomeno molto comune quando si parla del moto di
un corpo in spazi non idealizzati (con assenza di ogni tipo di attrito ad esempio). E’ legato alla trasformazione
dell’energia meccanica in energia termica. I 3 tipi principali di attrito e le loro sottocategorie sono:
● Attrito radente:
○ statico: forza parallela al piano e proporzionale alla forza ortogonale al
piano F s = μs mg dove μs è il coefficiente di attrito statico. In figura è
indicata la forza F α con la quale provo a spingere il corpo per muoverlo e
finché F α ≤ F s esso starà fermo.
○ dinamico: quando il corpo è in movimento μs assume un nuovo valore minore del precedente;
esso si indica con μd e si chiama coefficiente di attrito dinamico. F d = μd mg
→ → →
Spesso nei libri di testo mg è espressa come N da cui F s = μs N e F d = μd N

● Attrito viscoso: la legge che lo rappresenta è F = 21 Cρv→2 dove C è una costante di proporzionalità e ρ

è la densità del mezzo; viene spesso usato un modello semplificato: F =− Av dove A è un coefficiente
che dipende dalla viscosità del fluido.
● Attrito volvente: riguarda i corpi che si muovono rotolando. Non meglio approfondita a lezione.

Momenti
E’ una grandezza inerente alla dinamica rotazionale, che si occupa del moto di un corpo attorno al suo asse e non
attraverso lo spazio. Questo tipo di moto produce una nuova grandezza fisica: il momento.
→ →
● Momento meccanico: M = → r × F [N m] .
Immaginando di aprire una porta (che è un corpo che ruota attorno a un asse: i cardini) sappiamo che a
parità di forza applicata è più conveniente spingere (o tirare) dalla parte della maniglia, che è lontana
dall’asse (i cardini). Questo accade perché il braccio (ovvero la distanza tra cardini e maniglia) è massimo,
e a parità di forza applicata produce un momento più grande in modulo.
→ → → Kg m2 → →
● Momento angolare: L = r × mv [ s ] oppure utilizzando I abbiamo L = I ω
Consigliamo la visione: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/18/BehoudImpulsmoment.ogv

● Momento d’inerzia: I = ∫ x2 dm [kg m2 ]


V
Teorema degli assi paralleli (Huygens - Steiner): permette di calcolare il momento di inerzia rispetto ad un asse
diverso da quello passante per il centro di massa (ma comunque parallelo ad esso): I = I cm + md2 dove I cm è il
momento nel centro di massa e d è la distanza tra l’asse nel centro di massa e il nuovo asse di rotazione.

Elettrostatica
Legge di Coulomb
Forza di Coulomb: la legge di Coulomb riguarda una forza conservativa di natura elettrica che si instaura tra due
cariche poste ad una certa distanza. Di seguito le componenti del vettore di questa forza:
● Modulo: F = 4πε 1 · q 0 q 1 = k · q 0 q 1 , dove ε = 8.854·10−12 C 2 è la costante dielettrica nel vuoto e
0 r2 r2 0 Nm2

k = 9·109 Nm2
C2
● Verso: interno tra le due cariche (attrattivo) se queste hanno segno opposto; esterno rispetto le cariche
(repulsivo) se queste hanno stesso segno.
● Direzione: quella della retta che congiunge le due cariche.

Campo elettrico
Una o più cariche elettriche, generano un campo elettrico dipendente dalla forza di attrazione (o repulsione) delle
→ → Q1 → →
cariche (la forza di Coulomb vista sopra): E = F = 1
Q0 4πε0 · r2 ur dove ur è il versore della direzione del campo.

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1° e 2° equazione di Maxwell
Le equazioni “di Maxwell” verranno meglio approfondite successivamente nel capitolo sull'elettromagnetismo.
→ → q int →
● Flusso del campo elettrico: ∫ E · ds = ε0 dove ds è il vettore normale al pezzettino infinitesimale di
S
superficie e di modulo pari alla sua area. La S alla base dell’integrale indica quello di superficie.
→ →
● Circuitazione del campo elettrico: nel caso del campo elettrostatico la circuitazione è nulla: ∫ E · dl = 0
L
La L alla base dell’integrale indica l'integrale di linea.

Potenziale elettrico e conduttori


Una particella carica q 0 , posta in un campo elettrico, possiede un'energia potenziale U (r) che per la legge di
Q·q 0
Coulomb risulta essere proporzionale a q 0 : U (r) = k r
Potenziale elettrico V (r) : è l'energia potenziale per unità di carica acquistata da una carica posta nel punto r :
U(r) q0
V (r) = Q =k r
Conduttori: I conduttori sono materiali che permettono il movimento di cariche al loro interno. Nei fenomeni
elettrostatici fa sì che le cariche si muovino fino a raggiungere uno stato di equilibrio, nel quale le cariche si trovano

esclusivamente sulla superficie del conduttore. In equilibrio statico, quindi, E int = 0 .
Il potenziale elettrico è costante su tutto il conduttore.

Condensatori
q
Capacità: è il rapporto tra la carica ed il potenziale C = ΔV = [ VC ] = [F ] .
Condensatore sferico: Consideriamo un sistema formato da una sfera conduttrice di raggio R1 e una corona
sferica conduttrice di raggio interno R2 concentriche. Se + q è depositata sul conduttore interno, allora, per
induzione elettrostatica, −q sarà presente sulla superficie interna della cavità.
Questo tipo di sistema è detto condensatore e i due conduttori sono detti armature.
In un condensatore sferico abbiamo
q
● E (r) = 4πε r2 , R1 < r < R2
0
q 1 1
● ΔV = 4πε0 ( R1 − R2 )
4πε R R
e la capacità si esprime C = R20−R11 2

Condensatore piano: costituito da armature piane parallele tra loro. In questo tipo di condensatori il campo E è
● uniforme: E = εσ , dove σ è la densità superficiale di carica
0
● direzione: perpendicolare alle armature del condensatore
● verso: rivolto verso l’armatura negativa del condensatore
q q ε0 S
La differenza di potenziale ΔV = ε0 S h , dove S è l’area delle armature. La capacità: C = ΔV = h
Condensatore cilindrico: costituito da conduttori cilindrici in cui la carica positiva si trova sul. conduttore esterno,

e quella negativa sul cilindro interno. Il campo E è radiale in piani perpendicolari ai conduttori:
● 0 < r < R1 : E int = 0
λ dq
● R1 < r < R2 : E (r) = 2πε0 r , λ= dl
● r > R2 : E = 0
λ R2
La differenza di potenziale ΔV = 2πε0 ln( R1 ) , capacità:

Dipolo elettrico

Due cariche puntiformi + q e −q distanti D , costituiscono un dipolo elettrico. Lo distinguiamo da molti altri sistemi
di cariche perché è alla base di sistemi fisici più complessi.
→ → →
Il vettore P = q D è detto momento del dipolo elettrico. ( D è orientato da −q a + q )

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Elettrodinamica
Corrente elettrica
Corrente I : è lo spostamento delle cariche nell’unità di tempo.

Ci riferiamo ad una superficie infinitesima ds→ , il cui vettore normale forma un angolo θ con il campo E e velocità
v→d . Nel tempo dt le cariche percorrono la distanza v→d dt , per cui la carica complessiva che attraversa ds→ nel
tempo dt è quella contenuta nel volume infinitesimo dτ definito da dτ = v→d dt⋅ds→ .

La carica presente nel volume dτ è data quindi da dq = nedτ = n·e·dt v→d ⋅ds .
dq → →
La carica che attraversa la superficie nell'unità di tempo risulta essere dt = n ev d ⋅ds .
Integrando su tutta la superficie otteniamo


Densità di corrente: J = nqv→d = [ mA2 ] . Sostituendo nella (1) otteniamo
Dove n è il numero di portatori di cariche per unità di volume.

Leggi di Ohm
Prima legge di Ohm: mette in relazione la resistenza elettrica R , la differenza di potenziale ΔV ai capi del
conduttore e la corrente I che lo attraversa con la formula ΔV = RI ⇒ R = ΔV I [ VA ] = [Ω] dove R è la resistenza
del conduttore. Ricordata dagli studenti di tutta Italia come Vittorio emanuele Re d’Italia.
Seconda legge di Ohm: siano R la resistenza elettrica del conduttore, ρ la resistività del materiale (resistenza che
un campione del conduttore offre al passaggio della corrente), l la lunghezza del conduttore e A l’area della
sezione del conduttore. Si definisce R = ρ Al

Leggi di Kirchhoff
Consideriamo un sistema composto da più conduttori che sono percorsi da una corrente I ; il sistema prende il
nome di rete ed ogni conduttore prende il nome di ramo della rete.
Nodo: è un punto in cui si incontrano i rami di un sistema.
Maglia: è l’insieme di più rami della rete che formano un circuito chiuso che non può essere più divisibile
● Prima legge di Kirchhoff (Kirchhoff’s Current Law-KCL) : La somma algebrica delle intensità di

corrente che attraversano un nodo è nulla. ∑ i = 0 .

● Seconda legge di Kirchhoff (Kirchhoff’s Voltage Law-KCL) : fissato un senso di percorrenza arbitrario
dei riferimenti della corrente, la somma algebrica delle cadute di potenziale e delle f.e.m nella maglia è

nulla ∑ ΔV = 0

Collegamento di Resistenze
Resistenze in serie: Se n resistori sono collegati in Resistenze in parallelo: Se n resistori sono collegati
serie, la corrente è la stessa. Possiamo ricavare in parallelo, la tensione ai loro capi è la stessa.
Req , I eq , ΔV eq : Possiamo ricavare Req , I eq , ΔV eq :

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Collegamento di Condensatori
Condensatori in serie: Se n condensatori sono Condensatori in parallelo: Se n condensatori sono
collegati in serie, la carica è la stessa. Possiamo collegati in parallelo, la tensione ai loro capi è la stessa.
ricavare C eq , Qeq , ΔV eq : Possiamo ricavare C eq , Qeq , ΔV eq :

Circuiti RC
I circuiti RC sono circuiti elettrici dove sono presenti almeno un generatore, un resistore, un interruttore ed un
condensatore. La presenza del condensatore causa:
● una variazione dt della corrente elettrica
● una differenza di potenziale dovuta all’accumulo di cariche sulle due
armature del condensatore.
Si distinguono due fasi: la fase di carica del condensatore e di scarica.
Analizziamo le due fasi utilizzando come modello un circuito semplice (in figura).

Fase di carica del condensatore:


● Q(t) = CΔV E (1 − eτ t ) dove τ =− 1
RC
ΔV E τ t 1
● I (t) = R e
dove τ =− RC
● ΔV c (t) = ΔV E ·eτ t dove τ =− 1
RC

Dimostrazione di Q(t) della fase di carica:


● A tempo t = 0 l’interruttore passa dal punto B al punto A ; per il teorema della maglia abbiamo che
dQ Q
− R dt − C + ΔV E = 0 . La differenza di potenziale elettrico generata dal condensatore è di segno
negativo perché sta assorbendo ∆V.
dQ dQ
● Moltiplico per C : − RC dt − Q + ΔV E C = 0 ⇒− RC dt =+ Q − ΔV E C .
● RC
divido per (Q − ΔV E C) e moltiplico per dt : Q−−ΔV ·dQ = dt
EC
dQ dt
● divido per − RC : Q−ΔV E C · = −RC
in questo modo ho la carica da un lato dell’equazione, mentre il tempo
dall’altro.
Q t Q
dQ dt dQ Q ΔV
− E ) mentre
● Integro l’equazione: ∫ Q−ΔV E C · =∫ −RC
. Da qui ci ricaviamo ∫ Q−ΔV E C = ln( −CΔV
E
0 0 0
t
∫ dt 1
RC =− RC t

0
● Risolvo l’equazione:

Fase di scarica del condensatore:


● Qc (t) = CΔV c ·eτ t dove τ =− 1
RC
ΔV c τ t 1
● I (t) = R e
dove τ =− RC
● ΔV (t) = ΔV c ·eτ t dove τ =− 1
RC

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Potenza elettrica
→ → →
Dalla definizione di Lavoro sappiamo che dL = F ·ds→ = q E·ds→ ⇒ L = q ∫ E ·ds→ = q V .

Risulta quindi che il lavoro della forza elettrica è pari a dL = q V = V Idt .


Dalla definizione di potenza otteniamo quindi che P = dL = V I = RI 2 = V2
dt R

Magnetismo
Forza di Lorentz

Considerando una particella carica di massa m ,carica q e velocità v , attraversata in un campo magnetico B ,
→ → →
essa è soggetta a una forza, detta forza di Lorentz: F L = q(E + v→ × B ) .
Il campo magnetico ha come effetto la curvatura della traiettoria della particella.

● Se v→⊥B allora la particella si muoverà di moto circolare uniforme e la forza di Lorentz ( F = q vB )
costituisce una forza centripeta. Per il secondo principio della dinamica ( F = ma ) abbiamo che:

→ → → →
● Se v→∥B allora la traiettoria della particella non subirà variazioni, dato che F = q v→ × B = 0 .

● Se tra v→ e B è compreso un angolo minore di 90° si forma un moto composto: il vettore velocità v→ si
scompone in v→⊥ e v→// e, trasversalmente alle linee di campo si svolge un moto circolare uniforme
(causato da v→⊥ ), mentre parallelamente alle linee di campo si svolge un moto traslatorio con velocità v→//

Campo magnetico
→ → →
μ0 qv×ur
Il movimento della particella carica genera un campo magnetico: B (r) = 4π r2
→ → → →
● Filo percorso da corrente i immerso in un campo magnetico B : F = iΔl × B = iΔlB·sin(θ)

1° e 2° Formula di Laplace
Un movimento di cariche con una certa velocità non è altro che una corrente; le formule precedenti possono quindi
essere scritte in funzione di essa.
Il numero di cariche contenute in un filo di sezione S e lunghezza dl è dato da S dl n q , da questo (attraverso la
velocità) otteniamo che q v→ = idl . Sostituiamo ora per ottenere le due leggi di Laplace:

→ μ0 dl×u→ri → μ0 i L
1. dB = 4π r2 oppure B = 4π r2 dove L è la lunghezza del filo.
→ → → → →
2. dF L = idl × B oppure FL = iL × B

Legge di Ampère
Una formula equivalente alla prima legge di laplace si riferisce alla circuitazione del campo magnetico rispetto alle
→ →
correnti: la legge di Ampere. ∮ B · dl = μ0 i dove i è la sommatoria di tutte le correnti concatenate.
L

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Elettromagnetismo
Leggi di Maxwell
Raccolta di leggi che esprimono il flusso e la circuitazione del campo elettrico e magnetico.

Il simbolo utilizzato nella circuitazione del campo magnetico è spesso sostituito con il classico μ0

Legge di Faraday
Legge di Faraday-Lenz (o legge di induzione elettrica): in un circuito si genera una differenza di potenziale di
intensità pari alla variazione nel tempo del flusso del campo magnetico che attraversa il circuito stesso

→ →
dΦ(B)
Dove B rappresenta il campo magnetico, dt la differenza del suo flusso nell’unità di tempo ed il segno
negativo davanti alla formula prescrive il verso della corrente. La presenza di una differenza di potenziale indotto
genera una corrente indotta in accordo con le leggi di Ohm.
Il flusso del campo magnetico può variare per due motivi:

1. B può variare nel tempo

2. la sorgente di B e/o il circuito si muovono l’uno rispetto all’altro

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