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Riassunto dei Teoremi e concetti principale di Fisica Generale I – Fabrizio Medici + fabrizio.medici@tiscalinet.

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CAPITOLO 2: MOTO LA CINEMATICA IN UNA


DIMENSIONE
La velocità media si definisce come lo spostamento diviso per il Uso delle variabili angolari:
tempo trascorso l
x −x ∆x θ=
v= 2 1= r
t 2 − t1 ∆t ∆θ dθ
Mentre la velocità istantanea è il valore limite della velocità ω = lim =
media presa nel limite di tempo infinitamente piccolo
∆t
∆t →0 dt
∆x dx ∆ω dω
v = lim = α = lim =
∆t →0 ∆t dt
∆t →0 ∆t dt
Un oggetto che cambi nel tempo la sua velocità è detto dl dθ
accelerato, l’accelerazione media è definita come v= =r = rω
dt dt
v2 − v1 ∆v
a= = dv dω
t2 − t1 ∆t aT = =r = rα
dt dt
v 2 (rω )
Mentre l’accelerazione istantanea si definisce come il valore 2
limite dell’accelerazione media quando si fa tendere a zero aR = = = ω 2r
delta t r r
∆v dv d  dx  d 2 x Si può passare dalla velocità angolare alla frequenza di
a = lim = =  = rotazione, un giro corrisponde a 2pi radianti.
∆t → 0 ∆t dt dt  dt  dt 2
ω
MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO f =
Moto in cui l’intensità dell’accelerazione è costante e si procede 2π
in linea retta, si possono scrivere allora le seguenti formule ω = 2πf
x − x0
v= x = x0 + v t CAPITOLO 4: DINAMICA LE LEGGI DEL MOTO DI
t NEWTON
v − v0  v − v0  Prima legge (legge d’inerzia): Ogni corpo permane nel suo stato
a= x = x0 +  t di quiete o di moto rettilineo uniforme finche non è costretto a
t  2  mutare il suo stato di moto a causa di forze esterne che agiscono
v = v0 + at  v + at + v0  su di esso. La tendenza di un corpo a mantenere il suo stato di
x = x0 +  0 t quiete o di moto è detta inerzia, la massa è la misura
x = x0 + v t  2  dell’inerzia di un corpo.
1 Seconda legge: L’accelerazione di un corpo è direttamente
v + v0 x = x0 + v0t + at 2
v= 2
proporzionale alla forza risultante che agisce su di esso e
2 inversamente proporzionale alla sua massa. L’accelerazione ha
la stessa direzione della forza risultante.
CAPITOLO 3: CINEMATICA IN DUE O TRE
F = ma (NB: equazione vettoriale)
Terza legge: Ogni qual volta un oggetto esercita una forza sopra
DIMENSIONI
un secondo oggetto, il secondo esercita sul primo una forza
Una grandezza che è caratterizzata sia da una intensità che da
uguale e contraria.
un verso e da un verso è detta vettore, se ha solo un’intensità è
detta scalare, la definizione generale di velocità istantanea e CAPITOLO 5: DINAMICA II ATTRITO E MOTO
accelerazione istantanea per una particella è CIRCOLARE
Quando due corpi scivola l’uno sull’altro, la forza d’attrito che
dr
v= ciascuno dei due esercita sull’altro può essere espressa come:
dt
Dove r è il vettore posizione della particella
Fat = µFN dove Fn è la forza normale (forza che ogni corpo
dv esercita sull’altro perpendicolarmente alla superficie di
a= contatto).
dt
Una particella che ruota lungo una circonferenza deve essere
Il moto dei proiettili sulla superficie della terra si può
costantemente sottoposta a una forza diretta verso il centro della
scomporre in due moti separati: componente orizzontale del
circonferenza
moto che avrà velocità costante e la componente verticale che
ha accelerazione costante pari a g. v2
MOTO CIRCOLARE UNIFORME E NON UNIFORME F = maR = m = mω 2 r
r
Si ha moto circolare uniforme quando una oggetto si muove
CAPITOLO 7: LAVORO ED ENERGIA
lungo una circonferenza a velocità costante (in modulo). Il lavoro fatto su una particella sottoposta a una forza costante
Essendo l’accelerazione il tasso di cambiamento di una velocità (sia in intensità che in direzione) è definito come il prodotto
vettoriale, la variazione di direzione produce una accelerazione, della lunghezza dello spostamento per la componente della
che in questo caso è diretta verso il centro della circonferenza. forza parallela allo spostamento stesso.
∆v v ∆l v 2 W = Fd cosθ che si misura in J
aR = lim = lim =
∆t →0 ∆t ∆t →0 r ∆t r In molti casi le forze variano di intensità e direzione nel corso
Se la velocità dell’oggetto che si muove lungo la circonferenza del fenomeno, possiamo allora suddividere il cammino della
cambia nel tempo, allora ci sarà una accelerazione tangenziale. funzione che descrive la forza in un numero infinito di intervalli

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e integrando la funzione otteniamo il risultato esatto del lavoro di conservazione dell’energia: L’energia totale, nel corso di
compiuto qualsiasi processo, non aumenta ne diminuisce, L’energia si
può trasformare da una forma a un’altra e trasferirsi da un corpo
a un altro, ma la quantità totale resta costante.
W = lim ∑ Fi cosθ i ∆li W = Wcons + Wnoncons
∆li →0
b b Wcons = − ∆U
W = ∫ F cosθdl = ∫ F ⋅ dl ∆EC = −∆U + Wnoncons
a a
Una definizione non molto precisa ma valida di energia è: La potenza è definita come il tasso al quel viene compiuto
capacità di compiere lavoro. lavoro. Qualsiasi lavoro viene compiuto dell’energia viene
Il teorema dell’energia cinetica afferma che il lavoro compiuto trasformata o trasferita, quindi la potenza è il tasso al quale
su un oggetto è uguale alla variazione della sua energia cinetica. viene trasformata l’energia.
 v2 − v2  1 1 dW dE
W = Fd = mad = m 2 1 d = mv22 − mv12 P= =
 2d  2 2 dt dt
CAPITOLO 9: CONSERVAZIONE DELLA QUANTITA
1
EC ≡ mv 2 DI MOTO E URTI
2 Il centro di massa è un punto di un corpo (o di un insieme di
Supponiamo ora che la forza totale F vari tanto in intensità corpi) che si muove lungo lo stesso percorso che farebbe una
quanto in direzione, e che il percorso dell’oggetto sia una curva, particella (con massa pari alla somma delle masse) sottoposta
allora alla stessa risultante delle forze. Possiamo quindi dire che la
somma vettoriale di tute le forze agenti sul sistema è uguale alla
W = ∫ F cosθdl = ∫ F|| dl massa totale del sistema moltiplicata per l’accelerazione del suo
centro di massa.
dv
F|| = ma|| = m Macm = Fext
dt
La quantità di moto di una particella è definita come il prodotto
dv dv dl dv
= =v della sua massa per la sua velocità, si può così riformulare la
dt dl dt dl seconda legge di Newton:
p = mv
dv dv
W = ∫ F|| dl = ∫ m dl = ∫ mv dl = ∫ mvdv = ∆EC
2 2 2 2
dp d (mv) dv
1 1 dt 1 dl 1
F= = =m = ma
dt dt dt
CAPITOLO 8: CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA La legge di conservazione della quantità di moto afferma che:
Per definizione chiamiamo una forza conservativa una forza che Quando la risultante delle forze esterne agenti su un sistema è
dipenda soltanto dalla posizione iniziale e finale, ed è perciò zero, la quantità di moto rimane costante. Un esempio può
indipendente dal particolare cammino preso. Il lavoro totale di essere un urto:
questa forza è zero quando si muove lungo un cammino chiuso. m1v1 + m2v2 = m1v1' + m2 v2'
Il lavoro compiuto da questa forza è recuperabile.
Si chiama urto l’interazione tra due corpi quando la loro
L’energia potenziale è l’energia associata con la posizione o la
interazione occupa un breve intervallo di tempo ed è così forte
configurazione di uno o più corpi e di ciò che sta intorno.
che le altre forze agenti risultano insignificanti rispetto alla
Se confrontiamo il lavoro compiuto dalla gravità su di un
forza che ciascun corpo esercita sull’altro durante l’urto.
oggetto e la sua variazione di energia potenziale gravitazionale,
Viene chiamato impulso l’integrale della forza sull’intervallo di
troviamo che la variazione di energia potenziale associata con
tempo durante il quale agisce:
una forza conservativa è l’opposto del lavoro compiuto da tf
quella forza: J = ∫ Fdt
Wg = − mg ( y2 − y1 ) ti

∆p = p f − pi = ∫ Fdt = J
tf
∆U = U 2 − U1 = mg ( y2 − y1 ) = mgy ti
Possiamo distinguere gli urti in due categorie, gli urti elastici, in
∆U = −Wg = − ∫ F ⋅ dl
2

1
cui si conserva la quantità di moto, e quelli anelastici, in cui non
Possiamo dire che l’energia meccanica totale (la somma si conserva (NB: rimane sempre e comunque valida la
dell’energia cinetica e potenziale) di un sistema conservativo conservazione dell’energia).
rimane costante, questo è detto principio di conservazione CAPITOLO 10: MOTO ROTAZIONALE INTORNO A
dell’energia meccanica. UN ASSE
Dalle equazioni con variabili angolari si possono ricavare:
W = ∆EC
ω = ω 0 + αt
∆U = −W
1
∆EC + ∆U = 0 θ = ω 0t + αt 2 Analoghe a quelle con variabili lineari
2
1 2 ω = ω 0 + 2αθ
2 2
E = EC + U = mv + U = cos tan te
2 Si può riformulare la prima legge di Newton nel seguente
Vi è una riformulazione di questo principio che tratta in modo modo: un corpo che ruota liberamente continuerà a ruotare con
più generale tutte le forme e i tipi di energia, questa è la legge velocità angolare costante finche nessuna forza (momento

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torcente) interviene a cambiare quel moto. L’accelerazione sommata all’energia cinetica del moto rispetto al suo centro di
angolare è proporzionale alla distanza perpendicolare tra l’asse massa.
di rotazione e la linea lungo la quale agisce la forza. 1 1
L’accelerazione angolare è dunque proporzionale al prodotto EC = 2
Mvcm + I cmω 2
della forza per il braccio di leva, chiamato braccio di leva o 2 2
momento torcente. CAPITOLO 11: MOTO ROTAZIONALE IN GENERALE
Utilizzando il fatto che si stanno utilizzando grandezze
τ = R⊥ F = RF⊥ = RFsenθ vettoriali possiamo ridefinire il momento torcente come:
Si può quindi trovare quale sia la grandezza che nel moto τ = r × F il prodotto vettoriale del vettore posizione della
rotazionale gioca il ruolo della massa nel moto lineare:
particella e F il vettore della forza applicata.
Quindi mr quadro rappresenta l’inerzia
τ = RF rotazionale di una particella e si chiama
Possiamo ridefinire anche il momento angolare l di una
particella avente quantità di moto p e vettore posizione r come:
F = ma = mRα momento d’inerzia, mentre I è il l = r× p
momento d’inerzia di un corpo.
τ = mR α 2
[pending: moto di una trottola]
I = ∑ mi R 2 CAPITOLO 13: FLUIDI A RIPOSO
i La densità di una sostanza è definita come la massa su unità di
Mettendo assieme le varie equazioni, possiamo dire che per un volume:
corpo rigido intorno a un asse fisso: m
τ = Iα ρ=
L’inerzia gioca il ruolo della massa.
V
τ cm = I cmα cm La pressione è definita come la forza su unità di area, dove la
forza è perpendicolare alla superficie A su cui si esercita:
Il teorema di Huygens-Steiner afferma che se I è il momento
F
d’inerzia di un corpo di massa totale M intorno a un certo asse, P=
e Icm è il momento di’inerzia intorno ad un asse parallelo al A
primo, distante h e passante per il centro di massa, allora: E’ esperienza che un fluido esercita una pressione in tutte le
I = I cm + Mh 2 direzioni.
[
I = ∑ mi (xi − x A ) + ( yi − y A )
2 2
] Possiamo calcolare la pressione che un certo liquido esercita ad
una data profondità h, calcolando il peso della colonna su di
( i
2 2
i )
I = ∑ mi x + y − 2 x A ∑ mi xi − 2 y A ∑ mi yi + (∑ mi ) x A2 + y A2 ( ) esso:
F = mg = ρAhg
La quantita I omega è chiamata momento angolare del corpo F ρAhg
intorno al suo asse di rotazione: P= = = ρgh
dω d (Iω ) dL A A
τ = Iα = I = = L’atmosfera terrestre esercita una pressione su tutti gli oggetti
dt dt dt con cui è in contatto, inclusi gli altri fluidi. Il principio di Pascal
L = Iω afferma che: La pressione applicata a un fluido contenuto in
La legge di conservazione del momento angolare dice che: il uno spazio limitato aumenta la pressione, della stessa quantità
momento angolare totale di un corpo in rotazione resta costante in tutto il fluido.
se il momento risultante delle forze che agisce su di esso è La spinta idrostatica deriva dal fatto che la pressione in un
nullo. fluido aumenta con la profondità, perciò la pressione verso
Sempre in analogia con il moto traslazionale possiamo definire l’alto esercitata sulla superficie inferiore di un oggetto immerso
l’energia cinetica rotazionale: è maggiore rispetto alla pressione verso il basso esercitata sulla
superficie superiore.
FSI = F2 − F1 = ρgA(h2 − h1 ) = ρgAh = ρgV
1  1
EC = ∑  mi vi2  = (∑ m R )ω i i
2 2
=
1 2
Iω Il principio di Archimede afferma che: la spinta idrostatica
2  2 2
esercitata su un corpo immerso in un fluido è uguale al peso del
Il lavoro compiuto su un corpo rotante intorno a un asse fisso fluido spostato dall’oggetto stesso.
può essere scritto in termini di grandezze angolari: CAPITOLO 14: I FLUIDI IN MOVIMENTO
W = ∫ F ⋅ dl = ∫ F⊥ Rdθ = ∫ τdθ Si distinguono due tipi di flussi: laminare, quando gli strati
vicini del fluido scivolano l’uno sull’altro dolcemente,
dW dθ turbolento, caratterizzato da moti irregolari che formano come
P= =τ = τω piccoli mulinelli. La viscosità è l’attrito interno sempre presente
dt dt
in tutti i fluidi.
Il teorema dell’energia cinetica resta valido per la rotazione di
La portata di un tubo di flusso in massa è definita come la
un corpo rigido intorno a un asse fisso:
massa di fluido che passa per un dato punto (attraverso la
dω dω dθ dω
τ = Iα = I =I = Iω sezione in quel punto) per unità di tempo.
dt dθ dt dθ ∆m ρ1∆V1 ρ1 A1∆l1
= = = ρ1 A1v1
θ2 ω2 1 1
W = ∫ τdθ = ∫ Iωdω = Iω 22 − Iω12 ∆t ∆t ∆t
θ1 ω1 2 2 L’equazione di continuità sostiene che: (seconda eqz per fluidi
Un oggetto che ruota mentre il suo centro di massa è sottoposto incomprimibili)
a una traslazione, avrà sia energia cinetica traslazionale che ρ1 A1v1 = ρ 2 A2v2
energia cinetica rotazionale. La sua energia cinetica totale sarà
uguale all’energia cinetica traslazionale del suo centro di massa A1v1 = A2v2
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Il principio di Bernoulli afferma che: dove la velocità di un


= −ωAsen(ωt + φ )
dx
fluido è alta, la pressione è bassa e dove la velocità di un fluido v=
è bassa la pressione è alta. Per dedurlo si calcola il lavoro fatto dt
d 2x
a = 2 = −ω 2 A cos(ωt + φ )
per muovere una quantità di fluido da un punto (esempio in
basso e con sezione larga) del tubo di flusso ad un altro punto
(esempio in alto e con sezione stretta), vi saranno in gioco i dt
lavori compiuti ai due punti del tubo e quello compiuto dalla k
forza di gravità: vmax = ωA = A
m
W = W1 + W2 + Wg
k
Wg = − mg ( y2 − y1 ) amax = ω 2 A = A
m
Per un oscillatore armonico semplice, l’energia meccanica
W1 = F1∆l1 = P1 A1∆l1 totale è la somma dell’energia cinetica e di quella potenziale.
Nel punto di equilibrio (x=0) l’energia è tutta cinetica, nei due
W2 = − F2 ∆l2 = − P2 A2 ∆l2 estremi dell’oscillazione l’energia è totalmente potenziale:
W = P1 A1∆l1 − P2 A2 ∆l2 − mgy2 + mgy1 1 2 1 2 1 2 1 2
E= mv + kx = kA = mvmax
1 2 1 2 2 2 2 2
mv2 − mv1 = P1 A1∆l1 − P2 A2 ∆l2 − mgy2 + mgy1 [pending: pendolo semplice]
2 2 Il pendolo fisico si riferisce a qualunque corpo esteso reale che
m = ρA1∆l1 = ρA2 ∆l2 oscilla avanti e indietro. Usando le eqz del moto torcente e per
piccole oscillazioni:
1 2
P+ ρv + ρgy = cos tan te d 2θ
2 τ = − mgh sin θ = Iα = I
Il teorema di Torricelli calcola la velocità di fuoriuscita di un dt 2
liquido da un foro in un serbatoio di altezza data: d 2θ mgh
v1 = 2 g ( y2 − y1 ) + sin θ = 0
dt 2 I
CAPITOLO 15: OSCILLAZIONI
d 2θ mgh
Qualsiasi sistema vibrante, per cui la forza di richiamo sia + θ =0
proporzionale al valore negativo dello spostamento, si dice dt 2 I
animato di moto armonico semplice (MAS).
 2πt 
F = − kx θ = θ max cos +φ 
 T 
d 2x
m = − kx Questa è l’eqz del moto per un oscillatore I
dt 2 T = 2π
mgh
d 2x k
+ x=0 [pending: moto armonico smorzato]
dt 2 m CAPITOLO 18: TEMPERATURA ESPANSIONE
armonico. La forma di questa curva è sinusoidale ed è TERMICA E LEGGE DEI GAS IDEALI
moltiplicata per l’ampiezza A. Per trovare l’integrale generale Si dice che un sistema è in equilibrio termico, quando le
utilizziamo: variabili macroscopiche che servono a descriverlo, hanno lo
x = a cos ωt + bsenωt stesso valore in qualunque parte del sistema e non stanno
cambiando nel tempo. Il principio zero della termodinamica
d 2x
= −ω 2 (a cos ωt + bsenωt ) afferma che se due sistemi sono in equilibrio termico con un
dt 2 terzo, allora sono anche in equilibrio tra di loro.
Quasi tutti i materiali si espandono o si contraggono con
− ω 2 (a cos ωt + bsenωt ) + (a cos ωt + bsenωt ) = 0
k variazioni di temperatura:
m ∆L = αL0 ∆T dove alfa è il coeff. di dilatazione termica
k 2
 − ω (a cos ωt + bsenωt ) = 0
Il volume di un gas dipende molto dalla pressione e dalla
temperatura. Una relazione che li lega è una equazione di stato:
m  Nella legge di Boyle si afferma che:
k
−ω 2 = 0 PV = cos tan te a Temperatura costante
m Nella legge di Charles: il volume di una certa quantità di gas è
Allora x è una soluzione generale, le costanti arbitrarie a e b direttamente proporzionale alla temperatura quando di mantiene
sono determinate dalle condizioni iniziali nei problemi fisici. costante la pressione.
Riscrivo x in una maniera più conveniente: Nella legge di Gay-Lussac: a volume costante la pressione di un
x = A cos(ωt + φ ) gas è direttamente proporzionale alla temperatura assoluta.
Combinando queste leggi si ottiene la legge dei gas ideali:
A è l’ampiezza dell’oscillazione, phi è detto angolo di fase e ci
dice quanto dopo (o prima) rispetto a t=0 viene raggiunto il
picco.
Si possono ottenere velocità e accelerazione della massa
oscillante derivando l’eqz:

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PV = nRT Qv = ∆U
R = 8.315 J /(mol * K ) Q p = ∆U + P∆V
P1V1 P2V2
= Q p − Qv = P∆V
T1 T2 nR∆T
L’ipotesi di Avogadro afferma che volumi uguali di gas alla ∆V =
stessa temperatura e pressione contengono un ugual numero di P
molecole. Si può riscrivere la legge dei gas ideali come: nR∆T
nC p ∆T − nCv ∆T = P
N P
PV = nRT = RT = NkT
NA C p − Cv = R
La pressione parziale di un gas è definita come la pressione che
3
quel certo gas eserciterebbe sa da solo occupasse l’intero ∆U = nR∆T = nCv ∆T
volume. La legge di Dal ton delle pressioni parziali dice che 2
ciascun gas di una miscela esercita una pressione parziali 3
proporzionale alla concentrazione di molecole. Cv = R
NkT N1 Kt N 2 Kt N 3 Kt 2
P= = + + = P1 + P2 + P3 Possiamo trovare le relazioni tra pressione e volume in un gas
V V V V perfetto fatto espandere adiabaticamente:
CAPITOLO 20: CALORE
Il calore è l’energia trasferita da un corpo a un altro a causa di dU = dQ − dW = − dW = − PdV
una differenza di temperatura. La temperatura è una misura
dell’energia cinetica media di ciascuna molecola. L’energia dU = nCv dT
termica, o interna, indica la quantità totale di energia di tutte le nCv dT + PdV = 0
molecole dell’oggetto.
La quantità di calore necessaria per variare la temperatura di un PdV + VdP = nRdT
sistema è proporzionale alla massa del sistema e alla variazione (Cv + R )PdV + CvVdP = 0
di temperatura:
Q = mc∆T dove c è detto calore specifico C p PdV + CvVdP = 0
Il calore si trasmette da un corpo ad un altro in tre modi Cp
differenti: conduzione, convezione, irraggiamento. γ =
CAPITOLO 21: PRIMO PRINCIPIO DELLA Cv
TERMODINAMICA dP dV
Calcoliamo il lavoro dall’espansione di un gas perfetto a +γ =0
temperatura costante (Isotermo): P V
dW = F ⋅ dl = PAdl = PdV ln P + γ ln V = cos tan te

W = ∫ dW = ∫ PdV
V2
PV γ = cos tan te
V1 CAPITOLO 22: SECONDO PRINCIPIO DELLA
dV V  TERMODINAMICA
W = ∫ Pdv = nRT ∫
V2
= nRT ln 2  L’efficienza η di una qualsiasi macchina termica può essere
V1 V  V1  definita come il rapporto tra il lavoro che essa produce e il
Mentre se utilizziamo un processo Isobaro: calore assorbito dalla sorgente a temperatura più alta:

 V  W
η=
W = P2 (V2 − V1 ) = nRT2 1 − 1  | Q2 |
 V2 
Quindi il lavoro fatto per portare un sistema da uno stato ad un | Q2 |= W + | Q1 |
altro dipende non solo dagli stati iniziale e finale, ma anche dal | Q2 | − | Q1 | |Q |
tipo di processo (cammino). η= = 1− 1
Il primo principio della termodinamica afferma che: | Q2 | | Q2 |
∆U = Q − W Dove Q è il calore fornito al sistema e W è il Q2 è il calore fornito e Q1 è il calore ceduto alla temperatura
più bassa.
lavoro fatto dal sistema.
Il secondo principio della termodinamica dice che non esiste
La variabile U è definita come energia interna di un sistema.
nessun processo ciclico il cui unico risultato sia quello di
In un processo adiabatico il calore non può essere scambiato dal
trasformare una certa quantità di calore Q, presa da un'unica
sistema, Q = 0, allora Q = W = 0.
sorgente di temperatura, integralmente in lavoro.
Come sono legate le capacità termiche a volume e pressione
Un processo reversibile è sempre effettuato in modo
costante dei gas ideali? Calcolo:
infinitamente lento, in modo da considerarlo come una
successione di stati di equilibrio.
Un ciclo di Carnot consiste di due processi isotermi e due
adiabatici.
| Q1 |
η = 1−
| Q2 |
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Per dimostrare che l’entropia è una variabile di stato, la si


definisce e si ricorre al ciclo di Carnot:
| Q2 | | Q1 |
=
T2 T1
Q2 Q1
+ =0
T2 T1
dQ
∫ T
=0
b dQ a dQ
∫a T = ∫b T
dQ
dS =
T
∫ dS = 0
dQ
∆S = Sb − S a = ∫ dS = ∫
b b

a a T
Il passaggio di calore dal corpo alla temperatura più alta T2 a
quello a temperatura più bassa T1 ha sempre come conseguenza
un aumento dell’entropia totale. I due corpi alla fine arrivano a
una temperatura intermedia Tm.
Q Q
∆S = ∆S 2 + ∆S1 = − +
T2 M T1M
 1 1 
∆S = Q −  > 0
 T1M T2 M 
Si ri-enuncia così il secondo principio della termodinamica:
l’entropia di un sistema termodinamico isolato non diminuisce
mai. Può rimanere costante (processi reversibili) oppure
aumentare (irreversibili).
L’entropia totale di qualunque sistema più quella dell’ambiente
che lo circonda aumenta come conseguenza di qualsiasi
processo naturale.

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