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CONDOTTE IN PRESSIONE
L’idraulica, è quella scienza che si occupa dello studio dei fluidi in genere ma in particolare di
quella classe denominata col nome di LIQUIDO, ovvero dei fluidi incomprimibili. Lo studio si
occupa sia di capire cosa avviene ad un liquido che si trova sia in condizioni di staticità che in
moto, moto che può avvenire come corrente in pressione o come flusso che scorre a pelo libero.
Lo studio delle condizioni statiche o di moto di un fluido viene fatto mediante la risoluzione di due
importanti equazioni:
L’equazione di continuità
PARTE I
- di massa
- d’inerzia
- di superficie
Fm dx1dx2dx3 * f
dove f nel campo gravitazionale è pari all’accelerazione gravitazionale g
du
Fi dx1dx2dx3 *
dt
Forze di superficie che tengono conto del fatto che il volumetto a contatto con
la massa fluida totale è sottoposto a scambi con lo stesso ovvero:
Fs dx2dx3 *1
ovviamente sulla superficie di eguale normale ( l’opposta ) lo sforzo sarà differente:
1
1' 1 dx1
x1
e questo vale per tutte le superfici del volumetto.
La risultante Rs sarà:
1 2 3
Rs dx1dx2dx3
x1 x2 x3
Considerando l’equilibrio del volumetto stesso, dalla: Fm + Fi + Rs = 0
Otteniamo:
du 1 2 3
dx1dx2dx3 * f dx1dx2dx3 * dx1dx2dx3 0
dt x1 x2 x3
e quindi:
du 1 2 3
* f * 0
dt x1 x2 x3
considerando il tensori degli sforzi:
pf – pa – div T = pf – pa - T
du p
2 u f 0
dt
z z z
g g g g
x1 x2 x3
e quindi considerando un fluido newtoniano pesante:
1 du 2
p
grad ( z ) u
CASI PARTICOLARI
g dt g
LIQUIDO FERMO ( u = 0 )
p p
(z )1 ( z )2
Discerne l’espressione per calcolare la pressione per un punto avente un certo affondamento:
se z2 - z1 = h
h P Patm
Patm
2
h
1
z2
z1
z=0
linee di flusso:
traiettorie:
Si integra l’equazione:
du 1 2 3
f ( )
dt x1 x 2 x3
otteniamo:
du 1 2 3
f dw
W W
dt
dw (
W
x1
x 2
x3
)dw 0
poiché:
u u dx1 u dx 2 u dx3
G
W
t
dw
W x 1 dt
x 2 dt
x 3 dt
dw
1 2 3
( )dw 0
W
x1 x 2 x 3
Per dare una espressione più semplice all‟equazione si applica la formula di Green:
u
G dw uun dA ndA 0
W
t A A
dove:
un u
A
u
n dA
dA n
Quindi passiamo da una forma indefinita ( locale )
du 1 2 3
f ( )
dt x1 x 2 x3
ad una forma globale:
u
G dw uu n dA ndA 0
W
t A A
dove:
u
dw
W
t = I forza d‟inerzia locale
uun dA = M
A
flusso di quantità di moto
ndA
A
= risultante delle forze di superficie che il resto del fluido applica sulla
superficie A
I=0
M=0
Vediamo adesso cosa avviene nel caso di un recipiente che contiene due fluidi differenti:
per ogni liquido vale l’espressione dell’idrostatica:
p p
(z )1 ( z )2
In questo caso il p.c.i del liquido più sopra è noto ma non lo è quello del liquido sotto
Quindi dall’eguaglianza:
h1 1 h2 2
1
h2 h1
2
P.c.i 1
P.c.i 2
h1 1
h2
2
z=0
Si può ricavare la quota del pelo libero in ogni caso mediante un piezometro,
ovvero un tubicino a diametro non di capillarità.
Quando esso viene collegato al serbatoio, il liquido risalire il piezometro fino alla quota p.c.i. del
recipiente anche se esso è un serbatoio in pressione.
si dimostra che, sul recipiente, il fluido esercita appunto delle spinte ovvero delle forze rivolte verso
le pareti; la spinta applicata su una superficie sarà una:
d dA
spinta infinitesima su una porzione di superficie
MODULO
DIREZIONE normale alla superficie
VERSO dall’interno verso l’esterno.
La spinta sarà applicata su un punto che è spostato dal baricentro dell’area di una certa eccentricità
come per la spinta che vedremo sulla superficie inclinata.
Spinta su superficie inclinata di un angolo
p.c.i.
Z Zo
dA
baricentro
z = r cos
n cos rdA
A
Quindi rdA r A
A
0
Ma ( r0 cos ) = Zo
In tutto avremo che, la spinta su superficie inclinata è pari in modulo a:
nz0 A np0 A
la spinta in questo caso, non è applicata sul baricentro della superficie,
essa sarà applicata ad una distanza dalla traccia della linea di sponda pari a:
I0 I0
y r0 allora l’eccentricità della spinta sarà pari a :
e
M M
dove:
r0 è la distanza dalla traccia del baricentro geometrico
I0 è il momento d’inerzia baricentrico ( gabellato a seconda della sezione )
M è il momento statico M = r0 A
r0
quindi avremo che la spinta è applicata al baricentro della sezione poiché:
I0 I
y r0 r0 0 r0 0 r0
M
Spinta su superficie curva
C
B
A
G
La spinta sarà uguale ad:
S 0
applicando l’equazione globale si ricava che:
G 1 0 0 G 1 0 equazione vettoriale
-direzione
-verso
-modulo
S G
N.B.
il peso G sarà pari al prodotto del volume e della densità
1 è una spinta su superficie verticale e si ottiene dalla :
1 1 A( AC )
dove: 1 è l’affondamento dal pelo libero del baricentro dell’area A(AC).
PUNTO DI APPLICAZIONE DELLA SPINTA
B
A
Vediamo adesso come cambiano le cose se la superficie curva ha concavità apposta a quella
precedente come quella della successiva figura:
C
B
G
In questo caso si ipotizza il volume all’esterno della curva anch’esso pieno di liquido avente lo
stesso peso specifico, successivamente si applica il bilancio delle forze applicate sul volume fittizio
come nel caso precedente, ma in questo caso avremo che:
S o
e da questo discerne che:
S G 1
Analogo discorso viene fatto per il punto di applicazione:
B
A
Il metodo appena visto, ha una limitazione poiché il calcolo non può essere applicato quando la
superficie curva ha una linea di contorno che non giace su di un unico piano.
Sy e Sx
Componente verticale Sy
Considereremo il
volume , racchiuso
dalle superfici:
Dalla superficie
laterale formata
dalle:
A,B,C e D
Poiché questo metodo può essere applicato quando la superficie curva ha una linea di contorno che
non giace su di un unico piano in genere la superficie laterale è data dalla porzione compresa fra
superficie curva e p.c.i. delle infinite generatrici appoggiate alla curva stessa.
AB
A
AB
G B
Sy Sy( p.c.i.) Sy paretiverticali Sy AB
ma Syp.c.i. è nulla poiché Prel = 0
Le AB si bilanciano
Sy = G
S
y
Componente orizzontale Sx:
la superficie laterale data dalla porzione compresa fra superficie curva e il piano verticale scelto
delle infinite generatrici orizzontali appoggiate alla curva stessa.
D
A
C
B
Sy = CD
u1 u1
u1dx2dx3dt ( u1 dx1)dx2dx3dt dx1dx2dx3dt
x1 x1
( dx1dx2dx3)
dt dx1dx2dx3 dt
t t
In tutto allora avremo che:
div ( u )dx1dx2dx3dt dx1dx2dx3 dt
t
div u = 0
Q dQ
0 0
s se il fluido è perfetto avremo che:
ds
ds
Questo implica che per più sezioni trasversali la portata resta costante lungo “s” e quindi:
Q
E’ questo poiché
Vm
A
A3
A1 A2
p
1 du
grad ( z )
Nota come relazione di
EULERO
g dt
Spesso conviene scomporre l’equazione di Navier-Stokes secondo una terna detta “intrinseca”
s asse che varia nel tempo, restando sempre tangente alla traiettoria del flusso.
n asse sempre normale all’asse “s” diretto ovvero nella direzione centripeta dell’accelerazione
Secondo questa terna, l’equazione di Navier-Stokes, viene scomposta in tre equazioni scalari:
p 1 du
Asse “s” (z )
s g dt
p 1 u2
Asse “n” (z )
n g r
p
Asse “b” (z ) 0
b
p
(z ) 0 ;
Se la corrente è lineare, anche
n
b
La relazione di EULERO, può essere espressa in modo differente tenuto in conto il fatto che
L’accelerazione du/dt è in realtà la somma di due componenti:
u
accelerazione locale:
t
u u u
accelerazione convettiva:
s n b
nel caso di condotta lineare avremo che:
du u u ds
dt t s dt
In tutto, otteniamo l’equazione indefinita del moto di un fluido perfetto, incomprimibile, pesante
Che si muove lungo una traiettoria generica “s”.
p 1 du u 2
(z ) ( )
s g dt s 2 g
u
0
Se il moto è permanente ovvero :
t
Otteniamo l’equazione di Bernoulli:
V2
p
( z ) cos tan te
2g
carichi totali
piezzometrica
p2/
p1/
traiettoria
z1 z2
z=0
p
(z ) è l’energia potenziale totale
V2
rappresenta l’energia cinetica
2g
Allora le equazioni di Bernoulli, esprime il fatto che, in una corrente lineare di fluido perfetto,
newtoniano e incomprimibile non si dissipa il così detto carico totale.
( il fluido è perfetto se ha viscosità nulla e quindi non si esplicano sforzi tangenziali )
Abbiamo visto che l’equazione di Navier-Stokes per i fluidi perfetti si riduce all’equazione di
Bernoulli
Che esprime il fatto che il carico totale di una corrente in moto, se il fluido è perfetto, non subisce
dissipazioni di alcun genere ovvero, la linea dei carichi totali è una retta orizzontale.
Adesso osserviamo cosa avviene nel caso più semplice di moto di un fluido reale e vedremo che
a causa del fatto che la viscosità adesso non è più nulla, si hanno dissipazioni di carico.
p 2 u1 2 u1 2 u1
(z ) ( )
x1 g x1 x2 x3
Essa diventa:
p 1 d du
(z ) ( ri )
x1 g r dr dr
x2
x3
x1
ri
Nel caso di fluido reale la viscosità è non nulla e continua a comparire nell’equazione di Navier-
Stokes
p
d (z )
J
dx1
Questo fenomeno è causato dalla non idealità del fluido e quindi la cadente sarà
proporzionale alla viscosità dello stesso, infatti:
2u1 2u1 2u1
J ( )
g x1 x2 x3
Se facciamo riferimento alla terna intrinseca e consideriamo che il moto uniforme della corrente
avviene nella sola direzione x1 come si nota dalla figura,
X
3
X
2
X
1
u1 2u1
0 0
x1 x1
e quindi avremo che:
2u1 2u1
J ( )
g x2 x3
E questo si traduce in coordinate polari con la:
1 d du1
J r
g r dr dr
g rdu
J J x
poiché:
ed inoltre :
dr
Avremo che:
J rdr dx
Per tutta la sezione bisogna integrare quest’ultima fra 0 ed r e fra 0 e x :
r x
J rdr dx
0 0
r2 du
J r
2 dr
separando le variabili:
r2
J dr du
2r
la quale va integrata:
r u
J
2 D
rdr du
0
2
J D 2 r 2
u ( )
4 4
nota come equazione della distribuzione delle velocità per un fluido reale
in moto in condotta circolare di diametro D.
( l’equazione da luogo ad un paraboloide )
Sostituendo i valori di “r” si nota che a causa della viscosità, il fluido che lambisce le pareti della
condotta ha velocità nulla; di contro la velocità massima si raggiunge al centro .
JD 2
Vmax
16
La velocità media sarà pari a :
D
2
Vm
Vmax
32 Vm 2 64 Vm 2
J
g 2 gD Re 2 gD
64
Re
Si ottiene che la cadente sarà pari a :
Vm 2
J
D 2g
nota come relazione di Darcy-Weisbach.
Per un fluido reale pesante in moto in una condotta a sezione circolare, sussiste simmetria a parità
di raggio ed inoltre gli sforzi tangenziali sono uguali fra loro, ovvero:
u1
12 ( ) 21
x 2
è quindi ha senso parlare di un unico sforzo :
du
dr
Da notare che:
max
D
Vm max J
=0 4
Vmax
RICAPITOLANDO
Per una corrente in pressione di fluido reale che scorre in una condotta a sezione
circolare di moto uniforme si ha che :
J D 2 r 2
u ( )
4 4
La linea dei carichi totali e la piezometrica non sono orizzontali
si ha infatti una cadente data dalla:
64 1 Vm 2
J
Re D 2 g
Ricordando che Re è il numero di Raynolds dato dalla:
VmD
Re
posto
64
Re
si ottiene l’espressione di Darcy-Weisbach
Vm 2
J
D 2g
infatti parleremo di :
64 n
Re Re
D è il diametro ed n = 64
D=
diametro
nel caso b)
D è la distanza fra le lastre ed n = 24
D è la
distanza
fra le
lastre
Nel caso c)
Dè
l‟altezza
della
corrente
Si ipotizza che il vettore velocità sia dato dalla somma di due vettori:
u u u'
ovvero come somma di un vettore velocità medio e del vettore u’ che è lo scostamento
istantaneo dal valore medio.
In vari istanti, per un punto “p”, il vettore velocità assume differenti valori in modulo verso e
direzione,ed è per questo che possiamo esprimere il vettore “u” come somma vettoriale di un
vettore che rappresenta la media di tutti i vettori velocità e del vettore che rappresenta appunto lo
scostamento di “u” dal valore medio.
t
2
1
u
T udt
t
2
Il discorso della media e dello scostamento può essere meglio compreso se facciamo riferimento
alla pressione anziché al vettore velocità: Sperimentalmente si osserva che il vettore velocità, da
luogo a variazioni, istante per istante, del tutto casuali, per questo motivo, un grafico sul piano (
tempo, pressione ) risulta discontinuo e casuale.
Pressione
dt1 dt2
tempo
Dt1 Dt2
Se prendiamo due intervallini temporali, piccoli ( dt1 e dt2 ) i due valori medi della pressione sono
molto differenti;
se invece, consideriamo due intervalli più grandi ( Dt1 e Dt2 ) i due valori medi saranno
sensibilmente più simili.
Tornando al discorso del vettore velocità possiamo capire che la risoluzione del problema consiste
nel fare una media appropriata; il problema fu risolto da Raynolds che sostituì nell’equazione di
Navier-Stokes, i valori di velocità e pressione come somma dei valori medi e degli scostamenti e
successivamente effettuando una media generale.
Le equazioni che vennero tratte da Raynolds sono conosciute come: RANS (Raynolds Avarage
Navier-Stokes )
ovvero equazioni di Navier-Stokes mediate alla Raynolds.
(ui ui ' )
Successivamente si considerano le medie temporali ovvero:
t ( media generale )
ricordando che la media della somma di due valori medi è pari alla somma dei valori medi stessi
e che la media di un termine fluttuante ( scostamento ) è nulla si ricava una nuova espressione
dell’equazione di Navier-Stokes:
3 2
ui 3
u 1 p ui
i
uj fi 0
t
j 1 x x x
2 con “i” che va da 1 a 3
j i j 1 j
3 2
ui 3 u u ui 'u j ' 1 p ui
i j
f 0
t
j 1 x j x j xi 2 i
j 1 x j
3 2
ui 3 ui u j ui 'u j ' 1 p ui
fi 0
t j 1 x j x j xi 2
j 1 x j
u j
0
xi equazione di continuità.
PARTE II
ui 'u j ' infatti rappresenta l’insieme degli sforzi turbolenti o sforzi di Raynolds.
Ciò vuol dire che in tutto si avranno degli sforzi viscosi ma anche degli sforzi aggiuntivi che danno
luogo alle turbolenze del moto; possiamo considerare questi nuovi sforzi nel tensore:
Ttot = T - Tr
u
f u ( grad u ) div (T Tr )
t
poiché in forma estesa l’equazione assume una forma troppo complicata e quindi il sistema delle
sue tre proiezioni insieme all’equazione di continuità diventa molto complesso da risolvere, si
procede utilizzando dei modelli di turbolenza che legano gli sforzi di Raynolds con i valori medi
della velocità e della pressione.
MODELLI DI TURBOLENZA
non si può parlare fisicamente di moto uniforme; esso è una pura astrazione, ovvero si intende per
moto turbolento uniforme, il moto calcolato mediante i valori medi ma fisicamente esso non può
esistere.
Il concetto di traiettorie rettilinee si riferisce soltanto alla traiettoria media delle velocità
Poiché il moto uniforme turbolento appena descritto, è un moto “ di media “ la curva delle
distribuzioni delle velocità sarà sensibilmente “piatto” come si può notare dalla figura:
Vmax
CONSIDERIAMO IL MOTO TURBOLENTO IN CONDOTTA CIRCOLARE
u 2 u 3 2 u 2 2 u3
0
implica
0
xi xi xi
2
xi
2
Con” i” che va da 1 a 2
L’equazione di Raynolds allora si riduce ad una sola equazione scalare in X1 ( direzione del moto ):
nella quale :
p
( z ) Jp
x1 ovvero la cadente piezometrica
2
p u1
(z ) Jt
x1 2g ovvero la cadente della linea dei carichi totali
p Vm 2 1 Vm 1 u1
(z ) u1' u 2' dp
x1 2g g t A p n
dove:
u1
n è lo sforzo viscoso
u1
0 u '1u '2
n
Come già detto, in una condotta cilindrica, sussiste simmetria assiale e quindi lo sforzo tangenziale
risulta essere distribuito uniformemente all’interno della condotta ed in particolare avremo che :
1
p p
0, m 0 dp
p Vm 2 p
(z ) 0
x1 2g A
0 p
Jp Jt J
A
e quindi la cadente piezometrica coincide con quella della linea dei carichi totali.
CASI PRATICI
Supponiamo di avere due recipienti, e di conoscere il dislivello fra loro e le caratteristiche della
condotta che supponiamo fatta da un unico tubo; a questo punto si presentano due casi differenti:
MOTO LAMINARE
Poiché il rapporto fra il dislivello e la lunghezza della condotta ci da la cadente J e quindi dalla
relazione di Darcy-Weisbach è possibile ricavare la velocità media :
Vm 2
J
L D 2g
nella quale l‟unica incognita è la velocità media.
Q = Vm A;
MOTO TURBOLENTO
Infatti in una condotta la determinazione degli sforzi dipende dalla scabrezza della condotta, poiché
si possono sviluppare sforzi viscosi e turbolenti e la loro distribuzione varia; bisogna tenere sempre
in considerazione il fatto che in ogni caso si ha la presenza di un substrato limite viscoso più o
meno esteso.
Possiamo suddividere il fluido in moto in vari filetti, da quello più vicino alla parete, a quello più
interno che è quello più veloce come si nota dalla figura:
La turbolenza, come si nota dalla figura successiva, si esplica ad una certa distanza dal bordo
poiché sussiste il substrato limite viscoso:
possiamo notare che avremo delle componenti del moto parallele al moto stesso ( in nero ) e delle
componenti di turbolenza ( in giallo ) ma è sempre presenta il substrato limite viscoso ( in blu ) che
viene disturbato dalle turbolenze in modo praticamente nullo.
Dalla figura successiva si nota come vengano distribuiti i due sforzi in base al tipo di moto:
sforzo viscoso
Moto turbolento
sforzo turbolento
Moto laminare
u1
0
n
Lo sforzo in ogni caso si può esprimere indipendentemente dal tipo di regime mediante la:
r
J
2
IN DEFINITIVA:
Per moto laminare abbiamo utilizzato la relazione di Darcy-Weisbach per risolvere il problema, per
il moto turbolento, possiamo fare riferimento alla stessa equazione ma con qualche modifica:
Infatti in questo caso l’indice non dipende dal solo numero di Raynolds:
(Re, )
D
dove il rapporto /D è la scabrezza relativa.
Allora adesso bisogna trovare una relazione che lega le tre grandezze : , /D e Re
Sostituendo l’espressione generale dello sforzo nella relazione di Darcy si ottiene un’equazione
importante:
1
0 Vm 2
8
0 0
Vm u*
dalla quale si ricava la seguente:
8 se indichiamo con:
Otteniamo la relazione di partenza per trovare il legame fra le tre grandezze:
1 1 1 u
A
8 A
u *
dA
LEGGI DI RESISTENZA
Per trovare la legge di resistenza bisogna fare una distinzione fondamentale, infatti le varie
relazioni vennero ricavate differentemente per:
- tubi lisci
- tubi artificialmente scabri
- tubi commerciali
TUBI LISCI
Il modello che spiegò cosa avviene nei tubi lisci, venne ricavata da PRANDTL il quale costruì un
modello valido:
2
du
turbolenza u '1u '2 l 2
dy
nella quale: “l” è la lunghezza del percorso di mescolamento ed “y” è la distanza dalla parete.
PERCORSO DI MESCOLAMENTO
La lunghezza del percorso di mescolamento “l” può essere definita come la distanza che una
particella percorre in direzione trasversale alla corrente per effetto dell’agitazione, prima di
scambiare la propria q. di moto con altre particelle.
2 2
du du
0 l 2 k 2 y 2
dy dy
E quindi si ottiene:
0 du du u * 1
ky
dy quindi
dy k y
Che integrata da luogo alla distribuzione della velocità media per tubo liscio:
u*
u( y) ln y cos t
k
Ma in realtà da studi successivi, si è capito che bisogna tenere conto del substrato limite
viscoso; la relazione esatta della distribuzione della velocità media venne ricavata da Prandtl e
Nikuradse valida per la regione di liquido sufficientemente lontana dal substrato limite
viscoso tale da esserne vicina per mantenere valida l‟ipotesi della costanza dello sforzo
turbolento :
u y
( y) 2,5 ln 5,5
u* y*
nella quale y* è detta lunghezza caratteristica data dalla:
y*
u*
Per il substrato limite viscoso vale invece l‟espressione:
yJ
u( y) y( D y)
4
ma poiché y << D otteniamo :
yJ
u ( y) Dy
4
u y
Si dimostra inoltre che per i tubi lisci vale la relazione:
u* y*
Lo spessore del substrato limite viscoso è pari a :
11,6 D
0 Re
questa espressione ci fa capire come lo spessore del substrato limite viscoso diminuisce al crescere
di Re
D/2 Loga
Line
ritm
are
ico
1 1 1 u
A
8 A
u *
dA
1 2,51
2 log
Re
si trascura il substrato limite viscoso poiché le turbolenze possono essere attribuite al solo nocciolo
di turbolenza
TUBI ARTIFICIALMENTE SCABRI
Per tubo artificialmente scabro, si intende un tubo liscio al quale si fa aderire uniformemente della
sabbia monogranulare alla parete, questo esperimento venne fatto da Nikuradse per ricavare l’indice
di scabrezza “d ” legato al diametro “d” dei granuli. Poiché ogni granulo interferisce con la sola
metà del proprio diametro si considera d/2.
Nikuradse fece vari esperimenti con tubi diversi e sabbie a granulometria diverse ed ottenne i vari
valori della scabrezza relativa d/D.
Re < Rec il regime è laminare e si ottiene una legge di resistenza data dalla:
log log 64 log Re
Re ≈ Rec ma per valori di Re < Re „ i tubi si comportano come se fossero lisci e quindi:
1 2,51
2 log
Re
Re > Re „ la curva si stacca da quella dei tubi lisci raggiungendo un minimo e tendendo infine
ad Re „‟ asintoticamente.
Re > Re „‟ l‟indice di scabrezza perde ogni dipendenza dal numero di Raynolds e si parla di
un λ∞
Allora per:
u * d
5
per
il tubo si comporta come tubo liscio
u * d
70
per
la corrente è in regime di transizione
u * d
70 si ha il moto puramente turbolento
per
Nikuradse ricavò che la legge di resistenza per il moto puramente turbolento è la seguente:
8 1 Du *
ln 4,75
k 2 d
TUBI COMMERCIALI
Nel tubo commerciale, ovvero i normali tubi che si trovano in vendita nei quali le asperità non sono
uniformi nella parete ma esse variano per forma, granulometria e direzione; Nikuradse notò che a
causa di queste differenze sostanziali, era impossibile applicare le formule ricavate per i tubi
artificialmente scabri; tuttavia egli notò che se il moto è puramente turbolento anche in questo caso
l’indice λ anche stavolta è indipendente dal numero di Raynolds.
Però questo volta la scabrezza relativa è una scabrezza di media ovvero: è quella uniforme ed
omogenea che influenza il moto della corrente allo stesso modo della scabrezza reale del tubo.
1 1
2 log
3,71 D
23 560
Re' Re' '
D D
14 200
Re' Re' '
D D
Furono Colebrook e White ha dare una formula generale valida per i tubi commerciali
valida se Re > ReC :
1 2,51 1
2 log
Re 3,71 D
RICAPITOLANDO
u( y
2,5 ln 5,5
Fuori dal substrato limite viscoso: u* y*
yJ
u( y) ( D y)
Nel substrato limite: 4
TUBI LISCI ( legge di resistenza )
1 2,51
2 log
Si trascura il substrato limite:
Re
Darcy:
Q2
J 5
D
0.000042
0.00164
D
Chezy : ( Ro = raggio idraulico )
Vm 2
J 2
Ro
87
2
per BAZIN : 1
8g
opp:
1
D 6
c
opp:
4
TUBI COMMERCIALI ( legge di resistenza )
1 2,51
2 log
Re 3,71D
Essa può essere scritta come:
k ' '
5
Q k ' D J log k'''
D J
3 D