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Es.1 p.139
Giovanna D’Arco, detta la Pulzella d’Orleans, nasce nel 1412 nella Lorena, da una
famiglia di contadini. A tredici anni lei affermò che delle voci le dissero che dovrà
liberare la Francia dalla guerra e dall’occupazione inglese. Abbandonata la
famiglia, nel 1429 si presenta alla corte di Carlo VII e ottiene di poter cavalcare,
senza nessun comando, alla testa di un’armata per liberare Orléans stretta
d'assedio dall'esercito del re d’Inghilterra Enrico VI.
Incoraggiando le truppe con la sua presenza, nel maggio 1429 riesce a liberare
Orleans e a riportare la vittoria di Patay. Lasciata sola per la diffidenza della corte
e del re, l'8 settembre viene ferita da una freccia sotto le mura di Parigi ed è
costretta a ritirarsi. Nella primavera del 1430 viene catturata e consegnata a
Giovanni di Lussemburgo, che la cede come bottino di guerra agli Inglesi. Portata
a Ruen davanti a un tribunale di ecclesiastici, all'alba del 30 maggio 1431 la
Pulzella d'Orleans è arsa viva per eresia e stregoneria. Nel 1456, quando Carlo VII
rioccupa Rouen, Giovanna viene riabilitata.
Es.2 p.139
a) Questo brano, tratto da “Documenti di storia medievale” di M. Bendiscioli,
mette in chiaro gli aspetti demografici e sociali di una delle epidemie più
disastrose che colpì gran parte dell’Europa: la peste. Questa malattia, che
mise in ginocchio la popolazione europea uccidendone un terzo, fu causata
dalla ripresa dei traffici commerciali con l’Asia centrale (da lì vennero i topi
portatori) e resa più contagiosa a causa dell’assenza di igiene. Coloro che
sopravvissero erano appena sufficienti per la sepoltura dei morti. Tra le
persone serpeggiava il terrore ed appena si veniva colpiti anche dal minimo
gonfiore, si perdeva ogni assistenza a tal punto da essere abbandonati
anche dai propri parenti. Un aspetto tipico della mentalità medievale
emerge anche in questa situazione: invece di cercare risposte razionali e di
aiutarsi a vicenda, il popolo accusò i cosiddetti “diversi” (in questo caso
principalmente gli ebrei e i malati) di avvelenare i fiumi e le fontane, e per
ciò furono maltrattati o anche arsi vivi.
b) Una delle più importanti rivoluzioni nel campo tecnico del basso medioevo
e della prima età moderna fu l'introduzione e diffusione delle armi da fuoco.
Già in epoca medievale la cavalleria feudale era stata sostituita dalla
fanteria: milizie di mercenari a piedi, muniti di lance, archi ed anche spade
(come si può notare nell’immagine). Le armi da fuoco, inizialmente prodotte
nel XIV secolo, divennero d'uso comune solo nei secoli a venire. Esse
segnarono un grande cambiamento nell'arte della guerra. I pezzi
d'artiglieria (bombarde e colubrine) abbattevano le cinte dei castelli, mentre
le armi portatili (archibugi e fucili) annullavano facilmente la protezione
dell'armatura cavalleresca. Di conseguenza i costi della guerra
aumentarono. Infine si può notare la differenza di equipaggiamento tra
classi sociali: i fanti, essendo una professione a tempo pieno, erano
principalmente dei professionisti mentre i cavalieri, essendo in una
posizione vantaggiosa ed a causa del costo appunto del cavallo, erano
spesso aristocratici.
Es. T2 p.207
1. Il rinascimento, in quanto coscienza di un’età nuova, si presenta anche
come coscienza polemica perché vi era la necessità di un netto
distaccamento dall’età medievale per dare spazio al progresso.
2. La cultura rinascimentale finì con il contribuire a una migliore conoscenza
dello stesso Medioevo perché, attraverso un processo di restauro storico, ha
aiutato ad evidenziare i comportamenti dell’epoca.
Es.2 p.207