2) Le decisioni degli agenti nei mercati sono tra loro indipendenti : non vi
sono collusioni o coalizioni e le decisioni di produzione e di consumo non
generano effetti esterni. 3) Il numero di compratore e venditori è sufficientemente elevano da far sì che nessuno sia in grado di esercitare un’influenza significativa sulle quantità comprate o vendute sul mercato ; l’intensità della concorrenza dei mercati è misurata dal numero degli operatori presenti in un certo settore, da ciò segue che gli agenti sono price-takers. 4) Produttori e consumatori hanno informazioni complete circa le possibilità di produzione e di consumo , non c’è dunque incertezza ne asimmetrie informative tra gli agenti.( riferimento al testo di microeconomia IL MULINO/MANUALI) Quindi una o più condizioni ideali di mercato conducono , a seconda delle circostanza al monopolio, all’oligopolio o ala concorrenza monopolistica.
Un mercato perfettamente concorrenziale è costituito ampiamente da
numerosi compratori e venditori , in modo che nessun singolo compratore o venditore possa influenzare significativa i prezzi. Il mercato perfettamente concorrenziale è di fatto un modello ideale in quanto tutti i mercati reali esistenti non raggiungono tutte le precedenti condizioni, pur tuttavia esistono dei mercati reali che si avvicinano molto alla nozione di mercato perfettamente concorrenziale come ad esempio la maggior parte dei mercati agricoli, il mercato del rame ed altri mercati, costituiti solo da un numero circoscritto di produttori, possono essere trattati per semplicità come se fossero mercati concorrenziali. Quindi , per l’impresa un mercato sarà perfettamente concorrenziale se ritiene che il prezzo di mercato è indipendente dal appartenente livello di produzione, così facendo l’impresa potrà vendere le quantità di prodotti che desidera senza apportare alcuna modifica al prezzo di mercato. Quindi , all’interno di un mercato perfettamente concorrenziale l’impresa potrà vendere qualsiasi quantità di beni e servizi ed il prezzo di mercato sarà indipendente dalle vendite proprie dell’impresa, ed ha come unico limite il punto d’incontro tra la domanda e l’offerta. Il mercato di concorrenza perfetta è fortemente desiderabile perché è costituito da caratteristiche che nessun’altra forma di mercato possiede. Ci riallacciamo al pensiero del filosofo ed economista Adam Smith (1723- 1790), egli descrisse gli effetti della iniziativa individuale introducendo il concetto della mano invisibile; con tale concetto Smith intendeva esprimere la capacità del mercato di garantire che scelte economiche compiute da ogni singolo soggetto in vista del perseguimento d’interesse e soddisfazione personale avessero esiti benefici dal punto di vista dell’intera società; quindi i benefici dello scambio tra venditori e compratori permettono di giungere ad un benessere sociale.( tale benessere viene usato in economia , per esprimere e quantificare i benefici che gli agenti economici sono in grado di generare attraverso scambi reciproci e viene calcolato come la somma tra i benefici (surplus) ricevuti dei diversi agenti economici , ossia il surplus dei consumatori e quello dei produttori.) Quando parliamo di benessere sociale facciamo riferimento a due dei teoremi fondamentali della economia del benessere studiati da un altro massimo rappresentante , Pareto. Il primo teorema fondamentale dell’economia del benessere afferma che ogni allocazione di equilibrio economico generale di perfetta concorrenza è un ottimo paretiano , difatti , rispetto al concetto di mano invisibile , tale teorema precisa anzitutto il regime di mercato capace di portare all’ottimo e ciò viene individuato nella concorrenza perfetta. Inoltre , il teorema precisa che l’ottimo paretiano scaturisce quando i mercati sono completi ossia esistono per tutti i beni e servizi prodotti. Ulteriormente bisogna tenere in considerazione la relazione tra efficienza ed equità, dopo aver analizzato il mercato perfettamente concorrenziale ed averlo messo in elazione con molti teoremi economici si può concludere affermando che il mercato perfettamente concorrenziale è quasi utopico in quanto difficile da realizzare perché il mercato è costituito dalla presenza di esternalità negative ,beni pubblici, asimmetrie informative , monopolio naturale ecc. che portano al fallimento del mercato stesso. Tale risultato è associato alla contedibilità dei mercati ossia la possibilità che nuove imprese entrino liberamente e senza costi. Si suppone che le poche imprese sul mercato realizzino extra profitti, praticando prezzi superiori al costo medio. Se l’entrata e l’uscita del mercato è libera , nuove imprese saranno attratte e potranno condividere extra profitti con quelle già esistenti, acquistando spazi di mercato mediante la fissazione di prezzi più bassi rispetto a quelli già praticati dalle altre imprese , facendo scaturire ulteriori ribassi ; questa tattica , definita come “ colpisci e fuggi” potrebbe essere possibile se all’interno del mercato ci fosse la completa libertà di entrata ed uscita dal mercato. In posizione opposta troviamo i mercati di concorrenza imperfetta essa fa riferimento a tutte quelle forme di mercato, non perfettamente concorrenziali, in cui non sono soddisfatte una o più condizioni che caratterizzano i mercati in concorrenza perfetta . Tale definizione vale dunque per quei mercati dove c’è un ristretto numero di venditori (oligopolio) o di compratori (oligopsonio), quelli dove c’è un solo venditore ( monopolio) o un solo acquirente ( monopsonio), quelli dove ci sono asimmetrie informative o imprese che producono beni differenziati (concorrenza monopolistica) e quelli in cui esistono esternalità e/o beni pubblici, o barriere all’entrata o all’uscita ( barriera). Nelle forme di mercato imperfetto, un qualche agente (compratore o venditore) ha potere di mercato ed è in grado, con i suoi comportamenti, di influenzare la formazione dei prezzi. Tale capacità, che implica anche quella di allontanarsi dalle condizioni ottimali garantite dalla concorrenza perfetta, dipende dalle caratteristiche del singolo mercato: possono vigere condizioni non perfettamente concorrenziali, dove però l’equilibrio non si discosta molto da quello di concorrenza perfetta, e altri in cui il potere di mercato di qualche agente è particolarmente forte; possono verificarsi casi in cui, a causa delle asimmetrie informative o della presenza di beni pubblici, il mercato non riesce a stabilire un prezzo di equilibrio. ( dizionario di economia e finanza , treccani , 2012) In un mercato imperfetto il flusso di vendite che vuole realizzare è inversamente correlato al prezzo del proprio prodotto , quindi vi sarà un trad-off tra quantità vendibile e prezzo, inoltre il prezzo non dipenderà dal libero gioco di offerta e domanda ma dall’impresa che sarà in grado di modificare ed imporre un nuovo prezzo. Come già scritto pocanzi all’interzo del mercato imperfetto potremo trovare diverse tipologie di mercato : quello monopolistico , oligopolistico , di monopsonio ed infine di oligopsonio , tendenzialmente queste due ultime forme di mercato sono rare da incontrare nella realtà .
Il monopolio è già presente in età romana attraverso la coniazione delle prime
monete ,dando origine ad una politica monopolistica soltanto nella seconda metà del 1° sec., e più decisamente la praticò a partire dal 4° sec. Nel medioevo venne esercitato direttamente dall’autorità pubblica o da privati in virtù di appalti e concessioni ed ebbe in prevalenza carattere fiscale, mentre in età moderna chiamata anche “età dell’oro” possiamo parlare inoltre di monopolio intorno al 19° sec. con la concentrazione industriale, frutto della stessa libera concorrenza, la quale comincia a sfociare in situazioni di vero e proprio monopolio o per lo meno di privilegi monopolistici derivanti dalla costruzione di trust, di cartelli e di altri istituti miranti alla distribuzione di un potere di mercato da parte di pochi grandi complessi capitalistici. A differenza di Una teoria classica dove il concentramento dell’offerta è nelle mani di un solo venditore , nella realtà va a opporre una varietà sempre maggiore di situazioni concrete di evidente o di larvato monopolio , di oligopolio e in genere di concorrenza monopolistica,tutte contraddistinte dalla temporanea o definitiva impossibilità per nuovi partecipanti