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E 4,90 NOVEMBRE 2019

ITALIA

DONNE UN SECOLO DI CAMBIAMENTI

L’ITALIA: LE MERAVIGLIE DALL’ALTO IN ONDA SU NATIONAL GEOGRAPHIC IL 12 NOVEMBRE

NATIONAL GEOGRAPHIC IN ITALIANO - MENSILE DEL 1 NOVEMBRE 2019 - VOL. 44 N. 5 • POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO

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Editoriale N OVE MB RE 2019

AL PUNTO IN CUI SIAMO


DI C O N C I TA D E G R E G O R I O

ALCUNE COSE CONTROCORRENTE , che quelle nel verso del vento le sappiamo
già tutte. A che punto siamo, in Italia, mi chiede il direttore di questo giornale.
E sono certissima che non avrà esitazioni nel condividere la risposta.
Siamo ancora al punto in cui i giornali - i migliori, non tutti - dedicano spet-
tacolari numeri monograici al secolo del cambiamento incarnato dalle donne,
al futuro nelle mani di formidabili guerriere con articoli, storie e irme solo
femminili. Ma io non ho mai visto, non mi è mai davvero ancora capitato di
vedere numeri monograici sul secolo della risacca dedicato solo a uomini della Fotografie di Rossana Jane
conservazione, al tempo del ritorno al Medioevo illustrato dai campioni del Wade - uccisa a 19 anni
dal fidanzato Alex Maggiolini
pensiero corrente, misogino, violento, razzista e antropocentrico. Quella è la il 2 marzo 1991 - sul tavolo
norma, è ovunque, è tutto attorno a noi. della casa della madre Letizia
Marcantonio ad Alseno (PC).
Siamo al punto in cui per l’8 marzo si chiede sempre a una donna di scrivere il
L’assassino è tornato
commento, mai a un uomo, in giornali e palazzi e ministeri e uici dove le donne in libertà dopo 12 anni
sono in prevalenza segretarie, assistenti di produzione, social media manager di carcere. Nel 2016 la madre
ha ottenuto un risarcimento
tutt’al più, ma sotto la supervisione del capo. Nella stanza di vetro all’ultimo per inadempimento
piano siedono uomini, quasi sempre e quasi ovunque, massimamente in Italia dallo Stato italiano.

FOTO: STEFANIA PRANDI (TUTTE) NOVEMBRE 2019

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N OVE MB RE 2019

perché nel resto d’Europa ci sono donne alla guida di banche e istituzioni, di
quotidiani di storia centenaria e titolatissima, di paesi. In Italia le candidate
al Quirinale, a Palazzo Chigi, sono sempre nelle “rose”, nomi da bruciare, di
bandiera, da consumare come pasto di vigilia.
Questo paese - che tra la milza e il fegato del suo corpo tiene incidentalmente
la Città del Vaticano - non ha mai avuto un presidente del Consiglio donna, non
lo ha mai neppure pensato e dubito che nei prossimi anni accadrà, a meno che
non ci sia da fronteggiare una rovina imminente. Allora sì, allora quando tutto
è perduto si chiama una tecnica, una competente da far accomodare sul bordo
della scogliera di cristallo. Un passo avanti, e c’è il baratro. So di cosa parlo per
esperienza personale e diretta: ancora oggi, dopo quasi dieci anni dal mio con-
gedo, vengo presentata in pubblico come “l’unica direttrice donna” di un antico
quotidiano, oggi naturalmente e purtroppo chiuso. Era un’impresa impossibile,
e le molte donne che hanno contribuito a renderla una meravigliosa avventura
hanno pagato un prezzo personale altissimo. Letizia Marcantonio, madre
Siamo al punto in cui le donne sono invitate a rassegne del cinema femminile; di Rossana Jane Wade,
sul suo letto con la foto
quelle maschili sono semplicemente rassegne di cinema. Non ho mai visto un panel, della figlia. «Ho fatto
un cartellone di eventi, un seminario di formazione in cui sbadatamente le relatrici il riconoscimento quando
fossero solo donne, a meno che non fosse annunciato come un evento femminile, l’hanno trovata ammazzata»,
dice. «Rossana aveva il viso
appunto. Il contrario è la norma, basta vedere una foto di una qualsiasi inaugura- gonfio e livido. Anche
zione, un vertice, una riunione cruciale. Non sono maschili, quelli. Sono vertici. quando era nata, col fatto
che pesava 4,2 kg, era gonfia.
Eppure sono ragazze, nel mondo, le persone che lo stanno cambiando. Bambine, Ho pensato: come è arrivata se
a volte, come Greta Thunberg. Capitane di navi di soccorso in mare, capitane ne è andata. E sono svenuta». 

N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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di squadre di pallone che vincono i mondiali, attiviste politiche che cambiano Dovremmo essere
il linguaggio e sono elette al Congresso USA, scienziate, combattenti contro tutte in grado
di riconoscere
l’ISIS, sorelle di vittime di violenza di Stato che pretendono e a volte ottengono la minaccia quando
giustizia, le nuove Antigone. si presenta. L’unico
Siamo naturalmente al punto in cui il lavoro femminile, anche quello di modo per cambiare
un fidanzato violento
battaglia, è volontario, o se va bene pagato anche dieci volte meno dello stesso è cambiare fidanzato.
lavoro fatto nello stesso luogo e con le stesse responsabilità da un uomo. Anche
qui: so di cosa parlo. Siamo in un paese che timidamente ha abbracciato il
#MeToo, la denuncia di abusi sessuali come metodo nel mondo del lavoro, ed è
stato feroce con chi lo ha fatto. Non solo - ma anche - perché siamo in un paese
che condivide quel metodo in modo molto profondo, lo trova in fondo eicace e
praticabile: certamente la maggior parte degli uomini ma pure le donne, molte
donne. Che poi innamorarsi del professore, del capuicio, del regista pigmalione
della giovane promessa può succedere, no? Quante celebratissime attrici hanno
sposato un produttore, dalle dive del cinema del passato a oggi, e quante hanno
sposato l’autista? Ce ne sono, ma meno. E il contrario? Quanti giovani attori hanno
sposato la produttrice? Nessuno. Posso sbagliare, magari l’eccezione esiste e non
la trovo. Forse dipende dal fatto che non trovo produttrici. Pochissime, rarità, e
molto concentrate sul lavoro. Non si registrano toy boy nelle loro vite.
E comunque: quando la diferenza d’età è a fattore inverso non si chiamano
toy girl ma nuove idanzate, giovani mogli.
Controcorrente, ancora, vorrei dire della violenza. La quale si esercita con
terriicante normalità. Donne smembrate, fatte a pezzi, buttate nel cassonetto,
uccise, umiliate, svilite; ma tu cosa ne sai, non sei buona a niente. Ecco: su questo
vorrei ripetere qualcosa che scrivo da vent’anni. Dovremmo essere tutte perfet-
tamente in grado, ormai - se non in condizioni di miseria estrema, schiavitù,
indigenza economica e culturale - di riconoscere la minaccia quando si presenta.
L’unico modo per cambiare un idanzato violento è cambiare idanzato. È detto,
noto, manifesto. Il vero grandissimo problema è che molte non riconoscono il
pericolo. Il mainstream, il pensiero dominante, non le mette in condizione di
vederlo. È normale che lui pretenda. Devi essere paziente. È così che vanno le
cose. Quando lo riconoscono, succede sovente, alla ine lo accettano. Lo soppor-
tano, non si sentono in grado di afrontarlo. Non sanno dove rivolgersi, a chi. Non
immaginano via d’uscita e hanno ragione.
La via d’uscita sarebbe una cultura corale, difusa, capillare di condanna
della soprafazione: a partire dalla scuola, come accade in altri paesi d’Europa.
Dalla formazione nei primi anni di vita. Dal modo in cui i genitori trattano i igli In questo numero realizzato
maschi e le iglie femmine. da sole donne abbiamo af-
C’è un governo, c’è stato in questi anni, che abbia messo al primo posto delle fidato l’editoriale a Concita
priorità formative l’uguaglianza? Non direi proprio, né a destra né a sinistra né al De Gregorio, che si descrive
come «Giornalista, scrittrice,
centro. E d’altra parte anche in politica le donne che fanno strada sono spesso, in persona curiosa, difettosa e
Italia, quelle che “appartengono” a qualcuno. Anche fosse solo per obbedienza di ostinata nella gentilezza».
corrente. E quindi sì: la soggezione, l’asservimento, rendono. La libertà costa. A Le immagini che illustrano
volte costa moltissimo, persino la vita, e non conviene. Fino a che non si sovverte l’editoriale sono tratte da
The Consequences, una do-
questo ordine simbolico - questo stato dei fatti strutturale - ogni discorso sulla
cumentazione sul femmini-
violenza di genere sarà ineicace. Servono azioni, investimenti, non parole. cidio in Italia realizzata dalla
Inine, proprio a questo proposito: sulla militanza femminista del nuovo fotoreporter Stefania Prandi,
millennio la mia personale e senz’altro discutibile opinione è che i gesti contino specializzata in tematiche di
genere, sociali e ambientali,
più dei proclami e dei manifesti. Servono entrambi, non c’è dubbio. Bello anche
che sarà in mostra alla Qua-
poter aderire a un appello, se convince, ma non ho ancora visto raccolte di irme dreria di Bologna dal 14 no-
far altro che confermare gli opposti schieramenti e raforzarli. A questa altezza vembre.

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della vita proverei anche un’altra strada. Fare di più, dire di meno. Avere chiaro
il mondo che vorremmo e comportarsi come se fossimo già lì. Vivere come se
tutto attorno il resto fosse già cambiato. Anche nel proprio piccolo ambito, anche
nella riunione scolastica, o sportiva, o di condominio. Silenziosamente, ma fer-
mamente, agire nella direzione della meta come se fossimo già a destinazione.
Per esempio parlare sempre con sincerità, e non avere paura neppure di dire “non
so”, e dubitare, e prendersi il tempo che serve per capire, e chiedere consiglio, e
ascoltare. Poi fare come ci sembra giusto, sempre, e pazienza se non fa like sui
social. Anzi, vi dirò. A volte è persino meglio. Perché la reputazione e la popolarità
si costruiscono nel recinto del pensiero dominante, ed è fatale - inevitabile - essere
impopolari quando si scarta di lato, quando si esce dal perimetro già segnato
per chi dice e chi dissente.
Le grandi donne che hanno cambiato il mondo sono state spesso molto sole.
Le celebriamo oggi, ma i loro contemporanei le hanno rese invisibili. È così an-
cora oggi. Le irregolari sono quelle che non si curano del coro e vanno avanti in
direzione ostinata e contraria. Spesso in silenzio, senza celebrazioni. Sono tante.
Per la prima volta da molti anni sono anche in grado di riconoscersi e tenersi,
da lontano, per mano. La grande novità sulla scena mondiale mi pare questa: la
fine della solitudine. La consonanza, l’ammirazione reciproca, la possibilità di
sentirsi risuonare in chi, dall’altra parte del mondo, a casa sua, cammina lo stesso Giovanna Ferrari, madre di
cammino. Non c’è verso che non sia questa, la rivoluzione. Quando accadrà sarà Giulia Galiotto - uccisa a 30
anni dal marito Marco Manzini
perché ha finito di accadere. Succederà un giorno, e sarà la fine di un processo l’11 febbraio 2009 - sul suo
lungo anni, mesi, giorni. Questi giorni. Che lo vogliate o no, che lo sappiate o no, letto di casa in provincia di
Moena. Ha conservato i
come dice Megan Rapinoe, la capitana della nazionale di calcio USA coi capelli vestiti della figlia e ogni tanto
viola. Stiamo tutti andando lì. j ne indossa uno.

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Dalla direttrice N OVE MB RE 2019

LE NOSTRE VOCI
DI S U S A N G O L D B E R G

NON C’È NEANCHE UNA DONNA nella prima scena della storia di National Geo-
graphic. È il 13 gennaio 1888 e 33 uomini di scienze e lettere si riuniscono in un
club di Washington, D.C. per dare vita alla National Geographic Society. Nel
nostro archivio non abbiamo fotograie di quell’evento. Nessuno le scattò, il che è
a dir poco ironico, visto che National Geographic deve gran parte della sua fama
al suo straordinario archivio di immagini da tutto il mondo.
Col passare del tempo, man mano che cresceva l’archivio della National Geo-
graphic Image Collection (ino a raggiungere oltre 64 milioni di immagini isiche
e digitali) abbiamo creato involontariamente un archivio parallelo: una cronaca
globale della vita delle donne ino ai giorni nostri. Scattate perlopiù nell’arco dello Una manifestazione del
1913 a Washington, D.C. per
scorso secolo, queste istantanee di un’epoca ci mostrano come venissero considerate rivendicare il diritto di voto
e trattate le donne e quanto potere avessero, o non avessero. Sono immagini che per le donne statunitensi.
gettano luce su quello che una volta veniva deinito, in modo un po’ antiquato, “il Il documentario Le donne
posto di una donna”, un concetto che si sta evolvendo sotto i nostri occhi. di National Geographic
con le interviste di Susan
Vedrete molte immagini dell’archivio in questo numero speciale sulle donne, Goldberg sarà in edicola
il primo del magazine in cui tutti i contributi - testi, fotografe e illustrazioni - sono a dicembre a € 9,90

FOTO: CLINEDINST STUDIO

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N OVE MB RE 2019 L’evoluzione della
rappresentazione delle
donne sulle copertine
del magazine.

realizzati esclusivamente da donne. Con questo numero inauguriamo su tutti i


nostri canali - cartaceo, digitale e televisivo - un anno intero di copertura dell’uni-
verso femminile in cui esploreremo la vita delle donne e gli enormi cambiamenti Ottobre 1959: la prima donna
in copertina è Eda Zahl, ritratta
che oggi stanno interessando donne e ragazze di tutto il mondo. mentre raccoglie ricci di mare.
Nell’immagine della pagina precedente si può vedere l’inizio di quell’evolu-
zione: un’enorme folla radunata a Washington intorno a un corteo di donne che
manifestano per il diritto di voto, ottenuto in USA nell’agosto 1920. Celebreremo
per tutto il 2020 il centenario di quella vittoria che, naturalmente, fu solo un inizio.
Questo numero speciale documenta come le donne si stiano sollevando in tutto
il mondo per reclamare i propri diritti civili, individuali e professionali. Accade con
#MeToo e con i movimenti per la parità di retribuzione; accade tra le parlamentari
ruandesi, tra le donne indiane, che pretendono più sicurezza, e tra le ricercatrici nel
mondo scientiico, che chiedono che il loro lavoro venga inalmente riconosciuto.
Tra un servizio e l’altro troverete una serie di interviste e proili di donne afer- Settembre 1964, un’americana
mate. Sono scienziate e “guerriere”, come loro stesse si deiniscono, per la giustizia all’estero: la volontaria dei
Peace Corps Rhoda Brooks.
sociale; avvocate, ilantrope, scrittrici e atlete; una dottoressa appena tornata da
una zona di guerra e una corrispondente di guerra. Quattro di loro sono nella
classiica Forbes 2018 delle 30 donne più inluenti del mondo. Abbiamo posto le
stesse domande a tutte queste donne straordinarie e siamo felici di condividerne il
risultato. Tutte sono fermamente convinte di una cosa: che le donne che seguono
le loro convinzioni possano superare qualsiasi ostacolo. «Non accettate mai un no
come risposta», dice la giornalista Christiane Amanpour, a cui fa eco la stella del
calcio statunitense Alex Morgan: «Non vi scoraggiate nel vostro viaggio».
“Viaggio” è la parola adatta per rilettere sulla storia delle donne. Nel 1992 lavoravo
in un quotidiano che, assieme a molti altri, aveva proclamato quello l’Anno della
La primatologa Jane Goodall
donna. Fu l’anno in cui era stato votato il maggior numero di donne alla Camera
e i suoi scimpanzé sulla
dei rappresentanti USA - 24 su un totale di 435 membri - ed era stato eletto il mag- copertina di dicembre 1965.
gior numero di donne al Senato: 6 su 100. Per quanto oggi sembri ingenuo, allora
l’evento fu salutato come presagio di un vero cambiamento.
Un certo scetticismo è legittimo quando si sente dire che la condizione delle
donne sta migliorando. Questa volta, però, almeno per me, è diverso. Lo è. Dalla
sua fondazione, National Geographic ha avuto dieci direttori. Io sono la decima, la
prima donna a ricoprire questo incarico, una nomina che in passato sarebbe stata
impensabile. Ovunque si guardi, le donne raggiungono posizioni gerarchiche sem-
pre più alte: negli afari, nelle scienze, nella legge. E decidono loro come mostrarsi
ed esprimersi, perché i sistemi di comunicazione e i social media consentono loro
di sottrarsi al controllo dei sistemi patriarcali che prima le sofocavano. Gennaio 2017: Avery Jackson,
Oggi sono i numeri stessi a raccontarci del cambiamento. In tutto il mondo, nove anni, è la prima
transgender in copertina.
nei paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo, il numero di donne elette è
enormemente aumentato. Si può vedere un’istantanea di questo cambiamento
nelle mappe e nelle infograiche esclusive di questo numero. Nel corso dell’anno
condivideremo con voi storie incoraggianti di donne che nel secolo scorso hanno
ottenuto diritti, protezione e opportunità. Probabilmente ci imbatteremo anche in
casi di donne che hanno vissuto esperienze di segno opposto: diritti e opportunità
negate, vulnerabilità sfruttate, meriti ignorati.
In tutti questi 130 anni di cronaca sulle culture del mondo abbiamo visto
come la disuguaglianza può rendere gli oppressi invisibili e inascoltati. In
occasione di questo anniversario vogliamo portare ancora più alla luce la vita
Marzo 2018: Peggy Whitson,
delle donne e dare ancora più spazio alle loro voci. detentrice del record USA
Grazie a tutti i lettori di National Geographic. j di permanenza nello spazio.

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NOVEMBRE 2019

LE DONNE
OVUNQUE
ALZANO
LA TESTA
e pretendono

LA
parità e una maggiore
rappresentanza.
DI MICHELE NORRIS

LA STORIA
NELLE
IMMAGINI
L’archivio fotografico
di National Geographic
contiene milioni
di foto. Che cosa
ci racconta sulla vita L’italiana Maria Grazia Chiuri, prima direttrice creativa nei 72 anni di storia della maison Dior.
delle donne? PA G . 6
DI SARAH LEEN PLASMANDO IL FUTURO
In tutto il mondo le donne fanno sentire la propria voce per ottenere
un trattamento uguale in società dominate dagli uomini. Una lunga

Una donna kenyana con


una giovane antilope.

RUANDA, IL PAESE
DELLE DONNE
In seguito al genocidio
del 1994 in cui molti
uomini hanno perso
la vita, le donne si
sono fatte avanti per
MARCIA
fatta di campagne, attivismo, proposte di legge e duro lavoro, nella speranza
che il futuro porti a un reale cambiamento nella società. PAG. 22
D I R A N I A A B O U Z E I D F O T O G R A F I E D I LY N N J O H N S O N

LA CONDIZIONE
DELLE DONNE
NELLA SOCIETÀ:
ECCO I NUMERI
riempire i vuoti nelle Un indice per valutare
posizioni di potere, le ingiustizie nei
dando vita a una confronti delle
nuova era. donne in 153 paesi il 90% il 21,5% il 3%
PA G . 5 4 del mondo. PA G . 4 6 delle nazioni degli eletti dei paesi del
DI RANIA ABOUZEID D I I R E N E B E R M A N - VA P O R I S , ha una o più leggi nei parlamenti mondo garantisce
FOTO G R AFIE D I L AW S O N PA R K E R E discriminatorie nei mondiali pari diritti giuridici
YA G A Z I E E M E Z I R O S E M A R Y WA R D L E Y confronti delle donne. sono donne. a uomini e donne.

UNDERWOOD AND UNDERWOOD, ANTE-1910

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Sommario

FARSI SENTIRE In copertina RIPRENDERSI LA CITTÀ


In alto, da sinistra: Janae’
ABBIAMO POSTO UNA SERIE Da sempre, le donne indiane vengono molestate
DI DOMANDE AD ALCUNE DONNE Sumter, studentessa di
nei luoghi pubblici. La nostra reporter ci racconta

DEL PROGRESSO
DI SPICCO DELLA NOSTRA SOCIETÀ. Atlanta; Carolyn McDermott
LEGGETE LE LORO RISPOSTE studentessa; Samantha
ALL’INTERNO DEL NUMERO.
Cristoforetti, astronauta.
Al centro: Jennifer Doudna,
scienziata; una donna Ouled
Naïl in Algeria; Jessica Chege,
JANE GOODALL studentessa kenyana.
In basso: donna giapponese; nella sicurezza ottenuto a New Delhi grazie
CHRISTIANE AMANPOUR Jane Goodall in Tanzania; a una serie di misure per la loro tutela. PA G . 70
TARANA BURKE una donna in abito di seta. D I N I L A N J A N A B H O W M I C K F OTO G R A F I E D I S A U M YA K H A N D E LWA L

Q UA L È O G G I L A S FI DA P I Ù
I M P O RTA N T E P E R L E D O N N E ?
PA G . 2 DOVE SONO
LE DONNE
NELLA SCIENZA?
Nel mondo scientifico
OPRAH WINFREY non mancano ricercatrici,
JACINDA ARDERN ma sono sempre state
PAOLA CORTELLESI discriminate. PA G . 8 2
DI ANGELA SAINI
QUAL È IL PIÙ GRANDE OSTACOLO I LLU S TR A ZI O N I D I L AU R E N B R E V N E R
CHE HA DOVUTO SUPERARE?
PA G . 1 8

IL MOMENTO
DELLE GIOVANI
SCIENZIATE
ILARIA CUCCHI Oggi il futuro della
SYLVIA EARLE ricerca scientifica

È
EMMA GONZÁLEZ
Q UA L È STATO I L S U O
MOME NTO D I SVO LTA?
PA G . 6 6

sempre più donna. PA G . 90


DI C L AUDIA K ALB
CHRISTINE LAGARDE FOTO G R AFIE D I D I N A LITOVS K Y

ALEX MORGAN
CHIMAMANDA SAMANTHA
CRISTOFORETTI
NGOZI ADICHIE
CHE COSA DEVE CAMBIARE PER LE Reclute dei Marines nel campo di addestramento. Una Colloquio con l’unica
DONNE NEI PROS SIMI 10 ANNI? volta in questa base uomini e donne avevano programmi di astronauta europea PAG. 100
PA G . 7 8 addestramento diversi; oggi il programma è uguale per tutti. DI WIEBKE HARMS

INARRESTABILE
IN TRINCEA
LAURA BOLDRINI
JENNIFER DOUDNA
NANCY PELOSI
QUAL È IL SUO PUNTO DI FORZA?
PA G . 1 0 4

DACIA MARAINI Crescono le opportunità per le donne nelle forze armate. Una tendenza
in tutto il mondo, che incrementa la presenza femminile sui fronti, ma anche
ZHANG XIN nelle posizioni di comando. Il resoconto di una grande fotoreporter. PA G . 1 0 8
ELENA CATTANEO T E S T O E F O T O G R A F I E D I LY N S E Y A D D A R I O

C H E C O N S I G L I O DA R E B B E A
U N A G I O VA N E D O N N A O G G I ?
SOLDATE D’ITALIA Sono solo il 5%, ma il loro apporto è sempre più importante.
PA G . 1 3 4 D I F L AV I A F R AT E L L O FOTO G R AFIE D I DA R I A A D DA B B O

FOTO DI COPERTINA, IN ALTO DA SINISTRA: RADCLIFFE “RUDDY” ROYE, 2017; JOEL SARTORE, 2011; GTGC/NASA, 2014
AL CENTRO: ERIKA LARSEN, 2019; RUDOLF LEHNERT E ERNST LANDROCK, 1905; CIRIL JAZBEC, 2016
IN BASSO: ELIZA SCIDMORE, 1912; MICHAEL NICHOLS, 1995; FRANKLIN PRICE KNOTT, ANTE-1930

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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
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PRESIDENTE Marco De Benedetti
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Registrazione del Tribunale di Roma n. 652/97 Louise Leakey, Meave Leakey
del 2 dicembre 1997 Accertamento Diffusione Stampa NATIONAL GEOGR APHIC PARTNERS
ISSN 2499-0582 Certificato N. 8563 del 18.12.2018
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il cui scopo è l’esplorazione e la salvaguardia
del pianeta.
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NATIONAL GEOGRAPHIC MAGAZINE


EDITOR IN CHIEF Susan Goldberg
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EXECUTIVE EDITOR , LONG FORM : David Lindsey
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MANAGING EDITOR , INTEGRATED STORYTELLING :
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DEPUTY EDITORIAL DIRECTOR : Darren Smith
TRANSLATION MANAGER : Beata Kovacs Nas
EDITORIAL SPECIALIST : Leigh Mitnick

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Le collaboratrici QUESTO È IL PRIMO NUMERO DI
NATIONAL GEOGR APHIC CHE SI
AV VALE SOLO DI AUTRICI, ARTISTE
E FOTOGR AFE DI SESSO FEMMINILE.

Il mio punto di forza è Credere in ciò Sono tenace. Ascolto.


individuare i punti ciechi, che percepisco, Amo le cose in cui credo.
vedere e sentire ciò che molta anche se non lo vedo E non ho paura di lottare
gente ignora e percorrere o non lo sento. per ciò che ritengo giusto.
le strade meno battute.

Michele Norris Erika Larsen Sarah Leen Lynn Johnson


Giornalista Fotografa Direttrice del fotografico di NG Fotografa
Pag. 5 Pag. 6 Pag. 22

QUAL È
IL TUO PUNTO La capacità di superare
i confini - sociali, fisici,
religiosi - per capire gli altri.
Sapere chi sono ed essere

DI FORZA?
onesta con me stessa.

Rania Abouzeid
Giornalista
Pagg. 22, 54

Per la localizzazione di questo numero speciale sulle donne National Geographic Italia
si è avvalso del contributo di:
Concita de Gregorio, giornalista, che ha scritto l’editoriale, illustrato dalle immagini
della fotografa Stefania Prandi; di Wiebke Harms, che ha intervistato Samantha
Cristoforetti a pag. 100; della giornalista Flavia Fratello e della fotografa Daria
Addabbo, che hanno realizzato il servizio sulle soldate italiane a pag. 130.

FOTO: (IN SENSO ORARIO DA SINISTRA) REBECCA HALE, NGM; MORGAN LEVY; JARED SOARES; ERIKA LARSEN; DALIA KHAMISSY

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Le collaboratrici Q UAL È IL T U O
P U N TO D I F O R Z A?

Prendermi cura di me stessa. So andare oltre Tutto ciò che sono per il fatto Il mio radar anti-sciocchezze.
I sacrifici sono necessari, ciò che è evidente di essere donna: sono Sono piuttosto brava a capire
ma servono anche il riposo o apparente sensibile, seguo il mio istinto le persone e di solito mi
e gli affetti. Non c’è gloria e trasformare le esperienze e rubo istanti di silenzio accorgo quando mi stanno
o bellezza nella sofferenza. in storie che contano. da ciò che osservo. mentendo.

Yagazie Emezi Nilanjana Bhowmick Saumya Khandelwal Angela Saini


Fotografa Giornalista Fotografa Giornalista
Pag. 54 Pag. 70 Pag. 70 Pag. 82

Il mio punto di forza In ogni storia cerco La consapevolezza: cerco di L’empatia, e la capacità di
è la capacità di vedere un’angolazione inaspettata, vedere il mondo con gli occhi connettermi con le persone a
il potenziale nelle persone un modo per approfondire di chi popola le mie storie e la prescindere dalla loro cultura
e nelle idee e trasformare e trovare lo straordinario in ciò mia vita. Le loro prospettive o provenienza e trattare tutti
quel potenziale in realtà. che è moderno e familiare. svelano l’inaspettato. con dignità e rispetto.

Lauren Brevner Dina Litovsky Claudia Kalb Lynsey Addario


Illustratrice Fotografa Giornalista e scrittrice Fotografa e scrittrice
Pag. 82 Pag. 90 Pag. 90 Pag. 108

FOTO: (DA SINISTRA IN ALTO) CHRISTINA POKU; NILANJANA BHOWMICK; REUBEN SINGH; HENRIETTA GARDEN
SECONDA FILA CAROLLYNE SINCLAIRE; ALEX KNELLER; HILMAR MEYER-BOSSE; NICHOLE SOBECKI, VII

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L A M I A F O T O
G L I S C AT T I D E L L E L E T T R I C I

LU C I A N A T R A P P O LI N O , TA R A N TO

Questa foto è stata scattata nel villaggio di Phan Ri Cua, nel Sud-Est del Vietnam, famoso soprattutto per la pesca dei granchi.
«Uomini e donne lavorano assieme in perfetta sinergia», racconta l’autrice. «Dalla preparazione delle funi e delle reti, alla
pesca, alla pulizia del pesce, alla sua essiccazione e alla sua vendita. Questa donna è impegnata nel taglio delle reti».

I R E N E F I T T I PA L D I , G E N Z A N O D I R O M A ( R M )

Una fotografia intima e molto delicata, che racconta una storia toccante: «L’immagine è stata scattata nella casa della nonna
della modella, che è venuta a mancare e alla quale lei era molto legata», racconta l’autrice. «Lì si respira una sensazione di
protezione, come se la nonna vegliasse su noi. L’ho intitolata Touch, come se ci fosse il tocco della nonna sulla modella».

Inviate le vostre immagini a: nationalgeographic.it/lamiafoto

NOVEMBRE 2019

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L’analisi DI M I C H E LE NORRIS

IL

MEGLIO
FUTURO?
CHE SIA
DONNA È ora che le donne reagiscano a condizioni di inferiorità, pretendendo
uguaglianza e godendosi senza rimorsi ambizione e successo.

mia madre mi consegnò un pezzo di carta


Q U A N D O P A R T I I P E R L’ U N I V E R S I TÀ ,
ripiegata con un messaggio che pensava potesse essermi utile. Recitava così:
“Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso”. La citazione viene
attribuita all’attivista e first lady americana Eleanor Roosevelt, ed era uno

Q splendido regalo per una giovane donna che si preparava a entrare nel mondo.
Vorrei tanto aver conservato quel foglietto. Per un po’ di tempo è rimasto nel
mio portafoglio, poi, dopo diversi anni e diversi traslochi, l’ho perso di vista.
Ma ho sempre cercato di aggrapparmi con forza all’idea che abbiamo il potere
di rifiutare qualsiasi tentativo di farci sentire inferiori o sottomesse.
La parola chiave è “sentimenti”. Come donna afroamericana, mia madre sa-
peva bene che una persona, in particolare una donna, poteva essere relegata a un

NOVEMBRE 2019

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N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A FOTO: GEORGE RINHART, CORBIS VIA GETTY IMAGES

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gradino inferiore in modo molto concreto e profondo. La legge poteva stabilire
il posto in cui avevi il permesso di vivere o lavorare e la tua possibilità di aprire
un’attività, possedere una proprietà o votare. I costumi sociali e le persone in-
fluenti potevano tenerti fuori dalle stanze dei consigli di amministrazione o dai
circoli privati. Ma nessuno aveva davvero il potere di raggiungere la tua anima
ed estinguere la tua fiducia in te stessa.
Mia madre ha un’etica del lavoro molto forte, ma ha anche una irresistibile
“etica del valore”. L’autostima di fronte all’oppressione è il suo superpotere.
Questa parola - potere - assume dimensioni diverse se vista attraverso il prisma
del genere. Di solito il potere è associato alla forza, che a sua volta è legata alla pre-
stanza fisica o alla disponibilità finanziaria. L’assunto di base è che, quando gli
uomini diventano potenti, tutta la società ne trae vantaggio: le loro famiglie, le loro
comunità, i loro luoghi di lavoro e di culto. Quando le donne parlano di esercitare il
potere o di aumentare la loro forza collettiva riunendosi, i presupposti sono molto
diversi. Troppo spesso lo si vede come un gioco a somma zero, in cui le donne
guadagnano potere a spese degli uomini e a rischio della società nel suo insieme.

Siamo finalmente arrivati


a un punto di svolta?
Sono cresciuta in un’epoca di proteste di strada. Le donne hanno marciato, fatto
picchetti e rivendicato diritti per tutto il corso della mia vita. E, come succede
con la maggior parte dei movimenti, il progresso avviene a sbalzi, tra intoppi e
momenti di accelerazione improvvisa. L’Equal Rights Amendment, una proposta
di emendamento della Costituzione Usa per la parità dei diritti elaborata per la
prima volta nel 1923, sembrava pronta a essere ratificata all’inizio degli anni Set-
tanta, ma rimase bloccata. Adesso stiamo vivendo un altro momento di progresso,
evidenziato soprattutto dal movimento #MeToo: una sorprendente corrente di
donne imbaldanzite e furiose che dicono basta alle molestie e alle aggressioni
sessuali. Questa rivolta ha prodotto una nuova ondata di leggi, una maggiore
consapevolezza e conseguenze immediate per gli uomini che prima l’avevano
fatta franca. Le veterane della lotta per i diritti delle donne nutrono la speranza
che si tratti davvero di un movimento di lunga durata, non solo di un momento.
La nostra è un’era di conflittualità e divisione, ma ci sono buone ragioni per
essere ottimiste. Negli Stati Uniti sei donne possono salire alla ribalta, candidarsi e
sostenere in maniera credibile che dovrebbero essere elette alla carica più potente
al mondo: presidente degli Stati Uniti d’America. Viviamo in un mondo in cui una
donna può diventare un generale pluridecorato, regista da Oscar o amministratrice
delegata nella lista Fortune 500.
In tutto il mondo, le donne stanno ottenendo un potere senza precedenti.
Detengono la maggioranza dei seggi nella Camera bassa del Parlamento ruandese.
Quasi due terzi dei ministri del governo spagnolo sono donne. L’unico paese che
vietava alle donne di guidare, l’Arabia Saudita, lo ha finalmente permesso. Ci sono
state presidenti donne in quasi un terzo dei paesi del mondo.
In una svolta epocale, la squadra di calcio nazionale femminile degli Stati Uniti
ha dominato la Coppa del Mondo con tale forza da surclassare la squadra maschile
quanto a vittorie, visibilità e status nella cultura pop. Le donne sono diventate il
Nel 1915 l’attrice Dorothy
simbolo del calcio americano. Eppure, viviamo anche in un’epoca in cui quelle Newell fece scalpore facendosi
stesse grandi star lottano in tribunale per ottenere parità di retribuzione rispetto ritrarre con uno slogan a
favore del voto alle donne
agli uomini. E non si tratta nemmeno di uno stipendio uguale per un lavoro uguale,
dipinto sulla schiena, meno
ma di uno stipendio uguale per un lavoro oggettivamente migliore. di un mese dopo che decine
Per secoli le donne sono state viste come il genere più debole e vulnerabile. Sono di migliaia di donne avevano
marciato su Fifth Avenue. Due
state rese inferiori, con un considerevole aiuto da parte dei costrutti sociali e della anni dopo New York concesse
ricerca scientifica. La giornalista britannica Angela Saini ha documentato il modo alle donne di votare, e cinque
anni dopo tutti gli Stati Uniti
in cui la scienza ha definito e confinato le donne nel suo libro Inferior: How Science
seguirono l’esempio. Un
Got Women Wrong - and the New Research That’s Rewriting the Story (vedi il servizio successo ottenuto dopo una
a pag. 82). Saini sostiene che gli scienziati di sesso maschile abbiano approfittato campagna martellante iniziata
nel 1848 per far conquistare
dei loro studi e della loro influenza per dare risonanza alle proprie visioni sulla alle donne un diritto che la
disuguaglianza di genere (e razziale). E per assicurarsi che le donne non avessero la Costituzione negava loro.

NOVEMBRE 2019

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Negli anni Settanta, quando
il movimento femminista
stava prendendo forza negli
Stati Uniti, le artiste di un
collettivo con sede a Chicago
crearono un gran numero
di poster per incrementare
la consapevolezza e ispirare
il cambiamento. Dopo
aver stampato 20.000
copie di ogni immagine,
le mandavano a librerie,
gruppi femminili e altre
organizzazioni in tutto
il mondo.

LIBRARY OF CONGRESS, YANKER


POSTER COLLECTION

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NOVEMBRE 2019

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C’è ancora possibilità di dimostrare che la scienza sbagliava, hanno negato loro la possibilità
grande di esercitare il proprio intelletto e sviluppare fino in fondo i loro talenti.
ambivalenza Buona parte della ricerca che etichettava le donne come il sesso debole era
quando si
scorretta o parziale. Un intero corpus di studi contraddice questi vecchi risultati,
parla di donne
e potere. Le dimostrando che le donne hanno le stesse capacità intellettuali delle loro controparti
donne sono maschili. Se gli uomini hanno una forza fisica superiore e un vantaggio di peso e
più soggette statura, gli studi dimostrano che le donne possono vantare una netta superiorità
a essere in termini di resilienza e sopravvivenza a lungo termine.
considerate Ma allora perché gli uomini oggi hanno più potere delle donne? Perché la disu-
“sgradevoli”
guaglianza di genere persiste? Spesso la spiegazione è questa: le cose sono sempre
se percepite
come potenti andate così. Beh, non è sufficiente. E quella giustificazione dovrebbe crollare di
o ambiziose, fronte al fatto che i paesi con politiche che intralciano oppure opprimono le donne
tratti che per perdono terreno a livello economico.
gli uomini sono Prendiamo l’Asia, per esempio. Poco più di metà delle donne del continente
visti come lavorano e sono pagate meno degli uomini. Norme di genere, barriere all’istru-
predisposizione
zione e forze culturali consolidate potrebbero mantenere lo status quo, ma gli
a incarichi
dirigenziali. analisti avvertono che i paesi che impediscono l’avanzata delle donne paghe-
ranno un caro prezzo. Lo studio di consulenza McKinsey & Company calcola
che l’economia dell’area asiatica guadagnerebbe 4.500 miliardi di dollari in
prodotto interno lordo annuo entro il 2025 se le donne non fossero più relegate
ai margini della forza lavoro.
Ogni nazione del pianeta dovrebbe fare tesoro di questo insegnamento. Le
magliette e i poster con la scritta “Il futuro è donna” dovrebbero invece recitare
“Il futuro? Meglio che sia donna!”.
Ma gli ostacoli al potere sono profondamente radicati. Si possono scrivere leggi
per dire alle persone che cosa possono e non possono fare, ma non si può determi-
nare come guardano a sé stesse e agli altri. C’è ancora molta ambivalenza quando
si parla di donne e potere. Secondo gli studi, le donne sono più soggette a essere
considerate “sgradevoli” o “inaffidabili” se percepite come potenti, arroganti o
apertamente ambiziose. Gli stessi tratti, negli uomini, sono visti come predispo-
sizione a incarichi dirigenziali.
La docente della New York University Madeline E. Heilman ha condotto una serie
di studi per indagare sulla reazione alle figure femminili di successo nei mestieri
tradizionalmente riservati agli uomini. In un esperimento ha chiesto agli studenti
di recensire profili quasi identici per impiegati con la posizione di vicedirettore
delle vendite in una fabbrica di aeroplani. Uno degli impiegati si chiamava “James”.
L’altro “Andrea” (nome femminile nella cultura anglosassone). Entrambi erano
nel 5 per cento più alto per rendimento, descritti come “astri nascenti” e “risorse
straordinarie”. I loro profili non davano alcun ragguaglio su personalità o carattere.
Eppure, gli studenti hanno valutato “Andrea” come più sgradevole e sgarbata di
“James”, che otteneva reazioni più entusiastiche.
I risultati della ricerca di Heilman indicano quindi che i logori stereotipi di genere
non descrivono solo il modo in cui uomini e donne sembrano comportarsi, ma
predispongono anche un modello per i comportamenti appropriati, e fanno sì che il
gradimento sia “direttamente legato agli attributi che vengono valutati positivamente
per ogni sesso”. Le donne gentili, premurose e altruiste godono di un’alta conside-
razione e ricompensa sociale. Le donne ambiziose, astute o schiette… un po’ meno.

Come società,
dimostriamo sorpresa
e preoccupazione quando le donne prendono le redini del potere, perché come
concetto è ancora una novità. Le donne che diventano commissari di polizia,
capitani di nave o capocantiere sono viste come mosche bianche. La barriera più
ostica che molte donne devono superare è l’esperienza. Ancora una volta, gli studi
rilevano che gli uomini vengono spesso assunti per il loro “potenziale”, mentre
donne con lo stesso curriculum sono considerate non suicientemente qualiicate.
La retorica culturale collettiva contribuisce al pregiudizio. L’espressione
“lavoro femminile” è limitante e stereotipata: cucina; pulizia; accudimento;

N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A INCAMERASTOCK/ALAMY STOCK PHOTO

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giardinaggio. Ma la storica e attivista Lisa Unger Baskin ha indagato sul lavoro
femminile fino a sette secoli fa, scoprendo che le donne hanno tenuto in piedi
il mondo sputando sangue in molte mansioni considerate “maschili”. «È così
importante per le nostre ragazze, e anche per le donne, capire ciò che possono
fare e che possono essere, affinché non resti solo nella loro immaginazione», mi
ha detto di recente Baskin. «Ed è così importante per gli uomini, in realtà per
noi tutti, assistere alle conquiste femminili, perché nel corso dei secoli gli esseri
umani sono stati condizionati a vedere le donne come il sesso più debole e meno
capace, mentre tutto attorno a noi ci sono prove che dimostrano il contrario».
Unger Baskin ha passato una vita raccogliendo prove a sostegno della sua tesi,
accumulando una straordinaria collezione che documenta il lavoro delle donne
con fotografie, libri, cartoline, manufatti, lettere e oggetti di uso comune. Ritiene
che la sua collezione, ospitata alla Duke University, sia il più grande archivio al
mondo sul lavoro e sull’imprenditoria femminile.
Le donne si sono occupate con successo di lavori a lungo considerati esclusiva
degli uomini. Hanno fatto le operaie, le scienziate, le stampatrici, le navigatrici e
le meccaniche, magari mantenendo un profilo basso per evitare critiche, oppure
risultando invisibili semplicemente a causa del loro genere. «L’idea che le donne
non abbiano mai fatto cose che sono da sempre dominio maschile è falsa,
punto», aggiunge Baskin.
La raccolta di Unger Baskin nasce dalla curiosità e dall’indignazione. La ricer-
catrice ha visitato fiere del libro e aste di libri rari alla ricerca delle prove del fatto
che le donne abbiano sempre letto, studiato e lavorato. Ha scoperto per esempio
che le donne avevano il permesso di ereditare e gestire una tipografia se restavano
vedove perché quel lavoro era importante e le competenze per portarlo avanti erano
rare; ci sono state diverse donne tipografe degne di nota nell’America coloniale.
Ha scoperto che Sara Clarson lavorava come muratore in Inghilterra nel 1831, o
che Margaret Bryan inserì matematica e astronomia nel programma di studi della
sua scuola per ragazze a Londra nel 1799. Ha scoperto che Maria Gaetana Agnesi
scrisse un manuale di matematica tradotto in diverse lingue a Milano a metà del
Settecento e che la naturalista e illustratrice Maria Sibylla Merian eseguì le prime
osservazioni e disegni della metamorfosi degli insetti in contesti naturali.
In quanto collezionista, spesso Unger Baskin non veniva presa molto sul serio.
Questo è stato un vantaggio per lei, perché le ha consentito di ottenere documenti,
libri, lettere personali, ricami, incisioni - cose che nessuno voleva o capiva - spesso
per un paio di dollari in librerie, fiere e mercatini delle pulci.
Quando parla delle sue scoperte, si ha l’impressione che le donne che ha sot-
tratto all’anonimato fossero sue vecchie amiche. Una storia che spezza il cuore è
quella di una schiava chiamata Alsy, che viveva in Virginia. Baskin l’ha trovata
sul frammento di un certificato medico del 1831 in cui un medico descriveva un
dispositivo per tenere su l’“utero prolassato” di Alsy, in modo che potesse ancora
“rendersi utile”. L’umanità del soggetto era di scarso interesse, ma la sua manodo-
pera era così importante che le era stato ordinato di rimettersi in piedi. Secondo
Unger Baskin, questa storia particolarmente straziante mostra come le donne nel
tempo siano state considerate inferiori, e tuttavia essenziali.
La collezione comprende documenti di donne ridotte in schiavitù e vincolate
per contratto, nonché oggetti legati a Harriet Beecher Stowe, Emma Goldman,
Elizabeth Cady Stanton, le sorelle Brontë, Virginia Woolf e Sojourner Truth. Questo poster di una
donna che flette i muscoli
Baskin vede la sua raccolta come uno specchietto retrovisore capace di guidare apparve nelle fabbriche
le donne mentre procedono in avanti, immaginando un futuro possibile ma della Westinghouse per
evitando gli errori del passato. due settimane nel 1943.
Si ritiene che sia basato
Una delle lezioni da imparare è quella dell’inclusione. I movimenti per l’emanci- sulla foto di un’operaia
pazione delle donne del passato - che risalgono anche al Settecento - erano guidati da nell’officina meccanica
della Naval Air Station
e ruotavano attorno a donne bianche, istruite, di classe alta. Persino le abolizioniste ad Alameda, California,
che lottavano per i diritti delle schiave spesso tenevano socialmente a distanza quelle una delle oltre 300.000
donne che lavorarono
donne. Sojourner Truth è celebre per aver scosso la coscienza nazionale americana,
nell’industria dell’aviazione
ma tra lei e le abolizioniste come Stowe c’erano tensioni. Truth era indipendente, durante la Seconda guerra
parlava bene, vestiva bene e agiva troppo da pari a pari. Questo schema si sarebbe mondiale. Solo a partire
dagli anni Ottanta diventò
ripetuto nel movimento delle suffragette e nel movimento per i pari diritti, fino popolare come icona
alla seconda ondata di femminismo negli anni Settanta. dell’emancipazione femminile.

NOVEMBRE 2019

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Analizzare il lavoro
delle donne nei secoli,
non come è stato descritto nelle arti igurative e nella letteratura, bensì come
avveniva nel concreto, con mani callose, acume inanziario e strategie geniali,
è un processo illuminante e commovente.
Ma perché sappiamo così poco di queste donne coraggiose? Perché le loro
storie sono state ignorate o cancellate? La cosa per me più sconvolgente, mentre
ascoltavo Unger Baskin che raccontava il suo lavoro, è stato riconoscere che tante
donne hanno dovuto usare complesse strategie per costruire una clientela per
il loro lavoro senza richiamare troppo l’attenzione, perché agivano al di fuori
dei ruoli prescritti. Sopravvivere come donne d’affari era un’arte a sé. Ma prima
ognuna di loro doveva sopravvivere come donna.
Mia madre mi ha dato quel foglietto perché non ha mai voluto che accettassi
una condizione subalterna. Io avevo due sorelle e il motto a casa nostra era: “Non
sei migliore di nessuno, ma nessuno è migliore di te”. È il linguaggio dell’ugua-
glianza, e oggi mi ritrovo a condividerlo con le mie figlie. Ma è anche il linguaggio
del potere? Se vogliamo spingere le nostre figlie a competere alla pari con i nostri
figli, dobbiamo essere disposte a insegnare loro a non preoccuparsi di mettere
qualcuno a disagio con il loro talento e il loro successo. Dobbiamo insegnare loro
che quel disagio non è un loro problema. Il potere ha un proprio linguaggio. I ca-
pitani sono potenti. I magnati sono potenti. I capibanda e i pionieri sono potenti.
Leggendo queste parole vi è forse venuta in mente l’immagine di una donna? Se
la risposta è sì vi faccio un applauso, e speriamo che il vostro atteggiamento sia
contagioso. Se è no, vi ringrazio per la vostra onestà, e rimbocchiamoci le maniche.
Ho sempre ammirato la sceneggiatrice e produttrice Shonda Rhimes per la
sua capacità di raccontare storie e il suo monumentale successo nella società di
produzione che porta il suo nome. Per più di un decennio, Shondaland ha sfornato
programmi televisivi di grande successo con personaggi femminili, neri, latini,
asiatici e omosessuali in ruoli di spicco. Rhimes oggi ha un contratto di produzione
multimilionario che le garantisce una totale libertà creativa.
Le sue conquiste da donna di colore a Hollywood sono a dir poco impressionanti.
Ma quello che più desta la mia ammirazione è il compiacimento con cui abbraccia
il suo fenomenale successo.
Il potere è stato negato alle donne per così tanto tempo che spesso può apparire
come un abito disegnato per qualcun altro. Ora una generazione di donne sta met-
tendo in discussione questo presupposto. La star del calcio statunitense Megan
Rapinoe. La campionessa di tennis Serena Williams. Susan e Anne Woycicki (le
sorelle amministratrici delegate di YouTube e 23andMe). L’amministratrice delegata
della General Motors, Mary T. Barra, la superstar televisiva Oprah Winfrey, e tutte
le donne che hanno ispirato il movimento #MeToo, creato per sfidare un sistema
che per decenni ha platealmente violato i diritti delle donne.
Quando sono esplose le storie di molestie sessuali a Hollywood e poi nella fi-
nanza, nel giornalismo e in qualsiasi altro settore, portando alla detronizzazione
di una serie di personaggi importanti per comportamento sessualmente scorretto,
Se vogliamo un piccolo gruppo di donne ha cominciato a trovarsi ogni giorno a Hollywood per
spingere le pretendere insieme cambiamenti che proteggano le donne e le aiutino a sviluppare
nostre figlie a appieno il loro potenziale. Il loro movimento corre in parallelo alla campagna #Me-
competere alla
Too tesa ad aumentare la consapevolezza sugli abusi sessuali. L’hanno chiamato
pari con i nostri
figli, dobbiamo Time’s Up, il tempo è scaduto.
essere disposte Metà delle prime partecipanti e molte delle sostenitrici finanziarie di Time’s
a insegnare Up erano donne di colore, e con il passare delle settimane il loro numero è cre-
loro a non sciuto assieme alla loro determinazione, grazie soprattutto alla lettera intitolata
preoccuparsi Dear Sisters scritta per conto delle braccianti. Queste donne, guidate da Mónica
di mettere
Ramírez, oggi presidente di Justice for Migrant Women, hanno scritto a quelle
qualcuno
a disagio con che si riunivano a Hollywood per esprimere solidarietà e spiegare che dovevano
il loro talento affrontare simili difficoltà alle dipendenze di uomini che approfittavano della
e il loro successo. precarietà e dell’impotenza derivate dalla povertà e dal lavoro itinerante.

N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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In preparazione alla Marcia
delle Donne del 2017 a
Washington, D.C., Amplifier,
un laboratorio di grafica
che sostiene l’attivismo
grassroots, ha lanciato
un bando per la creazione
di manifesti che potessero
essere distribuiti gratis.
Questi disegni sono alcuni
dei tanti che sono stati
creati in risposta all’appello.
IN ALTO: JESSICA SABOGAL
IN BASSO: SOFIA ZABALA
PAGINA A FRONTE: BROOKE FISCHER

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NOVEMBRE 2019

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Come La lettera, pubblicata sulla rivista Time, recitava, fra l’altro: “Vorremmo poter
facciamo a dire che siamo sconvolte nell’apprendere che questo è un problema pervasivo
cambiare un
nel vostro settore. Purtroppo non siamo affatto sorprese perché è una realtà che
sistema che
è concepito conosciamo fin troppo bene”. Letta ad alta voce a un ritrovo di Time’s Up a Beverly
in modo da Hills dall’attrice America Ferrera, la lettera ha provocato una cascata di lacrime,
offrire alle come racconta Michelle Kydd Lee, una delle prime organizzatrici di Time’s Up e
donne solo responsabile dell’innovazione per Creative Artists Agency.
qualche «Possiamo sollevarci come sorelle di tutte le classi e le razze e creare insieme
briciola in
un nuovo linguaggio che ci permetta di celebrare le nostre differenze e celebrare
termini di
sicurezza in vera fratellanza quello che ci lega?», si domanda Lee. «Siamo tutte coinvolte in
personale, questa lotta».
rispetto, Nel giro di un anno, il gruppo aveva raccolto 22 milioni di dollari per un
guadagni, fondo di difesa legale destinato ad aiutare dipendenti di alberghi, operatrici
prestigio o sanitarie, operaie in fabbrica, guardie di sicurezza, avvocate, accademiche e
approvazione?
artiste a cercare parità di stipendio, condizioni sicure di lavoro e protezione
dalle molestie sessuali.
Rhimes è riuscita a creare il genere di ambiente lavorativo che aveva sempre
desiderato, ma sa che la maggioranza delle donne non può godere di questo
lusso. Nei mesi in cui le star di Hollywood si incontravano almeno una volta al
giorno, Rhimes era quella che spingeva il gruppo a pensare in grande: non solo a
immaginare di poter riparare il sistema, ma a immaginare come il sistema avrebbe
dovuto funzionare fin dall’inizio, libero dalle dinamiche di potere che conferivano
istintivamente una condizione subalterna alle donne.
Anche nel momento in cui le donne stavano assumendo il controllo e cercando
di promuovere un movimento davvero globale, anche mentre univano in un rug-
gito collettivo, gli stereotipi di genere potevano ancora avere un effetto pernicioso,
creando una specie di istintiva reticenza.
«Continuo a trovare molto triste che le persone abbiano paura di pretendere
l’uguaglianza», spiega Rhimes. E le donne «sembrano davvero averne paura», os-
serva, aggiungendo di averlo constatato più volte «dal modo in cui chiedono scusa
e cercano di negoziare i loro contratti, dal modo in cui cercano di farsi valere».
A volte le donne che vogliono cambiare il mondo, o almeno andare dove le
portano i loro talenti e i loro interessi, devono contrastare o rifiutare quella vocina
nella loro testa che alimenta le insicurezze e ci suggerisce come dovremmo o non
dovremmo comportarci. È come un segnale lampeggiante che dice “muovetevi
con prudenza”: se fate pressione, dite la vostra o fate valere i vostri diritti, prepa-
ratevi a essere viste come la nera arrabbiata, la latina esuberante, la megera, la
petulante, l’agitatrice, la piantagrane e appellativi ancora più insultanti.
Secondo Rhimes, molte donne faticavano ad accettare l’idea di chiedere
l’uguaglianza. «Era più una questione di: “Come possiamo fare in modo che
gli uomini si sentano a loro agio con il piccolo pezzo di torta che stiamo re-
clamando?”», continua. «È un punto di partenza abbastanza assurdo, dover
implorare le persone perché ti concedano un minuscolo frammento di quello
che dovrebbe già essere tuo».
Come facciamo quindi a cambiare un sistema che è concepito in modo da
offrire alle donne solo qualche briciola in termini di sicurezza personale, ri-
spetto, guadagni, prestigio o approvazione? Come possiamo rifiutare di dare
il nostro consenso quando il sistema ci relega in una posizione secondaria e a
tutti gli effetti “inferiore”?
Ricordate la citazione attribuita a Eleanor Roosevelt? È venuto fuori che pro-
babilmente lei non ha mai pronunciato quelle parole precise. In risposta a una
domanda su un presunto affronto, però, aveva questo da dire: “Un affronto è lo
sforzo di una persona che si sente superiore di far sentire qualcun altro inferiore.
Michele Norris ha presentato
Per farlo, deve trovare qualcuno che possa essere indotto a sentirsi inferiore”.
per un decennio il programma Le persone avvantaggiate dallo status quo sono sempre in cerca di persone
della NPR (la radio pubblica da far sentire inferiori. È questo il terreno traballante su cui si reggono. Ma in
statunitense) All Things Con- questo momento, quando ci sono tante promesse e una così grande posta in
sidered. È direttrice e fonda-
gioco, dobbiamo fare in modo che non sia più così facile trovare donne e ragazze
trice del Race Card Project, un
archivio di storie che indaga disposte a sentirsi inferiori. Dobbiamo far sì che conoscano il loro potere e il
su razza e identità culturale. loro posto, da uguali. j

N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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W W W.W H I T E S TA R . I T
White Star Libri whitestarlibri
White Star Kids whitestarkids

C O N O LT R E 4 0 0 I M M A G I N I E S C L U S I V E
N AT I O N A L G E O G R A P H I C C E L E B R A L A V I TA
DELLE DONNE DI TUT TO IL MONDO

DA NOVEMBRE IN LIBRERIA
IL T R I B U TO D I N AT I O N A L G E O G R A P H I C A L L E D O N N E

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Le
DOMANDE
PAG .

2
QUAL È OGGI
L A SFIDA
P I Ù I M P O R TA N T E
PER LE DONNE?

PAG .

18
Q U A L È S TAT O I L P I Ù
G R A N D E O S TA C O L O
CHE HA DOVUTO
SUPERARE?

PAG .

66
Q U A L È S TAT O
IL SUO MOMENTO
D I S V O LTA ?

PAG .

A B B I A MO C H I E S T O A D O N N E D I E S T R A Z IO N E E O R IGI N E
D I V E R S E D I PA R L A RC I D E I L O RO O S TAC O L I , D E L L E L O RO
V I T T O R I E E D I C IÒ C H E VA C A M B I AT O N E L F U T U RO.
78
COSA DOVR À
CAMBIARE NEI
PROSSIMI 10 ANNI?

Farsi sentire PAG .

104
CERCATE TRA LE PAGINE di questo numero le sei sezioni che ab-
biamo voluto dedicare alle storie e ai ritratti di alcune donne stra-
ordinarie. Le riconoscerete perché sono colorate, come questa
pagina. A tutte queste donne, di estrazione diversa, abbiamo
QUAL È IL SUO
posto le stesse domande. Alcune appaiono nel nostro nuovo
PUNTO DI FOR Z A?
libro WOMEN: The National Geographic Image Collection. Altre
sono scienziate ed esploratrici della National Geographic So-
ciety. Altre fanno parte di Women of Impact, una community PAG .

online che National Geographic ha scelto come luogo dove


condividere storie di donne. Riflettete sulle domande, o fate
tesoro delle risposte. Per saperne di più: on.natgeo.com/womenofimpact. 134
QUALI CONSIGLI
DAREBBE A UNA
G I O VA N E D O N N A
RITRATTI DI ERIKA LARSEN DOMANDE DI SUSAN GOLDBERG OGGI?

ILLUSTRAZIONE DI BETHANY NG

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D: Qual è oggi la sfida più importante per le donne?

IN MOLTI
PAESI IN VIA DI SVILUPPO

LE DONNE NON HANNO LIBERTÀ.


È PRIVILEGIATA L’EDUCAZIONE

DEI MASCHI E VIENE LORO


NEGATA LA PIANIFICAZIONE

FAMILIARE. Jane Goodall


PRIMATOLOGA
Autrice di studi pioneristici e
rivoluzionari, in particolare sulla
vita sociale degli scimpanzé, con
il sostegno di National Geographic,
dirige dal 1977 un istituto per
la conservazione e la tutela dei
primati in Africa e per l’istruzione.

2 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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D: Qual è oggi la sfida più importante per le donne?

MELINDA DACIA LAURA


GATES
C O F O N DAT R I C E D E L L A
MARAINI
T R A L E P I Ù A M AT E
BUSH
DA F I R ST L A DY USA ,
F O N DA Z I O N E B I L L S C R I T T R I C I I TA L I A N E DUR ANTE I DUE
& M E L I N DA G AT E S CONTEMPOR ANEE, HA M A N DAT I D E L M A R I T O
I M P E G N ATA N E L L A P U B B L I C AT O I L S U O G E O R G E W. ( 2 0 0 1 -
L O T TA A P OV E R TÀ , PR I MO ROM A NZO N EL 2 0 0 9), S I È I M P E G N ATA
D I S U G UAG L I A N Z E E 1 9 6 2 . S I È O C C U PATA P E R FAV O R I R E
A LT R I M A L I G L O B A L I . S P E S S O D E L L A V I TA L’A L FA B E T I Z Z A Z I O N E .
DELLE DONNE. OGGI DIRIGE
U N ’ I N I Z I A T I VA
GLOBALE PER
il 30% MIGLIOR ARE
delle nazioni prese LE CONDIZIONI
in esame dall’indice FEMMINILI.
Non esiste paese sulla della Banca mondiale
Terra in cui le donne Women, Business Va combattuta la
abbiano raggiunto la and the Law 2019 misoginia corrente. Più
vera uguaglianza, e ogni nel periodo le donne si emancipano,
compreso tra il 2008
luogo ha le sue barriere. e il 2017 non ha
più cresce la voglia,
Ma, ovunque siate, avviato alcuna riforma in certi uomini,
comprendere queste per promuovere di assoggettarle Il mio interesse
barriere è il primo passo l’uguaglianza e metterle a tacere. per l’Afghanistan, in
per eliminarle. Ciò di genere. Su 187 Ma il più grande particolare per la vita
nazioni, 131 hanno
richiede uno sforzo attuato le riforme,
ostacolo è spesso la delle donne afghane, mi
comune per raccogliere 54 non le hanno mancanza di fiducia in ha fatto capire come in
dati precisi sulle donne attuate e due paesi, se stesse, un sentimento certe parti del mondo,
e sulle loro vite. Non Uzbekistan e Bahrein, storicamente per le donne, vivere una
abbiamo informazioni hanno introdotto introiettato di vita sicura è una sfida.
cambiamenti
affidabili sul numero che hanno acuito
inadeguatezza, Ma penso anche che in
di bambine scolarizzate, la disuguaglianza propagato da filosofie altre parti del mondo -
su quante donne hanno di genere. di vita e religioni. certamente negli USA -
la possibilità di avere questo sia per noi un
un reddito, sulle loro momento fantastico.
condizioni di salute Quando George era
e sicurezza e presidente, guardando
sull’eventuale evitabilità le statistiche delle

“QUA L UNQUE
di alcune loro cause bambine e dei bambini
di morte. Senza questi statunitensi ho capito
dati non possiamo che anche i maschi
progettare politiche avevano bisogno di
o interventi efficaci attenzione. Ci eravamo
per andare incontro alle
esigenze delle donne.
I dati sono potere.
FORMA concentrati così tanto
sulle bambine che
ormai loro a scuola

DI SESSISMO”.
superavano molti
maschi. Dai maschi
ci aspettavamo di più,
senza però dar loro le
Emma González è tra i sopravvissuti alla sparatoria attenzioni che davamo
durante la quale nel 2018 sono rimaste uccise alle ragazze. Perciò,
17 persone all’interno del suo liceo in Florida. mentre continuiamo
È cofondatrice del movimento March for Our Lives. a sostenere
Probabilmente le molestie e le discriminazioni,
e gli abusi verbali e sessuali sul posto di lavoro
ovunque le donne,
e in casa. Insomma, tutte le forme di sessismo usate prestiamo attenzione
per sminuire e opprimere le donne. anche ai ragazzi.

4 LE INTERVISTE SONO STATE MODIFICATE PER MOTIVI DI SPAZIO E CHIAREZZA. LE RISPOSTE ITALIANE SONO STATE RACCOLTE DA ALESSANDRA CLEMENTI

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“PORTARE
GLI UOMINI
DALLA
NOSTRA PARTE”.
Î Christiane Amanpour è corrispondente internazionale
in capo della CNN. Giornalista di guerra, ha seguito
i conflitti in Bosnia, Ruanda, Iraq, Afghanistan.
La sfida più importante, ancora oggi, è smettere di essere
considerate cittadini di seconda classe; la cosa più
importante è portare gli uomini dalla nostra parte.
Non vogliamo dominare, ma ci devono aiutare: senza
il loro contributo non possiamo ottenere l’uguaglianza.

Î TARANA
BURKE
AT T I V I S TA D I
B R O O K LY N , È N O T A
P E R AV E R D A T O V I T A
A L MOV I M EN TO
#M ETOO.
AMANI
BALLOUR
P E D I AT R A , A L L A G U I DA
D I U N O S TA F F D I S O L E
Se lo chiedi a persone DONNE HA GESTITO
diverse, avrai risposte U N O S P E DA L E
diverse. Ovviamente C H E C U R AVA I S I R I A N I
per me una delle SOT TO ASSEDIO.
sfide più importanti
per le donne
è risolvere il problema
della violenza sessuale.
Ma rientra tutto
nell’ambito
del patriarcato Molte donne
e dei modi in cui affrontano ancora
il patriarcato influenza tirannia e controllo
economicamente, degli uomini nelle loro
fisicamente società. È una grande
e professionalmente sfida, ma è necessaria
le donne. per poter cambiare.

FOTO: DANITA DELIMONT, ALAMY (JANE GOODALL); ERIKA LARSEN. ILLUSTRAZIONI: LAUREN TAMAKI 5

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2 0 1 4 , S TAT I U N I T I ( M O N TA N A ) 2014, MESSICO 19 19, I S O LE M A RC H E S I

D E C I N E D I M I L I O N I D I F OTO G R A F I E S C AT TAT E I N T U T TO I L

COSA CI RACCONTA UN ARCHIVIO

2 0 1 8 , S TAT I U N I T I ( M I C H I G A N ) 1 9 9 4 , I TA L I A ( S I C I L I A ) 1 9 6 8 , A F G H A N I S TA N

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2 0 1 6 , K E N YA 2 0 1 6 , S TAT I U N I T I ( A L A S K A ) 2 0 1 6 , I N G H I LT E R R A

M O N D O D A L L A F I N E D E L L’ O T T O C E N T O I N P O I

SULLA VITA DELLE DONNE?


DI S A R A H LEEN

2 0 1 6 , I N G H I LT E R R A ANTE 1910, EGITTO A N T E 1 9 4 2 , S TAT I U N I T I ( C A L I F O R N I A )

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LE FOTOGRAFIE DI UN ARCHIVIO
rappresentano una testimonianza delle epoche in cui sono state realizzate.
Esaminando quelle del passato per trovare immagini adatte a queste pagine
- e al nostro ultimo libro, Women: Il tributo di National Geographic alle donne
- siamo stati colpiti dalla ristrettezza dei confini entro cui un tempo si de-
scrivevano le donne. Scatti bellissimi, a volte divertenti, altri tristi e perfino
sconvolgenti, che tuttavia riflettono pregiudizi e consuetudini dell’epoca.
L’archivio si compone di oltre 60 milioni di foto raccolte a partire dal 1888,
anno di fondazione di National Geographic: foto pubblicate e non, diaposi-
tive, negativi, lastre di vetro e quant’altro. Una collezione di testimonianze
visive di donne di società e culture diverse tra le più ricche e varie del mondo.
Agli inizi del Novecento le immagini della rivista - condizionate dai limiti
tecnici della fotografia dell’epoca e da un punto di vista molto occidentale
e colonialista - ritraevano spesso le donne come bellezze esotiche in posa
nel loro costume locale o a seno nudo. Un particolare che rivela chi c’era
allora dietro l’obiettivo: in prevalenza, un uomo bianco. Con l’evoluzione
tecnologica le nostre immagini di donne sono diventate più dinamiche, ma
ancora molto concentrate sugli archetipi: la moglie, la sorella, la madre. Solo
con la Seconda guerra mondiale le donne appaiono anche in altri ruoli:
sostengono lo sforzo bellico lavorando in fabbrica, negli ospedali, nelle forze
armate. Terminato il conflitto, la rivista torna a una visione più domestica
e le donne continuano a farsi strada sorridendo, fino agli anni Settanta e
all’avvento di una fotografia in cui la vita è ritratta così com’è, nuda e cruda. Women: Il tributo di
L’archivio documenta anche la storia delle donne dietro le immagini: le National Geographic
fotografe e le photoeditor della rivista, le poche che c’erano ai tempi. La alle donne getta luce
e riflette sulla vita
scrittrice e fotografa Eliza Scidmore è menzionata per la prima volta come delle donne con 400
fotografa nel 1907; la stessa Scidmore è considerata inoltre la prima donna straordinarie fotografie
autrice di foto a colori pubblicate dalla rivista, uscite nel 1914. La prima fo- scattate in oltre
30 paesi. A queste
tografa interna dello staff, Kathleen Revis, viene assunta nel 1953; ma le due si aggiungono 17 storie
successive, Bianca Lavies e Jodi Cobb, entrano a farne parte 21 e 24 anni private narrate da
dopo. Da allora la rivista chiama però più fotografe a illustrare gli articoli. famose fotografe
di National Geographic
Io sono stata una delle giovani leve. Ho iniziato a collaborare con National e interviste con
Geographic nel 1988 e ricordo ancora l’emozione quando è stato pubblicato personalità come
nel 2000 Women Photographers at National Geographic, un volume di im- Jane Goodall, Sylvia
Earle, Oprah Winfrey,
magini firmate da oltre 40 fotografe. Quattro anni dopo sono entrata nello Laura Bush, Nancy
staff come photoeditor senior e nel 2013 sono diventata la prima direttrice Pelosi e Melinda
del settore fotografico della rivista. Come recita il cartello sulla pagina a Gates. Il volume
sarà disponibile a
fronte, We’ve come a long way, baby ne abbiamo fatta di strada, bimba! novembre nelle librerie
Oggi che ricorre il centenario di questa collezione la rivista descrive storie e, in versione originale,
vere che parlano di donne vere, con immagini scattate da altre donne. Inco- a: shopng.com/books.
raggiamo lo “sguardo femminile”, l’idea che le fotografe possano vedere il
mondo diversamente rispetto agli uomini e scelgano di approfondire e dare Sarah Leen è la
direttrice del settore
risalto a temi diversi. Grazie alla visione e alle immagini delle fotografe ab- fotografico di National
biamo la possibilità di mostrarvi tutto il mondo, non solo una parte di esso. j Geographic.

PAGINE PRECEDENTI: (FILA IN ALTO, DA SINISTRA A DESTRA) ERIKA LARSEN; DIANA MARKOSIAN; L. GAUTHIER; CIRIL JAZBEC; ERIKA LARSEN; ROBIN HAMMOND (FILA IN BASSO,
DA SINISTRA A DESTRA) ZACKARY CANEPARI; WILLIAM ALBERT ALLARD; THOMAS J. ABERCROMBIE; ROBERT B. GOODMAN; ANONIMO; B. ANTHONY STEWART

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1971, M ASSACHUSET TS

Durante i festeggiamenti
del giorno di laurea
alcune ex studentesse
dello Smith College,
classe 1921, sfilano con
cartelli che evidenziano
i progressi compiuti
dalle donne nell’arco
di mezzo secolo.
DAVID ARNOLD

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NELLE FOTO DEL PASSATO

LE DONNE POSANO
IN SCENE TRADIZIONALI.

I N A LT O

Eliza Scidmore,
considerata la prima
donna a fotografare
per National
Geographic, caldeggiò
l’uso di foto a colori
nella rivista. In questa
ritrasse tre ragazze
giapponesi fra rami
fioriti di ciliegio.
ELIZA SCIDMORE

I N A LT O A D E S T R A

Due appassionate di ANTE 1918, GIAPPONE


pesca mostrano il
proprio bottino di
Oncorhynchus clarkii
bouvieri, una varietà di
trota indigena del
parco di Yellowstone.
1940 circa.
EDWIN L. WISHERD

IN BASSO

Due nuotatrici e artiste


di spettacolo si
mettono il rossetto
nelle acque
limpidissime di
Wakulla Springs,
Florida, popolare
scenario di film
subacquei.
J. BAYLOR ROBERTS

IN BASSO A DESTRA

La reginetta e due
damigelle della mostra
annuale delle rose
di Thomasville,
Georgia, con bouquet
di rose rosse locali
fra le braccia.
HOWELL WALKER

ANTE 194 4, FLORIDA (USA)

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L E D O N N E H A N N O A S P E T TAT O M O LT I D E C E N N I P R I M A D I E S S E R E P R E S E N TAT E
sulla rivista come era normale fare con gli uomini, in quanto personalità della
scienza, dell’esplorazione, giramondo o leader. Agli inizi venivano raffigurate di
frequente come esotiche bellezze a seno nudo, ma dagli anni Settanta a oggi sono
apparse sempre più spesso in articoli più vari, così come le vite che conducono.

ANTE 1940, YELLOWSTONE (USA)

1953, GEORGIA (USA)

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1905, ALGERIA

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In quanto co-
presidente di
Afrekete, gruppo
universitario di
sostegno, l’artista,
attivista e studentessa
Janae’ Sumter ha
incoraggiato lo
Spelman College di
Atlanta a dare maggior
supporto agli studenti
LGBTQ.
RADCLIFFE “RUDDY” ROYE

PA G I N A A F I A N C O

La ragazza adorna
di monete d’oro
appartiene alla tribù
algerina degli Ouled
Naïl. Una didascalia
del 1922 parla
delle giovani che
raccoglievano monete
per la dote danzando
nelle città portuali del
Mediterraneo.
RUDOLF LEHNERT E
ERNST LANDROCK

2 0 1 7, G E O R G I A

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SPESSO UN FOTOGRAFO UOMO

E UNA FOTOGRAFA DONNA


HANNO PUNTI DI VISTA DIVERSI.

I N A LT O

Un pasto tutto al
femminile a base di
pane arabo, carne e
frutta nel Giardino
delle Donne, area
verde alle porte
della città afghana di
Bamiyan in cui le donne
possono socializzare
liberamente.
LYNSEY ADDARIO

I N A LT O A D E S T R A

Una famiglia di
lavoratori indiani in
condizione di servitù
accatasta e trasporta 2 0 1 0 , A F G H A N I S TA N
mattoni per ripagare
i debiti contratti.
Aumentati a dismisura
dagli interessi, i debiti
possono durare anche
per generazioni.
JODI COBB

IN BASSO

Irene Sonia posa


davanti a un lenzuolo,
o milaya, una delle
poche cose che sua
madre è riuscita a
portare con sé nella
fuga dal Sud Sudan
verso l’Uganda.
NORA LOREK

IN BASSO A DESTRA

Fuatapu Halangahu
pratica arti marziali
con i commilitoni a
Tonga, regno insulare
della Polinesia che
ha cominciato ad
ammettere le donne
nelle sue forze armate
nel 1979.
AMY TOENSING

2 0 1 7, U G A N D A

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pubblicò una foto di Eliza Scidmore, prima
N E L 1 9 0 7 N AT I O N A L G E O G R A P H I C
fotografa della rivista e prima donna fra i suoi collaboratori. Le foto furono poi
quasi sempre realizzate da uomini; quando la situazione è cambiata, è cambiata
anche la nostra visione del mondo. Nel 2018 i servizi di National Geographic
illustrati da donne sono stati quasi il triplo rispetto al decennio precedente.

2002, INDIA

2 0 0 7, T O N G A

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16 N AT I O N A L G E O G R A P H I C

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2 0 0 7, M O N G O L I A

La farmacista
raggiante (a destra)
ha incontrato una
popolarissima attrice
sua beniamina in una
piazza di Ulan Bator.
LYNN JOHNSON

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D: Qual è il più grande ostacolo che ha dovuto superare?

IL BISOGNO DI COMPIACERE.

QUESTO ACCADE QUANDO


NON SIAMO EDUCATE A

CAPIRE
LE NOSTRE QUALITÀ E QUANTO

VALIAMO.
Oprah Winfrey
MAGNATE DEI MEDIA
Dopo un’infanzia segnata da abusi sessuali
e povertà è arrivata ad avere successo,
fama e una piena realizzazione. E usa
la storia della sua vita per incoraggiare le
donne oppresse. Winfrey è un personaggio
molto potente nel campo della televisione,
dell’editoria e dell’intrattenimento.

18 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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D: Qual è il più grande ostacolo che ha dovuto superare?

CHRISTINE TARA HOUSKA TAYLORANN


LAGARDE
PRESIDENTE DI UNO
SMITH
N A T I VA A M E R I C A N A
E M EM BRO DELL A
COUCHICHING FIRST
“DONNA QUEER DI
N A T I O N , L’AV V O C A T A
DEGLI STUDI LEGALI C O L O R E ”, C O M E L E I
H O U S K A S I O C C U PA
P I Ù I M P O R TA N T I D E L STESSA SI DEFINISCE,
DEI DIRITTI DEI
MONDO, M INISTR A S M I T H S TA P E R
POPOLI INDIGENI, CHE
D E L L’ E C O N O M I A SPECIALIZZARSI IN
R A P P R E S E N TA A N C H E
D E L S U O PA E S E , BIOLOGIA M ARINA
A WA S H I N G T O N .
LA FRANCIA, E FA PA R T E D E L L A
E D U E V O LT E COM MUNITY
PRESIDENTE DEL
F O N D O M O N E TA R I O il 67% D I N AT I O N A L
GEO GR A PH IC WOM EN
INTERNAZIONALE: delle dirigenti O F I M PA C T.*
d’azienda - rispetto
L AGA R DE È L A PR I M A
al 32% degli uomini
D O N N A A VA N T A R E
nella stessa posizione Non farmi consumare
UN CURRICULUM - ha dichiarato in un da traumi, aggressioni
FITTO DI INCARICHI recente sondaggio di e maltrattamenti che
COSÌ PRESTIGIOSI. non essere riuscita a ho subito, specialmente
ottenere un aumento
E ORA È PRESIDENTE negli anni formativi. Essere cresciuta con
o una promozione
DELLA BANCA
per i quali aveva i
Sul piano personale una madre single e
CEN TR A LE EUROPEA . requisiti a causa della questo mi ha permesso senza il coinvolgimento
cosiddetta “sindrome di capire l’importanza di mio padre è stato
dell’impostore”. del perdono, di andare
L’espressione, coniata
impegnativo. Mia
avanti e concentrarmi madre faticava a pagare
dagli psicologi negli
anni ‘70, indica il
su come fare meglio. le bollette e a dare
disturbo che affligge In che modo possiamo da mangiare a me
chi dubita del proprio capirci e creare spazi e a mia sorella, ma il
A 16 anni ho perso mio talento e teme di per chi è sopravvissuto
padre; quel momento essere un impostore,
suo amore non ci è mai
a tutto ciò? Come mancato. La povertà è
difficile è stato nonostante
i risultati che
possiamo fare meglio un’esperienza che non
un ostacolo. E in effetti complessivamente,
ottiene dimostrino auguro a nessuno,
penso che anche il contrario. come società?
io stessa possa ma mi ha reso più forte.
rappresentare Crescendo vicino a
un ostacolo. Negli anni Chicago non ho potuto
ho dovuto lottare studiare l’oceano
con il problema della come sognavo, fino
a quando ho ricevuto

“IL PATRIARCATO
mancanza di fiducia.
Probabilmente una borsa di studio al
è qualcosa di Duke University Marine
strettamente legato al Lab. Ho fatto ricerche,
senso di perdita causato creato collegamenti
dalla morte di mio
padre. Ogni volta che
vi trovate di fronte
È e sono cresciuta come
scienziata. Non pensavo
che una persona
come me potesse fare

ENORME”.
a quel senso di perdita,
a quella mancanza così tante cose!
di sostegno, d’amore e
d’altro, dovete costruire
la fiducia dentro di voi. Alicia Garza, sostenitrice dei diritti
Penso che l’amore sia dei lavoratori, è tra le fondatrici del movimento
un motore straordinario #BlackLivesMatter.
per costruirla e che se Il patriarcato è un ostacolo enorme. Il razzismo.
E anche la “sindrome dell’impostore”, un sottoprodotto
ti manca all’inizio devi di entrambe le cose. Quella per cui non riesci
sempre lottare contro a immaginare perché qualcuno dovrebbe pensare
la tua scarsa fiducia. che tu possa essere un leader o considerarti tale.

20 *NATIONAL GEOGRAPHIC’S WOMEN OF IMPACT, UNA COMMUNITY IN CUI LE DONNE CONDIVIDONO LE LORO STORIE: ON.NATGEO.COM/WOMENOFIMPACT.
LE INTERVISTE SONO STATE MODIFICATE PER MOTIVI DI SPAZIO E CHIAREZZA. LE RISPOSTE ITALIANE SONO STATE RACCOLTE DA ALESSANDRA CLEMENTI
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“IL MIO PIÙ GRANDE
OSTACOLO
SONO IO”.
Î Jacinda Ardern è primo ministro neozelandese.
È stata la seconda leader della storia moderna
a partorire quando era in carica (la figlia è nata
nel 2018). Nove mesi dopo ha reagito al massacro
di 50 persone in due moschee di Christchurch
chiedendo di riformare la legge sulle armi.
Sono io il mio più grande ostacolo, perché nessuno
sarà mai in grado di criticarmi più di quanto non faccia
già da sola. Che siano o no le più severe critiche di sé
stesse, che esagerino o meno in mancanza di fiducia,
penso che molte donne siano eccessivamente
dure verso se stesse e le proprie capacità.

PAOLA
Î
ELENA
CORTELLESI CATTANEO
AT T R I C E E C A N TA N T E , FA R M A C O L O G A
NEL 2011 HA VINTO E BIOLOGA
I L DAV I D S P E C I A L I Z Z ATA
D I D O N AT E L L O C O M E N E L L A M A L AT T I A
M I G L I O R E AT T R I C E DI H U N TINGTON,
P R O TA G O N I S TA . È S E N AT R I C E A V I TA
TR A LE SUE PIÈCE DA L 2 01 3 .
ANCHE UN MONOLOGO
CON T RO L A V IOLENZ A
SULLE DONNE.

L’organizzazione della
vita professionale e
familiare insieme non è
La diffidenza. Quello sempre stata semplice,
della diffidenza è stato ma non l’ho vissuta
un muro che ho dovuto come un vero ostacolo.
scavalcare ogni volta Il vero scoglio l’ho
che ho intrapreso incontrato quando ho
strade professionali da iniziato a impegnarmi
sempre considerate più pubblicamente per far
maschili. Anche dopo prevalere i fatti della
tanti anni di attività, scienza sulle opinioni.
è un ostacolo che non Non pensavo sarebbe
posso mai considerare stato così faticoso.
davvero superato. La resistenza è forte.

FOTO: ERIKA LARSEN; ALESSANDRA BENEDETTI, GETTY IMAGES (CORTELLESI). ILLUSTRAZIONE: LAUREN TAMAKI.

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22 N AT I O N A L G E O G R A P H I C

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SI FANNO

SENTIRE
DECIDONO

DA SOLE
CAMBIANO

I DESTINI
PLASMANO

IL FUTURO In tutto il mondo le donne fanno


a s c o l t a r e l a p r o p r i a vo c e p e r
promuovere la parità di genere nei
luoghi del potere e nelle loro comunità.

DI R A N I A ABOUZEID

FOTOGRAFIE DI L Y N N JOHNSON

23

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FRANCIA

ATTIVISTA
PER LA PACE
Quando, nel 2012,
un musulmano
radicalizzato di Tolosa
mosso da furia omicida
ha compiuto una serie
di omicidi, la sua
prima vittima è stata
un musulmano: il
paracadutista Imad
Ibn Ziaten, scelto come
bersaglio perché
prestava servizio
nell’esercito francese.
Devastata dal dolore,
la madre Latifa Ibn
Ziaten ha fondato
l’associazione Imad per
la gioventù e la pace.
Immigrata di origini
marocchine, Ibn Ziaten
- qui mentre legge un
libro ai suoi nipotini -
visita scuole e prigioni
per sostenere la causa
della comprensione
reciproca. «Se guardi
le persone negli occhi
e sorridi, loro si
avvicineranno a te»,
afferma.

K E N YA

CERCATRICE
DI ELEFANTI
Foto precedente:
già madre di tre figli
a 23 anni, Mpayon
Loboitong’o bada
al gregge di capre
della sua famiglia da
sola; il marito è stato
ucciso a Nairobi, dove
si era trasferito per
cercare lavoro. Mpayon
svolge anche un altro
lavoro a tempo pieno:
segue i movimenti
degli animali selvatici
per conto dell’ONG
Save the Elephants.
Per uno stipendio
mensile, attraversa
la boscaglia disarmata,
insieme ad altre otto
donne, per localizzare
elefanti, leoni e bufali
neri. «Faccio questo
lavoro per dare da
mangiare ai miei figli
tutti giorni», dice.

DONNE IN AZIONE 25

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INDIA

SUORE
CORAGGIOSE
Continuano a subire
pressioni dalle loro
madri superiori
per rimanere tranquille
e smettere di creare
problemi, ma loro
non si arrendono.
Quando una suora del
Kerala ha raccontato
alle autorità della
Chiesa di essere
stata ripetutamente
violentata da un
vescovo, nessuno ha
preso provvedimenti.
La suora allora si è
rivolta alla polizia.
Mesi dopo, nel
settembre 2018, queste
religiose hanno
protestato per due
settimane davanti
al tribunale del Kerala.
Il vescovo si è
dichiarato innocente,
ma è stato arrestato.
Da sinistra: suor Alphy,
suor Nina Rose, suor
Ancita, suor Anupama
e suor Josephine.
Anziché difenderle, le
autorità ecclesiastiche
hanno tolto loro
l’indennità mensile.

26 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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TH E RE SA K AC H I N DAM OTO RI C O RDAancora il primo matrimonio precoce
a cui mise ine, pochi giorni dopo essere diventata la prima donna a ri-
coprire il ruolo di capo supremo del suo popolo, gli Ngoni del Malawi.
Camminando nel distretto di Dedza, a sud-est della capitale Lilongwe,
era passata accanto a un gruppo di bambine e bambini che giocavano a
calcio - una scena piuttosto comune nel suo paese - ma poi aveva visto
una bambina abbandonare la partita per andare ad allattare un neonato.
«Ero sconvolta», racconta Kachindamoto. «E profondamente addolo-
rata». La giovanissima mamma «aveva 12 anni, ma quel giorno mi mentì
e mi disse che ne aveva 13».
Quando Kachindamoto informò gli anziani sulla situazione della gio-
vane Cecilia si sentì rispondere: «Sì, è un’usanza molto difusa, ma adesso
sei il capo e puoi fare quello che vuoi». Kachindamoto decise di agire.
Annullò il matrimonio e rimandò la ragazzina a scuola. Era il 2003. Il capo
pagò le sue tasse scolastiche ino alla ine delle superiori. Oggi Cecilia Questo servizio
fotografico è stato
gestisce un negozio di alimentari. Tutte le volte che Kachindamoto va a realizzato con i fondi
trovarla Cecilia la ringrazia di cuore. del Pulitzer Center
for Crisis Reporting.
Da allora il capo supremo Kachindamoto, 60 anni, ha messo ine a un
totale di 2.549 unioni, rimandando a scuola le piccole spose. Ha anche
proibito un rituale di iniziazione per le ragazze che raggiungevano la
pubertà che implicava la perdita della verginità con un estraneo.
La voce di Kachindamoto è una delle tante che si alzano nel mondo
per i diritti delle donne.
“La voce di una donna è una rivoluzione”, recitava uno slogan delle
manifestanti egiziane che protestavano in piazza Tahrir, al Cairo, durante
la campagna contro gli stupri e le molestie sessuali organizzata nel 2013.
Un invito a rompere il silenzio che spesso è lo status quo in Egitto e - come

28 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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INDIA

ELETTRICI
INTREPIDE
La Costituzione indiana,
entrata in vigore
nel 1950, garantisce
il diritto di voto
a tutti i cittadini
senza distinzione
di “religione, razza,
casta, sesso o luogo
di nascita”. In altre
parole, le donne
indiane votano sin
dalla nascita della
repubblica e
continuano a farlo.
Queste donne di
Bengaluru hanno
appena espresso
il proprio voto per
le elezioni parlamentari
del 2019; secondo
un’usanza diffusa
in tutta la nazione
i funzionari elettorali
tracciano un segno
sulle unghie con un
inchiostro indelebile
per impedire che
una persona voti più
di una volta. Le donne
occupano ancora solo
il 14 per cento dei
seggi parlamentari.
Ma da quando
la Commissione
elettorale dell’India
ha dimostrato il movimento #MeToo - nel resto del mondo. Dalla Francia ha stabilito che
in ogni distretto
all’India, dalla Namibia al Giappone, negli ultimi anni le donne hanno parlamentare ci siano
sentito più forte il bisogno di contestare i comportamenti illeciti degli seggi con personale
uomini, accendendo un dibattito globale sul sessismo, la misoginia e le esclusivamente
femminile, in alcuni
dinamiche di potere di cui sono vittime a casa e fuori. Stati il numero
Per molti versi il mondo è ancora dell’uomo ma, dalla politica alle arti, di elettrici è superiore
le donne si stanno impegnando per cambiare le loro comunità. La mis- a quello degli elettori.
sione viene portata avanti su fronti diversi: nelle istituzioni di governo,
nei luoghi di lavoro e a casa, scendendo in piazza a protestare e raccon-
tando pubblicamente la propria storia.
In paesi come il Ruanda e l’Iraq le quote legislative garantiscono una si-
gniicativa presenza femminile in Parlamento. Dal 2003 il Ruanda vanta,
in proporzione, il più alto numero di parlamentari donna del mondo (vedi

DONNE IN AZIONE 29

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FRANCIA

MADAME
SINDACA
Quando Marième
Tamata-Varin ha
accettato la
candidatura a sindaco
del paesino di Yèbles,
nel 2014, i suoi figli
hanno subito atti
di bullismo e lei è stata
apostrofata con insulti
razzisti e anti-islamici.
È stata la prima volta,
racconta l’immigrata
nata in Mauritania, che
si è sentita etichettare
come “diversa”. Eppure
ha vinto le elezioni
ed è diventata
la prima sindaca nera
e musulmana di Francia.
Dalle sale del municipio
nobilitate dal busto
della Marianna,
il simbolo della Francia
repubblicana, Tamata-
Varin è riuscita
a raccogliere fondi
per costruire una
nuova scuola e per
altri progetti civici.

30 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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il graico a pag. 61). In Malawi e in altri paesi africani in cui le quote rosa
non esistono, il cambiamento viene attivato sul campo, attraverso i capi
Il femminismo donna che promuovono l’emancipazione di donne e bambine.
occidentale Ma cambiare le cose non è facile. La mentalità patriarcale è profonda-
qui non può mente radicata, soprattutto negli Stati autoritari in cui sidare il sistema
funzionare […]
In Africa le comporta gravi rischi, tanto per le donne quanto per gli uomini. A oggi,
donne hanno la parità di genere non esiste. Nazioni come l’Islanda e la Norvegia sono
sempre avuto all’avanguardia e occupano i primi posti del Global Gender Gap Index
ruoli di
comando e stilato ogni anno dal Forum Economico Mondiale (Wef). La classiica,
non li hanno compilata su base demograica, misura il divario di genere in quattro set-
ottenuti tori cruciali: sanità, istruzione, economia e politica. Il Malawi e la maggior
intimidendo
gli uomini, ma parte degli altri paesi dell’Africa subsahariana si collocano nella parte
coinvolgendoli bassa della classiica. Tuttavia, poiché si registrano diferenze signiicative
e convincendoli all’interno di una stessa regione, Ruanda e Namibia si trovano nella parte
[…] Dobbiamo
guardare alta, rispettivamente al sesto e al decimo posto. Il Ruanda ha raggiunto
alle nostre questa posizione grazie soprattutto a una serie di leggi a favore delle donne
tradizioni e approvate dopo il genocidio del 1994 (vedi il servizio a pag. 54)
andare avanti
a modo nostro. La disuguaglianza di genere non è dovuta, né limitata, a ragioni geo-
graiche, razziali o religiose. Il Canada, per esempio, occupa il sedicesimo
posto al mondo, mentre gli Stati Uniti scendono al cinquantunesimo. La
perdita di posizioni, dovuta alla stagnazione del sottoindice della rap-
J OYC E B A N DA
EX PRESIDENTE
presentanza politica, all’aumento del divario di genere negli incarichi
D E L M A L AW I ministeriali e a un calo nel settore dell’istruzione, ha di fatto peggiorato
la classiica dell’America del Nord considerata nel suo complesso.
Il rapporto del Wef è utile per conoscere il grado di inluenza, e le dii-
coltà, delle donne nel mondo e in particolare in Medio Oriente e in Africa,
due vaste regioni che spesso vengono viste come monoliti uniformi, senza
tener conto di diferenze e sfumature che rendono ogni nazione unica.
«In Medio Oriente non c’è un unico tipo di donna», dice l’attrice e regi-
sta libanese Nadine Labaki, che l’anno scorso è entrata nella storia degli
Academy Awards diventando la prima cineasta araba candidata all’Oscar
per Cafarnao - Caos e miracoli, un ilm drammatico sui bambini di strada.
«Ci sono donne molto diverse, e la maggior parte dimostra di avere
una forza straordinaria, anche nelle circostanze più diicili», prosegue.
«Ogni donna combatte a modo suo, che sia all’interno della famiglia o
nei luoghi di lavoro. Ma sempre con grande forza. Quando penso a una
donna del Medio Oriente non la immagino debole e sottomessa. Mai».
Secondo Bochra Belhaj Hamida, parlamentare tunisina, avvocata per
i diritti civili, nonché fondatrice ed ex presidente dell’Associazione tuni-
sina delle donne democratiche, è «da colonialisti» pensare che una donna
araba si accontenti di avere meno diritti di una occidentale. Semplice-
mente, cerca di arrivare a quei diritti adottando un approccio diverso.
In Iran le attiviste continuano coraggiosamente a battersi, attraverso
gesti di protesta individuali, nei social media e nelle loro case, per otte-
nere cambiamenti, tra cui l’abolizione dell’obbligo di indossare l’hijab
imposto dalle autorità della Repubblica islamica. Negli ultimi anni decine
di donne hanno compiuto il gesto simbolico di togliersi il velo in pubblico
facendosi riprendere in video diventati virali con l’hashtag #whitewed-
nesdays. Lo scorso marzo Nasrin Sotoudeh, l’avvocata per i diritti civili
che ha rappresentato in tribunale molte delle donne arrestate, è stata
condannata a 38 anni e sei mesi di prigione e 148 frustate.
Eppure lo scorso ottobre, dopo una campagna di protesta durata anni,
la stessa autorità religiosa che ha condannato le donne per essersi mo-

32 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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strate senza velo ha concesso alle madri iraniane la possibilità di tra-
smettere la loro nazionalità ai igli nati da padri stranieri. Un diritto che
Stati più progressisti del Medio Oriente - come il Libano, dove le donne
sono libere di indossare quello che vogliono - ancora non garantiscono,
malgrado le ripetute pressioni.
I progressi in materia di diritti delle donne non si misurano in base a
segni supericiali come l’abbigliamento, ma valutando principi più pro-
fondi, come la possibilità di scegliere cosa indossare e il poter controllare
e prendere decisioni riguardo ad altri aspetti della propria vita.
Fino a non molto tempo fa le donne e le ragazze dell’Arabia Saudita
avevano bisogno dell’autorizzazione di un tutore uomo per viaggiare,
sposarsi o studiare. Ad agosto scorso sono state introdotte nuove leggi
per allentare questo sistema di custodia legale che considera le donne alla
stregua di minori. Le stesse autorità saudite che nel 2018 hanno abolito il
divieto di guidare per le donne hanno arrestato le attiviste che per prime
si erano battute per quel diritto. Molte di loro sono ancora in prigione e,
stando ai loro familiari, oltre a essere tenute in isolamento sono vittime di
percosse, torture e molestie sessuali. Fra i vari reati, sono accusate anche
di aver preso contatto con organizzazioni internazionali. Il messaggio
è chiaro: in Arabia Saudita i diritti delle donne possono essere elargiti
dalle autorità, ma non conquistati dal basso.
Ma allora quali sono i modi più eicaci per perseguire la parità di ge-
nere? Dalle esperienze di alcuni Stati africani e arabi si ricavano indi-
cazioni interessanti sui modi in cui le donne possono rivoluzionare le
società in cui vivono.

Nel 2012 Joyce Banda


è diventata la prima
presidente donna del Malawi, anche se non appartiene a una famiglia
storicamente legata alla politica e anche se in Malawi, una delle nazioni
più povere dell’Africa, non esistono le quote parlamentari. Incuneato tra
Zambia, Tanzania e Mozambico, il paese ha una popolazione di quasi 18
milioni di persone. I ripetuti tentativi di introdurre le quote rosa in Parla-
mento (il più recente nel dicembre 2017) sono sempre falliti. Eppure, mal-
grado l’assenza di istituzioni che le agevolassero il percorso, Joyce Banda,
che non poteva contare neppure su risorse economiche ingenti o eventuali
conoscenze familiari, ha raggiunto una posizione di assoluto rilievo.
Suo padre era nella banda musicale della polizia. Joyce ricorda che
quando aveva otto anni un amico di famiglia che lei chiamava zio John
disse a suo padre che vedeva in lei grandi potenzialità. «Quelle parole
fecero presa. Zio John aveva piantato un seme», racconta, «e sono stata
fortunata, perché mio padre ha continuato a ricordarmele. In qualche
modo ho sempre saputo che mi sarei fatta strada nella vita».
Banda è stata eletta vicepresidente nel 2009, dopo essere stata a capo
del ministero per le Questioni di genere, la tutela dei minori e i servizi
comunitari e ministra degli Esteri. È diventata presidente dopo la morte
improvvisa del suo predecessore ed è rimasta in carica dal 2012 al 2014.
L’Africa ha avuto diversi presidenti donna. «L’America ci sta ancora
provando», aferma Banda. «Ci deve essere qualcosa che facciamo bene».
Secondo lei, il progresso dell’Africa in questo settore è dovuto alla sua

DONNE IN AZIONE 33

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FRANCIA

INNOVATRICE
DELLA MODA
Maria Grazia Chiuri,
direttrice creativa di
Dior, scoppia a ridere
mentre la responsabile
del reparto sartoria
cerca di sistemare un
capo elaborato. La sua
nomina alla posizione
più prestigiosa della
celebre maison ha fatto
notizia nel mondo
della moda: nei suoi
72 anni di esistenza
Dior non aveva mai
offerto l’incarico a una
donna. Secondo Chiuri,
anche l’alta moda
può rappresentare
un modo di sostenere
i diritti delle donne;
durante una sua sfilata
le modelle indossavano
T-shirt con scritte
come “Sisterhood
is powerful” (La
sorellanza è potente)
o “We should all be
feminists” (Dovremmo
essere tutte
femministe).

34 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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FRANCIA storia precoloniale - fatta di donne in posizioni di potere e sistemi ma-
triarcali, poi messi fuori causa dal patriarcato dei colonizzatori occiden-
TERAPEUTA tali - e a un approccio femminista conciliante.
Saint-Paul de Mausole, «Il cosiddetto femminismo occidentale qui non può funzionare», so-
un monastero dell’XI
secolo in Provenza, stiene, perché, a suo dire, è fondato su un atteggiamento conflittuale.
è anche sede di un «Non otterremo la parità di genere importando modelli stranieri. Qui
istituto psichiatrico; in Africa le donne hanno sempre avuto ruoli di comando e non li hanno
Vincent van Gogh
dipinse opere immortali ottenuti intimidendo gli uomini, ma coinvolgendoli e convincendoli a
quando fu ricoverato dare loro più spazio». E aggiunge: «È una questione di approccio. Noi
qui. Anik Bottichio dobbiamo guardare alle nostre tradizioni e andare avanti a modo nostro».
dirige il laboratorio
di arteterapia riservato Sono state le esperienze della sua vita a forgiare la volontà di Joyce
alle donne con traumi Banda di battersi per i diritti delle donne, prima nell’ambito dello svi-
e problemi. L’arte luppo sociale e successivamente in politica. Ricordando la storia della
«le aiuta a rendersi
visibili, in primo luogo a sua migliore amica, Chrissie Zamaere, che fu costretta ad abbandonare
se stesse e poi agli altri». gli studi dopo la scuola elementare perché i suoi genitori non potevano

36 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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permettersi i sei dollari della retta scolastica, ha creato la Joyce Banda S TAT I U N I T I

Foundation che, tra le altre cose, ha consentito a 6.500 bambine di stu-


diare in scuole gratuite. Sopravvissuta a un matrimonio violento durato
ASTROFISICA
una decina d’anni e convinta che solo l’indipendenza economica possa Il suo corpo era
maschile, ma i disegni
garantire alle donne maggiori possibilità di scelta, Banda ha dato vita in cui si ritraeva durante
alla National Association of Business Women che concede prestiti per l’infanzia mostravano
avviare piccole attività commerciali. una bimba di nome
Rebecca. Ideatrice di
Nel 2006, quando era ministra per le questioni di genere, Banda ha uno strumento per la
fatto approvare una legge contro la violenza domestica e nel 2013, durante ricerca di esopianeti
il suo mandato presidenziale, il Parlamento del Malawi ha ratiicato il con il telescopio Hale
dell’osservatorio
Gender Equality Act. Nei due anni della sua amministrazione, il tasso di Monte Palomar,
di mortalità materna del paese è diminuito. Avendo vissuto in prima in California, Rebecca
persona l’esperienza dell’emorragia post-partum dopo aver dato alla luce Oppenheimer dice, del
suo cambio di genere:
il suo quarto iglio, Banda aveva molto a cuore il problema. È riuscita a «Ho smesso di fingere
ottenere la collaborazione dei capi locali, convincendoli a incoraggiare di essere un uomo».

DONNE IN AZIONE 37

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il parto in clinica con l’assistenza medica anziché il tradizionale parto in
casa. Questo è un esempio, spiega, di femminismo che agisce all’interno
di una cultura e si avvale anche del sostegno degli uomini per cambiare.
Noi attiviste
temevamo La popolazione del Malawi, in gran parte rurale, è profondamente
che la conservatrice, aferma Banda, e per quanto in alcune comunità sia in
rivoluzione vigore un sistema di discendenza matrilineare e le donne partecipino alla
riportasse
indietro scelta di un capo uomo, «in questo paese i capi locali sono per tre quarti
le donne, ma uomini e maschilisti», aggiunge. «Non potete immaginare quanto! L’85
è accaduto per cento del nostro popolo vive in comunità rurali, e quindi è soggetto
esattamente
il contrario. alla loro autorità. Per conquistare diritti è necessario coinvolgere i capi e
trasformarli in sostenitori della causa, ed è questo che ho fatto».
Le organizzazioni internazionali peccano di «ingenuità», sostiene
ancora Banda, «quando vengono in Africa sperando di risolvere i nostri
BOCHRA BELHAJ
HAMIDA
problemi. Possono rimanere qui anche vent’anni e ottenere comunque
AV V O C ATA scarsi risultati, perché alcune delle questioni che vogliono afrontare
E PA R L A M E N TA R E ,
sono troppo profondamente radicate nella tradizione». Per cambiare una
TUNISIA
cultura è necessario agire dall’interno.
Kachindamoto, la cui giurisdizione si estende su 551 villaggi e 1,1 mi-
lioni di persone, si considera «una custode della cultura». Eppure, da
quando è diventata capo nel 2003, si è adoperata per cambiare alcune
pratiche tribali, tra cui il rito d’iniziazione che obbligava le ragazze che
entravano nella pubertà a perdere la verginità con degli estranei.
Kachindamoto ha dovuto superare le resistenze, accompagnate a volte
da minacce di morte, non solo di sottocapi e autorità dei villaggi su cui
governa, ma anche di altri capi suoi pari. La sua famiglia è preoccupata
per la sua sicurezza. Alcuni capi anziani l’hanno contrastata, racconta,
sostenendo che «questa cultura ci è stata trasmessa perché la rispettas-
simo. Chi sei tu per cambiarla?». A queste obiezioni lei rispondeva: «Siete
liberi di non intervenire nella vostra area, ma nella mia la situazione
cambierà, che vi piaccia o meno».
Anche suo padre, da capo, aveva tentato di proibire il rito d’iniziazione;
lei c’è riuscita grazie anche alla paura dell’Hiv/Aids in un paese in cui un
adulto su 11, di età compresa tra i 15 e i 49 anni, ha contratto l’infezione.
Kachindamoto ha vietato i matrimoni precoci, rimandando a scuola
le bambine, molto prima del 2015, anno in cui il Malawi ha approvato la
legge che innalza da 15 a 18 anni l’età legale per sposarsi. Nel 2017 anche
la Costituzione è stata emendata in conformità con la nuova legge. Poi-
ché all’inizio la gente non voleva neppure ascoltarla, Kachindamoto ha
escogitato uno stratagemma brillante: ha formato un gruppo musicale
itinerante per lanciare il proprio messaggio contro il matrimonio infan-
tile e i riti d’iniziazione. Da allora ha imposto leggi locali contro queste
pratiche nella propria giurisdizione, esautorando pubblicamente i capi
uomini che continuavano a tollerarle perché il gesto fungesse da esempio
per la comunità. Allo stesso tempo ha promosso all’incirca 200 donne in
posizioni di autorità.
I matrimoni precoci sono collegati alla povertà, così Kachindamoto
cerca di combattere entrambi. Sa che nella sua regione basata sull’agricol-
tura le tasse scolastiche sono uno tra i principali ostacoli che impediscono
alle bambine di proseguire gli studi. «Parlo con i direttori delle scuole per
convincerli a non mandare via le bambine che non pagano, perché se lo
fanno i genitori le fanno sposare subito».
La sua voce non è l’unica impegnata nel cambiamento del paesaggio
culturale del Malawi. Attraverso la Mwanza Traditional Authority del

38 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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distretto di Salima, anche Chalendo McDonald, 67 anni, meglio cono-
sciuta come capo Mwanza, ha proibito i riti di iniziazione sessuale e i
matrimoni precoci. Il capo Mwanza governa su oltre 780 villaggi e circa
900 mila persone di etnia Chewa. Anche lei ha deciso di contribuire alla
trasformazione del Malawi, portando a 320 il totale delle donne che oc-
cupano posizioni di potere nel suo distretto perché, spiega, «i capi donna
si battono per i problemi delle donne».
Ha annullato 2.060 matrimoni precoci, eppure, malgrado i divieti, il
problema non è stato risolto del tutto. Le ho chiesto quando fosse stata
l’ultima volta che aveva salvato una bambina da un matrimonio precoce:
«Ieri. E anche il giorno prima c’era stata una discussione su un altro ma-
trimonio di questo tipo. Succede ancora, purtroppo».

In Tunisia, uno Stato


nordafricano
che fa parte anche del mondo arabo e ha una popolazione di circa 11,5
milioni di persone, le donne rivestono ruoli importanti sia in politica sia
nella società civile almeno dagli anni Cinquanta, quando era presidente
Habib Bourguiba. Ma non tutte le donne. Nel 1981 Bourguiba, un uomo
profondamente laico, impedì alle donne di ogni età di indossare l’hijab
all’interno delle istituzioni pubbliche, escludendo così le donne velate
dalle scuole statali, dagli impieghi pubblici e da altri spazi collettivi.
La rivoluzione tunisina del 2011, la prima delle sollevazioni della Prima-
vera araba, ha spodestato il dittatore Zine el Abidine Ben Ali e ha aperto
l’arena politica a igure nuove, incluse le donne velate. Dopo la sua fuga
all’estero, le strade della capitale Tunisi sono visibilmente cambiate e
adesso sono più numerose le donne che vanno in giro con la testa co-
perta, forse più in segno di sida che per convinzione religiosa. Un antico
proverbio arabo recita: “Ciò che è proibito è desiderato”.
Il Codice dello statuto personale, entrato in vigore in Tunisia nel 1956,
è uno dei più progressisti della regione e proibisce la poligamia, garan-
tisce la parità in caso di divorzio, issa un’età minima per il matrimonio
e prevede il consenso reciproco alle nozze. Nel 1965 è stato legalizzato
l’aborto per le donne che avevano cinque o più igli, previo consenso del
coniuge; nel 1973 l’autorizzazione è stata estesa a tutte le donne. Nei de-
cenni successivi le donne tunisine hanno mantenuto le loro conquiste,
grazie anche al fatto che al loro paese sono state risparmiate le guerre, le
sanzioni e la violenza che hanno devastato l’Iraq e altre nazioni.
All’inizio Bochra Belhaj Hamida, parlamentare e avvocata dei diritti
civili, era preoccupata che la situazione potesse cambiare in peggio. «Noi
attiviste temevamo che la rivoluzione riportasse indietro le donne, ma
è accaduto esattamente il contrario». La paura era motivata dal fatto
che il primo governo eletto dopo la rivoluzione era guidato dal partito di
orientamento islamista Ennahdha.
«Senza la rivoluzione è probabile che le riforme sarebbero avvenute lo
stesso, ma molto più lentamente», aferma. «La sollevazione popolare e
la paura di perdere diritti conquistati sono stati un catalizzatore».
I cambiamenti sono stati rapidi e radicali. Nel 2014 è stata approvata
una nuova Costituzione che salvaguarda i diritti garantiti dal Codice dello
statuto personale e decreta l’uguaglianza di uomini e donne. Nel 2017, a

DONNE IN AZIONE 39

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K E N YA dispetto di una forte opposizione, alle donne tunisine è stato riconosciuto
il diritto di sposare un uomo non musulmano, spazzando via così un tabù
LEADER difuso in tutta la regione. In precedenza era stata approvata una nuova
SCIENTIFICA legge contro la violenza domestica e un’altra aveva permesso alle madri
CEO, ambientalista e di recarsi all’estero con i igli senza avere più bisogno del permesso del
attivista: Paula Kahumbu padre dei bambini. Una nuova legge per la “parità di genere orizzontale
dirige l’associazione e verticale” obbliga tutti i partiti politici a candidare alle elezioni locali
ambientalista keniana
WildlifeDirect. Kahumbu un numero uguale di donne e di uomini. Il provvedimento, che mirava a
spiega ai ragazzi far aumentare la rappresentanza femminile, ha portato le donne a con-
di città che visitano quistare il 48 per cento dei seggi dei Consigli comunali nelle elezioni del
il Nairobi National
Park l’interazione tra 2018. Le donne occupano 79 dei 217 seggi parlamentari della Tunisia, la
le specie, per esempio percentuale (36,4) più alta del mondo arabo.
come le formiche Gli incarichi amministrativi, storicamente assegnati per nomina po-
aiutano le acacie
a difendersi dagli litica, come per esempio il ruolo inluente di presidente del Consiglio
animali erbivori. comunale di Tunisi, adesso sono diventati elettivi.

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Le prime elezioni si sono tenute l’anno scorso e la carica di sindaco è K E N YA
andata a Souad Abderrahim, la prima donna a ricoprire questo ruolo da
quando è stato istituito, 160 anni fa. «Il giorno in cui il popolo ha avuto il OPERATRICE
diritto di scegliere, ha scelto una donna», aferma Abderrahim. SOCIALE
Il suo approccio alla gestione del potere ha rappresentato una rottura Dopo aver convinto la
con il passato. Anziché decidere unilateralmente, Abderrahim ha adottato famiglia a farla studiare,
un sistema consultivo allargato a tutti i 60 componenti del Consiglio. In Elizabeth Pantoren si è
laureata, diventando
Tunisia i consigli comunali sono responsabili del governo di una città operatrice di un gruppo
e, per citare le parole di Abderrahim, quello di Tunisi è «come la madre ecologista e paladina
di tutti i consigli», in quanto sovrintende agli altri 350 del paese. «Ho il dell’indipendenza delle
ragazze. Qui mostra
potere di irmare accordi, ma non ne irmerei neppure uno senza discu- a una classe di Karare
terne con i consiglieri», dichiara la sindaca. «La democrazia è inclusione». un contenitore per
La nuova battaglia di Hamida e delle altre attiviste per i diritti civili assorbenti riutilizzabili.
Il messaggio è: nessuna
punta al cambiamento di un’antica tradizione culturale che afonda le ra- deve assentarsi perché
dici nella religione e riguarda i diritti ereditari. Secondo la legge tunisina ha le mestruazioni.

DONNE IN AZIONE 41

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S TAT I U N I T I

UNA GUERRIERA
IN CUCINA
Personalità di rilievo
nel mondo ad alto
tasso di testosterone
della ristorazione
(è l’unica donna ad aver
ottenuto tre stelle
Michelin negli Stati
Uniti), la chef di San
Francisco Dominique
Crenn ha preso quella
che secondo lei era
una decisione ovvia
e la scorsa primavera
ha annunciato
pubblicamente
di avere un tumore
invasivo al seno.
“A tutte le donne
che hanno compiuto
questo viaggio prima
di me e adesso lo
compiono insieme
a me, il mio cuore è
con voi”, ha scritto
ai suoi 270.000
follower di Instagram.
Le manifestazioni
d’affetto e di
solidarietà che
continua a ricevere
la aiutano ad andare
avanti. «Ho capito
una cosa, sapete?
Sono una donna
forte», ha dichiarato.
«I momenti non sono
sempre felici, ma sono
molto grata per quello
che ho. Essere sempre
sotto i riflettori non
è stato mai il mio
obiettivo principale.
Per me ciò che conta
è combattere fino in
fondo ogni battaglia».

DONNE IN AZIONE 43

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in materia, le donne ereditano la metà di quello che spetta agli uomini e
metterla in discussione signiica andare contro l’establishment religioso.
«Il punto su cui neppure noi donne siamo tutte d’accordo è la concezione
della famiglia», aferma Hamida. «Loro ne hanno una visione patriarcale».
Con “loro” Hamida si riferisce a persone come Halima Maalej, conserva-
trice religiosa e attivista che, pur appoggiando la maggior parte delle riforme,
è contraria all’eguaglianza dei diritti ereditari. «Perché dovremmo cambiare
GIORDANIA le fondamenta della nostra società e le sue tradizioni?», è la sua obiezione.
Sostenitrice del partito Ennahdha, Maalej ricorda le diicoltà incontrate
EROINA durante i regimi laici di Bourguiba e Ben Ali. Ha lottato molto per trovare una
ANTI-BARRIERE scuola che l’ammettesse con il velo, prima di essere accettata in un istituto
cattolico. «In pratica eravamo ridotte al silenzio».
Dopo essere stata Oggi lei e le sue amiche velate vogliono essere ascoltate. È convinta che la
per dieci anni la voce
più importante parità di diritti ereditari violi la sharia, la legge islamica. L’islamismo non
dell’accessibilità in è però un fronte monolitico e anche tra le sostenitrici di un partito come
Giordania, Aya Aghaby Ennahdha esistono posizioni diverse. Meherzia Labidi è una parlamentare
è morta lo scorso
agosto a 28 anni. di Ennahdha ed ex vicepresidente dell’assemblea legislativa nazionale.
Costretta su una sedia Come Maalej anche Labidi indossa l’hijab e ricorda la repressione religiosa
a rotelle dopo un che le negava una voce prima della rivoluzione, ma le ainità iniscono qui.
incidente d’auto in cui
aveva riportato una Labidi crede che le donne tunisine debbano confrontarsi di più tra di loro.
lesione al midollo «In Tunisia, e nel mondo arabo più in generale, dobbiamo trovare una voce
spinale, Aghaby era di compromesso tra estremiste laiche ed estremiste religiose».
riuscita a studiare
a Berkeley, in California, Labidi è orgogliosa dei progressi delle donne tunisine e del fatto che nel
un ateneo da sempre dibattito su questioni cruciali, come quella della successione, la Tunisia sia
attento ai diritti ancora una volta d’esempio per il resto del mondo arabo.
dei disabili, e aveva
scoperto che si può «Dovunque la democrazia faccia progressi anche le donne conquistano
essere indipendenti diritti, perché si può parlare e agire. Ma nei luoghi privi di democrazia i
anche su una sedia cambiamenti a favore delle donne, quando ci sono, sono imposti dall’alto, da
a rotelle. In un paese
in cui molti luoghi sono chiunque rappresenti l’autorità», aferma Labidi. «Proprio per questo motivo
difficili da visitare le riforme non sono sentite dalla gente. Noi qui stiamo cercando di fare una
se si è disabili – come cosa molto diicile: penetrare nel tessuto sociale del paese».
il Tempio di Ercole ad
Amman, dove era stata Secondo Labidi, «il patrimonio universale» del femminismo può unire le
fotografata a maggio – donne che occupano posizioni distanti nell’ambito dell’attivismo militante
Aghabi era diventata come Hamida e Maalej. Ma questo signiica anche non avere donne occiden-
consulente alla
mobilità e aveva tali che parlino per loro. «Dicono che noi dovremmo avere più libertà, eppure
lanciato il sito non ci è consentito dichiarare ciò che vogliamo. È questa la libertà? È questo
Accessible Jordan. il femminismo?», aggiunge Labidi, che manda un messaggio alle femministe
Grazie al suo impegno,
oggi i suoi connazionali occidentali: «Vi prego, smettete di parlare a nome nostro e per noi».
e i turisti disabili Anche la regista candidata all’Oscar Nadine Labaki crede fortemente nella
dispongono di guide necessità che le donne raccontino le proprie storie. I tre ilm che ha diretto
online per visitare
i luoghi più suggestivi - a partire dal primo, Caramel, del 2007, uno sguardo sulla vita di cinque
e le mete culturali donne libanesi ambientato in un salone di bellezza di Beirut - esplorano temi
più importanti universali come il patriarcato e la povertà. Labaki spiega che Caramel è nato
della Giordania.
da una sua «ossessione personale» e dalla volontà di mettere a confronto gli
stereotipi secondo cui le donne libanesi «sono sottomesse, non riescono a
La fotografa Lynn esprimere la propria personalità, sono a disagio con il proprio corpo, sono
Johnson ha vinto il dominate dagli uomini», con la realtà molto più complessa delle donne forti
premio Eliza Scidmore che la circondano, a partire dalle sue famigliari.
nel 2019. Rania
Abouzeid ha ottenuto Nel ilm Cafarnao, candidato all’Oscar nel 2018, la regista ha rivolto lo
la Nieman fellowship sguardo sui bambini di strada. Nato nel 2013, il progetto era in parte ispirato
e ha pubblicato il libro all’immagine di Alan Kurdi, il bimbo siriano trovato morto annegato su una
No Turning Back:
Life, Loss, and Hope spiaggia turca dopo la fuga della sua famiglia dalla guerra in Siria.
in Wartime Syria. «Mi sono chiesta che cosa avrebbe detto quel bambino se avesse potuto

44 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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parlare. Quanto sarebbe stato arrabbiato dopo tutto quello che gli era suc-
cesso e tutte le cose che aveva subito?». Labaki spiega che per lei è un com-
plimento se qualcuno le dice che nel suo ilm si avverte la presenza di una
donna dietro la macchina da presa. «Questo non signiica che la mia visione
è migliore di quella di un uomo. È solo diversa, l’esperienza è diversa».
Labaki ha voluto realizzare Cafarnao per scuotere le coscienze sulla sofe-
renza dei bambini: «Ho sentito il bisogno di mostrare a tutti cosa succede».
Nel 2016 si è candidata al Consiglio comunale di Beirut. Non è stata eletta.
«A un certo punto diventi un’attivista anche senza volerlo», aferma. «Per
me non è più una questione di scelta, lo sento come un dovere. Non so se
questo mi porterà a fare politica o a inluenzare i cambiamenti come posso».
Chiedendosi in che modo sia possibile operare un cambiamento reale,
Labaki aferma: «Voglio agire alla mia maniera, dalla mia posizione,
usando la mia voce. A volte si può avere più voce di un politico e quando
è veicolato da un ilm, da un dialogo o da un piccolo video, il messaggio
risuona più forte». j

DONNE IN AZIONE 45

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N E S S U N PA E S E È P E R F E T T Oquando si parla di parità di genere, ma alcuni sono
meglio di altri per le donne. Il Women, Peace and Security Index cerca di valutare queste
disparità globali misurando l’inclusione delle donne nella società, il senso di sicurezza e
l’esposizione alla discriminazione, indicatori chiave della loro condizione. Gli ultimi dati
mostrano che alcuni dei paesi peggiori per una donna hanno fatto passi avanti, ma an-
che che alcuni di quelli ritenuti migliori sono indietro su aspetti cruciali.

VIOLENZE
DIRITTI
PROGRESSI COME LE DONNE VIVONO
NEL MONDO OGGI
DI I R E N E B E R M A N -VA P O R I S, L AW S O N PARKER
E ROSEMARY WARDLEY

National Geographic ha collaborato con il Georgetown Institute for Women,


Peace and Security per illustrare questo indice della condizione femminile.

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L’emancipazione in cifre
Tre categorie principali - inclusione, sicurezza e giustizia - sono ripartite
in 11 sottocategorie per valutare la condizione della donna nel mondo.

INCLUSIONE
Livello di partecipazione femminile alle opportunità economiche, sociali e politiche

Rappresentanza Uso del Occupazione Accesso ai servizi Istruzione


nelle istituzioni cellulare Donne oltre bancari Anni medi di
Percentuale di Ragazze di i 25 anni con Disponibilità di un scolarizzazione
seggi occupati più di 15 anni un impiego conto tra donne tra donne dai
da donne. con cellulare. retribuito. dai 15 anni in su. 25 anni in su.

INDICATORI In Estonia le donne Israele è salita di 46


Le categorie sono 1 0 ricevono in media 14 anni posizioni nell’indice, in
classificate da 1 di istruzione, quasi il doppio parte per la riduzione del
(migliori, in blu) a 0 rispetto alla media globale. conflitto politico dal 2017.
(peggiori, in rosso).

RAPPRESENTANZA
ISTITUZIONALE

USO DEL
CELLULARE
INCLUSIONE

OCCUPAZIONE

ACCESSO AI
SERVIZI BANCARI

ISTRUZIONE

VIOLENZA
DOMESTICA
SICUREZZA

SICUREZZA
DELLA
COMUNITÀ

VIOLENZA
ORGANIZZATA

PRATICHE
DISCRIMINATORIE
GIUSTIZIA

PREGIUDIZI
VERSO LE FIGLIE
FEMMINE

DISCRIMINAZIONE
GIURIDICA

PAESI CLASSIFICATI
PER PUNTEGGIO
COMPLESSIVO
I numeri ripetuti
indicano ex aequo

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SICUREZZA GIUSTIZIA
Senso di sicurezza ed esposizione alla violenza Episodi di discriminazione formale e informale

Violenza tra le mura Sicurezza nella Presenza di pratiche Pregiudizi contro


domestiche comunità discriminatorie le figlie femmine
Donne ferite fisicamente Ragazze sopra i 15 anni Uomini sopra i 15 anni che Quando il rapporto
o aggredite sessualmente che dicono di sentirsi ritengono inaccettabile tra nascite di maschi
nell’ultimo anno dal sicure a camminare di che le donne abbiano e femmine supera
partner. notte da sole per strada. un lavoro retribuito. il tasso naturale.

Violenza organizzata Discriminazione giuridica


Decessi causati da conflitti Leggi che limitano alle donne
armati su larga scala, ogni la partecipazione nella società
100.000 persone. o distinguono tra uomini e donne.

I tassi di accesso ai servizi In Moldova una legge prevede In Bahrein un’ordinanza


bancari in Turkmenistan due settimane di congedo stabilisce che le donne
sono balzati dall’1 al 36% di paternità pagato e il divieto possano uscire da sole solo
dal 2017. di pubblicità sessiste sui media. con il permesso del marito.

RAPPRESENTANZA
ISTITUZIONALE

USO DEL
CELLULARE
INCLUSIONE

OCCUPAZIONE

ACCESSO AI
SERVIZI BANCARI

ISTRUZIONE

VIOLENZA
DOMESTICA
SICUREZZA

SICUREZZA
DELLA
COMUNITÀ

VIOLENZA
ORGANIZZATA

PRATICHE
DISCRIMINATORIE
GIUSTIZIA

PREGIUDIZI
VERSO LE FIGLIE
FEMMINE

DISCRIMINAZIONE
GIURIDICA

PAESI CLASSIFICATI
PER PUNTEGGIO
COMPLESSIVO
I numeri ripetuti
indicano ex aequo

ULTIMI DATI DISPONIBILI. FONTI: GEORGETOWN INSTITUTE FOR WOMEN, PEACE AND SECURITY E IL PEACE RESEARCH INSTITUTE OSLO

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VISIONE GLOBALE
Gli 11 indicatori sono Norvegia
0,9
incrociati per ottenere
un valore generale per
ogni nazione (mappa a
destra). Le differenze tra Stati Uniti
0,85
nazioni possono essere
grandi, ma nessuno
raggiunge un 1 perfetto Yemen
o uno 0 assoluto. 0,35

Valori indicati sulla mappa

In Iran l’inclusione finanziaria ha In Sud Sudan almeno il 47% L’Afghanistan riserva il 27%
percentuali elevate: più del 90% delle donne ha subito dei seggi alle donne, una
delle donne ha un conto bancario violenza domestica dal percentuale al di sopra
o un altro tipo di conto. partner nell’ultimo anno. della media globale.

I NUMERI 49

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Rappresentanza nelle istituzioni Economie Europa Centrale e Orientale
Nel mondo la quota media di donne nei parlamenti sviluppate* Asia Centrale
nazionali è del 21,5%. Di questo passo, serviranno 52
anni per raggiungere la parità di genere.

Numero 59
di paesi 47 Estremo
Oriente
32 e Pacifico
America Asia
18
Latina Merid.
8 e Caraibi
1 2 Medio
Oriente e Africa
0% 1-10 11-20 21-30 31-40 41-49 50+ Nordafrica Subsahariana
Donne elette nei parlamenti nazionali

Istruzione Uso del cellulare


Molti paesi hanno tassi elevatissimi di scolarizzazione I telefoni possono
femminile a livello primario, che scendono quando aumentare le
si passa all’istruzione secondaria e universitaria. chance economiche
e promuovere
Un paese Media
globale l’indipendenza.
0 anni 5 7,6 10 15
Finlandia, Kuwait,
Economie
100% Libia, E.A.U.
sviluppate
Portogallo Germania
Europa Centrale e Orientale
Asia Centrale 80,9 Media globale
Turchia Estonia
Estremo Oriente
e Pacifico
Timor-Est Hong Kong, Cina
America Latina
e Caraibi
Haiti Argentina
Medio Oriente
e Nordafrica
Yemen Emirati Arabi Uniti
27 Sud
Asia Meridionale Sudan
Bhutan Sri Lanka
Africa
Subsahariana 0
Burkina Faso Sudafrica

Le donne dello Yemen in guerra Circa il 35% degli abitanti dell’Africa


hanno il livello più basso per subsahariana è privo di rete 3G+, complicando
inclusione finanziaria (1,7%) l’accesso ai servizi on line e perpetuando
e occupazione (5,3%). il controllo maschile sui guadagni femminili.

America Latina Medio Oriente Asia Meridionale Ruanda Africa Subsahariana Mauritius
e Caraibi e Nordafrica

*27 PAESI, INCLUSI STATI UNITI, CANADA, GLI STATI EUROPEI OCCIDENTALI, AUSTRALIA E GIAPPONE (SECONDO I DATI DI GEORGETOWN, BASATI SUI CRITERI ONU)

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IN CERCA DI UGUAGLIANZA Figli e pregiudizi
Esami prenatali
e aborti selettivi

I DUE PIATTI possono ridurre il


numero di femmine.

DELLA BILANCIA
Un paese

1,15 Cina
Più alta
Leggi discriminatorie e pregiudizi della società possono rendere discrepanza
difficile per le donne avere una casa di proprietà, aprire un conto nel rapporto
tra nascite
in banca, trovare un impiego, avviare un’impresa o comunque
115 maschi
partecipare alla società. Anche in nazioni con leggi che tutelano nati per 100
le donne, la realtà dei fatti può essere molto diversa. femmine

Armenia
Discriminazione giuridica Azerbaigian
Nel mondo, il 90% dei paesi ha una o più leggi che discriminano
le donne. Negli ultimi due anni, 118 paesi si sono mossi per
ridurre la discriminazione giuridica.

Un paese
Media
Peggiore possibile globale Migliore
Economie
sviluppate India
Singapore R.U. Paesi Bassi
Europa Centrale e Orientale
Asia Centrale Bosnia e
1,10
Uzbekistan Erzegovina
Vietnam
Estremo Oriente
e Pacifico
Malaysia Filippine
America Latina
e Caraibi
Haiti Messico
Medio Oriente
e Nordafrica
Arabia Saudita Marocco 1,08 Media
globale
Asia Meridionale
Iran Bhutan
Africa
Subsahariana
Sudan Capo Verde

Norvegia
Norme discriminatorie
Quasi il 75% degli uomini in Pakistan ritiene inaccettabile che
le donne abbiano un impiego retribuito. La disapprovazione
supera il 50% in Bangladesh, Yemen, Iraq, Libia e Afghanistan. 1,05
Tasso
“È perfettamente accettabile che una donna della sua Risposte degli uomini naturale di
famiglia abbia un lavoro fuori casa se lo desidera?”. Si No nascita di
femmina
100%

Yemen Pakistan
Iraq
Libia Bangladesh
Afghanistan
Turkmenistan Indonesia
Media Niger
globale Canada Haiti Ruanda
19,5
Estonia Uruguay

0 Nascita
Economie Europa Centrale America Latina Asia Africa Subsahariana di un
sviluppate e Orientale e Caraibi Merid. maschio
Asia Centrale per ogni
Estremo Oriente Medio Oriente femmina
e Pacifico e Nordafrica 1,0

I NUMERI 53

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DI R A N I A ABOUZEID

FOTOGR AFIE DI Y A G A Z I E EMEZI

IL PAESE DELLE
DONNE
Nel Ruanda rimasto senza uomini,
la tragedia e la necessità hanno creato
possibilità che sembravano inimmaginabili.

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Cynthia Ikirezi (al centro)
scherza con le sue
colleghe capoclasse alla
Gashora Girls Academy
in Ruanda. Istruire
le ragazze e prepararle
a ruoli di primo piano
sono priorità del governo
per emancipare le donne.

55

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I è un posto inquietante, uno dei
I L M U S EO DE L G E NOC I D IO DE L RUAN DA
monumenti della capitale Kigali che ricordano i 100 giorni dell’atroce
conflitto tribale del 1994. L’orrore si scatenò quando gli estremisti Hutu
accusarono i ribelli Tutsi di aver abbattuto un aereo con a bordo il pre-
sidente del Ruanda, Juvenal Habyarimana, e il presidente del Burundi,
Cyprien Ntaryamira. Habyarimana, come l’85 per cento circa della po-
polazione ruandese, era Hutu. Le tensioni seguite a quell’incidente mor-
tale esplosero in una follia omicida che provocò la morte di un milione
di Tutsi. Anche migliaia di Hutu restarono uccisi. Fu denunciato lo stu-
pro di un quarto di milione di donne, e più di 95 mila bambini rimasero
orfani. Quando il conflitto finì, la popolazione superstite, circa sei milioni
di persone, era in stragrande maggioranza femminile.
I visitatori del museo Campaign Against Genocide attraversano sette
gallerie in penombra, tra immagini e video strazianti e mappe alle pareti,
prima di emergere nella luce al neon della liberazione nelle ultime due
stanze. Il museo sorge nel cuore amministrativo della capitale, vicino al
Parlamento e di fronte alla Corte suprema, istituzioni che sono state
trasformate per sempre dalle atrocità.
Alice Urusaro Karekezi ricorda quei giorni bui e i dubbi su come il Ruanda
avrebbe potuto andare avanti. Avvocata per i diritti umani, nel 1977 ha gui-
dato la campagna per perseguire gli stupri come crimine di guerra, e nel
1999 ha contribuito a fondare il Center for Conflict Management.
«La maggioranza dei morti erano uomini», dice. «La maggioranza dei
profughi, uomini. La maggioranza dei carcerati, uomini. Chi poteva
mandare avanti il paese?».
Spinte dalla tragedia, dalla necessità, dal pragmatismo, le donne - fino
all’80 per cento della popolazione superstite del Ruanda - si sono fatte
avanti per riempire il vuoto di potere. Aiutati dai gruppi femminili della

56 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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società civile, i legislatori hanno introdotto alcune delle politiche più Dal 2003 la Costituzione
favorevoli alle donne del mondo. del Ruanda ha imposto
che le donne occupino
Nel 1999, stravolgendo le tradizioni, alle donne è stato permesso di il 30% delle cariche
ereditare la proprietà in assenza di un testamento, rendendo proprieta- elettive. Oggi, con
rie terriere le figlie di agricoltori che erano state diseredate a favore dei 49 donne in Parlamento
(33 nella foto), la cifra
fratelli. Altre riforme hanno consentito alle donne di usare la loro terra è arrivata al 61%,
come garanzia per ottenere prestiti e di aprire conti bancari senza il per- la più alta del mondo.
messo del marito, il che incoraggiava ulteriormente l’indipendenza fi- Quattro dei sette
seggi della Corte
nanziaria. L’istruzione è stata agevolata per permettere a un numero suprema sono
maggiore di ragazze di frequentare il college e sono stati creati incentivi occupati da donne.
perché studiassero materie tradizionalmente riservate ai maschi.
Il Ruanda si è trasformato da nazione che trattava le donne come beni
di proprietà, la cui funzione principale era fare figli, a una nazione che
obbliga per Costituzione a riservare almeno il 30 per cento delle posizioni
governative alle donne. Dal 2003, il Ruanda ha sempre avuto il numero
proporzionalmente più alto di parlamentari donne al mondo: oggi il 61
per cento nella Camera bassa. Quattro dei sette giudici della Corte Su-
prema della nazione sono donne, compresa la vicepresidente.
La presidenza resta nelle mani degli uomini - dal 2000 la carica è stata
ricoperta da Paul Kagame, ex comandante militare il cui esercito pose

RUANDA 57

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Dopo il genocidio del
1994, l’avvocata Alice
Urusaro Karekezi
si è battuta perché la
violenza sessuale fosse
punita come crimine di
guerra. Lei e molte altre
hanno lasciato lavori
all’estero per tornare in
patria. «Siamo rientrate
per costruire», dice
Karekezi, qui ritratta
nella sua casa di Kigali.

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fine al genocidio - ma le donne occupano 13 dei 26 seggi nel Consiglio dei
ministri. Kagame, considerato da alcuni autoritario, da altri un visiona-
rio, con il suo Rwanda Patriotic Front ha guidato la spinta a formare una
nuova identità nazionale che cancellasse qualsiasi cenno a Hutu e Tutsi
e ha fatto passi da gigante verso l’uguaglianza di genere.

Nata profuga
in Tanzania in una famiglia
che era sfuggita alla persecuzione dei Tutsi nel 1959, Emma Furaha Ru-
bagumya ricorda che suo nonno sgridava suo padre perché le aveva per-
messo di iniziare le superiori invece di sposarsi. Suo nonno, spiega, te-
meva che «non sarebbe diventata una brava donna», se avesse continuato
gli studi anziché trovare un marito e avere figli. La “grande battaglia” tra
i due uomini prima che lei si iscrivesse all’università fu un altro episodio
«che non posso scordare della mia vita».
Oggi, Rubagumya, 52 anni, è una parlamentare al primo mandato.
Eletta nel 2018, guida la Commissione per le Politiche di genere in Par-
lamento. Suo nonno, morto nel 1997, non è vissuto abbastanza per vederla
eletta parlamentare, ma ha conosciuto suo marito e le sue tre figlie.
Lei ricorda che durante i litigi riguardo alla sua istruzione, sua madre
non intercedeva per lei perché, «per come era impostata allora la società,
non poteva opporsi al suocero per prendere le mie parti». Sua madre e le
sue nonne erano «semplici donne del villaggio, che coltivavano la terra
e si prendevano cura dei bambini. Non erano mai andate a scuola». Oggi,
però, dice, «anche molte donne del villaggio vedono l’istruzione delle
figlie come una priorità assoluta».
Justine Uvuza ha guidato la sezione legale del ministero per le Politiche
di genere e la Famiglia e, tra le altre cose, ha avuto il compito di identi-
ficare le norme discriminatorie dal punto di vista del genere da emendare
o abrogare, come una legge che proibiva alle donne di lavorare di notte.
Un’altra legge, oltre a proibire alle donne di entrare nei corpi diplomatici,
sanciva che una donna era “parte della proprietà” di un uomo che diven-
tava diplomatico. I cambiamenti nelle normative hanno anche portato
alla fondazione di un ufficio per il monitoraggio sulla parità di genere,
volto a promuovere e supervisionare le iniziative in questo campo. Le
La maggioranza donne in Parlamento hanno fatto pressione per approvare provvedimenti
dei morti erano
uomini. contro la violenza di genere che penalizzavano lo stupro coniugale e nel
La maggioranza 2016 per modificare la legge di successione in modo da permettere alle
dei profughi, vedove senza figli di ereditare il patrimonio del coniuge.
uomini.
La maggioranza I cambiamenti post-genocidio sono avvenuti a causa dell’assenza di
dei prigionieri, uomini ma, come dice l’avvocata per i diritti umani Karekezi, anche «in
uomini. base a una visione politica». Le donne sono state ricompensate per aver
Chi poteva
mandare rifiutato di proteggere gli uomini, parenti compresi, coinvolti nel geno-
avanti il paese? cidio, e per aver testimoniato contro i loro stupratori. Le politiche a favore
delle donne, dice Karekezi, riconoscevano anche il ruolo precoloniale
della donna nel processo decisionale, quando i re del paese ascoltavano
ALICE
il consiglio delle madri e le donne della campagna tenevano insieme le
URUSARO comunità mentre gli uomini erano lontano a pascolare il bestiame.
KAREKEZI
AV V O C ATA
DEI DIRITTI
per le donne, almeno in ambito
I V A L O R I E L E A S P E T TAT I V E D E L R U A N D A
UMANI pubblico, sono cambiati nel corso di una generazione. Con l’ingresso nel

60 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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IL SESSO DEL POTERE
Le donne rappresentano circa la metà
Le elezioni amplificano il vantaggio
La Costituzione del 2003 del Ruanda,
seguita al conflitto, impone che il 30%
dei seggi del Parlamento siano riservati
60-64%
di donne
tra gli
eletti
alle donne. L’anno scorso le donne hanno
della popolazione mondiale, ma occupano
vinto il doppio delle cariche, e oggi
meno di un quarto delle cariche politiche. rappresentano il 61% degli eletti.
Il Ruanda rappresenta un’eccezione, e ha
proporzionalmente più donne al potere
55-59
di qualsiasi altro paese (seguito da Cuba
e dalla Bolivia). Ma la parità politica,
sia con le nomine sia con le elezioni,
resta un obiettivo sfuggente in tanti paesi.
50-54

Il paese ha o non ha: Le donne detengono oltre il 50% dei seggi


leggi contro la violenza domestica
leggi sul lavoro che vietano la discriminazione
basata sul genere 45-49
Il progresso richiede tempo
leggi che impongono parità di remunerazione Il Parlamento svedese ha quasi
a parità di lavoro raggiunto la parità di genere con
congedo di maternità retribuito o non retribuito il sistema volontario di quote
introdotto negli anni ‘70.
quote di genere obbligatorie Da allora, il numero di donne
elette è salito dal 14% al 47%. 40-44
Nessun dato

America del Nord Europa

35-39

Asia
Ruanda
30-34

America
del Sud Australia
e Oceania
Africa
25-29

20-24

15-19

10-14

Le quote non bastano


I paesi che fissano sanzioni per 5-9
il mancato raggiungimento delle
quote, come la Costa Rica, tendono
ad avere più leader donne.
La Repubblica Democratica del Congo,
che non prevede sanzioni, prescrive
una quota del 50%, ma le donne 0-4
detengono solo il 10% dei seggi.

Nessuna donna eletta

NOTA: NEI GOVERNI BICAMERALI SONO MISURATI SOLO I DATI DELLA CAMERA BASSA. DATI SULLA
LEGISLATURA NAZIONALE: LUGLIO 2019. DATI SULLA LEGISLAZIONE: MARZO 2019.

KENNEDY ELLIOTT, STAFF NIGM. FONTI: ZEINA HILAL, UNIONE INTERPARLAMENTARE; BANCA MONDIALE. 61

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I N A LT O A S I N I S T R A

La società ruandese
si aspetta che le donne
lavoratrici continuino
a portare avanti i lavori
domestici, sostiene
Redempter Batete,
esperta di questioni
di genere dell’UNICEF
e madre di due figli,
Aaron (a sinistra) e Abel.

I N A LT O A D E S T R A
Il Rwanda Women’s
Network offre spazi
sicuri alle donne
per passare del
tempo insieme e
acquisire competenze
professionali. Nel
distretto orientale
di Mugesera,
Nyirabizeyimana
Immaculee (a destra)
impara a realizzare
dei sandali.

IN BASSO A DESTRA

Le donne guidano
gli sforzi di sviluppo
economico del Ruanda,
dice la ministra per
le Politiche di genere
e la Famiglia, Solina
Nyirahabimana.
«Le donne hanno
cambiato la narrazione»,
aggiunge.

IN BASSO A SINISTRA

Anne Mazimhaka (a
sinistra) ha contribuito a
fondare Illume Creative
Studio per modificare la
percezione del Ruanda
- in particolare quella
che emerge sul web
- con lo sviluppo di
contenuti di marketing,
film e organizzazione
di eventi.

62 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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RUANDA 63

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governo di un gran numero di figure come Ruba-
gumya, il loro impatto ha dato un grande impulso
Non ci siamo all’elaborazione di leggi e politiche. Agnes Nyi-
ancora al nawumuntu, 39 anni, è presidente di una coope-
100 per cento. rativa di 160 donne per la coltivazione del caffè
Cambiare
la mentalità nel distretto orientale di Kayonza. Prima del ge-
non è una nocidio, dice, la lista di cose che le donne non
cosa che si potevano fare, compreso coltivare il caffè, era
fa dal giorno
alla notte. infinita. «Per noi esisteva solo un’attività: farci
mettere incinta e avere bambini». Nyinawumuntu
ne ha cinque e, anche se il marito lavora nell’agri-
coltura, è lei quella che più contribuisce a mante-
EMMA FURAHA
R U B A G U M YA
nere la famiglia. Vedere donne in Parlamento,
PRESIDENTE, dice, «ci dà fiducia e orgoglio. Mi rendo conto che,
C O M I TAT O P E R
se lavoro sodo, posso arrivare lontano».
LE POLITICHE
DI GENERE
Il quadro legale e politico ruandese a favore
della parità di genere e il numero di donne al
potere sono impressionanti, ma i dati nascon-
dono anche una verità meno univoca sui limiti
delle leggi nel portare il cambiamento.
Le donne ruandesi non sono scese in piazza
per i loro diritti; li hanno conquistati con l’a-
zione legislativa e si aspettavano che le riforme
permeassero l’intera società. Eppure, né Ruba-
gumya, la parlamentare, né Uvuza, ex respon-
sabile della divisione legale del ministero per le
Politiche di genere e la Famiglia, credono che
la società sia cambiata tanto da rendere super-
flua la quota del 30 per cento per assicurare una
robusta presenza femminile in Parlamento.
«Non ci siamo ancora al cento per cento», dice
Rubagumya. «La mentalità non si cambia dal
giorno alla notte». Questo si nota soprattutto
nei rapporti di genere all’interno delle famiglie, che secondo Uvuza non
sono cambiati quanto le politiche governative. A suo avviso, il potere di
una donna ruandese, per quanto grande possa essere in pubblico, finisce
davanti alla porta di casa: «Gli uomini non abbandonano le loro vecchie
abitudini».
Anche i mariti delle parlamentari, dice Uvuza, si aspettano che le mo-
gli «si assicurino che le loro scarpe siano lucidate, le loro camicie stirate».
Il prossimo passo, dice Mary Balikungeri, direttrice e fondatrice del
Rwanda Women’s Network, è concentrarsi sugli uomini e sul «modo di tra-
sformare le nostre famiglie, i nostri mariti. Non possiamo cambiare davvero
Rania Abouzeid è se questi uomini non cambiano il loro modo di vedere le cose», dice.
autrice di No Turning Il ministro per le Politiche di genere e la Famiglia, Solina Nyirahabi-
Back: Life, Loss,
and Hope in Wartime mana, è d’accordo sul fatto che in 25 anni passati a smontare gli stereotipi
Syria. Scrive di Medio di genere dicendo alle donne quello che possono fare, «gli uomini sono
Oriente e Asia del Sud stati lasciati fuori» dal dibattito. Sostiene che il suo ministero abbia un
da più di 15 anni.
La fotografa Yagazie piano più ambizioso: prevenire che la discriminazione venga seminata,
Emezi si occupa instillando i principi dell’uguaglianza di genere nei bambini.
delle storie delle donne In un circolo doposcuola nel distretto di Kamonyi, ragazze e ragazzi
africane e di temi
come salute, sessualità, mettono in scena commedie basate su ciò che hanno imparato sulla lotta
scolarizzazione e diritti. agli stereotipi di genere. Nel corso di una di queste rappresentazioni, un

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ragazzo mette in discussione la decisione di sua madre di dare la priorità Vestine Mukeshimana
alla sua istruzione rispetto a quella della sorella, sostenendo che può ha trasportato persone
a bordo della sua moto
aiutarla nelle faccende domestiche e che questo compito non dovrebbe a Kigali per oltre
ricadere solo sulla ragazza. Per Redempter Batete, 39 anni, una speciali- un decennio. Quando
sta di pari opportunità all’Unicef, insegnare ai bambini i diritti delle ha cominciato la sua
attività, i colleghi
donne è il prossimo passo. l’hanno incoraggiata,
Il Ruanda ha intrapreso da diversi anni un esperimento il cui punto di mandandole clienti.
partenza - il genocidio - si spera non si ripeta più. Kigali ha creato la In Ruanda è normale,
dice, sostenere le
struttura legislativa per aiutare le donne a esprimere il loro potenziale e imprenditrici donne.
ora sta lavorando alla loro emancipazione nel contesto domestico, ma è
possibile ottenere un cambiamento senza una robusta applicazione
dall’alto verso il basso?
Rubagumya, la parlamentare, conosce bene la sofferenza di sentirsi
emarginate e impotenti. La sua famiglia è tornata in Ruanda nel 1997.
Armata di diploma e zelo, sentendosi finalmente a casa, si è data da fare
per cambiare il suo paese, prima dal ministero dell’Istruzione e adesso
come parlamentare. È fiera della strada fatta e guarda al futuro: «Abbiamo
la cornice, abbiamo le politiche, abbiamo le leggi, abbiamo meccanismi
per farle rispettare, ma dobbiamo andare ancora avanti fino a quando
saremo del tutto liberi da ogni squilibrio». j

RUANDA 65

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D: Qual è stato il suo momento di svolta?

LADI MIOMORTE FRATELLO.


IL

DOLORE MI HA COSTRETTA

A CRESCERE.
Ilaria Cucchi
Dal 2009 lotta affinché venga fatta luce
sulla morte del fratello Stefano, deceduto
in ospedale mentre era in custodia cautelare
per un reato minore. La vicenda giudiziaria,
che ha portato alla sbarra carabinieri,
medici, infermieri e agenti di polizia
ATTIVISTA PER I DIRITTI UMANI penitenziaria, non è ancora conclusa.

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D: Qual è stato il suo momento di svolta?

CHIMAMANDA JACINDA SYLVIA


NGOZI ADICHIE
A U T R I C E P R E M I ATA
ARDERN
PR I MO M INISTRO
EARLE
O C E A N O G R A FA
Î

DI ROM A NZI E SAG GI, NEOZELANDESE E D E X P L O R E R- I N -


N O TA P E R I L S U O RESIDENCE DI
T E D TA L K N AT I O N A L
D OV R E M M O E S S E R E GEOGR APHIC, HA
TUTTI FEM MINISTI S TA B I L I T O R E C O R D D I
E P E R AV E R V I N T O I M M E R S I O N E . N E L 19 7 0
UNA BORSA DI STUDIO HA CONDOT TO L A
DE L L A FON DA Z ION E Una cittadina mi ha PRIM A ÉQUIPE
M AC A RT H U R .
scritto per dirmi che era FEMMINILE A VIVERE
rimasta incinta nello I N U N L A B O R AT O R I O
stesso periodo in cui S U B AC Q U E O .
è successo a me, che
quando l’aveva detto
23% al suo capo lui era stato
accomodante e flessibile,
Avevo nove anni, È la percentuale e che era convinta
di seggi nei principali
facevo la terza organi legislativi
che questo non sarebbe
elementare e ho e rappresentativi accaduto se non Quando ho vissuto
un ricordo chiarissimo. dei paesi del mondo avessi annunciato per la prima volta
La maestra disse che occupati da donne, pubblicamente la mia sott’acqua ho avuto
l’alunno con il voto al luglio del 2019. gravidanza. Non so se è due momenti di svolta.
Dal 1999, quando
più alto nel test che le donne occupavano
vero, ma ho pensato Il primo come scienziata,
ci aveva dato sarebbe solo il 13% dei seggi, che se la mia gravidanza perché ho visto
diventato capoclasse. la rappresentanza era servita a cambiare le creature marine
Il voto migliore femminile in l’atteggiamento nella loro individualità.
lo ottenni io, allora queste istituzioni - di un solo datore Il secondo come donna,
parlamenti,
lei disse: «Oh, avevo congressi, senati
di lavoro verso una sua quando ho capito che
dimenticato di dirvi o assemblee - è quasi dipendente madre, venivamo trattate con
che deve essere raddoppiata. era già una buona cosa. sufficienza anche se tutti
un maschio». “Perché?” si aspettavano che
pensai io. Il fatto che facessimo le stesse cose
diventasse capoclasse che facevano subacquei,
l’alunno con i voti scienziati e ingegneri
migliori o con qualche maschi. Ci chiamavano

“HO TROVATO
abilità particolare pupe acquatiche,
era sensato, ma l’idea bellezze acquatiche
che quella posizione e cose del genere.
di prestigio e potere Già allora sollevai
in classe fosse riservata la questione: cosa
a qualcuno solo perché
per caso era nato
maschio era davvero
IL penserebbero
gli astronauti se
cominciaste a chiamarli

C OR A GGIO”.
strana. Così, assalita astro-fusti o astro-
da una vampata maschioni? Ma alla fine,
di indignazione, dissi con un po’ di senso
alla maestra: «Questa dell’umorismo e
cosa non ha senso». Nelida E. Jean-Baptiste Pellot,
restando concentrate
Era la prima volta membro di Women of Impact,* è sul nostro lavoro di
che alzavo la voce mediatrice culturale specializzata scienziate, siamo andate
contro il sessismo. in problemi abitativi. avanti e il successo della
Tempo fa ho tentato il suicidio,
Non funzionò, ma fu vedevo tutto buio, ma in qualche
squadra ha contribuito
un momento che modo, in ospedale, ho trovato a spianare la strada
non dimenticherò mai. il coraggio e la voglia di vivere. alle donne astronaute.

*NATIONAL GEOGRAPHIC’S WOMEN OF IMPACT, UNA COMMUNITY IN CUI LE DONNE CONDIVIDONO LE LORO STORIE: ON.NATGEO.COM/WOMENOFIMPACT.
LE INTERVISTE SONO STATE MODIFICATE PER MOTIVI DI SPAZIO E CHIAREZZA. LE RISPOSTE ITALIANE SONO STATE RACCOLTE DA ALESSANDRA CLEMENTI
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“C A PIR E CHE
APPARTENGO
A ME S T E S S A”.
Alicia Garza, da tempo impegnata nella difesa
dei diritti dei lavoratori e delle donne,
si è unita ad altre due donne per organizzare
la protesta contro la violenza della polizia
attraverso il movimento #BlackLivesMatter.
La mia svolta più recente è aver capito che
appartengo a me stessa. A volte, in una posizione
come la mia, ti vengono chieste tante cose: tempo,
energia, sentimenti. E quello che ti viene chiesto è
sempre più di quello che tu ragionevolmente riesci
a dare. Perciò devi dare la priorità prima di tutto
a te stessa e a ciò di cui hai bisogno per stare bene.

EMMA
Î PAOLA
GONZÁLEZ CORTELLESI
C O F O N DAT R I C E D O N N A D I S P E T TAC O L O
DEL MOV I M EN T O A T U T T O T O N D O,
M A RCH FOR OU R LI V ES O LT R E C H E AT T R I C E
E AT T I V I S TA L G B T Q E C A N TA N T E
(H A ESOR DITO
CON RENZO ARBORE
A D A PPENA 13 A NNI)
È A N C H E AU T R I C E
D I S C E N E G G I AT U R E
E P R E S E N TAT R I C E T V.
Sono sempre stata
piuttosto consapevole
di chi sono, ma ora ci
sono anche cose come il
discorso We call BS, che
mi ha fatta conoscere
a livello nazionale, Nella corso della mia
che sono diventate una vita il momento di
parte importante della svolta è coinciso con
mia vita. Ho iniziato a la nascita di mia figlia.
mettere in discussione Nel lavoro è accaduto
la mia sessualità in prima quando, da giovane,
superiore, poi ho fatto mi sono resa conto
coming out, altra tappa che sarei stata in
importante della mia grado di guadagnarmi
vita. Ma credo di essere da vivere con il mio
sempre stata molto a mestiere, che è
mio agio nella mia pelle. la mia passione.

FOTO: TANIA, CONTRASTO (CUCCHI); ERIKA LARSEN. ILLUSTRAZIONE: LAUREN TAMAKI

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Dopo un terribile
caso di violenza
avvenuto
a New Delhi
che ha sconvolto
l’India, le donne
indiane si sono
mobilitate,
ottenendo
più protezione
contro le
molestie, fisiche
e verbali, nei
luoghi pubblici.

RIPRENDERSI
LA CITTÀ

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DI N I L A N JA N A BHOWMICK

FOTOGR AFIE DI S A U M YA KHAN DE LWAL

71

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L
LE S E I R AGA ZZE S I DI S PONGONO IN S E MIC E RC HIO. Qualcuna si aggiusta
la tunica o si sistema la sciarpa. Hanno scelto di indossare i jeans anziché gli
shalwar, i pantaloni larghi prediletti dalla tradizione indiana; una ribellione
piccola ma importante per un gruppo di giovani cresciute in uno slum della
zona sudorientale di Delhi. Da tempo sto seguendo come giornalista i loro
progressi nell’ambito di Gendering the Smart Safe City, un’iniziativa per
sensibilizzare il pubblico sul tema della sicurezza delle donne nelle città
indiane, e adesso - siamo all’inizio del 2019 - ho portato alcuni visitatori stra-
nieri a sentire che cosa hanno da dire.
«Possiamo cantare la nostra canzone?», chiede una di loro.
Certo, rispondiamo. Le ragazze cambiano postura e atteggiamento: piedi
larghi, testa alta, niente sorrisi di circostanza. Ci guardano dritto negli occhi,
cominciano a battere il tempo - un hip-hop scandito con le nocche, le mani, FOTO PRECEDENTE

gli schiocchi delle dita - e attaccano il loro rap, che in hindi ha un effetto Una donna cammina
particolarmente incisivo: a New Delhi vicino
al luogo dello stupro
Dillo forte assieme a me. di gruppo del 2012
Questa città è per te e per me. che ha scatenato
Non appartiene a nessuno. proteste in tutto
il paese. Il governo
Ho 42 anni, ho una famiglia mia e da quasi vent’anni giro l’India in lungo ha risposto accelerando
e in largo, solitamente da sola. Le storie che mi raccontano le donne, e le i tempi delle udienze
storie quotidiane che vivo io stessa, sono quelle di una società in cui lo spazio per aggressione e
istituendo un fondo
pubblico è stato “marcato” come territorio maschile. per iniziative legate
Ricordo che da adolescente cercavo di rendermi invisibile mettendomi alla sicurezza.
abiti di una taglia più grande; cercavo di nascondermi per evitare le attenzioni
importune degli uomini. Vent’anni dopo, da lavoratrice professionista, con-
tinuo a nascondermi ogni volta che guido la mia automobile, sprofondando
nel sedile per evitare gli sguardi invadenti degli uomini.

72 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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Le statistiche sulla sicurezza per le donne in India sono atroci: dal casel-
lario giudiziario risulta che nel 2011 sono stati commessi 228.650 reati contro Usha Vishwakarma
insegna tecniche
donne, tra cui omicidi, stupri, rapimenti e molestie sessuali. Secondo un’in- di autodifesa a un
dagine internazionale, quell’anno l’India era al quarto posto nella classifica gruppo di studentesse
dei paesi più pericolosi per le donne, preceduta da Afghanistan, Repubblica di Ramgarh, località
rurale del Rajasthan.
Democratica del Congo e Pakistan. In India il trattamento riservato alle donne Dopo aver subito
in pubblico è causa di frustrazione da generazioni; ma il caso di Jyoti Singh, un’aggressione non
nota come Nirbhaya, ha spezzato qualcosa: l’atavica disposizione ad accettare perseguita dalla polizia
nonostante la sua
che il pericolo faccia parte della vita quotidiana di una donna. denuncia, Vishwakarma
Nirbhaya significa “senza paura” in hindi. Nel 2012 il caso di questa giovane ha deciso di fondare
studentessa di medicina ha fatto il giro del mondo: Jyoti è stata violentata il gruppo Red Brigade,
che organizza
da sei uomini ubriachi, che alla fine l’hanno penetrata con una spranga e marce, campagne
buttata giù dal pullman sul quale l’avevano stuprata. In seguito all’aggres- di sensibilizzazione
sione la ragazza è morta e i suoi assassini (tutti tranne un minorenne) sono e corsi di autodifesa.
stati arrestati e condannati a morte; un evento insolito in un paese in cui un

R I P R E N D E R S I L A C I T TÀ 73

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Il modo in cui
la società
indiana
ha reagito
all’aggressione
di Nirbhaya è
stato notevole:
giorni e giorni
di cortei
in cui le donne
protestavano
al grido
di “libertà
senza paura!”.
Proteste che
potrebbero
aver creato
le premesse
per un vero
cambiamento
per le donne
dell’India.

Dal 2010 ogni treno


della metro di Delhi
ha una carrozza riservata
alle donne. L’azienda
dei trasporti ha anche
una linea telefonica
dedicata alle donne
e sorveglianti donne
nelle stazioni. A giugno
la città ha annunciato
di voler offrire viaggi
gratuiti alle donne
sui mezzi pubblici per
renderli più accessibili
a tutte le classi sociali.

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R I P R E N D E R S I L A C I T TÀ 75

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solo caso di stupro su quattro si conclude con una condanna. Ma più notevole
è stato il modo in cui la società indiana ha reagito alla violenza su Nirbhaya:
giorni di cortei di donne che sfilavano al grido di “libertà senza paura!”, pro-
teste che potrebbero aver creato le premesse per un vero cambiamento.
Da allora enti locali e nazionali hanno stanziato fondi per incrementare
progetti a favore della sicurezza delle donne. Nel 2013 il governo ha destinato
145 milioni di dollari a nuove iniziative, mentre il governo attuale ne ha pro-
messi quasi il triplo per trasformare otto grandi città, tra cui Delhi, in luoghi
più sicuri, meglio illuminati e possibilmente più solidali verso le donne.
Le prime fasi del percorso sono già state avviate: la polizia di Delhi offre
alle donne corsi gratuiti di autodifesa della durata di 10 giorni e gli istruttori
vanno nei quartieri per fornire “addestramento a domicilio” ai gruppi più
numerosi. Nello Stato meridionale del Kerala sono nate invece squadre di
sole poliziotte (dette Pink Police, la polizia rosa) per pattugliare le strade e SOPRA
rispondere alle chiamate d’emergenza delle donne. Agenti della Pink Police
Il rosa è anche il colore che contraddistingue i servizi riservati alle donne (Polizia Rosa) del Kerala
nel settore dei trasporti pubblici urbani, come i risciò a motore rosa, che alle prese con il caso
di un uomo che si è
avrebbero dovuto essere guidati da sole donne ma che oggi, per mancanza introdotto illegalmente
di personale femminile, sono condotti anche da uomini previa autorizza- in un alloggio per
zione della polizia. In metropolitana ci sono carrozze per sole donne, men- sole donne di
Thiruvananthapuram.
tre ai controlli di sicurezza ci sono file separate in cui le donne possono stare Nate nel 2016, le
alla larga dagli uomini che, come spesso accade, si fanno troppo vicini. squadre femminili della
Confesso che tutto ciò mi ispira sentimenti contrastanti. Segregazione città comprendono
32 agenti che si
di genere organizzata dallo Stato? È davvero questo l’unico modo per far occupano di denunce
sì che le donne si sentano a proprio agio nei luoghi pubblici? Poi, però, vedo in cui sono coinvolti
gli hashtag delle campagne intraprese dalle donne indiane e mi rallegro: donne e bambini
e sono specializzate
#TakeBackTheNight, riprendiamoci la notte, un’iniziativa globale che ha in casi che richiedono
visto gruppi di donne coraggiose camminare insieme per la strada di sera, assistenza psicologica
e #MeetToSleep, che l’anno scorso ha riunito 600 donne di tutto il paese e arbitrati.
per dormire all’aperto, come spesso amano fare gli uomini indiani. SOTTO
È difficile cambiare la percezione dell’uomo indiano, che vede la donna La Camminata delle
come un’intrusa nello spazio pubblico. Difficile, ma non impossibile. Il rap donne a mezzanotte,
delle ragazze di Delhi ora è su YouTube: basta cercare Khadar ki Ladkiyan iniziativa inaugurata
nel 2013 a Delhi.
(Ragazze del Khadar) per vedere queste donne che si prendono sotto braccio Oggi il progetto punta
per la strada e rivolgono alla videocamera il proprio sguardo intenso. a riconsegnare gli spazi
Ascoltateci, è forte e chiaro. pubblici alle donne
nelle ore piccole,
Siamo coraggiose, non abbiamo paura. consentendo loro
Il video non ha raccolto un numero enorme di visualizzazioni, ma molti di esplorare la città
dei commenti ammirati sono stati lasciati da uomini. «Non è che sia sem- senza paura. L’evento
viene organizzato
pre coraggiosa», ha detto Ritu, una delle donne protagoniste del video. «A ogni mese su Facebook
volte sono anche spaventata. Ma sono più arrabbiata e indignata». e richiama di solito
Ritu ci ha anche raccontato questa storia. Alcune di loro, in metropolitana, dalle quattro alle dodici
o più partecipanti.
si sono accorte che un uomo alle loro spalle le stava riprendendo con il cellu-
lare. Non stavano cantando né rappando, né cercando di attirare l’attenzione;
si trovavano semplicemente nella metro ed erano donne. Gli altri passeggeri
La giornalista
facevano finta di non vedere, hanno distolto lo sguardo. Le ragazze hanno Nilanjana Bhowmick
affrontato l’uomo: gli hanno strappato di mano il telefono, si sono tolte i vive a New Delhi e si
sandali e li hanno usati per colpirlo. Ma alla fermata successiva, prima che occupa principalmente
di emancipazione
potessero denunciarlo alla polizia, lui è saltato giù ed è scappato via. Certo, e politiche femminili.
ammette Ritu, una dinamica di questo tipo non è l’ideale; ma spesso la pre- La fotogiornalista
occupazione per la propria incolumità prevale sul senso di ciò che è giusto o Saumya Khandelwal
vive anche lei a Delhi
sbagliato. «Come ti comporteresti sapendo che a nessuno importa di ciò che e si occupa di temi
ti accade? Una fa quello che le sembra giusto sul momento». j ambientali e di genere.

76 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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R I P R E N D E R S I L A C I T TÀ 77

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D: Qual è la cosa più importante che deve
cambiare per le donne nei prossimi 10 anni?

SEMPRE PIÙ

DEVONO
DONNE

RICOPRIRE

RUOLI

POTERE.
DI

Christine Lagarde Ritenuta tra le donne più influenti al


mondo, nella classifica Forbes 2018 si
collocava al terzo posto dopo due capi di
governo: Angela Merkel e Theresa May.
Oggi a capo della BCE, è stata presidente
del Fondo Monetario Internazionale
PRESIDENTE BANCA CENTRALE EUROPEA e ministra dell’Economia francese.

78 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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D: Qual è la cosa più importante che deve
cambiare per le donne nei prossimi 10 anni?

DONNA ILARIA LAURA


STRICKLAND
DA D O T T OR A N DA
CUCCHI
DA QUA N D O,
BOLDRINI
EX PRESIDENTE
H A C O M I N C I AT O N E L L’ O T T O B R E D E L DELLA CAMERA
A L AV O R A R E S U L L A 2 0 0 9, S U O F R AT E L L O D E I D E P U TAT I ,
TECNOLOGIA CHE HA S T E FA N O M O R Ì IN POLITICA
R I V O L U Z I O N AT O L’ U S O MENTRE ERA DA L 2 01 3 D OP O
DEI LASER, E CHE NEL IN CUSTODIA UNA LUNGA CARRIER A
2 0 1 8 L E È VA L S A I L C AU T E L A R E , CON LE NAZIONI
NOBEL PER LA FISICA.
OGGI INSEGNA FISICA .
il 43% ILARIA CUCCHI
S I È B AT T U TA
UNITE, HA
P R E S E N TAT O
delle donne USA - PER CONOSCERE UNA LEGGE CON TRO
contro il 23% degli
L A V E R I TÀ E IL FEM MINICIDIO
uomini - ha preso
almeno un anno OTTENERE GIUSTIZIA. E SI È SEMPRE
di ferie non retribuite, B A T T U T A A FAV O R E
in genere per DEI DIRITTI
occuparsi dei figli DELLE DONNE.
Nei prossimi 10 anni, o prendersi cura
PER IL SUO RUOLO
se ce l’avremo davvero di qualcuno (secondo
l’Institute for Women’s ISTITUZIONALE
fatta, mi piacerebbe Policy Research). E PER LE SUE
constatare che non I dati dell’Ufficio La necessità di arrivare B AT TAG L I E È S TATA
ci sarà più bisogno di del censimento USA a un maggior rispetto SPE SSO BER SAGLIO
parlare di queste cose. dimostrano che e riconoscimento DI CRITICHE
Sono un po’ sorpresa le donne guadagnano nel mondo del lavoro
80 centesimi per ogni E I N S U LT I
che si parli tanto del dollaro guadagnato
e nella società. MASCHILISTI
fatto che sono la terza dagli uomini. Ma La nostra società SU I SO CI A L N ET WOR K .
donna a vincere il Nobel includendo il tempo è ancora patriarcale.
per la fisica; non me ne che le donne hanno Basti vedere il numero
ero nemmeno resa dovuto sottrarre impressionante
a un impiego a tempo
conto. Ma ciò che non pieno su 15 anni,
di femminicidi
vorrei - e che in un certo il divario si allarga a 49 e maltrattamenti nei
senso già vedo - è centesimi per dollaro. confronti delle donne.
un ribaltamento della Devono cambiare
situazione: per far molte cose negli
avanzare le donne anni a venire,
stiamo lasciando a cominciare
indietro parte degli innanzitutto

“ESSERE
uomini. Nelle università dalla mentalità legata
ci sono più donne al patriarcato.
di quante ce ne siano Le donne devono
mai state, e in molte essere maggiormente
discipline sono più capaci di fare squadra,
numerose degli uomini.
A un certo punto
dovremo preoccuparci
GIUDICATA di mettersi assieme
per combattere
le battaglie comuni

PER IL MERITO”.
del perché non ci senza fare troppi
vadano più i ragazzi. distinguo. Bisogna
riuscire anche
a coinvolgere
Sylvia Earle è oceanografa ed explorer-in-residence gli uomini nel portare
di National Geographic. Il suo impegno per la avanti queste
salvaguardia degli oceani le è valso il titolo di battaglie, perché
“Eroina per il pianeta” di Time. quando le donne
Pari opportunità. Essere giudicate in base al merito.
A cambiare non deve essere solo il modo in cui
riescono ad acquisire
gli uomini considerano le donne, ma anche come le nuovi diritti è il paese
donne considerano se stesse. Comincia tutto da noi. intero che ci guadagna.

80 LE INTERVISTE SONO STATE MODIFICATE PER MOTIVI DI SPAZIO E CHIAREZZA. LE RISPOSTE ITALIANE SONO STATE RACCOLTE DA ALESSANDRA CLEMENTI.

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“PARI BENEFICI.
È UNA
  NECE S SI TÀ”.
Î
Alex Morgan è stata medaglia d’oro olimpica
nel calcio, due volte giocatrice dell’anno
per la U.S. League, campionessa del mondo
2015 e 2019. Si batte per la parità di retribuzione
tra sport maschili e femminili.
Il cambiamento più importante sarà avere più donne
ai vertici e nei ruoli di potere, dove potranno attuare
politiche che portino a cambiamenti duraturi.
Ciò significa che le donne devono essere pagate
un dollaro per ogni dollaro pagato agli uomini e che
ci siano pari benefici di maternità e paternità per
chi vuole mettere su famiglia. È una necessità.

Î CHIMAMANDA JEN GUYTON


NGOZI ADICHIE
A U T R I C E P R E M I ATA
EXPLORER
D I N AT I O N A L
GEOGR APHIC, STUDIA
MAMMIFERI E
DI ROM A NZI E SAG GI,
C O N S E RVA Z I O N E N E L
È N O TA A N C H E P E R
PA R C O D I G O R O N G O S A ,
I L S U O T E D TA L K
IN MOZA M BICO.
D OV R E M M O E S S E R E
TUTTI FEM MINISTI.

Nel giornalismo, nel


Una maggiore cinema, nella fotografia,
rappresentanza ovunque dobbiamo
femminile si tradurrà far sentire voci e storie
in decisioni più femminili. Per troppo
diversificate, che tempo abbiamo visto
includeranno le il mondo attraverso
esperienze delle donne. gli occhi degli uomini.
Non credo che avere
donne in posizioni
di potere renderà
il mondo perfetto
o eradicherà il conflitto.
Metterà solo al centro
dell’attenzione le
esigenze di metà della
popolazione mondiale.

FOTO: ERIKA LARSEN. ILLUSTRAZIONI: LAUREN TAMAKI 81

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LA STRAGRANDE MAGGIORANZA degli scienziati
famosi è di sesso maschile, e lo è anche il 96,7 per cento dei Premi
Nobel. Secondo un rapporto ONU oggi le donne nel campo
della ricerca scientifica sono meno del 30 per cento. “Man mano
che si salgono i gradini della piramide gerarchica diminuisce la
partecipazione femminile e quando si arriva ai vertici, anche dei processi
decisionali, le donne sono davvero poche”, conclude il rapporto.

DOVE SONO LE

DONNE
NELL A

SCIENZA? (La risposta è nella pagina successiva)

DI A N G E L A SAINI

ILLUSTRAZIONI DI L A U R E N BREVNER

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OVUNQUE, E CI SONO
SEMPRE STATE
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7. 8. 9.

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«Ogni tanto dovevo fare la prepotente», dice JoAnn Morgan parlando
dei suoi 45 anni di carriera alla NASA. Morgan, responsabile della stru-
mentazione, era l’unica donna nella sala di controllo del Kennedy Space
Center durante il lancio di Apollo 11 nel luglio 1969. Cinquant’anni dopo,
le donne incontrano ancora molti ostacoli per afermarsi nella scienza.
Ma quelle che vi presentiamo qui, e i risultati che hanno ottenuto, impres-
sionano e ispirano ancora oggi. Alcune non hanno avuto il credito che
meritavano a tempo debito, ma per fortuna oggi la storia ne ha memoria.

1878-1968 1879 -DATA IGNOTA 1897-1984

1. LISE MEITNER 2. VERA DANCHAKOFF 3. JANAKI AMMAL


LA FISICA DELLA FISSIONE PIONIERA DELLE STAMINALI ZUCCHERO PIÙ DOLCE
Fisica di origine austriaca, Dopo essersi sottratta agli Rifiutò un matrimonio
Albert Einstein la chiamava “la studi artistici verso i quali combinato per studiare
nostra Marie Curie” già prima la volevano indirizzare botanica; ibridò le varietà
che lei scoprisse che i nuclei i genitori, fu la prima docente indiane della canna da
atomici si possono dividere universitaria russa. Nel 1916 zucchero creandone una
a metà. Nel 1939 assieme descrisse le cellule staminali, più dolce e dando il via allo
al nipote Otto Frisch, suo da cui possono svilupparsi sviluppo di un’industria da
assistente, spiegò e definì la molti altri tipi di cellule. 30 milioni di tonnellate l’anno.
fissione nucleare. Il suo nome, Nel 2001, durante un discorso Il suo lavoro veniva spesso
in quanto ebrea, fu escluso al Forum sulla leucemia acuta, ignorato dai colleghi maschi,
da uno studio sperimentale l’ematologo Marshall Lichtman ma il primo ministro Nehru l’ha
di fondamentale importanza. ha chiarito: «Per il resto voluta per rifare il censimento
A vincere il premio Nobel del XX secolo abbiamo botanico dell’India; l’incarico
per la chimica del 1944 fu aggiunto dettagli alle [sue] le è valso un’alta onorificenza
il suo ex collega Otto Hahn. innovative intuizioni!» civile indiana.

1912-1997 1920 -1958 1932-2018

4. CHIEN-SHIUNG WU 5. ROSALIND FRANKLIN 6. PHYLLIS BOLDS


LE PRIME ARMI ATOMICHE IL DNA SVELATO IN FOTO I SEGRETI DEL VOLO
Impegnata nel Progetto Durante una conferenza alla La fisica afroamericana
Manhattan, che durante quale partecipava anche ha dedicato la carriera allo
la Seconda guerra James Watson, la chimica studio delle vibrazioni degli
mondiale produsse le inglese presentò una foto aeromobili e delle dinamiche
prime armi nucleari, la fisica realizzata con la tecnica del volo. Il suo lavoro
sinoamericana contribuì a di diffrazione a raggi X ha contribuito in maniera
sviluppare il processo di in cui si vedeva la doppia fondamentale a ridurre gli
separazione dell’uranio in elica del DNA che lo stesso effetti fisici negativi su aerei
isotopi. Altri suoi esperimenti Watson, Francis Crick e militari, personale di bordo
portarono nel 1957 Maurice Wilkins avrebbero e carichi. Ha svolto per tutta
all’assegnazione del Nobel poi descritto. Nel 1958 la vita il ruolo di tutore
per la fisica a due suoi colleghi Rosalind Franklin morì di degli studenti per le materie
maschi: Tsung-Dao Lee e Chen cancro; nel 1962 i tre colleghi STEM, incoraggiando molte
Ning Yang. Il suo contributo vinsero il Nobel senza allieve a intraprendere
non venne riconosciuto. menzionare il suo contributo. la carriera di scienziate.

1940 -2011 1941-1981 1945 -1985

7. WANGARI MAATHAI 8. BEATRICE TINSLEY 9. JEAN PURDY


UN PIANETA VERDE UNIVERSO IN ESPANSIONE PRIMA NASCITA IN VITRO
Nata in un’area rurale A 26 anni sfidò il celebre L’infermiera ed embriologa
del Kenya, ha sempre astronomo Allan Sandage. britannica faceva parte del
creduto nella democrazia, Lui diceva che un giorno gruppo a cui si deve la nascita,
nei diritti umani e nella l’universo sarebbe collassato; nel 1978, di Louise Brown,
tutela dell’ambiente. lei che non avrebbe mai la prima bimba al mondo nata
Nel 1977 ha fondato il smesso di espandersi, e per fecondazione in vitro.
Green Belt Movement, ricerche successive le hanno Fino al 2015 la targa esposta
un’organizzazione dato ragione. Quando il suo all’ospedale dove avvenne
ambientalista che ha lo lavoro le impose di trasferirsi, la fecondazione menzionava
scopo di migliorare i mezzi divorziò e lasciò i suoi due solo i colleghi Robert Edwards
di sussistenza, in particolare figli con l’ex marito. A 40 anni, e Patrick Steptoe. Nel 2010,
delle donne, piantando quando morì di cancro, era già quando sia Purdy che Steptoe
alberi. È stata la prima donna nota come una delle maggiori erano morti, a Edwards è stato
africana a ricevere il Nobel esperte di evoluzione e conferito il premio Nobel
per la pace (nel 2004). invecchiamento delle galassie. per la medicina.

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U
U N A R A G A Z Z A M I AV V I C I N A mentre mi preparo ad andare a casa dopo
aver tenuto una conferenza su Inferior, il libro in cui documento la storia
del sessismo nella scienza e le sue attuali ripercussioni. «Ho una cosa
da dirle», esordisce. Mi spiega che sta facendo un dottorato di ricerca in
informatica in un’università inglese e che è l’unica donna del suo gruppo.
Il suo tutor le fa in continuazione battute sessiste e non la prende mai in
considerazione né per workshop né per conferenze.
«Per me interagire con lui è diicile. Mi intimidisce», racconta. «Mi
ritrovo quasi sempre a contare i minuti». Il suo progetto è portare a ter-
mine il dottorato, lasciare l’università e non pensarci più.
Di incontri simili con scienziate e ricercatrici ne ho avuti a centinaia
in tutto il mondo da quando, due anni fa, ho pubblicato il libro, che a
quanto pare rispecchia le forme di sessismo che le donne sperimentano
sulla loro pelle. Ho capito che quando queste donne mi si avvicinano
per condividere le loro storie quello che cercano è soprattutto empatia, e Angela Saini,
giornalista e saggista,
sentirsi dire che quello che subiscono non è frutto della loro immagina- ha pubblicato
zione. I loro racconti di discriminazione, emarginazione, molestie e abusi quest’anno il suo
confermano che, malgrado i progressi, c’è ancora tanta strada da fare. ultimo libro Superior:
The Return of Race
Science. È autrice di
ha avuto a lungo un deplorevole primato
L’ E S TA B L I S H M E N T S C I E N T I F I C O altri due libri: Inferior:
nei confronti delle donne. Charles Darwin le descriveva addirittura come How Science Got
Women Wrong - and
intellettualmente inferiori agli uomini. Alla ine dell’Illuminismo, negli the New Research
ultimi decenni del Settecento, era ancora scontato che le donne non po- That’s Rewriting the
tessero accedere al mondo accademico e ino al Novecento molte univer- Story (2017) e Geek
Nation: How Indian
sità non rilasciavano titoli di studio alle donne; quella dove ho studiato Science Is Taking
io, la Oxford University, ha cominciato a farlo solo nel 1920. E la Royal Over the World (2011).

86 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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Society di Londra - la più antica accademia scientiica tra quelle attive
ancora oggi - ammise le prime donne soltanto nel 1945.
Nell’ambiente scientiico è normale che gli uomini si prendano il merito
Siamo
di ricerche svolte dalle donne che lavorano con loro, spesso colleghe, ma capaci
a volte anche mogli o sorelle. Nel 1974, per esempio, il premio Nobel per di parlare
la isica, che sarebbe dovuto andare all’astroisica Jocelyn Bell Burnell tutto
il giorno
per la scoperta delle stelle pulsar, fu assegnato al suo professore, Antony di politiche
Hewish. L’anno scorso, ricevendo lo Special Breakthrough Prize per la per le
isica fondamentale, Bell Burnell con un gesto di straordinaria generosità famiglie, ma
neghiamo
ha devoluto l’intera somma di tre milioni di dollari al inanziamento di totalmente
borse di studio per donne o altre categorie poco rappresentate nella isica. che esista
Ma anche quando le porte della scienza si aprono per loro, le donne in una cultura
attivamente
quel mondo non hanno vita facile. Sessismo e misoginia emergono sia ostile.
apertamente che in forme meno scoperte. Da una recente analisi su 7.000
rapporti di studio pubblicati su riviste scientiiche sottoposte a revisione
paritaria (peer review) è emerso che se il coordinatore dello studio era
una donna la percentuale di donne tra i coautori dello studio si attestava EMMA
CHAPMAN,
in media al 63 per cento; quando invece il coordinatore era un uomo, la FISICA
percentuale di donne coautrici scendeva al 18 per cento. IMPERIAL

Non sorprende perciò che le donne, esasperate da questo stato di cose, COLLEGE
LONDON
premano perché ci sia un cambiamento. L’anno scorso Jess Wade, una
isica dell’Imperial College di Londra, ha lanciato insieme alla ricercatrice
Claire Murray una campagna di crowdfunding per donare una copia di
Inferior a ogni scuola pubblica del Regno Unito. Dopo due settimane
l’obiettivo è stato raggiunto e campagne simili sono state lanciate a New
York e in Canada, Australia e Nuova Zelanda. Inoltre, sull’esempio di
Bell Burnell, anche altre donne stanno facendo donazioni per cercare di
cambiare un sistema che da solo sembra proprio non volerlo fare.
Ma perché l’onere di migliorare la situazione delle donne nella scienza
deve ricadere così pesantemente proprio su di loro? Come dimostrano
le storie che ho ascoltato, una parte del problema risiede in certi uomini
e nelle istituzioni che danno spazio al sessismo. Le ragazze e le giovani
donne che scelgono corsi di scienza e tecnologia sono sempre più nume-
rose, lo sappiamo, ma è un numero che si riduce fortemente man mano
che si sale la piramide gerarchica. Gravidanza e maternità hanno un peso,
ma c’è dell’altro. Quest’anno un’indagine dell’Università di Cardif ha
rivelato che anche al netto delle responsabilità familiari gli accademici
di sesso maschile nel Regno Unito fanno più carriera rispetto a quelli di
sesso femminile.
Ma c’è un’altra nube, ancora più scura, che incombe sul mondo scien-
tiico e accademico: quella delle molestie sessuali. Il fenomeno globale
#MeToo ha dato voce alle vittime di atti di aggressione sessuale e portato
alla luce abusi e vessazioni. E c’è motivo di credere che queste esperienze
siano più difuse di quanto non sia già emerso con chiarezza. I dati a

DONNE E SCIENZA 87

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Il sessismo
è un dato di fatto. conferma dei racconti delle donne continuano a crescere. Quando Ka-
thryn Clancy, dell’Università dell’Illinois, assieme ad alcune colleghe ha
intervistato 660 scienziati sulle loro esperienze negli ambienti di lavoro
accademici, l’84 per cento delle giovani ricercatrici ha riferito di mole-
stie, l’86 per cento di aggressioni. Questo sondaggio è stato tra i primi a
mettere a nudo il problema in tutta la sua gravità.
La isica Emma Chapman, titolare di una Dorothy Hodgkin Fellowship
della Royal Society all’Imperial College di Londra, è stata molestata da
un collega più anziano quando studiava allo University College London
e oggi si batte per difendere chi subisce quello che lei ha subito.
«Mi sono ritrovata immersa in un modello culturale che mi metteva
molto a disagio», dice Chapman. Un modello in cui l’informalità sconi-
nava in abbracci indesiderati e intrusioni nella sfera del privato.
L’indagine che ne è seguita ha portato a un’ingiunzione restrittiva di
due anni nei confronti del responsabile delle molestie. A Chapman è
stato chiesto di irmare un accordo di riservatezza, e il suo molestatore
ha potuto conservare il posto di lavoro. «Il licenziamento è rarissimo»,
mi dice. Lei comunque si considera fortunata, perché in molti casi simili
quando le donne hanno il coraggio di parlare la loro carriera termina.
Da quando Chapman ha iniziato il suo impegno con 1752 Group, una
piccola organizzazione britannica nata allo scopo di porre ine ai com-
portamenti sessualmente molesti negli ambienti accademici, l’hanno
avvicinata circa un centinaio di donne. L’organizzazione prende il nome
dalle 1.752 sterline che nel 2015 sono servite per fondarla, raccolte at-
traverso eventi universitari. La sua più grande battaglia sarà riuscire a
convincere le università a stare al ianco delle vittime, invece di coprire
i molestatori. «Si parla continuamente di dispersione», dice Chapman.
«Ma non si tratta assolutamente di questo. Le donne vengono mandate
via dalla porta di servizio senza fare rumore».
È un’opinione condivisa anche dalla microbiologa australiana Melanie
Thomson, anche lei in passato vittima di molestie. Thomson racconta
che nel 2016, durante una conferenza, ha visto l’astroisico Lawrence
Krauss, all’epoca professore all’Arizona State University, palpeggiare una
donna. «Lei gli diede una gomitata sull’addome», ricorda Thomson, che
ha presentato una denuncia uiciale. Nel 2018, a seguito della denuncia,
l’università di Krauss ha confermato che l’accademico aveva violato il suo
codice di condotta sulle molestie sessuali.
84% Il problema non è circoscritto a pochi uomini, conclude Thomson. «È
Nell’ambito
di uno studio che enorme. E nella scienza è particolarmente grave».
ha intervistato 660
persone provenienti
da 32 discipline Michael Balter, che si occupa di casi di molestie
I L G I O R N A L I S TA S C I E N T I F I C O
scientifiche, l’84%
delle giovani sessuali, sostiene che questi comportamenti persistono anche perché «la
ricercatrici ha
scienza è molto gerarchica. Figure come i direttori di laboratorio o di istituto
riferito di molestie
sessuali, l’86% hanno un potere enorme», spiega. «Con una democratizzazione della scienza
di aggressioni,
durante lavori di e una riduzione delle disparità di potere si farebbe molta strada verso la so-
ricerca accademica. luzione di tanti mali».
FONTI: RICERCA DI
KATHRYN CLANCY Balter dice che dal punto di vista legale indagare sulle accuse di molestie
ET AL., PUBBLICATA
IN PLOS ONE, LUGLIO 2014 è complicato e questo rende diicile documentare tanti casi. La reporter di

88 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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IL SESSISMO AL MICROSCOPIO IL QUADRO DEI POSTI
DI LAVORO NEGLI USA
Le donne sono in
Le donne, già poco rappresentate nelle discipline STEM maggioranza nel settore
(scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), sono della sanità (soprattutto
vittime del sessismo sia in ambito formativo che lavorativo. dove servono meno
di 4 anni di istruzione), in
minoranza nell’informatica
e nell’ingegneria.
MOLESTIE
A SCUOLA
100%
Da un sondaggio
della Università del Texas
sono emerse denunce di
molestie sessuali* ai danni
delle donne da parte
1 su 5 1 su 4 1 su 2

graphic tk
di docenti e personale.
Scienza Ingegneria Medicina

DISCRIMINAZIONE E MOLESTIE SUL LAVORO


Le donne che svolgono professioni scientifiche in posti dove c’è un numero
maggiore di colleghi maschi segnalano più discriminazione e più molestie.

Donne che dicono: In posti di lavoro con:

Di essere state Più uomini che donne 78%


discriminate Stesso numero o più donne 44% 72,6% MEDIA SALUTE

Di essere state vittime 27%


di molestie sessuali 21%

Che il loro genere 48%


le ha svantaggiate 14%

Che esiste un problema 48%


di molestie sessuali
33%
sul posto di lavoro

BuzzFeed News Azeen Ghorayshi lo ha sperimentato nel 2015, quando ha


pubblicato un servizio sulle accuse di molestie sessuali contro il famoso
MEDIA GENERALE
astronomo Geof Marcy, allora docente a Berkeley. La condotta di Marcy era 47% DELLA FORZA LAVORO
46,7% MEDIA IN CAMPO SCIENTIFICO
talmente nota che nell’ateneo le donne sconsigliavano alle altre donne di
lavorare per lui. Eppure per le donne è così diicile denunciare che quando
inalmente Marcy fu indagato e sanzionato si scoprì che erano quasi dieci
anni che violava il codice di condotta del campus sulle molestie sessuali.
Ghorayshi mi dice che da quando ha scritto l’articolo su Marcy l’hanno
contattata decine di donne, a dimostrazione di «quanto il problema sia dif-
fuso nelle maggiori istituzioni, sia negli Stati Uniti che altrove». In molti
dei casi che ha trattato le donne coinvolte hanno abbandonato la ricerca:
«È una questione di vulnerabilità, c’è chi è vulnerabile e chi è intoccabile». 28,6% MEDIA STEM

25,6% MEDIA SCIENZE


Il succo della questione, come dice la isica Chapman, è che le univer- INFORMATICHE
sità devono rilettere più attentamente sul loro impegno per l’uguaglianza.
«Siamo capaci di parlare tutto il giorno di politiche per le famiglie, ma ne-
ghiamo totalmente che esista una cultura attivamente ostile», mi spiega.
«Io penso che sia endemica». 15,9% MEDIA INGEGNERIA

Oggi nel mondo scientiico c’è ancora la tacita convinzione che le carriere
delle giovani donne si possano buttar via, mentre quelle degli uomini di una
certa età si debbano proteggere a tutti i costi, anche quando ciò comporta
nascondere comportamenti inaccettabili ed esporre al rischio altre persone.
Finché tollereremo questa situazione, il prezzo da pagare sarà salato.
Così non si danneggiano solo le persone, che è già terribile, si danneggia
anche la scienza. j 0

*LA MOLESTIA INCLUDE OSTILITÀ SESSISTA, COMPORTAMENTO INAPPROPRIATO, ATTENZIONE SESSUALE INDESIDERATA E COERCIZIONE SESSUALE
TAYLOR MAGGIACOMO E KAYA BERNE, NGM. FONTI: KEVIN M. SWARTOUT, GEORGIA STATE UNIVERSITY; NATIONAL ACADEMIES OF SCIENCES, ENGINEERING, AND MEDICINE;
INSTITUTE ON DOMESTIC VIOLENCE & SEXUAL ASSAULT, THE UNIVERSITY OF TEXAS AT AUSTIN; PEW RESEARCH CENTER; BUREAU OF LABOR STATISTICS

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GIOVANI

SCIENZIATE:
È ARRIVATO
IL VOSTRO

MOMENTO Il futuro della ricerca è sempre più donna.


I programmi destinati alle ragazze interessate
a una carriera nella scienza, nella tecnologia,
nell’ingegneria e nella matematica stanno dando
l’impulso a una nuova generazione di studentesse,
infrangendo alcune storiche barriere.

DI C L A U D I A KALB

FOTOGR AFIE DI D I N A LITOVSKY

91

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A SEDICI ANNI, SHRIYA
Reddy non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia andata pazza
per la scienza. A sette anni leggeva libri di biologia con sua madre, che
stava studiando per l’abilitazione alla professione di medico. All’ultimo
anno delle elementari gareggiava nelle competizioni scientiiche. L’estate
prima della terza media ha cominciato a fare ricerca in un laboratorio di
bioingegneria della Wayne State University a Detroit, in Michigan, dove
ha ideato un approccio non invasivo per diagnosticare rapidamente le
lesioni del melanoma. Il progetto le ha fatto vincere un premio importante
alla International Science and Engineering Fair (Isef) lo scorso maggio.
«La scienza ha a che fare con il come e il perché succedono le cose»,
dice Reddy. «Io ho una gran voglia di farne parte».
La determinazione di Reddy coincide con un crescente impegno in
tutti gli Stati Uniti di aumentare il numero di studentesse che perseguono
una carriera nelle materie di scienze, tecnologia, ingegneria e matema-
tica (Stem). Diverse università e istituzioni, dalla Nasa all’Accademia
Navale degli Stati Uniti, ospitano giornate Stem per ragazze. L’Isef, un
programma della Society for Science & the Public di Washington, D.C.,
ofre una competizione in cui studenti selezionati delle superiori pos-
sono garegiare a livello internazionale. L’evento di quest’anno vedeva
1.842 inalisti, equamente divisi per genere, e tre dei quattro premi più
importanti sono andati a giovani donne, tra cui Reddy.
Mary Sue Coleman, biochimica e presidentessa della Association of Ame-
rican Universities, è ottimista sul futuro delle donne nella scienza. Quando
ha partecipato all’Isef come studentessa delle superiori nel 1959 e 1960,
circa il 35 per cento dei partecipanti erano ragazze. L’equilibrio di genere è
importante, dice, perché le donne portano prospettive nuove nell’afron-
tare enigmi scientiici. Eppure, restano evidenti disparità. Quest’anno le
ragazze all’Isef superavano i maschi in microbiologia e biochimica, ma
rappresentavano meno di un terzo dei inalisti in matematica e ingegne-
ria meccanica. Sempre più donne conseguono titoli di studio avanzati in
queste materie, ma gli uomini detengono i ruoli di professori e direttori
nelle industrie del settore.
Tuttavia, una trasformazione sta avvenendo, dice Maya Ajmera, presi-
dente e amministratrice delegata della Society for Science & the Public. Le
ragazze, inventive e tenaci, sfruttano la tecnologia per risolvere problemi,
che si tratti di progettare un riso dalle proprietà nutritive avanzate o di usare
una tecnica di uncinetto per disegnare un dispositivo Bluetooth indossabile.
Per queste scienziate emergenti, «le cose saranno diverse», dice Ajmera.
«Sono sicura che questa generazione di ragazze si trovi in una posizione
molto migliore per afrontare i problemi più irrisolvibili del mondo». j

L’autrice Claudia Kalb ha scritto la storia di copertina su Leonardo da Vinci


del numero di maggio del 2019.

92 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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FOTO PRECEDENTE

All’ISEF 2019, la
studentessa russa
delle superiori Inna
Larina guarda dentro
un dispositivo di
visualizzazione che ha
progettato con la sua
compagna di squadra,
Nataliya Ivlieva.
L’apparecchio wireless
è dotato di sensori che
calcolano la distanza
da un ostacolo, come il
ciglio di un marciapiede,
permettendo alle
persone non vedenti o
ipovedenti di muoversi
su terreni poco familiari.

I N A LT O

Studenti delle superiori


di 80 paesi, regioni
e territori si sono
affrontati nell’ISEF 2019
a Phoenix, in Arizona.
Ramita Chueamuangphan
(a sinistra), Natthamon
Sriprom (al centro)
e Phananong
Chuenchokchai (a destra)
sono arrivate
dalla Thailandia per
partecipare nella
categoria “scienze
botaniche”. Le compagne
di classe, dalla provincia di
Chiang Rai, hanno creato
un idrogel che aiuta
a proteggere i raccolti
dalle lumache invasive
senza danneggiare le
piante e gli animali vicini.

IN BASSO

Amanda Shayna Ahteck


di Holmdel, New Jersey,
ha trovato ispirazione
mentre lavorava
all’uncinetto durante
le lezioni di fisica.
Ha intessuto un filo
conduttore in acciaio
in una catena di cerchi
agganciati per creare
sensori morbidi ed
elastici che mimano
i tendini della mano.
Ahteck spera che il suo
dispositivo Bluetooth
indossabile aiuterà
gli utenti con problemi
visivi o fisici a interagire
con i computer
in modo più naturale.

G I O VA N I S C I E N Z I AT E 93

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94 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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Esther Anyanzwa
(a sinistra) e Salome
Njeri hanno creato
un dispositivo con disco
girevole per aiutare
le persone ipovedenti
e non udenti a misurare
gli oggetti. A casa loro,
in Kenya, le studentesse,
come donne, devono
affrontare un certo
scetticismo sulle proprie
capacità scientifiche.
«Avevo una gran voglia
di dimostrare che
la società si sbaglia», ha
detto Njeri alla Society
for Science & the Public.

G I O VA N I S C I E N Z I AT E 95

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96 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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Le gemelle Gina
(a sinistra) e Lisa
Sobinovsky, di
Martinsburg, West
Virginia, condividono
le loro scoperte
su un processo del
cromosoma X legato
al colore della pelliccia
nei gatti tartarugati,
che secondo loro
può dare indicazioni
sul cancro al seno
e alle ovaie.

G I O VA N I S C I E N Z I AT E 97

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I N A LT O A S I N I S T R A

Shouq Faisal Madani,


di Dhahran, Arabia
Saudita, festeggia
insieme alle sue
compagne durante la
cerimonia di
premiazione nel giorno
di chiusura dell’ISEF
2019. Madani ha vinto
un premio di 1.000
dollari nella categoria
dell’ingegneria
ambientale.

I N A LT O A D E S T R A

Shriya Reddy, di
Northville, in Michigan,
si avvicina al palco per
ricevere un premio per
l’innovazione di 10.000
dollari per la sua
tecnica diagnostica
per il melanoma.
«È un sogno che si
avvera», dice.

IN BASSO A SINISTRA

Allison Jia, di
Cupertino, in
California, ha ricevuto
un premio di 50.000
dollari per il suo
approccio innovativo al
monitoraggio della
Tau, una proteina
cerebrale implicata nel
morbo di Alzheimer.

IN BASSO A DESTRA

Jocelyn Zonnefeld (al


centro), del Sioux
Center, in Iowa, ha
gareggiato per la
microbiologia. I
partecipanti all’ISEF
vengono selezionati
in base ai meriti
del loro lavoro.

98 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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G I O VA N I S C I E N Z I AT E 99

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I N T E RV I S TA D I W I E B K E HARMS

“LE DONNE
LASSÙ HANNO GIÀ

FATTO TUTTO”
Samantha Cristoforetti , 42 anni, è attualmente l’unica astronauta
europea. Un colloquio su successi, frustrazioni e sogni.

Già da bambina voleva diven- sappiamo di non essere nulla di


tare astronauta. Era un sogno speciale.
comune tra i bambini del paese
di montagna dove è cresciuta? Sa che c’è una bambola Barbie
No, o almeno non me lo ricordo. fatta a sua immagine? Come ci si
Ma non mi ha mai creato problemi sente a essere un modello?
essere diversa. Ero una bambina Questo è un effetto collaterale
molto sicura di sé. Ero semplice- del mio lavoro e cerco di viverlo
mente più afascinata dalle stelle con un certo distacco. Spesso mi
rispetto ad altri. offrono progetti dove intendono
presentarmi come modello. Il mio
La sua carriera è stata program- obiettivo principale nella vita è
mata alla perfezione: prima gli sempre stato quello di volare nello
studi di ingegneria, poi la for- spazio e sono felice quando riesco
mazione da pilota con l’Aero- a trasmettere l’entusiasmo per lo
nautica militare. Ha studiato spazio ad altri. Ma alla ine ognuno
anche il russo, che è impor- deve realizzare da solo la propria
tante per la Stazione spaziale carriera.
internazionale (Iss). Anche gli
altri candidati alla selezione per Nel 2014 lei è andata nello spazio
l’Agenzia spaziale europea (Esa) come membro della missione
erano così ben preparati? “Futura”. Nel suo libro descrive
Credo di sì, anche se tra i sei che anche la preparazione e il pro-
sono stati scelti per il corpo astro- blema di trovare i guanti giusti. A SINISTRA
nauti ero l’unica a sapere il russo. Sì, le tute per le missioni extravei- Samantha
colari vengono composte da singoli Cristoforetti durante
l’addestramento
Lei è riuscita a essere selezio- pezzi di misure diverse per poi es- con un simulatore
nata tra 8.500 concorrenti. Con sere adattate. di volo Soyuz nel centro
un tale successo non si rischia di addestramento
per cosmonauti Juri
di montarsi la testa? Questo forse perché i guanti non Gagarin, vicino a Mosca.
Il rischio c’è. La gente crede co- erano stati fatti per le donne? “AstroSamantha”
munemente che gli astronauti sia- Al contrario! C’erano molti guanti è cresciuta a Malé,
paesino montano del
no tutti brillanti. Ma nel nostro da donna. Ma erano tutti troppo trentino, dove i genitori
gruppo ci sentiamo tutti uguali e stretti per me. La maggior parte gestivano un hotel.

FOTO: SPUTNIK I N T E R V I S TA 101

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delle donne ha delle dita belle sot- cambiano in continuazione. La
tili. Io no, purtroppo. I guanti da notizia è stata poi semplicemente
uomo, invece, erano tutti troppo montata dalla stampa sostenendo
grandi. Alla fine mi hanno fatto che la prima missione spaziale al
dei guanti su misura. femminile fosse fallita.

Il suo collega tedesco Alexander Quindi nello spazio l’unica cosa


Gerst è tornato nello spazio solo che conta è la missione?
pochi anni dopo la sua prima Beh, questo signiica che abbiamo
missione. È mai stata invidiosa davvero superato la lotta tra i sessi,
di lui? almeno nel nostro mondo tecnico.
Tra gli Stati membri dell’Esa c’è una Se poi è un uomo o una donna a
rotazione, e i paesi che versano con- svolgere una missione extravei-
tributi più consistenti all’Agenzia colare ha un’importanza del tutto
possono partire più spesso. Quindi secondaria.
non c’è motivo per prenderlo come
un fatto personale. Eppure fino a oggi soltanto 60
delle 550 persone che sono state
Lassù le nazionalità hanno an- mandate nello spazio erano
cora importanza? donne. Quanto ci vorrà prima
Non per quanto riguarda il lavoro che le donne nello spazio diven-
o la convivenza. Se sei italiana, tino la normalità?
come me, probabilmente ti aspetta Siamo già la normalità, ma la gente
un colloquio con il presidente del non se ne vuole rendere conto. Se
Consiglio italiano, mentre i tede- guardiamo la storia passata, risulta
schi ce l’avranno con la cancelliera evidente che ci sono state diffe-
federale. renze. Ma dal punto di vista di oggi
le donne nello spazio hanno già
In primavera la Nasa voleva im- fatto tutto. Ma tutto, tutto, tutto.
piegare per la prima volta una Ovviamente non sono sbarcate
squadra tutta femminile in una sulla Luna, ma stiamo parlando
missione extraveicolare. Ma della ine degli anni Sessanta, dei
l’operazione “All Female Spa- primi anni Settanta. Oggi lassù per
cewalk” è stata annullata per- le donne non c’è proprio più nulla
ché mancava una tuta spaziale. da conquistare.
Questo è un grandissimo malin-
teso. La Nasa aveva programmato Ha passato 199 giorni nello
una passeggiata spaziale, proprio spazio, più di qualunque altra
come si fanno sempre. È stato un donna prima. Questo ha un si-
puro caso che fossero due donne gniicato per lei?
a essere impegnate nell’attività. No, sono rimasta quattro giorni di
Quindi l’intenzione non era: ora più rispetto alla collega che mi ha
facciamo la prima passeggiata di preceduto, ma è stato un puro caso, SOPRA
sole donne nello spazio. C’era sem- non merito mio. Non ho battuto Nel 2019 la Mattel
plicemente un compito da svolgere alcun record, come accade nello ha prodotto una Barbie
ispirata a Samantha
quel giorno. Durante i preparativi sport. Cristoforetti. Uno studio
ci si è resi conto che Anne McClain commissionato dalla
avrebbe avuto bisogno di una tuta Quando inizia la prossima mis- Mattel ha dimostrato
che il 74% di tutti
che non era immediatamente di- sione nello spazio? i genitori conoscono
sponibile. Per questo ha deciso Non ci sono ancora progetti con- Neil Armstrong,
lei stessa di fare cambio con un creti. Ci vorrà sicuramente qualche il primo uomo
sulla Luna, ma meno
collega. Questa è la vita in una anno ancora. Ma non più di tre o della metà conosce
stazione spaziale. I programmi quattro, spero. un’astronauta donna.

102 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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A SINISTRA
L’ingegnere
aerospaziale
e pilota militare
Cristoforetti prepara
un esperimento
sugli effetti
della microgravità
sul sistema immunitario
a bordo della
Stazione spaziale
internazionale (ISS).

Quale sarebbe la missione per- La frustrazione viene, ma poi


fetta per lei? va superata. Ovviamente le tue
Il mio grande sogno rimane quello aspettative prima della missione
di compiere una passeggiata spa- incidono molto su come la vivi. Ma
ziale, un’attività extraveicolare. Nel nello spazio ci sono cose più im-
2014 purtroppo non è stato possi- portanti delle proprie aspirazioni.
bile. Magari la prossima volta. Un egocentrico - uomo o donna -
non sarebbe mai scelto per far
Potrebbe fare in modo di acce- parte del team.
lerare la realizzazione di questo
progetto? L’ultima selezione dell’Esa ri-
È diicile da prevedere. Quando si sale a dieci anni fa. Quando ci
programma una passeggiata nello sarà la prossima?
spazio non è sempre detto che alla Al massimo fra tre anni, credo.
fine si farà. Potrebbe fare ritardo
un veicolo di rifornimento che tra- L’arrivo di una nuova genera-
sporta parti importanti. Possono zione può essere uno svantaggio
cambiare le priorità. Oppure si per voi?
cambia programma per altri mo- No, per carità! È ora! Non siamo più
tivi: sulla stazione spaziale si rompe dei ragazzini. Immagino che sarà
qualcosa, che deve essere riparato molto bello avere anche dei giovani
prima. I tuoi desideri non contano. tra noi. Porteranno un entusiasmo
diverso e anche un modo diverso di
In questo caso come si fa a evi- vedere le cose, è molto importante.
tare di rimanere frustrati? Ne sarò felice. j

FOTO: SAMANTHA CRISTOFORETTI, ESA/NASA (IN ALTO); MATTEL (PAGINA A FIANCO) I N T E R V I S TA 103

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D: Qual è il suo punto di forza?

LA CAPACITÀ
DI METTERMI

NEI PANNI
E UNA CERTA
DEGLI ALTRI

SOLIDITÀ
CARATTERIALE.
Laura Boldrini Presidente della Camera dei deputati dal
2013 al 2018 e attualmente parlamentare,
ha presentato leggi contro il femminicidio e
l’omofobia e si è sempre battuta per i diritti
delle donne. Prima di entrare in politica
ha ricoperto incarichi per le Nazioni Unite,
EX PRESIDENTE DELLA CAMERA prima presso la FAO e poi con l’UNHCR.

104 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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D: Qual è il suo punto di forza?

OPRAH DIANE JENNIFER


WINFREY
I N T R AT T E N I T R I C E
RAINARD
F O T O G R A FA C H E V I V E
DOUDNA Î

L A R I C E R C A C O N D O T TA
D I FA M A M O N D I A L E , S U L L’ I S O L A F R A N C E S E DA Q U E S TA B I O C H I M I C A
È A C A PO DI U N I M PERO D I R É U N I O N E FA CON EM M ANUELLE
M E D I AT I C O . PA R T E D E L L A CHARPENTIER HA
H A COST RU I T O COM MU N I T Y WOM EN P O R TAT O A L L A S C O P E R TA
E DIRIGE UNA SCUOLA O F I M PA C T *. DELLA TECNICA
FEMMINILE DI EDITING GENETICO
I N S U DA F R I C A , D OV E C R I S P R- C A S 9. O G G I
LE STUDENTESSE LA D O U D N A P R O M U OV E
C H I A M A N O “ M U M O ”. UN USO ETICO
D E G L I S T RU M E N T I
DI MODIFICA ZIONE
La resilienza. Poiché
sono queer, ho subito GENETICA .
violenza fisica e sociale
per gran parte della
Indubbiamente la mia il 57% mia vita. Ma ciò che
capacità di entrare in dei laureati statunitensi non ti uccide ti rende
contatto con gli altri. sono donne. Nel 2019 più forte. Ora uso
la fetta più grossa questa forza nel mio
Ho intervistato della forza lavoro con Probabilmente la mia
stupratori, assassini, lavoro di esploratrice cocciutaggine.
istruzione universitaria
molestatori di bambini sarà costituita per
di ambienti difficili. Quando mi viene
e persone di ogni la prima volta in mente un’idea
genere che hanno da donne. La presenza non la mollo più.
nella forza lavoro
fatto cose orribili, ma di un maggior numero
Non misuro il successo
ho l’abilità di entrare di donne con titoli in termini economici
nello spazio in cui loro universitari potrebbe o di riconoscimento
si trovano in quel far aumentare professionale. Il mio
momento, ed è lì che il reddito potenziale approccio è piuttosto
complessivo delle
li incontro. Ecco, uno donne.
chiedermi se andrò
dei miei punti di forza davvero orgogliosa
è proprio la capacità della ricerca di cui
di connettermi con mi occupo. E sentire
ciò che sei in quel di aver fatto la scelta
momento, non con ciò giusta per la mia vita,

“F OR Z A,
che presumibilmente di aver deciso di fare
ti definisce. Ma se una cosa che sono
avessi ricevuto davvero in grado
l’amore, l’attenzione di fare bene. Quando
e il sostegno familiare ero più giovane
di cui avevo bisogno
non credo che avrei
avuto questa capacità.
E UNA ho pensato tante volte
che forse la risposta
era no, e che forse ero
Penso che questa
empatia e il desiderio CERTA sulla strada sbagliata.
E di nuovo è entrata

UMIL I TÀ”.
di conoscere il cuore in gioco la mia
delle altre persone cocciutaggine, perché
derivino dal mio senso non sono neanche una
di solitudine, dal mio che rinuncia. Così nella
bisogno di essere testa mi ronzavano
compresa e di sapere dubbi su quello che
Christiane Amanpour, giornalista televisiva
che quello che provo Forza e una certa umiltà, cioè il contrario
stavo facendo, ma poi
io l’ha provato anche dell’arroganza. Non mi lascio sedurre dalle trappole mi dicevo anche che
qualcun altro. del successo e tengo i piedi ben piantati per terra. non avrei mollato.

*NATIONAL GEOGRAPHIC’S WOMEN OF IMPACT, UNA COMMUNITY IN CUI LE DONNE CONDIVIDONO LE LORO STORIE: ON.NATGEO.COM/WOMENOFIMPACT.
LE INTERVISTE SONO STATE MODIFICATE PER MOTIVI DI SPAZIO E CHIAREZZA. LE RISPOSTE ITALIANE SONO STATE RACCOLTE DA ALESSANDRA CLEMENTI
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ALEX KELLY
MORGAN
SEGNANDO CINQUE GOL
MARTIN
P R I M O C O M A N DA N T E
I N U N A S O L A PA R T I TA DONNA DEI POM PIER I DI
HA PER MESSO ALLA YO S E M I T E E WO M A N O F
NA ZIONALE DI CALCIO I M PAC T *, H A D E N U N C I AT O
U S A D I AG G I U D I C A R S I PREGIUDIZI DI GENERE
L A C O P PA D E L NEGLI A MBIENTI
M O N D O 2 0 1 9. L AVO R AT I V I D E L PA RC O .

La mia più grande forza Il coraggio e la


è avere la sicurezza perseveranza di andare
sufficiente per poter avanti malgrado la
sempre scommettere discriminazione di genere,
su me stessa. Quando che sembra un ostacolo
mi pongo un obiettivo insormontabile, per
non smetto mai di dimostrare alle giovani che
lavorare finché non l’ho possono avere successo
raggiunto e finché non anche in un campo
sento di aver dato dominato dagli uomini.
il massimo. Inoltre,
durante la mia carriera
mi sono circondata
di persone che dicono
la verità, che dichiarano
le loro opinioni
e che hanno a cuore
i miei interessi.

“NON MI
  PIEGHERÒ”.
Î Nancy Pelosi, deputata democratica della
California, è stata per due volte presidente della
Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti,
la prima donna a ricoprire questa carica.
A volte dicono che sono dura, ma io penso che
”dura” non sia la parola giusta. Penso di essere
forte, di avere forza. Una forza che deriva dalla mia
risolutezza, dalla mia conoscenza, dal mio pensiero
strategico, e che mi dà un senso di sicurezza.
Penso che sia questo che la gente riconosce in me:
che non mi piegherò per debolezza. Posso
ammettere la forza della tua argomentazione,
ma non mi piegherò per debolezza.

FOTO: ILARIA MAGLIOCCHETTI LOMBI, CONTRASTO (BOLDRINI); ERIKA LARSEN. ILLUSTRAZIONI: LAUREN TAMAKI. 107

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IN TRINCEA
Sempre più spesso le donne sono in prima linea nei conflitti armati
e nelle operazioni di pace nelle zone calde del pianeta.

TESTO E FOTOGR AFIE DI LY N S E Y ADDARIO

108

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S TAT I U N I T I

Un bravo Marine deve


essere in grado di portare
un compagno a spalla
se necessario. Gabrielle
Greene, caporale
dell’USMC, solleva
un commilitone durante
l’addestramento
su una nave della marina
a Camp Lejeune, in North
Carolina. Delle 38.000
reclute annuali dei
Marines 3.500 circa
sono donne.

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S TAT I U N I T I

Durante lo spietato
finale di addestramento
nella base di Parris
Island, in South
Carolina, Desiree White,
vent’anni, ricopre il
ruolo di una soldatessa
ferita soccorsa
da altre reclute.

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S TAT I U N I T I

Posizione scorretta!
Hollie Mulvihill, 26 anni,
sergente dei Marines
e istruttrice della base
di Parris Island, urla e
minaccia conseguenze
disciplinari per
la recluta Melissa
Rodriguez Flores,
18 anni. Tutte le
reclute donna di Parris
Island seguono un
programma identico
a quello degli uomini.

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I N U N A C I T TÀ D E S E R TA
I
della regione centro-orientale della Siria due prigio-
nieri sono seduti per terra, sorvegliati da una decina di curdi. I due si sono arresi
alla Ypg, l’Unità di protezione popolare composta in maggioranza da curdi,
che ha cacciato i miliziani dell’Isis da Baghouz, la loro ultima roccaforte in
Siria. I prigionieri aspettano di essere trasportati in un campo di detenzione.
Le guardie li controllano rimanendo in piedi, il senso di trionfo è palpabile.
A 100 metri di distanza, un gruppo di combattenti curde con l’Ak-47 in
spalla sorveglia donne e bambini, presumibilmente mogli e figli dei mili-
ziani. Le soldatesse, che appartengono alla Ypj, l’Unità di protezione delle
donne, parlano tranquillamente; alcune fumano, altre si sistemano i capelli
usando il cellulare come specchio (sotto l’Isis una donna a capo scoperto
veniva frustata). Di tanto in tanto una di loro dice qualcosa alle donne velate.
La mattina si trascina lentamente, così alcune combattenti dell’Ypj decidono
di andare a vedere il nemico da vicino. All’inizio si avvicinano ai due prigionieri
in modo quasi casuale. Poi, lentamente, si dispongono in cerchio intorno a loro e
cominciano a fissarli. In questa città, fino a non molto tempo fa, una donna po-
teva essere giustiziata per un comportamento simile. Ma l’Isis è stato sconfitto e
le donne che hanno difeso la Siria curda reclamano la parità con i loro compagni
d’armi uomini. Erano insieme in prima linea e insieme assaporano la vittoria.
Dal deserto siriano alle distese erbose del Sud Sudan, fino alla giungla marto-
riata dalla guerra civile in Colombia, sempre più donne sono schierate in prima
linea nei conflitti militari. Hanno uniformi e passati diversi, ma sono entrate
nelle forze armate per motivi simili. Vogliono servire il loro paese. Vogliono
dimostrare la loro sicurezza, competenza e forza, essere d’esempio per i figli e
allo stesso tempo provare qualcosa a sé stesse. A differenza dei maschi, alcune
ambiscono a un obiettivo più grande: migliorare la vita delle donne e delle bam-
bine nella regione in cui operano, nel loro paese e nel mondo.

114 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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in cui le donne possono prestare
S O N O A L M E N O 1 6 I P A E S I I N D U S T R I A L I Z Z AT I S TAT I U N I T I

servizio in prima linea o in ruoli di combattimento. Negli Stati Uniti le donne Tirando avanti con
fanno ufficialmente parte delle forze armate, con incarichi da militari non com- razioni e ore di sonno
ridotte al minimo, le
battenti, ma comunque pericolosi, sin da quando nel 1901 il Congresso istituì reclute di Parris Island
gli Army Nurse Corps, il corpo delle infermiere dell’esercito, che però sono state si incitano a vicenda
impiegate anche come operatrici radio o addette alla logistica. Più recentemente, mentre si arrampicano
su una fune nel corso
possono diventare piloti d’elicottero o meccanici di mezzi corazzati. dell’esercitazione di 54
Ma anche quando i regolamenti consentono alle donne di ricoprire ruoli di ore chiamata Crucible,
combattimento, i comandanti si mostrano riluttanti. Ma in quest’epoca di terro- cioè prova del fuoco.
Questo addestramento
rismo e scontri etnici le donne «possono trovarsi in battaglia ovunque si trovino, impegnativo include
perché non esistono più campi di battaglia ben definiti», afferma la tenente prove come la salita
colonnello dei Marines Misty Posey, che per due anni, fino a metà del 2019, è della fune e una marcia
di 80 chilometri
stata comandante delle reclute donna nel centro di addestramento dei Marines con le armi addosso.
di Parris Island, nella South Carolina. «Anche se hai un incarico amministrativo
o sei addetta ai rifornimenti puoi finire in uno scontro a fuoco».
Le reclute donna, che conoscono bene lo stereotipo del “sesso debole”,
spesso arrivano a dubitare di essere all’altezza. A questo proposito Posey non

D O N N E S O L DATO 115

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S TAT I U N I T I

La recluta dei Marines


Dannelle Kallmes,
19 anni, attende
gli ordini durante
la faticosa fase finale
dell’addestramento
a Parris Island.
Ogni recluta sa che
se riuscirà ad arrivare
alla cerimonia
di chiusura riceverà
lo stemma con l’aquila,
il globo e l’ancora e
sarà chiamata “Marine”
per la prima volta.

sente ragioni: «Noi donne impariamo a essere deboli. Possiamo anche disimpa-
rarlo». A fine addestramento, aggiunge Posey, la maggior parte delle Marines
ha acquisito sicurezza «e sa di poter dare lo stesso contributo» degli uomini.
Josephine Muhawenimana, una donna ruandese madre di due figli, è
diventata agente di polizia perché ammira «la forza dei poliziotti e […] la
loro capacità di ispirare gli altri». Adesso Josephine è sergente maggiore di
un’unità delle forze di pace delle Nazioni Unite nel Sud Sudan, una nazione
lacerata da conflitti civili ed etnici cruenti. «Ricordo cosa accadde», racconta
a proposito del genocidio del Ruanda del 1994 a cui è sopravvissuta; oggi spera
che la missione di pace nel Sud Sudan possa scongiurare un simile bagno di
sangue. «Le donne di questo paese sembrano orgogliose di vedermi svolgere
il mio lavoro», afferma. Molte madri l’hanno ringraziata per aver mostrato
alle figlie che esiste un’alternativa al diventare moglie di qualcuno quando
si è ancora adolescenti.
La combattente colombiana nota con il nome di comandante Yesenia vive
Negli ultimi 15 anni da vent’anni con l’Esercito di liberazione nazionale (Eln), un’organizzazione di
Lynsey Addario guerriglieri di sinistra che si oppone al governo della Colombia. Yesenia, che ha
ha seguito i conflitti
e le crisi umanitarie partorito una figlia nella giungla e l’ha tenuta con sé per mesi, dice di lottare per
principali, tra cui quelli l’eguaglianza dei poveri, degli indigeni e delle donne. «Ciascuno di noi ha una
in Afghanistan, Iraq, causa da sostenere», spiega. «Combattiamo tutti, anche se da posizioni diverse».
Libia, Siria, Libano,
Somalia e Sud Sudan. Nel deserto siriano, mentre i prigionieri dell’Isis attendono di essere traspor-
La sua autobiografia tati nel campo di detenzione, una combattente dell’Ypj di nome Nuda Zagros,
In amore e in guerra è immagina il futuro. «Ci piacerebbe andare in tutti i luoghi in cui le donne sono
entrata nella classifica
dei best seller del oppresse», afferma. «Vogliamo combattere per la parità. Non vogliamo coman-
New York Times. dare né essere comandate. Siamo tutti uguali». j

116 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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215.971 217.564
S TATI U N ITI

SALIRE DI GRADO
Le donne hanno avuto accesso alle unità di combattimento
27.948
Esercito

Marina

Aeronautica
di Aeronautica e Marina nei primi anni Novanta. I corpi di Marines
combattimento di terra sono stati aperti alle donne nel 2016;
1970 1989 2019
ad agosto 2019 le donne che ricoprivano incarichi in queste Numero di donne nelle
unità un tempo loro precluse erano 2.906. forze armate USA

Donne Uomini Per ogni 100 donne nelle forze armate USA... Ufficiali Donne Uomini

19% 18% 5% 17%


U F F I C I A LI FA N T E R I A
Il numero degli ufficiali 32 donne si arruolano nell’Esercito (36 uomini su 100) A meno di due anni
donna è in costante dall’abolizione delle
crescita, con una restrizioni, circa 600
percentuale più alta donne servivano nelle
che fra gli uomini. unità di combattimento
di terra dell’esercito.
Da allora il numero si è
quintuplicato. Ad agosto
2019 erano 231 le donne
nel corpo dei Marines,
in passato riservato solo
agli uomini.

41% 26%
MINORANZE
RAZZIALI
Un’alta percentuale delle P E RC E N T UA LI
30 donne si arruolano in Marina contro 24 uomini I N C R E S C ITA
donne arruolate nelle forze
armate è costituita da Attualmente nelle
native americane, native forze armate USA si
dell’Alaska, afro-americane contano 100 donne
e donne di altre minoranze. ogni 499 uomini.

22% 18% 25% 11%


I S PA N I C H E INCARICHI
La percentuale di A M M I N I ST R AT I V I
ispaniche nelle forze In proporzione, le
armate è superiore sia a donne ricoprono più
quella degli uomini che 30 si arruolano nell’Aeronautica contro 24 uomini incarichi amministrativi
a quella delle ispaniche degli uomini, in
nella popolazione posizioni d’ufficio
totale degli USA. e di assistenza legale.

1.208 58.458 10% 12%


V IT T I M E A LT E RETRIBUZIONI
I dati statistici relativi Man mano che fanno
alle donne morte o carriera, le donne si
ferite in operazioni mettono in pari con gli
militari vengono uomini anche rispetto
raccolti dal 2001. 8 donne si arruolano nei Marines contro 16 uomini alle retribuzioni più alte.

DATI RIFERITI ALLL’ULTIMO MESE DISPONIBILE 2019, TRANNE CHE PER LE ISPANICHE (2018). SONO ESCLUSI I DATI DELLA GUARDIA COSTIERA. LA FANTERIA INCLUDE GLI
ADDETTI ALLE ARMI DELLE NAVI MILITARI E GLI SPECIALISTI DI TECNICA DELLA NAVIGAZIONE. MONICA SERRANO, NGM. KELSEY NOWAKOWSKI. FONTI: DEFENSE
MANPOWER DATA CENTER; DEFENSE CASUALTY ANALYSIS SYSTEM; LORY MANNING, SERVICE WOMEN’S ACTION NETWORK; CENTER FOR A NEW AMERICAN SECURITY.

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CO L O M B I A

RIFIUTARE LA RESA
Malgrado da decenni si tenti di porre fine alla guerriglia in Colombia, i campi
mobili segreti rappresentano ancora una casa per i ribelli dell’Esercito di libe-
razione nazionale, che non ha aderito al cessate il fuoco negoziato da altri gruppi.
Definiti terroristi dalle autorità di governo e da altri colombiani, i membri
dell’ELN si definiscono combattenti per la giustizia. «Per questo paese sogno
l’eguaglianza sociale e la parità di genere», afferma la comandante Yesenia.
«Purtroppo il maschilismo è una realtà anche nella mia organizzazione».

118 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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A SINISTRA SOPRA
Guerriglieri caricano una Per nascondere la loro
barca per risalire il fiume identità Estefanía e altri
e fare un’esercitazione guerriglieri evitano
nella zona lungo il San di farsi riprendere
Juan dove l’ELN si è in volto, che in alcuni
fermato e addestrato casi è molto giovane.
all’inizio dell’anno. Benché sia ancora
«Quando sono entrata un’adolescente,
nell’ELN non sapevo fare Estefanía dice di far
quasi niente», dice una parte dell’ELN da più
ragazza di 18 anni che di due anni. Quando fa
si fa chiamare Estefanía. il bucato nel fiume tiene
«Adesso so cucinare addosso i gioielli e una
e sparare, ma non so piastrina militare su cui
ancora combattere». è inciso il Padre Nostro.

D O N N E S O L DATO 119

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COLOMBIA

Il libro in questo caso


è un romanzo d’amore,
ma la comandante
Yesenia dell’ELN
legge ad alta voce
ai suoi commilitoni
dell’avamposto sul
fiume anche saggi
sull’ideologia e la
storia della loro
organizzazione.

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SIRIA

GUERRIERE INDIPENDENTI
Per quasi un decennio la resistenza curdo-siriana si è fatta un dovere di includere
le donne nelle sue fila. L’unità composta da sole donne, la YPJ, conta più di
20.000 membri; molte sono musulmane che si oppongono alle interpretazioni
dell’Islam che considerano oppressive. «Siamo volontarie», afferma una co-
mandante. «Non permettiamo che altri attacchino le nostre città uccidendo i
nostri fratelli e sorelle. Le nostre famiglie non ostacolano la nostra scelta».

122 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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SOPRA A SINISTRA I N A LT O
Sheikha Ibrahim, 33 In una località segreta
anni, comandante delle nel Nord della Siria, un
forze di sicurezza curde, gruppo di combattenti
solleva un bambino per curde si mette sull’attenti
farsi strada tra la folla con le armi in vista:
di profughi del campo onorano così la Giornata
di al Hol, nella Siria internazionale della
settentrionale. I curdi donna di quest’anno.
gestiscono il campo,
che ha accolto migliaia IN BASSO
di donne, molte delle Colazione a Derik, al
quali con figli, che si confine con la Turchia:
sono arrese o sono olive, formaggio, yogurt
fuggite dalle roccaforti e pane. Alla parete le foto
dell’ISIS. di tre compagne cadute.

D O N N E S O L DATO 123

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SIRIA

Combattenti curde
circondano una donna
che si è arresa durante
l’abbandono della
città di Baghouz da
parte dell’ISIS lo scorso
marzo. Secondo
una militante curda,
le donne che si sono
unite all’ISIS o sono
state forzate a farlo
devono essere aiutate
a prendere le distanze
da una versione
oppressiva dell’Islam.

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S U D S U DA N

GUARDIANE ARMATE
Dei 19.500 membri della forza di pace dell’ONU impegnata nel Sud Sudan, paese
di recente costituzione ancora tormentato dai conflitti, circa 1.600 sono donne
provenienti da nazioni diverse. L’arruolamento delle donne rientra nella volontà
delle Nazioni Unite di arrivare a un equilibrio di genere nelle unità dislocate in
tutto il mondo. «Non si tratta solo di numeri, ma di efficacia», ha dichiarato il
segretario generale dell’ONU António Guterres. Avere più donne tra i caschi blu,
ha affermato, contribuisce fattivamente al mantenimento della pace.

126 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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SOPRA A SINISTRA I N A LT O
Josephine Tra i caschi blu impegnati
Muhawenimana nei campi di protezione
(al centro), sergente del Sud Sudan ci sono
maggiore delle Nazioni anche donne mongole.
Unite di 37 anni,
è sopravvissuta al IN BASSO
genocidio che nel 1994 La sergente Giimaa
ha insanguinato il suo Sukhochir, 39 anni, indossa
paese d’origine, il l’abito tradizionale delle
Ruanda. Ex comandante donne mongole che
di polizia a Kigali, ha portato con sé nella
adesso Josephine è missione di pace a Bentiu.
di stanza in un campo «Volevo far conoscere
di protezione per civili agli africani le tradizioni
a Juba, nel Sud Sudan. del mio paese», dice.

D O N N E S O L DATO 127

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DONNE
GUERRIERE
Le donne descritte dalla storica Pamela Toler nel suo recente libro Women
Warriors combattono a cavallo, tagliano la testa ai nemici, ordinano
condanne a morte, lanciano attacchi e comandano truppe di decine
di migliaia di soldati. «Le donne hanno sempre combattuto, anche
se tendiamo a dimenticarlo», afferma Toler. Grazie a risorse moderne
come l’analisi del DNA e a nuovi esami dei corredi funerari, gli studiosi
come Toler sono in grado di scoprire aspetti inediti della vita delle donne
che combattevano, con o senza uomini al fianco. Erano forti e risolute
e per loro «andare in battaglia non era una metafora», afferma Toler.
I L L U S T R A Z I O N I D I L AU R E N B R E V N E R

1200 A.C. CA. 358-320 A.C. CA. 361-411 CA.

FU HAO CINNANE MAVIA


GENERALE DINASTIA SHANG CONDOTTIERA MACEDONE RIBELLE CONTRO I ROMANI
Fu Hao è forse la più antica Cinnane, sorellastra di Diventata vedova, la regina
donna guerriera della storia Alessandro Magno, si era già araba Mavia fu a capo
di cui conosciamo il nome e i distinta come capo militare dell’alleanza tribale dei
trascorsi. Consorte principale prima ancora dei 20 anni. Tanukhidi e nel IV secolo
dell’imperatore Wu Ding, Comandò eserciti macedoni guidò una rivolta contro
fu anche una comandante probabilmente combattendo i Romani nel territorio
militare. Studi recenti a cavallo. Polieno, autore del dell’odierna Siria. Utilizzando
di antiche fonti cinesi II secolo, le attribuiva il merito tattiche di guerriglia, fece
ipotizzano che sia stata di aver sconfitto un esercito penetrare le sue truppe in
alla guida di truppe e di averne ucciso la regina Palestina, battendo le legioni
e di campagne di guerra. lottando corpo a corpo. romane.

128 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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1582-1663 1771-1825 1780-1862

NZINGA LASKARINA BOUBOULINA JUANA AZURDUY DE PADILLA


REGINA DELL’AFRICA OCC. COMANDANTE GRECA RIBELLE SUDAMERICANA
Nzinga usò sia la guerriglia Proprietaria di navi e patriota All’inizio del XIX secolo
che la diplomazia per greca, Bouboulina fece Azurduy si oppose alla
difendere i suoi regni, costruire in segreto una dominazione spagnola.
Ndongo e Matamba, dai corazzata, organizzò una Insieme al marito Manuel
portoghesi. A quasi 75 anni flotta e la comandò durante Padilla formò un esercito che
comandava ancora le sue la guerra d’indipendenza combatté nei territori delle
truppe in battaglia. Preparava dall’impero Ottomano. Dopo odierne Bolivia e Argentina.
soldati di decenni più giovani un attacco vittorioso a un Guidò soldati uomini, si
di lei guidandoli in severe porto chiave degli Ottomani, distinse per l’audacia in
esercitazioni attraverso una i soldati la soprannominarono battaglia e combatté anche
danza di guerra. Kapetanisa, la capitana. dopo la morte del marito.

1847-1868 1840-1889 CA. 1892-1973 CA.

NAKANO TAKEKO LOZEN MILUNKA SAVIĆ


SAMURAI GIAPPONESE GUERRIERA APACHE EROINA DI GUERRA SERBA
Takeko guidò 30 donne Descritta come “uno scudo Insignita di molte medaglie
samurai contro gli imperiali per il suo popolo” dal fratello al valore, all’inizio Savić
nel Nord del Giappone nel XIX Victorio, capo degli Apache si arruolò travestita da uomo
secolo. Si scontrarono con gli Chiricahua, Lozen combatté in per partecipare alla prima
uomini armati di fucile a colpi molte battaglie nell’America guerra balcanica. Come
di naginata (arma inastata sudoccidentale alla fine del accadeva spesso con le donne
giapponese). Colpita a morte, XIX secolo. Si racconta che che combattevano travestite,
Takeko chiese che la sua testa fosse una brillante stratega, fu scoperta quando fu ferita
fosse staccata dal corpo avesse poteri curativi e fosse da una granata. Si rifiutò di
e sepolta affinché non molto abile nel rubare i cavalli lasciare l’esercito e partecipò
diventasse un trofeo. ai nemici. a tre guerre.

CYNTHIA GORNEY, BASATO SU WOMEN WARRIORS: AN UNEXPECTED HISTORY DI PAMELA TOLER. MONICA SERRANO, NGM. KELSEY NOWAKOWSKI. FONTI: ADRIENNE
MAYOR; LINDA HEYWOOD; BETH ANDERSON; WARWICK BALL; HEATHER HENNES; LINDA DEMERTZIS- BOUBOULIS; VERONICA TILLER; SARAH NELSON; PETER ALESHIRE

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SOLDATE
D’ITALIA
Dal 2000 possono intraprendere la carriera
militare. Oggi costituiscono appena il 5%
delle nostre forze armate, ma sono presenti in
tutti i corpi e possono combattere in prima linea.

DI F L AV I A F R AT E L L O
FOTOGR AFIE DI D A R I A ADDABBO

creando un esercito di professionisti


“ S E N O N AV E S S I M O A B O L I T O L A L E VA

probabilmente le donne non sarebbero entrate”. Il socialista Valdo Spini,


Presidente della Commissione Difesa dal 1996 al 2001, è il padre della Legge
2970, quella che, approvata nell’autunno del 1999, permise dall’anno successivo
l’ingresso delle donne nelle forze armate.
Prima di lui ci avevano provato in tanti. La prima proposta parlamentare
risale al 1970, ma bisognò aspettare altri trent’anni perché il progetto si concre-
tizzasse. I due grandi partiti popolari dell’epoca, Democrazia cristiana e Partito
comunista, erano infatti sostanzialmente indifferenti - se non ostili, anche se
in modo mai apertamente dichiarato - a quello che da un lato era visto come
uno snaturamento della donna “angelo del focolare” e dall’altro come una “vit-
toria del militarismo” che avrebbe così allargato troppo i propri confini. Senza
contare una certa resistenza da parte del movimento femminista che riteneva
le donne “portatrici di pace” e dunque naturalmente inadeguate alla guerra.
Solo una frangia minoritaria capì invece la portata rivoluzionaria della ri-
forma e si battè per la sua approvazione. Anche perché nel frattempo le donne
invece premevano per indossare la divisa.
Nel 1992 l’allora ministro della Difesa Salvo Andò, anche lui socialista, diede
vita a un singolare esperimento: selezionò 29 ragazze tra le centinaia che già
allora scrivevano allo Stato Maggiore della Difesa rivendicando il diritto di
accedere al servizio militare e permise loro di fare tre giorni di normale ad-
destramento nella caserma dei Lancieri di Montebello, a Roma. L’obiettivo,
chiaramente propagandistico, era finalizzato all’ingresso delle donne nelle forze
armate. E anche se fu necessario attendere altri sette anni per arrivare all’appro-
vazione della legge permise di cominciare a capire chi fossero, quali desideri,
quali aspirazioni e - perché no - quali timori avessero le donne aspiranti soldato.
Se infatti in prima battuta prevaleva l’aspetto patriottico, la volontà sincera di

130 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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servire il paese, era altrettanto evidente che la maggior parte di quelle ragazze Giovani allieve
vedeva nella carriera militare soprattutto una possibilità di lavoro, talvolta di della Scuola Militare
Nunziatella di Napoli,
riscatto sociale, di emancipazione. Tanto più presente proprio nelle giovani che una delle più antiche
venivano dalle regioni meridionali. Non a caso ancora oggi, dopo vent’anni, è la d’Italia, fondata
Campania che sia in termini assoluti sia in proporzione fornisce la maggioranza nel 1787. Dal 1990
l’istituto ha aperto
delle presenze femminili, mentre ne arrivano decisamente meno da regioni le porte anche
dove la ricerca del lavoro è più facile, come per esempio l’Emilia Romagna. alle donne, che oggi
Ma torniamo alle paure: la legge italiana, al contrario di altre come quella costituiscono oltre
il 30% degli allievi
statunitense, permise alle donne fin da subito di combattere in prima linea. ammessi.
Così come, problemi logistici a parte, nessun divieto specifico venne posto
per l’accesso ai corpi speciali, benché la presenza sia ancora estremamente
limitata a causa delle prove, soprattutto di natura fisica, da superare. Ma non
era questo a spaventare le donne.
Il vero non detto, almeno nei dibattiti pubblici, era la paura delle molestie:
«Ecco, ci sarà un grande stupro di massa». Cosi Valdo Spini, all’epoca presidente
della Commissione Difesa della Camera, ricorda i timori che circolavano sia fra
i parlamentari che nella società. E anche tra le ragazze, che tuttavia aspiravano

D O N N E S O L DATO 131

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a far parte delle forze armate. Pesavano i precedenti terribili di nonnismo,
retaggio di un esercito di coscritti dove la prevaricazione del più anziano nei
confronti del più giovane era diventata un fenomeno comune.
Ma, al contrario, niente di tutto questo accadde. Anzi.
«Questo è un argomento very sensitive per l’organizzazione militare, perché
si gioca l’immagine. Te la giochi in patria e soprattutto all’estero, perché ormai
siamo impegnati soprattutto nelle missioni internazionali». Rosa Vinciguerra,
o meglio il tenente colonnello Rosa Vinciguerra, è il caposezione Pari oppor-
tunità e prospettive di genere dello Stato Maggiore della Difesa. Una sezione
creata nel 2012, anche se Vinciguerra - 53 anni, nata a Maddaloni, in provincia
di Caserta, e laureata in sociologia alla Federico II di Napoli - si occupa del tema
praticamente da quando si è arruolata. «Era l’inizio del 2000, io lavoravo già,
La giornalista e ma il bando di quel primo concorso per tenenti a nomina diretta mi avrebbe
conduttrice televisiva
Flavia Fratello permesso di mettere insieme le mie competenze professionali, che spaziavano
è alla sua prima dalla consulenza aziendale alla ricerca e progettazione nel campo del volon-
collaborazione per tariato. Dunque feci domanda e venni accettata».
National Geographic
Italia. La fotografa Vinciguerra doveva analizzare e studiare la qualità della vita nell’esercito:
Daria Addabbo, già ispezionare caserme, parlare con il personale, stendere rapporti. E ci conferma
collaboratrice di la versione dei documenti ufficiali: pochi, pochissimi casi di molestie, una
nationalgeographic.it,
è al suo primo servizio decina al massimo, cifra più o meno stabile anno dopo anno. Ma soprattutto
per il magazine. la consapevolezza che, qualora si verificassero, ottenere giustizia sarebbe fa-

132 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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cile. Purché ovviamente si resti all’interno dell’organizzazione che, come è Allieve e allievi
immaginabile, non ama molto la pubblicità su questi temi. della Scuola militare
Nunziatella durante
Il bilancio, insomma, può dirsi positivo, anche se resta un aspetto contro- la prima colazione
verso: le donne sono ancora poche. Appena il 5 per cento complessivamente nell’edificio storico
tra truppa e ufficiali, con variazioni minime fra Esercito, Carabinieri, Marina che ospita l’istituto
dalla sua fondazione.
e Aeronautica, l’arma in cui sono meno presenti.
«Beh, è vero, io stessa quando vado in giro in divisa trovo ancora persone PAG I N A A F I A N C O

che si meravigliano», continua Vinciguerra. «Ancor di più quando vedono il Due allieve della
mio grado, però ricordo anche le signore che ci fecero un applauso davanti a Nunziatella nei bagni
dell’istituto, dove
un bar di Roma vent’anni fa, quando eravamo appena arruolate». maschi e femmine
Erano in quattro quel giorno, le prime quattro. Assieme a Vinciguerra c’era dormono in camerate
anche Valeria Gianandrè, abruzzese, una missione in Afghanistan nel 2006, che separate.
oggi comanda la terza sezione cine foto e tv dello Stato Maggiore dell’Esercito,
anche lei con il grado di tenente colonnello. «Ero una di quelle che a 16 anni
avevano scritto alla Difesa perché volevono fare il servizio militare», ricorda.
«Non mi risposero, ma nel febbraio del 2000, appena approvata la legge, mi
scrissero chiedendomi se ero ancora intenzionata a entrare nelle forze armate.
Dopo 18 anni si erano ricordati di me! Io lavoravo già, facevo l’insegnante, mi
piaceva tanto, ero sposata. Ma dopo averci pensato e ripensato ho deciso. A
settembre invece di presentarmi a scuola andai a Torino per il corso ufficiali.
Non mi sono mai pentita». j

D O N N E S O L DATO 133

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D: Che consiglio darebbe a una giovane donna oggi?

NON PUNTARE
SUL LINGUAGGIO DELLA

SEDUZIONE. ANCHE SE È IL PIÙ FACILE

PORTA SEMPRE DOLORI.


BISOGNA PUNTARE INVECE SUL

CERVELLO.
Dacia Maraini
SCRITTRICE
Premiata con il Premio Campiello nel 1990
per il suo romanzo La lunga vita di Marianna
Ucrìa, è autrice tra l’altro anche di diverse
raccolte di poesie, testi teatrali e libri per
bambini. Nel 1973 fondò a Roma con Maricia
Boggio il Teatro della Maddalena, gestito
e diretto soltanto da donne.

134 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A

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D: Che consiglio darebbe a una giovane donna oggi?

ALEX MELINDA ASHA


MORGAN
O LT R E C H E U N ’A T L E T A
GATES
È E N T R ATA I N
DE VOS
PER MESI
È A NCH E AU T R ICE M I C R O S O F T N E L 1 9 8 7, L’A S P I R A N T E
DI LIBRI SCRITTI N E L 1 9 9 4 H A S P O S AT O S C I E N Z I ATA H A
P E R FA R I N N A M O R A R E I L S U O C O - F O N DAT O R E C E R C A T O L AV O R O S U
DEL CALCIO E OGGI CONTRIBUISCE U N A N AV E D I R I C E R C A
LE ADOLESCENTI. A L L A B I L L & M E L I N DA S U I C E TAC E I , F I N C H É
GR AZIE AL SUO G AT E S F O U N DAT I O N . È S TATA A S S U N TA , M A
TA L E N T O D I COME MOZZO. OGGI È
C E N T R AVA N T I È LA SOLA DONNA DELLO
S TATA N O M I N ATA D U E SRI LANK A CON UN
V O LT E G I O C A T R I C E PHD DI R ICERCA SUI
D E L L’A N N O D E L L A U . S .
LE AGU E E H A V IN TO il 78% MAMMIFERI MARINI
E UN FONDO
DUE MONDIALI DI di chi si occupa di Conformarsi non è D I R I C E RC A N AT I O N A L
CALCIO CONSECUTIVI. intelligenza artificiale indispensabile. Ho GEOGR APHIC.
è uomo, secondo il trascorso i primi anni del H A F O N DAT O
Global Gender Gap mio primo lavoro dopo
Report. Tra tutti OCEANSWELL, UNA
i talenti che si
gli studi facendo di ONG CH E PROMUOV E
occupano di A.I., gli tutto per assomigliare L A C O N S E R VA Z I O N E
uomini ricoprono i il più possibile agli altri. A I U TA N D O G L I
ruoli di livello più alto Così facendo non STUDENTI A
e meglio pagati, riuscivo a dare il meglio
In base alla mia CONDUR R E R ICERCHE
riferisce il rapporto,
esperienza, il consiglio mentre “le donne
di me, né a tirare fuori MARINE.
che mi sentirei di dare hanno meno il meglio dagli altri.
a una giovane donna possibilità di Il miglior consiglio che
oggi è quello di non occupare incarichi posso dare è: trovate
perdersi mai in nessun dirigenziali e di fare le persone e l’ambiente
esperienza in un
modo d’animo, di non certo numero di
dove riuscite a essere
scoraggiarsi. Se chi nuove professioni completamente
vi circonda parla male di alto profilo”. voi stesse. Direi: cercate di non
di voi, se la gente con farvi definire dal vostro
cui avete a che fare genere, bensì dalle
sostiene che non siete vostre capacità.
in grado, che non ce Se lavorate sodo
la farete e che non e vi dedicate appieno

“CONTINUATE
arriverete da nessuna a qualcosa che vi
parte, voi non appassiona, sarà il
lasciatevi influenzare, vostro lavoro a parlare
non fate in modo che per voi. Questo
tutto questo possa
abbattervi, continuate
invece con fiducia per
la vostra strada. Date
ascolto alla vostra voce
A L AV OR A R E”.
Katharine Owens è un’esploratrice National
è il fattore che mi
ha realmente aiutata.
All’inizio tutti mi
dicevano “ma sei
una ragazza”. Oggi
interiore, seguite Geographic 2019 e si occupa di collegare a nessuno importa.
il vostro istinto e date la scienza ambientale ad azioni concrete Sono indispensabile.
e di ridurre l’inquinamento da plastica
retta esclusivamente nei mari. Di recente ha formato più
Il sistema ha bisogno
alle persone che di 50 insegnanti nello Stato indiano del di me per cambiare
contano davvero Kerala sul coinvolgimento degli studenti le cose. A tutte
nella vostra vita. nella raccolta dei rifiuti marini. le ragazze direi che
È indispensabile che Continuate a lavorare a testa bassa. dovete puntare
Continuate a dimostrare quanto valete
vi lasciate guidare attraverso il duro lavoro. Alla fine nessuno
a questo: non a farvi
e sostenere dalle potrà negare il vostro talento. Fate ciò che definire dal genere ma
vostre passioni. amate e lavorare sembrerà divertente. dalle vostre capacità.

136 LE INTERVISTE SONO STATE MODIFICATE PER MOTIVI DI SPAZIO E CHIAREZZA. LE RISPOSTE ITALIANE SONO STATE RACCOLTE DA ALESSANDRA CLEMENTI

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“DO V E T E
TROVARE
IL PA S S O”.
Î Zhang Xin, che a 15 anni lavorava in una fabbrica
con turni di 12 ore, è meglio nota come “la donna
che ha costruito Pechino”. La società di sviluppo
immobiliare che ha fondato nel 1995 assieme
al marito è oggi tra le più fiorenti dell’Asia.
Vedo molte donne che fanno davvero i salti mortali
per stare con i figli per i primi anni senza rinunciare
alla carriera. La carriera dura tutta la vita, dalla fine
degli studi fino alla pensione. Ricordate che la
carriera è una maratona e non una gara di velocità.
Dovete trovare il passo giusto per riuscire
ad arrivare al traguardo in piena forma.

ÎELENA
CATTANEO
H A D E D I C AT O L A
CARRIERA ALLO
STUDIO DELLA
M A L AT T I A D I
H U N T I N GT O N . DA L 2 0 1 3
INGI MEHUS
E X P L O R E R D I N AT I O N A L
È S E N AT R I C E A V I TA ,
GEOGR APHIC, HA
TER ZA DONNA A
C R E AT O U N P RO G E T T O
RICOPRIRE LA CARICA .
I N T E R AT T I VO
SU MIGR A ZIONE
E D I V E R S I TÀ
C U LT U R A L E .

Molte giovani dubitano


della possibilità
di conciliare aspirazioni
professionali e famiglia.
Credo non esista un Non fatevi spaventare
modello “ideale” valido da ciò che vi emoziona.
per tutte: ognuno ha Siate sempre curiose su
le proprie aspirazioni; di voi, sui luoghi e sulle
si può scegliere di persone che avete
assecondarle o meno, attorno. Concentratevi
a patto che le decisioni sul lavoro e sugli obiettivi
siano consapevoli, che vi siete poste
responsabili e non paragonatevi
e autonome. mai agli altri.

FOTO: ISOLDE OHLBAUM, LAIF/CONTRASTO (MARAINI); SHIYI PAN (ZHANG); TANIA, CONTRASTO (CATTANEO). ILLUSTRAZIONE: LAUREN TAMAKI 137

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LA CITTÀ PERDUTA

ALLA SCOPERTA DEL PASSATO DEI MAYA ATTRAVERSO I TESORI DELL’ANTICA EL PALMAR.
Una nuova mappa del tesoro conduce i National Geographic explorer Albert Lin e
Marcello Canuto alla scoperta delle piramidi perdute e ai tesori nascosti della città di
El Palmar, nel nord del Guatemala. Grazie all’uso delle tecnologie più innovative nel
campo dell’archeologia, sveleranno il passato di una civiltà estremamente evoluta
e sofisticata, dotata di una vasta rete di collegamenti commerciali e magnifici palazzi.

I N E D I CO L A

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N E L P R O S S I M O N U M E R O | DICEMBRE 2019

Nuova vita per Nel cuore Tigri americane Tolleranza


i parchi africani di Gerusalemme Negli Stati Uniti vivono siciliana
Come salvare le aree Gli scavi archeologici più tigri in cattività Da millenni la Sicilia
protette del continente sotto questa città santa di quante ve ne siano accoglie popoli
dalle minacce umane? a tre religioni rivelano in natura nel mondo stranieri e migranti, che
Gestendole come novità, e alimentano intero. Un pericolo per oggi fanno parte del
aziende. antiche tensioni. gli uomini e gli animali. suo tessuto culturale.

FOTO: BRENT STIRTON

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N O V E M B R E | N AT I O N A L G E O G R A P H I C I N T V

VITA, VOLI E MISTERI DI AMELIA


MARTEDÌ 5 NOVEMBRE ALLE 20.55

QUE LL A DI A ME LIA E ARHART


è una storia di esplorazioni
stroncata da una morte miste-
riosa. È stata la prima donna
ad aver trasvolato l’Atlantico in solitaria. Il suo obiettivo fu la circumnavigazione
aerea del globo seguendo la rotta equatoriale. Dopo circa 35.000 chilometri, il
2 luglio 1937 lasciò Lae in Nuova Guinea diretta a Howland Island, ma dopo
circa 1.000 chilometri se ne persero le tracce. Il corpo non fu mai ritrovato.
Robert Ballard, explorer di National Geographic, e l’archeologo Fredrik Hierbert
si preparano a risolvere il mistero con una spedizione finanziata da National CINA: LE CINQUE
M E R AV I G L I E
Geographic. Ballard esplorerà le acque di un atollo del Pacifico nella Repubblica
di Kiribati mentre Hierbert si metterà sulle tracce del possibile ultimo accam- DAL 20 NOVEMBRE, IL
MERCOLEDÌ ALLE 21.10
pamento della Earhart. Amelia Earhart: una vita in volo sarà in onda su Natio- Dalle più alte
nal Geographic (Sky, 403) martedì 5 novembre alle 20.55. montagne agli
altopiani, fino alle
fitte giungle e alle
foreste di bambù,
E U RO PA : L E M E R AV I G L I E DA L L’A LT O questo documentario
DAL 12 NOVEMBRE, IL MARTEDI ALLE 20.55 ci mostra il lato più
Uno straordinario viaggio sopra Italia, Spagna, selvaggio della
Germania, Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito Cina portandoci alla
ci mostrerà monumenti e confini geografici scoperta delle specie
d’Europa da una prospettiva del tutto nuova, più rare. Cina: le cinque
dai colori dei campi di tulipani nei Paesi Bassi, meraviglie sarà in onda
alle cascate delle Dolomiti che si trasformano in su National Geographic
ghiaccio. L’episodio dedicato all’Italia ci conduce Wild dal 20 novembre
tra Venezia e gli spettacolari panorami siciliani. il mercoledì alle 21.10.

FOTO: LIBRARY OF CONGRESS (IN ALTO); JESS TOMBS, NATIONAL GEOGRAPHIC (SOPRA); NATIONAL GEOGRAPHIC (A SINISTRA)

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I N E D I C O L A

Nel cuore degli Appennini Le prime nevi autunnali


nel Parco nazionale
Dai Monti Sibillini al Parco d’Abruzzo; un percorso lungo la spina dorsale del dei Monti Sibillini.
paese alla scoperta di luoghi selvaggi e affascinanti come i Monti della Laga,
con le loro nevi immacolate, o il Parco nazionale d’Abruzzo, con i suoi colori
mozzafiato. Ma il settimo volume della collana Le montagne incantate (in edi-
cola con National Geographic Italia e Repubblica a €12,90 in più) ci porta anche
nei luoghi feriti dal terremoto con Stefano Ardito e i soci del Club Alpino Italiano
per assistere all’inaugurazione della Casa della Montagna di Amatrice, l’edifi-
cio con il quale il CAI testimonia la sua volontà di un ritorno in quei luoghi
meravigliosi. Camminerete inoltre con Enrico Brizzi dal Tirreno all’Adriatico,
incontrerete il lupo nel racconto di Giuseppe Festa, ascolterete molte altre
storie e, fatalmente, vi innamorerete anche voi di queste montagne.

Gli Etruschi, tra fascino ed enigma


Il decimo volume della serie Le grandi civiltà, in edicola con National
Geographic e Repubblica a €12,90 in più, è dedicato a una civiltà tanto
misteriosa quanto affascinante: gli Etruschi. A partire dal IX secolo avanti
Cristo, quando la cultura etrusca si espanse e fiorì nei territori tufacei
dell’Italia centrale, fino al declino e all’omologazione con il mondo
romano attorno al I secolo a.C., il volume traccia, con un linguaggio
semplice e accessibile e con l’ausilio di immagini e ricostruzioni di grande
qualità, i lineamenti della straordinaria avventura storica degli Etruschi,
ponendo in luce le peculiarità di una civiltà che rivestì un ruolo di primaria
importanza nella storia del Mediterraneo antico.

FOTO: MAURIZIO BIANCARELLI

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A N T E P R I M A

MAESTRI

DI
George Steinmetz, il mondo dall’alto
FOTO G R A F I A Specializzato in fotografia scientifica e naturalistica, sensibile ai problemi del
territorio e dell’ambiente, collaboratore assiduo di National Geographic da oltre
30 anni, George Steinmetz ci svela un mondo sconosciuto ai più; dai deserti più
remoti agli insediamenti umani più isolati, questo fotografo vola, letteralmente,
sul nostro pianeta con il suo parapendio a motore per mostrare aspetti poco noti
e spesso sorprendenti. Un punto di vista originale che Steinmetz ha fatto suo,
infondendo uno stile personale e inconfondibile nelle sue immagini e nei suoi
reportage, che gli sono valsi numerosi premi (tra cui due World Press Photo) e
pubblicazioni sulle testate internazionali più prestigiose. La monografia sarà in
edicola a dicembre con National Geographic Italia e Repubblica a €11,90 in più.

A N T E P R I M A DV D Come acquistare il DVD Le gradi. Allarme riscaldamento


donne di National Geographic globale, Squali, la verità sui
Le donne di National Geographic sarà in edicola tutto il mese di killer dei mari, L’impero dei
Un video per celebrare le donne di tutto il mondo, dicembre al prezzo di € 9,90. dinosauri.
la loro lotta e le loro conquiste nel campo dei diritti civili, Inol t re i DVD di N ational A b b on ame nt i e arret rat i
Geographic sono disponibili, Pe r a b b o n a r s i a N ati o n a l
sociali e professionali. Parte dell’iniziativa di National distribuiti da Cinehollywood, Geographic Video in DVD o
Geographic Women of Impact, che comprende un libro nei principali punti vendita del per ordinare i DVD singolar-
fotografico e questo numero della rivista, il documentario mercato home video: elettron- mente telefonate al numero:
ica di consumo, grande dis- 0864.256266. Fax 02.26681991
include una serie di interviste a donne famose e
tribuzione, videoteche, libre- (dal lunedì al venerdì ore 9-18).
collaboratrici di National Geographic realizzate dalla rie, internet. Tra i titoli, alcuni Oppure collegatevi all’indiriz-
prima direttrice donna del magazine, Susan Goldberg. dei quali anche in blu-ray, Sei zo: www.nationalgeographic.it

FOTO: GEORGE STEINMETZ, CONTRASTO

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N O V E M B R E | A RC H I V I O I TA L I A N O

“LA CORTEA”
8 M A R ZO 1 97 2 : A ROM A , N E L L A P I A Z Z A D E L RO G O D I G I O R DA N O B RU N O,

U N A S TO R I C A M A N I F E S TA Z I O N E D E I C O L L E T T I V I F E M M I N I S T I .

“FLASH SU JANE FONDA l’8 marzo 1972 in come proclama al megafono Alma Sa-
Campo de’ Fiori. Telecamere si afol- batini. Alma è un gran personaggio:
lano attorno a lei, la piazza è circon- anglista, femminista, cofondatrice del
data dalla forza pubblica, le donne Movimento di liberazione della donna
sono - siamo - poche, una sessantina”. [...] La sua parola d’ordine, ‘Cortea!’, è
Così la giornalista Adele Cambria una provocazione...Sarà lei a scrivere
(1931-2015), testimone e narratrice di il primo libro contro il sessismo nella
una giornata particolare per il mo- lingua italiana, pubblicato nel 1987
vimento femminista, ricorda quella dalla Commissione Parità...”.
contestazione nel suo libro Nove di- A queste righe l’autrice fa seguire il
missioni e mezzo. resoconto di una carica di polizia in-
“Quando Jane sorride luminosa giustificata e violenta che pone fine
e se ne va”, continua il racconto, “se a quel pacifico raduno di protesta di
ne vanno anche le telecamere, tutte donne che, con slogan e cartelli sagaci
dedicate all’attrice americana, che in e dissacranti, erano scese in piazza per
quel momento, nel suo paese, è oggetto rivendicare i propri diritti e la libertà di
di critiche e polemiche per l’impegno gestire il proprio corpo. Anche grazie a
contro la Guerra nel Vietnam. [...] In- loro, da quel giorno, molto è cambiato.
tanto parte il corteo, anzi ‘la cortea!’”, —ALESSANDR A CLEMENTI

FOTO: CLAUDIO LUFFOLI, AP PHOTO

Per sottoscrivere un abbonamento a National Geographic Italia, per ordinare i cofanetti raccoglitori e i numeri arretrati della rivista, collegatevi al sito www.
nationalgeographic.it oppure telefonate 0864.256266. Fax 02.26681991 (dal lunedì al venerdì ore 9-18). email: abbonamenti@somedia.it email: arretrati@somedia.it

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persone e paesaggi cogliendo istanti unici, che si imprimono con forza nella
memoria. Le sue splendide immagini, sempre perfette e levigate, ci trascinano
lontano verso più ampi luoghi dello spirito e ci permettono di comprendere le
culture e i popoli raigurati. Tra i membri più famosi della famosa agenzia Magnum
Photos, McCurry continua a conservare quell’umanità che ha reso potente
e iconico il suo celebre ritratto della “Ragazza afgana”.
Una scelta delle sue indimenticabili immagini
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.
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Il regolamento è depositato presso GEDI Distribuzione S.p.A. - via Nervesa, 21 - 20139 Milano.

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