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ENNEAGRAMMA
DELLE PASSIONI
Anatomia psicologica
delle passioni dominanti
Friedrich Nietzsche
INDICE
Prologo all'edizione italiana 9
Prologo 17
Introduzione 25
Ringraziamenti 31
Enneatipo 1
E1 L´enneagramma dell´ ira 35
Enneatipo 2
E2 L´enneagramma dell´orgoglio 67
Eneatipo 3
E3 L´enneagramma della vanità 97
Enneatipo 4
E4 L´enneagramma dell´invidia 129
Enneatipo 5
E5 L´enneagramma dell´avarizia 161
E6 Enneatipo 6
L´enneagramma della paura 195
E7 Enneatipo 7
L´enneagramma della gola 229
E8 Enneatipo 8
L´enneagramma della lussuria 257
Enneatipo 9
E9 L´enneagramma della pigrizia 289
PROLOGO
ALL’ EDIZIONE ITALIANA
tra l´analisi critica dell´apertura del cuore. Gurdjieff era solito affermare:
τNon dovete credere in nulla che non possiate veriicare personalmente”.
È con questo spirito che il lettore dovrebbe sfogliare queste pagine.
L´Enneagramma sia per lui un traghetto da utilizzare per arrivare ver-
so una piú profonda conoscenza di sé. Perché l´Enneagramma è solo
l´inizio, chi ha pazienza di cercare se ne renderà conto molto presto.
In conclusione desidero anche felicitarmi con tutto lo staff della casa
editrice LA TECA che è riuscita, dopo molti mesi di duro lavoro, a pro-
durre un opera di questa portata. L´aiuto di tutti è stato indispensabile,
un ultimo ringraziamento alla dott.ssa Ruzzo, che ha curato la traduzio-
ne. Ed un ultimo ringraziamento all´autore, caro Amico e Fratello inso-
stituibile, che ha scelto le nostre edizioni come mezzo per far giungere
a noi e a coloro che verranno i fruttuosi anni della sua investigazione.
Buona Lettura.
PROLOGO
τConosci te stesso”, diceva l´aforisma inscritto sulla porta del tempio de-
dicato ad Apollo ed ediicato sulla roccia a Deli. Senza dubbio, al giorno
d´oggi, una necessità per tutti coloro che si dedicano a qualsiasi professio-
ne inerente la relazione d´aiuto o l´insegnamento. É anche un elemento
centrale nell´ideale umanistico di persona che oggi affascina e attrae. Co-
noscere se stessi, però, non è una condizione suficiente per il progresso
spirituale; potremmo senz´altro dire che sia una condizione necessaria
per questo processo. In realtà infatti, per crescere spiritualmente, non ba-
sta conoscersi; bisogna anche essere disposti a cambiare per essere una
persona migliore, tenendo in considerazione e condividendo di più con
gli altri. Questo è il tema, più o meno implicito, ma tuttavia centrale di
questo libro. Però forse, amico lettore, prima di addentrarti nella sua let-
tura, probabilmente vorrai sapere qualcosa di più riguardo al suo autore,
sull´argomento dell´enneagramma e delle passioni umane e sul valore e
sull´attendibilità della sua conoscenza dell´argomento. Chissà, forse ti in-
teressa sapere quale contributo speciico apporta questo libro all´ampia
bibliograia già esistente su questi temi. A tutto ciò dedicherò le prossime
righe, come prologo a questo interessante lavoro del Dr. Lluís Serra.
Conobbi Lluís Serra nell´ambito della ricerca universitaria. Era un allievo
del corso di dottorato nella Facoltà di Psicologia e Scienza dell´Educazione
e dello Sport Blanquerna, dell´Università Ramon Llull (Barcellona).
18 Enneagramma delle passioni
Lluís aderivano perfettamente a ciò che gli aveva insegnato. Nel momento
in cui si comprende questa dimensione più relazionale e identiicativa di
ogni enneatipo, si può vedere che questo lavoro va molto al di là ς per ciò
che io conosco ς della maggior parte dei lavori scritti ino a questo mo-
mento. Nello stesso tempo ς per quanto abbiamo potuto veriicare ς con
questo contributo il Dr. Lluís Serra ha elaborato la prima tesi dottorale
sull´enneagramma che sia mai stata discussa in una università.
L´interesse di Lluís per l´enneagramma non si esaurisce in questo libro.
Abbiamo discusso insieme di altri argomenti, come quello già menzionato
riguardante il bisogno di capire in profondità lo sviluppo della tradizione
dei peccati capitali nella tradizione cristiana, senza dubbio una delle basi
della spiritualità cristiana e pertanto τanima europeaτ. In questo ambito ac-
quista rilevanza la igura di Raimondo Lullo che già nel secolo XIII realiz-
za la igura caratteristica dei tre triangoli inscritti in un cerchio, caratteristici
dell´Enneagramma, per parlare dei peccati capitali e delle virtù. Nel 2012
vedremo pubblicato un articolo relativo a questo tema nella prestigiosa
rivista Journal of Religious History. Il mistero delle origini dell´enneagramma
diventa ora un po´ meno misterioso. Ciò permette, a mio modesto parere,
di vedere la connessione delle possibilità dell´enneagramma, così come lo
si intende oggi in generale, con le visioni proprie del mondo ellenistico
greco e ciò, probabilmente, spiega in parte il successo attuale di questo
sistema. Ma questo non è l´unica possibilità di intendere la tradizione. Esi-
ste anche il contributo della tradizione giudaico-cristiana, che fornisce altri
aspetti, non meno necessari, perché l´uomo odierno possa avere nuove vie
per poter addentrarsi nei percorsi del mondo interiore.
Termino esprimendo le mie più sincere congratulazioni alla Teca
Edizioni e, naturalmente, anche i miei complimenti all´autore di questo
libro che magari aiuterà molti nell´auto conoscenza, incoraggiandoli a
crescere e ad essere migliori.
Josep Gallifa
Docente di Psicologia e Formazione
Università Ramon Llull - Barcellona
Enneagramma delle passioni 25
INTRODUZIONE
vere processi spirituali, già in epoche precristiane ino agli eremiti, i padri
del deserto e i monaci in seguito (Grün 2003a), hanno ingaggiato strenue
battaglie interiori con il proprio ego che minacciava la loro libertà. Non si
mossero tanto dalla norma stabilita quanto dalla profondità della loro per-
sonalità. Erano consapevoli dei loro sentimenti e dei diversi meccanismi
psicologici che potevano ostacolare una vita spirituale e l´accesso a Dio.
Dal profondo della persona, hanno costruito o scoperto una spiritualità
che Anselm Grün chiama una spiritualità dal basso e che Evagrio Póntico
deinì con una formulazione classica: τSe desideri conoscere Dio impara
in primo luogo a conoscere te stessoτ (Grün, 2000, p. 8). Santa Teresa
d´Avila (1986) lo espresse con chiarezza: τHo ricevuto per la più grande
grazia del Signore un giorno di propria ed umile conoscenza, benché ciò
mi sia costato molte aflizioni e lavoro, più che molti giorni di preghiera,
(Fondazioni 5, 16, p. 692).” Autoconoscenza necessaria, ma non suficien-
te. La psicologia ha un ruolo chiave in questo tipo di spiritualità e in questi
processi personali le passioni svolgono un ruolo decisivo, come si può os-
servare in San Giovanni della Croce (1955) nella sua opera La Notte oscura
della salita al Monte Carmelo. Il concretizzarsi di quelli che vengono chiamati
peccati capitali fu il risultato del processo spirituale di quanti giunsero alla
conclusione che c´erano alcune idee, sentimenti e azioni che erano fon-
damentali, che generavano atteggiamenti a essi correlati e che bloccavano
ogni progresso spirituale. Andare alla radice garantisce un processo più
rigoroso e profondo.
Si è effettuata in modo tradizionale la distinzione tra coscienza psico-
logica e coscienza morale. Per la prima, mi riconosco autore dei miei atti.
Per la seconda, elaboro la sua valutazione morale: cioè, se quello che ho
fatto va bene o male. Senza la prima, la morale si trasforma in qualcosa di
imposto, esterno alla persona che è costretta a rimanere nel tabù o nella
proibizione. Approfondire la coscienza psicologica, un obiettivo collate-
rale di questo libro, signiica prestare un servizio insostituibile alla perso-
na e contemporaneamente procurare i fondamenti per l´esercizio di una
morale della libertà, senza la quale essa non avrebbe nessun senso. Garri-
do (1996) afferma: τLe scienze umane, specialmente la psicologia, hanno
analizzato il funzionamento della coscienza in tutta la sua complessità:
28 Enneagramma delle passioni
strutture, tendenze, evoluzione, etcτ. (p. 544). Per questo motivo, il dialo-
go tra psicologia e morale risulta profondamente arricchente e indispen-
sabile. Ciononostante, non esiste altra pretesa che quella di procurare dati
dalla psicologia in modo che lo studioso di morale possa utilizzarli per la
sua rilessione. Non desidero oltrepassare qui i limiti della propria ricerca,
benché sia consapevole che la terapia abbia un limite, ma la spiritualità, no.
Prima di impegnarmi nello studio delle relazioni, ho disegnato lo sce-
nario della ricerca attraverso domande sull´origine e sul signiicato del sim-
bolo dell´enneagramma e sul numero delle passioni, poiché comunemente
il cristianesimo parla di sette peccati capitali e l´enneagramma è incentrato
su nove. Il fatto che l´enneagramma non abbia una paternità chiara e che
per anni sia stato trasmesso in maniera orale, gli ha procurato un certo
carattere esoterico e misterioso (Volmer, 1998). Ritengo infondate le sue
origini sui. Le tre persone chiave sono Gurdjieff, Ichazo e Naranjo.
George Ivanovich Gurdjieff, la prima persona che parla
dell´enneagramma, morì nel 1949 e i suoi contributi sono studiati dai
gruppi di Quarta Via che si trovano disseminati in molte città del mon-
do. Óscar Ichazo, creatore dell´Istituto Arica, trasmise a Claudio Naranjo
nel 1970 alcuni elementi basilari dell´enneagramma. Naranjo, creatore del
programma SAT (Seekers After Truth, Cercatori di verità), li ha sviluppa-
ti su solide basi in modo tale che, secondo Palmer (1996), ha stabilito il
ponte verso la psicologia contemporanea. La sua opera fondamentale in
questo campo è Carattere e nevrosi. L´enneagramma dei tipi psicologici, (1994),
completata da Gli enneatipi in psicoterapia, I tipi dell´enneagramma nella vita, nella
letteratura e nella pratica clinica (Naranjo, 1997).
Il processo dell´introduzione dell´enneagramma è stato complesso e
la sua conoscenza è stata utilizzata a volte per inalità confuse che hanno
danneggiato la sua credibilità, sia perché alcune correnti poco valide lo
hanno parzialmente incluso nel loro bagaglio, sia per il fatto che ς trattan-
dosi di una metodologia innovativa ς ne sono state proposte delle sempli-
icazioni che ne hanno banalizzato i contenuti. L´enneagramma enumera
nove passioni, una per ogni tipo, delle quali sette coincidono con la lista
tradizionale dei peccati capitali. Se ne aggiungono due: la vanità e la paura.
In tutte le liste dei primi autori che formulano un´enumerazione chiusa, a
Introduzione 29
cominciare dal monaco Evagrio Póntico, sono comprese otto passioni, tra
le quali vi è la vanità. La paura, l´unica che non compare sulla lista, si po-
trebbe confondere con il sacro timore di Dio e, forse per questo motivo,
ne fu esclusa.
Questa ricerca permette la pubblicazione di due libri. Il primo,
L´enneagramma delle passioni, questo che tenete tra le mani o magari sullo
schermo di un e-reader, offre un´anatomia psicologica delle passioni do-
minanti. Il secondo, L´enneagramma delle relazioni, che rilette la conclusione
della mia ricerca, presenta una costellazione dei tratti di ogni passione do-
minante per ognuno dei quattro ambiti studiati.
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6 3
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CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
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Ripercussioni dell´ira nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E1_L´enneagramma dell´ira 37
1. OSCURAMENTO DELL´ESSERE
La torre di vedetta dalla quale l´E1 osserva ogni cosa è situata in un mon-
do ideale. L´attrazione per il divino implica un allontanamento dalla realtà
terrena che viene considerata disprezzabile. La natura che si mantiene an-
cora incontaminata è come un trampolino che eleva la prospettiva dell´E1.
Partire dal sublime, però, genera giudizio, porta al paragone e alla svaluta-
zione di ciò che si trova al di fuori di questo ambito.
■ Più che dagli esseri umani o dalle cose, sento di ammirare e di essere attratto dal
divino: m´inchino a esso con iducia e obbedienza.
● Le difficoltà che m’impediscono di prendere coscienza della mia passione
predominante sono insite nel mio modo idealizzato di considerare le cose e le
situazioni che mi riguardano.
♦ Rispetto la natura, soprattutto se incontaminata, e amo abbandonarmi a un
contatto profondo con essa.
L´E1 non rimane passivo davanti alla realtà. La sua mancanza di accet-
tazione si traduce nell´ansia di modiicarla afinché si conformi ai suoi para-
metri ideali. Non esiste un miglioramento che si possa considerare adeguato,
bensì una forzatura della stessa realtà. Nell´accostarsi a essa, l´iracondo in-
troietta in modo automatico questo sguardo critico. E la visione che ha di se
stesso è alimentata dai medesimi meccanismi appena descritti.
■ Gli istinti sono “cattivi”, non ci si può idare di loro, è necessario controllarli; perciò
tutto dipende dal fatto che io mi sforzi molto, che controlli me stesso e ciò che
succede fuori di me e che mi preigga con tutta la mia anima di essere una
persona migliore; solo in questo modo potrò esserlo.
■ Attaccamento al senso del dovere a discapito del piacere e dello svago.
♦ I risultati nei diversi ambiti della mia vita sono valutati secondo questi canoni, e
in nessun momento mi domando se provo piacere oppure no.
♦ Il gioco è assai complicato, il non voler vedere è attuato sempre più spesso.
■ In generale la rabbia mi accompagna offuscando la mia intenzione di essere
migliore, come se le buone intenzioni non mi lasciassero vedere i motivi reali che
mi spingono: una frustrazione primitiva che mi ha lasciato inappagata d´amore.
♦ Mi posso servire della mia capacità di colpire nel segno per focalizzare la mia
rabbia; se non la riconosco, si veriica un forte annebbiamento delle mie facoltà
percettive, un rallentamento o un blocco della mia capacità di mobilitarmi verso
un obiettivo.
♦ Credo che se tu mi chiedessi cosa mi piace o cosa desidero, potrei sentirmi offesa
perché questo non ha nulla a che vedere con il copione che recito. A parte il fatto
che non saprei cosa rispondere.
■ In effetti, l´invisibilità della rabbia e la negazione dell´aggressività mi hanno reso
inconsapevole di molte parti di me stesso e delle vere motivazioni di molti miei
comportamenti e scelte di vita.
E1_L´enneagramma dell´ira 41
■ Il modo in cui l´ira si manifesta attraverso le azioni, sotto forma di critica, recrimi-
nazioni su ciò che è corretto o sbagliato, giusto o ingiusto, buono o cattivo, è quello
di formulare sentenze con atteggiamento moralista e carico di buone intenzioni, at-
teggiamento che nasconde e copre ciò che sento: rabbia, ira. In fondo, copre anche
la mia paura di perdere il controllo, di non essere padrona di me stessa, impedisce
che venga fuori la mia arrabbiatura, la mia cattiveria, la mia aggressività, compreso
il mio odio, la violenza e anche la mia debolezza.
■ Sul piano comportamentale è ben educato e controllato.
● Quando entro in contatto con il senso di colpa, che spesso somiglia alla sensazione di
essere scoperto nel fare qualcosa che è socialmente riprovevole o sbagliato - emozio-
ne assolutamente devastante e che mi dà la sensazione di essere privato di tutte le
mie energie, di essere annientato -, cerco di mettere in atto comportamenti opposti e
che, a mio parere, sono virtuosi.
● Questa idea folle si manifesta nella sua polarità, contrapponendosi con una
42 Enneagramma delle passioni
esplodere la collera” (p. 73). Enuncia alcuni motivi che spiegano il riiuto
dell´espressione della collera: turba le relazioni umane, è associata a valori
militari in una società paciica e democratica, è il simbolo del machismo,
nel suo signiicato di affermazione maschile, in un periodo nel quale si
dà risalto ai valori femminili. Queste situazioni favoriscono il fatto che
l´iracondo indebolisca il livello di consapevolezza dei suoi sentimenti e
delle sue pulsioni.
■ Non mi prendo la responsabilità dei miei desideri e spesso mi costringo a uno stato
di insoddisfazione di fondo.
♦ Un´altra dificoltà è quella di non riuscire a trasformare la mia reazione isica in
una presa di coscienza di ciò che sta accadendo.
♦ A questa stessa domanda, per esempio, mi riesce dificile rispondere, è seccante.
Quindi, la interpreto come un attacco da parte di chi la pone.
♦ In qualsiasi attività che realizzo, che sia nell´ambito lavorativo, nelle relazioni o
anche nella vita sessuale, seguo sempre un copione interno, che oltretutto non
metto in discussione e che non so neanche come si sia formato, tanto mi sento
estranea a esso; agisco seguendone le battute, invece di restare in connessione
con i miei desideri.
● Recentemente ho tenuto un intervento in un convegno sul tema dell´immigrazione
ma, pur avendo ricevuto i complimenti da parte di molte persone, ero molto scon-
tento, perché ritenevo che il mio contributo fosse lontano da quello che sarebbe
stato un livello accettabile.
■ Pertanto la rabbia introiettata, che prende la forma dell´autocritica, fa diventare
giudici crudeli ed educatori rigidi di se stessi.
♦ La critica interiore mi portava a reprimere molti sentimenti di ira e cominciavo a
convincermi di non essere affatto arrabbiata.
● La predisposizione alla critica è un modo elegante, socialmente accettabile per
sfogare la rabbia. Ma non è così...
● L´(auto)critica è stata una costante nella mia vita, tanto che, anche avendo svolto
molto bene il compito, trova sempre qualcosa che non va bene e che non accetta.
Ha bisogno di avere ragione e di correggere i risultati.
● Critico anche apertamente e in faccia i miei colleghi, i miei capi, quando ritengo
che le loro scelte siano sbagliate e incoerenti; quando, in sostanza, li ritengo poco
autorevoli.
● Nell´ambito del rapporto di coppia ho spesso messo in atto la svalutazione
dell´altra persona - il disconoscimento della coppia - il pretendere di avere ragione
e, inoltre, una critica tagliente.
Le relazioni di tipo simmetrico non sono tipiche dell´E1. Con il suo identi-
icarsi con un ideale, la perfezione e la norma, si pone al di sopra degli altri.
Stando sul gradino più alto del podio nasce il sentimento di superiorità.
Guarda tutti dall´alto e gli altri, che vengono giudicati per i loro difetti, non
possono mai stare al suo livello. L´iracondo genera distanza. Far scendere
i suoi ideali al mondo dei sentimenti e degli istinti, lo collocherebbe allo
stesso livello di quelli degli altri, ma romperebbe gli schemi. Sarebbe por-
tato a confrontarsi con le proprie paure.
di coppia e di lavoro.
● Lavorare in team con me, quindi, risulta molto dificile e sgradevole.
♦ Al partner, in modo particolare, richiedo una tolleranza pressoché illimitata nei
miei confronti e una forma di ammirazione esclusiva.
● Il sottovalutare l´altro, come modalità di “rinchiudere” l´ira.
■ Si muove secondo le stesse modalità, sia all´interno di una visione gerarchica e
autoritaria della società, mostrandosi obbediente nei confronti dell´autorità, che
nei rapporti con gli altri e con i subordinati, facendoli sentire in qualche modo
“inferiori”.
■ Ho contribuito al fallimento del mio matrimonio, soprattutto attraverso due
aspetti della mia passione dominante: il senso di superiorità che fa sentire l´altro
“inferiore” per cui mia moglie “non si è mai potuta sentire abbastanza degna di
me, ma sempre svalutata”.
■ È un cane che si morde la coda, come se avere difetti o non essere perfetta sia
colpa mia o una mia mancanza di volontà.
■ Devo fare meglio, un meglio che non arriva mai e che non mi fa stare in pace.
♦ Mi costa molto riconoscere che ho fatto male qualcosa; esigo un lavoro impecca-
bile e questo signiica svolgere in nei minimi dettagli i lavori più minuziosi che
mi sono stati richiesti, impiegando molto tempo.
sforzo, essere buona è uno sforzo, è uno sforzo fare al meglio ciò che voglio, e nel
frattempo essere generosa, dedita, scrupolosa.
■ La rabbia inconscia alimenta la tendenza a un continuo miglioramento di me
stesso e delle cose, al ine di ricevere amore, riconoscimento e ammirazione.
■ Se non sono perfetto non valgo niente e perdo la relazione con l´altro.
♦ Nel mio enneatipo si registra una forte esigenza di rendere perfette le cose, le
situazioni, le persone e se stessi; per questo l´E1 dà molto spazio ai confronti, alle
valutazioni, ai giudizi.
● Preoccupazione per il fatto di fare bene le cose,identiicazione con un´autoimmagine
idealizzata.
● Inine, in particolar modo sul lavoro, pretendo molto dai colleghi e tendo a criticare
e correggere i loro comportamenti, in maniera manipolatoria e falsamente gentile.
■ È la sensazione di volere tener tutto sotto controllo, perché in questo modo evito
che si creino situazioni personali spiacevoli o sgradevoli intorno a me ma anche
per me, come i rimproveri che rivolgo a me stesso.
● Se libero la mia rabbia, potrebbe succedere qualcosa di incontrollabile e proibito.
Stevenson (1999) deinì in modo magistrale, nella sua opera Lo strano caso
del Dr. Jekyll e Mr. Hyde, il tema conosciuto del τdoppioτ dalla prospettiva
della dualità morale: τI miei due aspetti erano terribilmente reali” (p. 82).
L´E1 percepisce dentro di sé l´esistenza di due opposti: a) il mondo dei
valori e dei principi e b) il mondo degli istinti e dei sentimenti.
Questa lotta tra i due mondi viene risolta con la repressione degli
impulsi aggressivi e sessuali. Questo modo di agire provoca nell´E1 la
comparsa dell´ira, che lo allontana dalla consapevolezza del suo mondo
istintuale.
♦ Si delinea quasi una doppia vita: una caratterizzata da un forte controllo, atten-
zione scrupolosa, severità, abitudinarietà e senso di sacriicio; l´altra più viziosa,
eccessiva e dedita al piacere.
♦ Se dopo sorge un malessere, forse perché qualcosa di quello che ho fatto non
mi è piaciuto, non l´identiico come qualcosa che non mi piace, piuttosto come
qualcosa di vago che non so deinire bene e che si manifesta nell´atteggiamento
di mangiare e fumare in modo eccessivo (dai 12 a 24 anni), nel mangiare, bere
e fumare (dai 25 ai 40 anni). Anche le abitudini sessuali notturne, durante il
giorno, sono presto dimenticate o vengono negate, come se appartenessero a
un´altra persona.
Avere ragione signiica essere nel giusto. Questo si traduce in una ne-
cessità nevrotica per l´iracondo: gli conferisce sicurezza e la garanzia di
essere nel giusto. Muoversi nell´ambito dei principi comporta il rischio
52 Enneagramma delle passioni
♦ Per molti anni non ho potuto accettare nessun maestro, vero o non.
♦ La mia intenzione automatica di fondo era provare e dimostrare che aveva torto.
● Da non dimenticare che ho una gran dificoltà a riconoscere l´autorità di chi mi
è gerarchicamente superiore.
del cuore. La difesa ossessiva dei principi prevale sull´attenzione nei con-
fronti delle persone.
♦ Non mi sentivo libera di trattare il caso come volevo, come se non ci fosse una via di
mezzo fra l´esprimere con troppa forza le mie argomentazioni e il lasciar perdere.
■ La durezza del cuore e dei sentimenti, per cui “mi ha sentito poco vicino emotiva-
mente e non suficientemente interessato”.
■ La rigidità del mio carattere ha comportato un´eccessiva distanza tra me e gli altri,
tanto da incutere soggezione e da essere considerato da molti freddo, permaloso
e presuntuoso.
RIPERCUSSIONI DELL´IRA
NELL´AMBITO DELLE RELAZIONI
La passione dell´ira
Alla passione dell´E1 viene dato il nome di ira o rabbia. Non vengono
utilizzati altri sinonimi come collera, fastidio, seccatura, violenza, irritazio-
54 Enneagramma delle passioni
● Liberare la rabbia signiica dare sfogo all´istinto e, quindi, perdere il controllo della
ragione e “addentrarsi in un territorio” molto rischioso.
■ È ingiusto che, nonostante “la bontà e l´obbedienza” mostrate, non riceva poi tutto
il rispetto, il riconoscimento e l´ammirazione ai quali ho diritto.
RIPERCUSSIONI DELL´IRA
NELLA RELAZIONE CON SE STESSI
RIPERCUSSIONI DELL´IRA
NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI
Per l´E1 le dificoltà nella relazione intima risiedono nel fatto che deve
mettere in gioco gli impulsi negati. Non vive in modo naturale il sesso,
ma con la morbosità aggiuntiva del proibito o con un rigido controllo che
mina la sua spontaneità. Giudica se stesso per la qualità dei suoi ideali e
gli altri per la realtà insigniicante delle loro vite. Il risultato è un senso di
superiorità che distrugge la condizione basilare della relazione di amicizia
e di coppia: la simmetria. Esige il tributo dell´ammirazione, del riconosci-
mento come persona migliore e perfetta. Ma chi ignora i propri impulsi,
dificilmente può riconoscere quelli del suo partner che si sente più giu-
dicato che amato. Vengono, in qualche modo, seguiti due regolamenti per
un stesso gioco.
● Ritengo che la causa profonda si trovi nella mancanza di riferimenti affettivi stabili
e profondi. Sento che da qui deriva la tensione di fondo.
● Ora ho la chiara consapevolezza dell´enorme riiuto che provo a sentirmi vulnera-
bile, a riconoscere cioè il dolore di fondo.
● Dificoltà nel riconoscere se stessi e nel riconoscere l´altro nella relazione amorosa.
♦ La sensazione di piacere, legata al percepirmi competente e brava, nascondeva la
rabbia e la mancanza di comunicazioni più intime e appaganti.
● Nella coppia faccio una grande fatica a dare soddisfazione alla partner quando
fa qualcosa per me.
Lavoro
♦ Mi costa molto riconoscere che ho fatto male qualcosa; esigo un lavoro impec-
cabile e questo signiica svolgere in nei minimi dettagli i lavori più minuziosi che
mi sono stati richiesti, impiegando molto tempo.
● Il lavoro è stato la mia valvola di sfogo: ho sempre cercato di essere autonomo
nelle mie attività e di fare le cose secondo coscienza.
♦ Normalmente mi carico di responsabilità; mi costa delegare, ma esigo che tutti
eseguano i compiti come li avrei svolti io, e divento molto critico se non lo fanno
alla mia maniera o non mi piace il risultato.
● Inine, in particolar modo sul lavoro, pretendo molto dai colleghi e tendo a criti-
care e correggere i loro comportamenti, in maniera falsa e gentile.
■ In ambito lavorativo sono portato al rispetto delle gerarchie e a rapporti piutto-
sto formali e professionali; raramente sono uscito dal ruolo professionale, soprat-
tutto con i subordinati.
● Non avere capi: quando li ho avuti, le discussioni sono state frequenti.
L´indicatore che più emerge nell´ambito delle relazioni con gli altri
(partner, amicizia e lavoro) è il senso di superiorità per mantenere il qua-
le è necessario un robusto (auto)controllo messo al servizio del rigore,
della norma, del dominio degli altri e, se è il caso, della loro manipolazio-
ne. La superiorità nelle relazioni comporta inevitabilmente l´inferiorità
degli altri, che l´iracondo ottiene mediante la critica, lo sforzo, la rigidità
e la necessità di avere ragione. Se l´E1 non penetra a fondo negli aspetti
negati del suo essere, le relazioni umane resteranno formali. Il primo
passo è prendere coscienza della sua situazione personale.
RIPERCUSSIONI DELL´IRA
NELLE RELAZIONI CON I BENI MATERIALI
Nell´ambito delle relazioni con i beni materiali, sono stati scelti due ele-
menti di interesse, analizzati come sottoambiti: a) il denaro e la proprietà;
b) la natura e l´ecologia. Osservare le ripercussioni che l´iracondo ha in
questi ambiti non è compito facile; per il suo studio è stato predisposto
un numero inferiore di unità concettuali, ma non per questo di minor
signiicato.
Denaro e proprietà
♦ Proprietà: occhio a dove passi! Se mi sono preso uno spazio, che sia nella piscina,
nell´uficio etc e tu lo invadi io protesto, a volte in maniera esagerata.
♦ Mi costa accettare il libero arbitrio dell´altro nell´ambito delle mie quattro pareti.
Deve seguire le mie regole.
● Ho capito che gli oggetti, la proprietà, il denaro sono stati i mezzi più idonei per
dimostrare il mio valore e il potere personale.
● Mi riconosco una forma di taccagneria; o meglio, riesco a godere con dificoltà
delle cose che io stesso ho ottenuto o che ho creato per me.
♦ Ho rigettato e represso per anni il mio interesse per il denaro; intendevo aderire
a ideali, proiettavo i miei aspetti di stampo più materialistico sugli altri, provavo
per esso una sorta di disprezzo.
♦ Da poco riesco a vedere il denaro come un mezzo; per me è sempre stato con-
nesso con un senso di vergogna e di sporco.
■ Mi arrabbio anche con la gente che si lamenta sempre di non aver denaro, penso
che non sappiano amministrarsi e che sia esclusivamente una loro responsabilità;
se ho molta conidenza con loro, quello che faccio normalmente è suggerire loro
modi di regolarsi o come lo faccio io, o come mi è stato utile fare. Indico loro cosa
potrebbero fare per migliorare la loro situazione.
■ Quando ho chiesto del denaro, la sensazione di angoscia e di debito è stata così
grande da farmelo restituire rapidamente.
● Cerco di non avere mai debiti - non compro mai a rate - e, se accade, cerco di
saldare il prima possibile.
● Pretendo molta precisione quando - per esempio, al ristorante con amici - è
necessario suddividere il conto tra i commensali.
■ Alla ine incontro dificoltà nel gettare via qualcosa, anche se non mi serve.
● Ho un unico orologio da polso che mi fu regalato dai miei genitori per il mio
quindicesimo compleanno. Visto che funziona ancora molto bene, pur avendo
ormai quasi 19 anni, non ho mai pensato di cambiarlo.
62 Enneagramma delle passioni
Natura e ecologia
■ Per quanto riguarda la natura: sono di quelle che separa la spazzatura, ricicla... e
non capisco la gente che non lo fa, o che porta la spazzatura al contenitore prima
dell´ora stabilita, etc.
● In casa, quando lavo e pulisco, cerco di usare poco detersivo, in modo da non con-
tribuire massicciamente all´inquinamento delle acque.
● Ho ridotto di molto il mio acquisto di carne per non sostenere con i miei consumi
le inaccettabili politiche di violenza e sfruttamento degli animali, a esclusivi scopi
commerciali.
RIPERCUSSIONI DELL´IRA
NELLA RELAZIONE CON DIO, IL DIVINO,
IL TRASCENDENTE
■ Sento di ammirare e di essere attratto più dal divino che dagli esseri umani o dalle
cose, e a esso m´inchino con iducia e obbedienza.
♦ Avverto l´importanza del mio istinto e come mi possa guidare verso il sacro.
● La convinzione di avere pensieri giusti, onesti e comportamenti etici, mi fa credere
di essere in linea con la volontà di Dio.
■ Molte volte scarico tutta la mia rabbia e la mia ira su Dio e gli rimprovero che non
vada tutto al meglio, considerato lo sforzo che faccio.
♦ Osservo bene e cerco di capire se i maestri sono ciarlatani o no, o se qualche
religione è contrassegnata da “devi e non devi”.
■ Quando mi sento molto disperata e triste gli chiedo aiuto, come a un Padre amo-
roso che può tutto e mi afido a lui, invece di continuare a sforzarmi.
■ Ricordo quando sono stato in ritiro, in una situazione di dolore isico tremendo, e
io continuavo a sforzarmi per portare a termine il mio compito, ino al punto in
cui mi lanciai al suolo, smisi di fare il “maledetto“ compito e mi arresi, a Lui, alla
sua volontà, al mio dolore e al mio pianto.
■ Il perfezionismo e l´attrazione per gli alti ideali, una volta recuperata la dimensio-
ne spirituale, hanno rischiato da una parte che questa aspirazione fosse da me
utilizzata per rendere più grande e più perfetto l´ego, dall´altra che il percorso
seguito diventasse una via di fuga dalle frustrazioni della vita quotidiana e dalle
intollerabili imperfezioni della realtà terrena.
■ Sensibile al cammino spirituale come perfezionamento e come accreditamento di
una superiorità virtuosa, ho dovuto constatare che, strada facendo, mi distaccavo
ancor di più dai miei simili invece che avvicinarmi a essi e amarli.
ORGOGLIO
E2 L´ENNEAGRAMMA
DELL´ORGOGLIO
9
8 1
7 2
6 3
5 4
CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
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Ripercussioni dell'orgoglio nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 69
1. OSCURAMENTO DELL´ESSERE
● “A me non costa fare le cose”. Non ho limiti nelle mie capacità; mi viene innato e facile.
● Non misurare gli sforzi destinati a ottenere quanto desiderato.
♦ Quando mi viene chiesto conforto e sostegno, il mio cuore si apre e loro, nella
relazione, stanno bene; quando però mi chiedono di amare mi si chiude tutto,
come se volessero vincolarmi, frenarmi, LIMITARE la mia libertà.
♦ Ho paura di sentirmi indifeso e di abbandonare le mie difese.
■ Nel corso della mia vita la manifestazione più evidente è stata l´evitare accura-
tamente ogni esperienza che potesse causare ferite narcisistiche.
♦ La mia seduttività nasconde la mia enorme paura che gli altri non mi amino; il
non adattarmi, il mio gran dolore della perdita è la mia sofferenza.
■ Per evitare di subire critiche sul piano professionale, ho lavorato più di quanto
non mi fosse richiesto.
■ Per non incontrare lo spettro del riiuto ho evitato uomini che mi piacevano
davvero, ripiegando su quelli che mi piacevano meno, ma che erano rassicuranti
e adoranti nei miei confronti.
■ Nell´amore non riconosco la mia necessità dell´amore dell´altro. Ho paura del
suo abbandono.
■ Eliminare dalla coscienza o dalla memoria aspetti della realtà che sono incom-
patibili con l´immagine che ho di me stesso o delle situazioni che mi circondano,
così come voglio ricordarle.
♦ Esiste la negazione totale della mia ombra: del dolore, della rabbia, dell´aggressione
dell´altro, dell´odio...
♦ La passione si manifestava soprattutto in quei momenti nei quali, non riuscendo
ad ammettere i miei bisogni, in particolare quelli affettivi e amorosi; emergeva
l´orgoglio di colui che non ha bisogno, di colui che sa dare e, mentre dà il suo
affetto, in maniera latente il suo amore si nutre per vie traverse.
♦ Non gli ho mai mostrato le mie esigenze, le mie carenze, i miei dubbi, la mia
rabbia, la mia ombra, il mio odio...
■ Mostrano un´inestinguibile allegria che trae alimento dal bisogno compulsivo di
evitare le ombre dei propri bisogni.
■ La consapevolezza di me come una persona superiore o speciale mi ostacola nel
contatto con quegli aspetti di me stessa che nego e dei quali non tengo conto.
ne di sentirsi più usato che amato. Come ricorda Gibran Khalil Gibran
(1976): τL´amore che procura un´altra cosa che non sia la rivelazione
del suo proprio mistero non è amore, bensì una rete tesa, e solo la cosa
inutile vi resterà impigliata” (p. 86).
♦ Non ammetto di aver bisogno di alcuno e di alcunché; sono gli altri ad avere
bisogno di me.
■ Repressione di sentimenti provocati da situazioni che mi metterebbero in contat-
to con le mie carenze, le mie esigenze, l´abbandono, la solitudine...
♦ Sono arrivato in diverse occasioni a situazioni di esaurimento isico per non aver
riposato quanto dovevo.
Quando non si risponde alle reali esigenze della persona, si crea un vuoto,
parola che in tutte le interviste dell´E2 appare una sola volta. Ciononostan-
te, l´E2 utilizza l´inganno e la falsità, talvolta inluenzato dal suo enneatipo
laterale E3, per annullare piuttosto che risolvere il suo vuoto. L´orgoglioso
cerca amanti e amici per scopi sbagliati: τLa funzione del vostro amico è
quella di rispondere alle vostre esigenze e di soddisfarle, non farvi percepi-
re il vostro vuoto” (Gibran, 1976, p. 86). Il cammino verso la vulnerabilità,
che implica il mostrare di aver bisogno, è la soluzione, ma l´E2 s´impegna
nell´ingannarsi con idee isse di falsa abbondanza: τIo ho in abbondanza
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 75
quello che agli altri manca”. Poiché non esiste un chiaro riconoscimento
della propria realtà, l´E2 adotta ς in forma sostitutiva ς comportamenti
quali lo shopping compulsivo e il non permettersi di rendersi conto delle
proprie carenze. Accumulare ad es. indirizzi nell´agenda telefonica, capi di
vestiario nell´armadio, cibi nel frigorifero... ne sono un segno.
♦ Sensazione di possedere più degli altri: “Io ho in abbondanza, agli altri manca”.
● Accumulare oggetti, cibo come se ve ne fosse penuria.
● Lo shopping compulsivo.
L´amore che l´E2 tanto ricerca viene comprato con una moneta
falsa. La generosità, il dare, il donare, l´indipendenza, l´umiltà ς tanto
stimati dagli altri ς sono apparenti e ricercano in maniera sotterranea lo
sguardo e l´attenzione degli altri: senza, l´E2 perde la sua rotta. Non vi è
amore incondizionato, bensì uno scambio velato. È una falsa generosità,
che fa in modo che l´orgoglioso permanga nell´inconsapevolezza, vitti-
ma delle sue stesse trappole. Per contro, la verità su se stessi può essere
raggiunta a partire dall´umiltà.
♦ Sensazione di forza, d´individualità e personalità, di modo tale che non gli impor-
ta quello che gli altri pensano di lui; ma in fondo tutta la sua valutazione dipende
dall´altro e quando ciò viene scoperto è un grande colpo all´ego.
♦ Poiché alla base delle azioni c´è sempre un dare falsamente genuino, non si
prende in considerazione la possibilità che in questo modo si possa danneggiare
l´altro, né che si possa essere falsi. È una delle grandi trappole dell´ego.
♦ C´è l´idea folle di essere molto indipendente; in realtà dipendo totalmente dallo
sguardo dell´altro. Qualunque indizio del fatto che non piaccio può schiacciarmi
totalmente.
■ Nella relazione con gli altri questo si manifesta, nel mio caso, in modo sottile
cosicché non lo notano. Il tentativo è di fare arrivare agli altri una falsa umiltà.
L´E2 realizza la sua ermeneutica del mondo partendo dal registro emo-
zionale che secondo Naranjo (1994a) τfacilita il processo di distrarre
l´attenzione della coscienza dalle esigenze reali o più esattamente della
rappresentazione intellettuale dell´istinto”, (p. 205). Perciò, la persona or-
gogliosa s´immerge nell´eccesso e nell´intensità delle emozioni, naviga nel
loro ritmo luttuante e razionalizza quando crede di perdere il controllo.
Il rischio è di rimanere intrappolati in un mondo di emozioni senza senti-
menti (Lacroix, 2005).
♦ C´è l´idea folle di essere molto indipendente; in realtà dipendo totalmente dallo sguar-
do dell´altro. Qualunque indizio del fatto che non piaccio può schiacciarmi totalmente.
♦ Prima di uscire con persone nuove, o davanti a persone con le quali mi è dificile
essere rilassata, mi dico: cerca e ascolta il tuo centro. Altrimenti divento completa-
mente dipendente dall´altro.
■ Hanno, più o meno riconoscibile, un´enorme suscettibilità.
● Mancanza di pazienza nella pratica di discipline spirituali, meditazione, preghiera.
♦ Mi sono trasformato nel braccio destro del mio capo, ma non accetto la sua auto-
rità e sento che con lui mi comporto come un moscone fastidioso; lo contraddico
e mi mostro sprezzante.
♦ Sono molto ribelle nei confronti del mio capo.
■ Mettere l´accento sulle necessità degli altri e servirli, come se in questo modo
l´altro, senza che io lo dica, possa percepire le mie necessità e le soddisi in silen-
zio, senza farmele pesare.
♦ Ma da quando ho preso consapevolezza che do afinché l´altro mi stimi, è sorto
in me l´aspetto contrario: l´avarizia, il sottrarre, lo speculare. Non solo non mi
piace dare tanto, ma a volte do poco.
♦ “Dà sesso per avere affetto”.
RIPERCUSSIONE DELL´ORGOGLIO
NELL´AMBITO DELLE RELAZIONI
La passione dell´orgoglio
♦ Sottotipo sessuale: per il mio sottotipo è importante essere scelta dagli uomini
tra tutte le altre donne.
● Sottotipo sociale: l´ambizione di essere unico e di poter sempre fare la differen-
za è sicuramente l´aspetto dominante del mio sottotipo.
■ Sottotipo conservativo: l´orgoglio, nell´E2 conservativo, assume un aspetto meno
ridondante rispetto agli altri due sottotipi; ogni manifestazione istrionica viene
repressa e messa in sordina.
♦ La mia seduttività nasconde la mia enorme paura di non essere amato, di non
adattarmi, il mio gran dolore della perdita e le mie sofferenze.
● Il motore di tutto è la fame d´amore e il riconoscimento.
RIPERCUSSIONI DELL´ORGOGLIO
NELLE RELAZIONI CON SE STESSI
RIPERCUSSIONI DELL´ORGOGLIO
NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI
L´ambito delle relazioni viene qui suddiviso in altri due sottoambiti:
a) l´amore vissuto in coppia e nell´amicizia; e b) il lavoro.
In che modo si ripercuote l´orgoglio in questi due sottoambiti?
♦ Nelle relazioni, l´incapacità di aprire il mio cuore, per paura di non riuscire a
gestire le emozioni forti e VERE; il motore di tutto è la fame d´amore e il rico-
noscimento.
♦ Inoltre, nell´ambito della coppia sono competitiva e così come do voglio che
l´altro faccia quello di cui ho bisogno.
● Esigo dal mio partner che capisca la profondità del mio pensiero e delle mie
motivazioni e che si pieghi ai miei capricci e alle mie necessità, che sono molto
più importanti delle sue "sciocchezze”.
■ Nell´ambito dell´amore, il non riconoscere la mia necessità di avere l´amore
dell´altro e, in più, la paura del suo abbandono.
■ L´orgoglio alimenta il mio deserto sul piano sentimentale.
88 Enneagramma delle passioni
■ Nell´amore, per esempio; oggi che mio marito è in viaggio, io devo fare uno
sforzo cosciente per sentire che mi manca, per non cadere nella prepotenza del
“poter fare a meno di lui”, il che mi porterebbe comodamente nell´orgoglio, ma
raffredderebbe il mio cuore all´amore.
■ Per non incontrare lo spettro del riiuto ho evitato uomini che mi piacevano
davvero, ripiegando su quelli che mi piacevano meno, ma erano rassicuranti e
adoranti nei miei confronti.
● Voglio che la mia compagna e i miei amici mi considerino e mi stimino, mi
considerino un protagonista. Io vi salverò.
Lavoro
♦ Nel lavoro, è capitato di rinunciare alla mia vita privata, al mio tempo e impegnarmi
gratuitamente con il solo scopo di migliorare le prestazioni e soddisfare le richieste.
● Sono arrivato a tenere 12 sessioni di psicoterapia lo stesso giorno, seguite da una
conferenza e, tutto, senza sentirne il peso.
■ Per esempio, nella mia attività, non valutando il mio lavoro rispetto a quegli aspetti
che mi causano problemi, non approfondisco il suo sviluppo, il suo studio, la sua
supervisione... aggravando il problema o perpetuandolo...
Nell´ambito della relazione con i beni materiali, si sono scelti due ele-
menti d´interesse che vengono analizzati come sottoambiti: a) il denaro
e le proprietà; e b) la natura e l´ecologia. Osservare le ripercussioni che
l´orgoglio ha in questi campi non è un compito facile; per il suo studio è
stato predisposto un minore numero di unità concettuali, non per questo
meno signiicative.
90 Enneagramma delle passioni
Denaro e proprietà
♦ Mia madre diceva sempre che quello che non perdevo lo regalavo e che ho le
mani bucate.
♦ Sentivo che senza il denaro mi sarebbe mancata una risorsa, ma quando c´era
l´amore e c´erano gli altri, del denaro non m´ importava nulla.
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 91
♦ Per quanto riguarda gli oggetti, c´è stato un periodo nel quale ero molto geloso,
possessivo di ciò che era mio, e quando qualcuno non rispettava queste cose era
come se mi colpisse direttamente, come se le mie cose fossero parte di me. Oggi
fortunatamente tutto questo è svanito.
● Ho una collezione di vari oggetti di arredamento che talvolta sono davvero troppi
per starci. Eppure compro quello che mi piace senza che m´importi se ho spazio
oppure no.
■ Per la stessa ragione che mi rende meno unica, non ho mai accumulato denaro e
ho a disposizione solo il necessario per affrontare una vita sobria.
Natura ed ecologia
♦ Mi piace godere della natura, ma non ho una buona relazione con gli animali. In
fondo, sento paura.
♦ Il rispetto dell´ambiente è sempre stato importante, ma stava diventando osses-
sivo; oggi posso dire che il rispetto è libero e sentito, in dove riesco a riconoscerlo.
● Mi piacciono i grandi paesaggi e le dimostrazioni della forza della natura come le
cascate, le albe spettacolari...
■ Esibisco un comportamento ecologista che in realtà non metto in pratica.
■ Con l´ecologia e la natura non entro davvero in relazione, mi piace curarla.
♦ Non sono molto ecologista. Sono rispettosa, ma senza esagerare: non farei qualun-
que cosa per difendere la natura.
♦ Normalmente non sopravvive alcuna pianta che dipenda dalle mie attenzioni, troppa
acqua, poca cura... sono tanto fragili...
● Ho un grande giardino pieno di piante e di iori che curo e coltivo con amore.
92 Enneagramma delle passioni
RIPERCUSSIONI DELL´ORGOGLIO
NELLE RELAZIONI CON DIO, CON IL DIVINO,
CON IL TRASCENDENTE
♦ E soprattutto oggi credo in un Dio che è presente in ognuno di noi, come fulcro e
detentore dell´amore universale.
● Negli ultimi tempi sento un maggiore desiderio di dissolvermi in Dio e, sempre, un
trasporto nell´essere posseduto dal Suo spirito.
● Penso che sia talmente divino da essere dentro ciascuno di noi.
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 93
♦ Quando ascoltavo i preti predicare non li sentivo coerenti, non mettevano amore nelle
94 Enneagramma delle passioni
San Giovanni della Croce (1955) analizza l´impatto che i vizi capitali
hanno sui principianti, cominciando dalla superbia. Il fervore e la diligenza
nelle cose/negli aspetti spirituali e negli esercizi di devozione generano una
superbia nascosta che provoca soddisfazione nei confronti delle proprie
opere e di se stessi, come mostra il fariseo nei confronti del pubblicano (Lc
18, 11-12). Gli orgogliosi ricercano l´approvazione dei loro maestri spiri-
tuali e, se non la ricevono, li cambiano/sostituiscono con altri che τsiano
adatti ai loro gusti” (p. 764). Utilizzano strategie di manipolazione per sal-
vaguardare la loro immagine di grandezza spirituale: τOdiano elogiare gli
altri, mentre amano essere lodati e, a volte, lo pretendono persino” (p. 765).
Non godere ancora della pienezza provoca in loro una certa impazienza.
Le imperfezioni che tanto li disturbano, servono loro per non essere più
superbi e presuntuosi. Il loro senso dell´abbondanza, proiettato nel campo
religioso, li spinge a volere τinsegnare tutto”, p. 765, invece di approittare
dell´insegnamento degli altri, il che sarebbe una dimostrazione di umiltà,
virtù che guarisce la loro tendenza all´orgoglio spirituale, passione ricono-
sciuta dai padri del deserto come la variante più pericolosa di tutte quelle
possibili. La superbia dell´E2 cerca l´illuminazione, le esperienze extrasen-
soriali o manipola la religione per provocare ammirazione negli altri.
♦ Mentre pratico la meditazione, un pensiero abituale è:“Sono, o sarò, quello che medi-
ta meglio, il numero uno, il più illuminato” è il cercare il massimo vantaggio possibile.
♦ Mi è successo nel ´93. Per due giorni non ho chiuso occhio e durante il giorno avevo
la sensazione di sapere che cosa sarebbe successo da lì a qualche ora dopo. Questa
magia è proseguita con un richiamo notturno che mi ha guidato dal letto al tappeto
che avevo in sala e a un certo punto, impaurito, ma in stato di totale devozione,
ho sentito una voce che mi ha chiesto di inginocchiarmi. Ero convinto fosse Dio a
guidarmi, invece ho visto un´immagine sacra indiana contornata da angeli che mi
chiedeva cosa volevo dalla vita. Al momento non mi sembrava vera tanta bontà e in
una frazione di secondo ho pensato a quante migliaia di cose avrei potuto chiedere.
● Ancora: l´uso sociale dell´esperienza trascendente, ad esempio per aumentare il
grado di ammirazione degli altri nei miei confronti o per proporre come “superiore”
quella che è una pura esperienza personale e soggettiva.
VANITÀ
E3 L´ENNEAGRAMMA
DELLA VANITÀ
9
8 1
7 2
6 3
5 4
CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
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Ripercussioni della vanità nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E3_L´enneagramma della vanità 99
1. OSCURAMENTO DELL´ESSERE
■ Esiste come una lastra d´acciaio tra il mondo interno e il mondo esterno.
● La realtà interna è diversa da quella che appare: creazione del falso sé.
■ C´è come una scissione tra ciò che faccio e ciò che sono.
■ Il non fermarmi a cogliere la differenza tra la mia personalità più autentica e
l´immagine creata da me.
♦ Non posso mostrarmi come sono, non posso perdere l´immagine di me.
■ E spesso si è in grado di diventare dei camaleonti, rischiando di perdersi, di non
riconoscere il proprio centro.
♦ Si tratta di mettere una benda dietro la quale nascondo quello che mi sta accaden-
do, per paura di riconoscere e affrontare la realtà.
● Mi è mancato il terreno sotto i piedi; mi sentivo vuota, fragile, piccola, inutile, persa,
addolorata, distrutta.
● Il 3 è perfetto in molte cose, ma fugge dal senso di vuoto interiore, fugge dal contat-
to con l´emozione, una cosa che vista da fuori viene percepita come supericialità.
● Non c´è spazio per sentire il vuoto, per sentire l´angoscia, per sentire l´ira, perché
questo non si accorda con il ruolo di persona simpatica e gradevole.
■ In tal senso una forte alienazione dagli aspetti istintuali e un´estrema attenzione
ai criteri “esterni” di comportamento giudicati “giusti, corretti”.
● Il 3 è un bravo attore: non riesce mai a recitare il proprio ruolo, ma solo quello che
l´altro accetta in quel momento.
♦ Socialmente, è un carattere camaleontico, molto bravo nell´adattarsi alle differenti
situazioni.
♦ Allora, ecco in aiuto le maschere, una per ogni situazione.
■ I numeri 3 ingannano se stessi e gli altri aderendo a un´immagine che ispira rispetto;
questo atteggiamento è fonte di sofferenza.
■ L´inganno non è solo nei confronti del mondo esterno, ma si basa sull´autoinganno.
♦ Questo implica il non volermi rendere conto di quello che accade in ogni momento.
L´inganno è talmente sottile che mina gli ideali stessi. Ibsen (2002)
attraverso il suo personaggio Relling, mette in guardia senza attenuanti:
ιPerché lei usa precisamente la parola ideali, estranea alla nostra lingua,
quando abbiamo una parola speciica tanto adatta: bugie?κ (p. 177). Il
soggetto vanitoso nasconde tutto ciò che può mettere in pericolo la sua
immagine. Si sente un truffatore. Occulta talmente tanto le sue debolez-
ze agli altri da non riuscire più a vederle in se stesso.
♦ In fondo, chi mi ama è un po´ truffato, è cascato nel mio inganno, non si è accorto di
quanto poco io valga.
■ Presento a me stessa e all´altro un´immagine idealizzata, nascondendo le parti meno
belle di me non solo all´altro ma anche a me stessa.
● Nascondere la verità signiica anche nascondere se stessi e, quindi, quello che realmen-
te sento in quel momento.
● La sua vita, i suoi interessi, il suo amore, i suoi sguardi e il suo sorriso devono
essere diretti a me.
■ Ho lottato molto per ottenere attenzione e ammirazione.
♦ Sono appena ritornato da un corso condotto da un professore nuovo per me. Duran-
te i primi giorni, ho scoperto che cercavo insistentemente il suo sguardo, dovevo esse-
re sicuro che mi avesse visto, che io per lui ero già qualcuno di differente dagli altri.
esaurisce nella visione, manca il calore del tatto. I passanti si succedono tra
loro, ma nessuno rimane coinvolto dall´amore per un manichino, a meno
che non viva allo stesso livello epidermico degli oggetti ammirati.
■ Rispetto alla critica, tendo a “girare la frittata”, trovando delle attenuanti o delle
spiegazioni convincenti.
■ Quando va via mi sento alternativamente colpevole con me stessa e arrabbiata con
lei: mi dico che è meglio essere sola che in sua compagnia.
♦ Voglio attenzione.
■ Personalmente lo vivo come desiderio di ottenere attenzione e ammirazione.
● Nell´amore: forte impegno e desiderio di essere al centro delle attenzioni.
■ Attribuisco ogni successo o fallimento alle mie azioni, escludendo dalla mia per-
cezione la preziosa rete di coincidenze, eventi simultanei, ispirazioni, etc. che ora
sento che mi guidano.
■ È fondamentale evitare gli insuccessi perché solo i vincitori sono degni di amore.
■ Questo limita enormemente l´espressione di me stessa, perché nella vita ho quasi
esclusivamente osato intraprendere solo quelle imprese che mi sembravano avere
“garanzie di successo”.
● La giornata diventa un cumulo di cose da fare, nelle quali non so più come raccapezzarmi.
■ Si cerca allora sempre qualcosa da fare, che sia riconosciuto e valorizzato dall´altro.
■ Fare bene le cose per ricevere amore e riconoscimento.
108 Enneagramma delle passioni
■ L´“accelerazione” è una di esse: consiste nel fare tutto molto in fretta, per non pren-
dere contatto con la realtà.
■ Tendono a mettere l´idea in pratica, vita veloce, piena di attività interessanti.
● Ho dificoltà a fermarmi!!!! Se non isicamente, a fermare la mia mente.
■ Sono molto veloce e credo che la mia rapidità abbia la funzione di anestetizzarmi
rispetto alla mia necessità di fermarmi e riposarmi ς ho molta paura di “non fare
niente” ς o di non fare qualcosa che in realtà voglio fare.
■ Non posso chiedere aiuto, né cooperare, né accettare di buon grado le idee altrui.
■ Le persone medie, appena “suficienti” non piacciono alla gente; non mi posso
permettere di idarmi di nessuno.
■ Devo essere competente ed eccellere in tutto, non devo sbagliare mai, altrimenti
perdo l´amore dell´altro.
che controllo su essi, benché in forma dissimulata, come, per esempio organizzare
incontri, fare una lista dei loro nomi e dei numeri di telefono, dare suggerimenti e
consigli quando uno mi svela le sue confessioni più intime.
♦ Si sviluppa insensibilità.
♦ La mia reazione fu quella di mantenere un atteggiamento normale, ma quello
che gli mostravo in realtà era distanza, freddezza, lontananza e non seppi come
chiarire l´argomento; è come se non potessi perdonargli quello che per me era un
errore, ma contemporaneamente mi sentivo molto falsa per il fatto di non sapere
rompere quella tensione.
● Ma è una persona che nell´intimità rimane fredda, perché bada alla propria imma-
gine e quindi non si abbandona.
● La necessità di mantenere la mia autonomia mi portava a mostrare una certa fred-
dezza nel prendere determinate decisioni, come per esempio quando mi separai
dal mio primo marito, a 29 anni.
● Il controllo emozionale non signiica che non ci sia emozione, ma l´emozione è cos-
truita, è l´emozione che dipende dal ruolo.
♦ Ho bisogno di essere sicura di essere nel posto giusto o ricevere un segnale che è così.
♦ Sottotipo sessuale: Dal punto di vista del mio sottotipo sessuale, ho vissuto la
vanità come seduzione basata sulla mia immagine isica, con il ine di potermi
identiicare e riconoscere.
● Sottotipo sociale: Vuole il riconoscimento del proprio prestigio, e per questo lavora
tanto e fa molto sforzo.
■ Sottotipo conservativo: La modalità del 3 di essere “esecutore” è legata a una certa
vanità, all´autostima indotta dal riconoscimento della propria produttività.
tutti in questo mondo sognano di essere quel che sono, se anche nessuno
se ne rende conto!... Io sogno d´esser qua oppresso da queste catene; ma
ho sognato che mi vedevo in altra condizione ben più lusinghiera... Che è
mai la vita? Una frenesia. Che è mai la vita? Un´illusione, un´ombra, una
inzione... E il più grande dei beni è poi ben poca cosa, perché tutta la vita
è sogno, e gli stessi sogni son sogni!κ... (p. 77).
♦ Sono capace di abbellire le cose secondo il mio capriccio perché voglio vederle in
un determinato modo e non così come realmente sono.
♦ Altro aspetto: ho una visione che a volte ingigantisce l´importanza che posso avere
in una situazione, e mi è dificile avere la giusta percezione di quanto io conti
davvero.
L´E3 crede che l´essere non garantisca l´amore. Poiché non vuole rinun-
ciarvi, pretende di conquistarlo attraverso l´immagine e l´apparenza. Le
conseguenze sono immediate: cede l´approvazione di se stesso a fattori
esterni, adatta il proprio comportamento a determinati criteri di corret-
tezza e si distacca dalle emozioni e dagli istinti profondi che potrebbero
interferire nella rappresentazione sociale del suo copione, allontanandosi
dalla sua identità.
● Mi capita, anche durante la meditazione, di trovarmi a inseguire pensieri o altro
che impediscono il più delle volte un contatto profondo e allora... rinuncio anche
alla meditazione...
■ Distacco dalle mie emozioni.
● Provo una grande dificoltà a entrare veramente in contatto con il mio io interiore.
● Al compimento dei 40 anni cominciai a sentire la delusione nel vedere i segni che
il tempo lasciava sul mio corpo. Da quel momento iniziai ad andare in palestra e
ho perso circa quindici chili.
♦ Sono appena ritornato da un corso condotto da un professore che non conoscevo.
Durante i primi giorni, ho scoperto che cercavo insistentemente il suo sguardo, do-
vevo essere sicuro che mi avesse visto, che io per lui ero già qualcuno di differente
dagli altri.
■ E poi trovarmi a riconoscere che forse gli altri non hanno così tanto bisogno di me
e che io ho rinunciato a qualcosa che mi poteva arricchire e piacere veramente.
♦ È un falso darmi all´altro perché io non do quello che ho, piuttosto quello che credo
che l´altro voglia.
■ Un altro aspetto è che, soprattutto nella relazione di coppia, sotto la maschera
della brava bambina che fa o è come l´altro la desidera, in fondo in fondo, non
faccio altro che amare me stessa e l´immagine di brava bambina con la quale
m´identiico.
■ Nell´ambito delle relazioni affettive sicuramente il voler essere come l´altro mi
vuole, è per risultare amabile e desiderabile.
■ Questo fa si che io rischi di trovarmi in un paradosso doloroso: “se sono come
l´altro mi vuole, rischio di alienarmi da me, quindi potrebbe accadere che per non
perdere l´altro perdo me stessa”.
Lavoro
l´E3 entra in gioco con gli altri, cerca secondo una modalità compulsiva il
trionfo ed il successo attraverso la competitività. Non basta essere buono,
bensì il migliore. Il secondo posto non soddisfa, si aspira al primo. La
vanità vuole scuotersi dalle ombre che gli altri possono proiettare inendo
per oscurarla. Perciò, il vanitoso si converte in un arrampicatore, benché a
volte si renda conto che la sua strada non sia sincera.
♦ Nel lavoro mi sforzo di essere una persona eficace che fa bene le cose e cerco
di non sbagliarmi.
● Nel lavoro: desidero secondo una modalità compulsiva che il mio lavoro sia ricono-
sciuto, stimato, addirittura sopravvalutato; che sia il migliore di tutti.
♦ Nell´ambito lavorativo, anche se il progetto sul quale lavoro va malissimo, ciò che
m´interessa è che io possa fare bella igura, apparire brava.
■ Altro aspetto: il bisogno di essere competente per evitare il fallimento o la critica.
■ Non posso chiedere aiuto, né cooperare, né accettare di buon grado le idee altrui.
L´E3 esige molto da se stesso nel campo del lavoro. Il suo perfe-
zionismo ha alcuni punti in comune con l´E1. Dà minore importanza
al processo rispetto al risultato e il riconoscimento che deve raccogliere
davanti agli altri. È capace di eliminare i rivali, ma conservando sempre la
forma. La violenza dell´E3 si esprime in comportamenti esteriormente
molto corretti. La dificoltà nel delegare lavori e funzioni rende mani-
festa la valorizzazione vanitosa di sé, che nasconde la convinzione che
nessuno possa fare di meglio. Allo stesso tempo l´E3 ha paura che il
qualcun altro oscuri i suoi meriti con una realizzazione più brillante.
● Nel lavoro ricordo di aver fatto delle battaglie contro altri dirigenti d´azienda per
dimostrare il mio valore e naturalmente lo scarso valore degli altri.
■ Mi sono confrontata con la mia vanità eccessiva, immaginando di poter delegare
il lavoro solo a poche persone.
♦ Causa l´effetto specchio che mi trasmetteva quella persona, ho potuto vedere
che neanche io permetto a me stessa un errore; esigo l´impossibile da me stessa.
Nell´ambito delle relazioni con i beni materiali, si sono scelti due ele-
menti di interesse che vengono analizzati come sottoambiti: a) il denaro
e la proprietà; e b) la natura e l´ecologia. Osservare le ripercussioni che
la vanità ha in questi campi non è un compito facile per il suo studio è
stato predisposto un numero minore di unità concettuali, non per questo
meno signiicative.
Denaro e proprietà
● ... il secondo perché deve garantirmi il futuro, visto la profonda insicurezza che
sento verso le mie capacità e la paura di fallire.
■ Il denaro è un mezzo e non un ine.
♦ Non è per avarizia, bensì perché il denaro, le mie cose, mi danno sicurezza; in un
certo modo mi danno uno “status” e, in fondo, sicurezza.
● Denaro e proprietà: se mi mancassero avvertirei un sentimento di attaccamento,
molta ansia e un´insicurezza.
■ Il mio bisogno di sicurezza mi fa aggrappare alle proprietà, che sento come una
rete di sicurezza.
■ Esempio: ho scelto l´arredamento del mio studio in modo che sia un luogo fami-
liare per me e in cui l´altro possa sentirsi accolto, come in una casa.
♦ Mi successe la stessa cosa quando comprai il mio appartamento, mi causava
angoscia il fatto di non sapere se sarei riuscito a pagarlo.
■ Spendo molto poco e preferisco risparmiare e investire in beni che, in caso di
necessità, potrei vendere.
■ Cerco di avere denaro o proprietà solo mie, per mantenermi il più indipendente
possibile.
■ Per quanto riguarda il denaro: ad esempio, in questo momento di crisi tendo
a fare in modo di mantenere un gruzzolo da parte per le emergenze e per
potermela cavare.
Natura ed ecologia
● A parole mi sento molto vicino ai temi dell´ecologia e verso la natura, forse non lo
sono altrettanto nei fatti.
■ Tuttavia, questa percezione della natura è nuova, perché prima ero molto indiffe-
rente al suo effetto su me, allo stesso modo in cui lo ero nei confronti del mio corpo.
■ È come se fossi un tutt´uno con la natura, come se la natura potesse accogliermi
e proteggermi più degli esseri umani.
♦ Rispetto alla natura o all´ecologia non so se all´esterno si noti la mia passione.
■ M´inquietano molto anche le predizioni catastroiste sul futuro del mondo.
♦ Inoltre, credo di sentirmi più viva nel contatto con la natura: in quel campo la mia
mente non funziona troppo attivamente.
♦ Credo di aver vissuto i momenti più intensi della mia vita nella natura: nel mare,
guardando il cielo affollato di stelle, sulle montagne...
■ Non mi piace leggere cose sul deterioramento della natura e cerco di pensare che
siano esagerazioni.
■ Per quanto riguarda la natura: in un mio momento di profondo dolore e disperazione,
è stato per me un balsamo risanante mettermi distesa su un prato a contemplare
le stelle, sentendomi parte dell´universo e abbracciata dalla volta celeste o, ancora,
abbracciata a un albero.
Tanto il denaro come la natura entrano nella sfera del controllo che
l´E3 deve esercitare per la propria affermazione e incisività. Procurano
inoltre la sicurezza necessaria per compensare gli effetti di fragilità do-
vuti all´uso della maschera. Il culto dell´apparenza va a braccetto con il
vuoto dell´essere; da cui la maggiore urgenza di conferme e appoggio.
E3_L´enneagramma della vanità 125
● La verità è che credo che io stessa, la mia essenza, siano Dio; ognuno di noi, nel
nostro stato più puro ed essenziale, è Dio.
♦ È in ciò che è insigniicante dove sento più la sua presenza.
♦ È quello che c´è in me se smetto di essere io e quello che c´è anche negli altri.
■ Sento il divino dentro me, come la più alta manifestazione del mio Essere, che
colgo all´interno di me quando riesco a entrare in contatto con i miei aspetti più
autentici, al di là delle maschere.
■ Amavo molto Gesù e a volte preferivo andare nella cappella della scuola di suore
dove studiavo piuttosto che divertirmi.
♦ Da quando ho iniziato il mio percorso di crescita personale, ho continuato a sentire
maggiormente Dio, man mano che percepivo di più il mio cuore.
● Dio è tutto quanto ci portiamo dentro ed è la trascendenza della persona stessa.
■ Contatto una parte divina di me quando riconosco le mie miserie umane e le accolgo
come espressione di me, senza negarle o giudicarle.
■ Credo che Dio sia presente in ogni manifestazione esistente al mondo.
■ Rispetto al secondo punto: proprio durante il Sat 2, durante un lavoro profondo, pri-
ma di una meditazione, pur sentendo un profondo senso di vicinanza con il divino
accogliendo dentro me il bene che mi stava arrivando e di cui mi stavo nutrendo,
ho come sentito profondamente di “non esserne degna”... in quel momento; come
se non potessi accettare un dono prezioso che mi veniva fatto.
♦ Se sono riuscito a meditare durante alcuni giorni, c´è una parte di me che spera
che avvenga qualche manifestazione, che succeda qualcosa.
■ Ho seguito la norma esterna dimenticandomi del mio senso più autentico o sa-
criicandolo.
San Giovanni della Croce (1995) trattando i peccati capitali nel li-
bro I della Notte oscura dell´anima, non cita la vanità che rimane ingloba-
ta nel concetto di superbia od orgoglio seguendo il modello imperante
nell´epoca. Nonostante ciò, in diverse occasioni parla della vanità. Per
esempio, menziona le rappresentazioni spirituali a causa dei sensi corpo-
rali esterni e li stima come segue: ιsono molto facili e causate per nutrire
errore, e presunzione, e vanità nell´animaκ (Salita al Monte Carmelo, lib.
II, cap. 11, 4, p. 578). L´esperienza spirituale può alimentare la vanità
dell´E3 quando la mette a fuoco come ingrandimento della sua imma-
gine e come successo solo a portata di pochi. L´altro è utilizzato per
fornire un´autoimmagine amorosa, ma l´apparenza staccata dell´essere
non smette di essere fredda e ostacola il dare se stessi.
■ Sia nel fare qualcosa per l´altro che nell´“essere” qualcosa di importante per l´altro,
ad es. attenta, amorevole, presente, disponibile, ecc..
■ Anche il lasciarmi andare agli eventi, accettando un progetto esistenziale che vada
al di là di quanto io possa immaginare consapevolmente, per me signiica accogliere
il divino nella mia vita.
● Ma è una persona che nell´intimità rimane fredda, perché bada alla propria imma-
gine e, quindi, non si abbandona.
♦ Ma sta anche mancando la vita all´interno di me, a causa di tanta identiicazione
con la maschera, con l´immagine che proietta.
INVIDIA
E4 L'ENNEAGRAMMA
DELL'INVIDIA
9
8 1
7 2
6 3
5 4
CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
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Ripercussioni dell'invidia nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E4_L´enneagramma dell'invidia 131
1. OSCURAMENTO DELL´ESSERE
♦ Cosicché mi era molto chiaro il fatto che nessuno avrebbe potuto amarmi; che, in
fondo, non sarei mai stata amata.
♦ All´età di 14 anni terminavano i miei studi scolastici ma iniziavo, se ben ricordo,
a interessarmi di psicologia leggendo il brano di Wayne W. Dyer “Le vostre zone
erronee”.
■ Se non sono perfetta, non mi amano.
♦ È un processo di svilimento dato dalla sensazione di vuoto; questo buco che provo-
ca la voracità e l´insoddisfazione dell´invidia, si manifesta con esigenze, dipendenze
e attaccamenti eccessivi.
● Quella sofferenza ha una certa dose di piacere; ci destreggiamo bene nel males-
sere, è un sentimento molto intenso ed è preferibile sentire quello piuttosto che
sentire il vuoto.
♦ La caratteristica principale del mio enneatipo è la mancanza, il vuoto che ha biso-
gno continuamente di essere riempito dall´esterno.
Il carattere dell´E4 agisce con l´effetto di uno zoom, motivo per cui si
rilette necessariamente sulla consapevolezza di sé e degli altri. Agisce
come un iltro attraverso il quale si vede rimpicciolito ciò che è proprio
e si ingrandisce la cosa altrui; ci si focalizza sul senso di deprivazione e
sulla carenza e si perdono di vista i risultati personali. In deinitiva, ri-
lette la dinamica dell´invidia. A differenza dell´iracondo che si aggrappa
alla perfezione e lotta per non perderla, l´invidioso si esclude da essa, la
considera irraggiungibile e sfocia nella paralisi.
● L´enneatipo 4 sente la “mancanza” del “paradiso perduto”; questa consapevolezza
diventa il iltro attraverso il quale guarda ogni aspetto della realtà.
● Sminuisco i risultati personali così come ingrandisco i risultati altrui.
■ È come focalizzare eccessivamente lo sguardo. In questo modo non posso vedere
tutto quello che c´è.
● Anche questo enneatipo ha caratteristiche positive ma diamo loro una minima impor-
tanza, come è dimostrato anche in questo stesso scritto, visto che non sono neanche
menzionate.
● Ci diamo all´amore, ma presto o tardi lo roviniamo perché si compiano le nostre
aspettative catastroiche.
● D´altra parte si introiettano anche igure esterne straordinarie in modo che non
riusciamo mai a sentirci "alla loro altezza".
♦ Introietto gli aspetti negativi dei miei genitori credendo che siano miei e imparo a
negarmi a me stessa..
♦ Un´altra cosa strana è quella che penso di fare qualcosa per gli altri nel futuro; ma
come riuscirò in questo se non riesco a staccarmi dalla mia pelle?
138 Enneagramma delle passioni
♦ A causa della mancanza di valore che mi attribuisco, ciò che faccio è paragonarmi
agli altri.
♦ I miei genitori mi mostravano spesso gli altri bambini come diversi da me in quanto
più intelligenti, e se erano igli di qualche persona importante il dislivello era perce-
pibile al mio cuore di bambino.
■ In un´occasione di lavoro terapeutico in coppia, sono entrato in una paura assolu-
tamente paralizzante nel paragonarmi all´altro.
♦ Nel lavoro sono competitiva, una competitività basata sul paragone, per sentirmi
sminuita, meno dell´altro, svalutata.
♦ La competizione è la caratteristica più forte, ovviamente senza concorrenti, ed è
da lì che nasce l´arroganza del sentirsi superiore in qualcosa dove sono l´unico a
percorrere quella strada.
■ Costi quel che costi, perché quello che conta è ciò che uno vuole, non quello che
bisogna fare per ottenerlo.
■ C´è l´idea, nella relazione di coppia, della ricerca di una totale unità al punto tale
da annullarmi e diventare per l´altro quello che desidera che io sia, ino al punto
di dimenticarmi di me.
■ Essere molto attenta all´altro con comportamenti di disponibilità a tal punto da
mettermi in situazioni dolorose e impegnative, caricandomi e dimenticandomi di
me stessa, dei miei bisogni.
♦ Direi che le mie relazioni di coppia si siano basate su relazioni di sesso; per me l´unica
cosa importante era il sapere che possedevo l´altro e che l´altro possedeva me.
■ Nell´amore e nell´amicizia, l´eccessiva dipendenza, la paura dell´abbandono e la
dificoltà nel confronto.
● Vivo con la speranza che lui si faccia carico del disastro che sono.
♦ Sulle prime c´erano molta innocenza e molta illusione da parte mia; quando la storia
inì, fu come se mi si spaccasse il cuore.
● La dificoltà a separarmi da ciò che ho, anche se talvolta è evidente l´inutilità.
● E una conseguente paura dell´abbandono e della separazione.
altà, del tipo τdarsi la zappa sui piedi”. Masochismo, anoressia, bulimia,
sacriici eccessivi... sono comportamenti distruttivi che confermano la
mancanza di valore. Anche distruggere tutti quelli che occupano una
posizione più elevata, come mezzo per neutralizzare l´invidia.
■ Autodistruttiva: conoscere la tenacia nel fare le cose, non essere mai contenta di
me, fare e poi trovare sempre qualcosa che non va; anche l´eccessivo sacriicio e il
dolore e distruggere tutto.
■ Il masochismo e l´autodistruzione legate in me alle side più ardue, al mio corpo,
con digiuni o voracità incontrollabili, auto-punite poi con il vomito.
● L´autosvalutazione permanente, il darsi la zappa sui piedi.
■ La siducia.
■ Anche perché nel profondo nutro una siducia nei gesti dell´altro che dimostrano
disponibilità verso me! È come se prima o poi me lo potessero rinfacciare!
● Vive una siducia di fondo nella relazione con l´altro e nei confronti del futuro.
♦ È una cosa un po´ strana perché mentre altri non hanno avuto molto contatto con
l´amore e quindi non sanno cosa sia, per me è come se sentissi che c´è un posto
dove regna l´amore in un modo molto potente e non trovare questo posto mi man-
tiene continuamente alla ricerca.
♦ Io ne restai sconvolta; mi dominava il desiderio dell´odio e allo stesso tempo il
desiderio d´amore.
● Penso che la cura sia l´Amore.
♦ Invidio colui che a parer mio è un essere speciale; l´idea di non esserlo mi fa soffrire.
■ Incapacità di accettare la quotidianità.
● A volte abbiamo la sensazione di essere molto speciali, una sorta di antidoto nei
confronti di una svalutazione personale tanto grande.
E4_L´enneagramma dell'invidia 147
RIPERCUSSIONE DELL´INVIDIA
NELL´AMBITO DELLE RELAZIONI
La passione dell´invidia
♦ A causa della mancanza di valore che mi attribuisco, quello che faccio è parago-
narmi agli altri.
● Non espormi direttamente o meglio “costruisco” con fatica la mia esposizione; ho
poca iducia nei miei comportamenti spontanei.
■ Chiedo tanto a me stessa, non mi lascio riposare.
♦ Introiezione è quello che inghiotto senza masticare e che faccio mio, negando
dall´esterno ciò che mi appartiene.
● Le sue necessità sono le mie e rispondo ai suoi desideri dimenticandomi dei miei.
■ Nemica di me stessa nel desiderare tutto e sentire allora di non meritare pratica-
mente niente.
attraverso Abel, che è il suo ideale dell´io: ιTu il simpatico, tu quello fe-
steggiato, tu il vincitore, tu l´artista... Ed io...κ (Unamuno, 1988, p. 95). Ci
si vuole compensare del difetto, della carenza e della perdita mediante il
paragone con qualcuno che gode di una relativa pienezza. Lo squilibrio
diventa insopportabile. L´invidioso rinuncia a vivere la sua vita per intro-
iettare il copione di un altro personaggio.
♦ A causa della mancanza di valore che mi attribuisco, quello che faccio è parago-
narmi agli altri.
■ Ma sentire di fondo una grande auto-svalutazione in rapporto agli altri; l´invidia,
comunque, mi crea dipendenza.
RIPERCUSSIONI DELL´INVIDIA
NELLE RELAZIONI CON SE STESSI
♦ C´è un fatto molto importante nella mia vita che è il passare ore e giorni sola, in casa,
approittando del fatto che non ci sia nessuno, in solitudine, in silenzio, con dolore.
● Dificoltà a realizzarmi in un fare concreto; è come se una parte di me restasse
piccola e bisognosa di cure, limitando la mia autonomia, la mia forza e il mio potere.
■ In deinitiva, mi rende rigida e dura con me stessa; sento molto il danno della mia
durezza.
RIPERCUSSIONI DELL´INVIDIA
NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI
L´E4 esibisce una gran varietà di registri amorosi nei quali è presente
una grande dose di manipolazione. Esiste sentimento e intensità, ma l´invidia
indebolisce l´amore attraverso l´odio: la disponibilità diventa modalità di con-
quista, l´accollarsi i propri difetti e carenze nella coppia garantisce il possesso
dell´altro nella relazione sessuale, l´uso di tattiche vittimistiche un escamota-
ge per svegliare la commiserazione, il predominio delle necessità altrui sulle
proprie...
Lavoro
Nell´ambito lavorativo, il paragone mosso dall´invidia si trasforma
in competitività, indicatore che appare con alta frequenza. Il senso di
inferiorità, presente nell´E4, cerca il superamento mettendosi, come
minimo, allo stesso livello degli altri. Non bisogna essere da meno. La
svalutazione è talmente corrosiva che i propri risultati non hanno troppa
importanza, poiché si è in attesa del palesarsi della carenza. Di lì la sua
insoddisfazione cronica. Può esserci molta lotta, sforzo ed esigenza, ma
poca soddisfazione. Qualsiasi cosa è suscettibile di miglioramento ed è
sempre possibile trovare qualcuno che superi le proprie prestazioni.
♦ Nel lavoro sono competitiva, una competitività basata sul paragone, per sentirmi
sminuita, inferiore all´altro, svalutata.
152 Enneagramma delle passioni
■ Essere competitiva per aver paura o non sapermi confrontare (con gli altri).
■ Nell´ambito del lavoro, il credere di non essere mai preparata, la vergogna che si
scopra e quindi la dificoltà a condividere ciò, il mettermi sempre nella condizione
del paragone.
● Nell´ambito del lavoro, non dare importanza ai miei risultati ma sentirmi sempre
dipendente da quello che ancora non so fare.
■ Invidio le attenzioni, il riconoscimento, il valore e la fortuna senza sforzi.
■ Mi è capitato con una mia socia: io invidiavo le sue capacità creative, invidiavo la
giustiicazione che veniva portata per i suoi errori con: “è fatta cosi”; invece il mio
carattere aggressivo veniva messo sotto processo e il mio fare non veniva mai
gratiicato o visto.
■ In un´occasione di lavoro terapeutico in coppia, sono entrato in una paura assolu-
tamente paralizzante nel paragonarmi all´altro.
● Nel mio lavoro, come in molti altri, so che dopo molte arrabbiature, quello che più
mi sta facendo male è la mancanza di riconoscimento nei miei confronti da parte
degli altri.
Nell´ambito delle relazioni con i beni materiali, si sono scelti due ele-
menti di interesse che vengono analizzati come sottoambiti: a) il denaro
e la proprietà; e b) la natura e l´ecologia.
Osservare le ripercussioni che l´invidia ha in questi campi non è un
compito facile; per il suo studio è stato predisposto un numero minore
di unità concettuali, non per questo meno signiicative.
Denaro e proprietà
♦ Voglio dire anche che, in alcuni momenti della mia vita, ho avuto denaro e l´ho speso
comprando cose per me, specialmente vestiti, profumi, scarpe....
♦ Provo invidia delle persone che hanno un livello economico più elevato e sicuro del
mio, una bella casa, una bella automobile....
■ Credo di essere austera e chissà se è solamente un´espressione del senso di colpa.
♦ Da quando tutti i giorni appunto su un´agenda le mie spese, mi rendo conto meglio
di come bilanciare gli imprevisti riguardo agli acquisti.
● Con il denaro la questione è più complessa; è fonte di gratiicazione, autonomia e
154 Enneagramma delle passioni
■ Tendo ad andare “leggera di bagaglio”, non conservo “caso mai mi servisse”, do via
facilmente vestiti o mobili o cose delle quali non ho bisogno.
♦ E così spendevo, pensando di avere a disposizione denaro, ino a quando la banca
non mi riportava con i piedi per terra.
♦ In alcune occasioni ho rubato a familiari, ad amici della mia famiglia e in negozi.
● In quanto al denaro, può veriicarsi la tipica situazione di uscire a prendere qualco-
sa e impegnarmi nel pagare sempre, perino quando mi disturba il fatto che l´altro
si approitti della mia “buona” disposizione.
♦ Sentivo che non era la mia strada.
Natura ed ecologia
■ Rispetto della Natura. Mi rendo conto ora che la Natura è per me il Paradiso
Terrestre.
■ Cosicché mi fa male, quasi isicamente, ogni macchia d´olio in una spiaggia oppure
ogni palmo di cemento rubato al bosco o all´erba.
E4_L´enneagramma dell'invidia 155
♦ Piuttosto ho odiato Dio più di ogni altra cosa per avermi abbandonato.
♦ In alcune occasioni mi ricordo che chiedevo, che esigevo da Dio che mi facesse
sentire felice, che mi desse un segno del suo amore verso di me, ma non l´ottenevo
mai; allora provavo molta rabbia nei suoi confronti, al punto che preferivo pensare
che non esistesse.
● L´inferno, i peccati, il purgatorio, trascendere l´ego, sviluppare la tua virtù speciica...
ora capisco.
● La vita acquisisce un´altra dimensione, si potrebbe perino dire che la vita acqui-
sisce un senso.
● Ma, chiaro, una cosa è ciò che fa la Chiesa e un´altra cosa è dire che la spiritualità
non esiste.
♦ Ho sempre ricercato Dio per una conferma del suo amore per me. Ma, nell´attesa
di questa risposta, il tempo passava.
■ Cercare il divino era anche per sentirmi diversa e speciale.
● Il bisogno di un ricongiungimento con ciò che mi trascende.
♦ I miei deliri di grandezza che mi permettono di spazzar via Dio, i maestri, il divino.
● “Non sono abbastanza per Lui”.
♦ Pochi mesi fa è stato lui a cercarmi, io non ci pensavo più.
● Ho chiesto con rabbia, con l´idea che nella mia vita ci fosse un´ingiustizia.
● Di sicuro non sono mai la sua eletta.
● Porto un grande carico emozionale nella meditazione e ripongo in essa molte as-
pettative.
■ Cercare il divino era anche per sentirmi diversa e speciale.
AVARIZIA
E5 L'ENNEAGRAMMA
DELL' AVARIZIA
9
8 1
7 2
6 3
5 4
CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
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Ripercussioni dell'avarizia nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E5_L´enneagramma dell'avarizia 163
1. OSCURAMENTO DELL’ESSERE
● Di modo che tento di godere delle mie cose in solitudine. Il risultato è l’isolamento.
♦ Anche la difficoltà nel mostrarmi, per entrare in scena, mi fa male.
● Per me è importante la casa. Non tanto per tenerla in ordina e curata, bensì per
avere un spazio per stare da solo.
♦ Senso del proprio spazio personale e della privacy accentuato, con facilità a sentirsi
invaso.
■ Il disinteresse per il mondo esterno, benché possa passare inosservato a prima
vista, significa non stare lì con l’anima. È uno stare “fantasma”.
164 Enneagramma delle passioni
L’avarizia costituisce una forma di paura nei confronti della vita, intesa
come paura di perdersi e di essere inghiottito dagli altri. Si favorisce così il
formarsi di un carattere difensivo per non precipitare nell’abisso del nien-
te. Ciò che si possiede e le ricchezze, nei loro aspetti materiale e qualitativo,
facilitano la sopravvivenza. Il controllo ostacola la perdita e rafforza il ri-
fugio. Accumulare e conservare il tesoro rende sicuri nei confronti dell’ar-
rivo di un’imprevedibile periodo di scarsità.
L’E5 si isola nel suo mondo interno che si distacca dalle trasforma-
zioni esterne. Si regge su leggi proprie e lotta per l’autosostentamento. I
pensieri nutrono la mente dell’avaro che si allontana dai suoi sentimenti e
dalle relazioni. Se il pesce nuota dentro l’acquario, tutto funziona, ma af-
facciarsi all’esterno può agitarlo notevolmente. Le resistenze che hanno gli
altri di varcare la soglia della caverna per entrare, si accordano con la paura
di uscire di coloro che stanno dentro.
♦ Compensare ino quasi a sostituire la realtà frustrante con un mondo interno, dove
le cose hanno un signiicato personale particolare, simbolico, poetico, metaisico.
● Nell’adolescenza ho passato molto tempo leggendo fumetti; era il modo nel quale
io mi creavo il mio mondo, con la musica. Mi nutrivo di quello a livello interno, non di
relazioni. Avevo qualche amico, ma il mio mondo interno girava soprattutto intorno
a questo.
♦ Evasione dalla realtà in un mondo proprio dove sembra che nessuno possa e voglia
entrare.
● Quindi una tendenza molto forte a cercare nel mio mondo interno le mie fonti di vita.
all’E5, utilizza il binomio τtutto-niente” (niente: 373 volte; tutto: 274 volte
nell’insieme della sua opera). Il suo niente sta in funzione del tutto. Nell’a-
varo il vuoto è tanto profondo che niente è suficiente a colmarlo, né la
conoscenza, né i beni materiali.
♦ È presente la paura di rimanere senza niente, e pertanto, a non essere niente, e an-
166 Enneagramma delle passioni
● Potrei vivere bene da solo, facendo la mia vita coi miei libri, la mia musica, i miei
fumetti. Al massimo, andare a lavorare, perché è necessario.
♦ Lei si prese un idanzato e io sentii che la nostra relazione iniva; mi fece sentire
molto triste il pensiero che tutto in questa vita inisca e che alla ine ritornavo
sempre alla mia solitudine, a me stesso, che era in in dei conti l’unica cosa sicura
che avevo.
■ Dopo, d’altra parte, bisogna rendersi conto, in profondità, dell’immensa solitudine
dell’essere in relazione con un altro.
♦ Questo va insieme al credere all’idea pazza che “non puoi fidarti di nessuno” o
“alla fine l’altro ti frega”.
♦ Vergogna, senso d’inadeguatezza sociale, con la sensazione che le proprie qualità
non possano essere apprezzate o forse nemmeno percepite.
♦ Andammo in un bar che stava nel Tibidabo, a Barcellona. C’era abbastanza gente
e per questo lo persi di vista per alcuni istanti. Rimasi sorpresa della mia sfiducia e
da quello che mi passò per la mente in quei momenti: “andrà via senza aspettare
di trovarmi”, e di come incominciai a mettermi in azione: “chiamerò un taxi per
ritornare a casa”.
♦ Non posso idarmi di nessuno, solo di me stessa, cosicché è meglio che mi aggiusti sola.
● Rinunciare alle persone perché mi abbandonano.
♦ Qui l’avarizia prende la forma di una ricerca di “totale iducia”, di “totale unione
con l’altro”, di “totale consegna di sé”, del sentire che l’altro si dà totalmente a me
e io all’altro.
♦ La siducia mi mantiene all’erta, mi provoca tensione e, pertanto, rigidità, sforzo e
contenimento. E da lì viene l’avarizia.
E5_L´enneagramma dell'avarizia 169
● La divisione in compartimenti stagni della vita è l’aspetto nel quale mi sono rispec-
chiato meglio. Nel mio lavoro la sperimento molto.
■ La divisione è una dissociazione interna. Un non arrivare ad avere un’identità stabile.
■ Allora una parte si occupa della relazione con me stesso e l’altra parte si occupa della
relazione con l’esterno.
♦ Bene, tutto ciò che ho esposto prima, ora non è più così. Ora sono più consapevole;
ci sto lavorando e alcuni di questi aspetti sono cambiati abbastanza.
♦ Quello che accade è che, chiaro, non sempre la voglio guardare in faccia la nevrosi.
● Una cosa che è molto tipica dell’E5, ma che credo che sia molto mia, è essere triste
e non rendermi conto di esserlo.
♦ Dificoltà a essere presente e sentire ciò che si prova sul momento.
● Mandai a fare in c... un gestaltista, cosa che non avevo mai fatto prima nella mia
vita, dopo un’ora e mezza in cui stavo parlando al telefono delle mie emozioni. Alla
ine è quello che mi è uscito. Mi costa molto rendermi conto delle mie emozioni,
soprattutto della rabbia e della aggressività; mi sono molto dificili da percepire.
● L’avarizia è l’impegno nelle cose, come se fosse il mio io: lo sforzo mi infastidisce.
Se esco abbastanza tardi, il giorno dopo sono stanco morto e perdo la giornata.
Esco poco.
♦ Se la relazione che ho è di molta iducia, allora si crea una relazione intensa e di
complicità. Ma questo succede solo con una persona, non con varie.
● Avendo carenza di relazioni intime, o molto poche, ho poca vita emozionale.
● Sento come di non avere e, a causa di questo sentimento di scarsità, mi dico:“Come
fai a dare!!”.
risparmiare tempo.
♦ La confusione tra avarizia intesa come cupidigia, che io riconosco poco in me, e
quella intesa come scarsa disponibilità a dare agli altri.
♦ Il non darmi sussiste soprattutto a livello emozionale, ma anche in altri aspetti
come ad esempio il condividere il mio tempo, o il mio spazio, o le conoscenze o i
miei oggetti (libri, prestare denaro...).
● In passato, in amore, non mi sono mai aperta del tutto per non scoprirmi e rivelare
ciò che ero veramente.
● C’è un aspetto della mia avarizia che ho compreso da poco grazie ad un mio
E5_L´enneagramma dell'avarizia 177
amico, anche lui un enneatipo cinque. La deinisce molto bene il personaggio Frodo
ne “Il signore degli anelli”: un’avarizia nel conservare qualcosa di bello, custodirlo,
tenerlo stretto rimanendo nella mia stanza e godendone a margine del mondo.
● Voce trattenuta.
■ Trattenersi per paura di soffrire nel coinvolgimento emotivo.
♦ L’affanno di mantenere, la tendenza a non lasciar andare quelle che possono esse-
re cose materiali, tempo, informazioni, conoscenze, implicazione emozionale; tutto
ciò mi porta a una fuga dall’impegno, poiché non mi piace sentirmi legata.
● C’è un punto curioso. Non mi metto al di sotto di nessuno. Non sembra caratteristico
dell’E5, ma io intuisco che invece lo è. Non mi sento neanche al di sotto di Dio.
♦ Per esempio, non ho mai voluto lavorare come medico o psichiatra per le strutture
statali che mi avrebbero garantito un ottimo stipendio, anche quando non
guadagnavo abbastanza.
● Sono intollerante alle imposizioni dottrinali, alle regole ferree.
RIPERCUSSIONI DELL’AVARIZIA
NELL’AMBITO DELLE RELAZIONI
La passione dell’avarizia
♦ Sottotipo sessuale: Qui l’avarizia prende la forma di una ricerca di “totale iducia”,
di “totale unione con l’altro”, di “totale consegna”, di sentire che l’altro si dà a me
totalmente e che io mi do all’altro.
● Sottotipo sociale: L’avarizia di conoscenze è la mia passione più forte.
■ Sottotipo conservativo: Per adesso non ho trovato una parola migliore di autismo
per deinire una certa caratteristica che sento contemporaneamente come una
parte importante della mia passione.
Gli altri sono una minaccia per i tesori che l’avaro conserva gelosa-
mente, perché possono inghiottirlo o farglieli perdere. La distanza, l’iso-
lamento, perino la fuga, garantiscono il tenere per sé le ricchezze.
♦ Per timore che vengano “sciupate”, evito di comunicare cose ed esperienze, informa-
zioni, anche indicazioni di luoghi cui tengo molto, a persone di cui non sono certo.
● È quello che più mi caratterizza nel mio comportamento: l’attenzione, la paralisi
prima dell’azione.
■ Fuga.
RIPERCUSSIONI DELL’AVARIZIA
NELLA RELAZIONE CON SE STESSI
♦ L’isolamento. Mi fa male il mio isolamento, quella dificoltà nel darmi, nel dare
profondamente me stesso, nel ricevere dall’altro. In deinitiva nel sentire, nel vivere.
● Un’avarizia che è maggiormente focalizzata sull’aspetto mentale; ho molta difi-
coltà nel percepire le mie emozioni. Questo sarebbe l’aspetto più essenziale.
■ Il ragionamento del superego è il cavallo di battaglia. Cioè, per qualsiasi azione o
uscita dalla caverna, sorge sempre il ragionamento.
♦ Ero orgoglioso solo delle mie capacità intellettuali con cui iltravo e "sistemavo" il
mondo che percepivo.
● Devo mettermi nella condizione di vedere se sono incavolato invece di sentirlo istan-
taneamente ed esprimermi di conseguenza.
■ In due occasioni sono stato sul punto di abbandonare questo questionario per non
continuare ad ascoltarmi.
RIPERCUSSIONI DELL’AVARIZIA
NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI
■ Per esempio, sono andata a sciare per anni e benché fosse un’inclinazione del mio
compagno, ho inito per pensare e sentire che a me piaceva e quasi me la godevo.
■ Nella mia prima relazione di coppia mi sono posto talmente tanto alla guida del
rapporto che alla ine ne è risultata una situazione che non sono più riuscito a
portare avanti.
Lavoro
♦ In realtà, mi sono reso conto che mi piace starmene per i fatti miei e fare quello
che voglio.
♦ Ho visto anche che l’autorità mi crea conlitti ed entro in relazione con lei con
sottomissione, per evitare il conlitto, ino ad arrivare alla disubbidienza, dicendo
quello che penso e credo che sia giusto.
● Lavorare per lavorare mi è molto estraneo. Cerco di lavorare il meno possibile,
benché lo faccia bene.
■ Nell’ambito del lavoro sono molto esigente, come se il lavoro fosse sacro. Qual-
siasi esso sia.
♦ Tendo sempre verso il nuovo perché la ripetizione mi annoia molto ma ho re-
sistenza a modiicare l’assetto organizzato quando sembra che questo elimini e
faccia perdere qualcosa d’importante che prima c’era.
non esiste identiicazione con quello che fa, concepirà il lavoro come una
perdita di tempo o come un impedimento al dedicarsi ai suoi veri interessi.
♦ Anche il senso perfezionista e autoesigente.
♦ Vedo nel mio percorso lavorativo un’evoluzione che va da lavori più solitari e di
poca responsabilità ad altri con maggior responsabilità e implicazione, e anche più
creativi e ludici, soprattutto in questa ultima tappa.
● Lavoro come professore. Con il fatto della lentezza e del fare bene le cose, con il
senso di perfezione tanto forte, con il fatto di dedicare meno tempo al leggere e
al fare cose che mi interessano di più, abbiamo svolto pochissime cose del pro-
gramma scolastico.
■ Non ho mai veramente collaborato con nessuno nel lavoro.
● Non c’è un rendimento, io non rendo.
RIPERCUSSIONI DELL’AVARIZIA
NEL RAPPORTO CON I BENI MATERIALI
Nell’ambito delle relazioni con i beni materiali, si sono scelti due ele-
menti di interesse che sono stati analizzati come sottoambiti: a) il denaro
e la proprietà; e b) la natura e l’ecologia. Osservare come l’avaro intera-
gisce con essi non è compito facile ma si adatta bene alla sua immagine
tradizionale di attaccamento al denaro e alle ricchezze.
188 Enneagramma delle passioni
Denaro e proprietà
♦ In realtà sono e sono stata austera, e non ho avuto nella mia vita molte di quelle
cose costose o di gran valore materiale che mia madre riteneva indispensabili e
nemmeno denaro.
● Benché sia vero che ho riposto maggiormente la mia avarizia in conoscenza ed
energia, non sono generoso con le mie cose.
● Ci tengo ai miei libri, vestiti, materiale di studio, mi piace conservarli come dico io e
mi spiace che, se dati in prestito, mi vengano restituiti rovinati.
♦ Per esempio, preferivo accontentarmi e rinunciare a molte spese piuttosto che
sentirmi soggiogato nel lavoro in una situazione di dipendenza, anche ideologica,
da un “padrone”.
■ Il denaro mi preoccupa in quanto unica sicurezza in relazione soprattutto
all’autonomia. Non devo dipendere da un altro per questo tipo di sussistenza.
■ Mi scoraggia fare cose davanti al gran consumismo nel quale siamo immersi.
E5_L´enneagramma dell'avarizia 189
Natura ed ecologia
♦ Non ci rendiamo conto che è la Terra che ci accoglie e ci permette di vivere po-
trebbe spazzarci via con un sofio.
♦ Nella Natura mi sento piccola e grande contemporaneamente, e mi sento inte-
grata nella vita.
● Non sopporto chi distrugge il patrimonio di tutti (la città, come la natura).
● Mi piace molto la natura. Mi piace vedere i boschi, le montagne. Divento un
contemplativo.
■ La natura, intesa anche come spazio e assenza di rapporti ordinari, cambia ra-
dicalmente qualcosa in me, i problemi sfumano, e rimane il desiderio di perdersi
in quell’ambiente.
■ La natura è stata importante nel corso della mia vita sia che le fossi vicina o
lontana e distaccata.
RIPERCUSSIONI DELL’AVARIZIA
NELLA RELAZIONE CON DIO, IL DIVINO,
IL TRASCENDENTE
■ Dio è silenzio.
♦ Questo dio-tutti-e-tutto somiglia più all’idea del demiurgo, creatore del nostro uni-
verso, che non ha fatto il lavoro una volta per tutte, ma che secondo me continua
a essere al lavoro e continua a creare minuto per minuto, anche ora.
● Esiste qualcuno, qualcosa al di sopra degli uomini, qualcuno o qualcosa a cui mi
piacerebbe avvicinarmi.
● Ho visto perino che anche tentando di essere ateo, la igura di Dio rimaneva in
qualche modo latente.
● È un dio patriarcale; forse ci metto del mio in questa visione. Provo una certa rabbia
nei confronti di questo dio.
● Sono arrabbiato con Dio e insieme provo un anelito di unione. Più che rabbia la
parola sarebbe rancore.
● Io ho il mio spazio, e nemmeno Dio me lo può togliere.
■ Fede.
♦ Dio è qualcosa che è presente nella mia vita sin da quando ero piccola.
■ Il divino può essere un’alba o un tramonto del sole, che è particolarmente diverso
dagli altri giorni.
♦ Io lo sento ora come una presenza calda che mi dà forza, luce e iducia.
♦ Per percepire il divino devo essere cosciente, essere consapevole e rimanere aperta.
♦ Io credo, almeno in questo, di essere andato oltre la mia posizione caratteriale, che
non poteva essere altro che blasfema.
● Dio lo si capisce meglio come mistica.
San Giovanni della Croce (1955) vede l’avarizia come secondo vizio
capitale, subito dopo la superbia. La descrizione della stessa nel campo
dello spirito è precisa ed essenziale: attaccamento agli strumenti visibili,
tesaurizzazione degli stessi, desidero di una conoscenza sproporzionata ri-
spetto al necessario per operare e curiosità: ιMolti non si stancano mai di
chiedere consigli o di apprendere regole di vita spirituale, di possedere o di
leggere una grande quantità di libri che trattano di questo argomentoκ (p.
766). La guarigione si traduce nel fare piacere a Dio valutando la propria
avidità nell’agire con gran generosità, dando quanto si ha sia cose spirituali
che temporali, e nell’aprirsi alla passiva espiazione. La povertà di spirito
va all’essenziale, prescinde dalle cose marginali e mira alla sostanza della
devozione.
♦ Sentii che il divino sta nella cosa semplice della vita, nella semplicità delle cose, e non
tanto in complicate astrazioni.
● Quando c’è stata una relazione con Dio sono riuscito anche a rivendicare il mio ego.
● Desiderio di qualcosa di grande, di spirituale, di "Conoscenza" .
● Fare le cose con generosità per il mondo, mi costa, non lo faccio. E se lo faccio, lo
faccio con sforzo. Poco alla volta.
■ Dio è silenzio.
PAURA
E6 L'ENNEAGRAMMA
DELLA PAURA
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5 4
CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
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Ripercussioni della paura nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E6_L´enneagramma della paura 197
1. OSCURAMENTO DELL’ESSERE
■ Sinimento mentale causato dalla valutazione esagerata della parte pratica con
poco o nessun contatto con il piacere, il desiderio. Si genera così molta tensione per
la paura di sbagliare, e si vede sempre qualcosa che potrebbe essere migliore, e con
ciò - a poco a poco - decisione e scelta diventano un calvario.
■ E la pressione è tale che ancora una volta si ricorre al mondo dell’idealizzazione:
sottigliezze mentali dove la confusione mentale ilosoica è tale che non si arriva
mai a niente di chiaro e la non-azione è nuovamente presente.
● Paura di sbagliare.
■ È molto dificile prendere decisioni perché c’è una grande paura di fare errori che
saranno fatali per la vita.
■ La paura di agire, come atto aggressivo di andare verso ciò che voglio e confrontarmi
E6_L´enneagramma della paura 199
● Più che di dificoltà a prendere coscienza della paura come mia passione dominan-
te, parlerei di dificoltà ad agire contro di essa.
● Dificoltà di proiettarsi nel futuro.
■ Mediatore di conlitti, non schierandomi, volendo la stima delle due parti in causa,
resto asettico e buono verso entrambe le parti.
Lo svincolarsi dall’essere che l’E6 mette in atto, sta nella radice del
suo sentimento di paura e insicurezza. L’affronta nel tentativo di vincere
o di fuggire, ignora e reprime ma in entrambi i casi i rischi sono nume-
rosi poiché la vita viene costruita in funzione della paura. Il compito
consiste nel disattivarla, ma ciò risulta impossibile da portare a termine
senza una restaurazione dell’essere e, pertanto, della iducia.
■ Addormentarmi quando ci sono conlitti, pensando che tutto sarà un brutto sogno
o ubriacandomi, in alcuni occasioni, per scappare.
■ Paura del riiuto: nel mio caso nascondo questa paura attraverso la vergogna e
anche attraverso la pigrizia.
● Mi è capitato di regalare un mazzo di iori a mia moglie e di essere criticato per
non aver saputo accostare i colori e per non essermi accorto che non erano freschi:
non ho più avuto il coraggio di comperare dei iori.
Il discorso inale di Charlie Chaplin (1940) nel suo famoso ilm Il grande
dittatore include una dichiarazione che ben si adatta all’E6: ιPensiamo
troppo e sentiamo troppo pocoκ. L’ipertroia del pensiero si veriica pe-
nalizzando sentimenti e istinti. L’E6 riversa nell’intelletto i suoi vissuti e i
suoi disordini. Sposta nel centro mentale le sue paure e le incertezze per
soffocarle con la logica schiacciante dei suoi discorsi. Il controllo razio-
nale garantisce una falsa sicurezza e rappresenta una via di fuga dalle sue
emozioni trascurate. Per il pauroso, la comprensione annulla il pericolo.
♦ Nel conoscere qualcuno bisogna sapere con chi si sta. Questo richiede un’analisi
approfondita.
♦ Questa è una proiezione della continua autoanalisi alla quale mi sono sottomessa
per tutta la mia vita, sin da quando ero molto piccola.
♦ Se dimostro che ho ragione, non mi attaccheranno e non mi faranno del male.
parole tra noiκ. Le relazioni vengono pensate, non si vivono: perciò, l’E6
si rifugia nel surrogato delle disquisizioni ilosoiche, dei discorsi ossessivi
e delle giustiicazioni razionali. La contropartita è l’anestesia corporea ed
emozionale.
■ Inerzia e mancanza di chiarezza mentale unita alla pigrizia nel guardare le
questioni immediate, personali, perdendoci in disquisizioni ilosoiche e cosmiche.
■ Anestetizzarmi nei confronti del corpo così come verso le emozioni, perdendo
tono vitale e ricorrendo al discorso ossessivo ino all’esaurimento mentale e così
all’inerzia e alla non-azione.
♦ I cambiamenti e le side presuppongono realmente situazioni di angoscia che
vengono sublimate in ideali, in giustiicazioni varie.
♦ Non è semplice entrare in relazione con gli altri partendo dal dubbio, dall’autodifesa
e dalla siducia, eppure per me è un atteggiamento reiterato.
■ Il dubbio costante è l’essere o il non essere amato. Intrattengo una relazione con
questo dubbio e con questo conlitto, e allora ho veramente paura dell’impegno. Con-
temporaneamente voglio, come sempre, essere sicuro di non sbagliare perché temo
il vero abbandonarmi all’altro.
che motivazioni che nell’E6 affondano le radici nella paura e nella codar-
dia. Non si sperimenta un vissuto profondo dell’io, bensì la sua subordi-
nazione ai modelli esterni.
La delessione (sia caratteriale che dell’umore), categoria proposta da
Edwin e Mirian Polster, ιè caratterizzata da comportamenti di elusione e
di deviazione. La persona non si invischia né si compromette in niente ed
è disposta a qualunque manipolazione per non farlo. Parla di altre cose e
agisce sempre al margine dal mondo esternoκ (Sinay e Blasberg, 1998, p.
113). La fuga si lega tradizionalmente alla vigliaccheria e alla paura. Non si
tratta qui di una misura prudenziale, bensì di un espediente del carattere.
La non deinizione dei propri limiti nelle relazioni con gli altri è come
una forma di fusionalità che provoca nel pauroso una perdita di coscien-
za di sé. La distinzione può generare confronto, ma la fusione avvicina
all’inconsapevolezza. Sparisce l’interazione con gli altri e con l’ambiente;
in questo modo non si sentono la paura e l’insicurezza personali, ma si
smette di essere se stessi.
■ Anestetizzarmi in ciò che riguarda il corpo così come in ciò che riguarda le emo-
zioni, perdendo tono vitale e ricorrendo al discorso ossessivo ino all’esaurimento
mentale e così all’assopimento e all’inazione.
● Queste regole morali erano una gabbia che non consentiva scappatoie e che mi
ha impedito di vivere le mia giovinezza in maniera gioiosa e spensierata; ritengo
abbiano notevolmente tarpato la mia creatività.
■ Non lasciarmi andare al piacere senza perdere la testa.
♦ Se dimostro i miei sentimenti sarò ridicolizzata.
Le ali della libertà (The Shawshank Redemption) ilm diretto da Frank Darabont
(1994) affronta, tra gli altri, il tema dell’istituzionalizzazione in un racconto
ambientato nella prigione di Shawshank. Brooks, il detenuto bibliotecario,
una volta istituzionalizzato, quando viene messo in libertà, si rende conto
di essere incapace di vivere senza i modelli e le sicurezze che il peniten-
ziario gli garantivano. Opta per il suicidio davanti all’incapacità di vivere la
sua libertà recuperata. L’E6, specialmente il sottotipo sociale, ha bisogno
di cornici di sicurezza e norme chiare, che ottiene compiendo il suo dovere
e agendo con correttezza e fedeltà.
E6_L´enneagramma della paura 211
■ È meglio guardare cosa fanno gli altri e fare anch’io lo stesso, così non sbaglierò.
● Dificoltà ad adattarsi ai cambiamenti.
● Quando sono in viaggio o in una città nuova mi sento tranquillo solo se sono in pos-
sesso di una cartina topograica che mi consenta di sapere esattamente dove sono.
♦ Per me c’è un eccesso di idealizzazione, il vivere più sulle nuvole che sulla terra, ma
senza esserne consapevole.
■ Questi momenti mi danno molta tranquillità e l’opportunità di riposare da questo
continuo adattarmi.
♦ La natura è una delle mie grandi gioie: il mio rifugio e il mio spazio.
♦ Come 6 sessuale mi è costato molto vedere la paura. Ho lottato sempre per supe-
rarla perché era l’unico modo di sopravvivere.
■ Per me, le caratteristiche più importanti sono la paura, ma non la paura isica,
bensì la paura di essere se stessi.
■ È molto dificile prendere decisioni perché ho una grande paura di fare errori che
saranno fatali per la vita.
♦ Mi copro sempre le spalle sapendo con chi sto.
♦ Sono stata sul punto di morire soffocata due volte. Da allora ho la fobia di attra-
versare una palude a nuoto e di nuotare lunghi tratti sott’acqua.
● Tenere tutto sotto controllo.
■ Eccessiva comprensione dei motivi altrui: molte volte penso che sono troppo com-
prensiva. Se qualcuno non si comporta bene con me, ritengo che abbia delle
ragioni per comportarsi così, sia che mi spieghi o meno, e arrivo a pensare che ha
ragione di fare così.
agli altri di quello che uno respinge in se stesso, è la più frequente per
l’E6. Esistono altri meccanismi secondari, come evitamento, delessione,
introiezione, ecc...
♦ Credo che il dubbio e la colpa, oltre ai miei igli, siano ciò che mi trattiene qui,
nonostante il dolore che tutto ciò presuppone, e che progressivamente sento che mi
porta alla morte in vita.
● Credo di non avere esperienza di un vero e proprio “impegno” emozionale
pienamente accettato.
■ E se mi faccio la domanda prima di sapere cosa pensano gli altri, é dificile per me
sapere cosa penso io.
Lavoro
Nell’ambito delle relazioni con i beni materiali, si sono scelti due ele-
menti di interesse che vengono analizzati come sottoambiti: a) il denaro
e la proprietà, e b) la natura e l’ecologia. Osservare le ripercussioni che
la paura ha in questi campi non è un compito facile: per il suo studio è
stato predisposto un numero minore di unità concettuali, non per questo
meno signiicanti.
Denaro e proprietà
● Rispetto al denaro e alla proprietà, mi rendo conto di aver lavorato sempre molto
e non ho saputo fare in modo che mi venisse reso il corrispondente in termini
economici.
● Mi considero molto attento al valore delle cose, ma non attaccato al denaro.
■ Il senso di colpa e la svalutazione si rilettono nel mio rapporto col denaro: averce-
ne era sempre sinonimo di non essere buono e non procedere sulla buona strada.
■ Sono poco attenta al denaro, e non mi preoccupa molto.
I due temi del denaro e della proprietà hanno a che vedere con la
mancanza di iducia dell’E6: non volere debiti e far sapere agli altri i beni
posseduti. Ambedue si ripercuotono sulla dimensione economica e ma-
teriale, ma contemporaneamente anche sulle relazioni umane. Si preferi-
sce il dare al sentirsi in debito, il controllare all’accumulare, il perdere al
guadagnare indebitamente, il prendersi la responsabilità individualmente
piuttosto che condividerla...
♦ Ho una cara amica cui do quello che ho e non mi piace che mi porti alcunché per
non sentirmi in debito.
● È da molto che non cambio casa nonostante abbia la sensazione che questo
spazio non sia ancora completamente mio.
● Qualche anno fa ho perso, a causa del calo della Borsa, circa un quarto dei miei
risparmi e non ne ho fatto un dramma.
■ Quando mi sono separato, all’età di 29 anni, ho lasciato tutto a mia moglie e
mio iglio; dopo ho passato reali dificoltà materiali e alcuni periodi di dificoltà
economiche.
■ Mi è molto dificile risparmiare e fare cose per guadagnare denaro, penso che alla
ine riuscirò a trovarlo, ma non sempre è così.
Natura ed ecologia
♦ La natura e gli animali sono stati il mio rifugio, il mio spazio vitale, dove io potevo
essere senza essere giudicata o castigata.
♦ Rispetto alla natura sono molto rispettosa e spesso l’affronto quando è pericolo-
sa: salire in montagna, guidare con il temporale, ecc.
● Riguardo alla natura, mi piacciono le montagne, la neve, i boschi, più che il mare.
● Amo gli sport che richiedono impegno, fatica, tenacia come passeggiate e arram-
picate in montagna, mountain bike, corsa campestre, ecc.
■ L’ecologia è una militanza, una posizione e un’azione e questa è un’implicazione,
un impegno, oltretutto in gruppo.
■ Trovo nella natura uno spazio per stare con me, dove non ci sono altre persone
che mi possano giudicare o condizionare il mio comportamento.
♦ Credo che in fondo abbia avuto sempre quella sensazione di essere controllato
da Dio ed evidentemente avevo paura della sua punizione.
■ A questo punto incominciano i dissapori con il Dio infantile; ora era adulto e
metteva limiti che io non capivo a ciò che era divertente ed eccitante (come
il sesso). Diventava cattivo e per di più mi faceva sentire molto male quando
vedevo il vicino o i suoi genitori.
♦ Quando morì mia nonna, l’essere che io pensavo fosse più indifeso e che allora
amavo di più, mi arrabbiai con Dio, mi ribellai a lui e alla sua volontà.
♦ Ma ho sempre cercato, ero sempre vicina alla spiritualità, anelavo sapere, con-
tattare, sentire il trascendente.
♦ Credo che il trascendente sia la dimensione più autentica di noi stessi e del tutto.
● Penso che la spiritualità vada oltre la religione e che le varie religioni siano nate
dal tentativo di rendere comprensibile alla gente comune la verità intrinseca
della natura e del senso della vita umana.
■ Le luci, l’odore della chiesa, il suono dell’organo che l’organista maggiore toccava
con tutta la sua passione, mi risultavano molto gradevoli, e inoltre non avevamo
matematica.
E6_L´enneagramma della paura 225
Per l’E6, la paura ha effetti nefasti nella relazione con Dio: riduzione
della realtà alla cosa razionale, avvicinamento mentale a Dio mancante
di sentimento, atteggiamenti basati sulla siducia e sulla paura, difidenza
nell’abbandonarsi alla fede, senso di colpa e di indegnità, connessione
dell’idea di Dio con la relazione paterna vissuta in modo problematico,
incapacità nel formulare preghiere di richiesta, angoscia per l’ingiustizia
divina... La guarigione dalla paura, attraverso il recupero di un minimo
livello di iducia si rilette sull’eliminazione della paura nei confronti del-
la punizione eterna e nel superamento della relazione con il divino dal
punto di vista della paura. Sorgono la fede e la iducia.
♦ C’è una frase che credo riassuma tutto e che molte volte mi sono ripetuto: “Non
chiedo nemmeno a Dio”.
♦ Paura ad abbandonarmi alla FEDE.
● Ora è da molto tempo che non mi relaziono al divino dal punto di vista della
paura. Ma forse era molto presente il mio auto-accusarmi.
● Sento anzi che il contatto con il trascendente, attraverso la meditazione, mi
aiuta a liberarmi dai condizionamenti del carattere e della passione dominante.
■ Le parole che più mi è costato pronunciare sono credere e idarsi.
■ Anche il mio carattere, troppo intellettuale e razionale, ostacola questa vita
spirituale, che considero ora un aspetto molto importante e che apporterà una
grande ricchezza e pienezza nella mia vita.
■ Ma adesso non mi piace per niente l’approccio scientiico alla vita, troppo freddo
e limitato.
● Da bambino ero ossessionato dal desiderio di masturbarmi, dalla consapevo-
lezza che questo era peccato e dal fatto che c’erano delle regole molto precise
che impedivano di accostarsi alla comunione se prima non ci si era confessati.
● Fu molto importante riscoprire la spiritualità a partire dai profondi sentimenti
di compassione verso tutti e verso me che sperimentai nel Processo Hoffman.
San Giovanni della Croce (1995) non include la paura tra i sette vizi
capitali, considerati come abitudini che causano alcune imperfezioni spi-
rituali per chi intraprende un percorso spirituale. La ragione dell’esclusio-
ne della paura (e della vanità) dalla lista menzionata obbedisce a ragioni
storiche che non vengono trattate in questo contesto. Il linguaggio di San
Giovanni della Croce, nel capitolo che precede il trattato speciico di ogni
vizio capitale rilette una tenerezza straordinaria, molto lontana da una
paura patologica. L’amore di Dio regala all’anima che prende la decisione
di convertirsi al suo servizio ιcome fa una madre amorosa verso il suo
tenero bambino: lo scalda con il calore del suo seno, lo nutre con latte
gustoso e con cibi delicati e dolci, lo porta in braccio e lo copre di carez-
zeκ (p. 762). C’è poi il paragone dello svezzamento (sorta di pedagogia di
Dio), afinché l’anima ιsuperi le limitazioni proprie dell’infanzia e acquisti
le caratteristiche dell’uomo adultoκ (p. 762).
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CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
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Ripercussioni della gola nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E7_L´enneagramma della gola 231
1. OSCURAMENTO DELL’ESSERE
Martín Heidegger terminò nel 1926 di scrivere il suo libro Sein und Zeit
(Essere e tempo). La relazione tra questi due concetti basilari ci ricorda che
la realtà, come noi la concepiamo, si sviluppa all’interno di coordinate
spazio-temporali. La gola, secondo quanto si ricava dalle sottocatego-
rie considerate, ma ancora di più dalla lettura globale dei testi, produce
un’eclissi parziale della realtà attraverso la fantasia e uno sradicamento
dal tempo e dallo spazio con la conseguente perdita del qui e ora, a be-
neicio del futuro.
Ogni luce genera ombre. La passione della gola si focalizza talmente sul
piacere degli aspetti luminosi della realtà che cancella la zona d’ombra.
Si veriica così una perdita di contatto e un allontanamento dalla par-
te collegata al dolore e alla sofferenza. Questo atteggiamento selettivo
impedisce di vivere a fondo e favorisce un mascheramento supericiale
della realtà attraverso la fantasia.
● Per esempio, io ebbi una pancreatite alcolica a 25 anni. Bene, ancora oggi quel
periodo mi sembra un’epoca fantastica della mia vita nella quale me la passavo
molto bene e sognavo e ridevo e bevevo... dimenticandomi di quanto ogni giorno
desiderassi farla inita con la mia vita e di quanto male vivessi.
Il qui, espressione della realtà nello spazio vitale, si cambia con il là.
Ciò che è vicino cede posto a luoghi lontani. Qualsiasi piccolo stimolo
basta per abbandonarsi ai nuovi paradisi, che sono tali solo perché stan-
no lontano. Viverli li demistiicherebbe.
E7_L´enneagramma della gola 233
● Per quanto concerne la mia esperienza, ritengo che l’aspetto centrale dell’enneatipo
7 sia evitare il dolore e ricercare situazioni piacevoli.
I modi per evitare il contatto col dolore sono molto sottili. Il piace-
re trasgressivo non gli permette comunque di affrontare le conseguenze
dei propri atti e dichiararsene responsabile. Rimane solamente la fuga.
Non c’è empatia con il dolore, piuttosto comportamenti meccanici per
non arrivare a esso.
● Molte salite e molte discese, molto alcol e droghe, e molte letture nel periodo
in cui entri in contatto con qualcosa di grandioso, di sublime, di soprannaturale
che vedi solo tu e che sei capace di trasmettere, con il tuo entusiasmo, a quanti
stanno con te.
● Un esempio, per esempliicare quanto espresso sopra è la mia relazione con
la dipendenza da sigarette: ho smesso e ripreso di fumare non so quante volte.
236 Enneagramma delle passioni
■ Io non so fermarmi benché questo abbia conseguenze per la mia salute, e inoltre
trascino l’altro con me; in più di un progetto comune ho inito con l’ammalarmi per
non aver saputo capire quando dovevo fermarmi.
■ Lotta inconscia contro i sentimenti bloccati dal corpo.
una forma di dispersione perché i dati del problema non si ricavano dalla
realtà, bensì dalla fantasia. Lo stato infantile è la modalità caratteristica di
avvicinarsi ai fatti. L’adulto si comporta diversamente.
● Forte inclinazione nei confronti dell’intensità, ovviamente del piacere, di ogni tipo di
piacere tra cui quello della conoscenza che è forse il più importante di tutti.
● Gli amori. Prima della relazione che ho attualmente non sono mai riuscito a
essere fedele per molto tempo.
■ I tradimenti nascono dall’incapacità di riiutare il piacere.
■ Ho visto nella sessualità il massimo del piacere possibile sulla terra.
● Ogni volta che nella mia vita mi sono trovato ad affrontare una situazione dificile,
ho sempre cercato in automatico degli escamotage per evitarla, per posticiparla
oppure per convincermi che potevo non fare perché non erano cose importanti.
E7_L´enneagramma della gola 239
■ Credo che sia come un mulinello nel quale io entro; ha molto a che vedere con il
non concretizzare nel lavoro e, nelle situazioni reali, con il perdermi nella fantasia.
● Naturalmente la fantasia è quella di godersi la vita senza troppe seccature.
● Ad esempio, quando guido l’automobile il mio cervello parte in automatico da
qualsiasi stimolo, per immergermi in realtà piacevoli. Progetti di lavoro oppure cam-
biamenti radicali di vita.
● La fantasia in primo luogo. Se mi trovo in un posto orribile con gente orribile,
mettiamo un ospedale di malati terminali, parto con la fantasia e immagino una
musica battendo i tacchi sul pavimento... un bel paesaggio al di là dei vetri... o un
pensiero gradevole.
Assumere una responsabilità implica farsi carico dei suoi aspetti sgradevoli
e spiacevoli, essere coerente nel mantenerla, osservare un comportamen-
to disciplinato per non abbandonare alle prime dificoltà o posticiparla
a tempi migliori, e sottomettersi agli impegni che la regolano. Poiché le
conseguenze non sono desiderabili, l’E7 abbandona le sue responsabilità.
● I legami supericiali consentono invece di non prendersi impegni con le persone,
di non avere obblighi o costrizioni, il che fa spesso identiicare i 7 con l’assenza di
regole.
● Nelle relazioni interpersonali c’è la tendenza a evitare l’intimità dei legami per
poter difendere ideologicamente una presunta libertà che di fatto è una derespon-
sabilizzazione.
● Principalmente nel trascurare le responsabilità legate ad aspetti della mia vita che
mi sono scomodi o mi pesano.
● Lascia aperte molte porte e fatica a prendere decisioni deinitive e di conseguenza
anche ad assumersi responsabilità.
Se non c’è più modo di non affrontare un compito che non piace,
rimane almeno la possibilità di posticiparlo al massimo. Si proietta la sua
realizzazione in un futuro incerto e lontano per evitare le scomodità di
portarlo a termine nel presente.
♦ Posticipazione degli obblighi per cercare rifugio in paradisi alternativi.
● Nell’incertezza, meglio prendere tempo.
● All’università iniziavo a studiare per un esame solo quando sapevo la data: solo così,
provando un po’ di stress, potevo iniziare a prepararmi.
L’E7 vive in maniera problematica la sua relazione con l’autorità sia essa
personale, ideologica o istituzionale. Più che cercare un confronto, pre-
ferisce ignorarla, prescindere dalle sue norme o banalizzarla, il che è
peggio. Il controllo viene vissuto come asissia, e l’autorità lo esercita.
♦ Sento che la spiritualità si trova in ogni cosa, mai nei dogmi, nelle istituzioni e nelle
gerarchie.
♦ Con la tendenza a vivere di illusioni e fantasie che possono portare a una posizione
di ribellione nei confronti della realtà e dei limiti della vita quotidiana.
♦ Nel lavoro: tendenza alla dispersione, alla distrazione, cercare di accontentare tutti,
e dificoltà nel credere nell’autorità.
♦ Fino a poco tempo fa neanche le situazioni più disperate o tragiche potevano farmi
perdere il senso dell’umorismo.
♦ È un carattere ottimista che evita le situazioni dificili e lo scontro.
● È ottimista di natura, in genere ama fare progetti in cui l’essenza è quella di godersi
la vita divertendosi senza far niente.
Nelle relazioni con gli altri, può adottare diversi ruoli che hanno a
che vedere con la sua capacità di divertire. Si autoproclama il buffone di
corte: sa interpretare numerosi registri teatrali attraverso i quali riesce a
manipolare gli altri.
● Quando si trova in compagnia degli altri inizia a indossare la propria maschera di
giullare e a manipolarli: si eccita, diventa allegro, burlone e per riuscire ad attrarre
l’attenzione arriva a mostrare dei veri e propri eccessi maniacali.
● Ambivalenza: ti senti Dio e allo stesso tempo un topo... benché sia anche bello
essere un topo, così potresti conoscere il mondo sotterraneo.
E7_L´enneagramma della gola 245
Esiste una perdita di contatto con il qui (spazio) e con l’ora (il tem-
po) per cercare piacere sia nella fantasia delle cose remote e nella distor-
sione temporanea, sia in un futuro pieno di illusioni, valido come tale
ino a che non si trasforma in presente, o anche in un passato che si
idealizza ino all’estremo.
♦ Proiezione sognatrice verso un futuro ideale, dove le cose possono essere così
come dovrebbero.
● Per esempio, io ebbi una pancreatite alcolica a 25 anni. Bene, ancora oggi quel
periodo mi sembra un’epoca fantastica della mia vita nella quale me la passavo
molto bene e sognavo e ridevo e bevevo... dimenticandomi di quanto ogni giorno
desiderassi farla inita con la mia vita e di quanto vivessi male.
● Ad esempio, quando guido l’automobile il mio cervello parte in automatico da
qualsiasi stimolo per immergermi in realtà piacevoli. Progetti di lavoro oppure cam-
biamenti radicali di vita.
Ogni sottotipo vive a suo modo la passione della gola. Gli elementi
comuni sono importanti, ma esistono sfumature e aspetti che arricchi-
scono una comprensione più completa della sua realtà passionale.
♦ Fino a poco tempo fa mi costava accettare qualcosa senza soffrire per il fatto di non
potere portare a termine le altre opzioni alternative.
♦ Uno di questi è il piacere sessuale, erotismo e autoerotismo.
● La dificoltà a interagire con gli aspetti più autentici di me stesso e di rispettarli
assumendomi la responsabilità di quanto ho percepito, per trasformarli in compor-
tamenti e scelte, mi ha di fatto impedito di coltivare in modo approfondito interessi
e attitudini che, nel marasma della supericialità -fatta di mille cose iniziate e non
concluse- si sono disperse.
♦ Una volta ebbi una relazione con una donna e qualche tempo dopo mi capitò di
stringere amicizia con il suo ex marito. Un giorno decisi di dirgli tutto e di prender-
mi la responsabilità di quello che facevo. Ci avevo pensato tanto su e non potevo
accettare di essere “infedele” con una persona verso la quale sentivo di avere
un’amicizia.
♦ Avevo considerato l’amicizia come un qualcosa di ideale che dovesse essere puro.
■ I tradimenti nascono dall’incapacità di riiutare il piacere.
■ Credo che rispetto alla sessualità io non ho mai capito molto, l’ho identiicata con
il piacere e basta.
Lavoro
Nell’ambito delle relazioni con i beni materiali, sono stati presi in consi-
derazione due elementi di interesse che vengono analizzati come sotto-
ambiti: a) il denaro e la proprietà, e b) la natura e l’ecologia. Osservare le
ripercussioni che la gola ha in questi campi non è un compito facile: per
il suo studio è stato predisposto un numero minore di unità concettuali,
non per questo meno signiicanti.
Denaro e proprietà
Nei confronti del denaro e della proprietà, l’E7 assume posizioni di-
verse in base al suo sottotipo. Il sessuale è idealistico e più distaccato: dà
maggior valore alla solidarietà rispetto al denaro. Il sociale dà importanza
al denaro perché gli procura sicurezza, benché in determinati momenti agi-
sca con scarso controllo. Il conservativo è materialista, ma non ha il con-
trollo sulla spesa. Nonostante tutto, pensa in modo ottimista che il denaro
non mancherà mai né per sé né per la sua famiglia. Rimane sempre valida,
in caso di dificoltà, la risorsa delle trappole per guadagnare denaro facile.
♦ Nel lavoro non mi è mai importato stare con chi mi pagava di meno, se le con-
dizioni permettevano un trattamento più rispettoso coi clienti.
♦ Quando mi sono trasferito da Eboli a Bologna non avevo soldi, mi sono messo a
fare il cameriere e non ho avuto problemi a farmi aiutare un po’ dai miei genitori
cercando di rendermi, ancora una volta, al più presto indipendente.
● Avevo un po’ di denaro alcuni giorni fa, un’entrata grazie ad alcune terre eredita-
te, e ieri sono andato a comprare un elettrodomestico e alla ine ne ho comprati
tre, e tra i più cari, e ho speso tutto.
● Ritengo che il denaro speso in viaggi, corsi di formazione, libri, sia ben speso.
■ Riguardo al denaro non c’è questionario esauriente abbastanza afinché possa
spiegare tutto; in un’epoca della mia vita ho chiesto prestiti in 3 banche con-
temporaneamente per continuare a coprire i debiti dei miei progetti personali.
■ Con tali soldi ho fatto viaggiare i miei igli e ho ampliato casa.
Natura ed ecologia
♦ E l’ecologia ed il rispetto per la natura sono stati e sono la mia massima priorità
E7_L´enneagramma della gola 253
e desiderio.
● L’idea dell’ecologia mi sembra affascinante, ma non faccio niente per parteciparvi
attivamente.
● Non sento di avere un grande attaccamento per le cose.
■ Sul fronte dell’ecologia non ne ho avuta molta coscienza, sono stato proprio un
inquinatore.
♦ Riciclo tutti gli oggetti che arrivano ino a me, cerco di proteggere qualsiasi
forma di vita, compro solo prodotti biologici che garantiscono un trattamento
etico verso gli animali e l’ambiente.
♦ Odio l’ignoranza che porta le persone a utilizzare prodotti come cappotti
di pelle e pellicce.
■ Da piccolo amavo incendiare i prati e poi scappavo via.
■ Bene, io credo nel divino, credo in Dio e credo che stia qui, mi protegga e mi
colleghi con l’energia cosmica. Questo, visto da un punto di vista molto generale.
■ Inoltre mi considero cristiano, il che non vuole dire paolino.
■ Vorrei amare Dio con lo stesso esplosivo amore con cui Lui mi ama.
■ Credo con tutto me stesso in Gesù Cristo Suo iglio.
La posizione del goloso nei confronti di Dio oscilla tra due poli: il
riiuto, basato sulla disubbidienza verso ogni forma di autorità, e la fu-
sione con lui. Alcune espressioni raccolte nel riquadro inferiore hanno
risvolti di misticismo. Ma la garanzia di una fede consolidata implica il
superamento del dolore e della sofferenza. La igura di Giobbe è partico-
larmente signiicativa per l’E7. Sta a sottolineare che dietro la ricerca del
piacere si nasconde il desiderio del divino. Come in Egitto, l’esistenza di
molti idoli indica che non si è ancora trovato il vero Dio.
♦ Non mi è mai piaciuto che vi siano persone che dicano ad altre come devono
vivere la propria dimensione spirituale, che può nascere solo nella libertà, nel
E7_L´enneagramma della gola 255
♦ Ricordo quando con mio nonno, che era custode del cimitero, andavo in quel luo-
go per me magico; adesso che ci ritorno sento la forza della vita che si oppone
alla morte e in questo sento la grandezza di Dio.
■ Per il mio bene mi ha colpito incessantemente nel mio tallone d’Achille, la famiglia.
■ Mia moglie se n’è andata di casa per ben 4 volte. Per me è stato un lungo e
insostenibile dolore, ho urlato nei boschi, ho pensato che il dolore mi avrebbe
ucciso, spesso ho sentito il dolore come Giobbe, ma ora posso sostenere che Lui
mi stava vicino e soffriva con me.
San Giovanni della Croce (1955) traccia un ritratto preciso della gola
spirituale in cui si cerca il gusto nello spirito, si pospone la sottomissione
e l’obbedienza alla penitenza corporale, si insiste con i maestri spirituali
afinché concedano ciò che si vuole, ci si abbandona alla devozione
sensibile. La cura passa attraverso le tentazioni, le dificoltà ed altro
ancora (cap. 6). Anche la gola ha connessioni con la vanità, come si può
vedere nel quadro seguente.
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CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
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Ripercussioni della lussuria nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E8_L´enneagramma della lussuria 259
■ Solo una volta una compagna, oggi mia amica, me lo disse e non potei comprendere.
Non mi rendevo conto del perché non guardavo mai l’altro. Solo allora, guardando,
potei vederlo.
■ Noi pensiamo di sapere quello che conviene a noi stessi e all’altro. Come se l’altro
non esistesse. Noi vediamo prima degli altri qualsiasi cosa.
■ È il più solitario; il mondo è privo degli altri, a parte il fatto che signiica che non
vediamo l’altro e non sentiamo la necessità degli altri.
■ Il mondo senza gli altri.Vivere senza gli altri. Usarli solamente e strumentalizzarli.
E8_L´enneagramma della lussuria 263
L’E8 non conosce il senso di colpa, perché vive tutto come riparazione
di un danno subito. La sofferenza sperimentata già sin dall’infanzia, dalla
quale desidera blindarsi a ogni costo, è frutto di una qualche ingiustizia.
Perciò, qualsiasi atto è considerato come un ristabilire l’ordine, il suo, e
in questo impegno non esistono eccessi che si possano censurare. In ap-
plicazione del principio macchiavellico, non si valutano le conseguenze
del comportamento bensì il costo degli obiettivi. Neanche un’ipotetica
richiesta di perdono potrebbe servire.
♦ Autoindulgenza.
● L’autoindulgenza fa in modo che io mi senta bene con me stesso.
● Sono un asociale che si presenta come socievole, quindi camuffando le vere motiva-
zioni più brutte razionalizzando, negando... diventa più dificile vedere la lussuria e
l’eccesso.
■ Predatore. Prendiamo o afferriamo quello di cui abbiamo bisogno dal mondo. Possibil-
mente senza che nessuno sappia. Come rubarlo.
♦ Il modo di entrare in contatto con Dio è ricordandomi che sono piccolo come il
resto degli esseri umani, e gli chiedo perdono per averlo confuso con il demonio.
Nella giungla vige la legge del più forte che la persona lussuriosa fa sua.
La lotta esige durezza, violenza e aggressività. La fuga dalla debolezza
facilita l’esaltazione della forza. Non vi è spazio per la vulnerabilità. Si
perde consapevolezza della tenerezza e dell’impatto che il suo compor-
tamento genera negli altri. Vengono adottati comportamenti duri che gli
altri patiscono e temono. Gli E8 sono vigorosi e non lesinano le dimo-
strazioni del loro potere. La loro insensibilità è manifesta e impedisce
loro di rendersi conto del dolore e dell’esistenza degli altri. Sono duri
con gli altri perché lo sono con se stessi.
● Disprezzo gli altri senza rendermi conto che sono i miei fratelli.
● Sono cieco d’ira, di prepotenza, di orgoglio...
● Non si rende conto di quanto il suo impatto emotivo possa "spaventare" gli altri.
■ Nell’ambito lavorativo: mi resi conto di quello che succedeva quando vidi che a
una contabile che lavorava con me tremavano le mani, solamente perché stava
parlandomi in uficio. Non c’era una situazione conlittuale, stavamo solamente
commentando i conti del mese.
268 Enneagramma delle passioni
♦ Sfrutto la mia compagna, la spremo e vivo alle sue spalle, esigo da lei mentre io
smetto di lavorare; il mio lavoro consiste nell’ottenere che lei lavori per me.
● Dominatore nell’amore, nell’amicizia e nel lavoro.
■ Promiscuità sessuale. Non conoscere l’amore.Tutto è sesso.Trattare gli uomini come
oggetti da “usare e buttare via”.
E8_L´enneagramma della lussuria 271
■ Tutto è lecito per ottenere la sua parte per se stesso e per i suoi.
■ I suoi si riducono al suo circolo familiare. Nel mio caso a mia iglia.
● Mi riconosco nel bisogno del clan e nel proteggere coloro che amo.
La lotta per il territorio rilette uno degli istinti primari della persona.
Per l’E8, il rifugio familiare, la tana, sono temi intoccabili che bisogna di-
fendere a qualsiasi costo. Il potere ricerca sicurezza e una casa dove poter
sempre tornare. Il clan nega le dinamiche della giungla che il lussurioso
utilizza in altri ambiti della vita.
■ Dare molta importanza alla “tana” familiare; assicurare il benessere dei miei.
■ L’aspetto conservativo si manifesta molto nel cercare la sicurezza e il benessere
materiale personale e della famiglia.
272 Enneagramma delle passioni
limite risulta molto gratiicante per chi cavalca senza sella il destriero
degli impulsi.
♦ Uscire da una festa, e inire con l’aggredire una persona e dopo provandoci con
ragazze sconosciute.
♦ Rubare.
■ Primitivo. L’istinto contraddistingue i principi per i quali ci muoviamo.
■ Nel mio interno c’è un bambino al quale non diedero abbastanza e ora, da adulto,
si sente in diritto di prendere la sua parte.
■ Nessuno mi deve mettere da parte; lo dice una che è stata abbandonata.
♦ Accusa.
● Riesco a desensibilizzarmi anche a livello isico.
■ Proiettiamo nell’altro le necessità che ci fa male contattare. Soprattutto per evitare
a ogni costo la frustrazione.
♦ Sfrutto la mia compagna, la spremo e vivo alle sue spalle, esigo da lei mentre
io smetto di lavorare; il mio lavoro consiste nell’ottenere che lei lavori per me.
● Domino, decido e mi assumo anche la responsabilità nelle relazioni di coppia.
■ Nell’amore: l’incapacità di mostrare tenerezza, fragilità, necessità di appoggio, di
protezione, in generale la necessità dell’altro.
■ Nell’amicizia: si veriica la stessa cosa. È dificile che qualcuno ci aiuti, perché
non lasciamo nessuno spiraglio afinché l’altro possa entrare.
■ Tuttavia, poiché le necessità esistono, quando qualche amico mi ha aiutato, ov-
viamente di sua iniziativa, mi sono commosso ino nel più profondo del cuore là
dove risiede il desiderio.
● Poi il bisogno del possesso esclusivo, l’altro mi deve amore alle mie condizioni.
Il bisogno che tutto sia chiaro. Le sfumature m’inquietano, sono terreno di fuga.
♦ La mantenevo occupata nel guadagnare denaro per me, mentre la tradivo con altre, o
andavo a prostitute.
● Anche in università due delle mie amiche erano le mie segretarie e competevano tra
loro per prendermi gli appunti, tenermi il posto o sbrigarmi le pratiche burocratiche
che odio.
● Mi ha accusato di avere una specie di capacità satanica di farle provare emozioni che
non le appartengono.
■ Qualcosa che si è ripetuto nelle relazioni con i miei partners, è questa domanda: io che
cosa signiico nella tua vita? tu che cosa vuoi da me? Sento che non ti sono necessario
per niente.
■ Riguardo l’amicizia: quando ero incinta di otto mesi, venne a trovarmi un’amica di tutta
la vita; e, senza dire una parola, mi comprò del cibo e mi cucinò varie cose adatte al
mio stato; piansi di emozione, per essermi sentita accudita.
Lavoro
♦ Sfrutto la mia compagna, la spremo e vivo alle sue spalle, esigo da lei mentre
io smetto di lavorare; il mio lavoro consiste nell’ottenere che lei lavori per me.
■ Normalmente si affaccia nell’altro ansietà, come una sida a cercare di stare ad
un “livello insostenibile” di protezione ed aiuto. Il suo fallimento davanti a tale
impossibilità, lo fa sentire inutile e non necessario, ecc.
■ Nel lavoro: quello che più colpisce è la paura che ho prodotto, e che produco an-
280 Enneagramma delle passioni
cora, solo quando me lo propongo. Per me è stato dificile vedere questo, perché
nessuno me lo faceva notare.
● Leader tra amici, leader o capo nel lavoro.
● Sul lavoro, pretendo dagli altri i miei stessi parametri d’impegno e competenza..
● All’Università fui delegato per tutto il corso di studi e sono stato eletto membro del
consiglio senza fare campagna elettorale.
● Ho sbagliato più di una volta con lei, irrigidendomi quando non capiva una verità
che era lì davanti agli occhi.
● Nel mondo dell’impresa ho affrontato i capi per ottenere migliori condizioni per
me e i miei compagni, ino a che decisi di essere il capo di me stesso.
L’indicatore che più emerge nell’ambito delle relazioni con gli altri
(coppia, amicizia e lavoro), ha a che vedere con la durezza, la violenza e
l’aggressività. Queste caratteristiche implicano una difesa della propria
vulnerabilità così come una sete insaziabile di potere, controllo e domi-
nio, elementi che, nonostante in apparenza sembrino contraddittori, in
fondo sono complementari. Nelle relazioni affettive, la repressione della
tenerezza presenta una dificoltà maggiore, ancor più necessaria che nel
campo lavorativo. Gli affari richiedono mente fredda e aggressività. Gli
altri sono avversari che bisogna sconiggere o collaboratori che devono
fare bene l’interesse dell’E8.
E8_L´enneagramma della lussuria 281
Nell’ambito delle relazioni con i beni materiali, sono stati presi in consi-
derazione due elementi d’interesse che vengono analizzati come sotto-
ambiti: a) il denaro e la proprietà, e b) la natura e l’ecologia. Osservare le
ripercussioni che la lussuria ha in questi campi non è un compito facile:
per il suo studio è stato predisposto un numero minore di unità concet-
tuali, non per questo meno signiicanti.
Denaro e proprietà
● Non sono molto attaccata alle cose o al denaro, o alla casa o alla macchina, ma
pretendo che mi servano bene, forse non riesco ad attaccarmi profondamente a
niente.
■ Mi è più facile dare cose materiali che dare me stessa. Così è come se comprassi
l’affetto dell’altro.
Natura ed ecologia
♦ Ecologia e natura mi piacciono per fare esercizio, sport, aiutano a vivere più
pienamente...
■ Ho bisogno di camminare per i campi, ascoltare i suoni della musica della natura,
averla nella mia vita. La sento molto vicina.
● Solo di recente, natura ed ecologia sono qualcosa di più di un semplice argomento
E8_L´enneagramma della lussuria 283
intellettuale.
■ Esco nel mondo per procurarmi quello di cui ho bisogno.
● Mi sto educando a una nuova mentalità, attraverso la cultura degli Indiani
d’America.
■ Ho quello che voglio in quanto a beni materiali. Ciò che è più importante per me
è la casa perché è uno spazio privato dove posso essere, stare e riposare.
♦ Ho fatto lunghi percorsi in mountain bike, ho fatto scalate e faccio surf; sono
stato anche ciclista su strada.
● Io non posso lavarmi nella mia vasca da bagno, ma il mio vicino di fronte
può fare il bagno nella sua piscina. Credo che sia chiaro quello che penso.
■ Per assicurarmi la mia relazione con la natura, mi sono costruito una casa
sulla catena montuosa dove sono nato. Questa casa per me è come un
rifugio.
● Spesso interagisco con Dio da pari a pari, e spesso lo tratto come un nemico che
invade la mia vita, e non tollero che sia più forte di me.
♦ Ora credo, ma ino a poco fa non ero credente; mi sembrava che Dio fosse un
inganno, qualcosa per ingenui, una truffa.
● Era un Dio alla mia misura, non quello che mi spiegavano nella scuola.
♦ Grazie al fatto che credo in Dio e in altre guide che mi aiutano, sopravvivo e ho
successo nel mio lavoro e nella mia vita.
● Sono mesi e mesi che cerco di lavorare sulla fede e l’abbandono, senza quasi
risultati.
■ Dio è sparito dalla mia vita a un’età precoce. Ho studiato in una scuola di re-
ligiosi dai 3 ai 15 anni. Quando arrivai ai 13 anni, non credevo in niente e mi
dichiaravo agnostica.
e debole del lussurioso: ιscoprire la parte divina che tutti siamo, e nella
quale siamo tutti uguali, mi porta alla compassioneκ. Per questo l’ab-
bandono all’amore e alla fragilità che implica, risultano problematici per
l’E8. Il proprio codice di leggi, unito al tacito riiuto verso ogni forma di
autorità, compresa quella divina, ostacola il cambiamento del lussurioso.
La sua insensibilità e il suo indurimento gli impediscono di vedere l’altro.
Vincere queste resistenze gli permetteranno la coerenza e la gradualità,
di cui parla san Giovanni: ιChi non ama suo fratello che vede, non può
amare Dio che non vedeκ (1 Gv. 4,20).
● Quando entro in contatto con me stesso, entro in contatto anche con Lui, del
quale faccio parte.
● Pregare è fare anonimamente qualcosa e senza vedere subito i risultati.
● Ora che è inita, straziandomi l’anima, ho detto a Dio di scordarsi della mia
esistenza, che a me so badare molto meglio da sola.
San Giovanni della Croce (1995) lascia da parte ιquello che è cadere
286 Enneagramma delle passioni
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CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
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Ripercussioni della pigrizia nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E9_L´enneagramma della pigrizia 291
1. OSCURAMENTO DELL’ESSERE
Aldous Huxley (1949) pubblicò nel 1923 un articolo sull’accidia che in-
cluse nella sua opera On the Margin: Notes and Essays. In esso afferma che
ιla pigrizia è solo una delle numerose manifestazioni del vizio sottile e
complesso che è l’accidiaκ (p. 33). L’alternativa è quella di recuperare il
termine classico di accidia o di arricchire i contenuti del vocabolo pigri-
zia. Si preferisce la seconda opzione, cercando di far risaltare le sfumatu-
re che vanno oltre la riduzione della pigrizia a negligenza, disattenzione
e ritardo, per riferirsi anche al taedium cordis. L’E9 non ingaggia la lotta
maggiore nel campo dell’azione bensì nell’ambito dell’essere, la cui di-
sconnessione gli causa perdita di interiorità e la dimenticanza di sé come
un requisito per la ricerca dell’amore.
● Quando ero piccola, avevo una capacità incredibile di non stare, anche se ero pre-
sente isicamente.
● Io non esisto.
■ Il 9 ha paura di esporsi, di venir fuori dalla massa.
● Un’altra idea folle ricorrente nella mia vita è il fare e pensare quello che gli altri vo-
gliono afinché mi accettino, e - a partire da ciò - dimenticarmi nuovamente di me.
● Ho dovuto rinunciare ai miei sogni per essere accettata; così ho imparato a essere
forte e a non sentire i miei bisogni.
● Adeguarmi alle aspettative dell’altro per sentirmi soddisfatta, appagata, tranquilla
e accettata.
■ In questo sottotipo vi è una ricerca angosciosa dell’amore.
● Nell’ambito lavorativo la cosa unica che la mia passione dominante ottiene è che
lavori. Mi butto a capoitto nel lavoro e non esiste altro.
E9_L´enneagramma della pigrizia 295
■ Nel lavoro o sono quella che fa, sa e risolve tutto o, se qualcuno rappresenta
un alto grado di potere e capacità, mi ritiro o posso mettere in atto qualche
boicottaggio subdolo e passivo, quando mi aggrediscono.
● Io sono capace di mettere in atto l’arte del non far niente.
● Nella mia casa ho una veranda e quando mi metto davanti a essa sarei capace
di restare ore a contemplare il paesaggio. Senza pensare a niente, solamente
contemplare.
Sinay e Blasberg (1998) descrivono la perdita del senso del limite come:
ιLa funzione dell’io si perde poiché l’individuo non registra alcun limite
tra se stesso e l’ambiente che lo circonda. Rimane abolita la frontiera tra
lui e l’ambienteκ (p. 109). Questo meccanismo di difesa fa in modo che la
perdita di sé mediante la distruzione dei propri limiti non sfoci nel vuoto,
per questo ha bisogno dell’altro per fondersi con lui. Il risultato è l’an-
nullamento dell’alterità. Questa assenza di limiti si osserva nelle attività
che si portano avanti come mangiare, dormire, lavorare e aiutare gli altri.
■ La perdita del senso del limite: starò sempre con te, in realtà sono te e quello
che a te succede.
● Non limiti (mangiare - dormire - lavorare - aiutare l’altro).
■ Dificoltà nel mettere limiti quando altri mi chiedono qualcosa o esprimono le
loro necessità.
● Dificoltà nel dire di no: la negazione non esisteva nel mio vocabolario.
■ La formazione reattiva: se mi offendi o mi aggredisci non ti ascolto, ti scuso e ti
do un bacio, senza affrontarti.
298 Enneagramma delle passioni
Mariano José di Larra (2005) scrive nel 1833 un articolo sulla pigrizia,
sottolineando la posticipazione come una sua caratteristica basilare. Il ti-
tolo lo rilette con chiarezza: Torni domani. E conclude così: ιAh! quel do-
mani che non arriverà mai!κ. Si posticipa la decisione e quando si prende
non si esegue, come canta Joaquín Sabina in Strada malinconia: ιVoglio
traslocare da anni nel quartiere dell’allegria. Ma ogni volta che ci provo il
tram è già passatoκ. La posticipazione dell’E9 non mira solo alla proroga
delle attività ma a una realtà più profonda, cioè alla subordinazione di sé,
incluse le proprie necessità e desideri a beneicio degli altri.
rinunciare a se stesso come via per ottenere l’amore degli altri. Decide di
cancellare la sua sensibilità e negare i suoi bisogni per dare priorità a quello
di cui gli altri hanno bisogno. Rinuncia al proprio essere con l’obiettivo di
essere per gli altri: in nome dell’amore sacriica il suo bisogno di amore.
■ L’idea folle di guadagnare affetto essendo una persona buona, evitando complica-
zioni, non chiedendo, rinunciando, mettendomi in una falsa posizione di “io non ho
bisogno”; prima vengono gli altri.
● Io non ho bisogno che mi facciano un massaggio, che mi accarezzino, che mi dicano
che mi amano, che si prendano cura di me.
● Scrivo questo e mi fa male riconoscere che sto occultando le mie necessità e so-
prattutto la mia necessità di amore.
● A letto non importava se non raggiungevo l’orgasmo, l’importante era che lui
fosse stato bene; tutte le attenzioni erano per lui, sapevo cosa gli piaceva.
● Nell’ambito della coppia e dell’amicizia: mantenere relazioni sessuali senza aver-
ne nessuna voglia, stare malvolentieri nella situazione e non dirlo.
■ Con il mio ultimo compagno c’erano state dificoltà in dall’inizio e la mia sen-
sazione era quella di non essere una persona adeguata; infatti, mi ero lasciata
scegliere passivamente. Per cinque anni mi sono presa cura di lui, mentre avevo
voglia di lasciarlo sentendomi in grande dificoltà per questo.
L’E9, non avendo conini personali, non sa vedere neanche i limiti tra
due persone o elementi che entrano in conlitto. Parteggiare per l’uno
o per l’altro signiicherebbe decidere, scegliere e separare. La linea divi-
soria arriverebbe a essere un abisso. L’orrore del vuoto lo spinge a get-
300 Enneagramma delle passioni
tare ponti. La sua tendenza alla fusione è minata dalla frattura che può
nascere in un conlitto. Compulsivamente cerca di evitarlo a qualunque
prezzo, e il suo obiettivo è mantenere pace e sicurezza. Spesso il prezzo
è ignorare se stesso afinché possa veriicarsi una soluzione fattibile.
● Non mi piace pensare in modo diverso perché mi sembra di essere quello che cau-
sa un conlitto e pertanto altererei lo stato di pace interna nel quale voglio vivere.
♦ Ha una compulsione speciale a evitare i conlitti.
■ Compulsiva elusione di conlitti, fare qualsiasi cosa afinché non afiorino e se ne
attenuino le conseguenze o non si notino.
■ “Ciò che mi riguarda non è importante; ciò che mi preoccupa è evitare i conlitti
afinché tutti possiamo sentirci più sicuri”.
La perdita del senso dei limiti del pigro lo rende abile nella risolu-
zione dei conlitti, poiché comprende tutte le posizioni, nonostante pos-
sano essere contraddittorie. Il suo impegno per trovare punti in comune
lo trasforma in un buon mediatore e in una persona paciicatrice. Non si
schiera per nessuna delle parti in lite, poiché ciò supporrebbe prendere
una decisione e dichiararsi, cosa che accuratamente rifugge. Non sempre i
suoi desideri rispondono a problemi oggettivi dell’ambiente, poiché ς al di
sopra di essi ς prevale la sua necessità di armonia.
Dove non esistono linee di conine, non vi sono lotte di territorio. Senza
identità, rimane solamente spazio per l’adattamento che si può sopporta-
re grazie alla dimenticanza di sé, della persona pigra, e alla disconnessio-
ne dal proprio essere. Iperadattarsi all’ambiente implica la rinuncia di sé
e risulta più facile quanto minore è l’autoconsapevolezza che si possiede.
♦ Io sopporto qualsiasi cosa.
■ Sorridere e mascherare il malessere mostrando solo la mia maschera di “non suc-
cede niente, non ho bisogno di nulla”, sto bene.
■ Assoluto iperadattamento all’ambiente.
● L’autostima sotto i piedi: mi stimo molto poco e credo sempre che gli altri valgano
più di me.
● Mettere sempre l’altro un gradino sopra di me.
♦ Pensare che gli altri siano migliori e che ciò che faccio io non vale niente, soprattutto
nel lavoro.
● Sono arrivato a lavorare quasi quanto due persone, prima di chiedere a un’altra
collega di aiutarmi perché non riuscivo a fare tutto.
● Ho una capacità di lavoro incredibile. Non solo svolgevo il mio lavoro, ma anche
quello delle mie colleghe.
♦ Pensare che sono completamente necessaria, insostituibile e che nessuno lo fa
meglio di me.
Vivere attraverso un altro la propria vita, o quello che uno non osa
realizzare per se stesso, è un segno di pigrizia e di abbandono delle pro-
prie responsabilità. Manca la consistenza interiore per assumere le side
e si opta per soluzioni dipendenti. Si tratta dell’ultima possibilità per evi-
tare la perdita di sé, ma la persona pigra può restare in un conformismo
che ostacola il risveglio a una vita autentica.
♦ Riesce a mettersi al posto degli altri, talvolta al punto di dimenticarsi di ciò che
egli stesso desidera.
● Entrare in empatia con l’altro e sentire il suo dolore senza rendermi conto che
stavo contattando il mio.
♦ Il cercare di vivere attraverso la persona che amo o che ammiro per quello che
io non ho il coraggio di fare.
♦ Il cercare di vivere attraverso un’altra persona - il partner o la persona della
quale mi innamoro - quello che non oso vivere io stessa.
E9_L´enneagramma della pigrizia 307
● Ma considero che ciò che si è affacciato maggiormente durante la mia vita è stata
la totale e assoluta dimenticanza di me.
■ Io sento mia la caratteristica dell’accidia come pigrizia di vivere.
● Fu la scoperta più sconvolgente: “Dove ero stato io per 30 anni della mia vita?”.
■ Ogni separazione gli crea uno stato di panico.
♦ Sessuale: Il cercare di vivere attraverso la persona che amo o che ammiro per
quello che io non ho il coraggio di fare.
● Sociale: Aiutare spassionatamente chi ha bisogno, ma che fatica!!
■ Conservativo: Dal punto di vista del mio sottotipo, le caratteristiche principali
308 Enneagramma delle passioni
della mia passione dominante sono il riiuto di soffrire e per questo vivo un
atteggiamento di distanza da me stessa, è come se non fossi la protagonista
della mia vita.
♦ Anni fa ho partecipato a un corso sulla rabbia dove, dovendo esprimere la mia rab-
bia in vario modo, in un primo tempo riuscivo solo a piangere e alla ine del lavoro,
dopo averla tirata fuori ed espressa, avevo la sensazione che il collo fosse gonio e
che mi stesse per esplodere o che stavo per avere un ictus tanta era l’energia che
era deluita verso la gola.
● Esco coi miei amici e già non mi ricordo di tornare a casa. Mi perdo in loro e
rimango sempre ino a che non va via l’ultimo.
■ Non riesco mai a mettere i miei bisogni prima di quelli degli altri e spesso rinuncio
ai miei piaceri perché mi sento egoista.
♦ Quando sono dinanzi al mio medico curante spesso non riesco a focalizzare o ricor-
dare i malesseri isici per cui sono andata da lui.
● I miei amici non mi domandavano mai come stavo o cosa mi sarebbe piaciuto fare.
● Sono molto incostante nelle scelte che faccio, non riesco nemmeno a inire il mio
corso di studi dopo 10 lunghi anni all’università perché non so ancora cosa voglio
fare della mia vita.
■ Quando ero universitaria mi trovavo in una forte crisi emozionale, ero molto depres-
sa, sola e soffrivo di insonnia per mesi. La mia più grande preoccupazione era che i
miei genitori non soffrissero per me, che non mi vedessero avendone già abbastanza
per conto loro. Dovevo far qualcosa, cercare una soluzione, ero incapace di riuscire a
portare avanti una vita normale e di assumere le mie responsabilità di studentessa.
■ In tutto questo tempo non mi sono mai sentita appagata da questo rapporto,
ma non riuscivo a lasciarlo perché ero convinta che avesse bisogno di me.
● Nell’ambito della coppia e dell’amicizia: mantenere relazioni sessuali senza
312 Enneagramma delle passioni
Lavoro
● Sono arrivato a lavorare quasi quanto due persone, prima di chiedere a un’altra
collega di aiutarmi perché non riuscivo a fare tutto.
■ Nel mio lavoro ho passato due anni senza esprimere neanche un solo lamento
e sopportando aggressioni e invasioni del mio spazio da parte di una collega
della stessa categoria professionale, che utilizzava qualunque tipo di umiliazione o
mancanza di considerazione verso la mia persona, pur di stare sempre al centro
dell’attenzione.
● Io per il datore di lavoro ero una garanzia. Mai avuto problemi o denunce, cosa che
era abbastanza frequente con gli altri responsabili delle altre strutture.
La simbiosi, rinforzata dalla perdita del senso del limite e dalla do-
nazione generosa, è l’indicatore più elevato nelle relazioni con gli altri
(coppia, amicizia, lavoro). Si traduce in attenzione verso gli altri e impli-
ca la dimenticanza di sé, situazione questa che favorisce il rinvio che la
persona pigra mette in atto riguardo le proprie necessità. Il valore che
l’E9 dà alla pace alimenta la sua fuga ossessiva da ogni conlitto, che può
far evitare guerre inutili tanto quanto far irmare falsi armistizi. Il prezzo
personale che l’E9 paga per l’armonia arriva a essere troppo elevato,
poiché implica la perdita o disattenzione di sé.
Denaro e proprietà
Nell’uso del denaro e della proprietà, l’E9 evidenzia elementi distintivi
caratterizzati dal senso di fusione, dalla dimenticanza di sé, dalla mancanza
314 Enneagramma delle passioni
del senso del limite e dall’attenzione per gli altri. Riconosce l’importanza
del denaro per la sicurezza che dà, ma non lavora per accumularlo. La sua
identiicazione con le cose gli genera dificoltà nel distaccarsi da esse, pur-
ché non sia a beneicio di un’altra persona perché considera che il deside-
rio altrui sia più importante del suo. Gli costa investire in attenzione verso
se stesso, poiché non è consapevole delle proprie necessità né della loro
importanza. La conluenza personale lo spinge a condividere ciò che è suo
anche se non accade l’inverso. È capace di rinunciare o non desiderare il
denaro, se implica responsabilità e complicazioni.
♦ Ho dificoltà a dare priorità agli acquisti che riguardano solo me, a creare in casa
degli spazi solo miei, a ritenere di dover decidere da sola del mio denaro.
♦ Gettare via cose vecchie che non servono più è per me un lavoro terribile, non ho
mai la sicurezza che nel futuro non mi possano servire.
● Io non potrei vivere alla giornata, devo sapere che sono coperta economicamente
per molto tempo.
● Quello che è mio è anche tuo.
■ Normalmente perdo denaro e mi distacco dalle cose con facilità; c’è un certo
disordine.
■ Col denaro non ho un buon rapporto, credo sia meglio averne poco, troppo denaro
crea solo problemi e responsabilità.
Natura ed ecologia
● Per me è come il motore che mette in moto tutta la nostra vita; in deinitiva quello
che ci fa sentire vivi.
● Più concretamente è un’energia che avvolge tutti e tutto.
● Ogni cosa ruota intorno a questa energia.
♦ Dopo un periodo di ateismo, superati i 20 anni, ho sentito che l’unica forza che
muoveva il mondo era l’amore.
■ Dio è presente da molto presto nella mia vita come un’intuizione di Essenza
paciicatrice e d’unità, come alone che tutto abbraccia, protegge e oltrepassa
E9_L´enneagramma della pigrizia 317
■ Evito di contattare la mia parte più profonda, perché ho paura di trovare il vuoto.
■ Non riesco a vedere al di là di ciò che c’è, di ciò che è concreto.
♦ Poiché mi sono dimenticata di me, ho anche dimenticato il mio rapporto con il
divino, il trascendente.
● Mi viene molto bene aggrapparmi al divino per evitare di fermarmi a pensare.
● Poiché le cose cambiano, è più comodo dare la responsabilità a qualche essere
che è lontano, con il quale oltretutto non devo discutere.
● Davanti a situazioni un po’ complicate, per non dovere prendere una decisione,
le lascio nelle mani della divinità.
318 Enneagramma delle passioni
♦ Grazie alle esperienze dei corsi di tantra e alle meditazioni sto attivando sempre
di più la connessione con il mio sé profondo e con il tutto.
● Cercherò sempre la parte positiva aggrappandomi a quell’energia o quella divinità
che ci circonda.
■ Passare lungo tempo facendo letture su religioni e spiritualità.
Ora vivo in modo diverso. È come se in certi momenti riuscissi a divertirmi con Lui.
Inserisco qui l'analisi delle interrelazioni delle passioni dominanti. Avrei preferito che
figurassero alla fine dello studio di ogni enneatipo, ma la sua redazione doveva partire
dallo studio completo. Metto in relazione le categorie e le sottocategorie di ogni
passione dominante con tutte le altre.
Tavola 1:
Interrelazioni
delle passioni
dominanti
E1 E2 E3 E4 E5 E6 E7 E8 E9
E1- Ira - º
º º º º º º º
E2- Superbia × - º º º º º º º
E3- Vanità × × - º º º º º º
E4- Invidia × × × - º º º º º
E5- Avarizia × × × × - º º º º
E6- Paura × × × × × - º º º
E7- Gola × × × × × × - º º
E8- Lussuria × × × × × × × - º
E9- Pigrizia × × × × × × × × -
Parziale 8 7 6 5 4 3 2 1 0
Totale 36
Tavola 2:
Senso delle linee
interne o lusso
interno del circolo
dell'enneagramma
Pigrizia
9
Lussuria 8 1 Ira
▶
▶
▶
Gola 7 2 Superbia
▶
▶ ▶
Paura 6 ▶ 3 Vanità
▶
▶
Avarizia 5 4 Invidia
Naranjo (1993a) afferma che bisogna considerare ogni enneatipo, solamente per
quanto riguarda il campo delle passioni, «come un ibrido tra i contigui» (p. 20). Questo
criterio va soggetto a un'altra relazione importante: «Quella che si trovi in uno dei
vertici del triangolo centrale dell'enneagramma» (p. 20).All'interno dell'insieme globale
delle relazioni, affrontiamo anche la prospettiva del flusso interno, cioè delle frecce che
collegano i punti dell'enneagramma e che "corrispondono" a relazioni psicodinamiche
(p. 21), nonostante per Naranjo non risulti evidente, dall'enneagramma delle passioni,
riconoscere, «in ognuno di essi la presenza nascosta di quello che lo precede nel flusso»
(p. 21). Il fatto che esponga prima una passione dell'altra è puramente procedurale e
non ha rilevanza. La corrispondenza è biunivoca, cioè nei due sensi.
322 Enneagramma delle passioni
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12
Questi due enneatipi giocano in modo diverso con i loro limiti. L’E2 non
ha consapevolezza dei limiti e ne prova paura, perché minaccerebbero
il suo senso d’indipendenza e la sua convinzione di falsa abbondanza.
L’E6 è cosciente dei limiti e sente la paura di trasgredirli, per cui accentua
i suoi meccanismi di controllo. L’orgoglioso crede di essere una persona
adorabile e si autogloriica mediante un’immagine idealizzata di se stesso.
Nonostante ciò, a tutto soggiace pur in maniera inconsapevole, la paura
di non essere amato o di essere abbandonato. Sono le voci zittite del
suo bambino interiore. Il pauroso sperimenta sentimenti di incapacità
che giustiicano la sua vigliaccheria, la sua paura del rischio e i suoi
meccanismi dell’incolparsi. È latente la paura di amare perché implica
abbandono ed è frenato dall’insicurezza. L’E2 si mostra indipendente,
ama la libertà e non ha paura a esercitarla, e nasconde atteggiamenti
dipendenti avendo bisogno dell’applauso e dell’affetto degli altri. L’E6
teme la libertà perché può condurre all’errore, si assoggetta all’autorità,
sia obbedendole sia ribellandosi a essa, e gli costa affrontare il rischio.
L’E2 privilegia la sua emozionalità a scapito del suo centro mentale,
mentre l’E6 si perde nei meandri del ragionamento che frena i suoi
impulsi emozionali e istintivi. L’orgoglioso reprime le sue necessità e
la propria ombra, perché distruggerebbero la sua immagine di falsa
abbondanza e di luce splendente. Il pauroso proietta sugli altri le sue
paure come modalità per allontanarsi da loro e giustiicare la sua siducia
di base. L’E6 teme il futuro e mostra preoccupazione e angoscia a causa
della propria dinamica legata alla paura, mentre l’E2 adotta atteggiamenti
ottimisti e appare come un carattere allegro e seduttivo a causa della sua
convinzione di godere di abbondanza e pienezza.
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La linea che unisce l’E5 con l’E7 comporta una relazione e una con-
trapposizione di sensi. Il goloso trova sobrietà nell’E5, mentre l’avaro si
confronta con la dispersione dell’E7. La paura generica degli enneatipi
mentali si esprime in maniera diversa. Nell’E5 predomina la paura del
vuoto che spiega la sua ansia di accumulazione e, pertanto, l’avarizia.
Nell’E7 la paura si focalizza sul dolore e la sofferenza e spiega i suoi
tentativi di evitarli a tutti i costi e, pertanto, la gola si trasforma in ricerca
compulsiva del piacere. L’avaro è goloso del sapere (l’etimologia latina
di sapere si avvicina al senso di piacere). Il goloso è avaro di esperienze
piacevoli, che desidera accumulare e mantenere. A causa del predominio
mentale in entrambi gli enneatipi, l’E5 sperimenta orgoglio e superiorità
che si trasformano in narcisismo nell’E7 e nella convinzione di mani-
polare gli altri al proprio volere, senza scartare l’uso della trappola e
dell’inganno. I due hanno particolari posizioni davanti all’autorità. L’E5
riconosce l’autorità in sé e nella forza della ragione, l’E7 - obbedendo
alla forza degli istinti e degli impulsi piacevoli - ignora qualsiasi autorità
che possa limitarli. Entrambi si contrappongono di fronte al senso di
colpa, presente nell’E5 ma assente nell’E7, perché annullato dalla sua
forte autoindulgenza. L’avaro controlla i propri impulsi mediante le idee,
mentre il goloso si lascia trasportare da essi mettendo la fantasia e l’anti-
cipazione gioiosa del futuro al loro servizio. Il silenzio dell’E5 contrasta
con la loquacità dell’E7, poiché l’avarizia risparmia parole mentre la gola
ne gode e le moltiplica. Entrambe le passioni, nella loro prima accezione,
si dedicano al mondo materiale dal quale estraggono beni e piaceri, ma
hanno incidenza anche negli altri ambiti della vita.
350 Enneagramma delle passioni
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La linea che unisce l’E6 con l’E9 presenta direzioni diverse. L’E6 trova
nella ricerca di pace dell’E9 un’oasi per le sue preoccupazioni e le sue
paure. L’E9 si trattiene ancora di più quando introduce nei suoi progetti
le paure e le insicurezze. La paura paralizza le risorse e la pigrizia non
li mette in gioco, nel primo per timore del rischio, nel secondo per la
dimenticanza delle proprie capacità. Entrambi gli enneatipi si distacca-
no dal loro centro preferenziale: perciò il pauroso sperimenta problemi
nel pensare per mancanza di consistenza e sicurezza, mentre il pigro
rimane distaccato dai suoi impulsi viscerali con perdita di interiorità. A
causa della sua paura, l’E6 vive nel conlitto con se stesso. L’E9, per non
entrare in conlitto con se stesso, si addormenta e narcotizza. Il pigro
perde se stesso pur di ottenere affetto, motivo per il quale la simbiosi e la
mancanza di senso del limite con gli altri assicurano la sua sopravviven-
za. Il pauroso, a causa della sua incapacità di rischiare e perdersi, ricerca
sicurezze che però lo immobilizzano, ostacolandolo nel progredire nei
suoi progetti. L’E9 toglie importanza alle proprie decisioni, mentre l’E6
le vive come un tormento. La vigliaccheria, così come la dimenticanza di
sé, genera un senso di incapacità che ostacola l’azione essenziale. Il con-
tenimento degli impulsi emozionali e istintivi che caratterizza il pauroso,
coincide in gran parte con la posticipazione e la negazione delle proprie
necessità e dei propri compiti che si veriica nel pigro. La difidenza
dell’E6 si contrappone alla mancanza del limite dell’E9: il primo difida
degli altri, il secondo si fonde con essi. La paura mostra un atteggiamen-
to di ambivalenza di fronte all’autorità, ma non ne prescinde mai, mentre
il pigro la rispetta, benché solo esternamente, per evitare i conlitti e
vivere in pace.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 355
34
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RIFERIMENTI
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Riferimenti bibliograici 363
Codici
di risveglio interiore
La trasformazione di sé
verso la verità,
l’ amore e la libertà.
Lluís Serra Llansana
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