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Lluís Serra Llansana

ENNEAGRAMMA
DELLE PASSIONI

Anatomia psicologica
delle passioni dominanti

Traduzione di Sabrina Ruzzu

Ba rc e llo na 2012 La Te c a Ed izio ni


“Non vi è nessun progresso nell´essere senza
qualche misterioso tributo di lacrime,
di sangue e di peccato“.

Pierre Teilhard de Chardin

“Chiunque qualche volta costruì un cielo nuovo


trovò in primo luogo nel suo stesso inferno
il potere necessario per farlo“.

Friedrich Nietzsche
INDICE
Prologo all'edizione italiana 9
Prologo 17
Introduzione 25
Ringraziamenti 31

Enneatipo 1
E1 L´enneagramma dell´ ira 35
Enneatipo 2
E2 L´enneagramma dell´orgoglio 67
Eneatipo 3
E3 L´enneagramma della vanità 97
Enneatipo 4
E4 L´enneagramma dell´invidia 129
Enneatipo 5
E5 L´enneagramma dell´avarizia 161

E6 Enneatipo 6
L´enneagramma della paura 195

E7 Enneatipo 7
L´enneagramma della gola 229

E8 Enneatipo 8
L´enneagramma della lussuria 257

Enneatipo 9
E9 L´enneagramma della pigrizia 289

Interrelazioni tra le passioni dominanti 320


Riferimenti bibliograici 359
Enneagramma delle passioni 11

PROLOGO
ALL’ EDIZIONE ITALIANA

L´Enneagramma è uno strumento eficace per conoscere se stessi e gli


altri. Chiunque abbia avuto modo di partecipare a un seminario o a un
workshop serio sull´Enneagramma ne ha fatto probabilmente esperien-
za. Al di là di qualsiasi idealizzazione e pur possedendo un atteggiamen-
to critico, l´Enneagramma offre spunti di autorilessione di indubbio
valore. Questo testo, frutto di annosa investigazione del Prof. Serra, ne è
la prova. Non solo per il fatto che è il cuore pulsante del lavoro di ricerca
universitaria che il Prof. Serra ha presentato, con successo accademico,
per l´ottenimento della sua terza laurea presso la Facoltà di Psicologia
dell´Universitá RAMON LLULL di Barcellona (Spagna), ma anche per
la metodologia empirica utilizzata nell´ambito della ricerca qualitativa e
per l´analisi sottile che compie su tratti fondamentali della natura umana.
Per chi non conosce nulla dell´Enneagramma queste pagine po-
trebbero risultare non semplici, ma se il lettore neoita non è alla ri-
cerca di informazioni banali, frammentate o semplicistiche e possiede
la pazienza e passione del ricercatore, allora potrà trovare in esse uno
strumento unico nel suo genere. Dificilmente un libro su questo ar-
gomento raggiunge tali profondità e completezze. Pur essendo un te-
sto accademico, evita di perdersi in astruse concettualizzazioni teoriche.
Bensì è un testo pratico, quasi un manuale tecnico, che parla di compor-
tamenti umani riconoscibili e delle ragioni profonde che li provocano.
12 Enneagramma delle passioni

Anche a questo serve l´Enneagramma: se il lettore sta cercando un luo-


go dove rispecchiarsi, con il ine di conoscere meglio se stesso ed iniziare
un processo di autorilessione senza, d´altra parte, sentire la necessità di
avere un simbolo talismanico che possiede tutte le risposte, ha in mano
il libro giusto.
I principi che il neoita deve possedere per poter godere di questa
conoscenza, in in dei conti, non sono molti. Secondo l´Enneagramma
delle personalità, inizialmente sviluppatosi con il contributo di Oscar
Ichazo e Claudio Naranjo, esistono nove tipi fondamentali, nove carat-
teri (e Serra ci spiegherà nove passioni dominanti) nei quali possiamo
ricondurre la molteplice variabilità di ogni essere umano. Queste nove
tipologie vengono collocate sul simbolo enneagrammico, che il lettore
troverà all´inizio di ogni capitolo, in senso orario nel perimetro esterio-
re del cerchio. Le linee interne ad esso, stabiliscono precise, intelligenti
e ispiratrici relazioni tra tali diversi tratti di personalità. L´obiettivo di
questo testo potrebbe essere, per il neoita, di conoscere motivazioni,
caratteristiche e potenzialitá di ciascuna tipologia in diversi ambiti della
vita, cercandosi in ognuna di esse. In questo modo, se avrà la capacità di
autorilessione giusta, potrà scoprire molte cose su se stesso e sugli altri.
D´altra parte se quello che lo anima è davvero il desiderio di autocono-
scenza, forse scoprirà che tutti i tipi parlano, chi più chi meno, di lui.
Per il lettore esperto, invece, questo testo offrirà materiale di una
profondità tale che solo quasi trent´anni di studio sull´Enneagramma
possono offrire. Penso agli psicologi che si sono formati nel Programma
SAT, o agli esperti di psicologia del lavoro con competenze nell´ambito
delle risorse umane e della selezione del personale, ai counselor o a
chi, con una maggiore o minore accreditazione, conduce workshop
sull´Enneagramma. Questo testo è stato pensato soprattutto per chi già
possiede una conoscenza sul simbolo. In esso potranno trovare risposte
sulle cause τnascosteτ che motivano i comportamenti, le carenze e le
dificoltà di ciascun tipo.
In tal modo sarà più facile anche per il clinico avere a disposizione un
materiale di rilessione ulteriore nella relazione d´aiuto.
Il simbolo dell´Enneagramma ha delle origini molto controverse.
Prologo alla edizione italiana 13

Quando un prodotto della conoscenza umana appare nella storia e ispira


individui, esperti, menti illuminate, penetrando anche nel tessuto accade-
mico ed universitario, siamo tentati di pensare che esso non possa essere
il prodotto della mente di un solo uomo.
Se il lettore è già un esperto o almeno un introdotto conoscitore del
simbolo dell´Enneagramma, sa che nella numerosa letteratura su que-
sto argomento le prime pagine sono sempre delicate all´analisi di sue
ipotetiche e millenarie origini. Si parla spesso di un suo antichissimo
utilizzo in monasteri sui, di una conoscenza segretissima che ha radici
nel pensiero islamico. Il lettore non si lasci ingannare così facilmente. A
volte anche i più grandi esperti di un certo argomento, si lasciano sfug-
gire dettagli improbabili, basati esclusivamente su opinioni approssima-
tive. In realtà, l´unica origine accertata dalle fonti storiche del simbolo
dell´Enneagramma, con le sue eficaci relazioni fra i diversi punti deline-
ati dalle linee interne che offrono al simbolo una armonia matematica ed
estetica, può essere fatta risalire a George Ivanovitch Gurdjieff (1870?-
1949), un mistico armeno che ha sviluppato un sistema di conoscenze
sulla psicologia umana, ma anche fortemente criticato. In origine l'En-
neagramma non veniva esclusivamente utilizzato con lo scopo di arric-
chire la conoscenza dei tipi psicologici, bensì come strumento sintetico
e simbolico di tutto il lavoro di Gurdjieff. La conoscenza di questo En-
neagramma originale non è obiettivo del presente studio; un approfon-
dimento di questo genere ci auguriamo possa essere realizzato in futuro.
Gurdjieff affermava di aver conosciuto l´Enneagramma in una mi-
steriosa comunità chiamata Sarmoung, della quale, però, non abbiamo
alcun riferimento storico (d´altra parte Gurdjieff si impegnava alacre-
mente per nascondere le fonti da cui traggono ispirazione i suoi inse-
gnamenti).
Esistono nella letteratura lulliana alcuni simboli simili all´Enneagramma,
che forse hanno ispirato Gurdjieff nella creazione del simbolo attua-
le, ma nulla è certo. La falsa attribuzione delle origini islamiche o sui
dell´Enneagramma, cosí come il prof. Serra in molti nostri colloqui privati
mi ha confermato, a per diversi motivi. Uno fra tutti è l´inluenza che
Idries Shah (1924-1996), un noto maestro sui del secolo scorso, ebbe
14 Enneagramma delle passioni

nei confronti di uno dei seguaci più importanti di Gurdjieff, John G.


Bennet.
Alla sua morte Gurdjieff lasciò nei suoi allievi un´impronta indelebile
e un vuoto incolmabile, i sostituti probabilmente da lui designati non ave-
vano il carisma e la perspicacia del maestro. Come pecore senza pastore
molti si misero alla ricerca di qualcuno che potesse continuare a guidarli
nel loro lavoro interiore: il metodo di Gurdjieff li aveva condotti ad ac-
quisire conoscenze così importanti su loro stessi e sui principi che gover-
nano il mondo animico che si sentivano altamente motivati a continuare.
L´Enneagramma è solo una piccola porzione della sua eredità, da qui
il lettore può comprendere quanto sia stata dolorosa, per i suoi allievi,
la perdita di una fonte d´ispirazione così importante. Quando Bennett
conobbe Idriesh Shah si lasciò convincere che la comunità Sarmoung
era un´antica comunità sui, tanto che arrivò a scrivere: τGurdjieff era,
più d´ogni altra cosa, un sui” (J.G. Bennett, Gurdjieff: Making a New
World, N.Y.: Harper & Row, 1973 pag.12). Successivamente Bennett la-
sció la guida del suo gruppo, tutti allievi di Gurdjieff, nelle mani di Shah
e a lui intestó una proprietá immobiliare. Non desidero addentrarmi sui
motivi per cui Shah continuò per molto tempo quest´opera di convin-
zione, né desidero dare eccessivo adito ai pareri di alcuni sui beneici
economici che ne ebbe da tale operazione (J.G. Bennett, Witness: The
Autobiography of John G. Bennett. Turnstone Books. pag. 355-363), né alle
critiche, a causa di questo ed altri atteggiamenti, nei confronti di Shah
provenienti da diverse fonti del suismo (M. Sedgwick, European Neo-Sui
Movements in the Inter-war Period capitolo che appare in Islam in Inter-War
Europe, edito da Natalie Clayer e Eric Germain, 2008). Il mio obietti-
vo è quello di invitare il lettore a non cadere in false immaginazioni:
l´Enneagramma non è uno strumento magico, nè un oggetto sacro ver-
so il quale dobbiamo mostrare venerazione.
Credo che solo con questo atteggiamento, del tutto in linea con il pen-
siero originale di Gurdjieff, potremo non correre il rischio di trasformare
gli strumenti di autoconoscenza in divinità da proteggere o idealizzare. Se
vogliamo davvero far tornare l´Enneagramma nella cornice caratteristica
delle sue origini certe, dobbiamo sempre mantenere un sano equilibrio
Prologo alla edizione italiana 15

tra l´analisi critica dell´apertura del cuore. Gurdjieff era solito affermare:
τNon dovete credere in nulla che non possiate veriicare personalmente”.
È con questo spirito che il lettore dovrebbe sfogliare queste pagine.
L´Enneagramma sia per lui un traghetto da utilizzare per arrivare ver-
so una piú profonda conoscenza di sé. Perché l´Enneagramma è solo
l´inizio, chi ha pazienza di cercare se ne renderà conto molto presto.
In conclusione desidero anche felicitarmi con tutto lo staff della casa
editrice LA TECA che è riuscita, dopo molti mesi di duro lavoro, a pro-
durre un opera di questa portata. L´aiuto di tutti è stato indispensabile,
un ultimo ringraziamento alla dott.ssa Ruzzo, che ha curato la traduzio-
ne. Ed un ultimo ringraziamento all´autore, caro Amico e Fratello inso-
stituibile, che ha scelto le nostre edizioni come mezzo per far giungere
a noi e a coloro che verranno i fruttuosi anni della sua investigazione.

Buona Lettura.

Giovanni Maria Quinti


Presidente Internazionale dell´Istituto
per lo Sviluppo Armonico LA TECA
Enneagramma delle passioni 17

PROLOGO

τConosci te stesso”, diceva l´aforisma inscritto sulla porta del tempio de-
dicato ad Apollo ed ediicato sulla roccia a Deli. Senza dubbio, al giorno
d´oggi, una necessità per tutti coloro che si dedicano a qualsiasi professio-
ne inerente la relazione d´aiuto o l´insegnamento. É anche un elemento
centrale nell´ideale umanistico di persona che oggi affascina e attrae. Co-
noscere se stessi, però, non è una condizione suficiente per il progresso
spirituale; potremmo senz´altro dire che sia una condizione necessaria
per questo processo. In realtà infatti, per crescere spiritualmente, non ba-
sta conoscersi; bisogna anche essere disposti a cambiare per essere una
persona migliore, tenendo in considerazione e condividendo di più con
gli altri. Questo è il tema, più o meno implicito, ma tuttavia centrale di
questo libro. Però forse, amico lettore, prima di addentrarti nella sua let-
tura, probabilmente vorrai sapere qualcosa di più riguardo al suo autore,
sull´argomento dell´enneagramma e delle passioni umane e sul valore e
sull´attendibilità della sua conoscenza dell´argomento. Chissà, forse ti in-
teressa sapere quale contributo speciico apporta questo libro all´ampia
bibliograia già esistente su questi temi. A tutto ciò dedicherò le prossime
righe, come prologo a questo interessante lavoro del Dr. Lluís Serra.
Conobbi Lluís Serra nell´ambito della ricerca universitaria. Era un allievo
del corso di dottorato nella Facoltà di Psicologia e Scienza dell´Educazione
e dello Sport Blanquerna, dell´Università Ramon Llull (Barcellona).
18 Enneagramma delle passioni

Probabilmente fu questo contesto che fece in modo che le nostre pri-


me conversazioni riguardassero temi psicologici e l´educazione relativi
all´essere umano, alla conoscenza di se stessi o alla spiritualità. Condivide-
vamo anche la necessità di condurre su questi temi una ricerca rigorosa. Mi
trovai molto presto in sintonia con Lluís, non solo per i suoi modi sempre
affabili e cordiali, non esenti da uno spiccato senso dell´umorismo, ma
anche perché mi colpirono le sue convinzioni relative al tema che avrebbe
voluto approfondire. Lo aveva molto chiaro: voleva condurre una ricer-
ca relativa all´enneagramma. Non è molto frequente che gli alunni di un
corso di dottorato abbiano già tanto chiaro dall´inizio ciò a cui vogliono
dedicare i propri sforzi di ricerca. Ma Lluís aveva già maturato il suo pro-
posito. La sida in questo caso era di natura diversa: come condurre una
ricerca relativa all´enneagramma che rispondesse ai requisiti accademici di
una tesi di dottorato. C´è da chiarire che in quel periodo, i primi anni 90,
l´enneagramma non era conosciuto né dal grande pubblico, né dalla mag-
gior parte dei professori dell´ambito universitario. E sappiamo che tutto
ciò che è nuovo genera dubbi, soprattutto nel mondo accademico, dove
molte volte ciò che è nuovo e sconosciuto suscita ς in modo senza dubbio
riprovevole ς direttamente riiuto. L´enneagramma inoltre si porta dietro
un alone di conoscenza esoterica al cui riguardo molti colleghi avevano
già preso una posizione chiara: non è empirico, non è dimostrato, non è
scientiico... Perciò si doveva fare in modo di perfezionare e indirizzare
correttamente la proposta e la decisione di Lluís.
Per quanto mi riguarda ero sempre stato molto interessato ad appro-
fondire la conoscenza dell´essere umano e proprio in quel periodo avevo
letto alcuni libri riguardanti l´enneagramma. Alcuni di Richard Riso, un
altro, il classico, di Helen Palmer e anche quello relativo all´Ennea-type struc-
tures di Claudio Naranjo. Nonostante queste letture, sicuramente per la
mia inclinazione autodidatta o a causa della carenza di una formazione più
sistematica ed esperienziale ς che invece possedeva Lluís Serra ς mi resi
conto del fatto che il contributo che io avrei potuto apportare alla ricerca
era abbastanza limitato. Con tutto lo sforzo che sarebbe stato necessario
allora per conoscere il mio tipo! Tuttavia la mia attrazione per le side e le
possibilità creative mi fecero comprendere che, probabilmente, unendo la
motivazione e la conoscenza di Lluís con la possibilità di poter offrire loro
Prologo 19

un sostegno dal punto di vista metodologico, si sarebbe potuto svolgere


un lavoro interessante relativo ad un sistema con molto potenziale: questo
non poteva non essere evidente quando cominciammo, ma lo era certa-
mente per Lluís che mi contagiò con il suo entusiasmo. Questo fu il punto
a partire dal quale iniziai a conoscerlo meglio, cominciando dal lavoro
concreto e dalle conversazioni riguardanti strettamente il lavoro ma che
avevano origine quasi sempre dagli argomenti più disparati. Ammiravo di
Lluís Serra il suo rigore, il suo talento nel lavorare, il suo stile sistematico e
meticoloso, il suo interesse per l´aspetto storico e quello descrittivo, la sua
capacità di analisi e sintesi. La capacità, che pochi possiedono, di vedere
gli alberi e, contemporaneamente, anche il bosco. In Lluís queste qualità si
colgono poiché traspaiono spesso da una nuova rilessione innovativa, da
un´annotazione interessante sempre in linea con l´argomento, per com-
plesso che sia. Così, poco a poco, scoprii il poliedrico Lluís Serra: edu-
catore, dirigente, eccellente scrittore e giornalista, persino attore! Incarna
egli stesso quell´ideale, al quale abbiamo prima accennato, dell´umanista
dai molti interessi. Tutto questo si rilette molto chiaramente in questo
libro. Vista l´ambizione dell´obiettivo, accadde quello che era prevedibile:
la ricerca si estese più di quanto ci saremmo aspettati, seguendo le diverse
tappe della vita del suo autore che arricchirono sempre il lavoro. Un´altra
caratteristica di Lluís è questa: non abbandona mai il lavoro, persiste nel
suo intento inché non raggiunge l´obiettivo, costi quel che costi, con sfor-
zo e determinazione. Per tutti questi motivi, è facile capire che per me fu
molto semplice e gratiicante essere il relatore della sua tesi.
Tuttavia c´è una caratteristica di Lluís Serra che mi sembra particolar-
mente signiicativa e, potremmo dire, indispensabile per poter comprende-
re bene il suo lavoro. Questa caratteristica è che Lluís si propone di aiuta-
re le persone a risvegliare la propria vita interiore. Questo lo ha portato ad
approfondire i diversi autori e le possibilità riferite all´enneagramma. Ha
studiato a fondo, in particolare, La Quarta Via nel pensiero di Gurdjieff
ma anche, approfondito in modo rilevante, la tradizione dei peccati capi-
tali nella spiritualità cristiana. Riguardo a quest´ultimo punto, Lluís Serra
ha studiato tale tradizione a partire dalla Grecia classica ino all´Età Mo-
derna, contribuendo ad una migliore comprensione riguardo alle origini
dell´enneagramma. Lluís Serra non scrive, come fanno molti, solamente
20 Enneagramma delle passioni

per dimostrare ciò che conosce riguardo ad un argomento, ma scrive pen-


sando ai suoi lettori, per aprir loro percorsi, stimolare le loro rilessioni
e fornire supporto ai numerosi corsi che conduce. In conclusione, i suoi
scritti vogliono stimolare alla rilessione, per contribuire a smascherare le
false sicurezze e aiutare le persone a conoscersi meglio, a crescere, a partire
dalla propria interiorità. Sono molte le persone che, grazie ai corsi e agli
scritti di Lluís Serra, hanno trovato una connessione con il loro mondo
interiore. Non ci vuole molto per indovinare che questo libro vuole per-
seguire lo stesso obiettivo.
C´è ancora una questione importante da segnalare, molto signiicativa
del lavoro di Lluís Serra. Ed è che Lluís porta avanti questa esplorazione,
questo viaggio interiore, studiando i risvolti della personalità e i meccani-
smi di difesa dell´Io, senza che questo interferisca con la sua esperienza
cristiana, ma, anche, senza che accada il contrario. Questo lavoro, al con-
trario, lo porta a vivere con maggior profondità la sua esperienza religiosa.
Mi sembra che nel nostro autore emerga molto chiaramente un particola-
re aspetto che riveste una grande rilevanza: l´enneagramma è un´eccellente
cassetta degli attrezzi per comprendere la personalità e il carattere, una cas-
setta di attrezzi di tipo psicologico, organizzata in modo razionale e molto
utile come strumento di autoconoscenza. E´altresì chiaro che si tratti di
uno strumento e pertanto non possa occupare nell´anima lo stesso spazio
della spiritualità: quest´ultima appartiene all´ambito simbolico. Ho rispetto
per quelle persone che vedono l´enneagramma anche come una tradizio-
ne spirituale che sostituisce altre tradizioni, ma credo che questo non sia
possibile senza giungere ad un sincretismo che ne integri anche gli aspetti
simbolici, propri delle tradizioni spirituali e religiose. È meglio essere ben
consapevoli di questo.
L´enneagramma è inoltre un sistema di comprensione della personali-
tà, a partire da nove modelli o enneatipi differenti che delineano le diverse
modalità possibili assunte dai meccanismi di difesa dell´io, originate da
una passione dominante e consolidata da numerose issazioni mentali.
Queste passioni interferiscono con gli stimoli e le inclinazioni, dando ori-
gine ad alcuni stili di personalità. Le virtù e le τidee sante” possono aiutare
a dissipare passioni e issazioni in un cammino di autoconoscenza e di
miglioramento personale. Tuttavia quest´ultimo non si consegue automa-
Prologo 21

ticamente, ma richiede l´azione intenzionale della volontà. Quando scoprii


l´enneagramma mi sembrò uno strumento molto interessante. Accadde
in un periodo nel quale ero molto interessato a questi argomenti. In quel
periodo ero uno studente uditore nel Dipartimento di Psicologia Sociale
della Columbia University, con la allora professoressa Carol Dweck, che
conduceva ricerche proprio sulla personalità. La sua idea, nello speciico,
era che esistono teorie isse ed altre evolutive di intendere la personalità.
Quindi ci sono persone che intendono la personalità come un insieme di
caratteristiche stabili e altre che la vedono come suscettibile di sviluppo,
cioè malleabile e modiicabile. Sono due modi di intendere la personalità
che hanno conseguenze nel comportamento verso noi stessi e verso gli
altri. Credo che io mi sentissi più vicino a chi intendeva la personalità
come qualcosa di suscettibile di sviluppo. Per contro, invece, mi pareva
che la maggior parte degli autori di scritti sull´enneagramma intendessero
la personalità come insieme di caratteristiche isse, immutabili. Mi sem-
brava quindi che si dovesse interpretare il sistema dell´enneagramma con
maggiore lessibilità. Proprio per questo esprimevo le mie perplessità a
Lluís, mentre portava avanti il suo lavoro di dottorato: τSei sicuro che
ogni persona abbia un´unica passione agente? E se ce ne fossero più di
una?”. Lluís mi ha sempre risposto: τPossono agire varie passioni, ma
una sola è quella dominante.” In questo seguiva con precisione la visione
del suo maestro nell´enneagramma, Claudio Naranjo. Mi dovetti rendere
conto, grazie alla ricerca sul campo, che effettivamente in molte persone
che hanno lavorato con l´enneagramma vi è certamente un´unica passione
dominante.
D´altra parte il mio costante interesse per la spiritualità e la religione
mi portò ad intendere i numeri dell´enneagramma in modo più simile a
quello di Almaas, vale a dire come il risultato della perdita di contatto con
l´essenza. Oltre alla psicodinamica personale, esiste qualcos´altro di pree-
sistente, l´anima individuale, alla quale manca qualcosa che ha avuto e che
adesso non possiede più. Con Almaas credo che, probabilmente, la realtà
venga iltrata da questa carenza. In questo modo, per esempio, non è par-
ticolarmente importante cosa hanno fatto o non hanno fatto determinati
genitori; essi ς qualsiasi sia stato il loro comportamento ς vengono perce-
piti in un modo preciso da una parte dell´anima. Gli enneatipi sarebbero
22 Enneagramma delle passioni

pertanto il risultato di questo processo. Attribuire tutte le responsabilità ai


nostri genitori potrebbe essere una via di autoinganno in più per non af-
frontare la responsabilità di cambiare e migliorare come persone. Di tutto
questo può risentirne anche il percorso spirituale.
Bene, qual è il contributo peculiare di questo lavoro di Lluís? In questa
parte della ricerca di dottorato, che non fu l´unica, utilizzammo la meto-
dologia della τGrounded theory” di Glaser e Strauss. La τGrounded theory” si
traduce come teoria basata su dati. In sintesi, si tratta di raccogliere dati
e descrizioni sulla cui base formulare una teoria. L´ambito lo avevamo
già: persone che avevano lavorato e avevano conosciuto se stesse attra-
verso l´enneagramma. Formulammo una domanda abbastanza chiara:
τIn che modo la passione dominante interferisce negativamente nella re-
lazione che si ha con se stessi, con gli altri, con il lavoro, con il denaro,
con la natura e con Dio?τ. Come a dire, se abbiamo personalità ς modi
di iltrare la realtà diversi, probabilmente avremo ς pensavamo ς moda-
lità diverse di intendere e avvicinarci a questi concetti e a queste realtà.
Sorprende che questo tema non sia mai stato indagato precedentemente.
Una spiegazione che mi sono dato è , probabilmente, la tendenza all´auto-
osservazione della personalità, molto frequente nelle persone che si dedi-
cano allo studio dell´Enneagramma, fenomeno che forse ha dato agli stu-
di un taglio alquanto individualista. Questo centrarsi nell´autoconoscenza
e nell´auto-osservazione ha probabilmente potuto afievolire l´interesse
dello studio a causa della maniera nella quale si percepisce la relazione
con τoggetti”esterni. Lluís Serra affronta proprio questa ricerca e questo
libro ne raccoglie una prima parte, cioè come ogni tipo sperimenta la sua
passione dominante. È, inoltre, un lavoro creativo e innovativo basato su
una ricerca rigorosa, che va ad integrare magniicamente gli altri strumenti
utili nel processo di autoconoscenza. Soprattutto è un contributo a ciò che
potremmo chiamare, in modo assolutamente pertinente, la costruzione
dell´identità o dell´identiicazione personale.
Oltre a tale apporto speciico, questo sintetico libro è illustrato da
esempi chiari; l´inserimento di testimonianze, di esperienze, riportate dagli
stessi soggetti della ricerca, è un altro valore aggiunto. Lo stesso Claudio
Naranjo, che Lluís Serra volle invitare a far parte del collegio accademi-
co, il giorno della discussione della tesi riconobbe come le descrizioni di
Prologo 23

Lluís aderivano perfettamente a ciò che gli aveva insegnato. Nel momento
in cui si comprende questa dimensione più relazionale e identiicativa di
ogni enneatipo, si può vedere che questo lavoro va molto al di là ς per ciò
che io conosco ς della maggior parte dei lavori scritti ino a questo mo-
mento. Nello stesso tempo ς per quanto abbiamo potuto veriicare ς con
questo contributo il Dr. Lluís Serra ha elaborato la prima tesi dottorale
sull´enneagramma che sia mai stata discussa in una università.
L´interesse di Lluís per l´enneagramma non si esaurisce in questo libro.
Abbiamo discusso insieme di altri argomenti, come quello già menzionato
riguardante il bisogno di capire in profondità lo sviluppo della tradizione
dei peccati capitali nella tradizione cristiana, senza dubbio una delle basi
della spiritualità cristiana e pertanto τanima europeaτ. In questo ambito ac-
quista rilevanza la igura di Raimondo Lullo che già nel secolo XIII realiz-
za la igura caratteristica dei tre triangoli inscritti in un cerchio, caratteristici
dell´Enneagramma, per parlare dei peccati capitali e delle virtù. Nel 2012
vedremo pubblicato un articolo relativo a questo tema nella prestigiosa
rivista Journal of Religious History. Il mistero delle origini dell´enneagramma
diventa ora un po´ meno misterioso. Ciò permette, a mio modesto parere,
di vedere la connessione delle possibilità dell´enneagramma, così come lo
si intende oggi in generale, con le visioni proprie del mondo ellenistico
greco e ciò, probabilmente, spiega in parte il successo attuale di questo
sistema. Ma questo non è l´unica possibilità di intendere la tradizione. Esi-
ste anche il contributo della tradizione giudaico-cristiana, che fornisce altri
aspetti, non meno necessari, perché l´uomo odierno possa avere nuove vie
per poter addentrarsi nei percorsi del mondo interiore.
Termino esprimendo le mie più sincere congratulazioni alla Teca
Edizioni e, naturalmente, anche i miei complimenti all´autore di questo
libro che magari aiuterà molti nell´auto conoscenza, incoraggiandoli a
crescere e ad essere migliori.

Josep Gallifa
Docente di Psicologia e Formazione
Università Ramon Llull - Barcellona
Enneagramma delle passioni 25

INTRODUZIONE

Ogni itinerario personale comincia da una discesa. Nel 1993, partecipai a


un campo di lavoro ad Antananarivo, Madagascar. Quell´esperienza die-
de origine a un libro che vide la luce quattro anni dopo: Il coraggio naviga
dentro il mare (El coratge navega mar endins). Ricordo le ore di un pomeriggio
trascorse nella discarica municipale di Tana, dove vidi i bambini scavare
tunnel nelle montagne di spazzatura, con il rischio di rimanervi seppelliti,
per estrarre oggetti di dubbio valore. Apocalittico. Discesi nelle viscere
della miseria e dell´orrore, nei bassifondi della nostra società. Conobbi lì il
sogno di alcune persone che cercano di rendere possibile un cambiamen-
to. Questa volta, le cose sono diverse, ma hanno due punti in comune: la
discesa e il coraggio. Discesa, che consiste nello scendere nelle profondità
del cuore umano, al fondo delle sue passioni dominanti, e coraggio, con
il rischio di perdere il contatto con la terra ferma e di essere inghiottito
dalle acque. Si tratta di un´avventura personale (e collettiva), che accetta
un itinerario senza la garanzia di arrivare alla meta preissata. Come Luiz
Vaz di Camões (1980) in Os Lusíadas, il viaggio trascorre τper mari mai
navigati prima d´oraτ (p. 30), perché per ognuno il suo itinerario è una
novità. Nel mio caso, altri mi hanno preceduto nella ricerca lasciando scie
sulla supericie del mare. La mappa dell´enneagramma facilita il compito,
purché si usi con rigore e conoscenza. Il suo potere nell´affascinare non
26 Enneagramma delle passioni

deve ostacolare il viaggio e la sua vera meta. L´impegno di conciliare la


mia ricerca esistenziale con la realizzazione di una tesi dottorale, malgra-
do i rischi e le tensioni che potesse implicare, si è dimostrato fruttuoso e
impegnativo. Le reticenze iniziali del mondo universitario potevano esse-
re superate solamente con progetti, con buone basi e metodologia validi.
Nessun progetto dottorale coinvolge tanto quanto quello che, partendo
dalla propria vita e delle proprie inquietudini, non si limita a soddisfare
alcuni requisiti universitari.
La mia investigazione prende come punto di partenza il concetto del-
le passioni dominanti come viene sviluppato da Claudio Naranjo (1994a,
1997, 2000, 2004), e mira a creare una teoria sulle ripercussioni che si
producono in una persona quando si lascia guidare dalla sua passione
dominante nell´ambito delle relazioni stesse, con gli altri (nell´ambito
dell´amore ς coppia e amicizia ς lavoro) con i beni materiali (da un lato,
denaro e proprietà, e dall´altro, natura ed ecologia) e con Dio, il divino,
il trascendente, delimitando in alcuni casi il terreno a determinati aspetti.
Gallen e Neidhardt (1997) pubblicarono un libro che contiene una riles-
sione sui diversi aspetti riferiti alle relazioni. Palmer (1995) studiò le ca-
ratteristiche dell´interazione tra tutti gli enneatipi nell´ambito dell´amore
e del lavoro, tema questo al quale Lapid-Bogda (2006) dedicò un libro. Il
mio apporto prende in esame le relazioni da parametri distinti, come sono
le passioni dominanti, affronta tale compito in modo sistematico e applica
una metodologia ermeneutica, la Grounded Theory. Si basa sull´analisi qua-
litativa dei testi di 27 interviste tanto in lingua castigliana come in lingua
italiana, selezionate le une e le altre in funzione dei 27 sottotipi esistenti
nell´enneagramma, concentrandosi fondamentalmente su ogni tipo. L´età
media delle persone che hanno risposto ai questionari, nel momento in cui
lo hanno compilato, era di 43 anni, quasi il 60 % delle quali appartenenti
al sesso femminile.
Il mio obiettivo è stato di accostarsi al substrato psicologico dei pecca-
ti capitali ς chiamati qui passioni dominanti ς applicato nel campo delle
relazioni, e gettare ponti che favoriscano il dialogo interdisciplinare, con
l´aiuto della mappa della psicologia degli enneatipi, comunemente chia-
mata enneagramma. Le persone che si sono dedicate intensamente a vi-
Introduzione 27

vere processi spirituali, già in epoche precristiane ino agli eremiti, i padri
del deserto e i monaci in seguito (Grün 2003a), hanno ingaggiato strenue
battaglie interiori con il proprio ego che minacciava la loro libertà. Non si
mossero tanto dalla norma stabilita quanto dalla profondità della loro per-
sonalità. Erano consapevoli dei loro sentimenti e dei diversi meccanismi
psicologici che potevano ostacolare una vita spirituale e l´accesso a Dio.
Dal profondo della persona, hanno costruito o scoperto una spiritualità
che Anselm Grün chiama una spiritualità dal basso e che Evagrio Póntico
deinì con una formulazione classica: τSe desideri conoscere Dio impara
in primo luogo a conoscere te stessoτ (Grün, 2000, p. 8). Santa Teresa
d´Avila (1986) lo espresse con chiarezza: τHo ricevuto per la più grande
grazia del Signore un giorno di propria ed umile conoscenza, benché ciò
mi sia costato molte aflizioni e lavoro, più che molti giorni di preghiera,
(Fondazioni 5, 16, p. 692).” Autoconoscenza necessaria, ma non suficien-
te. La psicologia ha un ruolo chiave in questo tipo di spiritualità e in questi
processi personali le passioni svolgono un ruolo decisivo, come si può os-
servare in San Giovanni della Croce (1955) nella sua opera La Notte oscura
della salita al Monte Carmelo. Il concretizzarsi di quelli che vengono chiamati
peccati capitali fu il risultato del processo spirituale di quanti giunsero alla
conclusione che c´erano alcune idee, sentimenti e azioni che erano fon-
damentali, che generavano atteggiamenti a essi correlati e che bloccavano
ogni progresso spirituale. Andare alla radice garantisce un processo più
rigoroso e profondo.
Si è effettuata in modo tradizionale la distinzione tra coscienza psico-
logica e coscienza morale. Per la prima, mi riconosco autore dei miei atti.
Per la seconda, elaboro la sua valutazione morale: cioè, se quello che ho
fatto va bene o male. Senza la prima, la morale si trasforma in qualcosa di
imposto, esterno alla persona che è costretta a rimanere nel tabù o nella
proibizione. Approfondire la coscienza psicologica, un obiettivo collate-
rale di questo libro, signiica prestare un servizio insostituibile alla perso-
na e contemporaneamente procurare i fondamenti per l´esercizio di una
morale della libertà, senza la quale essa non avrebbe nessun senso. Garri-
do (1996) afferma: τLe scienze umane, specialmente la psicologia, hanno
analizzato il funzionamento della coscienza in tutta la sua complessità:
28 Enneagramma delle passioni

strutture, tendenze, evoluzione, etcτ. (p. 544). Per questo motivo, il dialo-
go tra psicologia e morale risulta profondamente arricchente e indispen-
sabile. Ciononostante, non esiste altra pretesa che quella di procurare dati
dalla psicologia in modo che lo studioso di morale possa utilizzarli per la
sua rilessione. Non desidero oltrepassare qui i limiti della propria ricerca,
benché sia consapevole che la terapia abbia un limite, ma la spiritualità, no.
Prima di impegnarmi nello studio delle relazioni, ho disegnato lo sce-
nario della ricerca attraverso domande sull´origine e sul signiicato del sim-
bolo dell´enneagramma e sul numero delle passioni, poiché comunemente
il cristianesimo parla di sette peccati capitali e l´enneagramma è incentrato
su nove. Il fatto che l´enneagramma non abbia una paternità chiara e che
per anni sia stato trasmesso in maniera orale, gli ha procurato un certo
carattere esoterico e misterioso (Volmer, 1998). Ritengo infondate le sue
origini sui. Le tre persone chiave sono Gurdjieff, Ichazo e Naranjo.
George Ivanovich Gurdjieff, la prima persona che parla
dell´enneagramma, morì nel 1949 e i suoi contributi sono studiati dai
gruppi di Quarta Via che si trovano disseminati in molte città del mon-
do. Óscar Ichazo, creatore dell´Istituto Arica, trasmise a Claudio Naranjo
nel 1970 alcuni elementi basilari dell´enneagramma. Naranjo, creatore del
programma SAT (Seekers After Truth, Cercatori di verità), li ha sviluppa-
ti su solide basi in modo tale che, secondo Palmer (1996), ha stabilito il
ponte verso la psicologia contemporanea. La sua opera fondamentale in
questo campo è Carattere e nevrosi. L´enneagramma dei tipi psicologici, (1994),
completata da Gli enneatipi in psicoterapia, I tipi dell´enneagramma nella vita, nella
letteratura e nella pratica clinica (Naranjo, 1997).
Il processo dell´introduzione dell´enneagramma è stato complesso e
la sua conoscenza è stata utilizzata a volte per inalità confuse che hanno
danneggiato la sua credibilità, sia perché alcune correnti poco valide lo
hanno parzialmente incluso nel loro bagaglio, sia per il fatto che ς trattan-
dosi di una metodologia innovativa ς ne sono state proposte delle sempli-
icazioni che ne hanno banalizzato i contenuti. L´enneagramma enumera
nove passioni, una per ogni tipo, delle quali sette coincidono con la lista
tradizionale dei peccati capitali. Se ne aggiungono due: la vanità e la paura.
In tutte le liste dei primi autori che formulano un´enumerazione chiusa, a
Introduzione 29

cominciare dal monaco Evagrio Póntico, sono comprese otto passioni, tra
le quali vi è la vanità. La paura, l´unica che non compare sulla lista, si po-
trebbe confondere con il sacro timore di Dio e, forse per questo motivo,
ne fu esclusa.
Questa ricerca permette la pubblicazione di due libri. Il primo,
L´enneagramma delle passioni, questo che tenete tra le mani o magari sullo
schermo di un e-reader, offre un´anatomia psicologica delle passioni do-
minanti. Il secondo, L´enneagramma delle relazioni, che rilette la conclusione
della mia ricerca, presenta una costellazione dei tratti di ogni passione do-
minante per ognuno dei quattro ambiti studiati.

1. In relazione a se stessi (autoconcezione, autoimmagine, autostima)


2. Con gli altri
- Amore (coppia e amicizia)
- Lavoro
3. Con i beni materiali
- Denaro e proprietà
- Natura o ecologia
4. Con Dio , il divino, il trascendente

Entrambi i libri si collocano su un secondo livello di lettura. Non offro-


no i concetti basilari dell´enneagramma, che si danno come presupposti,
e che fondamentalmente si inquadrano nei contributi di Claudio Naran-
jo. Anche un lettore che non li conosca può trarne vantaggio, benché gli
possano sfuggire alcuni dettagli. Qui l´analisi di ogni passione segue uno
stesso schema, ispirato alla relazione tra essere, consapevolezza e azioni.
La consapevolezza che ogni persona ha del proprio essere si ripercuote-
rà, normalmente, sulla sua maniera di comportarsi. La mancanza di con-
sapevolezza, caratteristica dell´ego, oscura l´essere e turba il comporta-
mento. Dedico il capitolo inale del libro all´interrelazione tra le passioni
dominanti, che può servire a vedere con maggior chiarezza somiglianze
e differenze tra gli enneatipi. Nei riferimenti, seguo le norme dell´APA
(American Psychological Association). Ho evitato una redazione basata
sulla differenza dei sessi, benché non sempre sia stato possibile, ed ho
30 Enneagramma delle passioni

escluso espressioni perifrastiche o determinati stili che potessero ostacola-


re un´agile lettura del testo.
La mappa della persona secondo l´enneagramma si basa su tre centri.
Il centro mentale che genera pensieri, che ricevono il nome di issazioni
nella loro versione egoica. Il centro emozionale che genera sentimenti, de-
nominati passioni quando agiscono con la forza dall´ego. Il centro viscera-
le o istintivo, impegnato nell´azione, raggruppa gli istinti sessuale, sociale
e conservativo che inluiscono sul modo di vivere la passione dominante.
Pertanto, l´enneagramma presenta le caratteristiche e le conseguenze del
pensare, sentire e agire conformemente alle passioni. Bisogna dire che la
psicologia degli enneatipi integra tre visioni della persona in uno schema
comune: le psicologie della mente o cognitive, che privilegiano il pensare
alla conigurazione della personalità; le psicologie dell´emozione, che pri-
vilegiano il sentire, e le psicologie del comportamento che ne chiariscono
i copioni. Seguendo la lezione di Gurdjieff, si cerca di integrare queste tre
visioni in quella che egli realizzò come la sua proposta della Quarta Via
(Ouspensky, 1968; Reyner, 1985).
Se una persona conosce la sua passione dominante, andrà direttamen-
te, nella maggioranza di casi, al capitolo che parla di lei. Nessun proble-
ma. Ciononostante, la conoscenza completa dell´enneagramma aggiunge
profondità e sfumature alla comprensione di se stessi. Perciò, è racco-
mandabile la lettura completa del libro, anche se non è necessario seguire
un ordine preciso. Bisogna dire che tutte le passioni possono sedurci con
maggiore o minore forza. Chi, qualche volta, non ha provato invidia? Chi
non è mai caduto nella gola? Chi non è stato siorato dalla vanità? Chi non
si è arrabbiato? Chi non ha sperimentato desideri lussuriosi...? L´elemento
chiave della passione dominante è il suo legame con il carattere: non reagi-
sce solamente davanti a un fatto, come fanno le altre passioni, ma si attiva
prima dell´esperienza. Queste realtà appartengono al cuore umano, per
questo sono costantemente attuali.
Lluís Serra Llansana
NOTA: chi desideri comunicare commenti, rilessioni o esperienze correlate al
contenuto di questo libro, può farlo mediante posta elettronica
inviando i messaggi al seguente indirizzo:
llserrall@gmail.com
ENNEAGRAMMA
DELLE PASSIONI
Anatomia psicologica
delle passioni dominanti
IRA
E1 L´ENNEAGRAMMA
DELL´IRA

9
8 1

7 2

6 3

5 4

CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
‹‹

‹‹

Resistenza nei confronti del mondo reale a partire da


Oscuramento
parametri relativi a un mondo ideale
dell´essere
(Auto)negazione del substrato istintuale ed emozionale

Cecità della mente provocata dall´eccesso di ira


Riduzione
Identiicazione con una maschera di irreprensibilità e bontà
del livello di
Formazione reattiva intesa come trasformazione di ciò
consapevolezza
che risulta inaccettabile
Dificoltà varie nell´essere consapevole

(Auto)critica da parte di un giudice interno inappellabile


Alterazioni del
Senso di superiorità nelle relazioni sociali
comportamento,
(Super)sforzo volto al miglioramento e al perfezionismo
per mezzo di
(Auto)controllo sotto forma di ordini, regole, controllo
alcune strategie
e manipolazione
operative
Conlitto tra gli opposti, accompagnato da una sensazione
di proibito
Necessità di avere ragione, come garanzia di essere irreprensibile
Rigidità accompagnata da mancanza di lessibilità e di spontaneità

‹‹
Ripercussioni dell´ira nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E1_L´enneagramma dell´ira 37

1. OSCURAMENTO DELL´ESSERE

Platone (1979) parla di due mondi ( ό ο ): il mondo delle idee ( ό ο


ο ό ) e il mondo sensibile (della materia) ( ό ο αό ό ). Gli esempi
dimostrativi, i modelli di riferimento della realtà visibile si trovano nelle
idee, in quanto sostanze permanenti ed eterne. Il divenire e la molteplici-
tà hanno origine nel mondo sensibile che presuppone, quindi, un allonta-
namento dalla perfezione. La persona iraconda parte dal mondo ideale e,
quando discende nella realtà, sprofonda nelle ombre del mito della caverna.
Non accetta questo disordine e lo affronta con ira. Cercherà dunque di
τforzare” la realtà per adeguarla al suo ideale, a ciò che intende come ideale.

1.1 Resistenza nei confronti del mondo reale a partire da


parametri relativi a un mondo ideale

La torre di vedetta dalla quale l´E1 osserva ogni cosa è situata in un mon-
do ideale. L´attrazione per il divino implica un allontanamento dalla realtà
terrena che viene considerata disprezzabile. La natura che si mantiene an-
cora incontaminata è come un trampolino che eleva la prospettiva dell´E1.
Partire dal sublime, però, genera giudizio, porta al paragone e alla svaluta-
zione di ciò che si trova al di fuori di questo ambito.

■ Più che dagli esseri umani o dalle cose, sento di ammirare e di essere attratto dal
divino: m´inchino a esso con iducia e obbedienza.
● Le difficoltà che m’impediscono di prendere coscienza della mia passione
predominante sono insite nel mio modo idealizzato di considerare le cose e le
situazioni che mi riguardano.
♦ Rispetto la natura, soprattutto se incontaminata, e amo abbandonarmi a un
contatto profondo con essa.

Il risultato del guardare le cose da un´ottica idealizzata è la sottovalutazio-


ne della realtà. Si traduce in una profonda svalutazione (τnon esiste nulla per
cui valga la pena di sforzarsi”), in una mancanza di accettazione che culmina
nel riiuto e in una resistenza che si trasforma in ira (deinizione di Ichazo). Il
perfezionismo che vi soggiace lotta per arrivare a un livello di eccellenza, con
lo scopo di evitare valutazioni negative come rimproveri, critiche e biasimo.
38 Enneagramma delle passioni

● Non esiste nulla per cui valga la pena di sforzarsi.


♦ Mi costa molto accontentarmi di quello che c´è. Mi fa sentire molto impotente.
■ Cerco di fare tutto nel modo migliore, con molta attenzione e dedizione, afinché
non mi si colga in fallo; punto a un livello molto alto, in modo da non dare adito
a rimproveri, critiche o note di biasimo.

L´E1 non rimane passivo davanti alla realtà. La sua mancanza di accet-
tazione si traduce nell´ansia di modiicarla afinché si conformi ai suoi para-
metri ideali. Non esiste un miglioramento che si possa considerare adeguato,
bensì una forzatura della stessa realtà. Nell´accostarsi a essa, l´iracondo in-
troietta in modo automatico questo sguardo critico. E la visione che ha di se
stesso è alimentata dai medesimi meccanismi appena descritti.

● La necessità di sistemare le cose, vale a dire, la dificoltà di accettare le cose così


come sono.
♦ Una visione ideale di sé e delle situazioni porta alla necessità di riformulare quasi
ogni cosa, oltre all´andare contro le proprie spinte e tendenze più forti e naturali.

1.2 Negazione del substrato istintuale ed emozionale

Trasportare la visione dell´E1 nel campo dell´antropologia porta alla ne-


gazione e al riiuto degli aspetti problematici che ritroviamo, in primo
luogo, nell´ambito degli istinti. Gli impulsi naturali, in particolar modo
quelli aggressivi e sessuali, suscitano paura e difidenza. Lasciarsi guidare
da essi signiica rinunciare all´amore. Il prezzo è una sorta di amputazio-
ne esistenziale che il soggetto si autoinligge.
■ La negazione e la repressione degli impulsi aggressivi e sessuali: in questo modo
nascondo completamente alla coscienza gli impulsi aggressivi e sessuali intollera-
bili, e una grave alterazione disfunzionale dell´istintualità.
■ Non ci si può idare degli impulsi naturali.
■ Se mi mostrassi così come sono, o se seguissi i miei impulsi, nessuno mi amerebbe.

Una conseguenza di questa disconnessione dagli istinti si rilette


nell´area emozionale: ci si protegge dal coinvolgimento in relazioni
affettive e amorose. Per questo, si adotta una distanza di sicurezza che
si traduce in freddezza e insensibilità, come dimostra la principessa
E1_L´enneagramma dell´ira 39

Turandot nella famosa opera di Puccini; atteggiamento comune ai


comportamenti anche di altri enneatipi.

● Nella relazione con me stesso, l´aspetto che maggiormente mi colpisce della


mia passione dominante è proprio il mio isolamento emozionale, che comporta
molta serietà e poca allegria.
♦ Nego la mia capacità di amare, di essere accogliente, provocando così
l´allontanamento da me stessa e dagli altri.
♦ Posso allora sembrare fredda, scostante e impassibile, quella che fa il gioco del
“niente riesce a toccarmi e a smuovermi”.

La connotazione negativa che viene attribuita agli impulsi naturali,


agli occhi dell´iracondo si traduce nella necessità di controllarli. Questo
impegno richiede sforzo e sacriicio, ma è preferibile pagare tale prezzo
per non restare alla loro mercé. Il dovere diventa più importante del pia-
cere. Si rinuncia al gusto della vita a beneicio dell´ira. L´azione fa tacere il
sentimento e gli istinti.

■ Gli istinti sono “cattivi”, non ci si può idare di loro, è necessario controllarli; perciò
tutto dipende dal fatto che io mi sforzi molto, che controlli me stesso e ciò che
succede fuori di me e che mi preigga con tutta la mia anima di essere una
persona migliore; solo in questo modo potrò esserlo.
■ Attaccamento al senso del dovere a discapito del piacere e dello svago.
♦ I risultati nei diversi ambiti della mia vita sono valutati secondo questi canoni, e
in nessun momento mi domando se provo piacere oppure no.

2. RIDUZIONE DEL LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA

L´inconsapevolezza, intesa come meccanicità, conduce a una distorsione


cognitiva ed è terreno fertile afinché la passione dominante, intesa
come volontà insuficiente, ostacoli il poter vedere lucidamente; senza
questa capacità, l´essere resta appannato e ci si sforza per riempire di
surrogati il vuoto che si genera. I meccanismi di difesa partecipano
al mantenimento dell´inconsapevolezza. Si cercano soluzioni false
o apparenti per confermare le proprie capacità o per soddisfare le
necessità profonde. Si utilizzeranno, di seguito, quattro sottocategorie
40 Enneagramma delle passioni

che indicano le diverse strategie di cui si serve il carattere iracondo per


bloccare la sua consapevolezza o attenuarne la percezione.

2.1 Cecità della mente provocata dall´eccesso d´ira

La passione, vissuta con veemenza, acceca, offusca e priva della vista.


In sostanza, abbassa il livello di consapevolezza ino ad annullarlo. L´E1
arriva a disconoscere, negare le sue motivazioni reali e sopprime, in pri-
mo luogo, tutti quegli aspetti che ritiene inaccettabili, tra i quali l´ira. La
rabbia è come una benda sugli occhi. Non permette di vedere nulla, se
non se stessa.

♦ Il gioco è assai complicato, il non voler vedere è attuato sempre più spesso.
■ In generale la rabbia mi accompagna offuscando la mia intenzione di essere
migliore, come se le buone intenzioni non mi lasciassero vedere i motivi reali che
mi spingono: una frustrazione primitiva che mi ha lasciato inappagata d´amore.
♦ Mi posso servire della mia capacità di colpire nel segno per focalizzare la mia
rabbia; se non la riconosco, si veriica un forte annebbiamento delle mie facoltà
percettive, un rallentamento o un blocco della mia capacità di mobilitarmi verso
un obiettivo.

La ricerca della perfezione, condotta in maniera compulsiva, assume un


carattere selettivo. Per non doversi confrontare con le mancanze, con i
difetti, e con le eventuali risultanze, la rabbia che si genera viene spostata
in aree di inconsapevolezza. L´E1 vive l´ira come un´imperfezione e,
proprio per questo motivo, la fa diventare invisibile. La mette in atto, ma
perde la consapevolezza dei suoi effetti.

♦ Credo che se tu mi chiedessi cosa mi piace o cosa desidero, potrei sentirmi offesa
perché questo non ha nulla a che vedere con il copione che recito. A parte il fatto
che non saprei cosa rispondere.
■ In effetti, l´invisibilità della rabbia e la negazione dell´aggressività mi hanno reso
inconsapevole di molte parti di me stesso e delle vere motivazioni di molti miei
comportamenti e scelte di vita.
E1_L´enneagramma dell´ira 41

2.2 Identiicazione con una maschera di correttezza


e bontà

La maschera che l´E1 utilizza è diversa da quella usata dall´E3. In


quest´ultimo enneatipo è messa al servizio della vanità e dell´immagine
e costituisce un modo di coprire il vuoto con la bellezza o il prestigio.
L´iracondo, invece, mette la maschera all´imperfezione per correggere la
visione ideale di se stesso. Chiude a chiave le porte della cantina perché lì si
possono incontrare gli animali selvaggi impossibili da domare. Preferisce
ignorarli. Non esiste vuoto, ma contenimento. Scendere in profondità im-
plicherebbe incontrarli. Un comportamento corretto e benevolo neutra-
lizza la cattiva coscienza e l´ira scivola nel dimenticatoio, anche se continua
a essere ben presente nella realtà.

■ Il modo in cui l´ira si manifesta attraverso le azioni, sotto forma di critica, recrimi-
nazioni su ciò che è corretto o sbagliato, giusto o ingiusto, buono o cattivo, è quello
di formulare sentenze con atteggiamento moralista e carico di buone intenzioni, at-
teggiamento che nasconde e copre ciò che sento: rabbia, ira. In fondo, copre anche
la mia paura di perdere il controllo, di non essere padrona di me stessa, impedisce
che venga fuori la mia arrabbiatura, la mia cattiveria, la mia aggressività, compreso
il mio odio, la violenza e anche la mia debolezza.
■ Sul piano comportamentale è ben educato e controllato.
● Quando entro in contatto con il senso di colpa, che spesso somiglia alla sensazione di
essere scoperto nel fare qualcosa che è socialmente riprovevole o sbagliato - emozio-
ne assolutamente devastante e che mi dà la sensazione di essere privato di tutte le
mie energie, di essere annientato -, cerco di mettere in atto comportamenti opposti e
che, a mio parere, sono virtuosi.

La correttezza, che implica un adattamento alle regole sociali del


contesto, maschera il risentimento relativo al fatto di non poter godere
di quello che ci si sarebbe meritati. I comportamenti inadeguati esistono,
ma non vengono colti a causa della mancanza di consapevolezza di sé,
oppure vengono giustiicati come reazioni dovute a qualche ingiustizia
subita o al comportamento degli altri. L´ira acquista, in questo modo, il
diritto di esistere.

● Questa idea folle si manifesta nella sua polarità, contrapponendosi con una
42 Enneagramma delle passioni

facciata di dignità o perfezione.


■ Infatti, esteriormente si mostra benevolo, mentre dentro di sé è risentito.
■ Tante mie manifestazioni mascherate da aggressività, come bronci, moti di in-
gratitudine, lamentele, critiche sarcastiche, atti vendicativi indiretti, passavano
inosservate o venivano minimizzate da me o, meglio ancora, considerate reazioni
coerenti nei confronti del comportamento scorretto degli altri.

L´E1 ritiene che l´ira, considerata come impulso istintivo, lo allon-


tani dalla perfezione che ricerca in ogni cosa. Il fatto di non poterla
annientare e nemmeno esprimerla, lo porta a mascherare la rabbia dietro
un volto di bontà e di virtù. Si identiica con le sue aspirazioni, ma la
maschera non risolve il problema, semplicemente lo copre.
■ La razionalizzazione dell´ira. Continuo a mantenere un´immagine virtuosa an-
che in presenza di sentimenti e comportamenti ostili o di rabbia espressa: hanno
pur sempre una giusta motivazione o difendono alti principi.
♦ Dietro la maschera della bontà nascondo un soggetto molto rabbioso e risentito,
sia verso me stesso che verso gli altri. Il tutto si autoalimenta con un´energia
distruttiva che, a sua volta, va a nutrire il perfezionismo.
■ Per questo la rabbia si traveste in uno stile caratteriale apparentemente virtuoso
e pieno di buoni propositi.

2.3 Formazione reattiva, intesa come trasformazione


di ciò che risulta inaccettabile

La sottocategoria precedente, intesa come occultamento, integra il


meccanismo di difesa tipico dell´E1, cui viene assegnato il nome di
τformazione reattivaτ, a proposito del quale Naranjo (1994a) afferma:
τNon è solo una questione di mascherare una cosa con il suo contrario,
ma piuttosto un distogliere la consapevolezza da certi impulsi attraverso
attività contrarie”(p. 60). In questa sottocategoria, tale aspetto si accentua.
Lacroix (2005) sostiene che esiste una lotta contro la repressione
sociale delle emozioni, ma che ciò avviene in modo selettivo. Esprime-
re allegria non richiede controllo, ma esprimere la collera sì. τAl di fuori
dell´ambito di una psicoterapia non tolleriamo che sui nostri volti possa
E1_L´enneagramma dell´ira 43

esplodere la collera” (p. 73). Enuncia alcuni motivi che spiegano il riiuto
dell´espressione della collera: turba le relazioni umane, è associata a valori
militari in una società paciica e democratica, è il simbolo del machismo,
nel suo signiicato di affermazione maschile, in un periodo nel quale si
dà risalto ai valori femminili. Queste situazioni favoriscono il fatto che
l´iracondo indebolisca il livello di consapevolezza dei suoi sentimenti e
delle sue pulsioni.

■ Il meccanismo che metto in atto prevalentemente è quello chiamato “formazione


reattiva“, e non può essere altrimenti; tutta la mia energia è indirizzata a nascon-
dere la mia rabbia, l´indignazione e l´irritazione che provo davanti a determinate
situazioni.
♦ Attraverso la formazione reattiva i miei sentimenti contraddittori si complicano
ulteriormente; ad esempio, una contraddizione diventa una formazione reattiva
contro un´altra.

La parola vuoto non appare in nessuna testimonianza dell´E1. Perché?


Sicuramente, perché si potrebbe incontrare non tanto nei suoi aspetti
negativi ς che maschera e cerca di far scomparire dallo schermo della
sua consapevolezza ς quanto nella sua idea di perfezione. Idea parziale,
perché non si basa sulla realtà, piena di luci e di ombre, quanto su un
desiderio utopistico e inconsistente. Non si tratta di uccidere il drago,
quanto di canalizzare la sua energia. L´azione, intesa come reazione al
conlitto che si prova, impedisce di prenderne coscienza.

♦ Sostituisco atteggiamenti naturali con altri contrari, sopprimendo il comportamento


che mi viene più spontaneo; dopo di che si forma un´ulteriore negazione di ciò che
ho in precedenza annullato.
● Sono meccanismi reattivi - non penso, agisco - nei confronti della situazione inte-
riore creata dal conlitto. Normalmente il conlitto mi si manifesta come una sorta
di tensione.

2.4 Dificoltà varie nell´essere consapevole

Questa sottocategoria raggruppa una serie di unità concettuali, control-


late dalla passione dominante, che hanno in comune l´obiettivo di osta-
44 Enneagramma delle passioni

colare la consapevolezza di sé, che nell´iracondo è molto scarsa. Egli


colloca se stesso in un mondo ideale e gli costa molto abbassarsi al li-
vello dei suoi desideri e dei suoi istinti, che ignora o reprime. Non entra
in contatto con essi e permane nell´inconsapevolezza. L´incapacità di
vedersi e scoprire la propria rabbia si trasforma in aggressione verso
l´esterno.

■ Non mi prendo la responsabilità dei miei desideri e spesso mi costringo a uno stato
di insoddisfazione di fondo.
♦ Un´altra dificoltà è quella di non riuscire a trasformare la mia reazione isica in
una presa di coscienza di ciò che sta accadendo.
♦ A questa stessa domanda, per esempio, mi riesce dificile rispondere, è seccante.
Quindi, la interpreto come un attacco da parte di chi la pone.

Quando la perfezione appare irraggiungibile, nasce la delusione e la


perdita di entusiasmo nei confronti della vita. Forse il primo passo per
raggiungere un ideale è rinunciare a esso. Si entrerebbe così nell´idea di
realtà, base per un´autentica trasformazione.

● Comporta la perdita della passione, dell´entusiasmo per la vita, per le relazioni


ed è un modo di restare a un livello incolore e scialbo.

3. ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO PER MEZZO


DI ALCUNE STRATEGIE OPERATIVE

Il comportamento viene inluenzato dal grado di consapevolezza pos-


seduta da una persona, ma a sua volta lo genera. Le strategie operative
messe in atto dall´iracondo per raggiungere i suoi scopi e i suoi desideri
sono indubbiamente interessanti. L´aumentare della consapevolezza e
degli atteggiamenti τvirtuosiτ disattiva, in modo proporzionale, i com-
portamenti a esse subordinati. Si possono rilevare, dai dati ottenuti, sette
strategie operative.
E1_L´enneagramma dell´ira 45

3.1 (Auto)critica da parte di un giudice interno


inappellabile

Il comportamento dell´iracondo viene totalmente condizionato


dall´esistenza di un copione interno, attuato da parte di un giudice inap-
pellabile. Le sue sentenze, la sua voce interiore, godono di un´autorità
assoluta in tutti gli ambiti, dal campo lavorativo ino alla vita intima. La
critica si rivolge agli altri ma si ritorce anche contro se stessi, trasfor-
mandosi in autocritica implacabile. Censura e disapprovazione sfociano
in una vita insoddisfacente. Non vi è nulla di perfetto. L´(auto)critica
sequestra i desideri e inganna chi la mette in atto. Il giudice interno non
è spinto da una ragione obiettiva, quanto da una trasformazione dell´ira,
che cerca una via d´uscita elegante e accettabile.

♦ In qualsiasi attività che realizzo, che sia nell´ambito lavorativo, nelle relazioni o
anche nella vita sessuale, seguo sempre un copione interno, che oltretutto non
metto in discussione e che non so neanche come si sia formato, tanto mi sento
estranea a esso; agisco seguendone le battute, invece di restare in connessione
con i miei desideri.
● Recentemente ho tenuto un intervento in un convegno sul tema dell´immigrazione
ma, pur avendo ricevuto i complimenti da parte di molte persone, ero molto scon-
tento, perché ritenevo che il mio contributo fosse lontano da quello che sarebbe
stato un livello accettabile.
■ Pertanto la rabbia introiettata, che prende la forma dell´autocritica, fa diventare
giudici crudeli ed educatori rigidi di se stessi.
♦ La critica interiore mi portava a reprimere molti sentimenti di ira e cominciavo a
convincermi di non essere affatto arrabbiata.
● La predisposizione alla critica è un modo elegante, socialmente accettabile per
sfogare la rabbia. Ma non è così...

L´(auto)critica è collegata all´insoddisfazione. Sta sempre a control-


lare ciò che manca e concentra la sua energia nello scovare il minimo
difetto. Non assapora e non si gode la realtà. Nulla sfugge al suo sguardo
inquisitore. Anche le stesse relazioni sessuali devono seguire i canoni
di un protocollo di perfezione. La critica è riiuto e condanna. Implica
l´interiorizzazione di un τgrande occhio”, che non lascia respirare. An-
cora più penetrante di el diablo cojuelo (Il diavolo zoppo) di Luis Vélez de
46 Enneagramma delle passioni

Guevara o dell´occhio del Grande fratello di George Orwell.

● L´(auto)critica è stata una costante nella mia vita, tanto che, anche avendo svolto
molto bene il compito, trova sempre qualcosa che non va bene e che non accetta.
Ha bisogno di avere ragione e di correggere i risultati.
● Critico anche apertamente e in faccia i miei colleghi, i miei capi, quando ritengo
che le loro scelte siano sbagliate e incoerenti; quando, in sostanza, li ritengo poco
autorevoli.
● Nell´ambito del rapporto di coppia ho spesso messo in atto la svalutazione
dell´altra persona - il disconoscimento della coppia - il pretendere di avere ragione
e, inoltre, una critica tagliente.

La critica, nell´iracondo, non è un esercizio puramente intellettuale. Si


tratta piuttosto di una strategia operativa che cerca di inluenzare il cam-
biamento delle cose afinché vengano eseguite secondo i suoi criteri. Aiu-
tato dalla ragione, qualsiasi mezzo diventa valido per ottenere il risultato
desiderato. Non c´è un´esortazione, piuttosto un´esigenza.

■ Cerco di correggermi e di correggere le persone quando il loro comportamento


e i loro atteggiamenti non mi sembrano moralmente corretti, ragionevoli o mossi
da buone intenzioni; solitamente lo faccio con rimproveri, critiche, disapprovando
o censurando quel comportamento (la “giusta indignazione’’ della quale parla
Claudio Naranjo) e pretendendo che venga corretto.

3.2 Senso di superiorità nell´ambito delle


relazioni sociali

Le relazioni di tipo simmetrico non sono tipiche dell´E1. Con il suo identi-
icarsi con un ideale, la perfezione e la norma, si pone al di sopra degli altri.
Stando sul gradino più alto del podio nasce il sentimento di superiorità.
Guarda tutti dall´alto e gli altri, che vengono giudicati per i loro difetti, non
possono mai stare al suo livello. L´iracondo genera distanza. Far scendere
i suoi ideali al mondo dei sentimenti e degli istinti, lo collocherebbe allo
stesso livello di quelli degli altri, ma romperebbe gli schemi. Sarebbe por-
tato a confrontarsi con le proprie paure.

♦ Salivo letteralmente in cattedra e questo era valido per le relazioni di amicizia,


E1_L´enneagramma dell´ira 47

di coppia e di lavoro.
● Lavorare in team con me, quindi, risulta molto dificile e sgradevole.
♦ Al partner, in modo particolare, richiedo una tolleranza pressoché illimitata nei
miei confronti e una forma di ammirazione esclusiva.
● Il sottovalutare l´altro, come modalità di “rinchiudere” l´ira.
■ Si muove secondo le stesse modalità, sia all´interno di una visione gerarchica e
autoritaria della società, mostrandosi obbediente nei confronti dell´autorità, che
nei rapporti con gli altri e con i subordinati, facendoli sentire in qualche modo
“inferiori”.
■ Ho contribuito al fallimento del mio matrimonio, soprattutto attraverso due
aspetti della mia passione dominante: il senso di superiorità che fa sentire l´altro
“inferiore” per cui mia moglie “non si è mai potuta sentire abbastanza degna di
me, ma sempre svalutata”.

Voler essere il numero uno è il compito con il quale cerca di met-


tersi al di sopra di tutti gli altri. Tale mentalità aristocratica comporta
un´identiicazione con il senso di superiorità, che si alimenta con l´evitare
di dedicarsi a lavori umili o con lo squaliicare gli altri per qualsiasi moti-
vo. L´atteggiamento ipocrita del considerarsi diverso dalle altre persone
è una variante dello stesso schema. Non basta essere considerato miglio-
re: l´iracondo ha bisogno di sentirsi τil” migliore.

■ Questo eccesso di amore ammirativo, che fa da contrappunto al disprezzo per


tutto ciò che non è superiore, è alimentato dalla sete di potere.
♦ Quello fa sì che parli male di lei, la squaliichi totalmente e io, attraverso ciò, mi sen-
to superiore, senza potere dire neanche in che cosa; neanche in quello mi trattengo.
♦ Vivo con molto senso di fastidio gli aspetti più burocratici, che spesso ho delegato
ad altri; anche questo atteggiamento lascia intravedere l´inluenza di un ideale di
vita di tipo aristocratico, il non volere fare i conti con certe realtà più pratiche e
materiali.
♦ Inoltre, in lui è forte il bisogno di sentirsi il migliore e di essere reputato tale.

Il mettersi in una posizione di superiorità, intesa come sottile forma


di potere, viene messo in pratica in diversi modi: prediche insistenti, lot-
te in favore di persone bisognose, relazioni d´aiuto attraverso critiche o
consigli... L´esempio della propria vita, basata sullo sforzo e sul lavoro,
diventa una fonte di potere per l´iracondo. Il suo obiettivo: restare inat-
taccabile alle critiche degli altri.
48 Enneagramma delle passioni

■ Spinto da un forte moralismo e animato da principi di giustizia, posso fare delle


vere e proprie prediche oppure posso trovarmi a sostenere la causa di persone
svantaggiate.
■ Va verso l´altro con la critica o con il consiglio, che sono comunque sempre espres-
sione di una virtuosa superiorità.
● Perciò il lavoro-sforzo è sempre stato uno speciale punto di riferimento nella mia
vita, come strumento grazie al quale sviluppare e dimostrare il mio potere alla
società.

3.3 (Super)sforzo volto al miglioramento


e al perfezionismo

La ricerca della perfezione stimola lo sforzo per migliorare. L´obiettivo


è talmente alto che esige un (super)sforzo. Non conseguirlo impliche-
rebbe un fallimento che l´iracondo non è disposto ad affrontare. La sua
dedizione compulsiva si può perdere nei dettagli e tenerlo lontano dal
risultato inale. L´imperfezione viene attribuita a una propria responsa-
bilità o a uno sforzo insuficiente. Il dramma è assicurato.

■ È un cane che si morde la coda, come se avere difetti o non essere perfetta sia
colpa mia o una mia mancanza di volontà.
■ Devo fare meglio, un meglio che non arriva mai e che non mi fa stare in pace.
♦ Mi costa molto riconoscere che ho fatto male qualcosa; esigo un lavoro impecca-
bile e questo signiica svolgere in nei minimi dettagli i lavori più minuziosi che
mi sono stati richiesti, impiegando molto tempo.

La trappola nella quale cade l´E1 è credere che se raggiunge la perfe-


zione otterrà amore, riconoscimento e ammirazione. Poiché la perfezio-
ne in realtà non esiste, visto che qualsiasi realtà è suscettibile di miglio-
ramento, si ostina in uno sforzo destinato all´insuccesso. La resistenza
che incontra genera in lui rabbia, che incanala verso un miglioramento
continuo, senza però ottenere risultati soddisfacenti.

■ Tutto è imperfetto e, quindi, migliorabile attraverso lo sforzo; le cose, così come


sono, non sono giuste, o non sono eque, o si possono migliorare... e io devo pro-
vare a farlo.
■ È più del normale, tutto è caratterizzato dal mio sforzo: l´amore si ottiene con
E1_L´enneagramma dell´ira 49

sforzo, essere buona è uno sforzo, è uno sforzo fare al meglio ciò che voglio, e nel
frattempo essere generosa, dedita, scrupolosa.
■ La rabbia inconscia alimenta la tendenza a un continuo miglioramento di me
stesso e delle cose, al ine di ricevere amore, riconoscimento e ammirazione.

L´ottimismo ilosoico di Leibniz (2001), espresso tramite il principio


della perfezione, consiste nell´affermare che ci troviamo nel migliore dei
mondi possibili. Per l´E1, niente è più lontano dalla verità. Non esiste
accettazione delle cose, piuttosto l´idea del loro miglioramento che ha ori-
gine da un´immagine idealizzata di se stessi.

■ Se non sono perfetto non valgo niente e perdo la relazione con l´altro.
♦ Nel mio enneatipo si registra una forte esigenza di rendere perfette le cose, le
situazioni, le persone e se stessi; per questo l´E1 dà molto spazio ai confronti, alle
valutazioni, ai giudizi.
● Preoccupazione per il fatto di fare bene le cose,identiicazione con un´autoimmagine
idealizzata.

3.4 (Auto)controllo sotto forma di ordini, regole,


controllo e manipolazione

L´(auto)controllo costituisce un´ossessione per l´iracondo. Pretende da


se stesso che ogni suo comportamento si conformi all´ordine stabilito e
alle regole in vigore. La mancanza di punti di riferimento produce in lui
insicurezza, così come l´insorgere di sentimenti dificili da gestire. Seguire
rigorosamente la regola di turno richiede sforzo, ma in questo modo si
può prevedere il risultato.

■ Un comportamento rigido e ipercontrollato, in modo tale da condurre una vita


ben strutturata e regolamentata.
♦ Ha bisogno di sentirsi sicuro, controlla molto se stesso e tutto ciò che ha a che
fare con lui.
■ Un altro esempio si può vedere nella mia terapia personale: ciò che devo dire è
già tutto rivisto, analizzato e pensato; so già di cosa parlerò e cosa racconterò...
♦ In questo modo, quello che faccio è seguire la regola di turno.

Non c´è spazio per l´improvvisazione, ma il prezzo che si paga


50 Enneagramma delle passioni

è la perdita di spontaneità. Il controllo abbraccia tutti i campi, incluso


l´ambito delle emozioni e degli istinti che sono quelli che maggiormente
destabilizzano l´iracondo.

■ L´ipercontrollo emotivo e comportamentale rende gofi, noiosi e poco spontanei.


♦ Con frasi come “vedremo”, “fa come capita”, “oggi a me, domani a te”, non mi
trovo a mio agio.
■ Inoltre, la mia vita personale e sociale si svolge entro i soliti binari della consue-
tudine, tanto che in situazioni inaspettate e al di fuori del mio controllo posso
diventare preoccupato, goffo e imbarazzato.

Il controllo dell´ira è fondamentale per l´E1. L´iracondo τracconta”a


se stesso che liberare la rabbia lo porterebbe a oltrepassare i limiti del
consentito e che sarebbe incapace di affrontare situazioni incontrollabili.
Il controllo va mantenuto a ogni costo, e include la sottile manipolazione
degli altri.

● Inine, in particolar modo sul lavoro, pretendo molto dai colleghi e tendo a criticare
e correggere i loro comportamenti, in maniera manipolatoria e falsamente gentile.
■ È la sensazione di volere tener tutto sotto controllo, perché in questo modo evito
che si creino situazioni personali spiacevoli o sgradevoli intorno a me ma anche
per me, come i rimproveri che rivolgo a me stesso.
● Se libero la mia rabbia, potrebbe succedere qualcosa di incontrollabile e proibito.

3.5 Conlitto tra gli opposti, accompagnato


da una sensazione di proibito

Stevenson (1999) deinì in modo magistrale, nella sua opera Lo strano caso
del Dr. Jekyll e Mr. Hyde, il tema conosciuto del τdoppioτ dalla prospettiva
della dualità morale: τI miei due aspetti erano terribilmente reali” (p. 82).
L´E1 percepisce dentro di sé l´esistenza di due opposti: a) il mondo dei
valori e dei principi e b) il mondo degli istinti e dei sentimenti.

♦ In me sono presenti contraddizioni molto forti: un senso di attrito interno e di


resistenza verso parti di me stessa e verso sollecitazioni esterne.
♦ A volte sento parallelismi tra ciò che è terreno, soprattutto riguardo al corpo, e
ciò che concerne il divino, lo spirituale o il trascendente.
E1_L´enneagramma dell´ira 51

♦ Capisco da solo che è strano aver comportamenti tanto diversi, ma in nessun


momento li metto in relazione con il fatto che sono meccanismi per sfuggire al
mio rigido copione.

Questa lotta tra i due mondi viene risolta con la repressione degli
impulsi aggressivi e sessuali. Questo modo di agire provoca nell´E1 la
comparsa dell´ira, che lo allontana dalla consapevolezza del suo mondo
istintuale.

■ La negazione e la repressione degli impulsi aggressivi e sessuali: in questo modo


occulto completamente alla coscienza gli impulsi aggressivi e sessuali intollerabili,
causando una grave alterazione disfunzionale dell´istintualità.

Sévérine Serizy, personaggio interpretato da Catherine Deneuve nel


ilm Bella di giorno di Buñuel (1966), conduce nel ilm una doppia vita:
moglie di un chirurgo e prostituta durante il giorno. L´iracondo può
sentirsi spinto verso il proibito e mettere in atto le forze disconosciute,
così come accade nel sottotipo sessuale dell´E1.

♦ Si delinea quasi una doppia vita: una caratterizzata da un forte controllo, atten-
zione scrupolosa, severità, abitudinarietà e senso di sacriicio; l´altra più viziosa,
eccessiva e dedita al piacere.
♦ Se dopo sorge un malessere, forse perché qualcosa di quello che ho fatto non
mi è piaciuto, non l´identiico come qualcosa che non mi piace, piuttosto come
qualcosa di vago che non so deinire bene e che si manifesta nell´atteggiamento
di mangiare e fumare in modo eccessivo (dai 12 a 24 anni), nel mangiare, bere
e fumare (dai 25 ai 40 anni). Anche le abitudini sessuali notturne, durante il
giorno, sono presto dimenticate o vengono negate, come se appartenessero a
un´altra persona.

3.6 Necessità di avere ragione come garanzia di essere


irreprensibile

Avere ragione signiica essere nel giusto. Questo si traduce in una ne-
cessità nevrotica per l´iracondo: gli conferisce sicurezza e la garanzia di
essere nel giusto. Muoversi nell´ambito dei principi comporta il rischio
52 Enneagramma delle passioni

di dimenticarsi delle sfumature e di non riconoscere gli errori. La logica


è schiacciante, ma la vita segue altre rotte.

● Bisogno di superiorità, necessità nevrotica di avere ragione.


● Il bisogno di aver ragione mi porta a credere che ciò sia la cosa più importante
e non mi fa vedere quando invece ne soffra il rapporto umano.
■ Testarda.

La necessità di avere sempre ragione crea problemi con l´autorità.


Quest´ultima si basa sulla gerarchia, mentre la prima sul senso di supe-
riorità dell´essere nel giusto, caratteristica propria dell´iracondo.

♦ Per molti anni non ho potuto accettare nessun maestro, vero o non.
♦ La mia intenzione automatica di fondo era provare e dimostrare che aveva torto.
● Da non dimenticare che ho una gran dificoltà a riconoscere l´autorità di chi mi
è gerarchicamente superiore.

L´arduo compito di avere sempre ragione richiede un grande sforzo


e l´uso intelligente dei più diversi stratagemmi: discussioni, giustiicazio-
ni, polemiche... L´E1 vince, più che convince, grazie alla sua attenzione
logorante per l´altro, che diventa una sorta di avversario, provocandone
spesso il τlasciar perdere” e il deteriorarsi del rapporto.
● Ho lavorato in tre tribunali e in tutti e tre mi hanno licenziato per divergenze o
discussioni con i giudici o i segretari.
♦ Se qualcuno non è d´accordo con me, cerco di giustiicare il mio punto di vista;
l´accettare un´altra opinione senza opporre resistenza mi è quasi impossibile.
● Inoltre, tendo spesso a intavolare delle discussioni polemiche ed estenuanti per
avere ragione.

3.7 Rigidità unita alla mancanza di lessibilità


e spontaneità

Il controllo, il bisogno di avere ragione e lo sforzo contribuiscono alla


formazione di un carattere rigido. Non vi sono mezze misure. È più facile
destreggiarsi tra gli estremi piuttosto che nelle misure intermedie e nelle
sfumature. Nell´ambito delle relazioni questo può tradursi come durezza
E1_L´enneagramma dell´ira 53

del cuore. La difesa ossessiva dei principi prevale sull´attenzione nei con-
fronti delle persone.

♦ Non mi sentivo libera di trattare il caso come volevo, come se non ci fosse una via di
mezzo fra l´esprimere con troppa forza le mie argomentazioni e il lasciar perdere.
■ La durezza del cuore e dei sentimenti, per cui “mi ha sentito poco vicino emotiva-
mente e non suficientemente interessato”.
■ La rigidità del mio carattere ha comportato un´eccessiva distanza tra me e gli altri,
tanto da incutere soggezione e da essere considerato da molti freddo, permaloso
e presuntuoso.

La rigidità si contrappone al cambiamento e alla lessibilità. L´ira, ali-


mentata spesso da idee erronee, tende a confermarsi nelle sue motivazioni,
che ritiene sicure. La lessibilità è vissuta dall´iracondo come un pericolo
per la perdita dei propri punti di riferimento.

♦ Neanche io mi permetto di essere molto lessibile con le mie opinioni.


♦ Non mi permetto di essere lessibile.
■ Esageratamente coscienziose, scrupolose, inlessibili in tema di moralità, manifesta-
no rigidità e testardaggine.

Le caratteristiche della rigidità e della mancanza di lessibilità incidono


negativamente sulla spontaneità. L´espressione naturale rimane frenata e
incanalata. Gli impulsi restano inibiti.

● Serietà e rigidità, mancanza di un´autentica spontaneità nelle relazioni.


■ l´E1 è inibito e poco spontaneo, tanto da essere considerato il più rigido tra gli
enneatipi.

RIPERCUSSIONI DELL´IRA
NELL´AMBITO DELLE RELAZIONI

La passione dell´ira

Alla passione dell´E1 viene dato il nome di ira o rabbia. Non vengono
utilizzati altri sinonimi come collera, fastidio, seccatura, violenza, irritazio-
54 Enneagramma delle passioni

ne, scatto impulsivo... Il sottotipo conservativo si connota come caratte-


rizzato da ira controllata.
L´ira insorge nello sperimentare la resistenza che la realtà presenta nel
conformarsi al mondo ideale. Manca l´accettazione delle cose così come
sono, perché vengono giudicate attraverso il iltro di un mondo ideale.

♦ Questo enneatipo ha dificoltà ad accettare le cose così come si presentano; c´è


come un modo ideale e giusto attraverso il quale ci si sforza per interpretare e
modiicare ogni fenomeno che lo riguarda.
● E la necessità di ritoccare le cose, cioè la dificoltà di accettare le cose così come
sono.

Si ha così una negazione del substrato istintuale ed emozionale della


persona, che viene considerato dannoso. Questa perdita parziale di se stes-
si genera ira. Si perde il senso dionisiaco della vita e si sfocia nella repres-
sione, nel controllo e nello sforzo inesauribile.

♦ Una visione ideale di sé e delle situazioni determina la necessità di riformulare


quasi ogni cosa, oltre all´andare contro le proprie spinte e tendenze più forti e
naturali.
● Paura nel sentire e nello sperimentare la mia vulnerabilità e la mia sensibilità.
■ Gli istinti sono “cattivi”, non ci si può idare di loro, è necessario controllarli; perciò
tutto dipende dal fatto che io mi sforzi molto, che controlli me stesso e ciò che suc-
cede fuori di me e che mi preigga con tutta la mia anima di essere una persona
migliore; solo così potrò esserlo.

Ogni sottotipo vive a suo modo la passione dell´ira. L´impegno del


sottotipo sessuale, così come indica la sua etimologia, implica ardore, fer-
vore. Nel sottotipo sociale, rigidità e incapacità di adattamento. Nel sotto-
tipo conservativo, in modo più nascosto, preoccupazione e angoscia.

♦ Sessuale: La rabbia è convogliata verso forme di gelosia esagerata.


● Sociale: Incapacità di adattamento, rigidità, forme “elitarie” di comportamento.
■ Conservativo: La preoccupazione e l´ansia afinché tutto sia sotto controllo.

Le issazioni, chiamate più semplicemente idee folli, sono distorsioni


cognitive che alimentano e giustiicano la passione dominante che risiede
E1_L´enneagramma dell´ira 55

nel centro emozionale. Nell´E1 la liberazione degli impulsi negati, come


la rabbia, origina panico. Quindi, arriva a giustiicare la loro repressione. Si
illude, inoltre, nel pensare che il suo comportamento perfezionista sia una
garanzia per ottenere l´amore.

● Se libero la mia rabbia potrebbe succedere qualcosa di incontrollabile e proibito.


♦ Se non mi scoprono in fallo, non solo sarò amato, ma starò al sicuro da ogni critica.
■ Se mi mostrassi così come sono, o se seguissi i miei impulsi, nessuno mi vorrebbe
bene.

La passione dell´ira è l´immagine della rinuncia agli impulsi e ai desi-


deri, la priorità concessa sistematicamente al dovere a discapito del piacere
e dello svago, e il controllo perché tutto sia corretto.

♦ Non sono pienamente consapevole di ciò che desidero.


● Il dovere è stato sempre al di sopra del divertimento.
■ Un comportamento rigido e ipercontrollato, tanto da condurre una vita ben strut-
turata e regolamentata.

I meccanismi di difesa pretendono di attenuare la consapevolezza in


tutti gli ambiti, o addirittura di farla scomparire. Il meccanismo più tipico
dell´E1 è la formazione reattiva, grazie alla quale si sostituiscono compor-
tamenti, sentimenti e pensieri ritenuti inaccettabili con altri contrari.

■ Il meccanismo che utilizzo per eccellenza è quello chiamato formazione reattiva,


non può essere altrimenti, perché tutta la mia energia è diretta nell´occultare la
mia rabbia, l´indignazione e l´irritazione che sento nei confronti di determinate
situazioni.
■ La formazione reattiva. Rappresenta il processo difensivo di base attraverso cui
mantengo la maschera di persona perbene e virtuosa.
♦ Arrivo a mentire a me stessa.

Il perfezionismo dell´iracondo ricerca l´amore ς suo bisogno fonda-


mentale ς attraverso il merito. Non vi è gratuità, ma conquista attraver-
so lo sforzo e il controllo degli impulsi che insidiano un comportamento
esemplare. L´ira è uno di questi, un autentico τfuoco interiore” secondo
Nhat Hanh (2002). Poiché l´E1 ha paura a manifestarla, viene camuffata
56 Enneagramma delle passioni

dietro una maschera di bontà o viene espressa al servizio di giuste cause,


che le forniscono una via d´uscita accettabile. La necessità di avere ragione
viene, in questo modo, soddisfatta. Un giudice interno si incarica di aval-
lare i mandati: τdovresti...”. La critica annulla la spontaneità e irrigidisce
gli atteggiamenti. Il potenziale energetico dell´ira è enorme: negarlo è una
perdita, incanalarlo una sida.

● Liberare la rabbia signiica dare sfogo all´istinto e, quindi, perdere il controllo della
ragione e “addentrarsi in un territorio” molto rischioso.
■ È ingiusto che, nonostante “la bontà e l´obbedienza” mostrate, non riceva poi tutto
il rispetto, il riconoscimento e l´ammirazione ai quali ho diritto.

RIPERCUSSIONI DELL´IRA
NELLA RELAZIONE CON SE STESSI

La formulazione delle sottocategorie mediante l´espressione τauto”, uti-


lizzata unitamente alle parole τcontrollo”, τcritica” e τnegazione”, indica
che l´ira ha una forte ripercussione sull´individuo che la vive. Il suo compi-
to consiste nel controllare gli impulsi negati. Il giudice interno e lo sforzo
personale collaborano a tutto questo. Non è facile per l´iracondo avere
consapevolezza della propria situazione.

● La rabbia fa sì che io pretenda sempre il massimo da me stesso e, quindi, che sia


spesso insoddisfatto dei miei successi.
♦ Si veriica una sorta di illusione che mi porta a credere di non aver problemi e
sentimenti ostili ed evito di affrontare ciò che accade.
■ L´(auto)critica.

La negazione dei propri impulsi e dei sentimenti sposta l´attenzione


verso un mondo di principi, nel quale l´E1 si destreggia bene. Il prezzo è
molto alto, perché si abdica alla propria realtà, base per l´amore. Non c´è
autenticità, bensì rigidità. Si sostituisce la spontaneità con la correzione. Il
recupero delle perdite energetiche istintuali ed emozionali si cristallizza in
un τaffannoτ perfezionista. Non si ottiene quello che si cerca, perché è ir-
E1_L´enneagramma dell´ira 57

raggiungibile, e si perde quello che si possiede, perché lo si nega. Risultato:


insoddisfazione cronica.

♦ In sintesi, la mia attenzione è indirizzata a capire se agisco bene o male; è questa


la mia sida personale.
♦ Consolo una mia rivale in amore, negando i miei sentimenti.
♦ Mi sento inquieta e ferita per un comportamento che ritengo ingiusto nei miei
confronti; tuttavia il meccanismo di riiuto del mio sentimento comincia a scattare,
entrano in gioco esigenze di superiorità e orgoglio e non mi permetto di sentire la
ferita. Scatta la maschera dell´indifferenza.

RIPERCUSSIONI DELL´IRA
NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI

L´ambito delle relazioni si suddivide in due: a) l´amore vissuto in coppia e


nell´amicizia; b) il lavoro. Quali sono le ripercussioni dell´ira in questi due
sottoambiti?

Amore (coppia e amicizia)

Per l´E1 le dificoltà nella relazione intima risiedono nel fatto che deve
mettere in gioco gli impulsi negati. Non vive in modo naturale il sesso,
ma con la morbosità aggiuntiva del proibito o con un rigido controllo che
mina la sua spontaneità. Giudica se stesso per la qualità dei suoi ideali e
gli altri per la realtà insigniicante delle loro vite. Il risultato è un senso di
superiorità che distrugge la condizione basilare della relazione di amicizia
e di coppia: la simmetria. Esige il tributo dell´ammirazione, del riconosci-
mento come persona migliore e perfetta. Ma chi ignora i propri impulsi,
dificilmente può riconoscere quelli del suo partner che si sente più giu-
dicato che amato. Vengono, in qualche modo, seguiti due regolamenti per
un stesso gioco.

♦ Che sia responsabile di se stesso, attento, affettuoso, etc. Dimentica completa-


mente i desideri e gli impulsi degli altri come se non esistessero.
■ Soprattutto nel rapporto di coppia, poiché viene a prevalere l´atteggiamento
58 Enneagramma delle passioni

critico e d´insoddisfazione, l´altro inisce per sentirsi inferiore e inadeguato.


■ La bontà più formale che sostanziale, la scarsa spontaneità, la durezza dei
sentimenti, la seriosità giudicante e che crea distanza, il limitato coinvolgimento
emotivo, sono alcuni aspetti della mia passione dominante che hanno condizio-
nato la mia vita di relazione.
♦ Al partner, in modo particolare, richiedo tolleranza pressoché illimitata e una
forma di ammirazione esclusiva nei miei confronti.
● L´incapacità di concedermi la gratiicazione e il piacere si manifesta anche nei
confronti degli altri, per cui spesso - nei rapporti di amicizia e di coppia - gratiico
poco e non do i necessari riconoscimenti agli amici o alla partner. Ritengo che
ciò che loro fanno sia semplicemente normale.
■ Nell´ambito dell´amore, in modo particolare, tendo a mettermi in una posizione
di superiorità mascherata da virtù e alimentata dal perenne anelito per gli alti
ideali e per le cose grandi.

Nell´iracondo il predominio dell´amore basato sulla stima si impo-


ne a costo di relegare in secondo piano l´amore erotico e l´amore com-
passionevole. L´assaporare il piacere resta subordinato all´esigenza di
un´esecuzione perfetta. Si sposta l´accento sul controllo e sullo sforzo
invece che favorire il trasporto e l´intimità. La competenza sostituisce la
passione. Il dovere la può annullare.

● Ritengo che la causa profonda si trovi nella mancanza di riferimenti affettivi stabili
e profondi. Sento che da qui deriva la tensione di fondo.
● Ora ho la chiara consapevolezza dell´enorme riiuto che provo a sentirmi vulnera-
bile, a riconoscere cioè il dolore di fondo.
● Dificoltà nel riconoscere se stessi e nel riconoscere l´altro nella relazione amorosa.
♦ La sensazione di piacere, legata al percepirmi competente e brava, nascondeva la
rabbia e la mancanza di comunicazioni più intime e appaganti.
● Nella coppia faccio una grande fatica a dare soddisfazione alla partner quando
fa qualcosa per me.

Lavoro

Perfezionismo, critica, sforzo e controllo garantiscono che l´E1 porti


a termine un lavoro ben fatto. La sua afidabilità e competenza alimentano
il suo senso di superiorità. Tale senso gli genera dificoltà con l´autorità,
causate dall´assunzione di numerose responsabilità, riserve nel momento
E1_L´enneagramma dell´ira 59

di delegare e attaccamento alla sua funzione professionale. Quest´ultima


caratteristica lo protegge dal dover affrontare i suoi sentimenti e il suo
coinvolgimento emozionale nel lavoro, e costituisce un´autentica valvola
di sfogo. L´azione consuma energie e distrae dal mondo delle pulsioni.

♦ Mi costa molto riconoscere che ho fatto male qualcosa; esigo un lavoro impec-
cabile e questo signiica svolgere in nei minimi dettagli i lavori più minuziosi che
mi sono stati richiesti, impiegando molto tempo.
● Il lavoro è stato la mia valvola di sfogo: ho sempre cercato di essere autonomo
nelle mie attività e di fare le cose secondo coscienza.
♦ Normalmente mi carico di responsabilità; mi costa delegare, ma esigo che tutti
eseguano i compiti come li avrei svolti io, e divento molto critico se non lo fanno
alla mia maniera o non mi piace il risultato.
● Inine, in particolar modo sul lavoro, pretendo molto dai colleghi e tendo a criti-
care e correggere i loro comportamenti, in maniera falsa e gentile.
■ In ambito lavorativo sono portato al rispetto delle gerarchie e a rapporti piutto-
sto formali e professionali; raramente sono uscito dal ruolo professionale, soprat-
tutto con i subordinati.
● Non avere capi: quando li ho avuti, le discussioni sono state frequenti.

L´affanno di un compito ben fatto reclama un buon controllo. L´E1


porta a termine il suo lavoro in accordo con le proprie esigenze, ma quando
insieme a lui vengono coinvolte altre persone partono le critiche, le corre-
zioni, le insinuazioni, che sono dimostrazioni della mancanza di iducia ne-
gli altri. Per questo motivo delegare è dificile. Per migliorare il rendimento
si evitano implicazioni affettive e l´autocritica sfocia nell´insoddisfazione,
a dispetto dei buoni risultati.

■ Con i colleghi e gli amici faccio la stessa cosa, ma controllo maggiormente le


reazioni brusche, cerco di sobbarcarmi io tutto quello che posso; ecco la garanzia
perché si faccia nel modo che io ritengo migliore, e se lo fanno gli altri credo
sempre che si possa migliorare.
♦ La sensazione di piacere, legata al percepirmi competente e brava, nascondeva
la rabbia e la mancanza di comunicazioni più intime e appaganti.
● Nonostante lavori da molti anni e - quasi sempre con risultati soddisfacenti - non
ricordo di essere mai rimasto pienamente appagato.
■ Per la preoccupazione di avere tutto sotto controllo nel lavoro, di godere sempre
del rispetto di tutti e di non rischiare di diventare meno giusto e imparziale, sono
stato molto attento a evitare coinvolgimenti affettivi.
60 Enneagramma delle passioni

Globale: amore, amicizia e lavoro

L´indicatore che più emerge nell´ambito delle relazioni con gli altri
(partner, amicizia e lavoro) è il senso di superiorità per mantenere il qua-
le è necessario un robusto (auto)controllo messo al servizio del rigore,
della norma, del dominio degli altri e, se è il caso, della loro manipolazio-
ne. La superiorità nelle relazioni comporta inevitabilmente l´inferiorità
degli altri, che l´iracondo ottiene mediante la critica, lo sforzo, la rigidità
e la necessità di avere ragione. Se l´E1 non penetra a fondo negli aspetti
negati del suo essere, le relazioni umane resteranno formali. Il primo
passo è prendere coscienza della sua situazione personale.

RIPERCUSSIONI DELL´IRA
NELLE RELAZIONI CON I BENI MATERIALI

Nell´ambito delle relazioni con i beni materiali, sono stati scelti due ele-
menti di interesse, analizzati come sottoambiti: a) il denaro e la proprietà;
b) la natura e l´ecologia. Osservare le ripercussioni che l´iracondo ha in
questi ambiti non è compito facile; per il suo studio è stato predisposto
un numero inferiore di unità concettuali, ma non per questo di minor
signiicato.

Denaro e proprietà

I sottotipi indicano sfumature diversiicate di fronte al denaro e alla


proprietà. Il sessuale difende il proprio spazio; il sociale li considera come
forma di potere, e il conservativo li vive con rispetto prendendo le distan-
ze dal materialismo. Oltre a questi atteggiamenti diversi, l´(auto)controllo
e la rigidità predominano. Tutti sono sottesi da una svalutazione generale,
perché gli aspetti materiali si allontanano dal mondo ideale e dalla sfera dei
principi. L´iracondo utilizza i mezzi con sobrietà controllata. L´E1, per
quanto riguarda la giustizia, può solidarizzare coi più poveri assumendo
posizioni belligeranti.
E1_L´enneagramma dell´ira 61

♦ Proprietà: occhio a dove passi! Se mi sono preso uno spazio, che sia nella piscina,
nell´uficio etc e tu lo invadi io protesto, a volte in maniera esagerata.
♦ Mi costa accettare il libero arbitrio dell´altro nell´ambito delle mie quattro pareti.
Deve seguire le mie regole.
● Ho capito che gli oggetti, la proprietà, il denaro sono stati i mezzi più idonei per
dimostrare il mio valore e il potere personale.
● Mi riconosco una forma di taccagneria; o meglio, riesco a godere con dificoltà
delle cose che io stesso ho ottenuto o che ho creato per me.
♦ Ho rigettato e represso per anni il mio interesse per il denaro; intendevo aderire
a ideali, proiettavo i miei aspetti di stampo più materialistico sugli altri, provavo
per esso una sorta di disprezzo.
♦ Da poco riesco a vedere il denaro come un mezzo; per me è sempre stato con-
nesso con un senso di vergogna e di sporco.

L´(auto)controllo si ripercuote in maniera sottile sul denaro e sulle


proprietà: una critica nei confronti di una cattiva amministrazione, il riiuto
a contrarre debiti, la suddivisione della partecipazione nelle spese comu-
ni, la dificoltà a riiutare e dare oggetti, il conservare oggetti con valore
sentimentale, il disinteresse per il cambiamento. Questi comportamenti
rafforzano l´immagine di correttezza e superiorità.

■ Mi arrabbio anche con la gente che si lamenta sempre di non aver denaro, penso
che non sappiano amministrarsi e che sia esclusivamente una loro responsabilità;
se ho molta conidenza con loro, quello che faccio normalmente è suggerire loro
modi di regolarsi o come lo faccio io, o come mi è stato utile fare. Indico loro cosa
potrebbero fare per migliorare la loro situazione.
■ Quando ho chiesto del denaro, la sensazione di angoscia e di debito è stata così
grande da farmelo restituire rapidamente.
● Cerco di non avere mai debiti - non compro mai a rate - e, se accade, cerco di
saldare il prima possibile.
● Pretendo molta precisione quando - per esempio, al ristorante con amici - è
necessario suddividere il conto tra i commensali.
■ Alla ine incontro dificoltà nel gettare via qualcosa, anche se non mi serve.
● Ho un unico orologio da polso che mi fu regalato dai miei genitori per il mio
quindicesimo compleanno. Visto che funziona ancora molto bene, pur avendo
ormai quasi 19 anni, non ho mai pensato di cambiarlo.
62 Enneagramma delle passioni

Natura e ecologia

La natura e l´ecologia, sempre che siano incontaminate, rilettono


aspetti del mondo ideale, molto apprezzati dall´E1. La relazione con
esse è governata dalla responsabilità, dal controllo, dal senso del dovere,
dalle norme etiche e dal valore della solidarietà. La moderazione che
l´iracondo mette nell´uso delle cose predomina sul piacere.

♦ Natura: lì tutto va bene, così com´è, meraviglioso. Mi rilassa molto.


■ Poiché sono molto responsabile e mi sforzo di essere una buona persona, è impli-
cito che sia una buona cittadina, che rispetti le regole, la natura...
● Poiché faccio fatica a concedermi il piacere, uso le cose in maniera morigerata e
tendo a spendere poco.
■ Per mantenere la mia immagine virtuosa ho praticato una certa sobrietà e mi sono
contenuta nell´acquistare cose.
■ Aderisco alla cultura ecologica, preoccupato per le conseguenze sempre più gravi
dello squilibrio, del degrado ambientale e dell´ingiustizia sociale nel mondo.

La relazione che l´E1 mantiene con l´ecologia non è appassionata,


ma mostra una caratteristica basilare. Evidenzia una condotta esemplare
che rispetta le norme più elementari. Chi non le osserva, diventa oggetto
di rabbia contenuta e di critica giustiicata.

■ Per quanto riguarda la natura: sono di quelle che separa la spazzatura, ricicla... e
non capisco la gente che non lo fa, o che porta la spazzatura al contenitore prima
dell´ora stabilita, etc.
● In casa, quando lavo e pulisco, cerco di usare poco detersivo, in modo da non con-
tribuire massicciamente all´inquinamento delle acque.
● Ho ridotto di molto il mio acquisto di carne per non sostenere con i miei consumi
le inaccettabili politiche di violenza e sfruttamento degli animali, a esclusivi scopi
commerciali.

Globale: denaro e proprietà/natura ed ecologia

L´ordine della natura deve essere rispettato. Un atteggiamento in-


controllato nei suoi confronti condurrebbe al caos. Tutti i beni mate-
E1_L´enneagramma dell´ira 63

riali, compreso il denaro, devono essere utilizzati con responsabilità.


L´atteggiamento e il comportamento delle persone di fronte alle cose
sono sempre suscettibili di miglioramento.

RIPERCUSSIONI DELL´IRA
NELLA RELAZIONE CON DIO, IL DIVINO,
IL TRASCENDENTE

Questo ultimo ambito ha la sua particolarità. Ogni persona intervistata si


è potuta porre personalmente davanti a Dio, al divino, al trascendente. Le
osservazioni non vengono viste dall´angolatura di una religione precisa o
di una determinata confessione.

a) La ricerca di perfezione e dell´amore ammirativo spiega-


no l´apertura genuina dell´E1 verso il mondo divino e trascendente.
L´iracondo sperimenta τla protezione del sacroτ (Grün, 2003b).

♦ Credo nel divino come forma di autorealizzazione.


■ Sono sempre stato molto spirituale e in alcuni periodi perino molto coinvolta
dall´aspetto religioso; mi piace leggere delle differenti religioni e provo molta ammi-
razione e curiosità verso tutto ciò che è trascendente.
♦ Mi sento in uno stato di ricerca e di desiderio di afidarmi alla dimensione del divino.
● Credo nell´esistenza del trascendente, che per me è il Dio dei cristiani cattolici.

b) La dimensione morale del vissuto religioso è molto importante


per l´E1. Non si distacca dalla sua inclinazione al perfezionismo, al con-
trollo e alla rigidità. Può diventare ossessivo e scrupoloso.

♦ Quando qualcosa è stato deinito come buono o giusto, vi aderisco.


● Inoltre, faccio le cose più per senso del dovere che per piacere.
■ Esso deriva dalla tendenza al perfezionismo e dall´osservanza scrupolosa di nor-
me e principi. Il risultato è che appaio una persona ben educata e civile.

c) La rabbia dell´E1, quando viene messa al servizio di cause


nobili, si trasforma in furore sacro, capace di cospargere un campo di
64 Enneagramma delle passioni

cadaveri in nome dell´amore. Si sente compartecipe della giustizia divina.

● La rabbia e l´ira si manifestano principalmente con una sorta di furore sacro


distruttivo, che però si trasforma in servizio agli altri.
■ La razionalizzazione dell´ira. Continuo a mantenere un´immagine virtuosa anche
in presenza di sentimenti e comportamenti ostili o di rabbia espressa, in quanto
hanno sempre una giusta motivazione o difendono alti principi.

Il proilo del fariseo si adatta al vissuto che l´iracondo fa della reli-


gione: τO Dio, ti ringrazio ch´io non sono come gli altri uomini, rapaci,
ingiusti, adulteri, e neppure come quel pubblicano” (Lc 18,11). Vi sono
amore ammirativo e apertura formale al divino, uniti a un innegabile senso
di superiorità. Aggiunge: τDigiuno due volte per settimana, do la decima
di tutti i miei guadagni” (Lc 18,12). Non vive la fede come grazia, bensì
come conquista, sforzo e merito personale. Due piccole considerazioni
relative alle frasi che seguono: la connessione dell´istinto, specialmente la
sessualità, con ciò che è sacro e Dio, è oggetto di ira perché Egli non
ha fatto il mondo suficientemente perfetto. Atteggiamento caratteristico
dell´E1.

■ Sento di ammirare e di essere attratto più dal divino che dagli esseri umani o dalle
cose, e a esso m´inchino con iducia e obbedienza.
♦ Avverto l´importanza del mio istinto e come mi possa guidare verso il sacro.
● La convinzione di avere pensieri giusti, onesti e comportamenti etici, mi fa credere
di essere in linea con la volontà di Dio.
■ Molte volte scarico tutta la mia rabbia e la mia ira su Dio e gli rimprovero che non
vada tutto al meglio, considerato lo sforzo che faccio.
♦ Osservo bene e cerco di capire se i maestri sono ciarlatani o no, o se qualche
religione è contrassegnata da “devi e non devi”.

L´abdicazione dai propri sogni e fantasie e il riconoscimento


dell´impotenza dello sforzo personale, insieme all´esperienza della dispe-
razione e tristezza, conducono l´iracondo alla resa. Queste esperienze risa-
natrici evidenziano una caratteristica fondamentale dell´E1: la mancanza
di devozione e iducia in Dio. Il controllo, lo sforzo, l´affanno perfezioni-
sta e la rigidità ostacolano, invece di propiziarla, un´esperienza profonda-
mente religiosa. Qui la vittoria coincide con la resa.
E1_L´enneagramma dell´ira 65

■ Quando mi sento molto disperata e triste gli chiedo aiuto, come a un Padre amo-
roso che può tutto e mi afido a lui, invece di continuare a sforzarmi.
■ Ricordo quando sono stato in ritiro, in una situazione di dolore isico tremendo, e
io continuavo a sforzarmi per portare a termine il mio compito, ino al punto in
cui mi lanciai al suolo, smisi di fare il “maledetto“ compito e mi arresi, a Lui, alla
sua volontà, al mio dolore e al mio pianto.

San Giovanni della Croce (1955) descrive tre manifestazioni dell´ira


spirituale: ci sono a) quelli che reagiscono furiosamente quando inisce
il sapore e il gusto per le cose spirituali, come quando il bambino viene
allontanato dal seno materno; b) quelli che si adirano contro i vizi altrui
con uno zelo inquietante, li rimproverano con fastidio, ritenendosi essi
stessi padroni della virtù; e c) quelli che si adirano contro se stessi poiché
vorrebbero diventare santi in un solo giorno e che, man mano che fanno
maggiori propositi, cadono in una spirale senza fondo (cap. 6). Il perfezio-
nismo spirituale ha le sue trappole speciiche: invece di servire alla virtù,
acutizza la forza dell´ego.

■ Il perfezionismo e l´attrazione per gli alti ideali, una volta recuperata la dimensio-
ne spirituale, hanno rischiato da una parte che questa aspirazione fosse da me
utilizzata per rendere più grande e più perfetto l´ego, dall´altra che il percorso
seguito diventasse una via di fuga dalle frustrazioni della vita quotidiana e dalle
intollerabili imperfezioni della realtà terrena.
■ Sensibile al cammino spirituale come perfezionamento e come accreditamento di
una superiorità virtuosa, ho dovuto constatare che, strada facendo, mi distaccavo
ancor di più dai miei simili invece che avvicinarmi a essi e amarli.
ORGOGLIO
E2 L´ENNEAGRAMMA
DELL´ORGOGLIO

9
8 1

7 2

6 3

5 4

CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
‹‹

‹‹

Necessità proiettate e trasformate


Oscuramento
Autoattribuzione di capacità con perdita dei limiti
dell´essere

Paura di non essere amato o di essere abbandonato


Riduzione
Repressione dei propri bisogni e della propria ombra
del livello di
Formazione reattiva intesa come trasformazione di ciò
consapevolezza
Falsa sensazione di abbondanza che copre il vuoto
Dificoltà varie nell´essere consapevole

Autocelebrazione dovuta alla propria immagine idealizzata


Alterazioni del
Emozionalità che genera dipendenza
comportamento,
Seduttività per cercare amore e gloria
per mezzo di
Manipolazione degli altri per i propri interessi e ricerca di potere
alcune strategie
Altruismo che nasconde una trappola
operative
Desiderio di surrogati dell´amore e della gloria

‹‹
Ripercussioni dell'orgoglio nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 69

1. OSCURAMENTO DELL´ESSERE

Evagrio Póntico (1995) afferma che τil demone dell´orgoglio è quel-


lo che conduce l´anima alla caduta più grave”, (p. 142). San Gregorio
e San Tommaso d´Aquino lo considerano la radice dei peccati capitali.
Nell´Enneagramma, l´orgoglio con tutti i suoi rischi τnegativi” mantiene
una posizione di parità con le altre passioni dominanti. L´eccesso di luce
nel quale la superbia s´immerge provoca paradossalmente una cecità tota-
le. L´E2 è talmente pieno di sé che non ha spazio per nient´altro; ma ogni
essere umano ha sia necessità che capacità. Le une e le altre sono conside-
rate qui come sottocategorie di analisi dell´orgoglio.

1.1 Necessità proiettate e trasformate

Qualsiasi persona ha bisogno che le proprie necessità siano soddisfatte, per


cui è essenziale riconoscerle e soddisfarle adeguatamente. Tra tutte, il biso-
gno d´amore è quella fondamentale. L´E2 nega che queste necessità siano
all´interno di sé e le proietta sugli altri. Da qui la sua eccezionale capacità di
accorgersi e di rendersi conto delle esigenze degli altri, cui risponde con at-
tenzione: ma poi utilizza quest´ultima come moneta di scambio per essere
riconosciuto e amato. Una trappola con la quale inganna gli altri e se stesso.

● Il motore di tutto è la fame d´amore e riconoscimento.


■ Grande necessità di dimostrazioni di amore.

La distorsione causata dall´orgoglio conduce alla perdita della con-


sapevolezza delle proprie necessità, a sperimentarle come vergogna e
umiliazione o a considerarle come debolezza. Invece, le necessità altrui
servono all´E2 per poter mostrare la sua superiorità, generare dipenden-
za e sfruttare la vulnerabilità degli altri. Si dimentica di sé per giocare a
essere Dio.

♦ C´è una proibizione interiore riguardo alle necessità primarie.


■ Aver bisogno è umiliante: se qualcuno percepisce il mio bisogno una volta, smet-
terà di amarmi per sempre.
70 Enneagramma delle passioni

♦ Inoltre aver bisogno è una vergogna, un pudore interiore molto grande.


♦ Se dico all´altro ciò di cui ho bisogno, mi espongo totalmente, divento completa-
mente vulnerabile.
● Paura della debolezza, del limite...

L´orgoglioso trasforma i propri bisogni, specialmente quello


d´amore che sente come basilare, in un imperativo per gli altri. Emerge
nuovamente qui la dificoltà che incontra nel momento di tracciare un li-
mite. Nello stesso modo in cui sperimenta la sua capacità come illimitata,
le sue necessità, benché restino nascoste, risultano insaziabili.

Tutti mi devono amare: il bisogno insaziabile di conferme passa principalmente
attraverso il riconoscimento d´amore da parte degli altri.

Inoltre, siccome voglio nascondere le mie necessità e sono molto impaziente,
metto in atto la manipolazione dell´altro, mai una richiesta diretta.

1.2 Autoattribuzione di capacità con perdita dei limiti

Nell´ambito dell´antropologia, le capacità umane sono limitate. Per esem-


pio, i sensi hanno soglie a partire dalle quali non sono in grado di captare
ulteriori informazioni. Alla vista sfugge ciò che è microscopico, così come
l´udito non può percepire determinate frequenze acute o gravi. Esiste la
soglia, il limite. Il carattere orgoglioso è consapevole delle proprie capacità
che sono le sole che s´impegna a mostrare. Non si considera quindi nella
sua dimensione reale, ma solo negli aspetti sopravvalutati.

♦ Affermazione dei propri valori e delle proprie capacità.


♦ La mia relazione affettiva inì; nell´ambito della coppia mostravo al mio partner
solo la parte migliore di me stessa, quella sopravvalutata: simpatica, elegante,
ideale... Mi lasciò per un´altra donna; ne rimasi totalmente distrutta.

Questa visione parziale di sé distorce la percezione delle proprie


capacità attraverso la loro esaltazione, ino al superamento del limite.
Si tratta di un´idea folle dell´E2. Il prezzo che paga è uno sforzo spro-
porzionato e, paradossalmente, la dimenticanza di sé. Vive entrambi gli
aspetti della perdita dei limiti. Gli manca sempre tempo per gli altri.
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 71

● “A me non costa fare le cose”. Non ho limiti nelle mie capacità; mi viene innato e facile.
● Non misurare gli sforzi destinati a ottenere quanto desiderato.

Il carattere orgoglioso, quindi, s´immunizza contro il senso


d´incapacità perché distruggerebbe la sua immagine idealizzata di persona
straordinaria, non potrebbe stare all´altezza delle richieste degli altri e si ve-
drebbe impossibilitato a ottenere l´amore che tanto ricerca. Tante esigenze
gli impediscono però di assaporare la vita.

♦ Quando mi sottopongono un problema, piuttosto che ammettere di essere incapa-


ce a risolverlo, utilizzo tutte le mie energie psichiche e intellettuali per risolverlo al
meglio ed evitare la sensazione di vergogna e il senso di incapacità.
● Dificoltà nell´assaporare qualunque soddisfazione.

2. RIDUZIONE DEL LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA

L´inconsapevolezza, intesa come meccanicità, conduce a una distorsio-


ne cognitiva ed è terreno fertile afinché la passione dominante, intesa
come motivazione insuficiente, ostacoli il poter vedere lucidamente.
Così l´E2 resta appannato e si sforza per riempire di surrogati il vuo-
to che si genera. I meccanismi di difesa concorrono al mantenimento
dell´inconsapevolezza. Si ricercano soluzioni false o apparenti per con-
fermare le proprie capacità o per soddisfare le necessità profonde. Si
useranno di seguito quattro sottocategorie per indicare le diverse stra-
tegie utilizzate dal carattere orgoglioso per bloccare la sua coscienza o
attenuarne la percezione.

2.1 Paura di non essere amato o di essere abbandonato

La paura assume volti diversi. L´orgoglioso ricerca l´amore, ma la paura


lo blocca: le relazioni asimmetriche lo soddisfano solo se occupa una
posizione di superiorità. Se sono paritetiche, le considera limitanti e il
vincolo amoroso appare come una costrizione. Manifestare una necessi-
tà signiica mettersi nelle mani degli altri. Se non si viene soddisfatti, si ri-
72 Enneagramma delle passioni

acutizza la ferita narcisistica dell´E2. Coesistono un desiderio profondo


d´amore insieme alla paura di non ottenerlo o, in altri casi, di perderlo.

♦ Quando mi viene chiesto conforto e sostegno, il mio cuore si apre e loro, nella
relazione, stanno bene; quando però mi chiedono di amare mi si chiude tutto,
come se volessero vincolarmi, frenarmi, LIMITARE la mia libertà.
♦ Ho paura di sentirmi indifeso e di abbandonare le mie difese.
■ Nel corso della mia vita la manifestazione più evidente è stata l´evitare accura-
tamente ogni esperienza che potesse causare ferite narcisistiche.

Nel carattere orgoglioso dimora il terrore di non essere amato o di


essere abbandonato. La necessità è vissuta come ostacolo all´amore, con
il risultato che non si vuole riconoscere la carenza sotto nessun aspetto
e si lotta per presentare un´immagine gentile di sé, la più lontana possi-
bile dalle critiche. Si preferisce l´adorazione degli schiavi all´amore delle
persone libere. I primi alimentano l´ego, i secondi, no.

♦ La mia seduttività nasconde la mia enorme paura che gli altri non mi amino; il
non adattarmi, il mio gran dolore della perdita è la mia sofferenza.
■ Per evitare di subire critiche sul piano professionale, ho lavorato più di quanto
non mi fosse richiesto.
■ Per non incontrare lo spettro del riiuto ho evitato uomini che mi piacevano
davvero, ripiegando su quelli che mi piacevano meno, ma che erano rassicuranti
e adoranti nei miei confronti.
■ Nell´amore non riconosco la mia necessità dell´amore dell´altro. Ho paura del
suo abbandono.

La paura accentua la compulsione a evitare il contatto con la re-


altà afinché venga preservata l´immagine idealizzata di sé, adatta per
qualunque conquista, ambizione e privilegio che sono i tre nutrimenti
fondamentali dell´orgoglio.

2.2 Repressione dei propri bisogni e della propria ombra

La repressione è il principale meccanismo di difesa utilizzato dalla per-


sona orgogliosa. La sua inalità è mantenere l´inconsapevolezza e ιim-
pedisce che la rappresentazione mentale degli impulsi diventi coscienteκ,
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 73

Naranjo, 1994a (p. 204). I bisogni e la propria ombra contrastano con


la sensazione di abbondanza falsata nella quale vive immerso l´E2. Ne-
garli, smettere di vedere le zone di penombra, ignorare la propria vora-
cità amorosa sono atteggiamenti che mantengono la persona superba
nell´inconsapevolezza di se stessa. Le acque di supericie si trasformano
in iumi sotterranei. Circolano e, nonostante non si vedano, continuano
ad agire in modo nascosto.

■ Eliminare dalla coscienza o dalla memoria aspetti della realtà che sono incom-
patibili con l´immagine che ho di me stesso o delle situazioni che mi circondano,
così come voglio ricordarle.
♦ Esiste la negazione totale della mia ombra: del dolore, della rabbia, dell´aggressione
dell´altro, dell´odio...
♦ La passione si manifestava soprattutto in quei momenti nei quali, non riuscendo
ad ammettere i miei bisogni, in particolare quelli affettivi e amorosi; emergeva
l´orgoglio di colui che non ha bisogno, di colui che sa dare e, mentre dà il suo
affetto, in maniera latente il suo amore si nutre per vie traverse.

Questa idealizzazione della propria immagine esige un prez-


zo: la repressione dell´ombra. In questo modo si perde la pienezza
dell´autocomprensione per aggrapparsi ad alcuni frammenti incompleti
ai quali mancano le reali contropartite. Sembra esistere solo ciò che si
trova sotto la luce dei rilettori, ma la realtà è più ampia. L´orgoglioso
continua a cercare la chiave, come nel racconto di Nasrudín, dove c´è
luce, e non nell´ombra nonostante sia lì che l´abbia persa.

♦ Non gli ho mai mostrato le mie esigenze, le mie carenze, i miei dubbi, la mia
rabbia, la mia ombra, il mio odio...
■ Mostrano un´inestinguibile allegria che trae alimento dal bisogno compulsivo di
evitare le ombre dei propri bisogni.
■ La consapevolezza di me come una persona superiore o speciale mi ostacola nel
contatto con quegli aspetti di me stessa che nego e dei quali non tengo conto.

Ammettere le proprie necessità signiicherebbe distruggere


l´atteggiamento superbo e iniziare a percorrere le strade dell´umiltà. Per
impedire tutto questo si reprimono come se non esistessero; presto o
tardi arriva una crisi di esaurimento, la solitudine radicale, la sensazio-
74 Enneagramma delle passioni

ne di sentirsi più usato che amato. Come ricorda Gibran Khalil Gibran
(1976): τL´amore che procura un´altra cosa che non sia la rivelazione
del suo proprio mistero non è amore, bensì una rete tesa, e solo la cosa
inutile vi resterà impigliata” (p. 86).
♦ Non ammetto di aver bisogno di alcuno e di alcunché; sono gli altri ad avere
bisogno di me.
■ Repressione di sentimenti provocati da situazioni che mi metterebbero in contat-
to con le mie carenze, le mie esigenze, l´abbandono, la solitudine...
♦ Sono arrivato in diverse occasioni a situazioni di esaurimento isico per non aver
riposato quanto dovevo.

La repressione agisce anche nel campo emozionale e perino in quello


sessuale. Porta a ignorare le proprie necessità che, di conseguenza, non
vengono soddisfatte. Se non c´è riposo, si arriva all´esaurimento. L´E2
può anche vivere il sesso, ma non ne riceve piacere.
♦ Quando mia madre mi lasciava solo a casa avevo timore che non tornasse più;
lei mi diceva che ero un bambino e avevo paura. Per dimostrarle che ero capace
e per renderla felice, superai la mia paura, convincendomi di essere capace di
star solo.
♦ La repressione. Sono stata molto repressa, soprattutto per quanto riguarda
l´ambito sessuale.
● Sono arrivato in diverse occasioni a crisi di esaurimento isico per non aver ripo-
sato quanto avrei dovuto.

2.3 Una falsa sensazione di abbondanza che copre il vuoto

Quando non si risponde alle reali esigenze della persona, si crea un vuoto,
parola che in tutte le interviste dell´E2 appare una sola volta. Ciononostan-
te, l´E2 utilizza l´inganno e la falsità, talvolta inluenzato dal suo enneatipo
laterale E3, per annullare piuttosto che risolvere il suo vuoto. L´orgoglioso
cerca amanti e amici per scopi sbagliati: τLa funzione del vostro amico è
quella di rispondere alle vostre esigenze e di soddisfarle, non farvi percepi-
re il vostro vuoto” (Gibran, 1976, p. 86). Il cammino verso la vulnerabilità,
che implica il mostrare di aver bisogno, è la soluzione, ma l´E2 s´impegna
nell´ingannarsi con idee isse di falsa abbondanza: τIo ho in abbondanza
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 75

quello che agli altri manca”. Poiché non esiste un chiaro riconoscimento
della propria realtà, l´E2 adotta ς in forma sostitutiva ς comportamenti
quali lo shopping compulsivo e il non permettersi di rendersi conto delle
proprie carenze. Accumulare ad es. indirizzi nell´agenda telefonica, capi di
vestiario nell´armadio, cibi nel frigorifero... ne sono un segno.

♦ Sensazione di possedere più degli altri: “Io ho in abbondanza, agli altri manca”.
● Accumulare oggetti, cibo come se ve ne fosse penuria.
● Lo shopping compulsivo.

L´amore che l´E2 tanto ricerca viene comprato con una moneta
falsa. La generosità, il dare, il donare, l´indipendenza, l´umiltà ς tanto
stimati dagli altri ς sono apparenti e ricercano in maniera sotterranea lo
sguardo e l´attenzione degli altri: senza, l´E2 perde la sua rotta. Non vi è
amore incondizionato, bensì uno scambio velato. È una falsa generosità,
che fa in modo che l´orgoglioso permanga nell´inconsapevolezza, vitti-
ma delle sue stesse trappole. Per contro, la verità su se stessi può essere
raggiunta a partire dall´umiltà.

♦ Sensazione di forza, d´individualità e personalità, di modo tale che non gli impor-
ta quello che gli altri pensano di lui; ma in fondo tutta la sua valutazione dipende
dall´altro e quando ciò viene scoperto è un grande colpo all´ego.
♦ Poiché alla base delle azioni c´è sempre un dare falsamente genuino, non si
prende in considerazione la possibilità che in questo modo si possa danneggiare
l´altro, né che si possa essere falsi. È una delle grandi trappole dell´ego.
♦ C´è l´idea folle di essere molto indipendente; in realtà dipendo totalmente dallo
sguardo dell´altro. Qualunque indizio del fatto che non piaccio può schiacciarmi
totalmente.
■ Nella relazione con gli altri questo si manifesta, nel mio caso, in modo sottile
cosicché non lo notano. Il tentativo è di fare arrivare agli altri una falsa umiltà.

2.4 Dificoltà varie nell´essere consapevole

Questa sottocategoria raggruppa un´ampia serie di unità concettuali


controllate da una motivazione deicitaria, cioè la passione dominante.
L´orgoglio addormenta la coscienza e ostacola l´accesso all´essere. Non
vi è una ricerca cosciente, perché quando qualcuno avverte la propria
76 Enneagramma delle passioni

pienezza si sente già appagato. In un recipiente pieno non può entrare


nient´altro. L´E2, nel momento in cui si rende conto della sua passione
dominante, osserva inorridito gli effetti dannosi che la sua superbia ha
avuto sulla propria vita e i blocchi che gli hanno impedito di vivere la liber-
tà e l´amore. Anche se i ceppi sono d´oro, non smettono di essere catene.

♦ La passione dominante è la superbia, è l´orgoglio.


♦ L´orgoglio mi ha ostacolato moltissimo nella mia vita.

Chiudersi alle proprie esigenze e non riconoscerle come tali, oltre-


passare le barriere e non ammettere limiti nella propria vita, fa in modo
che la persona orgogliosa abbia problemi con l´autorità, l´affronti o la
manipoli secondo i suoi capricci, sotto un´apparente subordinazione.
Non è facile provare l´amore contemplativo verso il divino e il trascen-
dente.

■ Ho dificoltà con l´autorità: potrebbe addomesticare il mio essere speciale.


♦ Mi costa mettere in pratica l´amore contemplativo ed esiste sempre in me l´idea
folle che, se mi propongo di farlo, ci posso riuscire.
■ Mi identiico soprattutto con l´atteggiamento di sottrarmi a qualunque forma di
disciplina, con il rischio di mancare obiettivi importanti della mia vita.

3. ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO PER MEZZO


DI ALCUNE STRATEGIE OPERATIVE

Il comportamento viene inluenzato dal grado di consapevolezza posse-


duta da una persona, ma a sua volta lo genera. Qui s´intendono le stra-
tegie operative utilizzate dalla persona orgogliosa per raggiungere i suoi
scopi e i suoi desideri. Un aumento della consapevolezza e della virtù
disattiva in maniera proporzionale i comportamenti a esse subordinati.
A partire dai dati ottenuti, si rilevano sei strategie operative.
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 77

3.1 Autocelebrazione dovuta alla propria immagine


idealizzata

L´orgoglio cerca la gloria e l´esaltazione di se stesso. In questo tentativo,


l´invidia, che soggiace in modo inconscio nell´atteggiamento dell´E2,
si tramuta in privilegio, superiorità, affanno competitivo, importanza
personale... La gloria è sempre stata tradizionalmente ritenuta come un
tributo dovuto a Dio. Ma è anche tipica della persona orgogliosa che si
percepisce meritevole di tale considerazione. In questa caratteristica, si
può scorgere l´istrionismo dell´E2 visto come la necessità di ricevere
adulazioni e complimenti.

● Convinzione profonda, sorretta da atteggiamenti e comportamenti, di essere spe-


ciale e degno di essere tenuto in considerazione.
■ Qualunque mia manifestazione deve essere meravigliosa: il 2 non tollera la bana-
lità dell´esistenza che insidia lo splendore al quale è disperatamente aggrappato.
♦ Per me ha signiicato molto avere sempre quella voce interna che manda mes-
saggi che lodano la mia persona come “che simpatica sei!, mi guardano perché
sono bella...”
♦ Tende a collocarsi in una sorta di alone esistenziale di tipo isterico.

Per alimentare l´autocelebrazione, gli altri giocano un ruolo chiave.


Lo sguardo altrui permette di ingrandire la propria immagine. Il desi-
derio d´indipendenza e di libertà illimitata riscuote il pedaggio di una
sottile dipendenza. La pienezza è conseguibile solamente attraverso gli
elogi ricevuti. Senza gli altri, pertanto, ci sono il vuoto, la solitudine e la
svalutazione. L´E2, poiché è incapace di farsi carico della propria storia,
vuole essere il protagonista della vita altrui. La sua idea di falsa abbon-
danza ha tanto di autosuggestione gloriosa quanto di ignoranza nei pro-
pri confronti.

● Tendenza a trattare gli altri come componenti del seguito personale.


♦ Quando qualcuno mi elogia, mi gratiica, io mi sento “appagato”.
● Voglio che la mia compagna e i miei amici mi considerino e mi stimino, mi repu-
tino un protagonista della serie “io vi salverò”.
■ La percezione di me stessa come “speciale” e come “fortunata” che resta imper-
meabile alla critica e inalterabile all´interazione con la realtà; nego quest´ultima,
78 Enneagramma delle passioni

se è necessario, pur di mantenere questa immagine “positivamente alterata di


me stessa”.

Questi fattori culminano nella convinzione profonda di essere spe-


ciale e diverso dagli altri, di meritare un trattamento superiore e di essere
considerato come indispensabile. Tutta una montatura, realizzata con
convinzione, ma che non risolve il problema di fondo: aver rinunciato
a curare il proprio bambino interiore, che ha fame di amore, carezze e
attenzioni.

● Un concetto di sé sovradimensionato rispetto all´importanza personale.


♦ Come fareste senza di me...
■ Vive il ruolo di “iglio speciale”, adorato nella sua unicità.

3.2 Emozionalità che genera dipendenza

L´E2 realizza la sua ermeneutica del mondo partendo dal registro emo-
zionale che secondo Naranjo (1994a) τfacilita il processo di distrarre
l´attenzione della coscienza dalle esigenze reali o più esattamente della
rappresentazione intellettuale dell´istinto”, (p. 205). Perciò, la persona or-
gogliosa s´immerge nell´eccesso e nell´intensità delle emozioni, naviga nel
loro ritmo luttuante e razionalizza quando crede di perdere il controllo.
Il rischio è di rimanere intrappolati in un mondo di emozioni senza senti-
menti (Lacroix, 2005).

♦ Le emozioni forti mi coinvolgono.


♦ Instabilità emozionale.
♦ Razionalizzo quelle emozioni che non riesco a gestire, e questo manifesta invece
l´esigenza di sentirmi libero di esprimermi.
● Esigo dal mio partner che capisca la profondità del mio pensiero e delle mie mo-
tivazioni e che si pieghi ai miei desideri e alle mie necessità, che sono molto più
importanti delle sue “sciocchezze”.

L´emozione dell´E2 è dipendente e suscettibile. Cerca la gratiica-


zione immediata, si mostra impaziente e si nutre della presenza: τOcchi
che non vedono, cuore che non sente” scriveva Goethe, (2002, p. 144).
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 79

Come la Margherita di Faust, che si dibatte in un oscillante τmi vuole, non


mi vuole; mi vuole, non mi vuole” (p. 147), anche l´orgoglioso condivide
l´euforia inale e il brivido legati al fatto che l´ultimo petalo del iore coin-
cida con il τmi vuole”. Si tratta dell´apoteosi inale che dipende dall´amore
degli altri.

♦ C´è l´idea folle di essere molto indipendente; in realtà dipendo totalmente dallo sguar-
do dell´altro. Qualunque indizio del fatto che non piaccio può schiacciarmi totalmente.
♦ Prima di uscire con persone nuove, o davanti a persone con le quali mi è dificile
essere rilassata, mi dico: cerca e ascolta il tuo centro. Altrimenti divento completa-
mente dipendente dall´altro.
■ Hanno, più o meno riconoscibile, un´enorme suscettibilità.
● Mancanza di pazienza nella pratica di discipline spirituali, meditazione, preghiera.

Quando la vita spirituale non si costruisce a partire dall´essere, ma


persegue l´emozione, le aspettative s´incentrano sulle cose supericiali e di
scarsa importanza. Il pregare viene identiicato con il sentire, in modo tale
che il sentimento si trasforma in criterio principale di valutazione. Poiché
l´orgoglioso si ritiene migliore di tutti quanti, anche Dio deve inchinarsi a
considerare la sua bontà e l´esemplarità della sua vita. Ma Dio non appare
nelle situazioni estreme, nell´uragano, nel terremoto, nel fuoco, ma nel
vento soave e nel sussurro (1Re 19, 11-13).

● Aspettative di arrivare ad avere esperienze sensoriali signiicative, poco apprezza-


mento per la pace sobria e senza “effetti speciali”.
● Dio non può non accorgersi della mia onestà.

3.3 Seduttività per cercare amore e gloria


La seduttività è una strategia che l´E2 utilizza per cercare amore e gloria.
La modalità in cui la attua è un ordito di inganno, arte persuasiva, conqui-
sta e attrazione. Le tecniche sono sottili e varie. Importa, soprattutto, il ri-
sultato, ma si evidenziano due aspetti: a) la capacità che ha l´orgoglioso di
riconoscere e scoprire le necessità altrui, che sfrutta con gran sensibilità e
tatto, e b) l´inconsapevolezza quasi totale delle motivazioni che lo spingo-
no a sedurre e che sono le sue stesse necessità insoddisfatte, specialmente
quelle amorose.
80 Enneagramma delle passioni

● L´orgoglio ha un ruolo determinante e pretende a tutti i costi la gloria facendo


disperato appello a qualunque forma di seduzione.
■ Istrionismo, mostrare un´immagine esagerata in aspetti come l´ingegno, la felicità,
per riuscire ad attrarre l´attenzione degli altri.
■ I caratteri due tendono a sedurre il mondo, emanando amabilità e meraviglia.
● Non si può vivere senza sedurre.
♦ Mostrarmi allegra, divertente, seduttiva, in modo che agli altri faccia piacere stare
con me.

La persona orgogliosa si identiica talmente con la sua immagine


seduttiva da diventare lei stessa la prima vittima dei suoi incantesimi. Si
crede indispensabile, si racconta la favola dell´incapacità degli altri che
hanno dunque necessità del suo aiuto, s´immagina al centro degli sguardi
e degli affetti. Non sono obiettivi che persegue, piuttosto punti di par-
tenza del suo agire.
♦ Com´è stato possibile che un uomo non mi abbia amato, considerato quanto io
sia stata fantastica?
♦ Visto che sono tanto speciale, non esiste la possibilità di non piacere a qualcuno.

La seduttività di tipo sessuale stimola il desiderio degli altri e con-


ferma il proprio valore. In qualche caso, la relazione sessuale è il prezzo
che si paga per ottenere amore. La persona orgogliosa confonde l´essere
desiderata con l´essere amata. Sono due cose distinte che possono anche
coesistere, ma che ubbidiscono a due diversi tipi di amore.
♦ Atteggiamento sessuale provocatorio.
♦ Il punto chiave e di valutazione di se stessi è la sessualità: “Se mi sento deside-
rata, valgo”.

La seduttività nasconde una fragilità emozionale, dolore e paura...


Dietro un´immagine apparentemente solida e piena d´incanto, si na-
sconde la convinzione di non essere amati per se stessi, ma per la capa-
cità di comprare l´affetto mediante doni. Non c´è l´essere bensì strategie
di vendita.
♦ Il mio essere seduttiva copre la mia enorme paura di non essere amata, il non
adattarmi, il mio grande dolore della perdita e la mia sofferenza. Poiché sono
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 81

tanto speciale, non esiste la possibilità di non piacere a qualcuno.


■ Seduzione: non mi amano per me stessa, bensì per quello che ricevono di me.

3.4 Manipolazione degli altri per i propri interessi


e ricerca di potere

La manipolazione, così come la seduzione, sono due strategie con mol-


ti punti in comune. La seconda mette l´accento sull´attrazione ed esige
una certa collaborazione della vittima. La prima, basata sulla distorsione,
s´incentra invece sulla ricerca degli interessi propri e sull´affanno di con-
trollo.
■ La creazione di vincoli non nasce tanto dal dare in senso proprio, ma dall´avere
necessità, permettendo o facendo sentire all´altro quanto mi senta orgogliosa di
lui, goniando il suo ego: facendo in modo che si senta gratiicato nel proteggermi.
♦ Inoltre, siccome voglio nascondere i miei bisogni e sono molto impaziente, metto in
atto la manipolazione dell´altro; mai una richiesta diretta.
● Passione per la conquista, disprezzo per la lentezza, gusto dell´“assaporare” fuor
di misura.

La componente di potere che esiste nella manipolazione racchiu-


de una forte dose di competitività. Per ottenere il posto cui si ambisce è
necessario, spesso, eliminare gli avversari. La capacità, innata dell´E2, di
scoprire le esigenze altrui viene posta al servizio dei propri interessi. Con
queste informazioni, si attacca meglio ai ianchi l´avversario. Si regala il
cavallo di Troia, ma dentro è celata la trappola. (Omero, 2005).
♦ Sono molto competitiva sul lavoro e, per fare in modo che si accetti la mia compe-
tenza, sono assai manipolatrice e seduttiva con chi lavora con me.
♦ Trasformo l´invidia in orgoglio e “distruggo” metaforicamente chi compete con me.
● Cerco le debolezze altrui per poterlo attaccare e sentirmi adeguato.
● Voglio a tutti i costi.

L´autorità, quando non è esercitata in prima persona, si trasforma


in un limite da superare. Fanno la loro comparsa in questo modo ostilità
e disubbidienza, a patto che l´autorità non venga sottomessa attraverso
la seduttività e operi al servizio dei desideri dell´E2.
82 Enneagramma delle passioni

♦ Mi sono trasformato nel braccio destro del mio capo, ma non accetto la sua auto-
rità e sento che con lui mi comporto come un moscone fastidioso; lo contraddico
e mi mostro sprezzante.
♦ Sono molto ribelle nei confronti del mio capo.

3.5 Altruismo che nasconde una trappola

L´atteggiamento d´intuire ed anticipare le necessità altrui, la generosità


e il donare se stessi per risolverle, sono atteggiamenti del carattere orgo-
glioso che ingannano i suoi destinatari. L´accettazione sociale di deter-
minati comportamenti caratterizzati dalla passione dominante non sono
vantaggiosi per chi si lascia guidare da essi.

♦ Propensione a dare e fare qualcosa per una inalità seduttiva e di autocelebrazione.


♦ Quando aiuto gli altri, in modo manipolativo, lo faccio per sentirmi amato e ap-
prezzato.
♦ Conquistare l´altro sapendo ascoltare, anche quando, a volte, dell´altro non
t´importa nulla, t´interessa solo che ti consideri stupenda.

L´apparente gratuità si sgretola quando diviene evidente l´interesse


dell´E2. Si tratta di un regalo con la trappola, come il cavallo di Troia. Si
cerca di rispondere alle proprie esigenze, pagando il prezzo estremo del
dare sesso per ottenere affetto.

■ Mettere l´accento sulle necessità degli altri e servirli, come se in questo modo
l´altro, senza che io lo dica, possa percepire le mie necessità e le soddisi in silen-
zio, senza farmele pesare.
♦ Ma da quando ho preso consapevolezza che do afinché l´altro mi stimi, è sorto
in me l´aspetto contrario: l´avarizia, il sottrarre, lo speculare. Non solo non mi
piace dare tanto, ma a volte do poco.
♦ “Dà sesso per avere affetto”.

La generosità e il donare perseguono lo scopo di legare, controllare


e generare dipendenza nei destinatari. Trasformarsi in salvatore degli
altri ostacola il proprio sviluppo e quello altrui, perché, giustamente, un
buon intervento di aiuto si muove nella direzione afinché, quanto pri-
ma, se ne possa fare a meno.
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 83

♦ Persone che diventano insostituibili.


● Controllo continuo dei debiti contratti con l´altro.
● Gran capacità di organizzazione, di lavoro e leadership paternalistica.
♦ L´onnipotenza e l´atteggiamento di essere salvatore dell´altro.

3.6 Desiderio di surrogati dell´amore e della gloria

La dinamica del desiderio stimola un atteggiamento di ricerca e mira a


raggiungere diversi obiettivi di tipo materiale: l´eccellenza, il privilegio,
l´affetto, il piacere. Tutti questi rilettono le due grandi preoccupazioni
del carattere orgoglioso: l´amore e la gloria.
■ Tendono all´edonismo, alla gratiicazione immediata, sottraendosi spesso a qua-
lunque forma di disciplina e autodisciplina.
■ Ci muove la ricerca del privilegio, dell´affetto, la necessità di essere “amati tutto il
tempo e con più intensità degli altri”.

Il piacere costituisce anche un obiettivo del desiderio, relativo al


corpo, attraverso il piacere sensuale o l´atto sessuale. D´altra parte, l´E2
ha problemi a esprimere i suoi desideri perché essi rendono evidenti le
sue necessità, sperimentate abitualmente come umiliazioni e come incri-
natura della propria immagine idealizzata.
■ Edonismo, inteso come ricerca di piacere, e una grande facilità nel sentirmi frustrata.
♦ È un´energia interna del corpo, un blocco isico che provo quando mi piace un
uomo e un´umiliazione nel dovergli dimostrare che mi piace.
♦ Nell´ambito sessuale sussiste la fantasia che accadrà qualcosa di meraviglioso e,
pertanto, compare anche molta frustrazione.
♦ Sensualità corporea.

L´esperienza religiosa non rimane estranea a questi meccanismi e


alle strategie operative dell´E2. Il dissolversi in Dio comporta la perdita
del senso del limite e l´identiicazione con la divinità, che può contribu-
ire all´esaltazione della propria immagine.
● Negli ultimi tempi sento un maggiore desiderio di dissolvermi in Dio e, sempre,
un trasporto nell´essere posseduto dal suo spirito.
84 Enneagramma delle passioni

RIPERCUSSIONE DELL´ORGOGLIO
NELL´AMBITO DELLE RELAZIONI

La passione dell´orgoglio

Alla passione dell´E2 viene dato, prevalentemente, il nome di orgo-


glio ma anche quello di superbia. Per il sottotipo sociale si può utilizzare
anche la parola ambizione, che è una modalità tipica dell´orgoglio.
L´orgoglio ha un peso speciale nella categoria dell´essere: l´orgoglioso
reprime e nega le proprie necessità attraverso la falsa abbondanza e il fal-
so amore.

♦ Esiste una negazione interna dei bisogni.


♦ Inoltre, l´aver bisogno di qualcosa o di qualcuno è una vergogna, un pudore
interiore molto grande.

Distorce le proprie capacità eliminando i limiti, il che implica un´idea


di grandezza e di superiorità attraverso l´idealizzazione di se stesso.

● Uno sguardo ampio sul mondo, il pensare in grande.


● Confondere la possibilità di fare con la capacità.
● Sì, riconoscere che qualcosa mi costa è ammettere la mia non-onnipotenza.
● Paura della debolezza, del limite...

L´orgoglio viene sperimentato attraverso la caratteristica del pro-


prio sottotipo. Per questo motivo assume caratteristiche distinte, che
non sono altro che aspetti diversi della stessa realtà.

♦ Sottotipo sessuale: per il mio sottotipo è importante essere scelta dagli uomini
tra tutte le altre donne.
● Sottotipo sociale: l´ambizione di essere unico e di poter sempre fare la differen-
za è sicuramente l´aspetto dominante del mio sottotipo.
■ Sottotipo conservativo: l´orgoglio, nell´E2 conservativo, assume un aspetto meno
ridondante rispetto agli altri due sottotipi; ogni manifestazione istrionica viene
repressa e messa in sordina.

Le issazioni, chiamate colloquialmente idee folli, sono distorsioni


E2_L'enneagramma dell'orgoglio 85

cognitive che alimentano e giustiicano la passione dominante, che risie-


de nel centro emozionale. Riconoscerle richiede una grande consapevo-
lezza di sé e un lavoro paziente poiché le issazioni sono introiettate a
partire dagli inizi della vita.
♦ È presente l´idea folle di essere molto indipendente; in realtà dipendo total-
mente dallo sguardo dell´altro. Qualunque indizio del fatto che non piaccio può
distruggermi totalmente.
● Non si può vivere senza sedurre.
■ Aver bisogno è umiliante: se qualcuno percepisce la mia necessità una volta,
smetterà di amarmi per sempre.

La passione dominante, in questo caso l´orgoglio o la superbia ς due


sinonimi con diversa fonte etimologica ς si rilette nell´ambito del com-
portamento. Una comprensione profonda dei meccanismi passionali
permette di osservare la connessione tra il pensare, il sentire e l´agire,
che sono i tre ambiti peculiari di un essere tricerebrale.

♦ Essere sempre al massimo, essere pronto a soddisfare le necessità dell´altro.


● Lo shopping compulsivo.
■ Prometto più di quanto non possa mantenere: questo a causa della dificoltà nel
dire di “no” che è sorretta dal desiderio di generosità.

I meccanismi di difesa sono volti a mantenere a un livello minimo la


consapevolezza, il cui risveglio richiederebbe di disattivarli. L´E2 utiliz-
za, in modo particolare, la repressione.

■ Repressione di sentimenti suscitati da situazioni che mi potrebbero mettere


in contatto con ciò che mi manca, con i miei bisogni, con l´abbandono, con la
solitudine...
♦ Razionalizzo quelle emozioni che non riesco a gestire, e ciò manifesta invece la
necessità di essere libero di esprimermi.

Nel carattere orgoglioso si nasconde un imperioso bisogno d´amore.


Poiché non lo soddisfa in modo autentico, lo reprime, lo trasforma, lo
idealizza. L´E2 utilizza le strategie più diverse, come la seduttività, la
manipolazione, l´autocelebrazione e la generosità, per mendicare amore
senza infrangere l´immagine di abbondanza nella quale vive. Questa ne-
86 Enneagramma delle passioni

cessità di amore può enfatizzare la conquista sessuale, l´ambizione socia-


le o il privilegio di tipo infantile, ma la sua struttura di fondo è la stessa.

♦ La mia seduttività nasconde la mia enorme paura di non essere amato, di non
adattarmi, il mio gran dolore della perdita e le mie sofferenze.
● Il motore di tutto è la fame d´amore e il riconoscimento.

RIPERCUSSIONI DELL´ORGOGLIO
NELLE RELAZIONI CON SE STESSI

L´orgoglio, vissuto nella relazione con se stessi, si rilette soprattutto


nell´ambito della consapevolezza di sé cioè nella sfera dell´essere. Di
seguito, alcuni elementi descrittivi, o indicatori, di come l´orgoglio inter-
ferisce con questo ambito.

■ La coscienza di me come persona superiore o speciale mi ostacola nel contatto


con gli aspetti di me stesso che nego e non soddisfo.
♦ Ammettere di essere debole e bisognoso.
♦ È una grande dimenticanza di me, una disconnessione che mi risulta molto
dolorosa, quando ne divento consapevole.
● Tra gli aspetti principali del mio orgoglio, che inluenzano la relazione con me
stesso, al primo posto c´è sicuramente la trasformazione o la manipolazione
della realtà attraverso l´idealizzazione.
● La negazione della stanchezza.

I fatti o le situazioni della vita permettono di cogliere con reali-


smo l´esperienza personale della passione dominante, in questo caso
dell´orgoglio. Gli esempi qui citati evidenziano l´incapacità del superbo
di essere consapevole dei propri limiti. Ma se non esiste un limite, non
c´è proibizione e tutto è permesso. Negare le proprie necessità è la prima
condizione per trascurare di soddisfarle.

■ Quando mi sottopongono un problema, piuttosto che ammettere di essere in-


capace di risolverlo, utilizzo tutte le mie energie psichiche e intellettuali per
risolverlo al meglio ed evitare la sensazione di vergogna, e non sentire il senso
d´incapacità.
● Quando una cosa mi viene vietata, mi prendo la licenza di farla comunque e la
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 87

giustiico come una conquista di libertà.


■ Durante la gravidanza della mia prima iglia, non accettando come normali i
vomiti e la stanchezza, non mi sono presa cura adeguatamente di me stessa.

RIPERCUSSIONI DELL´ORGOGLIO
NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI
L´ambito delle relazioni viene qui suddiviso in altri due sottoambiti:
a) l´amore vissuto in coppia e nell´amicizia; e b) il lavoro.
In che modo si ripercuote l´orgoglio in questi due sottoambiti?

Amore (partner e amicizia)

L´orgoglio rende impossibile uno dei comandamenti basilari


dell´amore nella coppia, così come lo intende Bert Hellinger (2002),
cioè lo scambio, il condividere, il dare e ricevere. Affrontare il problema
amoroso, nell´ambito della pluralità delle relazioni senza essere consa-
pevoli delle proprie necessità, conduce nel deserto sentimentale. Infatti,
se le attenzioni dell´altra persona evidenziano le proprie carenze, paure,
bisogni e desideri, la relazione viene vissuta come aggressione. In più,
s´insinuano inevitabilmente sia seduzione che manipolazione per riusci-
re a soddisfare le necessità affettive e di esaltazione dell´E2, che sono
nascoste nelle zone di ombra.

♦ Nelle relazioni, l´incapacità di aprire il mio cuore, per paura di non riuscire a
gestire le emozioni forti e VERE; il motore di tutto è la fame d´amore e il rico-
noscimento.
♦ Inoltre, nell´ambito della coppia sono competitiva e così come do voglio che
l´altro faccia quello di cui ho bisogno.
● Esigo dal mio partner che capisca la profondità del mio pensiero e delle mie
motivazioni e che si pieghi ai miei capricci e alle mie necessità, che sono molto
più importanti delle sue "sciocchezze”.
■ Nell´ambito dell´amore, il non riconoscere la mia necessità di avere l´amore
dell´altro e, in più, la paura del suo abbandono.
■ L´orgoglio alimenta il mio deserto sul piano sentimentale.
88 Enneagramma delle passioni

Il carattere orgoglioso teme il rischio di esporre i suoi veri senti-


menti e le sue vere necessità, perché potrebbe veriicarsi il caso di do-
ver affrontare la frustrazione nel non vederli compresi e soddisfatti. La
relazione è asimmetrica. L´E2 è il salvatore: il suo amico o compagno,
il salvato. Ma una relazione matura ha senso sul piano dell´uguaglianza,
piano sul quale l´orgoglioso si muove con dificoltà.

■ Nell´amore, per esempio; oggi che mio marito è in viaggio, io devo fare uno
sforzo cosciente per sentire che mi manca, per non cadere nella prepotenza del
“poter fare a meno di lui”, il che mi porterebbe comodamente nell´orgoglio, ma
raffredderebbe il mio cuore all´amore.
■ Per non incontrare lo spettro del riiuto ho evitato uomini che mi piacevano
davvero, ripiegando su quelli che mi piacevano meno, ma erano rassicuranti e
adoranti nei miei confronti.
● Voglio che la mia compagna e i miei amici mi considerino e mi stimino, mi
considerino un protagonista. Io vi salverò.

Lavoro

Gli indicatori di fondo peculiari dell´E2, riappaiono nell´ambito la-


vorativo. La ricerca dell´elogio si concilia con la fuga dalla critica; ecco
per quale motivo l´orgoglio si vuole rivendicare attraverso l´eficienza.
Ma si corre il rischio di applicare anche nel lavoro l´inconsapevolezza dei
propri limiti, atteggiamento che può danneggiare la qualità del proprio
incarico. Si vivono male le relazioni di gerarchia, poiché l´autorità è per-
cepita come un limite alla libertà personale, tranne nel caso in cui, attra-
verso la seduttività o altre strategie, si riesca a dirigere il capo dall´ombra.

♦ Nell´ambito lavorativo ho l´orgoglio di dimostrare la mia estrema eficienza, evita-


re la critica e il giudizio negativo, anzi cercare di sentirmi elogiato.
♦ Nel lavoro sono assai competitiva e, per essere accettata, sono molto manipolatri-
ce e seduttiva con chi lavora con me.
● Sbrigo più lavoro di quanto possa sostenere e svolgere in modo adeguato: ne risul-
ta una bassa qualità del lavoro.
■ Nel lavoro, non riconosco le mie lacune, le mie ansietà, la mia necessità di aiuto.
♦ Sono molto ribelle col mio capo.
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 89

Alcuni esempi, estrapolati dai fatti o dalle situazioni di vita menzio-


nati nelle interviste, mostrano come l´orgoglio funzioni, nella pratica,
mediante la repressione delle proprie necessità, la rinuncia alla vita pri-
vata, la perdita del limite nella dedizione all´altro e l´incapacità di adden-
trarsi nelle proprie zone d´ombra per avere una visione completa della
realtà.

♦ Nel lavoro, è capitato di rinunciare alla mia vita privata, al mio tempo e impegnarmi
gratuitamente con il solo scopo di migliorare le prestazioni e soddisfare le richieste.
● Sono arrivato a tenere 12 sessioni di psicoterapia lo stesso giorno, seguite da una
conferenza e, tutto, senza sentirne il peso.
■ Per esempio, nella mia attività, non valutando il mio lavoro rispetto a quegli aspetti
che mi causano problemi, non approfondisco il suo sviluppo, il suo studio, la sua
supervisione... aggravando il problema o perpetuandolo...

Globale: amore (coppia e amicizia) e lavoro

Le conseguenze dell´orgoglio nell´ambito delle relazioni con gli al-


tri sono la diminuzione della consapevolezza e la conseguente perdita
dell´essere. A ciò contribuiscono i meccanismi di difesa che ostacolano il
risveglio e sviluppano in modo esagerato le strategie operative tese a man-
tenere sotto controllo la situazione; questo, sia nell´amore e nell´amicizia
che nel lavoro. L´umiltà e la verità appaiono come ingredienti destabiliz-
zanti, ma contemporaneamente necessari, per un cambiamento profondo.

RIPERCUSSIONI DELL´ORGOGLIO NELL´AMBITO


DELLA RELAZIONE CON I BENI MATERIALI

Nell´ambito della relazione con i beni materiali, si sono scelti due ele-
menti d´interesse che vengono analizzati come sottoambiti: a) il denaro
e le proprietà; e b) la natura e l´ecologia. Osservare le ripercussioni che
l´orgoglio ha in questi campi non è un compito facile; per il suo studio è
stato predisposto un minore numero di unità concettuali, non per questo
meno signiicative.
90 Enneagramma delle passioni

Denaro e proprietà

In questa area di relazioni, il sottotipo conservativo ha un atteggia-


mento diverso dagli altri due sottotipi, specialmente dal sottotipo sessua-
le. Il denaro e le proprietà non possono strappare la priorità dell´amore
bensì mettersi al suo servizio. Servono per poter essere generosi o per
condividerli con gli altri. Sono l´espressione dell´abbondanza e pertanto
permettono di fuggire dalla sensazione di penuria, ma non si vuole di-
pendere da essi per mantenere la libertà come nel sottotipo sociale. In
maniera esplicita o nascosta, si cerca il controllo sul denaro tipicamente
nel sottotipo conservativo.

♦ Ho un atteggiamento molto distaccato con il denaro e con la mia casa.


♦ Vedo il denaro come un mezzo di sostentamento che mi consente di poter dare
certe prestazioni, come un mezzo e non come una necessità vera e propria.
● Accumulare oggetti, cibo come se ve ne fosse penuria.
● Voglio essere più forte dei bisogni materiali.
● Mi piace molto che vengano usate dalle altre persone le cose che possiedo: potrei
ricavarne un qualche vantaggio.
■ Preferisco far credere di essere sempre senza soldi, perché nutro il pregiudizio
che avere soldi sia eticamente discutibile e che offuschi lo splendore della mia
immagine incontaminata.
■ Ho una forte sensazione, nel profondo, di carenza e scarsità; controllo bene quali
siano le mie riserve di denaro, di cibo nel congelatore, di vestiti puliti nell´armadio
dei bambini...

Il sottotipo sessuale utilizza generosamente il denaro per comprare amo-


re. Il sottotipo sociale cerca maggiormente l´accumulo e l´abbondanza.
Il sottotipo conservativo opta per il controllo. L´orgoglio non perse-
gue tanto l´ostentazione, tipica della vanità, quanto la libertà di fron-
te a ciò che è materiale e l´indipendenza di fronte al denaro. Accettare
l´importanza del denaro signiica, in qualche modo, evidenziarne la ne-
cessità, situazione che l´E2 rifugge a tutti i costi.

♦ Mia madre diceva sempre che quello che non perdevo lo regalavo e che ho le
mani bucate.
♦ Sentivo che senza il denaro mi sarebbe mancata una risorsa, ma quando c´era
l´amore e c´erano gli altri, del denaro non m´ importava nulla.
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 91

♦ Per quanto riguarda gli oggetti, c´è stato un periodo nel quale ero molto geloso,
possessivo di ciò che era mio, e quando qualcuno non rispettava queste cose era
come se mi colpisse direttamente, come se le mie cose fossero parte di me. Oggi
fortunatamente tutto questo è svanito.
● Ho una collezione di vari oggetti di arredamento che talvolta sono davvero troppi
per starci. Eppure compro quello che mi piace senza che m´importi se ho spazio
oppure no.
■ Per la stessa ragione che mi rende meno unica, non ho mai accumulato denaro e
ho a disposizione solo il necessario per affrontare una vita sobria.

Natura ed ecologia

La natura come espressione di grandiosità e di forze illimitate attira


l´attenzione del carattere orgoglioso perché vi è abbondanza, pienezza.
Ma poiché l´E2 è maggiormente incentrato su se stesso, relativizza il va-
lore dell´ecologia pur riconoscendolo perché socialmente è impensabile
ragionare altrimenti. Comunque non adegua il suo comportamento alle
esigenze che implica il rispettarla.

♦ Mi piace godere della natura, ma non ho una buona relazione con gli animali. In
fondo, sento paura.
♦ Il rispetto dell´ambiente è sempre stato importante, ma stava diventando osses-
sivo; oggi posso dire che il rispetto è libero e sentito, in dove riesco a riconoscerlo.
● Mi piacciono i grandi paesaggi e le dimostrazioni della forza della natura come le
cascate, le albe spettacolari...
■ Esibisco un comportamento ecologista che in realtà non metto in pratica.
■ Con l´ecologia e la natura non entro davvero in relazione, mi piace curarla.

Esistono due posizioni contrapposte nel prendersi cura dei iori o


delle piante, ma la ilosoia dominante di questo enneatipo si trova lon-
tana dagli interessi ecologisti. L´orgoglio s´incentra più sugli aspetti per-
sonali, poiché subordina la natura al proprio servizio.

♦ Non sono molto ecologista. Sono rispettosa, ma senza esagerare: non farei qualun-
que cosa per difendere la natura.
♦ Normalmente non sopravvive alcuna pianta che dipenda dalle mie attenzioni, troppa
acqua, poca cura... sono tanto fragili...
● Ho un grande giardino pieno di piante e di iori che curo e coltivo con amore.
92 Enneagramma delle passioni

Globale: denaro e proprietà/natura ed ecologia

Il carattere orgoglioso inluisce sulle relazioni con i beni materiali


in maniera indiretta, poiché predominano indicatori tra cui sopratutto la
falsa abbondanza. Non sembra essere un terreno sensibile ai suoi inte-
ressi profondi.

RIPERCUSSIONI DELL´ORGOGLIO
NELLE RELAZIONI CON DIO, CON IL DIVINO,
CON IL TRASCENDENTE

Quest´ultimo ambito ha la sua particolarità. Ogni persona intervistata


ha potuto prendere una posizione personale davanti a Dio, al divino,
al trascendente. Le osservazioni non si focalizzano su una religione
speciica o su una determinata confessione.

a) Credere in Dio, ma spesso senza tenere conto dei limiti


istituzionali e dei riti religiosi.

♦ Sento e credo in un Dio, non credo nella Chiesa come istituzione.


● Davanti a questi insegnamenti io ho avuto un riiuto totale.
● Contestando la Chiesa che per me rappresentava Dio, ho contestato anche i
miei genitori.
■ Credo in Dio, benché non pratichi alcun rito religioso.

b) Un´idea di fusione con Dio. Per l´orgoglioso è più facile es-


sere una cosa sola con Dio piuttosto che qualcosa di distinto da lui, e
pertanto inferiore. L´equiparazione dell´amore con l´idea di Dio sembra
facilmente raggiungibile per l´E2.

♦ E soprattutto oggi credo in un Dio che è presente in ognuno di noi, come fulcro e
detentore dell´amore universale.
● Negli ultimi tempi sento un maggiore desiderio di dissolvermi in Dio e, sempre, un
trasporto nell´essere posseduto dal Suo spirito.
● Penso che sia talmente divino da essere dentro ciascuno di noi.
E2_L'enneagramma dell'orgoglio 93

c) Il rispetto rifugge il confronto: pertanto, non si corre il rischio di


perdere. Si mantiene ben saldo il senso dell´indescrivibilità di Dio, benché
s´ignorino le ragioni per le quali si opti per il silenzio.

● Dentro di me ho sempre avuto un profondo rispetto per il trascendente, ma ho


anche sempre sperato di non dovermi mai confrontare con esso.
■ Ne parlo appena e non ne ho mai scritto, né ho intenzione di farlo in questo questio-
nario: “...su ciò di cui non si può parlare si deve tacere”!
■ Sono molto rispettosa delle credenze degli altri, di ciò in cui credono.

L´orgoglio si chiude all´amore contemplativo, che si trova alla base


dell´amore per Dio: non può accettare l´esistenza della grazia, poiché è
gratuita e non dipende dalla propria eccellenza e dal proprio merito. Il
carattere orgoglioso si avvicina all´ambito divino per un´estrema neces-
sità o come espressione del suo istrionismo, τeffetti speciali” compresi.
L´immagine di Dio inteso come amore risulta più accessibile per l´E2.

♦ Mi costa mettere in pratica l´amore contemplativo: esiste sempre in me l´idea


folle che se io mi propongo di farlo ci posso riuscire.
♦ Quando durante la mia vita sono sorte le frustrazioni, che si sono prese gioco di
questa idea folle, o gravi problemi di salute in famiglia, ho pregato come una matta.
● Spesso penso di essere il iglio più meritevole e prodigo, io sarò il prescelto.
● Aspettative di arrivare ad avere esperienze sensoriali signiicative, poca stima
per la pace austera e senza “effetti speciali”.
■ Nella mia relazione con Dio l´evoluzione più importante probabilmente ha a
che vedere con il fatto di riconoscere in me, come in tutti, l´essenza divina
dell´amore di Dio.
■ Probabilmente l´orgoglio o la superbia m´impedivano di entrare in relazione con Dio.

L´emozionalità relativa all´E2 contiene un senso di anti-intellettualità,


come afferma Naranjo (1994a): τL´enneatipo II non solo è un tipo sen-
sibile, ma è anche, frequentemente, anti-intellettuale” (p. 204). Per questo
motivo esiste la tendenza a eliminare dall´esperienza religiosa le regole e le
verità intellettuali a beneicio dell´amore. Contrapposizione, d´altra parte,
più ittizia che reale. Un´esperienza intensa, un grave incidente, facilita
l´avvicinamento a Dio.

♦ Quando ascoltavo i preti predicare non li sentivo coerenti, non mettevano amore nelle
94 Enneagramma delle passioni

parole, ma regole e verità intellettuali; non mi emozionavano e non provavo nulla.


♦ L´incidente d´auto di un fratello, che ha lasciato mia nipote gravemente malata, mi
ha fatto pregare come non facevo da molti anni.

San Giovanni della Croce (1955) analizza l´impatto che i vizi capitali
hanno sui principianti, cominciando dalla superbia. Il fervore e la diligenza
nelle cose/negli aspetti spirituali e negli esercizi di devozione generano una
superbia nascosta che provoca soddisfazione nei confronti delle proprie
opere e di se stessi, come mostra il fariseo nei confronti del pubblicano (Lc
18, 11-12). Gli orgogliosi ricercano l´approvazione dei loro maestri spiri-
tuali e, se non la ricevono, li cambiano/sostituiscono con altri che τsiano
adatti ai loro gusti” (p. 764). Utilizzano strategie di manipolazione per sal-
vaguardare la loro immagine di grandezza spirituale: τOdiano elogiare gli
altri, mentre amano essere lodati e, a volte, lo pretendono persino” (p. 765).
Non godere ancora della pienezza provoca in loro una certa impazienza.
Le imperfezioni che tanto li disturbano, servono loro per non essere più
superbi e presuntuosi. Il loro senso dell´abbondanza, proiettato nel campo
religioso, li spinge a volere τinsegnare tutto”, p. 765, invece di approittare
dell´insegnamento degli altri, il che sarebbe una dimostrazione di umiltà,
virtù che guarisce la loro tendenza all´orgoglio spirituale, passione ricono-
sciuta dai padri del deserto come la variante più pericolosa di tutte quelle
possibili. La superbia dell´E2 cerca l´illuminazione, le esperienze extrasen-
soriali o manipola la religione per provocare ammirazione negli altri.

♦ Mentre pratico la meditazione, un pensiero abituale è:“Sono, o sarò, quello che medi-
ta meglio, il numero uno, il più illuminato” è il cercare il massimo vantaggio possibile.
♦ Mi è successo nel ´93. Per due giorni non ho chiuso occhio e durante il giorno avevo
la sensazione di sapere che cosa sarebbe successo da lì a qualche ora dopo. Questa
magia è proseguita con un richiamo notturno che mi ha guidato dal letto al tappeto
che avevo in sala e a un certo punto, impaurito, ma in stato di totale devozione,
ho sentito una voce che mi ha chiesto di inginocchiarmi. Ero convinto fosse Dio a
guidarmi, invece ho visto un´immagine sacra indiana contornata da angeli che mi
chiedeva cosa volevo dalla vita. Al momento non mi sembrava vera tanta bontà e in
una frazione di secondo ho pensato a quante migliaia di cose avrei potuto chiedere.
● Ancora: l´uso sociale dell´esperienza trascendente, ad esempio per aumentare il
grado di ammirazione degli altri nei miei confronti o per proporre come “superiore”
quella che è una pura esperienza personale e soggettiva.
VANITÀ
E3 L´ENNEAGRAMMA
DELLA VANITÀ

9
8 1

7 2

6 3

5 4

CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
‹‹

‹‹

Prevalenza dell´immagine a discapito dell´essere


Oscuramento
Voragine del vuoto, causato dall´apparenza
dell´essere

Identiicazione con la maschera e con le aspettative degli altri


Riduzione
Autoinganno e inzione
del livello di
Sostituzione dell´amore con l´ammirazione
consapevolezza
Dificoltà varie nell´essere consapevole

Bisogno di successo, di essere attraente, di prestigio e di riconosci-


Alterazioni del
mento
comportamento,
Il fare come meccanismo di fuga e come conquista
per mezzo di
Competitività come surrogato di capacità di risolvere le situazioni
alcune strategie
Eficacia, controllo, autonomia, sicurezza, pragmatismo
operative
Disconnessione emozionale e istintiva
Piacere come dovere di adeguamento all´altro e come perdita di sé
Interpretazione di un ruolo nel grande teatro del mondo

‹‹
Ripercussioni della vanità nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E3_L´enneagramma della vanità 99

1. OSCURAMENTO DELL´ESSERE

«Mettiamo le marionette nella scatola e chiudiamola, perché questa rappresentazio-


ne è inita»: così Thackeray (1984, vol. II, p. 396) conclude il suo famoso
romanzo a puntate La iera delle vanità, da cui sono stati tratti anche dei
ilm. Le persone si riducono a burattini, fantocci e marionette, senza vita
propria, manovrati dall´esterno. Nel paragrafo precedente, Thackeray cita
l´espressione latina Vanitas vanitatum, in riferimento all´Ecclesiaste 1,2:
ιVanità delle vanità, tutto è vanitàκ. La parola greca α α ό tradotta
come vanità, signiica letteralmente τcolpo di vento, sofio, alito”, ma si
accosta in maniera igurativa a tutto ciò che è efimero, caduco, futile. Per
quale motivo l´E3 si aggrappa alla vanità, mettendo così in gioco il senso
della sua esistenza?

1.1 Prevalenza dell´immagine a discapito dell´essere

Se immagine ed essere si integrano in modo coerente, allora esiste l´unità


personale. Quando perdono la loro connessione, sorge l´ambiguità e
l´inganno, perché l´immagine si distacca dall´essere e trasmette altri con-
tenuti. David Lynch (1980) diresse il ilm Elephant man, basato sulla storia
vera di Joseph Carey Merrick sotto la cui deformità isica pulsava una
personalità dolce e sensibile. La persona vanitosa traccia una divisione
tra l´apparenza dell´immagine e l´identità del suo essere, privilegiando la
prima.

■ Esiste come una lastra d´acciaio tra il mondo interno e il mondo esterno.
● La realtà interna è diversa da quella che appare: creazione del falso sé.
■ C´è come una scissione tra ciò che faccio e ciò che sono.
■ Il non fermarmi a cogliere la differenza tra la mia personalità più autentica e
l´immagine creata da me.

L´obiettivo del vanitoso è l´amore, ma cade nella trappola di met-


tersi una maschera attraente per ottenerlo. Solo l´essere è la fonte e allo
stesso tempo il destinatario dell´amore. Impegnandosi nella costruzio-
ne di un´immagine preconfezionata, si distacca da se stesso e, così fa-
100 Enneagramma delle passioni

cendo, ostacola il proprio percorso amoroso. L´essere è autonomo, ma


l´apparenza si alimenta dello sguardo altrui, al quale cerca di piacere e
che vuole compiacere. L´E3 cade così nel marketing dalla personalità.

● Le emozioni hanno qualcosa di costruito, come nella pubblicità televisiva, dove si


vendono prodotti con persone che hanno un sorriso che vuole incantare...
■ Era concentrare l´attenzione sull´immagine esterna che gli garantiva amore.
♦ Ho sentito l´obbligo di piacere e di compiacere; tutto ciò basato sull´immagine che
ho di me, sull´idea che ho di me stessa.

L´E3 polarizza tutte le sue energie verso la costruzione della propria


immagine in modo da nascondere la sua realtà. Non c´è un centro, ma
solo periferia. Il desiderio di piacere convive con la paura di essere. Tutto
si incentra sull´immagine come compito prioritario, ma il prezzo che si
paga è esagerato: ιChe giova infatti all´uomo, se guadagna tutto il mon-
do e poi perde la propria anima?κ (Mt 16,26). Non esiste una consistenza
interiore, piuttosto un atteggiamento camaleontico.

♦ Non posso mostrarmi come sono, non posso perdere l´immagine di me.
■ E spesso si è in grado di diventare dei camaleonti, rischiando di perdersi, di non
riconoscere il proprio centro.
♦ Si tratta di mettere una benda dietro la quale nascondo quello che mi sta accaden-
do, per paura di riconoscere e affrontare la realtà.

1.2 Voragine del vuoto, causato dall´apparenza

La persona vanitosa prova terrore all´idea di togliersi la maschera. In-


tuisce che sotto di essa esiste solo vuoto. Sente una voragine davanti alla
piccolezza e alla perdita dell´essere. Si pone una domanda tragica: Se io
non sono la mia maschera, allora cosa sono? Come poter deinire se stessi
senza riferimenti esterni? Così si origina una caduta nell´abisso.

♦ Tolta la maschera resterebbe poco o nulla da far vedere.


■ Io posso fare tutto bene, ma “chi sono io?”.
♦ Di tutte queste caratteristiche, quella con la quale m´identiico maggiormente è la
svalutazione interna che in fondo mi porta alla sensazione di vuoto totale, perché
la mia maggiore dificoltà è sapere quali sono i miei valori se non mi provengono
dall´esterno.
E3_L´enneagramma della vanità 101

Quanto più ci si concentra sulla maschera, tanto maggiore è la si-


ducia in sé. L´immagine è protezione, ma soprattutto inganno. Nasconde
qualcosa che non si vuole mostrare perché, se qualcuno scoprisse cosa vi
è sotto, rimarrebbe deluso. Si sfocia nel culto all´apparenza. Si sostituisce
l´amore, proprio dell´essere, con l´opinione degli altri, che è irrilevante e
multiforme.

● Il 3 si porta dentro un vuoto interiore abbinato a una esteriorità molto attiva: è la


personalità esteriore e allegra che agisce.
■ Quella che percepisco alla base di tutto è una gran siducia in me stessa, come se
fossi indegna, malvagia e ignobile.
♦ Il culto dell´apparenza, dell´apparire, di quello che pensano la gente e gli altri, è tutto.

La maschera esibisce una bellezza fredda, allegra e tranquilla. Senza


legami con il proprio l´essere, non vi è emozione, ma solo una maschera,
quasi una smoria. Senza la maschera, si sperimenta il vuoto, la perdita e la
distruzione. Per questo motivo, l´E3 fugge verso la supericie. Il sentimen-
to autentico viene sostituito dal sentimento adeguato alla funzione che si
svolge in quel momento. L´attore si dissolve nel copione che interpreta.

● Mi è mancato il terreno sotto i piedi; mi sentivo vuota, fragile, piccola, inutile, persa,
addolorata, distrutta.
● Il 3 è perfetto in molte cose, ma fugge dal senso di vuoto interiore, fugge dal contat-
to con l´emozione, una cosa che vista da fuori viene percepita come supericialità.
● Non c´è spazio per sentire il vuoto, per sentire l´angoscia, per sentire l´ira, perché
questo non si accorda con il ruolo di persona simpatica e gradevole.

2. RIDUZIONE DEL LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA

L´inconsapevolezza, intesa come meccanicità, conduce a una distorsio-


ne cognitiva ed è terreno fertile afinché la passione dominante, intesa
come motivazione insuficiente, ostacoli il poter vedere lucidamente.
Così l´essere resta oscurato e ci si sforza per riempire di surrogati il vuo-
to che si genera. I meccanismi di difesa concorrono al mantenimento
dell´inconsapevolezza. Si ricercano soluzioni false o apparenti per confer-
mare le proprie capacità o per soddisfare le necessità profonde. Di seguito
102 Enneagramma delle passioni

verranno utilizzate quattro sottocategorie per indicare le diverse strategie


utilizzate dal carattere vanitoso per bloccare la sua coscienza o attenuarne
la sua percezione.

2.1 Identiicazione con la maschera


e con le aspettative degli altri

La vita per il vanitoso è un ballo in maschera. L´attore greco che utilizzava


la sua maschera, il suo πρόσωπον, smetteva di essere se stesso per interpre-
tare un personaggio teatrale. Gli spettatori notavano solo la rigidità della
sua maschera che serviva allo stesso tempo ad ampliicarne la voce. Non
conoscevano il suo vero viso. L´E3 possiede un baule di travestimenti.
Ogni situazione richiede il più adeguato.

■ In tal senso una forte alienazione dagli aspetti istintuali e un´estrema attenzione
ai criteri “esterni” di comportamento giudicati “giusti, corretti”.
● Il 3 è un bravo attore: non riesce mai a recitare il proprio ruolo, ma solo quello che
l´altro accetta in quel momento.
♦ Socialmente, è un carattere camaleontico, molto bravo nell´adattarsi alle differenti
situazioni.
♦ Allora, ecco in aiuto le maschere, una per ogni situazione.

Il meccanismo di difesa, tipico della persona vanitosa, è


l´identiicazione, che Gurdjieff considera il ιnostro più terribile nemi-
co perché penetra dappertuttoκ (Ouspensky, 1968, p.204). Aggiunge:
ιL´uomo identiicato non è più che una cosa, un pezzo di carne; per-
de perino la poca somiglianza che aveva con un essere umanoκ (p.205).
L´identiicazione con i travestimenti utilizzati annulla la coscienza di sé.

♦ Ho sempre sperimentato un´identiicazione totale di me stessa con l´immagine che


davo, e vivevo al suo servizio.
● Un´altra idea folle è il confondere me stesso con quello che faccio: “o sono quello che
faccio” è l´idea folle che mi spinge all´eficienza, ma anche allo stress e all´ansia.
♦ S´identiica con il partner ino al punto di dimenticarsi di se stesso.
E3_L´enneagramma della vanità 103

2.2 Autoinganno e inzione

Relling, medico dell´opera teatrale L´anitra selvatica di Ibsen (2002) afferma


di usare un trattamento che consiste nel fare in modo che nel paziente non
si estingua la iamma della bugia τvitale” (p. 176). Si cerca cioè di mante-
nere il malato nell´inganno. Relling è consapevole che ιquando a un uomo
dozzinale viene tolta la sua bugia vitale, inisce allo stesso tempo la sua
felicitàκ (pp. 177-178). Il vanitoso vive immerso in un inganno esistenziale.
È talmente identiicato con la propria immagine che cade nel più profon-
do dagli autoinganni e perde la connessione con la realtà. Si tratta di un
imbroglione imbrogliato.

■ I numeri 3 ingannano se stessi e gli altri aderendo a un´immagine che ispira rispetto;
questo atteggiamento è fonte di sofferenza.
■ L´inganno non è solo nei confronti del mondo esterno, ma si basa sull´autoinganno.
♦ Questo implica il non volermi rendere conto di quello che accade in ogni momento.

L´inganno è talmente sottile che mina gli ideali stessi. Ibsen (2002)
attraverso il suo personaggio Relling, mette in guardia senza attenuanti:
ιPerché lei usa precisamente la parola ideali, estranea alla nostra lingua,
quando abbiamo una parola speciica tanto adatta: bugie?κ (p. 177). Il
soggetto vanitoso nasconde tutto ciò che può mettere in pericolo la sua
immagine. Si sente un truffatore. Occulta talmente tanto le sue debolez-
ze agli altri da non riuscire più a vederle in se stesso.

♦ In fondo, chi mi ama è un po´ truffato, è cascato nel mio inganno, non si è accorto di
quanto poco io valga.
■ Presento a me stessa e all´altro un´immagine idealizzata, nascondendo le parti meno
belle di me non solo all´altro ma anche a me stessa.
● Nascondere la verità signiica anche nascondere se stessi e, quindi, quello che realmen-
te sento in quel momento.

Naranjo (1993a), a differenza di Ichazo, considera l´inganno come


ιnucleo cognitivo o cristallizzazione del carattere dell´Enneatipo IIIκ (p.
215). Andando oltre una certa sinonimia con inganno, bugia e falsità,
mirano maggiormente a una mancanza di relazione obiettiva coi fatti. La
104 Enneagramma delle passioni

parola inganno, invece, comporta ιuna mancanza di veridicità in relazione


ai sentimenti ed una simulazioneκ (p. 215). La inzione e l´adornare le
cose fanno perdere il contatto con la realtà.
● Bisogna distinguere tra menzogna e falsità: nel 3 è più facile nascondere la verità
piuttosto che raccontare vere e proprie bugie.
● Fingere di interessarsi ad argomenti che interessano ai miei interlocutori.
♦ Sono capace di ingentilire le cose secondo il mio capriccio, perché voglio vederle in un
determinato modo e non così come realmente sono.

2.3 Sostituzione dell´amore con l´ammirazione

L´E3, spinto dalla vanità, trasforma la necessità di amore in ricerca di am-


mirazione che, come surrogato, non soddisfa le sue necessità più profon-
de. La maschera, l´apparenza, può ricevere ammirazione, applausi, com-
plimenti, lodi, perino affetto. Tutto rimane però in supericie e rilette
banalità. Non arriva al fondo di sé. L´amore può essere diretto soltanto
all´essere e solamente da lì può essere contraccambiato. In questa ottica,
non sorprende che Gurdjieff affermi che ιscrittori, attori, musicisti, arti-
sti e politici, sono quasi senza eccezione malati. E di che cosa soffrono?
Innanzitutto di una straordinaria opinione di se stessiκ (Ouspensky 1968,
p. 206). Si riferisce a un tipo di persone la cui autovalutazione è di norma
legata esclusivamente all´applauso e subordinata all´ammirazione degli al-
tri. Una volta spente le ultime eco delle lodi, rimane il vuoto e la solitudine.

● La sua vita, i suoi interessi, il suo amore, i suoi sguardi e il suo sorriso devono
essere diretti a me.
■ Ho lottato molto per ottenere attenzione e ammirazione.
♦ Sono appena ritornato da un corso condotto da un professore nuovo per me. Duran-
te i primi giorni, ho scoperto che cercavo insistentemente il suo sguardo, dovevo esse-
re sicuro che mi avesse visto, che io per lui ero già qualcuno di differente dagli altri.

La vetrina si trasforma nel luogo esistenziale del vanitoso. Da lì si mo-


stra con ostentazione per essere visto e ammirato. La sua preoccupazione
per l´immagine ostacola la sua consapevolezza di essere. Ostenta splen-
dore, ma gli manca calore. Un vetro invisibile lo separa dagli altri. Tutto si
E3_L´enneagramma della vanità 105

esaurisce nella visione, manca il calore del tatto. I passanti si succedono tra
loro, ma nessuno rimane coinvolto dall´amore per un manichino, a meno
che non viva allo stesso livello epidermico degli oggetti ammirati.

● Necessità di essere vista e ammirata.


♦ Si è sempre come in vetrina.

2.4 Dificoltà varie nell´essere consapevole

Questa sottocategoria raggruppa un´ampia serie di unità concettuali,


controllate dalla passione dominante, che ostacolano la consapevolezza
di sé e portano alla meccanicità. Le reazioni automatiche impediscono di
rendersi conto delle autentiche motivazioni che mettono le radici nella
vanità nell´E3. Non si sperimenta un vissuto profondo dell´io, bensì la
sua subordinazione ai modelli esterni.

■ Prova una grande timidezza nel rapporto intimo.


♦ È timido.

La timidezza si manifesta maggiormente nei rapporti stretti, perché


risulta più dificile nascondere il trucco: si ha paura che cada la maschera.
Davanti a una critica bisogna salvaguardare il ruolo per sostenere il quale
si usa ogni tipo di sotterfugio e argomento convincente. Riconoscere
l´inganno implicherebbe affrontare il vuoto.

■ Rispetto alla critica, tendo a “girare la frittata”, trovando delle attenuanti o delle
spiegazioni convincenti.
■ Quando va via mi sento alternativamente colpevole con me stessa e arrabbiata con
lei: mi dico che è meglio essere sola che in sua compagnia.

3. ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO


PER MEZZO DI ALCUNE STRATEGIE OPERATIVE

Il comportamento viene inluenzato dal grado di consapevolezza posse-


duta da una persona, ma a sua volta lo genera. Qui si vedono le strategie
106 Enneagramma delle passioni

operative utilizzate dalla persona vanitosa per ottenere i suoi scopi e i


suoi desideri. L´aumento della consapevolezza e delle virtù disattiva in
maniera proporzionale i comportamenti a esse subordinati. A partire dai
dati ottenuti, si possono identiicare sette strategie operative.

3.1 Bisogno di successo, di essere attraenti, di prestigio


e di riconoscimento

Più di 1.000 libri della Biblioteca Nazionale della Spagna contengono la


parola successo nel loro titolo. La svolta materialista della nostra società
favorisce la sopravvalutazione dell´autoaffermazione. Il vanitoso la vive
come una necessità imperiosa, poiché il suo valore personale risiede nella
qualità e quantità di risultati ottenuti: vuole essere al centro dell´attenzione
e punto di riferimento. Le decisioni vengono valutate in funzione del suc-
cesso che possono riportare. Non si lavora in chiave interiore, ma si calcola
l´impatto sociale, la sicurezza dell´applauso, il prestigio. Il criterio interiore
cede il suo ruolo centrale alla valutazione esterna, poiché è lì che la vanità
trova il suo nutrimento.

♦ Voglio attenzione.
■ Personalmente lo vivo come desiderio di ottenere attenzione e ammirazione.
● Nell´amore: forte impegno e desiderio di essere al centro delle attenzioni.

Le modalità di attirare l´attenzione e il riconoscimento degli altri sono


circoscritte alle varianti dei sottotipi dell´E3. Il sottotipo sessuale attribu-
isce molta importanza al look ed è vittima della tirannia dello specchio.
Considera il sesso come forza di attrazione e gioca le sue carte migliori
sul piano isico. Il sottotipo sociale ricerca il prestigio, la fama, il successo,
l´ostentazione e il risultato come vie per emergere dal gruppo e per essere
stimato. Il sottotipo conservativo persegue la sicurezza del risultato uti-
lizzando la discrezione e allontanandosi da modalità di comportamento
troppo vanitose, quasi le considerasse un negativo fotograico.

♦ Essere curati nel vestiario, nel look.


● Necessità di avere prestigio nel lavoro, nella famiglia e tra gli amici.
■ Quando qualcosa mi è venuta bene, cerco di mettermi in mostra.
E3_L´enneagramma della vanità 107

La subordinazione dell´amore al successo, come automatismo generato


nell´infanzia, si traduce nella convinzione che vengano amate solo le per-
sone che riescano bene e abbiano successo. La vanità è il modo di ottenere
l´amore, ma paradossalmente, allontanandosi dall´essere, rende impossibi-
le l´amore. L´E3 vive il fallimento con autentica angoscia perché, parten-
do dai suoi criteri ermeneutici, presuppone la perdita dell´amore e la co-
scienza del vuoto. Le sue azioni sono selettive perché vuole intraprendere
solo quei compiti che gli garantiranno successo, un successo che però non
sempre dipende solo da lui.

■ Attribuisco ogni successo o fallimento alle mie azioni, escludendo dalla mia per-
cezione la preziosa rete di coincidenze, eventi simultanei, ispirazioni, etc. che ora
sento che mi guidano.
■ È fondamentale evitare gli insuccessi perché solo i vincitori sono degni di amore.
■ Questo limita enormemente l´espressione di me stessa, perché nella vita ho quasi
esclusivamente osato intraprendere solo quelle imprese che mi sembravano avere
“garanzie di successo”.

3.2 Il fare come meccanismo di fuga e come conquista

La dipendenza da lavoro, identiicata con l´espressione inglese workal-


coholism, costituisce uno degli elementi che meglio deiniscono l´E3. È
interessante conoscere le ragioni che lo spingono. Il fare è sempre stato
gratiicato con lodi e riconoscimenti dalle persone a lui più vicine e per lui
più importanti: è stata una forma mercenaria per richiamare l´attenzione,
senza acquisire amore che resta comunque uno degli obiettivi originari.
Pertanto, l´azione gli permette di conquistare mete ambiziose e ricevere
valutazioni positive, ma ha serie conseguenze: a) l´azione ubbidisce a
motivi esterni che alimentano la vanità, staccandosi delle dinamiche in-
teriori; b) non costituisce un obiettivo in sé, bensì un prezzo per ottenere
amore; c) si stacca dalle emozioni e dalla propria interiorità, e d) si genera
una spirale di iperattività a causa dell´accumularsi delle cose da fare.

● La giornata diventa un cumulo di cose da fare, nelle quali non so più come raccapezzarmi.
■ Si cerca allora sempre qualcosa da fare, che sia riconosciuto e valorizzato dall´altro.
■ Fare bene le cose per ricevere amore e riconoscimento.
108 Enneagramma delle passioni

■ L´iperattività che m´impedisce l´ascolto di me stesso e delle mie emozioni e che


utilizzo, talvolta, come meccanismo per non sentire.

Ricorrendo all´azione come fuga, la velocità è il requisito per poter


fare più cose, staccarsi dal campo emozionale ed evitare il vuoto. Ho-
noré (2005) ha pubblicato recentemente Elogio della lentezza. Un movimento
mondiale sida il culto della velocità. Tutto deve essere rapido, senza lasciare il
tempo né per pensare né per sentire. La cultura del fast food applicata a
tutti gli ambiti del fare umano. Esiste la paura di trattenersi, di fermarsi,
perché bisognerebbe affrontare i problemi insoluti che afiorerebbero in
supericie.

■ L´“accelerazione” è una di esse: consiste nel fare tutto molto in fretta, per non pren-
dere contatto con la realtà.
■ Tendono a mettere l´idea in pratica, vita veloce, piena di attività interessanti.
● Ho dificoltà a fermarmi!!!! Se non isicamente, a fermare la mia mente.
■ Sono molto veloce e credo che la mia rapidità abbia la funzione di anestetizzarmi
rispetto alla mia necessità di fermarmi e riposarmi ς ho molta paura di “non fare
niente” ς o di non fare qualcosa che in realtà voglio fare.

La perdita di sensibilità, che implica lo spostamento di energie


verso l´azione, si ripercuote in forma negativa sulle relazioni personali.
L´obiettivo è più importante dell´affetto. Il vanitoso diventa un nego-
ziatore senza viscere. Il lavoro polarizza la sua vita, annullando le altre
possibilità. La grande quantità di compiti crea la sensazione di essere
occupato e attiva il senso di importanza, ma lo allontana dalla propria
interiorità. Eficienza, perfezione, superiorità e autosuficienza accom-
pagnano le sue azioni.
♦ Credo che sia l´ambito del lavoro quello dove la maschera ha interferito maggior-
mente nelle mie relazioni personali, perché mi sforzo di sembrare una persona
impeccabile e molte volte perdo quote di umanità.
■ La “moltitudine di compiti” potrebbe essere un altro modo di non entrare in contatto.
● Necessità di dimostrare eficienza e buone capacità di esecuzione nel lavoro, agen-
do con indipendenza, autosuficienza e autonomia.
■ In un periodo della mia vita, l´agenda era di un unico colore, ossia lavoro, lavoro,
lavoro...
■ Il sentirmi in dovere di “fare tutto io”, perché l´altro “non è in grado”.
E3_L´enneagramma della vanità 109

3.3 Competitività come surrogato di capacità


di risolvere le situazioni

La persona vanitosa sostituisce la sua capacità di risolvere un problema con


l´ansia della competitività. La prima mira all´obiettivo e al suo conseguimento
soddisfacente. Nella seconda, l´obiettivo diventa il paragone con gli altri
che diventano rivali. Il trionfo personale comporta il fallimento altrui. L´E3
scopre con facilità le persone che possono fargli ombra.
■ Sto in un gruppo di lavoro che ha un compito comune. Noto competenza, anche
altre persone vogliono distinguersi e affermano con energia le loro idee che mi
sembrano povere e peggiori delle mie.
● Voglio essere la migliore e odio trovarmi davanti a qualcuno che minacci il mio
primato sotto tutti gli aspetti.
■ Invece di guardare in faccia la realtà, mi sono detto tutta la vita che gli altri ne
sapevano meno di me.

La rivalità distrugge lo spirito di cooperazione e cerca di minare i pro-


getti altrui. Il vanitoso non adotterà mai un´aggressività grossolana, poiché
in lui anche l´immagine svolge il suo ruolo, a meno che non si trovi in una
situazione estrema. Sa fare sgambetti senza che si noti; elimina a poco a
poco i suoi avversari ino a impadronirsi del potere.
● In genere boicotto i progetti degli altri se non vedo un vantaggi per me.
● È come annullare il rivale in forma molto innocente, dirne due o tre cose che lo
screditano.
● In azienda alla ine riuscii a convincere il consiglio di Amministrazione e in pochi anni
feci fuori tutti i “nemici”, senza che se ne accorgessero.

Il successo deve essere personale: gli altri valgono e sono utilizzati


nella misura in cui lo facilitano. La crescita degli altri mette in pericolo
il predominio personale; per questo motivo la iducia si dà con il conta-
gocce. Questi meccanismi rispecchiano il tema centrale dell´E3: assicu-
rarsi il successo che diventerà, come crede, la garanzia di essere amato.
Con il risultato che sperimenta il fallimento come una perdita di amore.
Anche gli altri anelano al trionfo che cerca. Di lì nasce la rivalità.
110 Enneagramma delle passioni

■ Non posso chiedere aiuto, né cooperare, né accettare di buon grado le idee altrui.
■ Le persone medie, appena “suficienti” non piacciono alla gente; non mi posso
permettere di idarmi di nessuno.
■ Devo essere competente ed eccellere in tutto, non devo sbagliare mai, altrimenti
perdo l´amore dell´altro.

3.4 Eficacia, controllo, autonomia, sicurezza,


pragmatismo

Il vanitoso si caratterizza per essere una persona attiva che normalmente


consegue gli obiettivi che si pone o, almeno, lotta strenuamente per rag-
giungerli. Perciò stima molto l´eficacia, l´organizzazione e l´ottenimento
di risultati che considera chiavi per il successo. Il mondo imprenditoriale
si muove per obiettivi e in esso gli E3 s´inseriscono bene, pagando abi-
tualmente un prezzo personale per tutto ciò.
♦ Nel lavoro cerco di essere un personaggio eficiente che fa bene le cose e cerco di
non sbagliarmi.
● A me capita sostanzialmente di evitare il conlitto, cercando di ottenere i risultati in
maniera non aggressiva ma manipolativa, se serve anche con una buona dose di falsità.
■ Tendenza a organizzare.

La spontaneità cede il posto al controllo. Il vanitoso è attento al det-


taglio perché non accetta di perdere per un nonnulla. Vuole controllare
tutto afinché non gli sfugga niente e possa ottenere quello che vuole.
Una buona organizzazione richiede il non lasciare nulla nelle mani del
caso né dell´improvvisazione. Questo atteggiamento normalmente è ac-
compagnato da un comportamento molto esigente verso se stessi, ten-
sione e assenza di emozioni.

■ Ci fu un momento in cui smisi di idarmi della bontà e della saggezza di tutto e mi


assunsi il compito di controllare il mondo.
■ Non gli si può criticare nulla; è un carattere troppo controllato, è una persona pulita
e molto disciplinata.
■ Il controllo della situazione signiica essere in grado di rispondere bene e risolvere
le situazioni, evitando il fallimento.
● Dificoltà a rilassarsi per avere tutto sotto controllo.
● Per esempio, la necessità di stare tra amici e di esercitare un certo potere e qual-
E3_L´enneagramma della vanità 111

che controllo su essi, benché in forma dissimulata, come, per esempio organizzare
incontri, fare una lista dei loro nomi e dei numeri di telefono, dare suggerimenti e
consigli quando uno mi svela le sue confessioni più intime.

Il vanitoso cammina sul ilo della sua vita come un funambolo. La


maschera genera incertezza. Solo la sicurezza poggia nell´essere, ma l´E3
la pretende dal suo personaggio. Vuole essere sicuro di ottenere il succes-
so, ma a volte deve correre rischi, anche quelli sempre controllati. Alcune
persone vanitose abbassano le proprie pretese per assicurarsi il trionfo a un
livello inferiore rispetto a quello che ci si può aspettare dalle loro capacità.
■ Mi considero una persona abile, capace, ottimista, in grado di aggregare persone
attorno a sé, ma anche accogliente e sensibile.
■ La mia necessità di sicurezza mi fa aggrappare a ciò che possiedo e che sento
come una rete di sicurezza.
♦ Scelgo partner deboli, in dificoltà, così mi sento io più sicura, mai messa in discus-
sione.

3.5 Disconnessione emozionale e istintiva

Il prezzo del successo è l´auto-sacriicio emozionale e istintivo. Sod-


disfare le aspettative altrui e compiacere gli altri, mediante l´offerta di
un´immagine attraente o corretta, è possibile grazie al sacriicio di sé. Il
vanitoso investe tutto il suo peso come persona, nell´apparenza e questo
a spese dell´essere. Allontanandosi dal centro del suo essere, rende impos-
sibile l´amore.

■ Togliendo forza agli impulsi temuti attraverso l´auto-critica si ha una delessione


del tono dell´umore.
♦ Questo mi fece soffrire molto ino a quando mi resi conto di come agisco afinché
gli altri mi vogliano bene e di come mi distacco da ciò che io realmente voglio o
cerco quando entro in relazione con gli altri.
■ Per fare la brava bambina, ho messo da parte il mio vissuto corporeo e i miei desi-
deri, pur di seguire “la retta via”.
● Storie personali: storia in cui i genitori hanno frustrato il libero istinto con forti aspet-
tative e con premi quando il iglio rispettava queste aspettative.

Juliet, dopo aver sperimentato il contatto freddo e rigido del me-


112 Enneagramma delle passioni

tallo, chiese con determinazione al cavaliere dell´armatura arrugginita:


ιTogliti questa armatura afinché possa vedere chi sei in realtàκ (Fi-
sher, 1996, p. 10). Senza dialogo da pelle a pelle, da essere a essere,
l´emozione si stempera. La maschera, benché bella, è fredda come la
porcellana. Nella stessa relazione sessuale non si riesce a donarsi re-
almente all´altro e anche l´orgasmo può diventare una inzione: un
(auto)inganno in più.

♦ Si sviluppa insensibilità.
♦ La mia reazione fu quella di mantenere un atteggiamento normale, ma quello
che gli mostravo in realtà era distanza, freddezza, lontananza e non seppi come
chiarire l´argomento; è come se non potessi perdonargli quello che per me era un
errore, ma contemporaneamente mi sentivo molto falsa per il fatto di non sapere
rompere quella tensione.
● Ma è una persona che nell´intimità rimane fredda, perché bada alla propria imma-
gine e quindi non si abbandona.
● La necessità di mantenere la mia autonomia mi portava a mostrare una certa fred-
dezza nel prendere determinate decisioni, come per esempio quando mi separai
dal mio primo marito, a 29 anni.

Il dottore William Harford, interpretato da Tom Cruise nel ilm


Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick (1999) si addentra nel tabù protetto
dalla sua maschera. Togliersela metterebbe in gioco la sua vita e si sco-
prirebbe la sua identità: non vi sono né emozione né contatto sessuale.
Alla ine, l´intruso viene allontanato. Ogni occultamento esige tensione e
controllo, con un enorme dispendio di energie, a dispetto dell´incertezza
del risultato.
♦ Tengo sotto controllo le emozioni, anche perché quando mi emoziono molto sono
travolta, non ascolto più quello che mi dicono, mi confondo. È un disastro.
♦ Questo mi fa perdere nell´altro senza tenere conto delle mie necessità o dei miei
desideri.
■ E poi trovarmi a riconoscere che forse gli altri non hanno poi così tanto bisogno di
me e che io ho rinunciato a qualcosa che mi poteva arricchire e piacere veramente.
■ Tutto questo occultamento genera una grande tensione, rende imprescindibile il
controllo ferreo, e impoverisce enormemente la vita.
E3_L´enneagramma della vanità 113

3.6 Piacere come dovere di adeguamento


all´altro e come perdita di sé

Qualsiasi persona vanitosa desidera piacere poiché in questo modo speri-


menta un ritorno, un feedback, che alimenta la sua autostima. All´interno
di questo intento, la seduzione svolge un ruolo chiave, specialmente per
il sottotipo sessuale, che dispiega i suoi incantesimi per attrarre gli altri.
La sua vanità si concretizza nella volontà di essere un amante ecceziona-
le per l´altro, dimenticando i propri sentimenti.
♦ Dubitando di avere altre capacità, c´è l´idea di poter attrarre un partner soprat-
tutto in base al sex appeal.
♦ È un tipo di seduzione discreta, non molto evidente, basata soprattutto nell´offrire
quello che ci si aspetta da me, sulla base della compiacenza.
♦ La vanità di essere un amante eccezionale.

L´imperativo che guida l´E3 si concretizza nel dovere di piacere a


tutti e di essere amato da tutti. Si tratta di un´idea folle, di una issazione
vanitosa, che aumenta la sua frustrazione, poiché qualunque riiuto o at-
teggiamento indifferente viene vissuto come un fallimento personale. La
trappola di questo progetto consiste nel subordinare il valore personale
alle reazioni degli altri.
■ M´identiico maggiormente con la ricerca del modo di compiacere l´altro per es-
sere amata.
■ Nel caso delle amicizie, la tendenza è quella di pormi come persona in grado di
aiutare, ma che, fondamentalmente, non ha bisogno di aiuto.
■ Devo piacere a tutti; mi devono amare tutti.

Ogni rappresentazione ha il suo costo. Si vive in funzione del copio-


ne che si recita al ine di ottenere l´applauso del pubblico e si inisce per
ignorare i propri sentimenti. L´accusa di Juliet al cavaliere dell´armatura
arrugginita riassume il dramma delle relazioni di coppia: ιCredo che tu
ami più la tua armatura di quanto ami meκ (Fisher, 1996, p. 9). L´E3
affronta il paradosso del fatto che la paura di perdere gli altri inisca in
una perdita di sé.
114 Enneagramma delle passioni

■ Cammino un po´ scoraggiata e con espressione triste? Mi distendo e sorrido legger-


mente come se fossi incantata della vita.
■ Un altro aspetto, è che, soprattutto nella relazione di coppia, sotto la maschera
della brava bambina che si comporta o è come l´altro la desidera, in fondo in fondo,
non faccio altro che amare me stessa e l´immagine di brava bambina con la quale
m´identiico.
■ Questo fa si che io rischi di trovarmi in un paradosso doloroso: “Se sono come
l´altro mi vuole, rischio di allontanarmi da me, quindi potrebbe accadere che per
non perdere l´altro perdo me”.

3.7 Interpretazione di un ruolo


nel gran teatro del mondo

Calderon de la Barca (2005) scrive un auto-sacramental allegorico intito-


lato Il gran teatro del mondo. In esso denuncia la confusione tipica dell´E3
tra vivere e rappresentare: ιSenza vedere, senza notare che, quella, è in-
zione, pura rappresentazione, sogno non vita!κ (p. 62). Nonostante ciò,
la sua visione è più esistenzialista e universale: ιTutta la vita umana è una
rappresentazioneκ (p. 65). Il problema non è che il vanitoso interpreti
il suo copione, ma che lo faccia in funzione degli altri e a spese della
propria vita.
● Il 3 è un bravo attore: non riesce mai a recitare il proprio ruolo, ma solo quello che
l´altro accetta in quel momento.
♦ In passato spendevo molto per l´abbigliamento, per il mio look.
♦ Il bisogno di essere visto.

L´E3 vincola la sua emozione al copione che recita e attribuisce a se


stesso il sentimento del personaggio che rappresenta. Col risultato che
cerca sempre d´interpretare l´emozione adeguata, pertanto costruita e ar-
tiiciale. Non sorgendo dal profondo del suo essere, rimane in supericie.
Come una banderuola, si muove a seconda del vento che sofia più forte e
le maschere che utilizza sono scelte in funzione del pubblico per ottenere
accettazione e applauso.
■ Ricerco sempre “copioni sicuri” e “adeguati” piuttosto che arrischiarmi a soffrire il
riiuto di una sola persona.
E3_L´enneagramma della vanità 115

● Il controllo emozionale non signiica che non ci sia emozione, ma l´emozione è cos-
truita, è l´emozione che dipende dal ruolo.
♦ Ho bisogno di essere sicura di essere nel posto giusto o ricevere un segnale che è così.

La persona vanitosa è un attore che calca il grande palcoscenico del


mondo. Il premio dei suoi sforzi si concretizza nella critica favorevole
e nell´applauso fervente. Ogni diversa situazione può richiedere un co-
pione distinto. Multiforme e camaleontico, l´E3 persegue il calore del
pubblico a qualunque prezzo, compresa la rinuncia all´amore in bene-
icio dell´ammirazione. È possibile correggere questo modo di vedere
erroneo solamente se affronta il terrore del fallimento, e ancora di più
del vuoto.
● Può accadere che un 3, quando si rende conto dello sforzo di sostenere solo per gli
altri il ruolo per essere gradevole, eficiente e disponibile, più ne diventa consapevole
più sente risvegliarsi il desiderio di allontanarsi per riposare. Molti si creano un
amore per la lettura... o altro.
● Dificoltà ad accettare la critica altrui, oppure riiutarla.
● Per quanto riguarda l´amore, il 3 sociale è troppo legato al ruolo professionale; la
donna professionale è un po´ maschile, quindi votata un po´ alla rinuncia della vita
amorosa.

RIPERCUSSIONI DELLA VANITÀ


NELL´AMBITO DELLE RELAZIONI

La passione della vanità

La passione dell´E3 è la vanità. Si possono aggiungere alcune sfumatu-


re come falsità, autoinganno, desiderio di essere visto e di piacere, necessità
di ottenere attenzione e ammirazione. La preponderanza dell´immagine a
scapito dell´essere è l´indicatore più rilevante. La vanità, come espressione
dell´apparenza, mira a ciò che è inconsistente, fugace e caduco.
La vanità è la conseguenza del fuggire e del nascondere il vuoto me-
diante l´apparenza, che si costruisce in modo artiiciale per rispondere alle
domande e alle aspettative degli altri, al ine di ottenere il loro affetto e la
loro attenzione. Un tradimento dell´essere in omaggio della inzione.
116 Enneagramma delle passioni

♦ La disconnessione dal proprio essere.


● L´autoinganno è quello di non conoscere ciò che si vuole per rispondere alle richie-
ste degli altri. È quello che, per quanto mi riguarda, è sempre avvenuto.

L´apparenza è esterna, ma il vanitoso la trasforma in un proprio


criterio di valutazione. La scommessa si rivela dannosa e il risultato
è la perdita di sé per l´affanno di conquistare l´attenzione degli altri,
l´annullamento della vita interna e della sfera d´intimità, la supericialità
per paura di rivelare un´essenza personale che, tra l´altro, si ignora...

♦ È vivere proiettati verso l´esterno.


■ Ma una vita incentrata sul successo esteriore sacriica per forza di cose la vita
interiore, che nasce dall´intimità e dalle domande sulla propria intimità.

Il sottotipo sociale afferma: ιNel 3, il sociale sembra più intellettua-


le; il sessuale più emozionale e il conservativo più attivoκ. Sono sfumatu-
re interessanti, ma più concretamente la vanità sessuale viene alimentata
dall´immagine isica maschile o femminile, la vanità sociale si nutre del
prestigio, mentre la vanità conservativa si sostenta grazie all´immagine
di sicurezza.

♦ Sottotipo sessuale: Dal punto di vista del mio sottotipo sessuale, ho vissuto la
vanità come seduzione basata sulla mia immagine isica, con il ine di potermi
identiicare e riconoscere.
● Sottotipo sociale: Vuole il riconoscimento del proprio prestigio, e per questo lavora
tanto e fa molto sforzo.
■ Sottotipo conservativo: La modalità del 3 di essere “esecutore” è legata a una certa
vanità, all´autostima indotta dal riconoscimento della propria produttività.

Le issazioni, chiamate colloquialmente τidee folli”, sono distorsio-


ni cognitive che alimentano e giustiicano la passione dominante, che
risiede nel centro emozionale. L´E3 incentra il valore di una persona
sull´opinione degli altri. Pertanto si orienta sulla base di un criterio
estrinseco, mutevole e facilmente manipolabile.
♦ In fondo, chi mi ama è un po´ truffato, è cascato nel mio inganno, non si è accorto
di quanto poco io valgo.
● Se, in un dibattito tra amici, resto silenziosa e non manifesto la mia opinione, allora
E3_L´enneagramma della vanità 117

mi prenderanno per pagliaccia, per supericiale o per vuota.


■ Niente andrà bene se non lo faccio io.

La vanità implica la trasformazione di un essere che si sente inade-


guato in oggetto desiderabile, migliorando a dismisura la propria imma-
gine. Vi è la ricerca dell´amore attraverso la strada sbagliata: la rinuncia
dell´essere e la dipendenza dallo sguardo altrui.

♦ Sono comportamenti automatici, cioè come io credo di dover essere ma è anche


un modo per cercare di essere simpatica a tutti al ine di non essere esclusa, cioè,
perché mi vogliano, mi accettino.
● Voglio essere la migliore e odio trovarmi davanti a qualcuno che minacci il mio
esserlo: sotto tutti gli aspetti.
■ Il controllo della situazione è il fatto di essere in grado di rispondere bene e risol-
vere le situazioni, evitando il fallimento.

I meccanismi di difesa pretendono di attenuare la consapevolezza in


tutti i suoi ambiti o di farla sparire. L´identiicazione dell´E3 con la sua
immagine ostacola la consapevolezza di sé. L´attore si perde in funzione
del personaggio.

♦ Se ho un interlocutore aggressivo o che mi tratta con suficienza, me ne vado, pro-


fondamente frustrata, dicendomi che non merita gli dica niente: non merita neanche
il mio rispetto, sarebbe un onore troppo grande rispondergli.
● Mi sento meglio se cerco di giustiicarmi e non ammetto il mio errore o il mio sbaglio.
■ Un altro aspetto rilevante è l´identiicazione con un´immagine ideale di sé.

Calderon de la Barca (1982) sintetizza nel soliloquio di Sigismondo


ne La vita è sogno l´inganno dell´E3 e la fugacità dell´applauso che cerca:
ιIl re sogna d´esser re, e così ingannato vive esercitando il comando, di-
sponendo e governando; ma gli ossequi che riceve come in prestito può
scriverli sulle ali del vento, e la morte li muta in fredde ceneri... Sventura
immensa!... È possibile che ci sia chi cerca di regnare, se pensa che poi do-
vrà ridestarsi nel sonno della morte? Il ricco sogna le sue ricchezze che gli
procurano tante preoccupazioni; il povero sogna di soffrire la sua misera-
bile povertà; sogna colui che comincia a prosperare; sogna chi s´affanna a
correr dietro agli onori; sogna colui che insulta e offende... In conclusione,
118 Enneagramma delle passioni

tutti in questo mondo sognano di essere quel che sono, se anche nessuno
se ne rende conto!... Io sogno d´esser qua oppresso da queste catene; ma
ho sognato che mi vedevo in altra condizione ben più lusinghiera... Che è
mai la vita? Una frenesia. Che è mai la vita? Un´illusione, un´ombra, una
inzione... E il più grande dei beni è poi ben poca cosa, perché tutta la vita
è sogno, e gli stessi sogni son sogni!κ... (p. 77).
♦ Sono capace di abbellire le cose secondo il mio capriccio perché voglio vederle in
un determinato modo e non così come realmente sono.
♦ Altro aspetto: ho una visione che a volte ingigantisce l´importanza che posso avere
in una situazione, e mi è dificile avere la giusta percezione di quanto io conti
davvero.

RIPERCUSSIONI DELLA VANITÀ


NELLA RELAZIONE CON SE STESSI

L´E3 crede che l´essere non garantisca l´amore. Poiché non vuole rinun-
ciarvi, pretende di conquistarlo attraverso l´immagine e l´apparenza. Le
conseguenze sono immediate: cede l´approvazione di se stesso a fattori
esterni, adatta il proprio comportamento a determinati criteri di corret-
tezza e si distacca dalle emozioni e dagli istinti profondi che potrebbero
interferire nella rappresentazione sociale del suo copione, allontanandosi
dalla sua identità.
● Mi capita, anche durante la meditazione, di trovarmi a inseguire pensieri o altro
che impediscono il più delle volte un contatto profondo e allora... rinuncio anche
alla meditazione...
■ Distacco dalle mie emozioni.
● Provo una grande dificoltà a entrare veramente in contatto con il mio io interiore.

Il gioco di apparenze al servizio dell´immagine nutre le diverse


dinamiche della vanità, che si traducono in doppiezza e inganno. La
perdita del contatto con l´essere, allontana dall´autenticità e la maschera
che si utilizza conduce all´inganno. Si ha così identiicazione con ciò
che è artefatto e si agisce a partire dalla inzione. Il risultato ottenuto
si concretizza nell´autoinganno. Egli stesso è la prima vittima della sua
E3_L´enneagramma della vanità 119

rappresentazione. La persona sparisce a beneicio del personaggio, e


crescono in modo esponenziale i problemi di identità.

● Al compimento dei 40 anni cominciai a sentire la delusione nel vedere i segni che
il tempo lasciava sul mio corpo. Da quel momento iniziai ad andare in palestra e
ho perso circa quindici chili.
♦ Sono appena ritornato da un corso condotto da un professore che non conoscevo.
Durante i primi giorni, ho scoperto che cercavo insistentemente il suo sguardo, do-
vevo essere sicuro che mi avesse visto, che io per lui ero già qualcuno di differente
dagli altri.
■ E poi trovarmi a riconoscere che forse gli altri non hanno così tanto bisogno di me
e che io ho rinunciato a qualcosa che mi poteva arricchire e piacere veramente.

RIPERCUSSIONI DELLA VANITÀ


NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI

Qui l´ambito delle relazioni viene suddiviso in altri due sottoambiti: a)


l´amore, vissuto in coppia e nell´amicizia; b) il lavoro. In che modo si
ripercuote la vanità in questi due sottoambiti?

Amore (coppia e amicizia)

Le relazioni affettive e d´amicizia dell´E3 sono minate alla loro


stessa base. Sostituire l´amore con il piacere, ostacola il dare se stessi.
Sottomettersi alle aspettative dell´altro implica la perdita di sé perché si
ignorano i propri sentimenti. E non può esistere un compromesso in
questo. Il compagno non è qualcuno da amare e contemporaneamente
una fonte di amore, ma qualcuno cui dimostrare qualcosa. Non vi è
amore, bensì il piacere e l´esibizione per alimentare la propria vanità. Si
tratta di un τmatrimonio di convenienza”, come indica il titolo del ilm
di Weir (Green Card – Matrimonio di convenienza, 1990). Pesano maggior-
mente i reciproci vantaggi dei sentimenti personali. L´abbandono amo-
roso cede il suo ruolo centrale al calcolo e all´utilità.

♦ Voglio un compagno che sia socialmente accettabile, presentabile.


120 Enneagramma delle passioni

♦ È un falso darmi all´altro perché io non do quello che ho, piuttosto quello che credo
che l´altro voglia.
■ Un altro aspetto è che, soprattutto nella relazione di coppia, sotto la maschera
della brava bambina che fa o è come l´altro la desidera, in fondo in fondo, non
faccio altro che amare me stessa e l´immagine di brava bambina con la quale
m´identiico.
■ Nell´ambito delle relazioni affettive sicuramente il voler essere come l´altro mi
vuole, è per risultare amabile e desiderabile.
■ Questo fa si che io rischi di trovarmi in un paradosso doloroso: “se sono come
l´altro mi vuole, rischio di alienarmi da me, quindi potrebbe accadere che per non
perdere l´altro perdo me stessa”.

Le relazioni di coppia si risolvono in un gioco di apparenze nel quale


l´azione occupa il vuoto prodotto dall´assenza di sentimenti autentici.
Non si ama, si fa l´amore. Non può esservi un donare se stessi, perché si
è persa l´identità in favore dell´immagine. Predominano gli aspetti for-
mali e corretti. La rappresentazione teatrale non elimina la freddezza.
Persino l´orgasmo può trasformarsi in inzione. Le emozioni considera-
te adeguate prevalgono sempre su quelle autentiche.

■ Quando lei è in casa "la servo" costantemente .


♦ Questo mi fece soffrire molto in quando mi resi conto di come agisco afinché gli
altri mi vogliano bene e di come mi distacco da ciò che io realmente voglio o cerco
quando entro in relazione con gli altri.
● Nell´amore: qualunque atteggiamento del mio compagno che dimostri disinteresse
o indifferenza verso me o verso le mie cose e il fatto che rivolga la sua attenzione
ad altre cose o persone mi disturba.
■ Risultato: ci stiamo separando e quegli aspetti che io ho negato, perché pensavo
potessero non piacergli, a mio marito piacciono molto. Paradossale no?
■ Un aspetto si riferisce proprio a un episodio recente: stavamo attraversando una
forte crisi di coppia e il mio atteggiamento continuava a essere sempre disponibile,
accogliente e materna verso mio marito che sentivo lontano.

Lavoro

L´azione come meccanismo di fuga e come conquista acquisisce nella


persona vanitosa una grande rilevanza. Il fare garantisce eficacia, trasmet-
te sicurezza, implica autosuficienza e ha bisogno di controllo. Quando
E3_L´enneagramma della vanità 121

l´E3 entra in gioco con gli altri, cerca secondo una modalità compulsiva il
trionfo ed il successo attraverso la competitività. Non basta essere buono,
bensì il migliore. Il secondo posto non soddisfa, si aspira al primo. La
vanità vuole scuotersi dalle ombre che gli altri possono proiettare inendo
per oscurarla. Perciò, il vanitoso si converte in un arrampicatore, benché a
volte si renda conto che la sua strada non sia sincera.

♦ Nel lavoro mi sforzo di essere una persona eficace che fa bene le cose e cerco
di non sbagliarmi.
● Nel lavoro: desidero secondo una modalità compulsiva che il mio lavoro sia ricono-
sciuto, stimato, addirittura sopravvalutato; che sia il migliore di tutti.
♦ Nell´ambito lavorativo, anche se il progetto sul quale lavoro va malissimo, ciò che
m´interessa è che io possa fare bella igura, apparire brava.
■ Altro aspetto: il bisogno di essere competente per evitare il fallimento o la critica.
■ Non posso chiedere aiuto, né cooperare, né accettare di buon grado le idee altrui.

L´E3 esige molto da se stesso nel campo del lavoro. Il suo perfe-
zionismo ha alcuni punti in comune con l´E1. Dà minore importanza
al processo rispetto al risultato e il riconoscimento che deve raccogliere
davanti agli altri. È capace di eliminare i rivali, ma conservando sempre la
forma. La violenza dell´E3 si esprime in comportamenti esteriormente
molto corretti. La dificoltà nel delegare lavori e funzioni rende mani-
festa la valorizzazione vanitosa di sé, che nasconde la convinzione che
nessuno possa fare di meglio. Allo stesso tempo l´E3 ha paura che il
qualcun altro oscuri i suoi meriti con una realizzazione più brillante.

● Nel lavoro ricordo di aver fatto delle battaglie contro altri dirigenti d´azienda per
dimostrare il mio valore e naturalmente lo scarso valore degli altri.
■ Mi sono confrontata con la mia vanità eccessiva, immaginando di poter delegare
il lavoro solo a poche persone.
♦ Causa l´effetto specchio che mi trasmetteva quella persona, ho potuto vedere
che neanche io permetto a me stessa un errore; esigo l´impossibile da me stessa.

Globale: amore (coppia e amicizia) e lavoro

Nell´ambito delle relazioni con gli altri, nella coppia, nell´amicizia e


nel lavoro, emergono due indicatori: il piacere e il fare. Il piacere riguarda
122 Enneagramma delle passioni

soprattutto l´ambito delle relazioni personali e talvolta si mischia con


l´ambito del lavoro. Il piacere punta a compiacere le aspettative altrui e
ha nell´esterno il suo punto di riferimento. Il fare zittisce i sentimenti per
ottenere il trionfo e il successo, tutti criteri esterni di valutazione. Viene
sacriicata la realizzazione personale, impossibile da ottenere al margine
della propria identità, per adattarsi ai copioni sociali dettati dall´ambiente.

RIPERCUSSIONE DELLA VANITÀ


NELLA RELAZIONE CON I BENI MATERIALI

Nell´ambito delle relazioni con i beni materiali, si sono scelti due ele-
menti di interesse che vengono analizzati come sottoambiti: a) il denaro
e la proprietà; e b) la natura e l´ecologia. Osservare le ripercussioni che
la vanità ha in questi campi non è un compito facile per il suo studio è
stato predisposto un numero minore di unità concettuali, non per questo
meno signiicative.

Denaro e proprietà

Immagine, successo e sicurezza sono tre obiettivi che la persona


vanitosa ricerca attraverso il denaro, a seconda delle varianti del proprio
sottotipo. Il denaro non è il ine, ma un mezzo per ottenere quello che
si cerca, che sia potenziare la propria apparenza come anche affrontare
il vuoto con garanzie di sicurezza. Il sottotipo sessuale vuole il controllo
della spesa, si mostra più taccagno e s´inquieta davanti ad acquisti impor-
tanti. Ma non lesina in vestiario e immagine. Il sottotipo sociale consi-
dera il denaro come espressione del suo successo e l´ottiene mediante il
lavoro. Mostra attaccamento benché possa essere generoso. Il sottotipo
conservativo dà valore alla sicurezza così come all´indipendenza. Non si
riiuta di prestare denaro, ma calcola bene il risparmio e l´investimento.

● Ho un certo “attaccamento” al denaro in particolar modo per due motivi fonda-


mentali: l´uno perché è l´unità di misura adottata da questa società per veriicare
le capacità e il successo...
E3_L´enneagramma della vanità 123

● ... il secondo perché deve garantirmi il futuro, visto la profonda insicurezza che
sento verso le mie capacità e la paura di fallire.
■ Il denaro è un mezzo e non un ine.
♦ Non è per avarizia, bensì perché il denaro, le mie cose, mi danno sicurezza; in un
certo modo mi danno uno “status” e, in fondo, sicurezza.
● Denaro e proprietà: se mi mancassero avvertirei un sentimento di attaccamento,
molta ansia e un´insicurezza.
■ Il mio bisogno di sicurezza mi fa aggrappare alle proprietà, che sento come una
rete di sicurezza.

Il denaro e la proprietà sono a servizio della passione dominante


dell´E3. La vanità, intesa come apparenza, ha il suo costo e bisogna
investire in essa per dare una buona immagine isica o sociale, tradotta
in attenzioni verso il corpo, vestiario, accessori... La vanità intesa come
doppiezza genera vuoto e supericialità e il denaro viene usato per neu-
tralizzarli attraverso la sicurezza procurata dal suo possesso e dal rispar-
mio: può sempre capitare un´emergenza.

■ Esempio: ho scelto l´arredamento del mio studio in modo che sia un luogo fami-
liare per me e in cui l´altro possa sentirsi accolto, come in una casa.
♦ Mi successe la stessa cosa quando comprai il mio appartamento, mi causava
angoscia il fatto di non sapere se sarei riuscito a pagarlo.
■ Spendo molto poco e preferisco risparmiare e investire in beni che, in caso di
necessità, potrei vendere.
■ Cerco di avere denaro o proprietà solo mie, per mantenermi il più indipendente
possibile.
■ Per quanto riguarda il denaro: ad esempio, in questo momento di crisi tendo
a fare in modo di mantenere un gruzzolo da parte per le emergenze e per
potermela cavare.

Natura ed ecologia

La natura e l´ecologia sono temi di attualità, ai quali il vanitoso ade-


risce per il solo fatto di esserlo. Teme le predizioni catastroiche che una
mancanza di rispetto potrebbero arrecare al pianeta; per questo cerca le
modalità eficaci per la sua salvaguardia e il controllo dei comportamenti
che ne causano il deterioramento. A momenti, può esistere una lotta tra
il pragmatismo, tipico dell´E3, e il rispetto alla natura.
124 Enneagramma delle passioni

● A parole mi sento molto vicino ai temi dell´ecologia e verso la natura, forse non lo
sono altrettanto nei fatti.
■ Tuttavia, questa percezione della natura è nuova, perché prima ero molto indiffe-
rente al suo effetto su me, allo stesso modo in cui lo ero nei confronti del mio corpo.
■ È come se fossi un tutt´uno con la natura, come se la natura potesse accogliermi
e proteggermi più degli esseri umani.
♦ Rispetto alla natura o all´ecologia non so se all´esterno si noti la mia passione.
■ M´inquietano molto anche le predizioni catastroiste sul futuro del mondo.
♦ Inoltre, credo di sentirmi più viva nel contatto con la natura: in quel campo la mia
mente non funziona troppo attivamente.

L´ecologia rappresenta per il vanitoso come una sorta di oasi di so-


litudine, un ambito di autenticità dove non è necessario mettersi alcuna
maschera. Col risultato che risalta il carattere risanatore e rilassante che
un contatto con la natura rappresenta per l´E3: contempla la bellezza e
l´armonia identiicandosi con esse.

♦ Credo di aver vissuto i momenti più intensi della mia vita nella natura: nel mare,
guardando il cielo affollato di stelle, sulle montagne...
■ Non mi piace leggere cose sul deterioramento della natura e cerco di pensare che
siano esagerazioni.
■ Per quanto riguarda la natura: in un mio momento di profondo dolore e disperazione,
è stato per me un balsamo risanante mettermi distesa su un prato a contemplare
le stelle, sentendomi parte dell´universo e abbracciata dalla volta celeste o, ancora,
abbracciata a un albero.

Globale: denaro e proprietà/natura ed ecologia

Tanto il denaro come la natura entrano nella sfera del controllo che
l´E3 deve esercitare per la propria affermazione e incisività. Procurano
inoltre la sicurezza necessaria per compensare gli effetti di fragilità do-
vuti all´uso della maschera. Il culto dell´apparenza va a braccetto con il
vuoto dell´essere; da cui la maggiore urgenza di conferme e appoggio.
E3_L´enneagramma della vanità 125

RIPERCUSSIONI DELLA VANITÀ


NELLA RELAZIONE CON DIO, CON IL DIVINO,
IL TRASCENDENTE

Quest´ultimo ambito ha la sua particolarità. Ogni persona intervistata ha


potuto prendere una posizione personale davanti a Dio, al divino, al tra-
scendente. Le osservazioni non si focalizzano su una religione speciica o
su una determinata confessione.

a) Il senso della divinità permette di affrontare la voragine del vuo-


to. La pienezza di Dio si connette con l´interiorità personale e rappre-
senta ciò che è permanente di fronte alla cosa fugace, l´essere di fronte
all´apparenza.

● La verità è che credo che io stessa, la mia essenza, siano Dio; ognuno di noi, nel
nostro stato più puro ed essenziale, è Dio.
♦ È in ciò che è insigniicante dove sento più la sua presenza.
♦ È quello che c´è in me se smetto di essere io e quello che c´è anche negli altri.
■ Sento il divino dentro me, come la più alta manifestazione del mio Essere, che
colgo all´interno di me quando riesco a entrare in contatto con i miei aspetti più
autentici, al di là delle maschere.

b) L´identiicazione con il divino determina un senso di espansione e


dilatazione di sé, ma paradossalmente permette anche di scoprire le orme di
Dio nel proprio cuore. La verità su sé agisce come balsamo contro la vanità.

■ Amavo molto Gesù e a volte preferivo andare nella cappella della scuola di suore
dove studiavo piuttosto che divertirmi.
♦ Da quando ho iniziato il mio percorso di crescita personale, ho continuato a sentire
maggiormente Dio, man mano che percepivo di più il mio cuore.
● Dio è tutto quanto ci portiamo dentro ed è la trascendenza della persona stessa.

c) La presenza di Dio nutre la spiritualità come essenza di vita,


come superamento delle apparenze, come scommessa sull´accettazione
della propria realtà, specialmente con il proprio aspetto ombra, dissimu-
lato dalla vanità.
126 Enneagramma delle passioni

■ Contatto una parte divina di me quando riconosco le mie miserie umane e le accolgo
come espressione di me, senza negarle o giudicarle.
■ Credo che Dio sia presente in ogni manifestazione esistente al mondo.

La vanità ostacola le relazioni con Dio, con il divino e il trascendente


perché promuove l´apparenza a discapito dell´essere, stimola meccani-
smi di controllo ed eficacia di fronte al dare se stessi, e accentua spe-
cialmente il vuoto dal quale si pretende di fuggire, attraverso l´azione.
Lo svincolarsi del proprio essere implica nella persona vanitosa una
disconnessione con la fonte dell´essere, intesa come l´essere supremo.
Pertanto, implica la negazione della vita spirituale, i cui parametri si al-
lontanano dalla iducia nei propri mezzi. La relazione dell´E3 con Dio
cerca l´aderenza con le sue aspettative, l´ammirazione come sostituto
dell´amore e l´ansia di piacere e compiacere.

♦ Sicuramente è l´azione quella che maggiormente m´impedisce di entrare in relazio-


ne con Dio, perché molte volte mi perdo nel fare e non mi lascio essere.
■ C´è stato un momento in cui ho smesso di idarmi della bontà e saggezza di tutto, e
ho assunto per me il compito di controllare il mondo.
♦ È come se Dio fosse stato inora fuori della mia attenzione, tutta concentrata
com´ero sul mio ´pubblico´ umano, sulla ricerca del consenso.
■ L´aspetto della compiacenza e dell´essere brava bambina, forse anche legata a una
cultura cattolica, ha fatto sì che per tanto tempo il mio rapporto con il divino fosse
caratterizzato da norme morali alquanto rigide, con un SuperIo molto castrante, in
cui il DOVERE soffocava pesantemente il PIACERE.
■ Tendendo ad allontanare da me, a non accogliere gli aspetti spirituali che, mio mal-
grado, iniziavo a cogliere nella mia esperienza di vita e nel mio cammino di crescita.
■ Ora sento che quel sonno descriveva la perdita di contatto con la mia parte spirituale
che fuggiva “spaventata davanti al rumore degli uomini”.

In Mt 7,24-27, si evidenzia il contrasto di ediicare una casa su roc-


cia o sulla sabbia. La prima resiste a venti e temporali perché ha buone
fondamenta. La seconda frana per mancanza di solidità. La vanità corri-
sponde a questa immagine di mancanza di consistenza e di costruzione
efimera. Dio è la roccia che dà fermezza, perché è essere. La sabbia, al
contrario, non garantisce alcuna stabilità. La vanità guarda alla costruzio-
ne; l´autenticità, all´essere. L´E3 dà priorità al merito rispetto al dono,
E3_L´enneagramma della vanità 127

perché in questo modo dirige e controlla; concepisce la spiritualità come


spettacolo e fenomeno epifánico, di rivelazione della divinità; e adegua
il suo comportamento a norme esterne che non si collegano con la sua
interiorità personale.

■ Rispetto al secondo punto: proprio durante il Sat 2, durante un lavoro profondo, pri-
ma di una meditazione, pur sentendo un profondo senso di vicinanza con il divino
accogliendo dentro me il bene che mi stava arrivando e di cui mi stavo nutrendo,
ho come sentito profondamente di “non esserne degna”... in quel momento; come
se non potessi accettare un dono prezioso che mi veniva fatto.
♦ Se sono riuscito a meditare durante alcuni giorni, c´è una parte di me che spera
che avvenga qualche manifestazione, che succeda qualcosa.
■ Ho seguito la norma esterna dimenticandomi del mio senso più autentico o sa-
criicandolo.

San Giovanni della Croce (1995) trattando i peccati capitali nel li-
bro I della Notte oscura dell´anima, non cita la vanità che rimane ingloba-
ta nel concetto di superbia od orgoglio seguendo il modello imperante
nell´epoca. Nonostante ciò, in diverse occasioni parla della vanità. Per
esempio, menziona le rappresentazioni spirituali a causa dei sensi corpo-
rali esterni e li stima come segue: ιsono molto facili e causate per nutrire
errore, e presunzione, e vanità nell´animaκ (Salita al Monte Carmelo, lib.
II, cap. 11, 4, p. 578). L´esperienza spirituale può alimentare la vanità
dell´E3 quando la mette a fuoco come ingrandimento della sua imma-
gine e come successo solo a portata di pochi. L´altro è utilizzato per
fornire un´autoimmagine amorosa, ma l´apparenza staccata dell´essere
non smette di essere fredda e ostacola il dare se stessi.

■ Sia nel fare qualcosa per l´altro che nell´“essere” qualcosa di importante per l´altro,
ad es. attenta, amorevole, presente, disponibile, ecc..
■ Anche il lasciarmi andare agli eventi, accettando un progetto esistenziale che vada
al di là di quanto io possa immaginare consapevolmente, per me signiica accogliere
il divino nella mia vita.
● Ma è una persona che nell´intimità rimane fredda, perché bada alla propria imma-
gine e, quindi, non si abbandona.
♦ Ma sta anche mancando la vita all´interno di me, a causa di tanta identiicazione
con la maschera, con l´immagine che proietta.
INVIDIA
E4 L'ENNEAGRAMMA
DELL'INVIDIA

9
8 1

7 2

6 3

5 4

CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
‹‹

‹‹

Difetti, senso di deprivazione, carenza e vuoto che permeano il


Oscuramento
concetto di sé
dell´essere
Riconquista della perdita amorosa attraverso l´invidia

Nostalgia che cela i valori che si possiedono


Riduzione
Filtro della percezione della realtà dovuto al senso di perdita
del livello di
Introiezione che offusca impulsi e bisogni
consapevolezza
Dificoltà varie nell´essere consapevole

Paragone che conduce alla competitività


Alterazioni del
Dipendenza e attaccamento nelle relazioni con gli altri
comportamento,
Svalutazione unita al senso di colpa e al deterioramento
per mezzo di
dell´immagine di se stessi
alcune strategie
Vissuto masochista del dolore e della sofferenza
operative
Siducia, paura, fuga e allontanamento
Emozionalità dominante che culmina nell´odio
Sperimentazione intensa dei propri bisogni e del sentirsi speciale

‹‹
Ripercussioni dell'invidia nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E4_L´enneagramma dell'invidia 131

1. OSCURAMENTO DELL´ESSERE

Il paradiso perduto, titolo dell´opera principale di John Milton che analizza a


fondo le prime pagine del libro biblico della Genesi, riassume l´esperienza
fondamentale della persona invidiosa: la felicità perduta e il dolore eterno.
L´interrogativo s´incentra sull´origine e il signiicato della tara o difetto
che strangola l´E4: Perché gli altri possiedono quello che a me manca?
In questo contesto la nostalgia e l´invidia trovano terreno fertile. Milton
scrisse anche un´altra opera che completa, in qualche modo, la precedente:
Il paradiso riconquistato. Proprio in questo consiste il compito dell´E4, che si
sente scacciato ed escluso dal giardino dell´Eden.

1.1 Difetti, senso di deprivazione, carenza e vuoto


che permeano il concetto di sé

La percezione di sé dell´E4 si fonda sull´idea di deprivazione e carenza,


le cui origini risalgono all´infanzia. Si trasformano in una costante vitale
dalla quale non si può prescindere. L´insaziabilità è il suo dramma perché
non raggiunge mai la soddisfazione. L´invidia agisce da surrogato, ma non
consegue mai il suo obiettivo: al massimo, vi si avvicina. Il modello è il
riferimento esterno, per questo motivo il senso di contrasto è maggiore.

● Essere nata con una privazione.


● Mi manca sempre qualcosa per stare bene e quel qualcosa che mi manca ha
molta importanza. Osservo intensamente ciò che mi manca in un determinato
momento e invidio la gente che lo ha.
♦ Tutto comincia nel sentire la mancanza dell´affetto dei miei genitori, quella man-
canza che mi fa sentire vuota e il dolore che sento non mi piace.
● È un sentimento di mancanza che non si soddisfa mai.

Se solo l´essere è oggetto dell´amore, la deprivazione non può otte-


nerlo. Poiché l´invidioso riduce la sua realtà a ciò che non ha, la conclu-
sione è l´impossibilità di essere amato. Le tue zone erronee, opera di Wayne
W. Dyer alla quale si riferisce un intervistato, conferma l´inesistenza
della perfezione e, pertanto, la sicurezza di non godere dell´attenzione
132 Enneagramma delle passioni

amorosa degli altri. Il difetto in sé preoccuperebbe poco, se non ci fosse


in gioco l´amore.

♦ Cosicché mi era molto chiaro il fatto che nessuno avrebbe potuto amarmi; che, in
fondo, non sarei mai stata amata.
♦ All´età di 14 anni terminavano i miei studi scolastici ma iniziavo, se ben ricordo,
a interessarmi di psicologia leggendo il brano di Wayne W. Dyer “Le vostre zone
erronee”.
■ Se non sono perfetta, non mi amano.

L´E4 vive la carenza come vuoto, un buco che lotta continuamente


per riempirsi dall´esterno. Non esiste una rigenerazione interna, ma qual-
cosa di aggiunto che risulta insoddisfacente, perché quel vuoto non si ri-
empie mai del tutto. La consapevolezza del vuoto provoca voracità e viene
accompagnata da un senso di malessere cronico dovuto alla mancanza di
un´esperienza reale e diretta.

♦ È un processo di svilimento dato dalla sensazione di vuoto; questo buco che provo-
ca la voracità e l´insoddisfazione dell´invidia, si manifesta con esigenze, dipendenze
e attaccamenti eccessivi.
● Quella sofferenza ha una certa dose di piacere; ci destreggiamo bene nel males-
sere, è un sentimento molto intenso ed è preferibile sentire quello piuttosto che
sentire il vuoto.
♦ La caratteristica principale del mio enneatipo è la mancanza, il vuoto che ha biso-
gno continuamente di essere riempito dall´esterno.

1.2 Recupero della perdita amorosa attraverso l´invidia

Il simbolo del paradiso perduto è ricorrente nelle espressioni dell´E4. Ag-


giunge un´altra sfumatura a quello che può essere chiamato un difetto di
fabbrica, analizzato nel punto precedente. Si tratta di una deprivazione che
la persona invidiosa cerca di compensare attraverso la nostalgia, l´uso di
mezzi eccezionali e l´ambizione di ciò che è irraggiungibile.

■ La ricerca del paradiso perduto: un´ossessione nel cercare sempre sensazioni


speciali, cercare sempre persone o situazioni fuori dall´ordinario o comunque
fuori da me.
● Tutto quello che viene percepito come irraggiungibile diventa il carburante della
E4_L´enneagramma dell'invidia 133

passione, "l´ideale" non è mai nel presente.


■ Il Paradiso perduto, dove esiste equilibrio tra la vita, gli uomini e gli esseri viventi.

Il senso di perdita è vincolato all´amore, come prima e ultima istanza


dell´E4. La sicurezza di amare e di essere amato viene sgretolata dal senso
di deprivazione dell´essere che causa il tipo di perdita che si sperimenta. Il
vuoto si traduce in mancanza di amore e la voracità suscitata diventa fame
di amore. Il meccanismo che unisce ambedue è l´invidia, intesa come ca-
renza e desiderio.

♦ Voracità e fame, dovuti a un sentimento interno di perdita, di mancanza di amore,


per avere perso il nostro paradiso.
■ Ho vissuto tutta la vita mettendo in pratica “il non sentirla” o non potendola sentire,
perché collegavo “l´invidia” all´amore, alla fame d´amore, al sentirmi in colpa per
l´amore non sentito o non ricevuto da parte dei miei genitori.
♦ L´invidia resta nascosta nella parte più amorosa del mio carattere.

Questo doppio gioco dell´invidia adotta espressioni molteplici.


L´impulso cleptomane trova lì una ragione di essere. Non cerca di colma-
re un desiderio, bensì di recuperare una perdita, di compensare un deicit,
di risolvere un´ingiustizia e ristabilire un equilibrio. Il furto ha i suoi ri-
schi, ma l´invidia può utilizzare altri meccanismi meno evidenti e più sottili
mentre si conferma come motore esistenziale.

♦ La mia invidia mi ha indotta a rubare, da bambina ino a quando ebbi circa 20


anni; sentivo la necessità di rubare, di togliere all´altro quello che io non avevo.
♦ Devo dire che l´invidia è stata il motore della mia vita e, in modo più o meno co-
sciente, mi ha condotta al punto in cui ino mi trovo ora.
■ Per vivere non devo sentire invidia per l´amore che non ho.

2. RIDUZIONE DEL LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA

L´inconsapevolezza, intesa come meccanicità, conduce a una distorsione


cognitiva ed è terreno fertile afinché la passione dominante, intesa come
motivazione insuficiente, ostacoli il poter vedere lucidamente. Così l´essere
resta oscurato e ci si sforza di riempire di surrogati il vuoto che si genera. I
134 Enneagramma delle passioni

meccanismi di difesa concorrono al mantenimento dell´inconsapevolezza.


Si ricercano soluzioni false o apparenti per confermare le proprie capacità
o per soddisfare le necessità profonde. Di seguito verranno utilizzate
quattro sottocategorie per indicare le diverse strategie utilizzate dal
carattere invidioso per bloccare la propria consapevolezza o attenuarne la
sua percezione.

2.1 Nostalgia che cela i valori che si possiedono

La perdita genera tristezza e malinconia. La nostalgia pone l´accento su


quello che non si possiede. Per questo motivo, l´E4 fugge dal qui e ora per
rifugiarsi soprattutto nel passato: ιQualsiasi tempo trascorso fu miglioreκ
(Solfe di Don Jorge Manrique per la morte di suo padre). Il presente si mostra
irraggiungibile. Si perde così la consapevolezza dei valori posseduti.

● Tutto quello che si percepisce come irraggiungibile diventa il carburante della


passione; “l´ideale” non è mai nel presente.
● L´importanza del passato rispetto all´idea dell´irraggiungibilità del presente, la
nostalgia come fuga dal qui e ora.
♦ Ci domina la nostalgia e la malinconia: siamo propensi a piangere, a dispiacerci
di noi e lamentarci; siamo pessimisti, spesso amari e, in alcune occasioni, cinici.

I modelli di condotta s´incentrano nella lagnanza e nella lamente-


la che non si riferiscono nemmeno a qualcosa di tangibile, bensì a una
sensazione sfumata, che risulta dificile denominare. L´invidia, in una se-
conda fase, si distacca del desiderio concreto per trasformarsi in un at-
teggiamento strutturale della persona. In questo modo, ritorna nell´area
dell´inconsapevolezza.

■ Malinconia: questa sensazione di qualcosa che manca per essere felice.


♦ Qualcosa di molto normale in me è il lamento, inteso come reclamo.
■ Malinconia: qualcosa manca e non so che cosa sia.
E4_L´enneagramma dell'invidia 135

2.2 Filtro della percezione della realtà


dovuto al senso di perdita

Il carattere dell´E4 agisce con l´effetto di uno zoom, motivo per cui si
rilette necessariamente sulla consapevolezza di sé e degli altri. Agisce
come un iltro attraverso il quale si vede rimpicciolito ciò che è proprio
e si ingrandisce la cosa altrui; ci si focalizza sul senso di deprivazione e
sulla carenza e si perdono di vista i risultati personali. In deinitiva, ri-
lette la dinamica dell´invidia. A differenza dell´iracondo che si aggrappa
alla perfezione e lotta per non perderla, l´invidioso si esclude da essa, la
considera irraggiungibile e sfocia nella paralisi.
● L´enneatipo 4 sente la “mancanza” del “paradiso perduto”; questa consapevolezza
diventa il iltro attraverso il quale guarda ogni aspetto della realtà.
● Sminuisco i risultati personali così come ingrandisco i risultati altrui.
■ È come focalizzare eccessivamente lo sguardo. In questo modo non posso vedere
tutto quello che c´è.

Il iltro dell´invidia impedisce di captare le colorazioni allegre, i valori


reali e le caratteristiche positive. Dà accesso solo alla malinconia, al senso
di deprivazione e agli aspetti negativi. Se la realtà, come è logico, non può
essere interpretata di questo modo, l´E4 agisce in maniera tale da attuare le
sue aspettative catastroiste attraverso il boicottaggio delle proprie stesse
possibilità. Si conferma così nella dinamica del suo carattere.

● Anche questo enneatipo ha caratteristiche positive ma diamo loro una minima impor-
tanza, come è dimostrato anche in questo stesso scritto, visto che non sono neanche
menzionate.
● Ci diamo all´amore, ma presto o tardi lo roviniamo perché si compiano le nostre
aspettative catastroiche.

La valutazione di ciò che hanno gli altri viene accompagnata in que-


sto caso dalla svalutazione di ciò che è proprio. La prima può essere un
fatto positivo e frutto di perspicacia, ma se si accompagna alla seconda,
l´invidia è servita. Questo processo contiene un odio sotterrato verso se
stessi che presto o tardi sbocca in una disistima generale, che include an-
136 Enneagramma delle passioni

che l´oggetto ammirato: τl´uva è acerba” come recita la favola in poesia


di Samaniego.
■ Un odio sotterraneo verso me stessa che mi è costato molto riconoscere come tale.
■ Screditare tutto e screditare lui.

2.3 Introiezione che offusca impulsi e bisogni

Naranjo (1994a) considera l´introiezione come il meccanismo di difesa


dominante dell´E4: ιPossiamo dire che la brutta immagine che il tipo
IV ha di se stesso è l´espressione diretta dell´avere introiettato un padre
o una madre che non accettavano se stessi; dall´odio verso se stessi
che implica questa introiezione deriva, per l´E4, la necessità invidiosa
di approvazione esterna e di amore, come necessità di compensare
l´incapacità di amare sé stessiκ (p. 125). Questo meccanismo distorce la
consapevolezza dei propri impulsi e dei propri bisogni e chi lo utilizza
s´identiica con un´immagine degradata di sé.

Alberoni (1999) spiega la caratterizzazione dell´invidia: ιLa chiave


di volta non è il desiderio di ottenere qualcosa in concreto, bensì il
non sopportare una differenza. Una differenza dell´essereκ (p. 41).
L´introiezione cerca di sopprimere questa differenza angosciosa. Non vi
è distanza ς quella distanza che opprime ς ma pura identiicazione, ma
così si cade nella trappola che determina la perdita dell´altro nel renderlo
simile a se stessi. L´annullamento dell´alterità implica la condanna alla
solitudine: il circolo vizioso continua.

● D´altra parte si introiettano anche igure esterne straordinarie in modo che non
riusciamo mai a sentirci "alla loro altezza".
♦ Introietto gli aspetti negativi dei miei genitori credendo che siano miei e imparo a
negarmi a me stessa..

La separazione dall´altro consacra la differenza, pertanto risulta-


no possibili l´amore, il riconoscimento, il rispetto e la considerazione.
L´introiezione invece cerca di eliminare la differenza per non doverla
E4_L´enneagramma dell'invidia 137

patire, poiché è motivo di invidia. Nel contrasto, l´E4 osserva meglio


le sue carenze che lo fanno inorridire: perciò, si sforza di annientare la
diversità mediante l´introiezione. Non risolve il problema, ma introduce
il nemico in casa. Respinge l´altro considerandolo simile a sé e nel fare
così crede di garantire il proprio riiuto.

● Il 4 ha molta voglia di amore e si soddisfa in modo immaginiico “nell´incorporare”


l´altro:“non ho bisogno di te, io ti ho dentro” e se manca qualcosa si incorpora il riiuto.
● È talmente doloroso accettare il riiuto dell´altro o comunque la separazione, che
si "incorpora" il riiuto.

2.4 Dificoltà varie nell´essere consapevole

Questa sottocategoria raggruppa un´ampia serie di unità concettuali,


controllate dalla passione dominante e che hanno in comune l´obiettivo
di ostacolare la consapevolezza di sé inendo esattamente agli antipodi,
cioè nella meccanicità. Le reazioni automatiche impediscono di render-
si conto delle autentiche motivazioni che mettono le radici nella vanità
nell´E3. Non si sperimenta un vissuto profondo dell´io, bensì la sua
subordinazione ai modelli esterni.

♦ Quando ho iniziato questo percorso SAT e ho sentito parlare dell´invidia come


passione non riuscivo bene a percepirla, anche se altri aspetti del mio enneatipo li
ho condivisi dal primo momento.
♦ Pertanto è molto importante, durante i primi anni del percorso, stare attenti alla
comparsa delle risposte automatiche.
♦ Ho imparato a distinguere quelli che sono frutto del mio desiderio e necessità da
quelli che appaiono in modo automatico, che si ripetono come meccanismi di dife-
sa, imitando modelli familiari e negando il mio proprio io, il mio proprio desiderio.

Il desiderio di realizzare qualcosa a beneicio degli altri si scontra


con il suo autismo, perché l´invidioso si ripiega su se stesso a partire da
riferimenti esterni. Gli altri perdono il loro valore per trasformarsi in
specchi dove l´E4 rilette i propri difetti e insoddisfazioni.

♦ Un´altra cosa strana è quella che penso di fare qualcosa per gli altri nel futuro; ma
come riuscirò in questo se non riesco a staccarmi dalla mia pelle?
138 Enneagramma delle passioni

3. ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO PER MEZZO


DI ALCUNE STRATEGIE OPERATIVE

Il comportamento viene inluenzato dal grado di consapevolezza posse-


duta da una persona, ma a sua volta lo genera. Qui si vedono le strategie
operative utilizzate dalla persona invidiosa per ottenere i suoi scopi e i
suoi desideri. L´aumento della consapevolezza e delle virtù disattiva, in
misura proporzionale, i comportamenti a esse subordinati. A partire dai
dati ottenuti, si possono identiicare sette strategie operative.

3.1 Paragone che conduce alla competitività

Non esiste invidia senza paragone e senza relazione di asimmetria ιche


gioca a beneicio dell´invidiato, e che viene vissuta dall´invidioso come
intollerabile, perché non si accetta, perché si tende a non riconoscerla e a
negarlaκ (Castilla del Pino, Tubert, Mates, Valcárcel, Camps, Aranguren
e Fraijó, 1994, p. 21). Non è necessaria una relazione empirica. Basta una
presenza virtuale, la mera esistenza di chi è invidiato. Questa asimmetria,
espressa nei testi selezionati come dislivello, è vissuta sempre dalla per-
sona invidiosa da una posizione inferiore che se, cosa improbabile, viene
riconosciuta, la si spiega in maniera falsa.

♦ A causa della mancanza di valore che mi attribuisco, ciò che faccio è paragonarmi
agli altri.
♦ I miei genitori mi mostravano spesso gli altri bambini come diversi da me in quanto
più intelligenti, e se erano igli di qualche persona importante il dislivello era perce-
pibile al mio cuore di bambino.
■ In un´occasione di lavoro terapeutico in coppia, sono entrato in una paura assolu-
tamente paralizzante nel paragonarmi all´altro.

La competitività è la risposta dell´invidioso per compensare


l´asimmetria o il dislivello. Il superamento personale non è in funzione
di se stessi, ma cerca, a tutti i costi, di compensare mediante i risultati, il
senso di inferiorità. La correzione dello squilibrio non si misura nel prez-
zo da pagare, che può essere sia uno sforzo eccessivo nel miglioramento
personale, sia una razionalizzazione dolosa dei fatti, ma necessita della
E4_L´enneagramma dell'invidia 139

rovina dell´avversario usando ogni tipo di sotterfugi. L´invidia, in questo


contesto, normalmente cade nel gioco sporco, benché si mascheri dietro
buone intenzioni.

♦ Nel lavoro sono competitiva, una competitività basata sul paragone, per sentirmi
sminuita, meno dell´altro, svalutata.
♦ La competizione è la caratteristica più forte, ovviamente senza concorrenti, ed è
da lì che nasce l´arroganza del sentirsi superiore in qualcosa dove sono l´unico a
percorrere quella strada.
■ Costi quel che costi, perché quello che conta è ciò che uno vuole, non quello che
bisogna fare per ottenerlo.

L´avversario, la persona invidiata, non ha valore in se stesso ma lo


si utilizza come trampolino per uscire dall´inferiorità e ottenere ricono-
scimento. La dinamica del trampolino consiste precisamente in questo:
l´impulso della propria esaltazione coincide con la forza dello sprofon-
damento dell´altro.

♦ È un atto che mi porta al rancore e alla competitività per ottenere riconoscimento.

3.2 Dipendenza e attaccamento nelle relazioni con gli altri

Castilla del Pino (1994) afferma: ιL´invidioso ha bisogno dell´invidiato in


maniera fondamentale, perché, attraverso la critica simulatamente obiet-
tiva e giusta, gli è possibile credersi migliore dell´invidiato, sia davanti a
se stesso che davanti agli altriκ (p. 23). Da lì la sua dipendenza, poiché
senza un referente esterno, l´E4 non sarebbe nessuno. L´introiezione e
la fusione sono le risorse per trasformarsi nell´ideale cui si aspira, ma
implicano la perdita di se stessi e al contempo, drammaticamente, anche
la perdita dell´altro. La stessa relazione sessuale esprime meglio questa
fusione, che risulta non tanto comprensibile nel campo dei sentimenti.

♦ La dipendenza che deriva da ciò può manifestarsi come un aggrapparsi a relazioni


inutili e a un abuso di contatto che proviene dalla necessità di amore e di un pro-
crastinare la separazione.
140 Enneagramma delle passioni

■ C´è l´idea, nella relazione di coppia, della ricerca di una totale unità al punto tale
da annullarmi e diventare per l´altro quello che desidera che io sia, ino al punto
di dimenticarmi di me.
■ Essere molto attenta all´altro con comportamenti di disponibilità a tal punto da
mettermi in situazioni dolorose e impegnative, caricandomi e dimenticandomi di
me stessa, dei miei bisogni.
♦ Direi che le mie relazioni di coppia si siano basate su relazioni di sesso; per me l´unica
cosa importante era il sapere che possedevo l´altro e che l´altro possedeva me.
■ Nell´amore e nell´amicizia, l´eccessiva dipendenza, la paura dell´abbandono e la
dificoltà nel confronto.

La relazione della persona invidiosa acquisisce forme parassitarie. La


vita sta fuori e bisogna attaccarsi a essa. La consapevolezza di esistere è
possibile solamente attraverso il riconoscimento altrui. L´invidioso non
ha autonomia perché la soluzione al problema della sua vita si trova nelle
mani degli altri. Solamente l´uomo o la donna della sua vita può assicurare
un futuro felice, e cioè il recupero del paradiso perduto. Solo le sue carezze
permettono di recuperare la consapevolezza del proprio corpo.

● Questo comporta un attaccamento dipendente dall´altro, che assume un posto e


un pensiero prioritario.
♦ Da un lato pensavo che se avessi trovato l´uomo della mia vita, mi avrebbe salvata
dalla mia situazione, mi avrebbe amata e mi avrebbe fatto sentire felice, e così mi
avrebbe allontanata dai miei genitori.
● Ho consapevolezza del mio corpo solo quando lui mi accarezza; mi sento una don-
na valida solo se ho il suo riconoscimento e, se non ce l´ho, non valgo niente.
■ Ma sentire di fondo una grande svalutazione in rapporto agli altri, e comunque
l´invidia mi crea dipendenza.

La rottura, la separazione e l´abbandono non portano con sé una


normale esperienza del dolore che ogni privazione comporta. Nell´E4,
queste esperienze provocano una perdita dell´essere. Per questo motivo,
se ne ha terrore. Non esiste sentimento verso l´altro, ma si apre un vuoto
interno, un buco, che non si può riempire. Tutto ciò non si riduce a un
conlitto nelle relazioni; va più in là, ino a una perdita dell´essere, che
riafferma la sua svalutazione e spinge nuovamente verso un´invidia che
restava illusoriamente sopita.
E4_L´enneagramma dell'invidia 141

● Vivo con la speranza che lui si faccia carico del disastro che sono.
♦ Sulle prime c´erano molta innocenza e molta illusione da parte mia; quando la storia
inì, fu come se mi si spaccasse il cuore.
● La dificoltà a separarmi da ciò che ho, anche se talvolta è evidente l´inutilità.
● E una conseguente paura dell´abbandono e della separazione.

3.3 Svalutazione unita al senso di colpa


e al deterioramento dell´immagine di se stessi

L´affanno di incorporare le capacità altrui attraverso l´invidia implica un


profondo deterioramento della propria immagine. L´E4 si considera ina-
deguato, inutile e privo di valore in modo tale che perino le infedeltà del
compagno trovano una giustiicazione nella mancanza di propri valori. Una
scarsa opinione di se stessi porta inequivocabilmente questa conseguenza.
● Una scarsa opinione di me stessa fomenta ancora di più l´impoverimento e la con-
seguente svalutazione.
♦ Una caratteristica è la scarsa opinione di me stesso, la bassa autostima, il senso di in-
adeguatezza, di inutilità, la sensazione di essere brutto, non piacente ino al disgusto...
● Nel mezzo della mia disperazione quello che pensavo era “non mi sorprendo che
vada via con un´altra; sicuramente è più bella e intelligente di me”.

Questa svalutazione dell´invidioso è legata a un senso di colpevolezza.


Due persone intervistate dicono di aver subito esperienze di abuso sessua-
le durante la loro infanzia. Invece di imputare la responsabilità all´adulto di
turno, attribuivano la colpa a loro stessi o per non esser riusciti a impedire
nuovi tentativi, oppure per avere una bellezza tale da aver sedotto il padre.
♦ Ho subito un abuso sessuale quando ero bambino da parte di un adulto. Mia madre
intuì questa cosa e mi colpevolizzò per far sì che non potesse riaccadere. Per questo
mi sono costruito nel tempo una spina velenosa che, per trent´anni, mi ha infettato
il sangue.
■ Se io, a 3 anni, non avessi voluto essere la bella del papà, lui non mi avrebbe violato.
■ Ero incazzata: mi chiedevo perché sentissi una rabbia così forte verso gli altri, sentire
di dover espiare una colpa, e addossarmi sempre tutta la colpa.

L´E4 concretizza la svalutazione e la colpevolezza in comportamen-


ti autodistruttivi. La fantasia negativa acquisisce allora apparenza di re-
142 Enneagramma delle passioni

altà, del tipo τdarsi la zappa sui piedi”. Masochismo, anoressia, bulimia,
sacriici eccessivi... sono comportamenti distruttivi che confermano la
mancanza di valore. Anche distruggere tutti quelli che occupano una
posizione più elevata, come mezzo per neutralizzare l´invidia.
■ Autodistruttiva: conoscere la tenacia nel fare le cose, non essere mai contenta di
me, fare e poi trovare sempre qualcosa che non va; anche l´eccessivo sacriicio e il
dolore e distruggere tutto.
■ Il masochismo e l´autodistruzione legate in me alle side più ardue, al mio corpo,
con digiuni o voracità incontrollabili, auto-punite poi con il vomito.
● L´autosvalutazione permanente, il darsi la zappa sui piedi.

3.4 Vissuto masochista del dolore e della sofferenza


Sentirsi maltrattato e umiliato attraverso il dolore e la sofferenza è un
modo per mantenere vivi i presupposti dell´invidia così come per trovar-
ne una giustiicazione. Si ricercano situazioni dolorose come mezzo per
captare il riconoscimento e l´attenzione altrui. In queste situazioni si può
osservare il senso drammatico dell´invidioso.
● Normalmente scelgo partner dificili, proprio quelle persone che non mi danno il
riconoscimento che continuo a cercare e così vado avanti a sentirmi incollata al
dolore dell´infanzia.
■ Cercare attraverso il dolore un riconoscimento, un diritto a un posto anche mio.
♦ Mi ricordo di avere desiderato la morte, di aver voluto essere morta ogni giorno,
per molti anni della mia vita.
“Soffro, quindi esisto”, “quanto più soffro, tanto più mi ameranno”, “io valgo per-
ché sono capace di soffrire molto.” Star male è un modo di stare nel mondo.

L´altra faccia della medaglia, corrispondente alla ricerca del dolore


e della sofferenza, si concretizza nella dificoltà di godere del piacere che
viene considerato come realtà proibita. L´insaziabilità dell´invidioso si
concilia male con la soddisfazione che accompagna ogni vissuto piace-
vole. Il dolore persiste nel vuoto esistenziale.
■ Io sono la colpa; da qui la ricerca di distacco dal piacere, dai desideri, e l´inseguire
la purezza attraverso prove ed esperienze dolorose.
● Ci costa molto il godere, il piacere o semplicemente, stare bene.
E4_L´enneagramma dell'invidia 143

■ Sentire nel profondo una proibizione nei confronti del piacere.

Il vuoto, tanto presente nell´E4, è collegato alla sofferenza perché


non può mai essere soddisfatto del tutto, non si può mai riempire ino
al colmo, risulta insaziabile, e perché il dolore distoglie della consapevo-
lezza del proprio vuoto, verso il quale si prova un autentico terrore. Il
danno, a volte, è provocato dagli altri, ma la soluzione può essere solo
personale.
● Perseguiamo l´amore e non è mai suficiente; abbiamo un´insaziabilità che genera
molta sofferenza interna.
■ Mi hanno fatto male.
● Quella sofferenza ha una certa dose di piacere; ci destreggiamo bene nel males-
sere, è un sentimento molto intenso ed è preferibile sentire quello che non sentire
niente, il vuoto.

3.5 Siducia, paura, fuga e allontanamento

La carenza dell´essere che soggiace all´invidia rompe la sicurezza che


l´E4 può avere in sé stesso e perino negli altri. Perciò, la siducia acqui-
sisce proiezioni diverse sugli altri o sul futuro e va oltre le apparenze o
gli aspetti supericiali. Si tratta di una siducia di fondo.

■ La siducia.
■ Anche perché nel profondo nutro una siducia nei gesti dell´altro che dimostrano
disponibilità verso me! È come se prima o poi me lo potessero rinfacciare!
● Vive una siducia di fondo nella relazione con l´altro e nei confronti del futuro.

L´invidia spesso iltra attraverso la manifestazione della paura. Due


esempi: a) l´isolamento, come forma di liberazione dalla persona invidia-
ta, si vive come una tragedia per il senso di perdita che implica, e b) la
necessità di sentirsi all´altezza delle aspettative altrui, per non sperimen-
tare il sentimento di inferiorità insito nel riiuto.

■ Paura dell´isolamento: stare sola mi fa perdere il senso di appartenenza.


■ Ansia per le prove nelle quali non sono stata respinta. Per esempio, in un esame
medico, domandare alla ine, con aria da brava bambina, “l´ho fatto bene?”
144 Enneagramma delle passioni

quando so di aver respirato come mi avevano detto di fare.


● La paura di non farcela.

L´intensità emozionale dell´E4 gioca molte ambivalenze. L´invidia


potenzia l´attrazione per ciò che è irraggiungibile e lontano che, quando
si avvicina, perde il suo fascino, perché minaccia l´atteggiamento nostal-
gico che si lancia verso nuovi sogni. Vive la fuga come inadeguatezza
nei confronti del presente. Il passato, soprattutto, e il futuro favoriscono
meglio la tristezza e uno stato un po´ trasognato.
● Mi ritiro, “chiudo” il sentire per non provare dolore.
● Per confermare l´idea che non c´è, è attratto dall´irraggiungibile e da ciò che è lontano.
● Che Dio e il divino sono troppo lontani.
■ Una fuga per sopravvivere, per trovare la forza di vivere e sentire di far parte del
mondo, nel mio sentire la bellezza in qualcosa di più grande di noi.

3.6 Emozionalità dominante che culmina nell´odio

L´E4 può essere sintetizzato nell´espressione che Goethe (2002) mette


in bocca a Faust quando dialoga con Margherita: ιTutto è sentimentoκ
(La tragedia, I parte, p. 156). L´emozione sta dappertutto. L´intensità è
una delle sue caratteristiche alla quale si dà maggior valore. La sofferen-
za, spesso drammatizzata, è giustamente desiderabile perché mantiene la
priorità emozionale.
♦ La qualità emozionale si riferisce ai sentimenti romantici, alla drammatizzazione
della sofferenza e alla caratteristica di assuefazione all´amore e agli altri.
■ Ricerca e valutazione dell´intensità nelle emozioni e sentimenti.
● L´emozione è dappertutto.

Castilla del Pino (1994) sostiene che l´invidia è una relazione


d´amore: ιLa compulsione dell´invidioso rispetto alla persona invidiata
scaturisce dal fatto che ama la persona che odia perché è quello che egli
non èκ (p. 37). Questa parentela tra amore e odio si rilette nel titolo della
canzone I hate you darling nel musical T´odio amor meu (Dagoll Dagom) ba-
sato sui racconti di Dorothy Parker e sulle canzoni di Cole Porter: T´odio
amor meu perquè t´estimo tant [Ti odio amore mio perché ti amo tanto].
E4_L´enneagramma dell'invidia 145

♦ È una cosa un po´ strana perché mentre altri non hanno avuto molto contatto con
l´amore e quindi non sanno cosa sia, per me è come se sentissi che c´è un posto
dove regna l´amore in un modo molto potente e non trovare questo posto mi man-
tiene continuamente alla ricerca.
♦ Io ne restai sconvolta; mi dominava il desiderio dell´odio e allo stesso tempo il
desiderio d´amore.
● Penso che la cura sia l´Amore.

Castilla del Pino (1994) afferma: ιL´invidioso odia l´invidiato, per


il fatto di non poter essere come lui, ma odia anche sé stesso per essere
quello che è o per come èκ (p. 36). Odio rivestito di ammirazione verso
l´altro. Odio intessuto di riiuto di se stesso. Ma non è tutto qui; l´odio si
generalizza e abbraccia tutti i destinatari possibili.
■ O critica e giudizio verso me stessa in quello che provo… rabbia, odio, collera verso
l´altro.
♦ Solo quando io sono capace e mi permetto di essere consapevole del desiderio di
volere ammazzare i miei genitori e di rendermi conto di quello che questo signiica,
posso incominciare a disfare e slegarmi da ciò che avevo inghiottito e che si era
trasformato in odio verso me, verso i miei genitori, verso il mondo e verso Dio.
♦ Dopo poco tempo comparvero l´odio e la distruzione, il desiderio di voler ammaz-
zare l´altro; fu molto presente nelle nostre relazioni sessuali; l´aggressività e la
violenza erano presenti.

3.7 Sperimentazione intensa dei propri bisogni e del sen-


tirsi speciale

Il bisogno dell´invidioso ha a che vedere con la carenza: se riesce a sod-


disfarla potrà essere pienamente. Arriva alla conclusione, spinto dagli im-
pulsi della sua passione dominante, che gli altri hanno quello che gli è
necessario. Il bisogno di ottenerlo s´intensiica, benché questo compor-
tamento gli provochi un dolore ancora più acuto.
■ Ho bisogno sempre di emozioni forti per sentire l´amore e i gesti speciali nei miei
confronti, che servono per confermare l´amore verso di me!
♦ Impariamo a ottenere un´attenzione di tipo negativo, mediante l´intensiicazione
della nostra necessità, avviandoci nella vita verso situazioni dolorose.
♦ La concentrazione è incentrata molto su di me, su quello di cui ho bisogno.
146 Enneagramma delle passioni

Persegue l´alchimia, come trasmutazione meravigliosa e incredibile.


Desidera trasformarsi in quello che gli suggeriscono i suoi sogni, per-
ché questo presuppone incorporare l´obiettivo idealizzato, sopprimere
l´asimmetria angosciosa in cui vive e abbandonare la sua posizione di
inferiorità. L´arte, i simboli e la bellezza gli permettono di creare questo
mondo di magia dove tutto è possibile.
♦ Il “riempirsi” di cui parlo non è molto materiale, a parte l´abbellimento della casa,
ma è basato sulla ricerca di qualcosa che fa parte più del mondo magico nel
quale, attraverso un iltro, si può essere trasmutati da piombo in oro.
■ Quello di cui ho bisogno, e che faccio in modo di procurare, è avere cose estetica-
mente belle, non necessariamente di gran valore economico.
♦ Un´idea pazza ricorrente è quella di sentire l´esigenza molto spesso di fare cose
grandi e uniche.

Una forma sottile per evitare il paragone è di situarsi al di fuori delle


regole del gioco, vale a dire di considerarsi speciale e incompreso. Il va-
lore sta nel non essere come gli altri. Ciò che è quotidiano non possiede
alcuna rilevanza. Essere un uccello raro (una rara avis) permette di scappare
dalla svalutazione personale e reclamare la massima attenzione degli altri.
Si tenta così di fornire agli altri motivi di invidia.

♦ Invidio colui che a parer mio è un essere speciale; l´idea di non esserlo mi fa soffrire.
■ Incapacità di accettare la quotidianità.
● A volte abbiamo la sensazione di essere molto speciali, una sorta di antidoto nei
confronti di una svalutazione personale tanto grande.
E4_L´enneagramma dell'invidia 147

RIPERCUSSIONE DELL´INVIDIA
NELL´AMBITO DELLE RELAZIONI

La passione dell´invidia

La passione dell´E4 riceve il nome di invidia; la sua radice è la per-


dita, il difetto e la carenza di essere. La dipendenza dall´altro permette
di coprire questo vuoto, perché ci si identiica con la sua pienezza. Ma il
prezzo è una nuova perdita di sé.
L´invidia è la forma ingannevole di riempire il vuoto attraverso gli
altri. L´E4 ricerca con angoscia la ragione della sua carenza esistenziale e
pone la chiave della soluzione nelle qualità altrui che si ammirano.

● È una sensazione di carenza che non si soddisfa mai.


♦ La caratteristica principale del mio enneatipo è la carenza, il vuoto che ha bisogno
continuamente di essere riempito dall´esterno.

Il ritorno al paradiso perduto è l´obiettivo dell´invidioso. Invece di


usare le proprie risorse per tornare in carreggiata, si concentra sulle difi-
coltà che lo paralizzano. Disporre delle qualità e valori altrui non smette di
essere un´utopia. Ma nella vita si può utilizzare unicamente ciò che si ha.

♦ Voracità e fame, dovuti a una carenza d´amore e a un senso interiore di perdita


del proprio paradiso.
♦ L´invidia è una delle caratteristiche che ci deinisce come persone che hanno un
intenso desiderio.

Ogni sottotipo vive a suo modo la passione dell´invidia. Il sessuale


con l´intensità del sentimento e dell´odio, il sociale con vergogna e il
conservativo con tenacia e sopportazione.

♦ Sottotipo sessuale: ho imparato a odiare in silenzio sin da quando ero bambina.


● Sottotipo sociale: pertanto la conseguenza è una vergogna per questo più che
verso la carenza in sé; ciò implica un ritiro dal mondo esterno che ha più di me e
che chiede quello che io, nella mia “fantasia”, non ho e non posso dare; al massimo
posso guardare e questo è già qualcosa.
■ Sottotipo conservativo: devo farcela da sola.
148 Enneagramma delle passioni

Le issazioni, chiamate colloquialmente τidee folli”, sono distorsioni co-


gnitive che alimentano e giustiicano la passione dominante, che risiede nel
centro emozionale. L´E4 cerca di compensare il senso di deprivazione e
carenza attraverso i deliri di grandezza; tale senso, agli occhi dell´invidioso,
rende impossibile il successo attraverso l´anticipazione dei cattivi risultati
e, quello che è più grave ancora, rende impossibile anche l´amore.
♦ Ciò che è più evidente sono i miei deliri di grandezza.
● È sicuro che se ci proverò mi andrà male. Meglio non tentarci neanche.
■ Se non sono perfetta, non mi amano.

La passione dell´invidia si nutre del paragone con gli altri. Si smette di


essere se stessi per cercare di essere come un altro. Non vi è un attimo di tre-
gua. In questo contesto, tutto ciò che è genuino e spontaneo perde validità.

♦ A causa della mancanza di valore che mi attribuisco, quello che faccio è parago-
narmi agli altri.
● Non espormi direttamente o meglio “costruisco” con fatica la mia esposizione; ho
poca iducia nei miei comportamenti spontanei.
■ Chiedo tanto a me stessa, non mi lascio riposare.

I meccanismi di difesa pretendono di attenuare la consapevolezza in


tutti i suoi ambiti o di farla sparire. L´introiezione è il meccanismo più
importante attuato dall´E4. Annulla la distanza che genera l´invidia, un
po´ come vivere nell´altro.

♦ Introiezione è quello che inghiotto senza masticare e che faccio mio, negando
dall´esterno ciò che mi appartiene.
● Le sue necessità sono le mie e rispondo ai suoi desideri dimenticandomi dei miei.
■ Nemica di me stessa nel desiderare tutto e sentire allora di non meritare pratica-
mente niente.

Unamuno (1998) scrisse il romanzo Abel Sánchez, che la psicoana-


lista Silvia Tubert considera come ιuno degli approcci psicologici più
ricchi e interessanti al tema dell´invidiaκ (Castillo ed altri, pp. 50ss). C´è
da osservare che il personaggio invidioso è Joaquín Monegro, che però
non dà il titolo al romanzo perché egli non esiste né è nessuno se non
E4_L´enneagramma dell'invidia 149

attraverso Abel, che è il suo ideale dell´io: ιTu il simpatico, tu quello fe-
steggiato, tu il vincitore, tu l´artista... Ed io...κ (Unamuno, 1988, p. 95). Ci
si vuole compensare del difetto, della carenza e della perdita mediante il
paragone con qualcuno che gode di una relativa pienezza. Lo squilibrio
diventa insopportabile. L´invidioso rinuncia a vivere la sua vita per intro-
iettare il copione di un altro personaggio.
♦ A causa della mancanza di valore che mi attribuisco, quello che faccio è parago-
narmi agli altri.
■ Ma sentire di fondo una grande auto-svalutazione in rapporto agli altri; l´invidia,
comunque, mi crea dipendenza.

RIPERCUSSIONI DELL´INVIDIA
NELLE RELAZIONI CON SE STESSI

L´ E4 parte dalla convinzione di possedere una tara, un difetto, vincolato


all´essere; passa la vita cercando di capire in che cosa consista e nel cercare
di annullarlo. La conseguenza è immediata: auto-svalutazione unita alla
necessità di superarla mediante il recupero dell´essere. La strada sensata
dell´essere se stessi, con gli inevitabili limiti, viene soppiantata dalla vo-
lontà, spinta dall´invidia, di essere come un altro. Il vuoto diventa abissale.
♦ Tutto ruota intorno al riempimento, dall´infanzia ino a oggi.
● L´autosvalutazione permanente, come un tirarsi la zappa sui piedi.
■ Non essermi mai accettata nelle forme del mio corpo: non andavo mai bene,
cercavo di essere magra per inseguire l´idea che se fossi stata così sarei stata
accettata, vista, amata, desiderata.

Nell´invidia non esiste allegria, ma solo tristezza e sofferenza. Si


perde sempre la guerra, benché si vincano le battaglie. La competitivi-
tà può procurare trioni, ma riafferma il meccanismo del paragone sul
quale si fonda l´invidia. Questa passione dominante comporta un sen-
so di inferiorità e di svalutazione che provoca molto dolore. Si veriica
un´amputazione dell´essere e questo ha su se stessi un impatto di pro-
porzioni incalcolabili. Si ricerca la solitudine per evitare il paragone, ma
si cade nel vuoto.
150 Enneagramma delle passioni

♦ C´è un fatto molto importante nella mia vita che è il passare ore e giorni sola, in casa,
approittando del fatto che non ci sia nessuno, in solitudine, in silenzio, con dolore.
● Dificoltà a realizzarmi in un fare concreto; è come se una parte di me restasse
piccola e bisognosa di cure, limitando la mia autonomia, la mia forza e il mio potere.
■ In deinitiva, mi rende rigida e dura con me stessa; sento molto il danno della mia
durezza.

RIPERCUSSIONI DELL´INVIDIA
NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI

Qui l´ambito delle relazioni viene suddiviso in altri in due sottoambiti:


a) l´amore, vissuto in coppia e nell´amicizia; b) il lavoro. In che modo si
ripercuote l´invidia in questi due sottoambiti?

Amore (coppia e amicizia)

Le relazioni di coppia e di amicizia si caratterizzano nella dipendenza


e nell´attaccamento come forme parassitarie di vivere l´amore. L´invidia
fonda le sue pretese nel sopprimere l´alterità e la differenza, almeno quan-
do queste sono vissute con senso di inferiorità. Logicamente questo com-
pito mina le basi dell´amore, perché tanto l´alterità come la differenza
sono i suoi ingredienti basilari. La rottura o la separazione, e quindi la per-
dita della persona invidiata, condannano alla solitudine e al vuoto. Non vi
è amore verso l´altro, ma solo utilizzo. Non si cerca un partner, con il quale
stabilire relazioni di simmetria, bensì un salvatore che si assuma il compito
impossibile di dare felicità a un E4. L´autoboicottaggio dell´invidioso in-
valida qualunque tentativo.

■ La fame d´amore mi ha portato a perdermi e annullarmi per essere per l´altro e


cercare l´unità!
♦ Le mie relazioni di coppia si sono basate sul fatto di fare in modo che l´altro mi
rendesse felice, che mi salvasse della mia sofferenza, dalla mia tristezza.
■ Nell´amore e nell´amicizia, l´eccessiva dipendenza, la paura dell´abbandono e la
dificoltà nel confronto.
♦ Nell´amore come nell´amicizia mi rendo conto che non offro molto o meglio offro
poco agli altri, mentre mi aspetto sempre qualcosa.
E4_L´enneagramma dell'invidia 151

♦ Poiché io sono incapace di essere felice, e anche per l´altro è fondamentalmente


impossibile, allora la relazione non esiste.
● È talmente doloroso accettare il riiuto dell´altro o comunque la separazione, che
si “incorpora” il riiuto.

L´E4 esibisce una gran varietà di registri amorosi nei quali è presente
una grande dose di manipolazione. Esiste sentimento e intensità, ma l´invidia
indebolisce l´amore attraverso l´odio: la disponibilità diventa modalità di con-
quista, l´accollarsi i propri difetti e carenze nella coppia garantisce il possesso
dell´altro nella relazione sessuale, l´uso di tattiche vittimistiche un escamota-
ge per svegliare la commiserazione, il predominio delle necessità altrui sulle
proprie...

♦ Io ne restai sconvolta; mi dominava il desiderio dell´odio e contemporaneamente


il desiderio d´amore.
● Quasi tutte le relazioni affettive, di coppia o di amicizia hanno messo in moto
questo meccanismo; in particolare, durante la mia infanzia, sentivo di dovermi
prodigare molto attraverso la compiacenza e la disponibilità.
● Vivo con la speranza che lui si faccia carico del disastro che sono.
♦ Le mie relazioni di coppia si sono basate su relazioni di sesso; per me l´unica cosa
importante era il sapere che possedevo l´altro e che l´altro possedeva me.
● E devo dire anche che utilizzo il vittimismo come forma di manipolazione per
ottenere quello che voglio.

Lavoro
Nell´ambito lavorativo, il paragone mosso dall´invidia si trasforma
in competitività, indicatore che appare con alta frequenza. Il senso di
inferiorità, presente nell´E4, cerca il superamento mettendosi, come
minimo, allo stesso livello degli altri. Non bisogna essere da meno. La
svalutazione è talmente corrosiva che i propri risultati non hanno troppa
importanza, poiché si è in attesa del palesarsi della carenza. Di lì la sua
insoddisfazione cronica. Può esserci molta lotta, sforzo ed esigenza, ma
poca soddisfazione. Qualsiasi cosa è suscettibile di miglioramento ed è
sempre possibile trovare qualcuno che superi le proprie prestazioni.

♦ Nel lavoro sono competitiva, una competitività basata sul paragone, per sentirmi
sminuita, inferiore all´altro, svalutata.
152 Enneagramma delle passioni

■ Essere competitiva per aver paura o non sapermi confrontare (con gli altri).
■ Nell´ambito del lavoro, il credere di non essere mai preparata, la vergogna che si
scopra e quindi la dificoltà a condividere ciò, il mettermi sempre nella condizione
del paragone.
● Nell´ambito del lavoro, non dare importanza ai miei risultati ma sentirmi sempre
dipendente da quello che ancora non so fare.
■ Invidio le attenzioni, il riconoscimento, il valore e la fortuna senza sforzi.

La persona invidiosa sperimenta grandi dificoltà nel momento di


condividere un compito o di realizzare un lavoro di squadra. La dipen-
denza allontana dalla simmetria, propria di una relazione lavorativa tra col-
leghi. La competitività si incentra nella minaccia di sentirsi inferiore e nel
tentativo continuo del paragone. Lo sforzo non trova riconoscimento e il
fatto di giocarsi la vita nell´adempimento di qualunque mestiere, produce
una paralisi. Quando si lavora non si lasciano da parte i sentimenti, bensì
c´è una profonda implicazione negli stessi.

■ Mi è capitato con una mia socia: io invidiavo le sue capacità creative, invidiavo la
giustiicazione che veniva portata per i suoi errori con: “è fatta cosi”; invece il mio
carattere aggressivo veniva messo sotto processo e il mio fare non veniva mai
gratiicato o visto.
■ In un´occasione di lavoro terapeutico in coppia, sono entrato in una paura assolu-
tamente paralizzante nel paragonarmi all´altro.
● Nel mio lavoro, come in molti altri, so che dopo molte arrabbiature, quello che più
mi sta facendo male è la mancanza di riconoscimento nei miei confronti da parte
degli altri.

Globale: amore (coppia e amicizia) e lavoro

Gli indicatori che maggiormente emergono nell´ambito delle rela-


zioni con gli altri, nella coppia, nell´amicizia e nel lavoro, sono la dipen-
denza e l´attaccamento. Si vuole supplire alla carenza del proprio essere
a costo di vivere attraverso l´essere di un altro. La svalutazione, unita al
senso di colpa e il deterioramento della propria immagine, nascono da
un paragone invidioso che sfocia nella competitività. Il paragone, da par-
te sua, conferma la svalutazione. È il cane che si morde la coda . Gli altri
sono indispensabili perché senza di essi il paragone è impossibile e non
E4_L´enneagramma dell'invidia 153

può esistere competitività alcuna. Un risultato prevedibile è la siducia,


la fuga e l´allontanamento.

RIPERCUSSIONI DELL´INVIDIA NELL´AMBITO


DELLE RELAZIONI CON I BENI MATERIALI

Nell´ambito delle relazioni con i beni materiali, si sono scelti due ele-
menti di interesse che vengono analizzati come sottoambiti: a) il denaro
e la proprietà; e b) la natura e l´ecologia.
Osservare le ripercussioni che l´invidia ha in questi campi non è un
compito facile; per il suo studio è stato predisposto un numero minore
di unità concettuali, non per questo meno signiicative.

Denaro e proprietà

Bisogna segnalare i seguenti aspetti in relazione col denaro: la dipen-


denza, la soddisfazione del bisogno e il livello di paragone che coprono la
ricerca della sicurezza, la priorità delle necessità estetiche e l´appartenenza
a un livello di qualità. Al sottotipo sessuale non risulta semplice ottenere
una stabilità economica, per il fatto che, magari, i suoi criteri di spesa non
danno la priorità alle necessità basilari. Il sottotipo sociale ha un atteggia-
mento distaccato e spendaccione; gli costa separarsi dagli oggetti per il va-
lore sentimentale che possiedono e concepisce il denaro come una forma
di esercizio di potere. Il sottotipo conservativo entra in relazione con il
denaro a partire dal senso di colpa e dall´austerità; si permette le comodità,
ma rifugge dal lusso e dallo sperpero.

♦ Voglio dire anche che, in alcuni momenti della mia vita, ho avuto denaro e l´ho speso
comprando cose per me, specialmente vestiti, profumi, scarpe....
♦ Provo invidia delle persone che hanno un livello economico più elevato e sicuro del
mio, una bella casa, una bella automobile....
■ Credo di essere austera e chissà se è solamente un´espressione del senso di colpa.
♦ Da quando tutti i giorni appunto su un´agenda le mie spese, mi rendo conto meglio
di come bilanciare gli imprevisti riguardo agli acquisti.
● Con il denaro la questione è più complessa; è fonte di gratiicazione, autonomia e
154 Enneagramma delle passioni

forza, oltre che di grande mobilità e possibilità.


● Pur procurandomi i mezzi per la mia sussistenza, ho sempre la sensazione di non
avere ciò che mi serve o che può improvvisamente mancarmi del tutto; mi sento
senza difese.

Nella mentalità dell´E4, la nostalgia del paradiso perduto, dove tutto


è elargito in abbondanza, relativizza, nel presente, il valore del denaro.
L´invidia può generare il desiderio di avere di più degli altri o, ancora me-
glio, avere quello che gli altri possiedono. Non stupisce che vengano fatti
perino furti come modalità per riempire il vuoto oggettuale dell´E4. Si
tratta di una forma di introiezione. Manca il senso della realtà e il tenere
i piedi per terra.

■ Tendo ad andare “leggera di bagaglio”, non conservo “caso mai mi servisse”, do via
facilmente vestiti o mobili o cose delle quali non ho bisogno.
♦ E così spendevo, pensando di avere a disposizione denaro, ino a quando la banca
non mi riportava con i piedi per terra.
♦ In alcune occasioni ho rubato a familiari, ad amici della mia famiglia e in negozi.
● In quanto al denaro, può veriicarsi la tipica situazione di uscire a prendere qualco-
sa e impegnarmi nel pagare sempre, perino quando mi disturba il fatto che l´altro
si approitti della mia “buona” disposizione.
♦ Sentivo che non era la mia strada.

Natura ed ecologia

Per l´E4 la natura e l´ecologia possiedono il valore nostalgico del pa-


radiso terrestre e a esse si sente emozionalmente legato. Signiicano per
l´invidioso un ambiente di pace dove poter fuggire per evitare gli altri,
poiché le relazioni umane gli risultano problematiche. È in sintonia con
la bellezza e si preoccupa della sua salvaguardia. Non ci sono indizi di un
impegno, ma simpatizza con i movimenti ecologisti.

■ Rispetto della Natura. Mi rendo conto ora che la Natura è per me il Paradiso
Terrestre.
■ Cosicché mi fa male, quasi isicamente, ogni macchia d´olio in una spiaggia oppure
ogni palmo di cemento rubato al bosco o all´erba.
E4_L´enneagramma dell'invidia 155

● La natura mi affascina e provo ammirazione nel contemplare un paesaggio; mi


commuovo con facilità.
■ In rapporto alla natura, una fuga in essa per non vivere con gli altri.
● La natura è la mia ispirazione, è l´esempio costante che mi riporta all´essenzialità
della vita nella sua semplicità e nella sua potenza... è un “essere”.
■ Non so, ancora non mi sono iscritto a nessuna Piattaforma per lo Sviluppo Soste-
nibile, ma sono i movimenti che hanno tutta la mia simpatia, almeno nella loro
impostazione.

L´interazione con la natura favorisce in qualche modo l´affermazione


della realtà, di ciò che esiste davvero. L´ambiente accogliente di un pa-
esaggio compensa dei dispiaceri della convivenza umana. L´esperienza
estetica consolida la capacità simbolica dell´E4, che è una forma sottile
di mostrarsi senza arrischiare l´accettazione personale.

■ Ricerco nell´osservazione della natura le risposte della vita.


■ Mi è andata bene, sono ancora viva e comunque mi commuovo di fronte alla
bellezza della natura.
■ Per rafforzarmi e per vedere le mie capacità, ho praticato e sidato anche la natura. .

Globale: denaro e proprietà/natura ed ecologia

La natura rappresenta, oltre al tocco nostalgico di un paradiso per-


duto, l´immagine dell´essere senza carenze di alcun genere né vuoto.
Nell´ottica dell´E4, non si cerca la produttività bensì la bellezza. Si co-
stituisce come rifugio, ma le azioni degli uomini possono deteriorarla. Il
denaro ha la funzione di colmare le necessità, siano esse estetiche o reali.

RIPERCUSSIONI DELL´INVIDIA NELLA RELAZIONE


CON DIO, CON IL DIVINO, IL TRASCENDENTE

Quest´ultimo ambito ha la sua particolarità. Ogni persona intervistata ha


potuto prendere una posizione personale davanti a Dio, al divino, al tra-
scendente. Le osservazioni non si focalizzano su una religione speciica
o su una determinata confessione.
156 Enneagramma delle passioni

a) L´amore ammirativo dell´E4 trova in Dio l´ideale che cer-


ca e la pienezza alla quale anela. Nell´introiettare la forza divina vi è
l´identiicazione con il trascendente e l´elevazione personale. L´amore è
il volto di Dio.

■ Ora so che c´è qualcosa di superiore e di grande dentro ognuno di noi.


♦ Si sta facendo spazio nel mio cuore. Non so se è lui che vuole entrare in me o se
io in lui.
■ Sospetto, credo, percepisco, intuisco... che sia una presenza che ingloba tutte le
nostre presenze, quella di tutti gli esseri viventi, cosicché non so se è come nella
Valle degli Uccelli o in un Specchio dove ognuno di noi si può riconoscere così come
siamo, in fondo, cioè della stessa natura.
■ Non l´ho mai formulato così, ma mi viene da dire che Dio è il Testimone della mia
vita, qualcuno che riporta a me stesso il riferimento.
♦ Perché dico questo? Perché nell´ultimo anno ho notato che in questo appianarsi
della passione ho visto aumentare l´amore per Dio.

b) Una relazione esigente con Dio, specialmente nel sottotipo


sessuale, può sfociare in un atteggiamento di odio verso di Lui. Solo una
comprensione più profonda della propria realtà apre nuove prospettive.

♦ Piuttosto ho odiato Dio più di ogni altra cosa per avermi abbandonato.
♦ In alcune occasioni mi ricordo che chiedevo, che esigevo da Dio che mi facesse
sentire felice, che mi desse un segno del suo amore verso di me, ma non l´ottenevo
mai; allora provavo molta rabbia nei suoi confronti, al punto che preferivo pensare
che non esistesse.
● L´inferno, i peccati, il purgatorio, trascendere l´ego, sviluppare la tua virtù speciica...
ora capisco.

c) La spiritualità dà senso alla vita; risulta attraente per l´invidioso


perché sposta la centralità verso un mondo lontano, dove può rifugiarsi e
che richiede un impegno attivo.

● La vita acquisisce un´altra dimensione, si potrebbe perino dire che la vita acqui-
sisce un senso.
● Ma, chiaro, una cosa è ciò che fa la Chiesa e un´altra cosa è dire che la spiritualità
non esiste.

Tre indicatori sintetizzano le relazioni con Dio, il divino, il tra-


E4_L´enneagramma dell'invidia 157

scendente: la dipendenza, il vuoto e la nostalgia. Nel primo si ricerca


la sicurezza dell´amore; nel secondo, la pienezza della vita; nel terzo,
la nostalgia della divinità e del paradiso perduto. Altre sottocategorie
rilettono anche la relazione con Dio a partire dai presupposti strutturali
dell´invidia: la necessità di sentirsi speciale per la qualità della ricerca
portata a termine, la sida competitiva con Dio con il quale si mantiene
una lotta molto impegnativa, la svalutazione che accentua l´asimmetria
con il mondo divino, il riconoscimento dell´iniziativa di Dio nella pro-
pria esistenza...

♦ Ho sempre ricercato Dio per una conferma del suo amore per me. Ma, nell´attesa
di questa risposta, il tempo passava.
■ Cercare il divino era anche per sentirmi diversa e speciale.
● Il bisogno di un ricongiungimento con ciò che mi trascende.
♦ I miei deliri di grandezza che mi permettono di spazzar via Dio, i maestri, il divino.
● “Non sono abbastanza per Lui”.
♦ Pochi mesi fa è stato lui a cercarmi, io non ci pensavo più.

Secondo la Bibbia neotestamentaria, Dio riscatta l´uomo della per-


dita, amorosa, mediante la misericordia: ιCristo Gesù venne al mondo
per salvare i peccatoriκ (1Tm 1,15). Nell´E4, l´invidia motiva il recupero.
Il ritorno a Dio, nell´ottica della parabola del Figliol prodigo (Lc 15,11-
31) si vive a partire dalla misericordia e mai dal giudizio, dall´allegria e
mai dall´invidia. Il padre propone al iglio maggiore che si rallegri per
il bene di suo fratello. La prospettiva non è la competitività, piuttosto
il bene dell´altro, che non deve mai essere vissuta come male proprio.
Questo è l´antidoto dell´invidia.

■ Quando sorge l´automatismo che il Testimone mi sta giudicando perché mi com-


porto male, allora perdo la connessione, ritorno in uno stato ansioso.
■ Ho iniziato presto a cercare una vita attraverso la pratica della ricerca del Divino.
■ Come cercare di salvarmi da un senso di condanna.

San Giovanni della Croce (1955) raggruppa l´invidia e l´accidia nello


stesso capitolo, dedicando alla prima solo il primo punto. C´è da sottoli-
neare che si tratta del testo più breve, con la grande differenza che tratta
158 Enneagramma delle passioni

di uno dei vizi capitali ne La Notte oscura dell´anima. Applica l´invidia


al campo dello spirito e mira al suo nucleo: il paragone ιdi solito por-
ta molti di loro a essere gelosi del bene spirituale altrui; provano una
pena visibile quando vedono gli altri più avanti nel cammino spirituale
e non vorrebbero che venissero lodati, perché le loro virtù li rattristano;
a volte non possono sopportare questo fatto, al punto che oppongono
il contrario, confutando come possono le lodi: crepano, come si dice,
d´invidia. Si afliggono perché non vengono lodati come quelli e vorreb-
bero essere preferiti in tuttoκ (p. 775 ).

● Ho chiesto con rabbia, con l´idea che nella mia vita ci fosse un´ingiustizia.
● Di sicuro non sono mai la sua eletta.
● Porto un grande carico emozionale nella meditazione e ripongo in essa molte as-
pettative.
■ Cercare il divino era anche per sentirmi diversa e speciale.
AVARIZIA
E5 L'ENNEAGRAMMA
DELL' AVARIZIA

9
8 1

7 2

6 3

5 4

CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
‹‹

‹‹

Caverna come luogo di reclusione, sicurezza e rifugio


Oscuramento
Percezione del vuoto come realtà abissale
dell´essere

Isolamento che porta nel regno della solitudine


Riduzione
Siducia come chiusura che offusca la consapevolezza
del livello di
Suddivisione in compartimenti stagni della vita come riles-
consapevolezza
so della scissione interna
Dificoltà varie nell’essere consapevole

Scissione, disconnessione e disinteresse patologico


Alterazioni del
Mancanza di energia, scarsità e inerzia
comportamento,
Ipertroia mentale a danno degli istinti e dei sentimenti
per mezzo di
Incapacità di condividere
alcune strategie
Il trattenere come modalità di accumulo e per eludere il vuoto
operative
Autonomia e negazione della necessità
Senso di colpa derivata del superego

‹‹
Ripercussioni dell'avarizia nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E5_L´enneagramma dell'avarizia 163

1. OSCURAMENTO DELL’ESSERE

La similitudine della caverna si adatta alle caratteristiche principali


dell’E5. Si tratta di un posto di reclusione, di sicurezza e rifugio, ma
contemporaneamente di disconnessione con il mondo esterno. Platone
(1979) utilizzò in modo magistrale l’allegoria della caverna in La Repub-
blica, (pp. 778ss ) per rilettere sulla natura umana e la sua relazione col
processo educativo e la conoscenza. Sherazade è la protagonista de Le
mille e un notte (1999), la raccolta di racconti tra i quali si trova Alí Babá e i
quaranta ladroni. Qui la caverna serve per immagazzinare ricchezze e ac-
quisisce altre connotazioni, diverse dal testo platonico, ma coerenti con
la personalità dell’avaro che accumula e τfa tesoro” di tutto per colmare
il vuoto. Alí Babá usa la ricchezza con moderazione, ma suo cugino Cas-
sim, che era avido, ricorda solamente la formula per entrare nella caverna
del tesoro e rimane prigioniero della sua ambizione, senza poter uscire
da essa. Invece di mettere le monete al servizio della vita, perde la vita a
causa del suo amore per il denaro.

1.1 Caverna come luogo di reclusione, sicurezza e rifugio

La caverna simboleggia il mondo interiore dell’E5, scisso e separato dal


mondo esterno. Il suo carattere schizoide lo spinge alla solitudine e all’i-
solamento. Rimanere nella caverna gli assicura sicurezza e ostacola il mo-
strarsi. Il suo obiettivo è godere di un spazio esclusivo benché τlitighi con
le proprie ombre”, volendo usare il gergo platonico. Si sente protetto da
possibili invasioni e da sguardi indiscreti. Vive in una zona privata.

● Di modo che tento di godere delle mie cose in solitudine. Il risultato è l’isolamento.
♦ Anche la difficoltà nel mostrarmi, per entrare in scena, mi fa male.
● Per me è importante la casa. Non tanto per tenerla in ordina e curata, bensì per
avere un spazio per stare da solo.
♦ Senso del proprio spazio personale e della privacy accentuato, con facilità a sentirsi
invaso.
■ Il disinteresse per il mondo esterno, benché possa passare inosservato a prima
vista, significa non stare lì con l’anima. È uno stare “fantasma”.
164 Enneagramma delle passioni

L’avarizia costituisce una forma di paura nei confronti della vita, intesa
come paura di perdersi e di essere inghiottito dagli altri. Si favorisce così il
formarsi di un carattere difensivo per non precipitare nell’abisso del nien-
te. Ciò che si possiede e le ricchezze, nei loro aspetti materiale e qualitativo,
facilitano la sopravvivenza. Il controllo ostacola la perdita e rafforza il ri-
fugio. Accumulare e conservare il tesoro rende sicuri nei confronti dell’ar-
rivo di un’imprevedibile periodo di scarsità.

♦ Ricordare che l’avarizia è una forma di paura della vita.


■ Bisogno di erigere difese per paura di essere annientato o inglobato dagli altri.
♦ Credo di essermi trovato in situazioni di sopravvivenza per la maggior parte della
mia vita.
● I miei amici si lamentano molto che non esco, hanno molta pazienza. Non mi
chiamano per fare qualcosa.

L’E5 si isola nel suo mondo interno che si distacca dalle trasforma-
zioni esterne. Si regge su leggi proprie e lotta per l’autosostentamento. I
pensieri nutrono la mente dell’avaro che si allontana dai suoi sentimenti e
dalle relazioni. Se il pesce nuota dentro l’acquario, tutto funziona, ma af-
facciarsi all’esterno può agitarlo notevolmente. Le resistenze che hanno gli
altri di varcare la soglia della caverna per entrare, si accordano con la paura
di uscire di coloro che stanno dentro.

♦ Compensare ino quasi a sostituire la realtà frustrante con un mondo interno, dove
le cose hanno un signiicato personale particolare, simbolico, poetico, metaisico.
● Nell’adolescenza ho passato molto tempo leggendo fumetti; era il modo nel quale
io mi creavo il mio mondo, con la musica. Mi nutrivo di quello a livello interno, non di
relazioni. Avevo qualche amico, ma il mio mondo interno girava soprattutto intorno
a questo.
♦ Evasione dalla realtà in un mondo proprio dove sembra che nessuno possa e voglia
entrare.
● Quindi una tendenza molto forte a cercare nel mio mondo interno le mie fonti di vita.

1.2 Percezione del vuoto come realtà abissale

Il niente e il vuoto hanno strappato profonde rilessioni antropologiche e


spirituali durante la storia. San Giovanni della Croce, mistico appartenente
E5_L´enneagramma dell'avarizia 165

all’E5, utilizza il binomio τtutto-niente” (niente: 373 volte; tutto: 274 volte
nell’insieme della sua opera). Il suo niente sta in funzione del tutto. Nell’a-
varo il vuoto è tanto profondo che niente è suficiente a colmarlo, né la
conoscenza, né i beni materiali.

♦ Nel primo caso c’era un senso di vuoto interiore incolmabile.


♦ È la sensazione di vuoto, senza aver chiaro cosa mi manca.
● Ho pensato a volte di morire e di non lasciare niente dietro di me.
■ Dentro non c’è niente, c’è solo il corso della vita da una parte e dall’altra tutto quello
che ho trattenuto per riempire quel vuoto.

L’E4 pretende di riempire il suo vuoto con sentimenti. L’E5, invece,


li sacriica per dare la priorità ai contenuti mentali. Esiste un contenimento
emozionale e la soppressione dell’alterità. Da qui la relazione con se stessi
come principale o quasi esclusiva. La paura di lasciarsi andare protegge
dalla perdita e dal niente. L’accumulazione disattiva i meccanismi di ango-
scia davanti al vuoto, ma non lo risolve. L’isolamento lo accentua.

♦ Se lascio andare, perdo tutto, rimango senza niente, mi va via la vita.


● Non vedo molto chiara la risposta perché mi relaziono soprattutto con me stesso: il
punto è come ciò risuona in me. Mi costa vedere questo. Il mio punto di riferimento
è fondamentalmente me stesso.
● Rimuovo allora il pensiero della morte forse perché penso di non meritare di avere
vissuto.
■ “Se mostri le tue emozioni, sparisci”. È come se diventassi vulnerabile davanti
all’altro, mi vedo più umana e mi sento impacciata, ridicola, e penso “ma che igura
stai facendo”.

Si tratta di un vuoto esistenziale. Non possedere è privarsi. Pertan-


to, annichilirsi e smettere di esistere. Essere posseduto implica sparire,
poiché si viene inghiottiti da una forza estranea. Perciò l’avaro è geloso
della sua intimità, perché attraverso di lei si aggrappa all’esistenza. L’iso-
lamento è una garanzia, ma sottrae risorse incalcolabili. Contemporane-
amente, l’E5 cerca di acquisire e accumulare per difendersi dal niente che
inevitabilmente ha ricadute su di lui.

♦ È presente la paura di rimanere senza niente, e pertanto, a non essere niente, e an-
166 Enneagramma delle passioni

che di essere assorbito dall’altro. Pertanto, la conseguenza di questo è l’isolamento.


■ “Se non trovo un signiicato alla vita, non esisto”. È come se la vita di per sé, in ogni
situazione presente, non avesse signiicato.
■ È una forma di non sentire il vuoto. Questo sentimento di vuoto sorge dalla non
esistenza.

2. RIDUZIONE DEL LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA

L’inconsapevolezza, intesa come meccanicità, conduce a una distorsione


cognitiva ed è terreno fertile afinché la passione dominante ostacoli il
poter vedere lucidamente; l’essere resta offuscato e il vuoto che si ge-
nera lotta per riempirsi di surrogati. I meccanismi di difesa concorrono
al mantenimento dell’inconsapevolezza. Si ricercano soluzioni false o
apparenti per confermare le proprie capacità o per soddisfare le neces-
sità profonde. Di seguito verranno utilizzate quattro sottocategorie per
indicare le diverse strategie utilizzate dall’E5 per bloccare la propria con-
sapevolezza o attenuarne la percezione.

2.1 Isolamento che porta nel regno della solitudine

L’isolamento favorisce un ritorno alla caverna, a una regressione all’ute-


ro materno. Si ottiene così la sicurezza, perino la pozione magica della
conoscenza più sublime, ma si perde la connessione con l’amore e con
l’istinto. Non esiste contatto e senza di esso la consapevolezza riduce
tutto all’aspetto puramente mentale. La parola sapere ha una relazione
etimologica con la parola sapore. Senza la collaborazione dei sensi, la
saggezza può essere gelida.
● Il desiderio di vivere su un’isola deserta.
● La base delle mie idee folli ha a che vedere con la sensazione di essere isolato.
♦ Un compagno mi passò vicino, mi guardò con viso tenero e contemporaneamente
con pena, e mi siorò con una carezza un braccio. Scoppiai a piangere sconsolata-
mente nel rendermi conto di quanto fossi isolata.
♦ Questa tendenza ha differenti sfumature: una di esse è quella di isolarmi letteral-
mente. Posso passare giorni senza vedere nessuno e sentirmi bene così.
E5_L´enneagramma dell'avarizia 167

Leibniz utilizza il concetto delle monadi per indicare le componenti della


realtà. Afferma che ιnon hanno inestreκ, cioè non interagiscono. Si tratta
di un’immagine suggestiva per indicare l’incomunicabilità che tanto riguar-
da l’avaro. Desidera non essere visto, non mostrarsi davanti a un pubblico
numeroso, sfuggire al lavoro di squadra ed evitare di appartenere a un
gruppo.

● Voglia di non essere vista e di non fare rumore.


♦ Mi atterrisce il mostrarmi davanti a un pubblico numeroso e il poco spirito del
lavoro di squadra è ciò che più risalta.
♦ Disagio costante nell’appartenere a un gruppo.

Qualsiasi desiderio o impegno della persona avara sfocia nella solitu-


dine: ogni tentativo di relazione, presto o tardi, in una rottura. Esiste un
pessimismo esistenziale. L’utopia del tutto si spacca. Si esalta la solitudine
come un valore, quando in realtà è il punto di arrivo. La convivenza impli-
ca il mettersi in gioco. Senza rischio, si rimane nella solitudine.

● Potrei vivere bene da solo, facendo la mia vita coi miei libri, la mia musica, i miei
fumetti. Al massimo, andare a lavorare, perché è necessario.
♦ Lei si prese un idanzato e io sentii che la nostra relazione iniva; mi fece sentire
molto triste il pensiero che tutto in questa vita inisca e che alla ine ritornavo
sempre alla mia solitudine, a me stesso, che era in in dei conti l’unica cosa sicura
che avevo.
■ Dopo, d’altra parte, bisogna rendersi conto, in profondità, dell’immensa solitudine
dell’essere in relazione con un altro.

2.2 Siducia come chiusura che offusca


la consapevolezza

La sicurezza dell’E5 si basa quasi esclusivamente sulle proprie risorse. Essa


costituisce il prezzo inevitabile dell’isolamento. La siducia appare come
una conseguenza naturale. Si perde così la visione obiettiva degli altri, an-
ticipando mediante credenze infondate il risultato inale della relazione. Vi
è un punto in comune nel preisso delle due parole: siducia che implica
sconnessione. Le due si completano e sperimentare l’una senza l’altra con-
durrebbe a una contraddizione interna.
168 Enneagramma delle passioni

♦ Questo va insieme al credere all’idea pazza che “non puoi fidarti di nessuno” o
“alla fine l’altro ti frega”.
♦ Vergogna, senso d’inadeguatezza sociale, con la sensazione che le proprie qualità
non possano essere apprezzate o forse nemmeno percepite.
♦ Andammo in un bar che stava nel Tibidabo, a Barcellona. C’era abbastanza gente
e per questo lo persi di vista per alcuni istanti. Rimasi sorpresa della mia sfiducia e
da quello che mi passò per la mente in quei momenti: “andrà via senza aspettare
di trovarmi”, e di come incominciai a mettermi in azione: “chiamerò un taxi per
ritornare a casa”.

L’avarizia implica possesso e il τtrattenere” tutto. La presenza altrui


è vissuta come una minaccia poiché le ricchezze, cognitive e materiali, ri-
svegliano l’avidità. Pertanto bisogna mantenere un atteggiamento vigile,
afinché nessuno le porti via. Ogni relazione è permeata di difidenza e la
tensione che comporta si dissolve con l’isolamento. L’essere perde le sue
connessioni, la coscienza si turba e l’avaro ritorna nella caverna della sua
solitudine, dove, come Alí Babá, potrà deliziarsi nella contemplazione dei
suoi tesori.

♦ Non posso idarmi di nessuno, solo di me stessa, cosicché è meglio che mi aggiusti sola.
● Rinunciare alle persone perché mi abbandonano.

La siducia copre la consapevolezza della dinamica autodistruttiva


dell’avarizia. Per la siducia, il problema sono gli altri che possono strappar
via le proprie ricchezze. Vivere con questo sentimento provoca tensione
e angoscia. Si ricerca una iducia totale, quasi impossibile da trovare. Il
proverbio popolare τchi troppo vuole, nulla stringe” indica che l’eccesso
di accumulo è la causa della perdita degli stessi beni accumulati.

♦ Qui l’avarizia prende la forma di una ricerca di “totale iducia”, di “totale unione
con l’altro”, di “totale consegna di sé”, del sentire che l’altro si dà totalmente a me
e io all’altro.
♦ La siducia mi mantiene all’erta, mi provoca tensione e, pertanto, rigidità, sforzo e
contenimento. E da lì viene l’avarizia.
E5_L´enneagramma dell'avarizia 169

2.3 Suddivisione in compartimenti stagni della vita come


rilesso della scissione interna

La ripartizione in compartimenti stagni dell’esistenza permette di vive-


re un’apparente unità, perché si sopprimono tutte le contraddizioni. In
questo modo, si sfuma la complessità e si amputano dimensioni signiica-
tive della persona, come quelle emozionali e istintive. Si pensa, ma non si
percepisce. Questo meccanismo di difesa coincide con l’isolamento, ma
aggiunge alcune connotazioni importanti. Si vive l’esistenza in comparti-
menti stagni. Vita personale e lavoro sono due mondi distinti e separati.
Le amicizie dell’avaro sono regolate dallo stesso criterio. Tutti conoscono
l’E5, ma questo non gli serve da ponte di connessione con gli altri. Le
conseguenze si possono indovinare: perdita di un’identità stabile, disfaci-
mento interiore, mancanza di una consapevolezza integrale...

● La divisione in compartimenti stagni della vita è l’aspetto nel quale mi sono rispec-
chiato meglio. Nel mio lavoro la sperimento molto.
■ La divisione è una dissociazione interna. Un non arrivare ad avere un’identità stabile.
■ Allora una parte si occupa della relazione con me stesso e l’altra parte si occupa della
relazione con l’esterno.

La consapevolezza della complessità personale, senza l’esclusione di


nessuno dei suoi elementi integranti, sfocia nella percezione delle contrad-
dizioni. Pertanto, comincia la lite interna. La pace del carattere dell’E5 si
radica nella sottomissione del mondo emozionale e istintivo così come nella
perdita delle sue rivendicazioni. Diversiicare le scommesse implica un dete-
rioramento iniziale dell’accumulo e comporta una dificoltà per l’avaro, che
preferisce la coerenza di un piccolo settore al labirinto della realtà concreta.

■ Sottolineare che prima di entrare in crisi e incominciare il mio processo personale


cosciente, non c’era lite interna.
● Di conseguenza ho sviluppato un senso di me molto contraddittorio.

2.4 Dificoltà varie nell’essere consapevole


Questa sottocategoria raggruppa un’ampia serie di unità concettuali,
controllate dalla passione dominante, che hanno in comune l’obiettivo
170 Enneagramma delle passioni

di ostacolare la consapevolezza di sé, agli antipodi della quale si trova la


meccanicità.
Le reazioni automatiche impediscono di rendersi conto delle autenti-
che motivazioni che mettono le radici nell’avarizia nell’E5. Senza coscien-
za non c’è cambiamento profondo.

♦ Bene, tutto ciò che ho esposto prima, ora non è più così. Ora sono più consapevole;
ci sto lavorando e alcuni di questi aspetti sono cambiati abbastanza.

Le dificoltà tendono a diversiicarsi: incapacità di guardare in faccia


la realtà, ignoranza nell’interpretazione dei propri sentimenti, disconnes-
sione con il qui e ora, assenza di valutazione e giudizio relativamente
alla rabbia e all’aggressività. Tutto ciò ostacola in qualche modo la presa
di coscienza sulla propria esistenza e sul proprio mondo emozionale
e istintivo. L’avarizia dà valore al risparmio di energia che ogni atto di
coscienza implica.

♦ Quello che accade è che, chiaro, non sempre la voglio guardare in faccia la nevrosi.
● Una cosa che è molto tipica dell’E5, ma che credo che sia molto mia, è essere triste
e non rendermi conto di esserlo.
♦ Dificoltà a essere presente e sentire ciò che si prova sul momento.
● Mandai a fare in c... un gestaltista, cosa che non avevo mai fatto prima nella mia
vita, dopo un’ora e mezza in cui stavo parlando al telefono delle mie emozioni. Alla
ine è quello che mi è uscito. Mi costa molto rendermi conto delle mie emozioni,
soprattutto della rabbia e della aggressività; mi sono molto dificili da percepire.

3. ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO PER MEZZO


DI ALCUNE STRATEGIE OPERATIVE

Il comportamento viene inluenzato dal grado di consapevolezza posse-


duta da una persona, ma a sua volta lo genera. Qui si vedono le strategie
operative utilizzate dalla persona avara per ottenere i suoi scopi e i suoi
desideri. L’aumento della consapevolezza e delle virtù disattiva in misura
proporzionale i comportamenti a esse subordinati. A partire dai dati ot-
tenuti, si possono identiicare sette strategie operative.
E5_L´enneagramma dell'avarizia 171

3.1 Scissione, disconnessione e disinteresse patologico

L’avarizia si trova di fronte a un dilemma davanti ai beni conservati come


un tesoro: rischiarli o mantenerli. Le relazioni umane interferiscono in
tal modo che minano la sicurezza. L’E5 identiica il donare con il perde-
re e il ricevere con il debito: l’una e l’altra lo destabilizzano. Perciò, opta
per il trattenere le cose e paga il prezzo del disinteresse e la disconnes-
sione con gli altri. Nega o riduce al minimo le sue necessità per potere
prescindere dal contributo altrui. Poiché il sacriicio è sostanziale, con-
siderato che si tratta dell’amore, cerca di rimpicciolirlo svalutandolo. La
distanza raffredda e si lascia sedurre dall’isolamento.

● Essere distaccata dalla vita.


♦ In relazione a quello che ho descritto precedentemente, sta il disinteresse patolo-
gico, il non Dare.
● Una frase che ho sentito dire a Claudio in un SAT e che io considero vera è:
“L’amore non è così tanto importante”. Questo è la mia issazione.

Le relazioni umane, a dispetto della loro dose di gratiicazione, di-


ventano scomode. Implicano impegni che l’avaro non è disposto a man-
tenere. Anticipano esigenze insostenibili che, se non vengono soddisfatte,
saranno fonte di frustrazioni e delusione. La distanza acquisisce, alla luce
di questo, un carattere difensivo. Ritirarsi dal gioco assicura di evitare la
sconitta, ma non c’è mai guadagno. Si adotta allora la mentalità della volpe
davanti all’uva. Se non si riesce a prendere, è perché è verde. Le relazioni
sono considerate come qualcosa da cui si può prescindere. Fastidiose, per-
ino. Si giustiica in questo modo la scissione e il disinteresse.

■ Se mi avvicino agli altri avranno delle richieste insostenibili, o comunque rimarranno


delusi da me.
● In amore: se l’altro mi ferisce o non si cura di me mi ritiro, mi distacco, lo “sospendo”,
così - se mi abbandonerà - sarò già preparata.
● Se ho un problema con un amico, se interrompo la relazione penso che non sia
successo niente. Mi sembra di poter prescindere da qualunque relazione.

La disconnessione costituisce la risposta dell’avaro nei confronti


delle domande di una persona e, ancora di più, di un gruppo numeroso.
172 Enneagramma delle passioni

Rifugiarsi nelle proprie astrazioni è sempre una risorsa a portata di


mano. Così come l’adottare la posizione dell’osservatore che contempla
uno spettacolo che non lo riguarda o nel quale non si sente implicato. Il
disinteresse rilette insensibilità, caratteristica che lo rende più facile. Il
risultato è la solitudine.

♦ Questo mi succede quando sto in un gruppo numeroso, ma mi succede anche a


volte quando sto con un’altra persona: a volte mi disconnetto e mi perdo progressi-
vamente nelle mie astrazioni.
■ L’insensibilità è una sensazione fredda e asciutta come una disconnessione profon-
da tra l’esterno e l’interno. Come un distaccarsi da entrambe le parti.
♦ Sono piuttosto una persona solitaria e abitualmente quando sto con gente, soprat-
tutto se sono gruppi, tendo a isolarmi, a disconnettermi da quello che succede nel
gruppo, benché in realtà osservi quasi tutto.

3.2 Mancanza di energia, scarsità e inerzia

Il risparmio, inteso come una delle espressioni dell’avarizia, è diretto a


evitare la spesa e a favorire l’accumulazione. L’E5 misura tutto quello che
può; il dispendio di energia che c’è nel lavoro e che, in particolar modo,
è causato dalle relazioni sociali. Questa sensazione di perdita di energia
alimenta la credenza della scarsità e conduce all’inazione. Soggiace alla
paura di cadere nel vuoto e di rimanere senza niente, poiché il dispendio
di energia viene vissuto come perdita. Uscire da se stessi, abbandonare
la caverna dove l’avaro risiede, richiede una dose considerevole di sforzo.
Poiché le risorse sono limitate, bisogna dosarle al massimo.

● Anche l’avarizia è un risparmio di energia.Vivo molto intensamente l’avarizia nelle


azioni concrete...
● Nel quotidiano, con i miei alunni, diverse volte al giorno. Infastidiscono, noto una
discesa di energia e mi arrabbio.
♦ Le relazioni sociali in realtà mi causano sforzo e dispendio di energia, ora molto
meno di prima, e spesso mi sento fuori posto e inadeguata, benché ora non mi
succeda più tanto spesso.
● Mi sento spesso apatica.

Un donatore di sangue si blocca se percepisce che il prelievo lo lascerà


E5_L´enneagramma dell'avarizia 173

dissanguato. Per l’avaro, dare non è condividere bensì è un modo di re-


stare senza niente. Lo perseguita l’idea della scarsità, con il risultato che
il suo carattere viene deinito come tirchio, eccessivamente dipendente
dalla spesa. Mantenere è un sistema per evitare il vuoto. Bisogna dosarsi.
Non si dà valore allo sforzo, né alle relazioni umane, né alla vita emo-
zionale.

● L’avarizia è l’impegno nelle cose, come se fosse il mio io: lo sforzo mi infastidisce.
Se esco abbastanza tardi, il giorno dopo sono stanco morto e perdo la giornata.
Esco poco.
♦ Se la relazione che ho è di molta iducia, allora si crea una relazione intensa e di
complicità. Ma questo succede solo con una persona, non con varie.
● Avendo carenza di relazioni intime, o molto poche, ho poca vita emozionale.
● Sento come di non avere e, a causa di questo sentimento di scarsità, mi dico:“Come
fai a dare!!”.

Con questi ingredienti, l’inerzia costituisce una conseguenza logica.


Agire consuma energie. Smettere di farlo le risparmia. La paralisi è una
costante. Gli impulsi si disintegrano quando vogliono tradursi in azio-
ne. Posticipare l’azione crea un’illusione di controllo, quando in realtà
comporta una spesa ancora maggiore. Non ci sono né partecipazione né
impegno. Gli obiettivi alimentano la teoria, ma motivano scarsamente
l’azione.
● Mi ritiro dalle situazioni spiacevoli, invece di lottare per quello che voglio.
● Col tempo, ho la sensazione di poter fare poche cose; le faccio molto lentamente,
pensando per tutto il tempo, e mi costa molta dificoltà la concentrazione e le azioni
concrete, come lavare i piatti, preparare le cose per andare al lavoro, le cartellette....
● Sono poco impulsiva e rimando l’azione, non dico ciò che sento per non espormi.
● Se è il momento di agire, non lo faccio. Se mi piace conoscere una ragazza, rimango
fermo. Se una persona mi offende, anche.

3.3 Ipertroia mentale a danno degli istinti


e dei sentimenti

L’avarizia relativa alla conoscenza conduce all’ipertroia mentale a scapito


delle emozioni e degli istinti. Non è mai suficiente per riempire il vuoto
174 Enneagramma delle passioni

della caverna. L’accumulo non mira a una preparazione personale o pro-


fessionale come obiettivo principale, ma è in funzione dell’abisso esisten-
ziale che si pretende di riempire. A dispetto dell’assuefazione, il compito
risulta impossibile da portare a termine. Tutto si muove dalla testa. Si os-
serva il mondo dall’attico.
● L’avarizia relativa alla conoscenza è la mia passione più forte.
♦ L’orientamento verso la conoscenza e lo studio e il loro accumulo, come se non fosse
mai abbastanza, perché non sono mai abbastanza preparata.
● Ho scoperto che guidare da sola in autostrada mi piace proprio perché mi porta da
qualche parte e mi dà modo di pensare.
● Non fumo, ma comprendo molto bene l’assuefazione del fumatore, del drogato, per-
ché la sensazione che sperimento quando sto leggendo è inarrestabile, io non posso
farci niente, è come “avere la scimmia”.

La scissione dell’E5 si veriica anche dentro se stesso. Intelletto ed


emozione agiscono a compartimenti stagni. Lo sviluppo eccessivo del
primo va a discapito del secondo. Il contratto di Shylock, personaggio
di Il mercante di Venezia di Shakespeare (2000) funziona solamente sulla
carta, nella mente. Risarcire il prestito con una libbra di carne di Antonio
risulta impossibile senza spargimento di sangue: ιQuesto obbligo non ti
dà neppure una stilla di sangueκ (p. 203). La vita ha altri parametri che la
pura astrazione. Addentrarsi nel sentimento sarebbe discendere dalla testa,
dove l’avaro è comodamente insediato.
● Un’avarizia che è focalizzata maggiormente sull’aspetto mentale; ho molta dificoltà
nel percepire le mie emozioni. Questo è l’aspetto basilare.
♦ L’intellettualizzazione, arrivando a razionalizzazioni o astrazioni mentali per scappa-
re da quello che mi tocca emozionalmente.
♦ Non riesco a vivere pienamente dal punto di vista emozionale un’esperienza intensa
quando sono con qualche persona, anche se da solo posso vivere la stessa esperienza
in modo molto forte, tanto da desiderare di condividerla con la persona che amo.
■ Il ragionamento, per arrivare alla comprensione di qualcosa senza sperimentarlo.

Il corpo è il grande sconosciuto per l’E5. Una scissione in più ς e


non di poco conto ς che vive l’avaro. Mente e istinti rimangono isolati.
Le elucubrazioni mentali allontanano dal dolore e dal piacere, ma si mo-
strano incapaci di riempire il vuoto esistenziale. Esiste conoscenza, ma
E5_L´enneagramma dell'avarizia 175

manca un’esperienza che ingloba più dimensioni della persona. Scrivere


un libro sul tatto non è la stessa cosa che sperimentare isicamente una
carezza.
● Non esiste comunicazione tra la testa e il corpo. Ora un po’ di più.
♦ E, chiaramente, se ho dificoltà nello sperimentare il dolore, questo vale anche per
il piacere, perché ambedue vanno nella stessa direzione. Benché questo stia cam-
biando notevolmente.
♦ Diverse situazioni nelle quali mi sento chiusa, nelle quali la paura è presente e
c’è solamente oscurità, confusione, dove non c’è contatto col mio cuore, con il mio
istinto e il piano mentale occupa quasi tutto.

3.4 Incapacità di condividere

Le relazioni simmetriche ς di coppia o d’amicizia ς implicano il dare e il


ricevere, pertanto il condividere. Per l’E5 il dare si scontra con la sua ava-
rizia d’affetto; neanche ricevere gli risulta facile, perché crea un debito e
può esigere una risposta. Privarsi di qualcosa signiica ingrandire il vuoto
che tanto teme. Con il risultato che l’E5 trattiene. Nonostante questo, il
darsi, dal punto di vista sessuale può raggiungere il suo culmine, se non
interferisce il pensiero.
♦ Da un lato, le domande eccessive del mio compagno mi spossano e mi creano un
allontanamento.
● Una relazione molto forte è quella che c’è tra l’avarizia e l’affetto. Mi costa molto
dare affetto e pensare a che cosa ricevo in cambio.
■ Esitazione e dificoltà a condividere pensieri e sensazioni.
♦ È a livello sessuale, dove il dare me stessa è totale, dove posso darmi meglio all’altro.

Lasciarsi andare è la strada verso la guarigione per l’avaro, ma con-


temporaneamente costituisce il maggiore impedimento posto dalla sua
passione dominante. Gli costa dare tempo, spazio, oggetti, informazioni
e denaro. Più dificile ancora gli risulta darsi, perché implica l’entrare nel
campo delle emozioni, condividere l’intimità della caverna e mostrare il
vuoto esistenziale che lo tormenta.
● Non ho mai avuto un compagno. In che modo questo è dovuto alla mia passione
dominante? Una cosa che mi ostacola nell’avere un compagno è la necessità di
176 Enneagramma delle passioni

risparmiare tempo.
♦ La confusione tra avarizia intesa come cupidigia, che io riconosco poco in me, e
quella intesa come scarsa disponibilità a dare agli altri.
♦ Il non darmi sussiste soprattutto a livello emozionale, ma anche in altri aspetti
come ad esempio il condividere il mio tempo, o il mio spazio, o le conoscenze o i
miei oggetti (libri, prestare denaro...).
● In passato, in amore, non mi sono mai aperta del tutto per non scoprirmi e rivelare
ciò che ero veramente.

La persona avara boicotta il donare in molti modi. Sposta l’implica-


zione emozionale al piano sessuale, si sente dominata dalla perdita ogni
volta che cerca di dare se stessa, mette distanze per non essere invasa o
inghiottita nelle sue relazioni con gli altri, si riiuta di condividere le cose
più intime. L’isolamento attenua il problema, ma le impedisce di risolver-
lo a fondo. Rifugiarsi nelle idee non risolve la vita.

♦ Lo spostamento sul piano sessuale del coinvolgimento emozionale, sottratto alla


capacità di scambio relazionale a livello affettivo.
♦ Questo accadeva prima, quando ero più nevrotica e meno consapevole. Ora sto
sperimentando un’altra forma di entrare in relazione e di amare o, piuttosto, sto
imparando ad amare, a darmi senza perdermi, accettando l’altro così com’è.
● Da ragazza ho allentato l’amicizia con un’amica quando stava diventando troppo
intensa e quotidiana.
♦ Probabilmente è da questa seconda sensazione che soprattutto deriva un atteg-
giamento di chiusura in cui c’è sì il piacere di ricevere affetto -attenzioni-premure-
calore -, ma c’è anche resistenza a condividere le proprie cose più intime.

3.5 Trattenere, come forma di protezione


e di elusione del vuoto

L’E5, da buon carattere anale, cerca di trattenere. Il corpo, perino la


voce, rilette spesso questo comportamento che arriva a essere dannoso
perché è frutto di un disordine. Trattenere tutto non risolve il suo vuoto
esistenziale, ma lo ingrandisce perché la conservazione delle ricchezze
isola l’avaro dalle sue relazioni. Concepisce il trattenere come sinonimo
di sicurezza e autonomia.

● C’è un aspetto della mia avarizia che ho compreso da poco grazie ad un mio
E5_L´enneagramma dell'avarizia 177

amico, anche lui un enneatipo cinque. La deinisce molto bene il personaggio Frodo
ne “Il signore degli anelli”: un’avarizia nel conservare qualcosa di bello, custodirlo,
tenerlo stretto rimanendo nella mia stanza e godendone a margine del mondo.
● Voce trattenuta.
■ Trattenersi per paura di soffrire nel coinvolgimento emotivo.
♦ L’affanno di mantenere, la tendenza a non lasciar andare quelle che possono esse-
re cose materiali, tempo, informazioni, conoscenze, implicazione emozionale; tutto
ciò mi porta a una fuga dall’impegno, poiché non mi piace sentirmi legata.

Il trattenere è paradossalmente unito al disinteresse patologico.


L’E5 si distanzia degli altri per assicurarsi la conservazione delle cose
alle quali è affezionato. Quanto più trattiene e fa tesoro di qualcosa,
tanto maggiore è la necessità di isolamento. Darsi produce sofferenza
e dolore. L’identiicazione con il pianeta Terra è da interpretare come
attaccamento al proprio luogo di residenza.

♦ Attaccamento: dificoltà o sofferenza a lasciar andare persone e relazioni.


● Ci tengo alle mie cose (libri, vestiti, materiale di studio), mi piace conservarle come
dico io e mi spiace che, se date in prestito, mi vengano restituite male.
■ Penso che il trattamento che riserviamo al nostro pianeta sia incomprensibile.

Il concetto tradizionale ha ridotto l’avarizia all’ambito del denaro e


delle ricchezze. La visione dell’eneagramma offre un panorama molto più
ampio e diversiicato, ma non sottovaluta l’importanza del denaro poiché
è garanzia di sicurezza e permette di affrontare situazioni e imprevisti. Gli
oggetti creano arredamento. Di conseguenza, intimità e iducia.
● Posso essere avaro col denaro, ma non è questo il mio nucleo di avarizia: lo sono
invece il tempo e l’energia.
♦ Mi piacerebbe avere tanti soldi e mi sembra di non averne mai abbastanza.
♦ Con gli oggetti. Ci sono cose, oggetti che tengo con me da molti anni e mi sento
bene con le mie cose. Mi danno sicurezza.

3.6 Autonomia e negazione della necessità

Se l’E5, per la dinamica dominante dell’avarizia come sua passione spe-


ciica, abbandona o sottovaluta le relazioni nutritive, dovrà affrontare la
vita solamente con le sue risorse. L’autonomia implica l’arrangiarsi da
178 Enneagramma delle passioni

soli e soddisfare le proprie necessità senza l’aiuto degli altri. La distan-


za genera solitudine. In questo contesto, la sopravvivenza esige l’auto-
approvvigionamento.

♦ Per quel motivo, la decisione di non aver bisogno di nessuno e di arrangiarmi da


sola, io sono autonoma e indipendente e me la cavo da sola.
● Voglia di libertà e indipendenza.
♦ Dificoltà nel chiedere all’altro ciò di cui ho bisogno, perché credo che, in fondo, se
le necessità non me le soddisfo io, non lo farà nessuno.

Due paure insorgono nell’avaro: la paura di un’invasione e il terrore


di essere inghiottito. Dall’invasione si difende mediante l’allontanamen-
to. Non cerca il confronto. In gioco ci sono l’intimità, il proprio spazio
e i beni che compongono il suo tesoro. Essere inghiottito comporta
immergersi nel vuoto della propria sparizione. Lottare per la propria
autonomia signiica ottenere la sopravvivenza.
● Posso allontanarmi da qualcuno se vedo che è troppo invadente per la mia autonomia.
♦ Senso del proprio spazio personale e della privacy accentuato, con facilità a sentirsi
invaso.
♦ Ci sono in fondo molta fragilità e vulnerabilità, nonché molta paura che l’altro mi
possa far male.
■ Paura di essere inghiottito.

L’autonomia e l’indipendenza dell’avaro presentano, spesso, conlit-


to con l’autorità: persone, imposizioni dottrinali, regole ferree.... L’E5,
specialmente il sottotipo sociale, quando non agisce da Dio, non vuole
nemmeno sentirsi al di sotto di lui. Il pensiero concede un senso di su-
periorità, ma non può avere consistenza esistenziale, come succede alla
statua sognata per Nabucodonosor: ιLa testa di questa immagine era di
ine oro; i suoi petti e le sue braccia, di argento; il suo ventre e le sue co-
sce, di metallo; le sue gambe, di ferro; i suoi piedi, in parte, di ferro, e in
parte, di fango cottoκ (Dn 2,32-33). Comprendere il mondo, per l’avaro,
è un modo per dominarlo.
♦ La disubbidienza: malgrado a volte possa comportarmi in modo ubbidiente, senza
fare questioni, la maggior parte delle volte posso essere molto ribelle.
E5_L´enneagramma dell'avarizia 179

● C’è un punto curioso. Non mi metto al di sotto di nessuno. Non sembra caratteristico
dell’E5, ma io intuisco che invece lo è. Non mi sento neanche al di sotto di Dio.
♦ Per esempio, non ho mai voluto lavorare come medico o psichiatra per le strutture
statali che mi avrebbero garantito un ottimo stipendio, anche quando non
guadagnavo abbastanza.
● Sono intollerante alle imposizioni dottrinali, alle regole ferree.

3.7 Senso di colpa derivato del superego

Il senso di colpa è presente nell’E5, così come si è visto precedentemente


nell’E4. Delle 45 unità concettuali attribuite a questo comma, 24
corrispondono al sottotipo conservativo. Intendendo l’E5 come l’ombra
dell’iracondo (l’E1) si scopre nell’avaro la voce di un giudice interno.
Esiste un superego potente che, nella misura in cui non vi si obbedisce,
genera senso di colpa.
■ Sto cercando di trovare un altro lavoro. Me ne viene in mente uno in particolare e
inizio a descriverlo, ma lo riiuto, mi sembra eccessivamente intimo. Me ne viene in
mente un altro e mi sembra eccessivamente vasto. Finisco per cancellarne un altro
perché troppo astratto....
■ È come una voce continua che esige sempre che quello deve essere fatto meglio,
senza neanche sapere molto bene che cosa.
● Ho letto e ho sentito da qualche parte che l’ombra dell’E5 è l’E1. Nel mio caso
è totale. È come un giudice interno molto potente che proietto fuori. A me si nota
molto dall’espressione.

Come l’E1, l’E5 sperimenta le esigenze del perfezionismo. Naranjo


(1994a) puntualizza il modo nel quale ognuno di questi due enneatipi lo
vive: ιNell’enneatipo 1 il perfezionismo è più esteriore e nell’enneatipo
5 è più interioreκ (p. 92). Si produce così un alto livello di esigenza che
risulta quasi impossibile da soddisfare. Nella misura in cui questo accade,
nasce il senso di colpa.

♦ L’impatto con il mondo ha suscitato siducia in me stesso e le mie capacità di essere


all’altezza delle richieste esterne.
♦ Se non sei perfetto non ti amo, qualcosa così. Sia chiaro che questa perfezione è
relativa ai miei canoni.
■ È un’esigenza che sembra che non si plachi con niente. Molto disorientante.
180 Enneagramma delle passioni

Il senso di colpa crea un vincolo tra responsabilità e danno causato. Non


ubbidisce sempre a dati obiettivi. Si creano fantasmi, come il pensare che
ιqualcosa va male quando tutto va beneκ. Nell’avaro, la colpa è il risulta-
to dell’idea di non essere all’altezza delle circostanze, dato il suo notevole
livello di esigenza. Si esprime attraverso la riprogettazione continua delle
sue azioni o la ricerca di qualche male come giustiicazione del senso di
colpa.
■ Non posso essere felice altrimenti mi sentirò in colpa o succederà qualcosa di
terribile.
■ La colpa è come una riprogettazione continua delle azioni, relative sia all’avere
fatto sia al non avere fatto.
● In qualunque situazione cerco qualcosa che non va per giustiicare il senso di colpa.
Non so se è un’idea pazza o una componente emozionale.
E5_L´enneagramma dell'avarizia 181

RIPERCUSSIONI DELL’AVARIZIA
NELL’AMBITO DELLE RELAZIONI

La passione dell’avarizia

La passione dell’E5 corrisponde all’avarizia che per il sottotipo con-


servativo equivale anche a disinteresse patologico. Si presentano diverse
sottocategorie con punti in comune, e il cui insieme traccia un ampio
spettro della passione dominante. Le strategie operative, sempre nume-
rose e varie, acquisiscono rilevanza alla luce delle componenti proprie
dell’essere della persona avara.
L’avarizia privilegia la caverna come luogo dove accumulare ricchez-
ze e mira al tentativo di riempire un vuoto che appare abissale. L’isola-
mento, la disconnessione e la iducia nelle proprie risorse permettono di
mantenere, senza sperimentare troppo, la sensazione di minaccia.

■ Il disinteresse per il mondo esterno, benché possa passare inosservato a prima


vista, è un non stare lì con l’anima. È uno “stare” fantasma.
♦ È presente la paura di rimanere senza niente, e pertanto, di non essere niente, e
anche a essere assorbito dall’altro. La conseguenza di questo è l’isolamento.

L’affanno disordinato, insito nell’avarizia, si esprime nella rottura e


nell’isolamento del τtrattenere” e si fonda sull’autonomia quanto a risor-
se. L’ipertroia mentale manifesta lo squilibrio interno della persona e
ha, in un certo senso, l’equivalente nel regno animale, con il girino che ha
la testa più grossa del resto del corpo. Lo stesso scompenso può essere
notato nell’E5.

♦ Sempre dalla stessa sensazione di scarsità, si può sviluppare un bisogno di non


attaccarsi a cose e persone sia per paura di perderle e di soffrire, sia per paura di
creare una dipendenza e perdere la libertà.
♦ L’intellettualizzazione e razionalizzazione dell’esperienza. L’evadere dalla realtà
andando nella testa.

Ogni sottotipo vive a suo modo la passione dell’avarizia. Il sessuale


esce dalla caverna in cerca della totale iducia. Il sociale pretende l’accu-
182 Enneagramma delle passioni

mulazione di conoscenze, tributo obbligato per l’ammirazione. Il con-


servativo rimane isolato, senza uscire dalla caverna.

♦ Sottotipo sessuale: Qui l’avarizia prende la forma di una ricerca di “totale iducia”,
di “totale unione con l’altro”, di “totale consegna”, di sentire che l’altro si dà a me
totalmente e che io mi do all’altro.
● Sottotipo sociale: L’avarizia di conoscenze è la mia passione più forte.
■ Sottotipo conservativo: Per adesso non ho trovato una parola migliore di autismo
per deinire una certa caratteristica che sento contemporaneamente come una
parte importante della mia passione.

Le issazioni, chiamate colloquialmente idee folli, sono distorsioni co-


gnitive che alimentano e giustiicano la passione dominante, che risiede
nel centro emozionale. L’E5 giustiica con esse la sua disconnessione e il
comportamento schizoide. In questo modo, evita di soffrire, ma perde il
suo contatto con l’amore.
♦ È anche questo: se all’altro mostro i miei sentimenti, mi lascerà o mi farà del male.
● Fantastico di fare qualcosa di grande, di diventare una specie di grande saggio.
■ Non vale la pena dirselo: la issazione o idea folle aumenta se rimango lì.

Gli altri sono una minaccia per i tesori che l’avaro conserva gelosa-
mente, perché possono inghiottirlo o farglieli perdere. La distanza, l’iso-
lamento, perino la fuga, garantiscono il tenere per sé le ricchezze.

♦ Per timore che vengano “sciupate”, evito di comunicare cose ed esperienze, informa-
zioni, anche indicazioni di luoghi cui tengo molto, a persone di cui non sono certo.
● È quello che più mi caratterizza nel mio comportamento: l’attenzione, la paralisi
prima dell’azione.
■ Fuga.

I meccanismi di difesa attenuano la consapevolezza in tutti i suoi


ambiti o la fanno sparire. L’isolamento, risultato della siducia che si
esprime nella scissione dell’io e nella creazione di compartimenti stagni,
è il più signiicativo. La vicinanza dell’altro minaccia ciò che si possiede.

♦ E il più importante, benché i due precedenti siano il prodotto di questo, è la sepa-


razione degli altri, la distanza che interpongo tra me e gli altri.
E5_L´enneagramma dell'avarizia 183

● La suddivisione in compartimenti stagni è là dove mi sono riconosciuto meglio. Nel


mio lavoro lo vivo molto.
■ Scissione dell’io.

Il servitore Freccia parla così a Frosina di Arpagone in L’avaro di


Molière (2000): ιSe lo dici tu... ma non conosci ancora il signor Arpa-
gone. Il signor Arpagone è di tutti gli umani l’umano meno umano, il
mortale di tutti i mortali il più coriaceo e chiuso. Non c’è servizio che
possa spingere la sua gratitudine a fargli aprire la borsa. Lodi, stima, be-
nevolenza a parole, in che vuoi, ma soldi niente. Non c’è niente di più
secco e arido delle sue buone maniere e dei suoi complimenti; ha tanta
avversione per la parola dare che non dice mai τIo vi do”, ma τVi pre-
sto la buonasera”κ (p. 47). L’affanno di possesso e accumulo, non solo
economico, alimenta nell’avaro la sua incapacità di condividere. La sua
durezza e aridità sono il prezzo dell’ignorare i sentimenti. Nel tentativo
di mantenere i beni che possiede perde sé stesso.
● Nel dare mi dico che non ho niente, che si stanno approittando di me, che posso
dare poco o dare solo se ho ricevuto molto. Posso dare solamente se sento di essere
nutrito.
♦ La sensazione di liberazione da un circuito di dare-avere per il quale ho un senso
di difidenza in quanto lo vedo non disinteressato e come potenziale area di ricatto
morale.

RIPERCUSSIONI DELL’AVARIZIA
NELLA RELAZIONE CON SE STESSI

L’E5 cerca di colmare il suo vuoto esistenziale con conoscenze o con


qualche relazione molto esclusiva. Nel farlo si distanzia dalle sue emo-
zioni e dai suoi istinti. Senza riuscire a riempire il primo vuoto, ne genera
uno nuovo, dovuto all’aridità di sentimenti e alla meschinità nelle risorse.
Rompe il puzzle della sua personalità in mille pezzi che dopo non si in-
castrano nel nuovo quadro. Difida di se stesso e si isola dagli altri.

♦ L’impatto con il mondo ha suscitato siducia in me stesso e nelle mie capacità di


essere all’altezza delle richieste esterne.
184 Enneagramma delle passioni

♦ L’isolamento. Mi fa male il mio isolamento, quella dificoltà nel darmi, nel dare
profondamente me stesso, nel ricevere dall’altro. In deinitiva nel sentire, nel vivere.
● Un’avarizia che è maggiormente focalizzata sull’aspetto mentale; ho molta difi-
coltà nel percepire le mie emozioni. Questo sarebbe l’aspetto più essenziale.
■ Il ragionamento del superego è il cavallo di battaglia. Cioè, per qualsiasi azione o
uscita dalla caverna, sorge sempre il ragionamento.

L’avaro non cerca l’unità interna attraverso l’armonia delle diverse


componenti (mentale, emozionale e istintiva) bensì attraverso l’ipertroia
di una di esse, quella mentale, e l’annullamento delle altre due, emo-
zionale e istintiva. Questi squilibri interni - ogni ipertroia li provoca
- minacciano la relazione con se stessi e lo spingono a vivere partendo
da una parzialità. Sarà capace di deinire l’amore ma non di sentirlo e
esprimerlo isicamente. La sua passione conduce alla castrazione di sé.

♦ Ero orgoglioso solo delle mie capacità intellettuali con cui iltravo e "sistemavo" il
mondo che percepivo.
● Devo mettermi nella condizione di vedere se sono incavolato invece di sentirlo istan-
taneamente ed esprimermi di conseguenza.
■ In due occasioni sono stato sul punto di abbandonare questo questionario per non
continuare ad ascoltarmi.

RIPERCUSSIONI DELL’AVARIZIA
NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI

L’ambito delle relazioni viene analizzato in altri in due sottoambiti: a)


l’amore, vissuto in coppia nell’amicizia, e b) il lavoro. In che modo si
ripercuote l’avarizia in questi due sottoambiti?

Amore (coppia e amicizia)

Come si possono vivere relazioni di coppia e di amicizia dalla pro-


fondità di una caverna? Si prescinde da esse o si cerca una relazione
perfetta e fusionale come quella che il feto ha dentro l’utero attraverso il
cordone ombelicale, in qualità di vincolo esclusivo. La penuria permette
E5_L´enneagramma dell'avarizia 185

intensità e risparmio di energie, poiché una relazione richiede tempo e


dedizione. L’autonomia si difende dai contatti invasivi; la disconnessio-
ne, dalle implicazioni affettive. La sottocategoria più distaccata è l’inca-
pacità di condividere. Il dare e l’abbandonarsi all’altro esigono che si esca
dal rifugio. La paura che il vuoto si ingigantisca e che si perda la sicurezza
frenano i timidi tentativi dell’avaro. Spesso, sacriica l’amore per l’isola-
mento e la comodità della sua caverna.

♦ Se la relazione che ho è di profonda iducia, allora si crea una relazione intensa


e di complicità. Ma questo succede solo con una persona, non con diverse.
● Esco molto poco, rimango rinchiuso, in casa, ascoltando musica. Per questo pen-
so di poter essere un sottotipo conservativo. Se per uscire, per legare dovessi
adattarmi a quello che vogliono le donne....
♦ Sorge la ricerca dalla relazione perfetta che, sia chiaro, non trovo.
● Nell’amicizia, mantengo sempre un po’ le distanze, preferisco andare io a trova-
re gli altri, così che posso andar via quando voglio, piuttosto che subire a tempo
indeterminato la loro presenza.
■ Se mi sento vincolata all’altro perdo i miei limiti e il mio desiderio si confonde
con quello dell’altro.
● Non ho mai avuto un compagno. In che modo questo è dovuto alla mia passione
dominante? Una cosa che mi ostacola nell’avere un compagno è la necessità di
risparmiare il tempo.

L’E5 vive l’amore come rivelazione, per questo la componente am-


mirativa è fondamentale, anche se vive con fastidio le sue preoccupa-
zioni intime. L’ipertroia mentale considera come desiderabili l’amore
protettivo e l’amore erotico, proprio per averli relegati a fondo classiica.
Nonostante ciò, può vivere i desideri sessuali dal punto di vista dalla
scissione, mettendo in un altro compartimento stagno l’implicazione
emozionale o le considerazioni teoriche. Ogni sottotipo presenta le sue
peculiarità.

♦ Da un lato, le domande eccessive del mio compagno mi spossano e fanno in modo


che io mi allontani.
● In passato, in amore, non mi sono mai aperta del tutto per non scoprirmi e rivelare
ciò che ero veramente.
♦ Ricerco un ideale di perfezione e tra le conoscenze quotidiane questa perfezione
non la trovo; ciò mi delude e mi ritiro.
186 Enneagramma delle passioni

■ Per esempio, sono andata a sciare per anni e benché fosse un’inclinazione del mio
compagno, ho inito per pensare e sentire che a me piaceva e quasi me la godevo.
■ Nella mia prima relazione di coppia mi sono posto talmente tanto alla guida del
rapporto che alla ine ne è risultata una situazione che non sono più riuscito a
portare avanti.

Lavoro

La caratteristica fondamentale dell’E5 nell’ambito del lavoro è l’au-


tonomia, intesa come priorità delle attività intellettuali, centratura nelle
proprie aspettative, disconnessione con gli altri, dificoltà nel lavorare in
squadra, relazioni ambivalenti con l’autorità. A ciò bisogna aggiungere,
come derivate dell’atteggiamento avaro, l’inazione e la scarsità di energia
usate nella dedizione al lavoro. A causa del predominio del centro mentale,
si è soliti agire con lentezza. È presente un senso di esigenza molto alto,
proveniente dalle voci del superego.

♦ In realtà, mi sono reso conto che mi piace starmene per i fatti miei e fare quello
che voglio.
♦ Ho visto anche che l’autorità mi crea conlitti ed entro in relazione con lei con
sottomissione, per evitare il conlitto, ino ad arrivare alla disubbidienza, dicendo
quello che penso e credo che sia giusto.
● Lavorare per lavorare mi è molto estraneo. Cerco di lavorare il meno possibile,
benché lo faccia bene.
■ Nell’ambito del lavoro sono molto esigente, come se il lavoro fosse sacro. Qual-
siasi esso sia.
♦ Tendo sempre verso il nuovo perché la ripetizione mi annoia molto ma ho re-
sistenza a modiicare l’assetto organizzato quando sembra che questo elimini e
faccia perdere qualcosa d’importante che prima c’era.

La persona avara cerca profondità e perfezione nell’adempimento del


lavoro. Preferisce attività solitarie piuttosto che lavori di gruppo, perché
favoriscono la sua disconnessione, il suo isolamento e la sua autonomia.
All’interno di una grande organizzazione, si adatta al proprio ambito senza
desiderio di interferire con gli altri. L’E5 può ambire anche a posizioni di
potere, benché non lo entusiasmi la responsabilità per le sue implicazioni.
Nonostante ciò, in questo caso, preferisce esercitare il potere a distanza. Se
E5_L´enneagramma dell'avarizia 187

non esiste identiicazione con quello che fa, concepirà il lavoro come una
perdita di tempo o come un impedimento al dedicarsi ai suoi veri interessi.
♦ Anche il senso perfezionista e autoesigente.
♦ Vedo nel mio percorso lavorativo un’evoluzione che va da lavori più solitari e di
poca responsabilità ad altri con maggior responsabilità e implicazione, e anche più
creativi e ludici, soprattutto in questa ultima tappa.
● Lavoro come professore. Con il fatto della lentezza e del fare bene le cose, con il
senso di perfezione tanto forte, con il fatto di dedicare meno tempo al leggere e
al fare cose che mi interessano di più, abbiamo svolto pochissime cose del pro-
gramma scolastico.
■ Non ho mai veramente collaborato con nessuno nel lavoro.
● Non c’è un rendimento, io non rendo.

Globale: amore (coppia e amicizia) e lavoro

L’indicatore che emerge con maggior frequenza nell’ambito delle


relazioni con gli altri (partner, amicizia e lavoro) è l’incapacità di condi-
videre. Il rapporto di coppia si deteriora, poiché senza il donarsi risul-
ta impossibile. Il lavoro, purché richieda collettività e collaborazione, si
scontra con la non disponibilità dell’E5 alla realizzazione di compiti in
collaborazione. In entrambi i casi, si rafforza la caratteristica principale
mediante gli indicatori seguenti, quali l’autonomia nelle risorse proprie,
la scissione e l’isolamento. La siducia dell’avaro, che vede nell’altro una
potenziale minaccia e un possibile avversario nel momento di godere del
suo tesoro, consolida il suo atteggiamento.

RIPERCUSSIONI DELL’AVARIZIA
NEL RAPPORTO CON I BENI MATERIALI

Nell’ambito delle relazioni con i beni materiali, si sono scelti due ele-
menti di interesse che sono stati analizzati come sottoambiti: a) il denaro
e la proprietà; e b) la natura e l’ecologia. Osservare come l’avaro intera-
gisce con essi non è compito facile ma si adatta bene alla sua immagine
tradizionale di attaccamento al denaro e alle ricchezze.
188 Enneagramma delle passioni

Denaro e proprietà

L’immagine tradizionale dell’avaro che conta il denaro o ammucchia


lingotti d’oro in un baule non rilette i meccanismi strutturali della sua pas-
sione. Il sottotipo sessuale è austero, si attacca a oggetti di valore persona-
le, non possiede cose di valore, non gli piace sentirsi in debito né spende-
re per situazioni di piacere, cerca il denaro suficiente senza preoccuparsi
troppo e ritiene umiliante la condizione sociale della povertà. Il sottotipo
sociale non è generoso nel dare gli oggetti, gli pesa prestare libri, dà valore
alla casa come luogo di solitudine e delle sue cose proprie. Salda quanto
prima i suoi debiti. Il sottotipo conservativo considera il denaro come
strumento di sicurezza e autonomia, soffre quando sperimenta limitazioni
e concede grande importanza al suo nido dove acquisiscono rilevanza i
suoi oggetti più pregiati.

♦ In realtà sono e sono stata austera, e non ho avuto nella mia vita molte di quelle
cose costose o di gran valore materiale che mia madre riteneva indispensabili e
nemmeno denaro.
● Benché sia vero che ho riposto maggiormente la mia avarizia in conoscenza ed
energia, non sono generoso con le mie cose.
● Ci tengo ai miei libri, vestiti, materiale di studio, mi piace conservarli come dico io e
mi spiace che, se dati in prestito, mi vengano restituiti rovinati.
♦ Per esempio, preferivo accontentarmi e rinunciare a molte spese piuttosto che
sentirmi soggiogato nel lavoro in una situazione di dipendenza, anche ideologica,
da un “padrone”.
■ Il denaro mi preoccupa in quanto unica sicurezza in relazione soprattutto
all’autonomia. Non devo dipendere da un altro per questo tipo di sussistenza.

L’indicatore dell’E5 che emerge maggiormente è il τtrattenere” che


risulta strettamente legato all’autonomia personale. Il desiderio di pos-
sedere culmina nel fatto dell’accumulare. Nella caverna si ammassano
meglio le ricchezze, poiché sono ben protette. Si attenua la percezione
del vuoto mediante la provvista che permette di affrontare eventualità
future e di rinforzare il senso di autonomia. Non dipendere dalle risorse
altrui facilita la disconnessione e l’isolamento.

■ Mi scoraggia fare cose davanti al gran consumismo nel quale siamo immersi.
E5_L´enneagramma dell'avarizia 189

● Mi sento quasi in colpa se ho troppo e cerco di fare beneicenza.


■ Ho sempre avuto dificoltà a risparmiare per quanto riguarda libri e attrezzature,
anche nei momenti in cui non avevo soldi.
■ Per quanto riguarda la proprietà, vivo in un appartamento in afitto.

Natura ed ecologia

Si ripetono qui gli stessi meccanismi di accumulo che l’avaro di-


mostra nei confronti del denaro e della proprietà. La natura e l’ecologia
sono considerate dell’E5 come una ricchezza incalcolabile che convie-
ne conservare. L’apporto che riceve da esse è notevole: favorisce la sua
capacità contemplativa, la bellezza, non presenta richieste come accade
nelle relazioni umane, gli permette di continuare il suo isolamento, gli
provoca dispiacere quando sono maltrattate e, inine, esercitano un in-
lusso beneico.

♦ Non ci rendiamo conto che è la Terra che ci accoglie e ci permette di vivere po-
trebbe spazzarci via con un sofio.
♦ Nella Natura mi sento piccola e grande contemporaneamente, e mi sento inte-
grata nella vita.
● Non sopporto chi distrugge il patrimonio di tutti (la città, come la natura).
● Mi piace molto la natura. Mi piace vedere i boschi, le montagne. Divento un
contemplativo.
■ La natura, intesa anche come spazio e assenza di rapporti ordinari, cambia ra-
dicalmente qualcosa in me, i problemi sfumano, e rimane il desiderio di perdersi
in quell’ambiente.
■ La natura è stata importante nel corso della mia vita sia che le fossi vicina o
lontana e distaccata.

Non si riscontra, nelle risposte, il fatto che l’avarizia possa cercare


un proitto a discapito della natura e dell’ecologia. La posizione iniziale
è di rispetto, come se entrambe facessero parte della gran caverna dove
l’umanità si trova.

♦ In contatto con la Natura, mi sento più naturale e spontanea.


● Soffro a vedere il mare sporco, una spiaggia piena di riiuti.
■ Riguardo all’ecologia, tento di riciclare quello che ho oppure compro oggetti
di seconda mano.
190 Enneagramma delle passioni

Globale: denaro e proprietà/natura ed ecologia

La persona avara non incontra dificoltà nella sua relazione con i


beni materiali, ma ritiene che gli altri possano interferire minacciando
il suo possesso paciico o formulando determinate richieste. La natura
offre, gli uomini chiedono. La produttività cede davanti alla contempla-
zione, l’usufrutto di fronte al rispetto.

RIPERCUSSIONI DELL’AVARIZIA
NELLA RELAZIONE CON DIO, IL DIVINO,
IL TRASCENDENTE

Quest’ultimo ambito ha la sua particolarità. Ogni persona intervistata ha


potuto prendere una posizione personale davanti a Dio, al divino, al tra-
scendente. Le osservazioni non si focalizzano su una religione speciica
o su una determinata confessione.

a) Il concetto di Dio è diverso a seconda delle risposte ottenute:


silenzio, creatore, essere superiore. Esiste una visione personale, pantei-
stica, patriarcale. Perino nell’ateismo è latente l’idea di Dio.

■ Dio è silenzio.
♦ Questo dio-tutti-e-tutto somiglia più all’idea del demiurgo, creatore del nostro uni-
verso, che non ha fatto il lavoro una volta per tutte, ma che secondo me continua
a essere al lavoro e continua a creare minuto per minuto, anche ora.
● Esiste qualcuno, qualcosa al di sopra degli uomini, qualcuno o qualcosa a cui mi
piacerebbe avvicinarmi.
● Ho visto perino che anche tentando di essere ateo, la igura di Dio rimaneva in
qualche modo latente.
● È un dio patriarcale; forse ci metto del mio in questa visione. Provo una certa rabbia
nei confronti di questo dio.

b) Nella relazione con Dio l’E5 sperimenta ambivalenze, dal ri-


iuto ino alla fede. Persiste nella persona avara la difesa della sua auto-
nomia davanti al divino.
E5_L´enneagramma dell'avarizia 191

● Sono arrabbiato con Dio e insieme provo un anelito di unione. Più che rabbia la
parola sarebbe rancore.
● Io ho il mio spazio, e nemmeno Dio me lo può togliere.
■ Fede.

c) Dio si palesa, nella prospettiva dell’E5, attraverso la propria vita,


attraverso il paesaggio, attraverso le altre persone. Esistono molti segni
della sua presenza, verso cui il suo amore ammirativo è molto sensibile.

♦ Dio è qualcosa che è presente nella mia vita sin da quando ero piccola.
■ Il divino può essere un’alba o un tramonto del sole, che è particolarmente diverso
dagli altri giorni.
♦ Io lo sento ora come una presenza calda che mi dà forza, luce e iducia.

Gli indicatori dell’avarizia che maggiormente inluiscono sulla rela-


zione con Dio, il divino e il trascendente, sono: l’ipertroia mentale, inte-
sa come avvicinamento astratto, autonomia che crea problemi nella sot-
tomissione a Dio; l’incapacità di condividere che ostacola il consegnarsi
e il donarsi come espressioni della generosità; la siducia nel percepire
la presenza divina come invasione e divisione in compartimenti stagni,
come vissuto frammentato della spiritualità. Ogni enneatipo ha le sue vie
di guarigione spirituale. Nell’E5, la medicina esige di uscire dalla caverna
e affrontare il nulla come via per arrivare al tutto.

♦ E la siducia. La mia siducia, ovviamente, mi impedisce di aprirmi e quindi di pren-


dere coscienza, di rendermi conto del divino che c’è in me e nell’altro.
● Se per entrare in relazione con Dio si intende dare noi stessi, questo non mi è
ancora molto chiaro. Questo aspetto mi costa.
● Nondimeno, riconosco che certe cose non possono essere spiegate in modo sem-
plicemente razionale.
● Ho la sensazione che il divino in certi casi possa essere presente anche in noi
uomini, se evoluti spiritualmente e aperti.
♦ Il senso di carenza che mi trascinavo mi ha portato per anni a odiare Dio con
un’intensità impressionante.
♦ Quando lo faccio di lasciarmi andare, posso lasciare che entri anche la presenza
di Dio.

Tanto la Bibbia come il Corano raccolgono aspetti chiave dell’avarizia.


192 Enneagramma delle passioni

Nella sura IX del testo islamico, si sottolinea l’accumulo, l’incapacità di


condividere e l’isolamento: ιQualcuno di loro si è assunto un impegno di
fronte ad Allah: τSe ci darà della Sua grazia, saremo certamente generosi e
saremo gente del bene”. Quando poi Egli dà loro della Sua grazia, diven-
tano avari e volgono le spalle e si allontananoκ (IX, 76 -77). Nel Bibbia, si
neutralizza la scissione e la divisione in compartimenti stagni: ιSe un uomo
riesce a guadagnare anche il mondo intero, ma perde la vita, che vantaggio
ne avrà?κ (Mt 16,26). La perdita, che ingrandisce la percezione del vuoto, è
la via di guarigione: ιChi pensa soltanto a salvare la propria vita la perderà;
chi invece è pronto a sacriicare la propria vita per me la ritroveràκ (Mt
16,25). Si tratta di affrontare l’horror vacui (l’orrore del vuoto).

♦ Per percepire il divino devo essere cosciente, essere consapevole e rimanere aperta.
♦ Io credo, almeno in questo, di essere andato oltre la mia posizione caratteriale, che
non poteva essere altro che blasfema.
● Dio lo si capisce meglio come mistica.

San Giovanni della Croce (1955) vede l’avarizia come secondo vizio
capitale, subito dopo la superbia. La descrizione della stessa nel campo
dello spirito è precisa ed essenziale: attaccamento agli strumenti visibili,
tesaurizzazione degli stessi, desidero di una conoscenza sproporzionata ri-
spetto al necessario per operare e curiosità: ιMolti non si stancano mai di
chiedere consigli o di apprendere regole di vita spirituale, di possedere o di
leggere una grande quantità di libri che trattano di questo argomentoκ (p.
766). La guarigione si traduce nel fare piacere a Dio valutando la propria
avidità nell’agire con gran generosità, dando quanto si ha sia cose spirituali
che temporali, e nell’aprirsi alla passiva espiazione. La povertà di spirito
va all’essenziale, prescinde dalle cose marginali e mira alla sostanza della
devozione.
♦ Sentii che il divino sta nella cosa semplice della vita, nella semplicità delle cose, e non
tanto in complicate astrazioni.
● Quando c’è stata una relazione con Dio sono riuscito anche a rivendicare il mio ego.
● Desiderio di qualcosa di grande, di spirituale, di "Conoscenza" .
● Fare le cose con generosità per il mondo, mi costa, non lo faccio. E se lo faccio, lo
faccio con sforzo. Poco alla volta.
■ Dio è silenzio.
PAURA
E6 L'ENNEAGRAMMA
DELLA PAURA

9
8 1

7 2

6 3

5 4

CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
‹‹

‹‹

Fragilità nei fondamenti dell’essere che genera insicurezza


Oscuramento
Paura dovuta alla perdita di contatto con il proprio essere reale
dell´essere

Proiezione all’esterno degli attributi di sé rimossi


Riduzione
Polarizzazione dei processi vitali nella razionalità
del livello di
Sostituzione della mancanza di iducia con il controllo e la difi-
consapevolezza
denza
Dificoltà varie nell’essere consapevole

Ambivalenza (sottomissione - ribellione) nei confronti dell’autorità


Alterazioni del
Blocco degli impulsi emozionali e istintivi
comportamento,
Attacco come ricerca di difesa e sicurezza
per mezzo di
Affettività come moneta di scambio per ottenere protezione e forza
alcune strategie
Istituzionalizzazione intesa come cornice normativa di sicurezza
operative
Ricerca di risorse esterne che procurino consistenza e fondatezza
Vigliaccheria, paralisi, sensi di colpa e sentimenti di incapacità

‹‹
Ripercussioni della paura nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E6_L´enneagramma della paura 197

1. OSCURAMENTO DELL’ESSERE

La statua apparsa al re Nabucodonosor in un suo sogno, interpretato dal


profeta Daniele, può simbolizzare la caratteristica dell’essere dell’E6: ιLa
testa di questa statua era di oro ino; il suo petto e le sue braccia, di ar-
gento; il suo ventre e le sue cosce, di bronzo; le sue gambe, di ferro; i suoi
piedi, in parte, di ferro e in parte, di fango cottoκ (Dn 2,32 -33). Il centro
mentale è d’oro, ma le basi sono fragili e una pietra che cada sui piedi, li
frantumerebbe e provocherebbe il crollo di tutta la statua. La percezione
della fragilità genera insicurezza, dubbio, siducia, in deinitiva, paura.

1.1 Fragilità nei fondamenti dell’essere che genera insicurezza

La famosa frase che Shakespeare (2000) mette in bocca di Amleto: ιEssere


o non essere, questo è il dilemmaκ (p. 133) rilette l’ambivalenza e il proble-
ma esistenziale dell’E6, che si interroga, dubita, tituba. Percepisce la vita in
modo tale che si interroga sui fondamenti stessi del proprio essere verso i
quali nutre siducia. Quando tali basi sono instabili, insorgono insicurezza
e paura, che, nella loro forma più radicale, consistono in paura dell’essere.
Non vi è punto di appoggio interno, ma una ricerca di riferimenti esterni.

♦ Il dialogo di essere o non essere (eterno dilemma).


■ Per me la paura è principalmente paura di essere.
♦ Paura nei confronti della vita e, benché più sublimata, anche una paura permanente
verso la morte.
■ Non mi concedo il permesso di essere me stessa, perché penso che non sarò accettata.

Il classico dilemma del costruire la casa sulla roccia o sulla sabbia


(Mt 7,24 -25) porta a risultati contrapposti. La roccia dà sicurezza, la
sabbia instabilità e rovina. Qualsiasi vento avverso fa presumere perico-
lo. Il problema del pauroso è sentire di non avere buone basi. Vive la sua
fragilità con dispiacere: non è strano che vada sempre insistentemente
alla ricerca di un punto di appoggio. L’autorità diventa quindi un punto
di riferimento ineludibile, sia obbedendole come coscienza di sé e rico-
noscendole potere, sia respingendola.
198 Enneagramma delle passioni

♦ Paranoia nei confronti del pericolo.


● Mi identiico con il senso di insicurezza nella mia biograia (oramai e neanche
tanto).
■ Provo un’ insicurezza molto grande nel mio giudizio e capacità.
■ Sono una persona timida, discreta, che parla poco, e questa insicurezza interna è
molto evidente.

L’E6 fugge dall’instabilità dei fondamenti del proprio essere in di-


rezione della testa, come se potesse risolvere nell’ambito del pensiero il
dispiacere emozionale del sentirsi insicuro. Questa fuga verso l’aspetto
mentale ha un prezzo: la disconnessione dalle emozioni e dagli istinti. Allo
stesso tempo, la persona paurosa si perde in elucubrazioni mentali che gli
generano confusione, paura di sbagliare, panico della caduta e incapacità
nel prendere decisioni.

■ Sinimento mentale causato dalla valutazione esagerata della parte pratica con
poco o nessun contatto con il piacere, il desiderio. Si genera così molta tensione per
la paura di sbagliare, e si vede sempre qualcosa che potrebbe essere migliore, e con
ciò - a poco a poco - decisione e scelta diventano un calvario.
■ E la pressione è tale che ancora una volta si ricorre al mondo dell’idealizzazione:
sottigliezze mentali dove la confusione mentale ilosoica è tale che non si arriva
mai a niente di chiaro e la non-azione è nuovamente presente.
● Paura di sbagliare.

1.2 Paura dovuta alla perdita di contatto con il proprio


essere reale
Difidando della consistenza del proprio essere, l’E6 si sente insicuro e
prova paura. ιLa crescente sensazione di siducia nelle proprie risorse fa
crescere anche la paura, che gradualmente si generalizzerà trasforman-
dosi nella modalità dominante di percepire la realtàκ (Nardone, 2004, p.
25). Qualsiasi situazione potenzialmente provoca paura: sbagliarsi, de-
cidere, agire... La ragione arriva a un punto critico tale da tramutarsi in
paura di perdersi attraverso la pazzia.

■ È molto dificile prendere decisioni perché c’è una grande paura di fare errori che
saranno fatali per la vita.
■ La paura di agire, come atto aggressivo di andare verso ciò che voglio e confrontarmi
E6_L´enneagramma della paura 199

con l’esterno, mostrando quello che sono o voglio realmente.


● Ho paura della pazzia.
♦ Ossessione di superare le paure, ritenute fortemente limitanti.

Una paura ragionevole, entro i limiti adeguati, stimola e favorisce


la prudenza. Quando è compulsiva e caratteriale, si distacca dalla re-
altà e dall’essere generando dificoltà di ogni tipo nella persona che la
sperimenta. Le considerazioni mentali bloccano l’azione e rendono im-
possibile un futuro senza angoscia. Si prova paura e non si sa come
neutralizzarla.

● Più che di dificoltà a prendere coscienza della paura come mia passione dominan-
te, parlerei di dificoltà ad agire contro di essa.
● Dificoltà di proiettarsi nel futuro.
■ Mediatore di conlitti, non schierandomi, volendo la stima delle due parti in causa,
resto asettico e buono verso entrambe le parti.

Lo svincolarsi dall’essere che l’E6 mette in atto, sta nella radice del
suo sentimento di paura e insicurezza. L’affronta nel tentativo di vincere
o di fuggire, ignora e reprime ma in entrambi i casi i rischi sono nume-
rosi poiché la vita viene costruita in funzione della paura. Il compito
consiste nel disattivarla, ma ciò risulta impossibile da portare a termine
senza una restaurazione dell’essere e, pertanto, della iducia.

■ Addormentarmi quando ci sono conlitti, pensando che tutto sarà un brutto sogno
o ubriacandomi, in alcuni occasioni, per scappare.
■ Paura del riiuto: nel mio caso nascondo questa paura attraverso la vergogna e
anche attraverso la pigrizia.
● Mi è capitato di regalare un mazzo di iori a mia moglie e di essere criticato per
non aver saputo accostare i colori e per non essermi accorto che non erano freschi:
non ho più avuto il coraggio di comperare dei iori.

2. RIDUZIONE DEL LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA

L’inconsapevolezza, intesa come meccanicità, conduce a una distorsione


cognitiva ed è terreno fertile afinché la passione dominante ostacoli il
200 Enneagramma delle passioni

poter vedere lucidamente; l’essere resta offuscato e il vuoto che si gene-


ra, lotta per riempirsi di surrogati. I meccanismi di difesa concorrono al
mantenimento dell’inconsapevolezza. Si ricercano soluzioni false o ap-
parenti per confermare le proprie capacità o per soddisfare le necessità
profonde. Di seguito verranno utilizzate quattro sottocategorie per indi-
care le diverse strategie utilizzate dall’E6 per bloccare la consapevolezza
di sé o attenuarne la sua percezione.

2.1 Proiezione all’esterno degli attributi di sé rimossi

Lo scrittore Sánchez Piñol (2003) descrive in modo graico la proiezione


come meccanismo di interpretazione della realtà: ιLa mia descrizione
non è afidabile. Questo è quello che potevo vedere. Ma il paesaggio che
un uomo vede, guardando all’esterno, di solito è il rilesso di quello che
nasconde, guardandosi dentroκ (p. 25). Le paure interne e la propria si-
ducia si proiettano sul volto degli altri, senza accorgersi che sullo scher-
mo appare la diapositiva che si trova nel nostro proiettore.

♦ Proiezione della mia paranoia nel mondo.


♦ Mi identiico maggiormente nel meccanismo di difesa della proiezione.
■ Tutto un mondo di proiezioni di gelosia, mettendo la propria siducia e i desideri
non riconosciuti nell’altro.

ιNella proiezione, la persona attribuisce agli altri ciò che rimuove


di sé e si mostra assolutamente critico, intollerante e ipersensibile verso
queste caratteristicheκ (Sinay e Blasberg, 1998, p. 108). Nonostante ne
siano stati selezionati solo tre, si citano nelle testimonianze numerosi
attributi, oggetti di proiezione, quali la mancanza di riconoscimento di
sé, la responsabilità del benessere o del malessere, l’esigenza di prendersi
cura ed essere curato, gelosia, decisioni, rimproveri, rabbia, ecc.

■ Attribuisco all’altro la mancanza di iducia in me stesso e negli altri.


■ Attribuisco all’altro tutti i desideri insoddisfatti.
■ Attribuisco all’altro i pensieri di colpa che ho nei miei confronti, incolpandolo
anche di questo.
E6_L´enneagramma della paura 201

2.2 Polarizzazione dei processi vitali nella razionalità

Il discorso inale di Charlie Chaplin (1940) nel suo famoso ilm Il grande
dittatore include una dichiarazione che ben si adatta all’E6: ιPensiamo
troppo e sentiamo troppo pocoκ. L’ipertroia del pensiero si veriica pe-
nalizzando sentimenti e istinti. L’E6 riversa nell’intelletto i suoi vissuti e i
suoi disordini. Sposta nel centro mentale le sue paure e le incertezze per
soffocarle con la logica schiacciante dei suoi discorsi. Il controllo razio-
nale garantisce una falsa sicurezza e rappresenta una via di fuga dalle sue
emozioni trascurate. Per il pauroso, la comprensione annulla il pericolo.

♦ Se capisco, non corro pericoli.


♦ Nella risorsa della logica del pensiero come possibilità di uscire dalle difficoltà e
dall’ansia.
● Le uniche cose che mi danno sicurezza sono quelle che riesco a controllare razio-
nalmente, come conoscere date, numeri, nomi, pianificare per tempo la giornata.
■ Anche il mio carattere troppo intellettuale e razionale ostacola questa vita spiri-
tuale, che considero ora un aspetto molto importante e che apporterà una grande
ricchezza e pienezza nella mia vita.

Le relazioni personali non si basano sul dare se stessi, bensì sulla


siducia e sulla difidenza che necessitano per essere disattivate ς o confer-
mate ς dall’analisi dei dettagli e particolari che giungono dall’interlocutore.
Non si risolvono i problemi nel centro dove si creano, il centro emozio-
nale in molti casi, ma si trasferiscono nel centro mentale. La paura viene
intellettualizzata: l’E6, invece di lavorare sulle sue emozioni, elabora le sue
idee e ricerca in esse la sicurezza che non trova nell’ambito affettivo.

♦ Nel conoscere qualcuno bisogna sapere con chi si sta. Questo richiede un’analisi
approfondita.
♦ Questa è una proiezione della continua autoanalisi alla quale mi sono sottomessa
per tutta la mia vita, sin da quando ero molto piccola.
♦ Se dimostro che ho ragione, non mi attaccheranno e non mi faranno del male.

La canzone Parole, parole, parole di Mina e Alberto Lupo (1972) ri-


lette questa tendenza al ragionamento tipica del pauroso così come la
sua mancanza di impegno emozionale: ιParole, parole, soltanto parole,
202 Enneagramma delle passioni

parole tra noiκ. Le relazioni vengono pensate, non si vivono: perciò, l’E6
si rifugia nel surrogato delle disquisizioni ilosoiche, dei discorsi ossessivi
e delle giustiicazioni razionali. La contropartita è l’anestesia corporea ed
emozionale.
■ Inerzia e mancanza di chiarezza mentale unita alla pigrizia nel guardare le
questioni immediate, personali, perdendoci in disquisizioni ilosoiche e cosmiche.
■ Anestetizzarmi nei confronti del corpo così come verso le emozioni, perdendo
tono vitale e ricorrendo al discorso ossessivo ino all’esaurimento mentale e così
all’inerzia e alla non-azione.
♦ I cambiamenti e le side presuppongono realmente situazioni di angoscia che
vengono sublimate in ideali, in giustiicazioni varie.

2.3 Sostituzione della mancanza di iducia con il controllo


e la difidenza

La ricerca di un’autorità esterna sulla quale basarsi ha origine dalla siducia


nelle proprie risorse e dalla paura verso i propri impulsi. Questi sentimen-
ti si proiettano nell’ambiente e alimentano la difidenza. Viene dato spa-
zio così all’insicurezza, alla paura, all’ansia, al dubbio, alla vigliaccheria...
Non si ripone iducia neanche nel partner. Si può cadere nell’inganno di
credere che il pauroso si idi di se stesso, ma il desiderio di controllo lo
tradisce. Proietta la propria bugia sugli altri. Se l’E6 si idasse di se stesso,
non avrebbe così tanta dificoltà a idarsi ragionevolmente degli altri. Di
conseguenza, rimane nella difidenza e nel dubbio permanente.

♦ Non ci si può idare di nessuno più che di se stessi.


■ Gli altri penseranno che sono noiosa e stupida.
♦ Non potersi idare pienamente nemmeno del mio compagno.
■ Le parole che più mi accorgo di pronunciare sono credere e idarsi.
♦ Ma la realtà obbliga a difidare, mi conferma nel pensare che tutto è una bugia,
che non esiste una persona buona e che posso idarmi solo di me stessa.

La paura e la vigliaccheria richiedono sistemi di contenimento poiché


una loro espansione diffusa renderebbe invivibile l’esistenza. Per questo
motivo, l’E6 ricerca affannosamente il controllo. Teme il lasciarsi andare,
E6_L´enneagramma della paura 203

guidare, luire... anticipando risultati catastroici. Non si ida delle pro-


prie risorse, né capacità. Crede di essere una marionetta alla mercé dei
suoi istinti. Teme la norma perché limita i suoi impulsi, pur desideran-
dola perché li contiene e li controlla. Ha bisogno di riferimenti e chiare
regole di gioco. Si sente codardo davanti all’incapacità di dare se stesso.
Lo terrorizza il lasciare il volante nelle mani di un altro, ma non sa bene
neanche cosa fare quando invece è nelle sue.

● Non lasciarsi andare.


♦ Se in qualche momento succede qualcosa, ciò che è mio è mio e me ne vado via,
altrimenti la sensazione di approittarmi o che si approittino di me diventa più o
meno evidente.
● Per sentirmi bene non devo sentirmi in colpa, devo essere consapevole di aver fatto il
mio dovere e di essermi comportato in maniera corretta e leale.
● Tenere tutto sotto controllo.

Il dubbio introduce sfumature, ambiguità, ambivalenza e rischio di


sbagliare. Una forma per dissolverlo consiste nell’abbandonarsi a una con-
vinzione cieca, dove tutto funziona inché uno si muove solamente dentro
l’acquario. La paura di essere nell’errore si contrappone alla paura di tirare
fuori la testa e vedere nuove possibilità. Il dare veramente se stessi non
annulla il rischio né l’insicurezza: la paura alimenta solamente le riserve.

♦ Non è semplice entrare in relazione con gli altri partendo dal dubbio, dall’autodifesa
e dalla siducia, eppure per me è un atteggiamento reiterato.
■ Il dubbio costante è l’essere o il non essere amato. Intrattengo una relazione con
questo dubbio e con questo conlitto, e allora ho veramente paura dell’impegno. Con-
temporaneamente voglio, come sempre, essere sicuro di non sbagliare perché temo
il vero abbandonarmi all’altro.

2.4 Dificoltà varie nell’essere consapevole

Questa sottocategoria raggruppa un’ampia serie di unità concettua-


li, controllate dalla passione dominante, che hanno in comune l’obiettivo
di ostacolare la consapevolezza di sé, agli antipodi della quale si trova la
meccanicità.
Le reazioni automatiche impediscono di rendersi conto delle autenti-
204 Enneagramma delle passioni

che motivazioni che nell’E6 affondano le radici nella paura e nella codar-
dia. Non si sperimenta un vissuto profondo dell’io, bensì la sua subordi-
nazione ai modelli esterni.
La delessione (sia caratteriale che dell’umore), categoria proposta da
Edwin e Mirian Polster, ιè caratterizzata da comportamenti di elusione e
di deviazione. La persona non si invischia né si compromette in niente ed
è disposta a qualunque manipolazione per non farlo. Parla di altre cose e
agisce sempre al margine dal mondo esternoκ (Sinay e Blasberg, 1998, p.
113). La fuga si lega tradizionalmente alla vigliaccheria e alla paura. Non si
tratta qui di una misura prudenziale, bensì di un espediente del carattere.

■ Minaccio sempre che non ne posso più e me ne vado.


● Paura del rischio, dell’impegno emozionale, di farmi carico da solo di un impegno.
● Evitare il confronto, il nuovo, mi conduce ad avere poca iducia in me stesso, nelle mie
capacità, a preferire una posizione subalterna piuttosto che a rischiare l’insuccesso.
■ La fuga cosciente nelle relazioni dove pigrizia ed esigenza si danno la mano.

La non deinizione dei propri limiti nelle relazioni con gli altri è come
una forma di fusionalità che provoca nel pauroso una perdita di coscien-
za di sé. La distinzione può generare confronto, ma la fusione avvicina
all’inconsapevolezza. Sparisce l’interazione con gli altri e con l’ambiente;
in questo modo non si sentono la paura e l’insicurezza personali, ma si
smette di essere se stessi.

■ Mi costò lavoro rendermi conto di quello che facevo a me stesso.


● Inizio delle relazioni affettive senza la consapevolezza necessaria.
■ Il non sapere e non diventare responsabile di quello che mi succede o di ciò che
voglio.

3. ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO, PER MEZZO


DI ALCUNE STRATEGIE OPERATIVE

Il comportamento viene inluenzato dal grado di consapevolezza pos-


seduta da una persona, ma a sua volta lo genera. Di seguito si vedono
le strategie operative utilizzate dall’E6 per ottenere i suoi scopi e i suoi
E6_L´enneagramma della paura 205

desideri. L’aumento della consapevolezza e delle virtù disattiva in misura


proporzionale i comportamenti a esse subordinati. A partire dai dati ot-
tenuti, si possono identiicare sette strategie operative.

3.1 Ambivalenza (sottomissione - ribellione)


nei confronti dell’autorità

Il ruolo paterno è connesso con autorità e sicurezza. Normalmente vie-


ne attribuito alla igura maschile, ma non obbligatoriamente. Questa re-
lazione può prolungarsi attraverso qualsiasi forma di autorità, personale
o istituzionalizzata. Naranjo (1994a) ritiene che ιla paura dell’enneatipo
6 è sorta originariamente nei confronti dell’autorità paterna e la paura di
essere punito dal genitore che deteneva il potere, normalmente il padreκ
(p. 254). È ampio il ventaglio di risposte del carattere dell’E6: idealizza-
zione dell’autorità, sottomissione e obbedienza, confronto e sida, po-
sizione ambivalente. Nonostante tante diversità, tutte queste posizioni
hanno un substrato comune: non prescindono mai dall’autorità, sia per
obbedirle, sia per ribellarsi. Il sottotipo sessuale, a causa del suo orienta-
mento di tipo controfobico, dà priorità alla lotta contro il potere e l’au-
torità. Gli altri adottano posizioni più sottomesse o, anche, ambivalenti.
L’idealizzazione del padre (ιnon potrò mai essere come luiκ), ha una
dura contropartita: il risentimento, perché l’obbedienza, in quel caso, è
possibile solo se c’è la rinuncia a se stessi.

■ La “comprensione” dei comportamenti dell’autorità paterna è una delle prime ca-


ratteristiche che ho riscontrato in me.
■ Non potrò mai essere come mio padre e, nel fare questo, mai come me stesso.
♦ Lotta contro il potere e l’autorità che rappresentano la igura del padre.

L’esercizio dell’autorità è contemplato dalla prospettiva sia di chi


comanda sia di chi ubbidisce. La stessa persona può essere sottomessa
quando esercita funzioni subalterne e despota nell’altro caso. Stare sopra
o sotto non è la stessa cosa. Nel codardo è frequente vedere che a una
maggiore sottomissione quando si ubbidisce corrisponde una maggiore
durezza e abuso quando si comanda. La paura si esprime attraverso la
206 Enneagramma delle passioni

sottomissione. La dolcezza e la soavità sono risorse, utilizzate specialmente


dal sottotipo conservativo, per ingraziarsi l’autorità dalla quale si dipende
affettivamente.

● Dipendenza affettiva e dalle igure che rappresentano l’autorità.


■ E se mi faccio la domanda prima di sapere cosa pensano gli altri, é dificile per me
sapere cosa penso io.
■ Sono molto obbediente, e uso anche la dolcezza e la morbidezza del carattere
come una strategia per ottenere amore dagli altri.
■ Le principali caratteristiche del 6, sottotipo conservativo, sono la paura e la sotto-
missione all’autorità.

Le tendenze controfobiche del sottotipo sessuale e l’ambivalenza


degli altri due sottotipi acquisiscono posizioni contrarie nei confronti
delle igure di autorità che si esprimono attraverso il riiuto e la lite. Per
annichilire la paura, non c’è niente di meglio che sopprimerne la causa.
Per cancellare il demonio, basta smettere di credere in Dio. L’esercizio
dell’autorità, vissuto dal punto di vista dall’E6, è considerato una forma
di distanza e d’inimicizia verso gli altri.

♦ Dificoltà ad accettare l’autorità.


■ Esercitare l’autorità signiica deinirmi davanti ai miei compagni e inimicarmeli.
♦ Quando morì mia nonna, l’essere che io pensavo fosse più indifeso e che allora
amavo di più, mi arrabbiai con Dio, mi ribellai contro di lui e la sua volontà.
♦ Riiuto l’autorità e litigo con lei.
■ Inoltre è tale il logorio e lo sinimento mentale che il Demonio si presenti e provo
così tanta paura nei confronti di qualcosa per me di incontrollabile, che un giorno
mi sono detto: se non esiste Dio, non esiste neanche il demonio. Da quel momen-
to non sono più andato a messa.

3.2 Blocco degli impulsi emozionali e istintivi

L’E6, come la statua del sogno di Nabucodonosor, concentra ciò che


crede più prezioso nella testa, e per questo motivo emozioni e istinti ri-
mangono relegati in secondo piano. La paura genera blocco e il control-
lo della mente ostacola l’abbandonarsi, il lasciarsi andare ai sentimenti e
al piacere. Non è la stessa cosa vivere o pensare la vita, che è ciò a cui
E6_L´enneagramma della paura 207

tende il vigliacco. La morale eteronoma (che riceve dall’esterno causa e


regole delle proprie azioni) può accentuare la sensazione di controllo che
sperimenta la persona paurosa, ino a sentirsi una preda in gabbia. È più
facile ordinare le idee che regolare i sentimenti.

■ Anestetizzarmi in ciò che riguarda il corpo così come in ciò che riguarda le emo-
zioni, perdendo tono vitale e ricorrendo al discorso ossessivo ino all’esaurimento
mentale e così all’assopimento e all’inazione.
● Queste regole morali erano una gabbia che non consentiva scappatoie e che mi
ha impedito di vivere le mia giovinezza in maniera gioiosa e spensierata; ritengo
abbiano notevolmente tarpato la mia creatività.
■ Non lasciarmi andare al piacere senza perdere la testa.
♦ Se dimostro i miei sentimenti sarò ridicolizzata.

Il predominio della logica e della ragione si scontra con il mondo


emozionale che resiste ai sillogismi. Illuminismo contro romanticismo. In
questa lotta interna che vive, il pauroso opta per il razionalismo. La sua
idea di essere emozionalmente disturbato rilette la sua dificoltà di rico-
noscere ed esprimere le proprie emozioni. Non vi è consapevolezza di
un amore vero e si ritiene quasi irraggiungibile l’impegno emozionale. I
dubbi, insiti nell’E6, determinano un non arrivare mai a cristallizzare una
decisione.

● Dificoltà a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni.


■ Nelle relazioni di coppia mi succede spesso che non riesco a innamorarmi né ad
amare veramente l’altro.
■ Sono stata sposata per 3 anni e mezzo e adesso credo di non aver amato mio
marito come compagno di vita, era un amico.
● Credo di essere emozionalmente disturbato.
● Credo di non avere esperienza di un’ emozionalità vera e accettata.

La sessualità è importante, ma ogni sottotipo la vive in modo diverso.


La sfumatura mentale del pauroso comporta una certa apparenza di fred-
dezza a causa del suo allontanamento dalle emozioni e dagli istinti. Nel
sessuale, per la caratteristica propria di questo sottotipo, la vita sessuale ac-
quisisce rilevanza insieme alla paura nei confronti del sesso: il piacere è vis-
suto in maniera controfobica. Nel sottotipo sociale, vi è la subordinazione
208 Enneagramma delle passioni

al dovere e alla correttezza, perciò il dare se stessi risulta più problematico.


Nel sottotipo conservativo, predomina una certa paura nei confronti delle
relazioni intime a dispetto dei suoi desideri di affetto.
■ Ci sono, d’altra parte, episodi nella mia infanzia legati al piacere sessuale (vissuti in
modo talmente naturale come farsi un bagno), all’amore e più tardi al sesso, dove il
mio mondo non combaciava col mondo esterno.
♦ Importanza della vita sessuale.
♦ Nella paura di lasciarsi andare eccessivamente alle emozioni e agli istinti.
♦ Negazione della paura nei confronti del sesso e del piacere.

3.3 Attacco come ricerca di difesa e sicurezza

La fobia, come terrore irrazionale compulsivo, fa tendere alla fuga. In


alcuni casi, come succede al sottotipo sessuale o controfobico, si cerca il
confronto e l’attacco frontale. In una testimonianza riportata di seguito
la paura scatta con grande forza. Non si tratta di coraggio, bensì di un
meccanismo di scontro per dissolverla. Giorgio Nardone (2004) nella
sua proposta di terapia breve per gli attacchi di panico, invita ad ιaffron-
tare la paura con la pauraκ (p. 124).
■ L’ansia e la paura come motori vitali; se il livello scende, si cerca qualsiasi cosa che
mantenga uno stato d’allerta.
♦ Analizzare e scoprire i punti deboli di chi mi circonda per paura che in qualche
momento mi possano fare del male.
♦ E, davanti al minimo dubbio, fuggire oppure attaccare frontalmente.

La selezione di frasi che riguardano la sida alla paura si concentra


nel sottotipo sessuale, come carattere controfobico dell’E6. La paura
delle altezze, tecnicamente acrofobia, si affronta mediante una scalata, e
quanto più è rischiosa, meglio è. La paura verso il toro mi spinge a saltare
dentro l’arena. Così in tutte le situazioni. Si sidano i pericoli di qualsiasi
tipo come mezzo per vincere la paura. Non vi è coraggio, ma solo una
risposta compulsiva nella linea indicata dalla paura.
♦ Ho paura delle altezze e ho incominciato a scalare; andavo seguendo le vie più difi-
coltose perché le iniziali mi sembravano troppo semplici (piccola bugia).
E6_L´enneagramma della paura 209

♦ Sida dei pericoli isici e non.


♦ Impulso all’attacco senza sentire paura.

L’attacco è una risorsa generale del pauroso, utilizzata specialmente


dal sottotipo sessuale. Non si pone come violenza gratuita, bensì come
sistema difensivo e strategia di sopravvivenza. L’attacco, quando disegna
sul viso degli altri una smoria di paura, procura sicurezza all’aggressore,
rafforza la sua convinzione di avere ragione e dissolve le paure veden-
dole proiettate negli altri. Si realizza così l’adagio popolare: la migliore
difesa è l’attacco.
■ Qualsiasi critica viene vissuta come un’offesa e una vergogna e si ricorre all’attacco
come arma di difesa.
♦ L’attacco come migliore strategia di sopravvivenza.
♦ Attacco aggressivo all’altro per dimostrare di essere forte e di avere ragione.
♦ Mostrarsi forte dà sicurezza e spessore, così nessuno attacca credendomi più forte
o avendo paura per la mia analisi azzeccata.

3.4 Affettività come moneta di scambio


per ottenere protezione e forza

La paura, nella sfera d’azione del sottotipo conservativo si tramuta in


domanda di affetto, in cerca di protezione da parte di qualcuno più for-
te, e in seduzione sottile per assicurarsi i favori degli altri. Tale sottotipo
trattiene il suo impulso aggressivo in favore di calore e dolcezza, come
strategie della sua necessità di affetto. Una paura di fondo soggiace a
questo atteggiamento: non vi è gentilezza né generosità, ma solo un de-
siderio di sicurezza e dimostrazione di dipendenza.
■ C’è un’azione compulsiva nel fare tutto il possibile perché la persona o le persone
stiano bene.
■ Dolcezza e tenerezza per essere accettati dagli altri.
■ Ricerco calore e riconoscimento dall’esterno come appoggio e sostegno alla mia
vita, il tutto con una sfumatura di malinconia.
● Mia moglie mi ha sposato, ormai da 29 anni, per la sicurezza e la dolcezza, che
trovava in me, per la iducia che le ispiravo.
210 Enneagramma delle passioni

L’E6, specialmente nel sottotipo conservativo, ha consapevolezza delle sue


necessità. Rifugiarsi nella mente può giocare un brutto tiro, arrivando a
sperimentare la paura della pazzia; ciò si attenua attraverso il calore e il
contatto, come modalità di uscire dall’isolamento e di soddisfare la voracità
affettiva e la richiesta di una sicurezza garantita che sempre è presente nel
pauroso.
■ La necessità di calore e contatto come necessità per uscire dall’isolamento e dalla
paura della pazzia.
■ La necessità di compagnia e calore di una persona che so che c’è, senza discussioni.
■ Aspettarmi che gli altri indovinino le mie necessità.

Il sottotipo conservativo utilizza la seduzione per ottenere i suoi sco-


pi di essere accettato, amato e supportato dagli altri. Presenta una facciata
di fragilità per suscitare affetto e disattivare la paura dell’interlocutore. Il
sottotipo sociale afferma di non ottenere i suoi scopi, malgrado offra af-
fetto e iducia.
■ In fondo so già che questo è un gioco di manipolazione, e che la mia seduzione sta
prendendo forma.
● Nella relazione di coppia tendo a offrire affetto e iducia, ma non riesco a sedurre,
a conquistare, a “prendere”.
■ Uso la mia immagine dolce e innocente (o un’altra immagine che posso adottare
secondo la circostanza) per sedurre gli altri afinché mi considerino bene.

3.5 Istituzionalizzazione intesa come cornice normativa


di sicurezza

Le ali della libertà (The Shawshank Redemption) ilm diretto da Frank Darabont
(1994) affronta, tra gli altri, il tema dell’istituzionalizzazione in un racconto
ambientato nella prigione di Shawshank. Brooks, il detenuto bibliotecario,
una volta istituzionalizzato, quando viene messo in libertà, si rende conto
di essere incapace di vivere senza i modelli e le sicurezze che il peniten-
ziario gli garantivano. Opta per il suicidio davanti all’incapacità di vivere la
sua libertà recuperata. L’E6, specialmente il sottotipo sociale, ha bisogno
di cornici di sicurezza e norme chiare, che ottiene compiendo il suo dovere
e agendo con correttezza e fedeltà.
E6_L´enneagramma della paura 211

● Senso del dovere.


■ E ovviamente una buona dose di serietà e malinconia, mostrandosi docile e fedele,
come un cagnolino.
● Tendenza a comportarsi in modo abitudinario.

L’istituzionalizzazione rilette, come indica il titolo di un libro scrit-


to da Erich Frömm (2006) nel 1941, La paura della libertà. Il dovere viene
vissuto come un modo di evitare l’errore, di non sbagliarsi, di aggrappar-
si alla sicurezza della norma. Il codardo sociale ha paura del cambiamen-
to perché dovrà adattarsi a nuovi modelli. Ha perso quelli precedenti
e non gode ancora dei seguenti. Un interim tremendamente scomodo.
Può trascurare il suo dovere, ma allora fa la sua comparsa il senso di
colpa. Non c’è scampo.

■ È meglio guardare cosa fanno gli altri e fare anch’io lo stesso, così non sbaglierò.
● Dificoltà ad adattarsi ai cambiamenti.
● Quando sono in viaggio o in una città nuova mi sento tranquillo solo se sono in pos-
sesso di una cartina topograica che mi consenta di sapere esattamente dove sono.

Il pauroso sociale applica nella sua vita l’imperativo categorico kan-


tiano del dovere per il dovere. Cerca la correttezza in tutte le sue azioni.
Un atto procura sicurezza nella misura in cui si adatta a una norma, a
una regola. Non entrano in gioco la creatività e l’improvvisazione. Non
vi sono alternanze emozionali, bensì rilessioni intellettuali. Perciò esiste
solo freddezza.
■ Vi è un adattamento costante alle circostanze, fare ciò che è supposto si faccia in
ogni momento.
● Cercare sempre un compromesso, un accomodamento.
● In altri tempi ero schiavo delle convenzioni sociali, dell’educazione introiettata dal
modello familiare.

3.6 Ricerca di risorse esterne che procurino consistenza


e fondatezza

La mancanza di sicurezza che il codardo sente verso le sue risorse fa


in modo che cerchi all’esterno la consistenza e la fondatezza che gli
212 Enneagramma delle passioni

mancano. Compito che porta a termine con modalità differenti: attraverso


l’idealizzazione, la dipendenza dall’autorità e il contatto con la natura.
Uscire da se stesso costituisce un modo di evitare disquisizioni mentali
nelle quali si perde sacriicando però la sua autonomia personale.

♦ Per me c’è un eccesso di idealizzazione, il vivere più sulle nuvole che sulla terra, ma
senza esserne consapevole.
■ Questi momenti mi danno molta tranquillità e l’opportunità di riposare da questo
continuo adattarmi.
♦ La natura è una delle mie grandi gioie: il mio rifugio e il mio spazio.

Subordinare la solidità interna agli appoggi ottenuti dall’esterno


favorisce la ricerca di guide, di punti di appoggio, di dogmi, di regole;
in deinitiva, di sicurezze. Il desiderio di avere un pilastro sul quale
sostenersi annulla la sensazione di vuoto, parola che non appare mai
nelle interviste. La paura si concentra sulle realtà che vengono vissute
come sabbie mobili.
■ La necessità di un riferimento esterno per guidare la vita.
● Nel tempo l’ho vissuto come il punto di appoggio per la mia vita, più della mia
propria volontà (sono stato gesuita per 10 anni).
■ Principalmente questa scarsa conoscenza di me stessa, questo guardare sempre
fuori e non dentro, e una confusione molto grande quando cerco di vedere.

Il dispiacere provocato dall’insicurezza innesca meccanismi di


fuga. In questo modo, si evitano situazioni scomode nelle quali occorre
affrontare paure. Le strategie sono multiple: abbandonarsi alla fantasia,
svagarsi con idee ossessive, adottare atteggiamenti indolenti, darsi al
bere, mostrare segni di vergogna o rifugiarsi nella natura.
■ Così la fantasia, le idee ossessive, l’addormentarmi, il bere alcool senza perdere il
controllo, l’ammalarmi.
■ Anche la vergogna; dico che sono timida per scappare da quelle situazioni che
m’imbarazzano. È una scusa.
♦ Stimo la natura come un rifugio nel quale io mi sento me stesso e con il quale devo
stare in contatto.
E6_L´enneagramma della paura 213

3.7 Vigliaccheria, paralisi, sensi di colpa e sentimenti di


incapacità

Le conseguenze della paura si cristallizzano in vigliaccheria, paralisi, sen-


so di colpa e incapacità. Il coraggio, la prodezza, come virtù corrispon-
denti alla passione della vigliaccheria o della paura, non devono con-
fondersi con l’atteggiamento controfobico poiché questa è una forma
sottile di subordinazione alla paura. L’E6, quando scopre la sua passione
dominante, si percepisce codardo e pauroso.
● In 30 anni ho cambiato lavoro solo una volta: ho sempre avuto paura di cambiare
in peggio e non ho mai avuto il coraggio di mettermi a lavorare in proprio.
■ Vigliaccheria-dubbio-inazione-assopimento-malinconia-rimprovero-colpa-esigen-
za-lamento.
■ Nel fare un iglio con lei, ero consapevole, in quell’istante stesso, che non lo volevo
con lei e che rimanevo per vigliaccheria.

La paura paralizza e impedisce di agire, fa accettare situazioni inam-


missibili perché può succedere sempre qualcosa di peggio. L’E6 lascia le
redini della propria vita in mani agli altri o di un presunto destino, si con-
centra sulla propria incapacità. Questo comportamento avvicina a una
permanente insoddisfazione. Non c’è rischio, ma nemmeno progresso.
Una macchina ferma non va fuori strada, ma non avanza neanche.
● In in dei conti, in modo più o meno cosciente, la paura e la colpa sono cugini che
legano e impediscono di fare, di vivere.
■ Ho anche scarso senso della realtà e lascio i problemi senza risolverli, e permetto
che qualcuno li risolva per me.
● Ma non si è mai sentita “conquistata”, e qualche tempo fa si è innamorata di un
altro. Piuttosto che perderla, ho accettato questa situazione.
■ L’autocastigo e la censura come mezzi per perpetuare l’insoddisfazione e conti-
nuare, senza assumersi il rischio delle proprie azioni.

Schivare le proprie responsabilità si trasforma in senso di colpa. La


paura genera impotenza, frena il rischio e si ricrea nella colpa, benché
sia per omissione. Il trucco di colpevolizzarsi nel codardo stinge sugli
altri specialmente attraverso il meccanismo della proiezione. Mina la
214 Enneagramma delle passioni

sua autostima, perché la paura lo mette di fronte alla sua incapacità di


correre rischi.
♦ La colpa di quanto succede è mia.
♦ Nella relazione con me stessa non vi è riposo; vi è un giudizio, un autogiudizio e
una autocritica costanti.
♦ Sono un errore, sono un problema.
■ Il gioco di colpevolizzarsi e colpevolizzare.
E6_L´enneagramma della paura 215

RIPERCUSSIONI DELLA PAURA


NELL’AMBITO DELLE RELAZIONI

La passione della paura

La passione dell’E6 prende il nome di paura, legata all’insicurezza


per la fragilità dei fondamenti dell’essere. Si presenta in 85 unità concet-
tuali. La paura è multiforme (paura di volare, di essere solo, della liber-
tà, della vita, di ciò che è innovativo, del cambiamento...) ma si distin-
gue nelle sue diverse varianti di contenuto profondo: come sentimento,
come patologia o come carattere, prospettiva quest’ultima che è quella
che ci interessa nel nostro studio.
La paura ha due accezioni accademiche: turbamento o addirittura
sconvolgimento angoscioso dell’animo per un rischio o un danno reale
o immaginario, e sospetto o apprensione che debba succedere qualcosa
contrario a quanto si desideri. Prende nomi diversi che ne connotano le
varie sfumature: ansietà, vigliaccheria, dubbio, fuga, insicurezza, parano-
ia, panico, terrore, indecisione, siducia. La controfobia lotta contro la
paura, non dialoga con essa.

♦ Come 6 sessuale mi è costato molto vedere la paura. Ho lottato sempre per supe-
rarla perché era l’unico modo di sopravvivere.
■ Per me, le caratteristiche più importanti sono la paura, ma non la paura isica,
bensì la paura di essere se stessi.

La visceralità della paura cristallizza la siducia radicale verso la vita.


Vivere senza iducia in se stessi sfocia nell’angoscia e nell’insicurezza, nella
vigliaccheria e nella paranoia. Il coraggio, nella sua dimensione più profon-
da, non consiste nel realizzare azioni spettacolari bensì nell’osare idarsi.

■ È molto dificile prendere decisioni perché ho una grande paura di fare errori che
saranno fatali per la vita.
♦ Mi copro sempre le spalle sapendo con chi sto.

La paura è vissuta in modo differente da ogni sottotipo. Il sessuale


la sida con la forza. Il sociale l’attenua compiendo il proprio dovere e
216 Enneagramma delle passioni

facendo la cosa corretta. Il conservativo la seduce attraverso il calore e


l’affetto.

♦ Sottotipo sessuale: Mostrarsi forte dà sicurezza e credibilità, così nessuno attacca


perché normalmente mi credono più forte o hanno paura di me per la mia analisi
azzeccata.
● Sottotipo sociale: Le caratteristiche speciiche della mia passione dominante sono
un senso di inadeguatezza verso tutto ciò che riguarda fantasia, creatività, capaci-
tà di seduzione, gusto artistico.
■ Sottotipo conservativo: Ricerca di calore, orientamento e riconoscimento dall’esterno
come appoggio e validità della mia vita, con una sfumatura di malinconia.

Le issazioni, chiamate colloquialmente idee folli, sono distorsioni


cognitive che alimentano e giustiicano la passione dominante, che risie-
de nel centro emozionale. L’E6 articola alcuni pensieri automatici che
fomentano la siducia in se stesso, che razionalizzano una pretesa iducia
e che procurano un atteggiamento insicuro davanti alla vita.
♦ Non ci si può idare di nessuno più che di se stessi.
● Credo di essere emozionalmente disturbato.
■ Gli altri sanno cosa fare meglio di me.

Le varianti dei sottotipi dell’E6 affrontano la paura in maniera di-


versa. Il sessuale la sida ino ad oltrepassare le soglie dell’imprudenza.
Il sociale cerca affannosamente il controllo che gli procura sicurezza. Il
conservativo vuole farsi perdonare attraverso comportamenti calorosi e
comprensivi.

♦ Sono stata sul punto di morire soffocata due volte. Da allora ho la fobia di attra-
versare una palude a nuoto e di nuotare lunghi tratti sott’acqua.
● Tenere tutto sotto controllo.
■ Eccessiva comprensione dei motivi altrui: molte volte penso che sono troppo com-
prensiva. Se qualcuno non si comporta bene con me, ritengo che abbia delle
ragioni per comportarsi così, sia che mi spieghi o meno, e arrivo a pensare che ha
ragione di fare così.

I meccanismi di difesa pretendono di attenuare la consapevolezza


in tutti i suoi ambiti o di farla sparire. La proiezione, come attribuzione
E6_L´enneagramma della paura 217

agli altri di quello che uno respinge in se stesso, è la più frequente per
l’E6. Esistono altri meccanismi secondari, come evitamento, delessione,
introiezione, ecc...

♦ La proiezione delle mie paure e, contemporaneamente, anche l’introiezione della


colpa sono due dei meccanismi che utilizzo in modo ripetitivo.
● Meccanismi di difesa: evitare i cambiamenti.
■ Attribuisco all’altro la mancanza di iducia in me stesso e negli altri.

ιNon abbiate paura!κ (Mt 14:27), è un’esortazione costante nei testi


biblici. La reazione umana davanti all’ignoto, davanti a una realtà che
trascende gli stretti limiti delle sue operazioni di controllo, è la paura
che mina la sua iducia basilare, sulla quale si basa la fede. Senza iducia
basilare davanti alla vita, insorgono l’insicurezza, il dubbio, l’indecisione,
l’inazione, la paralisi, la fuga. In sintesi, la vigliaccheria che fa realizzare
proprio ciò che più teme o disperde le sue migliori energie nella fuga.
William Shakespeare (1989) nella tragedia Giulio Cesare stabilisce un
signiicativo parallelo relativo alla polarità dell’E6: ιI codardi muoiono
molte volte prima che arrivi la loro morte, e il coraggioso muore solo
una voltaκ (II, 2, P. 47).
■ Nell’ambito dell’amore vi è siducia.
■ La mia miscredenza, la siducia nella vita.
♦ Non idarmi di nessuno.

RIPERCUSSIONI DELLA PAURA


NELL’AMBITO DELLE RELAZIONI CON SE STESSI

Il comportamento vigliacco rivela l’oscuramento dell’essere. Il pauroso,


non potendosi appoggiare con iducia sui propri fondamenti, genera in
se stesso insicurezza e stati ansiosi. Senza una base solida non può esser-
ci iducia. Questo è il dramma di base dell’E6 che vuole sopperire, attra-
verso il controllo mentale, a sentimenti e impulsi che per loro dinamica
intrinseca resistono a facili inquadramenti. Egli incanala le sue energie
invece di farle luire.
218 Enneagramma delle passioni

♦ Paura di lasciarmi andare agli istinti.


● Le uniche cose che mi danno sicurezza sono quelle che riesco a controllare
razionalmente, come conoscere date, numeri, nomi, pianiicare per tempo la
giornata.
■ Il non sapere e non diventare responsabile di quello che mi accade o che voglio.

I tre indicatori più frequenti, dopo i primi due, si concentrano nell’a-


rea della consapevolezza che si offusca a causa degli effetti della paura.
Si perde la connessione con la realtà e si vedono fantasmi, in modo tale
che la persona vigliacca ha paura anche della propria ombra. La siducia
favorisce l’abbandono, mentre la paura ricerca il controllo per sentirsi
sicuro, sia dando regole alla vita, sia ragionandoci eccessivamente come
modalità per allontanarsi da pulsioni ed emozioni.

♦ Credo che il dubbio e la colpa, oltre ai miei igli, siano ciò che mi trattiene qui,
nonostante il dolore che tutto ciò presuppone, e che progressivamente sento che mi
porta alla morte in vita.
● Credo di non avere esperienza di un vero e proprio “impegno” emozionale
pienamente accettato.
■ E se mi faccio la domanda prima di sapere cosa pensano gli altri, é dificile per me
sapere cosa penso io.

RIPERCUSSIONI DELLA PAURA


NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI

L’ambito delle relazioni viene suddiviso in altri due sottoambiti: a) l’a-


more, vissuto in coppia nell’amicizia, e b) il lavoro. In che modo si riper-
cuote la paura in questi due sottoambiti?

Amore (coppia e amicizia)

Le relazioni affettive nelle quali non luisce la iducia, non permettono


il dare se stessi e l’abbandonarsi al partner. La siducia favorisce il conteni-
mento delle emozioni e degli impulsi istintivi. Non essendoci sicurezza, si
offre un calore che non indica simmetria ma solo seduzione da parte di chi
E6_L´enneagramma della paura 219

si sente indifeso e senza protezione. L’instabilità permanente dell’E6 vie-


ne contrastata attraverso misure di controllo che assicurano un’apparente
sensazione di sicurezza, ma che rendono impossibile l’amore. La vigliac-
cheria che soggiace alla mancanza del dare se stessi, sprofonda nel dubbio,
nella difidenza e nell’ansietà. Si vivono con la testa relazioni che hanno le
loro speciiche dinamiche nei centri emozionale e viscerale.
♦ Non è semplice entrare in relazione con gli altri partendo dal dubbio,
dall’autodifesa, dalla siducia, ma è un atteggiamento di tipo reiterato.
♦ Paura dell’abbandono.
● Paura di rimanere intrappolato nella coppia.
● Mi annoia leggere poesie di amore, non riesco a entrare in sintonia, a coglierne
l’essenza.
■ Vivere le relazioni sessuali nel mondo della fantasia con pigrizia e molto con-
trollo nell’ambito della relazione. In tal caso, per essere riconosciuti, il piacere
dell’altro viene per primo, generando così insoddisfazione.
■ Nell’ambito dell’amore vi è siducia.

Il tema centrale dell’E6 nelle relazioni amorose è la iducia, minata


dalla passione dominante, la paura, che blocca il dare se stessi a fondo.
Uno può essere sposato per 10 anni senza sentirsi coinvolto. L’amore im-
plica donazione e rischio. Il calcolo e il controllo, come mezzi per difen-
dersi dall’insicurezza e dal dubbio, ostacolano la costruzione del rapporto
di coppia e dell’amicizia. La paura di dare favorisce il sospetto nel ricevere.
Il contenimento, la circospezione, lo sfogliare la margherita sono elementi
che, al di là di un’apparente razionalità, determinano un atteggiamento di
tipo vigliacco davanti all’amore.
♦ Dopo sei anni di convivenza con il mio compagno precedente, un giorno, senza preav-
viso e senza dirlo a nessuno, gli dissi che era tutto inito e l’invitai a lasciare la mia casa.
♦ Mesi dopo, nel Sat2 fu quando mi resi conto di che mostro potevo arrivare ad
essere: mi spaventai.
● Sono stato sposato per 10 anni senza arrivare a sentirmi impegnato.
● Mia moglie mi ha sposato (e sono passati ormai 29 anni) per la sicurezza, la
dolcezza, che trovava in me, per la iducia che le ispiravo.
■ Ho passato anni di lavoro per riuscire a sentire e stare con gli amici e sentirmi un
uomo come loro.
■ Nelle relazioni di coppia mi succede spesso che non riesco a innamorarmi né ad
amare veramente l’altro.
220 Enneagramma delle passioni

Lavoro

Il riferimento all’autorità è l’indicatore più frequente in questo sotto-


ambito. Il pauroso preferisce ingraziarsi chi comanda, nonostante possa
in altri momenti essere molto critico col potere. Malgrado ciò, il quadro
generale è la dipendenza, intesa non tanto come sottomissione, ma piutto-
sto come punto obbligato di riferimento per adattarsi o meno all’autorità,
la quale viene trasformata nella destinataria delle proiezioni e difidenze
dell’E6. Il pauroso cerca l’eficacia come sicurezza e il riconoscimento
come appoggio esterno al suo lavoro.

■ Nel lavoro sono presenti anche l’eficacia e la necessità di riconoscimento.


● Nel lavoro, ino ad alcuni anni fa, mi sentivo dipendente da persone che conside-
ravo signiicative, e mi costava confrontarmi.
● Sento di non essere abbastanza "cattivo" e aggressivo per avere successo profes-
sionalmente.
■ Preferisco stare bene con tutti e, se posso, dal lato dell’autorità.
■ Non protestare mai.

La persona paurosa, a causa della mancanza di iducia in se stessa, nel


lavoro preferisce andare al traino di un compagno o di un’autorità. Non gli
piace assumersi responsabilità, perché ciò comporterebbe rischi e affron-
tare situazioni problematiche, come il prendere decisioni. La paura riduce
la visione relativa alle proprie capacità, indispensabili per lo sviluppo di
un lavoro e di una professione, e sfocia nella loro sottovalutazione. La
vigliaccheria ostacola qualsiasi iniziativa lavorativa o cambiamento: esalta
la sicurezza del funzionario...

● Nell’ambito del lavoro, ho preferito sempre andare come secondo, appoggiarmi


agli altri, benché io faccia ciò che mi compete.
● In 30 anni ho cambiato solo una volta lavoro: ho sempre avuto paura di cambiare
in peggio e non ho mai avuto il coraggio di mettermi a lavorare in proprio.
■ Già nello studio, cominciai col non studiare ciò che mi piaceva non credendomi in-
tellettualmente all’altezza. Studiai invece altro con l’obiettivo di emanciparmi il più
velocemente possibile da mio padre. Più tardi mi accorsi che avrei potuto studiare
quello che desideravo e farcela.
E6_L´enneagramma della paura 221

Globale: amore (coppia e amicizia) e lavoro

L’indicatore che emerge maggiormente nell’ambito delle relazioni


con gli altri - coppia, amicizia e lavoro - è il contenimento delle emozioni
e degli impulsi, dovuto al predominio mentale e all’affanno di controllo
per ottenere livelli basilari di sicurezza: il tutto provocato da una siducia
radicale e diffusa. La necessità di modelli e schemi distorce la pratica
amorosa e attribuisce all’autorità un ruolo smisurato. Si favorisce in que-
sto modo una personalità dipendente e fedele alle indicazioni ricevute.

RIPERCUSSIONI DELLA PAURA


NEL RAPPORTO CON I BENI MATERIALI

Nell’ambito delle relazioni con i beni materiali, si sono scelti due ele-
menti di interesse che vengono analizzati come sottoambiti: a) il denaro
e la proprietà, e b) la natura e l’ecologia. Osservare le ripercussioni che
la paura ha in questi campi non è un compito facile: per il suo studio è
stato predisposto un numero minore di unità concettuali, non per questo
meno signiicanti.

Denaro e proprietà

Il quadro generale della persona paurosa si concretizza nell’incapa-


cità di giocarsi il tutto per tutto e favorisce il suo atteggiamento ambi-
valente verso il denaro e la proprietà. I quali gli piacciono, gli procurano
sicurezza materiale, e contemporaneamente li svaluta o, addirittura, li
sottovaluta. La vigliaccheria, la colpa o l’incapacità di guadagnare o di
risparmiare con facilità denaro spiegano la poca attenzione che l’E6 ri-
volge alle questioni economiche, benché faccia in modo di predisporre
un quadro sicuro che lo preservi da incognite.

♦ Io ho la mia casa e il mio partner ha la sua.


♦ Rispetto al denaro sono ambivalente: da una parte mi piace e dall’altra lo disprez-
zo, come disprezzo il potere.
222 Enneagramma delle passioni

● Rispetto al denaro e alla proprietà, mi rendo conto di aver lavorato sempre molto
e non ho saputo fare in modo che mi venisse reso il corrispondente in termini
economici.
● Mi considero molto attento al valore delle cose, ma non attaccato al denaro.
■ Il senso di colpa e la svalutazione si rilettono nel mio rapporto col denaro: averce-
ne era sempre sinonimo di non essere buono e non procedere sulla buona strada.
■ Sono poco attenta al denaro, e non mi preoccupa molto.

I due temi del denaro e della proprietà hanno a che vedere con la
mancanza di iducia dell’E6: non volere debiti e far sapere agli altri i beni
posseduti. Ambedue si ripercuotono sulla dimensione economica e ma-
teriale, ma contemporaneamente anche sulle relazioni umane. Si preferi-
sce il dare al sentirsi in debito, il controllare all’accumulare, il perdere al
guadagnare indebitamente, il prendersi la responsabilità individualmente
piuttosto che condividerla...

♦ Ho una cara amica cui do quello che ho e non mi piace che mi porti alcunché per
non sentirmi in debito.
● È da molto che non cambio casa nonostante abbia la sensazione che questo
spazio non sia ancora completamente mio.
● Qualche anno fa ho perso, a causa del calo della Borsa, circa un quarto dei miei
risparmi e non ne ho fatto un dramma.
■ Quando mi sono separato, all’età di 29 anni, ho lasciato tutto a mia moglie e
mio iglio; dopo ho passato reali dificoltà materiali e alcuni periodi di dificoltà
economiche.
■ Mi è molto dificile risparmiare e fare cose per guadagnare denaro, penso che alla
ine riuscirò a trovarlo, ma non sempre è così.

Natura ed ecologia

La natura e l’ecologia sono risorse esterne che procurano consistenza


all’E6. Uscire da se stessi, dai propri pensieri per immergersi nella natura
è, per la persona paurosa, un evento di per sé risanatore. Non vi sono
difidenze né doppi ini da decifrare. Vi è bellezza, pericoli inclusi: il sot-
totipo sessuale sida i rischi che implica. Il sottotipo sociale trova in essa
un pretesto per dimostrare la sua tenacia. Il sottotipo conservativo mostra
un’ideologia più militaresca, se sta in associazioni a favore dell’ecologia.
E6_L´enneagramma della paura 223

♦ La natura e gli animali sono stati il mio rifugio, il mio spazio vitale, dove io potevo
essere senza essere giudicata o castigata.
♦ Rispetto alla natura sono molto rispettosa e spesso l’affronto quando è pericolo-
sa: salire in montagna, guidare con il temporale, ecc.
● Riguardo alla natura, mi piacciono le montagne, la neve, i boschi, più che il mare.
● Amo gli sport che richiedono impegno, fatica, tenacia come passeggiate e arram-
picate in montagna, mountain bike, corsa campestre, ecc.
■ L’ecologia è una militanza, una posizione e un’azione e questa è un’implicazione,
un impegno, oltretutto in gruppo.
■ Trovo nella natura uno spazio per stare con me, dove non ci sono altre persone
che mi possano giudicare o condizionare il mio comportamento.

Il protocollo di Kyoto, o la maggioranza delle conferenze interna-


zionali di contenuto ecologico, sono basati su un senso razionale dell’u-
tilizzo delle risorse naturali unitamente al terrore legato al riscaldamento
del pianeta e a ipotetiche catastroi che si preannunciano in modo conti-
nuo. Non è sempre facile vedere la linea divisoria tra razionalità e paura.
Gli scarsi indicatori dati dalle interviste non entrano in questi particolari.

● Scalare la cima di una montagna è l’esperienza più appagante che conosca.


■ Rispetto all’ecologia, ho lavorato in un’ associazione ecologista per 3 anni e
sono membro di 2 associazioni.
■ I momenti più belli che ricordo dei miei viaggi sono collegati, molte volte, allo
stare in silenzio o da sola in un bel paesaggio.

Globale: denaro e proprietà/natura ed ecologia

L’ambiente economico o materiale, nella prospettiva dell’E6 può


essere: spazio individuale, posto di rifugio, garanzia di sicurezza. Il pre-
dominio del pensiero e dei valori etici in tale enneatipo lo allontana dagli
aspetti sordidi che talvolta il denaro presenta e, contemporaneamente, lo
apre alle possibilità della natura e all’ecologia.
224 Enneagramma delle passioni

RIPERCUSSIONI DELLA PAURA


NELLA RELAZIONE CON DIO, IL DIVINO,
IL TRASCENDENTE

Questo ultimo ambito ha la sua particolarità. Ogni persona intervistata


ha potuto prendere una posizione personale davanti a Dio, al divino, al
trascendente. Le osservazioni non sono focalizzate su una religione spe-
ciica o su una determinata confessione.

a) La paura è presente anche nelle relazioni che l’E6 ha con Dio,


il divino, il trascendente. Le relazioni paterne, nella loro ambivalenza,
vengono proiettate nell’immagine che il pauroso ha di Dio, attraverso la
sottomissione o la disubbidienza.

♦ Credo che in fondo abbia avuto sempre quella sensazione di essere controllato
da Dio ed evidentemente avevo paura della sua punizione.
■ A questo punto incominciano i dissapori con il Dio infantile; ora era adulto e
metteva limiti che io non capivo a ciò che era divertente ed eccitante (come
il sesso). Diventava cattivo e per di più mi faceva sentire molto male quando
vedevo il vicino o i suoi genitori.
♦ Quando morì mia nonna, l’essere che io pensavo fosse più indifeso e che allora
amavo di più, mi arrabbiai con Dio, mi ribellai a lui e alla sua volontà.

b) La relazione dell’E6 con la realtà divina, vissuta come autorità,


accentua l’importanza che gli concede. Esiste un’inquietudine spirituale
e un’apertura ai valori trascendenti.

♦ Ma ho sempre cercato, ero sempre vicina alla spiritualità, anelavo sapere, con-
tattare, sentire il trascendente.
♦ Credo che il trascendente sia la dimensione più autentica di noi stessi e del tutto.
● Penso che la spiritualità vada oltre la religione e che le varie religioni siano nate
dal tentativo di rendere comprensibile alla gente comune la verità intrinseca
della natura e del senso della vita umana.
■ Le luci, l’odore della chiesa, il suono dell’organo che l’organista maggiore toccava
con tutta la sua passione, mi risultavano molto gradevoli, e inoltre non avevamo
matematica.
E6_L´enneagramma della paura 225

c) Il recupero della iducia basilare nella vita e in se stessi favorisce


una rinnovata relazione con Dio, non più basata sulla paura bensì sulla
fede e sulla convinzione personale.

■ Quando ho cominciato a credere in me ho cominciato a credere in Dio o nel


divino; è una fede molto interiore e personale.
● Penso che il divino sia anche in noi, proprio perché parti del tutto e che, quando
riusciamo a sintonizzare le sensazioni corporali con le emozioni e con la mente
razionale, riusciamo a percepirlo.

Per l’E6, la paura ha effetti nefasti nella relazione con Dio: riduzione
della realtà alla cosa razionale, avvicinamento mentale a Dio mancante
di sentimento, atteggiamenti basati sulla siducia e sulla paura, difidenza
nell’abbandonarsi alla fede, senso di colpa e di indegnità, connessione
dell’idea di Dio con la relazione paterna vissuta in modo problematico,
incapacità nel formulare preghiere di richiesta, angoscia per l’ingiustizia
divina... La guarigione dalla paura, attraverso il recupero di un minimo
livello di iducia si rilette sull’eliminazione della paura nei confronti del-
la punizione eterna e nel superamento della relazione con il divino dal
punto di vista della paura. Sorgono la fede e la iducia.

♦ C’è una frase che credo riassuma tutto e che molte volte mi sono ripetuto: “Non
chiedo nemmeno a Dio”.
♦ Paura ad abbandonarmi alla FEDE.
● Ora è da molto tempo che non mi relaziono al divino dal punto di vista della
paura. Ma forse era molto presente il mio auto-accusarmi.
● Sento anzi che il contatto con il trascendente, attraverso la meditazione, mi
aiuta a liberarmi dai condizionamenti del carattere e della passione dominante.
■ Le parole che più mi è costato pronunciare sono credere e idarsi.
■ Anche il mio carattere, troppo intellettuale e razionale, ostacola questa vita
spirituale, che considero ora un aspetto molto importante e che apporterà una
grande ricchezza e pienezza nella mia vita.

Il timor di Dio è considerato, nel Catechismo della Chiesa Cattolica,


come un "dono" dello Spirito Santo. Con i sei doni restanti, ιcompletano e
portano alla perfezione le virtù di chi li riceveκ (nº1831). Ma questo timore
spesso non è stato vissuto al servizio della virtù e in funzione dell’amore.
226 Enneagramma delle passioni

Alcune interpretazioni di questo passo l’hanno fatto equivalere alla paura


dell’inferno e alla repressione morale, distorcendo in questo modo l’im-
magine misericordiosa di Dio. Le ferite nella coscienza morale sono state
profonde. Bisogna discernere tra la funzione pedagogica, che può avere il
timor di Dio da un lato e il rafforzamento degli elementi caratteriali del-
la paura a base religiosa dall’altro.. Recuperare il vincolo amoroso (Serra
2005) con i genitori, permette di riscoprire una spiritualità basata sulla
misericordia.

■ Ma adesso non mi piace per niente l’approccio scientiico alla vita, troppo freddo
e limitato.
● Da bambino ero ossessionato dal desiderio di masturbarmi, dalla consapevo-
lezza che questo era peccato e dal fatto che c’erano delle regole molto precise
che impedivano di accostarsi alla comunione se prima non ci si era confessati.
● Fu molto importante riscoprire la spiritualità a partire dai profondi sentimenti
di compassione verso tutti e verso me che sperimentai nel Processo Hoffman.

San Giovanni della Croce (1995) non include la paura tra i sette vizi
capitali, considerati come abitudini che causano alcune imperfezioni spi-
rituali per chi intraprende un percorso spirituale. La ragione dell’esclusio-
ne della paura (e della vanità) dalla lista menzionata obbedisce a ragioni
storiche che non vengono trattate in questo contesto. Il linguaggio di San
Giovanni della Croce, nel capitolo che precede il trattato speciico di ogni
vizio capitale rilette una tenerezza straordinaria, molto lontana da una
paura patologica. L’amore di Dio regala all’anima che prende la decisione
di convertirsi al suo servizio ιcome fa una madre amorosa verso il suo
tenero bambino: lo scalda con il calore del suo seno, lo nutre con latte
gustoso e con cibi delicati e dolci, lo porta in braccio e lo copre di carez-
zeκ (p. 762). C’è poi il paragone dello svezzamento (sorta di pedagogia di
Dio), afinché l’anima ιsuperi le limitazioni proprie dell’infanzia e acquisti
le caratteristiche dell’uomo adultoκ (p. 762).

♦ Dificoltà nel idarmi, nel potermi abbandonare a qualcuno.


♦ Paura a lasciarsi andare alla tenerezza.
■ E con pensieri folli del tipo "mio padre mi odia e non vuole che viva", "mio padre
non è mio padre, lo sa e mi odia", "mia madre è il mio rifugio, per questo per
mio padre non sono un uomo".
E6_L´enneagramma della paura 227

● Tenere tutto sotto controllo.


● Sentire che questo amore è condizionato e che mi spetta solo se mi comporto
bene, se sono all’altezza delle loro aspettative.
GOLA
E7 L'ENNEAGRAMMA
DELLA GOLA

9
8 1

7 2

6 3

5 4

CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
‹‹

‹‹

Eclissi parziale della realtà con rimozione dell'ombra


Oscuramento
Sradicamento da tempo e spazio
dell´essere

Elusione del dolore e della sofferenza


Riduzione
Intellettualizzazione, loquacità e senso di superiorità unita a
del livello di
disconnessione emozionale
consapevolezza
Stimoli intensi e numerosi come anestesia
Dificoltà varie nell'essere consapevole

Edonismo inteso come ricerca compulsiva del piacere


Alterazioni del
Fantasia come strumento di fuga e supericialità
comportamento,
Trappole e inganni nelle relazioni sociali
per mezzo di
Mancanza di responsabilità di fronte all'assunzione di impegni,
alcune strategie
loro procrastinazione e assenza di disciplina
operative
Ribellione di fronte all'autorità vissuta come limite
Ottimismo seduttivo e manipolativo
Narcisismo autoindulgente come norma di comportamento

‹‹
Ripercussioni della gola nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E7_L´enneagramma della gola 231

1. OSCURAMENTO DELL’ESSERE

Martín Heidegger terminò nel 1926 di scrivere il suo libro Sein und Zeit
(Essere e tempo). La relazione tra questi due concetti basilari ci ricorda che
la realtà, come noi la concepiamo, si sviluppa all’interno di coordinate
spazio-temporali. La gola, secondo quanto si ricava dalle sottocatego-
rie considerate, ma ancora di più dalla lettura globale dei testi, produce
un’eclissi parziale della realtà attraverso la fantasia e uno sradicamento
dal tempo e dallo spazio con la conseguente perdita del qui e ora, a be-
neicio del futuro.

1.1 Eclissi parziale della realtà con rimozione dell’ombra

Ogni luce genera ombre. La passione della gola si focalizza talmente sul
piacere degli aspetti luminosi della realtà che cancella la zona d’ombra.
Si veriica così una perdita di contatto e un allontanamento dalla par-
te collegata al dolore e alla sofferenza. Questo atteggiamento selettivo
impedisce di vivere a fondo e favorisce un mascheramento supericiale
della realtà attraverso la fantasia.

♦ Difficoltà nel riconoscere e accettare i limiti e le frustrazioni della realtà.


♦ Riconosco nel mio sottotipo sessuale il fantasticare per allontanarmi dalla realtà, in
special modo quando questa è sgradevole.

Quando questa lettura parziale della realtà si proietta sul proprio


mondo interno, il goloso non sa trovare l’alfabeto per interpretare i pro-
blemi e gli aspetti negativi di se stesso: questi ultimi vengono ignorati
o negati attraverso atteggiamenti che permettono solamente di vivere
lo strato più esterno e visibile della realtà. Il risultato che si ottiene è la
supericialità.

♦ Mi risulta più dificile parlare dei miei problemi.


● Infatti, per me era assolutamente impensabile rivelare ad altre persone un
mio stato d’animo negativo, ma il tutto veniva manipolato e negato attraverso
l’atteggiamento della risata, la sdrammatizzazione o il ridicolizzare la situazio-
ne. Dissacrare ogni cosa e non prendere niente sul serio.
232 Enneagramma delle passioni

Se non ci sono ombre, sparisce anche l’esistenza del male. Qualsiasi


comportamento della persona golosa viene in ogni caso giustiicato e si
diventa autoindulgenti. Si travisano i fatti e il mondo si deve adattare ai
parametri della propria fantasia e dell’illusione. La realtà viene forzata.

● In passato la mia autoindulgenza mi aveva portato a non considerare minimamen-


te l’esistenza del male.
♦ Con la tendenza a vivere di illusioni e fantasie che possono portare a una posizione
di contestazione nei confronti della realtà e dei limiti della vita quotidiana.

1.2 Sradicamento da tempo e spazio

La gola distorce le coordinate kantiane dello spazio e del tempo come


condizioni aprioristiche dell’esperienza. Il presente, quando entra in con-
tatto con aspetti dolorosi della realtà, abbandona il momento presente
e si proietta verso il futuro. Il piacere si tramuta in fantasia e si progetta
un futuro accattivante.

♦ La dificoltà ad accettare e vivere il presente nei suoi aspetti dolorosi e frustranti.


♦ Dificoltà nell’affrontare il momento presente senza proiezioni e illusioni riguardo
al futuro.

Questo sradicamento dal tempo ha effetti deleteri sulla memoria. Il


passato perde i suoi contorni problematici e si trasforma in un periodo
meraviglioso. Come nella censura di un ilm, si eliminano i fotogrammi
che non interessano e si perde di veridicità.

● Per esempio, io ebbi una pancreatite alcolica a 25 anni. Bene, ancora oggi quel
periodo mi sembra un’epoca fantastica della mia vita nella quale me la passavo
molto bene e sognavo e ridevo e bevevo... dimenticandomi di quanto ogni giorno
desiderassi farla inita con la mia vita e di quanto male vivessi.

Il qui, espressione della realtà nello spazio vitale, si cambia con il là.
Ciò che è vicino cede posto a luoghi lontani. Qualsiasi piccolo stimolo
basta per abbandonarsi ai nuovi paradisi, che sono tali solo perché stan-
no lontano. Viverli li demistiicherebbe.
E7_L´enneagramma della gola 233

● Ad esempio, quando guido l’automobile il mio cervello parte in automatico da


qualsiasi stimolo per immergermi in realtà piacevoli. Progetti di lavoro oppure cam-
biamenti radicali di vita.
● C’è stato un momento nel quale avevo sentito parlare del Costa Rica, una terra
dove è sempre primavera e i iori non smettono mai di sbocciare. La mia mente
in quel periodo era impegnata a fare piani per poter vivere in quel paese senza
lavorare. La mia idea era semplice: trovare quattro persone con un appartamento
da vendere a Milano e comprare un albergo in riva al mare in Costa Rica. In modo
tale che, non appena l’albergo si fosse avviato come attività, noi soci saremmo stati
costretti a fare la seguente vita: mattino colazione alle ore 10, poi spiaggia con
attività varie vela, nuoto, bagno di sole ecc., ore 13 pranzo al ristorante dell’albergo,
quindi pisolino pomeridiano ecc. ecc.; insomma, godersi la vita.

2. RIDUZIONE DEL LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA

L’inconsapevolezza, intesa come meccanicità, conduce a una distorsione


cognitiva ed è terreno fertile afinché la passione dominante ostacoli il
poter vedere lucidamente: l’essere resta offuscato e il vuoto che si gene-
ra lotta per riempirsi di surrogati. I meccanismi di difesa concorrono al
mantenimento dell’inconsapevolezza. Si ricercano soluzioni false o ap-
parenti per confermare le proprie capacità o per soddisfare le necessità
profonde. Di seguito verranno utilizzate quattro sottocategorie per indi-
care le diverse strategie utilizzate dall’E7 per bloccare la consapevolezza
di sé o attenuarne la percezione.

2.1 Elusione del dolore e della sofferenza

L’aspetto centrale dell’E7 è la ricerca del piacere o, visto dall’altro lato


della medaglia, la fuga dal dolore e dalla sofferenza. Per questo motivo, il
goloso si avvicina alla realtà selettivamente, per prendere solo quello che
gli piace: come un commensale a un buffet libero, riempie il suo piatto
di manicaretti appetitosi. Il resto non gli interessa né esiste.
■ Una ricerca continua del piacere per fuggire dalle esperienze dolorose della mia
infanzia.
234 Enneagramma delle passioni

● Per quanto concerne la mia esperienza, ritengo che l’aspetto centrale dell’enneatipo
7 sia evitare il dolore e ricercare situazioni piacevoli.

I modi per evitare il contatto col dolore sono molto sottili. Il piace-
re trasgressivo non gli permette comunque di affrontare le conseguenze
dei propri atti e dichiararsene responsabile. Rimane solamente la fuga.
Non c’è empatia con il dolore, piuttosto comportamenti meccanici per
non arrivare a esso.

■ Da piccolo amavo incendiare i prati e poi scappavo via.


♦ Ai miei partner e agli amici ho sempre fornito soluzioni invece di interiorizzare
il loro dolore.

Questi comportamenti offuscano la consapevolezza e ostacolano


una visione completa della realtà.

2.2 lntellettualizzazione, loquacità e senso di superiorità


unite a disconnessione emozionale

L’E7 appartiene all’ambito mentale. Utilizza la razionalizzazione come


meccanismo di difesa ιin quanto funziona e si costituisce come un modo
di vita nel quale chi spiega utilizza la persuasione per evitare gli ostacoli
al suo piacereκ (Naranjo 1994a, p. 180). Sta al servizio dell’idealizza-
zione che cancella le ombre. Non sperimenta i propri sentimenti, ma
attraverso i ragionamenti favorisce una disconnessione emozionale. Così
si evitano il dolore e la sofferenza, ma anche altri sentimenti profondi
come l’amore.

♦ Tendono a intellettualizzare quelle situazioni che potrebbero comportare dolore o


frustrazione.
● Predilige il centro mentale e non riesce a interagire con le proprie emozioni, soprat-
tutto quando sono spiacevoli.

La gola si esercita anche attraverso l’intelligenza che ricerca cono-


scenza e novità: nutre così un sentimento di superiorità nei confronti
degli altri.
E7_L´enneagramma della gola 235

■ Una gola insaziabile di conoscenza, perché inoltre la considero uno strumento di


controllo....
■ Il mio comportamento di superiorità rispetto agli altri: è come se mi sentissi di
appartenere a una classe sociale più elevata, un reale senso di appartenenza a
tale classe.
● Questo in molti casi è anche un sinonimo di superiorità rispetto agli altri, in quanto
i 7 si considerano ricchi di possibilità e capaci di eccellere in qualsiasi ambito.

Utilizza l’arte persuasiva della parola in modo da mostrarsi convin-


cente. Manipola gli argomenti per avere successo. Si converte alla tipo-
logia degli imbonitori che sono in grado di vendere qualunque prodotto
falso come un autentico "elisir d’amore", come fa Dulcamara nell’opera
di Donizetti.
■ Loquacità, chiacchiere e ciarlataneria.
● Dato che io continuo per certi aspetti a considerarmi un ciarlatano, negli anni ho
cercato di approfondire più modelli di psicoterapia.

2.3 Stimoli intensi e numerosi come anestetico

Il goloso cerca l’emozione come surrogato del sentimento: ιL’emozione


è uno choc che si rivela una trappola perché non è altro che un falso
amico della sensibilità. Il valore eccessivo che le viene attribuito conduce
all’abbandono del sentimento. La vita emozionale diventa un miscuglio
di anestesia e di stordimento, di iperattività e di indigenzaκ (Lacroix,
2005, p. 163). Perciò l’E7 richiede stimoli numerosi e intensi: apparente-
mente lo mantengono sveglio, ma in fondo agiscono da anestetico per-
ché gli impediscono di vivere la realtà del dolore e il dolore della realtà.
Sussiste una tendenza alla fuga verso paradisi lontani. C’è dipendenza. Si
cade nella droga.

● Molte salite e molte discese, molto alcol e droghe, e molte letture nel periodo
in cui entri in contatto con qualcosa di grandioso, di sublime, di soprannaturale
che vedi solo tu e che sei capace di trasmettere, con il tuo entusiasmo, a quanti
stanno con te.
● Un esempio, per esempliicare quanto espresso sopra è la mia relazione con
la dipendenza da sigarette: ho smesso e ripreso di fumare non so quante volte.
236 Enneagramma delle passioni

■ Per quasi 20 anni ho bevuto fortissimo per anestetizzarmi dal dolore.


● Cibo, alcol, sesso, fumo, televisione, tirare tardi la sera da un locale all’altro erano
i modi con i quali tendevo a manipolare la mia realtà interna per non sentire il
dolore sottostante.

La parola vuoto non appare in nessuna intervista dell’E7. Gli sti-


moli non lo colmano, ma impediscono di rendersi conto che esiste. Una
volta svanito il piacere dell’orgasmo, non vi sono né silenzio né quiete,
ma solo nuove spedizioni per riuscire a fare della vita un racconto da Mil-
le e un notte. Qualsiasi interruzione condurrebbe alla morte. Si ha paura
di entrare in contatto profondo con se stessi. Esiste la vertigine dell’in-
teriorità e per questo motivo si cercano diverse manovre di distrazione.

● Nell’ambito della coppia, la ricerca e la necessità di intensità e dello stare all’apice


dell’amore, mi porta a essere incapace di condividere la realtà quando è svanita “la
magia” e a cercare in altri quello che ho perso.
● Nel primo caso tende a essere più rilessivo e pacato, senza rinunciare a manipolarsi
con un eccesso di stimoli: alcol, cibo, sigarette, droghe, sesso, televisione ecc. sempre
con l’intenzione di evitare di entrare in contatto profondo con se stesso.

2.4 Dificoltà varie nell’essere consapevole

Questa sottocategoria raggruppa una serie di unità concettuali, control-


late dalla passione dominante, che hanno in comune l’obiettivo di osta-
colare la consapevolezza di sé. Non si cerca di risolvere una necessità
reale, bensì di soddisfare un appetito che risulta sempre insaziabile. Non
vi è alcuna misura nella realizzazione di progetti: per questo motivo si
perde il contatto con la propria realtà e non si interpretano i segnali pro-
venienti dal corpo, ma si paga lo scotto della malattia.

■ Io non so fermarmi benché questo abbia conseguenze per la mia salute, e inoltre
trascino l’altro con me; in più di un progetto comune ho inito con l’ammalarmi per
non aver saputo capire quando dovevo fermarmi.
■ Lotta inconscia contro i sentimenti bloccati dal corpo.

Operare sotto la spinta dell’impulso, dall’entusiasmo allo scoraggia-


mento, impedisce di seguire le indicazioni della bussola. Si produce così
E7_L´enneagramma della gola 237

una forma di dispersione perché i dati del problema non si ricavano dalla
realtà, bensì dalla fantasia. Lo stato infantile è la modalità caratteristica di
avvicinarsi ai fatti. L’adulto si comporta diversamente.

♦ Effetto dispersione al momento di scegliere un indirizzo e di mantenere una spinta


costante che non sia dominata da ondate alterne di entusiasmo e scoraggiamento
● Per quanto riguarda la mia esperienza, ritengo di avere avuto e di avere una
carenza di ciò che in analisi transazionale si deinisce come stato adulto.

3. ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO, PER MEZZO


DI ALCUNE STRATEGIE OPERATIVE

Il comportamento viene inluenzato dal grado di consapevolezza


posseduta da una persona, ma a sua volta lo genera. Di seguito si vedono
le strategie operative utilizzate dall’E7 per ottenere i suoi scopi e i suoi
desideri. L’aumento della consapevolezza e delle virtù disattiva in misura
proporzionale i comportamenti a esse subordinati. A partire dai dati
ottenuti, si possono identiicare sette strategie operative.

3.1 Edonismo inteso come ricerca compulsiva del piacere

Naranjo (1994a) ritiene che la gola, se si riferisse solo al cibo, non


dovrebbe essere annoverata tra i peccati capitali. Sì, invece, se viene intesa
come passione per il piacere ιnella misura in cui implica una deviazione
del potenziale dell’individuo dall’autorealizzazioneκ, poiché l’edonismo è
ιun ostacolo nella ricerca del summum bonum e una trappolaκ (p. 163).
Entriamo qui nel suo punto nevralgico: la ricerca del piacere, di qualsiasi
tipo di piacere e a qualunque prezzo.

■ Amo tutto ciò che è terreno: soldi, proprietà, potere, sesso.


■ Fare tutto quello che desidero.
♦ Rifugiarsi nei piaceri edonistici come via di fuga da una realtà spesso asissiante
ed ingiusta.
■ Una gola forte nel piacere orale, sessuale e verso le cose materiali, verso la
conoscenza....
238 Enneagramma delle passioni

● Forte inclinazione nei confronti dell’intensità, ovviamente del piacere, di ogni tipo di
piacere tra cui quello della conoscenza che è forse il più importante di tutti.

La ricerca del piacere rientra all’interno dei parametri della gola,


come passione dominante, quando si trasforma in un automatismo e
pertanto manca di consapevolezza. L’eccesso e il disordine sono caratte-
ristici della sua meccanicità. Il conlitto sorge quando bisogna scegliere
tra varie possibilità, perché ogni scelta comporta una rinuncia e in questo
modo introduce un elemento doloroso.

● Questa modalità nella mia esperienza è un vero e proprio automatismo che si


attiva nei momenti in cui non ho nulla da fare.
♦ Dificoltà nel rinunciare e scegliere davanti alle molteplici possibilità e alternative
che offre la vita.

L’impatto emozionale del piacere sessuale relega in secondo piano


l’amore romantico. Il sesso è intercambiabile, ma l’amore ubbidisce ad
altri criteri. La fedeltà risulta impossibile da mantenere se il valore prin-
cipale è la soddisfazione del piacere. Per la gola, l’alternativa tra impegno
e godimento va a beneicio di quest’ultimo.

● Gli amori. Prima della relazione che ho attualmente non sono mai riuscito a
essere fedele per molto tempo.
■ I tradimenti nascono dall’incapacità di riiutare il piacere.
■ Ho visto nella sessualità il massimo del piacere possibile sulla terra.

3.2 Fantasia come strumento di fuga e supericialità

La fantasia è una risorsa per sfuggire da una realtà scomoda. Permette


al goloso di restare nella sfera del piacere. Non si affrontano i problemi,
ma si fugge da essi τin automatico” (Serra 2010), cioè in maniera mecca-
nica. Si scappa dal dolore e della sofferenza ino a riuscire a τvivere tra le
nuvole” dove esistono solo situazioni piacevoli.

● Ogni volta che nella mia vita mi sono trovato ad affrontare una situazione dificile,
ho sempre cercato in automatico degli escamotage per evitarla, per posticiparla
oppure per convincermi che potevo non fare perché non erano cose importanti.
E7_L´enneagramma della gola 239

● La lettura è una fuga goduriosa.


■ Vivere tra le nuvole.

La perdita di contatto col tempo e lo spazio (il qui e ora) si risolve


attraverso l’immaginazione. Si rivive il passato gradevole, mitizzato dal
passare del tempo (ιqualsiasi tempo passato è stato miglioreκ), ma ol-
tretutto ci si proietta verso un futuro meraviglioso che, quando arriva a
essere presente, perde la sua magia. Il qui si abbandona a beneicio di
luoghi lontani e paradisi insoliti. Il battere il ritmo con i tacchi sul pavi-
mento può diventare una gradevole sinfonia musicale.

■ Credo che sia come un mulinello nel quale io entro; ha molto a che vedere con il
non concretizzare nel lavoro e, nelle situazioni reali, con il perdermi nella fantasia.
● Naturalmente la fantasia è quella di godersi la vita senza troppe seccature.
● Ad esempio, quando guido l’automobile il mio cervello parte in automatico da
qualsiasi stimolo, per immergermi in realtà piacevoli. Progetti di lavoro oppure cam-
biamenti radicali di vita.
● La fantasia in primo luogo. Se mi trovo in un posto orribile con gente orribile,
mettiamo un ospedale di malati terminali, parto con la fantasia e immagino una
musica battendo i tacchi sul pavimento... un bel paesaggio al di là dei vetri... o un
pensiero gradevole.

Quando non si vive a fondo la realtà in tutte le sue dimensioni, la


persona si ferma alla parte epidermica e supericiale. La fantasia serve a
questo. Perino, le relazioni interpersonali non arrivano più in là e posso-
no sfociare nella frivolezza. Non vi è un sentimento autentico.
● Le relazioni interpersonali per l’enneatipo 7 sono molto facili, purché rimangano in
una dimensione supericiale.
■ Stare in supericie evita d’avere problemi anche se s’inibiscono i sentimenti che sono
sempre pericolosi e fonte di dolore. Ciò serve sempre, come anche nei due casi di cui
sopra, a scopo difensivo.

3.3 Trappole e inganni nelle relazioni sociali

Non vi è accettazione serena della realtà, bensì la sua manipolazione. Per


questo, l’inganno e la trappola s’impadroniscono del comportamento
dell’E7. I fatti vengono distorti a proprio beneicio. Il gioco si porta a
240 Enneagramma delle passioni

termine grazie alle carte segnate, barando. Le forme dell’inganno sono


perino divertenti, ma non per questo smettono di essere una trappola.
● Solo che con il tempo sono arrivato a scoprire anche in ciò un inganno e un
egoismo che quasi mi fa vomitare, perché isso l’attenzione su qualcosa per
sentire, e dimentico oppure ometto il resto.
■ La mia capacità di mentire per portare acqua al mio mulino.

Gli aneddoti sugli inganni sono innumerevoli e normalmente sor-


prendono e strappano applausi in chi li ascolta, inché non si diventa la
loro vittima. La loquacità e la persuasione dell’E7 edulcorano un com-
portamento socialmente dannoso. Questo enneatipo inganna con tanta
maestria che a volte confonde l’inganno con la stessa realtà.
■ Io sono stato assunto come psicologo e come tale ero pagato. Sono riuscito, an-
che con un po’ di fortuna, ma con una gran tenacia e intelligenza, a ottenere lo
stipendio di un medico, circa 1.200 mila in più al mese e 224 milioni d’arretrati.
■ Beh, ricordo di essere arrivato alla direzione degli studi di un istituto senza alcun
tipo di preparazione, avendo creato una tale idea di eficienza intorno a me che
nessuno ne ha mai dubitato.
■ Andare a impartire un corso internazionale a Sant Denís, senza alcun tipo di
preparazione, solo con quattro idee basilari e inire con il ricevere i complimenti.
■ Riguardo al denaro non c’è questionario abbastanza esauriente che possa spie-
gare tutto; in un’epoca della mia vita ho chiesto prestiti in 3 banche contempora-
neamente per continuare a coprire i debiti dei miei progetti personali.

Il tradimento nelle relazioni amorose è una versione dell’inganno. La


parola data conta poco davanti ai richiami del piacere, che è sempre più
appetibile quanto più lontano: il coniuge dell’altro ha qualcosa in più di
quello che si ha accanto. Le trappole permettono di accedere più facilmen-
te a lui o a lei.
● C’era in me un forte atteggiamento orientato al piacere che iniva per mettermi in
situazioni nelle quali mantenevo più relazioni contemporaneamente.
■ Nell’amore ho sempre tradito con apparente leggerezza, cercando sempre il pia-
cere.
E7_L´enneagramma della gola 241

3.4 Mancanza di responsabilità di fronte all’assunzione


di impegni, loro procrastinazione e assenza di disciplina

Assumere una responsabilità implica farsi carico dei suoi aspetti sgradevoli
e spiacevoli, essere coerente nel mantenerla, osservare un comportamen-
to disciplinato per non abbandonare alle prime dificoltà o posticiparla
a tempi migliori, e sottomettersi agli impegni che la regolano. Poiché le
conseguenze non sono desiderabili, l’E7 abbandona le sue responsabilità.
● I legami supericiali consentono invece di non prendersi impegni con le persone,
di non avere obblighi o costrizioni, il che fa spesso identiicare i 7 con l’assenza di
regole.
● Nelle relazioni interpersonali c’è la tendenza a evitare l’intimità dei legami per
poter difendere ideologicamente una presunta libertà che di fatto è una derespon-
sabilizzazione.
● Principalmente nel trascurare le responsabilità legate ad aspetti della mia vita che
mi sono scomodi o mi pesano.
● Lascia aperte molte porte e fatica a prendere decisioni deinitive e di conseguenza
anche ad assumersi responsabilità.

Se non c’è più modo di non affrontare un compito che non piace,
rimane almeno la possibilità di posticiparlo al massimo. Si proietta la sua
realizzazione in un futuro incerto e lontano per evitare le scomodità di
portarlo a termine nel presente.
♦ Posticipazione degli obblighi per cercare rifugio in paradisi alternativi.
● Nell’incertezza, meglio prendere tempo.
● All’università iniziavo a studiare per un esame solo quando sapevo la data: solo così,
provando un po’ di stress, potevo iniziare a prepararmi.

Controllare signiica seguire alcune norme ed esige disciplina. La


gola implica una dimensione di mancanza di controllo e malgoverno, fa-
vorisce una strappo di limiti e proporzioni, e gioca molto con la quantità
e l’eccesso.

■ Sono riuscito ad arrivare a spendere 3 milioni di pesetas in un mese.


♦ In riferimento al denaro sono portato a sprecare i soldi e a spendere più del dovuto.
242 Enneagramma delle passioni

3.5 Ribellione di fronte all’autorità vissuta come limite

L’E7 vive in maniera problematica la sua relazione con l’autorità sia essa
personale, ideologica o istituzionale. Più che cercare un confronto, pre-
ferisce ignorarla, prescindere dalle sue norme o banalizzarla, il che è
peggio. Il controllo viene vissuto come asissia, e l’autorità lo esercita.

♦ Sento che la spiritualità si trova in ogni cosa, mai nei dogmi, nelle istituzioni e nelle
gerarchie.
♦ Con la tendenza a vivere di illusioni e fantasie che possono portare a una posizione
di ribellione nei confronti della realtà e dei limiti della vita quotidiana.
♦ Nel lavoro: tendenza alla dispersione, alla distrazione, cercare di accontentare tutti,
e dificoltà nel credere nell’autorità.

La persona dominata dalla gola non accetta l’autorità come punto di


riferimento oggettivo. La tiene in conto solamente quando può conside-
rarla come amica e al suo stesso livello. Non vi sono subordinazione né
gerarchia: sarà accettata purché sia sullo stesso piano e le sue imposizioni
non producano alcun tipo di dolore o scomodità.

♦ Il suo rapporto con l’autorità è di obbedienza ino a quando la ritiene degna di


stima, altrimenti può ribellarsi anche in modo molto sgradevole.
● Va sottolineata, infatti, la grande avversione nei confronti dell’autorità che può
essere accettata solo nel momento in cui tale igura diventa amica, non più un
padre che impone le regole, ma una persona alla pari che diventa prestigioso
conoscere rispetto al gruppo.

L’E7 prescinde dall’autorità attraverso una disubbidienza sottile. Un


confronto nitido potrebbe arrecargli più inconvenienti e problemi. La
distanza dall’autorità non implica necessariamente rottura. È suficiente
la diplomazia.
● L’approfondimento dei diversi modelli è avvenuto con le classiche modalità del 7. Un
atteggiamento da ribelle nei confronti degli insegnanti, sempre con la battuta pronta ma
mai distruttivo nei confronti di alcuno.
E7_L´enneagramma della gola 243

3.6 Ottimismo seduttivo e manipolativo


L’ottimismo costituisce un modo di percepire la realtà in maniera selettiva
e favorevole. L’E7 vede solo gli aspetti positivi, frutto della sua cancella-
zione delle ombre. Questa strategia operativa genera, ino a un certo pun-
to, simpatia e accettazione: viene utilizzata frequentemente nelle relazioni
per sedurre o per manipolare.

♦ Fino a poco tempo fa neanche le situazioni più disperate o tragiche potevano farmi
perdere il senso dell’umorismo.
♦ È un carattere ottimista che evita le situazioni dificili e lo scontro.
● È ottimista di natura, in genere ama fare progetti in cui l’essenza è quella di godersi
la vita divertendosi senza far niente.

Il legame della gola con l’eccesso e la quantità si rilette tanto nell’en-


tusiasmo come atteggiamento esistenziale, quanto nella convinzione per-
sonale che non esiste dificoltà ad accedere alle fonti dell’abbondanza, per-
ino in termini economici.
■ Con il denaro ho sempre la sensazione che non ci siano problemi e si possa otte-
nere sempre di più.
♦ Ha la tendenza ad agire sull’onda dall’entusiasmo.

Nelle relazioni con gli altri, può adottare diversi ruoli che hanno a
che vedere con la sua capacità di divertire. Si autoproclama il buffone di
corte: sa interpretare numerosi registri teatrali attraverso i quali riesce a
manipolare gli altri.
● Quando si trova in compagnia degli altri inizia a indossare la propria maschera di
giullare e a manipolarli: si eccita, diventa allegro, burlone e per riuscire ad attrarre
l’attenzione arriva a mostrare dei veri e propri eccessi maniacali.

3.7 Narcisismo autoindulgente come norma


di comportamento
Il goloso, con il rendere relative le norme e le igure di autorità, si auto-
concede il permesso di non dovere adattare il suo comportamento alle
regole. Da qui nasce la sua autoindulgenza: niente è così grave che non
244 Enneagramma delle passioni

possa essere giustiicato. Questo comportamento rinforza il suo narcisi-


smo, grazie al quale vede se stesso con grande compiacimento.
● Autoaccondiscendenza a volte, e autoinganno, ma anche, in alcune occasioni auto-
accusa; se una cosa la merito, la prendo o la faccio.
● Una volta mi ricordo che dovevo andare a studiare per la prima volta da un mio
amico che mi aveva spiegato a grandi linee dove abitava; io non avevo chiesto ul-
teriori spiegazioni, poi mi ero dimenticato il tutto e il giorno dell’appuntamento ero
partito con la certezza che avrei trovato l’abitazione del mio amico. Naturalmente
non l’ho trovata e a quel punto è scattata l’indulgenza: non avevamo grandi cose
da studiare.

Il narcisismo implica un innamoramento di se stessi che si alimenta


con l’immagine che si ha di sé e con l’applauso altrui. Questa sottoca-
tegoría dell’E7 esprime un’altra volta la sua visione parziale della realtà
quando la lente d’ingrandimento si concentra solo sulle qualità e gli aspetti
positivi. Non vi sono ombre, tutto è bellezza e intelligenza. In deinitiva,
un essere superiore.
● Ho scritto un racconto dietro l’altro compulsivamente, illudendomi e sperando che
fossero tanti e tanto delicati i miei sentimenti che il grande pubblico mi avrebbe
accolto come se fossi un grand’uomo.
● Da parte mia c’è stata in passato la voglia di mettermi sul palcoscenico, non solo
in senso metaforico, ovvero il creare la situazione divertente nel gruppo per attrarre
l’attenzione degli altri e strappare l’applauso.
■ Tale velocità mentale produce eccitazione, accumulo di adrenalina, pregustazione
e gioia della meta; ti senti intelligente e il re dei furbi, insomma un gran narcisista.
● Infatti, c’è una venatura narcisistica di superiorità da una parte e di bisogno di
riconoscimento dall’altra.
■ Io posso ottenere tutto.

Perino nel caso che si ammetta l’esistenza di qualche aspetto


dell’ombra, per esempio essere simile ς sotto certi aspetti ς a un animale
di fogna come un topo, esso si trasforma rapidamente in un elemento
positivo, in quanto permette di conoscere il mondo sotterraneo. La gola
porta a un narcisismo impossibile da eliminare.

● Ambivalenza: ti senti Dio e allo stesso tempo un topo... benché sia anche bello
essere un topo, così potresti conoscere il mondo sotterraneo.
E7_L´enneagramma della gola 245

RIPERCUSSIONI DELLA GOLA


NELL’AMBITO DELLE RELAZIONI

La passione della gola

La passione dell’E7 riceve il nome di gola. Il sottotipo sessuale uti-


lizza anche espressioni come inganno, indulgenza e abbondanza che
sono i suoi elementi caratteristici.
La gola implica un oscuramento dell’essere mediante la dimentican-
za parziale della realtà. Si cancellano i suoi aspetti dolorosi e inutili con-
centrandosi solo sulla parte gradevole e luminosa.

♦ Dificoltà nel riconoscere e accettare limiti e frustrazioni della realtà.


● La negazione, ma non una negazione consapevole, piuttosto una specie di dimen-
ticanza, qualcosa come una maschera applicata a ciò che succede.

Esiste una perdita di contatto con il qui (spazio) e con l’ora (il tem-
po) per cercare piacere sia nella fantasia delle cose remote e nella distor-
sione temporanea, sia in un futuro pieno di illusioni, valido come tale
ino a che non si trasforma in presente, o anche in un passato che si
idealizza ino all’estremo.

♦ Proiezione sognatrice verso un futuro ideale, dove le cose possono essere così
come dovrebbero.
● Per esempio, io ebbi una pancreatite alcolica a 25 anni. Bene, ancora oggi quel
periodo mi sembra un’epoca fantastica della mia vita nella quale me la passavo
molto bene e sognavo e ridevo e bevevo... dimenticandomi di quanto ogni giorno
desiderassi farla inita con la mia vita e di quanto vivessi male.
● Ad esempio, quando guido l’automobile il mio cervello parte in automatico da
qualsiasi stimolo per immergermi in realtà piacevoli. Progetti di lavoro oppure cam-
biamenti radicali di vita.

Ogni sottotipo vive a suo modo la passione della gola. Gli elementi
comuni sono importanti, ma esistono sfumature e aspetti che arricchi-
scono una comprensione più completa della sua realtà passionale.

♦ Sottotipo sessuale: Riconosco nel mio sottotipo sessuale il fantasticare per


246 Enneagramma delle passioni

allontanarmi dalla realtà, in special modo quando questa è sgradevole.


● Sottotipo sociale: Per quanto riguarda la mia esperienza, posso descrivere alcune
mie modalità comportamentali connesse al considerare più importanti i bisogni o
la felicità degli altri e di sacriicare in questo senso i miei bisogni.
■ Sottotipo conservativo: Quanto al punto precedente, lo faccio non solo per me, ma
per poterlo estendere ai miei familiari o appartenenti al clan, poiché penso che
anche loro lo farebbero con me.

Le issazioni, chiamate colloquialmente idee folli, sono distorsioni co-


gnitive che alimentano e giustiicano la passione dominante, che risiede nel
centro emozionale. Per esempio, il non volere decidere esprime dall’ottica
dell’E7 il riiuto della responsabilità e della rinuncia, poiché ogni scelta le
implica, con la perdita ipotetica di un piacere maggiore in futuro.
● La miglior decisione è non decidere.
■ Io posso ottenere tutto.
● Tutti devono amarmi come se io fossi loro iglio, oltretutto il preferito.

La passione della gola, che privilegia la ricerca del piacere e l’elu-


sione del dolore, si proietta nell’ambito del comportamento. Una com-
prensione profonda dei meccanismi passionali permette di osservare la
connessione tra il pensare, il sentire e l’agire che sono i tre ambiti propri
di un essere tricerebrale.

● Lettura compulsiva; se il mondo va male la cosa migliore è non sapere e cavalcare


l’onda con la meraviglia di una scoperta, un’emozione, una sida.
● La modalità della ricerca del piacere nella mia esperienza è un vero e proprio
automatismo, che si attiva nei momenti in cui non ho nulla da fare.
♦ Procrastinare gli obblighi per cercare rifugio in paradisi alternativi.

I meccanismi di difesa pretendono di attenuare la consapevolezza


in tutti i suoi ambiti o farla sparire. Funzionano in modo molto sottile e
facilitano la disconnessione con l’essere. La razionalizzazione permette
all’E7 di trovare la versione positiva di qualunque avvenimento per do-
loroso che sia. Così non si rende conto del volto spiacevole della realtà, e
concentra nella mente i disordini emozionali o istintivi che patisce.

♦ L’uso della parola per tentare di comprendere intellettualmente quello che


E7_L´enneagramma della gola 247

abbiamo paura di sentire isicamente o visceralmente.


● Inine, la negazione soprattutto di esperienze negative, di sofferenza e dolore.
■ Razionalizzazione. Capacità di riuscire a spiegare tutto, eliminando eventuali
colpe. In fondo non ho ammazzato nessuno, l’uva io la vedo sempre matura,
anche gli altri fanno così, sono di ampie vedute, che male c’è? Ecc.

Il carattere goloso si allontana dall’autenticità scegliendo il piacere


come surrogato dell’amore che è la sua necessità essenziale. Vittima della
sua stessa trappola, ne cerca in ogni dove la fruizione tranne dove si tro-
va: attraverso la fantasia, l’ottimismo seducente, il narcisismo autoindul-
gente o gli stimoli. Ovunque, ma non nella realtà pura e semplice e nelle
coordinate spazio-temporali del qui e ora. Questa ricerca piacevole ha
diverse strade: la fantasia degli ideali, la conquista dell’ammirazione at-
traverso il sacriicio e il senso di appartenenza a un clan. Nonostante ciò,
la meta è la stessa. L’esperienza dell’amore è l’inizio del cambiamento.

■ Ovvero tutto ciò che produce piacere e mi permette di sfuggire al dolore.


● Ho sperimentato in modo profondo i concetti di amore e compassione verso le altre
persone e le creature viventi, questo ha contribuito notevolmente a promuovere un
cambiamento profondo.

RIPERCUSSIONI DELLA GOLA


NELLA RELAZIONE CON SE STESSI

La gola possiede un’alta percentuale di sottocategorie riferite alla non


consapevolezza e al conseguente oscuramento dell’essere. L’intellettua-
lizzazione, nel disconnettersi dalle emozioni, lavora come anestetico. Gli
stimoli, come le droghe, non sono usati per aumentare lo spettro della
coscienza, bensì per fuggire da essa verso paradisi alternativi.
♦ La dificoltà a essere tranquillo con me stesso senza entusiasmarmi con progetti o situa-
zioni stimolanti.
● Cibo, alcol, sesso, fumo, televisione, tirar tardi la sera da un locale all’altro erano i modi con
i quali tendevo a manipolare la mia realtà interna per non sentire il dolore sottostante.
● Non è una questione di volontà, è che non posso giocare a qualcosa che non mi piace,
fare qualcosa che non voglio.
248 Enneagramma delle passioni

I fatti o le situazioni della vita permettono di cogliere con realismo l’e-


sperienza personalizzata della gola. La ricerca del piacere in se stesso
non è un problema. Lo è, invece, il prezzo che si è disposti a pagare per
essa, perché indica una disconnessione con la realtà globale della per-
sona, con l’interazione di luci e ombre, di piacere e dolore. Il risultato è
una felicità apparente e sempre minacciata che colloca la persona sulla
supericie della vita e nella supericialità esistenziale.

♦ Fino a poco tempo fa mi costava accettare qualcosa senza soffrire per il fatto di non
potere portare a termine le altre opzioni alternative.
♦ Uno di questi è il piacere sessuale, erotismo e autoerotismo.
● La dificoltà a interagire con gli aspetti più autentici di me stesso e di rispettarli
assumendomi la responsabilità di quanto ho percepito, per trasformarli in compor-
tamenti e scelte, mi ha di fatto impedito di coltivare in modo approfondito interessi
e attitudini che, nel marasma della supericialità -fatta di mille cose iniziate e non
concluse- si sono disperse.

RIPERCUSSIONI DELLA GOLA


NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI

L’ambito delle relazioni viene qui scomposto in due sottoambiti: a) l’a-


more, vissuto in coppia nell’amicizia, e b) il lavoro. In che modo si riper-
cuote la gola in questi due sottoambiti?

Amore (coppia e amicizia)

Le relazioni amorose vissute dalla torre di vedetta mentale, rappre-


sentano per la gola una strada privilegiata per l’ottenimento del piacere.
Le diverse strategie per raggirare la persona che suscita l’attrazione dell’E7
(ottimismo seduttivo, narcisismo e inganno) centrano abitualmente l’o-
biettivo: impadronirsi della preda. Non vi è scambio di sentimenti, bensì
possesso sessuale che è il trofeo desiderato. Non esiste la fedeltà al partner,
poiché domina il desiderio e la subordinazione ai propri impulsi. L’E7 vive
i suoi tradimenti di coppia con un atteggiamento autoindulgente e frivolo.
E7_L´enneagramma della gola 249

L’intensità del momento sopperisce alla relazione a lungo termine. L’amo-


re esige profondità: senza di essa, il sesso rimane in supericie.

● Nell’ambito della coppia, la ricerca e la necessità di intensità e lo stare al climax


dell’amore mi porta a essere incapace di condividere la realtà quando è svanita
"la magia", e mi spinge a cercare in altri quello che ho perso.
♦ Per me il concetto della fedeltà non so quanto abbia a che vedere con l’amore,
posso tradire e ho tradito, anche se adesso non riesco più a farlo.
■ Nell’amore ho sempre tradito con apparente leggerezza, cercando sempre il piacere.
♦ Il sesso è un aspetto importantissimo nella mia vita di relazione di coppia.
● La modalità di accettare passivamente determinate situazioni che non mi piaceva-
no mi conduceva successivamente a svalutare ferocemente la persona amata nel
mio intimo, per poi arrabbiarmi con lei in modo totale.
● Naturalmente il tutto era affrontato in modo mentale, cioè senza grandi sofferenze.

La persona golosa trova dificoltà a integrare amore e sessualità. Il


predominio dell’amore erotico porta squilibrio nella sua capacità amorosa,
più sensibile a volte verso l’amicizia che al rapporto di coppia, proiezione
forse della sua fantasia. Il piacere è il motore del suo comportamento. Non
rimane spazio per la responsabilità. Invece di controllare i propri impulsi,
viene controllato da essi, ed è in questo che consiste il carattere ricettivo
della passione.

♦ Una volta ebbi una relazione con una donna e qualche tempo dopo mi capitò di
stringere amicizia con il suo ex marito. Un giorno decisi di dirgli tutto e di prender-
mi la responsabilità di quello che facevo. Ci avevo pensato tanto su e non potevo
accettare di essere “infedele” con una persona verso la quale sentivo di avere
un’amicizia.
♦ Avevo considerato l’amicizia come un qualcosa di ideale che dovesse essere puro.
■ I tradimenti nascono dall’incapacità di riiutare il piacere.
■ Credo che rispetto alla sessualità io non ho mai capito molto, l’ho identiicata con
il piacere e basta.

Lavoro

Gli indicatori con più punteggio rilettono bene due atteggiamenti


dell’E7 nei confronti del lavoro: la pianiicazione mentale e la sua posizio-
ne di fronte all’autorità. La posizione edonista di base si esprime in mille
250 Enneagramma delle passioni

volti distinti: divertimento, buon ambiente, dispersione... Gli obiettivi ge-


nerali rimangono coninati a beneicio dei propri. Il suo narcisismo non
permette che una igura di autorità gli faccia ombra. Non vi sarà lotta fron-
tale, perché è dolorosa, ma bensì un’usura continua. Se il lavoro gli piace,
vi è consacrazione e dedizione senza limiti.

♦ Nel lavoro; tendenza alla dispersione, alla distrazione, al cercare di accontentare


tutti, e dificoltà nel credere nell’autorità.
● Nel lavoro, se non mi si riconosce come nel mio caso, poiché sono attualmente un
semplice funzionario, farò e riuscirò a non fare quello che devo e ancora di meno,
questo è sicuro.
■ Anche il pianiicare tutto in anticipo in modo da non lasciare spazio all’altro.
■ Nel lavoro sgobbo moltissimo, e però ho fatto sempre quello che ho voluto io.
● In questa prospettiva è molto piacevole per il 7 muoversi in una direzione amiche-
vole con le altre persone; si dimostra capace di mettere subito a proprio agio gli
altri e di utilizzare lo humour per sdrammatizzare le situazioni e per creare un
clima sereno e divertente.

L’ambito lavorativo è un terreno privilegiato per scoprire il gioco


della passione dominante, in questo caso della gola. Non basta realizzare
un compito soddisfacente, se l’ambiente non lo è altrettanto. Il lavoro
rinforza la convinzione delle proprie capacità e alimenta le radici del
narcisismo. Si preferisce una relazione paritetica, tra amici e colleghi,
piuttosto che una struttura gerarchica, specialmente quando l’autorità
non dipende dall’interessato.

♦ Nel lavoro mi è costato focalizzarmi nel compito quando l’ambiente e le perso-


ne erano competitive; non c’era solidarietà ed erano molto gerarchiche.
● Spesso si frequentano unicamente le amicizie lavorative e quando si cambia
lavoro si cambiano anche le frequentazioni. Questa modalità si addice notevol-
mente al mio carattere.
■ Per lungo tempo anche il lavoro è stato importante per il mio narcisismo.

Globale: amore (coppia e amicizia) e lavoro

L’argomentazione intellettuale, aiutata dalla loquacità, è uno stru-


mento basilare che la persona golosa utilizza nelle sue relazioni sociali,
E7_L´enneagramma della gola 251

sia nell’ambito dell’amore e dell’amicizia sia nell’ambito del lavoro. La


simpatia e l’incantesimo supportati da strategie ingannevoli se necessa-
rio, esercitati sugli altri, assicurano relazioni facili e gradevoli. Se l’impe-
gno ha la supremazia sul piacere, sarà molto stimato. L’autoindulgenza
dell’E7 fa in modo che gli altri adottino un atteggiamento più compren-
sivo verso i suoi errori, perché è dificile attaccare a fondo chi vive nella
supericialità.

RIPERCUSSIONI DELLA GOLA NELL’AMBITO


DELLE RELAZIONI CON I BENI MATERIALI

Nell’ambito delle relazioni con i beni materiali, sono stati presi in consi-
derazione due elementi di interesse che vengono analizzati come sotto-
ambiti: a) il denaro e la proprietà, e b) la natura e l’ecologia. Osservare le
ripercussioni che la gola ha in questi campi non è un compito facile: per
il suo studio è stato predisposto un numero minore di unità concettuali,
non per questo meno signiicanti.

Denaro e proprietà

Nei confronti del denaro e della proprietà, l’E7 assume posizioni di-
verse in base al suo sottotipo. Il sessuale è idealistico e più distaccato: dà
maggior valore alla solidarietà rispetto al denaro. Il sociale dà importanza
al denaro perché gli procura sicurezza, benché in determinati momenti agi-
sca con scarso controllo. Il conservativo è materialista, ma non ha il con-
trollo sulla spesa. Nonostante tutto, pensa in modo ottimista che il denaro
non mancherà mai né per sé né per la sua famiglia. Rimane sempre valida,
in caso di dificoltà, la risorsa delle trappole per guadagnare denaro facile.

♦ Ho sempre difeso la solidarietà, sono stato disposto a guadagnare meno denaro


pur di andare incontro alle persone o alle imprese con idee più nobili.
♦ Non mi considero attaccato al denaro: quando i soldi iniscono allora attivo risorse
inesplorate, ma questo era valido più prima, adesso cerco di essere più attento.
● Do molta importanza al denaro, mi dà sicurezza, ino a che arriva il giorno in cui
lo spendo tutto in un attimo.
252 Enneagramma delle passioni

● Ho la tendenza a utilizzare il denaro con parsimonia e a risparmiare con l’idea di


realizzare il mio progetto futuro.
■ Col denaro ho sempre la sensazione che non vi sia problema e che possa otte-
nerne sempre di più.
■ ll denaro per me è stato molto importante, non tanto per me, ma per dare il me-
glio ai miei igli e alle persone che amo.

L’immagine classica dell’avaro esprime il piacere dell’accumulare il


denaro. Il goloso, invece, è consapevole del piacere che può ottenere
spendendolo e perino sperperandolo. Il risparmio, quando c’è, ha come
obiettivo quello di ottenere un piacere futuro. L’aspetto della sicurezza è
meno importante, perché la visione ottimista gli fa pensare che non gli
mancherà mai.

♦ Nel lavoro non mi è mai importato stare con chi mi pagava di meno, se le con-
dizioni permettevano un trattamento più rispettoso coi clienti.
♦ Quando mi sono trasferito da Eboli a Bologna non avevo soldi, mi sono messo a
fare il cameriere e non ho avuto problemi a farmi aiutare un po’ dai miei genitori
cercando di rendermi, ancora una volta, al più presto indipendente.
● Avevo un po’ di denaro alcuni giorni fa, un’entrata grazie ad alcune terre eredita-
te, e ieri sono andato a comprare un elettrodomestico e alla ine ne ho comprati
tre, e tra i più cari, e ho speso tutto.
● Ritengo che il denaro speso in viaggi, corsi di formazione, libri, sia ben speso.
■ Riguardo al denaro non c’è questionario esauriente abbastanza afinché possa
spiegare tutto; in un’epoca della mia vita ho chiesto prestiti in 3 banche con-
temporaneamente per continuare a coprire i debiti dei miei progetti personali.
■ Con tali soldi ho fatto viaggiare i miei igli e ho ampliato casa.

Natura ed ecologia

L’ecologia come concetto possiede, specialmente per il sottotipo


sessuale, una grande attrattiva e stimola l’idealismo di un mondo senza
inquinamento. Ma il rispetto verso la natura esige un cambiamento nelle
abitudini, una rinuncia al superluo e un comportamento coerente. Il
fascino ecologico, per i sottotipi sociale e conservativo, rimane lì, senza
tradursi in comportamenti conformi alle sue idee.

♦ E l’ecologia ed il rispetto per la natura sono stati e sono la mia massima priorità
E7_L´enneagramma della gola 253

e desiderio.
● L’idea dell’ecologia mi sembra affascinante, ma non faccio niente per parteciparvi
attivamente.
● Non sento di avere un grande attaccamento per le cose.
■ Sul fronte dell’ecologia non ne ho avuta molta coscienza, sono stato proprio un
inquinatore.

L’idealismo del sottotipo sessuale si traduce in comportamenti, ma


deve possedere una gran convinzione verso i valori ecologici. La gola in
se stessa è una passione predatrice: l’espressione τmangiare con gli oc-
chi”, tanto legata alla gola, indica che il desiderio e l’appetito prevalgono
sulla necessità.

♦ Riciclo tutti gli oggetti che arrivano ino a me, cerco di proteggere qualsiasi
forma di vita, compro solo prodotti biologici che garantiscono un trattamento
etico verso gli animali e l’ambiente.
♦ Odio l’ignoranza che porta le persone a utilizzare prodotti come cappotti
di pelle e pellicce.
■ Da piccolo amavo incendiare i prati e poi scappavo via.

Globale: denaro e proprietà/natura ed ecologia

La mancanza di controllo nel consumo, sostenuto dalla gola, con-


trobilancia la visione ottimistica relativa al denaro e al mondo. Niente
può essere tanto negativo come lo dipingono gli ecologisti che pronosti-
cano catastroi, se non si rispetta la natura.

RIPERCUSSIONI DELLA GOLA NELLA RELAZIONE


CON DIO, CON IL DIVINO, IL TRASCENDENTE

Quest’ultimo ambito ha la sua particolarità. Ogni persona intervistata ha


potuto prendere una posizione personale davanti a Dio, al divino, al tra-
scendente. Le osservazioni non si focalizzano su una religione speciica
o su una determinata confessione.
254 Enneagramma delle passioni

a) La ricerca religiosa viene condotta percorrendo una moltepli-


cità di cammini spirituali, poiché la dispersione è caratteristica dell’E7
che subisce una forte inluenza dall’attrazione del mistero.

● Ho studiato ilosoia, faccio parte da anni di un ordine esoterico, ho letto quasi


un centinaio di libri di astrologia, libri di cabala, di Buddismo, sui tarocchi... voglio
credere e in alcuni istanti ci riesco.
● Comincio però a sentire verso Dio una certa attrazione che non riuscirei a de-
inire ulteriormente.

b) Il vissuto spirituale incorpora il problema della relazione con


l’autorità con dogmi, istituzioni e gerarchie e anche la modalità narcisi-
stica di porsi di fronte all’esistenza.

♦ Sento che la spiritualità si trova in ogni cosa, ma mai in dogmi, istituzioni e


gerarchie.
♦ Ma è stato sempre un sentimento mio, personale e non trasferibile.

c) Il credere in Dio, nell’ottica dell’E7, si nutre formalmente con


elementi della sua tipologia, quali l’eccesso e l’intensità.

■ Bene, io credo nel divino, credo in Dio e credo che stia qui, mi protegga e mi
colleghi con l’energia cosmica. Questo, visto da un punto di vista molto generale.
■ Inoltre mi considero cristiano, il che non vuole dire paolino.
■ Vorrei amare Dio con lo stesso esplosivo amore con cui Lui mi ama.
■ Credo con tutto me stesso in Gesù Cristo Suo iglio.

La posizione del goloso nei confronti di Dio oscilla tra due poli: il
riiuto, basato sulla disubbidienza verso ogni forma di autorità, e la fu-
sione con lui. Alcune espressioni raccolte nel riquadro inferiore hanno
risvolti di misticismo. Ma la garanzia di una fede consolidata implica il
superamento del dolore e della sofferenza. La igura di Giobbe è partico-
larmente signiicativa per l’E7. Sta a sottolineare che dietro la ricerca del
piacere si nasconde il desiderio del divino. Come in Egitto, l’esistenza di
molti idoli indica che non si è ancora trovato il vero Dio.

♦ Non mi è mai piaciuto che vi siano persone che dicano ad altre come devono
vivere la propria dimensione spirituale, che può nascere solo nella libertà, nel
E7_L´enneagramma della gola 255

rispetto e nella spontaneità.


● Per smettere di credere a volte basta sentire una piccola sofferenza, mia o degli
altri.
■ E la verità è che ci sono volte nelle quali non può salvarmi nessuno.
■ Nel piacere cercavo inconsapevolmente Lui.
■ Ho una fame incontenibile di Lui.
■ La mia gola anela a Lui, anche un’insana passione è redenta se rivolta a Lui.

L’itinerario religioso parte da esperienze magiche che si aprono a


una grandezza superiore. Ma non vi è accesso al paradiso senza essere
passati, come Dante Alighieri, per l’inferno e il purgatorio. La tentazione
della gola è aderire a Dio cancellando le ombre. In questo modo sor-
gono quasi esclusivamente forme di spiritualità basate sul τgodimento
dall’anima”. Il mistero pasquale, per esempio, contempla una realtà fatta
di luci e ombre.

♦ Ricordo quando con mio nonno, che era custode del cimitero, andavo in quel luo-
go per me magico; adesso che ci ritorno sento la forza della vita che si oppone
alla morte e in questo sento la grandezza di Dio.
■ Per il mio bene mi ha colpito incessantemente nel mio tallone d’Achille, la famiglia.
■ Mia moglie se n’è andata di casa per ben 4 volte. Per me è stato un lungo e
insostenibile dolore, ho urlato nei boschi, ho pensato che il dolore mi avrebbe
ucciso, spesso ho sentito il dolore come Giobbe, ma ora posso sostenere che Lui
mi stava vicino e soffriva con me.

San Giovanni della Croce (1955) traccia un ritratto preciso della gola
spirituale in cui si cerca il gusto nello spirito, si pospone la sottomissione
e l’obbedienza alla penitenza corporale, si insiste con i maestri spirituali
afinché concedano ciò che si vuole, ci si abbandona alla devozione
sensibile. La cura passa attraverso le tentazioni, le dificoltà ed altro
ancora (cap. 6). Anche la gola ha connessioni con la vanità, come si può
vedere nel quadro seguente.

● Un altro fatto; le mie conoscenze di astrologia mi hanno permesso di approfon-


dire come studioso qualcosa che mi appassionava ed essere il re della festa, di
polarizzare l’attenzione specialmente delle belle donne.
♦ È qualcosa di personale e ogni persona ha diritto che nessuno possa tentare di
interferire nel suo modo di viverlo.
LUSSURIA
E8 L'ENNEAGRAMMA
DELLA LUSSURIA

9
8 1

7 2

6 3

5 4

CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
‹‹

‹‹

Armatura intesa come difesa e protezione


Oscuramento
Occultamento della ferita affettiva non cicatrizzata
dell´essere

Insensibilità che rende invisibili gli altri


Riduzione
Negazione di colpa e senso di colpa
del livello di
Desensibilizzazione come parziale perdita di consapevolezza
consapevolezza
Dificoltà varie nell’essere consapevole

Intensità ed eccesso per giungere alla soglia di percezione


Alterazioni del
Durezza, violenza e aggressività tipiche della legge della giungla
comportamento,
Codici propri e disprezzo dei capi e delle regole esterne
per mezzo di
Potere come manipolazione, controllo, dominio e sfruttamento
alcune strategie
Clan inteso come senso di possesso, appartenenza e protezione
operative
Appagamento dei desideri vissuto come un imperativo
Vulnerabilità soffocata dalla forza

‹‹
Ripercussioni della lussuria nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E8_L´enneagramma della lussuria 259

1. OSCURAMENTO DELL’ ESSERE

Il ilm di Fernando Meirelles (2002) La città di Dio, una favela di Rio de


Janeiro, mostra attraverso gli occhi di un bambino, Buscapé, e della sua
macchina fotograica, un mondo squallido di una violenza estrema. L’i-
deale di vita di questa enclave si riassume nelle parole di un personaggio:
ιVoglio ammazzare, rubare ed essere rispettatoκ. Dietro le apparenze di
una violenza gratuita e meschina è latente la pretesa della propria difesa.
Non si gioca al limite del regolamento perché esso neanche esiste. La lus-
suria dell’E8 è intensità ed eccesso. La rivoltella, simbolo fallico del potere
e della brutalità, si trasforma in minaccia e preclude ogni possibile spiraglio
alla tenerezza di fondo. Solo il contatto con essa, apre la strada verso il
recupero.

1.1 Armatura intesa come difesa e protezione

L’armatura, come sottolinea il romanzo breve Il cavaliere nell’armatura


arrugginita di Fisher (1996) possiede un carattere difensivo e rende in-
sensibili ai colpi che si ricevono. I lussuriosi fanno proprio il detto: ιLa
miglior difesa è l’attaccoκ. Per questo, iniziativa e anticipazione sono de-
terminanti: per evitare la propria sofferenza che comporta l’uso della
violenza, bisogna smussare la sensibilità. Una vigilanza attenta permette
di neutralizzare la sorpresa e garantire il controllo.

● Attaccare per primi, per evitare di essere attaccati.


● Soprattutto attenti a cosa succede alle spalle.

Sopravvivere con questi parametri di confronto e di lotta esige du-


rezza. Instaurare un dialogo con i sentimenti potrebbe indebolire l’e-
nergia necessaria per il combattimento. Si taccia di smidollato qualsiasi
atteggiamento che denoti sensibilità. Bisogna essere una persona dura in
tutti gli ambiti: emozionale, isico, spirituale. L’E8 non si lascia colpire
da niente. L’armatura del suo carattere contribuisce al raggiungimento
dell’obiettivo.
260 Enneagramma delle passioni

● Durezza emozionale e isica.


■ Dal punto di vista esteriore, per come si presenta al mondo, duro e come se niente
lo potesse colpire.
■ Ma l’indurimento più profondo riguarda le necessità spirituali.

La negazione del proprio dolore comporta l’incapacità di percepi-


re quello degli altri: si raggiunge l’insensibilità che rende impossibile la
compassione. Si rifugge dalla debolezza, non si tollera l’ignoranza e si
punisce in modo implacabile il tradimento. Le persone che gravitano
nella sfera dell’E8, godono di protezione. Il resto non conta. L’armatura
attenua i colpi che si ricevono e, allo stesso tempo, ostacola il contatto
affettuoso con gli altri.

● Aiutare la gente e provare compassione non si addice a una personalità dura: i


deboli mi provocano rabbia.
■ L’E8, diceva Claudio, è come un leone, animale predatore e insensibile. Non può
provare compassione.
● Protettivo ino all’eccesso con chi ama, è altrettanto spietato e implacabile con
chi lo ha ignorato e tradito.

1.2 Occultamento della ferita affettiva non cicatrizzata

La forza dei sistemi difensivi dell’E8 viene giustiicata come protezione


di realtà profonde e preziose la cui caratteristica comune è la loro vulne-
rabilità, custodita come un τsegreto” personale. Appartengono a questo
ambito l’amore, la tenerezza, la fragilità, la necessità di appoggio, la com-
passione. La benda nasconde la ferita, ma solo la cicatrice è il segno della
sua guarigione.

■ Sentire la fragilità è un’enorme dificoltà.


■ Nell’amore: l’incapacità di mostrare la tenerezza, la fragilità, la necessità di
sostegno e di protezione, in generale la necessità dell’altro.
● Non riconosce la sua vulnerabilità, se non dopo anni di lavoro su dì sé.
■ Tutto questo lo custodiamo come un “segreto” personale.
■ Questa parte tenera la viviamo come se fosse la morte, ci sentiamo vulnerabili,
fragili, come sul punto di disgregarci e ce ne vergogniamo.
E8_L´enneagramma della lussuria 261

Durezza e tenerezza sono due poli che si alimentano reciprocamente.


Il disprezzo per la tenerezza e l’amore mostrano un ingrediente basilare
della lussuria: il sesso come sfruttamento dell’altro. Non vi è simmetria.
Il bisogno d’amore viene vissuto come debolezza, da cui fuggire per non
essere facilmente feriti.

■ L’amore è un capriccio, un abito che mettiamo al compagno; quanto siamo deboli


se abbiamo un compagno, se ne abbiamo bisogno…
■ E questo è contemporaneamente quello che desideriamo vivere; potere esprimere
e sviluppare la parte tenera, fragile, bisognosa. Che ci accolgano, ci aiutino, insomma
il poterci appoggiare a qualcuno.
■ Vi è l’incapacità di innamorarci; in fondo non crediamo che esista l’amore.
■ Io me li permisi solamente con mia iglia; con lei avevo una relazione tanto diversa
che gli amici o i familiari me lo facevano notare frequentemente; quando qualcuno
faceva questa osservazione, mi sentivo attaccata, e rispondevo con aggressività. È il
non sopportare che si veda la parte tenera.

L’intimità è una zona minata dalla quale bisogna allontanarsi. La


distanza garantisce la difesa e permette di mantenere sotto controllo la
tenerezza, la gratitudine e l’amore. Perino la maternità viene vissuta con
distacco. Esprimere i sentimenti comporta correre troppi rischi. L’impli-
cazione emozionale disattiva le difese e sostiene la vulnerabilità.

■ “Compenso” quello che non mi do con cose materiali, che mi permettono di


mantenere il mio cuore alla distanza suficiente per non essere vicina, intima
con l’altra persona.
● La durezza fa in modo che, a volte, io non esprima le emozioni che bisognerebbe
esprimere, come la tenerezza, la gratitudine e l’amore.
■ Quando nacque mia iglia e la guardai nella sua culla, quello che provai fu che
lei non aveva niente a che vedere con me: che era qualcuno di estraneo a me
e sconosciuto. Fu forte l’impressione di avere il bambino dentro la pancia e, un
momento dopo, sentire che non era per niente mio.

2. RIDUZIONE DEL LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA

L’inconsapevolezza, intesa come meccanicità, conduce a una distorsione


cognitiva ed è terreno fertile afinché la passione dominante ostacoli il
262 Enneagramma delle passioni

poter vedere lucidamente: l’essere resta offuscato e il vuoto che si gene-


ra lotta per riempirsi di surrogati. I meccanismi di difesa concorrono al
mantenimento dell’inconsapevolezza. Si ricercano soluzioni false o ap-
parenti per confermare le proprie capacità o per soddisfare le necessità
profonde. Di seguito verranno utilizzate quattro sottocategorie per indi-
care le diverse strategie utilizzate dall’E8 per bloccare la consapevolezza
di sé o attenuarne la percezione.

2.1 Insensibilità che rende invisibili gli altri

Essere duro ha come obiettivi forza e resistenza, ma anche violenza e


insensibilità. Le sue conseguenze sono evidenti: l’incapacità nell’elabo-
rare le proprie necessità anche corporee che sono sempre al limite, l’an-
nullamento dell’altro che viene cancellato dalla propria vita e il senso di
solitudine. L’insensibilità diminuisce la consapevolezza.

● La desensibilizzazione mi porta, dopo, a veri e propri crolli isici.


■ Dietro non rimane niente, né risentimento, né rancore, nemmeno un pensiero verso
l’altro.
● E mi riconfermo nella mia situazione di solitudine.

La lussuria strumentalizza l’altro e lo priva della sua dignità perso-


nale. Non esiste uno sguardo sugli altri, che diventano invisibili. Si perde
così la consapevolezza dell’alterità e pertanto il concetto di sé viene di-
storto. Le necessità altrui spariscono davanti all’imperativo dalle proprie.
Si sfocia in un mondo ostile e solitario.

■ Solo una volta una compagna, oggi mia amica, me lo disse e non potei comprendere.
Non mi rendevo conto del perché non guardavo mai l’altro. Solo allora, guardando,
potei vederlo.
■ Noi pensiamo di sapere quello che conviene a noi stessi e all’altro. Come se l’altro
non esistesse. Noi vediamo prima degli altri qualsiasi cosa.
■ È il più solitario; il mondo è privo degli altri, a parte il fatto che signiica che non
vediamo l’altro e non sentiamo la necessità degli altri.
■ Il mondo senza gli altri.Vivere senza gli altri. Usarli solamente e strumentalizzarli.
E8_L´enneagramma della lussuria 263

2.2 Negazione di colpa e senso di colpa

L’E8 non conosce il senso di colpa, perché vive tutto come riparazione
di un danno subito. La sofferenza sperimentata già sin dall’infanzia, dalla
quale desidera blindarsi a ogni costo, è frutto di una qualche ingiustizia.
Perciò, qualsiasi atto è considerato come un ristabilire l’ordine, il suo, e
in questo impegno non esistono eccessi che si possano censurare. In ap-
plicazione del principio macchiavellico, non si valutano le conseguenze
del comportamento bensì il costo degli obiettivi. Neanche un’ipotetica
richiesta di perdono potrebbe servire.

♦ Il meccanismo dell’assenza di colpa servirebbe da disconnessione: faccio qualsiasi


cosa per prendere coscienza delle conseguenze dei miei atti; mi aiuta a stare più
in calma, più in pace, più felice.
■ Neppure assistendo al processo potei prendere contatto con il senso di ciò che
avevo fatto. Il processo mi sembrava una sciocchezza formale dei giudici. Mi con-
dannarono a sei mesi di prigione.
♦ Le chiedo perdono per tutto questo anche se non mi sento in colpa.

La negazione della colpa va in coppia con l’autoindulgenza. Se non


c’è legge, non c’è infrazione. Se tutto è permesso, non c’è trasgressione
possibile. Questa caratteristica viene vissuta in modo differente dall’E7
e dall’E8. Nel primo, la trappola è messa al servizio della ricerca del pia-
cere e della fuga dal dolore. Nel secondo, non vi è altro referente legale
che la propria volontà e perciò il desiderio impera.

♦ Autoindulgenza.
● L’autoindulgenza fa in modo che io mi senta bene con me stesso.

Nonostante ciò, non tutto è molto chiaro e lineare poiché il lus-


surioso utilizza sotterfugi come la giustiicazione che riafferma la sua
innocenza e copre le sue vere motivazioni. Più che pretendere di con-
vincere gli altri, la cui importanza ai suoi occhi è molto relativa, gli serve
per sentirsi bene con se stesso. Allo stesso tempo, gli ostacola il vedere
se stesso, offuscando la sua consapevolezza.
● Giustiico l’azione, rigiro la frittata, ecc.
264 Enneagramma delle passioni

● Sono un asociale che si presenta come socievole, quindi camuffando le vere motiva-
zioni più brutte razionalizzando, negando... diventa più dificile vedere la lussuria e
l’eccesso.
■ Predatore. Prendiamo o afferriamo quello di cui abbiamo bisogno dal mondo. Possibil-
mente senza che nessuno sappia. Come rubarlo.

2.3 Desensibilizzazione come parziale perdita


di consapevolezza

La durezza dell’E8 protegge dal dolore che è frutto della vulnerabilità.


Agisce da analgesico. L’esperienza dolorosa connette con la ferita esi-
stenziale, risveglia la consapevolezza della fragilità e scredita il sistema
difensivo. Così come l’E4 si crogiola nel dolore perché ciò lo mantiene
vivo e alimenta il suo sentirsi carente, l’E8 incorpora gli atteggiamenti
dei suoi enneatipi laterali e amalgama la fuga dell’E7 con l’inconsapevo-
lezza dell’E9. Il dolore è il promemoria di una tenerezza negata. L’insen-
sibilità permette di corazzarsi dal dolore altrui come dal proprio. Si può
enfatizzare come sida ma mai soccombere davanti a lui. Si considera
evitabile, per questo chi soffre è ritenuto colpevole di volerlo. Il prezzo
che si paga è molto alto. Chi chiude le porte al dolore, le chiude anche
all’amore. Inoltre, il lussurioso non teme di inliggere il dolore agli altri
attraverso la sua violenza e aggressività.

■ Si inizia con la fuga dal dolore, ma inisce che riguarda tutto.


■ Desensibilizzazione. Nei confronti del proprio dolore, non solo di quello degli altri.
● È enfatizzare anche il dolore per non starci dentro.
■ Non sopportiamo la malattia, incolpiamo il malato di essa.

Il dolore mette in contatto, in modo diretto, con la parte tenera, vul-


nerabile che la persona lussuriosa ha soffocato mediante ferrei sistemi
di difesa. Si tratta di una sofferenza arcaica, radicata nei primi momenti
dell’infanzia, dalla quale si vuole prescindere. A maggior durezza corri-
sponde maggiore angoscia. Paradossalmente, l’analgesia distrae dal pro-
blema di fondo, sia un abuso sia qualsiasi altra esperienza dolorosa. La
soluzione passa attraverso l’affrontare di petto il dolore e l’immergersi
in esso.
E8_L´enneagramma della lussuria 265

● Che quando ci mette le mani Lui, mi procura solo dolore.


● Al SAT2, Claudio mi fece vivere la visione dell’aquila. Avevo da poco ricordato un
abuso in famiglia subito all’età di 6 anni circa.
● La paura di misurarmi con il dolore che sento schiacciante, con una solitudine
totale, e una fragilità che mi terrorizza.

2.4 Dificoltà varie nell’essere consapevole

Questa sottocategoria raggruppa un’ampia serie di unità concettuali,


controllate dalla passione dominante, che hanno in comune l’obiettivo di
ostacolare la consapevolezza di sé. Le reazioni automatiche impedisco-
no di rendersi conto delle autentiche motivazioni che affondano le loro
radici nella lussuria dell’E8, alcune caratteristiche delle quali sono la sem-
pliicazione, l’assenza di sfumature e la riduzione della realtà agli estremi.
Si diminuisce così in modo vistoso il campo della consapevolezza.

♦ Discorso troppo realistico e piatto.


● Non conosce le mezze misure che gli appaiono equivoche ed evasive.
♦ Volgarizzazione della realtà.

La consapevolezza della propria piccolezza e dell’uguaglianza con


gli altri non è una conquista facile. Solo una relazione di potere superio-
re la facilita. Risulta dificile discernere tra Dio e il demonio, magari più
desiderabili per la loro potenza che per la validità morale delle loro pro-
poste, benché il miglioramento sostanziale corrisponda al riconoscere la
priorità del bene.

♦ Il modo di entrare in contatto con Dio è ricordandomi che sono piccolo come il
resto degli esseri umani, e gli chiedo perdono per averlo confuso con il demonio.

3. ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO PER MEZZO


DI ALCUNE STRATEGIE OPERATIVE

Il comportamento viene inluenzato dal grado di consapevolezza pos-


seduta da una persona, ma a sua volta lo genera. Di seguito si vedono le
266 Enneagramma delle passioni

strategie operative utilizzate dall’E8 per raggiungere i suoi scopi e i suoi


desideri. L’aumento della consapevolezza e delle virtù disattiva in misura
proporzionale i comportamenti a esse subordinati. A partire dai dati ot-
tenuti, si possono identiicare sette strategie operative.

3.1 Intensità ed eccesso per giungere


alla soglia di percezione

La lussuria non si limita all’uso illecito o all’appetito disordinato dei pia-


ceri carnali, ma mira all’intensità e all’eccesso. Le testimonianze selezio-
nate evidenziano proprio questo. La motivazione dell’intensità sta nella
durezza. Poiché la soglia d’insensibilità è molto alta, occorre un impatto
più intenso afinché si possa sentire: bisogna aumentare la dose per con-
servare almeno lo stesso effetto. Quando la pelle è molto spessa, quasi
pachidermica, le carezze risultano impercettibili. L’E8 ricerca l’intensità
perino nelle azioni più insigniicanti come bere un caffè.

♦ Il seguente meccanismo è quello dell’intensità. Per esempio: ogni tanto facevo un


percorso lungo e dificoltoso, una traversata in montagna in bicicletta, dopo uscivo
con gli amici, stavamo bene, ballavamo, gridavamo, cantavamo e inivo con l’avere
un rapporto sessuale con una ragazza in qualche angolo. Mi sentivo capace di
tutto, onnipotente, ma in un evidente stato di disconnessione.
● È un leader nato e ha sempre un forte impatto emotivo; anche il semplice gesto
dì bere un caffè diventa signiicativo e intenso.
● Per me la lussuria è l’intensità che metto anche nel più piccolo gesto, anche in
una discussione banale, nella precisione di scegliere il regalo giusto, la musica
giusta.

L’intensità reclama profondità, l’eccesso solo estensione. La lussu-


ria va oltre i limiti prestabiliti. Non vi è regola che la contenga. L’E8 sta
nell’eccesso e nei suoi svariati aspetti: desideri, cibo, attività sessuale, vo-
lume della musica, velocità automobilistica, acquisti, relazioni personali,
regolamenti di conti... Per un altro enneatipo, il comportamento lussu-
rioso risulta esagerato e smisurato. L’eccesso pretende di superare i livelli
di insensibilità e durezza. Si parte dell’idea che la qualità sia raggiungibile
attraverso la quantità: da lì deriva l’esuberanza.
E8_L´enneagramma della lussuria 267

● Senza limiti nelle relazioni, nei desideri, ecc...


● Se trovo un maglione che mi piace, ne compro tre.
● La persona che diceva di amarmi, che diceva che ero la persona più straordinaria
che avesse conosciuto, mi ha - alla ine - accusato di essere così “troppo” in termini
di energia, da avere la capacità di scatenarle sensazioni erotiche ed emotive fortis-
sime anche a 300 Km di distanza.

Malgrado quanto detto, non bisogna dimenticare che la lussuria ha


anche una forte componente sessuale. I sentimenti come la tenerezza
giocano un ruolo secondaria o non si contemplano. Il giovane William
del romanzo di Ken Follet (2001) I pilastri della terra è un chiaro esempio
di un sesso possessivo, perino sadico.

♦ Andare a prostitute perché mi annoio.


● Eccessiva attività sessuale.

3.2 Durezza, violenza e aggressività tipiche


della legge della giungla

Nella giungla vige la legge del più forte che la persona lussuriosa fa sua.
La lotta esige durezza, violenza e aggressività. La fuga dalla debolezza
facilita l’esaltazione della forza. Non vi è spazio per la vulnerabilità. Si
perde consapevolezza della tenerezza e dell’impatto che il suo compor-
tamento genera negli altri. Vengono adottati comportamenti duri che gli
altri patiscono e temono. Gli E8 sono vigorosi e non lesinano le dimo-
strazioni del loro potere. La loro insensibilità è manifesta e impedisce
loro di rendersi conto del dolore e dell’esistenza degli altri. Sono duri
con gli altri perché lo sono con se stessi.

● Disprezzo gli altri senza rendermi conto che sono i miei fratelli.
● Sono cieco d’ira, di prepotenza, di orgoglio...
● Non si rende conto di quanto il suo impatto emotivo possa "spaventare" gli altri.
■ Nell’ambito lavorativo: mi resi conto di quello che succedeva quando vidi che a
una contabile che lavorava con me tremavano le mani, solamente perché stava
parlandomi in uficio. Non c’era una situazione conlittuale, stavamo solamente
commentando i conti del mese.
268 Enneagramma delle passioni

La durezza va oltre e si trasforma in violenza. La lotta e il combattimento


permettono di vincere il nemico. Nel caso che non esistesse, bisognerebbe
inventarlo perché in questo modo si alimenta la voglia di lite. Il carattere
lussurioso ha bisogno della rissa e dell’odore del sangue. L’avversario
esterno distrae frequentemente dalle lotte interne. Le ferite che causa
agli altri lo sottraggono all’osservazione delle proprie. La migliore difesa
è l’attacco. Si violano i diritti degli altri senza alcun rimorso.

■ Non riuscendo a vedere il bisogno dell’altro, normalmente lo aiutiamo prima che


lui stesso ce lo chieda; direi nonostante lui stesso. In questa forma di aiuto sta la
trappola, perché poi li attacchiamo come persone inutili.
● Mi manca la lotta, che mi rassicurava, un nemico contro cui scagliarmi, e quasi il
sapore del sangue.
● La rabbia funziona per me da carburante.

L’aggressività si traduce in maltrattamento isico e verbale. Bisogna


che sia chiaro chi detiene il potere. Il confronto reclama restituzione dei
colpi ricevuti, senza proporzione e a dismisura. La vendetta viene conce-
pita come il modo di lasciare le cose al loro posto e deve essere crudele
per non lasciare dubbi. Nella mentalità dell’E8 non esiste nutrimento
senza caccia: essere aggressivo gli permette di sopravvivere.
♦ Maltrattamento isico e verbale.
■ L’aspetto generale di questo carattere è che tu mi dai un colpo; e io te lo restituisco,
e se posso, e posso, te lo do triplicato.
● Per ‘‘nutrirmi’’ devo andare a caccia.

3.3 Codici propri e disprezzo dei capi e delle regole esterne

I criteri per la diagnosi del disturbo asociale della personalità (DSM-IV


1995) coincidono con le caratteristiche dell’E8. Il ιfallimento nell’adat-
tarsi alle norme sociali in quello che riguarda il comportamento legaleκ
si accorda con la necessità dell’E8 di comportarsi in base a un proprio
codice personale. Pertanto, non vi sono legalità né autorità alle quali
debba sottomettersi. Perino con Dio esiste una lotta.

■ Seguo un codice personale.


E8_L´enneagramma della lussuria 269

♦ Impossibilità di rispettare il dovere e l’autorità.


● Nel mondo dell’impresa ho affrontato i capi per ottenere migliori condizioni per
me e i miei compagni, inché decisi di essere il capo di me stesso.
● Spesso interagisco con Dio da pari a pari, e spesso lo tratto come un nemico che
invade la mia vita, e non tollero che sia più forte di me.

Il modello generale di disprezzo e violazione dei diritti degli altri,


tipico del disturbo asociale, trova eco in una lussuria che non è soggetta
a norme e non si preoccupa per la sicurezza. Il beneicio personale o il
piacere sono motivazioni suficienti per adottare perino comportamenti
criminali. Il presente è l’unica cosa che importa. Valutare le ipotetiche
conseguenze degli atti signiicherebbe anticipare il futuro.
● Inoltre sono un asociale contro le istituzioni, più che contro le individualità.
● Non riciclo la spazzatura perché quello lo deve fare il governo. Io non devo avere
quattro secchi di spazzatura in casa o camminare un chilometro per buttare la
plastica; la responsabilità è sua.
■ Non percepire la misura del rischio rispetto alla norma della società, è come non
capirne il senso. Considero la norma come mero formalismo senza molto valore.

Non si è soggetti a una scala eteronoma di valori. Il riferimento


sono i propri desideri e le proprie aspirazioni, che costituiscono il moti-
vo di validità delle azioni. La modalità importa poco. L’intenzione attri-
buisce legittimità. Non è strano che l’E8 abbia frequentemente problemi
con la legge perché rubare o falsiicare documenti sono fatti criminali. Il
cambiamento non è prevedibile perché non esiste alcun rimorso.
■ La scala di valori della legittimità dei desideri o delle aspirazioni, non è quella che
ti dicono i tuoi genitori o la società, è quella nella quale credo io.
■ Tutto quello di cui io o mia iglia abbiamo bisogno, esco nel mondo e lo prendo;
non è importante il come lo faccia, perché per me l’intenzione è lecita.
■ Rubare, ingannare, falsiicare documenti, ignorare la legalità uficiale; farmi gui-
dare dalla mia legalità.

3.4 Potere come manipolazione, controllo,


dominio e sfruttamento

L’esercizio del potere si esprime attraverso modalità multiple, basate sulla


270 Enneagramma delle passioni

convinzione di godere dei diritti di conquista. Davanti a una persona lussu-


riosa, esiste solamente la sottomissione o il confronto duro. Manipolazio-
ne, controllo, dominio e sfruttamento sono le sue risorse per mantenere la
supremazia. Strumentalizza gli altri per la ricerca degli interessi personali.
♦ La mia compagna ha bisogno di me, è mia, posso ottenere da lei quello che voglio.
■ Strumentalizzazione delle persone per ottenere quello che voglio senza espormi a
chiederlo o manifestare la mia necessità: così inganno la persona afinché non si
accorga che ciò che sto facendo è prendere qualcosa di cui ho bisogno.
■ Non tenere in considerazione gli altri, se non per usarli, strumentalizzarli.
● Se mi piace una persona la travolgo con la mia energia erotica, affettiva, o intellet-
tuale che sia.

Il potere controlla e domina. Le relazioni non sono ingenue e si


costruiscono sull’asimmetria superiore-inferiore, dominatore-domina-
to... Ogni realtà umana è suscettibile di conquista, incluso l’amore. L’E8
comprende alla perfezione che il sesso è potere e contemporaneamente
mezzo di sottomissione. Per lui costituisce un eccellente terreno di gioco
nel quale assume sempre l’iniziativa.
♦ Necessità di conquista amorosa da una parte e sessuale dall’altra.
● Ciò in cui m’identiico maggiormente è il controllo e la posizione di potere.
● La forte carica erotica, che uso, ora lo so, è una forma di potere e sottomissione
dell’altro.

La persona lussuriosa esercita un potere onnicomprensivo. Non


si blocca davanti ai limiti e arriva perino allo sfruttamento degli altri.
L’unico obiettivo è il proprio proitto. Non vi sono rispetto per gli altri
né considerazione umana. Ciò che conta è il risultato, benché si abbia
bisogno di prevalere. Gli uomini, o le donne, si trasformano da questa
prospettiva in oggetti da τusare e gettare via”. Neanche il partner sfugge
a questo trattamento implacabile.

♦ Sfrutto la mia compagna, la spremo e vivo alle sue spalle, esigo da lei mentre io
smetto di lavorare; il mio lavoro consiste nell’ottenere che lei lavori per me.
● Dominatore nell’amore, nell’amicizia e nel lavoro.
■ Promiscuità sessuale. Non conoscere l’amore.Tutto è sesso.Trattare gli uomini come
oggetti da “usare e buttare via”.
E8_L´enneagramma della lussuria 271

3.5 Clan inteso come senso di possesso,


appartenenza e protezione

Il Padrino, romanzo di Mario Puzo portato sullo schermo da Francis


Ford Coppola (1972) rappresenta magistralmente l’idea di clan, in que-
sto caso la famiglia Corleone. Lo sfondo è la maia, Cosa Nostra, benché
non venga menzionata in maniera esplicita nel ilm. Protezione dei suoi
familiari, amicizia a qualsiasi costo e vendetta spietata verso i traditori
sono caratteristiche comuni nell’E8.

● L’amicizia al di sopra di tutto.


● Protettivo ino all’eccesso con chi ama, è altrettanto spietato e implacabile con chi
lo ha ignorato e tradito.
● Nei rapporti con gli amici o con i componenti del mio "clan" non tollero torti o
tradimenti.

Il vincolo è sacro. Nel contesto della famiglia, i legami sono più


forti. Essere delinquente non rappresenta un ostacolo al suggellare l’ap-
partenenza al gruppo, purché venga fatto fuori, all’esterno, e in accordo
con gli imperativi del gruppo stesso. Le leggi che vigono dentro il clan
non concordano con quelle che governano la società. Tutto è lecito per
proteggere quelli che fanno parte della famiglia.

■ Tutto è lecito per ottenere la sua parte per se stesso e per i suoi.
■ I suoi si riducono al suo circolo familiare. Nel mio caso a mia iglia.
● Mi riconosco nel bisogno del clan e nel proteggere coloro che amo.

La lotta per il territorio rilette uno degli istinti primari della persona.
Per l’E8, il rifugio familiare, la tana, sono temi intoccabili che bisogna di-
fendere a qualsiasi costo. Il potere ricerca sicurezza e una casa dove poter
sempre tornare. Il clan nega le dinamiche della giungla che il lussurioso
utilizza in altri ambiti della vita.

■ Dare molta importanza alla “tana” familiare; assicurare il benessere dei miei.
■ L’aspetto conservativo si manifesta molto nel cercare la sicurezza e il benessere
materiale personale e della famiglia.
272 Enneagramma delle passioni

■ È creare una separazione tra il mondo e il focolare domestico.


Idea folle: facciamo una tana per i nostri familiari in modo che nessuno si azzardi
a suonare alla nostra porta.
■ E il senso di appartenenza tanto forte, mi ha procurato anche uno strumento
molto prezioso; posso sentire dove e chi è lei; e dove e chi sono io. Questo accade
da quando lei è nata.

3.6 Appagamento dei desideri vissuto come un imperativo

Come afferma Naranjo (1994), ιnella lussuria non solo vi è piacere, ma


anche piacere nel riaffermare la soddisfazione degli impulsi, piacere per
il proibito e, in modo particolare, il piacere di lottare per il piacere stessoκ
(p. 150). Tutti questi ingredienti si ritrovano nell’E8. Qualsiasi desiderio
è lecito e deve essere soddisfatto in maniera immediata. Non vi sono
né procrastinazione né futuro, solo il presente. Non vi è contenimento,
bensì piacere ino all’esaurimento.

■ Per me l’espressione di questa lussuria è che tutti i desideri sono leciti.


■ L’immediatezza: lo voglio ora e ora lo ottengo.
● Amo la musica, la divoro, nel senso che ascolto lo stesso brano ino allo sinimento,
per poi, quando si è esaurito il bisogno, lasciarlo lì per mesi e mesi.

La soddisfazione sessuale non è un capitolo minore. Si ricerca nella


coppia e al di fuori di essa. Dato che una sola persona non può soddi-
sfare tutti gli appetiti e gli eccessi della lussuria, l’infedeltà, la promiscuità
o le relazioni multiple rientrano quindi nelle progettualità dell’E8. La
relazione deve essere concreta e per questo la preponderanza del sesso
è indiscutibile.
♦ Avere un compagno e un amante, possibilmente in un altro paese.
● Infedeltà sessuale.
● Bisogno di contatto isico e sessuale per rendere reale e tangibile l’intensità.

Qualsiasi impulso o desiderio ha bisogno di essere soddisfatto sen-


za procrastinare. L’energia istintiva prende il comando. Non c’è limite.
Ci sta tutto: furti, truffe, abbandono del lavoro, feste, scappatelle... Tutte
queste attività, perino quelle criminali, risultano piacevoli. Giocare al
E8_L´enneagramma della lussuria 273

limite risulta molto gratiicante per chi cavalca senza sella il destriero
degli impulsi.
♦ Uscire da una festa, e inire con l’aggredire una persona e dopo provandoci con
ragazze sconosciute.
♦ Rubare.
■ Primitivo. L’istinto contraddistingue i principi per i quali ci muoviamo.

3.7 Vulnerabilità soffocata dalla forza

La durezza è il risultato di una ferita. Simón e Garfunkel (1966) lo rilet-


tono così nella canzone I’m a rock, contenuta nell’album The sound of si-
lence. La solitudine (I am an island/Io sono un’isola), la durezza, (I am a rock/
Io sono una roccia) e l’invulnerabilità (Don’t talk of love/Non parlare d’amore)
sono reazioni a una frustrazione amorosa (If I never loved I never would have
cried/se io non avessi mai amato non avrei mai pianto) che mostra il modello
di comportamento (and a rock feels non pain; and an island never cries/E una
roccia non prova dolore e un’isola non piange mai). Esiste terrore nei confronti
della tenerezza: potrebbero aprirsi nuove ferite.
● Non mi permetto di rimanere nella tristezza o nella depressione. Ne esco rapida-
mente, in pochi minuti.
■ Quando arriva una rottura con la mia compagna, prima che si veriichi, ho disim-
pegnato già il cuore, smetto di amarla; in modo che quando accade la crisi, è come
se io già non ci fossi più. E quello che sento è il sollievo che la storia inisca.
● Il piacere della caccia è cosi profondo che probabilmente metto in moto mecca-
nismi di allontanamento verso le manifestazioni spontanee e gratuite dell’amore.

Le relazioni del lussurioso si deteriorano a causa della negazione


della sua sensibilità. Nella sua mentalità, la necessità è un sintomo delle
persone deboli. La cancella dal suo vocabolario. Rifugge da qualsiasi di-
pendenza, cadendo così nel pozzo delle sue stesse contraddizioni. L’ab-
bandonarsi, anche nell’atto sessuale, gli è impossibile. La paura genera
fantasia di assenza.
■ Se ho bisogno di lui muoio; permettermi di avere bisogno mi fa sentire impotente,
274 Enneagramma delle passioni

in uno stato di non-me. Frantuma il concetto di autosostentamento e autonomia.


■ Non coniughiamo il verbo “aver bisogno” in relazione a nessuno.
■ Nelle relazioni sessuali, un meccanismo per non sentire la dipendenza dell’altro
è chiudere gli occhi e immaginare di essere con chiunque, tranne che con lui. Così
quando li apro è come se niente fosse successo con quella persona. Mi estraneo
realmente da lui.

La tenerezza è rinchiusa in una cassaforte ad apertura ritardata. La


vulnerabilità è svalutata a causa degli imperativi di alcuni concetti che si
annidano nella mente dell’E8 e che generano vergogna nel mostrare se-
gni di amore. Inoltre forte senso di disprezzo verso i deboli, esaltazione
del sesso quale modalità di resistere agli affetti, solitudine prescindendo
dall’aiuto altrui...
■ C’è un sentimento di disprezzo verso i deboli, i dipendenti, gli incapaci, ecc.
■ Non esibire l’amore, perino passeggiare con la compagna viene fatto mante-
nendo le distanze: non camminiamo per mano, niente di tutto ciò afinché non si
veda che ci amiamo. Mostrare questo ci fa vergognare.
■ L’amore è per i deboli, l’importante è il sesso.
● Non avevo bisogno d’aiuto perché tanto non c’era nessuno a potermelo dare, e
chi lo avesse fatto, sicuramente aveva un tornaconto e uno scopo nascosto.
E8_L´enneagramma della lussuria 275

RIPERCUSSIONI DELLA LUSSURIA


NELL’AMBITO DELLE RELAZIONI

La passione della lussuria

La passione dell’E8 prende il nome di lussuria. A essa si aggiungono


la possessività e la vendetta come aspetti parziali della stessa. La radice
della lussuria ha una forma poliedrica: potere, soddisfazione e durezza, che
occultano e reprimono la tenerezza e la vulnerabilità dell’E8.
La lussuria racchiude anche una sfumatura di resa dei conti. Non avere
avuto in un’epoca passata il necessario o avere patito qualche offesa, autoriz-
zano l’E8 a farsi giustizia da solo, secondo i canoni del suo codice personale.

■ Nel mio interno c’è un bambino al quale non diedero abbastanza e ora, da adulto,
si sente in diritto di prendere la sua parte.
■ Nessuno mi deve mettere da parte; lo dice una che è stata abbandonata.

Se la sconitta è stata frutto della debolezza, la vittoria sarà assicurata


dal potere, esercitato senza alcuna considerazione né rispetto per gli altri.
Quello che importa è il tornaconto personale e la propria soddisfazione,
benché il prezzo da pagare sia la sofferenza altrui. La cosa è fattibile per-
ché non esiste senso di colpa.

● Rafforzamento nel potere e nella leadership.


● Lussuria è potere, è auto-rassicurazione della mia invincibilità, lussuria è non fer-
marsi mai, non “stare”.

Ogni sottotipo vive a suo modo la passione della lussuria. Il sessua-


le, come senso di possesso e conquista amorosa e sessuale. Il sociale,
come complicità sostenuta dalla forza dei legami. Il conservativo, come
soddisfazione degli impulsi e desideri, benché mascherati con astuzia.

♦ Sottotipo sessuale: lussuria (sesso, desiderio).


● Sottotipo sociale: ricerca di relazioni con vincoli molto forti.
■ Sottotipo conservativo: tutto quello che mi procuri piacere, benessere, comodità, mi
spetta e lo prendo dal mondo.
276 Enneagramma delle passioni

Le idee isse, chiamate colloquialmente idee folli, sono distorsioni cogni-


tive che alimentano e giustiicano la passione dominante, che risiede nel
centro emozionale. L’E8 non ha limiti nell’azione e agisce senza scrupo-
li, nega le sue necessità perché le concepisce come sintomi di debolezza
o cerca la durezza per attenuare i segnali del cuore.
♦ Sono capace di fare qualsiasi cosa buona, brutta, pericolosa, geniale, pasticciata....
● lo non ho bisogno, c’è qualcuno che ha più bisogno di me, e va protetto e aiutato.
■ Quando entro in relazione con gli altri attraverso il cuore, l’idea folle è che svania-
mo, ci dissolviamo.

La passione della lussuria toglie all’altro la sua dignità personale e


lo rende simile a un oggetto. Nel fare questo, degrada se stesso, perché
abbassa le sue possibilità di relazione e si spersonalizza. L’amore è sosti-
tuito dal sesso e si perde il rispetto.

♦ Andare oltre il lecito.


● Manipolatore sottile o seduttore sfacciato.
■ Non tenere in alcun conto gli altri se non per usarli e strumentalizzarli.

I meccanismi di difesa sono volti ad attenuare la consapevolezza in


tutti i suoi ambiti o a farla sparire. La repressione della tenerezza insie-
me all’assenza di inibizioni della sessualità e all’aggressività conluiscono
nella desensibilizzazione e nell’indurimento emozionale.

♦ Accusa.
● Riesco a desensibilizzarmi anche a livello isico.
■ Proiettiamo nell’altro le necessità che ci fa male contattare. Soprattutto per evitare
a ogni costo la frustrazione.

Il ilm di Sergio Leone (1966) Il buono, il brutto, il cattivo rappresen-


ta i tre sottotipi della lussuria. Il sociale, il buono, attraverso Joe (Clint
Eastwood); il conservativo, il brutto, attraverso Tuco (Eli Wallach), e il
sessuale, attraverso Sentenza, il cattivo (Lee van Cleef). Tipi induriti, i-
gure maschili in cerca del potere dato dal denaro, raggiungibile solo se si
arriva a trovare il tesoro. Tre personaggi in caccia, ognuno con il deside-
rio di eliminare gli altri due. Intensità, rischio, durezza, assenza di colpa,
E8_L´enneagramma della lussuria 277

violenza, controllo, impulsi, insensibilità... creano un mosaico che traccia


i proili della lussuria nelle sue tre varianti legate ai sottotipi.

■ L’immediatezza: lo voglio ora e ora lo ottengo.


● Ricerca d’intensità, piacere, prendere il controllo del potere.

RIPERCUSSIONI DELLA LUSSURIA


NELL’AMBITO DEL RAPPORTO CON SE STESSI

Lo sforzo dell’E8 s’incentra in questo ambito per nascondere la sua ferita


affettiva e per ignorare la sua vulnerabilità; entrambi i compiti sono rinfor-
zati da una consapevolezza distorta che rifugge dal dolore, nega la colpa
e ricerca la desensibilizzazione. La soddisfazione degli impulsi e l’intensità
con la quale vive gli procurano appagamento, nonostante siano meccani-
smi compensatori della sua incapacità di affrontare la tenerezza.
♦ Noia, impazienza e irritabilità, per il bisogno di stimoli isici.
● La durezza fa sì che a volte non esprima le emozioni che dovrei esprimere,
come la tenerezza, la gratitudine e l’amore.
■ Non percepire la misura del rischio rispetto alle norme legali della società. È
come non capire il loro senso. Considerarle come meri formalismi, senza molto
valore.

Quando non si ha un buon udito, si deve aumentare il volume delle


casse acustiche. La lussuria agisce allo stesso modo. La durezza desen-
sibilizza in modo tale che solo sensazioni molto intense possono esse-
re percepite dall’E8. Le formule light non servono. Hanno senso solo
i comportamenti hard. Il sesso gioca un ruolo preponderante, perché
procura intensità e dominio. Anche altri aspetti sono decisivi, purché
implichino il giocare duro e fare la puntata opportuna.

♦ Andare a prostitute perché mi annoio.


● Per cui spesso sono sola proprio quando avrei più bisogno di vicinanza.
■ Neppure prendendo parte al processo potei contattare quanto fatto. Il processo
mi sembrava una sciocchezza formale dei giudici. Mi condannarono a sei mesi di
prigione.
278 Enneagramma delle passioni

RIPERCUSSIONI DELLA LUSSURIA


NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI

L’ambito delle relazioni viene qui scomposto in due sottoambiti: a) l’a-


more, vissuto in coppia e l’amicizia, e b) il lavoro. In che modo si riper-
cuote la lussuria in questi due sottoambiti?

Amore (coppia e amicizia)

Le strategie operative vengono attivate nelle relazioni, poiché è attra-


verso di esse che le persone entrano in contatto. La lussuria si protegge
dalla vulnerabilità e la ridicolizza perino. Abbassare la guardia signiica
mettersi nella condizione di essere messi fuori combattimento. Mostrarsi
teneri signiica aprire la porta alla possibilità di essere colpiti. Se qualcu-
no riesce ad accedere al santuario interno, può provocare una grande
commozione personale. La lotta per il potere costituisce un obiettivo
irrinunciabile. Chi deve cadere, cada. Bisogna indurirsi ed essere insensi-
bili davanti al dolore e al sangue. Nell’aspetto sociale, l’area d’inluenza si
estende al clan che merita protezione e appoggio. Le regole devono esse-
re chiare, benché servano per essere infrante. Le sfumature non servono.

♦ Sfrutto la mia compagna, la spremo e vivo alle sue spalle, esigo da lei mentre
io smetto di lavorare; il mio lavoro consiste nell’ottenere che lei lavori per me.
● Domino, decido e mi assumo anche la responsabilità nelle relazioni di coppia.
■ Nell’amore: l’incapacità di mostrare tenerezza, fragilità, necessità di appoggio, di
protezione, in generale la necessità dell’altro.
■ Nell’amicizia: si veriica la stessa cosa. È dificile che qualcuno ci aiuti, perché
non lasciamo nessuno spiraglio afinché l’altro possa entrare.
■ Tuttavia, poiché le necessità esistono, quando qualche amico mi ha aiutato, ov-
viamente di sua iniziativa, mi sono commosso ino nel più profondo del cuore là
dove risiede il desiderio.
● Poi il bisogno del possesso esclusivo, l’altro mi deve amore alle mie condizioni.
Il bisogno che tutto sia chiaro. Le sfumature m’inquietano, sono terreno di fuga.

Il controllo e dominio degli altri può giungere a situazioni estreme,


ino ad arrivare a sfruttarli. Si ricerca il proprio beneicio e non esiste
E8_L´enneagramma della lussuria 279

alcun rispetto degli altri. Nella relazione amorosa, esiste solamente la


subordinazione. Non c’è parità. La sua forte personalità normalmente
risulta soggiogante per il partner o per gli amici. L’intensità è accattivan-
te, benché a volte sia straripante. Fugge dalla vulnerabilità per evitare la
sofferenza, così rendendo impossibile l’amore.

♦ La mantenevo occupata nel guadagnare denaro per me, mentre la tradivo con altre, o
andavo a prostitute.
● Anche in università due delle mie amiche erano le mie segretarie e competevano tra
loro per prendermi gli appunti, tenermi il posto o sbrigarmi le pratiche burocratiche
che odio.
● Mi ha accusato di avere una specie di capacità satanica di farle provare emozioni che
non le appartengono.
■ Qualcosa che si è ripetuto nelle relazioni con i miei partners, è questa domanda: io che
cosa signiico nella tua vita? tu che cosa vuoi da me? Sento che non ti sono necessario
per niente.
■ Riguardo l’amicizia: quando ero incinta di otto mesi, venne a trovarmi un’amica di tutta
la vita; e, senza dire una parola, mi comprò del cibo e mi cucinò varie cose adatte al
mio stato; piansi di emozione, per essermi sentita accudita.

Lavoro

Le cinque caratteristiche con maggior riscontro delineano il proilo


lavorativo dell’E8. Il lavoro è un terreno di lotta permanente e il conlit-
to con l’autorità costituisce un rischio quasi inevitabile, poiché si agisce
secondo i parametri del proprio codice. Il confronto esige durezza e
aggressività. Non c’è spazio per sentimentalismi e per questo la desen-
sibilizzazione è una risorsa abituale nella persona lussuriosa. Si notano
contrasti per il potere e il controllo, obiettivo che richiede intensità e
forza. I collaboratori o i subordinati devono adattarsi alla sua volontà. La
sua forza e la sua versatilità generano paura e dipendenza.

♦ Sfrutto la mia compagna, la spremo e vivo alle sue spalle, esigo da lei mentre
io smetto di lavorare; il mio lavoro consiste nell’ottenere che lei lavori per me.
■ Normalmente si affaccia nell’altro ansietà, come una sida a cercare di stare ad
un “livello insostenibile” di protezione ed aiuto. Il suo fallimento davanti a tale
impossibilità, lo fa sentire inutile e non necessario, ecc.
■ Nel lavoro: quello che più colpisce è la paura che ho prodotto, e che produco an-
280 Enneagramma delle passioni

cora, solo quando me lo propongo. Per me è stato dificile vedere questo, perché
nessuno me lo faceva notare.
● Leader tra amici, leader o capo nel lavoro.
● Sul lavoro, pretendo dagli altri i miei stessi parametri d’impegno e competenza..

L’E8 possiede un senso dell’autorità spontaneo. In poco tempo,


s’impadronisce del controllo della situazione. Il problema si dissolve
quando si è capi di se stessi e non si deve rendere conto a nessuno. Quelli
che lavorano per lui devono dimostrare impegno e competenza. Senza
mezze misure. I deboli e gli incapaci non servono a realizzare progetti.
Andare al sodo, evitando elucubrazioni che non risolvono niente. L’a-
zione al di sopra delle disquisizioni intellettuali. La rapidità, che mette da
parte la parsimonia, è sintomo d’intensità.

● All’Università fui delegato per tutto il corso di studi e sono stato eletto membro del
consiglio senza fare campagna elettorale.
● Ho sbagliato più di una volta con lei, irrigidendomi quando non capiva una verità
che era lì davanti agli occhi.
● Nel mondo dell’impresa ho affrontato i capi per ottenere migliori condizioni per
me e i miei compagni, ino a che decisi di essere il capo di me stesso.

Globale: amore (coppia e amicizia) e lavoro

L’indicatore che più emerge nell’ambito delle relazioni con gli altri
(coppia, amicizia e lavoro), ha a che vedere con la durezza, la violenza e
l’aggressività. Queste caratteristiche implicano una difesa della propria
vulnerabilità così come una sete insaziabile di potere, controllo e domi-
nio, elementi che, nonostante in apparenza sembrino contraddittori, in
fondo sono complementari. Nelle relazioni affettive, la repressione della
tenerezza presenta una dificoltà maggiore, ancor più necessaria che nel
campo lavorativo. Gli affari richiedono mente fredda e aggressività. Gli
altri sono avversari che bisogna sconiggere o collaboratori che devono
fare bene l’interesse dell’E8.
E8_L´enneagramma della lussuria 281

RIPERCUSSIONI DELLA LUSSURIA


NELL’AMBITO DELLE RELAZIONI
CON I BENI MATERIALI

Nell’ambito delle relazioni con i beni materiali, sono stati presi in consi-
derazione due elementi d’interesse che vengono analizzati come sotto-
ambiti: a) il denaro e la proprietà, e b) la natura e l’ecologia. Osservare le
ripercussioni che la lussuria ha in questi campi non è un compito facile:
per il suo studio è stato predisposto un numero minore di unità concet-
tuali, non per questo meno signiicanti.

Denaro e proprietà

Il denaro serve alla persona lussuriosa per soddisfare i suoi desi-


deri e i suoi impulsi, occuparsi dei suoi eccessi e delimitare un campo
proprio di decisione. Inoltre, favorisce l’esercizio del potere effettivo,
in modo non apparente, e contribuisce a coprire le necessità del clan.
Bisogna guadagnare a suficienza, anche se in modo discutibile. L’assen-
za di sensi di colpa rende facile questo tipo di comportamenti, perino
quelli criminali. Per il sottotipo sessuale, il denaro è sinonimo di libertà e
indipendenza. Senza denaro non vi sono possibilità. Il sottotipo sociale
lo considera importante, specialmente per soddisfare le sue necessità
e i suoi gusti così come per raggiungere i suoi obiettivi. Non mostra
attaccamento. Il sottotipo conservativo utilizza il denaro per garantire
comodità e rinforzare la sua sicurezza; a volte lo usa per soddisfare gli
altri, poiché non sopporta il vedere, come proiezione personale, le ne-
cessità dell’altro.

♦ Il denaro è molto importante, è il carburante di questa società, senza dubbio.


● Ho denaro per sentirmi sicuro, nel senso di averne in caso di problemi (un inciden-
te o qualcosa del genere).
■ Lo utilizzo in due sensi: primo e principale per vivere comodamente e con sicurez-
za e per non sentirmi dipendente da variazioni e sbalzi economici.
● Il denaro: ho facilità a ottenerlo grazie al mio entusiasmo, alla facilità di persuade-
re, al carisma, etc.
282 Enneagramma delle passioni

● Non sono molto attaccata alle cose o al denaro, o alla casa o alla macchina, ma
pretendo che mi servano bene, forse non riesco ad attaccarmi profondamente a
niente.
■ Mi è più facile dare cose materiali che dare me stessa. Così è come se comprassi
l’affetto dell’altro.

Avere denaro e proprietà è sinonimo di potere e di controllo sugli


altri. Non si tratta di un’ostentazione vanitosa, bensì dell’applicazione del
detto τchi paga, comanda”. Si ricerca il dominio e non la sciocca ammi-
razione. Quando la ricchezza si ottiene con facilità, non esiste remora che
impedisca di spenderla senza limiti. L’E8 è esperto in entrambe le cose.

♦ Posso ottenere denaro, ma lo spendo tutto, non risparmio neanche un centesimo.


● Presto o regalo denaro ai miei amici.
■ Ebbi una ragazza che badava a mia iglia quando era piccola. Un giorno venne a
casa e mi chiese di rimanere alcuni giorni con me, perché aveva un idanzato che
sua madre non accettava, e praticamente l’aveva cacciata di casa. Ovviamente
l’accolsi. Da quel momento si trasformò in "mia iglia", visse con me quattro anni.
Le pagai studi e le cercai un lavoro. E dopo la cacciai di casa.
♦ Ho la mia automobile che è il veicolo che mi porta all’avventura.
♦ La casa dei miei genitori mi appartiene, ho la mia stanza nella quale l’entrata è
indipendente.

Natura ed ecologia

La persona lussuriosa gode della natura, ma non ha remore nello


sfruttarla. La sensibilità che le suscita la contemplazione di un paesaggio
può essere soffocata nello stesso modo dei sentimenti quali la tenerezza.
Al contrario, la natura e l’ecologia le servono per soddisfare i suoi im-
pulsi e i suoi desideri. L’ideologia dei movimenti ecologici non indossa
alcuna maschera e l’obbligherebbe a sottomettersi a norme e regole: il
suo codice personale di leggi opta per altri progetti.

♦ Ecologia e natura mi piacciono per fare esercizio, sport, aiutano a vivere più
pienamente...
■ Ho bisogno di camminare per i campi, ascoltare i suoni della musica della natura,
averla nella mia vita. La sento molto vicina.
● Solo di recente, natura ed ecologia sono qualcosa di più di un semplice argomento
E8_L´enneagramma della lussuria 283

intellettuale.
■ Esco nel mondo per procurarmi quello di cui ho bisogno.
● Mi sto educando a una nuova mentalità, attraverso la cultura degli Indiani
d’America.
■ Ho quello che voglio in quanto a beni materiali. Ciò che è più importante per me
è la casa perché è uno spazio privato dove posso essere, stare e riposare.

La natura crea lo scenario, in cui l’E8 si muove con piacere. Quando


esistono obblighi, come per esempio restrizioni sull’uso dell’acqua, la
reazione è di riiuto. Si giustiica attraverso le disuguaglianze sociali o
l’incoerenza di chi le sostiene. Sacriicare i propri desideri in onore di un
miglioramento ecologico non rientra nei suoi piani.

♦ Ho fatto lunghi percorsi in mountain bike, ho fatto scalate e faccio surf; sono
stato anche ciclista su strada.
● Io non posso lavarmi nella mia vasca da bagno, ma il mio vicino di fronte
può fare il bagno nella sua piscina. Credo che sia chiaro quello che penso.
■ Per assicurarmi la mia relazione con la natura, mi sono costruito una casa
sulla catena montuosa dove sono nato. Questa casa per me è come un
rifugio.

Globale: denaro e proprietà/natura ed ecologia

Il mondo è la dispensa che provvede alle necessità dell’E8. Il caratte-


re utilitario del suo uso predomina sulla visione estetica e nostalgica della
natura. È preferibile il denaro contante e sonante perché permette una
maggiore versatilità nella soddisfazione dei desideri, maggiore libertà di
decisione e facilita il vivere gli eccessi.

RIPERCUSSIONI DELLA LUSSURIA NELLA RELAZIO-


NE CON DIO, CON IL DIVINO, IL TRASCENDENTE

Quest’ultimo ambito ha la sua particolarità. Ogni persona intervistata ha


potuto prendere una posizione personale davanti a Dio, al divino, al tra-
scendente. Le osservazioni non si focalizzano su una religione speciica
o su una determinata confessione.
284 Enneagramma delle passioni

a) La forza e l’intensità procurano all’E8 una maggiore capacità


di attribuire valore alla grandezza e all’energia di Dio, se non vengono
vissuti come una minaccia alla sua vita. Il Dio castigatore non ha senso
per chi non ha sensi di colpa.

♦ Dio è il creatore, è il più grande.


● La sua energia è immensa.
● Non ho mai creduto in un Dio punitivo.
● Mi abbandono alla vita benché mi costi molto non sentirmi col controllo.
● Con la gestalt, Dio è diventato qualcosa di presente nella mia vita.
● Ma ho anche avuto delle meravigliose esperienze di vero e proprio misticismo.

b) Giacobbe, il personaggio biblico, lottò contro l’angelo di


Geova, e ricevette il nome d’Israele (ιperché hai litigato con Dio e con
gli uomini, e hai vintoκ, Gn 32,28). Non vi è comprensione del divino
senza lotta.

● Spesso interagisco con Dio da pari a pari, e spesso lo tratto come un nemico che
invade la mia vita, e non tollero che sia più forte di me.
♦ Ora credo, ma ino a poco fa non ero credente; mi sembrava che Dio fosse un
inganno, qualcosa per ingenui, una truffa.
● Era un Dio alla mia misura, non quello che mi spiegavano nella scuola.

c) La passione della lussuria non facilita la spiritualità. Il recupero


è lento e faticoso. Bisogna abbandonare la lotta di potere e avere fede.
L’abbandonarsi al maestro è un primo passo per la crescita.

♦ Grazie al fatto che credo in Dio e in altre guide che mi aiutano, sopravvivo e ho
successo nel mio lavoro e nella mia vita.
● Sono mesi e mesi che cerco di lavorare sulla fede e l’abbandono, senza quasi
risultati.
■ Dio è sparito dalla mia vita a un’età precoce. Ho studiato in una scuola di re-
ligiosi dai 3 ai 15 anni. Quando arrivai ai 13 anni, non credevo in niente e mi
dichiaravo agnostica.

Due caratteristiche sintetizzano le relazioni con Dio, il divino, il


trascendente: la paura della vulnerabilità e l’insubordinazione verso un
potere superiore. La vita spirituale entra in contatto con la parte tenera
E8_L´enneagramma della lussuria 285

e debole del lussurioso: ιscoprire la parte divina che tutti siamo, e nella
quale siamo tutti uguali, mi porta alla compassioneκ. Per questo l’ab-
bandono all’amore e alla fragilità che implica, risultano problematici per
l’E8. Il proprio codice di leggi, unito al tacito riiuto verso ogni forma di
autorità, compresa quella divina, ostacola il cambiamento del lussurioso.
La sua insensibilità e il suo indurimento gli impediscono di vedere l’altro.
Vincere queste resistenze gli permetteranno la coerenza e la gradualità,
di cui parla san Giovanni: ιChi non ama suo fratello che vede, non può
amare Dio che non vedeκ (1 Gv. 4,20).

● Mi costa assoggettarmi a Dio.


● L’umiltà e la via dell’abbandono e la devozione sono molto complicate per me.
♦ Chiedo perdono per questo anche se non mi sento in colpa.
■ La mia esperienza quando sento il divino è diventare trasparente, sparire ino a
dissolvermi nell’universo.
■ Mettermi lì solo nell’essere, è quello che mi apre la porta al divino.
● Anche la compassione mi costa molto.

La lussuria costituisce un impedimento all’amore. Far afiorare


la vulnerabilità e la tenerezza, aprirsi alla compassione e alla presenza
dell’altro... sono l’antidoto alla passione dominante dell’E8. La forza
dell’E8 mostra la sua incapacità nel vivere la debolezza. Il suo desiderio
vitale non si soddisfa con l’intensità e l’eccesso, spiegabili come mecca-
nismi per superare un’insensibilità crescente. Scappare dalla morte ha
una chiave: ιnon amare è rimanere nella morteκ (1Gv 3,14). Entrare in
connessione con la parte più profonda emozionale e amorosa, e aprirsi
alla fragilità correndo il rischio di ipotetiche sofferenze, esige di abbassa-
re le difese senza cadere nell’ingenuità. Le difese che ostacolano il dolore
rappresentano un antidoto contro l’amore.

● Quando entro in contatto con me stesso, entro in contatto anche con Lui, del
quale faccio parte.
● Pregare è fare anonimamente qualcosa e senza vedere subito i risultati.
● Ora che è inita, straziandomi l’anima, ho detto a Dio di scordarsi della mia
esistenza, che a me so badare molto meglio da sola.

San Giovanni della Croce (1995) lascia da parte ιquello che è cadere
286 Enneagramma delle passioni

in questo peccato spiritualeκ, per incentrarsi in quello che chiama ιlussu-


ria spirituale, quando durante gli stessi esercizi di pietà insorgono, anche
se non si vogliono, moti di sensualità e atti disordinatiκ. Tre sono le cause
che menziona: a) il piacere che spesso la natura prova nelle cose spiritua-
li. Ogni parte dell’uomo cerca la sua soddisfazione: lo spirito, nella parte
superiore, e la sensualità, nella porzione inferiore; b) il demonio che,
attraverso l’immaginazione e dei movimenti disordinati, vuole allonta-
nare l’anima dalla preghiera facendo lottare l’anima contro essi. La lotta
riesce a spostare l’attenzione da Dio al campo della rappresentazione
del vizio, e c) la paura di ciò che è turpe. Inoltre, due punti aggiuntivi: a)
l’inclinazione di alcune persone per un via spirituale può nascere dalla
lussuria e non dallo spirito, e b) differenza tra l’amore che nasce dallo
spirito (amore ammirativo) e l’amore che nasce dalla sensualità (amore
erotico). La differenza risiede nell’obiettivo che ognuno persegue e che,
contemporaneamente, è il suo punto di arrivo (pp. 768-771).

■ Non credere che esista l’amore, se non sotto forma di interscambio.


● Ma ho anche avuto delle meravigliose esperienze di vero e proprio misticismo.
● Sono profondamente innamorata del Divino, ma ho sinceramente paura della
delusione.
♦ Mi aiuta a entrare in contatto con me stesso per tenere i piedi per terra e pren-
dere coscienza della mia realtà.
PIGRIZIA
E9 L'ENNEAGRAMMA
DELLA PIGRIZIA

9
8 1

7 2

6 3

5 4

CATEGORIA SOTTOCATEGORIA
‹‹

‹‹

Disconnessione dal proprio essere con perdita d’interiorità


Oscuramento
Dimenticanza di sé come requisito per la ricerca dell’amore
dell´essere

Assopimento attraverso atteggiamenti narcotizzanti


Riduzione
Deviazione della focalizzazione ed elusione dei punti nevralgici
del livello di
Perdita del senso del limite che rende confusi i conini perso-
consapevolezza
nali
Dificoltà varie nell’essere consapevole

Procrastinazione e negazione delle proprie necessità e compiti


Alterazioni del
Elusione dei conlitti mediante atteggiamento di paciicazione
comportamento,
Iperadattamento, comodità e rassegnazione
per mezzo di
Distrazione come sorta di “pilota automatico” e mancanza di
alcune strategie
impegno
operative
Svalutazione, ostinazione e resistenza passiva
Donazione senza contropartita e lavoro
Simbiosi e attenzione nei confronti degli altri

‹‹
Ripercussioni della pigrizia nell´ambito delle relazioni
Sottotipo conservativo: ■ Sottotipo sessuale: ♦ Sottotipo sociale: ●
E9_L´enneagramma della pigrizia 291

1. OSCURAMENTO DELL’ESSERE

Aldous Huxley (1949) pubblicò nel 1923 un articolo sull’accidia che in-
cluse nella sua opera On the Margin: Notes and Essays. In esso afferma che
ιla pigrizia è solo una delle numerose manifestazioni del vizio sottile e
complesso che è l’accidiaκ (p. 33). L’alternativa è quella di recuperare il
termine classico di accidia o di arricchire i contenuti del vocabolo pigri-
zia. Si preferisce la seconda opzione, cercando di far risaltare le sfumatu-
re che vanno oltre la riduzione della pigrizia a negligenza, disattenzione
e ritardo, per riferirsi anche al taedium cordis. L’E9 non ingaggia la lotta
maggiore nel campo dell’azione bensì nell’ambito dell’essere, la cui di-
sconnessione gli causa perdita di interiorità e la dimenticanza di sé come
un requisito per la ricerca dell’amore.

1.1 Disconnessione dal proprio essere con perdita


di interiorità

La deinizione dell’accidia come pigrizia dell’essere mira al nucleo della


passione dominante dell’E9. Ogni essere ha le sue necessità, funzioni e
compiti, ma l’incoscienza dell’essere del pigro ne ostacola il metterle in
pratica: senza il ricordo di sé, sottolinea Gurdjieff, rimane spazio solo
per l’uomo meccanico. Tutto accade. Non si tratta dell’assenza dell’azio-
ne meccanica, bensì dell’impossibilità dell’azione essenziale, trattandosi
di soggetto disconnesso dal proprio essere.

■ Nella mia vita l’accidia è una pigrizia dell’essere.


● Io non sono stato consapevole di me e delle mie necessità fino a quando ho comincia-
to a lavorare con Claudio Naranjo.
♦ Per accidia s’intende una sorta di dimenticanza di sé, un perdere il contatto con il sé
profondo.
● La pigrizia ha reso possibile il fatto che non mi soffermassi mai a pensare a me.

La perdita di contatto con il sé profondo annulla ogni possibile inte-


riorità. Non esiste una vita interiore. Tutto dipende dalle inluenze ester-
ne che ipnotizzano il pigro. In questo consiste il circolo vizioso della sua
292 Enneagramma delle passioni

passione: non essendo in contatto con se stesso, si rivolge all’esterno,


e nello star rivolto all’esterno ostacola il suo ritorno all’essere. Ciò che
è secondario diventa fondamentale, e i temi importanti si rimandano a
tempo indeterminato.

♦ Una specie di “ipnosi” per tutto quanto emerge da me.


● Mi ipnotizzo con qualunque cosa pur di non concentrarmi sulle cose realmente
importanti.
■ Il mio sguardo è rivolto quasi sempre verso l’esterno, preoccupandomi per quello
che succede all’altro.

Senza contatto con l’essere, i sentimenti, i desideri, le necessità, le


sensazioni perdono il loro radicamento e, pertanto, la loro identità. La
consapevolezza dell’E9 si riduce a essere una cassa di risonanza. Non
vi sono suoni né musica propria, bensì solo eco dall’esterno. Il pigro
fallisce qualsiasi tentativo di ritorno all’essere per paura di trovare il vuo-
to. Per evitare questa possibile frustrazione del nulla, ogni distrazione è
utile: in questo modo non c’è soluzione del problema bensì il suo rinvio.

■ È la fatica di guardarmi e capire chi sono e cosa desidero.


♦ Un aspetto fortemente nocivo per me stessa è il fatto che ho grande dificoltà a
connettermi con ciò che sento, con le sensazioni del mio corpo.
■ Evito di contattare la mia parte più profonda, perché ho paura di trovare il vuoto.

1.2 Dimenticanza di sé come requisito


per la ricerca dell’amore

La dimenticanza di sé del pigro non equivale al superamento dei mecca-


nismi eroici, bensì a un’espressione della propria inconsapevolezza. L’E9
è il paradigma più chiaro dell’uomo moderno che τvive nel sonno” (Ou-
spensky, 1968, p. 100). Tutti i riferimenti sono esterni perché non esiste il
contatto con il nucleo profondo di sé. Il pigro non vive ma è vissuto dagli
avvenimenti e dagli altri: senza una vita propria, vive attraverso gli altri.

● Ma considero che ciò che maggiormente mi è accaduto durante la mia vita è


stata la totale e assoluta dimenticanza di me.
♦ Il guardare e il lasciarmi trasportare continuamente da quello che accade al di
E9_L´enneagramma della pigrizia 293

fuori senza ricordarmi di me né tenermi in conto.


■ L’incapacità di preoccuparmi di me stessa mi ha portato a un totale disinteresse
della mia persona.

La mancanza di consapevolezza di sé stimola la dimenticanza e,


contemporaneamente, si traduce nell’ottenere l’invisibilità all’interno di
un gruppo a dispetto della presenza isica. Non esistendo per se stesso,
l’E9 arriva a non esistere neanche per gli altri. Senza identità non vi sono
né esistenza cosciente né auto-valutazione personale. Cerca di perdersi
nel gruppo e confondersi nella massa. Riconoscere la sua importanza lo
allontanerebbe della sua pigrizia di essere.

● Quando ero piccola, avevo una capacità incredibile di non stare, anche se ero pre-
sente isicamente.
● Io non esisto.
■ Il 9 ha paura di esporsi, di venir fuori dalla massa.

La trappola del pigro consiste nel contrapporre la coscienza di sé al


vissuto amoroso. La conclusione è frustrante: la dimenticanza di sé è la
strada inevitabile per la ricerca dell’amore. Le aspettative degli altri esigo-
no il sacriicio dei propri sogni e l’ignorare le proprie necessità. Secondo
il ragionamento dell’E9, per ottenere il tu è necessario immolare l’io. Ma
la perdita di sé ostacola la relazione e il dialogo. Esiste solo rinuncia.

● Un’altra idea folle ricorrente nella mia vita è il fare e pensare quello che gli altri vo-
gliono afinché mi accettino, e - a partire da ciò - dimenticarmi nuovamente di me.
● Ho dovuto rinunciare ai miei sogni per essere accettata; così ho imparato a essere
forte e a non sentire i miei bisogni.
● Adeguarmi alle aspettative dell’altro per sentirmi soddisfatta, appagata, tranquilla
e accettata.
■ In questo sottotipo vi è una ricerca angosciosa dell’amore.

2. RIDUZIONE DEL LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA

L’inconsapevolezza, intesa come meccanicità, conduce a una distorsione


cognitiva ed è terreno fertile afinché la passione dominante ostacoli il
294 Enneagramma delle passioni

poter vedere lucidamente: l’essere resta offuscato e il vuoto che si ge-


nera lotta per riempirsi di surrogati. I meccanismi di difesa concorrono
al mantenimento dell’inconsapevolezza. Si ricercano soluzioni false o
apparenti per confermare le proprie capacità o per soddisfare le neces-
sità profonde. Di seguito verranno utilizzate quattro sottocategorie per
indicare le diverse strategie utilizzate dal carattere pigro per bloccare la
sua coscienza o attenuarne la percezione.

2.1 Assopimento attraverso atteggiamenti narcotizzanti

La dimenticanza di sé richiede di anestetizzare le proprie necessità e nar-


cotizzare i propri impulsi: perdendone la consapevolezza, si garantisce la
disconnessione dell’essere. Una conseguenza è distrarsi da ciò che è essen-
ziale e dedicarsi ai dettagli secondari. Il pigro vive in un sonno continuo.
Svegliarsi implicherebbe prendere consapevolezza di sé. La narcosi è un
meccanismo di difesa dell’ego addormentato che ipoteca lo sviluppo per-
sonale.

● È riuscito anche a mantenermi in un stato di sonno continuo.


■ Autodifesa tramite il sonno dell’essere.
● La distrazione è il meccanismo di difesa che utilizzo di più per continuare a restare
addormentata.
● Non ci rendiamo conto: piuttosto io direi qui che facciamo come se non ci rendessi-
mo conto, per evitare problemi, dover pensare o rimuginare su qualcosa.

Il pigro cerca di distrarsi dall’obiettivo essenziale e restare addor-


mentato davanti ai veri richiami della sua persona. Perciò, si serve di
qualsiasi attività che utilizza come narcotico. Se ne citano qui alcuni
esempi: uso indiscriminato della televisione, rifugio nella lettura, special-
mente se si tratta di romanzi, ingestione abbondante di cibo, convivenza
supericiale con gli amici, vagabondaggine intesa come dolce fare niente.
Contro l’immagine tradizionale di pigrizia, anche il lavoro può essere un
autentico narcotico.

● Nell’ambito lavorativo la cosa unica che la mia passione dominante ottiene è che
lavori. Mi butto a capoitto nel lavoro e non esiste altro.
E9_L´enneagramma della pigrizia 295

● Buttarmi sul divano davanti alla Tv o leggere un libro per addormentarmi.


■ Il piacere del cibo abbondante.
♦ Il rifugiarsi nel sonno.
● La mia tendenza, ogni volta che avevo un momento per me, era quella di evitarlo
guardando la televisione, leggendo alcune riviste, sempre cose supericiali che non
facessero pensare molto e, soprattutto, stare con gli amici.

2.2 Deviazione della focalizzazione ed elusione


dei punti nevralgici

La disconnessione con l’essere che l’E9 attua, ha conseguenze tali come


lo smettere di focalizzare la propria attenzione sui punti nevralgici. La
persona pigra non affronta i problemi, ma cerca di evitarli. Non si ri-
sponde alle proprie necessità né ai propri desideri, come se non fossero
importanti. In questo contesto, il cielo può essere un sotterfugio e la reli-
gione può essere vissuta come oppio. Chi fugge da se stesso usa qualsiasi
scappatoia.
■ L’indolenza e la pigrizia in me si sono manifestate “lasciando perdere”, “scusando”,
“smorzando” ciò che mi aggredisce e mi disgusta e facendo la stessa cosa con i
miei desideri e le mie necessità.
● Quando finalmente riesco a concentrarmi su qualcosa che riguarda me, è perché
sono rimasto senza risorse per deviare dal tema: non ho più scappatoie.
● Sono sola in casa e sto pensando al fatto che venga o telefoni qualcuno, per deviare
l’attenzione da me stessa.
■ C’è la percezione che il mondo apparente è caotico e che da lì, da quel livello, non
posso aspettarmi niente; questo mi ha portato a guardare verso l’alto, verso il cielo.

Non esiste un intervento sulla realtà bensì il boicottaggio e l’inazio-


ne, in accordo con i contenuti della pigrizia maggiormente collegati alla
vagabondaggine e alla negligenza. Il boicottaggio passivo dell’E9 può
essere demolitore. Non esiste un confronto attivo né l’espressione aper-
ta delle proprie necessità. L’accomodamento e la mancanza di impegno
si traducono spesso nella più pura inattività, nel non fare niente o nel
passare il tempo perso in una contemplazione che si fonde col paesaggio
che si osserva.
296 Enneagramma delle passioni

■ Nel lavoro o sono quella che fa, sa e risolve tutto o, se qualcuno rappresenta
un alto grado di potere e capacità, mi ritiro o posso mettere in atto qualche
boicottaggio subdolo e passivo, quando mi aggrediscono.
● Io sono capace di mettere in atto l’arte del non far niente.
● Nella mia casa ho una veranda e quando mi metto davanti a essa sarei capace
di restare ore a contemplare il paesaggio. Senza pensare a niente, solamente
contemplare.

Queste manovre di elusione si concretizzano nell’abbandono di ciò


che è davvero importante, di ciò che è centrale e dell’essenziale. Implica-
no il trionfo di quanto è marginale e secondario. Si potrebbe riassumere
nell’espressione: τGli alberi non permettono di vedere il bosco”.
● Sento avversione nel concentrarmi su ciò che è realmente importante.
● M’ipnotizzo con qualunque cosa, pur di non concentrarmi su cose realmente
importanti.

2.3 Perdita del senso del limite che rende confusi


i conini personali

Sinay e Blasberg (1998) descrivono la perdita del senso del limite come:
ιLa funzione dell’io si perde poiché l’individuo non registra alcun limite
tra se stesso e l’ambiente che lo circonda. Rimane abolita la frontiera tra
lui e l’ambienteκ (p. 109). Questo meccanismo di difesa fa in modo che la
perdita di sé mediante la distruzione dei propri limiti non sfoci nel vuoto,
per questo ha bisogno dell’altro per fondersi con lui. Il risultato è l’an-
nullamento dell’alterità. Questa assenza di limiti si osserva nelle attività
che si portano avanti come mangiare, dormire, lavorare e aiutare gli altri.

■ La perdita del senso del limite: starò sempre con te, in realtà sono te e quello
che a te succede.
● Non limiti (mangiare - dormire - lavorare - aiutare l’altro).
■ Dificoltà nel mettere limiti quando altri mi chiedono qualcosa o esprimono le
loro necessità.

La perdita di sé, senza alternative, produrrebbe angoscia e panico


del vuoto. La presenza e la simbiosi nell’altro riscattano il pigro dall’a-
E9_L´enneagramma della pigrizia 297

bisso e annullano la consapevolezza della sua interiorità. L’E9 smette di


avere una vita propria per vivere in prestito l’esistenza degli altri. Non
esiste benessere proprio se non attraverso la soddisfazione altrui. L’im-
magine di una geisha (Golden, 1999), è rappresentativa in quanto a di-
sponibilità e attenzione all’altro.
■ Non mi ritiro, né mi separo e mi perdo.
● Anestetizzo le mie opinioni per avere la stessa opinione dell’altro.
♦ A volte è tanto attratto da quello che gli altri pensano o dicono che tutto si
mischia coi suoi pensieri trasformando tutto in una “Babele” di idee e sensazioni,
dove non riesce a trovare la chiave del problema.
● Nel rapporto di coppia: essere attenta a ogni cosa per far star bene lui; in poche
parole, mi identiico in una GEISHA.

2.4 Dificoltà varie nell’essere consapevole

Questa sottocategoria raggruppa un’ampia serie di unità concettuali, con-


trollate dalla passione dominante, che hanno in comune l’obiettivo di osta-
colare la consapevolezza di sé. Le reazioni automatiche impediscono di
rendersi conto delle autentiche motivazioni che nell’E9 mettono le loro ra-
dici nella pigrizia, vissuta come paralisi, inerzia, insensibilità e confusione.

♦ Dubbi: niente mi è chiaro.


● Questo è quello che io chiamo “encefalogramma piatto”. Niente alterava il mio
stato spirituale.
● Paralisi intellettuale e isica.
● Ma se ho qualche giorno libero e sono sola, mi passa il tempo senza rendermene
conto e senza fare praticamente niente.

La capacità di confrontarsi e di negarsi alle aspettative degli altri


implica l’esistenza di limiti e distanze. Non avendoli, l’E9 non è capace
di negarsi alle pretese degli altri né di affrontare il conlitto di un’aggres-
sione. Lo trasforma mediante la scusa o la reazione amorosa.

● Dificoltà nel dire di no: la negazione non esisteva nel mio vocabolario.
■ La formazione reattiva: se mi offendi o mi aggredisci non ti ascolto, ti scuso e ti
do un bacio, senza affrontarti.
298 Enneagramma delle passioni

3. ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO PER MEZZO


DI ALCUNE STRATEGIE OPERATIVE

Il comportamento viene inluenzato dal grado di consapevolezza posse-


duto da una persona, ma a sua volta lo genera. Qui intendiamo per opere
le strategie operative utilizzate dalla persona pigra per ottenere i suoi
scopi e i suoi desideri. Un aumento della consapevolezza e delle virtù di-
sattiva in maniera proporzionale i comportamenti a esse subordinati. A
partire dai dati ottenuti, si possono identiicare sette strategie operative.

3.1 Procrastinazione e negazione delle proprie


necessità e compiti

Mariano José di Larra (2005) scrive nel 1833 un articolo sulla pigrizia,
sottolineando la posticipazione come una sua caratteristica basilare. Il ti-
tolo lo rilette con chiarezza: Torni domani. E conclude così: ιAh! quel do-
mani che non arriverà mai!κ. Si posticipa la decisione e quando si prende
non si esegue, come canta Joaquín Sabina in Strada malinconia: ιVoglio
traslocare da anni nel quartiere dell’allegria. Ma ogni volta che ci provo il
tram è già passatoκ. La posticipazione dell’E9 non mira solo alla proroga
delle attività ma a una realtà più profonda, cioè alla subordinazione di sé,
incluse le proprie necessità e desideri a beneicio degli altri.

■ Si ripete la mia posizione di farmi carico dell’altro: dificoltà di una relazione a


un livello di parità.
■ Sono grassa e non sono affatto soddisfatta del mio aspetto isico, ma questo non
mi spinge a trovare una soluzione come fare una dieta o attività isica; rimando
sempre questo impegno senza trovare mai una soluzione reale.
♦ Si affatica nelle minuzie per poter rimandare le occupazioni più importanti.
■ Riesco a essere molto attiva e risoluta nelle situazioni che riguardano gli altri, ma
nelle scelte che riguardano me stessa tendo sempre a posticipare e sono molto
restia al cambiamento.

La posticipazione è vitale nella misura in cui necessità e desideri del-


la persona pigra non hanno importanza e valore. L’attenzione verso di
sé potrebbe mettere in pericolo l’affetto degli altri. Perciò l’E9 sceglie di
E9_L´enneagramma della pigrizia 299

rinunciare a se stesso come via per ottenere l’amore degli altri. Decide di
cancellare la sua sensibilità e negare i suoi bisogni per dare priorità a quello
di cui gli altri hanno bisogno. Rinuncia al proprio essere con l’obiettivo di
essere per gli altri: in nome dell’amore sacriica il suo bisogno di amore.

■ L’idea folle di guadagnare affetto essendo una persona buona, evitando complica-
zioni, non chiedendo, rinunciando, mettendomi in una falsa posizione di “io non ho
bisogno”; prima vengono gli altri.
● Io non ho bisogno che mi facciano un massaggio, che mi accarezzino, che mi dicano
che mi amano, che si prendano cura di me.
● Scrivo questo e mi fa male riconoscere che sto occultando le mie necessità e so-
prattutto la mia necessità di amore.

La negazione di se stessi acquisisce qui il senso di protezione


dell’altro e di subordinazione delle proprie necessità, dei propri desideri
e impulsi a quelli degli altri. Il partner costituisce un campo adatto per il
meccanismo di posticipazione della persona pigra, sia nel momento delle
scelte - non si tenta di scegliere bensì di essere scelto -, sia nella conti-
nuità della convivenza o nella sua interruzione: nelle relazioni sessuali si
rinuncia all’orgasmo a favore del piacere dell’altro.

● A letto non importava se non raggiungevo l’orgasmo, l’importante era che lui
fosse stato bene; tutte le attenzioni erano per lui, sapevo cosa gli piaceva.
● Nell’ambito della coppia e dell’amicizia: mantenere relazioni sessuali senza aver-
ne nessuna voglia, stare malvolentieri nella situazione e non dirlo.
■ Con il mio ultimo compagno c’erano state dificoltà in dall’inizio e la mia sen-
sazione era quella di non essere una persona adeguata; infatti, mi ero lasciata
scegliere passivamente. Per cinque anni mi sono presa cura di lui, mentre avevo
voglia di lasciarlo sentendomi in grande dificoltà per questo.

3.2 Elusione dei conlitti mediante atteggiamento


di paciicazione

L’E9, non avendo conini personali, non sa vedere neanche i limiti tra
due persone o elementi che entrano in conlitto. Parteggiare per l’uno
o per l’altro signiicherebbe decidere, scegliere e separare. La linea divi-
soria arriverebbe a essere un abisso. L’orrore del vuoto lo spinge a get-
300 Enneagramma delle passioni

tare ponti. La sua tendenza alla fusione è minata dalla frattura che può
nascere in un conlitto. Compulsivamente cerca di evitarlo a qualunque
prezzo, e il suo obiettivo è mantenere pace e sicurezza. Spesso il prezzo
è ignorare se stesso afinché possa veriicarsi una soluzione fattibile.

● Non mi piace pensare in modo diverso perché mi sembra di essere quello che cau-
sa un conlitto e pertanto altererei lo stato di pace interna nel quale voglio vivere.
♦ Ha una compulsione speciale a evitare i conlitti.
■ Compulsiva elusione di conlitti, fare qualsiasi cosa afinché non afiorino e se ne
attenuino le conseguenze o non si notino.
■ “Ciò che mi riguarda non è importante; ciò che mi preoccupa è evitare i conlitti
afinché tutti possiamo sentirci più sicuri”.

La perdita del senso dei limiti del pigro lo rende abile nella risolu-
zione dei conlitti, poiché comprende tutte le posizioni, nonostante pos-
sano essere contraddittorie. Il suo impegno per trovare punti in comune
lo trasforma in un buon mediatore e in una persona paciicatrice. Non si
schiera per nessuna delle parti in lite, poiché ciò supporrebbe prendere
una decisione e dichiararsi, cosa che accuratamente rifugge. Non sempre i
suoi desideri rispondono a problemi oggettivi dell’ambiente, poiché ς al di
sopra di essi ς prevale la sua necessità di armonia.

♦ Mi sono scoperta una grande paciicatrice.


● Buoni mediatori: molte volte mi trovo in mezzo a conlitti nei quali io non mi
schiero apertamente per nessuna delle parti.
♦ Anni fa ho ospitato mia cognata per un lungo periodo di tempo a casa mia e
trascorrevo buona parte della mia giornata a mettere pace tra lei e mio marito,
perché non mi rendevo conto che ero io ad aver bisogno di armonia, mentre il
rapporto esplosivo e pieno di contrasti tra i due fratelli era la modalità nella quale
loro si trovavano a pieno agio e di cui avevano pienamente bisogno.
● Quando c’erano problemi tra i miei genitori, mi chiudevo nella mia stanza e
chiedevo a Dio che per favore facesse inire la discussione.

L’E9 indica soluzioni ai problemi che si pongono. Sa trovare quasi


sempre una terza via tra due rivali. Se il conlitto si crea tra il pigro e
un’altra persona, l’E9 incontra grandi dificoltà perché teme il confronto.
L’obiettivo non è la ricerca della verità o della giustizia bensì, in primo
luogo, il superamento del conlitto. Per questo motivo, si paga un prezzo
E9_L´enneagramma della pigrizia 301

personale di iperadattamento, conformismo, silenzio o identiicazione


con le argomentazioni di chi è contrario.
● Io sono una garanzia nel trovare soluzioni o nel gestire e anche risolvere.
■ Con il denaro l’ho notato molte volte facendo conti tra amici: pago io, se manca
qualcosa, la metto io.
♦ In quanto al iperadattamento, sento una forte avversione nel confrontarmi o non
essere d’accordo con qualcuno e dirlo: quasi sempre sto zitto e concedo.
● Nelle discussioni o nei confronti, anche quando avevo ragione e potevo far valere
le mie idee, avevo paura di contraddire l’altro e arrivavo al punto di esprimere la
sua stessa idea.

3.3 Iperadattamento, comodità e rassegnazione

Dove non esistono linee di conine, non vi sono lotte di territorio. Senza
identità, rimane solamente spazio per l’adattamento che si può sopporta-
re grazie alla dimenticanza di sé, della persona pigra, e alla disconnessio-
ne dal proprio essere. Iperadattarsi all’ambiente implica la rinuncia di sé
e risulta più facile quanto minore è l’autoconsapevolezza che si possiede.
♦ Io sopporto qualsiasi cosa.
■ Sorridere e mascherare il malessere mostrando solo la mia maschera di “non suc-
cede niente, non ho bisogno di nulla”, sto bene.
■ Assoluto iperadattamento all’ambiente.

La pigrizia tende alla comodità che equivale ad adattamento, sicurezza,


tranquillità, assenza di conlitti, schemi prevedibili, accettazione di quello
che capita, abbandono di aspettative, allontanamento del cambiamento,
meccanismi ripetitivi... La comodità favorisce l’assopimento e il sonno. Il
cambiamento, come il risveglio, sarebbe un revulsivo che non si cerca.

● Amante della comodità.


● In deinitiva, quello che voglio dire con questo è che, succeda quel che succeda,
per me andrà sempre bene.
♦ Pigrizia nel cambiare: mai lasciare la strada vecchia per la nuova.

Senza un progetto di vita e senza attenzione ai propri impulsi e


necessità, rimane spazio solo per la rassegnazione. Si sopportano
302 Enneagramma delle passioni

le contrarietà invece di trasformare le cause che le originano. Ogni


cambiamento esige sforzo e superamento, ma sembra irraggiungibile
per il pigro perché egli non è disposto a pagare il prezzo dovuto. Se l’E9
si riiuta di intervenire nella storia, deve rassegnarsi a esserne la vittima.
♦ La vita come sopportazione.
■ Nel mio lavoro ho passato due anni senza esprimere neanche un solo lamento e
sopportando aggressioni e invasioni del mio spazio da parte di una collega della
stessa categoria professionale, che utilizzava qualunque tipo di umiliazione o
mancanza di considerazione verso la mia persona, pur di stare sempre al centro
dell’attenzione.
■ Tutto ciò che vorrei ottenere è così faticoso per me che ci rinuncio e mi rassegno
a non averlo.
● Vivevo con timore, accettavo le cose con rassegnazione, era la “Sua Volontà”.
.

3.4 Distrazione come sorta di “pilota automatico”


e mancanza di impegno

La perdita d’interiorità causata dalla pigrizia favorisce una vita rivolta


all’esterno e, pertanto, distratta e dispersiva. Lo zapping televisivo cor-
risponde all’immagine della distrazione: fare mille cose senza dedicarsi a
nessuna a fondo. La resistenza ad affrontare i compiti importanti trova
nella distrazione una risorsa adeguata che favorisce la tendenza a riman-
dare e all’estraniarsi.
● Mi costa anche concentrarmi, per esempio, su cose per le quali c’è bisogno di
prestare molta attenzione, come le letture complicate.
♦ Continuo guardando di qua e di là, ma siccome non vedo niente di tangibile che mi
dia sicurezza, non prendo posizione su niente.
■ La dimenticanza e la distrazione: mi intrattengo con qualunque cosa.
♦ Fare zapping con il telecomando.

Il comportamento del pigro si rifugia nel principio del pilota auto-


matico: meccanizza, cioè, tutte le operazioni possibili e si rifugia nelle
abitudini per risparmiare energia. In questo modo, diminuisce la sua at-
tenzione, si distrae più facilmente, mantiene il suo livello di comodità,
E9_L´enneagramma della pigrizia 303

assicura l’esercizio delle sue funzioni basilari e ostacola la presa di co-


scienza.
■ Il mio sovrappeso mi procura ormai dolori alle ginocchia e alla schiena, ma
nonostante questo non mi decido a cambiare le mie abitudini alimentari.
● Abitudinaria.
■ L’eccesso di attività, in me abituale è, frequentemente, un modo per distrarmi.

La distrazione, oltre a essere in relazione a comportamenti auto-


matici, indica mancanza di impegno. Senza connessione con la fonte
energetica dell’essere, la responsabilità perde sostanza. Tutto resta in su-
pericie. Manca l’impegno ad andare a fondo, non si impiega lo sforzo
richiesto o si rimanda a una migliore occasione.
■ Ma credo di essere un po’ svogliata nel fare qualcosa con impegno.
■ Nelle relazioni sentimentali, ma anche in quelle amichevoli, non mi sento mai
davvero coinvolta.
● Trovare una qualsiasi distrazione o occupazione esterne per distrarmi e far passare
quel momento in cui sapevo di dovermi impegnare per me.

3.5 Svalutazione, ostinazione e resistenza passiva

La dimenticanza di sé ha un’inluenza diretta sulla bassa autostima della


persona pigra. Non si attribuisce alcuna importanza, ha paura di non
essere all’altezza, si riconosce incapace, immagina di non avere niente
da apportare e condividere, trascura il suo aspetto isico e la sua salute,
svaluta il proprio lavoro... tutte conseguenze di una mancanza di radica-
mento nell’interiorità e del non avere ricevuto dimostrazioni di essere
importante per gli altri in dai primi anni della sua vita.

● Non sono abbastanza capace.


● Io non valgo abbastanza, pertanto non mi mostro, mi nascondo.
♦ Nei gruppi mi espongo poco per non far torti.
♦ Ricordo perfettamente quando sono diventata un 9. Sono stata lasciata da mia
madre naturale appena nata e, dopo aver trascorso dall’età di un mese a 3 anni e
8 mesi presso la mia balia, la cui numerosa famiglia era diventata ormai la mia (ho
saputo successivamente che hanno fatto di tutto per adottarmi scontrandosi con le
leggi di allora), sono dovuta ritornare in orfanotroio.
304 Enneagramma delle passioni

L’E9, partendo da una bassa autostima e dall’esperienza personale del


non avere contato abbastanza per il suo ambiente, non resiste al para-
gone con gli altri. Perde sempre perché gli altri sono migliori, valgono
di più e agiscono con maggiore eficacia. È sempre latente la paura di
essere inferiore. Concede priorità ai desideri altrui sui propri e si sente
colpevole di quella situazione.

● L’autostima sotto i piedi: mi stimo molto poco e credo sempre che gli altri valgano
più di me.
● Mettere sempre l’altro un gradino sopra di me.
♦ Pensare che gli altri siano migliori e che ciò che faccio io non vale niente, soprattutto
nel lavoro.

Il pigro, a dispetto della capacità estrema di adattamento, a volte entra in


contatto con la sua aggressività che non mostra direttamente per paura
del conlitto. Opta per una resistenza passiva, un’opposizione indiretta,
un silenzio opprimente che fa saltare gli equilibri. Si mostra ostinato, per-
tinace e testardo. Non dà alcun appiglio. Possiede una resistenza eroica.

● Aggressivi: se tiriamo fuori la nostra aggressività, lo facciamo attraverso l’ironia o in


modo molto indiretto. Mai direttamente.
● Capacità di resistere (grande forza isica e psichica).
■ Il mio ego riconobbe la sua forza nel resistere alle avversità e cercare soluzioni,
quale che fosse il limite.
■ Da un lato c’è la sensazione di dovere essere forte per resistere all’avversità e far
fronte al pericolo.

3.6 Donazione senza contropartita e lavoro

La tendenza fusionale e simbiotica dell’E9 lo spinge a darsi generosa-


mente agli altri e a perdersi nell’altro. Si tratta di un modo di guadagnare
esistenza e visibilità: vivere attraverso gli altri. Non vi è tanto la domanda
altrui quanto la propria anticipazione. Si trascurano le proprie necessità a
beneicio dei desideri degli altri.

● Se io non faccio qualcosa per l’altro, non esisto.


● Dare molto di più di quello che viene chiesto.
E9_L´enneagramma della pigrizia 305

● Economicamente o materialmente, sono poco generosa con me stessa e molto


con gli altri.

La generosità oceanica dell’E9, simbolizzata nel seno della tabaccaia


del ilm Amarcord di Fellini (1974) tende all’iperprotezione. Nelle rela-
zioni di coppia elimina la simmetria poiché la persona pigra è incapace
di ricevere. Senza consapevolezza di sé, si ignorano le proprie necessità.
Senza autostima si può prescindere dalle attenzioni altrui, perché non si
crede di meritarle e perché ingenerano il senso del debito.
■ Nelle relazioni più lunghe ho fatto il ruolo di madre, di sostegno, di nutrizione, di
appoggio, con atteggiamenti iperprotettivi verso il mio compagno e mettendomi
poco nella condizione di ammettere: “ho bisogno e ricevo”.
■ Non riesco mai a chiedere, ma solo a dare perché credo di non essere capace
di ricevere.
■ Ricevere mi fa sentire in debito con l’altro.

Il lavoro possiede due connotazioni: è una dimostrazione di at-


tenzione e cura per gli altri, e serve per distrarsi da se stesso a mo’ di
narcotico. Quando compie qualsiasi di queste due funzioni, o le due
contemporaneamente, il pigro rompe con l’immagine di negligenza che
tradizionalmente è unita alla sua passione. In quel caso, il lavoro non ten-
de alla realizzazione di sé o perino del compito stesso, bensì alla perdita
di sé e alla fusione con le necessità altrui.

● Sono arrivato a lavorare quasi quanto due persone, prima di chiedere a un’altra
collega di aiutarmi perché non riuscivo a fare tutto.
● Ho una capacità di lavoro incredibile. Non solo svolgevo il mio lavoro, ma anche
quello delle mie colleghe.
♦ Pensare che sono completamente necessaria, insostituibile e che nessuno lo fa
meglio di me.

3.7 Simbiosi e attenzione nei confronti degli altri

La caratteristica fusionale dell’E9 si nutre della dimenticanza di sé e


dell’empatia con gli altri. Stabilisce una relazione simbiotica che fa vivere
attraverso gli altri, ma non a loro spese come accade nelle relazioni pa-
rassitarie. Così la sua vita si riempie della vivacità degli altri. La fusione
306 Enneagramma delle passioni

e l’empatia sono messi al servizio dell’altro e implicano la perdita di sé.


♦ Sa istintivamente ciò che provano gli altri.
● Quando dovevo prendere qualche decisione, la prendevo sempre pensando a quello
che il mio compagno avrebbe voluto che io scegliessi.
■ Nella relazione esiste solo l’altro, non riesco ad avere una relazione in cui io mi
senta alla pari.

L’attenzione verso gli altri viene simbolizzata qui con l’immagine


dell’individuo mediato dal mito di Atlante: sulle sue spalle grava il peso
della famiglia, del partner, del lavoro con sforzo e stanchezza. La di-
sponibilità è totale quanto a dedizione e tempo, ma la bontà di questo
atteggiamento è ingannevole perché il prezzo che si paga rende più acuta
la perdita di se stessi.
● Disponibile 24 ore al giorno per tutti quelli che abbiano bisogno di me e mi
cerchino.
● Aiutare spassionatamente chi ha bisogno, ma che fatica!!
♦ D’altra parte, in famiglia, ho anche qualcosa della donna “mito di Atlante”, il fatto
di portare io tutto o quasi il peso della famiglia sulle spalle.
■ Nella mia ultima relazione d’amore ho trascorso 6 anni preoccupandomi solo ed
esclusivamente dei bisogni del mio compagno, in termini sia economici che isici.

Vivere attraverso un altro la propria vita, o quello che uno non osa
realizzare per se stesso, è un segno di pigrizia e di abbandono delle pro-
prie responsabilità. Manca la consistenza interiore per assumere le side
e si opta per soluzioni dipendenti. Si tratta dell’ultima possibilità per evi-
tare la perdita di sé, ma la persona pigra può restare in un conformismo
che ostacola il risveglio a una vita autentica.
♦ Riesce a mettersi al posto degli altri, talvolta al punto di dimenticarsi di ciò che
egli stesso desidera.
● Entrare in empatia con l’altro e sentire il suo dolore senza rendermi conto che
stavo contattando il mio.
♦ Il cercare di vivere attraverso la persona che amo o che ammiro per quello che
io non ho il coraggio di fare.
♦ Il cercare di vivere attraverso un’altra persona - il partner o la persona della
quale mi innamoro - quello che non oso vivere io stessa.
E9_L´enneagramma della pigrizia 307

RIPERCUSSIONE DELLA PIGRIZIA


NELL’AMBITO DELLE RELAZIONI

La passione della pigrizia

La passione dell’E9 è la pigrizia (e l’accidia). Si rileva con chiarezza


che si tratta della pigrizia di essere che si traduce nella disconnessione
dall’essere con la perdita di interiorità e la conseguente dimenticanza di
sé che implica il rimandare o negare le proprie necessità.
La pigrizia, oltre a riferirsi alla negligenza, alla disattenzione e al
ritardo, ha a che vedere con il tedio, la noia e la svogliatezza di vivere.
Questo è il suo nucleo più duro che implica inconsapevolezza, mancan-
za di interiorità e dimenticanza di sé.

● Ma considero che ciò che si è affacciato maggiormente durante la mia vita è stata
la totale e assoluta dimenticanza di me.
■ Io sento mia la caratteristica dell’accidia come pigrizia di vivere.

La vittima dell’accidia, del demone meridiano, crede nelle parole di


Huxley: ιil giorno fosse insopportabilmente lungo e che la vita fosse de-
solatamente vuotaκ (Huxley 1949, p. 32). Per evitare il vuoto, il pigro si
anestetizza ino al punto di domandarsi: ιDove sono stato io per 30 anni
della mia vita?κ. Farsi carico della sua vita gli crea panico.

● Fu la scoperta più sconvolgente: “Dove ero stato io per 30 anni della mia vita?”.
■ Ogni separazione gli crea uno stato di panico.

Ogni sottotipo vive al suo modo la passione della pigrizia. Il ses-


suale, con l’unione e la simbiosi con la persona amata. Il sociale, con la
partecipazione al gruppo. Il conservativo, con il desiderio e il consumo
intesi come sopravvivenza.

♦ Sessuale: Il cercare di vivere attraverso la persona che amo o che ammiro per
quello che io non ho il coraggio di fare.
● Sociale: Aiutare spassionatamente chi ha bisogno, ma che fatica!!
■ Conservativo: Dal punto di vista del mio sottotipo, le caratteristiche principali
308 Enneagramma delle passioni

della mia passione dominante sono il riiuto di soffrire e per questo vivo un
atteggiamento di distanza da me stessa, è come se non fossi la protagonista
della mia vita.

Le issazioni, chiamate colloquialmente idee folli, sono distorsioni


cognitive che alimentano e giustiicano la passione dominante, che risie-
de nel centro emozionale. L’E9 giustiica la sua pigrizia credendo di non
aver necessità e, pertanto, non deve soddisfarle; si dimentica di esse rico-
noscendo maggiore importanza a quelle che hanno gli altri; subordina la
sua esistenza all’unione fusionale con gli altri.
♦ Pensare che gli altri stiano al di sopra di me, e allora non oso fare niente.
● Se io non faccio qualcosa per l’altro, non esisto.
■ “Io non ho necessità.”

La passione dell’E9 come pigrizia di vivere si esprime in molti modi


che comportano la disconnessione con gli impulsi, come la rabbia o il
piacere, e con le necessità personali. Si opta per il vivere attraverso gli
altri, che sia il partner o il gruppo di amici.

♦ Anni fa ho partecipato a un corso sulla rabbia dove, dovendo esprimere la mia rab-
bia in vario modo, in un primo tempo riuscivo solo a piangere e alla ine del lavoro,
dopo averla tirata fuori ed espressa, avevo la sensazione che il collo fosse gonio e
che mi stesse per esplodere o che stavo per avere un ictus tanta era l’energia che
era deluita verso la gola.
● Esco coi miei amici e già non mi ricordo di tornare a casa. Mi perdo in loro e
rimango sempre ino a che non va via l’ultimo.
■ Non riesco mai a mettere i miei bisogni prima di quelli degli altri e spesso rinuncio
ai miei piaceri perché mi sento egoista.

I meccanismi di difesa pretendono di attenuare la consapevolezza


in tutti i suoi ambiti o di farla sparire. La narcosi, come modo di far
rimanere l’uomo meccanico nell’incoscienza e nel sonno, è il principale.
Anche la distrazione e la perdita del senso del limite e la simbiosi hanno
una grande importanza.

♦ Il rifugiarsi nel sonno.


● La distrazione è il meccanismo di difesa che utilizzo maggiormente per continuare
E9_L´enneagramma della pigrizia 309

a restare nel sonno.


■ La perdita del senso del limite e la simbiosi: starò sempre con te, in realtà io sono
te e quello che ti succede.

Il personaggio Ann Millaney nel ilm di Soderbergh (1989) Sesso, Bugie


e Videotape esprime il vuoto della vita e la dimenticanza di sé. La proiezione
all’esterno, la risposta agli stimoli esterni senza alcuna eco interna, le
continue distrazioni e occupazioni... sono ostacoli per impegnarsi a fondo,
compito che implica l’entrare dentro sé, entrare in contatto con gli impulsi
e le necessità e accettare la responsabilità del copione della propria vita.
In deinitiva, vincere la pigrizia di essere. In quel caso, l’azione smette di
essere meccanica per favorire lo sviluppo personale.
♦ Il guardare e il lasciarmi trasportare continuamente da quello che accade fuori
senza ricordarmene né tenermi in conto.
● Trovare una qualsiasi distrazione o occupazione esterna per distrarmi e far passare
quel momento in cui sapevo che dovevo impegnarmi per me.
■ Nella mia vita l’accidia è una pigrizia dell’essere.

RIPERCUSSIONI DELLA PIGRIZIA


NELLA RELAZIONE CON SE STESSI

Il dimenticarsi di sé rende impossibile qualsiasi relazione con se stessi.


Pensando che egli stesso possa interferire nell’ottenimento dell’amore,
si annulla per non rinunciare alla sua ricerca inconsapevole che conduce
alla frustrazione. Senza essere dediti al proprio essere, non vi può
essere percezione amorosa. Perciò impulsi, bisogni, desideri e progetti
che si sottovalutano e posticipano, accadono senza essere percepiti
dalla persona pigra perché non sa scoprirli nella sua vita. Senza quella
consapevolezza, non esiste interesse verso di sé, e si considerano nulle le
relazioni con se stessi...
♦ Dimenticanza di me stessa. Mi viene in mente continuamente la frase “non so”:
non so quello che voglio, non so se faccio bene....
● Le relazioni con me stessa, durante la mia vita sono state nulle.
■ La mia incapacità di preoccuparmi di me stessa mi ha portato a un totale
disinteresse verso la mia persona.
310 Enneagramma delle passioni

L’incoscienza di sé è oceanica. Solo una scossa spettacolare può risve-


gliare la consapevolezza, come succede ai protagonisti di due ilm: Ikiru
(Vivere) di Akira Kurosawa (1952) e La mia vita senza di me (My life wi-
thout me) di Isabel Coixet (2003) che ricevono una diagnosi medica di
cancro che lascia loro pochi mesi di vita. La testimonianza raccolta di
seguito è chiara: la malata che va dal medico dimentica, quando si trova
davanti a lui, il malessere isico che l’ha spinta a fare la visita. Il sopore
esistenziale della pigrizia è profondo. Senza consapevolezza di sé non
esiste un progetto personale di vita.

♦ Quando sono dinanzi al mio medico curante spesso non riesco a focalizzare o ricor-
dare i malesseri isici per cui sono andata da lui.
● I miei amici non mi domandavano mai come stavo o cosa mi sarebbe piaciuto fare.
● Sono molto incostante nelle scelte che faccio, non riesco nemmeno a inire il mio
corso di studi dopo 10 lunghi anni all’università perché non so ancora cosa voglio
fare della mia vita.
■ Quando ero universitaria mi trovavo in una forte crisi emozionale, ero molto depres-
sa, sola e soffrivo di insonnia per mesi. La mia più grande preoccupazione era che i
miei genitori non soffrissero per me, che non mi vedessero avendone già abbastanza
per conto loro. Dovevo far qualcosa, cercare una soluzione, ero incapace di riuscire a
portare avanti una vita normale e di assumere le mie responsabilità di studentessa.

RIPERCUSSIONI DELLA PIGRIZIA


NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI

L’ambito delle relazioni viene qui scomposto in due sottoambiti: a) l’a-


more, vissuto in coppia, e l’amicizia; b) il lavoro. In che modo si riper-
cuote la pigrizia in questi due sottoambiti?

Amore (coppia e amicizia)

La relazione affettiva e di amicizia dell’E9 è caratterizzata dalla sim-


biosi con la persona amata. La conquista dell’amore si accompagna alla
perdita di sé, poiché il pigro rimanda e nega le proprie necessità a causa
delle loro possibili interferenze nella relazione. Fugge da ogni conlitto
E9_L´enneagramma della pigrizia 311

e ricerca la pace come clima di mutuo intendimento. Questo progetto,


generoso ino all’estremo di non chiedere contropartita alcuna, presenta
gravi inconvenienti quali la perdita d’identità che rende impossibile l’al-
terità, mentre l’altro rimane da solo con se stesso; l’asimmetria ostacola
una relazione in termini di uguaglianza, poiché l’E9 si cancella a bene-
icio dell’altro. L’inattuabilità di un progetto comune causato dall’iper-
adattamento non permette di condividere alcunché poiché l’E9 rinuncia
alle proprie responsabilità e apporti.

■ Si ripete la mia tendenza a farmi carico dell’altro e a farmi da parte: dificoltà a


stabilire una relazione su un piano di uguaglianza.
● Una volta superato questo punto, e dedicando più tempo alla coppia, ne ero
assorbito dimenticandomi completamente di me.
♦ Quello che io sento non è importante, se è il contrario di quello che sente o dice
l’altro.
● Nell’ambito della coppia e dell’amicizia: mi costò molto avere un compagno
stabile. Questo signiicava rinunciare a molta gente.
■ Nella relazione esiste solo l’altro, non riesco ad avere una relazione in cui mi
senta alla pari.
● Nel rapporto di coppia: essere attenta a ogni cosa per far star bene lui, in poche
parole, mi identiico in una GEISHA.
■ Rimandare il piacere.

I meccanismi di relazione si ripercuotono su temi cruciali come la


stessa vita sessuale del compagno. La persona pigra la vive senza sod-
disfare le proprie necessità ignorando il desiderio, rinunciando all’or-
gasmo, posticipando il piacere e tacendo il suo dispiacere. Si mostra
dipendente dalla soddisfazione e dal piacere dell’altro, al cui benessere
subordina tutte le sue azioni e i suoi comportamenti. Le relazioni d’a-
more e d’amicizia vengono mantenute anche quando non hanno nessun
interesse per l’E9, per proteggere l’altro, afinché non soffra a causa della
separazione, per non arrecargli dolore. Soluzioni rese possibili solo dalla
dimenticanza di sé.

■ In tutto questo tempo non mi sono mai sentita appagata da questo rapporto,
ma non riuscivo a lasciarlo perché ero convinta che avesse bisogno di me.
● Nell’ambito della coppia e dell’amicizia: mantenere relazioni sessuali senza
312 Enneagramma delle passioni

averne nessuna voglia, stare malvolentieri in questa situazione e non dirlo.


♦ Nella relazione d’amore, ero sempre pronta a rimandare il piacere di stare insie-
me, mi accorgevo di non riuscire a sostenere l’intensità del sentire.
● A letto non importava se non raggiungevo l’orgasmo, l’importante era che lui
fosse stato bene; tutte le attenzioni erano per lui, sapevo cosa gli piaceva.
● Ricordo anche che volevo chiudere una relazione. Ma non potevo sopportare di
fargli del male, lui era molto innamorato. Preferii sopportare e rimanere con lui.

Lavoro

L’identiicazione con la ditta o col lavoro in se stesso nascono dalla


caratteristica della mancanza del senso del limite e dalla tendenza alla
simbiosi del pigro. L’attività che si svolge non ha tanta importanza in
sé quanto nei valori a essa collegati: donazione generosa, elusione dei
conlitti, compiacenza verso gli altri, anestetizzarsi per non entrare in
contatto con se stesso. Bisogna sottolineare anche altre caratteristiche,
quali la tendenza al rinvio, la pratica del boicottaggio passivo quando le
condizioni sono sfavorevoli, e una certa incapacità di lavorare in squadra
per evitare di sentirsi pressato.

♦ Rimandare la spedizione del consuntivo lavorativo del mese.


● Nel rapporto di lavoro: eficiente, instancabile, buona organizzatrice, ho gli occhi
che vedono a 360º.
● Nel lavoro la cosa prima è il lavoro. In questo modo, mi dimentico di me.
■ Nel lavoro sono quella che fa e risolve tutto o, se qualcuno ha più capacità, mi
ritiro o posso mettere in atto qualche boicottaggio subdolo, in modo passivo
quando mi aggrediscono.
■ Nel lavoro ho dificoltà a collaborare con gli altri, lavoro meglio da sola.

L’E9, nell’ambito lavorativo, può tollerare alcune scorrettezze nei suoi


confronti a causa della svalutazione di sé e della sua tendenza a evitare
qualunque conlitto che possa compromettere perino l’apparenza della
pace. La consacrazione al lavoro, eficiente e generosa, presenta anche le
sue ambivalenze: assunzione eccessiva di compiti per la dificoltà di condi-
viderli, comodità per il responsabile del lavoro che avrà meno conlitti del
solito, ambizione assente o contenuta nell’assumere funzioni di leader...
E9_L´enneagramma della pigrizia 313

● Sono arrivato a lavorare quasi quanto due persone, prima di chiedere a un’altra
collega di aiutarmi perché non riuscivo a fare tutto.
■ Nel mio lavoro ho passato due anni senza esprimere neanche un solo lamento
e sopportando aggressioni e invasioni del mio spazio da parte di una collega
della stessa categoria professionale, che utilizzava qualunque tipo di umiliazione o
mancanza di considerazione verso la mia persona, pur di stare sempre al centro
dell’attenzione.
● Io per il datore di lavoro ero una garanzia. Mai avuto problemi o denunce, cosa che
era abbastanza frequente con gli altri responsabili delle altre strutture.

Globale: amore (coppia e amicizia) e lavoro

La simbiosi, rinforzata dalla perdita del senso del limite e dalla do-
nazione generosa, è l’indicatore più elevato nelle relazioni con gli altri
(coppia, amicizia, lavoro). Si traduce in attenzione verso gli altri e impli-
ca la dimenticanza di sé, situazione questa che favorisce il rinvio che la
persona pigra mette in atto riguardo le proprie necessità. Il valore che
l’E9 dà alla pace alimenta la sua fuga ossessiva da ogni conlitto, che può
far evitare guerre inutili tanto quanto far irmare falsi armistizi. Il prezzo
personale che l’E9 paga per l’armonia arriva a essere troppo elevato,
poiché implica la perdita o disattenzione di sé.

RIPERCUSSIONI DELLA PIGRIZIA


NEL RAPPORTO CON I BENI MATERIALI
Nell’ambito delle relazioni con i beni materiali, sono stati presi in consi-
derazione due elementi di interesse che vengono analizzati come sotto-
ambiti: a) il denaro e la proprietà, e b) la natura e l’ecologia. Osservare le
ripercussioni che il pigro ha nei loro confronti non è un compito facile:
per il suo studio è stato predisposto un numero minore di unità concet-
tuali, non per questo meno signiicanti.

Denaro e proprietà
Nell’uso del denaro e della proprietà, l’E9 evidenzia elementi distintivi
caratterizzati dal senso di fusione, dalla dimenticanza di sé, dalla mancanza
314 Enneagramma delle passioni

del senso del limite e dall’attenzione per gli altri. Riconosce l’importanza
del denaro per la sicurezza che dà, ma non lavora per accumularlo. La sua
identiicazione con le cose gli genera dificoltà nel distaccarsi da esse, pur-
ché non sia a beneicio di un’altra persona perché considera che il deside-
rio altrui sia più importante del suo. Gli costa investire in attenzione verso
se stesso, poiché non è consapevole delle proprie necessità né della loro
importanza. La conluenza personale lo spinge a condividere ciò che è suo
anche se non accade l’inverso. È capace di rinunciare o non desiderare il
denaro, se implica responsabilità e complicazioni.

♦ Ho dificoltà a dare priorità agli acquisti che riguardano solo me, a creare in casa
degli spazi solo miei, a ritenere di dover decidere da sola del mio denaro.
♦ Gettare via cose vecchie che non servono più è per me un lavoro terribile, non ho
mai la sicurezza che nel futuro non mi possano servire.
● Io non potrei vivere alla giornata, devo sapere che sono coperta economicamente
per molto tempo.
● Quello che è mio è anche tuo.
■ Normalmente perdo denaro e mi distacco dalle cose con facilità; c’è un certo
disordine.
■ Col denaro non ho un buon rapporto, credo sia meglio averne poco, troppo denaro
crea solo problemi e responsabilità.

La scarsa importanza che la persona pigra attribuisce al denaro si


spiega come estensione della poca importanza che attribuisce a se stesso.
Se lo riceve, per esempio dai genitori o familiari, non gli piace, poiché
così si evidenzia che ha dei bisogni e che questi ricevono una consi-
derazione dovuta. Usa il denaro per compiacere gli altri come mezzo
per diventare visibile, per risolvere le differenze nei conti di un gruppo
aggiungendo a sue spese ciò che manca, per generare negli altri una di-
pendenza verso la sua persona trattandoli con generosità.

♦ Mi costa un sforzo terribile buttare via il cibo.


● Mi costava molto chiedere denaro ai miei genitori, e prendevo molto male il fatto
che mi pagassero gli studi.
● È il compleanno di qualcuno, ho solo quei soldi, la mia preoccupazione è fare bella
igura e pensare al regalo.
■ Non chiedo mai che si chiariscano o saldino i conti che non sono chiari; metto io
la differenza.
E9_L´enneagramma della pigrizia 315

■ La mia spinta esagerata verso il prossimo mi porta a essere generosa, ma in fondo


lo faccio perché voglio essere considerata indispensabile dagli altri.

Natura ed ecologia

La natura e l’ecologia rappresentano un ambito ideale di relazione


simbiotica che l’E9 apprezza in modo straordinario. Si fonde con esse e
perde consapevolezza dei propri limiti. Il sentimento che lo accompagna
favorisce la sua fusione in parte disperdendo la sua identità nell’ambien-
te, senza conlitti né compromessi che vadano oltre attenzione e pro-
tezione, senza che implichi l’assunzione di un obbligo. Immergersi nel
paesaggio ha anche un effetto narcotizzante poiché il pigro, in questo
contesto, si dimentica di tutto, perino di sé.
♦ Mi sento spesso più in relazione con la natura che con me stessa.
● In questo aspetto posso rimanere ore guardando la campagna, i suoi cambia-
menti di colore, di luce... e dimenticarmi completamente di tutto.
● C’è molto feeling tra me e la Terra: siamo un tutt’uno.
■ Con la natura ho un ottimo rapporto, ho sempre vissuto circondata dal verde e
con gli animali con i quali mi sento più a mio agio che con le persone, perché
meno impegnativi.
■ Nella relazione con la natura sono stato molto consapevole della necessità di
curarla, preservarla e proteggerla.
■ Credo di essere un po’ svogliata nel fare qualcosa con impegno.

La componente viscerale dell’E9 stimola la sua sintonia istintiva con


la natura. La sua identiicazione con essa si ordina per gradi in un ampio
ventaglio di atteggiamenti: dalla sofferenza infantile nel pestare l’erba
ino alla conversione in ecologista convinto che disprezza le aggressioni
verso l’ambiente o all’essere docente di educazione ambientale.
♦ Quando vado in un nuovo luogo, mi oriento istintivamente: so dov’è il mare, dove
nasce e muore il sole ecc...
● Ricordo che quando ero piccola soffrivo quando andavo in montagna e vedevo le
mie orme sull’erba. Pensavo a quanto stavano soffrendo quelle erbette che avevo
appena pestato.
■ Sono molto attenta alla questione del rispetto dell’ambiente, sono un’ecologista da
molti anni e da un po’ di tempo insegno educazione ambientale anche ai bambini
nelle scuole.
316 Enneagramma delle passioni

Globale: denaro e proprietà/natura ed ecologia

Fusione e generosità sono le due caratteristiche basilari della rela-


zione del pigro con le cose materiali. Fusione con una natura che rap-
presenta la perfezione, la bellezza e la pace. Generosità con gli altri nel
momento di condividere denaro e beni materiali. Due strade, forse, per
ottenere una visibilità, per la quale l’E9 lotta inconsciamente.

RIPERCUSSIONI DELLA PIGRIZIA NELLA RELAZIONE


CON DIO, CON IL DIVINO, IL TRASCENDENTE

Quest’ultimo ambito ha la sua particolarità. Ogni persona intervistata ha


potuto prendere una posizione personale davanti a Dio, al divino, al tra-
scendente. Le osservazioni non si focalizzano su una religione speciica o
su una determinata confessione.

a) Il concetto di Dio, afine alla personalità viscerale dell’E9, è


legato all’idea di energia e di forza amorosa. La pigrizia, come discon-
nessione dell’essere, richiede di proiettare nell’ideale divino il valore con-
trario al proprio vissuto. La dimenticanza di sé non può soffocare la
nostalgia di essere che esiste in ogni persona.

● Per me è come il motore che mette in moto tutta la nostra vita; in deinitiva quello
che ci fa sentire vivi.
● Più concretamente è un’energia che avvolge tutti e tutto.
● Ogni cosa ruota intorno a questa energia.
♦ Dopo un periodo di ateismo, superati i 20 anni, ho sentito che l’unica forza che
muoveva il mondo era l’amore.

b) L’energia di Dio, che ingloba tutta la realtà umana e materiale, è vis-


suta anche come intuizione e profumo, come magia ed essenza, come scin-
tilla divina e via di compassione, tutti aspetti collegati a relazioni simbiotiche.

■ Dio è presente da molto presto nella mia vita come un’intuizione di Essenza
paciicatrice e d’unità, come alone che tutto abbraccia, protegge e oltrepassa
E9_L´enneagramma della pigrizia 317

l’apparenza del caos.


■ Dio è un profumo, è la magia che trasmette l’ordine trascendente, è qualcosa di
inspiegabile ma fortemente sentito.
♦ Crescendo nel mio cammino spirituale, ora so di essere una scintilla divina tra
tutte le altre con la consapevolezza che la compassione è l’unica via.
● Non vedo Dio come colui che dall’alto punta il dito.

c) La posizione davanti a Dio contempla una grande varietà


di registri. Esiste l’attaccamento alla fede come tradizione familiare e
l’apertura alla capacità di dialogo, ma anche un processo personale che
deve schivare numerosi dubbi, dificoltà e ostacoli.

● Ma piuttosto Lo vedo come qualcuno pronto ad accoglierti a braccia aperte per


dialogare.
■ Il mio credere forse è più legato a una tradizione familiare piuttosto che a un
sentimento.
● Dubbi: nulla mi è chiaro.

Tre indicatori sintetizzano le relazioni con Dio, il divino, il trascen-


dente: la mancanza del senso del limite, la simbiosi e la disconnessione
dell’essere. I primi due possono essere sintetizzati nella citazione di San
Paolo nell’areòpago di Atene, quando, riferendosi a Dio, afferma che ιin
Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo κ (At 17,28). Ma il terzo mira agli
intoppi che la pigrizia presenta ostacolando la connessione con l’essere
profondo. La perdita di interiorità blocca la relazione con Dio. I modi di
farlo sono molti: fuga nel vuoto, incapacità di superare le realtà concrete,
dimenticanza di Dio come conseguenza della dimenticanza di sé, abban-
dono della responsabilità personale nella trascendenza.

■ Evito di contattare la mia parte più profonda, perché ho paura di trovare il vuoto.
■ Non riesco a vedere al di là di ciò che c’è, di ciò che è concreto.
♦ Poiché mi sono dimenticata di me, ho anche dimenticato il mio rapporto con il
divino, il trascendente.
● Mi viene molto bene aggrapparmi al divino per evitare di fermarmi a pensare.
● Poiché le cose cambiano, è più comodo dare la responsabilità a qualche essere
che è lontano, con il quale oltretutto non devo discutere.
● Davanti a situazioni un po’ complicate, per non dovere prendere una decisione,
le lascio nelle mani della divinità.
318 Enneagramma delle passioni

La relazione con il divino richiede un passo preliminare: il risveglio (Ser-


ra, 2010). Se l’E9 rimane assopito nell’incoscienza della sua meccanicità,
non c’è esperienza religiosa possibile. Il processo spirituale è lento e
passa sempre per il recupero della vita interiore. Corsi di tantra, medita-
zioni, letture spirituali sono mezzi per ristabilire la connessione con l’es-
sere profondo della persona pigra. Non bastano, ma almeno facilitano
l’esperienza. Più avanti, il superamento del tedio e della noia sono tappe
inevitabili per chi pretende di vincere l’accidia.

♦ Grazie alle esperienze dei corsi di tantra e alle meditazioni sto attivando sempre
di più la connessione con il mio sé profondo e con il tutto.
● Cercherò sempre la parte positiva aggrappandomi a quell’energia o quella divinità
che ci circonda.
■ Passare lungo tempo facendo letture su religioni e spiritualità.
Ora vivo in modo diverso. È come se in certi momenti riuscissi a divertirmi con Lui.

San Giovanni della Croce (1955) raggruppa l’invidia e l’accidia nello


stesso capitolo, dedicando alla seconda i tre quinti del capitolo. Utilizza
l’espressione accidia spirituale per indicare coloro che vivono ιil tedio
nelle cose che sono più spirituali e fuggono da esse annoiandosi negli
esercizi spirituali più elevati, anzi li evitanoκ (p. 775) e che pospongono
il cammino della perfezione al gusto e sapore della vita e della spiritualità
per paragonare Dio a sé e non ιse stessi a Dioκ (p. 776); e per respingere
la strada stretta della vita. In questa visione di San Giovanni, bisogna
notare il peso della pigrizia come accidia, come tedio del cuore, come
noia spirituale, espressioni tutte esse legate al demone meridiano della
vita (Grun, 1988, 2003a).

■ Non sono una persona profonda, spirituale.


● In passato vivevo un altro rapporto. Pensavo che tutto dipendesse dalla Sua
Volontà.
● La sottomissione: mettermi al di sotto degli altri per rispondere alle loro neces-
sità e dimenticare le mie.
■ Evito di contattare la mia parte più profonda, perché ho paura di trovare il vuoto.
INTERRELAZIONI
TRA LE PASSIONI
DOMINANTI
320 Enneagramma delle passioni

Inserisco qui l'analisi delle interrelazioni delle passioni dominanti. Avrei preferito che
figurassero alla fine dello studio di ogni enneatipo, ma la sua redazione doveva partire
dallo studio completo. Metto in relazione le categorie e le sottocategorie di ogni
passione dominante con tutte le altre.

Tavola 1:
Interrelazioni
delle passioni
dominanti

E1 E2 E3 E4 E5 E6 E7 E8 E9
E1- Ira - º
º º º º º º º
E2- Superbia × - º º º º º º º
E3- Vanità × × - º º º º º º
E4- Invidia × × × - º º º º º
E5- Avarizia × × × × - º º º º
E6- Paura × × × × × - º º º
E7- Gola × × × × × × - º º
E8- Lussuria × × × × × × × - º
E9- Pigrizia × × × × × × × × -

Parziale 8 7 6 5 4 3 2 1 0

Totale 36

Ritengo che non tutte le 36 interrelazioni abbiano la stessa importanza: vi sono


quelle con lateralmente i numeri contigui a ogni enneatipo (tav.1). Le relazioni di
flusso interno, cioè coi numeri uniti ai differenti enneatipi dalle linee (tav. 2).
Interrelazioni tra le passioni dominanti 321

Tavola 2:
Senso delle linee
interne o lusso
interno del circolo
dell'enneagramma

Pigrizia
9

Lussuria 8 1 Ira


Gola 7 2 Superbia

▶ ▶

Paura 6 ▶ 3 Vanità

Avarizia 5 4 Invidia

Naranjo (1993a) afferma che bisogna considerare ogni enneatipo, solamente per
quanto riguarda il campo delle passioni, «come un ibrido tra i contigui» (p. 20). Questo
criterio va soggetto a un'altra relazione importante: «Quella che si trovi in uno dei
vertici del triangolo centrale dell'enneagramma» (p. 20).All'interno dell'insieme globale
delle relazioni, affrontiamo anche la prospettiva del flusso interno, cioè delle frecce che
collegano i punti dell'enneagramma e che "corrispondono" a relazioni psicodinamiche
(p. 21), nonostante per Naranjo non risulti evidente, dall'enneagramma delle passioni,
riconoscere, «in ognuno di essi la presenza nascosta di quello che lo precede nel flusso»
(p. 21). Il fatto che esponga prima una passione dell'altra è puramente procedurale e
non ha rilevanza. La corrispondenza è biunivoca, cioè nei due sensi.
322 Enneagramma delle passioni

L'IRA (E1) E L'ORGOGLIO (E2)

Il perfezionismo dell’E1 e la falsa abbondanza dell’E2 trovano punti


di conluenza. Il senso di superiorità, dovuto al considerare se stesso
nell’ottica degli ideali, si avvicina alla superbia di chi gode delle sue ca-
pacità senza limiti. In entrambi i casi, vi è una negazione. L’E1 nega il
sostrato istintivo ed emozionale che interferisce con la sua concezione
di un mondo ideale. Si identiica con la luce e respinge l’ombra benché
sia capace di viverla di nascosto. La realtà, resistente e poco permeabile
a sogni infondati, costituisce un richiamo di fronte al quale l’iracondo
sperimenta opposizione e risentimento. L’E2 nega le sue necessità, che
rimangono nell’ombra. Rende parziale in questo modo la sua visione
della realtà. Qualsiasi barlume di limite o di frustrazione spinge l’orgo-
glio (E2) nella violenza dell’E8. C’è la paura del vuoto. L’ira cieca e la
superbia impediscono di vedere il fango che soggiace a ogni processo
di auto-gloriicazione. L’ira tende alla rigidità. L’orgoglio, invece, è più
adattabile grazie alla sua emozionalità. L’ira si assoggetta ai dettami di
un giudice interno. L’orgoglio, come strategia, alle aspettative di chi si
vuole conquistare. L’E1 cerca di avere ragione, così potrà essere amato.
L’E2 persegue la gloria, attraverso il dare, così potrà conquistare l’amore,
obiettivo inconsapevole del suo fare. L’ira e il risentimento hanno un
sostrato viscerale. L’orgoglio è emozionale. Entrambi possono esigere la
testa dei loro avversari. Si tratta del prezzo della ragione o della gloria. I
due espongono le loro relazioni partendo dal senso di superiorità, ognu-
no per motivi distinti, e pertanto rompono gli schemi della simmetria.
L’ira s’inorgoglisce dell’avere ragione e del suo perfezionismo. L’orgo-
glio si arrabbia se non riceve il riconoscimento che merita. I due manipo-
lano pur di ottenere la realizzazione dei loro desideri e della loro volontà.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 323

L'IRA (E1) E LA VANITÀ (E3)

La fenomenologia comportamentale dell’ira e della vanità, malgrado siano


passioni molto differenti, presenta molti punti in comune. Le due passioni
si identiicano con una maschera che, nel caso dell’E1, è di correttezza
e bontà, mentre nell’E3 ha una maggiore versatilità, poiché pretende di
adattarsi alle aspettative altrui. Ambedue perdono spontaneità. L’iracondo
agisce sulla base di impulsi dovuti alla formazione reattiva come
trasformazione di ciò che è inaccettabile, mentre il vanitoso subordina
il sentimento autentico a favore di quello adeguato come risultato della
sua inzione e inganno. Pertanto, in entrambi esiste un grande senso di
autocontrollo insieme a una disconnessione emozionale e viscerale.
L’eficacia, la competitività, il perfezionismo, la consacrazione, lo sforzo...
sono comuni a entrambi gli enneatipi. L’E1 si considera superiore all’E3
per le sue impostazioni morali e perché osserva nell’E3 la preponderanza
dell’immagine a discapito dell’essere. L’E3 crede che l’E1 sia poco adattabile
e meno brillante poiché trascura in qualche modo l’immagine. L’iracondo
ha iducia nella funzione di autocritica del suo giudice interno, mentre il
vanitoso si sottomette al verdetto inappellabile delle voci esterne da cui
dipende in modo eccessivo. L’E3 ricerca l’amore attraverso l’ammirazione,
con la quale nutre il suo ego a base di successo, attrazione, prestigio e
riconoscimento. L’E1, invece, concilia il suo perfezionismo con la necessità
di avere ragione e di essere nel giusto come garanzia per ricevere amore.
Di fronte alla rigidità dell’iracondo si sottolinea l’adattabilità del vanitoso,
che può assumere varietà di copioni e di ruoli in funzione dell’ambiente e
delle aspettative altrui. Ambedue sono attivi. L’E1 agisce in funzione del
miglioramento e del perfezionismo, l’E3 in quanto mezzo di conquista e
per l’ottenimento di successo. Adeguarsi alle norme o alle aspettative altrui
implica perdita di interiorità.
324 Enneagramma delle passioni

L'IRA (E1) E L'INVIDIA (E4)

L’ira si collega con l’invidia, specialmente nei momenti in cui l’E1 si


sente più depresso. Quando la sua ricerca di perfezione si scontra con
una realtà resistente, l’iracondo prende consapevolezza delle sue carenze
e si perde nella confusione dei sentimenti. La perfezione è vista, allora,
dalla prospettiva dell’insuficienza. Per questo invidia ciò che gli manca,
quello che assicurerebbe la sua pienezza, e la sua ira adotta il copione di
vittima. L’E4 osserva la perfezione dalla prospettiva della perdita e della
nostalgia. Se contempla la sua realtà come suficiente per essere felice,
espressione emozionale dell’accontentarsi, disattiva l’invidia. Il paragone
nutre il suo senso di inferiorità e trasforma la sua ira in un vissuto maso-
chista del dolore e della sofferenza. L’autocritica dell’E1 e l’introiezione
dell’E4 rendono confusi impulsi e bisogni. In ambedue vi è un fondo
ideale nei propri progetti esistenziali che impedisce loro di vivere la re-
altà della vita. Se l’iracondo perde i suoi obiettivi di riferimento, si perde
nelle emozioni e cade nella depressione. Se avesse lessibilità, si potrebbe
adattare, ma la sua rigidità gli provoca rottura. L’invidioso, se riuscisse ad
accontentarsi di quello che ha e a non fare confronti, non sarebbe schia-
vo delle sue emozioni né avrebbe il bisogno di sentirsi speciale. L’E1
contempla la realtà da un punto di vista ideale e perciò si sente superiore
agli altri, che valuta con il metro delle sue insuficienze e limiti. L’E4
lotta per l’ideale a partire dal senso di perdita e dalla carenza e, a causa di
ciò, si sente inferiore e danneggia la sua auto-immagine. Entrambi cerca-
no una giustiicazione: l’iracondo attraverso l’avere ragione e l’essere nel
vero, e l’invidioso attraverso il perdere ogni riferimento obiettivo senten-
dosi speciale. L’invidia alimenta il risentimento dell’E1. L’ira, espressa o
contenuta, rovesciata su sé o sugli altri, rende concreta l’invidia dell’E4.
Due caratteri con la tendenza a soffrire.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 325

L'IRA (E1) E L'AVARIZIA (E5)

L’E1 affronta il vuoto, inconsapevolmente, come una mancanza di


perfezione. Accecato dall’ira, lo combatte e mette in gioco le sue
energie per fuggire verso un ideale che si allontana dalla realtà. L’E5
percepisce il vuoto come una situazione abissale, che desidera risolvere
grazie all’accumulare. In entrambi gli enneatipi esistono meccanismi di
trattenimento per evitare perdite, intese sia come allontanamento dalla
pienezza sia come maggiore sensazione di vuoto. La perdita nell’E1
stimola l’ira, mentre nell’E5 incoraggia l’avarizia. L’iracondo alimenta
la sua passione con l’opporsi alla realtà che non accetta e che cerca di
trasformare secondo i suoi canoni ideali e le sue norme introiettate.
Proietta questa lotta anche su di sé, proibendosi sentimenti e istinti.
L’avaro ha problemi con l’azione e la realtà perché le osserva dalla torre
di vedetta della sua mente, a causa della sua ipertroia mentale. In questo
modo, anche lui si allontana da sentimenti e istinti che vive come in
compartimenti stagni. Se l’E1 è un enneatipo di azione, l’E5 si reclude
nella caverna del suo pensiero. La vitalità viscerale dell’E1 contrasta con
l’immagine senza energia e inattiva dell’E5. Le reazioni rapide e istintive
dell’iracondo, malgrado siano controllate dal suo meccanismo di difesa,
differiscono dalla lentezza e dalla calma dell’avaro. L’E5 si mostra più
autonomo nell’uso delle proprie risorse, mentre l’E1 si assoggetta con
maggiore facilità alle norme e regole che governano la sua vita. Entrambi
gli enneatipi sperimentano un senso di superiorità: l’E1 perché si valuta
in funzione dei suoi ideali e della correttezza del suo comportamento,
mentre l’E5 lo fa in funzione delle conoscenze che possiede. L’E1 vive
la ragione in funzione di averla come giustiicazione di sé, e l’E5 come
mezzo di sapere e di sviluppo personale.
326 Enneagramma delle passioni

L'IRA (E1) E LA PAURA (E6)

L’iracondo trova la sicurezza nelle costruzioni mentali di un mondo ide-


ale che s’incrina man mano che scende verso il terreno della realtà, e che
si trasforma in sforzo per il suo miglioramento. Il pauroso parte dall’insi-
curezza, come atteggiamento permanente, che lo spinge a cercare alcuni
fondamenti di autorità che gli risolvano l’angoscia di non avere un ap-
poggio stabile. Perciò, entrambi gli enneatipi sono coraggiosi e mettono
in disparte emozioni e istinti non appena interferiscono nei loro compiti.
Tanto l’E1 come l’E6 attribuiscono valore alle norme e alle regole. Il
primo, in funzione della correttezza, poiché in questo modo giustiica e
alimenta il suo desiderio di avere ragione. Il secondo, in funzione della
sicurezza perché così diminuisce la sensazione di dubbio e di paura. Agi-
re secondo propri criteri sarebbe troppo pericoloso e non si avrebbe mai
la certezza di fare la cosa giusta. La realtà provoca opposizione nell’E1
e per questo motivo vuole modiicarla, mentre l’E6, come enneatipo
mentale, prova paura nel perdere il suo contatto con essa. L’E1 nega le
sue necessità per rispondere alle voci del giudice interno o le soddisfa
in modo nascosto per l’incapacità di resistere all’attrazione del proibito.
L’E6 agisce in modo diverso rispetto alle sue necessità e agli attributi
che respinge da sé proiettandoli sugli altri. Perciò, difida e diventa so-
spettoso. L’ira acceca e mette in pericolo la ragionevolezza del compor-
tamento, mentre la paura paralizza e si astiene soprattutto dal compiere
un’azione che sarebbe risanatrice in caso di rischio. L’ira sente la paura di
non stare nella perfezione. La paura si arrabbia quando si vede coinvolta
in una sida, se non si è un sottotipo controfobico. Ambedue attribuisco-
no valore al controllo e alla sicurezza. L’E1 può uccidere e uccidersi per
difendere i propri ideali. L’E6 può dare la vita per essi, ma ucciderebbe
solo se spinto da una paura estrema.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 327

L'IRA (E1) E LA GOLA (E7)

L’incorporazione di un’ottica piacevole della vita segna il cammino verso


la via dionisiaca del risanamento per l’iracondo che vive in un conlitto
permanente tra il dovere e il piacere, sempre a scapito di quest’ultimo.
La mancanza di piacere e l’adeguamento del comportamento ai rigidi
canoni del giudice interno alimentano l’ira soffocata. Il desiderio edonista
non sparisce, ma s’immerge nei substrati profondi della personalità.
L’ira è una gola negata. La gola, invece, è l’altra faccia della medaglia.
Implica la negazione dell’ira, l’incapacità di resistere ai richiami piacevoli,
l’impossibilità di affrontare il dolore. L’E1 ricerca il controllo per paura
dei suoi impulsi, il cui esercizio minaccerebbe la sua correttezza. L’E7
ha paura di non liberare i suoi impulsi, perché è incapace di percepire
il dolore frustrandoli. Le contrapposizioni dell’ira e della gola risultano
evidenti. L’una è viscerale, rigida e autocritica; la gola è mentale,
irresponsabile e autoindulgente. L’ira ricerca l’autorità della norma,
controlla gli istinti e si sforza di contenere se stessa e gli altri. La gola
prescinde dall’autorità, dà sfogo ai suoi stimoli e non teme di tendere
trappole nelle sue relazioni. Il goloso cancella l’ombra dalla realtà, perciò
prescinde dal vuoto. L’iracondo fugge dal suo vuoto ς e pertanto da
se stesso ς proiettando la pienezza nella ricchezza dei suoi ideali. L’E1
si sente superiore, sentimento che si trasforma in narcisismo nell’E7.
L’iracondo s’identiica coi suoi valori etici, posizione che lo esalta e lo
situa al di sopra degli altri. Il goloso gioca sulla cresta dell’onda grazie
alla padronanza della parola e alla sua capacità di intellettualizzare i suoi
vissuti. Nel primo, prevale la ragione come giustiicazione viscerale; nel
secondo, l’abilità del ragionamento che apre nuovi orizzonti alle sue
brame e al desiderio di piacere.
328 Enneagramma delle passioni

L'IRA (E1) E LA LUSSURIA (E8)

Queste due passioni corrispondono a enneatipi viscerali che risolvono in


maniera contrapposta gli stessi problemi di fondo che li scuotono, come
l’ira e la sessualità. L’E1 controlla la sua ira e la reprime poiché agisce
nei suoi confronti partendo dalla sua formazione reattiva. Si tratta di un
impulso che minaccia la sua correttezza e la sua idea di perfezionismo.
Pertanto, deve controllarlo e dominarlo. L’E8, invece, esprime la sua ira
senza contenimento né senso di colpa. Non ha paura con essa di ferire
gli altri, perché inconsciamente possiede un carattere difensivo. Appare
come un duro violento e aggressivo. Di fronte alla sessualità, l’iracondo
sperimenta proibizione e tabù. Le voci del suo giudice interno o delle
norme morali entrano in conlitto col desiderio di vivere i suoi impulsi
sessuali, cosa che fa aumentare la sua ira e la sua frustrazione. Tali im-
pulsi saranno vitali solamente nella clandestinità. L’E8 trasforma i suoi
desideri in imperativi e non teme di vivere la sessualità in modo intenso
ed eccessivo. Non esiste criterio morale che glielo impedisca. Non esi-
ste sottomissione a regole esterne. Il sesso è piacere ma anche potere,
dominio e sfruttamento degli altri, tutti temi molto vicini al lussurioso.
Nell’E1, la lussuria non soddisfatta aumenta il suo senso di perfezione,
ma accentua la sua ira per la frustrazione degli impulsi. Nell’E8, l’ira
alimenta la forza dell’impulso lussurioso come mezzo di possesso e di
sadismo. Entrambi gli enneatipi si sentono superiori, malgrado la vul-
nerabilità che nascondono dietro la correttezza o la forza. L’E1 emerge
per i suoi ideali e valori morali, mentre l’E8 per la capacità di imporre le
sue regole e la sua volontà agli altri. L’iracondo ricerca il riconoscimento
altrui mentre il lussurioso ne prescinde completamente. L’ira dell’E1 si
oppone alla realtà. La lussuria dell’E8 la spreme in modo tale da dimen-
ticarsi degli ideali.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 329

L'IRA (E1) E LA PIGRIZIA (E9)

L’E1 e l’E9 sono enneatipi viscerali. L’iracondo vive l’aggressività e la


rabbia dalla prospettiva del controllo, il trattenimento e la negazione. Il
pigro si distacca del suo centro viscerale e si dimentica di sé. Il primo
si dà valore in funzione dei suoi ideali e il suo giudice interno gli gene-
ra insoddisfazione e risentimento. Il secondo si sottovaluta e tende alla
comodità. Ambedue non hanno una visione interna, perché l’ira acceca
e la pigrizia addormenta. Più è attiva la loro passione dominante tanto
più diminuiscono i loro spazi di consapevolezza. I due posticipano le
loro decisioni. L’E1 a causa del suo perfezionismo, perché non dispone
mai di tutti i dati o della situazione ideale per decidere senza sbagliarsi,
l’errore lo frena. L’E9, a causa della sua perdita di interiorità e della sua
disconnessione con i desideri. La pigrizia di mettersi in movimento im-
pedisce di decidere ed eseguire, se è il caso, quello che ha deciso. L’ira-
condo pretende di adattare il mondo e il suo ambiente ai suoi ideali ed
esigenze etiche. Pertanto, desidera controllare il mondo e il suo ambien-
te, e si sforza per modiicarlo. Il pigro si adatta a esso e si rassegna alla
realtà che lo avvolge. Come enneatipi viscerali, offrono resistenza alla
vita interna perché ignorano il vuoto, parola che appare solo due volte
nelle sei interviste. Svegliarsi è un compito per tutti, ma ancora di più per
l’iracondo e il pigro. L’E9 fugge dai conlitti, mentre l’E1 cresce in essi.
In uno, il conlitto esterno minaccia la pace; nell’altro, giustiica l’ira. Il
pigro convive con il caos e il disordine, mentre l’iracondo li immerge nei
suoi livelli repressi dissimulando la loro esistenza con un’apparenza di
correttezza. Quanto più intensa è la luce che riceve un oggetto tanto più
deinite sono le ombre che proietta.
330 Enneagramma delle passioni

LA SUPERBIA (E2) E LA VANITÀ (E3)

L’enneagramma recupera la divisione tradizionale tra superbia e vanità.


Sono due passioni molto simili, ma non identiche. Entrambe si nutrono
della gloria, l’E2 possedendola come espressione della sua falsa abbon-
danza, l’E3 desiderandola come riconoscimento del suo valore. L’orgo-
glioso non sente il vuoto perché, disconnesso dai suoi bisogni, diventa
inconsapevole delle sue carenze. L’E3 ha paura del vuoto perché giusta-
mente la vanità è un gioco di apparenze (isiche, sociali o personali) che
non riesce a colmare il buco dell’essere nel quale vive. L’E2 ha bisogno
degli altri per stare al di sopra di essi. L’E3, senza gli altri non esisterebbe
perché l’immagine e il successo sono realtà eteronome, dipendono dallo
sguardo degli altri. I due sono emozionali, ma l’orgoglioso si avvicina
all’istrionismo mentre il vanitoso si distacca dai suoi sentimenti perché
possono interferire nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Il calore di uno
contrasta con la freddezza dell’altro a dispetto delle apparenze che mo-
stra. L’E2 ricerca l’amore attraverso la seduzione e la donazione manipo-
latrice. L’E3 si inganna con surrogati, sostituendolo con l’ammirazione.
L’orgoglioso, distaccandosi dalle sue necessità, vive nella periferia del
suo essere. Il vanitoso si identiica con le apparenze e perde così l’essen-
za della vita. Ambedue si rivolgono all’esterno, da dove traggono le ener-
gie che alimentano le loro necessità egoiche. Esistono perché piacciono.
Non soddisfano i loro bisogni in maniera autonoma, ma restano nelle
mani degli altri. La ricerca affettiva soggiace alle preoccupazioni di questi
due enneatipi: essi però, vincolandola all’inganno attraverso la manipola-
zione o il successo come mezzi per ottenere l’amore, se ne privano o la
falsiicano. L’orgoglioso vuole una gloria che rimanga. Il vanitoso teme
la sua fugacità.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 331

10

LA SUPERBIA (E2) E L'INVIDIA (E4)

La superbia e l’invidia si contrappongono fornendo risposte contrastanti


al metodo del paragone. All’E2 serve per esaltarsi ponendosi al di sopra
degli altri, all’E4 per accentuare le sue carenze e sottovalutarsi. Questi
due enneatipi sono le due facce della stessa medaglia. Un cammino di ri-
sanamento passa attraverso l’esplorare la faccia opposta, in special modo
per l’orgoglioso. L’E2, muovendosi dal punto di vista della issazione
della sua falsa abbondanza, sente la pienezza ed è inconsapevole delle
sue necessità e vive con allegria. L’E4, mosso dalla sua issazione di falsa
carenza, sperimenta il vuoto, percepisce acutamente le sue necessità e
vive nel dolore. Il superbo, consapevole della sua grandezza, sottovaluta
i deliri emozionali dell’E4, mentre questo invidia e si risente del senti-
mento di superiorità dell’orgoglioso. Entrambi gli enneatipi combinano
abbondanze e carenze, qualità e difetti, ma dimenticano una parte della
loro realtà. Recuperare la visione completa potrebbe condurre all’umiltà
per l’E2 e al sentirsi soddisfatto per l’E4. L’orgoglioso desidera nascon-
dere la sua invidia e gli piace sentirsi invidiato grazie alla sua situazione
di privilegio. L’invidioso pretende di sentirsi orgoglioso di sé conside-
randosi speciale e diverso da tutti gli altri. Le due passioni dominanti si
alimentano a vicenda. Entrambi gli enneatipi manipolano gli altri. L’E2
attraverso la sua generosità, donazione e comportamento seduttivo cerca
di generare negli altri dipendenza verso di lui. L’E4, attraverso la soffe-
renza, il suo considerarsi vittima e la sua emozionalità, cerca l’attenzione
altrui e alcune relazioni di dipendenza e di attaccamento. Per l’E2 domi-
nare gli altri giustiica il senso della propria abbondanza e per l’E4 risolve
la sua carenza, ma altresì li minaccia: al primo limitandolo e al secondo
normalizzandolo in alcune relazioni paritetiche, senza vittimismi sterili.
332 Enneagramma delle passioni

11

LA SUPERBIA (E2) E L'AVARIZIA (E5)

Tra superbia e avarizia esistono forti contrasti, ma anche alcuni punti in


comune. L’E2 parte dal presupposto di una falsa abbondanza che stimo-
la il suo senso di generosità e donazione. Ha così tanto che può dare a
tutti. Il suo problema consiste nel ricevere, perché così si evidenzia il suo
bisogno represso. L’E5 sente il vuoto al punto tale da dover accumulare
per soddisfare la sua voracità abissale. Teme il donare perché questo mi-
naccia la sua sicurezza di avere abbastanza per sé, e cerca di trattenere.
La superbia ha bisogno degli altri per emergere e ricevere dimostrazioni
di appagamento che colmino le sue ansie di gloria. L’avarizia teme gli
altri e si isola, perché possono mettere in pericolo la sua intimità e i suoi
averi che conserva gelosamente nel suo rifugio. L’E2 mostra ipertroia
emozionale da cui il suo istrionismo, mentre l’E5 evidenzia ipertroia
mentale da cui il suo isolamento e la ricerca nel mondo delle idee. Sentire
e pensare, come due modi di vivere l’esistenza. Le inquietudini intellettu-
ali dell’E5 contrastano con gli interessi emozionali dell’E2. Gli altri non
possono vivere senza l’orgoglioso, poiché risponde alle loro necessità e
mostra loro protezione. L’avaro non può vivere con gli altri, motivo per
cui si allontana e difida: preferisce cavarsela da solo. L’E5 difende la
sua autonomia mentre l’E2 si vincola alla stima degli altri e mantiene la
sua superiorità generando relazioni di dipendenza. I due si sentono su-
periori: l’E2 per la sua falsa abbondanza con cui può soddisfare gli altri,
e l’E5 per la qualità della sua conoscenza grazie alla quale li osserva e li
controlla. L’orgoglioso vuole sedurre per sentire l’amore, mentre l’avaro
cerca di risvegliare ammirazione per la novità e qualità delle sue idee che
gli danno motivo di insuperbirsi. L’E5 riempie il suo vuoto con idee e
l’E2 non lo sente a causa della forza delle sue emozioni.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 333

12

LA SUPERBIA (E2) E LA PAURA (E6)

Questi due enneatipi giocano in modo diverso con i loro limiti. L’E2 non
ha consapevolezza dei limiti e ne prova paura, perché minaccerebbero
il suo senso d’indipendenza e la sua convinzione di falsa abbondanza.
L’E6 è cosciente dei limiti e sente la paura di trasgredirli, per cui accentua
i suoi meccanismi di controllo. L’orgoglioso crede di essere una persona
adorabile e si autogloriica mediante un’immagine idealizzata di se stesso.
Nonostante ciò, a tutto soggiace pur in maniera inconsapevole, la paura
di non essere amato o di essere abbandonato. Sono le voci zittite del
suo bambino interiore. Il pauroso sperimenta sentimenti di incapacità
che giustiicano la sua vigliaccheria, la sua paura del rischio e i suoi
meccanismi dell’incolparsi. È latente la paura di amare perché implica
abbandono ed è frenato dall’insicurezza. L’E2 si mostra indipendente,
ama la libertà e non ha paura a esercitarla, e nasconde atteggiamenti
dipendenti avendo bisogno dell’applauso e dell’affetto degli altri. L’E6
teme la libertà perché può condurre all’errore, si assoggetta all’autorità,
sia obbedendole sia ribellandosi a essa, e gli costa affrontare il rischio.
L’E2 privilegia la sua emozionalità a scapito del suo centro mentale,
mentre l’E6 si perde nei meandri del ragionamento che frena i suoi
impulsi emozionali e istintivi. L’orgoglioso reprime le sue necessità e
la propria ombra, perché distruggerebbero la sua immagine di falsa
abbondanza e di luce splendente. Il pauroso proietta sugli altri le sue
paure come modalità per allontanarsi da loro e giustiicare la sua siducia
di base. L’E6 teme il futuro e mostra preoccupazione e angoscia a causa
della propria dinamica legata alla paura, mentre l’E2 adotta atteggiamenti
ottimisti e appare come un carattere allegro e seduttivo a causa della sua
convinzione di godere di abbondanza e pienezza.
334 Enneagramma delle passioni

13

LA SUPERBIA (E2) E LA GOLA (E7)

La visione parziale di se stessi caratterizza gli enneatipi dominati da


superbia e gola. Si crea una zona di ombra nella quale l’E2 colloca la
consapevolezza delle sue necessità personali, soffocate e trasformate,
e l’E7 colloca l’esperienza del dolore e della sofferenza che evita a ogni
costo. Questa eclissi parziale permette all’orgoglioso di focalizzarsi
sull’amore e la gloria senza alcuna contropartita umana. Il goloso si
focalizza sul piacere e sulla fantasia, ricercadole compulsivamente. La
superbia ha radici emozionali che l’allontanano dalla mente, mentre la
gola, grazie alle arguzie mentali, intellettualizza l’esistenza cancellandone
ogni avvenimento doloroso e distanziandosi dalle emozioni. L’E2 nuota
in una falsa abbondanza, che l’ostacola nell’essere consapevole delle
sue carenze e bisogni. L’E7 usa la fantasia anticipando piacevolmente
il futuro e fuggendo dalla sofferenza quotidiana. Rinunciare al dolore
colloca nella supericialità. Entrambi gli enneatipi sono seduttivi. L’E2
vuole conquistare gli altri per ottenere amore e gloria. L’E7 invece
pretende con la seduzione, basata sulla sua facilità di parola e sull’inganno
delle relazioni sociali, di confermare il suo narcisismo autoindulgente. La
superbia è golosa perché vuole godere sempre di più ed ottenere nuovi
stimoli che confermino la sua posizione di privilegio. La gola, a furia
di godere di tutti i piaceri possibili, degusta la convinzione di essere al
di sopra degli altri e si insuperbisce. L’E7 si ribella davanti all’autorità,
vista come limite al piacere dei suoi impulsi, mentre l’E2 perde di vista
i limiti a causa del suo senso di grandezza. L’uno e l’altro, nonostante
tutto, sono caratteri allegri e manipolativi: l’E2 nasconde la paura di non
essere amato o di essere abbandonato, l’E7, la paura verso il dolore e la
sofferenza.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 335

14

LA SUPERBIA (E2) E LA LUSSURIA (E8)

Le passioni dominanti dell’E2 e dell’E8 sono unite da lacci robusti. La


superbia, a causa della perdita dei limiti, può sfociare nell’eccesso e nella
soddisfazione sessuale dell’E8, sia come attenzione ai propri bisogni
soffocati sia come via per sedurre amorevolmente l’altro. Il sesso si
trasforma così in moneta di scambio. La lussuria, a causa della compiacenza
di istinti e passioni, si tramuta in orgoglio, in dominio sull’altro, in esercizio
di potere e in sfruttamento. Per l’E2, l’eccesso ed il sesso si pongono al
servizio dell’amore. Per l’E8, che segue una dinamica inversa, l’amore è
strumentale. In entrambi i casi la visceralità e l’emozionalità contrastano.
La prima è dura, violenta, aggressiva, intensa, poderosa. La seconda
possiede proili buoni, sensibili, seducenti, dipendenti dalle aspettative
altrui. Le due passioni evidenziano meccanismi di occultamento. Per
l’orgoglio, i bisogni sono repressi. Per la lussuria, la tenerezza e la ferita
affettiva si nascondono dietro un’armatura di insensibilità e protezione.
Le due sono vulnerabili, ma si proteggono attraverso un’immagine di
falsa abbondanza o di un proprio potere esercitato senza considerazioni
né scrupoli. L’interrelazione tra le due passioni, come realtà duale,
presenta per l’E8 una via di opportunità quando il suo desiderio di potere
e il suo eccesso si mettono al servizio degli altri, come fa l’E2. Invece,
questo enneatipo, quando non vede soddisfatte le sue domande affettive,
reagisce come il lussurioso diventando aggressivo e violento. La lussuria
strappa il piacere dall’analgesia e dalla mancanza di considerazione
altrui. La superbia manipola sottilmente l’affetto per sfociare nel potere.
L’orgoglio ha bisogno degli altri, benchè poi li distrugga. La lussuria
taglia la testa agli altri, benché abbia bisogno di loro. In entrambe esistono
potere e superiorità.
336 Enneagramma delle passioni

15

LA SUPERBIA (E2) E LA PIGRIZIA (E9)

La donazione generosa dell’orgoglioso presenta una grande somiglianza


con la cedevolezza affettiva del pigro, che si arrende senza ricevere con-
tropartita. Entrambi gli enneatipi cadono nella dimenticanza che serve
a incrementare la loro forza passionale. L’E2, dimenticandosi delle sue
necessità, si allontana dalle proprie carenze e, così, getta le fondamenta
del suo orgoglio. In questo modo nasconde i suoi bisogni e li soddisfa
in forma inconsapevole e manipolativa. L’E9 si dimentica di se stesso
come requisito per la ricerca dell’amore, poiché la sua valutazione po-
trebbe interferirvi. Si dimentica di sé per attirare l’altro a sé, col rischio
di perdere tutti e due. Il pigro, nella fusione con l’altro, sfuma i suoi limiti
personali. L’orgoglioso, conquistando l’altro, cancella qualsiasi limite al
suo ardore di amore e gloria. Le due passioni si contrappongono rispetto
all’immagine che hanno di sé. L’E2 gode di un’immagine idealizzata che
alimenta i suoi desideri di autogloriicazione e i suoi bisogni affettivi,
mai espliciti. L’E9 vive nella sottovalutazione, si rassegna e si adatta agli
altri. Nel soddisfare gli altri, a causa della sua conluenza, si prende cura
di se stesso. L’E2 non tollera il conlitto perché nessuno può imporre
un valore superiore alla stima che ha di sé, mentre l’E9 li evita perché
minano i suoi desideri di pace e armonia. Il pigro, essendo un carattere
viscerale, vive distaccato dei suoi istinti che soddisfa solo in poche oc-
casioni. L’orgoglioso utilizza i suoi istinti per soddisfare le sue domande
affettive o emozionali. L’adattamento dell’E2 è una moneta di scambio
per ottenere amore. L’iper-adattamento dell’E9 è il prezzo da pagare per
evitare conlitti e vivere comodamente. La superbia è pigra non appena
implica la perdita di interiorità, mentre la pigrizia è orgogliosa quando
s’identiica con la grandezza dell’altro.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 337

16

LA VANITÀ (E3) E L'INVIDIA (E4)

Queste due passioni corrispondono a enneatipi emozionali. Risolvono


in maniera diversa il loro conlitto con il vuoto. L’E3 coprendolo con
le apparenze e ingannandosi tramite l’immagine. L’E4 partendo dal
dolore della sua esperienza e dal senso di carenza. L’E4 si guarda allo
specchio del vanitoso e invidia il suo splendore, invece quest’ultimo
si allontana dai sentimenti dell’invidioso perché interferiscono con la
sua ansia di successo ed eficacia. Ambedue, comunque, vivono nel
paragone. Il vanitoso è stimolato dalla sua competitività, perché vede
nell’altro una minaccia alla sua ricerca di trionfo e di considerazione
sociale. Pertanto, tutto si trasforma in sida e stimolo. Mantenere livelli
elevati esige dedizione, sforzo e grande dose di tensione. Nell’invidioso,
il paragone sorge a causa del senso di limitatezza e come cammino per
consolidare il suo carattere, privo di autostima e di valorizzazione di sé.
A sua volta, alimenta la sua invidia perché pensa che potrebbe essere
felice se avesse quello che gli altri possiedono e che a lui è necessario.
Entrambi credono che la chiave della loro esistenza si trovi fuori di
sé; il vanitoso attraverso il riconoscimento e l’ammirazione degli altri,
l’invidioso attraverso l’introiezione dei valori personali o qualità degli
altri che desidera incorporare. L’uno e l’altro non hanno il coraggio di
essere se stessi e non hanno autonomia. L’essere non ha bisogno di
applauso; l’immagine e l’apparenza, sì. L’essere ha risorse suficienti per
il proprio sviluppo, l’invidioso crede che gli manchi sempre qualcosa che
si trova fuori di lui. I due enneatipi si isolano. Nell’E3, il trionfo stimola
la competitività e cerca di emergere al di sopra del resto. Nell’E4, esiste la
fuga e l’allontanamento, atteggiamenti che alimentano il senso di essere
speciale. Ambedue rinunciano all’amore, perseguendo surrogati come
l’ammirazione o l’esaltazione della sofferenza.
338 Enneagramma delle passioni

17

LA VANITÀ (E3) E L'AVARIZIA (E5)

Le passioni proprie dell’E3 e dell’E5 hanno una relazione con il vuoto.


Il vanitoso cade nella voragine del vuoto provocata dal concentrare le
sue energie sull’apparenza e sull’immagine. Nell’avaro la percezione
del vuoto come realtà abissale dà adito alle sue ansie di accumulazione
per fuggire da esso. Nel primo enneatipo, il vuoto è la conseguenza del
suo comportamento; nel secondo, ne diventa la causa. Entrambe le
passioni si contrappongono con chiarezza. La vanità ha bisogno degli
altri, si alimenta con l’applauso e con lo sguardo, ricerca il successo e il
prestigio. L’avarizia tende alla reclusione, si rifugia e si isola, si allontana
dagli altri. L’E3 può contemplarsi solamente attraverso lo specchio degli
altri, mentre l’E5 vede in essi una minaccia e un rischio. Il vanitoso
può essere un povero che dimostri ricchezza, mentre l’avaro un ricco
che si veste di stracci. Il primo ha bisogno di una buona immagine, il
secondo prescinde da essa. L’E3 si getta nell’azione che gli garantisce
successo e conquiste, malgrado a volte sia un meccanismo di fuga per
non affrontare il suo proprio vuoto. L’E5 preferisce stabilirsi nella torre
di vedetta della sua mente, e agisce in modo più ponderato. Il primo
persegue l’eficacia e il trionfo. Si muove velocemente e con agilità. Il
secondo ricerca la profondità e la comprensione che esigono ritmi più
lenti e tranquilli. L’E3 ricerca l’utilità del sapere, mentre l’E5 persegue
il sapere per il sapere. L’avaro è autonomo nelle sue risorse, mentre il
vanitoso si nutre dello sguardo altrui senza il quale non esiste. Entrambi
gli enneatipi cercano l’ammirazione come surrogato dell’amore. L’E3 la
raggiunge grazie ai successi che ottiene, ma dipende dalla valutazione
degli altri. L’E5 conquista con la forza del suo pensiero l’ammirazione
altrui, ma cerca di non farsi coinvolgere emozionalmente.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 339

18

LA VANITÀ (E3) E LA PAURA (E6)

La perdita di contatto con l’essere reale e la fragilità delle basi uniscono le


passioni della vanità e della paura, poiché l’E3 si valuta in funzione della
sua apparenza e della sua immagine, mentre l’E6 vive nell’insicurezza, non
avendo basi d’appoggio stabili. Tali enneatipi vivono in conlitto con il
loro centro di riferimento. Il vanitoso trova dificoltà nel connettersi con
le sue emozioni, e il pauroso si perde nella complessità dei suoi pensieri;
in questo modo l’E3 riduce le sue possibilità per adeguarsi alle esigenze
del ruolo che interpreta, mentre l’E6 blocca le sue azione con la sua
attività mentale che anticipa dubbi, pericoli e rischi. In ambedue esiste
un accomodamento a norme esterne, siano essi i criteri di valutazione
del successo per il vanitoso o gli imperativi dell’autorità per il pauroso
nonostante si ponga in modo ambivalente davanti a essi. Il senso della
relazione in queste due passioni fa sì che il vanitoso trovi coerenza nella
fedeltà dell’E6, e il pauroso viva lo sconcerto delle apparenze e della
ricerca del successo. L’E6 proietta all’esterno i suoi fantasmi e problemi
irrisolti, mentre l’E3 continua a introiettare le valutazioni esterne per
sentirsi vivo e prezioso. I due hanno dificoltà nel idarsi. Il vanitoso
difida perché sa che il successo è volubile e l’applauso può cambiare,
desidera controllare le variabili afinché tutto riesca come si è pianiicato
e crede che i colleghi possano diventare avversari. Anche il pauroso
difida, perché mantiene relazioni sospettose, cerca di controllare il
futuro che anticipa con paura e pretende di avere conferme da criteri
esterni che contemporaneamente respinge. L’autoinganno e la inzione
dell’E3 contrastano con la fedeltà dell’E6. La vanità, che rende dificile
l’essere consapevoli di sé, spinge all’azione, mentre la paura ς alla quale
costa abbandonarsi ς conduce alla paralisi.
340 Enneagramma delle passioni

19

LA VANITÀ (E3) E LA GOLA (E7)

Queste due passioni pagano un prezzo emozionale per sopravvivere. La


vanità si distacca dai suoi sentimenti autentici per assoggettarsi alle esi-
genze del ruolo o per nasconderli dietro la maschera delle apparenze. La
gola intellettualizza le sue emozioni per evitare che affrontino il dolore
e la sofferenza che normalmente insorgono a un tratto nella vita di una
persona. Entrambi gli enneatipi sono impostori, benché in modo diver-
so. L’E3 si identiica talmente con la sua funzione che si autoinganna
e inge, mentre l’E7 nelle sue relazioni non ha paura di ingannare per
godere di un maggior livello di piacere. Il vanitoso è molto controllato
e risoluto. Il goloso è irresponsabile davanti all’assunzione dei propri
impegni e mostra mancanza di disciplina. Il successo alimenta il narci-
sismo dell’E3, mentre l’E7 lo nutre in modo autoindulgente attraverso
la parola. Il vanitoso si costruisce uno scenario che esalti i suoi risultati
e dove possa mettere in scena il suo copione. Il goloso crea un mondo
di fantasia e, spesso, è vittima dei suoi stessi inganni non distinguendo
la sua narrazione inventata dalla verità di quanto accade. L’E3 cerca di
attirare l’ammirazione grazie al livello dei suoi risultati che sa presentare
in maniera attraente. L’E7 introduce la fantasia per catturare l’attenzione
dell’interlocutore, e non teme di adornare la realtà con ogni sorta di in-
ganni. Entrambi gli enneatipi godono di quello che sono e di quello che
fanno, ma la vanità è più fragile della gola. Il successo è più volubile e le
variabili che entrano in gioco sono più numerose. Il piacere è sempre a
portata di mano e, anche se non fosse sempre così, la razionalizzazione
si incarica di scrivere ogni volta un inale felice. Le due passioni palesano
la servitù della supericialità, perché l’immagine ingannevole si allontana
dall’essere autentico, ma anche perché chi nega l’esistenza del dolore
nella sua vita non può vivere a fondo.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 341

20

LA VANITÀ (E3) E LA LUSSURIA (E8)

Il conlitto emozionale accomuna i due enneatipi che presentano


notevoli differenze. Il vanitoso trova dificoltà nel connettersi con le
sue autentiche emozioni, mentre il lussurioso le nasconde sotto una
corazza di insensibilità e durezza. Le apparenze e l’immagine dell’E3
si mostrano molto fragili, perché dipendono dall’opinione altrui, di
fronte al potere caratteristico dell’E8 che l’esercita senza osservazioni
né considerazioni. Nel primo, è autoinganno e inzione. Nel secondo,
smania di smascherare le bugie e di denudare l’avversario. Il vanitoso
ricerca l’ammirazione a ogni costo; per questo motivo attribuisce valore
al successo, all’attrazione, al prestigio e al riconoscimento come strade
per arrivarvi. Il lussurioso ricerca il potere e per ottenerlo non ha paura
di manipolare, controllare, dominare o sfruttare. L’E3 contiene i suoi
desideri nella misura in cui potrebbero interferire nel conseguimento dei
suoi obiettivi basati su alto rendimento, eficacia o competitività. L’E8
soddisfa i suoi desideri come un imperativo che non deve giustiicare,
e li vive con intensità ed eccesso. L’attenzione per la forma, in uno, si
trasforma se capita in violenza e aggressività nell’altro. Entrambi gli
enneatipi sono attivi, con una modalità viscerale o emozionale. L’E8
agisce in funzione dei propri impulsi, mentre nell’E3 l’azione è un
mezzo per conquistare i suoi obiettivi e realizzare i suoi progetti. Il sesso,
nell’E3, viene messo al servizio dell’immagine e della seduzione per
confermare la sua forza attrattiva. Nell’E8, il sesso è interpretato come
piacere e controllo della persona desiderata. Entrambi gli enneatipi sono
vulnerabili. L’E3 non tollera il fallimento e l’E8 respinge la debolezza.
Nel primo, la lussuria può rinforzare la sua immagine vanitosa come
una capacità che garantisce il successo. Nel secondo, la vanità è una
conseguenza della sua lussuria quasi un’ostentazione del suo potere.
L’E3 ha bisogno di essere guardato. L’E8 vede solo se stesso.
342 Enneagramma delle passioni

21

LA VANITÀ (E3) E LA PIGRIZIA (E9)

La relazione tra vanità e pigrizia è caratterizzata da sensi diversi,


poiché l’E9 può trovare in alcune issazioni dell’E3 una risorsa per
l’autosuperamento, il che non avviene in senso inverso. Entrambi gli
enneatipi utilizzano l’identiicazione: il vanitoso per confondere la sua
persona col ruolo che rappresenta, e il pigro per ottenere una simbiosi
con la persona con la quale si fonde. Dietro questo atteggiamento esiste
una forma di svincolamento dall’essere: l’E3 attraverso l’attenzione
prioritaria verso le apparenze e l’immagine e l’E9 attraverso la
dimenticanza di sé. I due presentano una particolare relazione con la
vita attiva: il vanitoso mettendo l’azione al servizio del successo, del
trionfo e della valorizzazione di sé; il pigro considerando l’azione come
un narcotico per non entrare in contatto con sé o posticipandola a causa
della sua autosvalutazione. Socialmente, l’E3 cerca di emergere tra gli
altri poiché la vanità richiede normalmente un palcoscenico per ottenere
l’applauso altrui; invece l’E9 si confonde nel gruppo. La vanità richiede
sforzo, eficacia, desiderio di piacere, successo. La pigrizia si accomoda,
si rassegna, si distrae, si dimentica di sé. Ambedue si staccano dal loro
centro di riferimento, la vanità dal centro emozionale e la pigrizia dal
centro viscerale; per questo l’E3 sperimenta dificoltà nell’essere in
sintonia con i suoi autentici sentimenti, benché grazie all’identiicazione
con il suo ruolo sappia adottare i sentimenti adeguati, mentre l’E9
ostacola la connessione con la sua rabbia mediante la fuga compulsiva
dalle situazioni conlittuali e la ricerca nevrotica della pace. Quando il
vanitoso si abbandona alla pigrizia, perde la sua connessione. Quando il
pigro, si apre alla vanità comincia il suo percorso di superamento, perché
inizia a uscire dalla dimenticanza di sé e dall’autosvalutazione.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 343

22

L'INVIDIA (E4) E L'AVARIZIA (E5)

Le passioni corrispondenti all’E4 e all’E5 sono isolate a causa di quello


che si è soliti chiamare il buco dell’enneagrama, come l’abisso che separa
il centro emozionale dal centro intellettuale. L’E4 presenta un’ipertroia
emozionale e l’E5 un’ipertroia mentale. Qualunque tipo di ipertroia
minaccia l’equilibrio e l’armonia, impedendo di vivere la pienezza
dell’essere. Nell’E5, vi sono scissione e divisione in compartimenti.
Nell’E4, rottura tra senso della realtà, sempre carente, e desiderio,
sempre insaziabile. Nonostante ciò, entrambi affrontano più di ogni
altro enneatipo il problema del vuoto. L’avaro lo risolve con la smania di
accumulazione (idee, sapere, beni...) e l’invidioso tramite l’incorporazione
di ciò che invidia sotto forma di introiezione emozionale. La paura di
perdere conduce al trattenimento e alla siducia nell’E5, mentre l’E4
deve proteggere il fatto di sentirsi speciale mediante la siducia, la paura
e la fuga. Per questo, ambedue tendono all’isolamento. L’avarizia teme
che gli altri possano strappargli i suoi tesori. Il donare e la generosità
sono la sua via di superamento. L’invidia si allontana dagli altri mediante
il paragone, poiché senza distinzione nostalgica la passione dell’E4
resterebbe senza oggetto. Accontentarsi delle proprie risorse e lavorare
per il proprio sviluppo sarebbe la sua via d’uscita. Entrambi gli enneatipi
tendono all’inazione, in quanto nell’E4 vi è un ripiegamento sui propri
sentimenti che non conduce a una loro realizzazione in campo pratico,
e, nell’E5, un chiudersi nel mondo delle idee che non arrivano a tradursi
in azioni. I due s’ingannano nel pensare che la soluzione passi per
l’incorporazione delle caratteristiche invidiate o dei beni per prima cosa
accumulati e poi conservati.
344 Enneagramma delle passioni

23

L'INVIDIA (E4) E LA PAURA (E6)

L’invidia e la paura condividono un sentimento comune di siducia


poiché l’altro si presenta come una minaccia per la pace interiore; ogni
enneatipo però agisce in maniera diversa. L’E4 introietta le qualità
invidiate come completamento delle sue carenze, mentre l’E6 proietta
nell’altro gli attributi respinti da sé ingenerando un atteggiamento di
timore e paura: in fondo è paura di se stesso e della sua mancanza di
consistenza. Entrambi gli enneatipi mantengono un comportamento
di ricerca. L’invidioso, emozionale, insegue la pienezza per risolvere il
senso di carenza. La sua passione dominante gli suggerisce di recuperare
la perdita mediante l’incorporazione delle qualità invidiate negli altri. Il
pauroso, mentale, pretende di avere sicurezza mediante l’ottenimento
di basi più consistenti. Le igure di autorità, personali o normative,
compensano la sua fragilità, benché in questo campo si muova con
ambivalenza oscillando, cioè, tra la sottomissione e la disubbidienza.
Il vissuto del tempo è contrapposto. L’E4 resta nel passato come
espressione della nostalgia di un paradiso perduto e come chiave per
interpretare le sue carenze. L’E6 si lancia verso futuro, ma con angoscia
e preoccupazione. Nell’uno e nell’altro il presente rappresenta il tempo
della guarigione, perché la persona si accontenta di quello che ha o perché
non esiste anticipazione catastroista del futuro. I due sono dipendenti.
L’E4 mostra attaccamento nei confronti delle relazioni con gli altri,
mentre l’E6 si vincola ai postulati dell’autorità, come garante della sua
consistenza interna. Questa mancanza di autonomia in entrambi gli
enneatipi causa la propria svalutazione. L’invidia alimenta la paura di non
essere adeguati, e per evitare il paragone ci si rifugia nel sentirsi speciale.
La paura invidia la consistenza e la sicurezza degli altri.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 345

24

L'INVIDIA (E4) E LA GOLA (E7)

Due passioni con forti contrasti regolano rispettivamente gli enneatipi


E4 ed E7. L’invidioso contempla la realtà partendo dai difetti, dalla
carenza e dal vuoto, motivo per cui essa appare oscurata nella penombra.
Il goloso, invece, l’osserva come una fonte di luce perché ha cancellato
tutte le ombre. Nel primo, si affaccia la nostalgia di un paradiso perduto.
Nel secondo, l’anticipazione fantasiosa di un nuovo mondo che sta
per venire. L’E4 affonda le sue radici emozionali nel dolore e nella
sofferenza che vive in modo masochista, come garanzia di sentirsi vivo.
In questo modo giustiica e nutre l’invidia che lo tormenta. L’E7 proietta
il suo pensiero verso l’ottimismo e il piacere di un mondo bello, dove i
problemi sono opportunità e i dolori si neutralizzano mediante la loro
razionalizzazione. L’E4 invidia la gola poiché vorrebbe introiettare la
sua capacità edonista, che metterebbe ine alle sue lacrime e nostalgie.
L’E7 divora con la sua gola gli oggetti invidiati o, se non sono alla sua
portata, ne giustiica la rinuncia poiché τl’uva è acerba”. Pessimismo a
fronte di ottimismo. Profondità nel godere di sentimenti speciali a fronte
di supericialità dovuta a un mondo privato della sua componente di
dolore. L’ipertroia del sentimento a fronte di giochi intellettuali della
mente. Dipendenza a fronte di disubbidienza. Dolore a fronte di piacere.
Svalutazione propria a fronte di narcisismo. Senso di colpa a fronte di
autoindulgenza. Due mondi contrapposti, ma non per questo lontani,
poiché l’invidia cerca nel mondo del goloso la soluzione dei suoi conlitti
egoici. L’invidia può piangere le sue disgrazie e sentirsi paralizzata nel
momento di passare all’azione, mentre la gola agisce spinta da stimoli
che assicurano nuove avventure ed esperienze. Il presente redime l’E4 e
rappresenta per l’E7 un atterraggio nella realtà.
346 Enneagramma delle passioni

25

L'INVIDIA (E4) E LA LUSSURIA (E8)

Queste passioni contraddistinguono due atteggiamenti contrapposti che


alimentano il loro nucleo motivazionale di fronte alla sensibilità e al dolore.
L’E4 si situa nel livello della debolezza ed evidenzia una grande sintonia
con la sofferenza, mentre l’E8 vuole occultare dietro una corazza la sua
ferita affettiva e non teme di far soffrire nel difendersi. Invidia e lussuria
si completano come il masochismo e il sadismo. Il piacere di soffrire
giustiica le proprie disgrazie e nutre l’immagine di sé svalutata, mentre
il piacere di far soffrire consolida la sensazione di potere e sfruttamento.
Due pezzi che si incastrano nella dinamica delle relazioni. Emozione a
fronte di visceralità. Intensità di sentimenti a fronte di impulsi e desideri.
L’E4 vede l’altro come un referente per evidenziare le proprie carenze e
introiettarne le qualità spinto dall’invidia. L’E8 prescinde dagli altri, che
rimangono invisibili ai suoi occhi, per dare priorità alla soddisfazione
dei suoi desideri senza alcuna limitazione. L’E4 sperimenta l’angoscia
del vuoto mentre l’E8 non ne ha la minima consapevolezza. L’invidioso
si mostra sensibile e individua qualunque impatto che lo colpisca. Il
lussurioso è persona dalla pelle spessa, si rivela insensibile e va per la
sua strada senza che gli importino le sfumature emozionali nelle quali
l’E4 è immerso in maniera costante. L’invidioso si sente colpevole delle
sue carenze e della sua incapacità di soddisfarle, mentre il lussurioso
non nutre il minimo senso di colpa per ciò che fa. L’E4 si sofferma
nel sentire le sue necessità e nel considerarsi speciale. L’E8 pretende di
soddisfarle e sentirsi potente. L’invidioso manipola l’altro attraverso il
proprio dolore, mentre il lussurioso sfrutta gli altri esercitando il proprio
potere. L’E4 ha paura del sesso senza amore, mentre all’E8 basta il sesso
senza implicazioni emozionali.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 347

26

L'INVIDIA (E4) E LA PIGRIZIA (E9)

L’invidia e la pigrizia sostengono due enneatipi che vivono la


consapevolezza di sé in modo opposto. L’E4 conosce il suo vuoto,
sa dei suoi difetti e soffre le sue carenze mentre l’E9 presenta una
tale disconnessione dal proprio essere che non ha consapevolezza
della propria interiorità. L’invidioso vuole incorporare le qualità che
osserva negli altri e che gli mancano per riempire un vuoto che genera
sofferenza. Il pigro non considera necessario questo compito, perché
non prova alcun senso di carenza nonostante la perdita di sé. Entrambi
gli enneatipi si sottovalutano, uno perché si considera carente e l’altro
per il fatto di non mettere in gioco le sue capacità che ignora. L’E4
si contrappone all’altro per prendere da lui ciò che gli invidia. L’E9 si
fonde con gli altri e conluisce in loro, perciò vive in prestito attraverso
gli altri. L’invidioso si trova prigioniero delle sue necessità, mentre il
pigro le posticipa o le nega. L’E4 si considera speciale e diverso degli
altri mentre l’E9 si dimentica di sé e pensa che la sua vita non abbia
nessuna rilevanza né per gli altri né per se stesso. L’invidioso polarizza
le sue energie intorno alla perdita che desidera risanare a ogni costo
chiarendola o risolvendola, ma si autoboicotta per continuare con la
dinamica di sofferenza e nostalgia. Il pigro che ancora non ha trovato
niente, vaga per la vita mezzo addormentato, ino a che un risveglio gli
apra le porte della consapevolezza di sé. Entrambi incontrano dificoltà
nel campo dell’azione, perché rimangono prigionieri dei sentimenti o di
una comodità che ostacola l’esercizio delle proprie capacità. L’invidia,
preda della sua dinamica, diventa fannullona pur di raggiungere il suo
obiettivo mentre la pigrizia, per non dover entrare in conlitto, controlla
l’invidia.
348 Enneagramma delle passioni

27

L'AVARIZIA (E5) E LA PAURA (E6)

Questi enneatipi privilegiano la mente come campo di battaglia delle


loro aspettative. L’E5, consapevole del suo vuoto, sperimenta la necessi-
tà di colmarlo per zittire questo abisso interno che lo angoscia. L’E6 non
utilizza mai la parola vuoto, ma vuole eliminare il senso di insicurezza e
paura mediante il ritrovamento di alcuni fondamenti che gli diano con-
sistenza. L’avaro entra in contatto con la paura quando vede minacciata
la sua intimità e ciò che possiede. La paura diventa avara perché difida
degli altri proiettando su di essi le proprie ombre e i propri fantasmi. Nei
confronti delle risorse, i due enneatipi evidenziano posizioni contrap-
poste. L’E5 ricerca l’autonomia nelle risorse proprie e nega la soddisfa-
zione dei bisogni per cui deve essere aiutato dagli altri. L’E6 considera
fragili le sue basi e per questo cerca fuori di sé, nelle regole, nelle norme
e nell’autorità, la sicurezza che gli manca. L’avaro si appoggia sulla sua
propria autorità, mentre il pauroso si rassicura con l’autorità degli altri.
In ambedue, sentimenti e istinti sono controllati dai loro schemi men-
tali. Il corpo è un tema pendente nei due. Una carezza può contrastare
la forza di molti pensieri, perché s’introduce in un ambito differente.
L’E5, geloso della sua intimità, teme di essere controllato ed esercita il
controllo mediante l’osservazione degli altri, rispettando il loro campo di
azione. L’E6 sostituisce la mancanza di iducia con il controllo e osserva
gli altri partendo dalla difidenza e dalla paura. Perino il conportamento
controfobico, benché costituisca una via di confronto, ha origine dalla
paura. In questo modo pretende di neutralizzarla. L’E5 interiorizza la
paura, mentre l’E6 la proietta nel futuro. Nei due esiste un forte supe-
rego e pertanto sensi di colpa: l’E6 non vuole rubare e l’E5 non vuole
essere derubato.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 349

28

L'AVARIZIA (E5) E LA GOLA (E7)

La linea che unisce l’E5 con l’E7 comporta una relazione e una con-
trapposizione di sensi. Il goloso trova sobrietà nell’E5, mentre l’avaro si
confronta con la dispersione dell’E7. La paura generica degli enneatipi
mentali si esprime in maniera diversa. Nell’E5 predomina la paura del
vuoto che spiega la sua ansia di accumulazione e, pertanto, l’avarizia.
Nell’E7 la paura si focalizza sul dolore e la sofferenza e spiega i suoi
tentativi di evitarli a tutti i costi e, pertanto, la gola si trasforma in ricerca
compulsiva del piacere. L’avaro è goloso del sapere (l’etimologia latina
di sapere si avvicina al senso di piacere). Il goloso è avaro di esperienze
piacevoli, che desidera accumulare e mantenere. A causa del predominio
mentale in entrambi gli enneatipi, l’E5 sperimenta orgoglio e superiorità
che si trasformano in narcisismo nell’E7 e nella convinzione di mani-
polare gli altri al proprio volere, senza scartare l’uso della trappola e
dell’inganno. I due hanno particolari posizioni davanti all’autorità. L’E5
riconosce l’autorità in sé e nella forza della ragione, l’E7 - obbedendo
alla forza degli istinti e degli impulsi piacevoli - ignora qualsiasi autorità
che possa limitarli. Entrambi si contrappongono di fronte al senso di
colpa, presente nell’E5 ma assente nell’E7, perché annullato dalla sua
forte autoindulgenza. L’avaro controlla i propri impulsi mediante le idee,
mentre il goloso si lascia trasportare da essi mettendo la fantasia e l’anti-
cipazione gioiosa del futuro al loro servizio. Il silenzio dell’E5 contrasta
con la loquacità dell’E7, poiché l’avarizia risparmia parole mentre la gola
ne gode e le moltiplica. Entrambe le passioni, nella loro prima accezione,
si dedicano al mondo materiale dal quale estraggono beni e piaceri, ma
hanno incidenza anche negli altri ambiti della vita.
350 Enneagramma delle passioni

29

L'AVARIZIA (E5) E LA LUSSURIA (E8)

La lussuria, in situazioni di malessere, tende all’avarizia, mentre l’avarizia


trova nella lussuria stimolo all’azione. Funzionano in questo modo le
direzioni della linea che li unisce. L’avaro ripiega nel suo castello interno
per neutralizzare qualsiasi minaccia esterna. Il lussurioso si lancia alla
conquista di tutto quello che lo circonda. L’E5 vuole colmare il suo vuoto
per il quale privilegia una sorta di τapprovvigionamento” intellettuale,
mentre l’E8, senza nessuna consapevolezza del vuoto, costruisce tutti
i sistemi difensivi per proteggere la sua ferita affettiva, e cioè la sua
vulnerabilità e la sua debolezza. L’E5 gravita nel centro mentale e l’E8
nel centro viscerale a partire dal quale vive a fondo la rabbia e non ha
alcuna paura a esprimerla e a farla sentire agli altri senza frappore alcun
ostacolo. L’E5 cerca di soddisfare le ansie del suo intelletto e si avvicina
al mondo attraverso la sua comprensione. L’E8 sperimenta l’imperativo
di soddisfare desideri e impulsi che culminano nel suo appetito sessuale,
e si rivolge al mondo per reclamarlo senza considerazione, esercitando
lo ius primae noctis senza alcun scrupolo. L’avaro ricerca il potere
attraverso il sapere, benché ne relativizzi il suo carattere utilitaristico
poiché pretende di sapere per sapere; invece il lussurioso persegue il
potere come manipolazione, controllo, dominio e sfruttamento, così
come sottovaluta il sapere, a meno che non venga inteso come chiave
di potere. L’E5 accumula beni, mentre l’E8 li sperpera. L’avaro non ha
energie e tende all’inazione abbandonandosi alle speculazioni mentali.
Il lussurioso, avendo bassi livelli di tolleranza, vive l’intensità e l’eccesso
ino al massimo necessitando di molto per produrre un impatto. In fondo
si tratta di un problema di sensibilità. L’E5 deve incarnare i suoi ideali,
mentre l’E8 ha necessità di spiritualizzare i suoi impulsi. Due facce della
stessa medaglia.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 351

30

L'INVIDIA (E5) E LA PIGRIZIA (E9)

La mancanza di attenzione nei confronti della parte istintiva è il prezzo


che l’E5 paga a causa alla sua ipertroia mentale e l’E9 a causa della sua
disconnessione da sé. Questa situazione fa in modo che l’E5 sperimenti
mancanza di energia, scarsità e inazione, e l’E9 si addormenti, si attardi
in progetti comodi posticipando le sue necessità. L’avaro entra dentro di
sé e si allontana dagli altri, mentre il pigro conluisce nel suo ambiente
e ignora la via che conduce al suo santuario interiore. Isolamento con-
tro fusione. L’E5 è consapevole del suo vuoto, che vuole evitare a ogni
costo mediante l’accumulazione di conoscenze. L’E9 non è cosciente
di sé, non si attribuisce nessuna importanza e si distrae dagli obiettivi
che darebbero senso alla sua vita. L’avaro ha dificoltà nel condividere
poiché qualunque bene dato metterebbe in pericolo l’integrità dei beni
che ha accumulato, siano essi mentali, affettivi o materiali. Esiste paura
del bisogno e della carenza; per questo motivo cerca il trattenere come
modalità di accumulazione e di elusione del vuoto. Il pigro si mostra
generoso nel dare, perché attribuisce maggior importanza agli altri che
a se stesso. A questo comportamento soggiace forse un atteggiamento
inconsapevole di acquisto di affetto, benché non chieda contropartita.
L’E5 si stima in funzione dei beni accumulati e della sua conoscenza. Si
sente orgoglioso delle sue idee e della sua intelligenza che lo spingono a
credersi in posizione di superiorità. L’E9 non si stima, si rassegna davan-
ti alla realtà e si iper-adatta a essa. La dimenticanza di sé che è apparsa
come una modalità per ottenere amore, annulla le sue ansie di crescita
e sviluppo. L’avarizia fugge dal vuoto così come la pigrizia dal conlitto.
352 Enneagramma delle passioni

31

LA PAURA (E6) E LA GOLA (E7)

Questi due enneatipi sono mentali benché il goloso, a causa del


suo appetito verso i piaceri, potrebbe sembrare più viscerale. L’E6,
iltrandoli attraverso il pensiero, inibisce i suoi impulsi che gli provocano
insicurezza, mancanza di controllo, ed entrano in conlitto con gli
ideali e le norme. L’E7 vive i suoi stimoli senza alcun freno e affronta
le conseguenze negative che a volte potrebbero derivarne, attraverso
l’intellettualizzazione che entra in gioco a posteriori. I due enneatipi
affrontano l’ombra in maniera diversa. Il goloso la cancella a oltranza
dalla realtà perché minaccia il suo edonismo. Il pauroso la proietta
nell’ambiente circostante come espressione degli attributi che riiuta
di se stesso. La paura difida della gola, come la gola ha paura di non
godere abbastanza nel notare anche il più piccolo sintomo di dolore.
Di fronte all’assunzione di impegni, l’E6 mostra grande responsabilità
nell’adattarsi alle norme e ai controlli dell’autorità, mentre l’E7 si mostra
irresponsabile, carente di disciplina e rimanda, quando non annulla, i
suoi doveri. La gola anticipa il futuro con ottimismo che, nel trasformarsi
nel presente, nel qui e ora, perde consistenza e piacere. C’è una dose di
fantasia, e pertanto di fuga e supericialità. La paura anticipa il futuro con
timore e angoscia che si sciolgono quando si trasforma in presente, nel
qui e ora. Entrambi gli enneatipi limitano le loro relazioni sociali: l’E6
proiettando in esse la difidenza e la siducia, l’E7 riducendole a piacere e
introducendo meccanismi di inganno, se è il caso. Nell’E7 il predominio
degli impulsi assume la funzione dell’autorità che, se fosse esterna,
risveglierebbe la disubbidienza considerandola come un limite agli
impulsi stessi; nell’E6 l’autorità è una garanzia per vincere l’insicurezza
nella quale vive. La paura di godere dell’E6 è paura di soffrire nell’E7.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 353

32

LA PAURA (E6) E LA LUSSURIA (E8)

La paura dell’E6 è la risultante di alcune elaborazioni discorsive che


gli impediscono di lanciarsi nel rischio, benché in alcuni casi invitino a
farlo in modo imprudente. La mancanza di iducia nelle proprie viscere
genera pensieri che paralizzano e una grande dose di insicurezza. L’E8
al contrario, ha il centro viscerale come centro principale, si complica
un po’ nei processi mentali, trasmette una sicurezza schiacciante e gode
di una grande iducia in se stesso. La paura è cauta davanti alla lussuria
a causa della sua forza, mentre la lussuria combatte la paura di essere
colpita nella sua debolezza facendosi proteggere dall’armatura. L’E6
cerca igure o ruoli di autorità che rendano sicure le sue scelte. L’E8 ha
l’autorità di per se stesso e non ne riconosce di esterna, poiché è guidato
dal suo codice. Il pauroso ricerca ambiti di sicurezza e protezione, il
lussurioso li dà. Il primo vive la paranoia; il secondo, la soddisfazione del
desiderio come imperativo. L’E6 resta nel senso di colpa, sentimento che
manca totalmente all’E8. Il comportamento del vigliacco controfobico
può adottare strategie di attacco, intese sempre come ricerca di difesa
e sicurezza, e somigliare così al comportamento duro, violento e
aggressivo del lussurioso. L’E6, a causa del meccanismo di proiezione,
teme gli altri poiché vede ritratti nei visi altrui i suoi timori e le sue paure.
L’E8 si mostra insensibile agli altri in modo che non teme di manipolarli,
controllarli, dominarli e sfruttarli, tranne quando appartengano al
suo clan che protegge con cura. L’E6 teme il futuro che affronta con
angoscia, mentre l’E8 vive il momento presente, i qui e ora. La paura è
anticipazione di fantasmi e di problemi che magari non si presenteranno
mai; la lussuria è il godere intenso del piacere senza alcun ostacolo.
354 Enneagramma delle passioni

33

LA PAURA (E6) E LA PIGRIZIA (E9)

La linea che unisce l’E6 con l’E9 presenta direzioni diverse. L’E6 trova
nella ricerca di pace dell’E9 un’oasi per le sue preoccupazioni e le sue
paure. L’E9 si trattiene ancora di più quando introduce nei suoi progetti
le paure e le insicurezze. La paura paralizza le risorse e la pigrizia non
li mette in gioco, nel primo per timore del rischio, nel secondo per la
dimenticanza delle proprie capacità. Entrambi gli enneatipi si distacca-
no dal loro centro preferenziale: perciò il pauroso sperimenta problemi
nel pensare per mancanza di consistenza e sicurezza, mentre il pigro
rimane distaccato dai suoi impulsi viscerali con perdita di interiorità. A
causa della sua paura, l’E6 vive nel conlitto con se stesso. L’E9, per non
entrare in conlitto con se stesso, si addormenta e narcotizza. Il pigro
perde se stesso pur di ottenere affetto, motivo per il quale la simbiosi e la
mancanza di senso del limite con gli altri assicurano la sua sopravviven-
za. Il pauroso, a causa della sua incapacità di rischiare e perdersi, ricerca
sicurezze che però lo immobilizzano, ostacolandolo nel progredire nei
suoi progetti. L’E9 toglie importanza alle proprie decisioni, mentre l’E6
le vive come un tormento. La vigliaccheria, così come la dimenticanza di
sé, genera un senso di incapacità che ostacola l’azione essenziale. Il con-
tenimento degli impulsi emozionali e istintivi che caratterizza il pauroso,
coincide in gran parte con la posticipazione e la negazione delle proprie
necessità e dei propri compiti che si veriica nel pigro. La difidenza
dell’E6 si contrappone alla mancanza del limite dell’E9: il primo difida
degli altri, il secondo si fonde con essi. La paura mostra un atteggiamen-
to di ambivalenza di fronte all’autorità, ma non ne prescinde mai, mentre
il pigro la rispetta, benché solo esternamente, per evitare i conlitti e
vivere in pace.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 355

34

LA GOLA (E7) E LA LUSSURIA (E8)

La prossimità tra gola e lussuria è stata sottolineata dalla tradizione.


Entrambe le passioni si rovesciano nel mondo materiale del cibo e del
sesso. Le bevute eccessive di alcol disinibiscono gli impulsi sessuali
benché li soddisino solo a metà. L’edonismo, così come la concezione
esistenziale del goloso, è praticato con totale intensità dal lussurioso.
Ambedue ricercano intensità ed eccesso, che normalmente implicano la
perdita di sottigliezze e sfumature. Perciò l’E7 si mostra irresponsabile
e supericiale, mentre l’E8 è insensibile e violento. Il goloso ottiene il
piacere, se è il caso con trappole e inganni; invece, il lussurioso lo vive
come conquista e sfruttamento. Entrambi gli enneatipi si incontrano
nella parte culminante dell’enneagrama per quanto riguarda l’esperienza
del piacere, da quello del corpo agli appetiti sessuali. I due ricercano
il piacere, ma percorrono strade diverse poiché ognuno ha un distinto
centro di riferimento. L’E7 è mentale, e infatti l’intellettualizzazione svolge
un ruolo importante, mentre l’E8 è viscerale, e concede il predominio
agli istinti. Nonostante ciò, i due enneatipi hanno una zona minata che
evitano a ogni costo. Il goloso evita il dolore e la sofferenza; per questo si
perde una dimensione chiave della vita e ostacola l’intensità esistenziale
che, in modo ingannevole, proietta nel piacere. Il lussurioso soffoca la
sua vulnerabilità e nasconde la sua ferita affettiva, perché non ammette
tolleranza davanti alla propria debolezza; la sua issazione, infatti, esalta
il potere e il controllo. La negazione della colpa da parte dell’E8 trova un
parallelismo con l’autoindulgenza dell’E7. La gola ricerca tanto il piacere
da cadere nella lussuria; questa, a sua volta, persegue tanto l’intensità,
sesso compreso, da non poter prescindere dal piacere del goloso.
356 Enneagramma delle passioni

35

LA GOLA (E7) E LA PIGRIZIA (E9)

La gola (attiva) si caratterizza nel propiziare l’eclissi parziale della re-


altà cancellando le sue zone d’ombra e dolorose. La pigrizia (passiva),
utilizzando la stessa similitudine, produrrebbe un’eclissi totale che con-
siste nella dimenticanza di sé. Non vi sono ombre, ma neanche luci. Se
nell’E7 esiste il godimento del piacere e la soddisfazione degli stimoli
che servono da alibi per non affrontare la sofferenza, nell’E9 si ha la
disconnessione con la perdita dell’interiorità. Il primo utilizza analgesici;
il secondo si anestetizza attraverso i suoi atteggiamenti narcotizzanti. Il
risultato è simile, in quanto entrambi vivono nella supericialità e non
vanno al fondo di se stessi. Il goloso anticipa con la fantasia la meraviglia
di un futuro che immagina splendido, mentre il pigro rimanda la soddi-
sfazione delle sue necessità e dei suoi compiti. Due modi diversi di vivere
il tempo, benché entrambi sradicati dal momento presente. Nell’E7 la
relazione con gli altri è basata su seduzione e manipolazione, e utilizza
trappole e inganni se le circostanze lo esigono, mentre nell’E8 predo-
mina la mancanza di limiti e la simbiosi perdendo se stesso a beneicio
dell’altro. Il goloso non tollera il limite perché genera la frustrazione dei
suoi desideri infantili, per cui si ribella contro l’autorità perché può inter-
ferire nei suoi progetti di piacere. Il pigro ignora dove siano i limiti, per-
ché si fonde con l’altro e sfuma le sue pretese e i suoi desideri personali.
La soddisfazione degli altri è la sua. L’E7 trova dificoltà a rinunciare a
se stesso, compito che risulta facile all’E9, a causa della dimenticanza di
sé che lo caratterizza. L’E7 è irresponsabile davanti all’assunzione di im-
pegni, mentre l’E9 si distrae dai compiti importanti ai quali non sempre
sa dare la giusta priorità.
Interrelazioni tra le passioni dominanti 357

36

LA LUSSURIA (E8) E LA PIGRIZIA (E9)

Queste due passioni, benché vicine, sembrano possedere pochi elementi


in comune poiché l’intensità dell’E8 contrasta con l’assopimento dell’E9.
Nonostante questo, entrambe non hanno interiorità. Il lussurioso, nel
proteggere la sua ferita affettiva, si riversa all’esterno e soddisfa istinti e
desideri. Il pigro, per via della disconnessione, si dimentica di se stesso e
si fonde con l’ambiente. L’insensibilità dell’E8 agisce da analgesico che
obnubila la coscienza. L’atteggiamento narcotizzante dell’E9 gli impedisce
di essere consapevole dei conlitti che si celano in lui o si veriicano
nell’ambito delle relazioni. Il lussurioso vive nell’impero dell’istante,
mentre il pigro adotta la posticipazione come criterio operativo. L’E8
affronta il conlitto senza alcuna paura perché si mostra duro, violento e
aggressivo. Il potere ha un prezzo e non ha paura di pagarlo. L’E9 fugge
dal conlitto, per cui si rivela conciliante e dialogante. La pace ha il suo
prezzo e non esiste guerra per la quale valga la pena metterla in pericolo.
Il lussurioso si muove seguendo i canoni di un codice proprio e impone
le sue regole, mentre il pigro si accomoda, si rassegna e si iperadatta
alle esigenze degli altri o del proprio ambiente. L’E9 cerca di conluire
negli altri e fondersi con essi, mentre l’E8 mantiene relazioni basate sulla
manipolazione, il controllo, il dominio e lo sfruttamento. Quanto più la
lussuria soddisfa i suoi istinti tanto più cade nella pigrizia come perdita
di interiorità e d’insoddisfazione vitale. La pigrizia, invece, quanto più
si dimentica di sé tanto più può cadere nella dipendenza da un piacere
senza piacere, da un sesso accompagnato da sbadigli. Entrambi gli
enneatipi condividono un problema di visibilità nelle loro relazioni: l’E8
non vede gli altri, mentre l’E9 non vede se stesso. E l’amore è un gioco
che richiede di essere almeno in due.
Enneagramma delle passioni 359

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Titoli pubblicati dello stesso autore

Codici
di risveglio interiore
La trasformazione di sé
verso la verità,
l’ amore e la libertà.
Lluís Serra Llansana

Il sonno e il risveglio sono due stati


vitali che si differenziano per il livello di
coscienza. Nel primo, risulta praticamente
inesistente. Nel secondo, la sua inluenza
lascia un segno. Nonostante ciò, in
entrambi i casi, ci si riferisce non solo alla dimensione isica della persona,
ma anche alla sua dimensione psicologica e spirituale, che è molto più
determinante. Quando qualcuno vive addormentato, si trasforma in
un essere meccanico. Può godere del successo, richiamare l’attenzione
della società, avere un’agenda senza spazi vuoti, ma gli sfuggono le cose
essenziali. Essere cosciente costituisce un’altra realtà che è vincolata ai sensi,
e germoglia nell’interiorità della persona.
“Le gocce di articoli, che ho scritto e pubblicato a ritmo mensile per la
dispensa di studio specializzata La Quarta Via, hanno riempito la tinozza di
un progetto editoriale de La Teca. Tutti gli articoli, in un modo o nell’ altro,
sono al servizio del risveglio e stimolano alla vita cosciente. Si preiggono di
offrire i codici che ci permettono di accedere al risveglio interiore”.

La Teca Edizioni - 216 pg. Saggistica - ISBN: 978-84-937668-2-5


La Teca Edizioni

Prossimamente...

L'Enneagramma delle Relazioni


Costellazione dei tratti delle passioni dominanti
Lluís Serra Llansana
La Teca Edizioni

MULTIMEDIA
Il Sonno di Rosetta
Teatro - Cinema - Danze di Gurdjieff
Edizione Speciale DVD

La storia del Ney


La storia dell’uomo
CD - Testo e voce narrante
Giovanni Maria Quinti
Musica e idea originale
Fabio Imbergamo

Prossime pubblicazioni
Incontri con il Maestro
Conferenze di Ouspenski dal 1930 al 1947
P. D. Ouspensky

Lo Gnostico Paolo
Esegesi gnostica delle lettere paoline
Elaine Pagels
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Gran Vía, 204 bis, local 4 - 28004 - BARCELLONA - Spagna
Tel. 06 98357445 - +34 93 432 99 76
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