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creatore
Il «guardare indietro» rappresenta dunque secondo Jung un processo del tutto normale. Cadere
nei ricordi dell’infanzia e nelle tenebre più fitte permette di giungere a quel deposito di
immagini primordiali che costituiscono l’inconscio collettivo.
«Se questo strato viene attivato dalla libido in regressione, v’è la possibilità di un rinnovamento
della vita e nel contempo di una distruzione della stessa.»
Oppure, qualora la coscienza non si dimostri capace di assimilare tali contenuti, poiché
conserverebbero la loro forma originaria caotica e arcaica, essi spezzerebbero la continuità della
coscienza e determinerebbero la schizofrenia, anche propriamente detta «follia della scissione».
«Nel profondo dimora la
saggezza, la saggezza
della madre; dall’essere
E fu gioia tutt’uno con lei deriva
Da quel momento l’intuizione di cose più
Dimorare in notte amorosa e serbare profonde, di immagini e
Imperturbato in occhi ingenui forze primordiali che
Abissi di saggezza. sono alla base della vita e
ne costituiscono la
(Holderlin) matrice che nutre,
conserva, crea.»
Tuttavia un sacrificio Tutta la libido costretta nei vincoli familiari
deve essere compiuto, dev’essere sacrificata, ovvero ritirata e diretta ad
affinché la libido diventi una cerchia più ampia affinché l’individuo diventi
creativa! centro di un nuovo sistema.
Se la libido rimanesse impigliata nel rapporto
inconscio con i genitori, l’individuo verrebbe
privato della sua libertà e cadrebbe in una
coazione inconscia: l’inconscio tornerebbe a
creargli l’ambiente infantile in cui proiettare i suoi
complessi ristabilendo la stessa dipendenza e
carenza di libertà che caratterizzavano il rapporto
con i genitori.
«Essendo il mondo e tutto ciò che in esso esiste un prodotto del pensiero, ne risulta che il sacrificio
della libido tesa verso il passato ha portato alla creazione del mondo. Per colui che guarda indietro, il
mondo e persino il cielo stellato divengono la madre, che si curva su di lui cingendolo da ogni parte:
dalla rinuncia a questa immagine e al desiderio di essa deriva l’immagine del mondo così come noi
oggi lo conosciamo.»