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PRESENTAZIONE STORIA DELLA TRADUZIONE

L’aUi (pronunciato “a-OO-ee”) è una lingua artificiale e probabilmente è il più bizzarro linguaggio
“universale” artificiale degli ultimi tempi. aUi significa “spazio-spirito-suono” o “linguaggio spaziale” e fu
creato e diffuso negli anni ’60 dal filologo e psicoanalista austriaco John Weilgart.

● John W olfgang Weilgart


Chiamato come Goethe, “Johann Wolfgang”, nacque a Vienna il 9 marzo 1913 e crebbe in una famiglia di
intellettuali e artisti altamente istruiti. Sua madre, Josephine (sorella del famoso architetto Richard Neutra)
era un’artista e scultrice un po’ eccentrica che esibiva impressionanti stampe litografiche in tutta Europa
insieme alla figlia Lisl, anch’essa artista. Suo padre, il dottor Arpad Weixlgärtner (nome originale della
famiglia prima di essere abbreviato definitivamente in Weilgart), fu uno storico dell’arte e direttore del
Museo di storia dell’arte imperiale di Vienna, nonché responsabile della Camera del tesoro imperiale,
contenente oggetti di valore della monarchia asburgica. L’educazione principale di John consisteva in un
dottorato di ricerca in filosofia presso l’università di Vienna (1939), la borsa di studio “Thomas Mann”
presso l’università di Berkeley (1940), un diploma in psicanalisi presso “Klinik fur Psychiatrie und
Neurologie” dell’università di Innsbruck (1955) e un diploma di psicologia presso l’università di Heidelberg
(1957). Durante gli anni di studio, Weilgart si vide impegnato anche nello studio approfondito delle lingue.
Oltre al tedesco nativo, studiò latino e greco, inglese, spagnolo, francese, italiano, olandese, russo,
giapponese, portoghese, bulgaro e svedese. Raccomandato dallo zio materno Richard, accettò cattedre di
insegnante, in una varietà di materie che vanno dalla filologia all’arte, alla letteratura, alla filosofia,
all’estetica, dalla biologia alla chimica e ala fisica, in vari college e università. Lavorò poi come esperto
linguista nella Guerra di Corea fino al 1952. Nel 1976 viaggiò in tutto l’Occidente con il suo camper VW, il
quale ai lati aveva dipinti vari simboli aUi. Morì nel 1981. Lasciò una volonta immortale di lottare per gli
ideali di pace e comprensione, ideali a cui ha dedicato tutta la sua esistenza, a coloro che lo conoscevano
bene.

● Fonti di ispirazione dell’aUi


Weilgart ha assistito ad alcuni degli eventi chiave del XX secolo: la Germania nazista, la guerra di Corea,
l’avvento della psicologia moderna, l’America negli anni ’60 e ’70 e la ricerca della pace nata dalla cultura di
quegli anni. 1) L’origine di questa lingua è associata ad una leggenda: Weilgart stesso spiegò che un giorno
avendo camminato così tanto, perse il senso dell’orientamento e che una nuova lingua gli era stata
trasmessa da un umanoide verde simile ad un elfo proveniente dallo spazio, il quale decise di insegnargliela
in modo da essere in grado di superare le barriere linguistiche e di parlare con tutti gli esseri intelligenti
esistenti. La lingua sarebbe servita per educare l’umanità e prepararla all’eventuale contatto con l’ignoto;
essa doveva essere trasmessa a quante più persone possibile per ispirarle e incoraggiarle a impegnarsi in
negoziati civili con gli extraterrestri piuttosto che affrontarli in modo aggressivo. Sebbene volesse far valere
la sua storia come vera, in realtà l’invenzione di Weilgart fu il prodotto della sua complessa esperienza di
vita e di educazione. Grazie allo studio delle numerose lingue, egli prese coscienza della condizione di
imperfezione appartenente a tutte le lingue naturali, concludendo che nessuna fosse ideale/ottimale.
Sebbene apprezzasse i modelli di espressione artistica di Shakespeare, Goethe e altri grandi scrittori, si
convinse che per penetrare all’interno della lingua e comprenderne appieno l’essenza e il significato più
profondo bisognava essere artisti particolarmente dotati. 2) La spinta a creare un linguaggio inventato che
fosse intuitivo, onesto e universale, provenne anche dal fatto che egli respirò personalmente il clima della
Germania nazista. In particolare, constatò l’effetto della propaganda nazista sulla popolazione e osservò
come l’utilizzo della paronomasia e dell’assonanza in alcuni slogan andassero ad agire direttamente sulla
mente delle persone, persuadendole ad essere bigotte e addirittura violente. Ad esempio il motto “Ein
Volk, Ein Reich, Ein Fϋhrer!” (Un Popolo, Una Nazione, Un Leader!) oltre a contenere la ripetizione del
suono “f” e del suono “ei”, associa attraverso paronomasia il termine “Volk” al comando “folg!” (segui!,
ubbidisci!), così esortando il popolo, attraverso un messaggio subliminale, a obbedire al loro unico Leader.
Attraverso un’associazione simile nella mente del popolo si associava il sostantivo “ Reich”(Nazione)
all’aggettivo “reich”(ricco), suggerendo una promessa di ricchezza. 3) Un’altra fonte di ispirazione fu la sua
formazione in psicoanalisi, in particolare la psicologia junghiana. Lo psicoanalista Carl Jung riteneva che, a
livello inconscio, tutti noi condividessimo simboli, miti e archetipi che usiamo per immaginare e plasmare il
nostro modo di pensare e quindi le nostre vite. Weilgart creò l’aUi basandolo proprio su quest’idea: simboli
e suoni che siano elementi costitutivi del linguaggio, che siano universali.

● Motivi e scopi
(Il Cristianesimo) - QUESTIONE ADAMITICA: Dio crea il Mondo, Adamo in piena simbiosi con lui essendo a
sua immagine e somiglianza lo “nomina”, dà cioè alle cose il loro nome reale, perfetto, vero. Attraverso la
prima bugia sussurrata dal Serpente a Eva e la cacciata dall’Eden non si perse soltanto la Grazia, ma anche
la Verità della lingua.
QUESTIONE BABELICA: la superbia degli uomini li portò a voler costruire una torre che raggiungesse Dio,
che li punì con la varietà delle lingue, affinché non potessero più comprendersi. Analizzando le due
questioni dedusse che l’uomo dovesse ricercare una lingua universale e vera, che possa cioè avvicinarsi alla
lingua perfetta di Adamo.

Egli desiderava creare un linguaggio in cui la confusione di parole omofobe e polisemiche con sinonimi,
come appunto nel fatale potere degli slogan nazisti, non fosse possibile; in cui la comunicazione comprende
gli elementi semantici di base comuni a tutte le culture. Lo scopo perciò era di unire:
PERSONE: così come la propaganda nazista è riuscita attraverso la lingua naturale a plasmare la mente della
gente, affinchè diventasse addirittura violenta, questa lingua artificiale propone attraverso l’universalità la:
“Peace through understanding” tra persone e culture. Lingua come strumento di comprensione che
interrompe i circuiti di tensione che si innescano tra le diverse culture.
CONSCIO E SUBCONSCIO: introducendo una relazione tra suono, simbolo e significato, così che parole con
un suono simile abbiano anche una relazione semantica, a differenza delle lingue convenzionali che hanno
diviso questi aspetti.

● Motivi per cui imparare l’aUi


Secondo Weilgart, apprendere la lingua aUi ed essere in grado di comunicare attraverso essa, permetteva
l’unione di conscio e subconscio nella mente dell’individuo parlante. Questa unione poteva: 1) permettere
il raggiungimento della piena salute mentale; infatti Weilgart teorizzò che l’armonia tra suono, simbolo e
significato potesse essere significativa per la salute mentale poichè riusciva a facilitare la comunicazione tra
la mente cosciente che pensa in sinonimi, con il subconscio, che si associa alle assonanze. 2) offrire alle
nuove generazioni un mezzo di auto-espressione creativa, allontanandoli così da comportamenti devianti e
nello sforzo di dissolvere le pulsioni distruttive nella società, 3) addentrarsi nell’essenza e nel significato
delle cose.

● Struttura
Forse stimolato dal suo intenso studio del giapponese, fu proprio durante il periodo in cuì presto servizio
come linguista nella guerra di Corea che Weilgart iniziò a tracciare note esplorative per la forma
rudimentale degli elementi. inviò persino un riassunto di una pagina della lingua dalla base in Giappone a
una base di san Francisco datata 3 maggio 1952. Il dr. Weilgart creò il linguaggio dello spazio dai 31
elementi di significato (Semantic Primes) che sosteneva fossero le categorie più basilari e universali di tutte
le lingue. Scoprì che tali elementi non sono definiti in termini più semplici nei dizionari e possono quindi
rappresentare i primitivi semantici linguistici definitivi. Insieme formerebbero la “tavola periodica” degli
elementi semantici di tutto il pensiero e espressione umana. A ognuno di loro è stato attribuito un
semplice simbolo ideografico. I sottoinsiemi linguistici - fonologico, morfologico e semantico - sono quindi
significativamente correlati nel linguaggio dello spazio, soddisfacendo il concetto di “coerenza isomorfica”
ed il senso di armonia di un bambino tra suono, simbolo e significato. Ogni fonema è anche un morfema e
ogni morfema è anche un semema. Poichè l’aUi è pervaso da un simbolismo fonetico, potrebbe anche
essere considerato un linguaggio “fisiognomico”.
● Grammatica
La lingua aUi si serve di 42 fonemi (incluse variazioni nasalizzate delle vocali utilizzate per i numei). Nella
formazione delle parole, i simboli si combinano tra loro, proprio come le formule chimiche, per definire
(non semplicemente denotare o connotare) il significato essenziale di qualsiasi parola o idea. Ogni parola
diventa una mini-definizione che è formulata per includere solo gli elementi assolutamente necessari e
sufficienti. Attraverso una logica semplice e intuitiva, è possibile creare nuove definizioni e parole standard
personalizzate per il contesto. Ad esempio: (foto dei simboli).
E’ evidente che le parole che hanno un aspetto e un suono simili hanno anche una somiglianza nel
significato. Ad una prima impressione potrebbe sembrare che le parole aUi non sono sufficientemente
complesse per differenziare le sfumature più sottili di significato. In realtà il vocabolario aUi conta oltre
3000 parole. Con lo studio della lingua diventa evidente che possono essere fatte delle sottili distinzioni. Ad
esempio “bru” è la parola base per “amico”, mentre “tevbu” (che deriva da “incontrare”) potrebbe essere
“conoscente”; altre combinazioni potrebbero fornirci diverse parole rese per esempio in inglese con
“buddy, partner, mate, ecc.”. Ognuno di questi vocaboli potrebbe a sua volta essere ulteriormente
combinato per adattarsi al contesto aggiungendo o eliminando un simbolo o due. Il potenziale di
combinazione è vasto, limitato soltanto dalla pronunciabilità delle parole: l’ordine degli elementi viene
infatti talvolta aggiustato per facilitarne la pronuncia. Inoltre una parola, dall’uso frequente, può essere
abbreviata, creando così una sorta di linguaggio informale, uno slang.
In aUi non esiste una grammatica formale; la regola generale è formare frasi semplici e chiare. Le
terminazioni grammaticali sono ridotte a un minimo significativo e rimangono coerenti. Le parti principali
del discorso sono specificate dagli stessi elementi significativi: gli aggettivi, ad esempio terminano in -m
mentre i verbi terminano in -v, gli imperativi in -rv. I participi e altri tempi verbali sono realizzati con altri
suffissi. Preposizioni e congiunzioni sono rese tramite i cosiddetti topovettori, simboli che indicano
posizione. (foto).

● Conclusioni
Per concludere, l’aUi è una lingua inventata per creare armonia intrapsichica, intrapersonale e
interculturale. Il suo valore risiede nella sua intrinseca semplicità. il parlante di questa lingua è forzato ad
esprimere pensieri e sentimenti in modo semplice e diretto. Proprio perchè si basa su 31 Semantic Primes,
comuni a quasi tutte le lingue convenzionali, può essere definita una lingua a carattere quasi universale. Ed
infine Weilgart, concepì l’aUi non come una lingua in sostituzione delle lingue naturali, ma come una lingua
ausiliaria, un veicolo tramite il quale l’individuo può superare non solo i confini dello spazio nazionale, ma
forse anche i confini dello spazio universale.
È evidente che le parole che hanno un aspetto e un suono simili hanno anche una somiglianza nel
significato.

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