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MARX

Caratteristiche del marxismo:


Il pensiero marxiano si contraddistingue:
Per la sua estraneit alle dimensioni unicamente filosofiche, sociali o economiche, e per il suo porsi come unanalisi globale della
societ e della storia, comprendente al suo interno tutti quanti questi aspetti.
Per il suo legame con la prassi, e nello specifico per limpegno di trasformazione rivoluzionaria delluomo e del suo mondo (Marx ha
sempre perseguito lunione tra teoria e prassi).
Per lideale di tradurre in atto quellincontro tra realt e razionalit che Hegel aveva solo pensato (per Hegel lessere il dover essere,
la realt tale perch deve essere tale) e che Marx si propone invece di attuare con la prassi, mediante ledificazione di una nuova
societ.
Le influenze culturali alla base del marxismo sono tre:
La filosofia tedesca da Hegel a Feuerbach.
Leconomia politica borghese da Smith a Ricardo.
Il pensiero socialista.

La critica ad Hegel:
Un testo in cui Marx si misura con Hegel Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico. Lo scritto filosofico-politico in quanto
la critica si divide in una parte pi propriamente filosofico-metodologica (1), ed in una pi propriamente storico-politica (2).
1) Secondo Marx il metodo di Hegel consiste nel fare delle realt empiriche delle manifestazioni necessarie e razionali dello Spirito.
Marx definisce questo procedimento misticismo logico, poich, di fatto, nasconde ci che la realt , identificandola come una
manifestazione di una realt spirituale e razionale celata dietro il dato sensibile. Esaminando tutto ci, egli, sulla scia di Feuerbach,
arriva alla conclusione che il metodo hegeliano il risultato di un capovolgimento idealistico fra soggetto ed oggetto, fra concreto ed
astratto. Questo poich lidealismo fa del concreto la manifestazione dellastratto.
2) Tutte queste idee, proprie dellidealismo hegeliano, portano, nella vita reale, ad una accettazione delle istituzioni statali vigenti
(giustificazionismo politico), poich percepite come razionali. Questo punto del pensiero hegeliano rappresenta quindi motivo di
critica da parte di Marx, il quale percepiva levoluzione politica e sociale come unopera non ancora compiuta.

La critica alla civilt moderna e al liberalismo:


Marx convinto del fatto che la societ moderna si identifichi nella divisione fra societ civile e stato. Infatti luomo costretto a vivere
due vite: una come borghese, nellambito dellegoismo e degli interessi particolari della societ civile; e laltra come cittadino, nellambito
degli interessi comuni dello stato. Ma a questo punto, Marx percepisce lo stato come un momento sociale totalmente illusorio, poich,
anzich porsi come lorgano garante dellinteresse comune dei singoli, si pone come organo di difesa degli interessi individuali delle classi
pi forti. Dunque, secondo Marx, al tempo stesso la civilt moderna rappresenta, la societ degli interessi particolari reali, e degli
interessi comuni illusori. La falsa universalit dello stato deriva dal tipo di societ che si formata nel mondo moderno, la quale vive in
uno stato liberale, che cio salvaguarda i diritti individuali e la propriet privata dimostrando cos la sua natura a-sociale.
La societ che Marx ha in mente si identifica invece, come frutto di una democrazia totale, nella quale ciascun individuo solo un
momento dellintero, la quale raggiungibile solo attraverso leliminazione delle disuguaglianze tra gli uomini e quindi attraverso
leliminazione della propriet privata (la creazione di questa democrazia totale il comunismo). Per tradurre in atto il comunismo, Marx
pensa a vari strumenti, inquadrando: prima il suffragio universale, poi la rivoluzione sociale ad opera del proletariato.

La critica alleconomia borghese e lalienazione:


I Manoscritti economico-filosofici espongono la critica che Marx rivolge alleconomia capitalistica borghese. Nei confronti di questa
economia Marx sostiene:
che essa rappresenti unespressione teorica della societ capitalistica;
che essa fornisca una falsa immagine del mondo borghese, poich, il sistema capitalistico, anzich pensarsi come un momento
dellintero percorso storico delleconomia, si percepisce come il modo immutabile, razionale e necessario di produrre ricchezza.
Inoltre il sistema capitalistico porta con s una conflittualit fra capitale e lavoro salariato, fra borghesia e proletariato, la quale espressa
da Marx secondo il concetto dalienazione.
Per Hegel lalienazione lo Spirito che si fa altro da s, nella natura e nelloggetto, per potersi poi riappropriare di s in modo arricchito.
Per Feuerbach, invece, lalienazione lestraniamento delluomo da s, attraverso la creazione di un essere perfetto, al quale si sottomette.
Per Marx il concetto dalienazione simile a quello di Feuerbach, ma solo nella sua struttura formale, poich viene aggiunta una
dimensione pi specificatamente reale, di natura socio-economica. Infatti questo concetto sidentifica con la condizione storica del
salariato nellambito della societ capitalistica. Lalienazione delloperaio descritta da Marx in quattro aspetti fondamentali:
1. Il lavoratore alienato rispetto al prodotto della sua attivit, in quanto egli produce capitale che non gli appartiene, ma dal quale viene
dominato.
2. Il lavoratore alienato rispetto alla sua stessa attivit, la quale ha la forma di un lavoro forzato, dove egli strumento di fini a lui
estranei.
3. Il lavoratore alienato rispetto alla sua stessa essenza, infatti luomo si differenzia dallanimale attraverso il lavoro libero, creativo e
universale, mentre nella societ capitalistica costretto ad un lavoro forzato, ripetitivo ed unilaterale.
4. Il lavoratore alienato rispetto al prossimo, perch laltro, per lui, soprattutto il capitalista, ossia un individuo che lo tratta come uno
strumento e lo espropria del frutto del proprio lavoro, dando vita ad un inevitabile rapporto conflittuale.
La causa del meccanismo globale dellalienazione risiede dunque nella propriet privata dei mezzi di produzione, in virt della quale il
capitalista pu utilizzare il lavoro dei salariati per accrescere la propria ricchezza attraverso lo sfruttamento e la logica del profitto.
Per superare lalienazione dunque necessario superare la propriet privata, attraverso lavvento del comunismo. Ma lunico modo per
abbattere questa alienazione economica, la quale alla base di tutte le altre (alienazione politica, religiosa ), risulta essere un atto reale,
che si concretizza nella rivoluzione.
Linterpretazione della religione in chiave sociale:
- Marx si confronta con Feuerbach attraverso due opere: le Tesi su Feuerbach e lIdeologia Tedesca. Marx stima Feuerbach perch ha
rivendicato la naturalit delluomo, ha rifiutato lidealismo teologizzante di Hegel ed ha teorizzato il rovesciamento tra soggetto ed
oggetto, tra concreto ed astratto. Tuttavia Marx afferma che Feuerbach, sottolineando la naturalit delluomo, abbia perso di vista la sua
storicit, in quanto lessere umano pi che unastrazione rappresenta linsieme dei rapporti sociali. Marx infatti sostiene che lindividuo
reso tale dalla societ storica in cui egli vive.
- Un secondo punto che unisce e divide i due filosofi linterpretazione della religione. Secondo Marx infatti Feuerbach, pur avendo
compreso il meccanismo dellalienazione religiosa, non stato capace di cogliere le cause reali del fenomeno, essendogli sfuggita la
dimensione dellindividuo come prodotto sociale. Dunque per Marx risulta ovvio che le radici del fenomeno religioso debbano essere
ricercate, non nelluomo in quanto tale, ma nel tipo storico di societ. Di qu la sua teoria sulla religione come oppio dei popoli, poich
frutto di unumanit alienata e sofferente a causa delle ingiustizie sociali, che si rifugia nellillusione dellaldil per ottenere ci che gli
negato nella realt. Per queste ragioni lunico modo per eliminare la religione risulta quello della trasformazione rivoluzionaria della
societ, della distruzione delle strutture sociali che la producono: dunque labbattimento della societ di classe.
Il Materialismo Storico di Marx:
La critica alle ideologie e agli ideologi:
- Il passaggio dallumanismo di Feuerbach al materialismo storico di Marx si concretizza nell Ideologia Tedesca. Loriginalit di
questopera consiste nel tentativo di cogliere la storia al di l di quelle ideologie che ne offuscano da sempre la sua struttura effettiva.
Lideologia, infatti, rappresenta per Marx una visione falsa della realt e gli Ideologi sono coloro che credono in unideologia senza
rendersi conto della sua falsit (proprio per la loro ingenuit, perch non sanno di mentire, hanno spesso comportamenti molto forti).
- Cos , infatti, per gli ideologi della sinistra hegeliana che pensano le idee come forze trainanti della storia e universalmente valide,
quando, invece, esse si fondano su determinate forme economiche e sociali della realt, che credono di risolvere i problemi solo attraverso
espedienti teorici, quando, invece, lunica cura allalienazione risiede nella realt pratica della rivoluzione.
La storia come un processo materiale fondato sul lavoro:
- Per Marx lideologia va superata attraverso lannientamento della filosofia idealistica tedesca (che raccoglie tutte quelle precedenti).
Una scienza per Marx storica quando smette di essere ideologia. Ci accade nel momento in cui si considera luomo non solo nella sua naturalit (Feuerbach), ma anche
nella sua storicit (Hegel). Se consideriamo luomo nel rapporto dialettico tra naturalit e storicit si ottiene la concezione materialistico-storica di Marx.
Quello che Marx vuole mettere in chiaro con questo testo il fatto che la storia non un evento spirituale (come riteneva Hegel) e quindi
una forma di provvidenzialismo, ma un processo materiale fondato sulla dialettica bisogno-soddisfacimento.
Per Marx, infatti, luomo si reso tale (hegelianamente) nel riconoscimento degli altri uomini, superando il dato naturale attraverso il fare.
Luomo tale perch costretto a produrre e riprodurre materialmente la propria esistenza attraverso il lavoro (la mano il cervello esterno
delluomo Kant) e perci la storia stessa non altro che una produzione sociale: storia dei modi di produzione.
Gli elementi della storia: Struttura e Sovrastruttura
Nellambito della storia si possono distinguere due elementi: la struttura e la sovrastruttura.
-La struttura costituita da:
Forze produttive: tutti gli elementi necessari al processo di produzione (uomini, mezzi, conoscenze tecnico-scientifiche).
Rapporti di Produzione: rapporti che si instaurano tra gli uomini nella produzione, espressi giuridicamente nei rapporti di propriet.
Le forze produttive e i rapporti di produzione costituiscono nel loro insieme il modo di produzione.
- La struttura costituita dalla base economica, che si esprime nel modo di produzione (e quindi nella dialettica tra forze e rapporti di
produzione).
- La sovrastruttura, invece, rappresenta tutte quelle espressioni che si fondano sui rapporti dialettici della struttura: le dottrine etiche,
artistiche, religiose, filosofiche, le leggi, le forze politiche, le quali non determinano la struttura economica della societ, ma, al contrario,
sono determinate da essa. Per Marx, infatti, le vere forze motrici della storia non sono di natura spirituale, ma di natura socio-economica.
Tuttavia, Marx non nega che le idee possano influire sugli avvenimenti storici, ma afferma che ci pu accadere solo perch esse esprimono gi determinati mutamenti della
struttura. Gli uomini, infatti, sviluppando la struttura, trasformano, con essa, anche il loro pensiero.
probabile che luomo in quanto produttore appartenente alla dimensione strutturale sia pensato da Marx non come un ingranaggio di una catena: latto del produrre, infatti,
non mai una risposta codificata allambiente (luomo non risponde istintivamente allambiente come fanno gli animali). Tuttavia, Marx sembra inclinare verso lidea che
permane nelluomo un aspetto naturale, e comunque che luomo non sia interamente un essere storico. Nel Capitale per esempio, per quanto riguarda la merce, Marx compie
una distinzione strategica: che in ogni merce ci sono due aspetti, un valore duso e uno di scambio. Mentre il valore di scambio storico, il valore duso possiede un aspetto
puramente naturale. Questo significa che Marx pensa che i bisogni delluomo sono in gran parte acquisiti (storici), ma anche, in buona parte, naturali. Se si pensa che
nelluomo ci sia qualcosa di naturale non strano arrivare al discorso sullo sviluppo delle forze produttive di Stalin, secondo il quale prima si devono sviluppare i bisogni
essenziali (naturali) e poi quelli meno importanti. Nonostante tutto ci resta indubitabile che leffetto principale sia quello della sovrastruttura alla struttura.
Solo un filosofo ha superato Marx: Nietzsche, affermando che luomo lanimale non stabilizzato. Per Nietzsche, infatti, parlare di una naturalit delluomo non ha senso,
poich luomo il pi carente distinto tra gli animali.

La dialettica della storia:


- Le forze produttive e i rapporti di produzione si configurano come i due elementi propulsori della storia.
Marx infatti ritiene che ad un determinato sviluppo di forze produttive corrispondano determinati rapporti di produzione. Tuttavia, egli
afferma anche, che questo equilibrio si mantiene soltanto fino a quando i rapporti di produzione favoriscono le forze produttive.
Ora, poich le forze produttive si sviluppano, attraverso il progresso tecnico, pi velocemente dei rapporti di produzione, i quali tendono
invece a rimanere statici, si viene a creare periodicamente una contraddizione dialettica, che si traduce nella realt in una rivoluzione.
Questa contraddizione su cui si fonda il progredire della storia , per Marx, anche allinterno della societ capitalista, nella quale gli imprenditori producono socialmente una
ricchezza, che non distribuiscono in modo equo. Secondo Marx, proprio per queste ragioni, il Capitalismo porta come conseguenza immediata il socialismo.
I modi di produzione della storia:
La legge che regola i rapporti dialettici tra le due forze che muovono la storia, permette a Marx di delineare un quadro generale della storia
passata e futura secondo alcune grandi formazioni economico-sociali.
Marx distingue sei epoche:
1. La comunit primitiva: non aveva la suddivisione del lavoro. Ognuno faceva la stessa cosa degli altri. Assenza propriet privata.
2. La societ asiatica: caratterizzata da un despota padrone di ogni cosa. La propriet privata abolita eccetto che per il despota.
3. La societ antica, feudale e capitalista: sono forme di potere centrale formate sulla contrapposizione tra detentori di mezzi di
produzione e detentori di forza lavoro.
4. La societ socialista: una tappa intermedia verso la societ comunista, dove lo stato il detentore dei mezzi e ognuno salariato.

Il Manifesto del Partito Comunista:


I principali punti che compongono il manifesto sono:
1. Lanalisi della funzione storica della borghesia.
2. Il concetto della storia come lotta di classe.
3. La critica dei socialismi non scientifici.
Lanalisi della funzione storica della borghesia
- Marx descrive la vicenda storica della borghesia sostenendo che, a differenza delle classi dominanti del passato pre-borghese, le quali
tendevano alla conservazione statica dei modi di produzione, essa presenta la caratteristica intrinseca di dover rivoluzionare continuamente
gli strumenti di produzione e tutti i rapporti sociali, determinandosi, di conseguenza, come una classe estremamente dinamica.
- Inoltre, per Marx, la borghesia ha realizzato lunificazione del genere umano, poich il bisogno di mercati sempre maggiori, lha spinta a
costruire un unico grande mercato mondiale e a porre le basi per il cosmopolitismo; essa dunque, si creata un mondo a sua immagine e
somiglianza. Ma come conseguenza del suo sviluppo la borghesia ha portato alla rivolta delle moderne forze produttive, sempre pi
sociali, le quali si rivoltano contro i vecchi rapporti di propriet, considerati troppo privatistici e basati sullunica ed ingiusta logica del
profitto personale, mettendo in serio pericolo lesistenza stessa del capitalismo. Questo significa che il proletariato deve necessariamente
ricorrere alla lotta di classe, la quale si pone come possibile chiave di lettura dellintera storia.
La storia come storia di lotte di classe:
Quindi, la storia di ogni societ , per Marx, storia di lotte di classe. Sempre, oppressori ed oppressi, conducono una lotta, la quale pu
sfociare, o nella trasformazione rivoluzionaria dellintera societ, o nella comune rovina di entrambe le classi in lotta.
Avendo gi detto che la storia dialettica tra forze produttive e rapporti di produzione, ne consegue che questo concetto equivale a dire che
la storia storia delle lotte di classe, poich, infatti, Marx sostiene che i soggetti delle due strutture (forze produttive e rapporti di
produzione) non sono altro che le classi sociali.
Infine Marx sostiene che c differenza tra il concetto di classe e quello di classe in s e per s. Il primo laggregato di individui che si
trovano, in una data societ, nella stessa situazione economico-sociale; il secondo ununit autocosciente che lotta in modo solidale per
gli stessi obbiettivi.
La critica dei socialismi non scientifici
Marx divide la sua critica ai falsi socialismi in tre critiche dirette a tre diverse tipologie di socialismo:
1. La critica al socialismo reazionario:
questo attacca la borghesia rivolgendosi, in maniera conservatrice, al passato ed a sua volta diviso in socialismo feudale (che
auspica labolizione del capitalismo per recuperare la societ pre-borghese, pre-industriale, e pre-rivoluzionaria attraverso unalleanza
impossibile con il proletariato, in virt della quale si dovrebbe rinunciare allalienazione attuale per ottenere unalienazione passata),
in socialismo piccolo-borghese (che vorrebbe far rivivere il sistema corporativo per lindustria e quello patriarcale per lagricoltura),
ed in socialismo tedesco (che, parlando pi astrattamente di uomini, piuttosto che di proletari, nella sua rabbia anti-borghese, finisce
per sostenere i governi tedeschi reazionari).
2. La critica al socialismo conservatore o borghese:
questo incarnato da quegli economisti, filantropi e umanitari che vorrebbero rimediare agli inconvenienti sociali del capitalismo,
senza distruggere il capitalismo stesso. Vorrebbero cio la borghesia senza il proletariato.
Esempio: Proudhon, nel saggio Che Cos la Propriet afferma che essa un furto. P. in realt vuole sottolineare gli inconvenienti
del capitalismo che distrugge la soggettivit degli individui. Egli non pensa che il capitalismo debba essere superato attraverso una
rivoluzione: egli vuole la propriet senza il furto, coniugando il socialismo con il capitalismo.
3. La critica al socialismo e comunismo critico-utopistico:
Gli autori di questo comunismo, pur avendo avuto il merito di scorgere lantagonismo tra le classi e gli elementi di contraddizione
esistenti nel mondo moderno, hanno, secondo Marx, il limite di non riconoscere al proletariato una funzione storica e rivoluzionaria
autonoma, e di voler utilizzare tutti i membri della societ, comprese le classi dominanti, per una pacifica azione di riforme. Essi,
infatti, hanno basato le loro opere sulla creazione di immaginarie societ ideali, senza fondamento nella realt. Marx contrappone alle
loro tesi il suo socialismo scientifico, basato su di unanalisi critico-scientifica dei meccanismi sociali del capitalismo e
sullindividuazione del proletariato come forza rivoluzionaria destinata ad abbattere il sistema borghese.
Esempio: Fourier pensava di organizzare tutto attraverso comunit produttive. Saint Simon invece un positivista e nel suo
Catechismo degli Industriali afferma lidea di una societ tecnica, mostrando un atteggiamento utopistico volto alla visione di una
societ futura ancora pi razionale ed organizzata di quella capitalistica.

Il Capitale:
Economia e dialettica
Il capitale si propone di mostrare i meccanismi strutturali della societ borghese, al fine di evidenziare la legge economica alla base del
capitalismo moderno. Ma per far ci, Marx utilizza, nel Capitale, il suo metodo storico-dialettico, il quale lo differenzia da tutti i grandi
teorici delleconomia borghese, che si limitano ad analizzare la societ da un punto di vista strettamente economico. Il Capitale, proprio
per il suo carattere dialettico, tende a guardare nel futuro, cercando di comprendere perch, date certe realt, inevitabilmente la societ avr
uno sviluppo, un massimo ed infine un crollo. Molti economisti hanno criticato Marx per questo carattere profetico del Capitale; in effetti
le previsioni di Marx non si sono mai avverate.
Marx scrive il Capitale sulla base di alcune opinioni. Egli convinto che:
- non esistano leggi universali delleconomia, ma soltanto leggi storiche specifiche.
- la societ borghese porti in s delle contraddizioni strutturali che ne minano la solidit.
- leconomia debba far uso dello schema dialettico della totalit organica (tutti gli elementi del capitalismo sono strettamente connessi e,
relazionati, vengono a creare ununica totalit).
- il capitalismo debba essere studiato nei suoi elementi strutturali, eliminando quelli secondari.
- il Capitale sia una critica della complessiva civilt capitalistica e non solo delleconomia di questultima.

Merce e valore:
Secondo Marx la merce possiede un valore duso (deve essere utile) ed un valore di scambio (deve poter essere scambiata con altre merci).
Il valore di scambio di una merce deriva dalla quantit di lavoro necessaria per produrla. Tuttavia il valore di una merce non corrisponde al
suo prezzo, poich su questo influiscono molte altre variabili.
Il plus-valore:
Marx sostiene che la caratteristica fondamentale del capitalismo sia il fatto che la produzione non destinata al consumo, bens
allaccumulazione di denaro. Dunque il ciclo capitalistico diverso da quello classico basato sul rapporto M. D. M. (merce-denaro-merce),
poich basato sul rapporto D. M. D. (denaro-merce-pidenaro).
Ma come pu il capitalista avere una merce che gli procura pi denaro di quello che vale? Questo pi denaro non pu derivare n dal
denaro iniziale, che un semplice mezzo, n dallo scambio, che per definizione possibile solo tra valori uguali. Perci Marx sostiene che
lorigine di questo plus-valore della merce derivi dalle fasi primarie della produzione capitalistica. Infatti il capitalista, per produrre, paga
ed utilizza la forza-lavoro degli operai, la quale, essendo a tutti gli effetti una merce, ha come valore il salario. Tuttavia la fonte del plus-
valore sta nel fatto che loperaio ha la caratteristica di poter produrre un valore maggiore a quello del suo salario. Il plus-valore deriva,
quindi, dal plus-lavoro delloperaio, identificandosi con il valore da lui gratuitamente offerto al capitalista. Con questa teoria Marx ha
voluto spiegare scientificamente lo sfruttamento capitalista, aggiungendo che tutto ci avviene perch il capitalista dispone dei mezzi di
produzione, mentre il lavoratore dispone solo della propria energia lavorativa, che costretto a vendere per vivere.
Il profitto:
Dal plus valore deriva il profitto. Per Marx questi due elementi sono per differenti, poich esistono due tipi di capitale investito: il
capitale variabile (quello investito nei salari dei lavoratori) ed il capitale costante (quello investito nelle macchine e nel mantenimento della
fabbrica).Quindi alla fine si ottiene: plus-valore
Saggio plus-valore = ----------------------
- il plus-valore finale (o saggio del plus-valore), che deriva dal rapporto tra plus valore e capitale variabile; capitale variabile
- il profitto, che deriva dal rapporto tra plus valore e somma dei due capitali investiti. plus-valore
Saggio profitto = --------------------------------------
Dunque il guadagno del capitalista pi precisamente indicato dal profitto, piuttosto che dal plus-valore. capitale costante + variabile

Processi e contraddizioni del Capitalismo:


Poich il capitalismo si regge sul ciclo D.M.D, il suo fine quello di ottenere la maggior quantit possibile di plus-valore. Per raggiungere
il suo obiettivo esso insegua tutte le vie possibii, identificandosi in una societ retta dalla logica del profitto individuale, anzich collettivo.
Marx, nel Capitale, analizza alcune tappe significative del processo capitalistico.
Le fasi del processo capitalistico:
- Allinizio il capitale cerca di accrescere il proprio plus-valore aumentando la giornata lavorativa. Tuttavia questo tentativo presenta dei
limiti invalicabili, in quanto oltre un certo tempo la forza-lavoro di un operaio cessa di essere produttiva.
-Come conseguenza si passa ad un secondo momento, con la riduzione della parte di giornata lavorativa necessaria ad integrare il salario
(detta plus valore relativo). Infatti, ad esempio, se un operaio impiega 4 ore, anzich 6, per guadagnare il proprio salario, il tempo
lavorativo rimanente sar pi grande e aumenter il plus-valore. Ovviamente tutto ci si dimostra possibile solo con laumento della
produttivit.
-Da ci si passa ad unaltra fase, incentrata sulla necessit, per il capitalismo, di introdurre continuamente nuovi e pi efficienti strumenti e
metodi di lavoro. Nel ciclo lavorativo, infatti, la macchina assume una grandissima importanza riguardo laumento del plus-valore, poich
capace di aumentare notevolmente la quantit di merce prodotta a parit di salario (maggiore produttivit), di allungare la giornata
lavorativa (non avendo bisogno di riposo) e di rendere meno faticose le operazioni lavorative.
Le ragioni della crisi del capitalismo:
Secondo Marx, a questo punto, il capitalismo dovrebbe entrare in crisi attraverso i suoi stessi processi.
- Per prima cosa, infatti, laumento di produttivit dovuto alle macchine, genera, oltre alla conflittualit operaia, il fenomeno delle crisi di
sovrapproduzione (si produce troppo rispetto alla domanda della merce), le quali sono una diretta conseguenza anche di un altro fenomeno
tipicamente capitalista: quello dellanarchia della produzione, che porta i capitalisti a precipitarsi alla cieca nei settori dove il profitto pi
alto, arrivando ad un certo punto alleccesso della produzione rispetto alle esigenze di mercato.
- Inoltre, la necessit di un continuo rinnovamento tecnologico genera un altro inconveniente: la tendenziale caduta del profitto
(accrescendo il capitale costante rispetto al capitale variabile, diminuisce il saggio di profitto). Accade, dunque, che il profitto risulti
progressivamente sempre pi scarso rispetto a tutto il capitale.
Secondo Marx la somma di questi fenomeni finisce per produrre quella decisiva tendenza del capitalismo che la scissione della
societ in due classi antagonistiche, che tende a prodursi su scala mondiale. Alla fine il contrasto tra forze produttive sempre pi sociali ed
il carattere privatistico dei rapporti di produzione diventer estremamente profondo e il sistema capitalistico si spezzer.

La rivoluzione e la dittatura del proletariato:


-Le contraddizioni della societ borghese sono alla base della rivoluzione del proletariato, che, impadronendosi del potere politico, dar
avvio al passaggio dal capitalismo al comunismo, in cui ogni forma di propriet privata e di dominio di classe sar cancellata. Lo
strumento della rivoluzione , per Marx, la socializzazione dei mezzi di produzione, che porr fine al fenomeno del plus-valore. Il
compito del proletariato, dunque, sar quello, non di impadronirsi della macchina statale borghese, ma quello di spezzarne i meccanismi di
base. (secondo Marx, infatti, gli apparti istituzionali e ideologici borghesi sono specifici per gli intenti capitalistici e non possono essere
usati anche a vantaggio del proletariato).
-Riguardo i metodi per accedere al potere Marx ammette varie possibilit legate alle specificit storico-nazionali, e, sebbene sia propenso a
ritenere che la rivoluzione implichi forme di violenza, non esclude la strada di una via pacifica al socialismo.
-Il rifiuto netto verso le forme istituzionali borghesi prende corpo nella dottrina della dittatura del proletariato, la quale afferma che la lotta
delle classi conduce ad una dittatura del proletariato durante il periodo di transizione della trasformazione della societ capitalistica in
quella comunista. Marx, tuttavia non chiarisce quali forme concrete dovr prendere questa dittatura, che egli ritiene solo una misura storica
di transizione che mira al proprio superamento e a quello di qualsiasi altra forma di stato.
Al fondo del comunismo marxista vi dunque un ideale di tipo anarchico. Marx ritiene per, che la societ senza Stato non si possa raggiungere immediatamente, ma solo in
una prospettiva futura, distinguendosi, in tal modo, sia dal modello socialdemocratico, volto alla conquista dello Stato dallinterno per utilizzarlo per i propri scopi, sia da
quello anarchico, volto allimmediata proclamazione del nuovo stato senza la fase intermedia della dittatura del proletariato.
Le fasi della futura societ comunista:
La dottrina di Marx va ben lontano dallindicare una forma ideale dettagliata della futura societ comunista; si limita solo ad accennare ad
essa in modo frammentario in alcuni scritti (La Guerra Civile in Francia, una sezione dei Manoscritti, Critica del Programma di Gotha).
Il fatto che Marx non abbia specificato la forma concreta della nuova societ comunista stato diversamente interpretato: per alcuni sarebbe una manifestazione della sua
mentalit scientifica ed anti-utopistica tesa ad evitare discorsi nebulosi sul futuro; per altri, invece, rappresenterebbe un grande vuoto teorico destinato a pesare sul futuro
movimento comunista, che si troverebbe a distruggere il capitalismo senza avere in mente un modello preciso di societ con cui sostituirlo.
Da questi pochi riferimenti emerge la distinzione di Marx in due fasi di comunismo:
- il comunismo rozzo (socialismo), in cui la propriet abolita solo per essere trasformata in propriet di tutti e tutti gli uomini sono ridotti
ad operai con un medesimo salario, dove la comunit assume il ruolo di un grande capitalista che non abolisce ma universalizza la
situazione dellindividuo nella societ borghese. Il principio di uguaglianza che regge questa fase consiste nel dare un salario uguale al
lavoro effettuato, abolendo il fenomeno del plus-valore. Questo principio, tuttavia, ancora di stampo borghese, in quanto non tiene conto
delle differenze individuali di ogni persona rispetto ad unaltra.
- il comunismo superiore (comunismo), in cui la propriet privata soppressa completamente e luomo cessa di intrattenere con il mondo
rapporti di puro possesso e consumo. Nascerebbe cos un uomo nuovo, che lavora in modo creativo e non costrittivo, che possa avere
secondo i suoi bisogni.
LE TESI SU FEUERBACH:
1. Feuerbach considera luomo un soggetto conoscente che ha di fronte a s solo un oggetto degno di contemplazione teoretica (natura). Il
materialista non considera che luomo, prima di operare in senso puramente teoretico, agisce, che esso soprattutto prassi, attivit sensibile,
processo di trasformazione della natura. Il principale mondo delluomo di rapportarsi al mondo non quello teoretico, ma quello pratico, volto
alla trasformazione (luomo diventa tale attraverso il lavoro dialettica servo, signore). Lidealismo, invece, ha concepito luomo come attivit,
ma in modo astratto, poich luomo solo spirito. I Greci ci hanno insegnato la superiorit della vita contemplativa, mentre la tradizione
giudaica (Bibbia) limportanza della vita pratica.
2. Con la seconda tesi Marx taglia fuori tutta la tradizione filosofica come esercizio teoretico (gi in Hegel troviamo una prima concezione di ci:
nella filosofia della storia i personaggi cosmico-storici sono tali per il loro successo non per le loro teorie). Un pensiero vero, per Marx, solo se
si realizza e pu realizzarsi solo attraverso il momento del negativo (rivoluzione). Le dispute teoretiche hanno solo un valore formativo.
3. I materialisti dicevano che tutto determinato (libert solo consapevolezza di quello che siamo), anche leducazione. Per Marx luomo non
soltanto un sostegno che trasporta precisi valori educativi, ma attivo, soprattutto quando concepisce il proprio agire come prassi rivoluzionaria.
Luomo agisce ed artefice del proprio destino, non una rotella di un ingranaggio. Luomo modifica le circostanze con le sue azioni.
4. Per Feuerbach luomo prigioniero dellalienazione, vissuta in termini religiosi. Marx accetta lalienazione nelluomo, ma afferma che quella
religiosa non loriginaria. Il problema principale di natura concreta: Marx vede la causa dellalienazione nei rapporti reali fra gli uomini.
5. Feuerbach vede la naturalit delluomo, ma in forma contemplativa, non vede che luomo soprattutto prassi.
6.7. Luomo per Marx un insieme di rapporti determinati non astratti (comera in Feuerbach). Per Marx si toglie lastrazione quando si coglie
luomo nella dinamica delle classi sociali. Il singolo come tale astrazione, perch non colto in chiave sociale. Marx vuole correggere Hegel
con Feuerbach e Feuerbach con Hegel. In Feuerbach manca la dialettica, in Hegel la naturalit.
8.9.10. Il materialismo intuitivo di Feuerbach rappresenta il punto di vista della societ borghese, perch un materialismo che non intende lattivit
come pratica, ma come teoria. Per Marx il materialismo lesito della filosofia: il materialismo intuitivo di deve diventare storico.
11. La filosofia deve diventare una teoria della rivoluzione. Filosofia = prassi politica.
LE IDEE DI MARX NELLA STORIA:
Nazionalismo, nazione e imperialismo:
- Nel piano delle idee il nazionalismo (nel secondo 800) la rivendicazione della superiorit razziale che porta prima al colonialismo e poi
allimperialismo. Si vuole portare la civilt nelle colonie, ma nello stesso tempo la nazione diventa un impero. Il nazionalismo diventa un atteggiamento
aggressivo verso altri paesi. Limperialismo un carattere del capitalismo. Ma questo anche nazionalistico, poich lidea di nazione, economicamente,
il modo in cui la classe borghese ha unificato il mercato.
Lidea di nazione nasce nel Medioevo, quando un gruppo era identificato con lidioma parlato e col luogo di nascita. In senso la nazione tale quando la
volont diventa la stessa per tutti coloro che ne fanno parte (nel popolo in armi, nel momento in cui ci si separa da qualcosaltro, da qualche altro popolo).
Gli ingredienti della nazione sono la lingua, la cultura e soprattutto la comunit dintenti (volont). La nazione come una grande famiglia e, in senso
economico, una grande unit produttiva. Nella nazione dichiarata lunificazione del mercato. Marx comprende che il Capitale tende a varcare i confini
nazionali attraverso il colonialismo, limperialismo e infine la globalizzazione. Limperialismo la fase suprema del capitalismo (Lenin). In base a questo
assunto Lenin pu cambiare la teoria della rivoluzione, la quale ha una tempistica diversa da quella pensata da Marx.
Le teorie rivoluzionarie di Lenin:
- Nella I internazionale si distinguevano tre tendenze: anarchica, social-comunista, nazionalista.
Mazzini attaccato da Marx perch fondava le proprie idee sul concetto di nazione, che Marx considerava unideologia poich volto ad unificare ci che
in contraddizione, nascondendo la realt conflittuale delle classi sociali. Il capitale infatti sovranazionale.
- Lenin comprende che la rivoluzione si pu fare anche in condizioni diverse da quelle espresse da Marx, che si pu fare anche in Russia. Marx pensava
alla rivoluzione negli stati pi progrediti; Lenin, per, comprende che il sistema capitalistico unico e mondiale e non ha senso parlare di singoli paesi. La
rivoluzione, dunque, pu cominciare anche nei paesi meno sviluppati, anzi deve cominciare da quelli dove il capitale pi debole, poich l avr pi
successo. Nelle Tesi dAprile Lenin esprime lidea di coinvolgere i contadini nella rivoluzione (decisione che si riveler fondamentale). Per Lenin la
rivoluzione non qualcosa che accade da precise circostanze storiche ed economiche (come invece era per Marx che sosteneva che la rivoluzione potesse
avvenire solo nel momento del massimo sviluppo del capitalismo, dove risiedeva anche la massima contraddizione), poich bisogna tenere conto
dellanalisi economica della societ e occorre che essa sia integrata nel riconoscimento di un sistema unico. Gli eventi devono essere forzati e per questo
occorre la dittatura.
Stalin: lo sviluppo delle forze produttive e il Welfare State
- Lenin non voleva Stalin come suo successore. Fatta la rivoluzione e finita la guerra civile (comunismo di guerra) si tratta di organizzare la nuova societ.
Il nuovo stato socialista non poteva convivere con gli altri paesi capitalisti: nasce uno scontro ideologico. Trotsky voleva che si accendessero
continuamente focolai comunisti nel mondo che avrebbero portato alla distruzione del capitalismo. Stalin, invece, credeva nella via del socialismo in un
solo paese: prima la Russia sarebbe diventata un paese potente e solido, poi si sarebbe esportata la rivoluzione nel mondo. Vinse Stalin.
- Stalin comprese che per sviluppare la Russia bisognasse sviluppare le forze produttive (piani quinquennali). Attraverso queste convinzioni Stalin riusc a
compiere in soli dieci anni ci che in Inghilterra e in Francia era stato fatto in secoli: la trasformazione di un paese arretrato in una moderna nazione
industriale.
- Nel frattempo Roosvelt inaugura il Welfare State (la mano invisibile che regge lequilibrio economico di cui parlava Smith), ovvero lo Stato che
favorisce lo sviluppo delle imprese, ma anche le organizzazioni sindacali (in modo che con salari pi alti i lavoratori potessero consumare di pi). Nel
Welfare State gli operai non sono solo forza lavoro, ma anche consumatori che favoriscono le imprese.
- Per qualche tempo lOccidente e la Russia hanno condiviso un concetto fondamentale: si diventa potenze con lo sviluppo delle forze produttive. Senza
lo sviluppo delle forze produttive non c avanzamento sociale.

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