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ANNO XXIII N. 179
NON VENDIBILE SEPARATO DAL ROMA

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DOMENICA 1 LUGLIO 2007

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RIONE SANITÀ PASQUALE GATTO TRASFERITO A ROMA: STA RENDENDO DICHIARAZIONI ALLA DDA

CLAN MISSO, ANCORA UN PENTITO


È stato condannato a quattro anni di reclusione per armi, aveva già scontato una
parte di pena ma forse per paura ha deciso di passare dalla parte dello Stato.
Paura che qualcuno facesse il suo nome, che potesse accusarlo. Pasquale Gatto è il
quinto collaboratore di giustizia del clan Misso. Ha deciso di essere ascoltato
dai magistrati, ha deciso di raccontare le sue verità. Da un paio di settimane ha
revocato il suo avvocato di fiducia nominando un avvocato che si occupa dei
collaboratori di giustizia e che difende un pentito dei Quartieri Spagnoli. È in
una fase embrionale ma per ora i pm della Dda di Napoli lo stanno ascoltando.
Contro di lui forse c'erano le dichiarazioni dei neocollaboratori di giustizia che
hanno fatto parte del suo stesso clan e per paura di essere accusato dagli altri
pentiti, primi fra tutti i fratelli Emiliano Zapata e Giuseppe Misso, con molta
probabilità ha deciso di passare dalla parte dello Stato. Fu arresto un anno e
mezzo fa perché era incappato in un controllo a sorpresa della polizia. Aveva una
pistola e soldi in contati. Pasquale Gatto, 52enne, napoletano originario di via
Cirillo ritenuto vicino ad ambienti dei Misso della Sanità e conosciuto già negli
anni ottanta per presunti legami con la Nco, potrebbe conoscere molti fatti
all'interno della cosca capeggiata prima dai fratelli Misso e ora decimata dalla
faida, dagli arresti e da pentimenti. Gatto fu fermato un anno e mezzo fa in via
Michele Tenore a Foria dai poliziotti che lo avevano visto allontanarsi
velocemente e, allo stesso tempo, aprire la portiera di un'autovettura in sosta
gettando una pistola. Fu subito bloccato e si scoprì che portava con sè un grosso
borsone, dentro cui furono trovati 1.555 euro, due assegni per un importo pari a
4mila e 2mila euro, 250 dollari americani e numerose ricevute del lotto.
Probabilmente in queste ora sta raccontando ai pubblici ministeri i retroscena di
quell'arresto: chi gli aveva dato quei soldi? A cosa servivano? E soprattutto in
che rapporto era con il clan Misso? L'episodio più eclatante che lo riguar-

Fu arrestato un anno e mezzo fa con una pistola con la matricola abrasa, 1.550
euro in contati, 250 dollari e due assegni per un importo di 6mila euro.
da in passato avvenne il 18 agosto 1982. Secondo l'accusa, poi caduta in
dibattimento, un gruppo di pregiudicati ritenuti legati alla Nuova Famiglia
avrebbe aiutato nella fuga i terroristi che il 15 luglio precedente uccisero a
Napoli il capo della Squadra Mobile Antonio Ammaturo ed il suo autista Pasquale
Paola. Furono emessi nove ordini di cattura per favoreggiamento e tra i
destinatari c'era anche Pasquale Gatto, inizialmente resosi latitante. Tre ordini
di cattura furono eseguiti subito, gli altri uno alla volta nel corso del tempo.
Le indagini partirono dall'individuazione del "basso" in vico Montagnola ai
Miracoli, trasformato in "base operativa" dai terroristi, secondo la procura e la
polizia. Le prime investigazioni permisero di arrivare alla conclusione che il
gruppo dei presunti malavitosi avrebbe aiutato i brigatisti ad allontanarsi da
Napoli.

Rione Sanità. Il quartiere trema dopo i pentimenti dei fratelli Misso


IL PRIMO FU GIUSEPPE MISSO, POI IL FRATELLO EMILIANO, MICHELANGELO MAZZA E
MAURIZIO FRENNA

È IL QUINTO COLLABORATORE DI GIUSTIZIA IN SOLI DUE MESI


È il quinto collaboratore di giustizia del clan Misso nel giro solo di due mesi.
Un'onda lunghissima che pare non arrestarsi. La cosca del rione Sanità adesso è
decimata. Decimata dagli arresti, dalla faida con i Torino e ora dai pentimenti.
Il primo ad aver deciso di passare a collaborare con lo Stato è stato Giuseppe
Misso alias "'o chiatto", il nipote omonimo di Peppe soprannominato "'o nasone" e
da tempo detenuto al 41bis. «Voglio dare una vita nuova ai miei figli, voglio che
loro un giorno possano vivere da persone oneste», aveva detto 'o chiatto in
videoconferenza. Dopo poche settimane lo seguì Emiliano Zapata, il fratello più
piccolo, considerato uno dei killer della faida del rione Sanità. Sta parlano con
i magistrati e ha riferito di essere l'autore dell'omicidio di Vincenzo Benitozzi,
scagionando definitivamente da ogni accusa Luigi Esposito detto "'o cinese" che
resta detenuto però per 416 bis. Pochi giorni dopo fu invece la volta di
Michelangelo Mazza, fratello di Antonio e figlio di Luisa Misso. Sarà ascoltato in
videoconferenza nel corso del processo che si terrà a settembre per l'omicidio di
Luigi Sgueglia e per il quale è imputato Salvatore Savarese. Fu poi la volta di
Maurizio
GIUSEPPE MISSO EMILIANO ZAPATA MISSO MICHELANGELO MAZZA MAURIZIO FRENNA

Frenna, imputato invece per l'omicidio di Mario Ferraiuolo. Lui ha deciso di


collaborare con la giustizia dopo che ha saputo del pentimento di Emiliano Zapata.
Ha confessato di cono-

scere mandanti ed esecutori materiali di almeno sette omicidi, alcuni dei quali
commessi da lui stesso nel corso della violenta faida. Ieri la notizia del quinto
collaboratore: Pasquale Gatto.

IL CASO

PASQUALE PALMA ERA STATO FERMATO DOPO UNA RAPINA AD UNA COPPIA

BLITZ AL VOMERO, SCAGIONATO FORTUNATO D'ANDREA

Riconosciuto due volte dalle vittime: è libero


Era stato riconosciuto in volto dalle vittime per due volte dopo la denuncia che
avevano sporto alle forze dell'ordine. Pasquale Palma era finito in carcere con
l'accusa di essere il materiale rapinatore di una coppietta. Una brutta rapina
dato che era stata usata anche un'arma, un coltello di venti centimetri puntato
alla gola della ragazza di lui per fargli mollare la presa. Accadde tutto a
Frattamaggiore due mesi fa. Secondo l'accusa Palma era su uno scooter quando aveva
visto la coppietta ferma su un motorino nuovo di zecca. Si sarebbe avvicinato e
con estrema decisione avrebbe preso un coltello dalla tasca senza esitare a
puntarlo alla gola della indifesa ragazza. «Dammi il motorino o le taglio la
gola», fu la minaccia del bandito. La vittima lasciò lo scooter al rapinatore che
abbandonò quello sul quale viaggiava. Dalle forze dell'ordine il riconoscimento e
poi l'arresto di Palma. Qui è subentrato poi l'elemento decisivo per l'intera
vicenda. Il riconoscimento non era avvenuto correttamente così come sostenuto
dall'avvocato Antonio Del Vecchio. I dati oggettivi, i tratti somatici non erano
quelli necessari per trattenere in cella un indagato. Fu rilasciato per poi essere
sospettato di una nuova rapina perché riconosciuto, anche questa volta, dalle
vittime del colpo. Ma l'avvocato ha riproposto il Riesame e con la stessa
motivazione il tribunale delle Libertà ha accolto la tesi della difesa e lo ha
rimesso in libertà.

PER L'ACCUSA CHIESE IL PIZZO PER BRANDI: IL RIESAME ANNULLA L'ORDINANZA


Ordinanza annullata per carenza di indizi di colpevolezza e così anche Fortunato
D'Andrea, personaggio arrestato nel corso del maxi-blitz contro i ras e gli
affiliati alla camorra vomerese è riuscito a lasciare il carcere. Ha rivisto la
libertà dopo appena dieci giorni di reclusione. È stato l'avvocato Ferdinando Mele
ad ottenere l'annullamento al tribunale del Riesame. Era accusato di estorsione,
di tentata estorsione e di 416 bis. I reati li avrebbe commessi proprio per e con
il boss Maurizio Brandi. Adesso anche la sua posizione si potrebbe alleggerire di
due capi di imputazione. Entro il 4 luglio si definiranno anche le altre
posizioni. È stato un vero e proprio terremoto giudiziario quello che ha scosso la
camorra del Vomero. Trentasei furono gli arrestati, di cui tre latitanti, 45
indagati di cui 9 a piede libero, beni immobili e quote societarie sequestrate per
un valore di circa 60 milioni di euro.

CRESCENZIO SEPE
Esattamente un anno fa, Benedetto XVI firmò la nomina ad arvicescovo di Napoli per
il cardinale Sepe. Dodici mesi di impegno, di grande umanità e di solidarietà;
mesi in cui i cittadini hanno riscoperto un nuovo volto dell'impegno religioso.

ANDREA COZZOLINO
Domani partono i saldi ufficiali; ma ormai da diversi giorni si praticano ribassi
e svendite e l'assessore regionale alle Attività Produttive sta a guardare senza
intervenire con controlli mirati che servirebbero a salvaguardare i commercianti
onesti.
Ore Temperatura

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ore 12
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SU

GIÙ

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Brezza leggera Ovest Nord Ovest

Bava di vento Direzione Variabile

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