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Poliziotta suicida, indagati tre colleghi
Fabrizia Germanese venne sorpresa in p
ossesso di nove chili di eroina dalla squadra mobile di Cosenza
in altre notizie dal web venerd 26 Mar, 2010
CASTROVILLARI (CS) Tre indagati e un suicidio. questo il titolo possibile d una st
oria che si snoda tra carcere e divise. Una storia giudiziaria che comincia con
la scrittura incerta d una donna che ha deciso di chiudere con la vita. L angoscia d
ella protagonista raccontata dai tratti delle consonanti che sbavano sul foglio
mentre infinitesimali macchie d inchiostro segnano le curve delle vocali disegnate
sulla piccola pagina bianca.
Fabrizia Germanese, 44 anni, vicesovrintendente della Polizia penitenziaria, mor
suicida nel maggio 2008 nel carcere di Castrovillari, dopo aver redatto due lett
ere. La prima indirizzata alla famiglia, l altra alle forze dell ordine.
I testi, poi passati all esame del pm Baldo Pisani, testimoniavano della lucida sc
elta presa dalla donna " trovata in possesso di nove chili di eroina " di farla
finita. Di chiudere con la vita che da rappresentante dello Stato nelle carceri
pi dure e difficili della Penisola l aveva poi spinta ad essere il corriere di un nar
cotrafficante albanese.
Nelle missive scritte in perfetta solitudine nella cella in cui era stata rinchi
usa, la Germanese si conged dai congiunti indicando poi i nomi dei responsabili d
ell immondo traffico in cui s era cacciata. Il valore investigativo della parte degl
i scritti dedicata ai compari schipetari apparve di grande interesse tanto che il
magistrato inquirente ne secret il contenuto.
La poliziotta " ch era stata interrogata e aveva ammesso il trasporto del borsone
contenente lo stupefacente dall Albania all Italia " la notte in cui si uccise era s
orvegliata a vista dai colleghi. Per compiere il gesto autodistruttivo si chiuse
nel piccolo bagno della cella sfuggendo cos al controllo dei sorveglianti e si s
trozz con i lacci delle scarpe.
Vani tutti i tentativi di strapparla alla morte subito attivati dal personale di
guardia nel penitenziario del Pollino. Per trarre in inganno gli agenti che ne
seguivano ogni mossa, la Germanese si mostr, peraltro, assolutamente serena. Parl
insomma con loro non lasciando trapelare nulla.
I tre esponenti della polizia penitenziaria incaricati di vigilare sulla detenut
a sono stati ora incriminati dalla procura di Castrovillari per cooperazione in
omicidio colposo. Si tratta di: Rosa Ruberto, 47 anni, Nadia Bortolotta, 22 e Mi
mma Lauria, 37, tutte e tre di Castrovillari.
Avrebbero " il condizionale d obbligo " violato il precetto di sorvegliarla a vist
a e di ritirare i lacci della scarpe con cui la Germanese s impicc. I poliziotti, c
he godono di ampia stima nel loro ambiente, sono difesi dagli avvocati Roberto L

aghi, Aniello Schettino, Gennaro La Vitola e Antonio Bonifati.


Dopo la notifica dell avviso di chiusura delle indagini preliminari hanno chiesto
e ottenuto di rendere interrogatorio, chiarendo la loro posizione e protestandos
i innocenti. Ora la magistratura inquirente dovr decidere se archiviare l inchiesta
o sollecitare il rinvio a giudizio.
L eroina trovata dagli investigatori della Mobile di Cosenza (diretti dal viceques
tore Fabio Ciccimarra) in casa della Germanese venne invece sottoposta ad analis
i scientifica. Ci al fine di svolgere mirate comparazioni con altra eroina seques
trata in quel periodo tra Puglia e Calabria.
Grazie alle lettere ritrovate in carcere e all esame dei tabulati dei telefonini i
n uso alla donna, gli uomini del questore Giovanni Scifo tentarono faticosamente
" ma senza successo " di ricostruire il giro in cui Patrizia Germanese era rima
sta coinvolta. Un giro dominato dalle gang d Oltreadriatico.
La poliziotta suicida era una tipa tosta . Prima di togliersi la vita, raccont al Gi
p di Cosenza, Livio Cristofano, assistita dal suo legale, l avv. Francesco Cribari
, tutta la verit su quell illecito tesoro che custodiva in casa.
Non sapevo nulla di quella droga, almeno fino a poche ore dall arrivo della Mobile.
Quel borsone l ho portato dall Albania. stato un amico del mio uomo ad affidarmelo.
Avrei dovuto consegnarlo a suo fratello, ad Altamura. Ma io il destinatario non
l ho trovato e cos, dopo un attesa vana, ho pensato di portarmelo dietro, rinviando
la consegna. Tanto a Tirana vado spesso in vacanza.
Da due anni sono fidanzata con questa persona. L ultima volta sono andata con la m
ia auto. Ma lui non volle farmi notare in giro alla guida d una macchina: mi disse
solo che andava contro la loro religione. E cos, la vettura rimasta chiusa in ga
rage.
Tornando al borsone, appena giunta a casa a Malito, l ho tirato fuori dall auto e l ho
salito in casa. Finalmente, il destinatario si fatto vivo ed ha cominciato a te
lefonarmi. Voleva che glielo portassi subito. Io ho provato a spiegargli che sar
ei dovuta risalire molto presto per tornare a lavoro, ma lui insisteva.
Una tenacia che mi ha insospettito. Cos ho deciso di dare un occhiata al contenuto
ed ho scoperto la droga. Mi sono spaventata, non ho avuto la lucidit necessaria p
er riflettere sul da farsi.
Arcangelo Badolati
Gazzetta del sud
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