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Da Nicol Paganini a Francesco Sfilio: la scuola ritrovata

Il 12 luglio 2000 il "Secolo XIX", quotidiano genovese, con un articolo di Giorg


io de Martino annunciava la scoperta di un falegname, Giuseppe Gaccetta, che rim
asto nel silenzio per oltre sessanta anni era in possesso di una tecnica violini
stica che, insegnatagli dal suo Maestro Francesco Sfilio, affondava le sue radic
i fino a Nicol Paganini.

Un'affermazione incredibile, destinata, come sempre accade in casi come questi a


gettare luci e ombre su questa vicenda, se non fosse che a supporto di tutto ci
esiste un'incisione a dir poco strabiliante di nove capricci eseguiti da un poco
pi che diciassettenne Gaccetta nel 1931.

Egli stesso a questo proposito e riguardo alla sua vicenda dice: " 'I capricci'
furono incisi per strada! In uno dei primi negozi di registrazione genovesi in P
iazza della Meridiana. Passai davanti al negozio per caso (c'era un cartello con
su scritto: " registrate la voce dei vostri cari") e il proprietario m'invit a r
egistrare qualcosa.
Posso fare i Capricci di Paganini, dissi io. Lui allora mi port davanti al rullo
di cera ed io cominciai. Ne suonai nove, uno di seguito all'altro. Era il 1931.
Dico che furono registrati per la strada perch, prima che l'incisione fosse ripul
ita, si poteva sentire, sullo sfondo, il rumore di un autobus che passava".

All'epoca Gaccetta studiava intensamente, fino a 12-13 ore al giorno. Nonostante


quest'impegno e la coscienza dei traguardi raggiunti, non decise di completare
il ciclo dei capricci: sarebbe stata la 1 incisione mondiale dell'intera serie (
si tratta in ogni caso, per quanto riguarda i numeri 5,7,11,15,19, del documento
discografico pi antico).
"Non potevo! Sfilio non voleva che nemmeno suonassi Paganini in pubblico, figuri
amoci un disco. Di quest'incisione non seppe mai nulla".
Di Sfilio, le storie della musica e le garzantine non fanno cenno. Allievo di Ca
millo Sivori, era nato nel 1876 gir tutta l'Europa, come virtuoso e rivale di Sar
asate, fino a 27 anni, quando la sua carriera fu stroncata da un improvvisa ceci
t causata da un glaucoma.
Nel 1916 fu invitato dal comune di Sanremo ad aprire una scuola violinistica. Fu
amico intimo d'importanti musicisti dell'epoca fra cui Franco Alfano, Marinuzzi
, Respighi, Saint Sains di cui esegui il suo terzo concerto per violino presente
l'autore in sala. Nel 1937 pubblic il metodo "Alta cultura di tecnica violinisti
ca" dove vengono fissati nero su bianco quelli che egli ritiene siano i fondamen
ti della tecnica paganiniana, fino ad allora ignoti, che pressappoco negli stess
i anni, Sfilio trasmette oralmente a Gaccetta.
Nonostante gli apprezzamenti di Mano e Respighi, il metodo non convince gli adde
tti ai lavori e scatena violente polemiche: ne sono testimonianza alcuni articol
i del 1937 pubblicati sul secolo XIX in cui Bill accademico di S. Cecilia polemiz
za con Sfilio riguardo la sua scoperta. Sfilio, per, ha ancora una carta da gioca
re. E non teorica, ma pratica: Giuseppe Gaccetta. Su di lui, che, grazie a quel
metodo, in circa due anni di studio frenetico ha messo a punto una lettura dei c
apricci di Paganini di precisione tecnica assoluta e interpretativamente moderni
ssima, l'allievo di Sivori punta per rinnovare la scuola violinistica italiana.
Ma vuole fare esplodere la "bomba" al momento giusto.
Da qui, il veto di eseguire in pubblico Paganini, che Gaccetta, eccettuata l'ese
cuzione casuale "per strada", non ha mai violato. Con il senno di poi, si pu dire
che quel ritardo imposto dall'alto fu fatale. Scoppi la guerra. Nessuno, ovviame
nte, si preoccup pi del metodo di Sfilio (sulla cui cancellazione della storia del
la musica ha pesato non poco l'appartenenza al partito fascista), e il 25 Gaccett
a, per motivi che possono sembrare incomprensibili a un 25 di oggi, rinuncia per
sempre alla sua vocazione.
Ma lo stesso Gaccetta con memoria lucidissima, a ricostruire tutto, fin dal suo
primo incontro con Sfilio. "Avevo studiato due anni con Venturini, che allora er
a la spalla dell'orchestra del Carlo Felice. Il suo insegnamento, per, non mi sod
disfaceva. Decisi allora di andare a studiare da Hubay grande caposcuola unghere
se. Ma, proprio mentre iniziavo le pratiche per ottenere il "visto", venni a sap
ere per caso che Sfilio si sarebbe trasferito a Genova dalla Francia.
Un amico mi introdusse presso di lui. Alla prima lezione, Sfilio che all'epoca e
ra gi completamente cieco mi chiese di fargli sentire qualcosa, e io esegui il se
condo studio di Kreutzer, per le molteplici varianti di colpi d'arco in esso con
tenuti.
Alla fine mi parl chiaro: "Giuseppe, tu sei stonato come un cane, non sai tenere
il "violino, non sai tenere l'arco, non sai dare la pece". Fu per colpito dalla m
ia testardaggine. Allora mi propose un patto: mi diede due mesi di tempo. "Se al
termine dei due mesi, disse, avrai superato la prova, (40 giorni circa di eserc
izi muti sulla tastiera del violino) avrai superato la prova, potrai dire di ess
ere allievo di Sfilio, senn, io e te non ci siamo mai conosciuti". Cos cominciai.
Fu faticoso, all'inizio, perch Sfilio mi faceva esercitare, come Paganini, con un
peso legato al braccio destro. Dopo 40 giorni, mi fece rieseguire il secondo st
udio di Kreutzer. Suonai otto battute e mi fermai. Non riuscivo ad andare avanti
: ero io il primo a essere sbalordito dei progressi compiuti in cos poco tempo.
Studiai con lui, in tutto, 22 mesi. Al termine dei quali avevo gi in repertorio t
utti i capricci di Paganini. Ma Sfilio mi proib di eseguirli in pubblico. Voleva
"tenermi buono" fino al 1940. Per quell'anno, Mussolini aveva indetto grandi man
ifestazioni musicali a Genova a cui avrebbero dovuto prendere parte alcuni dei p
i grandi violinisti dell'epoca: si parlava di Heifetz, Millstein, il giovane Menu
hin e io, che anche se ignoto avrei dovuto rappresentare l'Italia. Tra l'altro l
a data del 1940 avrebbe coinciso col centenario della morte di Paganini e il pro
babile ritorno nella sua citt, della salma del grande violinista, cosa questa vol
uta sempre da Mussolini. Ma poi scoppi la guerra e dopo un anno, smisi di studiar
e. Fui costretto per ragioni finanziarie.
Dovevo pensare alla mia famiglia. Misi il violino nella custodia, dissi basta, e
non lo impugnai mai pi".
Fin qui, quello che pu dirsi anche se raccontato succintamente una storia a dir p
oco rocambo1esca che potrebbe essere a buon diritto un soggetto da film. Ma ci ch
e ora pu essere interessante il cercare di spiegare in cosa consistesse questo pa
rticolare insegnamento di F. Sfilio che gli faceva affermare di aver messo per i
scritto se non tutti, sicuramente gran parte dei metodi tecnici adottati da Paga
nini per lo studio del violino.
L'intento dichiarato del maestro era quello di rendere accessibile a tutti, dive
rsi per capacit, lo studio di questo strumento, individuando nella diversa posizi
one e in una serie di esercizi che hanno per loro base il semitono la chiave per
facilitarne l'apprendimento.
In un breve capitolo del suo libro "Alta cultura di tecnica violinistica", intit
olato "Il segreto di Paganini", egli indica in modo riassuntivo quelli che ritie
ne siano gli elementi fondanti il metodo paganiniano.
Vale la pena riportarlo per intero e poi approfondirne, per ci che possibile in q
uesta sede, i vari aspetti.

Il segreto di Paganini

Riepilogando, il segreto di Paganini non consiste in un solo ritrovato ma nel co


mplesso di vari sistemi che costituivano il suo modo di suonare personalissimo e
allora considerato trascendentale. Cio:

Il localizzare ogni esercizio di forza nel braccio, che egli appoggiava fortemen
te al corpo lasciando completamente libera la mano e leggere e sciolte le dita (
il tenere la spalla sinistra alta non aveva per questa ragione alcuna influenza
speciale);

L'uso del tatto per la sicurezza dell'intonazione;

L'uso per le progressioni cromatiche della diteggiatura rivelata dalla sua scala
, e cio sempre della successione delle dita consecutive;

L'uso del piegamento del polso per il passaggio di posizione;

L'estensione e lo scarto delle dita consecutive.

Il paragrafo ci porta a parlare della posizione e della tenuta del violino. Si s


a che Paganini, teneva il braccio sinistro fortemente appoggiato al torace e all
'addome (oltre alle numerose caricature, di questo ce ne parla anche Carl Guhr d
irettore e violinista che lo aveva seguito per lungo tempo) e questo per poter l
iberare la mano e avere cosi leggere e sciolte le dita.
Ma il tenere il braccio accostato al corpo porta inevitabilmente a girare il vio
lino verso l'interno chiudendo la posizione di circa 20-30 gradi rispetto a quel
lo che si usa oggi.
E' quindi una posizione "chiusa" che converge verso il centro e non una posizion
e "aperta" lontana dal corpo.
Il violino cosi sostenuto senza spalliera dalla clavicola e dalla spalla lungo i
l bordo delle fasce dello strumento, con il naso che diviene una sorta di mirino
puntato sulla tastiera. Tutta la forza di sostegno dello strumento sar fatta dal
la parte superiore del braccio accostato al torace.
Per quanto riguarda l'arco invece esso sar sostenuto dal pollice posto sotto la b
acchetta e in posizione diagonale, cio con l'unghia posta in diagonale, che sar co
s una sorte di punto di bilancia fra indice e mignolo per operare tutti i giri di
corda necessari all'esecuzione.
Il braccio dovr essere alla stessa altezza della spalla e l'arco verr tirato in du
e movimenti principali; dall'articolazione della spalla al gomito il primo terzo
e dal gomito fino alla punta gli altri due terzi.
Esso dovr essere tirato sempre con leggerezza e a questo scopo viene consigliato
uno studio particolare, tirandolo ad un cm di distanza dalla corda, quindi senza
suonare, con un peso di circa 2 Kg attaccati al braccio, per non pi di 2 o tre m
inuti e questo per rafforzarne la parte superiore che non dovr essere mai abbando
nata nel suonare.
Lo stesso esercizio del peso valido anche per il braccio sinistro e lo scopo per
entrambe le parti vincere la forza di gravit.

Il secondo punto riguarda la sensibilit che le dita della mano sinistra devono ac
quistare nel premere la corda.
A questo aspetto Sfilio, che rimase cieco ad appena 27 anni, da molta importanza
affermando ripetutamente che la pressione delle dita sulla corda deve essere mi
nima, addirittura cercando di raggiungere l'obiettivo di non abbassarle del tutt
o sulla tastiera.
Dunque una sensibilit dei polpastrelli da ciechi resa possibile da un costante st
udio di esercizi muti di digito-pressione, cio di abbassamento verticale delle co
rde con ritmi di duine terzine quartine ecc. da eseguirsi con poca pressione con
un singolo dito e anche per intervalli di 3, 4, 6, 8, 10 senza raggiungere la tastie
ra. Questi esercizi fatti per non pi di mezz'ora al giorno saranno poi un'utile p
reparazione al vibrato che Sfilio esegue unendo al movimento verticale un legger
o movimento orizzontale attraverso l'uso del polso e al trillo del quale indiche
r ulteriori modi di studio nel suo libro.

Il terzo punto ci porta a considerare quella che una delle colonne portanti di q
uesto edificio: il cromatismo, su cui viene impostato fin dalle prime lezioni il
principiante.
Lo sviluppo di tutti gli esercizi che compongono questo aspetto fondante della t
ecnica si trovano nell'altro volume "Nuova scuola Violinistica italiana" e hanno
alla loro base l'analisi che Sfilio ha fatto dell'autografo della "Scala di Pag
anini" di Breslavia del 3 agosto 1829.
Si tratta di una scala cromatica di La M. dove Paganini, dopo la prima nota La c
ol primo dito in IV corda, scrive anzich La diesis, Si bemolle facendo cosi inten
dere di voler mettere il secondo dito e non il primo strisciandolo; da qui in po
i tutte le note successive si sviluppano con dita conseguenti, cio primo dito IV
corda La naturale, secondo dito Si bemolle terzo dito Si naturale, primo dito Do
naturale, secondo dito Do diesis, terzo dito Re naturale Quarto dito Re diesis,
allungamento indietro del primo dito sulla III corda sul Mi e si ricomincia. Qu
indi la diteggiatura sulle prime tre corde 123-1234, e sulla corda Mi 123-123 fi
no ad arrivare al La della terza o quarta ottava della scala tenendo il pollice
fermo possibilmente in terza posizione come faceva Paganini ( sempre Guhr a racco
ntarcelo) e col movimento di cambio della posizione piegando il polso e non l'av
ambraccio che se mai seguir il polso nel movimento ascendente lungo il manico.
Da questo Sfilio sviluppa una quantit sorprendente di esercizi cromatici con movi
menti di un solo dito (1234) e con intervalli diversi di 3 4 6 8 10 sempre facendo i
bio di posizione col polso e raccomandando di studiare le corde doppie cromatica
mente anche diteggiandole.
Questo aspetto della diteggiatura del cromatismo fondamentale se posto in relazi
one col movimento del cambio di posizione.
Giungiamo cos al punto 4.
La mano sinistra sul manico del violino come quella di un chitarrista e Paganini
lo era, cio col polpastrello del pollice quasi sotto il manico e il palmo della
mano rivolto verso la tastiera in modo da avere le note gi pronte. In pratica la
posizione del violino quella di un'ideale chitarra rovesciata sulla clavicola co
n una posizione chiusa, come vediamo dalle caricature che di Paganini ci sono pe
rvenute.
Il pollice inizialmente viene impiantato in 1 Pos. ma successivamente pu essere d
islocato fino in 3 Pos.. Il cambio di posizione si effettua comunque dal polso e
a pollice fermo. Tutto questo unito al principio del cromatismo e della digito-p
ressione oltre che alla posizione, genera una combinazione di fattori che rendon
o pi agile lo studio del violino.

E qui giungiamo all'ultimo punto: l'estensione e lo scarto delle dita consecutiv


e. Si tratta di tutta una serie di esercizi che prevedono l'allungamento delle d
ita attraverso un movimento di loro divaricazione sul metacarpo, e a questo scop
o Sfilio indica svariati esercizi di cui uno per tutti quello che prescrive di f
are intervalli di 3 con dita conseguenti (1 2-2 3-3 4) su una corda sola per esem
pio partendo dal Do in IV corda a salire. Quindi una sorta di stretching che uni
to anch'esso al modo di fare i cambi di posizione crea ulteriori vantaggi. Quest
i esercizi che Sfilio sviluppa facendo studiare in modo particolare anche 8 diteg
giate e 10 mi hanno fatto riflettere sulla famosa immagine dei 4 Mi di Paganini.
Che senso avrebbe avuto mostrare di poter prendere 4 Mi con dita conseguenti se
non quella, penso io, di mostrare un'ulteriore possibilit di muoversi lungo la ta
stiera per allungamenti appunto di cui i 4 Mi rappresentano l'apertura estrema,
e indicando cosi oltre tutto la corretta posizione del braccio sinistro che in q
uesto modo costretto a stare rivolto verso l'interno e sotto il violino. Quindi
come quella della scala cromatica di La 11 anche questa un immagine simbolo e sa
ppiamo che un simbolo come un geroglifico che se decodificato svela una quantit d
i contenuti mai prima sospettati.
A Sfilio quindi il merito di aver compiuto quest'opera avendo come supporto oltr
e che la sua acuta capacit d'indagine, le preziose nozioni apprese dall'insegname
nto di Sivori e che poi sviluppate egli ha messo a disposizione di tutti scriven
do questi due libri.
Si sono svolti diversi seminari in Italia per presentare questo metodo e fra gli
altri uno presso il Conservatorio "A. Boito" di Parma e un altro a Vittorio Ven
eto presso la sede del concorso suscitando sempre consensi e interesse per quest
a nuova antica scuola.
Attualmente il conservatorio Nicol Paganini di Genova si sta interessando nella p
ersona del suo Direttore Angelo Guaragna, di creare la possibilit per un insegnam
ento presso la sua sede e a Genova anche attiva una Fondazione intitolata a F. S
filio voluta dal suo allievo G. Gaccetta e presieduta da Giulio Franzetti. Sono
stati recentemente pubblicate la ristampa dei due volumi "Alta cultura di tecnic
a violinistica" e "Nuova scuola violinistica italiana" con la collaborazione del
la casa editrice milanese Zecchini (editrice della rivista Musica); ilI primo in
due lingue (italiano e inglese) il secondo in cinque lingue (italiano, inglese,
francese, tedesco e spagnolo) similmente al Sevcik.
E' nostra speranza che un lavoro cosi importante possa essere in futuro divulgat
o rendendo cosi nuovamente vivente un'eredit tanto preziosa.
Giuseppe Gaccetta
Giuseppe Gaccetta

Francesco Sfilio

Camillo Sivori

Niccol Paganini

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