Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
corpo esanime
note 2 fotografie, 3 ritagli di giornale sulla concessione da parte della Spagna dell'estradizione
negli Stati Uniti del boss Vito Badalamenti
intestazione BADALAMENTI VITO. Commerciante, figlio di Tano Badalamenti. Novembre
'83 Cinisi.
cassetto 167 busta 22 doc 5
Pagina 136 di 1496
Le confidenze di Giovanni Di Giacomo, captate in carcere, svelano retroscena inediti sul killer
ergastolano del mandamento palermitano di Porta Nuova. E aprono delle piste investigative
sull'omicidio del fratello Giuseppe, freddato alla Zisa.
PALERMO - Glaciale e spietato. Sia fuori che dentro il carcere. Pronto a massacrare di botte un
altro detenuto e a dare dello sbirro al figlio di Tot Riina.
Sono le sue stesse parole, le parole di Giovanni Di Giacomo, killer ergastolano, ad aprire alcune
piste investigative sull'omicidio del fratello Giuseppe, freddato alla Zisa. Parlando con un nipote e
con l'altro fratello, Marcello, Giovanni non escludeva che il delitto fosse una vendetta nei suoi
confronti. I colloqui sono stati registrati fra marzo e aprile scorsi, prima che Giovanni Di Giacomo
individuasse in Onofrio ed Emanuele Lipari i presunti mandanti dell'omicidio e, cos sostiene
l'accusa, ne ordinasse l'eliminazione, costringendo i carabinieri ad accelerare il blitz a Porta
Nuova.
Il nipote piangeva durante il colloqui. Si commuoveva pensando a Giuseppe che ... era tutto
sparato... la costola... forse non ce l'ha fatta pi ed caduto e l'ultimo gli hanno sparato in testa....
... una volta che avevano questa intenzione c' poco da fare, spiegava Giovanni Di Giacomo con
apparente freddezza. Poi, aggiungeva: ... pu essere pure che stato fatto per me. ... sto
pensando ora il fatto di Padova magari c'entra niente?, gli chiedeva il nipote. Risposta: ... bravo...
bravo... mettilo al dieci per cento per mettilo al dieci per cento... sei intelligente, ma lo hai pensato
tu lo hai pensato?... il dieci per cento perch questo che dici tu non ha tutta questa capacit di
potere... hai capito?.
Il fatto di Padova un episodio di inaudita violenza carceraria. L'11 luglio 2011, all'interno
del penitenziario Due Torri della citt veneta Di Giacomo massacr a colpi di fornellino da
campo un altro detenuto, Francesco Bruno. Che non l'ultimo arrivato. Sta scontando pure
lui un ergastolo per l'omicidio di Stefano Gallina, capomafia di Cinisi freddato negli anni
Ottanta. Bruno, nato ad Isola delle Femmine, era uomo di fiducia di Saro Riccobono, storico
boss di Partanna Mondello. Ha condiviso il ruolo di imputato in un processo con Salvatore Lo
Piccolo colui che, vent'anni dopo, avrebbe preso il potere fra Resuttana e San Lorenzo.
3
Una mattina afosa del luglio 2011, le celle del carcere di Padova sono aperte per fare respirare i
detenuti. Bruno si trova nel reparto Eiv (elevato indice di vigilanza). Un attimo di distrazione delle
guardie carcerarie e nella sua cella piomba Di Giacomo. Al termine del pestaggio, Bruno riporta
diverse fratture alle gambe e alle braccia. Il suo volto tumefatto. La testa fracassata. Ci vorranno
diversi interventi chirurgici e 500 punti di sutura per strapparlo alla morte e cucire le ferite. Oggi si
trova nel carcere di Milano-Opera, dove ha assistito al processo nel corso del quale, nel 2013,
stato condannato a 30 anni per l'omicidio di Vincenzo Enea, un imprenditore edile di Isola delle
Femmine assassinato, secondo l'accusa, per essersi rifiutato di entrare in societ con alcuni mafiosi,
tra cui Bruno.
Giovanni Di Giacomo stava per commettere, dunque, il terzo omicidio della sua vita dopo quelli di
Natale Tagliavia, trovato incaprettato il 18 settembre '81 e di Filippo Ficarra, vittima della lupara
bianca nel 1982. Sempre in carcere, su ordine di Tot Riina, Pippo Cal e Michele Greco, aveva
cercato di di avvelenare Gerlando Alberti "u paccar", lo storico capo della famiglia di Porta
Nuova. Di Giacomo eseguiva ordini e non guardava in faccia nessuno. uno che non le manda a
dire. Non si fermato neppure di fronte al figlio del capo dei capi. accaduto anche questo.
Ancora una volta lo stesso Giovanni Di Giacomo a raccontarlo. Al fratello Marcello, che l'11
aprile scorso era andato a trovarlo in carcere, ammetteva di avere avuto tanti, troppi discorsi in
galera discorsi che ho avuto in galera discorsi hai capito?... per esempio ho avuto discorsi
pure con il figlio di Tot Riina gli ho detto 'sei sbirro' 'sei cane'. Giuseppe Riina stato
rinchiuso a Padova nello stesso carcere di Giovanni Di Giacomo.
http://livesicilia.it/2014/05/02/killer-ergastolo-mafia-di-giacomo_481078/
B.B.P., BILLECI VINCENZO, BIONDO, BRUNO FRANCESCO, CONSIGLIO MARIA CONCETTA, GALLINA
STEFANO,IMPASTATO, SALICETO, VASSALLO
GIUSEPPE, VITALE,DAGOSTINO,ENEA,BADALAMENTI,MUTOLO,NAIMO,MICALIZZI,RICCOBONO,GUGLIELMO
FELICE,LUCIDO,CATALDO,CARDINALE,LO CICERO,IMMOBILIARE SICANIA,LO CICERO VINCENZO,TRIPICIANO
EDOARDO,PULEO COSTANTINO, LUPARELLO SANTO,TESAURO GIROLAMO,