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29 Luglio 1984 La Boschetta di Vicchio BREVE MEMORIALE

PREMESSA Scrivo queste poche righe senza velleit alcuna, solo per provare a mettere in fila idee, pensieri e ragionamenti relativi del delitto del 29 Luglio 1984 in cui persero la vita Pia Rontini e Claudio Stefanacci. Non ho elementi nuovi da presentare: ci che scrivo basato solo sui dati reperibili su blog, tv e forum, foto disponibili in rete, test personali, sopralluoghi e parole espresse da persone che, pur essendo completamente estranee ai fatti, hanno visto questi avvenimenti accadere nella loro terra. Ho letto vari blog, lintero thread dedicato del forum mostrodifirenze.forumup.it, articoli di giornale dellepoca, commenti, libri, opinioni trovate sul web e sono arrivato a ununica conclusione, chiara e indiscutibile: si detto tutto e il contrario di tutto. Ho letto opinioni completamente contrastanti, dati teoricamente ufficiali che si contraddicono, ricostruzioni improbabili quando non impossibili, conclusioni basate sul nulla e dati palesemente sbagliati. Da questo groviglio ho provato a tirare fuori una soluzione che mi sembrasse lineare e plausibile, ma non stato facile. Per questa ragione molte delle conclusioni alle quali sono giunto restano evidentemente discutibili. E grazie soprattutto ai blog Calibro22 e Insufficenzadiprove, gli unici veramente dettagliati, che ho potuto reperire la gran parte dei dati e delle immagini. Per questa ragione ringrazio sentitamente i rispettivi amministratori che spero non me ne vogliano se rubato loro qualche piccola informazione. A buon rendere, semmai sar possibile. Ovviamente le ricostruzioni sono figlie della mia fervida fantasia, ed probabile che non corrispondano in alcun modo al vero. Per aggiustare il tiro sar perci necessario che chi pu smonti o integri queste ricostruzioni in modo da avvicinarsi a un quadro quanto pi possibile veritiero. Ci sono tuttavia alcune basi dalle quali parto, opinioni personalissime che non metto in discussione in queste poche righe, che sono le seguenti: per quel che mi riguarda, la serie dei duplici omicidi stata compiuta da un unico soggetto, maschio, destrimane, che si servito di ununica pistola. Mi spingo anche a dire che abbia utilizzato un unico caricatore per ciascun delitto. E, sempre personalissima opinione, non sono ancora del tutto certo che il delitto del 1968 possa essere attribuito al Mostro di Firenze, inteso come la persona che ha sparato alle successive sette coppie di ragazzi (con opzione dubitativa sullomicidio del 1983 a Giogoli). Per cui nei miei ragionamenti tendo momentaneamente ad escluderlo dalla serie. In ultimo non sono completamente convinto della teoria dei Compagni di Merende (che oltretutto viene automaticamente esclusa se si accetta la teoria del killer unico) e ho ragionato ipotizzando che non fosse Pietro Pacciani a impugnare la pistola Calibro 22. Per il resto ho sempre argomentato cercando di rimanere quanto pi possibile neutrale e prediligendo laspetto umano della vicenda, quello delle famiglie straziate da tali scempi e quello

di una terra quella fiorentina tenuta in scacco per 20 anni da un pazzo che ha privato i giovani della libert di amarsi serenamente.

PIA E CLAUDIO Pia Gilda Rontini era nata a Copenaghen il 26 Maggio 1966 e risiedeva a in Via Carducci a Vicchio di Mugello con la madre Winnie Kristensen Dalgaard, il padre Renzo e la sorellastra Marzia, figlia del primo matrimonio del padre. Si era diplomata in lingue e, allinizio del 1984, si era recata in Danimarca, paese natio suo e della madre, per frequentare una scuola di cucina della durata di quattro mesi. Rientrata in Italia nella primavera del 1984, dal 1 Luglio aveva iniziato a lavorare presso il bar La Nuova Spiaggia, oggi Baraonda, situato nei pressi della stazione ferroviaria di Vicchio e gestito da amici di famiglia dei coniugi Rontini. Svolgeva per lo pi il turno serale, fra le 19:00 e le 1:00 di notte, ma nei giorni di fine mese aveva intensificato la presenza a causa di un collega in ferie (secondo altre fonti il collega era malato). Quanto al suo lavoro, sembra che alla signora Ingrid Von Pflugk Harttung (amica di famiglia conosciuta da Pia durante la permanenza danese di pochi mesi prima), Pia abbia confessato di sentirsi scontenta di lavorare in quel locale, perch lo considerava un luogo frequentato da gente di una certa et e di scarso livello Pia Gilda Rontini culturale e dove le venivano rivolte battute e doppi sensi anche volgari, come troppo spesso accade in Toscana. Faceva parte della Vicchio Folk Band, per la quale ricopriva il ruolo di majorette e con la quale girava paesi e citt in occasione delle molteplici esibizioni. In merito sembra che nei primi anni 80 (1982 o 1983) la banda si fosse recata anche a Mercatale Val di Pesa, paese in cui abitava Pietro Pacciani. Pia si era legata sentimentalmente a Claudio fin dalladolescenza: stando alle testimonianze niente faceva pensare che la coppia attraversasse un momento di crisi o che i ragazzi potessero avere relazioni parallele. Il padre di Pia, Renzo, terzogenito dei quattro figli di Ferruccio Rontini, pittore post-macchiaiolo di fama internazionale, era nato il 16 Ottobre 1930. Dopo un primo matrimonio dal quale era nata la figlia Marzia (in seguito sposatasi con Giovanni Spinoso, giornalista RAI sfiorato dalle vicende processuali degli anni 90), si era sposato nuovamente con Winnie Kristensen, conosciuta in Danimarca mentre vi si trovava per lavoro (per anni stato capitano di macchina di una compagnia di navigazione danese), dalla quale aveva avuto la figlia Pia Gilda. Renzo era sempre stato molto legato alla figlia, tant che dopo la sua scomparsa ha caparbiamente perseverato nella ricerca della verit sul suo assassinio, compromettendo la propria vita su vari fronti. Al momento del delitto, Renzo Rontini era un meccanico navale estremamente apprezzato, tanto da esser chiamato in quasi tutto il mondo per riparare imbarcazioni in avaria. Questo tipo di lavoro gli permetteva di vivere abbastanza agiatamente, pur mancando di tanto in tanto da casa e recandosi sovente a Livorno dove lavorava (sembra che per un periodo sia stato proprietario di un cantiere navale) e aveva alcuni parenti, soprattutto in conseguenza al fatto che il padre vi aveva vissuto a lungo. Per sua stessa ammissione, quando possibile, attendeva sua figlia al termine del turno al bar per riaccompagnarla a casa, discorrendo nel frattempo con gli amici.

Claudio Stefanacci era nato a Vicchio il 19 Luglio 1963 ed era iscritto alla facolt di Giurisprudenza di Firenze. Risiedeva con la famiglia a Vicchio di Mugello lungo Corso del Popolo, nei pressi dellesercizio di elettrodomestici di famiglia, che conduceva in collaborazione con la madre e con i fratelli Luca e Sauro. Era orfano di padre, vittima di un incidente stradale, e anche per questa ragione si divideva fra lo studio e lesercizio di famiglia. Trascorre il tardo pomeriggio del 29 Luglio a casa in compagnia del fratello Sauro, assistendo alle gare olimpiche: dopo cena lo stesso fratello esce da casa intorno alle 21:15, secondo alcune testimonianze incrociando Pia che sta sopraggiungendo, e lascia Claudio solo in casa ad attendere larrivo della fidanzata. Se tali testimonianze corrispondono al vero, Sauro Stefanacci stata lultima persona ad aver visto Pia e Claudio prima che venissero aggrediti.
Claudio Stefanacci

SITUAZIONE COMPLESSIVA, GIORNO E LUOGO DEL DELITTO Vicchio del Mugello un piccolo comune dellAppennino, che vanta i natali di Giotto e Beato Angelico, oltre ad aver apprezzato il paziente operato di Don Lorenzo Milani. Nel 1984 era un modesto agglomerato di stampo soprattutto rurale, come pressoch tutto il Mugello. Contava circa 6.000 abitanti, suddivisi fra il capoluogo e le frazioni che costellano lampio territorio aperto che gli fa da contorno. A livello esclusivamente demografico era vicino ai minimi del secolo, perch negli anni 60 e 70 le valli del Mugello si erano progressivamente spopolate a causa dellabbandono delle campagne, che i giovani lasciavano alla volta della citt, dovera possibile lavorare con meno fatica, minore orario e maggiore retribuzione. Per questa ragione la media anagrafica era un po spostata in avanti, le condizioni sociali discrete ma i redditi medi rimanevano relativamente bassi e il costo della vita era ben lontano da quello della vicina Firenze. Anche per queste ragioni Vicchio un luogo che non ha mai conosciuto grandi problemi di criminalit e malavita, tanto che il duplice omicidio di Pia e Claudio resta ancora lomicidio contemporaneo pi efferato. Nel 1984 a Vicchio paese tutti conoscono tutti, i ragazzi si ritrovano al bar Stellini di Piazza Giotto, la piazza centrale. Accanto al bar, sulla destra, cera (e c) il negozio di elettrodomestici gestito dalla famiglia Stefanacci, che abitava a breve distanza dal proprio esercizio, lungo Corso del Piazza Giotto: il bar Stellini e, a sinistra, il negozio della famiglia Stefanacci Popolo, la strada che taglia in due il paese e lambisce Piazza Giotto, sino a diventare Via Carducci, lungo la quale risiedeva Pia con la propria famiglia.

Il 29 Luglio 1984 un caldo giorno destate, che ha registrato una temperatura massima superiore ai 32, salvo poi ridiscendere intorno i 25 al calar del sole, che tramonta intorno alle 19:40 lasciando spazio al crepuscolo, che termina intorno alle 21:15. Non si tratta per di una notte di novilunio, bench loscurit fosse pressoch totale, dato che il ciclo lunare era iniziato il 28 Luglio, giorno precedente al delitto. Sono dunque queste le condizioni che si presentano il 29 luglio alla Boschetta di Vicchio: temperatura mite e buio pesto. E opportuno ricordare che quello del 1984 a mio parere lunico delitto che viene compiuto alla vigilia di un giorno lavorativo: tutti gli altri avvengono di venerd (1983 e forse 1985), sabato (1974, giugno 1981, 1982) e gioved (ottobre 1981), vigilia di uno sciopero generale. Lunico altro delitto ufficialmente compiuto in un giorno pre-feriale quello del 1985 (domenica 8 Settembre) che, anche secondo considerazioni ampiamente trattate da altri, relative soprattutto allavanzato stato di degrado in cui furono trovati i cadaveri, potrebbe essere da anticiparsi a venerd o al massimo sabato. La Boschetta di Vicchio si trova a circa 60 metri dalla Strada Provinciale n. 41 denominata Sagginalese, nel tratto compreso fra Ponte a Vicchio e Dicomano, a una distanza di circa 3,2 Km da Ponte a Vicchio in direzione Dicomano. Per arrivarvi necessario percorrere un tratto di strada sterrata, che oggi ha un tracciato leggermente diverso da quello del 1984, e che inizia con uno spiazzo dov possibile fare manovra con unauto, sia adesso che allora. E qui che presumibilmente Claudio ha invertito la rotta della propria Panda, percorrendo lultimo tratto a retromarcia. La strada sterrata ha lunghezza totale di circa 60 metri e larghezza di circa 3,00 mt, e termina nel punto in cui era posteggiata lauto dei ragazzi. Alle spalle c solo la folta vegetazione che delimita ladiacente campo agricolo sino a ridosso del bastione della ferrovia, che dista circa 50 metri dal luogo dellaggressione. In quel punto la strada ferrata soprelevata rispetto al campo sottostante e simmette in una breve galleria della lunghezza totale di circa 180 metri in direzione Vicchio. Circa 30-40 metri pi avanti rispetto allinnesto fra la strada sterrata che conduce al luogo del delitto e la S.P. Sagginalese, sulla sinistra per chi la percorre verso Dicomano, presente unaltra strada sterrata che raggiunge il fiume Sieve, lo guada, e prosegue sulla sponda opposta fra i campi sino a raggiungere la S.S. 551 Traversa del Mugello allaltezza dellAzienda Agricola Il Forteto, lattraversa e sale sul versante opposto sino a raggiungere Ampinana, il luogo di cui era originario Pietro Pacciani.

La S.P. Sagginalese come appare arrivando da Vicchio: a destra lingresso nella piazzola, pi avanti a sinistra la stradina che porta alla Sieve, dove potrebbe aver parcheggiato il maniaco.

A circa 200 metri dal luogo del delitto, senza ostacoli visivi, presente unabitazione posta lungo la S.P. Sagginalese, nella quale al momento del duplice omicidio sembra vivesse unanziana signora che era andata a letto verso le 21:00 senza sentire pi nulla. Raggiungendo la piazzola, sulla destra per chi la osserva, c una collinetta che domina la zona: da l che sono state scattate le fotografie dellepoca che appaiono pi alte rispetto allauto. Il corpo di Pia viene estratto dallauto e trascinato nellattiguo campo di erba medica, a una distanza di circa 7 metri dal veicolo e una quota di non pi di un metro pi in basso. Nel 1984 il luogo del delitto era leggermente diverso da come si presenta adesso: dopo aver lasciato la provinciale era presente uno spiazzo in cui era possibile fare manovra ma da cui non si vedeva la piazzola dellaggressione. Da tale spiazzo ripartiva la strada sterrata, che, dopo un tratto leggermente curvilineo a destra, si concludeva nel luogo in cui stata ritrovata la Fiat Panda di Claudio: la vegetazione era folta e rigogliosa, tanto che lauto rimaneva seminascosta alla vista dalla provinciale. Osservando la conformazione della strada, soprattutto la parte terminale per come si presentava nel 1984, si pu concludere che probabilmente allepoca aveva la sola Luogo del delitto funzione di accogliere coppie in cerca di intimit. Infatti, superata la prima piazzola dalla quale oggi si diparte un tratturo che taglia il campo e porta alla vicina casa, il percorso terminava (e termina) a ridosso della vegetazione, senza condurre da nessunaltra parte. Non serviva (n serve) per consentire accesso ai campi per i mezzi agricoli, non La piazzola della Boschetta, pressappoco come appariva nel 1984 proseguiva e non raggiungeva la ferrovia, distante 50 metri. Non vedo dunque altre funzioni se non quella di riparare da sguardi indiscreti le auto in cerca di intimit.

29 LUGLIO 1984 Alle 9:00 del mattino di domenica 29 Luglio 1984 Pia Rontini prende servizio al bar della stazione di Vicchio, in Via Beato Angelico. Solitamente lavora solo fra le 19:00 e le 1:00, ma in quelloccasione sostituisce un collega e vi si reca anche al mattino, poco dopo le 9:00 (secondo alcune fonti intorno alle 9:10, secondo altre alle 9:30). Smonta alle ore 12:00, con la prospettiva di rientrare alle 17:00 e terminare a tarda notte. Nemmeno sua madre sembra conoscere lorario di rientro, tant che in una deposizione processuale riferisce non sapevo a che ora sarebbe tornata perch mancava questo collega, invece alle 8:05 - 8:10 era a casa, usando la parola invece che fa pensare ipotizzasse un rientro pi tardo. Intorno alle 13:00 Pia colloquia con la signora Luciana, alla quale racconta di aver acquistato un costume da bagno giacch due giorni dopo si sarebbe recata al mare sulla riviera romagnola.

Torna a casa, pranza con i genitori e con lo zio Piero Manetti, sbriga alcune faccende assieme alla madre ed esce intorno alle 16:00 circa per recarsi da Claudio. Prima di uscire il padre le chiede se pu portargli una birra fresca, e lei lo accontenta, rincasando pochi minuti pi tardi in compagnia del fidanzato e con la bibita (arriva probabilmente a piedi in Piazza Giotto, incontra Claudio, compra da bere al bar Stellini e torna a casa). Dopodich i due ragazzi escono nuovamente intorno alle 16:10. A questo punto si inserisce la testimonianza del Sig. Bardazzi, meglio specificata di seguito, che sostiene di aver visto Pia e Claudio presso il proprio esercizio (una tavola calda in Loc. La Torre, fra Borgo San Lorenzo e San Piero a Sieve, a 10 km da Vicchio) intorno alle 16:45. Alle 16:50 Pia rientra in casa e si cambia labito, preparandosi per recarsi a lavoro. Poco dopo viene accompagnata in auto al bar dai genitori e dallo zio, che si trattengono ancora qualche minuto per prendere un caff, mentre Pia ha gi preso servizio. Dopodich la salutano e il padre accompagna la moglie a casa, per poi partire alla volta di Livorno dove accompagna il cognato Piero Manetti. Pia rimane a lavoro fino alle 20:20 circa, quando viene anticipatamente congedata dal proprietario che non ha bisogno di lei per la serata. [Questo dettaglio da considerarsi assai importante, perch contrasta con lipotesi di un delitto premeditato e architettato per essere eseguito proprio quel giorno, attribuendogli un Il bar La Nuova Spiaggia dove lavorava Pia, oggi Baraonda contorno di maggiore casualit. Va tuttavia specificato che, secondo altre testimonianze, Pia aveva cambiato turno scegliendo quello del pomeriggio per cenare con Claudio, ma questa ipotesi non trova molti riscontri. E unipotesi che potrebbe tuttavia essere collegata alle parole di tale Manuela, collega di lavoro di Pia, che rifer non sono stata io a chiedere a Pia Rontini di scambiarmi il turno di lavoro ma stata la Pia Rontini che ha chiesto a me di fargli il turno serale in modo che lei fosse libera il pomeriggio]. Sempre intorno alle 20:20 la madre Winnie, visto che la Pia non tornava da lavorare (come dichiarer il 6 Agosto 1984 alle forze dellordine), decide di cenare: la ragazza rientra invece pochi minuti pi tardi, verso le 20:30, giusto il tempo di raggiungere labitazione a piedi. Dalle parole di Winnie Rontini verrebbe da pensare che attendesse il ritorno della figlia per lora della cena, mentre in tribunale, come gi detto, aveva usato espressioni che farebbero pensare ipotizzasse un rientro pi tardo. Inoltre, sempre durante la deposizione processuale, a 10 anni di distanza, parla di rientro intorno alle 20:05-20:10, mentre in unintervista al giornale La Citt del 1 Agosto 1984 aveva parlato delle 20:30, confermando tale orario anche nella deposizione alle forze dellordine del 6 Agosto 1984). La ragazza, forse stanca della lunga giornata di lavoro (pare che avesse lavorato molto anche nei giorni precedenti), non sembra intenzionata a uscire: nonostante ci, su insistenza della madre, intorno alle 21:10 si avvia a piedi e raggiunge labitazione di Claudio, che dista poche centinaia di metri, percorsi probabilmente in meno di cinque minuti. Qui, secondo alcune testimonianze, incrocia un fratello di Claudio, Sauro, che sta uscendo da casa lasciando Claudio solo: non sono, infatti, presenti n la madre n laltro fratello Luca, rispettivamente a Cesena da alcuni parenti e al mare con gli amici. Da questo momento non ci sono pi testimonianze sui movimenti dei ragazzi sino al loro rinvenimento.

A questo punto ci sarebbe da domandarsi per quale motivo Pia e Claudio, soli in casa, decidano di uscire per amoreggiare in macchina pur avendo labitazione a loro completa disposizione per farlo. Sembra tuttavia che la madre di Claudio, Romana, avesse parlato di un suo rientro nel dopocena, quindi forse temono di essere sorpresi dal suo improvviso ritorno e decidono di uscire. Ci che certo che lasciano labitazione probabilmente intorno alle 21:20, salutano forse gli amici al Bar Stellini di Piazza Giotto e si dirigono verso La Boschetta - che dista circa 4,5 km dove arrivano pressappoco dopo dieci minuti dauto. Alle 21:30 circa entrano nella strada senza sfondo che conduce a quello che sar il luogo dellaggressione: la Fiat Panda 30 Super di Claudio abbocca la strada sterrata, fa presumibilmente manovra nello spiazzato immediatamente prossimo alla S.P. Sagginalese, e percorre gli ultimi 30-40 metri a retromarcia, sino a fermarsi a ridosso della vegetazione, dove la stradina termina. Lauto, a causa della vegetazione, scarsamente visibile per chi proviene da Dicomano e completamente invisibile perch coperta dalla collina per chi arriva da Vicchio. Tuttavia, gi dalle ore 21:25 la zona immersa nella pi completa oscurit, per cui se non avesse avuto nessuna luce accesa, lauto sarebbe stata completamente invisibile anche a chi fosse provenuto da Dicomano. Intorno alle 21:45 un testimone che sta percorrendo in auto la S.P. Sagginalese ode cinque colpi di arma da fuoco, che riconosce senza ombra di dubbio perch esperto cacciatore. Tale testimonianza avvalorata anche dalle parole di un'altra persona che, da posizione differente (sembra si trattasse di un contadino che stava lavorando il campo sul lato opposto del fiume Sieve, a bordo di un trattore), conferma di aver udito gli spari intorno alle 21:45. Ed anche questo lorario al quale, secondo le perizie mediche, potrebbe essersi effettivamente consumato il delitto. Intorno alle 23:00 la madre di Claudio rincasa, notando che la Fiat Panda del figlio non parcheggiata in P.zza Giotto, dove abitualmente rimane: attende sino alle 23:30 prima di telefonare a Winnie Rontini, la madre di Pia, alla quale chiede dove si trovino i loro figli, ma nemmeno lei ne a conoscenza (in unintervista al quotidiano La Citt del 1 Agosto 1984 Winnie Rontini parla a parti inverse, riferendo di essere uscita intorno alle 23:00 per recarsi in Piazza Giotto con lintenzione di parlare con la madre di Claudio). Cos, dopo mezzanotte, dapprima si reca al bar per cercare informazioni presso gli amici, poi intorno alle 00:45 denuncia ai Carabinieri la scomparsa dei ragazzi e sveglia Piero Becherini, amico di Claudio ed elettricista collaboratore del loro esercizio di elettrodomestici, il quale inizia la ricerca con laiuto di alcuni amici tra cui Aldemaro Stellini, sino a rinvenirli in Loc. La Boschetta intorno alle 3:30 del mattino. Secondo altre testimonianze, invece, la presenza dei cadaveri sarebbe stata segnalata con una telefonata anonima ricevuta dalle forze dellordine a notte fonda: tale circostanza, se vera, aprirebbe allipotesi che possa esser stato lo stesso omicida a effettuare la segnalazione. Unaltra eventuale persona che avesse potuto recarsi sul posto, infatti, non avrebbe visto potuto vedere i cadaveri se non scendendo dallauto, perch Claudio era steso sul pianale posteriore e Pia, provenendo dalla strada sterrata, era nascosta dalla vegetazione. E c da immaginare che uneventuale altra coppia sopraggiunta con lintento di appartarsi avrebbe fatto manovra e abbandonato il luogo nel momento in cui si fosse accorta che era occupato. Secondo altre fonti sembra invece che una telefonata anonima abbia raggiunto la Caserma dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo intorno alle 3:45 del mattino, avvisando della presenza dei cadaveri in Loc. La Boschetta con unespressione del tipo venite subito in Vicchio in Loc. La Boschetta, si son trovati due ragazzi morti!. Tale espressione lessicale resta tuttavia equivoca, perch la parola venite farebbe pensare che il chiamante si trovasse sul posto (altrimenti avrebbe detto andate), circostanza piuttosto improbabile perch, ad eccezione di una ricetrasmittente, nel 1984 non era possibile comunicare dal luogo del delitto, e la telefonata sarebbe stato possibile effettuarla solo da un apparecchio fisso. Secondo altre versioni ai Carabinieri di Borgo San Lorenzo sarebbe stato segnalato un incidente stradale avvenuto in Loc. La Boschetta, che secondo il chiamante che si qualifica come tal Farina,

fornaio della zona avrebbe coinvolto un autocarro. Dalle indagini, tuttavia, non risulter esser presente alcun fornaio di nome Farina. Intorno alle 4:10 il luogo raggiunto dal Comandante della Stazione dei Carabinieri di Vicchio, cui si aggiunge il Comandante dei Carabinieri di Pontassieve alle 4:20 e il Magistrato Paolo Canessa alle 5:00 circa, che fa delimitare la zona del delitto.

LA TESTIMONIANZA DI BALDO BARDAZZI Baldo Bardazzi il gestore pressoch trentenne di una tavola calda situata in Loc. La Torre, a due chilometri da Borgo San Lorenzo in direzione San Piero a Sieve, lungo la S.S. 551 Traversa del Mugello, nei pressi della zona industriale. Il locale dista poco pi di 10 Km da Vicchio, percorribili in circa 15 minuti dauto. Nel pomeriggio del 29 Luglio, intorno alle 16:45, Baldo Bardazzi vede allinterno del proprio locale due ragazzi che successivamente riconoscer con certezza come Pia e Claudio, i quali ordinano due panini (uno con arista e funghetti, laltro con le cozze), una birra e una cocacola, consumandoli allinterno del locale. Nel frattempo, pochi minuti dopo larrivo dei ragazzi, un avventore mai visto prima entra e ordina una birra, sedendosi ai tavolini esterni e osservando insistentemente la coppia. Bardazzi descriver lavventore come una persona alta 175 cm, robusto, la faccia piena e i capelli rossicci rasati, leggermente stempiato con la fronte ampia e un grosso anello al dito medio. Stante lassenza di corse della corriera in quellorario, supporr che luomo potesse essere arrivato in auto, parcheggiandola lateralmente rispetto al locale giacch non se ne va con nessuna delle auto situate di fronte, nonostante la disponibilit di spazio che ha permesso anche a Claudio di accostarvi la propria auto. La descrive come una persona di 45-50 anni, distinta, sola e ben vestita (con la cravatta), tanto da instillargli il sospetto che potesse trattarsi di un finanziere in borghese che osservava linterno del bar per verificare che venissero regolarmente emessi gli scontrini e raccomandare al padre e alla sorella impegnati dietro al banco di emetterli. Tale persona, che Bardazzi osserva con attenzione proprio per questa ragione, ordina una birra e va a sedersi: la sorseggia lentamente, almeno finch non vede i ragazzi alzarsi per La Tavola Calda di Baldo Bardazzi oggi pagare il conto alla cassa. Poi la beve tutta dun fiato e riporta il calice al banco, rivolgendo loro uno sguardo intenso, truce e cattivo nellattimo in cui li incrocia. Allinterno del locale lavorano Baldo Bardazzi, sua nipote, sua sorella e suo padre. Baldo parler di questo evento solo con il padre, tanto che sorella e nipote, impegnate a fare altro, nemmeno si accorgeranno di tale dinamica. Il giorno seguente, vedendo le foto della coppia uccisa sul giornale, Bardazzi collegher lomicidio a quanto accaduto il giorno precedente, e si presenter spontaneamente dai carabinieri.

Le forze dellordine chiederanno a Bardazzi di partecipare ai funerali delle vittime, con la speranza di intravedere fra la folla lavventore distinto che ha insistentemente osservato i ragazzi, ma il gestore della tavola calda non lo riconoscer fra la marea umana che partecipa alle esequie. Di Baldo Bardazzi vanno apprezzati lonest, la dedizione e la completa disponibilit messa a disposizione nel portare la propria testimonianza, nella speranza di contribuire alle indagini. Le sue dichiarazioni, rese tre giorni dopo i fatti e durante i vari dibattimenti processuali, non sono mai state contraddittorie, anche se, con il passare del tempo, sono diventate comprensibilmente pi vaghe e imprecise. In data 1 Agosto 1984 fa mettere a verbale che i due ragazzi, giunti a bordo di una Fiat Panda chiara, entrarono nel locale intorno alle 16:45 e vi si trattennero per una mezzora. Il riconoscimento avvenne sulla base delle foto pubblicate sul giornale del giorno seguente al delitto, che Bardazzi associ ai due ragazzi entrati nel suo locale il giorno precedente. In seguito, durante il dibattimento del Luglio 1994, dieci anni esatti dopo il delitto, Bardazzi disse che i due ragazzi entrarono nel locale nel primo pomeriggio, verso le quattro, le tre e vi rimasero una decina di minuti, pur mantenendo un ampio margine dincertezza sugli orari, giustificato dalla notevole distanza temporale trascorsa dallaccadimento dei fatti. Inoltre, nonostante fosse residente in Mugello, Bardazzi mostra scarsa conoscenza delle distanze, parlando di 4-5 km fra Borgo e Vicchio (in realt sono sette) e di 1,5 km fra Borgo e il locale (distanza questa giusta). A quei 1,5 Km vanno assommati quelli della lunghezza dellabitato di Borgo San Lorenzo (circa 2 Km) e quelli per raggiungere Vicchio (circa 7 Km) per un totale di poco pi di 10 Km, che la distanza effettiva che separa Loc. La Torre da Piazza Giotto a Vicchio, percorribile in circa 15 minuti di auto.

Il percorso da P.zza Giotto alla Tavola Calda di Baldo Bardazzi, lungo poco pi di 10 Km

In merito agli orari si esprimono anche i genitori di Pia, che sostengono che la ragazza abbia lasciato Vicchio intorno alle 16:10 per farvi ritorno vero le 16:50, momento in cui lhanno accompagnata al bar per prendere servizio. Ci che maggiormente contrasta fra le parole di Baldo Bardazzi (che nellimmediato sostiene che i ragazzi fossero entrati nel locale intorno alle 16:45 e vi fossero rimasti per una mezzora) e quelle della famiglia Rontini (che sostiene che Pia sia rientrata a casa intorno alle 16:50 per poi essere accompagnata al bar per le 17:00) proprio lo scostamento temporale. Infatti, andando a ritroso dalle dichiarazioni dei Rontini, se i ragazzi fossero rientrati a Vicchio alle 16:50 significa che sarebbero partiti da La Torre alle 16:35. Nel caso in cui si fossero trattenuti nel locale una mezzora, vi sarebbero entrati alle 16:05, partendo da Vicchio alle 15:50, mentre Winnie Rontini sostiene che sino alle 16:10 Pia fosse ancora in casa. Di conseguenza, prendendo per buone le parole dei Rontini, Pia e Claudio sarebbero rimasti nel locale 10 minuti fra le 16:25 e le 16:35, mentre stando alle parole di Bardazzi Pia sarebbe rientrata a Vicchio alle 17:30, ben mezzora pi tardi rispetto al momento in cui avrebbe dovuto prendere servizio al bar. Unaltra perplessit riguarda proprio la destinazione, perch pare apparentemente illogico che Pia e Claudio, avendo a disposizione poco pi di 40 minuti, abbiano deciso di recarsi oltre Borgo San Lorenzo, con la prospettiva di trascorrerne 30 in auto, per raggiungere un anonimo locale situato ai margini di una zona industriale lungo la strada statale. Ma si sa, a ventanni certe piccole follie sono quasi un vanto. Daltro canto, se la persona distinta notata da Bardazzi fosse stata il maniaco significherebbe che aveva osservato i ragazzi fin da Vicchio (sarebbe stata una circostanza a dir poco incredibile quella di giungere casualmente nello stesso locale pochi minuti dopo il loro arrivo!), per poi farvi ritorno seguendoli, temporeggiando fino a sera nella speranza che si appartassero. E anche questa ipotesi non appare completamente lineare. Per contro va detto che la descrizione resa da Bardazzi si avvicina ad altre fornite in occasione dei delitti, e assomiglia anche ad alcuni degli identikit prodotti. Non solo, stando alle dichiarazioni del Comandante dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo del 2 maggio 1994, sembra che un uomo del tutto somigliante a quello descritto da Bardazzi avesse importunato due colleghe di Pia il sabato della settimana precedente a quella del delitto. Lo stesso Bardazzi, in sede di deposizione processuale nel 1994, sostiene che sia stato stilato un identikit sulla base delle sue dichiarazioni, reso pubblico solo molti anni dopo. Va inoltre aggiunto che nel lasso di tempo fra le 16:10 e le 16:50 (orari riferiti da Winnie Rontini) sussiste una sorta di buco nellattivit della Pia e Claudio, con nessuna testimonianza che parli di una loro presenza da qualche parte se non quella di Baldo Bardazzi. A questo va aggiunto che, nonostante leco mediatico della testimonianza del gestore della tavola calda, nessuno si mai Lidentikit reso da Baldo Bardazzi costituito dicendo ero io che sorseggiavo una birra quel pomeriggio in quel locale a La Torre. Questo forse per timore di una possibile indagine approfondita che avrebbe atteso leventuale avventore che si fosse fatto avanti, o forse perch davvero quella persona aveva a che fare con le truci vicende del Mostro di Firenze. Oppure si poteva trattare di uno stalker (altro soggetto per niente interessato a raccontare della propria presenza nel locale di Bardazzi) che, pur importunando Pia e le sue colleghe, non aveva niente a che fare con il maniaco. Va infine precisato che le parole di Baldo Bardazzi divergono parzialmente da quelle di suo padre, che, quasi ottantenne, venne interrogato durante il processo e sostenne che il signore distinto bevve una seconda birra, con calma, e che non fu cos lesto ad avvicinarsi alla cassa.

Inoltre, pur essendo un dettaglio che non fornisce prova, sembra che Baldo Bardazzi non abbia mai incontrato Renzo Rontini, che, nella sua quasi ossessiva e determinata ricerca della verit ha battuto tutte le piste possibili che potessero portare a far luce sullomicidio di sua figlia.

IL MOSTRO LI PRECEDE O LI SEGUE? Questa una domanda a cui non ho saputo dare risposta, o quantomeno non sono riuscito a mettere insieme un quadro sufficientemente convincente per costruirmi unopinione netta. Cominciamo col dire che quella sera la previsione iniziale di Pia non era quella di trovarsi alla Boschetta con il fidanzato: dapprima avrebbe dovuto essere a lavoro al bar, dopodich, inaspettatamente congedata in anticipo, sarebbe probabilmente rimasta in casa se sua madre non avesse insistito affinch uscisse. Paradossalmente, se alle parole della ragazza sono stanca, non ho voglia di uscire sua madre avesse risposto con ma certo, rimani in casa stasera!, quella notte Pia e Claudio non si sarebbero recati alla Boschetta. Questo conferisce un tratto di assoluta casualit alla loro presenza in quel posto e in quel momento. Potr dunque essere possibile che la ragazza fosse stata precedentemente individuata (si ricordino la sua confessione ad un amica di famiglia danese sopra citata, o le parole di un amico di Pia, Mauro Poggiali, che nel 1993 sostenne di aver avuto la sensazione di essere ripetutamente seguito da unauto di colore amaranto mentre accompagnava Pia a casa da lavoro, sebbene il tratto fra il bar e labitazione della ragazza fosse di soli 750 metri), ma difficilmente sostenibile lipotesi di un omicidio premeditato proprio per quella sera, come peraltro asserito in seguito da Giancarlo Lotti e pi avanti descritto. Le ipotesi sono quindi due: o il mostro si recava sul luogo del delitto attendendo che una qualsiasi coppia si appartasse (si sa per certo che quel posto fosse frequentato anche da altre coppie oltre Pia e Claudio), oppure studiava i movimenti dei due ragazzi cercando di capire in anticipo la loro intenzione di appartarsi (o qualcuno studiava la situazione per lui) e procedeva seguendoli fin sul posto. La prima ipotesi comporta una scelta del tutto casuale delle vittime, la seconda lindividuazione preliminare della coppia da colpire. Una terza ipotesi, amalgama delle precedenti, valutata in calce alle prime due. Iniziamo dalla prima: supponiamo che il maniaco si rechi alla Boschetta intorno alle 21:20 di una sera qualsiasi, posteggi lauto e raggiunga la piazzola in pochi passi, andando a rimpiattarsi fra la fitta vegetazione prossima al luogo dellaggressione, attendendo una coppia qualsiasi. Potrebbe essersi nascosto sulla collinetta a destra dellauto, in modo da osservare dallalto la coppia, o al margine del campo di erba medica, nei pressi del punto in cui trasciner in seguito la ragazza. Gli inquirenti hanno ritenuto questultima ipotesi

La fitta vegetazione dove avrebbe potuto nascondersi il maniaco

pi credibile, in quanto cera uno stretto sentiero, sufficiente appena al passaggio di una persona a piedi, che fiancheggiava la stradina sterrata fino al luogo in cui Claudio parcheggi la Panda, ma rimanendo coperto dalla vegetazione che faceva da bordo alla stradina. Ipotizziamo che luomo attenda larrivo della prima coppia, scelga il momento opportuno, esca dalla vegetazione e colpisca. Questa ipotesi basata, come detto, sulla scelta del tutto casuale delle vittime, perch se avesse studiato anche minimamente le abitudini di Pia e Claudio ne avrebbe desunto che la ragazza lavorava al bar per lo pi la sera dopo cena, e quindi la probabilit che si appartassero in campagna nottetempo era piuttosto bassa. Ma la completa casualit nella scelta della coppia lascia pure qualche interrogativo, osservando i sei duplici omicidi che si sono susseguiti negli anni (escludendo il delitto del 1983 che ha coinvolto due uomini): lassassino ha infatti sempre colpito una coppia di giovani fidanzati: mai una coppia con relazione extraconiugale, mai una coppia alle prime frequentazioni, mai una coppia sposata presa da improvvisa passione, mai una coppia occasionale, mai una coppia con figli (ad eccezione del 1985, ma in questo caso i figli non erano della coppia, ma di Nadine Mauriot), mai una prostituta con un cliente. E si sa, quando le circostanze si fanno ripetitive, la casualit si manifesta con minore probabilit. Daltro canto Pia e Claudio erano probabilmente soliti appartarsi alla Boschetta, e questo dimostrato dal fatto che Claudio raggiunge la piazzola invertendo la marcia allinizio del percorso (da cui non si vede la parte terminale, e quindi se fosse stata la prima volta che si fossero appartati l sarebbe probabilmente entrato a muso avanti) e anche dalle ricerche condotte dallamico Piero Becherini, che va a scovarli proprio in quel posto. Certo, anche possibile che il maniaco si nascondesse fra le fronde tutte le sere nella speranza che prima o poi proprio Claudio e Pia arrivassero, ma la probabilit di tornare a casa con le pive nel sacco era piuttosto elevata. Tutte le sere poi si fa per dire, perch come detto per lo pi colpiva nei giorni prefestivi, durante il periodo caldo e con fasi lunari prossime al novilunio (nessuno dei delitti si verificato in una notte di novilunio, seppur con scostamenti di pochi giorni, da 1 fino a un massimo di 7/8 nel caso del delitto del 1985) per cui lattesa poteva risultare probabilmente vana. Senza considerare che una persona che con regolarit si reca nello stesso luogo alla stessa ora, con il tempo rischia di dare nellocchio. Si pu ipotizzare anche un mostro in perlustrazione, che percorra cio in auto strade e stradine di campagna, nelle ore serali, per avvistare coppiette che si appartino, grazie al balenare dei fari nelle varie piazzole o allaccendersi della plafoniera nel buio della campagna. Alcuni delitti del mostro, soprattutto quello di Baccaiano del giugno 1982, farebbero pensare proprio che questa fosse la sua tattica o almeno una delle sue tattiche. Come detto precedentemente, a fari spenti la Panda di Claudio sarebbe stata invisibile nella notte per chi si fosse trovato a percorrere la strada provinciale, ma durante la manovra a marcia indietro o nei momenti in cui la plafoniera era accesa, la si sarebbe scorta benissimo. Sempre dallesame del delitto di Baccaiano, in cui Paolo Mainardi fu completamente sorpreso dallassassino, ci si chiede come abbia potuto il mostro avvicinarsi allauto del Mainardi facendosi luce con una torcia o qualcosa di simile senza che il Mainardi se ne fosse minimamente accorto. Pertanto diventa molto plausibile lo scenario secondo cui il mostro attendeva laccendersi della plafoniera allinterno dellauto. In quel modo lui da fuori vedeva benissimo ci che accadeva dentro, mentre i ragazzi, da dentro, non vedevano nulla di quanto poteva accadere nelloscurit che avvolgeva la loro auto. Si tratta di unipotesi da non sottovalutare, perch i ragazzi furono uccisi proprio mentre si stavano spogliando, un momento nel quale plausibile che tengano la plafoniera accesa per vedere come sistemare al meglio i sedili (la Panda era molto versatile da quel punto di vista) e dopo riporre gli abiti. Va infine ricordato che, per quanto non dimostri niente, lipotesi che il maniaco anticipasse le vittime sostenuta anche dal profilo stilato dallFBI di Quantico, secondo cui l'aggressore

precedeva le sue vittime sulla scena del delitto allo scopo di acquisire una posizione di vantaggio per osservare ed udire le vittime. Analizziamo ora la seconda ipotesi, quella secondo cui il mostro individua la coppia e la segue. A giudicare dal momento in cui lassale (pochi minuti dopo il loro arrivo) c da pensare che li abbia seguiti fin da Vicchio, colpendoli entro 10-15 minuti da quando avevano posteggiato lauto. Questo potrebbe significare che ha osservato i movimenti dei ragazzi o anche solo quelli di Pia visto che Claudio si trattenuto a casa sino al momento in cui si sono recati alla Boschetta fin da Vicchio. Poteva dunque essersi appostato nei pressi dellabitazione di Claudio o di Pia, oppure nelle vicinanze del bar dove la ragazza lavorava, a due passi dalla stazione ferroviaria di Vicchio. Personalmente tenderei a valutare meno probabile lipotesi che potesse attenderli nei pressi delle abitazioni, per motivi prettamente logistici: la strada su cui si affacciava labitazione di Pia, Via Carducci, stretta e oggi a senso unico in direzione della strada statale. Era dunque rischioso fermare lauto proprio nei pressi dellabitazione, perch lo spazio piuttosto limitato e perch uno sconosciuto sarebbe stato quasi sicuramente notato, mentre non si rilevano segnalazioni in tal senso. Altrettanto vale per labitazione di Claudio, perch si trovava a due passi da Piazza Giotto, la piazza centrale del paese dove ragazzi e amici si ritrovavano. Tutte persone che probabilmente conoscevano Pia e Claudio, vuoi per il ristretto numero di ragazzi residenti a Vicchio, vuoi anche perch il negozio presso cui lavorava il ragazzo proprio accanto al bar. Era perci altrettanto rischioso per un estraneo (sempre che di estraneo si trattasse) aspettare nei pressi della piazza senza dare nellocchio. Dunque concluderei, seguendo esclusivamente un personale ragionamento logico, che il posto pi conveniente per osservare i movimenti di Pia potesse essere nei pressi del bar della stazione. Era evidentemente pi facile confondersi fra le persone che gravitano intorno a un bar posto lungo la strada principale di tutto il Mugello e a due passi da una fermata ferroviaria dove vacanzieri del finesettimana rientravano dalla Riviera o dalla Versilia, agevolmente raggiungibili con quel treno. Va tuttavia precisato che attendere che Pia uscisse dal bar non significava automaticamente che si sarebbe appartata con Claudio (cosa invece pi probabile se avesse aspettato il momento in cui lasciavano le rispettive abitazioni), ma comportava il doversi spostare in altro luogo in attesa che i ragazzi uscissero insieme a bordo della Fiat Panda. Oppure recarsi direttamente alla Boschetta sperando che sopraggiungessero, come vedremo nella terza ipotesi. Questo castello di ipotesi ruota intorno al fatto che, laddove avesse individuato quella coppia, ne conoscesse un minimo le abitudini. Dunque il maniaco potrebbe aver notato Pia che usciva dal bar, essersi spostato in un altro posto non troppo centrale (es. nei pressi di Ponte a Vicchio) e poi aver atteso che la Panda sfilasse per poterla seguire con qualche attimo di ritardo, senza comparire negli specchietti retrovisori. Oppure qualcuno del luogo, che, vedendo Pia uscire, abbia comunicato al maniaco i ragazzi stanno andando alla Boschetta, ma questo, come dicevamo, nel 1984 comportava che osservatore e maniaco si trovassero entrambi nei pressi di un apparecchio telefonico. Lipotesi che seguisse Pia e Claudio fin sul luogo dellaggressione chiama in causa anche il luogo dove possa aver parcheggiato lauto. Se si considera che fra larrivo dei ragazzi e lassalto del maniaco sono probabilmente trascorsi pochi minuti, viene da pensare che si trattasse di un posto abbastanza vicino alla piazzola. Probabilmente il luogo pi sicuro e meno visibile era la stradina sterrata che dalla S.P. Sagginalese scende alla Sieve, che pu essere raggiunto senza essere visti dal luogo dellaggressione e permette di nascondere opportunamente unauto. Vanno tuttavia valutate le ipotesi che avesse fermato lauto a ridosso della Panda di Claudio (illuminando la zona con i fari) e che avesse posteggiato nella prima piazzola che si incontra alla Boschetta, percorrendo lultimo tratto a piedi. La prima ipotesi mi sembra la meno verosimile, perch abbastanza probabile che i ragazzi siano stati colti di sorpresa, e di sicuro unauto che si

ferma di fronte alla loro (dalla quale scende qualcuno che si avvicina) annulla il fattore sorpresa. Meno inverosimile invece quella che il mezzo fosse fermo nella prima piazzola: tuttavia, al confronto con la stradina che scende alla Sieve, quello un posto ben pi visibile dalla strada. Pertanto potrebbe esser stato rischioso fermare lauto l, perch se qualcuno fosse passato mentre il maniaco stava operando (com effettivamente successo con il testimone che ha udito gli spari) avrebbe potuto riconoscere il modello dauto, con il rischio di essere successivamente individuata. Per questa serie di ragioni, a mio parere, lauto del maniaco era ferma nella stradina sterrata che conduce al guado della Sieve. Il tutto ipotizzando che si spostasse in automobile, perch, se lavesse fatto con un ciclomotore, qualsiasi posto sarebbe stato buono. C tuttavia una terza ipotesi amalgama delle precedenti - che personalmente mi appare la pi convincente, seppur non supportata da alcun riscontro oggettivo. E cio che il maniaco, scelta la coppia e osservati i movimenti di Pia, labbia effettivamente preceduta sul luogo dellaggressione, rimpiattandosi nella vegetazione prima che sopraggiungessero. Sostanzialmente, una volta notato che la ragazza aveva lasciato il bar, potrebbe essersi recato alla Boschetta sperando nellarrivo della Fiat Panda celeste che sapeva essere di Claudio e della quale poteva eventualmente conoscere la targa. Potrebbe aver parcheggiato il mezzo nella stradina che scende alla Sieve e poi essersi nascosto fra le fronde che circondavano la piazzola, in un punto che gli permettesse di osservare linterno dellauto: o sulla collinetta a destra, in modo da osservare dallalto la coppia, oppure al margine del campo di erba medica, nei pressi del punto in cui trasciner in seguito la ragazza. Personalmente propendo per la seconda ipotesi, perch la collinetta a destra permetteva s di posizionarsi pi in alto rispetto al piano stradale, ma forse troppo in alto per osservare i movimenti allinterno dellauto, nascosti dal tetto della Panda. Infatti, se si osserva la foto precedente, si vedr che la vegetazione alla base della collinetta piuttosto bassa, e quindi probabilmente non sufficiente a nascondere un corpo. Non solo, scendendo dalla collinetta avrebbe avuto un tratto pi lungo da percorrere (dovendo anche aggirare lauto) e avrebbe fatto pi rumore avvicinandosi ai ragazzi, riducendo leffetto sorpresa. Peraltro la Panda ha raggiunto la piazzola in retromarcia, illuminando la strada con la fioca luce posteriore, che permette a malapena di vedere dove si va: paradossalmente se vi fosse arrivato a marcia avanti, magari con i fari abbaglianti accesi, il maniaco avrebbe maggiormente rischiato di essere visto. A questultima ipotesi potrebbe eventualmente legarsi il presunto rinvenimento a Badia a Bovino, a circa 3 Km di distanza dal luogo del delitto, dove Pacciani aveva in affitto una colonica negli anni 70 - da parte di Flavio Graziano di un tubicino di metallo che conteneva un foglietto con la scritta Coppia Vic. FI D35067 (in cui FI D35067 la targa della Panda di Claudio), scritto con calligrafia potrebbe essere quella di Pietro Pacciani, aprendo anche allipotesi che fosse questultimo a individuare le coppie da colpire o da suggerire al materiale esecutore. Questa circostanza sulla quale personalmente rimango scettico - resta comunque assai fumosa e controversa (tanto che nel 2003 il PM Canessa chiese il rinvio a giudizio per frode processuale e favoreggiamento per Giovanni Spinoso cognato di Pia in concorso proprio con Flavio Graziano, conclusosi con lassoluzione) e non chiaro se il foglietto sia originale o scritto successivamente. In ogni caso Pia e Claudio hanno probabilmente lasciato Piazza Giotto a bordo della Fiat Panda celeste, percorrendo dapprima Corso del Popolo, proseguendo per Via Carducci e passando di fronte alla villa in cui abitava Pia, per poi scendere sino alla S.S. 551 Traversa del Mugello, imboccarla a sinistra e raggiungere il passaggio a livello, scavalcarlo, proseguire a fianco del campeggio e oltrepassare la Sieve a Ponte a Vicchio, dopo il quale hanno svoltato a sinistra e percorso la S.P. Sagginalese sino alla Boschetta. Circa 4,5 Km in tutto, dieci minuti dauto.

Il probabile percorso dei ragazzi da P.zza Giotto alla Boschetta, lungo circa 4,5 km

POSSIBILE DINAMICA DEL DELITTO Stando alle testimonianze di due diverse persone che da posizioni differenti hanno udito gli spari intorno alle 21:45, nonch alle perizie mediche successive al delitto, sembrerebbe plausibile che lomicidio si sia consumato fra le 21:30 e le 22:00. Questa ipotesi avvalorata anche dalle parole di Winnie Rontini, madre di Pia, che in unintervista al giornale La Citt del 1 Agosto 1984 racconta che la figlia, uscendo da casa intorno alle 21:00, aveva promesso di rientrare dopo unora. Altrettanto la madre di Claudio, rientrando intorno alle 23:00, si stupisce di non veder parcheggiata lauto del figlio, immaginando pertanto un rientro anticipato rispetto a tale orario. E realistico quindi ipotizzare che i ragazzi abbiano raggiunto la piazzola intorno alle 21:30, smontando dapprima il sedile posteriore dellauto e iniziando quindi a spogliarsi. Al momento dellassalto probabilmente stavano ancora togliendosi i vestiti: Pia infatti indossava slip, reggiseno e camicetta (realisticamente abbottonata), mentre Claudio vestiva tutti gli indumenti ad eccezione delle scarpe ma compresi i calzini. Anche per queste ragioni ho supposto che fosse accesa la plafoniera interna dellauto, dettaglio non da poco. I pantaloni jeans di Pia sono stati rivenuti piegati sotto il sedile destro dellauto (sostanzialmente ai suoi piedi) assieme ad un paio di espadrillas rosse (realisticamente le sue) e alla borsetta in pelle marrone. I pantaloni Claudio sono stati invece trovati sotto al sedile posteriore smontato ma, secondo alcune tesi, ci sono alcuni particolari che farebbero ipotizzare che al momento dellassalto potesse averli indosso e che sia stato il maniaco a toglierli successivamente. Ipotizziamo quindi una possibile dinamica: Sono da poco passate le 21:30, Pia e Claudio siedono sui rispettivi sedili anteriori, con la plafoniera accesa. Fuori buio pesto, non ci sono rumori se non quelli del bosco, nemmeno il gorgoglo della Sieve che in quel punto scorre dolcemente. Il maniaco, che ha atteso il loro arrivo nascosto ai margini del campo di erba medica, adesso aspetta il momento migliore per colpire e osserva i movimenti della coppia illuminata dalla luce interna dellauto. Vede senza essere visto. Impugna la solita vecchia Calibro22, con il caricatore pieno e un colpo in canna.

Claudio apre lo sportello ed esce dallauto, alza il proprio sedile quello del guidatore e lo manda a fine corsa, con il poggiatesta contro il parabrezza. E semplice spostarlo, basta premere la leva a molla in basso a sinistra e farlo ruotare in avanti. Rientra in auto, sedendosi su divanetto posteriore, richiude lo sportello e blocca la serratura dallinterno (quel modello di Fiat Panda non aveva chiusura centralizzata, per cui il portellone posteriore rivenuto chiuso a chiave era probabilmente gi serrato in precedenza), rimanendo con i soli finestrini lievemente abbassati. Il vetro lato guidatore verr infatti trovato I pantaloni di Pia sotto il sedile destro leggermente aperto mentre quello lato passeggero andr in frantumi al primo colpo esploso. La chiave nel quadro, pronta per la riaccensione, laletta parasole del guidatore, per motivi ignoti, abbassata. Da dietro si concentra sul divanetto posteriore, iniziando a rimuoverlo: una seduta versatile, che pu essere facilmente smontata e disposta in varie posizioni, basta sfilare i tubi di sostegno dai loro alloggiamenti e sistemarla come meglio si preferisce, compreso distenderla a mo di futon sul pianale posteriore. Ma lui preferisce piegarla e appoggiarla al lato sinistro dellauto. Poi sposta la coperta confinandola sotto il sedile appena smontato, scoprendo la moquette che mitiga la fredda lamiera. E allinterno della coperta che verranno poi rinvenuti un orologio metallico (molto probabilmente di Claudio) e una bustina di preservativi vuota. Adesso c un po pi di spazio, e Pia lo raggiunge compiendo gli stessi movimenti: apre lo sportello, esce, alza il sedile, rientra e chiude la serratura dallinterno. Entrambi i sedili anteriori sono alzati, con il poggiatesta contro il parabrezza, il divanetto posteriore smontato e lo spazio ampliato al massimo. Pia sulla parte destra del pianale e Claudio al centro, accanto al sedile piegato: lui si toglie le scarpe da ginnastica e le colloca sotto il sedile del guidatore, poi sveste i pantaloni e li abbandona nei pressi del divanetto smontato. Lei si sfila i Modalit di smontaggio del sedile posteriore della Fiat Panda.

jeans e toglie le espadrillas, sistemando il tutto sotto il sedile del passeggero, dove gi si trova la sua borsetta. La plafoniera ancora accesa, i ragazzi si stanno spogliando in questo momento che il maniaco esce dal nascondiglio e si avvicina al lato destro dellauto. Era rimpiattato nella vegetazione al limitare del campo di erba medica, perch dalla parte opposta, sulla collinetta, avrebbe avuto pi difficolt a osservare linterno dellauto e avrebbe fatto maggior rumore scendendo verso la Panda, che oltretutto avrebbe dovuto aggirare per posizionarsi nel punto in cui ha sparato. Quando il maniaco si trova in posizione ideale, allaltezza dello sportello destro, esplode il primo colpo che frantuma il vetro e colpisce Claudio allemitorace. La ferita non letale e il proiettile, rallentato dallimpatto con il cristallo, risulta poco penetrante, tanto da rimanere tarttenuto sotto la cute. Il maniaco avanza ancora di qualche passo, sino a protendere il braccio allinterno dellabitacolo, e abbassa la testa per prendere la mira. Spara a 70-80 cm di ragazzi, e abbassandosi appoggia le ginocchia sulla fascia paracolpi dello sportello destro, mentre con la mano sinistra si I sedili della Panda completamente abbassati stabilizza afferrando il gocciolatoio del tetto dellauto. I ragazzi non fanno in tempo a rendersi conto di cosa stia accadendo: Pia si volta verso laggressore mostrando il pieno volto alla canna e come vede la pistola cerca distinto di proteggersi con il braccio sinistro, ma il proiettile la centra allo zigomo destro dopo aver sfiorato lavambraccio sinistro. Il colpo le fa perdere conoscenza e il suo corpo si accascia inerme sul pianale posteriore dellauto. Un attimo dopo anche Claudio viene raggiunto da due proiettili sparati in rapida successione: uno lo centra al torace sinistro (per esattezza allipocondrio, dal basso verso lalto come se il busto fosse inclinato indietro, interessando lo stomaco, il diaframma ed il polmone, per poi fermarsi nella zona dorsale), laltro invece va a vuoto e perfora il sedile smontato, buca i pantaloni e trapassa il portafogli contenuto nella tasca, dove termina la propria corsa. Dalla posizione semisdraiata il corpo di Claudio ruota quindi verso destra, forse privo di sensi, e cadendo viene raggiunto da un terzo proiettile, che lo colpisce dietro lorecchio sinistro. Prosegue la sua rotazione fino sormontare parzialmente il cadavere di Pia, assumendo una posizione adagiata sul fianco destro, pressappoco speculare a quella in cui verr rinvenuto, con la testa nei pressi dello sportello destro. Adesso entrambi i ragazzi, per quanto le perizie mediche suppongano potessero essere ancora vivi (sembra che Claudio abbia avuto quale causa finale di morte il soffocamento da sangue e vomito che ostruirono le vie aeree inferiori, mentre Pia sembrerebbe perita per le coltellate inferte in seguito), versano in stato dincoscienza, dal quale non avranno pi modo di riprendersi. Il maniaco alza la sicura e apre lo sportello destro dellauto, entrando nella parte posteriore dellabitacolo: spenge la plafoniera e accende la sua torcia. Per sicurezza impugna ancora la pistola e verifica leffettivo decesso dei ragazzi. Sposta il corpo di Claudio, che forse ingombra il passaggio, afferra Pia per le caviglie e la sposta. Poi torna sul ragazzo, estrae il coltello e si accanisce sul corpo, colpendolo 10 volte soprattutto sul lato sinistro (linea ascellare, fianco, regione inguinale, parte alta interna della coscia), alla schiena e allavambraccio destro. Dopodich torna sulla ragazza: forse Le 4 posizioni possibili del divanetto posteriore della Fiat Panda

temendo che possa essere ancora viva (come in effetti sembra che fosse, seppur in coma), le infligge due coltellate orizzontali al collo, il cui sangue imbratta la camicetta e il reggiseno che ancora indossa. Sposta il corpo di Claudio ruotandolo sino a poggiare sul fianco sinistro (nel compiere questo movimento i piedi del ragazzo poggiano sul pianale, insanguinando i calzini. Dopodich il maniaco alza le gambe di Claudio afferrandolo per le caviglie - tanto che i suoi calzini risultano leggermente calati - e lo sposta nella posizione fetale in cui verr rinvenuto) e afferra Pia di nuovo per le caviglie, estraendola dallauto. Nel compiere questa operazione urta probabilmente il miniregistratore (o walkman) nei pressi dei ragazzi, che infatti cade sopra i vetri infranti, macchiato di sangue. Trascina il corpo inerme verso il campo di erba medica immediatamente prossimo, tirandolo a ritroso per le gambe sino al punto in cui verr rinvenuto. Nello spostamento Pia ha strofinato la parte lombare della schiena sul terreno, che infatti mostra segni di trascinamento, che in minima parte interessano anche la parte posteriore delle cosce. Non se ne rilevano invece sugli arti superiori, a conferma che la ragazza indossava ancora la camicetta, probabilmente abbottonata altrimenti nello spostamento sarebbe salita fino alla nuca, con conseguenti lesioni anche alla parte alta della schiena che invece non sono state rilevate. Dopodich il maniaco le toglie reggiseno e camicetta dalla testa e dal braccio sinistro - che forse per questa ragione assume la posizione flessa in cui viene rinvenuto e sfila il tutto anche dal braccio destro, lasciando gli indumenti aggrovigliati nella mano, forse perch il polsino non passava. Taglia gli slip, recide pube e mammella sinistra e li inserisce probabilmente in un contenitore impermeabile (non si rilevano tracce di gocciolamento), poi strappa la catenina dal collo e sfila il pendente a forma di croce. Dopodich torna allauto e chiude lo sportello se non laveva gi chiuso raggiunge la Sieve dove ha posteggiato il veicolo, si lava, sale in auto e si allontana. La ragazza verr rinvenuta nuda, solo con lorologio al polso sinistro, gli orecchini ai lobi e due anelli alla mano sinistra. La dinamica descritta appare tuttavia incerta e di difficile ricostruzione alla luce dei pochi elementi a disposizione. I bossoli rinvenuti sono 5 (4 nellabitacolo e 1 fuori, a 40 cm dalla ruota anteriore destra), e altrettanti sono i colpi che i testimoni dicono di aver udito intorno alle 21:45. Per questa ragione ho ipotizzato che Pia sia stata centrata da un solo proiettile, finito sullo zigomo dopo aver sfiorato lavambraccio. Stando tuttavia ad alcune perizie sembrerebbe che allinterno dellabitacolo siano stati esplosi 6 proiettili, 2 dei quali hanno colpito Pia (al volto e uno di striscio allavambraccio sinistro) e 3 Claudio (2 al torace e 1 dietro lorecchio sinistro) e 1 a vuoto (terminato sui pantaloni). Non ci sarebbe pertanto corrispondenza fra i colpi esplosi e i bossoli: soprattutto non ci sarebbe corrispondenza fra i proiettili sparati dentro labitacolo (5) e i bossoli ivi rinvenuti (4), e questo appare strano, perch improbabile che un bossolo vada smarrito allinterno. A meno che nellespulsione non sia saltato fuori dal finestrino infranto perdendosi nellerba. Ho quindi provato a supporre che il proiettile che ha colpito di striscio Pia allavambraccio potesse essere terminato su Claudio, ma dallipotetica posizione dei ragazzi (lei a destra e lui al centro, come dimostrerebbero le macchie di sangue dei rispettivi gruppi sanguigni) mi sembrata un po una forzatura. (a meno che, come in seguito descritto, la palla che sfiora lavambraccio non sia la stessa che termina sullemitorace). Per questo motivo ho ipotizzato che quel proiettile, dopo aver colpito di striscio lavambraccio di Pia, abbia proseguito Il maniaco come potrebbe essere apparso agli occhi dei ragazzi

sino a centrarle lo zigomo (come se lei, vedendo avvicinarsi laggressore, avesse provato a ripararsi) ma per confermare questa ipotesi sarebbe necessario valutare la compatibilit fra la lesione allarto (ed eventualmente alla camicetta, che avendo le maniche lunghe avrebbe dovuto riportare il foro, mentre sembra che cos non fosse, forse perch il polsino sinistro era gi sbottonato e alzando larto la manica potrebbe essere calata mostrando lavambraccio nudo) e la traiettoria del proiettile, e questo non sono riuscito a farlo. Va tuttavia rilevato che Claudio mostrava un ematoma al gluteo destro, pressappoco allaltezza della tasca che conteneva il portafogli, come se a procurarglielo fosse stato il proiettile: per questa ragione alcune tesi suppongono che al momento dellassalto vestisse ancora i pantaloni e che sia stato il maniaco a sfilarli successivamente, abbandonandoli sotto il sedile posteriore smontato. Tale circostanza obbligherebbe a rivedere sia la posizione da cui ha esploso il primo colpo che la sequenza dei colpi successivi, aprendo a una dinamica che riassumerei cos: il maniaco esce dal suo nascondiglio e quando si trova allaltezza della ruota anteriore destra esplode il primo colpo, che frantuma il vetro e centra Pia allo zigomo destro (non sarebbe stato possibile colpirla se non sparando da quella posizione, perch altrimenti fra lei e la pistola ci sarebbe stata la lamiera fra i finestrini dellauto). Dopodich protende il braccio allinterno dellabitacolo e spara il secondo proiettile, colpendola allavambraccio. I tre colpi successivi interessano invece Claudio (due al torace e il terzo dietro lorecchio sinistro) e quando il suo corpo si accascia sul pianale esplode lultimo colpo, centrando il gluteo allaltezza della tasca dei pantaloni che contiene il portafoglio. Tale ipotesi tuttavia un po forzata, anche perch il colpo che perfora i pantaloni e il portafoglio rimane trattenuto nella tasca, creando solo un ematoma sul gluteo, ma senza trapassare il tessuto interno dei pantaloni. Circostanza questa che appare piuttosto improbabile, perch la pistola sparava da 80-90 cm di distanza dallobbiettivo ed eventualmente avrebbe potuto non sfondare nel caso avesse colpito la tasca e il portafoglio con traiettoria molto inclinata. Per contro lipotesi che il maniaco possa avergli tolto i pantaloni potrebbe essere supportata da questa fotografia:

I calzini sono macchiati di sangue con unimpronta che farebbe supporre lappoggio su superficie insanguinata, come ad esempio il pianale: il fatto che le macchie sui talloni non sembrano corrispondere con i talloni stessi, e il calzino destro, allaltezza del tendine della caviglia, sembra abbassato. Queste circostanze potrebbero essersi verificate nel momento in cui il maniaco ha sfilato i pantaloni dalle gambe del ragazzo, facendo scendere i calzini per attrito con la stoffa. Quel che fuori dubbio che i pantaloni recassero un foro di pistola e che il portafogli fosse bucato da parte a parte. Altrettanto appare complesso capire se il primo proiettile sparato allinterno dellabitacolo abbia raggiunto Pia o Claudio: personalmente ho ipotizzato che abbia centrato Pia perch era pi vicina allaggressore e perch il modo con cui stata colpita (con nettissima direzionalit dallavanti indietro, con poca obliquit da destra a sinistra e dal basso verso lalto) farebbe pensare che fosse stata

colta di sorpresa, come se si fosse voltata verso il vetro appena frantumato mostrando il pieno volto alla canna della pistola e provando a pararsi con lavambraccio. Se altrimenti il primo colpo avesse centrato Claudio e lei si fosse istintivamente coperta con il braccio, avrebbe probabilmente anche abbassato il mento verso il petto, come viene naturale fare. Ma in questo caso, allesplodere dei proiettili successivi, non sarebbe stato possibile colpirla allo zigomo. Daltra parte, se la palla che lha colpita allavambraccio fosse stata indipendente rispetto agli altri (nel senso che non avesse terminato la sua corsa n sul corpo di Claudio n sul suo), forse sarebbe stato possibile trovarla nellabitacolo, cosa che non mi risulta sia successa. E Il portafogli di Claudio forato da parte a parte questo potrebbe avvalorare lipotesi che siano stati effettivamente esplosi 5 colpi, tanti quanti sono i bossoli rinvenuti e quelli uditi dai testimoni. Meritano tuttavia considerazione anche i due colpi che hanno centrato Claudio al torace: dalle perizie sembra infatti che uno dei due fosse piuttosto superficiale (quello allemitorace), come se lo avesse raggiunto a scarsa velocit dopo aver impattato qualcosaltro, mentre laltro (allipocondrio) avrebbe seguito una traiettoria dal basso verso lalto, come se il busto del ragazzo fosse molto inclinato indietro. Per quanto riguarda il colpo allemitorace, quello superficiale, lipotesi peritale che sia stato rallentato dal cristallo precedentemente frantumato: stando tuttavia al parere di un esperto appare improbabile che il vetro laterale di una Panda (spessore 3,12 mm) possa attutirne cos tanto lenergia da renderlo non penetrante. A meno che non sia stato ulteriormente rallentato da altri ostacoli incontrati lungo il percorso, ma personalmente non sono riuscito ad individuarne nessuno, se non lavambraccio di Pia, colpito appena di striscio e quindi non abbastanza da ridurne sensibilmente la velocit. Unaltra ipotesi che giustifichi la posizione superficiale di quel proiettile potrebbe essere che la palla abbia penetrato cute e tessuto soffice e poi si sia fermata sottopelle in uscita, ma ad oggi forse non pi possibile inquadrare con certezza questa eventualit. Resta pertanto aperto linterrogativo su cosa abbia colpito il proiettile che ha infranto il finestrino: potrebbe essere il torace di Claudio come il portafogli, oppure lo zigomo di Pia se non il suo avambraccio. Personalmente ho deciso di propendere verso la prima di queste ipotesi, perch non ho trovato nessuna motivazione convincente che giustificasse la posizione superficiale di quella palla, pur non essendo convincente nemmeno il rallentamento dovuto alla sola frantumazione del vetro. Lunica via per dare risposta certa a questo interrogativo sarebbe stata lanalisi al microscopio delle ogive, individuando quella deformata dallimpatto e con infissi i cristalli del vetro.

La soluzione esposta prevede tuttavia che uno dei colpi sparati dallinterno dellabitacolo sia andato a vuoto, ipotesi che a me (assoluto profano in materia) sembrava piuttosto remota, visto che la distanza fra la pistola e lobbiettivo era intorno al metro e che il target non era poi cos piccolo. Per questa ragione avevo dapprima supposto che il colpo andato a vuoto (quello terminato sui pantaloni e poi sul portafogli) fosse il primo sparato, esploso fuori dallauto. Come se la maggior distanza e la scarsa visibilit avessero indotto il maniaco a sparare senza troppa precisione, badando soprattutto a infrangere il vetro dal quale poi potersi protendere nellabitacolo. Sono stato tuttavia ammonito dallesperto, che mi ha spiegato che i motivi che fanno mancare il bersaglio derivano anche dal fattore emotivo della situazione che pu causare fenomeni che normalmente non accadono quali per esempio l'esclusione uditiva (sparare, anche al chiuso, senza sentire il colpo n subirne i danni pur risultando privo di protezioni per le orecchie), il non riuscire a muovere i muscoli "piccoli" a causa della vasocostrizione (per cui sparare solo premendo l'indice diviene un'impresa, il campo visivo tende a restringersi, il tempo in genere sembra andare al rallentatore), la situazione in cui ci si trova (movimenti del bersaglio, stato dell'illuminazione), oppure la sorpresa e la necessit di sparare rapidamente senza avere il tempo di impugnare con comodo l'arma. Anche se nel caso di un omicida che con fanatica decisione decide di sparare a due poveri giovani come nel caso del Mostro di Firenze, direi che i fattori che influiscono sulla possibilit di piazzare i colpi si riducono al movimento delle vittime, alla luce presente e alla possibilit di trovarsi di mezzo degli ostacoli (sedili, vetri e via dicendo) In effetti nella sua serie omicidiaria il Mostro di Firenze ha talvolta sparato con maggior precisione (Giogoli o Scandicci) mentre talvolta apparso ben pi indeciso (Scopeti). Secondo alcune fonti la ragazza, oltre a camicetta e reggiseno, stringeva nelle mani anche gli slip, mentre secondo altre le calze. A sensazione direi che le calze non le portasse, sia perch sono stati rinvenuti i suoi pantaloni (che non si abbinano granch con le calze nei mesi caldi), sia perch non faceva freddo e in ultimo perch di solito le espadrillas si indossavano da scalzi. Quanto agli slip, non ho trovato alcuna ragione logica affinch li impugnasse, e per questa ragione ho supposto che, una volta tagliati, siano rimasti sotto il corpo. Camicetta e reggiseno, a giudicare dalle escoriazioni da trascinamento, probabile che li indossasse nel momento in cui stata estratta dallauto, tant che fra questi indumenti impigliati nella mano destra vengono repertanti anche rametti e foglie secche. Daltro canto la lesione allavambraccio sinistro (probabilmente procurata come dicevamo dal proiettile che lha colpita di striscio) non trova riscontro sulla camicetta che, essendo a maniche lunghe, avrebbe dovuto essere forata. Questo potrebbe essere imputabile al fatto che al momento dellaggressione Il possibile appoggio delle ginocchia sullo sportello Pia si stava svestendo, e forse aveva gi sbottonato il polsino sinistro, tanto da esporre lavambraccio nudo alla canna della pistola. Vengono inoltre rilevati due aloni sullo sportello destro dellauto, a unaltezza di 60 cm da terra, che farebbero pensare che il maniaco potesse essersi stabilizzato appoggiandosi con le ginocchia. Da questi segni si anche dedotta la statura dellaggressore, quantificata in pi di 180 cm. Mi sono preso la briga di provare realmente tale ipotesi: premesso che la parte che si appoggia non la

rotula ma la porzione immediatamente superiore a questa, ho rilevato che una persona alta 180 cm lascia segni a circa 45-50 cm da terra (e non 60), ma ovviamente dipende molto dalla conformazione fisica, da quella del terreno sottostante e dalla vicinanza dei piedi rispetto allo sportello, che comporta pi o meno inclinazione delle gambe. Sono state inoltre rilevate impronte di dita anche sul gocciolatoio dellauto in corrispondenza dello sportello e sulla parte superiore dello stesso: le prime potrebbero esser state lasciate nel momento in cui ha abbassato la testa per vedere e sparare allinterno dellabitacolo (v. foto precedente), le seconde in fase di apertura dello sportello, giacch quel modello di Fiat Panda non aveva la maniglia per aprire ma solo un incavo nella carrozzeria, e una volta fatta scattare la serratura si tende a tirare lo sportello dalla parte alta. Sul pianale posteriore dellauto e in minor parte su quello anteriore sono stati rilevati numerosi frammenti di vetro misti a sangue, a conferma del fatto che il colpo che frantuma il finestrino stato sparato dallesterno verso linterno. Una minima quantit di pezzi di vetro stata ritrovata anche esternamente, caduti forse al momento della chiusura dello sportello. Una disegno bruttino che Allinterno dellabitacolo riproduce la possibile vengono anche rinvenuti una sequenza dei colpi esplosi torcia azzurra funzionante ma verso Claudio (1,3,5), Pia (2) e sui pantaloni (4) spenta (che potrebbe essere quelloggetto sul pianale posteriore sotto i piedi di Claudio che sembra un miniregistratore), un coltello da cucina imbrattato di materia non umana, rivenuto allinterno della tasca dello sportello lato passeggero, al di sotto di un vecchio quotidiano, e macchie ematiche in varie parti dellabitacolo. Le macchie ematiche rilevate, sia nellabitacolo che sugli oggetti, sono tutte di gruppi sanguigni A e 0, appartenenti rispettivamente a Pia e Claudio. Quanto alla fonte dilluminazione, ho constatato che una torcia, dallesterno, non permette di vedere labitacolo con sufficiente chiarezza da sparare con precisione, perch si riflette sul vetro (che era sicuramente alzato, altrimenti non sarebbe andato in frantumi). Per questa ragione ho supposto che abbia osservato e poi colpito i ragazzi grazie alla luce prodotta dalla plafoniera interna, accendendo la torcia solo nella fase terminale delle operazioni, che potrebbe essere prima di colpire Claudio con il coltello (per evitare che luce accesa potesse insospettire uneventuale seconda auto che fosse sopraggiunta, che avrebbe potuto vedere cosa accadeva allinterno) o prima di praticare le escissioni. Il giorno successivo al delitto il Sig. Pietro Pasquini sta lavando la propria auto in fondo alla strada sterrata che dalla S.P. Sagginalese conduce alla Sieve (nel luogo in cui il maniaco potrebbe aver posteggiato la propria auto), quando nota alcune macchie ematiche sulle pietre a bordo del greto del fiume. Rinviene anche un percorso di macchioline lungo lo stradello che dal fiume risale sino alla piazzola, e decide di informare Luciano Bartolini, intimo amico dei genitori di Pia. Stando a quanto lo stesso Bartolini riferisce a Michele Giuttari capo delle Squadra Mobile di Firenze egli si trovava proprio a casa dei coniugi Rontini nel momento in cui Pasquini lo informa delle macchie rinvenute. Decide perci di avvertire le forze dellordine, le quali si recano

immediatamente sul posto, rilevando che sono gi presenti quattro o cinque persone che vengono individuate come esperti della scientifica che stanno occupandosi proprio di quelle macchie. Successivamente il professor Pierini esegue una perizia ematologica su alcune pietre rotondeggianti che recano tracce che sembrano di sangue: una volta esaminate, tali tracce non risulteranno di tipo ematico. Non ben chiaro tuttavia se le pietre esaminate dal Professor Pierini siano in effetti quelle rilevate da Bartolini e Pasquini, tant che lAvv. Pellegrini (legale della famiglia Rontini), al dibattimento riferisce Questo sasso viene prelevato [dagli uomini della scientifica, immagino] dopo di che non si sa che fine faccia. Le considerazioni sulle macchie di sangue, sempre per ammissione dellAvv. Pellegrini, vengono fuori al dibattimento, perch ne parla Rontini, quando viene sentito come teste e dice me l'ha detto Bartolini e Pasquini. Ci sono tuttavia alcuni interrogativi che mi sono sorti spontanei apprendendo di questa circostanza. Il primo come mai il Sig. Pasquini, con tutti i posti dovera possibile lavare unauto, si rechi per lappunto a 100 metri dal luogo in cui poche ore prima erano stati assassinati Pia e Claudio. Inoltre immagino che la zona fosse presidiata dalle forze dellordine, e appare strano che abbia potuto lavare tranquillamente lauto nel fiume senza che nessuno gli dicesse niente, alterando un ipotetico luogo in cui il maniaco poteva aver lasciato tracce o addirittura esser passato per fuggire. Inoltre, se lo stesso Rontini a tirare fuori il discorso delle pietre, che ne stato delle indagini degli uomini della scientifica? E, se come dice lAvv. Pellegrini non si sa che fine faccia la pietra notata da Pasquini e Bartolini, quella esaminata dal Dott. Pierini da dove sbuca? In seguito ai fatti vengono scarcerati Giovanni Mele e Piero Mucciarini, in quel momento in carcere con laccusa di essere gli esecutori dei delitti precedenti.

LE PAROLE DI GIANCARLO LOTTI Giancarlo Lotti, soprannominato Katanga, si esprime ripetutamente a riguardo del delitto della Boschetta, con testimonianze contrastanti fra loro e talvolta con levidenza dei fatti. Dice ripetutamente che Pacciani spar solo alluomo e che Alla ragazza non fu sparato salvo poi ricredersi Mah, di colpi n' partiti diversi, li avr presi di certo tutti e due e Gli hanno sparato e hanno preso anche lei. Dapprima dice di non sapere se Vanni e Pacciani abbiano mai fatto un sopralluogo a Vicchio Non lo so, non m'hanno detto niente, non son sicuro, poi cambia idea Vanni col Pacciani c' andato, e altrettanto si corregge raccontando dellordine delle auto durante il viaggio fra San Casciano e La Boschetta: La sera dell'omicidio si part da San Casciano, si pass da Firenze, il Girone e da Pontassieve, Pacciani e Vanni andettero avanti, io andai con la mia macchina che in seguito diventa Mi disse anche, noi la strada non si sa bene, vieni anche tu, partimmo e fui io a fare con la mia macchina la strada fino alla piazzola di Vicchio. Si contraddice poi parlando della propria posizione rispetto a Vanni e Pacciani nel momento in cui questi stavano compiendo laggressione, che varia da Io non ero l vicino a Ero un po pi lontano passando per Io ero invece a due/tre metri di distanza che cresce in Io ero a tre/quattro metri per concludersi con Io ero a dieci metri. Stiamo parlando di Lotti che fa il palo, un palo che ha il compito di osservare la S.P. Sagginalese per avvertire Vanni e Pacciani nel caso fosse sopraggiunto qualcuno, ma che invece si trova distante 50 metri dalla strada, in una posizione dalla quale impossibile vedere chi sopraggiungesse da Vicchio. Lotti formula spontaneamente anche il nome di Filipponeri Toscano, appuntato dei carabinieri in servizio presso la caserma di San Casciano e gi indagato per la morte di Renato Malatesta, che avrebbe segnalato le coppie di Vicchio e Scopeti e fornito i proiettili a Vanni, il quale li faceva avere a Pacciani. In altra occasione Lotti aveva invece affermato di aver spiato la coppia insieme a

Mario Vanni, sostenendo di essere stato lui a segnalarla. Scende addirittura nei dettagli, raccontando che durante unosservazione pomeridiana Pia e Claudio si erano accorti della loro presenza e avevano immediatamente abbandonato il luogo, recandosi in seguito al bar dove lei lavorava. Va tuttavia precisato che il carabiniere Toscano rientra nelle indagini anche perch detentore di una pistola Beretta calibro 22 Long Rifle dal 25 febbraio 1975 al 29 settembre 1984. Nei suoi racconti Lotti sembra assiduo frequentatore della piazzola della Boschetta, raccontando Ci sono stato in un primo tempo con la Filippa [Nicoletti, ndr, che in altra occasione racconter essere colei che ce lha condotto Mi ci ha portato Filippa Nicoletti perch io la strada non la sapevo, salvo poi essere contraddetto dalla stessa Filippa, che nel 1997 rifer Il Lotti mi ci ha portato la prima volta quindi nell'81 e poi successivamente nell'82 e forse in periodi successivi], poi da solo, poi con il Pucci, poi con il Vanni ed infine con Vanni e Pacciani la sera dell'omicidio. Katanga accenna anche a una lettera che avrebbe impostato a Vicchio il giorno seguente al delitto, accuratamente preparata da Pacciani Mi chiam, s'and a Mercatale da Pacciani, Pacciani stava preparando una lettera, prese un boccaccio, da questo barattolo, tir fuori qualchecosa, la mise in questa busta, bisognava andare a imbucarla a Vicchio, destinata a tale Manuela (forse la stessa persona che aveva testimoniato il cambio turno al bar con Pia) e impostata da Vanni per lappunto nella cassetta delle poste prossima al bar della stazione dove Pia lavorava. Secondo alcune interpretazioni questa lettera poteva contenere parti anatomiche di Pia, costituendo di fatto un precedente a quella recapitata lanno successivo alla D.ssa Dalla Monica. Con la differenza che il destinatario non era un Procuratore della Repubblica ma tale Manuela, collega di Pia (sempre secondo Lotti), e che incomprensibilmente viene impostata da Vicchio per Vicchio, vale a dire che Lotti e Vanni partirono da Mercatale per impostare a Vicchio una lettera probabilmente diretta nello stesso paese. Non si comprende come mai non labbiano imbucata in una qualsiasi cassetta delle poste incontrata per strada ma abbiano preferito raggiungere il Mugello (e per giunta impostare di fronte al bar in cui lavorava Pia). Per dovere di cronaca, si puntualizza che tale busta non sembra sia mai stata ricevuta da nessuno. Si potrebbe continuare citando le contraddizioni relative al discorso dellilluminazione, per cui dapprima non avevano nessuna luce mentre nelle successive dichiarazioni la luce cera, con tanto di descrizione di come Vanni impugnasse la torcia. E potremmo andare ancora avanti. Quello su cui vorrei maggiormente porre lattenzione, tuttavia, sono le parole che l11 Marzo 1996 Giancarlo Lotti riferisce spontaneamente a Michele Giuttari, in quel momento capo della squadra mobile di Firenze, al quale racconta la propria versione dellomicidio del 1984. Le sue dichiarazioni, a mio parere, restano talvolta dubbie e contrastanti: ne riporto di seguito alcuni estratti, corredati delle relative personalissime obiezioni: I fatti si sono, quindi, svolti nel seguente modo: La sera prima di andare alla piazzola di Vicchio, incontrai Mario nel piazzone di San Casciano e questi mi disse di tenermi disponibile per la sera successiva per andare insieme a lui e a Pacciani nella piazzola di Vicchio per guardare la coppietta con la Panda celestina di cui io gli avevo parlato nei giorni precedenti Leggendo questa dichiarazione non si capisce come facesse Mario Vanni a sapere che la sera successiva Pia e Claudio si sarebbero recati alla Boschetta, giacch, come ampiamente ribadito, la presenza dei ragazzi stata del tutto casuale perch dapprima era previsto che Pia lavorasse, dopodich solo il consiglio di sua madre Winnie lha convinta ad uscire di casa. La sera successiva andai allappuntamento che mi era stato dato per le ore 22 al piazzone di San Casciano e, prima di partire, Mario mi disse che si andava a Vicchio per un lavoro che lui e Pietro avrebbero dovuto fare nella piazzola. [] Lungo il tragitto ci fermammo al bar di Galluzzo, che ho gi detto, e tutti e tre scendemmo per prendere un caff

Se fossero partiti puntualissimi da San Casciano, e avessero percorso la strada senza soste e passando dal Girone e da Pontassieve come in unaltra occasione aveva sostenuto, sarebbero giunti alla piazzola circa 1 ora e 10 minuti dopo, alle 23:10. A questo lasso di tempo va tuttavia aggiunto qualche minuto per il caff, per un totale di circa 1 ora e 15 minuti. Sembra tuttavia che il delitto si sia consumato fra le 21:30 e le 22:00, pi di unora prima del loro arrivo. Va inoltre aggiunto, come vedremo poi, che le auto fuggono percorrendo strade sterrate a causa del passaggio a livello chiuso, che, come riferito dallo stesso Lotti e confermato dallIng. Rondellini delle Ferrovie dello Stato, aveva le sbarre abbassate intorno alle 23:00, quindi circa 15 minuti prima del loro ipotetico arrivo. Lotti dichiara inoltre che rientrano a San Casciano dopo mezzanotte: se fossero ripartiti dalla Boschetta mezzora dopo il loro arrivo, alle 23:45, vi sarebbero giunti alle 1:00 di notte, quindi ampiamente dopo mezzanotte. E evidente quindi che gli orari raccontati da Lotti sono un po contrastanti. NB: il percorso da San Casciano e La Boschetta passando dal Girone e da Pontassieve lungo circa 55 km. Giunti alla piazzola, Vanni e Pacciani entrarono con la macchina dentro la piazzola, mentre io rimasi un po in disparte e mi avvicinai a piedi dove erano loro per vedere ci che facessero. Il Pacciani la macchina la ferm di traverso davanti alla Panda allo scopo di evitare che lautista di questa potesse scappare; in pratica laveva bloccata non consentendo quindi uneventuale via di fuga Secondo questa descrizione Pacciani ferma la propria auto di traverso di fronte alla Panda di Claudio: ma se si osservano le fotografie si noter come sia improbabile posizionare lauto di traverso, che in linguaggio colloquiale significa perpendicolare o diagonale rispetto allaltra. Vidi poi che il Pacciani, che nel frattempo si era avvicinato a piedi alla Panda velocemente tornato alla propria auto, ha preso la pistola dalla parte destra sotto il sedile e dopo ha raggiunto di corsa la Panda ed ha sparato alcuni colpi di pistola In questo caso non si capisce come mai Pacciani non sia uscito armato dallauto: forse per verificare che quella fosse effettivamente la coppia che cercavano? Poi torna indietro e prende la pistola, quindi si avvicina di nuovo alla Panda di corsa. Ma non si capisce per quale ragione dovesse correre, visto che lauto dei ragazzi, per stessa ammissione di Lotti, era l davanti. Quindi Mario, che vidi tirar fuori dalla macchina del Pacciani uno spolverino di quelli che si mettono gli operai per non sporcarsi e che durante il viaggio non aveva addosso, lo indoss e armato di un coltello, tir fuori la ragazza che ancora era viva perch strillava e la trascin sul prato chinandosi su di essa e colpendola con il coltello pi volte per come potei vedere dal movimento del suo braccio Mi ha colpito lidea di Vanni che indossa un vestito consono al delitto un attimo prima di entrare in azione ma aldil di questo, appare improbabile che Pia strillasse giacch il primo colpo ricevuto sembra le abbia fatto perdere i sensi. Dopodich, secondo questa descrizione, Vanni trascina la ragazza nel prato (prati non ce nerano) e la colpisce pi volte. Pia stata in realt colpita al collo da due fendenti da arma da taglio, inferti con tutta probabilit in auto poco prima di essere estratta, e quindi lespressione colpendola con il coltello pi volte non trova granch riscontro. Non solo, secondo questa ricostruzione Claudio non subirebbe alcuna coltellata, mentre il suo corpo riporta dieci segni.

Poi li ho fatti partire e con la mia macchina sono andato dietro. Prima di lasciare il posto vidi che Pacciani e Vanni scesero al fiume proprio dirimpetto la piazzola e si lavarono le mani ed il coltello. Io rimasi in macchina e non scesi. Vidi anche che Vanni si lev lo spolverino e lo mise in macchina. Quindi partirono ed io andai dietro loro. Dopo pochi minuti presero una strada sterrata che Pietro mi disse bisognava fare per evitare il passaggio a livello ed io andai dietro di loro seguendoli a breve distanza e ricordo che riuscivo a vedere poco perch la macchina di Pacciani alzava parecchia polvere. Dopo questo tragitto in terra battuta, che sar durato 5/10 minuti, abbiamo ripreso la strada normale verso Dicomano per tornare a casa e li seguii sino a San Casciano dove arrivammo tardi sicuramente dopo la mezzanotte Lotti usa lespressione dopo pochi minuti presero una strada sterrata, ma in realt quel breve tragitto si percorre in meno di un minuto. Ho personalmente provato a far manovra con lauto, uscire dallo stradello e raggiungere limbocco della strada sterrata, compiendo il tutto in circa 50 secondi. Inoltre da questa descrizione sembrerebbe che Lotti fosse solo a bordo della propria auto e seguisse la macchina con a bordo Pacciani e Vanni a breve distanza. Questo contrasta con la testimonianza della Signora Frigo, secondo cui la seconda auto (quella di Lotti) era a 200-300 metri dalla prima e che Pacciani, che conduceva la prima auto, la occupasse da solo. Secondo Lotti invece era lui quello solo in auto e la distanza dal veicolo che lo precedeva era cos poca da non vedere quasi niente a causa della polvere. Chiesi anche a Mario che cosa facevano con la parti della donna che lui aveva tagliato e che io avevo visto avevano messo in una specie di sacchetto, Mario mi rispose che non me lo poteva dire, per devo dire che quella notte vidi che Pacciani e Vanni si chinarono a qualche metro di distanza dalla Panda e vidi che nascosero qualcosa in quel posto. Ricordo che vi era un fossetto e i due gettarono sopra della terra per coprire quanto vi avevano nascosto Secondo questa testimonianza le parti escisse sarebbero state messe in un sacchetto e sotterrate a pochi metri dallauto di Claudio. Questa operazione farebbe pensare che in seguito qualcuno sarebbe passato a recuperare il sacco, ma personalmente lo considero piuttosto rischioso perch era evidente che il mancato ritorno a casa di Pia e Claudio avrebbe fatto scattare immediatamente le ricerche, con conseguente attenta perlustrazione del luogo che sarebbe stato reso inaccessibile dalle forze dellordine. Quindi la possibilit che qualcun altro trovasse il sacchetto nascosto era notevole e probabilmente chiunque avesse avuto un po di buon senso non si sarebbe preso la briga di sotterrarlo. Quanto a eventuali buche nei pressi del luogo dellaggressione, va tuttavia precisato che Renzo Rontini dichiar Pia era morta da quasi un anno e Winnie non era mai andata alla Boschetta, dove fu uccisa. Finalmente si decise. Voleva che quel posto fosse un giardino e non un luogo di morte. And con una sua amica e si misero a sistemare. Trovarono un sasso. Sotto c'era questa buca, cos precisa che sembrava fatta con una paletta, e dentro un letto di paglia. In ogni caso Lotti non parla n di palette n di paglia, e dalla descrizione di Rontini non si capisce quali fossero le dimensioni della buca, peraltro stranamente scoperta a quasi un anno di distanza dal delitto. Queste descrizioni dei fatti, rese da Giancarlo Lotti quasi 12 anni dopo il loro accadimento, presentano alcune incongruit rispetto a dati inconfutabili come lo stato o la posizione di ritrovamento dei corpi, nonch rispetto alle tempistiche e agli orari. E anche sulla base di tale versione dei fatti che si articolato il processo ai Compagni di Merende che ha portato alla condanna in via definitiva di Mario Vanni e Giancarlo Lotti.

TESTIMONIANZE CAINI-FRIGO Come accennato nel precedente paragrafo, si registrano due diverse testimonianze che riferiscono di aver avvistato le due auto in fuga che, stando a quanto dice Lotti, decisero di fuggire attraverso una strada sterrata a monte della Boschetta a causa del passaggio a livello (lungo la Via S.P.

Sagginalese in direzione Dicomano, a circa 600 mt dalla piazzola). Tali testimonianze, rispettivamente dei coniugi Caini e della signora Frigo, vengono rispolverate a circa 10 anni di distanza dai fatti, pur essendo state rese nellimmediato. Prima di trattarle credo sia tuttavia doverosa una breve premessa, con la quale intendo elencare tutti i dati pi o meno oggettivi che fanno da contorno a questa vicenda. Nel 1984 lunica linea ferroviaria che collegava Borgo San Lorenzo a Firenze passava da Pontassieve, transitando quindi a circa 50 metri dalla Boschetta in direzione Dicomano. Oggi sono invece due le tratte ferroviarie che raccordano Borgo San Lorenzo con Firenze: oltre a quella anzidetta ve n unaltra che transita a nord-ovest di Firenze. Tale linea, ripristinata nel 2000, era stata minata dai tedeschi in ritirata nel 1944 ed rimasta in disarmo per pi di 50 anni. In conclusione la tratta ferroviaria che passa nei pressi della Boschetta (linea Borgo San Lorenzo Vicchio Dicomano Pontassieve Firenze) stata lunica a collegare il Mugello con Firenze dal dopoguerra sino al nuovo millennio. Si tratta di una linea di bassa percorrenza (oggi 20 convogli al giorno nei giorni festivi), con un unico binario e treni che si scambiano solo alle stazioni: non elettrificata e viene utilizzata dalle 5:00 alle 21:30 circa, ad eccezione dei giorni festivi estivi, quando vi transitano anche treni passeggeri da e per la riviera romagnola. Durante i festivi estivi infatti cera e c un treno speciale che parte dal mare e porta sino a Firenze, che adesso ferma a Vicchio poco prima delle 22:00 e che a memoria mia ed anche a memoria di altri con cui ho parlato ha sempre pi o meno seguito quellorario o appena pi tardi, anche negli anni 80, transitando da Vicchio intorno alle 22:30. Tale circostanza renderebbe vana la motivazione di aggirare i passaggi a livello chiusi alle ore 23:00, come raccontato da Lotti, visto che avrebbero dovuto esser chiusi mezzora prima. Si registra tuttavia una testimonianza dellIng. Rondellini delle Ferrovie dello Stato che conferma che le sbarre potessero essere abbassate a quellora, assecondando le parole di Lotti e contraddicendo la mia memoria. Daltro canto, per esperienza diretta, posso dire che quella linea viene spesso utilizzata anche dopo il passaggio dellultimo treno passeggeri, per lo pi da convogli con macchinari per la manutenzione della linea o da vagoni che fanno praticantato di guida. Non perci da escludere che i passaggi a livello potessero essere chiusi, anche se lultimo treno passeggeri era transitato unora prima. E anche vero che nel caso di convogli con macchinari o che facessero praticantato non era possibile prevedere lora di chiusura (altrettanto se lultimo treno passeggeri fosse stato in ritardo) e pertanto Pacciani non avrebbe potuto sapere se in quel momento avrebbe trovato il passaggio a livello chiuso. Unaltra precisazione relativa alla strada bianca che Lotti racconta di aver seguito, che quando ho effettuato il sopralluogo non era pi completamente percorribile perch dopo 1,5 km dalla S.P. Sagginalese diventava impraticabile: questo non esclude la praticabilit nel 1984, ma serve per precisare che, nella ricognizione del percorso, non sono riuscito a ricalcarlo esattamente, pur avendo transitato sulle due porzioni fin dove era possibile e percorso il tratto di raccordo a piedi. Il motivo per cui Lotti racconta di aver percorso la strada bianca (passaggio a livello chiuso) rimane di per s flebile, almeno a mio giudizio, per una serie di motivi. Il primo che non vedo nessun problema ad attendere in auto che si alzino le sbarre, anzich percorrere una sconnessa strada bianca che comporta un aggravio di tempo di almeno 10 minuti, senza considerare la maggior possibilit di dare nellocchio su una strada secondaria rispetto a transitare lungo la S.P. Sagginalese.

Il secondo la ragione per cui non abbiano deciso, anzich andarsene passando da Dicomano, di tornare a casa percorrendo lautostrada, visto che il tempo era lo stesso. Ma forse, sempre rifacendosi alle parole di Lotti, dovevano nascondere larma nel rudere di Podere Schignano, che si trova lungo la S.P. Sagginalese in direzione di Dicomano. Il terzo la ragione per cui, una volta saliti a San Martino a Scopeto, non siano ridiscesi verso la S.P. Sagginalese prendendo la prima strada utile, cio quella che simmette nella provinciale nei pressi di Bovino (dove aveva lavorato Pacciani come contadino) e che passa vicino a Podere Schignano, per lappunto, dove Lotti sostiene fosse stata nascosta la pistola subito dopo il delitto. Invece, se la mia ricostruzione del luogo di avvistamento dei coniugi Caini giusta, si sono fatti ancora qualche chilometro di sterrato prima di rientrare sulla provinciale. Fatte queste debite premesse, riporto di seguito qualche considerazione sulle testimonianze di Frigo, Caini e Lotti relative ai momenti immediatamente successivi allaggressione. Come dicevo ho avuto occasione di percorrere la strada che secondo la ricostruzione processuale avrebbero seguito le auto di Pacciani e Lotti stando alle testimonianze dei coniugi FrigoBertaccini e dei coniugi Martelli-Caini, nonch dalle parole di Lotti stesso al dibattimento. Purtroppo, come gi anticipato, il percorso non pi completamente transitabile nella parte a monte della Boschetta, per cui ho dovuto frazionarlo in base allaccessibilit. Va anche precisato che, stando alle dichiarazioni di Lotti, al termine del tragitto che ha permesso di scavalcare il passaggio a livello, le auto hanno preso di nuovo la direzione di Vicchio per recarsi a Podere Schignano, dove hanno nascosto la pistola. La situazione (ed era) quella rappresentata dalla prossima fotografia, con indicazione del luogo dellaggressione e del passaggio a livello lungo la strada provinciale Sagginalese in direzione Dicomano. E quello il passaggio a livello che, essendo chiuso, ha obbligato i cosiddetti Compagni di Merende a imboccare la strada sterrata lungo la quale sono stati visti dai coniugi Frigo-Bertaccini e dai coniugi Martelli-Caini.

Durante il dibattimento si sostiene che intorno alle 23:00, lasciando la Boschetta, Pacciani, che era del luogo, sapeva che avrebbero trovato il passaggio a livello con le sbarre abbassate, decidendo quindi di aggirarlo percorrendo il cavalcavia naturale a monte della strada provinciale S.P. Sagginalese. Il cavalcavia naturale pi rapido, per come si presenta adesso, dovrebbe essere questo: la parte azzurra tratteggiata quella non pi percorribile in auto, ma probabilmente nel 1984 era transitabile:

La signora Frigo sostiene di aver visto nei giorni precedenti al 29 Luglio unauto con alla guida una persona che anni dopo riconosce in Pacciani, aggirarsi dalle parti della Boschetta. Poi, la notte del 29 Luglio, sostiene di aver incrociato la stessa auto intorno alle 23:55 (quindi gli orari non collimerebbero con quelli della chiusura del passaggio a livello dichiarati da Lotti, che sosteneva fossero le 23:00) seguita a 200-300 metri di distanza da unauto rossa. La prima auto, condotta da una persona che la signora Frigo individua in Pacciani (dieci anni dopo, visto che nel 1984 ancora non era implicato), avanza a forte velocit e con le sole luci di posizione accese. Una scelta quella delle luci che non trova giustificazione se non che fossero bruciati i fari anabbaglianti e gli abbaglianti, circostanza piuttosto rara a verificarsi. Perch le sole luci di posizione accese non solo non evitano il riconoscimento di chi alla guida, ma non permettono nemmeno di condurre lauto dove si vuole, perch non si vede un bel nulla (ho provato). Il tutto avviene a circa 1 km dallinnesto con la strada provinciale Sagginalese nei pressi della Boschetta, come indicato in una delle foto seguenti. La signora sostiene anche di aver sentito degli spari fra le 22:30 e le 23:00 (a differenza degli altri testimoni che li hanno uditi alle 21:45) e che alla guida di entrambe le auto ci fosse una sola persona. I coniugi Andrea Caini Tiziana Martelli intorno alle 23:30-23:45 (poco prima della testimonianza della signora Frigo, mentre in teoria avrebbe dovuto essere un pochino dopo perch le auto avevano da percorrere il tratto di strada fra i due avvistamenti) sono invece fermi a una fonte, intenti nellabbeverarsi. Raccontano di aver partecipato a una festa in onore dei genitori della signora Martelli in Loc. Santa Margherita (dovrebbe trattarsi del piccolo agglomerato di case subito sopra la fonte, ma non ho trovato riscontri certi) e sulla strada di ritorno verso Fiesole (dove abitavano) si fermano alla fonte lungo la strada che collega la S.P. Sagginalese con San Martino a Scopeto perch lacqua particolarmente buona.

Ho indicato lipotetico luogo della fonte nella prossima immagine: oggi la strada che sale verso Santa Margherita (sempre che lagglomerato si chiami effettivamente cos) non praticabile con una comune auto.

qui vedono sopraggiungere due auto a velocit sostenuta, la seconda delle quali rossa e con le sole luci di posizione accese. Non pi quindi la prima auto ad avere i soli fanalini accesi (come aveva sostenuto la signora Frigo) ma la seconda, e non c nemmeno da pensare che abbiano invertito la posizione, perch entrambe le testimonianze concordano sul fatto che la seconda fosse di colore rosso. Il luogo in cui i coniugi Caini incrociano le auto potrebbe essere quello segnato nelle foto sottostanti: riporto anche il raffronto fra la foto del dibattimento e quella che potrebbe essere la stessa posizione al giorno doggi, secondo la mia personalissima e discutibile opinione. Oggi io non ho rilevato alcuna fonte, mentre nel 1984 i coniugi Caini sostenevano di essersi fermati per abbeverarsi.

Riassumo in questa immagine il percorso ipotetico percorso dalle auto con i luoghi di avvistamento di Frigo e Caini. Il senso di marcia dei veicoli ANTIORARIO.

Chiarisco che il tempo necessario per compiere tutto il percorso indicato in azzurro a velocit normale di circa 15 minuti, per cui nessuna delle testimonianze collimerebbe. Mi chiedo anche per quale ragione percorressero la strada sterrata a velocit elevata e a fari spenti: non cera maggior rischio di dare nellocchio, oltre alla difficolt a condurre il veicolo? Rispetto al 1984 non saprei nemmeno dire se la carreggiata sia stata ridotta o meno: perch oggi incrociarsi fra auto piuttosto complesso e si avanza a passo duomo misurando i centimetri. Un altro dettaglio che mi fa riflettere la testimonianza che sostiene che alla guida dei veicoli ci fosse una sola persona. E Vanni dovera? Forse si era abbassato per non farsi vedere? Concludo con questa foto, che evidenzia il fabbricato denominato Podere Schignano oggi struttura ricettiva dove Lotti sostiene fosse stata nascosta la pistola subito dopo il delitto.

DAL 1984 IN POI Il duplice omicidio del 1984 quello che, con landare del tempo, lascer maggiore traccia nellimmaginario collettivo, forse anche in conseguenza alla determinata e quasi ossessiva ricerca della verit sostenuta da Renzo Rontini, padre di Pia, che vi ha dedicato il resto dei suoi giorni, compromettendo salute, famiglia e finanze. Il 31 Luglio 1984 si tengono i funerali dei ragazzi in P.zza Giotto a Vicchio, dov stato appositamente allestito un palco. Lamministrazione Comunale ha deciso il lutto cittadino e i negozi hanno le serrande abbassate. La piazza gremita. E la piazza su cui si affaccia il bar Stellini e il negozio di elettrodomestici della famiglia Stefanacci, la piazza in cui Claudio era solito posteggiare la propria auto e dove Pia incontrava gli amici. E anche la piazza in cui, dieci anni prima, Stefania Pettini trascorreva i propri momenti di svago. Alla cerimonia partecipa anche Le esequie di Pia e Claudio in P.zza Giotto a Vicchio Baldo Bardazzi, la cui presenza stata richiesta dalle forze dellordine nella speranza che fra i partecipanti riconoscesse il signore distinto che si seduto alla sua tavola calda, ma non lo vedr. E vi partecipa anche tal Francesco, che si definisce bounty-killer e che chiama il quotidiano La Nazione sostenendo un colloquio di questo tipo, riportato sulledizione del 6 Agosto 1984: "- Pronto? Sono quello che fa impressione al mostro. Pubblicate che gli do appuntamento. Scrivete: se sei un uomo fatti vedere nella notte tra luned e marted alle una e mezza sul luogo del delitto. - Ma il mostro non si presenter se sapr che ci sar la polizia ad attenderlo... - Il mostro, che a me sta un po rompendo, non si deve preoccupare, la polizia non verr, la avverto io. - Ma non teme di essere ucciso? Il maniaco assassino ha gi fatto quattordici vittime. - Non ci stanno problemi, io ho un piano ma non vi dico di cosa si tratta senn lo scrivete. Ottenute rassicurazioni in merito rivel: - I l piano questo: gli tendo un agguato." E ancora, sembra che durante la funzione una donna abbia chiaramente sentito Pacciani che, seduto in un bar, diceva: "Hanno avuto quello che si meritavano", riferendosi alle tristi vicende dei due ragazzi. Ma non si sa dove finisca la suggestione e inizi la realt. Per un certo periodo i media tengono alta lattenzione, riportando novit e dettagli relativi allinchiesta. Si parla di avvistamenti, di testimoni, di indizi, del lavoro della Scientifica (sembra addirittura che fosse stata rinvenuta unimpronta del maniaco allinterno dellauto Sull'automobile in cui sono stati uccisi Claudio Stefanacci e Pia Rontini, la tredicesima e la quattordicesima vittima del "mostro", sarebbe stata trovata una traccia, una impronta di una scarpa resa nitida perch lasciata nel sangue. Intorno a questa impronta stanno lavorando gli esperti della Scientifica che minuziosamente setacciano la vettura azzurra millimetro per millimetro alla ricerca anche di uneventuale impronta digitale mai lasciata prima), ma purtroppo non si riesce a identificare laggressore.

Chi pi di tutti non si d pace Renzo Rontini, il padre di Pia: lascia il lavoro e si butta a capofitto nella ricerca della verit. Incontra giudici e avvocati, rilascia interviste, frequenta le maggiori trasmissioni televisive. Tiene accesi i fari sulla vicenda, assolda cartomanti e investigatori privati, trasforma la Boschetta in una sorta di mausoleo in nome di Pia e Claudio. Si rivolge anche alle massime autorit del momento, come lui stesso racconta: Avevo scritto a Pertini [allora Presidente delle Repubblica, ndr] e al Papa [Giovanni Paolo II, ndr]. Pertini mi disse che si sarebbe dato da fare. Il Papa invece non ha risposto. Il parroco mi ha detto che forse non ha parlato perch questi ragazzi erano a fare atti impuri. Fra i parenti dei ragazzi colpiti quello che pi di tutti cerca di portare alla ribalta le truci vicende. Gli altri, per lo pi, si chiudono in un intimo silenzio, forse cercando di dimenticare quelle atroci I coniugi Rontini a una trasmissione di Maurizio Costanzo vicende: tant che delle sette aggressioni solo tre recano sul posto una lapide a memoria e fra queste, quella di Stefania e Pasquale ormai fagocitata dalla vegetazione. Mentre quella di Vicchio, fintanto che Renzo se ne prende cura, diventa sempre pi articolata, con due croci in legno dovera posteggiata lauto, sovrastate da un arco in metallo, ed una in ferro nel punto in cui sua figlia stata rinvenuta. Nel 1995 la zona oggetto di atti vandalici, e in una notte vengono frantumate a calci tutte le croci, sradicate le rose, spaccati i vasi e abbattuti i tralicci. Dapprima la suggestione attribuisce loperato al maniaco, ma in seguito lo stesso Rontini ad attribuire le responsabilit a non meglio definiti "ragazzi di paese", per ragioni che esulano da sua figlia. Il padre di Pia partecipa a tutte le fasi processuali degli anni 90, non salta nemmeno unudienza e si mette in mostra con la consueta determinazione e tenacia. Assieme alla moglie Winnie si costituisce parte civile al processo dei cosiddetti Compagni di Merende, affidandosi allAvvocato Patrizio Pellegrini, con il quale sostengono la causa della colpevolezza degli imputati, facendo tra laltro riferimento a episodi di cui almeno pubblicamente non si era mai parlato sino a quel momento. Renzo Rontini e sua moglie Winnie, a dieci anni di distanza, dicono di ricordare di aver ripetutamente visto Mario Vanni aggirarsi nei giorni precedenti al 29 Luglio nei pressi del bar in cui lavorava Pia. Rontini lo ricorda nei pressi della stazione che camminava tra i tigli avanti e indietro intorno alle 21:30, orario che lo insospettisce perch non previsto alcun treno in partenza sino al mattino successivo. Tali avvistamenti, di cui i coniugi Rontini sono assolutamente certi perch avvengono addirittura in momenti distinti, vengono ricollegati solo quando Vanni appare come teste, dieci anni dopo il duplice omicidio, lasciando pertanto uno spiraglio di dubbio sul riconoscimento della persona vista. Renzo e Winnie tuttavia, anche attraverso lAvv. Pellegrini, continuano a sostenere fermamente gli avvistamenti dellex postino Vanni a Vicchio (ribadiscono le loro posizioni anche dopo averlo incontrato in carcere a Pisa), avallando di fatto la teoria dei Compagni di Merende coordinati da Pietro Pacciani. Renzo Rontini lo considera lesecutore materiale (dir so che lassassino di mia figlia Pietro Pacciani), basando tuttavia le sue convinzioni su dati che non possono propriamente definirsi prove schiaccianti: S, non ho pi dubbi, da tempo. Ma non ho mai voluto dirlo apertamente. Ora basta. Furono alcuni elementi a mettermi sulla sua pista. Pacciani ha sempre negato di conoscere il luogo del delitto ma, in realt, a meno di 200 metri in linea daria si trova un podere dove l'ex contadino lavor per anni. A Vicchio, Pacciani ha una sorella e da diverse persone fu visto in zona con il Vanni. E io

stesso vidi l'ex postino di San Casciano passeggiare davanti al bar dove lavorava mia figlia, almeno tre volte, a tarda sera, prima dellomicidio. Non solo, a Vicchio Pacciani ha lavorato come tagliatore di pelli e La mia sicurezza viene dal fatto che a dirmi chi il mostro stato proprio lui, Pacciani. Me lo ha detto in aula, con i suoi sguardi, le occhiate, i gesti. Un giorno pi di altri si trad. Fu quando proiettarono le foto del corpo di Pia devastato dal maniaco, Pacciani disse: Mi fa pena per quel povero omuccio. Io non replicai. Ci guardammo e allora capii. Capii che il vero mostro era lui". Per contro, sembra che durante lincidente probatorio si fosse dimostrato piuttosto scettico sulle testimonianze di Giancarlo Lotti, pur sostenendo il contrario nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa. Nel frattempo la situazione economica va progressivamente peggiorando, si susseguono insolvenze e pignoramenti, e la casa viene acquisita per far fronte ai debiti contratti. Il 9 Dicembre 1998, mentre si sta recando a riscuotere lassegno della sottoscrizione fatta dai dipendenti della Questura di Firenze in suo favore grazie alla quale vive, Renzo Rontini si accascia nei pressi della questura di Firenze, in Via San Gallo, e raggiunge sua figlia. La moglie Winnie, che spesso era comparsa accanto al marito nelle sue numerose apparizioni pubbliche, sparisce dalla scena e si ritira in privato, continuando tuttavia a vivere a Vicchio di Mugello, dove risiede tuttora.

Un ringraziamento particolare a tutti i forumisti di mostrodifirenze.forumup.it, ai quali ho rubato idee, spunti e riflessioni, e in particolare ad Accent per la sua paziente e reiterata revisione linguistica, a Reporter per gli spunti che mi hanno permesso di rivedere alcuni punti nodali, e a MK108 per la sua preziosissima consulenza balistica.

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