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VINCE IL GENOA
NAPOLI
3-5-2
prie mani. Una farsa in due atti, messa in scena nel San Paolo vuoto in ogni
ordine di posto e con una straordinaria coppia di protagonisti: l'imbecille che ha
scagliato bottiglie e vergogna sul club azzurro e i calciatori del Napoli che
hanno fatto harakiri in chiusura di sipario. No, la rappresentazione non ha
mietuto proseliti, anzi ha creato le premesse per le conseguenze di questa doppia,
scellerata rappresentazione. Puntare il dito contro chi (imbecille? delinquente?
stratega?) ha fornito lo spunto per chiudere gli spalti della squadra-rivelazione
di questo campionato è legittimo, doveroso. Ma sarebbe una visione parziale se si
attribuisse allo stadio vuoto l'unica responsabilità per l'inattesa sconfitta di
ieri con il Genoa. Magari con il pubblico presente si sarebbe evitata la
sconfitta, però non vanno sottaciuti certi atteggiamenti suicidi dei quali si è
reso autore il Napoli. Idioti a parte, il ko di ieri sembra essere la proiezione
distorta di una presunzione che ha preso piede nel clan Napoli. E non ha
risparmiato nemmeno uno solitamente prudente come Reja. Tutto nasce dalle
eccessive certezze di una dirigenza che va applaudita per come ha condotto la
campagna acquisti. Un clima di vela-
12
5 SCARPI SV BOVO
6,5
GENOA
3-5-2
GIANELLO CUPI
32' st Hamsik
SAVINI ZALAYETA
29' st Calaiò
5,5 41' st Papa Waigo 6,5 LEON
5 10' st Sculli
PARO DANILO
7 6
SV
5,5
7
6,5 7
MARCATORI
A testa in giù. Gli azzurri escono da un San Paolo vuoto con il morale sotto i
piedi (Foto Agn/Sarpa)
11'PT CANNAVARO (AUTOGOL), 6'ST DOMIZZI (RIG), 44'ST SCULLI
ta raggiunta con una difesa forte e con l'arma del contropiede. Allora, perché
dopo qualche buon risultato ottenuto un po' per fortuna (leggasi le papere dei
portieri di Samp e Livorno, Ca-
29° Uno due Gargano-Zalayeta, tiro dell'uruguagio alto. 36° Cross al centro di
Hamsik per Lavezzi, il Pocho si coordina ma il tiro finisce alto.
NOTE
SPETTATORI: STADIO A PORTE CHIUSE ESPULSI: NESSUNO AMMONITI: GARICS, BLASI, SAVINI
CALCI D'ANGOLO: 8 ESPULSI: NESSUNO AMMONITI: SCARPI, BOVO, BORRIELLO CALCI
D'ANGOLO: 4
Per due volte ha portato i difensori rossoblù ad un passo dall'espulsione per poi
sgraffignare un calcio di rigore che si può dare oppure no. Domizzi, gelido, ha
spiazzato nettamente Scarpi dal dischetto. Avendo il Genoa rinunciato da tempo ad
attaccare, il Napoli ovviamente si spingeva ancora più avanti alla ricerca del
successo. Ma in frangenti simili occorrono pazienza e bomber. Lavezzi, allo stremo
delle forze, non riusciva a pungere pur partendo da lontano. Sarebbe stato giusto
tirare fuori lui e non Zalayeta, come invece ha fatto Reja quando ha lanciato
nella mischia il demotivato Calaiò. La mossa è stata infelice, giusto l'opposto di
quella di Gasperini. Il Genoa era sulla difensiva ma non alle corde, allora perché
non provarci comunque? La via del successo passa sempre dalle fasce, quin-
di, Sculli e Papa Waigo in campo per far perdere la bussola a Savini e Garics. Lo
sbilanciamento per le tre punte ha favorito tutto il resto, cioè, la sconfitta sul
tramonto del match. Ma su quel colpo di testa assassino di Sculli, a cosa stavano
pensando Domizzi e Savini? Forse riflettevano sull'unica realtà del Napoli: una
squadra di seconda fascia, che ottiene buoni risultati solo se resta sempre
concentrata e se si predispone per il contropiede. Ma con troppi rinforzi che
giocavano poco altrove e non hanno nelle gambe tante partite di seguito (da quanto
Zalayeta non giocava cinque gare di fila?), anche quest'arma viene meno. Gli
episodi favorevoli hanno trasmesso entusiasmo, hanno fatto volare la fantasia, ma
adesso torniano sulla terra: è il caso di darsi una regolata.