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lunedì 1 ottobre 2007

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VINCE IL GENOA

| Lo stadio vuoto ha condizionato negativamente una sfida che si è messa subito


male per il Napoli

Harakiri nel silenzio


Autorete di Cannavaro, Domizzi pari di rigore ma poi non chiude su Sculli-gol
RAFFAELE AURIEMMA
NAPOLI. Come farsi del male con le pro-

NAPOLI
3-5-2

prie mani. Una farsa in due atti, messa in scena nel San Paolo vuoto in ogni
ordine di posto e con una straordinaria coppia di protagonisti: l'imbecille che ha
scagliato bottiglie e vergogna sul club azzurro e i calciatori del Napoli che
hanno fatto harakiri in chiusura di sipario. No, la rappresentazione non ha
mietuto proseliti, anzi ha creato le premesse per le conseguenze di questa doppia,
scellerata rappresentazione. Puntare il dito contro chi (imbecille? delinquente?
stratega?) ha fornito lo spunto per chiudere gli spalti della squadra-rivelazione
di questo campionato è legittimo, doveroso. Ma sarebbe una visione parziale se si
attribuisse allo stadio vuoto l'unica responsabilità per l'inattesa sconfitta di
ieri con il Genoa. Magari con il pubblico presente si sarebbe evitata la
sconfitta, però non vanno sottaciuti certi atteggiamenti suicidi dei quali si è
reso autore il Napoli. Idioti a parte, il ko di ieri sembra essere la proiezione
distorta di una presunzione che ha preso piede nel clan Napoli. E non ha
risparmiato nemmeno uno solitamente prudente come Reja. Tutto nasce dalle
eccessive certezze di una dirigenza che va applaudita per come ha condotto la
campagna acquisti. Un clima di vela-

12
5 SCARPI SV BOVO
6,5

GENOA
3-5-2

GIANELLO CUPI
32' st Hamsik

7 6,5 6,5 6,5 7 6,5 6


5,5

CANNAVARO DOMIZZI GARICS BLASI GARGANO BOGLIACINO


17' st Sosa

5,5 5,5 5 7 5,5 5


5,5

DE ROSA LUCARELLI KONKO JURIC MILANETTO


15' st Coppola

SAVINI ZALAYETA
29' st Calaiò
5,5 41' st Papa Waigo 6,5 LEON
5 10' st Sculli

PARO DANILO

7 6
SV

5,5
7

LAVEZZI ALL: REJA


IN PANCHINA: DEL GIUDICE, GRAVA, CONTINI MONTERVINO

6 BORRIELLO 5,5 ALL: GASPERINI

6,5 7

IN PANCHINA: LANZA, GHINASSI, ROSSI M., DI VAIO

ARBITRO: PIERPAOLI DI FIRENZE (6) ASSISTENTI: GIORDANO-D'AGOSTINI/CELI

RECUPERI: 2' PT E 4' ST

MARCATORI
A testa in giù. Gli azzurri escono da un San Paolo vuoto con il morale sotto i
piedi (Foto Agn/Sarpa)
11'PT CANNAVARO (AUTOGOL), 6'ST DOMIZZI (RIG), 44'ST SCULLI

ta esaltazione che, senza volerlo, ha condizionato anche i calciatori. Ma che fine


ha fatto quel Napoli vincente perché brutto della passata stagione? La promozione
in serie A è sta-

ta raggiunta con una difesa forte e con l'arma del contropiede. Allora, perché
dopo qualche buon risultato ottenuto un po' per fortuna (leggasi le papere dei
portieri di Samp e Livorno, Ca-

LA PARTITA MINUTO PER MINUTO


PRIMO TEMPO SECONDO TEMPO
serve 3° Hamsik il suo Zalayeta in area, l'uruguagio si gira ma tiro viene deviato
in angolo. per il Napoli: 6° Rigoreatterrato da DeLavezzi entra in area e viene
Rosa in maniera dubbia. Batte Domizzi e spiazza Scarpi. vicino al 18° Napolidestro
di vantaggio: Scarpi salva su un tiro di Hamsik diretto nel sette. centro 25°
Blasi serve Zalayeta, cross aldi testa.per Sosa che tutto solo colpisce lento
vittoria 44° Il golrespingedel Genoa: Borriello tira, Cannavaro ma resta a terra,
l'attaccante crossa un pallone preciso al centro per Sculli che tutto solo ha il
tempo di inquadrare l'angolo alla sinistra di Gianello.

4° Punizione di Bogliacino, Scarpi si inarca e para in angolo.


vantaggio. Leon dalla destra crossa 11° Genoa in per Borriello, Cannavaro lo
anticipa al centro e il pallone finisce in rete. sbaglia un disimpegno e serve 12°
Cupidalla distanza, para Gianello. Borriello, tiro

21° Lavezzi va via ma al limite viene atterrato da


Lucarelli che viene ammonito.

29° Uno due Gargano-Zalayeta, tiro dell'uruguagio alto. 36° Cross al centro di
Hamsik per Lavezzi, il Pocho si coordina ma il tiro finisce alto.

stellazzi e Amelia) e un po' per il ritardo di preparazione delle avversarie, il


Napoli ha stravolto la sua filosofia? Non è retorica, è la realtà confermata
dall'andamento della sfida di ieri: il Genoa ha vinto mutuando la prudenza
partenopea e abbandonando quella vena offensiva che, invece, gli azzurri hanno
voluto adottare. Tre difensori bloccati, cinque centrocampisti di contenimento,
una mezza punta e un attaccante centrale, il Genoa non li aveva mai adottati in B
e nemmeno nell'inizio disastroso di questa stagione. Il Grifone new style ha
saputo approfittare dei vuoti concessi dagli azzurri, come nella circostanza
dell'assist di Leon che ha provocato l'autogol di Cannavaro: l'honduregno è stato
liberissimo di crossare. A quel punto Reja ha messo in pratica l'esperienza
maturata nella sconfitta con il Cagliari. Inutile tenere tre difensori per un solo
attaccante, allora spazio a Hamsik con Cupi richiamato in panchina. Napoli
schierato con il 4-3-1-2, diventato ancora più offensivo nel momento in cui Sosa
ha preso il posto di Bogliacino. Nonostante la difficoltà di manovra, Lavezzi era
comunque l'uomo più insidioso.

NOTE
SPETTATORI: STADIO A PORTE CHIUSE ESPULSI: NESSUNO AMMONITI: GARICS, BLASI, SAVINI
CALCI D'ANGOLO: 8 ESPULSI: NESSUNO AMMONITI: SCARPI, BOVO, BORRIELLO CALCI
D'ANGOLO: 4

Per due volte ha portato i difensori rossoblù ad un passo dall'espulsione per poi
sgraffignare un calcio di rigore che si può dare oppure no. Domizzi, gelido, ha
spiazzato nettamente Scarpi dal dischetto. Avendo il Genoa rinunciato da tempo ad
attaccare, il Napoli ovviamente si spingeva ancora più avanti alla ricerca del
successo. Ma in frangenti simili occorrono pazienza e bomber. Lavezzi, allo stremo
delle forze, non riusciva a pungere pur partendo da lontano. Sarebbe stato giusto
tirare fuori lui e non Zalayeta, come invece ha fatto Reja quando ha lanciato
nella mischia il demotivato Calaiò. La mossa è stata infelice, giusto l'opposto di
quella di Gasperini. Il Genoa era sulla difensiva ma non alle corde, allora perché
non provarci comunque? La via del successo passa sempre dalle fasce, quin-

di, Sculli e Papa Waigo in campo per far perdere la bussola a Savini e Garics. Lo
sbilanciamento per le tre punte ha favorito tutto il resto, cioè, la sconfitta sul
tramonto del match. Ma su quel colpo di testa assassino di Sculli, a cosa stavano
pensando Domizzi e Savini? Forse riflettevano sull'unica realtà del Napoli: una
squadra di seconda fascia, che ottiene buoni risultati solo se resta sempre
concentrata e se si predispone per il contropiede. Ma con troppi rinforzi che
giocavano poco altrove e non hanno nelle gambe tante partite di seguito (da quanto
Zalayeta non giocava cinque gare di fila?), anche quest'arma viene meno. Gli
episodi favorevoli hanno trasmesso entusiasmo, hanno fatto volare la fantasia, ma
adesso torniano sulla terra: è il caso di darsi una regolata.

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