Sei sulla pagina 1di 4

GdN venerdì 1 giugno 2007

CRONACA DI NAPOLI

I7

NO ALLA "BERSANI". GLI AUTISTI: LA LEGGE SULLA LIBERALIZZAZIONE DELLE LICENZE CI


RIDURRÀ ALLA FAME

Sciopero dei taxi, la città va in tilt


L'adesione allo sciopero dei tassisti indetto ieri dai sindacati di categoria, a
Napoli è stata totale. La città è andata in tilt. Deserti i parcheggi
all'aeroporto di Capodichino, alla Stazione Centrale e a quella di Mergellina,
agli scali marittimi e in ogni altro stazionamento del capoluogo. Da Napoli sono
partiti in duecento per partecipare alla manifestazione nazionale programmata a
Roma. Tutti d'accordo nel dire «No alla liberalizzazione delle licenze», insomma
muro contro muro, da una parte il ministro Bersani, dall'altra i tassisti
italiani. Chi ne ha pagato le conseguenze sono stati i cittadini, per lo più i
pendolari; professionisti, impiegati e operai che lavorano fuori sede. «Sono
partita da Roma alle 11,45, alla stazione di Napoli Mergellina sono giunta alle
15, nessuno mi ha spiegato il motivo del ritardo, mi hanno dato un modulo per
ottenere il rimborso del biglietto», è quanto afferma Maria Teresa Leone (nella
foto) che aggiunge: «Alla stazione di Mergellina i taxi non c'erano, l'unico fermo
davanti alla stazione si è rifiutato di accompagnarmi a casa siamo in sciopero
mi ha detto l'autista, è una vergogna». Alle parole di Maria Teresa replica il
tassista (nella foto): «Mi chiamo Carmine Masullo, faccio il tassista da oltre
venticinque anni, con il mio lavoro non arrivo a fine del mese, ora parlano di
liberalizzare la categoria, insomma altri taxi in circolazione, che sommati agli
abusivi, che nessuno controlla, significa morire di fame, perdere il lavoro». Per
il segretario cittadino dei Verdi, Mario D'Esposito, e l'assessore provinciale,
Francesco Emilio Borrelli, «La protesta dei tassisti napoletani è ingiustificata».
Borrelli aggiunge: «In più occasioni il sindaco Iervolino ha ribadito che non
saranno rilasciate altre licenze oltre a quelle esistenti. È grave che nel pieno
del Maggio dei monumenti ci siano stati ben due scioperi totali, i tassisti creano
danni al turismo un settore fondamentale per l'economia della nostra città», hanno
concluso Borrelli e D'Esposito. Replica Cosimo La Malfa, (nella foto), ex
sindacalista, che senza mezzi termini afferma: «Faccio il tassista da oltre
quindici anni, e il sindacalista da anni, poi mi sono dimesso perchè la politica
ci ha sempre preso in giro, gli assessori alla Mobilità che si sono succeduti a
palazzo San Giacomo hanno solo favorito i presidenti delle cooperative di taxi, le
società di radio taxi e i vertici del sindacato, tutti ex tassisti, oggi tutti
imprenditori, qualcuno di loro ha anche l'autista».«La categoria sottolinea
Salvatore Augusto di "Fast Taxitalia" è in difficoltà e il ddl "Bersani" in
discussione alla Camera è una minaccia per l'intera categoria».

LO SCIOPERO. MARIATERESA LEONE, CARMINE MASULLO E COSIMO LA MALFA

LA DENUNCIA. INFILTRAZIONI DALLA CUPOLA, MA LO SCARICABARILE TRA SOVRINTENDENZA E


PROVINCIA BLOCCA IL RESTAURO

"Piove" nel Gesù , tesori a rischio


Affreschi compromessi, strutture pericolanti. Scontro di competenze, nessuno
interviene
ALESSIO GEMMA
Il bronzeo sorriso di San Giuseppe Moscati è calamita per la folla di fedeli
assorti. Strani rivoli, intanto, fluiscono dalle gradinate dell'altare. Zampillano
dalle arcate della cupola. Sospendono la preghiera, in bilico tra calamità
naturale ed evento mistico. Niente lacrime e sangue, però: la fede nel miracolo
deve rassegnarsi alla ragione dello scandalo. Iconografie del dissesto, nella
chiesa del Gesù Nuovo. Cronaca al crocevia tra sacro e degrado. Aria di maggio
intorno alla centralissima basilica: l'andirivieni di turisti nel mese consacrato
ai monumenti cittadini. Superato il sagrato, l'atmosfera che si presenta è da
cantiere biblico. Impalcature ad ambo i lati della struttura: lavori di
puntellamento degli intonachi e fissaggio degli affreschi. Una routine che dura
ormai da oltre cinque anni. Il frastuono di un montacarichi è un attentato alla
quiete dello spirito. Pochi passi più in là, nella navata laterale di destra, ogni
residuo spiritualismo cede di fronte alla ribalta del grottesco. Tre secchi rossi
sono posizionati al centro della cappella di Carlo Borromeo. A raccogliere gli
eventuali gettiti provenienti dalla cupola. L'opera carsica dell'acqua, che
fuoriesce da una lesione della volta e dai finestrini laterali, ha reso
irriconoscibili anche gli affreschi. La permeabilità della cupola adesso minaccia
la tomba di Giuseppe Moscati, situata proprio lì accanto, nell'altare della
Visitazione. Un apostolato, troppo laico e poco religioso, dell'incuria e
dell'abbandono più totale, sotto gli occhi di centinaia di fedeli. Dura da oltre
dieci anni il fenomeno delle "cascate religiose". Problemi strutturali atavici,
non risolti. Sulla cupola del Gesù Nuovo pesa un triangolo di ben 15 pluviali che
confluiscono in un'area ristretta di otto metri quadrati. Quando il ristagno
dell'acqua piovana supera il livello di guaina accade l'imponderabile. Il racconto
di uno dei padri gesuiti lascia basiti: «Una mattina, qualche mese fa, stavo
celebrando la messa nella cappella di Moscati. All'imGESÙ NUOVO. INFILTRAZIONI
D'ACQUA NELL'ANTICA CHIESA DEL CENTRO STORICO
__________________________________________________________________________________
______________

provviso sento cadere un ammasso d'acqua. Fuori in strada splendeva il sole,


mentre nella chiesa sembrava che piovesse». La comunità ecclesiastica è messa con
le spalle al muro. Perché i padri gesuiti restano custodi di diritto dello
stabile, ma non proprietari. Corsi e ricorsi storici a rivangare l'intricato
rapporto Stato-Chiesa. Di infernale interpretazione il ritardo dell'am-

ministrazione provinciale. Ignavia, accidia, eretismo: sarebbe in difficoltà anche


il Sommo poeta. Senza fondi, si sa, non si cantano messe. E ci si mette anche la
perfidia del catasto a complicare la questione. La terrazza da cui proviene
l'acqua fa parte sì della chiesa, ma presenta un unico accesso dall'istituto
magistrale "Pimentel Fonseca". Debora De Vincenti, restauratrice dell'impresa
Triade Srl.,

incaricata dalla Sovrintendenza del progetto di restauro legato alla biblioteca


dell'istituto, un sopralluogo in chiesa l'ha fatto.«Un anno e mezzo fa ho
segnalato alla Provincia la situazione. Mi è stato risposto che avrebbero
finanziato loro un intervento immediato». Già invisa all'opinione pubblica, adesso
la politica si fa pure blasfema: che attenda al varco il suo giudizio universale?

PROTESTA. STAMANE IN CENTINAIA SOTTO LA GESTLINE PER DIRE BASTA ALLE ERRATE
INGIUNZIONI DI PAGAMENTO

ARENACCIA. LEBRO: ILLEGITTIMO UN LUOGO DI CULTO

«Cartelle pazze, usura di Stato»


Manifestazione organizzata da cinque sigle Al grido di «fermate la dittatura
fiscale a Napoli», associazioni cittadine inscenano un sit-in per i diritti degli
utenti colpiti da ingiuste richieste esattoriali
Uniti contro la Gestline. È il motto del coordinamento di lotta Azione Popolare,
Vento del Sud, Eurodisoccupati napoletani, Napoli Nostra, Avvocati per i "Diritti
di Cittadinanza", che stamattina alle 10 da appuntamento a tutti i cittadini in
via Bracco, davanti alla sede della Gestline, per una grande manifestazione di
protesta contro le "cartelle pazze" (nella foto un recente corteo). «Questi
sistemi di riscossione stanno alzando sempre più il tiro» commenta Pietro Golia di
Azione Popolare, «il cittadino sarà sempre più tartassato e vittima di una serie
di abusi, bisogna darsi da fare, perchè non può essere solo una cosa di avvocati e
ricorsi». «È un inferno senza regole certe, un inferno che si chiama Gestline, ma
anche Riscossione spa ed Equitalia e così via. Dietro e dentro la famigerata
Gestline chi c'è?- si chiede ancora Golia- c'è il personale politico, i membri di
quella casta che colgono ogni occasione per fare affari. Siamo in un regime di
dittatura fiscale». La società di riscossione napoletana, affermano i protestanti,
deve pagare i danni quando manda cartelle pazze, ingiunzioni di pagamento
inesatte, errate o ripetute più volte. «Dobbiamo mettere insieme sempre più pezzi
della città,- conclude Golia - non bisogna arrendersi a questa usura
istituzionalizzata». D'accordo con lui Raffaele Bruno di Vento del Sud, che
sottolinea come anche l'Arin, una so-

Moschea, coro di no bipartisan: è finanziata dai fondamentalisti


Continua il coro di proteste per la costruzione della moschea di via arenaccia. E
il presidente della IV Municipalità David Lebro avverte: «Dal 7 aprile 2007 c'è
una concessione edilizia per destinare quello stabile ad un'area commerciale di
piccole dimensioni. L'accordo tra il Comune di Napoli e la Geco Srl, destinataria
della concessione garantisce all'amministrazione un'area di parcheggio». quindi,
per il centro islamico ci sarebbero anche ostacoli urbanistici. «Ben vengano le
moschee o simili luoghi di culto. Il problema si pone, semmai, quando rischiano di
trasformarsi in centri di indottrinamento all'integralismo islamico, se non veri e
propri covi di arruolamento di terroristi». Ad affermarlo è il vice presidente del
consiglio comunale Vincenzo Moretto (An), in relazione alla notizia che vedrebbe
l'Ucoii (Unione delle comunità e delle organizzazioni islamiche italiane) in prima
fila per l'acquisto dello stabile ex Sip di via Arenaccia. «Noi siamo per la
cultura della tolleranza e del rispetto reciproco - aggiunge Moretto insieme ai
consiglieri di An della Municipalità IV Pietro Contemi, Rosario Piscopo e
Salvatore Pane - non ci sogneremmo mai di trasformare questa decisione in una
guerra di religione. Quello che, invece, vogliamo capire è da dove vengono i soldi
per finanziare una mega struttura del genere. Il Ministero degli Interni dovrebbe
farci sapere se questi soldi sono legittimi, se provengono da raccolte spontanee
da parte dei fedeli o provengono da altre fonti, che potrebbero finanziare il
terrorismo internazionale». «Dal Comune di Napoli - concludono gli esponenti di An
- invece vorremmo sapere perché non provveduto ad acquistare questa struttura che
avrebbe rappresentato una valvola di sfogo per il quartiere . Quando si è trattato
di venire incontro ai giovani di Officina 99 ed a quelli del Damm di Montesanto,
l'amministrazione comunale è subito scesa in campo ed ha acquistato le strutture,
mentre quando si tratta di venire incontro alle esigenze di una zona degradata, si
defila e fa orecchie da mercante». Rincara la dose il consigliere comunale
Domenico Palmieri (Nuovo Psi): «La giunta comunale deve intervenire ed impedire la
realizzazione di una moschea. Quell'edificio è stato promesso ai cittadini. Nel
corso della scorsa legislatura l'amministrazione mostrò un certo interesse per lo
stabile di via Arenaccia che una volta acquisito sarebbe divenuto un centro
polifunzionale per la cittadinanza. Questa ipotesi entusiasmò i residenti. Oggi se
in quell'edificio venisse costruita una moschea conclude il consigliere - verrà
disattesa l'ennesima promessa fatta agli abitanti della zona».

cietà in pieno dissesto, stia cercando di risanare il proprio bilancio a spese dei
cittadini: «Sono state mandate 40mila lettere minatorie chiedendo di pagare in
sette giorni

l'erogazione di acqua risalente a 2022 anni fa». Chiedono infine una sorta di
amnistia fiscale gli Eurodisoccupati Napoletani.

ANTONELLA SCUTIERO
LA POLEMICA. IL SOVRINTENDENTE SPARA A ZERO: IN CITTÀ CHIESE ANTICHE SOMMERSE DAI
RIFIUTI

Spinosa: a Napoli arte mortificata dalle istituzioni


«Ciò che presentiamo oggi non è un evento, ma la testimonianza di una struttura
che fa cultura da cinquanta anni, in un territorio che è quasi come un deserto,
tale da far apparire Capodimonte come una cattedrale lontana. Dobbiamo smetterla
di continuare a dire che Napoli è una città d'arte e di cultura, lo sappiamo
benissimo, facciamo fatica a volte solo a scoprirle certe chiese che sono coperte
da cumuli di cui meglio non parlare. Capodimonte ad esempio, è lontana
strategicamente per colpa delle infrastrutture, è più lontana nella città di
quanto non lo siano certe periferie». Usa toni polemici Nicola Spinosa (nella
foto), soprintendente per il polo museale napoletano alla presentazione della
attività culturali che per un anno intero saranno di scena al museo di Capodimonte
, in occasione dei cinquant'anni della sua riapertura. Per Spinosa le celebrazioni
in programma a partire da maggio del 2006, servono soprattutto a testimoniare che
«a Capodimonte esiste un'importante struttura, aperta al pubblico da
cinquant'anni». In realtà molte saranno le iniziative, presentate ieri nella sede
dell'Unione degli industriali di Napoli, tra le quali: "Omaggio a Capodimonte",
dal 26 ottobre 2007 al 20 gennaio 2008, con un'esposizione delle collezioni
provenienti da più importanti musei del mondo, di Rembrandt, Velasquez, Tiepolo,
Goya, Turner, Ingres, Monet, Cezanne, Degas, van Gogh, Toulouse, de Chirico,
Picasso e tanti altri. Da segnalare anche la rassegna che si terrà dal 18 aprile
al 29 giugno 2008 sulla prolifica produzione pittorica di Salvator Rosa. Le
iniziative sono sostenute dalla onlus "Amici di Capodimonte", l'associazione nata
allo scopo di sostenere finanziariamente e organizzativamente il museo. «Per
questa celebrazione - ha dichiarato Felice Maglione Piromallo, presidente
dell'associazione-, abbiamo dato fondi per 100mila euro, tra iniziative come
l'istituzione di borse di studio per laureati che intendano formarsi al museo di
Capodimonte o per un progetto scolastico, finalizzato a stabilire un rapporto
stabile tra scuole e istituzione museale». L'iniziativa è appoggiata dalla neonata
Commissione cultura dell'Unione degli industriali.«L'Unione industriali aspira a
diventare- ha detto Maria Laura Cafiero, presidente della Commissione-
un'importante punto di riferimento anche per le espressioni culturali della città.

ROSA SAVARESE

Potrebbero piacerti anche