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Edith Stein:ebrea, filosofa, carmelitana, martire

Nata da una famiglia di commercianti ebrei, studi filosofia a Gottinga con Husserl (il fondatore della corrente filosofica chiamata "fenomenologia", che anticiper alcuni temi dell'esistenzialismo) e ne divenne assistente. Non persuasa dal positivismo della psicologia sperimentale di Stern, Edith attratta verso la fenomenologia dalla valutazione di Husserl della coscienza come emergente sul mondo e donatrice di significati, dall'ammirazione di una realt che suscita meraviglia, stimola la ricerca, invita a quell'"andare alle cose" senza presupposti, che "mette tra parentesi" l'essere inteso in modo naturalistico, e quindi ogni forma di realismo che affermi la priorit dell'essere sul pensiero. Nel 1921 la lettura dell'autobiografia di Teresa d'Avila la pone in modo limpido e vivo davanti a Cristo-verit. Battezzata il 1 gennaio 1922, Edith orientata dal gesuita Padre Erich Przywara allo studio della philosophia perennis: prima Tommaso d'Aquino, poi, al Carmelo, Giovanni della Croce e Dionigi l'Areopagita. Divenuta cristiana al termine di una ricerca appassionata e ansiosa della verit, per volont di risposta alle grandi domande sull'uomo e sul suo destino, che avevano acceso in lei il desiderio di un'indagine che non lasciasse inevaso alcun problema esistenziale, attratta dal mistero della persona e dal bisogno di un incontro con la realt che non ne rendesse l'uomo succube, ma signore, Edith Stein figura emblematica di una ricerca che per l'ampiezza degli orizzonti e il rigore del metodo critico interessa credenti e non credenti, sollecitando a un impegno forte, incarnato nella vita, nei confronti dei grandi interrogativi che la sovrastano. La sua conversione, che rendendola cristiana la lascia comunque figlia di Israele, innamorata della sua santa progenie, la distacca per dolorosamente dalla famiglia e dall'amatissima madre, che ha "lei pure una grande fede" (estate 1933). "Mia madre si oppone ancora con tutte le sue forze alla decisione che sto per prendere. duro dover assistere al dolore e al conflitto di coscienza di una madre, senza poterla aiutare con mezzi umani" (26-1-1934). Il distacco dalla fede della madre, che rester "fino all'ultimo", con ammirazione di Edith, "fedele alla sua fede" (4-10-1936), si coniuga in lei con quello dei successivi esili: prima dall'Universit di Friburgo (1922), poi dal liceo di Spira (1931), dall'Accademia pedagogica di Mnster (1933), infine dallo stesso Carmelo di Colonia (1938), fino al distacco supremo dal Carmelo di Echt (2 agosto 1942) per il campo di Amersfort, il lager di Wersterbork (3 agosto 1942) e quello di Auschwitz-Birkenau (7 agosto 1942), dove Edith e la sorella Rosa saranno subito selezionate per l'eliminazione (9 agosto 1942). Edith Stein, dichiarata Beata a Colonia, da Giovanni Paolo II, il 1 maggio 1987, stata proclamata Santa dallo stesso pontefice a Roma l'11 ottobre 1998. L'originalit del pensiero filosofico di Edith Stein si nota gi dalla sua tesi su Il problema dell'empatia (1917): per la Stein l'empatia "l'esperienza di soggetti altri da noi e del loro vissuto". Essa va distinta sia dalla percezione che dal ricordo. Il cogliere l'esperienza altrui un atto consustanziale, integrativo e correttivo della mia esperienza di me stesso e del mio mondo. L'esperienza della empatia non si attua solo al livello della coscienza ma anche a quello dello spirito, dove si in grado di cogliere il mondo ideale ed i valori che sono alla base della vita spirituale di un altro. Nell'esperienza concreta l'empatia avviene mediante il "corpo vissuto" che funge da medium della percezione empatica, mentre nell'esperienza religiosa (e su questo la S. si astiene da ogni ulteriore osservazione), viene invece postulata la possibilit dell'esperienza di un Altro spirituale al di fuori della mediazione corporea. La Stein si anche distinta per i suoi molti scritti che trattano il tema della femminilit. Ella ritiene che il movimento femminista tedesco, con la Costituzione di Weimar, abbia raggiunto appieno tutti i suoi obiettivi. Le donne sono state poste su un completo piano di parit con gli uomini. La nuova realt sociale richiede la difesa dei risultati conseguiti e la trasmissione, alle nuove generazioni, della memoria storica delle lotte femministe, ma anche un rinnovamento che deve coinvolgere anzitutto le donne cristiane. La donna ha una "realt ontologica" pari e distinta da quella maschile. Una realt che la donna deve esplorare e conoscere da se stessa in quanto la donna vista dalla donna non la stessa che la donna vista dall'uomo. In ultimo , nei suoi scritti pi chiaramente mistici, la S. ritiene che l'amore sia la forza motrice dello stesso pensiero. L'ardore dell'amore spinge il pensiero ad una penetrazione sempre pi profonda dello spirito fino a giungere alla chiarezza della conoscenza. La libert della persona umana il grande mistero davanti a cui Dio stesso si arresta: egli desidera che le sue creature gli rispondano sotto forma di un libero dono d'amore.

UOMO E DONNA LI CRE: FILOSOFIA E TEOLOGIA DELLA FEMMINILIT IN EDITH STEIN


Non si pu dire che abbia fatto una brillante carriera accademica; pur essendo stata assistente di Husserl a Friburgo, ha pagato il fatto di essere donna, forse di essere un'ebrea convertita al cattolicesimo, con l'esclusione dalla docenza universitaria. Ma ci non ha interrotto il suo cammino di ricerca filosofica che si rivolge allo studio del passato, quello in cui si delineato l'incontro fra la filosofia e il cristianesimo, quindi l'et medievale e quello nel quale si sono poste le fondamenta dello stesso sapere filosofico, l'et antica. La questione femminile dal punto di vista filosofico Fin dalla sua dissertazione di laurea su Il problema dell'empatia, Edith Stein aveva affrontato un argomento che sar centrale per la scuola fenomenologica, quello dell'alterit, il rapporto fra la propria soggettivit e quella altrui e la conoscenza dell'altro, preliminare alla presa di posizione affettiva ed etica. Muovendo dall'analisi degli atti che caratterizzano l'essere umano, mettendo fra parentesi ci che la tradizione aveva insegnato ma non per questo negando ad essa valore, la pensatrice aveva analizzato quei fenomeni che ci si presentano come atti specifici della psiche e dello spirito e aveva colto attraverso tale indagine l'essenza di quegli atti giungendo alla conclusione che l'essere umano costituito dalla corporeit, psichicit e dallo spirito. La lettura delle opere dell'et antica e medievale consentivano alla fenomenologa di approfondire il tema dell'essenza, in particolare l'opuscolo di Tommaso d'Aquino su De ente et essentia, in tal modo ella poteva conferire all'essenza stessa una consistenza metafisica, cosa che il suo maestro non aveva fatto. Tenendo presenti queste brevi indicazioni si possono comprendere alcuni punti centrali della sua trattazione sul quella che si pu definire un'antropologia 'duale', in quanto ella ritiene che: "...la specie uomo" - meglio si potrebbe tradurre la parola tedesca Mensch con essere umano,

ricordando ci che stato osservato all'inizio di questo contributo - "si articoli in due specie: specie virile specie muliebre, e che l'essenza dell'uomo, alla quale nell'un caso e nell'altro nessun tratto pu mancare, giunga in due modi diversi ad esprimere se stessa, e che solo l'intera struttura dell'essenza renda evidente l'impronta specifica. La differenza fra femminile e maschile sostenuta accanto all'insistenza sull'unit specifica dell'essere umano, infatti la donna e l'uomo sono esseri umani e in ci consiste la loro uguaglianza, ma sono anche diversi nel senso che :"non solo il corpo strutturato in modo diverso, non sono differenti solo alcune funzioni fisiologiche particolari, ma tutta la vita del corpo diversa, il rapporto dell'anima col corpo differente, e nell'anima stessa diverso il rapporto dello spirito alla sensibilit, come rapporto delle potenze spirituali tra loro. Importante stabilire in che cosa consista tale differenza, questo un punto centrale per indagare in quale modo la vita dell'uno e dell'altra si debba svolgere e quindi per intervenire da punto di vista pedagogico. L'analisi compiuta dall'Autrice si snoda attraverso la ricerca dei caratteri distintivi che coinvolgono la sfera conoscitiva, quella affettiva e i rapporti intersoggettivi. La donna intuisce il concreto, il vivente e il personale, ha una particolare sensibilit per conoscere ogni oggetto nel suo valore specifico; fa propria la vita spirituale altrui e desidera portare alla massima perfezione l'umanit nelle sue espressioni specifiche attraverso un amore pronto a servire; tende ad attuare uno sviluppo armonico di tutte le energie. L'uomo ha l'impulso di conoscere, di impossessarsi dell'oggetto conosciuto per poterne godere e per plasmarlo secondo i suoi desideri. Ognuna di queste attivit, per, lo coinvolge cos fortemente che non pu portarle ad armonia, se ne coltiva una, tralascia le altre proprio perch tende ad un forte dispiegamento di alcune energie. Ci si chiede, allora, quali siano i mezzi educativi che rendono possibile una consapevolezza individuale e una collaborazione reciproca perch nessuno pu vivere isolatamente ed pertanto necessario stabilire equilibrati rapporti interpersonali, in particolare fra i due sessi che sembrano essere perennemente in conflitto. Si giustifica in tal modo la molteplicit dei metodi di approccio alla questione femminile e maschile usati dalla Stein e da lei indicati nei Problemi dell'educazione femminile. Si tratta in particolare del metodo delle scienze naturali (psicologia speciale degli elementi), del metodo della scienza dell'anima (psicologia individuale speciale), del metodo filosofico e del metodo teologico. Con questo bagaglio di conoscenze e di elaborazioni teoretiche unite alla esperienza didattica vissuta quotidianamente e con un'attenzione straordinaria ai temi sociali e politici del suo tempo, la questione femminile viene esaminata da Edith Stein con una completezza che rappresenta un caso forse unico nella storia della riflessione antropologica cristiana sulla donna. E' molto utile meditare il seguente brano tratto dai Problemi dell'educazione della donna: "La specie, virile e muliebre, si esprime negli individui in modo diverso. Anzitutto essi sono realizzazioni pi o meno perfette della specie; poi essi esprimono con pi forza i tratti dell'una o dell'altra. L'uomo e la donna hanno gli stessi tratti fondamentali umani nella loro essenza, e alcuni di questi prevalgono non solo nei sessi, ma anche negli individui di questo o quel sesso. Perci alcune donne possono presentare una forte approssimazione alla specie virile, e viceversa. Il che pu essere connesso con la missione individuale. Certo, per tutto il sesso femminile, il matrimonio e la maternit sono il primo compito, ma non lo sono per ogni individuo particolare. Se fondamentale la descrizione della natura umana ci non significa che la cultura non possa essere una componente importante. Si risponde in tal modo a chi come Simone de Beauvoir negava la differenza fra i generi perch la riteneva fonte di discriminazione e attribuiva le diversit solo alle stratificazioni culturali. Gli esseri umani sono persone, secondo la Stein, pur nelle loro differenze, hanno tutti una diginit, certamente non sono sempre rispettati e non si rispettano essi stessi perch non giungono a riconoscere tale dignit - e questo accade per motivi culturali - perci urgente intervenire sulla formazione della mentalit e l'educazione pu contribuire migliorare la convivenza umana, riconoscendo ci che essenziale e ci che legato alle circostanze. Si introduce qui, in ultima analisi, il problema del male ed a questo proposito che la tradizione ebraico-cristiana d un contributo determinante per la comprensione dell'origine della dualit umana e anche del conflitto fra uomo e donna. La questione teologica diventa fondamentale quando riflette sull'atteggiamento etico dell'essere umano e sulla tendenza verso il male dovuta alla natura decaduta. La questione femminile sotto il profilo teologico Nella conferenza gi citata Vocazione dell'uomo e della donna ella commenta in primo luogo il brano di Genesi 1, 26-28, in cui si dice che Dio fece l'uomo a sua immagine e somiglianza: "E Dio cre l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creo, maschio e femmina li cre". "Gi nella prima narrazione della creazione dell'uomo si parla subito della differenza in maschio e femmina"(21). Il triplice compito che ad essi assegnato, essere immagine di Dio, procreare una posterit e dominare la terra, non affidato specificamente all'uno o all'altra, ma che ci sia una diversit, "lo si pu considerare eminentemente enunciato dalla stesa distinzione in sessi"(22). Pi esplicito il secondo racconto sulla nascita dell'uomo e della donna, E.Stein si sofferma sul fatto che nel mondo animale Adamo non aveva trovato "un aiuto che corrispondesse a lui"; Il Signore trasse la donna dalla costola di Adamo perch la riconoscesse come carne della sua carne e i due, infatti, saranno una sola carne. La duplicit dell'essere umano in maschio e femmina giustificata dall'Autrice in modo originale facendo riferimento alla unit e trinit di Dio e alla sua connotazione essenziale: l'amore. "Ma Dio uno e trino: come dal Padre procede il Figlio, e dal Figlio e dal padre lo Spirito, cos la donna uscita dall'uomo, e da ambedue discendono i posteri. E ancora: Dio amore. Ma fra meno che due non vi pu essere amore. Che la vita della prima comunit umana fosse caratterizzata dall'amore confermato dal fatto che qui non si parla di dominio dell'uomo sulla donna ma di compagnia e di aiuto reciproco, in armonia di intenti. Si pu notare che complementarit e reciprocit sono messi in evidenza dalla Stein senza che ci sia conflitto fra i due momenti. Il peccato offusca l'armonia della vita comunitaria, anzi inficia la parit, stabilisce il dominio dell'uno sull'altra. Ma in che cosa consiste il peccato? E.Stein non crede che si tratti semplicemente di un atto di orgoglio, crede al contrario che sia implicata proprio la sfera sessuale - "un tipo di unione reciproca che contraddiceva all'ordine originario" che ha uno stretto rapporto con la generazione della prole. Eva sensibile a questo e la pena per lei stabilita legata, infatti alla difficolt della generazione. La colpevolezza non , per, da attribuire solo alla donna, anche Dio rimprovera Adamo perch invece di assumersi la responsabilit dell'atto di disobbedienza ne fa carico solo alla sua compagna; a tutte le donne, allora, affidato come compito la lotta contro il male e la collaborazione nella Redenzione. L'ordine della Redenzione tende alla restaurazione dell'equilibrio originario fra uomo e donna, ma nonostante la Redenzione difficile superare il conflitto e comprendere questa verit. Lo stesso san Paolo se da un lato ritiene nella lettera ai Galati, 3,4ss. che: "ora che giunta la fede... non vi pi n giudeo n greco, n schiavo n libero; non vi pi n uomo n donna. Tutti siete, infatti, uno in Cristo Ges", dall'altro nella lettera ai Corinzi e in quella agli Efesini ribadisce l'inferiorit della donna secondo l'uso del suo tempo. Ma il grande sforzo che i cristiani debbono compiere proprio quello di tendere a restaurare l'ordine originario, quindi di far scomparire il conflitto fra uomo e donna. Si parlato finora di complementarit e di aiuto reciproco fra i sessi; ci non deve, per, far credere che non sia possibile uno sviluppo autonomo di ogni persona umana; proprio perch c' un' essenza della donna e dell'uomo, ognuno pu svilupparla in modo personale anche al di fuori di un legame matrimoniale. Si giustifica in tal modo la vita consacrata, alla quale E.Stein si dedicata, ma sulla quale ha anche riflettuto soprattutto in relazione al crescente impegno della donna in compiti ecclesiastici, nonostante le difficolt che ella riconosceva presenti

nel suo tempo. Ma il suo sguardo pieno di speranza era rivolto al futuro: "Le donne cattoliche hanno il loro sostegno pi valido nella Chiesa, la quale ha bisogno delle loro forze. La Chiesa ha bisogno di noi, cio il Signore ha bisogno di noi". Certamente Ges ha fatto distinzione fra uomo e donna , ad esempio ha dato il sacerdozio ai suoi apostoli, per questo motivo sottolinea l'Autrice "...ritengo che l'esclusione delle donne dal sacerdozio non sia una semplice prassi del nostro tempo", tuttavia Egli manda doni di grazia sia agli uni che alle altre; ci significa anche una possibilit di collaborazione all'interno della Chiesa attraverso le vocazioni personali. Quella di Edith Stein una delle prime teorizzazioni di un'antropologia duale fondata, come si indicato sopra, sia filosoficamente che teologicamente in modo adeguato. Ella ci insegna che non pi possibile nel nostro tempo prescindere dalla unit-distinzione dell'essere umano e ci comporta anche conseguenze importanti sotto il profilo etico. D'altra parte ella aveva auspicato che il Magistero ecclesiastico prendesse posizione nei confronti della questione femminile; la sua speranza stata realizzata, il pontefice Giovanni Paolo II con l' Enciclica Mulieris dignitatem ha risposto all'appello della pensatrice anche al dil delle sue e delle nostre aspettative.

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