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Universit di Zagabria

Facolt di Lettere e Filosofia


Dipartimento di Italianistica

L'EPISTOLARIO di Santa Caterina da


Siena

BIOGRAFIA
Caterina Benincasa cio Santa Caterina da Siena, la padrona d' Italia, nacque nel 1347 a Siena
in una famiglia popolana. Pass la vita dedicandosi alle persone povere e propagando pace e
carit.
"Io prefersico essere senza mantello anzich senza carita'". 1

Era una babmina di sei anni quando ha visto apparire Cristo per la prima volta di fronte alla
Chiesa di San Domenico di Siena. Da una ragazza diciassettenne ha deciso di farsi religiosa
contro la volont dei genitori scegliendo il terzo ordine di San Domenico, un istituzione dove si
poteva vivere religiosamente anche fuori dalle mura di un convento.2 Durante la grave pestilenza
a Siena aiuta gli ammalati. Inizia a viaggiare per l'Italia ed ha formato un cenacolo per poter
realizzare le sue idee per combattere la riforma del clero inviando la crociata in Terra Santa, la
contesa tra repubbliche e persone potenti. Tornato il pontificato a Roma, Caterina, dato che si
ammalata, combatte la sua ultima battaglia per Roma rivolgendosi a papa Urbano VI con il
messaggio: "Non aspettiamo d'essere umiliati".3 Muore a Roma nel 1380. Un decennio dopo
stata proclamata patrona d'Italia ma sar cannonizata appena nel 1461 dal papa Pio II.

L'EPISTOLARIO
Secondo Getto e gli altri critici4 quest'opera rappresenta un documento di vivissima
spiritualit e originalissimo atteggiamento stilistico. Tengono che Caterina non raccontava i fatti
esteriori, ma la sua intima esperienza. Le lettere sono scritte in modo personale, con le speranze
che i destinatari avrebbero fatto parte nella realt sociale, politica e religiosa, con lo scopo di
cambiarla.
un opera oratoria piena di misticismo che conta circa 380 lettere scritte tra gli anni 1370 e
1380 rappresentate come un vero specchio della sua vita.
1

DA SIENA, Caterina, Le lettere di S. Caterina da Siena, a cura di Pietro Misciattelli, volume I., Marzocco, Firenze
1939, pp. 12
2
Ivi, p. 10- 11
3
Ivi, p. 27
4
GETTO, Giovanni, Saggio letterario su S. Caterina da Siena, G. C. Sansoni, Firenze 1939, pp. 3-5

Dato che Caterina non aveva nessun'istruzione scolastica, le lettere venivano dettate dai diversi
segretari e uno dei primi era il poeta Neri di Landoccio Pagliaresi che la aiutava con la stesura
del Dialogo. Gli altri seguacci di Caterina erano Barduccio Canigiani, Stefano Maconi e
Cristofano di Gano Guidini che l'hanno aiutata con la traduzione della sua biografia Legenda
Maior, scritta da Raimondo di Capua di cui poi stato fatto il riassunto intitolato Legenda
Minor.5 Ci sono le documentazioni cio la lettera scritta da Caterina a Raimondo di Capua che
conferma che lei ha infine imparato a scrivere e leggere dicendo che ne era un dono ricevuto in
sogno:
Questa lettera, e un'altra che io vi mandai, ho scritte di mia mano in su l'Isola della Rocca,
con molti sospiri e abondanzia di lagrime; in tanto che l'occhio, vedendo, non vedeva; ma
piena di ammirazione ero di me medesima, e della bont di Dio, considerando la sua
misericordia verso le sue creature che hanno in loro ragione, e la sua Providenzia; la quale
abondava verso di me, che per refrigerio, essendo privata della consolazione, la quale per
mia ignoranzia io non cognobbi, m'aveva dato, e proveduto con darmi l'attitudine dello
scrivere, acciocch discendendo dall'altezza, avessi un poco con chi sfogare l cuore,
perch non scoppiasse. Non volendomi trarre ancora di questa tenebrosa vita; per
ammirabile modo me la ferm nella mente mia, siccome fa il maestro al fanciullo, che gli
d lo esemplo. Onde, subito che fuste partito da me col glorioso evangelista Joanni e
Tommaso di Aquino, cos dormendo cominciai ad imparare. (Lettera CCLXXII) 6

Le lettere possono essere divise in quattro parti essenziali e nella maggior parte dell'opera la
struttura rimane invariata. Cambiano soltanto i temi in base a chi vengono scritte. Sono quasi
sempre introdotte da un protocollo iniziale, uno finale, una parte mistica chiusa dalla formula
"altro non dico" e una parte riguardante l'oggetto della lettera.7
Al nome di Ges Cristo crocifisso e di Maria dolce. Carissimo padre in Cristo dolce Ges.
Io Catarina, serva e schiava de' servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo;
con desiderio di vedervi bagnato nel sangue di Cristo crocifisso, il quale sangue inebria,
fortifica, scalda e allumina l'anima della verit: e per cade in menzogna. [...]
Altro non dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Ges dolce, Ges amore.
(XXV)8

GETTO, Giovanni, Saggio letterario su S. Caterina da Siena... p. 21- 25


DA SIENA, Caterina, L'Epistolario, Letterattura italiana Einaudi, edizione di riferimento: Epistolario di santa
Caterina da Siena, a cura di Pietro Misciattelli, Marzocco, Firenze 1939, pp. 187
7
GETTO, Giovanni, Saggio letterario su S. Caterina da Siena... p. 60
8
DA SIENA, Caterina, L'Epistolario... cit., p. 67
6

La parte iniziale dellepistola rimane invariata ed formata da un motivo ripetitivo Al nome


di Ges Cristo crocifisso e Maria dolce. Caterina poi continua il testo rivolgendosi direttamente
al lettore cio al destinatario Carissimo Figliuolo in Cristo dolce Ges. (Letterea CVI- A Neri
Di Landoccio)9. Infine si presenta con le parole Io Caterina, schiava de servi di Gesu Cristo,
scrivo a voi nel prezioso sangue suo;.
Parlando dello stile si pu evidenziare il misticismo che viene coniato all'esperienza intima
della Santa. Nel centro dei suoi interessi si trova la vita intima delluomo e la Chiesa rappresenta
unestensione dellanima umana, un corpo mistico.
C anche il problema di rapporto tra poesia e misticismo. Secondo alcuni critici LEpistolario ci
confronta con la problematica dellespressione dellautrice riguardando la forma e il contenuto.
Sostengono che sia difficile definire se si tratti di poesia o qualcosa diverso dalla poesia e questa
difficolt la possiamo vedere nelle parole lanima mia nel dolore gode ed esulta, perocch tra le
spine sente lodore della rosa che per aprire10. Ma latteggiamento primario dellespressione di
Caterina oratorio e non poetico.
Il linguaggio cateriniano viene spesso comparato con lo stile barocco, che pieno di antitesi,
metafore, termini superlativi.
Dilettissimo fratello in Cristo dolce Ges. [...] O fratello carissimo, accordatevi con li veri
gustaori, fondato sopra questa volont pacifica. (V) 11

Dalle sue biografie possiamo vedere che Caterina scriveva alle persone pi vicine a lei. Era in
contatto con madre, fratelli, cugini. Latteggiamento di Caterina verso la madre visibile nel
difendere la propria misssione e vocazione non accettata dalla madre.

Carissima madre in Cristo dolce Ges. Io Caterina, serva e schiava de servi di Ges
Cristo scrivo a voi nel prezioso sangue suo; [...] Non buono il cavaliero se non si prova
sul campo della battaglia: cos lanima vostra si ebbe provar alla battaglia delle molte
9

Ivi, p. 336
GETTO, Giovanni, Saggio letterario su S. Caterina da Siena... p. 54
11
DA SIENA, Caterina, L'Epistolario... cit., p. 14
10

tribulazioni; e guando allora si vede fare prova buona di pazienzia, e non volta il capo in
dietro per impazienzia scandalizzandosi di quello che Dio permette, pu godere e
esultare, e con perfetta allegrezza aspettare la vita durabile. [...] Ma senza il
cognoscimento di noi e di Dio, non potremo venire a tanto bene. (I) 12

Lautrice si rivolge a persone di tutti i ceti sociali perch comunicasse con pubblico intero, con
tutti i cristiani. La sua parola diventa una parola pubblica. Cercava il rinnovamento della Chiesa,
il pace tra i cristiani, tra le citt e il papa. Voleva cambiare la vita ecclesiale interna.
Ci sono tre gruppi principali di destinatari- parenti, le persone pi vicine a Caterina, discepoli
che nominava figliuoli e figliuole e vari religiosi- frati, suore, monaci, ma anche alti esponenti
della Chiesa come cardinali e vescovi. Siccome faceva soggiorno nelle monasteri con le suore,
alcune delle mantellate sono diventate le sue socie confidenti.
Carissima figliuola in Cristo dolce Ges. [] E di questo vi prego, e voglio, che la
dottrina e i modi suoi voi seguitate. Sapete che sempre vi di dottrina ed esempio di vera
umilit. [] Dico che se voi possederete questo tesoro colla forza della ragione mossa dal
fuoco della carit, voi perverrete a quelle virt che dette abbiamo: sarete figliuole vere alla
madre, e spose sollicite e non negligente; e meriterete dessere ricevute da Cristo crocifisso
(LVIII)13

Oltre a destinatari sopracitati alcune sue lettere erano indirezzate alle donne e uomini
nobili. Scriveva anche a governanti, rappresentanti politici, sovrani, capi delle citt come
Pisa, Milano, Firenze, Lucca, Perugia, Bologna. Li pregava di usare la loro potenza per
aiutare e migliorare la situazione sociale e politica.
Provede la bont di Dio alla neccessit delluomo, che ogni d perde questa signoria di s,
offendendo il suo Creatore. E per ha posto questo rimedio della santa confessione, la
quale vale solo per il sangue dellAgnello. Non ve la d una volta, n due, ma
continuamente. (Lettera XXVIII)14

Ci sono tante lettere indirezzate a papa Gregorio XI in cui Caterina cerca di ritornare il
Papato da Avignon a Roma e di stabilire pace tra i cristiani unificandoli, ma anche tante

12

DA SIENA, Caterina, L'Epistolario..., p. 1-2


Ivi., p. 178
14
Ivi, p. 78
13

che ci danno a divedere il successo delle parole scritte nella lettera, il ritorno di papa a
Roma.
Non dico pi. Sollecitate quanto potete ora che il santo Padre sar a Roma. (Lettera
CCXXXIV)15

In conclusione della rassegna sui destinatari vale a dire che nellEpistolario si trovano
anche alcune lettere non indirizzate, o in cui destinatari non sono specificati bene.
I critici sostengono che la sua opera un opera originale, piena di spiritualit basata sulla
sua esperienza intima.
Caterina combatteva per riconciliare le citt italiane da una e il papa dallaltra parte.
Voleva anche calmare le tensioni tra i potenti perch credeva che la salvezza delle anime
fosse pi importante di beni e possessi.

Ora tempo di mostrare chi ha fame o no; e chi si sente de morti, che noi vediamo
giacere private della vita della Grazia. Sollicitate virilmente, e con vero
cognoscimento, e con le umili e continue orazioni infino alla morte. Sapete che
questa la via a volere cognoscere ed essere sposo della verit eternal: e
verunaltra ce n. (LXIII)16
CONCLUSIONE

Caterina da Siena era la donna mistica del Trecento, un lottatore noto per le suoi attivit
durante un periodo in cui non era abituale vedere le donne partecipare nella scena politica, o
combattere per la Chiesa o per la societ. La parte pi importante della sua attivit era il forte
desiderio del cambiamento, rinnovamento della Chiesa e la sua profonda esperienza spirituale e
la sua forte tendenza di unirsi agli uomini nello stesso modo come si unisce con Dio.

BIBLIOGRAFIA:

15
16

DA SIENA, Caterina, L'Epistolario... , p. 735


Ivi, p. 192

GETTO, Giovanni, Saggio letterario su S. Caterina da Siena, G. C. Sansoni, Firenze 1939


DA SIENA, Caterina, LEpistolario, Letteratura italiana Einaudi, edizione di riferimento:
Epistolario di santa Caterina da Siena, a cura di Piero Misciattelli, Marzocco, Firenze 1939
DA SIENA, Caterina, Epistolario di santa Caterina da Siena, a cura di Piero Misciattelli,
volume I, , Marzocco, Firenze 1939

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