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1 – C'E' DIO.
2 – C'E' L'ANIMA.
3 – C'E' IL PECCATO.
7 – LA FAMIGLIA.
9 – QUARTO COMANDAMENTO.
10 – QUINTO COMANDAMENTO.
11 - SESTO COMANDAMENTO.
12 – SETTIMO COMANDAMENTO.
15 - I SACRAMENTI
16 - LE VIRTU' TEOLOGALI
17 – LE VIRTU' CARDINALI
19 - I PECCATI CAPITALI
20 - LE ALTRE RELIGIONI
21 – CONCLUSIONI
1 – C'E' DIO.
Indicare il creato, tutto e bene. Ciò che si vede: prati, boschi, cielo; e ciò
che si conosce: stelle e galassie; atomi e microbi, animali, uomini e
donne, genitori, noi stessi) e ricordare che è tutto creato da Dio; creato e
mantenuto in essere: se cessassero di essere mosse, immediatamente non
esisterebbero più.
Far notare l'armonia, la bontà e la bellezza, che riflettono il Creatore.
Far notare l'estrema perfezione di tutto, compreso il nostro corpo.
Descrivere l'evoluzione come l'armoniosa opera di costruzione di Dio, che
come un costruttore fa prima le fondamenta, poi le successive fasi della
costruzione: elementi base (tempo, movimento, luce, calore), elementi
materiali (azoto, ossigeno, idrogeno, ecc.), strutture celesti e atomiche; poi
acque, atmosfera, terra, prime forme di vita, successivi esseri viventi,
innumerevoli e sempre perfetti; mentre le specie animali, una più
spettacolare dell'altra, si moltiplicano in una serie di meraviglie, fino ad
arrivare all'uomo, alla prima coppia umana, quando tutto l'ambiente è
completo come una casa perfettamente arredata. Come c'è scritto nella
Bibbia, che però usa un linguaggio molto semplice (non parla di
evoluzione, di azoto, di molecole, di ere geologiche, ma di “sette giorni”)
Dov'è Dio.
Dappertutto: dal più piccolo atomo alla più sterminata galassia. Per Dio
non c'è differenza.
Impossibile? Eppure è così, perché Dio è infinito.
Dio è anche nei nostri cuori. Egli scruta e conosce ogni nostro più piccolo
sentimento e pensiero.
Egli è con ognuno di noi e allo stesso tempo è con tutti.
Proprio come è con tutti i più piccoli atomi, ognuno dei quali è importante
come il più grande dei soli.
Quando c'è.
Sempre.
Quando dormiamo e quando siamo svegli; quando Lo cerchiamo e quando
non sappiamo nemmeno che ci sia.
Lui ha creato il tempo.
2 – C'E' L'ANIMA.
3 – C'E' IL PECCATO.
Questo dolore i nostri progenitori l'hanno dato a Dio, perché hanno fatto
morire la loro anima e Dio li ha persi. Se fossero caduti in un fosso, Dio li
avrebbe risuscitati. Ma quello che loro hanno fatto li ha distrutti nel cuore
e nella mente e li ha fatti fuggire da Dio.
La Bibbia è il libro che Dio ha ispirato, nel popolo di Israele, per far
conoscere agli uomini il Suo pensiero. Nella Bibbia si legge che Dio disse
all'uomo: “Non mangerai del frutto dell'albero della conoscenza del bene e
del male. Perché se ne mangiassi, per certo ne morirai.”
Che cosa sono questi simboli misteriosi? Che cosa vuol dire “ne morrai”,
visto che Adamo ed Eva continuarono a vivere?
I soliti nemici di Dio dicono che questa è una storiella, una favola per
uomini primitivi e ignoranti, che credono ancora alla religione; che
Adamo ed Eva sono personaggi simbolici, che non esisterono veramente.
Però, al solito, non sanno spiegare il perché.
Perché dovrebbe essere una storiella? Non lo è affatto. E' proprio il
racconto di come andarono le cose.
Perché Adamo ed Eva non dovrebbero essere esistiti? Certo che
esisterono, è ovvio che ci fu una prima coppia di una nuova specie, quella
umana. E' ridicolo pensare che all'improvviso siano sorte più coppie,
identiche fra loro.
I nemici di Dio deridono Dio stesso, e dicono che nemmeno Lui esiste, che
è una favola. Essi deridono il racconto che Dio stesso ci fa. Ma non c'è
niente da ridere.
I falsi scienziati, ignoranti e oscuri, non sanno dare una spiegazione ne' per
l'anima, ne' per i suoi mali, e tanto meno per l'origine dei suoi mali.
Dio invece ce lo dice, semplicemente e senza possibilità di equivoci.
Perché i nemici di Dio odiano tanto che si parli di Adamo ed Eva, del
peccato di origine, del nostro peccato?
Perché non vogliono ammettere di essere peccatori. Dicono di essere
giusti, di “avere ragione”, di non avere nulla di cui scusarsi.
Invece gli amici di Dio sono quelli che riconoscono di non essere perfetti,
che dovrebbero cambiare, migliorare, diventare buoni, perché buono in
verità nessuno di noi lo è.
Chi ha il coraggio di considerare se stesso e dire: “E' vero, non sono come
dovrei essere. Dovrei cambiare, anche se dovesse costarmi!”
Molti preferiscono dire “Non facciamoci tanti problemi, a me non importa
se non sono buono, non voglio fare fatica, non voglio rischiare di crearmi
dei problemi solo per essere onesto”.
Anzi dicono: “Tu che parli di peccato sei un uomo di altri tempi, un
fissato. Adamo ed Eva non sono mai esistiti e - se non osano negare Dio -
il racconto biblico è solo un simbolo, ecc. ecc.” Cioè cercano di
confondere le cose e di incolpare chi parla di peccato.
I primi due, Adamo ed Eva, parlavano normalmente con Dio. Dio era la
loro gioia, e loro erano la gioia di Dio. Più che un padre con i figli.
Ma da quando fecero il peccato, non furono più capaci di parlare con Dio.
E anche tutti noi, che siamo venuti dopo, facciamo fatica a fare un discorso
sensato con Dio.
Molti di noi, quando siamo piccoli, non ci accorgiamo nemmeno che c'è
Dio.
Ma Dio, con tanto amore e speranza aspetta che diventiamo un po' grandi e
piano piano ci chiama ad abbracciarLo.
Infatti, Lui vuole farci forti per affrontare il mondo, che è pieno di male e
di pericoli.
Allora noi dobbiamo trovare dei momenti dove non siamo disturbati, dove
siamo in pace assoluta; magari in mezzo a un prato, o nella nostra
cameretta, oppure, se non c'è nessuno che disturba, in una chiesa, o in una
chiesetta. Allora stiamo lì un po'. Se ci viene qualcosa da dire a Dio, la
diciamo. Oppure può essere che Dio vuole dirci qualcosa. Di solito lo fa
mandandoci un pensiero. Per esempio, mentre stiamo in ascolto per sentire
se ci dice qualcosa, ci viene un pensiero: “è meglio andare dalla mamma e
consolarla, perché oggi era un po' triste”. Oppure, qualunque altra cosa: ad
esempio, se un compagno ci ha fatto un dispetto, ci viene un pensiero:
“bisogna perdonare, così non rimango arrabbiato e magari anche lui
capisce di non farlo più”.
A volte si rimane incantati un po' di tempo a parlare con Dio. Altre volte
c'è troppa confusione e siamo confusi, non sappiamo che cosa dire. Allora
possiamo usare le parole delle preghiere, perché sono sempre parole sante
e ci fanno star bene, perché parliamo con Dio. Dio sorride ed è felice,
perché comincia ad abbracciare la nostra anima. Anche se i nostri genitori
dovessero morire, ci sarà sempre Lui a guidarci e darci gioia, sempre di
più.
In chiesa, durante la Messa, si prega tutti insieme, a voce forte e chiara,
dicendo le preghiere.
Imparare a parlare:
In un manicomio ciascuno fa una cosa diversa: chi canta, chi se ne sta in
un angolo, chi parla da solo, chi balla. Al catechismo, tutti devono
partecipare a quello che si sta dicendo. Si parla uno alla volta. Quando uno
parla, tutti ascoltano con attenzione.
Imparare a leggere:
La differenza fra un ignorante e un sapiente è che l'ignorante non legge.
Bisogna, i primissimi tempi, farsi forza e leggere. Dedicare un certo
tempo, ad esempio 10 minuti, o mezz'ora, o di più e impegnarsi a leggere
un pezzo della Sacra Scrittura. O anche di un libro che ci piace.
Abituandosi a leggere, dopo un breve tempo non sarà più una fatica, verrà
naturale come guardare la televisione. Allora leggere sarà un profondo
piacere.
La televisione ti dice lei che cosa devi vedere, invece se leggi, sei tu che
scegli, e insieme a chi scrive, partecipi a costruire le cose che vengono
scritte.
Chi ha letto molto si riconosce subito, perché è diventato più profondo e ha
conosciuto più cose. Il suo spirito è più gradevole e interessante, non dice
sempre e solo quelle quattro cose, ma arricchisce ed allieta con tanti tesori
della sua mente.
Mentre chi è ignorante si vede anche nei modi, che sono più rozzi e spesso
violenti per cercare di esser qualcuno pur essendo ignorante.
Compito:
Imparare il Padre Nostro. Capendo che cosa vuol dire-
Leggere ogni giorno un pezzo della Bibbia.
7 – LA FAMIGLIA.
La cosa più bella che Dio ha creato, non viene da tutti capita: è la famiglia.
Essa è bella perché è fatta da un papà e da una mamma. Lì c'è tutto il bello
della vita, da piccoli, da grandi, da vecchi. Il lavoro, il divertimento, le
imprese di vario tipo, hanno senso se c'è una famiglia, altrimenti sono
inutili e vuote. Vale di più il cuore di una mamma , di una sposa, di un
papà, di un nonno, di fratelli e sorelle, di qualsiasi cosa grande e sfarzosa.
Quando diventerete grandi, dovrete chiedere con forza e insistentemente a
Gesù di aiutarvi, per capire come non sbagliare e come fare bene riguardo
alla famiglia.
Sbagliare in questo significa sbagliare la cosa più importante, perché è la
cosa del cuore. E il cuore sta al centro. Al centro del nostro corpo, ma
anche di tutta la nostra vita.
Prima cosa da non sbagliare: non credere a quello che dice il mondo – cioè
la televisione, le persone a scuola, in palestra, ecc. - che si può fare una
famiglia, poi un'altra, poi un'altra ancora. Anche se lo si vede fare a
persone ricche e famose, è sbagliato. Non si deve pensare “sarò libero, farò
quello che voglio”, perché nel voler fare quello che si vuole non si riuscirà
a fare una famiglia, ma si farà tanto danno, dolore e distruzione in se stessi
e in altre persone.
Infatti, essere liberi non significa fare le cose come vengono, seguendo le
voglie del momento, come cavalli.
Bisogna invece usare la vita che ci è stata data come una preziosa Ferrari,
una macchina perfetta, delicata, difficilissima da guidare e pericolosa: se si
usa male, si fanno danni. Ma se la si usa bene conosceremo tutto il bene
che il Signore ha preparato per noi.
Alla fine della nostra vita, se non avremo saputo vivere quel bene che
potevamo vivere, con gli strumenti e le occasioni che il Signore ci dà,
avremo buttato via tutto il bene e ci troveremo con niente, dei poveri
disperati.
Bisogna fare ogni passo chiedendolo al Signore, chiedendo che ci dia
l'intelligenza per capire:
1- che cosa vogliamo;
2 – come possiamo realizzarlo: con chi, con che cosa, in che modo.
Se noi lo chiediamo al Signore, Lui ci guida e ci aiuta.
Il Signore ha preparato per ognuno di noi un “gioco” e ha preparato anche
gli strumenti, le persone adatte, i percorsi che si possono fare. Noi
dobbiamo scoprire tutto questo e man mano cominciare a vivere questo
stupendo gioco. Impareremo l'amore e la gioia del Signore, ma dobbiamo
stare molto attenti a seguire le Sue istruzioni. Quando sembra che nessuno
ci dica nulla, andiamo a cercarle queste istruzioni, stiamo attentissimi in
ascolto e preghiamo molto il Signore che ci guidi.
Ci sono delle istruzioni che sono per tutti, chiare e precise: i
comandamenti e le direttive della Chiesa. Bisogna seguirle attentamente.
Le istruzioni del Signore potrebbero, al primo momento, sembrarci strane,
o fastidiose; o anche sembrano andare contro la nostra vita e la nostra
gioia. Ma non dobbiamo gettarcele alle spalle senza nemmeno pensarci su.
Se sono date dal Signore significa che sono estremamente importanti e che
assolutamente vanno seguite e, prima possibile, anche capite.
Ai primi nostri antenati il Signore aveva detto: “Non mangiate di quel
frutto. Se ne mangerete, morirete.” Ma loro non hanno dato importanza a
questo molto serio avvertimento! Addirittura, aizzati dai discorsi del
diavolo, che sapeva come distruggerli, non credettero in Dio e Gli
disubbidirono!
Chi pensa che è meglio stare da soli perché si hanno meno fastidi, sbaglia
di grosso.
In realtà chi vuole fare poca fatica si troverà a vivere come un disgraziato,
sempre in miseria.
Mentre chi è generoso e dice: “mi impegnerò a fare e a dare, farò fatica,
ma raccoglierò anche; darò gioia ma riceverò anche gioia, insieme a dolori
e delusioni, non importa!” troverà che ha realizzato la cosa più bella che
Dio gli aveva preparato da realizzare.
SECONDO COMANDAMENTO.
TERZO COMANDAMENTO.
9 – QUARTO COMANDAMENTO.
Anche quando i genitori ci fanno fare delle cose che non ci piacciono, la
prima e più importante cosa per un bambino è di essere obbedienti e buoni
con i genitori. Da questo dipenderà la vita del futuro uomo o donna.
Quando il bambino cresce e non ha più così bisogno dei genitori, non deve
pensare a se' e basta, ma prendersi cura dei genitori. Fin da quando è un
ragazzino, deve imparare a servirli, aiutarli, circondarli di amore e rispetto.
Questa è la colonna per una vita buona.
10 – QUINTO COMANDAMENTO.
Uccidere è anche con il pensiero. Anzi il pensiero è già cattivo come l'atto.
Non possiamo assolutamente fare alcun pensiero cattivo verso gli altri.
Magari possiamo, con il nostro pensiero, renderci conto degli sbagli che
fanno gli altri, ma mai fare del male agli altri con il pensiero.
Uccidendo gli altri, non ce ne accorgiamo, ma uccidiamo noi stessi per
primi: l'anima, da bella e felice, diventa orribile e odiosa.
Lottiamo, sempre e per tutta la nostra vita, per vietare al nostro pensiero di
fare del male. Gesù ci ha insegnato che ad ogni cosa malvagia che ci viene
fatta, dobbiamo rispondere con qualcosa di buono. RicordiamoLo che,
mentre lo deridevano e insultavano, lui straziato sulla croce, e deridevano
e insultavano Sua madre, diceva “Padre, perdonali!”
E ciò dobbiamo farlo in primo luogo con il pensiero. Poi anche con degli
atti.
11 - SESTO COMANDAMENTO.
12 – SETTIMO COMANDAMENTO.
Quelli che rubano hanno un viso bruttissimo. Così l'hanno reso, perché
hanno tolto lo sguardo da Dio Padre, che provvede con amore a tutti. La
loro anima è vuota e buia, hanno in mente solo dei calcoli.
Essi fanno violenza ai derubati, che soffrono per questo atto di mancanza
d'amore.
E non ci guadagnano niente, perché chi ruba rimane povero, anzi precipita
in miseria, lui e i suoi discendenti.
Invece coloro che lavorano per il bene degli altri, prosperano e sono
benedetti da Dio, creano gioia e bene, e anche se muoiono poveri sono
felici e ringraziano Dio.
13 – OTTAVO COMANDAMENTO: NON MENTIRE.
Quando un bambino arriva all'età della ragione, comincia a capire che deve
adeguarsi a certi pensieri, altrimenti viene scartato. Allora comincia a dire
e a fare delle cose che di per se' non farebbe, perché non vengono da ciò
che lui sente.
Qui sta la differenza fra il bambino e l'adulto: i bambini fra loro non si
annoiano e parlano con spontaneità, dicendo cose interessanti perché
provenienti dalla loro anima che, creata da Dio, è inesauribile e creativa.
L'adulto invece dice e fa “ciò che conviene” e infatti è tanto più apprezzato
quanto più il suo comportamento è appropriato e condiviso.
Tale mutamento però ha un prezzo: il bambino impara a negare ciò che
pensa, che sente. Nel profondo, ignoto a lui stesso, pensa una cosa; fuori
ne dice un'altra, più consona al pensare comune. Ossia mente.
La pesantezza che si sente nell'animo degli adulti è in gran parte dovuta a
questa insincerità, inconsapevole e indefinita, ma presente in tutti gli atti e
i pensieri. Essa è tanto maggiore quanto più l'individuo è “inquadrato”
negli schemi mentali del suo ambiente.
I bambini dovrebbero essere resi consapevoli di questo meccanismo,
affinché possano affrontarlo con una certa indipendenza, che faccia loro
riconoscere i limiti fra un sano adeguamento e una interiore negazione del
proprio sentimento, ossia a un'interiore menzogna.
Infatti la menzogna interiore, profonda, è quella che più sconcerta nelle
persone e che fa dubitare della loro possibilità di redenzione.
Bambini, sappiate che se dite una data cosa vi mettete contro il professore,
per cui magari è meglio non dirla; però sappiate anche con chiarezza
quello che voi pensate, non confondete il pensiero degli altri con il vostro.
Sappiate sempre che cosa voi sentite nel cuore, altrimenti perderete la
capacità di ascoltarlo il vostro cuore, la vostra anima. Poi magari, in modo
opportuno, potrete anche esprimere ciò che sentite, ma l'importante è che
rimaniate fedeli alla voce dell'anima vostra.
I sentimenti che Dio vi ha messi nell'anima non devono essere calpestati,
ma tenuti vivi.
Rimanete sinceri e non diventate falsi. Essere sinceri non significa dire a
tutti quello che si pensa. Tanto meno usare un linguaggio rozzo e violento,
perchè sembra quello di una persona schietta.
La falsità impedisce l'amicizia e il vero affetto fra le persone. Infatti,
vedete ben pochi adulti che si vogliono bene. La falsità impedisce ai veri
sentimenti di uscire, quelli che sarebbe bello vedere perché sono quelli
dell'anima creata da Dio e che ci toccano il cuore, ci interessano, mentre
quelli falsi, anche se sono lodati dai grandi, non dicono niente e sono
noiosi.
Sincerità: a scuola, nel lavoro quando sarete grandi, con gli amici.
Magari per un certo anche valido motivo, nascondete qualcosa, o dite una
cosa per un'altra. Si può essere riservati, non c'è bisogno che diciamo tutto
a tutti. Gesù dice: “Dite sì, sì; no, no”.
Imparate a dire la verità anche quando costa. Al momento è difficile
affrontare delle persone che, se diciamo la verità, ci sgridano e ci
accusano. Ma dicendo la verità ci rendiamo liberi. Anche se ci sgridano e
continuano e continuano, non possono andare avanti più di tanto. E noi
abbiamo detto la verità e da lì andiamo oltre, da liberi padroni e non da
accusati.
La persona sincera si riconosce al primo sguardo. E' inutile fare tanti
discorsi per presentarsi bene: chi è sincero si vede subito.
Siate sinceri e onesti anche nelle piccole cose: perché perdere la faccia per
una stupidaggine? Chi si abitua ad essere onesto in ogni cosa, lo sarà
anche in situazioni difficili.
Le persone si rendono schiave con delle bugie. Buttatele tutte all'aria e se
ne scovate qualcuna, buttate via anche quella e tornate persone libere.
1 IL BATTESIMO
2 LA CONFESSIONE
Quando abbiamo fatto qualcosa di brutto e di sbagliato e ci rendiamo conto
dei danni, agli altri e a noi stessi; quando il solo ricordo di ciò che
abbiamo fatto ci fa stare male e ci angoscia, può venire un amico e dirci di
non preoccuparci e di andare avanti; eppure non riesce a togliere
quell'errore, quel peccato, ne' dalla realtà ne' dal nostro cuore, che continua
ad essere cupo ed agitato, anche se ci mostriamo baldanzosi.
Spesso ci sentiamo cupi ed agitati anche se non abbiamo grossi sbagli, ma
la somma di tante piccole brutte cose, che nemmeno ricordiamo o ci sono
chiare, ottiene lo stesso effetto. E da chi andiamo? Se il male dipende da
noi, come facciamo?
Dio è il solo che venendoci vicino può spazzare via tutto il male, Egli è
onnipotente, può risolvere tutto, azzerare tutto; ha solo bisogno che noi
Glielo chiediamo, che crediamo in Lui.
Il sacerdote è un uomo, ma quando confessa non è più solo un uomo, è il
canale attraverso cui Dio comunica con il peccatore. Quando il sacerdote
assolve, è Dio che assolve e libera il Suo figliolo che Gli si è rivolto. E lo
si sente, è una vera liberazione che si sente, non è paragonabile alle
relative consolazioni che possono dare gli amici. E' semplicemente, senza
nessuna complicazione mistica o dottrinale, lo stato di grazia. Il Signore è
semplice, non ci vuole in estasi continua, ma la Sua grazia è evidente
quando scende e ci lava.
3 LA COMUNIONE
4 LA CRESIMA
5 L'ORDINE
6 IL MATRIMONIO
7 L'UNZIONE DEGLI INFERMI
1 Fede: fede in Dio, fiducia in Lui, nel bene Suo, della Sua Volontà;
3 Carità: avere amore: per Dio, per gli altri, per il Creato, per noi stessi.
La carità (l'amore) è la più importante, ma la prima è la fede: se non c'è la
fede in Dio, non ci sono neppure la speranza e la carità.
17 - LE 4 VIRTU' CARDINALI
1 Prudenza o cautela; nel giudicare gli altri, nel parlare e nell'agire, nel
prendere delle decisioni;
Sono i doni che vengono dati a chi vive nello Spirito Santo, cioè nella
Volontà divina e nello spirito di Gesù e che arricchiscono il loro carattere,
rendendo bella e potente la loro persona:
4 Pietà (dal latino “pietas”, che significa “amore per i genitori”): amore
per chi viene prima di noi;
5 Gola: è l'avidità, per il cibo e per altri beni. Non serve a niente che ci
appropriamo di sempre più grandi quantità di ricchezze: la felicità non si
ottiene così.
20 - LE ALTRE RELIGIONI
Spesso un membro della Chiesa ha pensato che la Dottrina della Chiesa era
sbagliata in qualche punto e ha così fondato una diversa religione. Ciò ha
causato un immenso strazio a Gesù e molti danni agli uomini, al loro
spirito e successivamente al loro modo di pensare e di vivere. Intere
popolazioni si sono private dei benefici che Gesù ha dato alla Chiesa, così
che lo Spirito si è impoverito o spento, diventando la loro realtà simile a
quella pagana.
Gli Ebrei
21 - CONCLUSIONI