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CATECHISMO PER I BAMBINI

Queste note hanno lo scopo di presentano al Parroco e ai genitori le


modalità e i contenuti che si intendono offrire ai bambini nell'intento di
trasmettere loro il Catechismo di Nostro Signore.

I bambini si adattano abbastanza docilmente ad apprendere nomi, rituali,


usanze che rappresentano visibilmente la nostra fede (l'abside, l'ambone, la
chiesa edificio e la Chiesa fedeli, come comportarsi a Messa, ecc.); sono
molto meno disposti ad assimilare idee e principi che possono essere molto
significativi per credenti ed ecclesiastici, ma che a loro non dicono nulla.
Ad esempio, la domanda fondamentale: “chi è Dio?” e la risposta: “Dio è
l'Essere perfettissimo … (ecc.)” per i bambini non è affatto fondamentale:
capiscono che cosa significa, ma non ha a che fare con la loro vita.

Eppure la trasmissione del Catechismo ai bambini ha la stessa importanza


vitale che ha per tutti gli uomini. Si tratta di dare alle persone, vittime del
male, e più ancora agli innocenti che ancora non conoscono il male, la
medicina che il Signore è venuto a portarci.
Il mondo è impegnato ad assicurarci che “tutto va bene”, che così deve
andare e semmai si deve solo migliorare tecnologicamente per fare andar
meglio le cose. Ma se non siamo ciechi ci accorgiamo che il mondo di
oggi, per le cose che contano, cioè l'amore e la serenità, la stabilità dei
sentimenti, le prospettive di vero bene, sta peggiorando. Infatti è ritornato
pagano e ha buttato via la medicina santa che il Signore gli aveva portato,
con prezzo altissimo di Sangue.

Il risultato è che, se prima si faceva fatica a creare una famiglia serena, o a


tenere a freno i peggiori istinti nella società, oggi ciò è quasi impossibile,
perché è stato distrutto e ridicolizzato l'edificio di Verità che dava luce
all'agire delle persone. Esempio: è naturale divorziare, sposare qualcun
altro; oppure non sposare nessuno, per godere di più. E' naturale avere
rapporti sessuali da adolescenti. Lo dice la televisione, lo dicono perfino
gli insegnanti a scuola. E' naturale essere disonesti. E' naturale non avere
un Dio, addirittura la “scienza” (in realtà: la falsa scienza) lo nega; non
importa se l'anima delle persone si svuota e perde il senso della vita, non
importa se l'amore non riesce e le famiglie si distruggono.
E' nostra responsabilità dire ai bambini che Dio c'è. Che deve essere a capo
della nostra vita. Che i Suoi Comandamenti sono buoni, servono per
riuscire nella vita e vanno rispettati.
E' nostra responsabilità far capire ai bambini il dono che stanno per
ricevere, della vita, affinché possano prepararsi al meglio.
I bambini capiscono benissimo le cose che veramente contano per loro.
Infatti discutono e parlano, con vivo interesse, di argomenti che gli adulti,
invece, si sono abituati ad ignorare.

Noi desideriamo trasmettere questi, pochi ma fondamentali punti che sono


quelli che il Signore ci ha portato. Non siamo noi a sapere che cosa è bene
e male e non ci interessa insegnare un catechismo umano, ma quello che il
Signore ci ha comunicato scendendo nel mondo.
Il nostro obiettivo più alto è di recare la legge di amore portata da Gesù.
Cosa che non possiamo insegnare ai bimbi, bensì dobbiamo da loro
imparare. Tuttavia abbiamo il compito di trasmettere loro questa legge, che
il Signore ci ha donato, per usarla come direzione nella loro vita.

La seguente lista di argomenti non è un testo da ripetere sempre, con lo


stesso ordine e per tutti. Essa è il compendio dei contenuti che, nel corso
dell'intero ciclo di catechismo, si vogliono trasmettere ai bambini; tuttavia,
come metodo didattico, si cerca di applicare il più possibile quello che
parte dalle domande e dalle considerazioni fatte dai bambini stessi. Di
conseguenza, il modo in cui si svolge ogni incontro di catechismo dipende
da molti fattori: la personalità dei bambini, il momento particolare,
l'occasione che si presenta in quell'incontro. Il punto fondamentale rimane
quello di partire dalla realtà esistenziale dei bambini, così come loro la
capiscono e ne capiscono l'importanza, affinché sia la loro realtà
esistenziale, la loro vita futura, a ricevere sostegno e guida dal catechismo
del Signore. Quindi, il riferimento non è alla religione e tanto meno alle
pratiche religiose più o meno locali, ma alle linee di condotta di base nella
vita dei futuri uomini.
TRACCIA DEGLI ARGOMENTI DEL CATECHISMO

0 - SEGNO DELLA CROCE.

1 – C'E' DIO.

2 – C'E' L'ANIMA.

3 – C'E' IL PECCATO.

4 – LA PREGHIERA. IMPARARE A PARLARE. IMPARARE A


LEGGERE.

5 – DIO PADRE, GESU', LO SPIRITO SANTO, MARIA SS.

6 – IL BENE E IL MALE, GLI ANGELI E I DIAVOLI, I DEFUNTI, LA


COMUNIONE DEI SANTI.

7 – LA FAMIGLIA.

8 – PRIMO, SECONDO E TERZO COMANDAMENTO.

9 – QUARTO COMANDAMENTO.

10 – QUINTO COMANDAMENTO.

11 - SESTO COMANDAMENTO.

12 – SETTIMO COMANDAMENTO.

13 – OTTAVO COMANDAMENTO: NON MENTIRE.

14 – NONO E DECIMO COMANDAMENTO.

15 - I SACRAMENTI

16 - LE VIRTU' TEOLOGALI
17 – LE VIRTU' CARDINALI

18 - I DONI DELLO SPIRITO SANTO

19 - I PECCATI CAPITALI

20 - LE ALTRE RELIGIONI

21 – CONCLUSIONI

Di seguito viene dato, di ciascun argomento, un esempio di come potrebbe


svolgersi la catechesi. Tuttavia, volendo impostare gli incontri di
catechismo come delle discussioni più che come delle lezioni, questi testi
non dovrebbero essere riportati come sono e nello stesso ordine in cui
sono qui scritti, ma i loro contenuti dovrebbero essere trasmessi
rispondendo alla disponibilità che si riscontra nei bambini, in quel
momento, ad accogliere una determinata parola del Signore.
Negli incontri di catechismo viene dato rilievo al canto, alla preghiera e
alla lettura di brani delle Scritture.
0 SEGNO DELLA CROCE.

Spiegare come va fatto, che cosa significa, quando va fatto.


Che cosa significa.
Significa Dio, che è Uno e Tre. Significa anche la dedizione della nostra
mente (fronte), del nostro cuore, delle nostre azioni (le spalle stanno per il
nostro corpo).
Significa “sacrificarsi” per amore. Questo è il segno dei Cristiani.
Va fatta con rispetto, con calma, con la mano sinistra sul cuore, e si
conclude con le mani in preghiera.

1 – C'E' DIO.

Indicare il creato, tutto e bene. Ciò che si vede: prati, boschi, cielo; e ciò
che si conosce: stelle e galassie; atomi e microbi, animali, uomini e
donne, genitori, noi stessi) e ricordare che è tutto creato da Dio; creato e
mantenuto in essere: se cessassero di essere mosse, immediatamente non
esisterebbero più.
Far notare l'armonia, la bontà e la bellezza, che riflettono il Creatore.
Far notare l'estrema perfezione di tutto, compreso il nostro corpo.
Descrivere l'evoluzione come l'armoniosa opera di costruzione di Dio, che
come un costruttore fa prima le fondamenta, poi le successive fasi della
costruzione: elementi base (tempo, movimento, luce, calore), elementi
materiali (azoto, ossigeno, idrogeno, ecc.), strutture celesti e atomiche; poi
acque, atmosfera, terra, prime forme di vita, successivi esseri viventi,
innumerevoli e sempre perfetti; mentre le specie animali, una più
spettacolare dell'altra, si moltiplicano in una serie di meraviglie, fino ad
arrivare all'uomo, alla prima coppia umana, quando tutto l'ambiente è
completo come una casa perfettamente arredata. Come c'è scritto nella
Bibbia, che però usa un linguaggio molto semplice (non parla di
evoluzione, di azoto, di molecole, di ere geologiche, ma di “sette giorni”)

Affrontare la negazione di Dio: c'è un nemico di Dio che fin da moltissimo


tempo fa ha cercato di negarLo, pensando di poter prendere il Suo posto.
Questo nemico cerca di indurre gli uomini a fare altrettanto. Ma se gli si
chiede il perché, non dà alcuna risposta chiara.
Così si forma un coro, soprattutto di potenti (televisione, scienziati,
professori, scuole, politici, scrittori, ricchi, attori, ecc. ecc.) che dicono la
bestemmia: “Dio non c'è”. Ma non sanno dire altro.
Infatti dicono una cosa senza senso.
E' come dire “l'Essere non è”.
Dio è l'Essere, è “Colui che è”. Non può “non essere”. (Non si creda che i
bambini non capiscano questi discorsi filosofici, enunciati migliaia di anni
fa dal grande Parmenide: al contrario, anticipano addirittura le
conclusioni!)

Perché si nega Dio.


Quando non si vuole obbedire a Dio si cerca di negarLo. Ma è un atto
assurdo, insensato, irrazionale, e anche disperato, perché chi lo fa sa
benissimo che dice una scemenza pazzesca. Ma lo dice lo stesso, per
giustificarsi di quello che fa.

Conseguenze della negazione di Dio.


Negare Dio è il primo passo in una terribile scala in discesa di guai.
Dal negare Dio derivano tutti i grandi mali dell'uomo: confusione,
mancanza di amore e di sicurezza, di tranquillità e di fiducia.
L'uomo, che si è riempito di superbia negando Dio, diventa pieno di paura,
sempre più contradditorio, confuso, cattivo, ignorante, ottuso; anche
quando riesce ad apparire un grande scienziato.
Il nemico di Dio, che si crede molto intelligente, e che fu creato
intelligentissimo, in realtà è l'essere più stupido dell'universo.
Il mondo che vediamo, pieno di odio, guerre, sofferenze, litigi, mancanza
di gioia e amore, è il risultato della negazione di Dio ed è simile
all'inferno.

Che cosa pensa Dio.


Quando noi neghiamo Dio e il Suo amore, Lui è profondissimamente,
infinitamente addolorato, come un Padre e una Madre che ci amano
teneramente e sanno benissimo a quali conseguenze disastrose andiamo
incontro allontanandoci da Loro.

Dov'è Dio.
Dappertutto: dal più piccolo atomo alla più sterminata galassia. Per Dio
non c'è differenza.
Impossibile? Eppure è così, perché Dio è infinito.
Dio è anche nei nostri cuori. Egli scruta e conosce ogni nostro più piccolo
sentimento e pensiero.
Egli è con ognuno di noi e allo stesso tempo è con tutti.
Proprio come è con tutti i più piccoli atomi, ognuno dei quali è importante
come il più grande dei soli.

Di che cosa si interessa Dio.


Come Dio muove e ha creato con perfezione ogni singolo più piccolo
atomo ed ogni più sconfinata galassia, così Egli ha creato ciascuno di noi
ed è interessato in maniera esclusiva a ciascuno di noi.
Egli è il Tutto per me, ma è “il Tutto” anche per ognuno degli altri.
Impossibile? Niente è impossibile a Dio. E' onnipotente.
Gradualmente, prima noi ci accorgiamo di Dio, poi comprendiamo Chi è
per noi.

Quando c'è.
Sempre.
Quando dormiamo e quando siamo svegli; quando Lo cerchiamo e quando
non sappiamo nemmeno che ci sia.
Lui ha creato il tempo.

Perchè Dio non si vede.


Perchè è Lui che ha creato la vista, la luce, gli organi per vedere.

Allora come si comunica con Lui?


Col cuore. Lo spirito è più potente di qualsiasi luce e di qualsiasi suono.
Noi siamo fatti per la più grande storia di amore con Lui. Se solo ci
rivolgiamo a Lui, Egli ci risponde.
Ci fa capire, con tanto tatto e amore, che ci circonda, ci guida; ma non
vuole che facciamo i burattini: ci vuole liberi, felici, creativi!

2 – C'E' L'ANIMA.

Dare questa notizia.


Che lo si creda o no, che lo si dimentichi o lo si trascuri, Dio non ha creato
solo il nostro corpo, il nostro sistema nervoso, il nostro cervello: quelli li
ha creati anche per gli animali e quando essi muoiono, muore anche il loro
sistema percettivo, pensante ed emozionale.
Soprattutto, capolavoro dei capolavori, Dio ha creato per ciascuno di noi
un'anima. Eterna, incorporea, fatta ad immagine e somiglianza di Dio
stesso, quindi divina. Essa guida il corpo e le nostre azioni.
Gli antichi Greci la chiamavano “psiche”.

Accorgersi di avere un'anima. Coltivarla, nutrirla, farla crescere.


Imparare a meditare.
Come mi sento? Che cosa sento?
In un posto tranquillo, non disturbato, mi calmo, fermo tutto e smetto di
pensare alle solite cose. Ascolto la mia anima. Vedo quant'è bella, serena,
gioiosa, buona.
Da lì partono tanti pensieri, tutto quello che si agitava dentro di me senza
riuscire a chiarirsi.
L'anima è la cosa più preziosa che Dio ci ha donato. La vita è un dono
pazzesco, stupendo, ma l'anima è ancora più importante: dovendo
scegliere, è meglio perdere la vita che l'anima.
L'anima si può perdere ed è l'unica vera tragedia per l'uomo. Se un uomo
perde tutto, famiglia, amici, casa, salute, ma la sua anima è integra, lui è
ancora un re. E quando muore inizierà per lui la gloriosa vita dopo questa
terrena.
I nemici di Dio ridono dell'anima (i soliti che si dicono superiori,
intelligenti, progrediti, ma sono solo alleati fra di loro nella loro
ignoranza), dicono che l'anima non esiste, che esistono solo il sistema
nervoso, i circuiti del cervello, ecc. Ma non sanno guarire le malattie
dell'anima e portano solo al buio della mente. Un mondo pieno di
tecnologia, di movimenti, di azioni e agitazioni, ma senza anima, è
l'inferno. Una musica senza anima è una noia. Un disegno, un libro, un
lavoro senza anima sono il niente travestito da qualcosa: il nulla, la vera
morte.
Una persona rozza, disattenta, superficiale, non si ferma nemmeno a
guardarsi dentro; ma così va molto, ma molto più in basso degli animali.
Infatti gli animali obbediscono all'istinto e al comando del Creatore e sono
in armonia con esso, mentre l'uomo, se agisce solo per le cose e per il
corpo, precipita in uno stato che si chiama “inferno”. Magari non se ne
accorge nemmeno, pensa di essere molto furbo e di godersi la vita, pensa
che tutti fanno così, quindi va bene; ma la realtà è che sta diventando un
mostro.
Quando moriamo, la nostra anima appare per quello che è, ne' più ne'
meno.
Non dobbiamo fare del male agli altri, ma prima di questo, e perchè ci
riesca di non fare del male agli altri, non dobbiamo fare del male alla
nostra anima.
Dobbiamo far sì che in noi ci sia sempre pulizia, bontà, amore.
Dobbiamo scoprire quanto può essere bella e potente.
Quando diventiamo grandi, il mondo ci viene contro, cercando di
infangare e distruggere la nostra anima. A quella età dobbiamo
incominciare a lottare, per tenere lontano dal nostro cuore il male e per
farvi essere il bene.
Il dolore più grande che possiamo dare a Dio è di lasciar morire la nostra
anima.

3 – C'E' IL PECCATO.

Questo dolore i nostri progenitori l'hanno dato a Dio, perché hanno fatto
morire la loro anima e Dio li ha persi. Se fossero caduti in un fosso, Dio li
avrebbe risuscitati. Ma quello che loro hanno fatto li ha distrutti nel cuore
e nella mente e li ha fatti fuggire da Dio.

La Bibbia è il libro che Dio ha ispirato, nel popolo di Israele, per far
conoscere agli uomini il Suo pensiero. Nella Bibbia si legge che Dio disse
all'uomo: “Non mangerai del frutto dell'albero della conoscenza del bene e
del male. Perché se ne mangiassi, per certo ne morirai.”

Che cosa sono questi simboli misteriosi? Che cosa vuol dire “ne morrai”,
visto che Adamo ed Eva continuarono a vivere?

I soliti nemici di Dio dicono che questa è una storiella, una favola per
uomini primitivi e ignoranti, che credono ancora alla religione; che
Adamo ed Eva sono personaggi simbolici, che non esisterono veramente.
Però, al solito, non sanno spiegare il perché.
Perché dovrebbe essere una storiella? Non lo è affatto. E' proprio il
racconto di come andarono le cose.
Perché Adamo ed Eva non dovrebbero essere esistiti? Certo che
esisterono, è ovvio che ci fu una prima coppia di una nuova specie, quella
umana. E' ridicolo pensare che all'improvviso siano sorte più coppie,
identiche fra loro.
I nemici di Dio deridono Dio stesso, e dicono che nemmeno Lui esiste, che
è una favola. Essi deridono il racconto che Dio stesso ci fa. Ma non c'è
niente da ridere.
I falsi scienziati, ignoranti e oscuri, non sanno dare una spiegazione ne' per
l'anima, ne' per i suoi mali, e tanto meno per l'origine dei suoi mali.
Dio invece ce lo dice, semplicemente e senza possibilità di equivoci.

Perché i nemici di Dio odiano tanto che si parli di Adamo ed Eva, del
peccato di origine, del nostro peccato?
Perché non vogliono ammettere di essere peccatori. Dicono di essere
giusti, di “avere ragione”, di non avere nulla di cui scusarsi.
Invece gli amici di Dio sono quelli che riconoscono di non essere perfetti,
che dovrebbero cambiare, migliorare, diventare buoni, perché buono in
verità nessuno di noi lo è.
Chi ha il coraggio di considerare se stesso e dire: “E' vero, non sono come
dovrei essere. Dovrei cambiare, anche se dovesse costarmi!”
Molti preferiscono dire “Non facciamoci tanti problemi, a me non importa
se non sono buono, non voglio fare fatica, non voglio rischiare di crearmi
dei problemi solo per essere onesto”.
Anzi dicono: “Tu che parli di peccato sei un uomo di altri tempi, un
fissato. Adamo ed Eva non sono mai esistiti e - se non osano negare Dio -
il racconto biblico è solo un simbolo, ecc. ecc.” Cioè cercano di
confondere le cose e di incolpare chi parla di peccato.

Invece il cristiano è consapevole di essere “peccatore”, cioè di essere


malato nello spirito, di avere magari delle buone tendenze, ma di essere
molto fragile, facile a sbagliare, a far cose brutte e tristi, a procurare
dolore, a rovinare le cose belle.
Il cristiano dice: “Signore, aiutami Tu! Io ho il peccato, questa malattia
che mi ritrovo addosso, non so neanche come, ma vedo che non sono come
dovrei essere. Aiutami Tu a fare bene! Senza Te io faccio solo guai,
perfino quando cerco di far bene.”
Allora il nostro peccato diventa quello che ci fa stringere al Signore e Lui
ci abbraccia come se fossimo delle splendide persone senza peccato, con
ancora più amore, come una mamma che abbraccia il figliolo deforme.

Ammettere che c'è il peccato non ci fa diventare tristi e cupi, noiosi e


pedanti. Non ci fa schiavi dei “sensi di colpa”. Al contrario, ci libera dalla
menzogna e ci fa ritornare freschi e leggeri, quando ci affidiamo al
Signore. Ecco perché la confessione è uno dei più grandi doni che Dio ci
ha dato per guarirci.
Dio aveva fatto tutto perché la vita dell'uomo fosse una esperienza divina,
bella e pura come la natura, senza sofferenza ne' cattiveria, non meschina e
miserabile, ma gloriosa, buona e piena di gioia. Terminato il ciclo della
vita terrena, l'uomo sarebbe passato ad uno stadio superiore, maturo per
avere una più stretta relazione con Dio e quindi salire sempre più in
felicità.

Ma il nemico di Dio sapeva che poteva distruggere questo capolavoro che


era l'uomo, se l'avesse convinto a “mangiare il frutto”, cioè a fare certe
azioni che lo avrebbero rovinato nella mente e nel cuore, nel corpo e in
tutta la sua vita. Cominciò a fare dei discorsi molto sottili e seducenti,
disse che Dio aveva detto loro di non mangiare quel frutto perché voleva
che rimanessero sottoposti. Infine fece assaggiare ad Eva quel frutto, per
indurla a fare come lui diceva.

Dopo che Adamo ed Eva “mangiarono il frutto dell'albero della


conoscenza del bene e del male”, essi caddero in uno stato di spavento
terribile e provarono vergogna e rabbia.
Dio li cercò, ma loro fuggirono, perché si sentivano in colpa. Da allora
incominciò la storia di dolore dell'umanità ed ogni persona nacque
sfregiato nell'anima, ereditando il “peccato di origine”.

I nemici di Dio dicono un'altra orrenda bestemmia: “Vedi quanta


sofferenza, dove sei Tu?”, cioè dicono che Dio ha fatto il male. Ma Dio ha
fatto solo il bene. Il male lo hanno fatto le persone che hanno seguito il
Suo nemico, diventando come quel nemico e facendo ogni tipo di male.
Eppure Dio usa persino quel male cambiandolo in bene: lo usa come una
medicina amara per guarire i Suoi figli. Ad esempio, l'uomo è stato così
perverso da fare le guerre, i massacri di innocenti, di martiri, di povera
gente. Ma il sacrificio dei buoni viene raccolto da Dio per portarli alla
gloria del Cielo.

San Domenico Savio era un ragazzo, un bambino. Era a scuola da Don


Bosco e diceva: “La morte, ma non il peccato!” Morì bambino e ora è un
potentissimo santo, che dal Cielo compie miracoli incredibili e aiuta
specialmente le mamme in gravidanza.
4 – LA PREGHIERA. IMPARARE A PARLARE. IMPARARE A
LEGGERE.

I primi due, Adamo ed Eva, parlavano normalmente con Dio. Dio era la
loro gioia, e loro erano la gioia di Dio. Più che un padre con i figli.
Ma da quando fecero il peccato, non furono più capaci di parlare con Dio.
E anche tutti noi, che siamo venuti dopo, facciamo fatica a fare un discorso
sensato con Dio.
Molti di noi, quando siamo piccoli, non ci accorgiamo nemmeno che c'è
Dio.
Ma Dio, con tanto amore e speranza aspetta che diventiamo un po' grandi e
piano piano ci chiama ad abbracciarLo.
Infatti, Lui vuole farci forti per affrontare il mondo, che è pieno di male e
di pericoli.
Allora noi dobbiamo trovare dei momenti dove non siamo disturbati, dove
siamo in pace assoluta; magari in mezzo a un prato, o nella nostra
cameretta, oppure, se non c'è nessuno che disturba, in una chiesa, o in una
chiesetta. Allora stiamo lì un po'. Se ci viene qualcosa da dire a Dio, la
diciamo. Oppure può essere che Dio vuole dirci qualcosa. Di solito lo fa
mandandoci un pensiero. Per esempio, mentre stiamo in ascolto per sentire
se ci dice qualcosa, ci viene un pensiero: “è meglio andare dalla mamma e
consolarla, perché oggi era un po' triste”. Oppure, qualunque altra cosa: ad
esempio, se un compagno ci ha fatto un dispetto, ci viene un pensiero:
“bisogna perdonare, così non rimango arrabbiato e magari anche lui
capisce di non farlo più”.
A volte si rimane incantati un po' di tempo a parlare con Dio. Altre volte
c'è troppa confusione e siamo confusi, non sappiamo che cosa dire. Allora
possiamo usare le parole delle preghiere, perché sono sempre parole sante
e ci fanno star bene, perché parliamo con Dio. Dio sorride ed è felice,
perché comincia ad abbracciare la nostra anima. Anche se i nostri genitori
dovessero morire, ci sarà sempre Lui a guidarci e darci gioia, sempre di
più.
In chiesa, durante la Messa, si prega tutti insieme, a voce forte e chiara,
dicendo le preghiere.

Imparare a parlare:
In un manicomio ciascuno fa una cosa diversa: chi canta, chi se ne sta in
un angolo, chi parla da solo, chi balla. Al catechismo, tutti devono
partecipare a quello che si sta dicendo. Si parla uno alla volta. Quando uno
parla, tutti ascoltano con attenzione.

Imparare a leggere:
La differenza fra un ignorante e un sapiente è che l'ignorante non legge.
Bisogna, i primissimi tempi, farsi forza e leggere. Dedicare un certo
tempo, ad esempio 10 minuti, o mezz'ora, o di più e impegnarsi a leggere
un pezzo della Sacra Scrittura. O anche di un libro che ci piace.
Abituandosi a leggere, dopo un breve tempo non sarà più una fatica, verrà
naturale come guardare la televisione. Allora leggere sarà un profondo
piacere.
La televisione ti dice lei che cosa devi vedere, invece se leggi, sei tu che
scegli, e insieme a chi scrive, partecipi a costruire le cose che vengono
scritte.
Chi ha letto molto si riconosce subito, perché è diventato più profondo e ha
conosciuto più cose. Il suo spirito è più gradevole e interessante, non dice
sempre e solo quelle quattro cose, ma arricchisce ed allieta con tanti tesori
della sua mente.
Mentre chi è ignorante si vede anche nei modi, che sono più rozzi e spesso
violenti per cercare di esser qualcuno pur essendo ignorante.

Compito:
Imparare il Padre Nostro. Capendo che cosa vuol dire-
Leggere ogni giorno un pezzo della Bibbia.

5 – DIO PADRE, GESU', LO SPIRITO SANTO, LA MADONNA.

Essi sono la nostra Famiglia in Cielo. La Famiglia che rimane anche se


muoiono tutti gli altri.
Con il segno della croce, diciamo: “nel nome del Padre (Dio Creatore), del
Figlio (Gesù, seconda Persona della Trinità) e dello Spirito Santo”.
La Madre di Gesù è Maria Santissima, la Madonna. Lei è anche la nostra
Mamma del Cielo, la Mamma anche del nostro papà e della nostra
mamma, la Mamma di tutti.
La Madonna è dolcissima. Chi La incontra rimane senza fiato per la Sua
bontà.
Lei è anche forte ed è la Regina di tutti gli Angeli, del Cielo e della Terra.
Ma comanda con la dolcezza, e tutti sperano di poter fare qualcosa per Lei,
prima ancora che sia Lei a chiederlo.
Perfino Dio Padre, lo Spirito Santo e Gesù, fanno tutto ciò che la Madonna
chiede, che è sempre buono e santo; proprio come i papà fanno quello che
le mamme vogliono.
Così se chiediamo qualcosa alla Mamma del Cielo, siamo sicuri che che
saremo esauditi, proprio come quando chiediamo qualcosa alla mamma.
Se siamo tristi, la Madonna verrà sempre a consolarci, anche se non lo
meritiamo. Anche se delle cose sembrano impossibili, Lei trova sempre
una soluzione, perché ha la Sapienza di Dio ed è potentissima.
Se Lei vede che ci perdiamo, che ci allontaniamo da Dio perché diamo
ascolto alle cose che ci dicono gli altri, Lei piange. E fa di tutto per farci
capire le cose, ma se noi ci ribelliamo e vogliamo disubbidire, Le diamo
un grande dispiacere. Infatti Lei piange quasi sempre, perché le anime
cominciano a fare i peccati quando si diventa grandi. Però, se Le
ubbidiamo, se Le diciamo: “farò sempre come Tu vuoi, anche adesso farò
quello che Tu vuoi!”, allora Lei diventa rossa di gioia, ci accoglie presso di
Sè e ci sosterrà per tutta la vita.
Se noi andiamo da Dio, da Gesù, dallo Spirito Santo, dalla Mamma del
Cielo, se noi stiamo con Loro ubbidienti e pieni di amore, Loro ci
proteggono e ci guidano anche se non ce ne accorgiamo. Ma se noi Li
rifiutiamo, perché diamo ascolto agli altri, se noi disubbidiamo Loro, Li
abbandoniamo, Loro non ci costringono: piangono, ma non possono fare
quello che possiamo fare solo noi, cioè volerGli bene.
Compito: recitare il Gloria e l'Ave Maria.

6 – IL BENE E IL MALE, GLI ANGELI E I DIAVOLI, I DEFUNTI, LA


COMUNIONE DEI SANTI.
Chi convinse i nostri primi due antenati a fare il peccato fu uno, che era
stato creato da Dio come bellissimo angelo, ma che divenne Suo nemico.
Costui infatti pensò che tutta la sua intelligenza e bellezza fossero merito
suo e che non c'era motivo di onorare Dio: cominciò a odiare e diventò
sempre più brutto, fino a diventare il diavolo, sempre più cattivo e sempre
più nemico di Dio.
Altri angeli seguirono il suo esempio e divennero anch'essi diavoli: brutti,
cattivi, sempre agitati. Ma gli altri angeli continuarono ad amare Dio e Lo
difesero. I principali sono Michele, Gabriele, Raffaele e tantissimi altri.
Essi sono buonissimi, sapientissimi, sempre in lode e in adorazione di Dio,
infiammati d'amore per Lui.
Dio non ha distrutto i diavoli, perché nella Sua sapienza eterna sa usare in
bene anche la loro cattiveria. Però Dio è molto addolorato per la loro
ribellione e soprattutto se loro riescono a convincere le persone a fare il
male.
Infatti, quando noi cresciamo, incontriamo delle occasioni per fare il male.
Se lo facciamo, la nostra anima si rovina, diventa brutta, sporca, e noi,
invece di aprirci a Dio, ci chiudiamo sempre più in noi stessi e sempre più
facciamo il male, diventando odiosi e cattivi. La nostra anima sta sempre
più in compagnia dei diavoli, con cui parla continuamente, perché a volte
si presentano come divertenti, altre volte promettono grandi cose se li
ascoltiamo.
Il mondo, cioè tutti gli uomini, che vengono dai due primi, è caduto sotto il
potere di questo ex-angelo cattivo, chiamato Lucifero, o satana, o diavolo,
e dei suoi diavoli; perché li ascolta e fa i peccati; tranne alcuni che invece
dicono: “no, io non faccio questo peccato, perché voglio bene alla mamma
e al papà e non voglio dargli un dispiacere; perché voglio essere buono e
non cattivo”. Poi, quando comincia a parlare con Dio, non vuole fare i
peccati perchè vuole stare con Dio.
Infatti Dio, Gesù, lo Spirito Santo, la Madonna, San Giuseppe, sono
purissimi, dolci, belli e buonissimi e se uno Li ha conosciuti non vuole
cadere nella sporcizia che c'è in giro.
Se noi scegliamo di essere buoni, Dio ci aiuta e ci protegge con i Suoi
angeli, che ci assistono ad ogni passo. Così diventiamo sempre più buoni e
sempre più capiamo che cosa dobbiamo fare, perché la nostra mente
diventa più lucida.
Anche i nostri defunti ci aiutano: noi non li vediamo, ma loro ci vogliono
ancora più bene di quando erano sulla terra, e senza farsi accorgere ci
consigliano per il bene e ci circondano di amore. Anche noi possiamo
mandare a loro dei pensieri d'amore e delle preghiere a Dio per loro.
Quando finisce la nostra vita sulla terra, il nostro corpo torna terra, ma la
nostra anima rimane, anzi rimane molto più libera, eterna, senza i limiti
imposti dal corpo.
La nostra anima sarà buona se noi saremo stati buoni, sarà cattiva se noi
l'abbiamo lascita diventare cattiva, vivendo il peccato. Nel primo caso,
saremo circondati dagli angeli, dai nostri defunti buoni, la Madonna verrà
ad accoglierci, Dio, Gesù e lo Spirito Santo, con San Giuseppe e gli altri
santi, ci abbracceranno e inizierà una vita infinita, di bene e di gioia, per
sempre: il Paradiso.
Si dice “la nostra morte”, ma in realtà è l'inizio della nostra vera vita, dopo
che ci siamo penosamente formati sulla terra. Dovremmo dire: “la nostra
nascita”. Ed è verità.
Però, se abbiamo vissuto nel male, sempre rifiutando l'amore e i consigli di
Dio e dei buoni, sempre facendo il male credendoci in diritto di farlo, la
nostra anima sarà orrenda in mezzo a quelli con cui ha sempre voluto
stare: i diavoli e i cattivi. Quando lasciamo il corpo, non cambieremo idea,
anzi, sentendoci forti e liberi dal corpo, con più forza offenderemo l'amore
di Dio e lo respingeremo, oppure scapperemo perché non crederemo che
Egli ci può perdonare. E resteremo nell'inferno, che sarà molto peggio di
quello che ci siamo creato sulla terra: il luogo spaventoso, fatto proprio dai
diavoli e dagli uomini che hanno scelto di essere cattivi. Dovremmo
pregare perché nessuno ci vada. Ma purtroppo ci vanno in moltissimi. E il
mondo dice che non è vero che l'inferno c'è; o al massimo si fa un concetto
di come è, ma la realtà è diversa.
Gesù chiama “il mondo” tutto l'insieme degli uomini che non credono in
Dio e che non Lo seguono, anche se sono alleati fra loro e anche se sono
ricchi, potenti, se sono rispettati e stimati. Gesù dice anche che tutti questi
uomini, in pratica quelli che hanno il dominio sulla società terrena, sulla
politica, sulla finanza, sulla scienza, sulla scuola, che seguono criteri
pratici ma non Dio, cioè “il mondo”, è in mano a colui che Gesù chiama
“il capo di questo mondo”. Chi? Il capo di questo mondo, il principe del
mondo, è nient'altro che colui che spinse l'uomo a peccare, rovinandolo e
riducendolo in suo potere. Il diavolo. Ma come, tutte quelle persone ben
vestite, intelligenti, sane, sicure di se', che parlano alla televisione e
guidano imperi economici o anche solo insegnano nelle università, cioè in
apparenza persone normali, moderne, educate, in potere del diavolo? Certo
che è ridicolo se pensiamo che obbediscano a un caprone con le corna, ma
il diavolo non si presenta così, anzi non si presenta proprio. Agisce
nascosto nelle menti degli uomini che peccano e attraverso questi controlla
altri uomini. Insomma forma un sistema, molto ben organizzato ed
efficiente, compatto, tendente solo a una cosa: la distruzione sempre
peggiore dell'uomo e la negazione di Dio.
Il sistema controllato dal diavolo ridicolizza coloro che parlano
dell'inferno. Ma l'inferno c'è.
Infine c'è il purgatorio, dove stanno le persone che credono in Dio, ma
hanno bisogno di togliersi di dosso il male che hanno fatto.
Noi dobbiamo pregare per le anime che sono in Purgatorio, per aiutarle a
compiere il loro tempo di sofferenza, e dobbiamo pregare per i peccatori,
perché non vadano all'inferno, perché lì non c'è più niente da fare.
Dobbiamo quindi pregare il rosario e offrire delle penitenze.
Gesù e la Madonna amano moltissimo quelli che fanno ciò, specialmente i
bambini.

7 – LA FAMIGLIA.

La cosa più bella che Dio ha creato, non viene da tutti capita: è la famiglia.
Essa è bella perché è fatta da un papà e da una mamma. Lì c'è tutto il bello
della vita, da piccoli, da grandi, da vecchi. Il lavoro, il divertimento, le
imprese di vario tipo, hanno senso se c'è una famiglia, altrimenti sono
inutili e vuote. Vale di più il cuore di una mamma , di una sposa, di un
papà, di un nonno, di fratelli e sorelle, di qualsiasi cosa grande e sfarzosa.
Quando diventerete grandi, dovrete chiedere con forza e insistentemente a
Gesù di aiutarvi, per capire come non sbagliare e come fare bene riguardo
alla famiglia.
Sbagliare in questo significa sbagliare la cosa più importante, perché è la
cosa del cuore. E il cuore sta al centro. Al centro del nostro corpo, ma
anche di tutta la nostra vita.
Prima cosa da non sbagliare: non credere a quello che dice il mondo – cioè
la televisione, le persone a scuola, in palestra, ecc. - che si può fare una
famiglia, poi un'altra, poi un'altra ancora. Anche se lo si vede fare a
persone ricche e famose, è sbagliato. Non si deve pensare “sarò libero, farò
quello che voglio”, perché nel voler fare quello che si vuole non si riuscirà
a fare una famiglia, ma si farà tanto danno, dolore e distruzione in se stessi
e in altre persone.
Infatti, essere liberi non significa fare le cose come vengono, seguendo le
voglie del momento, come cavalli.
Bisogna invece usare la vita che ci è stata data come una preziosa Ferrari,
una macchina perfetta, delicata, difficilissima da guidare e pericolosa: se si
usa male, si fanno danni. Ma se la si usa bene conosceremo tutto il bene
che il Signore ha preparato per noi.
Alla fine della nostra vita, se non avremo saputo vivere quel bene che
potevamo vivere, con gli strumenti e le occasioni che il Signore ci dà,
avremo buttato via tutto il bene e ci troveremo con niente, dei poveri
disperati.
Bisogna fare ogni passo chiedendolo al Signore, chiedendo che ci dia
l'intelligenza per capire:
1- che cosa vogliamo;
2 – come possiamo realizzarlo: con chi, con che cosa, in che modo.
Se noi lo chiediamo al Signore, Lui ci guida e ci aiuta.
Il Signore ha preparato per ognuno di noi un “gioco” e ha preparato anche
gli strumenti, le persone adatte, i percorsi che si possono fare. Noi
dobbiamo scoprire tutto questo e man mano cominciare a vivere questo
stupendo gioco. Impareremo l'amore e la gioia del Signore, ma dobbiamo
stare molto attenti a seguire le Sue istruzioni. Quando sembra che nessuno
ci dica nulla, andiamo a cercarle queste istruzioni, stiamo attentissimi in
ascolto e preghiamo molto il Signore che ci guidi.
Ci sono delle istruzioni che sono per tutti, chiare e precise: i
comandamenti e le direttive della Chiesa. Bisogna seguirle attentamente.
Le istruzioni del Signore potrebbero, al primo momento, sembrarci strane,
o fastidiose; o anche sembrano andare contro la nostra vita e la nostra
gioia. Ma non dobbiamo gettarcele alle spalle senza nemmeno pensarci su.
Se sono date dal Signore significa che sono estremamente importanti e che
assolutamente vanno seguite e, prima possibile, anche capite.
Ai primi nostri antenati il Signore aveva detto: “Non mangiate di quel
frutto. Se ne mangerete, morirete.” Ma loro non hanno dato importanza a
questo molto serio avvertimento! Addirittura, aizzati dai discorsi del
diavolo, che sapeva come distruggerli, non credettero in Dio e Gli
disubbidirono!
Chi pensa che è meglio stare da soli perché si hanno meno fastidi, sbaglia
di grosso.
In realtà chi vuole fare poca fatica si troverà a vivere come un disgraziato,
sempre in miseria.
Mentre chi è generoso e dice: “mi impegnerò a fare e a dare, farò fatica,
ma raccoglierò anche; darò gioia ma riceverò anche gioia, insieme a dolori
e delusioni, non importa!” troverà che ha realizzato la cosa più bella che
Dio gli aveva preparato da realizzare.

8 – PRIMO, SECONDO E TERZO COMANDAMENTO.

PRIMO COMANDAMENTO. CHE COSA FARE?

Che cos'è la cosa più bella, la più importante?


Qualcuno istintivamente potrebbe rispondere: dipingere! Oppure
“giocare!”; “stare con la mamma e il papà!”; “stare con gli amici!”
Quante cose belle ci sono da fare, da vivere! Quando si diventa grandi, la
vita ci spinge a fare determinate cose: andare a scuola, lavorare,
partecipare alla vita sociale, eccetera.
Ma in tutte le cose che si vivono, da quando si comincia a ragionare, qual'è
l'esperienza più importante, quella per cui si fanno tutte le altre? Perché
non sono tutte uguali: ci sono quelle che si fanno perché c'è bisogno di
farle, come tenersi puliti, mangiare, dormire, ma non sono certo le più
importanti. E ce n'è una che è più importante delle altre, anzi che è quella
che dà senso e significato a tutte, ma proprio tutte le altre.
Quando si è piccoli, la si fa spontaneamente, senza parlarne. Poi, quando si
cresce, può diventare più grande, più chiara. Che cos'è?
E' amare il Signore.
Diventando grandi, si impara a fare le cose non per proprio vantaggio, non
per farsi lodare, non per diventare meglio degli altri, perché tutte queste
sono fumo, illusioni che si rivelano false e non portano nulla di buono. Si
impara a vivere, in tutto quello che si fa, per il Signore.
Dapprima sembra di non conoscerLo nemmeno, perché è misterioso e alto
come le nubi del cielo e Lo dobbiamo avvicinare con immenso rispetto e
con tutto il nostro cuore. Man mano, se non facciamo peccati e se
continuiamo a cercarLo e ad amarLo, cresceremo nella conoscenza di Lui.
Chi vuole veramente riuscire nella vita, non può farlo senza la Sua guida e
correndo dietro ad altre cose che sono inferiori al Signore. Se qualcuno fa
dei soldi il suo dio, non pensa nemmeno al Signore e finirà, magari pieno
di soldi, ma miserabile nel cuore. Perché senza Dio il cuore diventa pietra.
Qualcun'altro rende “dio” il lavoro, la sua posizione nella società, oppure
l'arte, la scienza: tutte cose importanti, che sono state create dal Signore
per la nostra vita, ma che non possono diventare il nostro Dio. Se facciamo
questo, le cose stesse perdono ogni sapore e significato, diventano aride e
vuote e così diventiamo noi.
Il primo comandamento dice proprio questo: “Ascolta: Amerai il Signore
Dio tuo con tutto te stesso, con tutta la tua forza, con tutto il tuo cuore;
non avrai altro dio all'infuori di Me”.
Ma per realizzare il primo comandamento nella propria vita, come può Dio
diventare il cuore e il faro della nostra esistenza, se non sappiamo
nemmeno bene Chi è, dov'è, come parlarGli, come trovarLo. Appena
cominciamo a ragionare, dobbiamo iniziare a pregare. Con serietà, con
impegno, con costanza. Fino a scoprire, gradualmente perchè nessuno
resisterebbe a una improvvisa rivelazione, che Dio è il nostro più grande
Amore. Questo è il continuo, accorato appello che ci rivolge la nostra
Mamma Celeste: “pregate, pregate, pregate!”
Il bambino, crescendo, non deve pervertire il suo cuore nel dare ad altre
cose un culto che è dovuto solo al suo Dio, anche se così facendo dovesse
guadagnarsi la lode del mondo, che è il primo ad essere pervertito
preferendo mucchi di altre cose a Dio.

SECONDO COMANDAMENTO.

Con il primo comandamento, il Signore ci dice che la prima e più


importante cosa per noi è di ascoltarLo e di amarLo.
Con il secondo comandamento ci dice: “Però fallo davvero! Non dire
invano il Mio Nome”.
Non è che Dio non vuole che pronunciamo il Suo nome, anzi è contento di
sentircelo dire, ma deve essere con tutto il nostro cuore. Chiamare Dio
distrattamente, pensando alle nostre cose, è un'offesa in risposta al Suo
amore.
Anche di fronte agli altri, è meglio che non parliamo tanto di religione, ma
che ci comportiamo in modo da vivere l'amore che Gli abbiamo promesso.
Altrimenti ci meritiamo il titolo di “ipocriti” che Gesù dava ai religiosi del
Suo tempo, i quali lo erano a parole e non nel loro cuore e nelle loro
azioni.

TERZO COMANDAMENTO.

Non basta il proposito vago di amare il Signore. Bisogna dedicare del


tempo a questo scopo.
Se andiamo da un amico e non gli dedichiamo quel minimo di tempo per
farsi ascoltare, per parlare, per conoscerlo, insomma per stare con lui, è
come se non ci andiamo nemmeno, è una delusione.
Abbiamo bisogno di un giorno che sia totalmente per il Signore, dalla
mattina alla sera. Perché la nostra mente, distratta da mille cose, non riesce
nemmeno a capire Chi sia il Signore, se non ci dedichiamo a Lui fin dal
risveglio.
Possiamo farlo in casa o in mezzo alla natura, in famiglia o da soli, ma
dobbiamo avere la dolcezza di considerarci non degli animali, ma dei figli
di Dio che stanno un giorno con la Fonte del loro cuore per riposarsi e
ricaricarsi.
Santificando la Festa del Signore facciamo l'atto concreto di amore verso
di Lui, primo atto da cui provengono gli altri, durante la settimana.

9 – QUARTO COMANDAMENTO.

Anche quando i genitori ci fanno fare delle cose che non ci piacciono, la
prima e più importante cosa per un bambino è di essere obbedienti e buoni
con i genitori. Da questo dipenderà la vita del futuro uomo o donna.
Quando il bambino cresce e non ha più così bisogno dei genitori, non deve
pensare a se' e basta, ma prendersi cura dei genitori. Fin da quando è un
ragazzino, deve imparare a servirli, aiutarli, circondarli di amore e rispetto.
Questa è la colonna per una vita buona.

10 – QUINTO COMANDAMENTO.

Uccidere è anche con il pensiero. Anzi il pensiero è già cattivo come l'atto.
Non possiamo assolutamente fare alcun pensiero cattivo verso gli altri.
Magari possiamo, con il nostro pensiero, renderci conto degli sbagli che
fanno gli altri, ma mai fare del male agli altri con il pensiero.
Uccidendo gli altri, non ce ne accorgiamo, ma uccidiamo noi stessi per
primi: l'anima, da bella e felice, diventa orribile e odiosa.
Lottiamo, sempre e per tutta la nostra vita, per vietare al nostro pensiero di
fare del male. Gesù ci ha insegnato che ad ogni cosa malvagia che ci viene
fatta, dobbiamo rispondere con qualcosa di buono. RicordiamoLo che,
mentre lo deridevano e insultavano, lui straziato sulla croce, e deridevano
e insultavano Sua madre, diceva “Padre, perdonali!”
E ciò dobbiamo farlo in primo luogo con il pensiero. Poi anche con degli
atti.

11 - SESTO COMANDAMENTO.

Quando i bambini crescono, i grandi, magari senza accorgersene, oppure


tramite la televisione o dei semplici cartelli pubblicitari, danno ai bambini
un esempio che non dovrebbero dare.
La pura famiglia, luogo di paradiso, potrebbe venire minacciata da discorsi
e comportamenti che sono contro il bene, la purezza, la gioia.
Un bambino, turbato da tali esempi, potrebbe essere tentato di fare così
anche lui, sembrandogli qualcosa di molto desiderabile.
Ma è un frutto avvelenato.
San Domenico Savio era un ragazzino quando diceva: “meglio morire che
fare peccato”. E aveva assolutamente ragione.
Le persone non capiscono e dicono: “ma che cosa c'è di male?”
Che cosa c'è? C'è che quello è il canale attraverso il quale verranno tutti gli
altri mali.
Dio ha detto: “Se lo mangi, sicuramente ne morirai”.
L'ha detto Dio. L'ha detto Gesù, Parola di Dio. Ma noi a volte stentiamo a
crederci e lo prendiamo alla leggera. “Tutti fanno così! Non siamo mica
nel medio evo, siamo moderni!” Non capiamo che cosa ci sia di male.
Ma dobbiamo avere fiducia in Dio: se ci dice che è male, dobbiamo
crederGli. Poi capiremo, quando saremo cresciuti e avremo visto le
distruzioni e i disastri che conseguono a questo peccato, che a noi
sembrava “niente di male”; quando avremo visto che esso ha distrutto
proprio ciò che è più prezioso: il cuore, l'amore, l'integrità dell'anima.
Se ci saremo mantenuti fedeli, potremo ringraziare il Signore per averci
preservato nella Sua via.
Se invece avremo fatto di testa nostra, arriverà un momento in cui ci
renderemo conto, magari tardi nella vita. Ma è meglio non arrivare a quel
punto e obbedire prima, con fede e con determinazione, al Signore,
seguendo il nostro buon intuito.

12 – SETTIMO COMANDAMENTO.

Quelli che rubano hanno un viso bruttissimo. Così l'hanno reso, perché
hanno tolto lo sguardo da Dio Padre, che provvede con amore a tutti. La
loro anima è vuota e buia, hanno in mente solo dei calcoli.
Essi fanno violenza ai derubati, che soffrono per questo atto di mancanza
d'amore.
E non ci guadagnano niente, perché chi ruba rimane povero, anzi precipita
in miseria, lui e i suoi discendenti.
Invece coloro che lavorano per il bene degli altri, prosperano e sono
benedetti da Dio, creano gioia e bene, e anche se muoiono poveri sono
felici e ringraziano Dio.
13 – OTTAVO COMANDAMENTO: NON MENTIRE.

Quando un bambino arriva all'età della ragione, comincia a capire che deve
adeguarsi a certi pensieri, altrimenti viene scartato. Allora comincia a dire
e a fare delle cose che di per se' non farebbe, perché non vengono da ciò
che lui sente.
Qui sta la differenza fra il bambino e l'adulto: i bambini fra loro non si
annoiano e parlano con spontaneità, dicendo cose interessanti perché
provenienti dalla loro anima che, creata da Dio, è inesauribile e creativa.
L'adulto invece dice e fa “ciò che conviene” e infatti è tanto più apprezzato
quanto più il suo comportamento è appropriato e condiviso.
Tale mutamento però ha un prezzo: il bambino impara a negare ciò che
pensa, che sente. Nel profondo, ignoto a lui stesso, pensa una cosa; fuori
ne dice un'altra, più consona al pensare comune. Ossia mente.
La pesantezza che si sente nell'animo degli adulti è in gran parte dovuta a
questa insincerità, inconsapevole e indefinita, ma presente in tutti gli atti e
i pensieri. Essa è tanto maggiore quanto più l'individuo è “inquadrato”
negli schemi mentali del suo ambiente.
I bambini dovrebbero essere resi consapevoli di questo meccanismo,
affinché possano affrontarlo con una certa indipendenza, che faccia loro
riconoscere i limiti fra un sano adeguamento e una interiore negazione del
proprio sentimento, ossia a un'interiore menzogna.
Infatti la menzogna interiore, profonda, è quella che più sconcerta nelle
persone e che fa dubitare della loro possibilità di redenzione.
Bambini, sappiate che se dite una data cosa vi mettete contro il professore,
per cui magari è meglio non dirla; però sappiate anche con chiarezza
quello che voi pensate, non confondete il pensiero degli altri con il vostro.
Sappiate sempre che cosa voi sentite nel cuore, altrimenti perderete la
capacità di ascoltarlo il vostro cuore, la vostra anima. Poi magari, in modo
opportuno, potrete anche esprimere ciò che sentite, ma l'importante è che
rimaniate fedeli alla voce dell'anima vostra.
I sentimenti che Dio vi ha messi nell'anima non devono essere calpestati,
ma tenuti vivi.
Rimanete sinceri e non diventate falsi. Essere sinceri non significa dire a
tutti quello che si pensa. Tanto meno usare un linguaggio rozzo e violento,
perchè sembra quello di una persona schietta.
La falsità impedisce l'amicizia e il vero affetto fra le persone. Infatti,
vedete ben pochi adulti che si vogliono bene. La falsità impedisce ai veri
sentimenti di uscire, quelli che sarebbe bello vedere perché sono quelli
dell'anima creata da Dio e che ci toccano il cuore, ci interessano, mentre
quelli falsi, anche se sono lodati dai grandi, non dicono niente e sono
noiosi.
Sincerità: a scuola, nel lavoro quando sarete grandi, con gli amici.
Magari per un certo anche valido motivo, nascondete qualcosa, o dite una
cosa per un'altra. Si può essere riservati, non c'è bisogno che diciamo tutto
a tutti. Gesù dice: “Dite sì, sì; no, no”.
Imparate a dire la verità anche quando costa. Al momento è difficile
affrontare delle persone che, se diciamo la verità, ci sgridano e ci
accusano. Ma dicendo la verità ci rendiamo liberi. Anche se ci sgridano e
continuano e continuano, non possono andare avanti più di tanto. E noi
abbiamo detto la verità e da lì andiamo oltre, da liberi padroni e non da
accusati.
La persona sincera si riconosce al primo sguardo. E' inutile fare tanti
discorsi per presentarsi bene: chi è sincero si vede subito.
Siate sinceri e onesti anche nelle piccole cose: perché perdere la faccia per
una stupidaggine? Chi si abitua ad essere onesto in ogni cosa, lo sarà
anche in situazioni difficili.
Le persone si rendono schiave con delle bugie. Buttatele tutte all'aria e se
ne scovate qualcuna, buttate via anche quella e tornate persone libere.

14 – NONO E DECIMO COMANDAMENTO.

Non roviniamoci la vita guardando nel piatto degli altri. Mangiamo il


nostro, tanto o poco che sia, che è ciò che ci dà il Signore perché ha i Suoi
motivi. Non vogliamo essere come questo o quello: ciò che appare al di
fuori può essere solo un'apparenza, mentre ognuno ha la sua vita e quella
deve guardare. Quella Dio gli dà perché la coltivi e la ami. Ad alcuni dà un
campo grande, ad altri lo dà piccolo, ciò che conta è come lo coltiviamo.
Nella parabola dei talenti, c'è uno che resta fermo perché ha paura di non
fare abbastanza bene. Ma il re che gli aveva dato i talenti lo maledice e a
ragione: di vita ce n'è una sola, non possiamo starcene fermi perché non
siamo intelligenti come Tizio o ricchi come Caio. La vita è un dono:
vivila!
15 - I SACRAMENTI

1 IL BATTESIMO

Con questo Sacramento, il Signore, grazie al Suo Sacrificio, ci toglie dal


potere del male e ci mette dalla Sua parte.
Il Battesimo ci libera dal peccato originale. Siamo ancora soggetti a
sbagliare, ma viene rimossa dalla nostra anima la radice del male, cioè la
nostra appartenenza al nemico di Dio.
Dopo il battesimo, non siamo forti e potenti come erano Adamo ed Eva
prima di peccare, al contrario siamo come dei convalescenti, che hanno
avuto una grave malattia e stentano in tutto. Gesù ha promesso che non ci
avrebbe lasciati soli e che ci avrebbe seguito passo passo, ma molti
Cristiani non riescono ad essere coerenti e a prendere sul serio questa
promessa.
Quindi il Battesimo è la base per vivere da Cristiani, ma non ne è la
garanzia: tocca a noi mettere in pratica gli aiuti che il Signore ci dà, non
siamo buoni e santi automaticamente solo perchè siamo stati battezzati.
Comunque il battesimo è un dono infinitamente grande. Padre Pio era
terribilmente dispiaciuto di essere stato battezzato alcune ore dopo la sua
nascita (perchè sua madre non aveva potuto farlo subito) e diceva: “tutte
quelle ore sotto il potere del demonio!” Questo per dire quale enorme dono
sia essere liberati dal potere del nemico di Dio, dono che Dio stesso ha
pagato con tremendo prezzo di Sangue.
Quando veniamo battezzati siamo piccoli e non abbiamo gli strumenti
mentali per capire che cosa ci viene dato. Non è detto però che le nostre
anime, anche in condizioni non razionali, non abbiano una loro
autocoscienza e volontà: siamo a volte troppo legati alle cose più visibili
per capire come avvengono quelle profonde. Dobbiamo quindi rispettare e
festeggiare i battezzati, anche se sembrano troppo piccoli per capire. E il
battesimo dato da Gesù ha lo stesso valore tanto per un neonato quanto per
un adulto.

2 LA CONFESSIONE
Quando abbiamo fatto qualcosa di brutto e di sbagliato e ci rendiamo conto
dei danni, agli altri e a noi stessi; quando il solo ricordo di ciò che
abbiamo fatto ci fa stare male e ci angoscia, può venire un amico e dirci di
non preoccuparci e di andare avanti; eppure non riesce a togliere
quell'errore, quel peccato, ne' dalla realtà ne' dal nostro cuore, che continua
ad essere cupo ed agitato, anche se ci mostriamo baldanzosi.
Spesso ci sentiamo cupi ed agitati anche se non abbiamo grossi sbagli, ma
la somma di tante piccole brutte cose, che nemmeno ricordiamo o ci sono
chiare, ottiene lo stesso effetto. E da chi andiamo? Se il male dipende da
noi, come facciamo?
Dio è il solo che venendoci vicino può spazzare via tutto il male, Egli è
onnipotente, può risolvere tutto, azzerare tutto; ha solo bisogno che noi
Glielo chiediamo, che crediamo in Lui.
Il sacerdote è un uomo, ma quando confessa non è più solo un uomo, è il
canale attraverso cui Dio comunica con il peccatore. Quando il sacerdote
assolve, è Dio che assolve e libera il Suo figliolo che Gli si è rivolto. E lo
si sente, è una vera liberazione che si sente, non è paragonabile alle
relative consolazioni che possono dare gli amici. E' semplicemente, senza
nessuna complicazione mistica o dottrinale, lo stato di grazia. Il Signore è
semplice, non ci vuole in estasi continua, ma la Sua grazia è evidente
quando scende e ci lava.

3 LA COMUNIONE

Potete immaginare qualcosa di più dolce, di più pazzescamente


innamorato, di farsi mangiare da chi si ama?
Eppure questa è una delle grandi pazzie di Dio.
Con infinito rispetto e amore avviciniamoci a questo Sacramento, a questo
Atto, stiamo molto attenti a non essere sbadati, perchè Gesù non lo è, al
contrario aspetta con la massima speranza l'attenzione e l'amore delle
creature, la nostra risposta al Suo atto d'amore.

4 LA CRESIMA

La Cresima vuol dire “diventare grandi”. Finora Dio ci ha portati sulle


Sue braccia per farci vivere le esperienze a noi necessarie; ma ora ci
chiede: “tu che cosa vuoi fare?”
Un cresimato è uno che dice: “io voglio stare dalla Tua parte. Sono in
grado di valutare e di decidere. Devo decidere, perchè finchè esiste il Tuo
nemico, siamo in guerra e io devo combattere. Se resto nel mezzo, non
sono nel mezzo, ma faccio parte del nemico.”
L'olio è quello che si usava per ungere i re o i comandanti di un esercito
che andava in guerra, ed è segno di prosperità, gioia, salute, forza, agilità,
fortuna. Ecco perchè il Vescovo segna con l'olio (e Cresima deriva da
crisma, olio). Samuele, l'antico sacerdote tanto caro al Signore, designò
Davide re di Israele, mentre era ancora un ragazzino, ungendolo con l'olio.
Se quello che era un bimbo ora è pronto a combattere, ha bisogno di aiuto.
Questo aiuto è lo Spirito Santo. Gesù ha promesso che ce lo avrebbe
mandato, però noi lo dobbiamo richiedere, desiderare. Gli Apostoli lo
hanno fatto per quaranta giorni, chiusi nel Cenacolo perchè la gente li
voleva uccidere, pregando sotto la guida di Maria Madre di Gesù. E alla
fine, il giorno di Pentecoste, lo Spirito Santo venne in maniera eclatante e
prodigiosa, avvertita da tutta la città e gli Apostoli, presi da coraggio
travolgente, uscirono a parlare alle persone che li ascoltarono sbalorditi.
Lo Spirito Santo è la Terza Persona della Trinità, cioè di Dio. Nel Credo
diciamo che “lo Spirito Santo è il Signore e dà la vita, procede dal Padre e
dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per
mezzo dei profeti”. Sono cose che noi non comprendiamo bene, ma non
importa: l'importante è che noi viviamo con lo Spirito Santo, che è lo
stesso Spirito di Gesù, e la nostra vita si trasfigurerà.
Anche solo canticchiare al mattino la sequenza dello Spirito Santo, in
maniera per noi misteriosa ci metterà di umore allegro e leggero, ci
accompagnerà aiutandoci anche se al momento non ce ne accorgiamo.
Vieni Santo Spirito, ed emetti celito, di tua luce raggio; vieni padre dei
poveri, vieni datore di doni, vieni lume dei cuori. Consolatore ottimo,
dolce ospite dell'anima, dolce refrigerio; in fatica riposo, in calura
temperie, in pianto dolcezza. O luce beatissima, riempi l'intimo dei cuori
dei tuoi fedeli! Senza il tuo potere, niente è nell'uomo, niente non nocivo!
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che è ferito! Fletti
ciò che è rigido, scalda ciò che è freddo, reggi ciò che devia! Dà ai tuoi
fedeli, in te confidenti, il sacro settenario! Dà di virtù il merito, dà
salutare uscita, dà perenne gaudio, Amen! Alleluja!
Avere ricevuto la Cresima, cioè l'avere offerto le nostre azioni perchè siano
condotte dal Volere Divino, ci ha messo in condizione di richiamare in noi
lo Spirito Santo, misterioso e vivamente presente e attivo!
Il peccato.
Quando si diventa grandi, si incontra il peccato. Domenico Savio, che
morì giovanissimo, diceva: “meglio la morte che il peccato” e aveva
assolutamente ragione.
Solo la Chiesa parla di peccato, in base all'insegnamento di Gesù. Il resto
dell'umanità non sa che cos'è; sa che si possono fare errori, ma considera
il concetto di peccato come appartenente a un mondo superato e buio.
Invece purtroppo il peccato esiste e non è semplicemente un errore, come
sbagliare strada. Esso è un atto davvero brutto, pesante, pauroso,
opprimente e deprimente, che rovina non tanto un bene pratico, ma lo
spirito. Più uno pecca contro le leggi divine (che sono anche quelle
naturali), più si carica di esperienze brutte e vuote che lo segnano
definendone il carattere e perfino il volto. Il proprio mondo mentale
diventa popolato di realtà ansiose, che ricalcano quelle commesse; il
proprio stato d'animo si cronicizza teso, impaurito, irritato e odiando si
diventa odiosi, perfino a se stessi.
E non ci si accorge del proprio stato, si crede di essere nella norma; anche
perchè molti orrendi peccati contro Dio e contro l'uomo passano per
comportamenti normali e corretti.
L'intelligenza si deforma e non si è più in grado di discernere
correttamente.
Ogni tanto, il peccatore si accorge che ha devastato se stesso e i suoi
affetti. A volte precipita nel panico, spesso va avanti facendo finta di
niente.
Se invece, rendendosi che non ha via di uscita, ne' in questa ne' nell'altra
vita, si rivolge a Dio per essere aiutato, se è sincero e ha veramene capito
la situazione, cioè se è pentito, Dio lo aiuta, lo lava, lo guarisce, con fatica
inizia a riportarlo al suo stato naturale.
Ma quanto male!
Alla fine della vita, che poteva essere meravigliosa, ci si accorge di averla
sprecata.

5 L'ORDINE

6 IL MATRIMONIO
7 L'UNZIONE DEGLI INFERMI

16 -LE VIRTU' TEOLOGALI

Sono le virtù che distinguono i Cristiani e anche i fedeli del passato


(profeti, patriarchi, persone giuste). Le virtù teologali sono le virtù che
riguardano il nostro atteggiamento intimo (teologali significa “di Dio”),
quindi le nostre scelte vitali di base :

1 Fede: fede in Dio, fiducia in Lui, nel bene Suo, della Sua Volontà;

2 Speranza: avere aspettative di bene;

3 Carità: avere amore: per Dio, per gli altri, per il Creato, per noi stessi.
La carità (l'amore) è la più importante, ma la prima è la fede: se non c'è la
fede in Dio, non ci sono neppure la speranza e la carità.

17 - LE 4 VIRTU' CARDINALI

Sono le virtù “cardine” del carattere, che determinano il comportamento:

1 Prudenza o cautela; nel giudicare gli altri, nel parlare e nell'agire, nel
prendere delle decisioni;

2 Giustizia il senso di giustizia, a prescindere da tutto (convenienza,


opportunità, abitudini, tradizioni, autorità costituita, modo di pensare
comune);

3 Fortezza cioè coraggio, fermezza, coerenza; anche di fronte a chi


apparentemente è più forte;

4 Temperanza cioè smussare i propri comportamenti, le proprie opinioni, le


proprie decisioni, rispetto agli altri.
18 - I SETTE DONI DELLO SPIRITO

Sono i doni che vengono dati a chi vive nello Spirito Santo, cioè nella
Volontà divina e nello spirito di Gesù e che arricchiscono il loro carattere,
rendendo bella e potente la loro persona:

1 Consiglio: chiedere consiglio prima di agire;

2 Fortezza: saldezza e coerenza, coraggio di fronte al male;

3 Intelletto: intelligenza. Capacità di penetrare il significato delle cose;

4 Pietà (dal latino “pietas”, che significa “amore per i genitori”): amore
per chi viene prima di noi;

5 Sapienza: conoscenza delle cose profonde;

6 Scienza: conoscenza delle cose del Creato;

7 Timor di Dio: rispetto profondissimo di fronte alla Sua infinità; timore


di offendere la Sua delicata infinita bontà.

19 - I SETTE PECCATI CAPITALI

Sono le abitudini che si acquisiscono quando viviamo senza Dio, seguendo


la nostra volontà anziché la Sua e che rendono la nostra anima, il nostro
carattere, la nostra persona, brutta e malvagia, povera e infelice:

1 Superbia: è il dare importanza alla propria persona, non accorgendosi di


chi ci sta intorno e di Chi ci sta sopra, fino alla follia di credersi meglio e
addirittura a cercare di sottomettere gli altri. Questo peccato fu commesso
per la prima volta dall'arcangelo Lucifero, il più bello e intelligente fra gli
angeli, che pure fece una incredibile pazzia, perchè si oppose a Dio e tentò
di farGli ogni danno, diventando il diavolo. Perciò il peccato di superbia è
all'origine di ogni male.
2 Ira: è la reazione al male che si pensa di ricevere e il desiderio di
rispondere con altro male;

3 Avarizia: sembra quasi una virtù, perchè si risparmia, e in molti ambienti


è addirittura considerata con rispetto, perchè associata alla ricchezza
materiale e per l'austerità di vita ostentata dalla persona avara. Invece è
forse il più odioso dei vizi, quello che nessuno riesce a perdonare e che
nemmeno Dio, nelle parabole di Gesù, tratta con condiscendenza; perchè
è il vizio della negazione del bene agli altri, in pratica è il fare del male
agli altri senza fare fatica e senza sembrare in colpa. Il negare di donare
ciò che ci è stato donato, dicendo che non ci è stato donato ma che ce lo
siamo guadagnato, che è nostro ed è giusto che rimanga nostro, sembra un
ragionamento giusto ma non lo è. Perchè tutto ciò che abbiamo ci è stato
regalato e un regalo è stata anche la possibilità di guadagnarlo, infine un
regalo è anche la possibilità di donarlo, anche solo in parte, per il bisogno
di altri. Questo anzi, la gioia di donare a chi ha bisogno, è proprio il regalo
più grande che il Signore ci dà. Ed è un dono che si moltiplica, che porta
il sorriso di Dio ad espandersi a macchia d'olio fra le persone.
A causa dell'avarizia possiamo uccidere un nostro fratello, nel silenzio e
con l'apparenza di essere nel giusto.
Sicuramente, con l'avarizia dei sentimenti, col non essere capaci di dire
una parola di consolazione o di perdono a nostra moglie o a un nostro
amico, col non essere capaci di dare noi stessi agli altri, magari rischiando
di esporci e di essere maltrattati, ci farà diventare come quel servo che,
invece di far girare i talenti che il padrone gli aveva dato li va a mettere
sotto terra, al quale il padrone dirà: “Vattene, servo pigro e malvagio!”
Anche il negare la propria parola agli altri, per non esporsi e per non
affrontare le fatiche del dialogo, è un atto di avarizia. Uno dei peggiori,
perchè riguarda la vita quotiodiana, il bene concreto che possiamo darci a
vicenda e non quello lontano e tutto sommato poco costoso della
beneficienza ai Paesi africani.
Per non fare fatica, l'avaro finisce ad essere solo. Invece di godere la vita
la spreca.
Quindi, diamo, diamo, stiamo sempre attenti se stiamo dando qualcosa agli
altri e anche a Dio. A volte anche solo un buono sguardo, un pensiero
positivo, un piccolo atto gentile o affettuoso, una buona parola.
Se qualcuno ci chiede l'elemosina, smettiamola con discorsi tipo “questo lo
fa per mestiere, non è vero che ha bisogno”, diamo quei 50 centesimi o
quell'euro e facciamola finita, che in realtà non abbiamo dato niente. E
anche una elemosina così piccola può diventare l'inizio di un grande bene.
Chi dà riceve, più si dà più si riceve. Chi è generoso diventa attivo e
potente, spesso diventa un grande banchiere o un industriale, uno che dà
lavoro a tanta gente. Chi accumula per paura di rimanere senza, sta
limitando se stesso e di quei beni accumulati non saprà che farne.

4 Invidia: è lo star male vedendo il bene di un altro. Dovremmo capire


che il bene che capita a un altro a noi non fa male, anzi può portarci del
bene. Impariamo a gioire sempre quando a qualcun'altro, anche a un nostro
nemico, succede qualcosa di buono.

5 Gola: è l'avidità, per il cibo e per altri beni. Non serve a niente che ci
appropriamo di sempre più grandi quantità di ricchezze: la felicità non si
ottiene così.

6 Accidia: questa parola deriva dal greco antico e significa “disinteresse


per le cose di Dio”.

7 Lussuria: questo vizio riguarda gli adulti e fa molto danno all'anima,


anche se nei tempi moderni si è cercato di negarlo.

20 - LE ALTRE RELIGIONI

In Abramo e nei suoi discendenti, gli Ebrei, Dio ha trovato chi Lo ha


ascoltato, il popolo in cui, dopo duemila anni, è nato Gesù.
Il Cristianesimo viene direttamente dall'Ebraismo. Noi preghiamo con gli
stessi salmi (composti principalmente da Davide), solo che non abbiamo
più le numerose norme che regolano la vita dei credenti ebrei e invece
abbiamo la presenza di Gesù,
L'Islam è sorto 650 anni dopo Cristo, fondato da Maometto. E' diverso in
molte cose dall'Ebraismo e dal Cristianesimo.
Il Buddhismo, l'Induismo, lo Zen, le grandi religioni orientali sono un
tesoro antico e una fonte di ispirazione profonda per noi occidentali.
Ci sono poi moltissime religioni, perchè Dio non ha lasciato solo nessuno
e anche nel luogo più sperduto si è fatto sentire, ad ognuno come poteva
essere capito. Spesso in mezzo agli uomini delle foreste si trovano
persone molto migliori di certi Cristiani che lo sono solo di nome e non di
fatto. Tutti appartengono alla famiglia di Dio, che ama tutti infinitamente.
Spesso, quando dei popoli lontani conoscono Gesù, sono pieni di gioia,
perchè capiscono il grande dono che Dio ha fatto agli uomini.
Anche noi dobbiamo essere consapevoli della grande differenza fra la vita
senza Dio, fatta di supermercati, di suv, di telefonini, di sport, di cinema,
cioè di niente, e la vita piena e gioiosa con Gesù. Dobbiamo sempre
ringraziarLo che ci salva da una vita infernale e ci fa vivere degnamente.

I Cristiani non cattolici

Spesso un membro della Chiesa ha pensato che la Dottrina della Chiesa era
sbagliata in qualche punto e ha così fondato una diversa religione. Ciò ha
causato un immenso strazio a Gesù e molti danni agli uomini, al loro
spirito e successivamente al loro modo di pensare e di vivere. Intere
popolazioni si sono private dei benefici che Gesù ha dato alla Chiesa, così
che lo Spirito si è impoverito o spento, diventando la loro realtà simile a
quella pagana.

Gli Ebrei

Dobbiamo profondo rispetto a questi nostri fratelli maggiori, i primi che


hanno riconosciuto la voce di Dio, da Abramo ai suoi discendenti. Dotati
di acuta intelligenza, hanno spesso sbagliato, attirandosi il rimprovero e il
castigo di Dio, che li ha curati come i figli più vicini.
Moltissimi fra loro hanno vissuto e anche versato il sangue per amore del
Signore, mentre gli altri popoli non sapevano nemmeno della Sua
esistenza.
Gli Ebrei sono stati i primi Cristiani (fra cui gli amici e i parenti di Gesù:
cugini, zii, la Madre). Non pochi, ma un intero popolo, che si è sparso da
Israele per testimoniare del Messia in tutto il mondo, subendo il martirio.
Le nostre preghiere, recitate dai monaci e dai consacrati, sono ancora
basate su quelle ebraiche, i salmi, composti dal re-guerriero-musicista-
poeta Davide. Gesù stesso li usava in pubblico e ne urlò uno sulla croce:
“Mio Dio Mio Dio perchè mi hai abbandonato?”
Chi ha la fortuna di incontrare un vero ebreo potrà ricevere la sua
profondità, l'intensità dei colori del suo spirito e forse capirà meglio che
cosa significa essere Cristiani.

21 - CONCLUSIONI

Con il sacramento della S. Cresima si è confermati Cristiani. Essere


Cristiani significa combattere in noi stessi i vizi capitali e fare azioni
secondo le virtù teologali e cardinali e i doni dello Spirito Santo.
Un Cristiano può essere peggiore di un non cristiano se non vive il
cristianesimo coerentemente, ma nel complesso l'umanità che è stata
raggiunta dal dono di Dio fatto Uomo, cioè il Cristianesimo, è una umanità
che tutti invidiano perchè ci si vive meglio. Poi dipende da ciascun
individuo essere un vero Cristiano o no. In sintesi, che cosa significa
essere Cristiani? Vuol dire:
 vivere il Primo Comandamento, cioè amare Dio;
 essere disposti a sacrificarsi;
 perdonare.

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