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ANALISI DEL DISCORSO

Analisi del discorso (AD) è una etichetta che, a partire dalla seconda
metà del secolo scorso, è stata utilizzata per descrivere una pluralità di
approcci e metodi allo studio della lingua in uso
ANALISI DEL DISCORSO
Conversazione  interazioni parlate tra due o più individui (oggetto di
studio AC)

Discorso  forme comunicative, scritte e parlate, monologiche e


dialogiche.

Alcuni approcci analitico-discorsivi di matrice linguistica e psicologica


hanno interesse peculiare nei confronti delle conversazioni di parlato
spontaneo  difficile tracciare una netta linea di confine tra AC e AD
AC - AD

Similarità Differenze
Estensione dei corpora
Comuni interessi di ricerca
AD  bigger is not necessarily better

Uniformità operativa (raccolta e


trascrizione corpora)
DIVERSI APPROCCI ALL’AD
Sociologia della
scienza
Approccio socio-
culturale
Approccio

AD
linguistico
Psicologia
discorsiva
Analisi Critica del
Discorso
Sociologia della scienza
Sociologi della scienza Gilbert e Mulkay (1984) usano etichetta Analisi del
Discorso  per riferirsi a un metodo di indagine applicato allo studio del
discorso scientifico.

Diversi tipi di testi

discorso su uno stesso oggetto diversamente strutturato e presentato


la costruzione dei discorsi scientifici avviene diversamente, in differenti tipi di
testo: articoli scientifici in senso stretto, articoli scientifici a carattere
divulgativo, interviste etc.
Approccio socio-culturale
Foucault  i modi di parlare e di scrivere, ossia di strutturare i discorsi
all’interno di una specifica società svolgono funzioni politiche e ideologiche,
influenzando il modo in cui le persone pensano e agiscono come esseri
sociali (Wooffitt, 2005).
Secondo Foucault (1970) tre regole principali usate nella costruzione dei
discorsi:
• procedure di esclusione  applicate per escludere (a) qualcuno, (b)
alcuni
contenuti dal discorso;
• procedure interne al discorso  uso di citazioni o di richiami ad un
autore;
Oltre a tali meccanismi
Ogni epoca sarebbe caratterizzata da
- regole che stabiliscono i limiti del dicibile;
- forme della conservazione  modi in cui certe
espressioni emergono, persistono, circolano e scompaiono;
- forme della memoria;
- forme della riattivazione  modi in cui vecchi discorsi
vengono riattivati e ricostruiti
- forme dell’appropriazione  chi ha accesso a quali discorsi.
Approccio linguistico
Principale finalità  identificare le regolarità presenti nelle interazioni
verbali

Secondo Levinson (1983), l’obiettivo AD  identificare categorie di


azioni linguistiche e regole di concatenazione tra le stesse.

Credenza di fondo  ordine e coerenza conversazionali sono ravvisabili


non a livello superficiale ma a livello profondo  a livello degli atti
linguistici (o mosse interazionali) compiuti mediante il proferimento
delle stesse espressioni.
Tra la fine degli anni ‘60 e gli inizi degli anni ‘70, Labov aveva già teorizzato
che i giudizi di coerenza e incoerenza sequenziali venissero formulati non in
base alle relazioni tra enunciati, bensì in base alle relazioni tra le azioni
eseguite per mezzo degli enunciati.

(2)
A: Che ora è?
B: Beh, il portalettere è già passato
(Azione 1 ) (Azione 2 )  (Azione 3 )

A: (Enunciato 1 ) Enunciato 3

Enunciato 2
B:

(Azione 1 )  (Azione 2 ) (Azione 3 )

Labov (1970): regole di


• produzione di un’azione linguistica, per mezzo del proferimento di un particolare enunciato (freccia lunga non
tratteggiata)
• interpretazione dell’azione linguistica, a partire dall’enunciato (freccia lunga tratteggiata)
• sequenzialità legano tra loro, secondo rapporti di coerenza logica, le azioni e non gli enunciati (freccia corta)
Secondo Van Dijk (1985) la finalità principale che muove gli studiosi
di AD è quella di individuare:
• azioni rilevanti in una certa situazione comunicativa e la
• struttura generale che, in base ad esse, l’evento
comunicativo assume.
Scuola americana ed europea di AD
Seguendo la distinzione proposta da Bazzanella (2005), presenteremo
alcuni degli studi condotti nell’ambito delle scuole americana ed
europea di analisi del discorso.

Tra le ricerche della scuola americana  la narrazione di eventi


personali
Tra le ricerche della scuola europea  la tripletta scolastica
La scuola americana
Tra le più note ricerche degli studiosi appartenenti alla scuola americana di AD,
vanno indubbiamente ricordate di Labov e Waletzky (1967) e Labov, Fanshel (1977)
 narrazioni orali di esperienze personali

Labov-Waletsky (1967)  isolarono la sequenza narrativa (riconosciuta anche da


Fanschel come tipica anche delle conversazioni di terapia) :

It gradually appeared that narratives are privileged forms of discourse which play a
central role in almost every conversation. Our efforts to define other speech events
with comparable precision have shown us that narrative is the prototype, perhaps
the only example of a well formed speech event with a beginning, a middle, and an
end (Labov, 1997)

http://www.ling.upenn.edu/~wlabov/Papers/FebOralNarPE.pdf
The study of narrative extends over a broad range of human activities: novels,
short stories, poetic and prose epic, film, folk tale, interviews, oral memoirs,
chronicles, histories, comic strips, graphic novels and other visual media.
These forms of communication may draw upon the fundamental human
capacity to transfer experience from one person to another through oral
narratives of personal experience.

Cfr. Self-disclosure
http://www.magma.analisiqualitativa.com/1001/article_21.htm
Oral narratives of personal experience have provided one of the most
fruitful areas for the study of discourse because the structure of these
speech events is unusually clear and well defined (Labov, 2001)
1. abstract: introduzione della narrazione ricorrendo alla struttura conversazionale della
presa del turno (cfr. Sacks, Schegloff, Jefferson 1974 per il concetto di turn-taking e
Sacks 1992 per il concetto di presequenza narrativa);
2. orientamento: fornire informazioni sul tempo, luogo, persone coinvolte e sui loro
comportamenti iniziali (cfr. Labov 1997);
3. complicazione (o sviluppo narrativo) dell’azione che può seguire la potenziale richiesta
dell’ascoltatore: “Che cosa è accaduto dopo?”;
4. valutazione dell’evento centrale che si esplicita mediante l’impiego di specifici
meccanismi di intensificazione, meccanismi retorici, modali ecc. (come ricorda
Bazzanella 2005, p. 194) ma anche attraverso il ricorso a predicati finzionali (del tipo:
“Se fosse venuto a trovarmi avrebbe potuto….”). Paragonando gli eventi accaduti con
quelli che sarebbero potuti accadere, chi narra fornisce necessariamente una
valutazione dei primi;
5. risoluzione dell’evento principale;
6. coda che serve a segnalare la conclusione della narrazione e la possibilità per qualche
altro – terapeuta o ascoltatore di una narrazione di qualsiasi genere – di intervenire
(cfr. Labov 1981).
Raccontabilità di un evento
Non tutti gli eventi possono essere condivisi  non tutti gli eventi personali
sono raccontabili; quelli raccontabili spesso non lo sono con tutti e in
qualsiasi contesto.

Before a narrative can be constructed, it must be pre-constructed by


cognitive
a process that begins with a decision that a given event is reportable.
(Labov 2006).

Some events are more reportable than others. The concept of reportability or
tellability (Norrick 2005) is relative to the situation and the relations of the
narrator with the audience […] the fact that a person ate a banana for lunch
might be reportable only in the most relaxed family setting. Most narratives
are focused on a most reportable event.
Crediabilità
For a narrative to be successful, it cannot report only the most
reportable event. It must also be credible if the narrative is not to be
rejected as a whole by the listener.

• *Oggi sono stato sulla luna e ho incontrato un pettirosso


• Oggi sono stato a comprare una penna in tabaccheria
La scuola europea
Sinclaer e Coulthard (1975) studio avanguardista all’interno di contesti
scolastici:

Sequenza base della lezione

Tripletta
(Sinclair e Coulthard, 1975)
1.Intervento insegnante (domanda)
2.Intervento
studente (risposta) 3.Intervento
insegnante (commento)
The authors identified in classroom discourses a typical sequence
made up of three actions: Initiation, Response and Feedback (IRF)

IRF structure is characteristic of teacher-led discourse, in which the


teacher asks a question or provides information, the student responds
or reacts, and the teacher provides some degree of comment or
evaluation (White 2003)
Triplette frequenti in numerose altre attività discorsive, alcune delle
quali sono state oggetto di nostre ricerche.
Scuse

P: Perché non mi hai chiamato?  richiesta


D: Scusami, ma…  scusa
P: Non importa  accettazione scuse
Consigli
• inizio: il confidente (chi parla del problema) può chiedere un consiglio, puo
sollecitarlo o semplicemente sfogarsi;
• consiglio: il confidante (chi riceve la confidenza) può fornire un consiglio
(mitigato oppure non mitigato);
• reazione: il confidente può allinearsi, allinearsi parzialmente o disallinearsi
rispetto al consiglio del confidante.

P: Cosa posso fare?  inizio


D: Fossi in te io farei così…  consiglio
P: Non so… reazione
Dibattiti politici

• domanda volta a smascherare l’ignoranza dell’avversario politico;


• risposta dell’avversario politico;
• correzione e/o valutazione negativa della risposta.

P: qual è la quota di nucleare?  unmasking question


D: Il 50%  answer
P: Non è vero, è il 17%  reply
Consultazioni medico-paziente
• domanda del medico;
• risposta del/della paziente;
• ratifica/chiusura del medico.

M: Come si sente?  domanda


P: Bene, anche se non so perché, forse la vicinanza alla mia
famiglia…  risposta
M: A volte sono molte cose diverse: sentirsi accettate… 
rati/ica/chiusura
Medium-sitter
1. Posso chiederle se il suo papà aveva una attività
2. imprenditoriale ed è nato:: alla fine dell’ Richiesta
3. Ottocento agli inizi del Novecento?
4. O: Aveva una attività imprenditoriale. Risposta non
5. Ma non è nato alla fine dell’Ottocento. allineata
6. M: Agli inizi [del Novecento? Richiesta
7. O: [È nato nel Novento e:: sette. modi/icata
8. M: Ok. Risposta
allineata
Chiusura/
ratifica
Divergenze di opinione

7M: E ‘sta scola de teatro dov’è dopo?  richiesta


8F: A Genova.  risposta
9M: Ma fija mia cara, a Genova arrivi?  valutazione
Interrogatori

P: dove si trovava il giorno x?  domanda


D: io ero a…  risposta
P: non è vero, le telecamere...  smentita
Psicologia discorsiva
AD  etichetta usata anche per designare un approccio critico nei
confronti dei metodi cognitivisti e sperimentali di fare psicologia,
sviluppatosi nell’ambito della psicologia sociale (Wood, Kroger, 2000),
grazie ai lavori, di un gruppo di studiosi  Edwards, Middleton, Potter,
Wetherell e Hepburn.

La psicologia discorsiva (Discourse Psychology, DP)  applica i principi


analitico discorsivi ad argomenti psicologici
Diversamente dalla psicologia tradizionale, la psicologia discorsiva  si
focalizza sul modo in cui gli individui nel parlare costruiscono versioni
della realtà esterna e dei propri stati psicologici.
La psicologia discorsiva considera l’interazione come uno, forse il,
fondamentale luogo per studiare [...] la cognizione (Potter, 2000, p. 35, trad.
it. nostra).
Molti temi della psicologia tradizionale  indagati dalla PD:
• memoria,
• influenza sociale,
• atteggiamenti,
• attribuzioni,
• pregiudizio,
• emozioni
Edwards e Middelton (1986, 1987, 1988)  studio funzionamento
memoria, non in laboratorio, ma in situazioni discorsive di vita reale,
durante le quali gli individui (ri)costruiscono, spesso collaborativamente, i
propri ricordi (contesti familiari, tribunale etc.)

Potter (2012) ha studiato i processi di influenza sociale, messi in atto nel


corso di interazioni familiari  madre che dice a una bambina riluttante a
mangiare che se non finirà ciò che ha nel piatto non avrà il dolce, sta
mettendo in atto un tentativo di influenza sociale.
Analisi critica del discorso
Obiettivo ACD  mostrare come il linguaggio usato nei testi
massmediatici, politici ecc. venga usato per
- dirigere e controllare la società (Antelmi 2006, p. 7) e
- legi4mare le ineguaglianze sociali (Wooffitt, 2005, p. 138).

In altri termini, l’ACD studia il modo in cui gli abusi di potere e


l’ineguaglianza sociale sono messi in atto, sono riprodotti e rafforzati
tramite l’impiego di testi scritti e orali all’interno di contesti politici e
sociali (Van Dijk, 2001)
ACD  riconosce l’enorme potere che le parole, e più in generale i
discorsi, sono in grado di esercitare sui singoli individui e sui gruppi
sociali.
Essendo una disciplina aperta ai contributi teorici ed applicativi di
altre discipline, l’ACD si è sviluppata secondo configurazioni plurime/scuole:

• La scuola londinese;
• La scuola di Amsterdam;
• La scuola viennese
Scuola di
Londra
Fairclough nello specifico (1989, 1992, 1993, 1995a, 1995b) si interessò
ai legami tra il linguaggio e i sistemi socioculturali:

- il linguaggio influenza  le strutture socioculturali


- le strutture socioculturali  influenzano il linguaggio
Scuola di
Van Dijk nello specifico (1993, 1998) si interessò dello studio dei legami
Amsterdam
tra

- modelli mentali individuali  memoria personale, ossia opinioni e


conoscenze accumulate da ogni individuo nel corso della propria vita)
e
- rappresentazioni sociali  memoria sociale costituita da ideologie
e credenze condivise con i membri del gruppo sociale di
appartenenza).

Ogni discorso
esercitare riflette controllo
il proprio sia i primisu
siaaltri
i secondi,
gruppima alcuniproprio
sociali gruppimediante
sociali (adi
esempio,i fissando
discorsi gestori dell’informazione
ad empio luogo e otempoi politici)
di unsarebbero
evento comunicativo,
in grado
di
decidendo chi può partecipare, strutturando il testo (scegliendo
argomenti, termini etc.)
Scuola di Vienna
Wodak nello specifico (1989, 2001, 2005, 2006a, 2006b; Weiss e
Wodak 2007; Wodak e Meyer 20163)  ha studiato
- l’uso di storie, aneddoti e metafore sugli stranieri (fiumi di immigrati),
utilizzati da alcuni leader politici per supportare le politiche restrittive
sull’immigrazione dei propri Paesi,
- argomentazioni (Wodak, Van Dijk, 2000; Reisigl, Wodak, 2001;
Wodak, 2006b), individuando modelli utilizzati per
- legittimare discorsi razziali e
- giustificare crimini di guerra (utilizzando il rovesciamento delle posizioni
vittima-persecutore, il trasferimento di responsabilità ad altri, la loro
considerazione nei termini di eccezioni ecc.).

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