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UNA STRATEGIA DI COSTRUZIONE DEL TESTO PARLATO:

L’INTRODUTTORE LOCUTIVO
Daniela Giani
Laboratorio di Linguistica Italiana (LABLITA)
Dipartimento di Italianistica
Università degli Studi di Firenze
SOMMARIO
Dall’analisi di un corpus di 9930 enunciati (enunciato inteso come entità
linguistica corrispondente all’entità pragmatica di atto linguistico cfr. Cresti, 2000)
è stato possibile enucleare una struttura enunciativa che risulta essenziale nella
costruzione di testi spontanei complessi come la narrazione, l’argomentazione e
l’istruzione. La struttura in questione è composta da un’unità informativa chiamata
introduttore locutivo, della quale, nell’articolo presente, sono analizzate le
caratteristiche intonative e distribuzionali che ci hanno permesso di enuclearla, e da
un particolare tipo di enunciato che ha la caratteristica di compiere un solo atto
linguistico mediante vari atti linguistici.
La tipologia di enunciato in esame si presta all’espressione di contenuti complessi
che altrimenti costringerebbero il parlante a disperdere il proprio contenuto in una
quantità eccessiva di atti linguistici a discapito dell’attenzione dell’interlocutore.
PREMESSA
Con il lavoro presente vogliamo illustrare una struttura di articolazione
dell’informazione (Cresti 2000) che ha un ruolo centrale nella costruzione del testo
complesso nel parlato spontaneo.
1. METODOLOGIA,
1.1 Il corpus
La ricerca è basata sull’esame di un corpus di italiano parlato spontaneo di 9930
enunciati costituito dal campionamento di circa sei ore (Cresti, 2000) del corpus di
circa 40 ore archiviato presso il Laboratorio di linguistica italiana dell'università di
Firenze (LABLITA) e da una piccola aggiunta di alcuni testi da me raccolti e
trascritti di conversazioni private.
Nel campionamento sono rappresentate la variazione diafasica (il campionamento
è composto da testi pubblici e privati, da conversazioni tra due parlanti o più e in
vari rapporti gli uni con gli altri), diastratica (sono stati scelti testi di parlanti di
tutte le età e di tutti i gradi di scolarità, senza tralasciare i linguaggi tecnici legati
all'esercizio delle varie professioni) e diamesica (nel campionamento sono presenti
esempi di parlato radiofonico, telefonico, televisivo e cinematografico).
La forte rappresentatività del corpus permette di svincolare la realizzazione
dell’unità informativa dalla variazione delle situazioni e dei parlanti. L’unità di
informazione in esame è caratteristica, infatti, di una particolare tipologia testuale,
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il testo mologico spontaneo di cui parleremo nel prossimo paragrafo, realizzata in
qualsiasi situazione e da qualsiasi tipologia di parlanti.
1.2 Metodologia
L’analisi del corpus di parlato è stata realizzata utilizzando come unità l’ enunciato
come è definito nella Teoria della lingua in atto (Cresti, 2000) vale a dire l’entità
linguistica corrispondente all’entità pragmatica dell’atto linguistico (Austin, 1962):
“quando nella prassi dello scambio verbale con il proferimento di un’espressione è
compiuto un atto linguistico e quindi in particolare è compiuta un’illocuzione, tale
espressione è un enunciato” (Cresti, 2000).
L’enunciato, così concepito, è composto necessariamente da un’unità, il comment,
autonoma e interpretabile pragmaticamente in quanto unità tonale cui è affidata
l’esecuzione dell’atto linguistico e, in maniera accessoria, da altre unità tonali che
articolano l’informazione nell’enunciato complesso.
Ad ogni unità di informazione corrisponde una funzione informativa, una forma
intonativa e una distribuzione ricorrente rispetto al comment all’interno
dell’enunciato di appartenenza. Definire un’unità informativa significa, nel nostro
quadro teorico, trovarne e descriverne la forma intonativa e le regolarità
distribuzionali ed enuclearne, infine, la funzione nell’articolazione informativa.
Nell’analisi dell’unità di introduttore locutivo procederemo definendone la
funzione informativa, quindi la forma intonativa e la distribuzione all’interno
dell’enunciato.
2. LA FUNZIONE INFORMATIVA
2.1. L’atto linguistico articolato
L’introduttore locutivo è un’unità informativa che scandisce un particolare tipo di
enunciato che realizza quello che abbiamo chiamato un atto linguistico articolato,
vale a dire un atto linguistico unitario che si compone di più atti linguistici.
Prendiamo subito l’esempio 1.
1)*VES: senta colonnello // un’ ultima domanda / &eh / &mhm / sia l’
onorevole Bertinotti / sia / l’ onorevole Buttiglione / da posizioni politiche molto
diverse / vi hanno espresso / la loro simpatia / e i loro auguri // voi vi sentite /
appoggiati [!] / dalla classe politica italiana ?
I due enunciati segnalati dal corsivo, un’affermazione e una domanda, non
esercitano la loro forza illocutiva direttamente nell’HIC ET NUNC
dell’enunciazione, ma solo presi come blocco unitario. Il blocco segnalato dal
corsivo costituisce preso nel suo insieme l’ultima domanda che il parlante rivolge
al proprio interlocutore.
La locuzione del comment di un enunciato che svolge un atto linguistico articolato
è costituita da ciò che abbiamo deciso di chiamare “spazio di validità enunciativa”,
vale a dire uno spazio in cui hanno valore le forze illocutive formali degli enunciati
che lo costituiscono. In 1, per esempio, l’affermazione e la domanda in cui si
articola la domanda rivolta dal parlante al proprio interlocutore, valgono nello
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spazio della domanda complessa. L’affermazione e la domanda hanno una loro
forza; tale forza, però, non agisce direttamente nel contesto dell’enunciazione, ma
all’interno dello spazio di validità dell’ultima domanda, spazio delimitato e
segnalato dall’introduttore locutivo che, nell’esempio, è segnalato dal grassetto.
Come è possibile evincere già da questo primo esempio, la funzione informativa
dell’introduttore locutivo è di esplicitare chiaramente la natura dell’atto linguistico
articolato svolto dal comment composito che ha al suo interno uno spazio di
validità enunciativa nel contesto dell’enunciazione.
Nel corpus da noi esaminato abbiamo trovato quattro tipologie di spazio di validità
enunciativa:
  l o spazio di parola: si tratta dello spazio in cui si trovano gli enunciati del
discorso diretto riportato (Gianni, 2000 e in stampa a e b), intendendo con
esso la modalità di riportare discorsi altrui mantenendo le coordinate
spazio temporali dell’enunciato che viene rappresentato (Mortara-
Garavelli, 1995). Gli spazi di parola si caratterizzano per il fatto che non
solo la forza illocutiva degli enunciati riportati viene esercitata in uno
spazio che non è quello dell’ HIC ET NUNC, ma anche tutte le coordinate
spazio-tremporali trovano i loro rifermenti nello spazio di validità
enunciativa. Si veda l’esempio 2. I riferimenti al contesto evidenziati
dall’uso del grassetto trovano la loro referenza nel contesto in cui si è
svolto il discorso “originale” che viene rappresentato mediante il discorso
diretto riportato.
2)*GCM: […] mi fa / che sei qui /’ a i’seminario di’ Moneglia /’ te? "
lo spazio illocutivo: è lo spazio in cui sono inseriti gli enunciati che
compongono un enunciato dal comment composito come quello
rappresentato in 1. Nello spazio illocutivo le coordinate spazio-temporali
fanno riferimento al contesto dell’enunciazione e non a quello dello
spazio di validità enunciativa come nello spazio di parola, mentre la forza
dell’enunciato viene esercitata all’interno dello spazio di validità.
Nell’esempio 1 il comment composito trova i suoi referenti nel contesto
reale dell’enunciazione, ma le illocuzioni dei singoli enunciati valgono
solo all’interno dello spazio di validità enunciativa e solo nel loro insieme
nel contesto reale.
lo spazio comparativo: è lo spazio in cui è inserita una comparazione,
intendendo con essa due unità di comment interpretabili anche
isolatamente che insieme formano una struttura di comparazione fra due
illocuzioni (Cresti 2000). L’atto linguistico non viene svolto dai due
enunciati presi singolarmente, ma dalla struttura1. Si veda l’esempio 3:
3) *LOR: […] perché / o s' andava a Vicchio // o s' andava lì // (da
Capodanno)
1 Per la definizione del valore dei comment di comparazione, di narrazione e di elencazione
cfr. Cresti 2000 pp.150-158 e Firenzuoli 2003 pp.198-217.
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I due enunciati, che hanno ciascuno un’illocuzione direttiva, non hanno un
valore nel contesto dell’enunciazione presi singolarmente ma solo insieme
come comparazione di due alternative. L’illocuzione reale dei due
enunciati è quella di dare all’interlocutore due alternative tra cui deve
scegliere.
lo spazio elencativo: si tratta di due o tre comment interpretabili in
isolamento, ma che hanno valore solo nel loro insieme come struttura di
elencazione. In 4 è evidenziato dal corsivo un esempio di elenco receduto
dall’introduttore locutivo.
4) *EMA: eh / dunque / per / verificare / l’ incremento lessicale /
protocollo per protocollo / &eh / è utile / riportare / i turni / dialogici /
riempiti / alla bambina // i turni semantici / cioè / i turni in cui / produce /
&eh / qualcosa / materiale [!] / non / solo / mhm ”...
(da Seminario)
2.2 La funzione informativa dell’introduttore locutivo
In relazione all’enunciato con comment costituito da uno spazio di validità
enunciativa, l’introduttore locutivo svolge una funzione duplice.
In primo luogo, indica che ciò che segue è un comment di un atto illocutivo
articolato, che i singoli comment che compongono l’enunciato sono dentro uno
spazio di validità enunciativa e che, di conseguenza, solo quest’ultimo nel suo
insieme ha un vero valore illocutivo nell’HIC ET NUNC dell’enunciazione. In
secondo luogo, l’introduttore locutivo, svolge, mediante il suo contenuto locutivo,
una funzione di esplicitazione della pertinenza dello spazio di validità enunciativa
nella costruzione del testo, vale a dire che l’introduttore locutivo mediante la sua
locuzione indica anche come interpretare tale atto dal punto di vista della
strutturazione del testo, oltre al fatto che l’interlocutore si trova di fronte a d un atto
linguistico articolato,.
In particolare, nell’esempio 1 l’introduttore indica in primo luogo che i comment
che seguono costituiscono uno spazio di validità enunciativa e, in secondo luogo,
che gli enunciati dentro lo spazio di validità enunciativa costituiscono l’ultima
domanda che chi parla rivolge al proprio interlocutore; nell’esempio 2,
l’introduttore indica che lo spazio di parola che segue è un discorso riportato e che
è attribuito ad un parlante che non è né chi riporta né il suo interlocutore; in 3
l’introduttore indica, con la sua locuzione, che il fatto che il parlante dovesse
scegliere tra due alternative è la motivazione del suo comportamento; nell’esempio
4, infine, l’introduttore indica che la struttura elencativa che segue è la serie di
azioni da compiere per svolgere la verifica scientifica oggetto del seminario da cui
l’esempio è stato tratto.
3. L’INTRODUTTORE LOCUTIVO COME STRATEGIA DI
COSTRUZIONE TESTUALE
3.1 Il testo monologico spontaneo
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L’introduttore locutivo è, dunque, un’unità informativa che presenta la
caratteristica di svolgere la propria funzione informativa in relazione ad un
particolare tipo di enunciato il cui comment può essere composto a sua volta anche
da più di un enunciato. La particolare tipologia di enunciato in questione esprime
delle illocuzioni che si trovano spesso correlate a testi con precise caratteristiche.
L’introduttore locutivo si trova prevalentemente, infatti, in testi che abbiamo
chiamato monologici spontanei , vale a dire testi di parlato spontaneo (cioè che non
hanno alla base un testo scritto precedentemente elaborato) in cui il parlante
mantiene a lungo il proprio turno dialogico con un unico intento comunicativo,
come, per fare un esempio, una narrazione oppure un’argomentazione a scopo
persuasivo ecc.
Appare evidente che in questi casi il parlante si trova a costruire un testo
complesso e nella necessità di realizzare, gestire e rendere fruibili all’interlocutore
delle strutturazioni più complesse dell’enunciato semplice. L’atto linguistico
articolato con l’ausilio metalinguistico dell’introduttore locutivo è una strategia
efficace per suddividere il testo complesso e compiere atti linguistici legati a
contenuti inesprimibili per complessità e lunghezza con enunciati semplici. E’ da
precisare che i testi monologici spontanei non sono legati ad una particolare
situazione comunicativa, in quanto abbiamo trovato testi di questo genere sia nel
parlato pubblico che in quello privato e familiare, quanto piuttosto a dei precisi
intenti comunicativi che trovano realizzazione in un discorso complesso e lungo:
- la narrazione
- l’argomentazione
- l’istruzione
Quando, infatti, il parlante narra un avvenimento, argomenta il proprio punto di
vista, istruisce il proprio interlocutore si trova a dover realizzare il proprio scopo
comunicativo con un contenuto complesso, che impone un’organizzazione e una
strutturazione del contenuto in unità più complesse del semplice enunciato per non
disperdersi in un numero eccessivo di atti linguistici: il parlante, vale a dire,
struttura il proprio contenuto in un numero limitato di atti linguistici articolati con
cui riesce a mantenere viva l’attenzione del proprio interlocutore anche con
contenuti che richiederebbero molti atti linguistici e che quindi rischierebbero di
provocare un calo della sua attenzione.
Le illocuzioni degli enunciati con introduttore locutivo sono illocuzioni di tipo
direttivo tese a imporre il proprio punto di vista all’interlocutore e che
costituiscono una strategia di costruzione del testo nel parlato.
Le illocuzioni sono distribuite in relazione al tipo di testo monologico complesso
che abbiamo di fronte.
3.2 Gli atti linguistici articolati nei testi narrativi
Nei testi di tipo narrativo la struttura introduttore locutivo-spazio di validità
enunciativa si trova correlato ad un particolare atto linguistico che consiste nel
rappresentare attraverso la mimesi(immitazione) un discorso, un dialogo oppure una semplice
battuta, inserito in una narrazione o fittizia (per esempio una favola o una
barzelletta) oppure reale (per esempio in un racconto di aneddoti oppure in una
testimonianza durante un processo).Si tratta di ciò che viene chiamato discorso
diretto riportato, ma che noi preferiamo chiamare mimesi sia perché il discorso
diretto riportato di tipo narrativo può presentare caratteristiche “mimetiche” di
esecuzione come l’imitazione del tono di voce o della gestualità del parlante
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“originale”, sia perché il discorso non viene tanto riportato quanto piuttosto
rappresentato e quindi rielaborato. Riproponiamo 2 come esempio di mimesi di un
dialogo.
2) *GCM: […] mi fa / che sei qui /’ a i’seminario di’ Moneglia /’ te? "
3.3. Le illocuzioni nei testi argomentativi
Nei testi argomentativi, intendendo con questa definizione i testi in cui il parlante
esprime una sua convinzione, credenza ala proprio interlocutore mediante un testo
articolato, la struttura introduttore locutivo-comment con spazio di validità
enunciativa svolge diverse funzioni. Nel nostro corpus ne abbiamo individuate
quattro:
a) Chiarimento: si tratta di un atto linguistico articolato che nel suo insieme
svolge l’azione di esplicitare e imporre il proprio punto di vista
all’interlocutore.
Il chiarimento può essere realizzato in varie forme che l’introduttore
locutivo esplicita:
i)spiegazione di ciò che precede
ii) riformulazione
iii) esplicitazione degli argomenti che saranno trattati
iv) riepilogo.
Vediamo un esempio per ciascuna delle categorie citate.
L’esempio 5 mostra un chiarimento sotto forma di spiegazione. Il
parlante chiarisce mediante lo spazio di comparazione che costituisce il
comment dell’enunciato che la scelta tra le due alternative in
comparazione è il motivo dei fatti che sta narrando.
5) *LOR: […] perché / o s' andava a Vicchio // o s' andava lì // (da
Capodanno)
La spiegazione può essere rappresentata anche da uno spazio di parola. In 6
chi parla spiega al proprio interlocutore le motivazioni del suo comportamento
attraverso un discorso riportato. Nello spazio di parola aperto dall’introduttore
il parlante finge di rispondere ad una persona che gli ha detto di non avere
alcun problema a far partecipare anche lui ad una festa. Il parlante racconta di
essersi arrabbiato in quanto la persona in questione non aveva nessun diritto di
decidere se lui dovesse andare o meno alla festa di cui sta parlando. E' da
sottolineare che il parlante non pone lo spazio di parola come un discorso
riportato, ma come esemplificazione sintattica del motivo dell'arrabbiatura.
6) *LOR: perché / come?’non avevi nessun problema a far venire anche
me?”
L’esempio 7 mostra invece un chiarimento sotto forma di riformulazione
mediante uno spazio di elencazione. Chi parla è un magistrato durante un
interrogatorio. Mediante lo spazio di elencazione, il parlante chiarisce
all’imputato quali siano i reati di cui si occupa il processo in cui egli è
coinvolto.
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7) *INT: ha mai avuto / cognizione / diretta / ha mai avuto / una qualche /
investitura / specifica / in relazione / a / &eh / questi / o a qualcuno di questi /
obiettivi / di azioni criminose / di cui / si occupa questo processo ? intendo
dire / un’ azione / da compiersi / del giornalista Costanzo // un’ azione da
compiersi nei confronti / del collaboratore Contorno // un’ azione da
compiersi / a Firenze / contro / il museo degli Uffizi / azione da compiersi a
Roma / contro &eh / due / edifici dedicati al culto ?(da Interrogatorio)
Una forma frequente di chiarimento è quella di esplicitare chiaramente
l'argomento che chi parla intende trattare con lo scopo sia di concentrare
l'attenzione dell'interlocutore sul contenuto che chi parla vuole trattare. Il
parlante dà una sorta di titolo alla sua argomentazione o a parte di essa
imponendo al proprio interlocutore i termini della questione o di una sua parte
e impedendo possibili divagazioni o obiezioni non pertinenti. Si vedano gli
esempi 8 e 9. L’esempio 8 è tratto da un’omelia domenicale, dove il parroco
parla del valore cristiano della famiglia. L’enunciato è posto all’inizio del suo
discorso e vuole attirare l’attenzione degli interlocutori sull’argomento da lui
scelto:
8) *PAR: l’argomento è / la famiglia // (da Omelia)
Una funzione analoga è riscontrabile anche nell’esempio 9. I due introduttori
locutivi sottolineati dal grassetto accompagnano due enunciati che impongono
all’interlocutore di concentrare la propria attenzione sui due argomenti
proposti dal parlante.
9) *BER: sono in disaccordo su entrambe le &id [//] le questioni // prima
questione / l’ Europa / non è / intervenuta // mentre c’ era il caos / in
Albania / non è intervenuta / con un piano / di aiuti / economici / e di
solidarietà // non è intervenuta / l’ Europa // non si può cambiare i fatti // non
ci sono stati / nessun / aiuto // primo // secondo // non c’ è stato nessun aiuto
dell’ Europa / in solido [=scandito] //(da Porta a porta)
Il parlante può inserire un chiarimento anche alla fine della sua argomentazione. Si
tratta di ciò che abbiamo chiamato riepilogo, vale a dire uno spazio illocutivo con
cui il parlante riassume il contenuto della sua argomentazione ed esplicita la sua
reale intenzione comunicativa. Si veda l'esempio 10. Dopo un lungo discorso il
parlante esplicita il fatto che tutti gli argomenti addotti fino a quel momento
tendevano a dire che l'Italia non può attribuire cariche del governo albanese.
10)*BER: […] io dico una cosa sola / che non spetta all’ Italia /
nominare / né il presidente albanese / né il capo del governo albanese //
(da Porta a porta)
b) Esemplificazione : si tratta dell’atto linguistico con cui viene fornito un esempio
per mostrare con maggior chiarezza all’interlocutore il proprio punto di vista. In 11
è rappresentato un esempio con spazio illocutivo. L’introduttore segnala un
esempio costituito dall’enunciato in corsivo con cui il parlante dà come esempio
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paradigmatico di qualità del grande attore il fatto di riuscire a suscitare delle
reazioni emotive nello spettatore.
11)*MIC: tu facci caso / quando vedi qualche film / e dici / mamma mia
quant’ è odioso quello ’// mamma mia ’/ l’ ammazzerei ’/ lo sparerei ”/
quello [!] è il personaggio / che doveva essere / e che è [!] / risultato / nel
film //
(da Cinema)
In 12 l’esempio è fatto mediante uno spazio di parola. Chi parla fa parte di un
gruppo musicale e vuole convincere i suoi interlocutori a comprare un mixer per la
loro sala prove. Mediante l’esempio in 12 il parlante, costruendo un dialogo fittizio
attraverso lo spazio di parola, mostra all’interlocutore il vantaggio di avere sempre
a disposizione il mixer.
12)*SRE: <vuoi registrare>? dici / io /’ quello lì me lo porto a
casa //’ voglio fà una registrazione a casa /’ <domani //’ va bene ?” /
piglialo> !’ <un c'è problema> !”(da Sala prove)
3.4 Le illocuzioni nei testi istruttivi
Nei testi che hanno uno scopo comunicativo di istruire l’interlocutore l’introduttore
locutivo segnala una serie di istruzioni in uno spazio elencativi oppure uno spazio
di parola che funziona da esempio di quello che il parlante vuole che
l’interlocutore dica.
L’esempio 13 mostra un introduttore locutivo che introduce un elenco di istruzioni
su come riempire un modulo in un ufficio pubblico. Nell’esempio 14, tratto dallo
stesso testo e quindi stesso contesto, l’impiegato dell’esattoria istruisce l’utente su
quello che dovrà chiedere al telefono per poter sbrigare una pratica.
13) *SER: lei mette / comune / treesessanta // codice contribuente /
uno / otto / otto due / otto sette due / chiave / trentatré // esercizio /
novantaquattro / zero due / zero uno // va bene ?(da Esattoria)
14) SRE: la gli dice / pe'cort[//] m'hanno detto in esattoria /’ MB è una
ditta individuale //' se è una ditta individuale voglio il nome del
titolare//”(da Esattoria)
4. LA FORMA INTONATIVA
Per definire la forma intonativa dell’introduttore locutivo abbiamo preso in
considerazione alcune caratteristiche della sua realizzazione intonativa che ne
costituiscono i tratti distintivi.
In particolare,vedremo
1- la frequenza fondamentale che rappresenta un tratto definitorio indipendente
dalla realizzazione del resto dell’enunciato
2- la velocità di esecuzione in rapporto al resto dell’enunciato in cui
l’introduttore locutivo è inserito;
3- l’escursione di frequenza rispetto al resto dell’enunciato.
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Riguardo al punto 1, l’introduttore presenta un andamento di frequenza
fondamentale piatto e leggermente discendente con il movimento distribuito su più
sillabe. La figura 1 esemplifica la curva della frequenza fondamentale.
Figura 1: “prima questione”
Riguardo alle caratteristiche relative al resto dell’enunciato abbiamo rilevato che:
-l’introduttorelocutivo presenta una velocità di esecuzione di 1 sillaba ogni 100-
120 ms corrispondente quasi al doppio della velocità di enunciazione media che è
pari al 1 sillaba ogni 200 ms.
-la frequenza dell’introduttore è più bassa rispetto alle altre unità di informazione
che compongono l’enunciato di cui fa parte e il profilo della sua frequenza
fondamentale leggermente discendente fa sì che si crei uno scarto tra la
conclusione dell’introduttore locutivo e il resto dell’enunciato.
In figura 2 e in figura 3 diamo due esempi di enunciato con in
introduttore locutivo.
Nei due esempi riportati in figura, è possibile vedere tra le due sbarrette rosse la
pausa di circa 300 millisecondi (366 in figura 1 e 364 in figura 2) che caratterizza
la maggior parte delle strutture di enunciato con introduttore locutivo.
Lo scarto di frequenza tra la fine dell’introduttore locutivo e il comment
dell’enunciato di cui fa parte è di circa 40Hz per entrambi gli esempi(in dettaglio
41,3 nell’esempio riportato in figura 2 e 37 Hz per l’esempio riportato in figura 3).
Figura 2: prima questione / l’Europa non è intervenuta //
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Figura 3: dice / laggiù in fondo //”
E’ da notare che il parlante dell’esempio riportato in figura 2 è un politico che in
una trasmissione televisiva spiega con un discorso complesso come mai sia
contrario ad un intervento militare dell’Italia durante la guerra in Kossovo, mentre
il parlante dell’esempio riportato in fig. 3 è un bambino delle elementari che
racconta una barzelletta ai propri compagni. La distanza tra le due situazioni
comunicative e tra i due parlanti esemplifica con chiarezza il fatto che la
costruzione di spazi di validità enunciativa e la loro segnalazione mediante
introduttore locutivo sia una costante strutturale nella realizzazione di testi
monologici spontanei.
5. DISTRIBUZIONE
L’introduttore locutivo si trova costantemente prima del comment con spazio di
validità enunciativa che esso introduce, come è possibile vedere da tutti gli e
esempi riportati. L’enunciato può anche essere composto da altre unità che possono
precedere l’introduttore (per esempio il topic) o seguire o interrompere il comment
con spazio di validità enunciativa (l’inciso).
6. DATI QUANTITATIVI
Nel corpus da noi esaminato abbiamo riscontrato 322 introduttori locutivi. La
strutturazione enunciativa in esame interessa quindi il 3% circa degli enunciati
totali e il 10% circa degli enunciati complessi.
Tra i vari tipi di comment con spazio di validità enunciativa quello che
l’introduttore segnala con più frequenza è lo spazio di parola (277 casi sui
complessivi 322) che abbiamo visto svolgere una funzione di mimesi nei testi
narrativi, una funzione esemplificativa nei testi argomentativi e istruttivi. Fra i 45
introduttori che non segnalano uno spazio di parola 35 segnalano uno spazio
illocutivo, 7 uno spazio elencativi e 3 uno spazio di comparazione.
Tra le illocuzioni legate alla strutturazione introduttore locutivo-spazio di validità
enunciativa , la mimesi è quella che abbiamo trovato con maggiore frequenza (267
casi sui complessivi 322). Per quanto riguarda i restanti 55 casi, 43 strutture sono
usate per fare chiarimenti, 6 per le istruzioni, e 6 per gli esempi.
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7. CONCLUSIONI
Attraverso l’osservazione del corpus è stato possibile enucleare una struttura
enunciativa che consente di svolgere atti linguistici legati ad un contenuto
complesso. Gli enunciati che presentano la strutturazione con l’introduttore
locutivo-spazio di validità enunciativa sono strumenti preziosi nel parlato per
articolare testi complessi spontanei come la narrazione, l’argomentazione e
l’istruzione.
L’individuazione degli spazi di validità enunciativa ci ha infine consentito di
vedere quali siano le strategie di costruzione testuale nel parlato. In particolare si è
visto come lo spazio di parola, vale a dire ciò che viene classificato come discorso
diretto riportato (Mortara-Garavelli, 1995) sia la forma di atto linguistico
complesso più diffusa che si presta a molte azioni linguistiche legate alla
costruzione di testi con contenuto complesso.
BIBLIOGRAFIA
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[N°11 Pr 2003]
Deve apparire in Atti del Convegno "Il parlato italiano" (Napoli 13-15 febbraio
2003)
Fino alla pubblicazione le citazioni sono consentite solo dietro esplicito consenso
dell'autore. È vietata la vendita e la riproduzione non autorizzata, anche parziale,
per qualsiasi uso.
Corrispondenza
Daniela Giani
Dipartimento di Italianistica
Laboratorio Linguistico (LABLITA)
Università degli Studi di Firenze
Piazza Savonarola, 1
50132 FIRENZE
E-mail danielagiani@tin.it
Sabrina Signorini e Valentina Firenzuoli
LABLITA
L'UNITA' INFORMATIVA DI TOPIC: CORRELATI INTONATIVI
Nella comunicazione saranno esposti i risultati di una ricerca effettuata sull’unità informativa di
topic (per la definizione di topic, Hockett 1963; per la definizione di unità informativa, Cresti
2000) cui
corrispondono precise caratteristiche morfo-sintattiche e lessicali.
Dal punto di vista funzionale il topic corrisponde al campo di applicazione della forza illocutiva
del
comment e trova nell’intonazione il segnale linguistico di identificazione. Il topic è segnalato da
un’unità
tonale di tipo prefix (‘t Hart et alii 1990), precedenti un’unità di comment.
Sono stati esaminati 1327 casi di topic estratti da un campione di parlato (pari a circa 6 ore per
un
totale di 8093 enunciati) scelto dal corpus LABLITA e rappresentativo della variazione diafasica
e
diastratica del parlato italiano. Dall’indagine svolta risulta che l' articolazione topic/comment
costituisce la
principale strategia di articolazione informativa del parlato ( l’incidenza è del 17,8% sul totale
degli
enunciati, 8093, e del 40,2% sul totale degli enunciati complessi, 3595).
Dei 1327 topic esaminati 200 sono stati analizzati anche da un punto di vista intonativo ed è stato
possibile identificare l’esistenza di almeno due tipologie di profilo che risultano dedicate alla
realizzazione
della suddetta unità. Nella comunicazione saranno illustrati i due profili e ne sarà fornita una
definizione in
termini di analisi intonativa, per la quale si fa riferimento all’approccio dell’IPO.
La scuola olandese ha dimostrato la possibilità di individuare, all’interno di una sequenza tonale,
quei particolari movimenti di F0 che sono prodotti intenzionalmente dal parlante (pitch
movements): questo
tipo di movimenti risulta percettivamente rilevante. Nel nostro approccio l' unità intonativa è,
tuttavia,
considerata come unità olistica (Cresti, 2000; Firenzuoli, in preparazione). Essa può essere infatti
descritta
solo tenendo conto simultaneamente di un numero finito di parametri:
a) numero di pitch movements e loro sede nell'unità tonale;
b) valori di Frequenza media, valori di Frequenza dell’attacco, valori di escursione di Frequenza;
c) velocità di eloquio;
d) valori di durata sillabica e complessiva;
e) relazioni tra i movimenti e la struttura sillabica e accentuale di parola.
I profili individuati sono stati sottoposti a prove di giudizio da parte di parlanti esperti, che ne
hanno
riconosciuto l’appropriatezza nei termini di valore informativo. L’analisi e la sintesi degli
enunciati è stata
eseguita con il supporto del software GIPOS.
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