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04/03/2013

Nicolas Castiglioni TES

Saggio Breve

La citt come centro densamente abitato da una comunit di persone pi o meno estesa un' universo analizzato da diversi autori e filosofi da diversi secoli. Questo luogo di vita dinamico ed affollato non sempre stato visto da scrittori e poeti come uno spazio accogliente dove le persone possono dare sfogo ai propri desideri e per questo ci domandiamo : la citt pu realmente essere considerata come un'universo accogliente dove vivere e sviluppare le proprie idee? Per aiutarmi ad approfondire tale questione ho esaminato dei testi presenti nel corpus di autori Italiani e Francesi che hanno visioni e interpretazioni assai diverse sul tema. Nella prima parte della mia analisi individuer e spiegher quali sono gli argomenti a favore della vita in citt mentre nella seconda mi occuper della visione di citt come universo ostile che stata data da alcuni di questi autori.

Nel primo testo del corpus, Trieste, tratto da Trieste e una donna scritto fra il 1910 ed il 1912, Umberto Saba esprime una visione positiva dell'universo cittadino per rendere omaggio alla sua citt natale. La poesia inizia con la descrizione di una strada affollata e vivace allinizio che porta per il poeta in un luogo tranquillo ai confini della citt dove si ferma per pensare. L'autore personalizza Trieste comparandola ad un ragazzaccio aspro e vorace che possiede diverse qualit (una grazia innata, una bellezza naturale, occhi azzurri che ci fanno pensare al mare di Trieste...), trasmette al lettore l'amore che prova per la sua citt descrivendo ed osservando ci che accade intorno lui senza farne parte ma consapevole di poter trovare nella citt uno spazio tranquillo adatto al suo animo pensoso e schivo. Saba vede la citt di Trieste come un luogo vivo e dinamico perfetto per sviluppare la propria arte, infatti ama ogni aspetto della vita cittadina, sia per quanto riguarda gli aspetti

architettonici (le chiese, le vie, le case...) che per l'aria che si respira, pur essendo strana e tormentosa. Questo documento ci mostra in che modo la vita cittadina sia ideale per lo sviluppo di nuove opere letterarie, il fatto di trovarsi in citt permette a Saba di osservare la vita che si svolge intorno a lui e di descriverla. La citt un'importante fonte di ispirazione per un'autore che si interessa anche ai fenomeni sociali oltre a l'aspetto puramente estetico e stimolante per l'universo letterario, egli la considera come uno spazio per il quale si prova un attaccamento e dove si sta bene. La nostra citt di origine rester sempre un posto speciale ai nostri occhi, ci si sente appartenere a quest'ultima, si tratta di un posto dove potersi sentire al sicuro e rimembrarsi della nostra vita passata. L'uomo a bisogno di poter dire da dove proviene quali sono le sue radici: avere una propria carta di identit legata al luogo in cui nato e/o ha vissuto. Una descrizione positiva della citt viene fatta anche da Jerre Mangione nel testo del corpus estratto da Mont'Allegro, una comunit siciliana in America, scritto nel 1983. Infatti, descrivendoci la vita di alcuni immigrati Italiani in una citt Americana l'autore fa passare in secondo piano i luoghi desolanti e tristi in cui vivono gli immigrati contrapponendoli ad un'immagine positiva e di gioia che queste persone riescono a creare semplicemente cantando e suonando degli strumenti musicali che li riportano ad una immagine siciliana dei limoni come simbolo di sole e di una terra pura in netta contrapposizione con il fiume dalle acque sudicie e il cielo giallo di zolfo. Il narratore inizia il racconto descrivendo la propria vita in un quartiere popolare di una citt dove vivevano molti immigrati Italiani. Questo luogo viene descritto come rumoroso, per colpa di una grossa lavanderia, attraversato da un fiume dalle acque sudicie in netto contrasto con il luogo di origine di queste persone che l'autore per per descriverne la purezza e la freschezza paragona alla macchie di limoni che colorano la campagna siciliana. Mangione ci mostra che lo spirito dell'uomo e la gioia di vivere pu far passare in secondo piano alcuni aspetti pi materiali come il fatto di vivere in una citt inquinata dove vi si costretti per necessit economiche intravede quindi un aspetto comunque positivo del vivere in citt che seppur meno gradevole della vita di campagna ci si pu adattare e coglierne gli aspetti positivi come cogliere opportunit di lavoro. Quando si decide di emigrare per migliorare le proprie tal volta miserabili condizioni economiche si deve essere consapevoli di andare spesso a vivere in quartieri popolati da

gente simile sia per cultura che per estrazione sociale e ci facilita il nascere di nuove amicizie che permettono di sentirsi a proprio agio ed affrontare al meglio gli aspetti negativi delle citt come descrive l'autore riferendosi alla comunit siciliana emigrata in America. In opposizione con la visione della vita in citt data dagli autori visti in precedenza, ci interesseremo ora alla percezione di questa come un'universo ostile. Questo modo di vedere la vita metropolitana condiviso da diversi autori tra i quali Paul Verlaine. Infatti, nella poesia del corpus estratta da Sagesse (raccolta di poesie scritta nel 1881), la citt viene descritta come un posto rumoroso, fastidioso e dove vengono assuefatti tutti i vizi umani. L'autore parla di una grande citt di pietre bianche infastidita da un sole battente, ci sembra ricordare le citt bianche di cui sono costellate il sud Italia, la Grecia e e la Spagna abitate da gente chiassosa e vivace che di per se dovrebbero far immaginare un aspetto positivo sia della citt che della vita e che invece dall'autore sono vissute in modo negativo La citt vista come un luogo maligno dove la gente si ritrova per dare sfogo ad ogni tipo di vizio, utilizzando un termine che gi estrinseca qualcosa di negativo anche se poi dice che i vizi, non so come, possano essere condannabili o meno. La citt un posto pieno di odori e rumori sgradevoli dove, malgrado la grande quantit di persone e di opportunit, l'uomo finisce sempre col fare la cosa sbagliata e dove vive in grande solitudine. Infine, Verlaine ci d un idea della sua visione della saggezza, tematica principale attraverso la quale si sviluppa la sua raccolta di poesie. Il saggio una persona che, oltre a saper resistere ai vizi presenti nelle citt, ha un luogo ideale una Tebaide dove si pu rifugiare e ritirarsi a pensare ovunque si trovi. Questa idea di un luogo immaginario, probabilmente presente solo nella mente pu essere contrapposta con l'idea di Umberto Saba, che invece esalta la visione della citt di origine (Trieste nel suo caso) come punto di riferimento unico al quale egli si sente di appartenere e nel quale trova sia l'ispirazione letteraria che l'energia positiva di cui le persone hanno bisogno per vivere la propria vita. Un'interpretazione piuttosto negativa della vita in citt presente ugualmente nel testo del corpus estratto da Le citt invisibili, scritto da Italo Calvino nel 1972. Quest'ultimo descrive la citt di Adelma ponendosi un dilemma, se si tratta di una cittadina popolata da morti come appare nei suoi sogni oppure di una vera citt con persone che per non conosce. Entrambe queste visioni gli creano angoscia. Non poter riconoscere nessuno nei

passanti che si incontrano per strada lo porta a provare solitudine e angoscia. Vivere in questa citt quindi paragonabile a vivere in un ambiente popolato da morti, in entrambi i casi si va per la propria strada senza considerare gli altri, per paura o semplicemente perch non li conosciamo. Italo Calvino prende anche in considerazione il problema del tempo che passa. In effetti, vivere in una citt pu essere considerato simile a vivere circondato da morti anche per colpa della vecchiaia. C' un momento nella vita, avanti con gli anni, in cui la maggior parte delle persone conosciute ormai morta ed in numero superiore rispetto a quelle che si conoscono e sono ancora vive, la mente, ormai stanca, inizia a confondere la fisionomia di gente morta con quelle che invece si incontrano tutti i giorni facendo credere all'uomo anziano di vivere in un mondo popolato da persone decedute. Questa visione della citt in netto contrasto con quella che Italo Calvino ha della campagna meno densamente abitata, dove si incontrano e si conoscono meno persone, ma di cui si ha coscienza di una loro perfetta identit permette anche in vecchiaia di non confondere persone vive con persone morte. Questo ravvicinamento tra la vita cittadina e la morte esposto da Italo Calvino, pu essere ritrovato nel documento iconografico del corpus. Questa fotografia ci mostra un panello di indicazioni stradali dove nella stessa direzione della citt di Taranto viene indicata la direzione anche di un cimitero. Possiamo interpretare questa segnalazione come un modo per dire che vivere in una citt come Taranto ci porter alla morte per la sua pericolosit (tanti incidenti stradali, un'alto tasso di criminalit rispetto alla campagna...), oppure, riprendendo le idee espresse da Verlaine e da Calvino, si pu prendere come un avvertimento per dirci che, nonostante quello che si pu pensare, vivere in citt non ci porter a fare nuove amicizie o a trovare delle nuove opportunit, ma ci far solo sentire soli come lo si pu essere da morti mentre si riposa in un cimitero. Poich ogni citt ha il suo cimitero si potrebbe altres pensare che sia un luogo che appartiene alle citt e dove si giunge al quieto riposo dopo una vita operosa lasciando la possibilit a chi ci ha conosciuto ed ancora in vita di avere un luogo materiale dove venire a trovarci e ricordare i bei momenti vissuti insieme sia in citt come in campagna. Per concludere, si pu dire che esistono diverse visioni della vita in citt. Saba ci mostra che la vita cittadina ideale per lo sviluppo di nuove idee ed opere letterarie, per un'autore che si interessa ai fenomeni sociali oltre che a l'aspetto puramente estetico per le proprie opere

la citt risulta quindi un luogo estremamente stimolante che permette alle persone di proghedire e di cui non si pu fare a meno per poter soddisfare il proprio desiderio e necessit di appartenenza che tutti hanno. Mangioni ci mostra che le nuove amicizie e le opportunit di lavoro che si possono trovare nelle citt compensano le condizioni di vita spesso precarie queste offrono soprattutto in alcuni quartieri degradati. Positivo e negativo, bene e male sono entrambi presenti in ogni persona, solo che nella difficolt di un giusto equilibrio alcune persone sviluppano pi gli uni e taluni pi gli altri. I brani letti corrispondo appunto alla visione che l'autore delle citt ma che a mio avviso rispecchia quello ognuno di essi ha nel proprio animo e probabilmente del momento della vita che sta attraversando ecco forse perche sia Verlaine che Italo Calvino concepiscono, a differenza degli altri, un vita metropolitana, rumorosa e fastidiosa che porta spesso alla deriva dato che nelle citt che emergono i peggiori vizi del uomo, un luogo che non permette di stringere nuove amicizie o di cogliere nuove opportunit, contrariamente a quello che si pu pensare, ma che porta una situazione di grande inquietudine paragonabile all'essere circondato da persone ormai morte da anni.

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