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Modulo 2: Pragmatica (anche cod. 37146)
Ada Valentini (ada.valentini@unibg.it)
(5) Pragmatica linguistica: termine introdotto da Charles Morris (1938), secondo cui la Pragmatica,
ossia “la relazione dei segni con gli interpretanti”, è una delle tre componenti della semiotica o
scienza dei segni, insieme alla Sintassi (“relazioni formali di un segno con un altro segno”) e alla
Semantica (“relazioni dei segni con gli oggetti a cui i segni si applicano”).
(3) Lo studente interessato al riconoscimento dello status di “studente lavoratore” deve presentare
un’autocertificazione in cui dichiara di aver svolto almeno 400 ore effettive di lavoro nel periodo
di riferimento. (dal sito della Facoltà di Ingegneria, Univ di Pisa)
La figura del lavoratore studente ha avuto negli anni vita estremamente difficile soprattutto per le
continue ingerenze da parte del datore di lavoro che, in relazione ad aree sempre più vaste di
interesse da parte dei lavoratori è stato costretto spesso a modificare l’organizzazione della
propria impresa. (da un documento della CGIL sul diritto allo studio)
(per gli ultimi due ess. si veda Grandi, N., 2009, “La coordinazione tra morfologia e sintassi: tendenze tipologiche ed
areali”, comunicazione al XLIII convegno della SLI, Verona, 24-26 settembre 2009)
b. P è lo studio delle relazioni grammaticalizzate, cioè codificate nella struttura di una lingua, tra
lingua e contesto.
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c. P è lo studio di quegli aspetti del significato non inclusi in una teoria semantica
‘denominazione comune di
– Serpente! – strillò il
vari rettili del sottordine degli ‘Allarme! C’è un serpente’
piccione (Andorno 2005: 11)
Ofidi…’(DISC)
d. P è lo studio delle relazioni tra lingua e contesto che sono basilari ad un esame della
comprensione della lingua/studio dell’uso della lingua in contesto
“del fatto che un bambino normodotato acquisisce una competenza linguistica non solo riguardo
alla grammaticalità della lingua, ma anche riguardo alla sua appropriatezza. Il bambino impara
quando parlare o non parlare, di che cosa parlare, con chi, quando, dove e in che modo. In breve, il
bambino acquisisce la capacità di realizzare una serie di atti linguistici, di prender parte a eventi
comunicativi e di comprendere come gli altri parlanti li valutano”
(Hymes Dell, 1972, "On communicative competence". In: Pride / Holmes (eds.), Sociolinguistics,
Harmondsworth, Penguin: 277-278, traduzione mia)
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(6) evento linguistico: “unità di analisi etnografica di una comunità” (Caffi 2009:25-26)
S (ituation) 1. situazione
2. scena
P (articipants) 3. parlante
4. mittente
5. ascoltatore, o ricevente o uditorio
6. destinatario
E (nds) 7. scopi-risultati
8. scopi-fini
A (ct sequences) 9. forma del messaggio
10. contenuto del messaggio
K (ey) 11. chiave
I (nstrumentalities) 12. canale
13. forme di discorso
N (orms) 14. norme di interazione
15. norme di interpretazione
G (enres) 16.generi
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16 generi: “categories or types of language use, such as the sermon, the interview, or the editorial. May
be the same as ‘speech event’ but may be a part of a speech event. For example, the sermon is a
genre and may at the same time be a speech event (when performed conventionally in a church); a
sermon may be a genre, however, that is invoked in another speech event, for example, at a party for
humorous effect.”
(per le definizioni sopra riportate vd. Lillis T.M., 2006, s.v. Communicative Competence in Mey Jacob
L. Concise Encyclopedia of Pragmatics, Oxford, Elsevier: 92-99)
(8) L’unità di analisi della pragmatica è l’enunciato, ossia la produzione linguistica e il contesto in cui
è stata prodotta