Seconda guerra mondiale, rilevanza storica e cause
La seconda guerra mondiale inizia il I settembre del 1939 con l’invasione
della Polonia da parte della Germania nazista e termina il 2 settembre del 1945 con la firma della resa incondizionata da parte del Giappone. Dura quindi 6 anni. Fu un evento di enorme rilevanza storica che determinò enormi cambiamenti sotto molti aspetti. Dal punto di vista politico, i cambiamenti più rilevanti furono la formazione di due superpotenze globali, stati uniti e unione sovietica, che con i loro alleati, blocco occidentali (filo americano) e quello sovietico, costituirono due blocchi contrapposti che dividevano innanzitutto l’europa ma in generale il mondo in due. Quindi ci fu l’inizio di una guerra anomala, poiché non fu mai combattuta direttamente dalle due superpotenze, stati uniti e unione sovietica, ma combattuta in teatri secondari come Corea, Vietnam etc, fu chiamata per questo (non vide mai lo scontro diretto tra le due potenze) Guerra fredda, che iniziò verso il 1946/47 e terminò con la capitolazione e il crollo dell’unione sovietica nel 1991. Già questo è chiaramente un’enorme conseguenza. Dopodiché l’inizio dell’unificazione dell'Europa, ancora in corso. Inoltre, la rivoluzione comunista in Cina, nel 1949 vinsero i comunisti e la Cina divenne una repubblica popolare comunista che si agganciò al blocco sovietico. La decolonizzazione, a partire dagli anni 40 con l’India che divenne indipendente nel 1948, ma soprattutto negli anni 60 si avviò un processo di decolonizzazione globale. L’aggravarsi del problema israelo palestinese, dopo l’olocausto infatti le forze sioniste, che sarebbero poi diventate le forze armate dello Stato d’Israele, fecero una vera e propria guerra di conquista della Palestina, che terminò con la fondazione dello stato di Isreale. Lì iniziò il problema medio orientale che trovava le sue origini nella prima guerra mondiale, nella seconda divenne un problema anche dal punto di vista militare. Si creò lo stato di Israele che trovò l’ostilità degli stati confinanti islamici, problema che dura tutt’ora. Ovviamente, almeno per quanto riguarda gli stati occidentali, l’affermazione definitiva della superiorità politico militare Americana, quindi anche il declino della gran bretagna. Nel 1945 alla fine della guerra vennero inaugurate l’ONU (organizzazione delle nazioni unite) che tutt’ora continua ad esserci. Da un punto di vista politico, quindi, ci furono enormi cambiamenti che sconvolsero la carta europea. Da un punto di vista economico, essendosi formati due blocchi, si formarono ovviamente due modelli economici. Quello sovietico era un modello di economia pianificata che alla fine fallì. Da un punto di vista economico negli stati occidentali, in quello che poi alla fine sarà il modello che uscirà vincitore dallo scontro tra modelli economici occidente-unione sovietica, già nel corso della prima guerra mondiale iniziò quel processo di globalizzazione in cui siamo attualmente. Nell'immediato una grande conseguenza furono 50 milioni di morti, l’uso delle bombe atomiche etc. Da un punto di vista della portata storica è un evento estremamente importante. Vediamone le cause. Le cause possono essere di tipo politico, ideologico ed economico. Da un punto di vista politico abbiamo i trattati iniqui della prima guerra mondiale, soprattutto quello di Versailles, grande errore della diplomazia internazionale, specialmente dei vincitori che punirono la germania in modo eccessivo. Molte delle cause direttamente e indirettamente le possiamo già trovare nella prima guerra mondiale. Anzi, a questo proposito il grande storico inglese eric hobson, nel “secolo breve” (la sua più importante opera storiografica), parla della seconda guerra mondiale come del secondo atto di un’unica grande guerra che caratterizzò l’intero XX secolo, chiamato da lui “secolo breve” perché storicamente parlando lo fa iniziare nel 1914 e lo finire nel 1991 col crollo dell’unione sovietica. Questa grande guerra che abbraccia l’intero 900, è come formata da tre atti. Il primo atto è la prima guerra mondiale, con un intermezzo tra le due guerre della formazione di due blocchi politico ideologici, da un lato le liberal democrazie occidentali e dall’altro i regimi autoritari sul modello fascista che sorsero in Europa. VEDIAMO CARTINA. Apparte Germania e Italia che costituirono l’asse Roma Berlino, abbiamo la Spagna del franchismo e tutta una serie di paesi anticomunisti confinanti con l’unione sovietica dell’europa orientale e balcanica che più o meno seguirono il modello fascista. è importante quindi la divisione politico ideologica tra gli stati autoritari di destra e (in verde) delle potenze liberal democratiche che si contrapposero come scandinavia, gran bretagna, irlanda, francia, stati uniti. C’era anche un’altra repubblica autoritaria, l’unione sovietica, che fu coinvolta suo malgrado nella guerra e finì coll’allearsi con le liberal democrazie occidentali, in quanto fu attaccata dalla germania nazista. Le cause di tipo economico sono da ricercarsi anch'esse nella prima guerra mondiale. Innanzitutto con gli enormi debiti di guerra imposti alla germania che resero la sua economia fragilissima e facilitarono non poco la conquista del potere democraticamente acquisito da parte di Hitler in Germania. Sul piano indiretto nel 1929 ci fu una crisi, determinata da un’enorme crescita del mercato azionario americano, determinato a sua volta dagli enormi profitti di guerra degli stati uniti che proseguirono in tutti gli anni 20, chiamati gli anni ruggenti. Ecco che a quel punto si produsse un’euforia sui mercati, le azioni venivano acquistate a prezzi sempre più alti perchè poi si rivendevano, questo si chiama “bolla speculativa” che ha come sua ovvia conclusione la corsa alle vendite che determina i crolli borsistici. La bolla è bella ma è destinata ad esplodere. Quando ci fu il crack, il big crash, del 1929 nella borsa di New York, le banche americane che avevano stimolato la ripresa dell’economia tedesca con iniezioni di liquidità nelle imprese tedesche, ritirarono tutti i soldi dalla germania per cercare di salvare le banche stesse nel mercato americano e a quel punto la germania rimase senza basi. La Germania aveva avuto un tracollo economico alla fine della prima guerra mondiale, grazie agli investimenti delle grandi banche americane si era ripresa ma restando fragile. Nel momento in cui le banche americane ritirarono i loro prestiti alle industrie tedesche per salvarsi loro negli stati uniti, a quel punto l’economia tedesca crollò nel modo più rovinoso possibile, il che facilitò l’ascesa al potere di Hitler. Una volta salito al potere, già il tesoro tedesco anche per politiche sbagliate dei predecessori di Hitler, non era particolarmente ben rifornito. Hitler, tuttavia, diede l’avvio di una politica fondata sul deficit, sulla spesa pubblica: costruzione di autostrade e tutta una serie di grandi opere pubbliche che fecero ripartire l’economia tedesca. A un certo punto però, egli volle strafare. Infatti, sempre agganciato al rancore verso il trattato di Versailles e le potenze che lo imposero, in violazione di questo trattato volle dare avvio ad una dispendiosissima politica di riarmo. Quell’esercito tedesco ridotto a 100 mila uomini armati di fucili o poco più, venne ulteriormente dotato di una grande flotta aerea e navale e sottomarina da guerra, venne incrementato in uomini (nuovamente esercito di milioni di uomini).Il debito pubblico tedesco quindi arrivò alle stelle. Mano a mano che si procedeva al riarmo, a quel punto o ci si fermava e quindi bisognava che Hitler nel 1936/37 se si fosse bloccato avrebbe potuto ancora organizzare una politica economica di bilancio abbastanza sana, ma sarebbe stata un’economia tedesca subordinata a quelle occidentali, americane, inglesi etc, oppure poteva scegliere di incrementare ulteriormente questo debito, creando un esercito sempre più potente, ma a quel punto un esercito così forte con un così grande debito pubblico implicavano anche una politica aggressiva di conquista sul piano estero. La scelta fu questa, con la conquista venivano acquisiti dal tesoro tedesco nuove tasse, nuove entrate per esempio con l’Austria, abbastanza ricca, e con la cecoslovacchia. Infatti successivamente all’Austria nel 1938 iniziò l’invasione della cecoslovacchia. La boemia e la Moravia (attuale repubblica ceca) divennero protettorato tedesco, sfruttato economicamente. Iniziò oltretutto l’invasione della Polonia. Questo enorme debito pubblico tedesco, con le casse del tesoro ormai ridotte molto male, nonostante una buona politica commerciale inaugurata nel corso degli anni 30 con i paesi dell’europa orientale, a un certo punto implicava però, se si voleva proseguire col riarmo etc, una politica aggressiva che doveva ovviamente sfogarsi anche in Polonia. Cosicché il 23 Agosto 1939 Hitler garantì la non belligeranza dell’Unione sovietica, quel famoso patto di “non aggressione” stipulato dai due ministri degli esteri Ribbentrop per conto della Germania e Molotov per conto dell’Unione Sovietica, patto di non aggressione decennale, che però non venne rispettato da Hitler. Ecco che lui iniziò con l’invasione della Polonia che, come da programma del mein kampf, doveva preludere ad un’ulteriore espansione nell’europa dell’est. Perchè? L’economia tedesca che era rinata fino a produrre la quasi piena occupazione, era tornata alla produzione precedente alla crisi precedente alla crisi del 1929, ma ecco che questa politica di grande spesa e riarmo, portò come conseguenza più o meno diretta a quella politica aggressiva che finì con l’inizio della seconda guerra mondiale.