In Occidente, l'idea di pericolo proveniente da Est con la rivoluzione russa, fu messa in secondo piano
dall'aggressività delle dittature nazifasciste. Germania, Italia e Giappone, portano la responsabilità della
Seconda guerra mondiale, che affondava le sue radici nella fragilità dell'ordine internazionale costruito a
Versailles dalle potenze vincitrici della Prima guerra mondiale. Una fragilità testimoniata dal sostanziale
fallimento della Società delle nazioni.
CONFLITTI E IDEOLOGIE
Sorgevano nel frattempo, sistemi politici e ideologici fra loro antitetici e questo, conferì ai rapporti tra le
potenze e poi al conflitto una caratterizzazione e un'asprezza ideologica persino superiore a quella della
Grande guerra. E' in questo quadro che va collocata la politica aggressiva condotta dai regimi nazifascisti,
nati e fondati sull'uso e sul culto della violenza.
La politica di destabilizzazione dell'ordine nazionale condotta da Hitler dal 1935 in poi, accompagnata da
un enorme consenso popolare, si svolse in 3 fasi:
- 1935-1938: attorno alla politica di destabilizzazione gravitava la revisione del trattato di Versailles, il cui
intento era liquidarlo
- a partire dal 1939: questa politica mise sul tappeto la conquista dello spazio vitale, in tedesco
Lebensraum, nell'Europa orientale, obbiettivo finale di una politica di potenza esplicitata con chiarezza
da Hitler
HITLER CONTRO VERSAILLES
Una volta ritirata la Germania dalla Società delle nazioni nel '33, e nel '35 riottenuta la regione della Saar,
nel marzo del '35 Hitler compì un primo decisivo strappo all'ordine internazionale dando inizio al riarmo
e reintroducendo la coscrizione obbligatoria, in violazione del trattato di Versailles. Nel 1936 Hitler fece
una violazione ancora più grave, facedno entrare in Renania le sue truppe, accolte trionfalmente dalla
popolazione. La reazione del governo di Londra, fu blanda, tanto da lasciare isolato il governo francese,
ultimo baluardo del trattato di Versailles.
IL CRUCIALE 1936
L'atteggiamento della Germania, preoccupò l'Italia, la quale nel 34 si oppose al tentativo hitleriano di
annessione all'Austria. La consonanza di obiettivi e di ideologia tra fascismo e nazismo, portarono
Mussolini a stringere rapporti sempre più impegnativi con Hitler. Nell'ottobre del 1936 fu stretto l'Asse
Roma-Berlino, che prevedeva l'allineamento sulla politica estera di Italia e Germania. Un mese dopo,
Hitler sancì con il Giappone il patto anti Comintern in funzione antisovietica: l'espansionismo tedesco e
quello Giapponese conferivano a tal proposito nei rispettivi continenti. L'anno successivo anche l'Italia
aderì al patto configurando l'Asse Roma-Berlino-Tokyo
L'ANNESSIONE DELL'AUSTRIA
Nel '38 con l'annessione dell'Austria alla Germania si aggiunse un altro tassello per la dittatura hitleriana.
L'Austria era da sempre un obiettivo di Hitler poichè costituiva un perno fondamentale con l'equilibrio
europeo, e ciò che non fu possibile nel '34, si realizzò nel '38, con un'Italia alleata, una Francia isolata e
una Gran Bretagna decisa a evitare ogni scontro. Mediante l'uso di brutali pressioni diplomatiche, Hitler
riuscì a far salire al governo di Vienna un filonazista, Seyss-Inquart, il quale con l'intento di riportare
l'ordine nel paese, fece entrare le truppe tedesche a Vienna. L'11 marzo del 1938 si completava
l'Anschluss (annessione dell'Austria)
La mossa successiva di Hitler fu la pretesa di annessione dei Sudeti, regione cecoslovacca di forte
componente tedesca. Per dirimere la questione fu convocata la conferenza di Monaco fra Italia,
Germania, Francia e Gran Bretagna. Non vi fu alcuna opposizione da parte di queste nazioni. La
conferenza di Monaco rappresentò il punto di non ritorno verso la guerra. Nel marzo del 1939 l'esercito
tedesco, approffitando dei contrasti etnici fra boemi e cecoslovacchi, entrò a Praga, ponendo fine
all'esistenza della Cecoslovacchia come stato autonomo. Il paese risultò apparentemente diviso in 2
parti, ma entrambi vassalli e protettorati della Germania. Si era così compiuto il colpo di Praga,
annettendo per la prima volta territori non abitati da tedeschi.
IL PATTO D'ACCIAIO
Nell'aprile del 1939, visto il pesante squilibrio dell'Asse a favore di Berlino, l'Albania fu occupata e
annessa al Regno d'Italia. Nello stesso tempo, Mussolini provvide a formalizzare l'alleanza politico-
militare con Hitler: il 22 maggio 1939 i ministri degli Esteri di Italia e Germania, Galeazzo Ciano e von
Ribbentrop firmarono il cosiddetto patto d'Acciaio, accordo che impegnava i due paesi ad appoggiarsi
militarmente in caso di conflitto
Dopo il colpo di Praga, gli inglese abbandonarono la politica dell'appeasement. Francia e Gran Bretagna
assicurarono la loro protezione alla Polonia, verso la quale Hitler indirizzava grande aggressività
rivendicando la città di Danzica. La guerra era ormai alle porte. I frenetici tentativi diplomatici condotti
nell'estate 1939 per stringere un patto anglo-franco-sovietico in funzione antitedesca fallirono. Il 23
agosto 1939 von Ribbentrop e Molotov, ministri degli esteri tedesco e sovietico, firmarono un patto
decennale di non aggressione tra Unione Sovietica e Germania
UN PATTO SCONVOLGENTE
E' complicata la comprensioni dei motivi che spinsero due nemici storici e irriducibili come Germania e
Unione Sovietica a sancire un patto di questo tipo. Essenzialmente portava vantaggi ad entrambe le
nazioni; il patto consentiva a Hitler di combattere su un solo fronte, invece per quanto riguarda Stalin, il
patto permetteva di evitare o rinviare una guerra cui l'Unione Sovietca non era assolutamente preparata.
Al patto Molotov-Ribbentrop era allegato un protocollo segreto che definiva le rispettive zone di
influenza nell'Europa orientale, assegnando al controllo sovietico la parte orientale della Polonia, gran
parte delle repubbliche baltiche e la Bessarabia. Stalin creava in tal modo un sorta di "cuscinetto" fra
l'Unione Sovietica e Germania, e al tempo stesso raggiungeva i tradizionali obiettivi russi di espansione e
di egemonia nelle aree di confine con l'Europa centrale.