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LE INFERENZE CAUSALI

Consideriamo cinque situazioni di vita quotidiana.


Valutiamo, per ciascuna di esse, se ed in che modo il
protagonista può essere considerato responsabile
degli eventi che vengono descritti, e a quale
concetto di RESPONSABILITÀ facciamo riferimento
• (a) Un ragazzino colpisce un altro con la pistola giocattolo di Marco. Marco è responsabile
del ferimento?
• (b) Marco, rientrando a casa, suona insistentemente alla porta per farsi aprire. Il fratello
piccolo che è in casa, per lo spavento lascia cadere un coltello che aveva afferrato
all’insaputa della madre e la ferisce al piede. Marco è responsabile di questo fatto?
• (c) Marco è alla festa di compleanno di un amico. Ad un certo punto vengono offerti dei
pasticcini e ne prende cinque. Un ragazzo, arrivato dopo di lui, trova il vassoio vuoto.
Marco è responsabile del fatto che questo ragazzo non ha potuto mangiare neanche un
pasticcino?
• (d) Marco sa che non deve portare il cibo in giro per casa perché sporca. Prende una
merendina e la mangia sul divano, spargendo briciole ovunque. E’ responsabile del
disordine creato?
• (e) La madre di Marco lo obbliga, per punizione, a tagliare l’erba del giardino di casa.
Marco è responsabile del fatto che ora il prato è più curato?
Quale concetto di responsabilità?

¡ Un ragazzino colpisce un altro con la pistola


giocattolo di Marco. Marco è responsabile
del ferimento?
Quale concetto di responsabilità?

¡ Un ragazzino colpisce un altro con la pistola


giocattolo di Marco. Marco è responsabile del
ferimento?

ASSOCIAZIONE – la responsabilità è
attribuita a un individuo anche in assenza
di un legame causale tra l’individuo e
l’evento, quando però sembra che sia a lui
connesso
Quale concetto di responsabilità ?

¡ Marco, rientrando a casa, suona


insistentemente alla porta per farsi aprire.
Il fratello piccolo, che è in casa, per lo
spavento lascia cadere un coltello che aveva
afferrato all’insaputa della madre e la
ferisce al piede. Marco è responsabile di
questo fatto?
Quale concetto di responsabilità?

¡ Marco, rientrando a casa, suona insistentemente alla porta


per farsi aprire. Il fratello piccolo, che è in casa, per lo
spavento lascia cadere un coltello che aveva afferrato
all’insaputa della madre e la ferisce al piede. Marco è
responsabile di questo fatto?

CAUSALITA’ – la persona è giudicata per i


risultati che la sua azione ha prodotto, a
prescindere dalle intenzioni che la
guidavano
Quale concetto di responsabilità?

¡ Marco è alla festa di compleanno di un


amico. Ad un certo punto vengono offerti
dei pasticcini e ne prende cinque. Un
ragazzo, arrivato dopo di lui, trova il
vassoio vuoto. Marco è responsabile del
fatto che questo ragazzo non ha potuto
mangiare neanche un pasticcino?
Quale concetto di responsabilità ?

¡ Marco è alla festa di compleanno di un amico. Ad un


certo punto vengono offerti dei pasticcini e ne prende
cinque. Un ragazzo, arrivato dopo di lui, trova il vassoio
vuoto. Marco è responsabile del fatto che questo
ragazzo non ha potuto mangiare neanche un
pasticcino?

PREVEDIBILITA’ – non è ancora presente


l’intenzione ma è chiaro agli occhi
dell’osservatore che l’attore avrebbe
potuto prevedere gli effetti dell’azione
Quale concetto di responsabilità?

¡ Marco sa che non deve portare il cibo in


giro per casa perché sporca. Prende una
merendina e la mangia sul divano,
spargendo briciole ovunque. E’
responsabile del disordine creato?
Quale concetto di responsabilità?

¡ Marco sa che non deve portare il cibo in giro per casa


perché sporca. Prende una merendina e la mangia sul
divano, spargendo briciole ovunque. E’ responsabile
del disordine creato?

INTENZIONALITA’ – si presume che la


persona abbia agito intenzionalmente
allo scopo di produrre un determinato
effetto
Quale concetto di responsabilità ?

¡ La madre di Marco lo obbliga, per


punizione, a tagliare l’erba del giardino di
casa. Marco è responsabile del fatto che
ora il prato è più curato?
Quale concetto di responsabilità?

¡ La madre di Marco lo obbliga, per punizione, a tagliare


l’erba del giardino di casa. Marco è responsabile del
fatto che ora il prato è più curato?

GIUSTIFICAZIONE – quanto più si ritiene che


fattori ambientali esterni alla volontà della
persona abbiano contribuito al risultato
dell’azione, tanto meno la persona tende ad
essere considerata responsabile
Una scala psicologica di attribuzione di responsabilità

¡ ASSOCIAZIONE ¡ RESPONSABILITA’ LEGALE

¡ CAUSALITA’ ¡ RESPONSABILITA’ OGGETTIVA

¡ PREVEDIBILITA’ ¡ RESPONSABILITA’ PER COLPA

¡ INTENZIONALITA’ ¡ RESPONSABILITA’ PER DOLO

¡ GIUSTIFICAZIONE ¡ ATTENUANTI (DELLA


RESPONSABILITA’)
Causalità e intenzionalità
Gli esperimenti di Michotte e di Heider
La causalità: una categoria “primitiva”?
Gli esperimenti di Michotte

Noi “vediamo” la causalità , senza l’intervento di processi di


inferenza razionale o di interpretazione a partire dai dati
dell’esperienza
L’intenzionalità: una categoria altrettanto “primitiva”?

L’animismo infantile: il bambino intende gli eventi che


hanno una causa fisica in un’ottica psicologica

La percezione dell’intenzione è irresistibile (esp. di Heider


e Simmel): “vediamo” l’intenzionalità

Heider, F., & Simmel, M. (1944) An experimental study in apparent


behavior. The American Journal of Psychology, 57, 243-259.

https://www.youtube.com/watch?v=sx7lBzHH7c8
I processi di attribuzione causale

Meccanismi psicologici che permettono di COLLEGARE UNA


CAUSA AD UN EFFETTO.

I meccanismi attraverso i quali l’osservatore (il giudicante)


attribuisce un fatto alla volontà dell’agente partono da un
assunto fondamentale:

Ogni comportamento che entri in conflitto con gli standard


correnti e che sia potenzialmente dannoso per l’ordine sociale
è visto come voluto da parte dell’agente, salvo che vi sia una
diretta e certa evidenza del contrario.
In Psicologia delle relazioni interpersonali (1958), Heider
analizza la “psicologia del senso comune”, intesa come un
insieme di principi inespressi che vengono comunemente
utilizzati per rappresentare l’ambiente sociale e che guidano le
azioni.

Modello di individuo come scienziato ingenuo

La ricerca delle cause risponde al bisogno di padroneggiare


la realtà, grazie alla previsione e al controllo delle situazioni,
riportando comportamenti variabili e transitori a particolari
condizioni soggiacenti, dotate di una certa stabilità
(motivazione aspecifica, di carattere epistemico).
L’attribuzione causale (o l’inferenza causale) è quel processo
che le persone mettono in atto quando cercano spiegazioni per
il proprio e per l’altrui comportamento, ossia quando
inferiscono le cause che stanno dietro specibiche azioni

Il LOCUS della causalità

Stabilire se la causa del comportamento sta nella persona che


lo ha prodotto (causa interna), nell’ambiente circostante
(causa esterna) o in ambedue.

l Il locus interno rimanda a fattori di tipo personale come la


motivazione o l’abilità .
l Il locus esterno a fattori situazionali che possono favorire o
ostacolare quel comportamento.
Locus, stabilità, controllabilità

Quale probabilità ha un certo comportamento di ripresentarsi


in futuro? La persona ha la possibilità di controllare l’esito di
un evento?

“X ha compiuto un omicidio”: possiamo fare delle previsioni


sul fatto che in futuro possa nuovamente mettere in atto lo
stesso comportamento?

§ locus (interno/esterno)
§ stabilità delle cause (stabile/instabile)
§ controllabilità (si/no)

Le attribuzioni causali influenzano le aspettative per il


futuro à
Locus, stabilità, controllabilità (Weiner, 1986)
Attraverso le aspettative, le auto-attribuzioni causali
influenzano le prestazioni (la profezia che si auto-
avvera):
la predizione genera l'evento e l'evento verifica la
predizione

Una profezia che si auto-adempie: quando un


individuo, convinto o timoroso del verificarsi di
eventi futuri, altera il suo comportamento in un modo
tale da finire per causare tali eventi
La TEORIA DELL’INFERENZA CORRISPONDENTE di
Jones e Davis (1965)
Inferenze comportamento-tratto
Osservando le azioni di un soggetto e gli effetti prodotti,
l’osservatore deduce che una certa azione è causata da specifici
tratti di personalità (disposizioni) di colui che agisce.
Poiché le caratteristiche di personalità sono considerate stabili
e durature, conoscere le disposizioni di una persona genera
l’impressione di poterne prevedere il comportamento.
AREA DELLE INFERENZE AREA DELLE OSSERVAZIONI

DISPOSIZIONI
EFFETTO 1
Egoista CONOSCENZA
Freddo
Orgoglioso
Aggressivo INTENZIONE AZIONE EFFETTO 2
Scherzoso
Estroverso
Impulsivo CAPACITA’

EFFETTO 3
In che modo una persona può collegare le intenzioni a criteri
disposizionali?
Si tratta di analizzare le caratteristiche dell’azione intrapresa
dall’attore sociale egli effetti da essa prodotti.

1. Effetti non comuni


l’osservatore giunge a un’inferenza sulla personalità
dell’agente quando l’azione dell’agente provoca
conseguenze relativamente uniche o non comuni
= quali sono le altre possibili opzioni comportamentali?
il confronto fra il comportamento scelto e le opzioni
possibili è informativo sulle qualità della persona
2. Desiderabilità sociale:
L’inferenza circa le disposizioni personali è più
attendibile quando le conseguenze dell’azione sono
indesiderabili à sono disconfermate le credenze relative
a ciò che si ritiene altri farebbero nel medesimo contesto

=il comportamento scelto è tale perché approvato dagli


altri?

I comportamenti che violano le norme di desiderabilità


sociale sono considerati come maggiormente determinati
da cause interne e particolarmente indicativi di tratti
personali
3. Le possibilità di scelta (volontarietà):
Un’altra strategia per inferire le disposizioni di un attore
sociale consiste nel verificare se il comportamento
messo in atto sia in qualche modo frutto di vincoli
situazionali o se invece sia frutto di una libera scelta

= Il comportamento è espressione di volontà o conseguenza


di pressioni esterne?
I comportamenti messi in atto liberamente sono considerati
più informativi sulla persona rispetto ai comportamenti
messi in atto per costrizione
Implicazioni

¡ Quando un soggetto si comporta in maniera


diversa rispetto agli altri (la maggioranza, la
media), l’osservatore tende a considerarlo come
possessore di particolari caratteristiche

¡ Quando al contrario si comporta in modo


normale, cioè come tutti, si tende a considerare
la situazione o l’oggetto come scatenanti la
reazione
Il MODELLO DELLA COVARIAZIONE di Kelley
(1967)
Quando si posseggono informazioni da più fonti, l’osservatore,
come uno scienziato ingenuo, tende ad analizzarle utilizzando il
principio della covariazione.

Covariazione: osserviamo che due variabili presentano


variazioni concomitanti, cioè al variare di una corrisponde il
variare anche dell'altra.

Esempio: al variare del comportamento di X varia il


comportamento di Y
Le persone valutano l’informazione riguardante la
covariazione lungo tre dimensioni rilevanti per la
spiegazione del fenomeno:

1. DISTINTIVITA’ : l’effetto si manifesta quando è


presente l’entità e invece non si presenta quando
l’entità è assente?
Es. il fatto di non capire la lezione è legato al docente X?
O si verifica anche con altri docenti?
2. COERENZA nel tempo e nelle modalità: l’effetto si
manifesta ogni volta che l’entità è presente, e sempre nella
stessa modalità?

Es. il fatto di non capire la lezione del docente X è limitato


alla lezione di oggi? O è sempre così?

3. CONSENSO: le altre persone subiscono lo stesso effetto


in riferimento alla stessa entità?

Es. anche gli altri studenti non capiscono la lezione del


docente X?
“Perché faccio fatica a seguire la lezione del/lla docente X?”

ldistintività: il fatto di non seguire la lezione è legato al


docente X? O si verifica anche con altri docenti?
l coerenza temporale e nelle modalità: il fatto di non seguire la
lezione del docente X è limitato a questa mattina? O è sempre
così?
l consenso: anche gli altri studenti non riescono a seguire la
lezione del docente X?

In presenza di alta distintività, alta coerenza ed alto consenso,


l’attribuzione causale risulta tutta a carico dell’entità in questione,
ossia del docente X
Critiche al modello di Kelley
• le persone possono essere poco abili nel valutare la covariazione
fra gli eventi
• la covariazione non presuppone necessariamente l’esistenza di
un nesso causale
-
La correlazione illusoria

La contiguità temporale di due eventi (soprattutto se


infrequenti) viene interpretata come una relazione di causa-
effetto: post hoc, ergo propter hoc

à La contiguità temporale può essere fonte di errore nella


ricerca delle cause di un certo evento
Numerose ricerche hanno concluso che le persone non usano
modelli dettagliati e formali, piuttosto fanno attribuzioni in
modo rapido, impiegando molte meno informazioni e
mostrando tendenze a servirsi di “scorciatoie”, compiendo
spesso errori attribuzionali

Gli errori di attribuzione o biases sono delle modalità di


giudizio sistematicamente distorte
Gli errori sistematici di attribuzione (biases)

Di tipo cognitivo-motivazionale

l SELF-SERVING BIAS

l ERRORE FONDAMENTALE DI ATTRIBUZIONE

l DIFFERENZA ATTORE-OSSERVATORE
Self-serving bias
La tendenza ad attribuire i propri successi a cause
interne e gli insuccessi a cause esterne (auto-
indulgenza).

• Attribuzione auto-difensiva
• Illusione di controllo: la causazione materiale
dell’evento positivo tende a produrre un’azione di
controllo (es. il giocatore d’azzardo)
Errore fondamentale di attribuzione

La tendenza generale a sovrastimare il ruolo dei fattori


disposizionali (causa interna e stabile) e a sottostimare il
ruolo dei fattori situazionali (esterni e instabili).

Anche quando sappiamo che le persone agiscono


costrette a farlo da condizioni esterne, o quando
semplicemente interpretano un ruolo, tendiamo
comunque a credere che siano i loro tratti di personalità o
i loro atteggiamenti stabili ad indurli a comportarsi così.
Differenza attore/osservatore
(errore di posizione)

La tendenza generale ad attribuire cause diverse allo stesso


comportamento a seconda che il punto di vista sia quello di chi
compie l’azione (attore) o di chi la osserva (osservatore).
Interpretazione situazionalista nel primo caso, disposizionalista
nel secondo.
Spiegazioni:
lDi tipo percettivo-cognitivo
¡Nel ruolo di osservatori l’elemento saliente del campo
percettivo è costituito dal comportamento della persona
osservata (figura), mentre i fattori di contesto sono meno
visibili (sfondo).
¡L’attore non può osservare da vicino il proprio
comportamento, la sua attenzione è rivolta all’esterno.

lDi tipo normativo


¡Condividiamo la norma sociale secondo la quale siamo
persone libere di guidare e controllare le nostre azioni, senza
vincolo o influenza da parte delle circostanze.
Condizione a

Lennie è un giovane serio e accurato, che tiene alla propria


autovettura e la sottopone a periodici controlli. Un giorno Lennie
parcheggia la macchina in cima ad una salita, la chiude e va a fare
spese in un centro commerciale vicino. Quanto torna, non trova più la
macchina; subito pensa che gliela abbiano rubata, ma, guardando
meglio intorno, si accorge - con stupore prima e allarme dopo - che la
sua macchina si è mossa e, trasportata dalla pendenza della strada, è
arrivata sino al fondo della discesa.

Vicino alla macchina c’è un capannello di persone che discute


concitatamente e guarda con preoccupazione e incredulità nella sua
direzione. Lennie li raggiunge e apprende che la macchina ha quasi
rischiato di investire un signore anziano in bicicletta, che non si è
reso conto in tempo della vettura in movimento. Fortunatamente non
c’è stato scontro, ma il signore si è molto spaventato e per la paura
ha perso l’equilibrio finendo a terra. Non ha riportato comunque
danni al di là di qualche ammaccatura dovuta alla caduta.

Ritenete che Lennie debba in qualche modo essere ritenuto


responsabile dell’incidente?
Condizione b

Lennie è un giovane serio e accurato, che tiene alla propria


autovettura e la sottopone a periodici controlli. Un giorno Lennie
parcheggia la macchina in cima ad una salita, la chiude e va a fare
spese in un centro commerciale vicino. Quanto torna, non trova più la
macchina; subito pensa che gliela abbiano rubata, ma, guardando
meglio intorno, si accorge - con stupore prima e allarme dopo - che la
sua macchina si è mossa e, trasportata dalla pendenza della strada, è
arrivata sino al fondo della discesa.

Vicino alla macchina c’è una donna a terra e un capannello di persone


intorno, che gesticola concitatamente e guarda con rabbia e
incredulità nella sua direzione. Lennie li raggiunge preoccupato e
capisce con sgomento che la sua macchina ha investito una passante.
La donna attraversava la strada e forse non prestava molta attenzione
a quello che le stava intorno. La donna, che ha riportato ferite
piuttosto gravi, viene immediatamente portata in ospedale.

Ritenete che Lennie debba in qualche modo essere ritenuto


responsabile dell’incidente?
(1) Di chi è la responsabilità? A chi/cosa attribuire la causa di ciò
che è accaduto?
• L’incidente è accidentale (cioè senza responsabili) o è da attribuire ad un
agente umano?

(2) La graduazione della responsabilità cambia nelle due


situazioni?

(3) Quali elemenC influiscono sul ragionamento?

- Il faHo che l’incidente abbia causato danni più o meno gravi?


- L’esservi idenCficaC o meno con l’agente o con la situazione?
Esperimento (Walster, 1966)

• Le condizioni (a) e (b) vogliono controllare se c’è


un’attribuzione di responsabilità maggiore nel caso
di danni più gravi.

• Condizione a: la vittima riporta danni IRRILEVANTI

• Condizione b: la vittima riporta danni RILEVANTI


Risultati attesi

Ci si aspetta che:

• (1) più gravi le conseguenze negative per la vittima di


un fatto accidentale, maggiore la tendenza ad
attribuirne la responsabilità a qualcuno

• (2) il giudizio sul comportamento prudente o meno


della persona coinvolta nell’incidente sia più severo
quanto più gravi le conseguenze del fatto
Esperimento (Walster, 1966)

7,8
7,7 Responsabilità dell’agente

7,6 Imprudenza dell’agente

7,4

7,2
7,1

7
7
6,9

6,8

6,6

6,4
Cond. A (danni irrilevanti) Cond. B (danni rilevanti)
SEVERITY EFFECT
(errore di graduazione della responsabilità)

Nel processo di assegnazione della responsabilità la


gravità del danno arrecato è spesso l’elemento più
saliente per chi deve emettere un giudizio.
Questa propensione ad esprimere un giudizio sulla
responsabilità tanto più severo quanto maggiore è il
danno arrecato viene definita SEVERITY EFFECT.
Spiegazioni del severity effect

Spiegazione classica:

Di fronte a conseguenze gravi, l’osservatore-giudice


sarebbe portato a rifiutare il carattere casuale
dell’incidente e quindi tenderebbe a ricondurlo alla
responsabilità di un agente (il reo o la vittima) per
proteggersi dall’idea che un fatto del genere possa
accadere anche a se stesso (bias motivazionale)
FaGori intervenienH
Due fattori intervengono a condizionare l’effetto severità

- la possibilità situazionale: se e quanto l’osservatore-giudice


ritiene di poter venire coinvolto in una situazione simile a quella
descritta per il reo
- la similarità personale: se e quanto l’osservatore-giudice
percepisce il reo come simile a sé.

Data una possibilità situazionale “sufficiente”, la gravità delle


conseguenze indurrebbe a responsabilizzare il reo solo se questi è
percepito dall’osservatore come molto dissimile da sé, mentre la
percezione di similarità spinge all’indulgenza
Nel brano ricorrono 6
personaggi (il barone, la baronessa, il
barcaiolo, l’amante, l’amico e il guardiano)
che hanno ciascuno una
responsabilità nella morte di
uno di essi (la baronessa).
Dopo aver letto il brano,
ordinate per grado di
responsabilità i 6
personaggi.

Fate quest’operazione prima


individualmente, poi
costruite una graduatoria di
gruppo.

Esplicitate le ragioni/il
ragionamento che sta dietro
alla graduatoria di
attribuzione di
responsabilità.
VICTIM BLAMING
(errore di colpevolizzazione della viCma)

Rifiutare il carattere casuale dell’incidente può


anche spingere ad una maggiore
responsabilizzazione non dell’agente, ma della
vittima.

BIAS: Atteggiamento più favorevole nei confronti


del responsabile del danno, a svantaggio di chi ha
subito il danno
Victim blaming
(colpevolizzazione della vittima)
Tendenza a biasimare le vittime, considerandole – almeno in
parte – responsabili per la violenza subita

• Victim blaming come errore di percezione nell’attribuzione di


causalità (bias attributivo)

• Giudizio – errato – formulato a partire da poche


informazioni e da false credenze socialmente diffuse (icosiddetti
«mitidellostupro»)
Perché?
Funzione difensiva
• Sen6rsi meno vulnerabili
• Credenze in un "mondo giusto» (Lerner, 1980): le cose bruDe
accadono (solo) a chi fa qualcosa per meritarsele (PROSPETTIVA
DELL’OSSERVATORE)
• Strategia di disimpegno morale (Bandura, 1986): gius6ficare la
violazione di uno standard morale (PROSPETTIVA DELL’ATTORE)

Funzione sociale
• LegiTmare lo status quo
• Perpetuare gerarchia di genere
• Idea di società «tradizionale»
I "miti dello stupro"
Proviamo ad immaginare una violenza «tipica» (uno schema di
evento, uno script).

Es.
- una donna che sta facendo jogging in un parco, di sera e viene
inspiegabilmente aggredita da un uomo che lei non conosce.
- una ragazza, che dopo una serata in discoteca viene
avvicinata da un ragazzo che abusa di lei.

I miti dello stupro agiscono come dei MODELLI PREDEFINITI, che


forniscono una definizione di «stupro» circoscritta
(Peterson & Muehlenhard, 2004) à Disconoscimento di episodi che non
rientrano nei criteri, negazione della violenza agita/subita
Esempi
• lo stupratore deve essere una persona estranea à
disconosce violenza da parte di conoscenti
• le violenze sessuali avvengono nelle zone malfamate e isolate
della città, di soluto di notte à disconoscele violenzecheavvengono
in altri contesti/orari
• la vittima è una poco di buono, che va in giro di notte, per
locali à le «brave ragazze» non possono essere vittime di
violenza
• Lo stupro prevede elevati gradi di violenza ed efferatezza à sesul
corpo delle vittime non vi sono evidenti segni della violenza non si
può parlare di stupro
• la vittima deve opporre resistenza in modo chiaroà
altrimenti è un rapporto consenziente
• la vittima deve essere attraente à le donne considerate
non attraenti non sono vittime di violenza
• La violenza dev’essere denunciata immediatamente à
L’accettazione dei miti dello stupro:
• Aumenta tendenza a biasimare le vittime e
minimizzare la gravità degli episodi di violenza

• Scoraggia le vittime dal denunciare

• Disconosce la violenza subita (senon si può


negare la violenza allora la si minimizza -
Elementi della situazione interpretati come
prove della corresponsabilità della vittima)
Per concludere:

Victim blaming come errore percettivo che deriva


dall’interiorizzazione e dell’accettazione di false credenze che
guidano la formulazione di un giudizio

Un errore con delle conseguenze importanti:


• Silenziamento delle vittime
• Minor aiuto per le vittime considerate responsabili
• Induzione all’auto-biasimo
• Ricadute sul benessere psico-fisico delle vittime

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