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Fichte
La principale differenza tra Fichte e Kant è il fatto che nel pensiero di Fichte si procede
dall’io alla natura e quindi cambia il campo d’indagine. Fichte dice che l’io deve essere
inteso come io soggettivo, io spirituale e come io puro.
L’io puro procede secondo un presupposto dialettico che si sviluppa in tre fasi:
Antitesi: L’io si pone in essere nel non io (la natura) come produzione dell’io puro.
Nonostante l’io puro produce il non io attraverso l’immaginazione produttiva non
riesce a conoscerlo perfettamente;
Sintesi: L’io pone all’io puro un io divisibile affinché possa cogliere il non io
divisibile. Il non io è divisibile perché rappresenta la natura cioè il mondo imperfetto
e quindi ciò che è imperfetto è divisibile. L’io puro per cogliere il non io divisibile cioè
la natura pone un io divisibile. Ma nel momento in cui l’io divisibile vuole cogliere il
non io divisibile l’io divisibile diventa di nuovo io puro e quindi gli sfugge. L’io si
riconverte in io puro perché non è divisibile.
Moralità infatti la lotta continua tra l’io e il non io sfocia nell’etica che rappresenta la
vita dell’uomo che è caratterizzata da una lotta continua.
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