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TEORIE PEDAGOGICHE DALLA SECONDA METÀ DELL’800 ALLA PRIMA METÀ DEL ‘900
Nel 1900 la scuola subisce processi di profonda e radicale trasformazione. Si apre alle masse e si nutre dell'ideologia. La scuola si impose come istituzione
chiave della società democratica e si alimentò di un forte ideale libertario. I temi della pedagogia dell'attivismo sono: Puerocentrismo, Valorizzazione del fare,
Motivazione, Centralità dello studio di ciò che lo circonda, Socializzazione, Antiautoritarismo, Antiintellettualismo, Il passaggio da pedagogia a scienze
dell'educazione, Il secondo Novecento e una nuova ideologizzazione della Pedagogia.
- JHONN DEWEY (1859/1952): PADRE DELLA PEDAGOGIA “Il mio credo pedagogico” (opera). Dewey fu il vero e proprio fondatore dell’attivismo
pedagogico. Al centro della riflessione di Dewey c'è il concetto di esperienza. Il processo educativo per Dewey è sintesi tra la partecipazione dell'individuo
e della società. Introduce nella scuola il lavoro sotto forma di laboratori in cui svolgere quelle attività quotidiane consentendo all'alunno di vivere e di
rendere la scuola "attiva". Dewey propone la centralità del fanciullo che, guidato dall'insegnante, apprende attraverso il fare, un programma che tiene
presenti gli interessi, i bisogni e lo sviluppo fisico e psicologico dell'alunno. DIDATTICA ATTIVA
- MONTESSORI (1870-1952) - LA NASCITA DELLA PEDAGOGIA SPERIMENTALE la vera educazione è autoeducazione: la pedagogia, il metodo,
l'insegnante, l'istituzione scolastica sono tutti mezzi ausiliari per la realizzazione di un "io" interiore, strumenti che devono aiutare il bambino a servirsi delle
sue risorse per esprimersi e svilupparsi. Casa dei bambini: gli spazi e il materiale didattico sono a misura del bambino. Parla di una "mente assorbente'
(opera), in quanto "la mente del bambino prende le cose dall'ambiente e le incarna in sé stessa". Per Montessori l'Educazione Cosmica è mostrare al
bambino l'interdipendenza di tutte le forme di vita, di tutti gli ambienti terrestri, del sole, dell'acqua e dell'aria.
- DECROLY (1871-1932) LA GLOBALIZZAZIONE DELL’INSEGNAMENTO Punti centrali: imparare facendo, interazione con l’ambiente e globalizzazione
dell’insegnamento. Fonda nel 1907 la Scuola dell'Ermitage, dove conduce un esperimento pedagogico all'insegna del motto "per la vita attraverso la vita".
Il nuovo metodo è fondato sull'osservazione diretta, sullo studio dei bisogni primari e dell'ambiente del fanciullo, rispettando, sia l'esigenza soggettivo-
psicologica sia quella oggettivo-sociale. La scuola sarà organizzata come ambiente in cui l'alunno possa avvicinarsi gradualmente alle attività materiali e
sociali proprie della vita reale, mentre le attività scolastiche saranno organizzate tutte attorno a “centri di interesse”. L'insegnamento si svolge attraverso
attività ed esercizi articolati nell'osservazione, nell'associazione e nell'espressione (trittico decrolyano). Vengono istituite schede di osservazione. Si occupa
del metodo globale, che procede dal tutto alle parti.
- CLAPARÈDE (1873-1940) approccio funzionalista all’istruzione (la scuola deve essere funzionale alle esigenze individuali. Studia l'interazione ambiente-
mente, poiché i processi di quest'ultima possono essere spiegati come necessità di controllo dell’ambiente esterno. Sulla base della legge del bisogno e
dell’interesse si arriva alla conclusione che l'educazione deve basarsi su fattori spontanei del fanciullo per metterlo in condizione di fornire delle risposte
adeguate alle esigenze naturali e sociali dell'attività. La scuola deve essere "una scuola su misura" (opera), in quanto deve rispettare e valorizzare le
diversità di ciascuno.
- FERRIÈRE (1879/1961) Ferrière sostiene che lo scopo dell'educazione è prima di tutto guidare l'allievo a far convergere la volontà e l'intelligenza verso
una aspirazione ad elevarsi, favorendo il lento processo di adattamento al mondo auspicando un adattamento in un ideale superiore. La scuola attiva
prevede che la lezione si strutturi in tre tempi: raccolta dei documenti, classificazione elaborazione. Principi a fondamento della scuola attiva: espressione
dell'energia vitale del fanciullo; rispetto dell'individualità singolare; spontanea espressione degli interessi e dell'esperienza diretta; attenzione alle fasi di
sviluppo; atteggiamento cooperativo; coeducazione; educazione dell'uomo e del cittadino.
- MAKARENKO (1888-1939): TEORIA DELLA III INTERNAZIONALE riflette l’ideale dell’uomo nuovo e di un’educazione collegata al contesto economico e
sociale. È palese la coscienza della transizione. Formazione politica e lavoro produttivo sono i due pilastri della nuova pedagogia. Pedagogia basata sul
Collettivo perché nel collettivo nessuno viene sacrificato e tutti vengono valorizzati al meglio delle loro capacità.
- WINNICOTT (1896-1971) E L'ATTACCAMENTO rapporto tra gioco e atto creativo. Alla nascita il bambino vive uno stato di fusione totale con la realtà
esterna ed è totalmente dipendente dalla madre (attaccamento). Successivamente la madre deve gradualmente emancipare il piccolo e avviarlo alla
scoperta di un "non me". Si servirà dei cosiddetti oggetti transizionali (permettono il distacco dalla madre). L'uso dell'oggetto transizionale rappresenta la
sua prima esperienza di gioco (=esperienza creativa). La creatività è costituita dalla "maniera che ha l'individuo di incontrarsi con la realtà esterna".
Winnicott dice ogni individuo ha la creatività all’interno di sé, basta solo stimolarla.