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Opere principali Leonardo e Geltrude, Sulla legislazione e l'infanticidio, Il metodo, Il libro delle
madri
Frase celebre “Soltanto il bene che c'è in noi può aiutarci a conseguire il meglio che ci manca.”
Pestalozzi
Pestalozzi fu cresciuto e educato dalla madre e dalla domestica, che egli ricordò sempre con
affetto e come modello d’intuizione e saggezza popolare. L’essere cresciuto in un ambiente
protettivo gli procurò delle difficoltà quando si venne a trovare fra i coetanei, ma
quest’esperienza di vita famigliare fu felice ed ebbe un deciso influsso sul suo stile
d’educatore. Frequentò le scuole di Zurigo ed ebbe maestri dallo spirito innovatore,
umanitario e patriottico; a vent’anni lesse l’Emilio (appena stampato) e se ne
entusiasmò. Pestalozzi partecipò ai fermenti illuministi, aderì alla setta massonica
degli Illuminati e frequentò il circolo dei Patrioti e la Società Elvetica.
Pestalozzi aveva già dalla fanciullezza (andava con il nonno pastore a visitare i poveri
contadini), il desiderio di sollevare le classi popolari dalle loro misere condizioni. Questo
suo sogno di rigenerazione sociale si arrestava però, al progetto di istruire
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convenientemente le popolazioni rurali e di far riconoscere il diritto del contadino e
dell’operaio ad un a dignitosa condizione di vita.
Neuhof (= nuova fattoria). La prima esperienza come educatore Pestalozzi la fece, appena
sposato, in una tenuta agricola (Nuehof), acquistata allo scopo di istituirvi una scuola per
ragazzi poveri, dediti all’accattonaggio che venivano sfruttati per i lavori nei campi. L'idea
era di istruirli (elementarmente) e di avviarli al lavoro agricolo d’estate e a quello di filatura
e tessitura d’inverno. La scuola doveva reggersi autonomamente con il lavoro dei ragazzi.
Purtroppo quest’iniziativa si concluse in maniera fallimentare dopo un decennio di vita,
poiché, nonostante aiuti esterni (tardivi e interessati), i debiti finirono col soverchiarlo, era
un amministratore inesperto e perdette il proprio patrimonio e quello della
moglie. Pestalozzi ricorderà quest’esperienza nella sua ultima opera “Il canto del cigno”.
PESTALOZZI: LEONARDO E GELTRUDE
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di rilievo nel seguito del romanzo è il maestro di scuola, Glüphi, che è simbolo del buon
senso che opera attivamente. È l’indicazione che per sanare alla radice la società occorre
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di lavoro e di creatività umana. Lo sviluppo di queste facoltà è naturalmente favorito se vi è
la possibilità di coltivarle già in ambito familiare, con le cure affettuose della madre; questa
crescita si amplia con la frequenza scolastica, se non si limita a educargli la mente, ma ne
sviluppa le funzioni elementari, si completerà poi con la partecipazione attiva alla vita
sociale.
Anche i principi del metodo sono tre: principio della necessità meccanica, principio
dell’organicità e continuità, principio della vicinanza e della lontananza.
Per necessità meccanica intende che l’educazione deve essere talmente conforme alla natura
spirituale dell’alunno da produrre determinati modi di sentire, di pensare, di operare.
Organicità e continuità stanno a significare che l’educazione non può avvenire a caso, ma
solo seguendo lo sviluppo complessivo del bambino in maniera graduale e continua.
Il principio di vicinanza e della lontananza suggerisce di partire da ciò che è più vicino
all’esperienza del bambino per allargare gradualmente il suo orizzonte.
Per applicare questi principi metodologici bisogna conoscere la psicologia del bambino, o
come dice Pestalozzi, le forme elementari nelle quali egli si esprime. La forza del cuore si
esprime originariamente nella fiducia e nell’amore, che il bambino manifesta verso la
madre. La madre, facendo leva su questo sentimento naturale, cercherà di allargare
l’orizzonte affettivo del fanciullo e di favorire il risveglio della coscienza morale e religiosa.
Se l’educazione morale e religiosa sarà ben impostata nell’infanzia, il fanciullo avrà già
l’inclinazione alla fiducia e all’amore cristiano verso gli altri, che gli farà superare l’impatto
con l’egoismo che domina la società. L’opera della madre dovrà comunque essere
proseguita dal maestro, usando amore e fermezza nei suoi riguardi.
L’EDUCAZIONE AL LAVORO
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perché il lavoro deve elevare spiritualmente e non abbrutire.
Secondo Pestalozzi, infatti, il lavoro materiale dovrebbe potersi conciliare con le esigenze
dello spirito, perché si possa giungere ad un miglioramento della società. Pestalozzi non
era socialista, ma credeva nella possibilità di attenuare lo sfruttamento ad oltranza del
lavoratore (specie del minore) e di trasformarlo in un uomo consapevole.