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ROSA AGAZZI

Le cianfrusaglie dei bambini e la scuola materna

L’esperienza educativa delle sorelle Agazzi, viene documentata principalmente da Rosa in numerosi
scritti.
Tra questi la guida per le educatrici dell’infanzia, raccoglie alcuni articoli apparsi nell’anno
scolastico 1929/30, risale al 1932. Da questo momento si diffonde il “ metodo Agazzi”.

Le sorelle Agazzi hanno contribuito a disegnare il profilo della “ scuola materna”, vista come un
ambiente in continuità con l’ambiente familiare. Dove al centro c’è il bambino nella sua totalità.
“un germe vitale che aspira al suo intero sviluppo fisico, intellettuale e morale”, dove la pratica
didattica è valorizzazione dell’esperienza vitale, dei sensi e degli affetti del bambino.

Invenzione didattica più diffusa: cianfrusaglie senza brevetto


Si tratta di materiale non preordinato, non scientifico e ma occasionale. Costituito da tutto ciò che i
bambini raccoglievano, portavano a scuola e al quale si interessavano ad esempio scatole, bottoni,
semi ecc… le cianfrusaglie trovate dal bambino sono per lui degne della massima attenzione. Per la
maestra occasione e veicolo di realizzazione del suo compito educativo.

VITA
Rosa Agazzi nasce il 26 marzo 1866 a Vilongo ( Cremona) in una famiglia di modeste condizioni
economiche, di profonda sensibilità religiosa e tradizioni patriottiche.
Una notevole influenza sulla sua formazione, ebbe lo zio materno, l’arciprete Francesco Maria
Zapparoli (di ideali mazziniani). Vive con lui fino ai 10 anni.

Si trasferisce a Brescia, dove frequenta la scuola normale cioè finalizzata alla formazione delle
insegnanti. Con lei la sorella Carolina più giovane di 4 anni.

Nel 1899 iniziano a lavorare come educatrici a Nave, conoscono Piero Pasquali ( sperimentatore
didattico e pedagogista, allora direttore delle scuole elementari ed infantili di Brescia). Attraverso
lui conoscono il metodo del “giardino dell’infanzia” di Fròebel.

Nel 1891 frequentano un corso di lavoro manuale e il corso froebeliano diretti da Pasquali.

Negli anni successivi danno vita ad asili in cui cominciano a rinnovare la pratica educativa, tra
questi quello di Mompiano.

Cenni storici: l’Italia in fase di modernizzazione; si fa strada l’emancipazione femminile; diventa


più chiara la necessità di superare una visione solamente custodialistica dell’asilo, in cui si inizia a
vedere l’importanza della sua funzione educativa.

Il metodo Agazzi risente di alcuni influssi decisivi:

- influenza di fròebel: dai suoi giardini apprendono a valorizzare la spontaneità del bambino; per
garantire al bambino una libera e spontanea evoluzione delle loro facoltà; il gioco quale mezzo di
approccio alle prime forme di lavoro; si proposero di riprodurre a scuola l’ambiente domestico,
ricco di affetti e segnato dalla collaborazione tra piccoli e grandi. Da qui l’idea di “scuola materna”.

- influenza di Rousseau: per il ruolo educativo dell’ambiente naturale. Rosa valorizza l’ambiente “
non come selva” per isolare gli alunni dal contesto sociale , ma consentire le esperienze educative

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con la società. Non condividono l’idea educativa di Rousseau , puntando a interventi per migliorare
la società dei bambini (esse operano in contesti di povertà e ignoranza).

- influenza di Pasquali: necessità di togliere la rozzezza propria dei bambini con il desiderio di
educare il popolo alla libertà , all’indipendenza e alla virtù. “ le abitudini che i bambini acquistano
nel giardino possono alleviare il disagio economico delle popolazioni rurali”. Il miglioramento
fisico di individui e ambienti disagiati è collegato col miglioramento morale e sociale.

1898 congresso pedagogico di Torino: mette in luce l’importanza della maestra e della sua
formazione. Devono essere sottoposte a valutazione. Quella della maestra è una vigilanza attiva e
costante, non solo sui diversi aspetti della vita del bambino, ma anche della famiglia.

Nel 1902 : asilo di Mompiano viene dichiarato” asilo infantile rurale modello”.
Sempre nello stesso anno appare il libretti degli Consigli alle famiglie dei bambini… rivolti alle
mamme.

Nel 1910 vengono comunicate a Trieste ( allora austriaca), il sistema educativo di Mompiano viene
ribattezzato “ metodo Italiano” ( Giuseppe Lombardo Radice diventa uno dei principali sostenitori.

20 Febbraio 1941: riforma sugli asili: vengono ridefiniti i programmi e i metodi di educazione
attingendo al modello di Mompiano.
In questo periodo nasce l’espressione “scuola materna”.

Partire dai sensi per arrivare allo spirito: esercizi di vita pratica

Pubblicazioni:
- 1908: l’abbicì del canto educativo
- 1910: la lingua parlata
- 1911: bimbi cantate
- 1922: come intendo il museo didattico nell’educazione dell’infanzia e della fanciullezza.

I primi tentativi di rinnovamento didattico riguardano:

- gli esercizi di lingua parlata: l’educazione linguistica deve muovere la lingua viva tramite
giochi, cantilene, conversazioni, attraverso cui la maestra può “ascoltare , correggere, giocare”; la
brava educatrice è quella che “ fa della grammatica, senza grammatica” cioè esercizi fondati su
azioni concrete e conosciute, mai su pratiche solo meccaniche e ripetitive.

- contrassegni: rendere riconoscibili gli oggetti: servono per agevolare le quotidiane operazioni
richiedenti spostamenti di oggetti e andirivieni di persone. Inoltre fanno si che ogni bambini possa
collaborare all’organizzazione dello spazio e al mantenimento dell’ordine. È importante che il
bambino sia educato al decoro e alla pulizia degli ambienti e di se stesso. Gli ambienti formano e il
bambino viene rassicurato ed educato da una routine condivisa e significativa.

Gli ambienti che formano

La condivisione del linguaggio, dei ritmi di vita e di uno spazio comune rende possibile
all’educatrice e ai bambini dedicarsi a diversi altri esercizi di vita pratica: attività quotidiane e
apparentemente semplici (lavare, lavarsi, soffiarsi il naso, salire o scendere le scale, usare le posate
ecc..) vengono compiute in modo razionale e sintattico.

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- museo didattico: fatto do alcuni dei materiali raccolti e contrassegni. Da qui vengono articolate
conversazioni e spiegazioni e nuove ricerche.
PRINCIPIO EDUCATIVO: partire dai sensi , perché senza di essi, senza il contatto con la
materia non si arriva allo spirito inafntile.

- dal semplice al complesso: affinchè il bambino apprenda è necessario partire dal concreto, dal
generale, da un intero complesso sensoriale, in modo tale che egli si renda conto di tutti gli elementi
particolari offerti alla sua percezione, all’inizio confusa che grazie all’analisi guidata della maestra
si fa più precisa.

Differenza con la Montessori: nell’asilo agazziano, l’ordine nasce dalla vita concreta dei bambini e
non dal fatto che l’ambiente è preordinato scientificamente dall’adulto, i materiali di studio sono
spontaneamente raccolti e non preordinati secondo criteri scientifici ( come nella scuola
montessoriana).

L’EDUCAZIONE MORALE : l’importanza della logica e dell’ordine.

Strumenti dell’educazione morale:


- ordine: caposaldo della scuola materna, “come condizione necessaria al successo educativo, cioè
al pieno dispiegamento del potenziale umano del bambino”. Per un bambino essere educato a
spostare una sedia senza far rumore, mettere a proprio posto ciò che è stato usato ecc.. significa
compiere una prima esperienza di moralità e socialità.

In gran parte della pedagogia tra 800 e 900 l’educazione è intesa come educazione morale, cioè
contribuire all’elevazione della società attraverso l’educazione delle giovani generazioni.

- educazione alla fratellanza: i più grandi si prendono cura dei più piccoli.
- insegnamento religioso: attraverso l’esperienza concreta di relazione con gli altri e dall’
osservazione del mondo materiale.
- esercizi di socievolezza: “ insieme di giochi , esercizi, lezioncine occasionali miranti a stabilire
rapporti di convivenza, di affettività, tra la piccola società infantile unico plausibile punto di
partenza per gettare i primi rudimenti del diritto e del dovere.
- educazione estetica: il bambino viene educato al riconoscimento del bello, ai valori estetici nella
loro dimensione storica e spirituale, attraverso la costruzione del bello, ovvero mediante esercizi di
costruzione dell’armonia.
Bel canto o conto gentile: è uno strumento educativo insostituibile; il canto contribuisce a schiudere
l’anima umana al sentimento del bello. È il naturale bisogno di esprimersi del bambino, lo educa
all’equilibrio interiore e sociale. Imparare a cantare insieme educa sentimenti di rispetto reciproco e
socievolezza.

La scuola promuove le bune abitudini. La scuola come luogo di educazione morale e rigenerazione
sociale.

Dopo la morte della sorella (1945) Rosa torna a Volongo a fare la maestra; morì il 9 gennaio 1951;

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