Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Mondo Montessori
Dicembre 2015 • 4 • Maria Montessori nel XXI secolo
Numero monografico • Interventi dal Congresso Internazionale:
Maria Montessori e la scuola dell’infanzia a nuovo indirizzo
(20–24 Febbraio 2015, Pontificia Università Lateranense, Roma)
u
rivista@fondazionemontessori.it | www.fondazionemontessori.it
© 2015 Fondazione Montessori Italia, tutti i diritti di riproduzione sono riservati.
momo Copyright © 2011 Gesine Todt, with reserved Font Names Leckerli and Leckerli One.
mondo montessori Copyright © 2010 Riccardo Olocco, with reserved Font names Parmigiano.
C
Cari lettori e care lettrici,
interventi in italiano
interventi in portoghese
Um olhar pós-contemporâneo 47
à educação infantil Montessori no brasil
Talita de Almeida
A literatura na infância 67
Maria Inês Côrte Vitória, Dirce Hechler Herbertz
Oltre la maestra, anche l’ambiente scuola deve es- in classe diminuisce con l’avanzare dell’ordine
sere trasformato. scolastico: nella scuola secondaria di primo e
M. Montessori, 1992 soprattutto di secondo grado, gli alunni disabili
tendono cioè a passare sempre più tempo in si-
Con tale affermazione la Montessori ci guida tuazioni di separatezza.
anche oggi verso una riflessione sugli attuali La condizione di separatezza è riscontabile
ambienti di apprendimento in un momento in tanto nei luoghi del sostegno – sono ancora
cui la Via italiana all’handicap (Piazza, 2004), diffuse e troppo usate le aule di sostegno – quan-
modello avanzato sul piano normativo e para- to nella qualità della partecipazione in classe.
digmatico, presenta alcune criticità su quello L’enfasi sul prodotto più che sul processo di
delle pratiche didattiche e formative. apprendimento costringe troppo spesso questi
Dario Ianes indica infatti che l’integrazione studenti a non interagire significativamente
non si discute ma spesso è insoddisfacente (Ianes, con i compagni.
2011) e che siamo ancora lontani dall’inclusione, Nel paradigma dell’ICF (OMS, 2001) inoltre,
cioè dal riconoscere e dal rispondere efficacemente la disabilità e in genere le differenze e le diver-
ai diritti di individualizzazione di tutti gli alunni sità (Tessaro, 2007) sono viste come il risulta-
che hanno una qualche difficoltà di funzionamen- to di una complessa interazione della compo-
to. (Ianes, 2008, p.13) nente medica, con i fattori psicologici e con
Nel 2013/2014 gli alunni con disabilità tota- quelli contestuali e ambientali. Questi ultimi
li erano 222.917 circa il 3% del totale, di cui il sono così importanti che influenzano la qualità
66,7%, cioè la grande maggioranza, quelli con dell’apprendimento e delle relazioni di tutti gli
disabilità intellettiva (MIUR, 2014). studenti e riducono o amplificano l’handicap di
Alcune ricerche (D’Alonzo & Ianes, 2007) in- quelli con disabilità. (Caldin, 2014)
dicano inoltre che la percentuale di alunni con Risulta quindi evidente come la lezione della
disabilità stabilmente inseriti con i compagni Montessori che si proponeva di offrire a ogni
Una delle grandi sfide che pone l’età evolutiva Tutta la pedagogia montessoriana fu mossa
riguarda lo sviluppo graduale dell’attenzione da un principio di autoregolazione: la speranza
da una forma che viene controllata dall’esterno pedagogica di Maria Montessori e il paradigma
(attenzione esogena) ad una prevalentemente della maestra umile non erano altro che la tra-
orientata dall’interno (attenzione endogena); duzione immediata, nella pratica pedagogica,
tale passaggio evolutivo rappresenta un ponte del principio di auto-regolazione, ossia della af-
per il passaggio ad un principio di funziona- fermazione di tensioni cognitive che mirano al
mento della personalità che risponda alle pro- perfezionamento ed alla sincronizzazione delle
gettualità ed alle motivazioni di autoregolazio- funzioni tra loro.
ne e di crescita/maturazione del bambino. I processi top-down e bottom-up, nella con-
Gli sviluppi attuali rimandano ad una con- cezione montessoriana, non sono facilmente
cezione sia maturazionistica sia costruttivisti- distinguibili e temporalizzabili secondo un or-
ca, rilevando nella compliance tra l’ambiente e dine di valore; appare piuttosto una confluenza
le funzioni biologiche di ogni sistema vivente di tipo circolare, dove un atto semplice e ben
la chiave dello sviluppo evolutivo. Fu questa eseguito (da un bambino che è assorto nel-
una delle grandi sfide che Maria Montessori la propria esecuzione) riverbera sull’insieme
introdusse nel panorama psichiatrico e peda- della proposta cognitiva che il sistema psichi-
gogico dell’epoca, tentando di mostrare quanto co fa all’ambiente. La speranza pedagogica che
l’ambiente e lo sviluppo psichico non fossero anima la scuola montessoriana va intesa come
separati tra loro ma concorressero alle progres- un appello costante che viene avanzato ai pro-
sioni evolutive (scavalcando, così, sia la logica cessi di auto-regolazione, affinché mediante il
ambientalistica sia quella innatistica): di qui la loro esercizio, facciano emergere i processi di
costante tensione nel trattamento dell’ambien- armonizzazione e di auto-contenimento/auto-
te scolastico e pedagogico affinché fosse sincro- compensazione dei deficit e delle disabilità evo-
nizzato con il sistema vivente del bambino. lutive.
Conclusioni
Tra Baden-Powell e la Montessori esiste una
stima reciproca. Alla luce dei cenni che si pos-
sono rintracciare negli scritti di Baden-Powell,
emerge una concezione dell’educazione, soprat-
tutto per quanto riguarda l’autonomia dell’edu-
cando, condivisa con la Montessori, che a sua
volta afferma la validità dell’educazione scout
offrendo un’interessante lettura in riferimento
a vari aspetti in alcuni passi dei suoi libri.
Non chiamatemi più Metodo
Martine Gilsoul Direttrice editoriale di MOMO Mondo Montessori
Poiché non si vede con gli occhi, si vede con l’intel- ri e contribuisce a darne un’idea falsa che non
ligenza; se lo spirito è bloccato da idee sbagliate, corrisponde affatto alla realtà del pensiero di
non si vede niente, neanche i fatti più evidenti. […] Maria Montessori, tranne nelle classi dove gli
Per vedere occorre mantenere uno spirito duttile, insegnanti addestrati ad usare il materiale cre-
sempre attivo, e che non si lasci bloccare da niente. dono in un suo effetto magico, dimenticando lo
spirito che li deve guidare.
Uno spirito che non si lasci bloccare A più riprese Maria Montessori, descriven-
E se alcuni si lasciano bloccare proprio dal Me- do il cambiamento che deve avvenire nell’a-
todo? È risaputo che Maria Montessori non dulto educatore, usò l’aggettivo passivo. Forse
apprezzasse il fatto che il termine Metodo fosse la scelta di questo termine non è stata molto
attribuito al suo contributo originale alla pe- felice. In effetti non si tratta per l’insegnante
dagogia. Il termine apparve con la traduzione montessoriano di essere passivo, o perlomeno
inglese del suo primo libro. Ma un secolo dopo, passività non significa inerzia: se la prepara-
Montessori è ancora dappertutto associata al zione dell’ambiente è un aspetto dove l’attività
termine Metodo. dell’adulto è ovvia, ciò non accade solo in essa:
Quando si nominano le scuole Montessori anche l’osservazione, come vedremo meglio, è
a persone casuali, sentiamo sempre due criti- qualcosa di attivo!
che. Alcuni dicono: sono quelli che lasciano fare Pur di rispettare le parole della Dottoressa
tutto ai bambini. Le persone che pronunciano e tratti in inganno dal termine passivo, diversi
queste parole è ovvio che non hanno mai visto insegnanti, per i quali era più difficile accettare
una classe Montessori al lavoro. Altri dicono questo cambiamento di ruolo, si sono irrigiditi.
invece: sono molto rigidi, sono fissati sui loro ma- Allora la presentazione del materiale, il modo
teriali. Purtroppo si deve riconoscere che questi di manipolarlo, la posizione esatta delle dita e
ultimi spesso hanno ragione. La rigidità è un le parole precise da pronunciare sono diventati
atteggiamento diffuso nel mondo Montesso- l’obiettivo da raggiungere, perché hanno avuto
L’educazione alla sessualità è da sempre ter- ologie che intendono snaturarne la sostanza e
reno di scontro politico e ideologico; ancora la peculiarità di essere in divenire.
oggi essa non cessa di provocare il più acceso Intento del mio intervento è mostrare come
dibattito, una storia infinita che non accenna a in questo momento storico si pongono le fon-
concludersi. Anche sulla corporeità si giocano damenta per una educazione alla sessualità
grandi battaglie, tra valorizzazione e perdita di non del tutto rispettosa della fragilità dello
significati; si assiste ad una ricerca tesa a rende- sviluppo infantile, che va invece seguito con la
re l’intimità di dominio pubblico come mostra presenza delicata e discreta di un adulto osser-
certa real tv che zoomma impietosamente su vatore che sappia quando e come intervenire,
relazioni e affetti, o come mostrano certe forme consapevole di ciò che è naturale sviluppo del
artistiche che lavorano direttamente su corpi bambino e cosa invece sia frutto di proiezioni
inanimati con esiti scandalosi, di cui si è occu- improprie dell’adulto sul bambino, come inse-
pata anche la cronaca. L’infanzia costituisce un gna Montessori: L’adulto deve occuparsi della sua
terreno su cui si giocano grandi battaglie: un’e- conversione. Questo può essere considerato come
tà della vita cui si guarda come oggetto di mar- puro fatto morale, invece no (…) lei (la maestra,
keting, quando si vuol far presa sull’emotività, ndr) non può plasmare il bambino; deve rispettar-
considerata una risorsa che può migliorare la ne i tempi evitando di proiettare sul bambino i suoi
condizione economica della famiglia: campion- vizi. (M. Montessori, L’adulto educatore, Vita
cini di calcio, di canto, di danza, concorsi di bel- dell’infanzia, 13, 1964, n. 10, p. 21-23)
lezza, dove la freschezza di un volto infantile, Questa affermazione risponde a precisi crite-
valorizzata da un make up sapiente, nasconde ri psicologici: niente più del bambino, e dell’a-
l’infanzia per mostrare solo la bellezza. dolescente tende a fungere da specchio, anche
Ancora una volta il bambino rischia di per- sulle modalità educative ricevute; ma compor-
dere il suo ruolo centrale nell’educazione per tarsi conformemente a quanto lo specchio sug-
diventare semplice strumento a servizio di ide- gerisce è una operazione inappropriata.
È nostro interesse comprendere i margini di in- (the wise management of the man-world) thanks
novatività che, pur a distanza di anni, ancora to the intervention of the child, father of man. The
risiedono nella valorizzazione montessoriana awareness of this ethical task leads to a cosmic edu-
del potenziale creativo dell’infanzia. cation that can offer the child a unified view of the
Tali margini potrebbero infatti orientare l’e- complexity of his own being, in which hands and
ticità della società e della cultura del futuro e thought, mind and heart, static and persistence,
salvare l’umanità (la sapiente gestione della re- intelligence and creativity are interconnected and
lazione uomo-mondo) grazie all’intervento del intertwined. One of the most urgent goal for the
bambino, padre dell’uomo. reconstruction of society is reconstruction of educa-
La consapevolezza di questo compito etico tion in the environment in which children live.
rinvia a una educazione cosmica in grado di of-
frire al bambino una visione unitaria della com- Il potenziale creativo dell’infanzia
plessità del suo stesso essere, in cui si intercon- Nonostante la consapevolezza dell’inesauribile
nettono e intrecciano mano e pensiero, mente attualità delle sue opere – che continuano in-
e cuore, persistenza e divenire, intelligenza e stancabilmente a offrire preziosi elementi di ri-
creatività. Uno degli obiettivi più urgenti per flessione per chi si occupa di formazione – non
la ricostruzione della società è pertanto la ri- è facile ripercorrere l’esperienza educativa di
costruzione dell’educazione a partire dagli am- Maria Montessori. Non lo è perché i suoi mol-
bienti di vita entro cui praticarla. teplici percorsi di studio e di formazione con-
ducono di volta in volta a ricostruirne il pen-
It is our interest to understand the margins of inno- siero attraverso diversi sguardi interpretativi,
vation that reside in the enhancement of the crea- che ben si conciliano con la complessità del suo
tive potential of childhood by Montessori Method. sapere pedagogico e didattico. Una complessità
These margins may guide ethical principles of the che solitamente viene ricondotta all’appassio-
society and culture of the future and save humanity nata dedizione con cui la stessa Montessori ha
Sono passati 102 anni dall’introduzione dei i Regolamenti di gestione della scuola dell’in-
pensieri pedagogici di Maria Montessori in fanzia promulgati dalla Commissione dell’Edu-
Cina. Durante questo centenario, il percorso cazione Nazionale nel 1989 hanno incoraggiato
della diffusione dei pensieri montessoriani sul gli enti non pubblici a investire sulla prima in-
territorio cinese non è stato lineare. Si posso- fanzia: sono state costruite delle scuole dell’in-
no individuare quattro periodi: l’introduzione fanzia private, in cui sono stati adottati diversi
iniziale (1913–1948), la sua esclusione totale modelli educativi. In questi contesti, il metodo
(1949–1977), il ripensamento (1978–1989) e in- montessoriano risulta essere quello più seguito
fine la sperimentazione sul campo e la sua am- per via della sua scientificità e della sua appa-
pia diffusione in tutta la Cina (dal 1990 a oggi). rente facile applicazione sul campo.
(Questi dati provengono dalla tesi magistrale b) Nel 2001, il Ministero della Pubblica Istru-
di P. Chen) zione cinese ha emanato la versione sperimen-
Le proposte pedagogiche che provengono tale del Programma per l’educazione della scuola
dall’estero, per poter essere diffuse e raccolte dell’infanzia, che richiede alle scuole dell’infan-
in un altro paese, devono essere localizzate e zia di predisporre un ambiente sano e prepara-
adattate alla cultura locale. Secondo lo studio- to per i bambini. Nel Programma viene sotto-
so Wang Yaoyou (Y. Y. Wang, Woguo Chuxian lineata l’importanza dell’ambiente come risorsa
Mengtaisuolire De Yuanyin in Shen Zhou, feb- pedagogica, in grado di favorire lo sviluppo in-
braio 2011, p. 110), ci sono almeno tre ragioni fantile qualora gli adulti rispettino i diritti e le
principali per cui Maria Montessori diventa un personalità dei bambini nel predisporlo: tale
fenomeno di moda popolare: sottolineatura ha influito positivamente sulla
a) la struttura della famiglia, della società e diffusione del metodo montessoriano in Cina.
dell’educazione è molto cambiata con le riforme c) Si possono trovare delle coerenze tra i pen-
e le aperture degli anni ‘90, che hanno favorito sieri di Maria Montessori e la cultura tradizio-
lo sviluppo economico e sociale. In particolare, nale cinese. Per esempio, anche la tradizione
O Método Montessori chega ao Brasil de for- criada, no Rio de Janeiro, a ABEM - Associação
mas diferentes há mais de 50 anos, criando Brasileira de Educação Montessoriana- presidida
duas linhas de metodologia: Lubienska, si- por Talita de Almeida, visando concretizar e ex-
stematizada por Lubienska de Lenval, aluna pandir os ideais e a prática de Maria Montessori
francesa de Maria Montesssori, e Montessori, neste país tão pleno de diversidades culturais.
implementada por Piper de Lourenço Borges e Neste longo período, cursos foram criados
outras duas brasileiras que frequentaram o últi- para dar fundamento às práticas pedagógicas
mo curso realizado pela Dra. Maria Montessori das escolas, que, pouco a pouco, se dissemi-
em Perugia, em 1950. navam pelo país. O foco foi quase sempre na
A metodologia Lubienska foi disseminada Educação Infantil, de 3 a 6 anos, com excelentes
e adotada em todo o Brasil, majoritariamente resultados. Hoje, o foco ampliou-se, incluindo
por escolas católicas, a partir de São Paulo. o Nido, completando assim o primeiro plano de
A metodologia Montessori, inicialmente, desenvolvimento e reiniciando a primeira fase
foi praticada no Rio de Janeiro, na Escola Ex- do Ensino Fundamental I (séries iniciais– 6 a 9
perimental Montessori, criada por Piper Bor- anos), já vivenciada por muitos anos no Colégio
ges, que a instituiu em 1950 e presidiu a AMB Constructor Sui – Campus Internacional Mon-
– Associação Montessori do Brasil, primeira as- tessori – que a estendeu até os 15 anos (Funda-
sociação de educadores montessorianos legal- mental II, séries finais), mesmo dentro de seu
mente constituída no Brasil. Devido a uma gra- Projeto de Inclusão. Outras experiências foram
ve doença da presidente, a AMB teve sua ação realizadas no Colégio Santa Úrsula do Rio de
paralisada e finalmente encerrada, assim como Janeiro e também no Colégio Maria Montesso-
a pequena escola. ri de Campo Grande, Mato Grosso do Sul, que
Como Mario M. Montessori desejava que o permanece com Laboratórios e ensino o mais
Brasil e a América Latina tivessem um desem- personalizado possível. O Colégio Santa Úrsula
penho próximo às raízes italianas, em 1974, foi de Ribeirão Preto/SP, recria seus ambientes do
nido à 5ª série, visando uma escola de referência turais. Assim, as capacitações vão atendendo às
no Brasil. O mesmo acontece com muitas das necessidades de cada região, evitando grandes
escolas já reconhecidas e as novas que pouco a deslocamentos.
pouco vão surgindo, sempre buscando imple- Foram realizados, nesses últimos três anos,
mentar e vivenciar o padrão montessori. pela ABEM, Associação Montessori da Bahia
Em nível de Brasil, a perspectiva de oferecer integradas a instituições de nível superior, cur-
Educação Montessori de 12 a 15 anos pode vir a sos de pós-graduação Montessori, já com in-
ser uma realidade em um futuro breve devido scrições abertas para 2015.
ao interesse das escolas em dar coerência, con- Em 2003, durante 3º Encontro de Líderes
tinuidade, a seus projetos político-pedagógicos Latinoamericanos e desejando criar laços in-
e usufruir dos resultados concretos apresenta- stitucionais mais profundos, Pietro De Sanctis,
dos pelos alunos após o longo percurso escolar: presidente da ONM- Opera Nazionale Mon-
conhecimento prático e criativo, idoneidade, tessori, de Roma e representantes oficiais de
responsabilidade, respeito por si mesmo e pe- Chiaravalle e Monte San Vito, inauguraram
los demais, entre outras qualidades humanas, uma classe modelo numa escola pública de São
mesmo superando dificuldades. Gonçalo, região pobre do Estado do Rio de Ja-
A primeira grande colaboração latino-ameri- neiro – CIEP Zuzu Angel. A classe, montada
cana deu-se com a vinda ao Brasil de Aida Lar- pela ABEM, a Creche Escola Smirna e a Escola
raguibel di Parodi, que presidiu os Congressos PETRA, em convênio com o CIEP, funcionou
brasileiros de 1974 e 1983, trazendo-nos sua ex- durante quatro anos com total êxito. Hoje, exi-
periência de vida junto a Maria Montessori, in- stem duas experiências marcantes no campo da
clusive tendo colaborado com os Montessori em educação pública no Brasil: a primeira, realiza-
seu exílio na Índia, durante a 2ª Guerra Mun- da por Adriana Lessa Dias , pós-graduada, que
dial. Presentes aos Congressos de 1983 e 1984, mantém duas classes montessorianas numa
Lidia Celi Panzerani e Luciano Mazzetti da Itália escola pública na cidade de Capão da Canoa,
trouxeram maior fundamentação e vigor ao mo- no Rio Grande do Sul, apoiada pela direção e
vimento que, nesta época, já envolvia todo o pelos próprios pais da escola, fazendo com que
continente, inclusive outros países da América todos admirem a harmonia e fluidez que ocor-
do Sul. Phil Gang, dos Estados Unidos, também re naquele ambiente, tão integrado ao restante
trouxe sua contribuição inovadora à Educação da escola. A segunda, é vivida em escolas vin-
Cósmica, assim como Olga Dantus do México. culadas à Prefeitura de Camaquã, também no
Os contatos com Carolina Gomez del Vale, Rio Grande do Sul, que atende a cerca de 800
Elena Young e Ellinor Barentim, do Chile; Ali- crianças de 1 a 5 anos, com 60 profissionais en-
cia Renton, Celma Perry e Betsy Coe, dos Esta- volvidos e mais de 150 capacitados num trabal-
dos Unidos; Marcela Hio, da Costa Rica; Olga ho também inovador e exemplar para a realida-
Dantus, do México e o Consejo Interamericano de brasileira.
Montessori (ex Comitê Hispano Montessori) E como será a herança de Maria Montessori
deram grande apoio e mesmo impulso às ini- para o século XXI, já iniciado, com tantos con-
ciativas brasileiras, hoje estruturadas em três flitos mundiais e tanta perda de valores morais,
vertentes metodológicas: Montessori italiano, éticos, humanos? Como viver o Montessori ne-
Montessori norte americano e Lubienska de ste Brasil continental, de múltiplas culturas e
Lenval, responsáveis, atualmente, por cinco di- imensas diferenças sociais?
ferentes instituições de capacitação de profes- O foco é de cada vez mais aproximar as esco-
sores (ABEM, Centro de Estudos Montessori e las montessorianas, de pequeno, médio ou
Centro de Treinamento Montessori do Rio de grande porte, entre si, para que se fortaleçam
Janeiro, o de São Paulo, Colégio Menino Jesus na própria essência da filosofia e dos princípios
de Santa Catarina,). científicos que Maria Montessori deixou como
A Associação Montessori da Bahia integra, legado, pois compreende-se que há uma pro-
hoje, sete escolas, que buscam, em conjun- funda diferença entre ser um técnico mon-
to, uma prática montessoriana pós-contem- tessoriano e um mestre montessoriano. Esta
porânea, utilizando o melhor de suas raízes cul- diferença dá-se a partir da formação inicial do
Desde os primórdios da formalização das práti- as crianças se relacionam com o mundo e o in-
cas de instrução, o brincar está presente. Na ternalizam, sendo uma dimensão fundamental
educação das crianças pequenas, o valor do do desenvolvimento e da educação infantis,
jogo, do brinquedo e do brincar foi delineando- entendimento que permanece nas proposições
se a partir das ideias de Rousseau, Pestalozzi e contemporâneas para a educação de crianças
Fröebel, desenvolvidas entre os séculos XVIII pequenas.
e XIX e retomadas, posteriormente, nas pro- Atualmente, no Brasil, a brincadeira e as
posições de Decroly e Montessori no início do interações são definidas nos documentos ofi-
século XX. ciais como eixos norteadores de propostas
Com base numa compreensão de criança pedagógicas de Educação Infantil por serem
como ser diferenciado do adulto, as proposições consideradas como dimensões centrais do de-
montessorianas contribuíram, de modo espe- senvolvimento da criança, concebido como
cial, para a construção de uma compreensão de processo de apropriação-recriação da cultura
educação infantil, cuja proficuidade permane- e sua conversão em modos de funcionamento
ce atual, destacando-se, entre outros aspectos individual (Brasil, 2009).
relevantes, a afirmação da especificidade da Segundo essa perspectiva, em situações de
criança como sujeito e de suas potencialida- brincadeira a criança interage com as práticas
des - capacidades e interesses; a necessidade de culturais e experimenta ideias, procedimen-
fundamentos científicos à sua educação e à for- tos, emoções e significações – acontecimentos,
mação de seus educadores, responsáveis pelo pessoas e coisas – recria esses significados e
desenvolvimento de práticas pedagógicas com dá-lhes sentidos. Esse processo faz-se através
vistas à autonomia e à liberdade por meio da or- da mediação do Outro – crianças e adultos – e
ganização de espaços, tempos, materiais, ações da linguagem (Vigotski, 2007), compreendida
e relações. Nesse contexto, a ludicidade emerge como atividade com signos, para além, mas,
como característica constitutiva do modo como primordialmente, da linguagem oral.
A brincadeira consiste em atividade de signi- A vivência do componente lúdico da cultu-
ficação, modo pelo qual a criança relaciona-se, ra da criança, manifestado, enquanto produto
interage com o mundo e dá sentidos próprios e processo, nos momentos de jogos e de brin-
ao que lhe rodeia e a si mesma, sendo constitu- cadeiras, proporciona alegria, prazer de viver
tiva de seu desenvolvimento e de sua educação. e contribui com o processo de humanização
Portanto, precisa ocupar um lugar central das crianças, participantes da cultura da socie-
nas práticas educativas, bem como nas re- dade em que vivem (Marcellino, 1997). Nessa
flexões que tematizam tais práticas. abordagem, esse processo de humanização do
Este trabalho objetiva discutir situações de sujeito humano confunde-se com o processo de
uma prática pedagógica desenvolvidas com um apropriação de cultura.
grupo de crianças de 3 e 4 anos de idade, cujo Nessas atividades, a criança (re)cria possi-
objetivo era aproximá-las de brincadeiras e brin- bilidades de ação, compreensão e expressão
quedos da tradição popular, compreendendo-os do mundo, à medida que continuamente está
como patrimônio lúdico social, portanto, cul- estabelecendo relações. Brincar/jogar em uma
tura. O contexto da referida prática é o Núcleo instituição educativa é diferente de brincar na
de Educação da Infância/NEI, Colégio de Apli- rua ou em casa, pois o espaço institucional é
cação da Universidade Federal do Rio Grande do constituído para cumprir uma função e é or-
Norte/UFRN, na cidade de Natal, localizada na ganizado para alcançar esse fim. A creche e a
região Nordeste do Brasil. Em nossa discussão, pré-escola configuram espaços compartilhados
buscamos aproximar alguns dos princípios pe- por professores e crianças onde as ações são
dagógicos propostos por Maria Montessori a planejadas e desenvolvidas a fim de propiciar
proposições de L. S. Vygotsky acerca do papel às crianças situações de aprendizagem e desen-
do ensino e do professor como mediadores de volvimento que precisam, ao mesmo tempo,
aprendizagens e desenvolvimento de modos so- reconhecer e afirmar as crianças como sujeitos
ciais de ação, práticas da cultura. capazes de participar e produzir cultura e como
Segundo Kishimoto (1998, p. 15) o jogo in- aprendentes da cultura.
fantil é considerado tradicional quando assume Ao propor brincadeiras/jogos às crianças,
características de anonimato, tradicionalidade, em situações culturalmente significativas, a
transmissão oral, conservação, mudança e univer- instituição educativa deve contemplar suas
salidade. características, variações e transformações
Amado (2013) nos chama atenção para a di- (Amado, 2007), constituindo-as em conteúdos
stinção entre brinquedos tradicionais popula- e práticas escolares. Nesse contexto, a ludi-
res e os tradicionais artesanais. Os primeiros se cidade deve ser considerada por professores
referem às práticas e artefatos produzidos, ao de crianças nos momentos de planejamento,
longo da história, por crianças ou por seus fa- desde a organização das ações/intervenções até
miliares, com matéria prima abundante na re- a avaliação, entendida como dimensões inter-
gião. Já os artesanais correspondem aos produ- relacionadas.
zidos por artesãos com vista à comercialização. Com base nos estudos de Vygotsky (2000),
Em nosso trabalho, incluímos os dois grupos podemos afirmar que a inserção da criança nas
de brinquedos tradicionais por entender que práticas sociais do seu meio cultural se dá pela
ambos constituem a cultura tradicional, conhe- dupla mediação – dos signos, as linguagens, e
cimento popular, uma forma de compreender, dos outros sujeitos que significam. Para o au-
explicar, celebrar e transformar o mundo. Por- tor (2000), as funções superiores – tipicamente
tanto, conhecer e vivenciar brincadeiras e brin- humanas – são apropriadas por cada indivíduo
quedos tradicionais são atividades curriculares, por meio do compartilhamento de práticas so-
constituintes de uma rede de re-elaboração de cioculturais. Nesse sentido, em um ambiente
saberes e de produção de sentidos e significa- de Educação Infantil, corroborando com o pro-
dos pertinentes à educação das crianças. posto por Montessori, mesmo reconhecendo
Na infância, brincar, jogar, dançar, consti- a importância das relações das crianças entre
tuem contextos interativos fundamentais à in- si, o professor assume papel de destaque como
serção das crianças em práticas culturais. mediador principal entre a criança e a cultura,
Algumas considerações
O objetivo deste trabalho foi analisar a rotina
de crianças de zero a dois anos no contexto da
educação infantil tendo como foco suas espe-
cificidades infantis. O que buscamos foi siste-
matizar conhecimentos acerca de como, no
contexto da educação infantil, o modo como a
rotina é organizada/desenvolvida cria – ou não
– condições de as crianças poderem vivenciar
situações de aprendizagem e desenvolvimen-
to, considerando que, mesmo reconhecidas
como capazes de aprender e produzir cultura,
as crianças, principalmente as bem pequenas,
nos primeiros anos de vida, dependem também
dos adultos de seu meio social para que suas
potencialidades humanas sejam realizadas,
ampliadas e que sua inteireza de pessoa seja re-
speitada.
Mediante a análise dos modos como a roti-
na opera na organização do tempo, do espaço e
das atividades do CEMEI foi possível perceber
que ela visa à homogeneização de ações e rit-
mos, não só das crianças do grupo, mas de toda
a instituição, o que imprime, em muitos mo-
mentos, um caráter de controle que contém/
impede a iniciativa das crianças. Mas, tam-
bém foi possível observar que, nos intervalos
da rotina, quando ela é flexibilizada, e outros
espaços, tempos e ações são possibilitados, as
crianças têm oportunidades de experimentar
e produzir modos diferentes de ação e relação
com o espaço, o tempo, os materiais, as outras
crianças e as professoras, sendo, portanto, re-
speitadas suas especificidades.
Destacamos a importância de reflexões acer-
ca da rotina no contexto da Educação Infantil no
sentido de serem compreendidas suas funções
e a necessidade de sua construção assumir um
caráter múltiplo que respeite a pluralidade de
situações e as singularidades das crianças como
pessoas.
Você tem fome de quê? dos alimentos citados como preferidos eram
O nosso alimento preferido frutas. Porém, através de uma discussão tra-
Essa atividade tinha como objetivo diagnosti- vada com as crianças, pudemos compreender
car o alimento preferido das crianças. Pedimos melhor suas ideias iniciais sobre os alimentos
para que cada uma pensasse sobre o alimento até então “proibidos” para elas. Depois que to-
que mais gostava e solicitamos que fossem das haviam mencionado seu alimento preferi-
mencionando o nome de seu alimento preferi- do, uma das professoras falou: como a pergunta
do, à medida que íamos escrevendo no quadro foi qual o seu alimento preferido, o meu é cho-
em forma de tabela. Se um alimento se repetia colate, pois eu adoro chocolate!
íamos colocando tracinhos à frente da palavra Criança: Mas não pode professora, chocolate faz mal!
já escrita e, ao final, fizemos contagem para sa- Professora: Sim, mas a pergunta foi qual o seu ali-
ber qual alimento tinha ganhado na preferência mento preferido, e não qual seu alimento “saudável”
das crianças. preferido. Por isso minha resposta é chocolate!
A partir da tabela construída com estas in- C: Mas não pode comer.
formações, propusemos a construção de um P: Por que não podemos comer chocolate?
gráfico. Convencionamos cada alimento con- C: Porque tem muito açúcar.
stante da tabela com uma cor e confeccionamos P: E não podemos comer muito açúcar?
quadradinhos de cartolina que foram disponi- C: Não, porque o açúcar faz mal para a saúde.
bilizados às crianças para montarem um gráfico P: Mas, e se não comermos todos os dias?
de colunas de seus alimentos preferidos. C: Hum, daí pode, comer só um pouquinho, a min-
Propiciamos uma discussão sobre o que ha mãe não deixa eu comer chocolate todos os dias.
era legal comer e o que não era. Ouvimos as
crianças e percebemos o quanto elas tinham Este diálogo nos possibilitou perceber que as
consciência dos alimentos que fazem bem e dos crianças já tinham a compreensão de que alguns
que fazem mal para a saúde, já que a maioria alimentos podem causar problemas à saúde se
ingeridos frequentemente, além de podermos A origem de alguns alimentos, principalmente
identificar o quanto os hábitos familiares de os alimentos de origem animal, tende a causar
alimentação produzem nas crianças ideias e dúvidas nas crianças por desconhecerem o pro-
preconceitos em relação as suas preferências cesso de produção desses alimentos.
alimentares. Através da elaboração de uma tabela, clas-
Realizamos uma atividade em que as sificamos os alimentos, tendo como critério a
crianças representariam através de desenhos, sua origem: advindos de plantas e árvores e de
de um lado, os alimentos que elas consideram origem animal. Com a nossa ajuda, as crianças
que fazem bem para saúde, e de outro, os que produziram coletivamente uma listagem dos
não fazem bem. Em momentos posteriores de seguintes alimentos, assim classificados:
discussão, tentamos desmistificar o conceito
de alimento que não fazPlantas
bem e que, portanto
e árvores
Plantas e árvores
Plantas Plantas
e árvores
e árvoresAnimais Animais A
é proibido comer. As crianças perceberam que
esses alimentosTomate Tomate porém
podem ser consumidos, Tomate Tomate Peixe Peixe Peixe Peixe
com uma frequência menor.
Maçã Maçã Maçã Maçã Galinha Galinha GalinhaGalinha
Legumes x Verduras
Laranja Laranja Laranja Laranja Frango Frango Frango Frango
Ao percebermos, através das falas das crianças,
Manga
certa dificuldade em distinguirManga
legumes deManga
ver- Manga Ovos Ovos Ovos Ovos
duras, propusemos inicialmente a leitura de
textos sobre as Feijão Feijão
características principaisFeijão
de Feijão Camarão Camarão CamarãoCamarã
cada um dos grupos. Após essa leitura convida-
mos as crianças Pêra Pêra coletivo
a criar um painel Pêra
na Pêra Caranguejo CaranguejoCaranguejoCarangu
sala com o intuito
Batatade compreendermos
Batata asBatata
ca- Batata Leite Leite Leite Leite
racterísticas de cada um dos grupos. Esse pai-
Abacaxi
nel foi construído com imagens Abacaxi
de legumesAbacaxi
e Abacaxi Boi (carne) Boi (carne) Boi (carne)
Boi (ca
verduras.
Ao produzirem Melancia Melancia
o painel as crianças MelanciaMelancia Carne de porco Carne de porco
consegui- Carne deCarne
porcod
ram identificar que uma das características que
Morango Morango MorangoMorango Coração Coração Coração Coração
distingue legumes de verduras é que as verdu-
ras são geralmente verdes, folhosas
Banana e todas Banana
Banana suas Banana Queijo Queijo Queijo Queijo
partes são comestíveis. Já o legume, classifica-
do como o frutoAçaí Açaínão podeAçaí
salgado da planta, ser Açaí Iogurte Iogurte Iogurte Iogurte
ingerido na sua totalidade. Entenderam, tam-
bém, que entreCacau Cacau
os legumes existem aquelesCacau
que Cacau
nascem embaixo da terra (tubérculos), como a
batata, a mandioca, o rabanete etc. Bebida é água, comida é pasto
Oficina de sanduíches
Do animal, da terra ou do supermercado? Uma atividade desenvolvida com o intuito de
Origem dos alimentos possibilitar às crianças o preparo e degustação
Esse momento foi dedicado à identificação da de alimentos foi a realização de uma oficina de
origem de alguns alimentos conhecidos pe- sanduíches: Sandubarco e Sanducirco, que pelas
las crianças, que em alguns momentos geram suas formas de barco e circo despertaram o in-
dúvidas quanto a suas origens, como pode ser teresse das crianças. Além dos sanduíches, pre-
evidenciado nesse fragmento de diálogo entre paramos um suco da horta, cujos ingredientes
professoras e crianças: eram: limão, couve, água e açúcar. Essa oficina
Professora: Vocês sabem de onde vem o leite? foi bastante significativa para as crianças, pois
Criança: Do supermercado! mesmo as que manifestaram antecipadamente
C: Não, é da vaca. não gostar de sanduíche e de suco verde, expe-
P: E o iogurte? rimentaram-nos.
C: Do supermercado. Posteriormente a nossa turma foi convidada
Discutir o trabalho com Contos de fadas na Ariès publicou, nos anos de 1970, seu estudo sobre
educação de crianças remete-nos a uma di- a história social da criança e da família, analisan-
scussão mais ampla que diz respeito ao surgi- do o surgimento da noção de infância na sociedade
mento e contextos de produção da literatura, moderna, sabemos que as visões sobre a infância
já que sua caracterização está intrinsecamente são construídas social e historicamente [e que] a
condicionada a aspectos históricos, políticos, inserção concreta das crianças e seus papéis va-
econômicos e sociais vigentes, influenciando e riam com as formas de organização da sociedade.
sendo por eles influenciada. Essa nova concepção de infância surgiu, por-
Segundo Costa (2012) a origem da literatura tanto, no contexto de uma sociedade capitalista,
está relacionada ao surgimento da escola bur- urbano-industrial, na medida em que mudavam a
guesa no século XVII, época em que a criança inserção e o papel social da criança na sua comuni-
era considerada adulto em miniatura, partici- dade. (Kramer, 2007, p. 14)
pando das mesmas atividades que os adultos, Nesse sentido, muda-se não só a visão de
não havendo, portanto, uma literatura específi- criança, mas de infância, que passa a ser consi-
ca para o público infantil. derada como categoria social e como categoria da
As discussões acerca de concepções que re- história humana (Kramer, 2007, p.15), engloban-
conhecem a criança como sujeito de fato e de do aspectos que afetam também o que se tem
direito, instauradas especialmente no mundo denominado de adolescência ou juventude.
ocidental, acentuou-se e ganhou adeptos no Para a autora, mais que um estágio, a infân-
contexto brasileiro, no final do século passado e cia é categoria da história: existe uma história hu-
início deste, em vários campos do conhecimen- mana porque o homem tem infância (idem). Sendo
to: na psicologia, sociologia, filosofia, antropo- assim, a criança passa a ser vista como alguém
logia, história etc. que precisa de atenção, cuidado e respeito. (Costa,
Sobre essa perspectiva, Kramer (2007, p. 14) 2012, p. 12)
afirma: desde que o historiador francês Philippe No campo da literatura, cujas publicações do
Eixo 2 – Infância
Eixo 3 - Adolescência
Eixo 4 - Adultice
Eixo 5 – Velhice
Eixo 6 - Morte
Figura 3: Eixos de trabalho
tre diversos campos das Ciências sociais e na- larmente quando consideradas na elaboração dos
turais e Religião. As indagações lançadas pelas programas. […] Definidos os temas ou as situações
crianças apontaram para a organização de seis significativas a eles relacionadas, estes podem ser
eixos de trabalho, vinculados a diferentes áreas interpretados pelos conhecimentos de que os alu-
do conhecimento, conforme apresentados no nos dispõem. Um dos objetivos é a obtenção e pro-
quadro da Figura 3: Eixos de trabalho. blematização. (Angotti; Delizocoiv; Pernambu-
Ao organizamos os eixos de trabalho, visua- co, 2002, p.288)
lizamos a disposição dessas informações em A rede temática construída nessa perspecti-
uma rede temática, em que o tema é desdobra- va está destacada na Figura 4: Rede temática do
do em subtemas interligados. A tarefa de arti- tema de pesquisa: As fases da vida humana. (>)
culação entre temas e conteúdos que expressam os A partir das falas das crianças, sistema-
eixos estruturantes do estudo tem como ponto de tizadas e personificadas na rede temática, é
partida as questões das crianças, que aqui podem possível perceber as áreas de conhecimento
ser entendidas como questões geradoras. (Angotti, contempladas pelo tema de pesquisa. Essas in-
Delizocoiv; Pernambuco, 2002) formações são de suma importância para a defi-
Com essa base, os objetivos e as estratégias nição dos conteúdos e estratégias metodológi-
são resultados de uma problematização pla- cas necessárias à tentativa de respondermos às
nejada, de modo que seja possível um […] questões do grupo, conforme visualizado na
enfrentamento das tensões entre fragmentos e Figura 5: Conteúdos e áreas do conhecimento tra-
totalidades do conhecimento elaborado, particu- balhadas. (Outra pagina)
- Concepção do bebê;
- Vida intrauterina;
- Características da infância;
- Características da adolescência;
- Características da adultice;
ÁREAS DO CONHECIMENTO
Eixo 2 - Infância
Eixo 3 – Adolescência
Eixo 4 – Adultice
Eixo 5 - Velhice
Eixo 6 - Morte
Envolvidas com os materiais trazidos pela preensão aos materiais que já manuseavam em
professora, algumas crianças começaram a casa (exames e fotos). Observamos um misto
apresentar na roda inicial, espontaneamente, os de alegria e orgulho nos olhares dos pequenos.
exames de ultrassonografia de suas mães (con- Outros materiais impressos também foram di-
vencionais e em terceira dimensão), fotografias sponibilizados pelas famílias, tais como: livros
da época de namoro dos pais, das gestações e de de literatura, enciclopédias, cartazes confeccio-
quando já tinham nascido e eram bebês. nados em parceria com as crianças, desenhos,
Essas vivências foram muito significativas pesquisas da internet, bonecas grávidas e seus
para a turma, pois além das crianças estarem bebês.
compartilhando um pouco de suas histórias, ti- A visita do professor de Embriologia da
veram a oportunidade de atribuir sentido/com- UFRN, Ruthnaldo, constituiu-se como outro
Quem não brincou de circo quando criança? Quem significativa às manifestações culturais que
não sentiu vontade de correr atrás do palhaço gri- se presentificam no circo. O semioticista Eric
tando que ele é ladrão de mulher? Quem não caçou Landowski (2001), discutindo a relação entre
gatos malhados pela rua, imaginando tigres a se- textos e práticas, salienta que, empiricamen-
rem domados? Quem não roubou o lençol, escondi- te, são gêneros de objetos diferentes; cada um
do da mãe, para fazer a empanada do circo? Quem faz sentido, mas não da mesma maneira, pois
não destruiu maquiagens para se transformar em pertencem a ordens de manifestações diversas.
palhaço? Todos esses desejos com sabor de infância A prática é o acontecimento em processo, en-
e parecem sobreviver às transformações do tempo quanto o texto é o que foi produzido, e ele pode
vindo à tona sempre que um novo circo chega à ci- ser lido para compreender as práticas.
dade. (Pontes; Vasconcelos, 2002) No entanto, quem lê constrói o sentido dos
textos de pontos de vista diferentes. A leitura
Um convite acaba por adquirir o estatuto de uma prática na
Este artigo apresenta, como tema central, expe- qual aquele que lê não o faz distanciado daquilo
riências com a linguagem circense, vivenciadas que defende e fundamenta o seu agir no mun-
por crianças de quatro anos do Núcleo de Edu- do. Não somente o sentido do texto se constrói,
cação da Infância (NEI), da Universidade Fede- mas o próprio ato de leitura. Dessa forma, fa-
ral do Rio Grande do Norte- Brasil. Ele aborda a zemos um convite ao leitor: o de percorrer o
relação entre arte e Educação Física na prática texto interagindo com ele, acrescentando-lhe
pedagógica para a infância. Trata da produção suas inferências e revisitando suas próprias
de sentidos para os conteúdos/linguagens que experiências com o circo e com as práticas que
compõem o universo circense; esse trabalho foi optam pela abordagem da linguagem circense
realizado por duas professoras e vinte crianças. na infância.
A construção deste texto – que é a escrita de Mas, antes de aceitar tal convite, e de viajar
uma prática – oportunizou-nos uma visitação com o nosso circo, é preciso lembrar aos leito-
res que as crianças, protagonistas da prática Nesse intento, concordamos com Mendes e
pedagógica aqui tematizada, vivenciam senso- Rocha quando afirmam que: A esse conteúdo cul-
rialmente as experiências culturais que caracte- tural corresponde comportamento de movimento,
rizam a arte circense. formas de movimentar-se, caracterizando assim a
A produção de sentidos para os conteúdos cultura de movimento. O conceito de cultura de mo-
dessa arte foi mediada por um corpo em mo- vimento, então, refere-se às relações existentes en-
vimento que entra em contato com aquilo que tre as formas de se movimentar e à compreensão de
vê, ouve, cheira e toca. O lugar da criança como corpo de uma determinada sociedade, comunidade,
protagonista de seu aprendizado, sujeito ca- de uma cultura. (Mendes; Rocha, 2004, p. 172)
paz de exercer sua autoeducação, e a sensibili- As linguagens são socialmente produzidas
dade sensorial como princípio desse processo e significadas e sua recepção tem como matriz
de educação são pressuposto que nos foram inicial a ação corporal no e sobre o entorno.
legados por Montessori. Aliado a estes pres- As produções são concretizadas e difundidas
supostos está o princípio da liberdade que, ao corporalmente, e o sentido dessas emerge do
ser observado, possibilitou às crianças o desen- diálogo homem-mundo, não podendo ser lo-
volvimento de sua sensibilidade ao entorno e a calizado no sujeito ou no objeto. (Kunz, 1991)
ampliação de seus repertórios de saberes sobre Esses fazeres/sentidos da ação corporal sobre e
o circo. Foi observando esses princípios que os em acontecimentos, marcados por determina-
percursos da prática pedagógica que narrare- do tempo e espaço, são resultantes e provêm do
mos a seguir foram produzidos. movimento entre corpo e cultura.
Na Abordagem Triangular de Ensino da Arte,
Percursos da prática e do texto o componente cultural das expressões artísti-
Percurso é uma palavra significa ação, movi- cas é ressaltado, também, ao reconhecer a pos-
mento de ir de um ponto a outro. Ela se refere sibilidade de acesso aos conteúdos/linguagens
também às transformações, às mudanças de da Arte por meio das ações de ver/contextua-
rumo que esse movimento provoca e aos sujei- lizar/fazer.
tos que põem em curso o movimento. Aproximar-se da arte fazendo leituras, en-
Para percorrer o tema do circo com as crianças tendendo o lugar da arte na cultura e em re-
e construir percursos, escolhemos, como ele- lação ao contexto do leitor e vivenciando pro-
mentos norteadores, a Cultura de Movimento cessos de criação nas linguagens artísticas,
em interface com a Abordagem Triangular de são formas de aproximação ao conteúdo desse
Ensino da Arte. Cultura de Movimento é um campo de conhecimento que é constituído pelo
critério organizador do conhecimento da Edu- repertório cultural das linguagens artísticas.
cação Física escolar e a Abordagem Triangular Num texto mais recente, Ana Mae Barbosa
de Ensino da Arte é uma importante tendência faz uma reflexão sobre os modos de apropriação
contemporânea em arte/educação brasileira. da Abordagem Triangular pelos professores,
Ter a Cultura de Movimento como elemento acrescentando que, Parece-nos mais adequado
organizador do conhecimento escolar da Edu- representá-la pela figura do zigue-zague, pois os
cação Física é perceber que o movimento huma- professores nos têm ensinado o valor da contextua-
no não é o simples deslocamento do corpo do lização tanto para o fazer como para o ver. O proces-
espaço, e sim um movimentar-se intencional, so pode tomar diferentes caminhos contextualizar/
repleto de significações culturais. O corpo em fazer/contextualizar/ver ou ver/contextualizar/
movimento é inseparável do mundo em que ver/contextualizar. (Barbosa, 2009, p XXXIII)
vive; faz leituras de mundo e produz sentidos Neste trabalho, as linguagens da Arte e da
enquanto exerce o movimento. Educação Física foram abordadas como práticas
Assim, tomar como pressuposto organizador corporais diante das quais é possível exercer as
do trabalho a Cultura de Movimento signifi- ações de leitura, contextualização e fazer. Des-
cou assumir que as práticas corporais do circo sa forma, assumimos a Abordagem Triangular
encarnam-se e são significadas culturalmente; com forma de organizar o percurso para viven-
são conteúdos/linguagens da cultura e de mo- ciar as expressões da Cultura de Movimento
vimento. que estão presentes no circo.
Considerações Finais
Neste artigo tentamos apresentar e problemati-
zar alguns elementos que constituem a pesqui-
sa realizada com as crianças e jovens moradores
da Casa do Estudante da UFSM, principalmen-
te no que se refere à relação delas com a insti-
tuição de educação infantil e o acesso delas a
essas instituições.
Durante a realização da pesquisa pudemos
perceber a importância dessa etapa do ensino
na vida das crianças e das jovens mães. Além
de auxiliar na aprendizagem, desenvolvimen-
to e socialização das crianças a instituição de
educação infantil possibilita que as mães conti-
nuem suas trajetórias acadêmicas uma vez que
durante o tempo que as crianças estão na in-
stituição elas frequentem as aulas e trabalham.
Contudo, apesar de legalmente existir o di-
reito das crianças a educação infantil, muitas
vezes, não há garantia de vagas há dificuldade
de acesso das crianças as instituições. Isso nos
leva a pensar que é necessário não somente leis
que regulamentem o acesso das crianças nas
instituições de educação infantil, mas também
que existam investimentos estruturais que ga-
rantam a disponibilidade de vagas uma vez que
esse é um direito da criança e também políticas
especificas direcionadas as jovens universitári-
as, residentes na CEU, mães ou não com vistas
a problematizar a situação, tanto das crianças
que vivem na CEU, como das mães. Diante dis-
so, faz-se necessário a emergência de uma pro-
blematização em torno desses aspectos, a fim
de que as políticas voltadas às crianças sejam
efetivadas.
María Montessori nace el 31 de agosto de 1870 disminuidas, que estos pueden desarrollar. Se
en Chiaravalle, provincia de Ancona, Italia. Co- esfuerza por darles una vida mejor sin que su-
menzó estudiando ingeniería a los 14 años, más pongan una carga para la sociedad. En este mo-
tarde biología y tras ello medicina, graduándo- mento decide dedicar su tiempo a la educación
se en 1896 como la primera mujer médico en durante el resto de su vida.
su país. Años más tarde cursó antropología y En 1907 por petición del Instituto dei Beni
obtuvo un doctorado en filosofía. Stabili de Roma, abre en uno de los nuevos
Con la unificación de las provincias italia- barrios obreros la primera “Case dei bambini”
nas y la independización de Italia, se produce tomando el carácter de institución educativa
un deterioro económico en el país. Es en este independiente organizada bajo un método ori-
momento cuando comienza a interesarse por ginal de educación infantil.
las condiciones sociales, especialmente de las Desde allí la idea se difunde por Italia y tam-
mujeres. En dos congresos celebrados en Berlín bién por el resto del mundo.
(1896) y en Londres (1900) habla de las mujeres Su involucración en el proyecto es total.
y de los niños, resaltando la importancia reper- Crea cursos para maestros, publica numerosas
cusiva que dichas circunstancias tienen sobre la obras y recorre el mundo difundiendo el méto-
vida de la sociedad. do montessori. Montessori desarrolla su labor
En Turín (1898) manifiesta la importancia de pedagógica a partir de los trabajos de dos médi-
la educación y atención a niños con deficiencias cos franceses: Jean Itard y Édouard Séguin. Del
mentales; además de abordar la estrecha rela- primero de ellos, considerado el “padre” de la
ción entre el abandono infantil y el desarrollo nueva pedagogía, recoge la importancia de la
posterior de la delincuencia. observación en los niños y de que a estos no se
Es este el año en que comienza a trabajar con les puede imponer nada.
niños considerados perturbados mentalmente Del segundo francés tiene en cuenta los ejer-
y se da cuenta de las potencialidades, aunque cicios y materiales creados para ayudar al niño
La lectura como competencia clave para un niño o niña alfabetizado es hoy por hoy in-
desarrollo del discente suficiente. Un buen lector en nuestra sociedad
El aprendizaje de la lectura y la escritura se logra es un lector polivalente y competente que debe
en el niño de forma natural. Al convivir e inter- dominar diferentes formas de lectura, asimilar
cambiar experiencias con compañeros mayores que diferentes tipos de textos y manejar diferentes
ya leen y escriben, propicia en el niño su deseo de soportes. Es un lector que desarrolla la activi-
hacerlo. Según las habilidades e intereses propios dad lectora movido por diferentes razones, y
de su edad, creará una atmósfera que favorezca su lo hace en distintos contextos y situaciones. El
desarrollo. Montessori 1937 lector actual busca información para decidir,
Leer es una actividad fundamental e impre- para adquirir conocimientos, para realizar dife-
scindible en la sociedad del siglo XXI dada la rentes acciones, para construir su visión de la
enorme repercusión que los textos escritos tie- realidad, para disfrutar y entretenerse, para co-
nen en las actuales formas culturales y máxime municarse con los demás. Es un sujeto que lee
desde que las tecnologías de la información y la comprensivamente; sabe interpretar lo que lee;
comunicación han otorgado una nueva dimen- es capaz de emitir juicios críticos; reformula y
sión y un gran protagonismo a los medios escri- transforma los contenidos…
tos. Conseguir que las nuevas generaciones Los cambios que ha experimentado la so-
sean buenos lectores es un reto necesario no ciedad en el último tiempo no han sido indife-
sólo para lograr que comprendan y produzcan rentes para el sistema educativo. Al contrario,
textos sin dificultad, sino también para que han influido notoriamente, modificando las
sean capaces de elegir y manejar la información formas de aprender y de facilitar el aprendiza-
que nos llega por diferentes vías. je. Específicamente, en el área de la lectura, los
Leer y escribir son acciones complejas que re- hábitos han cambiado, el contexto y las posibi-
quieren mucho más que descodificar un texto. lidades que éste ofrece son otras, y han exigido
Lo que hace algunos años era considerado ajustar las prácticas pedagógicas.
Resumen Introducción
Mi comunicado versa sobre acercar el método Preescolar en casa es un programa educativo,
de Montessori a Preescolar na casa (Preescolar que fue fundado en 1977 por Antonio Gandoy
en la casa), un programa educativo de origen en Galicia, frente a la necesidad de llevar la
gallego para aquellos niños que debido a su educación a los niños y niñas normalmente del
lejanía de centros educativos, al vivir en un me- medio rural que no tenían acceso a una buena
dio rural, tienen más dificultades a la hora de educación infantil. En este programa educati-
recibir una buena Educación Infantil. vo, los niños, sus familiares y los profesores se
Este método pretende formar a los padres, reúnen regularmente.
madres y/o abuelos para que estos eduquen Las reuniones tienen lugar cada quince días y
de la mejor manera posible a los niños/as; los cada reunión tiene una duración de dos horas.
profesores se reunirán frecuentemente con los En ellas los profesores orientan a los familiares
niños y sus familiares, dichos profesores darán solventando dudas y proponiendo actividades
pautas sobre como ir educando a los/as niños/ y ejercicios que puedan realizar en sus hogares
as a medida que crecen, desde el punto de vista fomentando el desarrollo del niño.
Montessoriano enfocando las cuatro áreas: la Los principios básicos del programa son:
vida práctica, la educación sensorial, las habi- • la educación, la cultura y el saber son bienes
lidades sobre la lengua, escritura y lectura y las imprescindibles. Un entorno donde la educa-
matemáticas. ción, la cultura y el saber estén presentes, será
de máximo beneficio para el niño, pues adqui-
Palabras clave rirá unas capacidades, conocimientos y unos
Montessori, preescolar, casa valores que de otra manera no tendría.
• Los primeros años de vida de un niño son
decisivos para la formación de la persona. En
esta etapa es cuando forjan los rasgos de su per-
sonalidad y se adquieren las capacidades en las hay que dar libertad al niño para que este expe-
que asentarán los aprendizajes posteriores. rimente.
• Los padres y la familia son esenciales en el Respecto a las habilidades de la lengua los
proceso. profesores deben dar instrucciones a los padres
para que estos introduzcan la lecto-escritura a
Montessori en Casa los más pequeños.
Para llevar a cabo la metodología de Montes- Y por último, pero no por ello menos im-
sori el ambiente debe estar preparado, dicho portante, la introducción a los números, debe
ambiente se forma por el entorno y el material, practicarse desde una edad muy temprana de
que favorecen el desarrollo de la parte social, manera sensorial, representando las matemáti-
emocional, intelectual y moral del niño. cas con objetos y llevándolas poco a poco hacia
En el programa de Preescolar en Casa las la escritura.
reuniones se realizan normalmente en locales
públicos o en ausencia de ellos en casas parti- Conclusión
culares, según Montessori el entorno debe ser Preescolar en casa al igual que la primera escue-
amplio, sencillo y ordenado en áreas de manera la Montessoriana, va dirigido a niños y niñas
que el niño pueda elegir libremente qué hacer que tienen dificultades a la hora de recibir una
sin establecerse límites. buena educación, ya sea por la lejanía a una
El material utilizado deberá ser natural escuela o por pertenecer a una clase social mar-
y atractivo para estimular los sentidos del ginal. Lo que buscaba con este comunicado era
niño llevando a cabo diferentes aprendizajes acercar el pensamiento montessoriano a pree-
específicos. scolar en casa y hacer reflexionar acerca de que
Dado que en preescolar en casa la mayor par- se puede llevar a cabo una educación en casa
te del tiempo el niño se encuentra en su casa, formando a los padres, mejorando la educación
los profesores y los familiares han de identificar de los niños, sin tener que renunciar a la escue-
materiales comunes en el hogar, que puedan la, pero tampoco limitando el aprendizaje de
ser utilizados por el niño. los pequeños a esta misma, creando un vínculo
El papel de la familia es muy importante, ya más fuerte entre familia y escuela, que de ma-
que los propios padres actuarán como educado- nera coordinada creen una mejor educación en
res con sus hijos de una manera más innovado- nuestros pequeños.
ra. En ningún caso se pretende que los padres sean
los maestros, sino que los padres sean capaces de
comprender a sus hijos y responder adecuadamen-
te a sus necesidades y posibilidades. (Paz y Arme-
sto, 1999, p.15).
Los profesores son guías que forman a los
padres, de tal manera que estos faciliten el cor-
recto desarrollo de los niños.
Respecto a las áreas del método Montesso-
ri: La vida práctica se puede llevar a cabo en la
propia casa del niño, desarrollando la concen-
tración, coordinación, independencia, orden y
disciplina, teniendo como guía a los padres.
Cualquier acción cotidiana como poner la
mesa o poner una lavadora puede ser una bue- Referencias Bibliográficas
na actividad en la que los niños desarrollen un Paz, M. (1999). Preescolar na Casa. Lugo: Cáritas
aprendizaje atractivo con el que aprenden como de Lugo
consecuencia de la práctica realizada. Standing, E. (1973). La Revolución Montessori en
La propia casa puede ser también el entorno la Educación. Madrid: Siglo XXI
ideal para llevar a cabo una educación sensorial Orem, R. (1980). El Método Montessori de Educa-
ya que abundan los estímulos sensoriales y solo ción Diferencial. Barcelona: Paidós
2 Sobre cómo saber si “Y sería mejor si ella [la maestra] cantase dejando a los niños
una canción es ade- en entera libertad de seguirla o no. De este modo podría esco-
cuada para el grupo ger como adecuadas aquellas canciones que fuesen repetidas
con el que estamos por los niños y graduar las dificultades del ritmo según la
trabajando edad de los alumnos, constatando cuáles son los que la siguen
espontáneamente” (Montessori, 2003, p. 236).
Tabla 2
3 El canto en las ruti- Por la mañana después de comprobar que todo está limpio y
nas de las Case dei en su sitio, los niños se sientan en su sitio con la espalda recta,
Bambini los pies juntos (lo que Montessori denomina compostura) y se
ponen de pie y cantan un himno. De 15-16h hacen gimnasia
colectiva y canto, si es posible al aire libre. (Montessori, 2003)
Evaluación Momentos destinados a analizar los Tabla 1. (>) Dimensiones, categorías y subcate-
resultados tanto de procesos como de resultados. gorías de ESOBEVAM. Elaboración propia.
Trabajo en grupo
Resolución de conflictos
Conocimiento de Tarea
variables de
actividad Tipo de estrategia requerida
Referências bibliográficas
Comellas I Carbo, María Jesus (2000). Los hábi-
tos de autonomía: procesos de adquisición. Barce-
lona: Ceac
Frabboni, Franco (1980). El primer abecedario: el
ambiente. Barcelona: Fontanella
Montessori, María (2003). El método de la Peda-
gogía científica aplicado a la educación de la infan-
cia. Madrid: Biblioteca Nueva
Montessori, María (2014). Ideas generales so-
bre el método. Manual práctico. Madrid: CEPE -
Ciencias de la Educación Preescolar y Especial
Standing, E.M. (1988). La revolución Montessori
en la educación. Madrid: Siglo XXI editores
Xunta de Galicia (1999). Diccionario Psicología
y Educación
Zabalza Beraza, Miguel (2003-2004). Innovación
en la enseñanza universitaria. Contextos Educa-
tivos- Dialnet (6-7), 113- 136
de individuo, si no que ese mismo material pue- sita acometer para atender las necesidades y
de y debe de ser utilizado de diversas formas deseos de los alumnos/as. Dicho modelo para-
para que interactúe en todas las dimensiones digmático puede contribuir además a la mejo-
del individuo. ra tanto de la planificación educativa como del
Verdugo Alonso (2011:18) nos plantea la de desarrollo y evaluación de programas indivi-
calidad de vida como un concepto identificado con dualizados centrados en la persona, cuestión
el movimiento de avance, innovación y cambio en que ahora mismo se contempla en nuestras
las prácticas profesionales y en los servicios, per- escuelas desde una perspectiva muy sesgada,
mitiendo promover actuaciones a nivel de la perso- reactiva y extremadamente atomista. Asimi-
na, de la organización y del sistema social. smo, una perspectiva de calidad de vida permite
Con ello se pretende que no solo se actúe so- evaluar los efectos de la inclusión educativa en áre-
bre el individuo con discapacidad, si no que se as no académicas y orientar dinámicas dirigidas a
ponga énfasis en el contexto, en las necesidades la satisfacción y participación activa del alumno.
del individuo y en la interrelación entre estos (Hegarty, 1994:27)
dos constructos. De ello se deriva que debere- El concepto de calidad de vida se hace espe-
mos proveer a los discapacitados de apoyos para cialmente importante en la Educación Secun-
sus necesidades personales, para las necesida- daria y posteriores estructuras escolares, pue-
des institucionales y para las necesidades socia- sto que ya el individuo empieza a convertirse
les; y actuar por ende, en estos tres elementos. en adulto y comienza a demandar las derivacio-
El modelo de calidad de vida es esencial nes de este estadio evolutivo: independencia,
como en el organizado transformador de las autonomía, empleo, etc. El análisis de las dimen-
nuevas concepciones escolares, puesto que in- siones e indicadores de calidad de vida no sólo es
tegra cambios curriculares y elimina límites importante para el éxito en la educación sino que
geográficos (forjados en nuestra concepción también es vital para lograr el éxito adulto en el
educativa); renovaciones que la escuela nece- empleo y en la autonomía e independencia perso-
nal. La adolescencia es un importante periodo de • Familia y redes sociales. Las familias y redes
transición desde la infancia hacia la vida adul- sociales son el lugar de desarrollo más afectivo
ta, y los modelos de calidad de vida han incluido y efectivo para las personas, por lo que deben
y subrayado la importancia de aspectos clave que de estar incluidas en el acompañamiento coti-
los jóvenes con necesidades específicas afrontan diano como eje principal en la que persona con
(Raphael, 1999). discapacidad se desenvuelve.
Las áreas de desarrollo que debemos de con- • Calidad de vida emocional. No solo nos de-
templar dentro de este modelo nos deben facili- bemos de centrar en la estimulación cognitiva
tar los procesos de crecimiento personal, tanto y rehabilitación, sin reconocer cómo la perso-
en las personas con discapacidad como en los na con discapacidad percibe al otro -cómo se
familiares y profesionales que están involucra- siente ante su situación – qué razonamientos e
dos en el acompañamiento cotidiano del indivi- interpretaciones hace, qué expectativas y moti-
duo. Las áreas que se proponen y que deben re- vaciones tiene.
gir la planificación para implementar modelos
de calidad son (MSPSI, 2011) Intervenciones montessori y alumnado con
• Derechos y responsabilidades de usuarios, necesidades específicas de apoyo educativo
familiares y profesionales: todas las personas La metodología Montessori posee unas ca-
implicadas deben conocer y respetar los dere- racterísticas definitorias que encajan plena-
chos de quienes están inmiscuidos en la acción mente en este enfoque.
cotidiana con el individuo. Deberán de cono- Nos estamos refiriendo al enfoque práctico
cer qué agentes actúan con el individuo, qué que define esta metodología. Cuando nos re-
competencias y responsabilidades tienen y qué ferimos a Montessori, tenemos por premisas
forma de ayudar contemplan, con vistas a reali- fundamentales el construir activo del niño/a,
zar una práctica multipersonal, pero completa- el aprendizaje multisensorial y la consecución
mente organizada. del pensamiento abstracto a través de materia-
• Entorno y calidad de vida. El entorno debe les manipulativos. Esto nos hace ver que estas
ser facilitador, confortable y emancipador para dos concepciones están configuradas con las
ofrecer oportunidades de desarrollo personal. mismas nociones éticas y psicoeducativas.
• Seguridad y entorno condiciones básicas. El La metodología Montessori es una forma
confort y la seguridad del entorno favorecen el psicoevolutiva de ver la educación. Busca que el
desarrollo de procesos personales plenos. niño o niña pueda descubrir y enseñar al resto
• Participación y toma de decisiones (para sus potencialidades a través de la interacción
conseguir la emancipación). El desarrollo per- con un ambiente preparado, rico en materiales,
sonal debe tener como factor propedéutico la infraestructura, afecto y respeto.
consecución de estrategias de autodetermina- Teniendo en cuenta las dimensiones del mo-
ción, como elemento irrenunciable para la con- delo de calidad de vida antes expuesto, realiza-
strucción de proyectos de vida centrados en la remos una catalogación de cada dimensión y
persona. nos referiremos a cómo puede afectar Montes-
• Programas de acompañamiento en los cen- sori a ellas, así como las derivaciones de desar-
tros. Las actuaciones que se dan en la vida dia- rollo que pueden tener:
ria deben de ser coherentes con las realizadas
en las diversas instituciones. Dimensión 1: Desarrollo personal
• Organización y gestión de la calidad. Toda Debemos de tener en cuenta el desarrollo com-
institución debe desarrollar un sistema de ge- pletivo del niño/a, desde el aspecto cognitivo
stión que facilite y apoye el criterio de la calidad hasta una preocupación por su futura inserción
centrada en la persona. sociolaboral.
• Participación y vida en comunidad. La in- El entramado educativo que configura la
clusión y plena participación en la sociedad es metodología Montessori, nos hace ver que nos
un reto ineludible. Para ello todas las personas debemos de centrar en las necesidades que pre-
como ciudadanos con pleno derecho deben par- senta el discente, así como determinar los apo-
ticipar activamente en la construcción social. yos necesarios. Así pues, una persona que pre-