Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
filosofia
I lettori che desiderano
informazioni sui volumi
pubblicati dalla casa editrice
possono rivolgersi direttamente a:
Carocci editore
Viale di Villa Massimo, 47
00161 Roma
telefono 06 / 42 81 84 17
Siamo su:
www.carocci.it
www.facebook.com/caroccieditore
www.instagram.com/caroccieditore
Enrica Rigo
La straniera
Migrazioni, asilo, sfruttamento in una prospettiva di genere
Volume pubblicato con il contributo
del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre
isbn 978-88-290-1268-8
Introduzione 7
2 Il genere dell’asilo 43
5
indice
Bibliografia 127
6
Introduzione
7
la straniera
8
introduzione
9
la straniera
normativa» – per dirla con Diane Otto (2006) – la quale, per essere colta,
necessita di allargare i soggetti protagonisti delle trasformazioni del diritto
e delle sue istituzioni.
L’espressione Critical Legal Studies è qui utilizzata in senso ampio, a
ricomprendere le tematiche e gli approcci di cui questa prospettiva si è ar-
ricchita all’incrocio con gli studi postcoloniali, con il femminismo inter-
sezionale – che, a sua volta, è una componente fondamentale della Critical
Race Theory – e con la critica marxista come lente sul rapporto tra diritto,
capitalismo e globalizzazione. Gli studi sul diritto internazionale, così co-
me quelli sul diritto dei rifugiati, ne sono usciti profondamente trasforma-
ti. I loro protagonisti provengono di frequente dal cosiddetto Third World
Approach to International Law, dal quale non si può oggi prescindere se
non al prezzo di una visione miope sulle interconnessioni della globaliz-
zazione, e includono nomi come Tendayi Achiume, Antony Anghie, Bhu-
pinder Chimni e Ratna Kapur. Allo stesso tempo, i processi di esclusione
e inclusione prodotti dalla globalizzazione sono al centro della teoria del
diritto di Hans Lindahl (2013; 2018) che rappresenta uno dei contributi at-
traverso cui viene letto, in questo libro, il rapporto tra i confini e l’emergere
di ordini giuridici globali.
Il tema della riproduzione sociale ha trovato meno spazio di altri nella
letteratura giuridica, sebbene il recente rilievo che ha assunto per leggere
le contraddizioni della crisi pandemica lo abbia riportato in primo piano e
lasci intravedere una diversa tendenza. Il pensiero femminista italiano, e in
particolare la corrente del marxismo operaista, ha contribuito in maniera
fondamentale allo sviluppo della riflessione sul ruolo della riproduzione
sociale nei processi di accumulazione capitalistica. Nomi come quello di
Mariarosa Dalla Costa, Leopoldina Fortunati, Antonella Picchio e Silvia
Federici continuano a essere un punto di riferimento dei dibattiti inter-
nazionali, assieme a quelli di Selma James, Maria Mies e, più di recente,
Nancy Fraser e Tithi Bhattacharya. La messa a fuoco sul lavoro necessario
a riprodurre quel peculiare tipo di merce che è la forza lavoro ha portato
a una diversa comprensione di come la società capitalistica si sia riprodot-
ta e espansa su scala globale, ma anche di come attorno alla riproduzione
sociale si coagulino lotte e movimenti sociali che vanno dalla difesa delle
economie di sussistenza, alla resistenza contro la devastazione ambientale
e contro l’estrattivismo rapace delle risorse.
La chiave di lettura della riproduzione sociale è declinata in questo li-
bro lungo tre direttrici. In primo luogo, è utilizzata per leggere le logiche
sottese ai regimi di regolamentazione della mobilità e, dunque, per mette-
10
introduzione
11
la straniera
venzione sui rifugiati del 1951 è stata fondativa per gli stessi studi di genere
sulle migrazioni forzate, anche nella prospettiva di discipline non giuridi-
che. Le ricerche presentate mostrano come non si tratti affatto di un di-
battito esaurito e, anzi, sia oggi arricchito dalla critica postcoloniale e dalla
riflessione su concetti come quello di vulnerabilità e intersezionalità. La
“crisi” del 2015 e i suoi lasciti, con l’incremento esponenziale del numero di
donne che hanno cercato asilo in Italia e in Europa, sono un banco di prova
per guardare come e a quale prezzo la «sessualizzazione» dei soggetti del
diritto internazionale (Otto, 2006) venga inclusa nel discorso giuridico.
Al centro del caso di studio, le decisioni sulla protezione internazionale di
donne che hanno subito violenza legata alla tratta a scopo di sfruttamento
sessuale mostrano come a essere chiamate in causa siano le diverse accezio-
ni secondo cui le nozioni di vulnerabilità e genere vengono declinate nel
diritto. Il dibattito sull’intersezionalità, richiamato a partire dagli scritti in
cui è la stessa Kimberlé Crenshaw (2014) a portare come esempio le don-
ne rifugiate, mostra il portato che tale prospettiva continua ad assolvere sia
nella decostruzione critica delle norme sia nella “sfida normativa” volta alla
loro trasformazione.
Il cap. 3 riprende e approfondisce il nesso tra mobilità e riproduzione
sociale come chiave per comprendere le dinamiche contemporanee del-
lo sfruttamento. Nella lettura proposta, i confini non moltiplicano so-
lo i regimi del lavoro (Mezzadra, Neilson, 2013), bensì producono una
moltiplicazione altrettanto significativa dei regimi della riproduzione so-
ciale su una scala transnazionale. Si tratta di una prospettiva necessitata
per indagare lo sfruttamento laddove le condizioni di riproduzione del-
la vita incrociano e si sovrappongono a quelle del lavoro. Tra le studiose
che hanno ripreso il tema della riproduzione sociale, è soprattutto Gargi
Bhattacharyya (2018) a riflettere su come l’appropriazione del tempo e
del lavoro necessario a garantire la sopravvivenza di fasce di popolazione
marginalizzate rappresenti sempre più, nel capitalismo contemporaneo,
un «misconosciuto supplemento» ai processi di accumulazione. Il caso
della tratta a scopo di sfruttamento è utilizzato, nel capitolo, per mette-
re a critica il paradigma consensualistico fatto proprio dalle definizioni
giuridiche dello sfruttamento anche alla luce della più recente giurispru-
denza della Corte europea dei diritti umani. È all’incrocio con i regimi
coercitivi di riproduzione della vita imposti dai confini che lo sfruttamen-
to emerge ben oltre la relazione di ingiustizia «falsamente contingente»
(Marks, 2008) in cui lo relegano il diritto internazionale e penale e si mo-
stra, invece, per le condizioni politiche che lo rendono possibile (Picchio,
12
introduzione
13
la straniera
***
14