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LINEA FORMATIVA

POLITICHE CULTURALI E COMUNICAZIONE

Gaia Peruzzi
Manuela Bartolotta
Raffaele Lombardi

Le violenze di genere
Rompere gli stereotipi, rinnovare i linguaggi,
costruire nuove culture
Indice

1. Cosa sono le violenze di genere?


2. Quali sono le forme di violenza sulle donne
più diffuse?
3. Cosa significano “omofobia” e “transfobia”?
4. Perché la violenza di genere è un problema
culturale?
5. Cosa possiamo fare per contrastare le
violenze di genere?

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I testi di riferimento del Mooc
(obbligatori)

Gianturco G., Peruzzi G.,


2015, Immagini in movimento: lo sguardo del
cinema italiano sulle migrazioni, Edizioni Junior,
Parma.

Porro E.,
2014, Paradisi crudeli: donne e violenza domestica.
Una ricerca sociologica in Italia e Polonia,
FrancoAngeli, Milano.

Pagina 3
Presentazione del testo

“Il volume presenta i risultati di una ricerca


qualitativa sulle rappresentazioni delle
migrazioni e delle figure dei migranti nel cinema
italiano. Il testo si propone, quindi, come un
viaggio all’interno di quest’ultimo attraverso
un’analisi delle immagini, ma anche delle
testimonianze dei registi del nostro Paese; di chi
produce quello sguardo che può essere utile a
riflettere sulle modalità di costruzione delle
identità collettive (noi/loro, italiani/stranieri,
autoctoni/immigrati) nei contesti di migrazione,
siano questi l'Italia di oggi o i luoghi della nostra
precedente «diaspora». In particolare, la ricerca
ha avuto quale principale obiettivo quello di
comprendere se e in che modo il cinema riesca
a svolgere quella funzione di intercettazione, di
lettura anticipatoria dei processi di
complessificazione sociale e di mescolamento
culturale legati alle dinamiche migratorie”.

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Presentazione del testo

“Può essere difficile trovare le parole per


descrivere un inferno privato come quello che
imprigiona migliaia di donne vittime di violenza in
Italia e nel mondo. Queste donne sembrano
rinchiuse in «paradisi crudeli»: la loro casa, il luogo
dell'amore e dei sentimenti, può trasformarsi in una
prigione senza vie di fuga. Talvolta nella scena del
crimine di una morte violenta. Questo flagello si
chiama violenza domestica. Spesso se ne parla -
soprattutto nella cronaca nera - senza un’adeguata
conoscenza di causa. Il volume propone uno
sguardo sulla realtà della violenza orientato alla
ricerca sociologica. Descrive le radici culturali e
sociali che ne permettono la perpetuazione; la
travagliata storia dei diritti negati e l’itinerario delle
conquiste raggiunte; l’approccio al problema da
parte dei media e della comunicazione sociale. La
ricerca comparativa empirica, condotta in Italia e in
Polonia, offre inoltre la possibilità di approfondire
l’argomento grazie alle testimonianze raccolte,
capaci di offrire una prospettiva scientifica e di
restituire al contempo spessore umano alla dolente
esperienza dei paradisi crudeli”.

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1. Cosa sono le violenze di genere?
1/5 Cosa sono le violenze di genere?

Principali definizioni
Con l’espressione violenza di genere si indicano tutte quelle
forme di violenza - fisica, psicologica o sessuale - che
riguardano un vasto numero di persone discriminate sulla
base dell’identità di genere o dell’orientamento sessuale.

Gli studi di riferimento


I “Gender studies” sono un campo multidisciplinare
affermatosi a partire dagli anni Sessanta per rilevare i significati
socio-culturali legati all’identità di genere e alla sessualità.

Ad occuparsi di violenza di genere oggi sono diverse figure:


psichiatri, psicologi, criminologi, assistenti sociali, dirigenti e docenti
delle scuole, forze dell’ordine, infermieri, medici, educatori,
professionisti e operatori del Terzo Settore
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2/5 Cosa sono le violenze di genere?

L’identità di genere si riferisce al vissuto di appartenenza


ad un genere o all’altro, ad entrambi o a nessun genere. È
dunque l’assegnazione che ogni individuo conferisce alla
propria identità. Tale appartenenza può esprimersi con
vissuti e comportamenti corrispondenti o non
corrispondenti al sesso biologico.

Il termine orientamento sessuale si riferisce alla


direzione verso cui una persona dirige i propri sentimenti, i
propri desideri, indirizzandosi verso una persona dello
stesso sesso, dell’altro sesso o verso entrambi.

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3/5 Cosa sono le violenze di genere?

Per discriminazione basata sull’identità di genere e


sull’orientamento sessuale si intende allora l’insieme di
stereotipi, rappresentazioni, pregiudizi emotivi e
comportamenti orientati a determinare processi di esclusione,
condanna, stigmatizzazione, allontanamento, negazione,
violenza nei confronti di ciò che non è inquadrabile nei
modelli dominanti di orientamento sessuale e di identità di
genere.

In quest’ottica, la discriminazione si sviluppa a partire dal


mancato riconoscimento delle varie forme di diversità
dell’essere umano.

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4/5 Cosa sono le violenze di genere?

Tipi di violenza

Schiavitù M
Bullismo abu olesti
sessuale si s e e
ess
ual
Aborto forzato Stupri i

e nza Mobbing Gravidanza Matrimoni


Vio l
e s tica Mutilazioni
dom Stalking forzata coatti

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5/5 Cosa sono le violenze di genere?

Le recenti normative
• D.Lgs. 216/2003 “Attuazione della direttiva 2000/78/CE per
la parità di trattamento in materia di occupazione e di
condizioni di lavoro”.
• Legge 77/2013 “Ratifica ed esecuzione della
Convenzione di Istanbul dell’11 maggio 2011 sulla
prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle
donne e la violenza domestica”.
• Legge 119/2013 (Legge sul Femminicidio) “Conversione
in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto
2013, n. 93, recante disposizioni urgenti in materia di
sicurezza e per il contrasto della violenza di genere”.

Pagina 11
Il testo di riferimento
(obbligatorio)

Porro E.,
2014, Paradisi crudeli: donne e violenza domestica. Una
ricerca sociologica in Italia e Polonia, FrancoAngeli, Milano.
Le parti utili per questa sezione sono: 1. capitolo “Donne e
violenza: la prospettiva sociologica” (Un fenomeno da
interpretare; Chiavi di lettura: il femminismo e i gender studies;
Gli studi di genere: qualche aggiornamento; Un dominio tutto
maschile?)

Peruzzi G.,
2017, (Il nuovo) Anno Zero delle questioni di genere. Le
sfide per la comunicazione sociale, in “In viaggio verso la
sostenibilità”, Collana Comunicazione sociale, Volume 6,
pp. 50-52.

Pagina 12
Attività

Hai mai vissuto situazioni in cui ti sei


sentito/a mortificato/a dagli altri per la tua
identità di genere?

Pagina 13
Materiali di approfondimento
(facoltativi)

Allport W.,
1973, La natura del pregiudizio, La Nuova Italia, Firenze.
Burr V.,
2000, Psicologia delle differenze di genere, Il Mulino,
Bologna.
Delle Donne M.,
1994, Lo specchio del non sé. Chi siamo, come siamo nel
giudizio dell’Altro, Liguori, Napoli.
Mazzara B.,
1998, Appartenenza e pregiudizio: psicologia sociale delle
relazioni interetniche, Carocci, Roma.
Oakley A.,
1972, Sex, Gender and Society, London.

Pagina 14
2. Quali sono le forme di
violenza sulle donne più
diffuse?

“Il colore viola” di Steven Spielberg, 1985


1/4 Quali sono le forme di violenza
sulle donne più diffuse?

La violenza sulle donne

La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta


contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica,
siglata a Istanbul l’11 maggio 2011, definisce la violenza contro le
donne:
... una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione
contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul
genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o
sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica,
comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la
privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che
privata.

Convenzione di Istanbul, Art. 3, lettera a

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2/4 Quali sono le forme di violenza
sulle donne più diffuse?

I dati sulla violenza

Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Istat assieme al Dipartimento


delle Pari Opportunità, sono 6 milioni 788 mila le donne che nel
corso della propria vita hanno subìto una qualche forma di violenza
fisica o sessuale. A prescindere dal paese di provenienza, ad aver
subìto violenze in misura maggiore sono le donne separate o
divorziate (51,4%).

A destare maggiore criticità, tuttavia, è la situazione delle donne


affette da problemi di salute o disabilità, soggetti per definizione
già deboli che presentano un rischio doppio di subire stupri o tentati
stupri (il 10% vs. il 4,7%).

Fonte: Istat, Indagine sulla sicurezza, 2015

Pagina 17
3/4 Quali sono le forme di violenza
sulle donne più diffuse?

Forme specifiche di violenza Manifestazioni


Molestie sessuali sul lavoro
 Fisica
Prostituzione coatta
 Sessuale Violenza sessuale
Abuso sessuale intrafamiliare ai/alle minori
 Psicologica
Maltrattamento ai/alle minori
 Economica Mutilazioni sessuali
Matrimonio coatto
 Spirituale
Femminicidio
Aborto selettivo
Stalking
Violenza nelle relazioni intime
Violenza assistita

Fonte: Casa delle donne per non subire violenza, Muvi Project, 2008

Pagina 18
4/4 Quali sono le forme di violenza
sulle donne più diffuse?

I fattori di rischio
Nell’analisi della violenza sulle donne, una grande attenzione deve
essere rivolta alla ricaduta che la violenza assistita genera nei
minori e, dunque, a quanto la violenza sulle donne colpisca
soprattutto i loro figli.

La trasmissione intergenerazionale è un evento che si attiva


quando si è assistito alla violenza tra i genitori, o quando la si è
vissuta in prima persona. Di conseguenza, i figli che assistono alla
violenza del padre nei confronti della madre hanno una probabilità
maggiore di essere autori di violenza nei confronti delle proprie
compagne e le figlie di esserne vittime.

Pagina 19
Il testo di riferimento
(obbligatorio)

Porro E.,
2014, Paradisi crudeli: donne e violenza domestica.
Una ricerca sociologica in Italia e Polonia,
FrancoAngeli, Milano.
Le parti utili per questa sezione sono: 3. capitolo “Un dramma
in cifre” (Il fenomeno emerso: cosa dicono le statistiche; La
violenza sommersa: silenzi e reticenze; Si salvi chi può: il
femminicidio).

Pagina 20
Attività

Nella tua esperienza personale, ti è mai


capitato di imbatterti in forme di violenza
sulle donne?

Puoi raccontare un episodio in cui la tua


organizzazione ha dovuto far fronte ad un
caso di violenza sulle donne?

Pagina 21
Materiali di approfondimento
(facoltativi)

Bacciconi M., Bertolaso S., Bianchi A.R.,


2008, La violenza domestica: riflessioni, riferimenti e dati. Istruzioni
per l’uso, ISPESL.
DPCM del 24 Novembre 2017,
Linee guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere
in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di
violenza
.
ISPESL,
2005, Violenza domestica: un ossimoro da comprendere e svelare,
Quaderni per la Salute e Sicurezza, Roma.
Istat,
2006,
La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famigli
a
.
2015, L’indagine sulla Sicurezza delle donne.
Karadole C., Pramstrahler A.,
2011, Femicidio
. Dati e riflessioni intorno ai delitti per violenza di genere, Bologna.
Saraceno C.,
2017, L’equivoco della famiglia, Editori Laterza, Bari-Roma (capitolo Pagina 22
6).
3. Cosa significano “omofobia” e
“transfobia”?

“Transamerica” di Duncan Tucker, 2005


1/4 Cosa significano “omofobia” e “transfobia”?

Una chiave di lettura

Omosessualità e transessualità sono categorie sociali, affermatesi


di recente, nate come modalità per distinguere persone “diverse”
(omosessuali, transessuali) da quelle “normali” (eterosessuali).

Questo stigma negativo, che definisce i confini tra i due modelli


(normalità vs. diversità), viene continuamente riaffermato nella nostra
società.

Omosessualità e transessualità rappresentano una chiave di accesso


per comprendere le trasformazioni sociali in atto, mostrando la
varietà delle esperienze e delle relazioni familiari (Bertone, 2009).

Pagina 24
2/4 Cosa significano “omofobia” e “transfobia”?

Discriminazioni per diverso orientamento sessuale

L’omosessualità viene configurata come una condizione


contrapposta all’unico modello di orientamento sessuale socialmente
riconosciuto ed accettato come possibile, l’eterosessualità. Questa
discriminazione è definibile come “omofobia”.

La bisessualità, ammettendo la possibilità dell’attrazione verso


persone sia del proprio sesso sia del sesso opposto, viene
condannata in quanto tradisce il presupposto della “eterosessualità
obbligatoria”.

Fonte: Regione Lazio, Vinci sulla violenza, 2013

Pagina 25
3/4 Cosa significano “omofobia” e “transfobia”?

Discriminazioni per identità di genere

Il transessualismo nega la concezione socialmente accettata di


“differenza sessuale” e che il sesso sia biologicamente determinato
alla nascita. Il cambiamento di sesso mediante intervento di
ricostruzione è dunque considerato inammissibile. Questa
discriminazione è definibile come “transfobia”.

Il transgenderismo oltrepassa ogni tipo di dualità (maschio-


femmina, uomo-donna), implicando un superamento anche della
logica binaria applicata all’orientamento sessuale (omosessualità-
eterosessualità).

Fonte: Regione Lazio, Vinci sulla violenza, 2013

Pagina 26
4/4 Cosa significano “omofobia” e “transfobia”?

Alcune osservazioni

Omofobia e transfobia sono le forme più frequenti di discriminazione.


Tali forme nascono quando non si riconosce che l’identità di genere
possa essere diversa dal sesso biologico e si afferma in modo
pregiudizievole che ogni individuo debba conformarsi alle aspettative
sociali legate all’essere maschio o femmina in modo congruente al sesso
biologico.

La questione è talmente rilevante che è stato coniato un termine


specifico che indica le violenze nei confronti delle minoranze sessuali:
Sexual Orientation Violence (SOV).

Le persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), proprio


perché soggette allo stigma, hanno storicamente subìto di più e sono a
più alto rischio di aggressione fisica e verbale, di discriminazione nella
ricerca e nel mantenimento di lavoro e alloggio, nonché di accesso
all’educazione e ai servizi di cura.

Pagina 27
Il testo di riferimento
(obbligatorio)

National Geographic,
Gender. La rivoluzione. Come cambiano
le identità di genere, Numero speciale,
gennaio 2017.

Pagina 28
Attività

Hai mai vissuto un’esperienza personale di


discriminazione per orientamento sessuale
e/o identità di genere?

Puoi raccontare un episodio in cui la tua


organizzazione ha dovuto far fronte ad una di
queste forme di discriminazione?

Pagina 29
Materiali di approfondimento
(facoltativi)

Bertone C.,
2009, Le omosessualità, Carocci, Roma.
Bertone C., Cappellato V.,
2006, La promozione delle pari opportunità per i diversi orientamenti
sessuali: spazi di azione per gli enti locali, Provincia Autonoma di
Trento.
“Docuserie” di Rai 3, Storie del genere
Istat,
Anno 2011, La popolazione omosessuale nella società italiana.
Pini A.,
2002, Omocidi. Gli omosessuali uccisi in Italia, Stampa alternativa,
Roma.
Regione Lazio,
2013, Rapporto Vinci sulla violenza, Ugo Quintily S.P.A., Roma.
Saraceno C.,
2003, Diversi da chi? Gay, lesbiche, transessuali in un’area
metropolitana, Guerini, Milano.
2016, Coppie e famiglia. Non è questione di natura, Feltrinelli,
Milano.

Pagina 30
4. Perché la violenza di genere è
un problema culturale?
1/4 Perché la violenza di genere è un problema culturale?

Il monopolio del genere


Per comprendere i fondamenti della violenza di genere, occorre
risalire ai fattori sociali e culturali legati alla costruzione sociale
della sessualità e dell’identità di genere. La stigmatizzazione, infatti,
ha profonde radici sociali e istituzionali.

Il genere si acquisisce attraverso la socializzazione. Famiglia,


scuola, Chiesa, gruppo dei pari e mass media trasmettono aspettative
sociali circa il comportamento che ci si attende da uomini e donne.
Questo si diffonde con l’imitazione di “modelli di ruolo”, rappresentati
dal padre e dalla madre (Connell, 2011).

L’identità di genere, dunque, si acquisisce


a livello culturale

Pagina 32
2/4 Perché la violenza di genere è un problema culturale?

La normatività del genere


Queste differenze di genere costituiscono un importante strumento di regolazione
della struttura e delle relazioni sociali; rappresentano una forma di controllo sociale,
fondamentale sia per la riproduzione della stessa struttura, sia per la gestione delle
nostra identità e dei nostri comportamenti.

L’appartenenza sessuale diviene così un “destino sociale”, collocato entro una


gerarchia di potere e responsabilità.

In quest’ottica, apprendiamo una “naturale” differenza di


opposizione tra uomo e donna, fino ad arrivare a dare per scontato
il genere stesso (Saraceno, 2017).

Pagina 33
3/4 Perché la violenza di genere è un problema culturale?

La fluidità del genere

Questo “naturale” modello di differenziazione tra uomo e donna è


molto problematico. Non tiene conto, infatti, della possibilità che i
modelli di genere proposti possano essere respinti.

L’apprendimento, infatti, è un atteggiamento attivo e può svilupparsi


in una direzione diversa da quella che porta alle norme previste dal
ruolo sessuale.
In tal senso, le vite transessuali esprimono con forza le
contraddizioni insite in questo modello.
Dovremmo invece parlare di una storia sulla socializzazione al
genere diversa per ogni cultura del mondo, sulla base del fatto che
ognuna ha norme differenti: differenti tradizioni sul ruolo di marito
e moglie (Connell, 2011).

Pagina 34
4/4 Perché la violenza di genere è un problema culturale?

Il genere come processo evolutivo in continua


trasformazione

... gli uomini non rappresentano due popolazioni separate,


eterossessuali e omosessuali. Il mondo non può essere diviso in
pecore e capre. Non tutte le cose sono bianche o nere. (...)
Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i
fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni
suo aspetto. Prima impariamo questo a proposito del
comportamento sessuale umano, prima arriveremo ad una
profonda comprensione della realtà del sesso.

Kinsey et al., 1950, p. 666

Pagina 35
Il testo di riferimento
(obbligatorio)

Candace W., Zimmerman Don H.,


1987, Doing gender, in “Gender and Society”,
Vol. 1, No. 2, pp. 125-151.

Pagina 36
Attività

Dopo aver guardato i due video segnalati di seguito,


prova a spiegare la tua posizione rispetto ai temi e
alle strategie educative riportati.

Link 1
Il video è in inglese, ma è possibile impostare i sottotitoli in
italiano

Link 2
Il video è in fondo all’articolo

Pagina 37
Materiali di approfondimento
(facoltativi)

Barbagli M., Colombo A.,


2007, Omosessuali moderni, Il Mulino, Bologna.
Barbagli M., Dalla Zuanna G., Garelli F.
2010, La sessualità degli italiani, Il Mulino, Bologna.
Bellassai S., Malatesta M.,
2000, Genere e mascolinità. Uno sguardo storico, Bulzoni, Roma.
Connell R.,
2011, Questioni di genere, Il Mulino, Bologna.
Cuche D.,
2004, La nozione di cultura nelle scienze sociali, Il Mulino, Bologna.
Giddens A.,
1995, La trasformazione dell’intimità, Il Mulino, Bologna.
Kinsey A. C. et al.
1950, Il comportamento sessuale dell’uomo, Bompiani, Milano.
Picone Stella S., Saraceno C.,
1995, Genere. La costruzione sociale del femminile e del maschile, Bologna,
Il Mulino.
Rich A.,
1985, Eterosessualità obbligatoria ed esistenza lesbica, in “Nuova DWF”, 23-
24, pp. 5-40.

Pagina 38
“Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna
trovare le parole giuste: le parole sono importanti”.
Michele

5. Cosa possiamo fare per


contrastare le violenze di genere?
1/5 Cosa possiamo fare per contrastare
le violenze di genere?

La violenza di genere, un problema culturale

“States should condemn violence against women and should not invoke
any custom, tradition or religious consideration to avoid their obligations
with respect to its elimination. States should pursue by all appropriate
means and without delay a policy of eliminating violence against women
and, to this end, should:
Adopt all appropriate measures, especially in the field of education,
to modify the social and cultural patterns of conduct of men and
women and to eliminate prejudices, customary practices and all
other practices based on the idea of the inferiority or
superiority of either of the sexes and on stereotyped roles for
men and women”.

Declaration on the Elimination of Violence against Women,


Article 4

Pagina 40
2/5 Cosa possiamo fare per contrastare
le violenze di genere?

I pregiudizi negativi

Dal latino praeiudicium = sentenza anticipata

Si intende per pregiudizio “la tendenza a considerare in modo


ingiustificatamente sfavorevole le persone che appartengono
ad un determinato gruppo sociale”.

Mazzara, 1997, p. 14

Questo si traduce in una distorsione nella percezione e nella


valutazione dei fenomeni che riguardano le minoranze.

Pagina 41
3/5 Cosa possiamo fare per contrastare
le violenze di genere?

Gli stereotipi negativi

Dal greco stereòs = rigido | tùpos = impronta

Lo stereotipo è definito come “un insieme coerente e abbastanza


rigido di credenze negative che un certo gruppo condivide
rispetto a un altro gruppo o categoria sociale”.

Mazzara, 1997, p. 19

Sono il nucleo cognitivo del pregiudizio. Svolgono una funzione di


tipo difensivo rispetto al mantenimento della cultura e di
determinate forme di organizzazione sociale.

Pagina 42
4/5 Cosa possiamo fare per contrastare
le violenze di genere?

La modifica degli stereotipi

 Fornire in anticipo uno schema di interpretazione alternativo


allo stereotipo, dando una spiegazione diversa, ma altrettanto valida
sui comportamenti umani, immettendo informazioni nuove.

 Tendere al pluralismo culturale, ovvero al mantenimento delle


differenze, valorizzando ciascuna di esse come fonte di
arricchimento del patrimonio sociale.

 Incoraggiare il contatto tra le differenze, favorendo un’interazione


lunga e approfondita.

 Considerare l’effetto Pigmalione, la “profezia che si autoavvera”


e, dunque, l’importanza che le aspettative rivestono nella vita
sociale.

Pagina 43
5/5 Cosa possiamo fare per contrastare
le violenze di genere?

Stereotipi e media

I media possono rinforzare oppure ribaltare gli stereotipi di genere.

Talvolta la violenza subìta nella realtà può acuirsi nella violenza


generata dai media, per le parole con cui il linguaggio
dell’informazione si esprime “colpevolizzando la vittima” e
declassando la narrazione a “episodio di cronaca” dal registro
drammatico e sensazionalistico.

Lavorare sulla rottura dei “luoghi comuni” e sulle “attenuanti” della


violenza, nonché sull’eliminazione di un linguaggio “sessista” è il
primo passo che ognuno di noi può fare nella vita di tutti i giorni per
prevenire la violenza di genere.

Pagina 44
I testi di riferimento
(obbligatori)

Gianturco G., Peruzzi G.,


2015, Immagini in movimento: lo sguardo del cinema italiano
sulle migrazioni, Edizioni Junior, Parma.
Le parti utili per questa sezione sono: Introduzione; capitolo 6 “Figure di
uomini e di donne migranti nel cinema nazionale: una prospettiva di
genere”; capitolo 7 “Sguardi indiscreti: racconti cinematografici della vita
sentimentale e familiare dei migranti”; Conclusioni.

Porro E.,
2014, Paradisi crudeli: donne e violenza domestica. Una
ricerca sociologica in Italia e Polonia, FrancoAngeli, Milano.
Le parti utili per questa sezione sono: capitolo 4. “Comunicare la
violenza domestica” (Lo specchio dei media: un legame perverso; La
stampa racconta; Cinema e tv fra denuncia e intrattenimento; Le
campagne sociali; Arte e violenza; Uno sguardo d'insieme)

Pagina 45
Attività

Guarda il documentario “ll corpo delle donne” di


Lorella Zanardo, Marco Malfi Chindemi e Cesare
Cantù.

Link

Pagina 46
Materiali di approfondimento
(facoltativi)

Capecchi S.
2006, Identità di genere e media, Carocci, Roma.
Corbisiero F., Maturi P.,
2016, Le parole della parità, Edizioni Scientifiche Artistiche, Napoli
Matute H.,
2018, La mente ci inganna. Pregiudizi ed errori cognitivi che tutti
commettiamo, in “Neuroscienze e psicologia”, n. 10, Hachette, Milano.
Mazzara B.,
1997, Stereotipi e pregiudizi, Il Mulino, Bologna.
ONU,
Declaration on the elimination of violence against women, 20 December
1993, New York.
Redattore Sociale,
2013, Parlare civile. Comunicare senza discriminare, Mondadori, Milano.

Pagina 47

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