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LE DITA TAGLIATE, PAOLA TABET

CAP.1 - SCAMBIO SESSUO ECONOMICO: il termine non è un nuovo nome per i


rapporti di sex work; Tabet vuole indicare l’insieme delle RELAZIONI TRA UOMINI E DONNE
che implicano un compenso maschile per un servizio femminile. Il compenso è di tipo e
valore variabile. Insieme di RELAZIONI ASIMMETRICHE che si collocano in un CONTINUUM
che va dal matrimonio alla prostituzione, senza divisione binaria. Distinzione netta tra
intimità, affetto e transazioni economiche è in Nord America e Europa, e occulta la struttura
economica fondamentale dei rapporti tra sessi. Ci fa esempi che rendono visibile questo
continuum. Zelizer: studio sugli stati uniti mostra come gli scambi di doni anche finanziari
siano trattati diversamente in base alla relazione. Continua presenza dello scambio.
Le Variazioni riguardano le modalità della relazione, la forma di contratto, le persone, la
durata, i servizi forniti…
LA PAROLA “PUTTANA”: condiziona per molto tempo la vita di tutte le donne. Definisce e
controlla i pensieri, i desideri, l’espressione della sessualità femminile. Stigma di genere che
non riguarda solo le sex workers: non è solo chiedere compenso per un servizio sessuale,
ma farlo al di fuori delle regole dello scambio matrimoniale. Ci parla di sessualità come
scambio asimmetrico unidirezionale: compenso degli uomini per una prestazione della
donna. Asimmetria strutturale basata sulla divisione sessuale del lavoro e il diverso
accesso alle ricchezze e al potere. La prostituzione è solo il polo di un continuum in cui
possiamo trovare anche fatti di costume come cene, divertimenti, viaggi, situazioni di
corteggiamento visti dalla Tabet come significativi perché mostrano il condizionamento
generale ad una SESSUALITA’ DI SERVIZIO, allo scambio sessuo-economico. Alle donne
spetta il tanto di piacere necessario al dispiegamento del piacere maschile e alla
riproduzione. (MALINOWSKI: atti sessuali femminili sono definiti come servizi delle donne per gli
uomini, ricompensati con doni.accosta il pagamento costante dell’uomo a una specie di salario per il
serv. sessuale. LEVI STRAUSS ci dice che i contratti sono tra uomini, donne merce di scambio.)
ESEMPI DI VARIAZIONI: 1. HAITI: oltre al matrimonio vi sono vari tipi di unioni sessuali,
spesso basati su accordi sessuo-economici che stabiliscono diritti e doveri. L’uomo mette su
casa dove colloca la donna che gli deve fedeltà in cambio di stabilità. Tutte le relazioni sono
scambi accordati. Rovesciamento di ciò che noi pensiamo giusto e appropriato. Donne
dipendono dal loro lavoro sessuale per disuguaglianza accesso alle risorse.
2. KENYA: diversi contratti di rapporti su dimensione temporale. Evidente il rapporto.
Transazioni per quantità e qualità di beni. 5. NIGER: pone attenzione perché visibile il
continuum. Non vi è opposizione tra matrimonio e altri rapporti: non viene negato lo scambio
sessuo economico come nei paesi occidentali, non ci sono solo due tipi di situazioni. femme
libre: corteggiate per lunghi periodi senza fornire servizi sessuali, corteggiamento e
seduzione, accompagnano clienti ad avvenimenti pubblici, stimolano flusso di regali.
Capacità di gestire il contratto in maniera non esplicita, di variare forme di negoziazione, da
esplicite che implicite. Fluidità di prospettive amorose, matrimoniali e di servizio sessuale.
IL CONTROLLO DELLA CONOSCENZA: esclusione di gruppi di dominati dai campi del
sapere. Anche per il dominio maschile è un’attività senza fine. Bloccare le donne in tutti i
campi, dalla tecnologia all’uso degli strumenti alla mancanza di tempo libero (sovrappiù di
lavoro). Con le mutilazioni la condizione per parlare e conoscere la sessualità è annullata. Il
divieto di accesso alla conoscenza del proprio corpo e della proprie sessualità è
presente in più società: disparità di conoscenza frequentemente rilevata, anche negli aspetti
più semplici come la configurazione degli organi esterni. Manchester e Londra 1998: ragazzi
che conoscono parole per descriversi e descrivere atti sessuali che non sono consone per le
ragazze, che usano eufemismi e giri di parole anche per raccontare violenze e esperienze
proprie. Questo produce limitazione e definizione di sessualità ridotta a eterosessuale e
riproduttiva.
LA VIOLENZA: appare come uno dei meccanismi sociali decisivi per cui le donne sono
subordinate rispetto agli uomini. I rapporti di potere tra i sessi hanno peso anche nel
configurare la sessualità. La paura della violenza, le minacce, condizionano anche le donne
che non l’hanno mai subita. Violenza che organizza la sessualità: la violenza sotto due
aspetti: 1. individuale che prende per oggetto la singola donna che è strumento di terrore
per le altre: lo stupro, che può giungere a stupri di gruppo (gang rape USA e Europa). 2.
violenza nelle forme più abituali, in contesto domestico (violenza sui bambini), regola nelle
società in cui il matrimonio è imposto (Niger, imposto a bambine, testimonianze di ragazze
per cui è una tortura, vivono nella paura, si sposano più volte fino alla menopausa; rapporti
sessuali sono stupri; pestare il miglio finché stremata dalla fatica e poi scusarsi; spesso
scappano, incontrano pericoli, disperazione porta a situazioni rischiose). Violenza sessuale
anche con pressioni e minacce affettivi o altro. * Ribeiro: violenze compiute dagli italiani
contro le donne si usa un canone psicologizzante che trasforma un fatto sociale in un
problema grave ma individuale, mentre se gli atti sono commessi da africani magrebini ecc.
in Italia, allora “è la loro cultura, intollerante, violenta, ecc”. Chiaro escamotage.
! la violenza è espressione diretta, prodotto sociale e organico del rapporto di classe
tra uomini e donne.
RIBELLIONE E REPRESSIONE: le donne nei villaggi sono sottoposte a lavoro eccessivo e
pesante; sovraffaticamento. Il picchiare è dato ovvio, normale, inevitabile. La migrazione
delle donne verso le città (lavoro sessuale) è la reazione a questa violenza, ai rapporti
forzati, al troppo lavoro. Questo aspetto della migrazione riguarda varie zone del mondo.
Impossibile isolare e valutare l’importanza dei fattori economici rispetto ad altri (patriarcato,
oppressione ecc). Comunque sono risposte alla subordinazione; risposta attiva e positiva
delle donne che si rifiutano di piegarsi. E’ la vita da Femme libre del Niger.
GRANDI MIGRAZIONI DI DONNE negli ultimi anni hanno stravolto il modello migratorio che
era prevalentemente maschile. Si parla spesso di “TRAFFICO”: occorre conoscere anche
cause, situazioni e motivazioni che spingono a migrare, altrimenti si cancella l’aspetto di
rivolta. Mettono in discussione il matrimonio, si sottraggono allo sfruttamento familiare e
riproduttivo, ed è una minaccia per l’ordine maschile. E’ usando il corpo sessuato come
strumento di lavoro che si sottraggono al lavoro gratuito e arrivano a un’autonomia
economica. Si parla di fuga dall’appropriazione privata, per questo repressione: interventi
politici, misure ufficiali o meno, stigmatizzazioni. ZIMBAWE: anni ‘80, retate che portano
all’arresto di migliaia di donne con accusa di prostituzione; contro le donne come gruppo di
genere. Le donne dovevano mostrare certificati di matrimonio (difficile per chi si sposa con
rito consuetudinario), o uomini come garanti. GHANA: donna che non è sotto un uomo è fuori
legge, l’accesso alle risorse ottenute con mezzi propri mette in pericolo strutture della
dominazione. LA REPRESSIONE avviene in due modi principali che recuperano a vantaggio
degli interessi maschili ogni aspetto di trasgressione e irregolarità delle donne:
1. repressione diretta: si restaura l’ordine sociale; ogni donna sotto il controllo diretto di
almeno un uomo; ogni “fuorilegge” spinta a sposarsi. CINA, ANNI 50: prostitute rieducate al
lavoro dovevano tornare in famiglia; uomini in cerca di moglie scrivevano ai centri per avere
donna in sposa.
2. annullare il senso di rivolta: far fruttare al massimo l’utilizzo sessuale delle donne.
Questo avviene a) con l’organizzazione statale della prostituzione o la sua
istituzionalizzazione. Sottomissione delle donne a controllo + reclutamento coatto delle
donne per i bordelli (donne emarginate, straniere, vedove). b) intervento meno diretto ma
mira a gestione completa.

CAP. 2 - FERTILITA’ NATURALE, RIPRODUZIONE FORZATA: prende in questione


LA RIPRODUZIONE, che ci presenta come non analizzata e lasciata come naturale, sempre
usata per spiegare la condizione di subalternità femminile. Ci dice invece che il processo
riproduttivo (dal coito allo svezzamento alla cura) non è un terreno neutro, anzi vi si basano
i rapporti tra i sessi, l’organizzazione sociale della sessualità femminile, lo scambio delle
donne e la loro categorizzazione.
La stessa nozione di FECONDITA’ NATURALE per indicare il comportamento riproduttivo è
ideologica, visto che trascura l’organizzazione sociale dell’esposizione alla gravidanza
(il matrimonio, istituzione che garantisce copertura e esposizione al coito perenne di una
specie, quella umana, che in realtà è poco fertile) e tutti i dispositivi di gestione sociale del
processo riproduttivo esercitate sul corpo femminile in ogni sua fase. Ci dice che il controllo
e la trasformazione della sessualità femminile.
LA DOMESTICAZIONE DELLA RIPRODUZIONE blocca lo sviluppo di una sessualità integrale
e polimorfa: il rimodellamento del corpo femminile in organismo riproduttivo PRODUCE UNA
SPECIE, LA DONNA, come corpo-macchina da riproduzione, sottoposta a interventi tecnici
che si utilizzano il processi produttivi propri del lavoro. A questo infatti collega poi le tesi sul
processo riproduttivo come lavoro e come lavoro alienato.

! Costrizioni fisiche e psichiche, mutilazioni, interventi molteplici su vita, corpo e sessualità


delle donne che modellano l’organismo e la sessualità specializzandoli nella riproduzione.
! necessità di riconoscere il carattere sociale della riproduzione.
! Condizionamenti psichici, costrizioni, mutilazioni per rimodellare l’organismo e
specializzarlo nella riproduzione. Riproduzione come sistema di controllo di ogni
individuo femmina. Si vuole ottenere una donna riproduttrice.

LA DOMESTICAZIONE DELLE DONNE passa da più operazioni, la prima è la riduzione o


distruzione delle loro pulsioni sessuali, poi la trasformazione delle loro potenzialità fisiche e
intellettuali. Controllo della riproduzione per controllare la sessualità. La domesticazione
della riproduzione blocca la sessualità umana che è polimorfa, fluida. Una serie di interventi
che trasformano le condizioni biologiche, e manipolano sociologicamente la sessualità
umana.
LA PROCREAZIONE ci è presentata come fatto biologico, ben lontano dai fatti sociali. Ogni
momento della sequenza riproduttiva è terreno di decisione, gestione, conflitto. Tabet mostra
alcune le forme di controllo e di espropriazione, sempre costrittive, che sono esercitate sul
corpo femminile dal coito all’allattamento.
INTERVENTI SULLA CAPACITA’ DI RIPRODUZIONE: L’imposizione della riproduzione viene
realizzata attraverso una complessa serie di mezzi di pressione sociale, fisica e ideologica
(gradi variabili di violenza). Siamo una specie poco fertile, a questo vanno aggiunti i
caratteri specifici della sessualità femminile: pulsione sessuale scollegata dalla
riproduzione, momento di fertilità non ha segnali esteriori (non c’è il calore come le altre
specie). Come si è ottenuta allora la specializzazione riproduttiva della sessualità femminile?
Il massimo delle possibilità sono la frequenza dell’esposizione al coito.
IL MATRIMONIO è l’istituzione che garantisce questa copertura, assicura un’esposizione al
rischio gravidanza che è socialmente organizzata. Modi e momenti specifici già
nell’infanzia/adolescenza come preparazione al matrimonio. Condizionamento psichico,
specifici a far accettare il rapporto sessuale. Pratiche ed
ucative diffuse: nei consigli dati alle ragazze che si sposavano, debito coniugale della
dottrina cattolica.
1. condizionamento al coito: le donne hanno desiderio sessuale. C’è però una
canalizzazione verso un solo tipo di sessualità (eterosessuale e riproduttiva) tramite
mezzi psichici e fisici. apprendimento del coito: diritto maschile all’uso sessuale
della moglie. Affermazioni sulla maternità, sul sesso come vera funzione delle donne
si fondano su una realtà materiale; dalla divisione del lavoro, al diverso accesso agli
strumenti, le disuguaglianze salariali… Costituiscono la base di uno scambio
asimmetrico in cui le donne devono dare: lavoro, lavoro riproduttivo, il loro corpo. Ci
sono poi interventi di mutilazione contro sessualità non procreative, o tecniche per
rendere “tranquille” le donne e la loro sessualità, sempre con la violenza. Aranda:
ragazza che rifiuta viene resa tranquilla con lo stupro. Paragone con i cani di
Pavlov/Masai, Kenya: sofferenza, violenza, privazione affettiva. Terapie di shock
alternate da condizionamenti verbali, psichici. Italia, sud e toscana: immobilizzare
con gravidanze.
2. sorveglianza su fecondazione, gravidanza e parto: successivamente c’è la
sorveglianza; non tutte le società hanno lo stesso interesse nella natalità, e la
sorveglianza sul parto e gravidanza ha documentazione carente. Tabet ci parla di
resistenze: sessualità, contraccettivi, aborto e infanticidio. Il parto è stato sempre un
momento di sospetto: in Europa ad esempio le vicine controllavano che in caso di
morte fosse naturale e non dovuta dalla madre, quindi c’erano infanticidi volontari.
GANDA (angola): mogli del re varie visite di controllo, incinte trasferite con la
levatrice, sorvegliate giorno e notte da una serva. MOSSI: escissione, poi sposalizio
e iniziazione violenta ai doveri coniugali, gravidanza vissuta come una tortura, parto
voglia di uccidere, poi PEEBO, mungitura, una settimana di schiacciamento della
ghiandola mammaria, segno riconoscibile di essere riproduttrice. ELIMINAZIONE
SESSUALITA’ FEMMINILE, es. cristianesimo, frigidità, inibizione e asservimento alla
riproduzione.

INTERVENTI TECNICI PUNTUALI si assicurano che il prodotto sia buono e che il ritmo sia
adeguato: sono specifici, e mostrano che la riproduzione è sottoposta a manipolazione
tecnica che si userebbe per altri processi lavorativi. Processo riproduttivo va dal
concepimento all’allattamento compreso, fino allo svezzamento.
1. ricerca del momento fertile: nell'Ottocento non si aveva chiarezza sull’ovulazione,
si pensava intorno al periodo mestruale anche in altre popolazioni. Individuare il
momento può portare il coito a diventare un atto tecnico di inseminazione, una
gestione più efficace della riproduzione. Operazione precisa nel momento opportuno.
2. intervento sulla frequenza riproduttiva: l’organismo materno impegnato
nell'allattamento tende ad avere un periodo in cui non avviene l’ovulazione. Gestire
l’allattamento, persona, modalità e durata secondo il capofamiglia. Si ha quindi una
specializzazione della macchina riproduttiva. Ridurre allattamento accelera la
possibilità di un altro figlio (Borghesi fiorentini, contratto tra uomini. Lavoratrici seta di
Lione). Smetti di allattare, maggior esposizione a rischio gravidanza.
3. la scelta del prodotto: da sempre il prodotto “buono” è il maschio. Questo ha
prodotto a eliminare in parte (alla nascita, dopo, con varie forme di incuria) il prodotto
di scarto, la femmina. Ecschimesi: infanticidio selettivo incideva sulla composizione
della popolazione. Infanticidio di gestione principalmente maschile. Donne peso
inutile. Uccidere abbrevia tempi di rimessa. Aborto, Cina.
FORME DI SEPARAZIONE FRA SESSUALITA’ E RIPRODUZIONE: la sessualità è indipendente
dalla procreazione. La specializzazione della sessualità femminile è introdotta in una
sessualità che è di per sé molteplice. Come allora si riduce alla riproduzione? C’è una
separazione socialmente elaborata, si parla di gestione orientata approfondita e
istituzionalizzata. Gli interventi attuano un condizionamento e una manipolazione integrale
dell’organismo psico-fisico femminile. Canalizzazione esclusiva verso una pratica
eterossessuale, verso una sessualità riproduttiva.
1. divisione tra categorie di donne: parliamo sempre di sessualità di servizio*.
Separazione tra sessualità riproduttiva e non riproduttiva che riguarda solo le donne,
divise in base al servizio riproduttivo o di piacere. Dal matrimonio, dalla vita della
moglie si esclude il piacere sessuale fin dai Greci. A Roma per la sessualità maschile
tutto è strumento di piacere passivo: essere attivo è essere un uomo, quale che sia il
partner passivo (Ribeiro, Bianchezza e Mascolinità). Cristianesimo parla di repressione
del piacere avvicinando l’umanità alle specie meno evolute. Non sopprime la
specializzazione nella prostituzione: rimane una sessualità di servizio, che canalizza
la sessualità extra coniugale e fa in modo che resti conforme alla natura (controllo
dell’omosessualità e libertà delle prostitute).
2. separazione tra età della vita: in molte società l’apprendimento delle regole
sessuali si applica in forme e luoghi appositi (ghotul, Muria, tsarance hausa). Si
educano le ragazze alle buone maniere sessuali, si esercita la sessualità dei giovani
con molteplici relazioni. In confronto al taboo della sessualità in occidente (anche
etero o masturb) potrebbe sembrare libertà, ma rifiutarsi è un crimine punibile.
Apprendistato che contiene l’esprimersi, l’innamorarsi, ma indirizza comunque verso
una forma unica.

RIPRODUZIONE COME LAVORO: La produzione di esseri umani non è essa stessa un


lavoro? E’ un’attività che richiede un dispendio di energie fisiche e mentali che sono
misurabili. Tabet riprende alcune definizioni del concetto di lavoro, da quella
dell’antropologia biologica che parla di dispendio di energia: gravidanza richiede un
incremento del dispendio energetico, così come la sola lattazione. Riporta dei dati di kcal
paragonando al lavoro del boscaiolo o alle ore di cammino. Non sufficiente però.
ADDOMESTICAMENTO DELLA RIPRODUZIONE: La gestione della riproduzione trasforma
la procreazione da attività naturale in lavoro. La specie non è sottomessa all’obbligo
riproduttivo come gli altri animali: c’è quindi possibilità di scelta e decisione. MARX parla di
lavoro come processo fra uomo e natura come appropriazione della natura esterna.
L’attività riproduttiva però produce la specie umana, modificandola. La non naturalità è
insita anche nella sola intenzionalità. Nella riproduzione, l’oggetto del lavoro fa parte del
corpo stesso, e compie il suo programma genetico tramite il lavoro dell’organismo materno.
Persona e strumenti si confondono, perché gli strumenti sono nel corpo femminile. MARX
parla poi di INTENZIONALITA’, che accompagna ogni momento del lavoro. Nella riproduzione
è presente in qualche modo nella programmazione e nel controllo, ma non nello
svolgimento, perché continua anche contro la volontà.
LAVORO SFRUTTATO: il lavoro riproduttivo può essere oggetto di sfruttamento come
qualsiasi lavoro. Ci parla in questo caso di lavoro alienato: ogni rapporto che tocca così
direttamente e intimamente il corpo è particolarmente carico e mette in causa la stessa
identità. Per quanto possa essere soddisfacente per chi la desidera, per la donna che
invece non la desidera è una vera e propria invasione. Ellen Willis parla della differenza tra
fare l’amore e essere violentata. Sfruttamento non solo nell’imposizione della gravidanza
ma anche in altre pratiche tra cui anche espropriare sul piano simbolico il riproduttore del
suo lavoro (dare solo all’uomo ruolo attivo), imporre la qualità del prodotto (razza, genere
ecc). Sfruttamento e occultamento dello stesso, serie di regole per domare le donne.
PRODURRE ALL’ESTERNO DEL CORPO: alcuni elementi della sequenza riproduttiva possono
essere prodotti all’esterno del corpo (fecondazione artificiale e in vitro, allattamento).
ALLATTAMENTO: diversi rapporti di riproduzione. tutte le donne devono allattare, Alcune
donne sono esonerate da questo tipo di lavoro e l’abitudine secolare al lavoro delle nutrici ci
permette di vederlo realmente come lavoro. Il latte è inoltre venduto, quindi produzione
organizzata razionalmente. Latte artificiale non richiede più funzione biologica femminile. Ci
parla della campagna per il ritorno all’allattamento materno nei paesi del terzo mondo in
cui il latte di donna viene considerato per la prima volta come una produzione, oggetto di
calcoli economici. Se le donne abbandonassero l’allattamento materno si dovrebbero
trovare dei sostituti, e il latte aumenta ogni giorno e l’importazione sarebbe troppo costosa.
Quindi ci si accorge che il latte fa parte della catena alimentare e che l’officina materna non
subisce aumenti di costi. Si deve tornare quindi all’allattamento materno, che non prevede
costi supplementari per nutrire la donna da latte. INDIA: si è pensato di promuovere la
mungitura meccanica delle donne e la commercializzazione del loro latte, in cambio di
alimenti e denaro, lavoro salariato.
L’UTERO: allo stesso modo nella funzione generativa i rapporti di produzione hanno diverse
forme. Tutte le donne fanno o dovrebbero fare figli, alcune sono esonerate e come per le
nutrici il lavoro di gestazione viene effettuato da altre donne. In caso di sterilità, adozioni,
ecc. Fa l’esempio di un passo della Genesi in cui la moglie di Abramo dice ad Abramo di
avere figli tramite la sua serva. Numerose società in cui questo avviene. Appropriazione
della persona produttrice. UTERI IN AFFITTO, GESTAZIONE PER ALTRI: vediamo come la
forza procreativa può essere oggetto di scambio. In cambio di una certa forma di denaro
le donne accettano di farsi fecondare artificialmente e produrre bambini per altri. Elimina la
relazione personale tra i partner e rende asettica la relazione di lavoro salariato. Ci
parla proprio di forza lavoro. La donna è libera proprietaria della propria persona, che è forza
lavoro. E’ una cessione temporanea della capacità riproduttiva. * Sistemi procreativi.
DISSOLUZIONE DEI LEGAMI DI APPROPRIAZIONE PRIVATA: parla di famiglie
monoparentali in cui le donne si assumono il carico della riproduzione, per scelta o no. Si
dissolve il legame di dipendenza insito nel matrimonio, c’è una trasformazione dei rapporti
di riproduzione. Vediamo che l’indebolimento di questa istituzione provoca un
deterioramento ulteriore della condizione delle donne che si fanno carico di tutto, dato
che gli uomini possono tirarsi indietro. Lavoro riproduttivo che è indispensabile per la
perpetuazione del gruppo umano ha peso solo sulle donne, né sugli uomini né sulla società.
Nuove forme di dominio maschile quindi. Parla però anche di APPROPRIAZIONE DI SE’
STESSE: in questo si situa anche la scelta di avere bambini da sole, che nonostante i
conflitti e i prezzi da pagare è una possibilità di libertà.

CAP. 3 - MANI, STRUMENTI, ARMI: Rottura con l’orizzonte teorico classico per quanto
riguarda la divisione del lavoro tra i sessi. Levi Strauss, Leroi Gourhan ecc. basano le loro
idee sul concetto di RECIPROCITA’ E COMPLEMENTARITA’ tra i generi nel lavoro, quindi
parlano di eguaglianza funzionale, di divisione equilibrata e naturale dei compiti. Si è parlato
e si parla di “limitazioni naturali” delle donne, gravidanze e cura dei bambini. Il Monopolio
degli strumenti-armi ha importanza decisiva nei rapporti tra uomini e donne, perché è
monopolio della forza. Le donne continuano a fornire lavoro, con massimo impegno di tempo
e energie, con mezzi di minor rendimento produttivo + lavoro domestico + riproduzione. Alle
donne è negato di estendersi al di là del proprio corpo, e vengono usate in quanto corpo. Si
limita il loro movimento (abbigliamento, clausura, educazione, menomazione - legatura dei
piedi, mutilazioni sessuali ecc).
MURDOCK E PROVOST, ANNI 70: studio su 185 società prende in considerazione 50 attività
tecnologiche; ci sono attività solo maschili, ma non esclusivamente femminili. Vediamo che i
lavori spiacevoli delle donne venivano fatti anche dagli schiavi (MAORI), mentre agli uomini
erano riservati i lavori più eccitanti. Il grado di partecipazione femminile deve tener conto
delle responsabilità di cura dei bambini. SWINGING ACTIVITIES sono attività che tendono a
diventare maschili positivizzandosi.

! Basandosi sullo studio di società di caccia e raccolta legge la divisione sessuale come
luogo in cui si basa la dipendenza delle donne dagli uomini per il sistematico
sotto equipaggiamento, gap tecnico delle donne, non per natura o biologia.
! il monopolio di certe attività chiave è fondamentale per assicurare agli uomini il
controllo degli strumenti di produzione + utilizzazione globale dell donne.
! lo scambio sessuo economico trova la sua piena attuazione attraverso la divisione
sessuale del lavoro.
! In agricoltura come in altri campi il lavoro femminile può svilupparsi e avere conoscenza
e creazione solo fino all’introduzione di mezzi meccanici più complessi il cui accesso è
impedito alle donne.
! divisione delle materie prime
! gli STRUMENTI MASCHILI sono sia strumenti che armi + sono sia per la fabbricazione di
altri strumenti che per la produzione. Sono il primo limite al lavoro femminile. Le donne
continuano a fornire lavoro a mano nuda, con il massimo impegno di tempo-energie,
continuando lavoro di produzione, per il lavoro domestico e di riproduzione. Non sono solo
limitate al loro corpo (senza possibilità di estenderlo), ma sono usate in quanto corpo.
Elementi che limitano il movimento e l’uso pieno del proprio corpo: dall’abbigliamento
all’educazione, alla clausura all’impedimento al viaggio, fino alle forme di menomazione.
DITA TAGLIATE: Dugum Dani, Nuova Guinea. Nei riti funebri si tagliano dita alle bambine
imparentate col morto; taglio fatto con criterio per permettere loro di essere comunque
produttive, tanto non usano utensili maschili complicati.
Tabet non si pone la domanda “CHI FA COSA?”, ma “CHI FA CON CHE COSA?” Pone
l’attenzione sugli strumenti, non sulle attività, chiedendosi che cosa usano gli uomini e che
cosa le donne. Le donne usano gli strumenti più semplici di ogni società e non hanno
accesso agli strumenti più potenti (armi). La caccia è considerata più prestigiosa nonostante
il lavoro delle raccoglitrici sia spesso più importante per la sopravvivenza del gruppo (es: ).
Perché? Perché le armi hanno un valore strategico, ovvero il controllo delle risorse e
delle persone. Con l’evoluzione tecnologica l’essere umano non è definito o limitato dal
corpo fisico, si parla quindi di un sesso che ha possibilità di estendersi con gli strumenti e
uno (donne) a cui è stato limitato l’equipaggiamento. Anche dove l’apporto produttivo delle
donne è il più considerevole le donne hanno a disposizione strumenti rudimentali e non
specializzati, operazioni a mano nuda ecc.
LA RACCOLTA: mano nuda, oggetti semplici (bastoni, taglio, contenitori). Formiche da miele
per indigeni australiani: bastone e vassoio usati per scavare la terra insieme alle mani.
Uomini hanno altro equipaggiamento: asce, coltelli, scudi, lance, boomerang. Livello
qualitativamente diverso dal bastone. !KUNG, Africa del Sud: alle donne è proibito toccare
archi e frecce perché mettono in pericolo il successo della caccia, nulla impedisce agli
uomini di raccogliere anche se è mansione tipicamente femminile. Donne raccolgono,
portano acqua e legna, costruiscono capanne. Uomini hanno maggior equipaggiamento e
conoscenza nelle materie prime. YAMANA, TERRA DEL FUOCO: donne raccolgono
molluschi, ricci, granchi e pesce. Agli uomini è riservata la grande caccia e la costruzione
delle canoe, che sono tenute e guidate da donne. Sostentamento dipende da donne, ma gli
uomini sono il gruppo dominante. Perché? Perché possiedono strumenti che controllano
materie e persone. Le donne hanno solo bastoni e sono investite da lavori continui, senza
riposo, compresa la cura dei figli. Gli uomini hanno diritto a ore di riposo. ATTIVITA’
MASCHILE presentata come cliché: stancante, fisico, coraggio, per giustificare il riposo che
alle donne con i loro lavori monotoni non è permesso.
LA CACCIA: sempre maschile; caccia a piccoli animali terrestri fa parte delle swing activities;
le donne cacciano in battute collettive (ESKIMO, NATIVI AMERICANI CHEYENNE ECC) le
donne corrono abbaiando, spingendo gli animali nelle direzioni giuste), a mani nude o con
strumenti rudimentali (frecce punta arrotondata per stordire gli uccelli): ripetono gli schemi
più arcaici di caccia limitata a animali immaturi, dormienti, lenti, malati. NATIVI NORD
AMERICA: alcune donne cacciatrici, presenze individuali e rare, hanno peso nella loro vita.
Hanno gli strumenti adatti, e si occupavano di caccia “proprio come gli uomini” solo prima
del matrimonio o negli intervalli tra un matrimonio e l’altro: la coppia uomo-donna non è
concepibile, la donna guerriera è socialmente un uomo e vive con altre donne.
LA PESCA: campo di rilievo particolare perché il processo dalla fabbricazione dello
strumento al suo uso sarebbe controllabile dalle donne dato che gli strumenti possono
essere prodotti con materiali di uso comune femminile. Si parla comunque di attività “quasi
maschile” perché ci sono due partizioni fondamentali ma di valore: quella tra uso o meno
delle armi e quella tra uso o meno delle imbarcazioni. Limiti dell’attività delle donne nella
pesca (strumenti di caccia e imbarcazioni complesse) fanno della pesca un’attività quasi
maschile. OCEANIA, ISOLE SALOMONE: l'imbarcazione è mezzo essenziale; l'uomo pesca in
mare aperto, la donna con la rete sulla scogliera. BUKA, PAPUA N.G.: le donne pescano
quotidianamente ma con mezzi incomparabilmente più poveri di quelli maschili; uomini
hanno rete, lenza e canna, aquiloni, trappole, veleno, lancia. Le donne a mano nuda, o con
cesto e retino o pesca a buffetto. SCAMBIO DI SESSO PER PROTEIN ANIMALI ha larga
diffusione tra le popolazioni di cacciatori raccoglitori; AMAZZONIA, MEHINAKI: pesce
riservato agli uomini, moneta di scambio per servizi sessuali.
L’AGRICOLTURA: in questo caso c’è agricoltura femminile e zappa e maschile e aratro.
Organizzazione del lavoro in cui le principali attività sono svolte da uomini e donne insieme.
Non c’è, abbiamo detto, un lavoro solo femminile se non quello riproduttivo e di cura dei figli.
In agricoltura come in altri campi il lavoro femminile può svilupparsi e avere conoscenza
e creazione solo fino all’introduzione di mezzi meccanici più complessi il cui accesso è
impedito alle donne. LAVORO MASCHILE: visto come azione eroica, potente, coraggiosa,
come gara. Contrapposizione e differenziazione di ruoli sessuali, lavoro e strumenti. La
maschilizzazione delle attività e degli strumenti. Aratro e il suo monopolio maschile marcano
il limite dell’equipaggiamento delle donne, del lavoro che possono svolgere, delle ricchezze
che possono accumulare.
ALTRE ATTIVITA’: preparazione del cibo, tessitura, ceramica, prevalentemente femminile.
Con l’introduzione di nuove tecniche, passa in mano maschile. Lavoro specializzato è per gli
uomini. CERAMICA: fatta a mano senza il tornio è femminile; con la ruota è maschile, il tornio
dà rendimento più alto e costante per questo non è in mano alle donne.
CAP.4 - LA GRANDE BEFFA: Torniamo al primo capitolo. Con lo scambio sessuo
economico ci troviamo di fronte a questa GRANDE BEFFA, basata sul più solido e duraturo
rapporto di classe, quello tra donne e uomini. Questo rapporto è basato sulla divisione
sessuale del lavoro, l’accesso differenziato alle risorse, il gap tecnico, le differenze salariali e
il lavoro domestico gratuito delle donne.
LE DONNE forniscono una quantità di lavoro sproporzionata; questo sovrappiù di lavoro
permette agli uomini di:
1. accumulare risorse, con conseguente concentrazione di ricchezze agli uomini che
dà loro il diritto al servizio sessuale delle donne
2. accesso a tempo libero, determinante per conoscenza e creazione
E’ questo lavoro delle donne che rende possibile lo scambio sessuo-economico, che è un
continuum cerniera del rapporto di classe. Sistema che unisce sfruttamento economico,
oppressione sessuale e limitazione della conoscenza. Il lavoro di produzione e riproduzione
delle donne scompare, diventando naturale, e dominazione e sfruttamento appaiono legati
alle condizioni naturali e biologiche.

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