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FEMMINISMO O MORTE, molte cose non mi convincono.

Critiche autrice:

1. Nella prefazione si esplica un problema fondamentale, una questione spinosa


dell'ecofemminismo, sollevata anche nel saggio di giulia marchese sulle red sanadoras e cioè
l'essenzialismo. Ergendosi a protettrici della natura, le donne rischiano di perpetuare ciò che le
aveva rese oppresse, cioè una naturalizzazione della cura nel loro essere. Eaubonne non si pone in
questa condizione essenzializzante, ( a detta dell'autrice, devo vagliarlo) poiché si basa sui numeri,
cioè x lei le donne rivestono una condiozione priviligiata per poter portare avanti un cambiamento
poicchè sono l'unica maggioranza trattata come una minoranza.
2. Rimanere ancora a un punto di vista bianco e occidentale, fa parte di una fam alto borghese, che
palle sei proprio noiosa, ignorando decostruzioni de-coloniali necessarie, comprensibile visti i suoi
tempi e i suoi circoli, spesso semplica anche se sembra ben cosciente il ruolo del primo mondo
neòòa sottomissione di cultura-altre.
Anche le curatrici dell'edizioni prendono le distanze da alcune cose e riconoscono la criticità del
testo.

Due temi principali testo:


1. Distruzione ambientale
2. Spopositata crescita demografica, anche lei auspica al ridimensionamento delle nascite. Non
optanto per controlli statali e dispotiche delle nascite, tipo politica dei figlia unici in cina ma
resstituendo alle donne la piena libertà di scelta, de-naturalizzando appunto il loro ruolod i madri.
Per lei questi due problemi hanno come matrice comune la società fallocentrica, che è dalla dalla
presa di consapevolezza da parte del genere maschile di essere insieme procreatore e agricoltore,
dopo diciamo così l'appropriazione della terra e del ventre femminile (?????? ma che caaazzz?
Molto riduttivo direi). Prima erano le donne ad avere il monopolio e la gestione dell'agricoltura e i
maschi credevano che fossero fecondate dagli dei ( non credo che queste cose siano vere e
comunque non è chiarito bene il passaggio, cioè quando precisamente e come gli uomini si rendono
conto di poter essere agricoltore e procreatori???)

Distinzione femminilità e femminitudine, 1 è attributo effettivo, 2 è costruito socialmente

Prefazione all'edizione francese


Anche nella prefazione le autrici chiariascono da quali premesse teoriche fde parte e le numerose
critiche che le si possono rivolgere.
Fde critica il socialismo, parte da anarchismo verde, ecologia sociale libertaria, promuove
decentralix energia, per poli-energia si ispira a vandana shiva. Anarchismo (?) utopia ecologia
politica. Auspica cogestione ehualitaria dei sessi e abolizione totale concezione di potere.
Femminismo francese di matrice materialista ha criticato l'ecofem per le sue derive essenzialiste,
acora oggi è il principale rimprovero che viene mosso dall'occidente → Punto sempre focale che
ritorna.
Questo testo è problematico perchè ignora il dato fondamentale della colonizzazione, non considera
forme di resistenza dei paesi colonizzati, i pasi non-occidentali sono pensati in funzione di oggetto,
definiti a monte da una differenza che genera alterità. Usa pure termini razzisti tipo bicot, usa tono
di commiserazione donne africane, se alcuni paesi colonizzati risultano stagnati come dice lei è
proprio per lo sfruttamento subito e quando lei scrivi diverse autrice queer e femministe decoloniali
avevano già posto l'accento su qst. Ha visione eurocentrica, scrive l'araba, l'africana
stereotipizzando, generalizza e omologa l'altro. La sua bianchezza consiste dunque nell'adottare
una strategia retorica che si appropria esclusivamente del. potere di definizione.
Quando lei scrive queste stronzate è il 74, cosa si stava scrivendo in qst periodo, è una questione
che le sue idee sono state superate o proprio che lei era così?? Era già operante angela davis, quindi
suppongo che sono proprio le sue idee e che è proprio creatina a sto punto.

La disgrazia di essere donna


La misoginia è sistemica, supera gli individui e si sottende alle loro strutture mentali. È fenomeno
comunitario, generale una relazione sistemica, è modo di rapportarsi.Si tende a trattare ic asi limite
come patologia, ma perchè la patologia dell'uomo sfocia nella misoginia? Forse perchè la società è
stata predisposta così, rendendo la misoginia lo sfogo più immediato e reperibile.Il delegare a pochi
pazzi la responsabilità di unj fenomeno come la misoginia è un ulteriore irresponsabilizzazione.
Infaaamiii

Lavoro e prostituzione
Il compiacimento necessario per la donna è anche alla base di dinamiche lavorative. Ha l'obbligo i
compiacere ma allo stesso tempo si deve sentire in colpa per averlo fatto. La seduzione è ciò che le
viene richiesto ma si deve sentire costantemente colpevole per aver sedotto.
Sulle questioni del lavoro è inetressante, parte da assunti diversi ma cmq in soldoni molto simili alla
federici, cioè dell'invisibilizzazione del lavoro riproduttivo, anche se lei non usa qst termine e sulla
domestificazione forzata della donna per far arricchire il capitale. L'autrice fa notare che se si
confronta la condizione della donna nel fine xx secolo rispetto all'inizio i progressi sembrano
enormi. I posti di lavoro sono più numerosi nessuna carriera liberale le è proibita di principio ma
praticamente sì. Alcuni lavori sono diventati appannaggio di sole donne, tipo la segreteria ma più si
sale nei vertici dirigenziale di qsueto sistema liberale di merda, la presente delle donna si risica
progressivamente. Anche lei come la federici nota che le ricvendicazioni operaie sono appannaggi
di soli uomini. Questione impo: ogni tentativo di ammortizzare il doppio carico che grava sulle
donne di lavoro e famiglia in realtà sono tentativi per rilegarla interamente alla sfera di famiglia e
lavoro domestico. Non ci sono reali preovvedimenti che affettivamente permettono alla donna di
potersi dedicare a entrambe (tralasciando il fatto che in tutto ciò gli uomini dpove stanno, cioè
anche qua si sta dando per scontato che è la donna che deve barcamenarsi in queste due condizioni),
detto ciò tutte le robe che si fanno, si fanno per costringere la donna a casa. Anzihè creare asili,
infrastrutture ecc si prolunga il congedo di maternità e così facendo l'unca cosa che si ottiene e che
nessuno assume le donne → questa parte ci sta, può essere inserita nel discorso fatto dalla federici.
Pag 152. Anche il part-time è in teoria un modo per didintensificare il lavoro ma in realtà fa solo in
modo che la donna sia allontanata dal lavoro “produttivo” qst termine invece fde lo usa.

Lo stress del ratto


Affronta il problema del sovraffollamento e della contraccezione. Esperimento del ratto che provava
come le condizioni di vita degli animali peggioravano quando si aggiungevano nuovi elementi e
come qst conduceva all'insorgere di comportamenti aggressivi. Da lì in poi va notare come, e qui
non c'è essenzializzazione, l'istinto materno sia una boiata e insime agli amuleti della fecondità sono
esistiti metodi di contraccezzione ovviamente non scinetifici, di amuleti, pietre piante che le donne
usavano quando non volevano figli, da pag. 199
Il sovraffollamento globale è stato sicuramente sostenuto dalla santificazione della funzione
materna obbligatpria. Le donne che evitano di fare figli quindi dimostrano una maggiore
responsabiltà in qst circostanza per il benessere ambientale e proprio pag. 199. I governi liberali
hannop insistito su come migliorare le condizioni di essere madri per allntanare l'aborto ignorando
il fatto che una donna può non voler essere madre per altri mille motivi, oltre che per la sostenibilità
dell'essere madre. La cattiva salute, condizioni economiche precarie, la mancanza di condizioni
materiali non sono le uniche ragioni per le quali una donna non vorrebbe avere figli. Da questa
prospettiva la donna è una bestie da allevamento, e la sua unico rivendicazione dovrebbe essere
quella di essere madre in condizioni dignitose. Come se l unica rivendicazione ammessa è quella di
avere una buona prole e delle buone condizioni per allevarla pag. 203 impo.

Per un manifesto femminista planetario


Approfondire la questione dei marxisti rispetto al femminismo: secondo l'autrice hanno interpretato
la subordinazione della donna a un aspetto dell'oppressione capitalista. Una parte quindi di un
problema più ampio. Le donne sono oppresse come tutti nella società capitalista. Per loro la lotta è
sempre contro il capitale.
Parte che può centrare con la disobbedienza epistemica: se la scienza non fosse come tutto in mano
agli uomini, probabilmente aborto e contraccezione non saperebbero stati così demonizzati, visto
che per la narrazione canonica ci sono miti della fertilità, maternità, riti propriziatori per essa, anche
come narrazione proprio folkloristica-antropologica, ignorando che da sempre sono esistite pratiche
per scongiurare una gravidanza (ovviamente simil rimedi nonna ecc..) pag.236.
Per i socialisti il capitale è il nemico numero uno, lei lo definisce il vecchio schema degli antichi
rivoluzionari , l'oppressione della donna è un'oppressione tra le tante in un regime oppressivo. Da lì
l'autrice cita e approfondisce la condizione delle donne in paesi comunisti e maoisti, ma è proprio
qui che scede nella “bianchitudine”. Pag.347, i marxisti hanno visto solo una parte della lotta di
classe, quella della lavoratrice non della casalinga, hanno esaminato solo ques'aspetto. Pag 348.

Lavoro domestico, piattaforma invisibile di produzione


Riprende il lavoro di Christine Dupont, che definisce i due ambiti di lavoro che costituiscono la
base della società sostegno invisibile ma fondamentale: l'attività di riproduzione ( procreazione
allevamento) lavoro domestico (funzionale per l'uomo=forza lavoro, praparare pasti, riparazione
indumenti, creazione ambiente confort, igiene..) . Se questi servizi fossero forniti esternamente
sarebbero troppo dispensiosi, quindi la naturalizzazione della domestificazione della donna, la
creazione del costrutto famiglia/coppia che si esplica con la forma sociale del matrimonio, permette
all'uomo “la possibilità di vendere la sua forza lavoro in condizioni infinitamente più redditizie
facendo sì che possa permettersi una donna delle pulie ecc..e tutte le cose che fa la donna, cit da
completare vd a pag. 334”. A ciò si aggiunge la creazione di ulteriore forza lavoro, cioè
procreazione, parto e gestazione. E in più ancora bisogna considerare che al lavoro riproduttivo si
aggiunge il lavoro poi produttivo della donna, cioè quando lei stessa lavora. Bisogna notare che per
tutti questi servizi la donna non guadagna. Può essere sostenuta economicamente dal marito, ma
appunto sostenuta/mantenuta, non c'è la creazione di plusvalore, guadagno. In cambio della
procreazione, del lavoro riproduttivo e domestico, la donna è lei stessa nutrita alloggiata, vestita-
Non c'è vantaggio materiale. Se compie un lavoro maggiore, se cura 3 figli e non uno, se cura una
casa di 10 stanze e non di 2 non le cambia nulla. La sua non-retribuzione, sarà l'essere mantenuta.
Anzi in qst solo caso, l'aumento del lavoro comporta perdita di vantaggi, perchè lavorerà di più ma
non guadagnerà di più. Pag 335 impo questo da integrare con federici. Oltre a questo l'autrice
aggiunge un'altra componente, che non so se silvia federici approfondiscxe, per tanto potrebbe
essere integrativa. La repressione del suo eros e della sessualità: a seconda delle culture, vergine
fino al matrimonio, fedeltà, accettazione corna, maternità obbligatoria, castità fuori dal matrimonio,
no adulterio.

ECOFEM
Shulamith Firestone aveva accennato alla compinenete ecologica del femminismo nella sua opera la
dialettica dei sessi, ma qst idea è rimasta e,mbrionale fino al 73- Poi è stata ripresa dalle militanti
del front feministe, poi c'è stata un scissione ed è nato l ecologie-feminisme centre che ha dato vista
all'ecofem (?), che ha l'obiettivo di fondare un nuovo umanesimo al seguito della fine della società
maschile che non può avvenire senza la risoluzione del problema ecolgoico. La sovrappopolazione
è da ricondursi alla società maschile, prima che capitalista o socialista. E ciò è esito di due scoperte
da parte dell'uomo che gli hanno permesso di prendere potere, pag. 375 e cioè la èpossibilità di
coltivare la terra e l'atto riuproduttivo (quando si rendono conto che non inseminano gli dei ma
loro ?!?!?!?! ma che caaazzz) . Fino a qst momento le donne hanno avuto il monopolio
dell'agricoltura e il maschio credeva fossero fecondate dagli dei, poi ha scoperto di essere
agricoltore e procreatore. Si appropria quindi ddella fertilità della donna come della terra e ciò ha
portato a sovrappopolazione, distruzione ambiente, esaurimento risorswe. D'accrodo su alcune sue
cose, molto simili a federici, fa precisazione interessante, cioè alle istanze materialiste aggiunge il
dato della repressione sessuale, ma per il resto mi sembrano teorie che non approfondisce bene.
Pone poi l'attenzione sul fatto che come potere i singoli hanno piccole azioni individuali, per il resto
è un problema sistemico pag.386, alla base del problema ecologico ci sono certe strutture di potere
pag 395, qst problemi. Per lei la fallocrazia nasce nel momento in cui l'uomo si appropria dell'arte
dell'agricoltura e finsce l'amazzonato. S e qst non fosse avvenuto secondo lei, cmq ci sarebbe stato
sessismo ma non si sarebbe arrivati a distruzione ecologica pag 398.
Prima del capitalismo il potere femmnile si basava sul possesso dell'agricoltura, agli uomini toccava
la pastorizia, la caccia alle donne agricoltura. Da qua poi l'autrice dice che se questo passaggio non
si fosse verificato e quindi di conseguenza non fosse nata la fallocrazia, il primo intento delle donne
sarebbe stato quello di distanziare la nascite, testimone la lunga tradizione di contraccezione fai da
te ( mi sembra un discorso essenzialista e molto riduttivo, prende in considerazione un binarismo
molto stridente e spesso fa assunti infondati e non approfonditi, che senso ha dire :”se le donne
avessero preso il potere certe cose non si sarebbero verificate...che intende per donna? Per quale
principio primo e ontologico qst cose non si sarebbero verificate inquanto a farle erano le donne??)
cioè lei specifica che l'istinto materno non è insito nelle donne e lo dimostra la contraccezione fai da
te alle quali le narrazioni egemoniche non fanno riferimento, quindi qui non essenzializza e fin qui
ci siamo ma poi essenzializza subito dopo quando parte da questa “essenza donna” e ne fa derivaree
cose. Non specifica come avviene questo passaggio dell'attività agricola

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