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29/01
Giuliano Briganti (1918 1992), scrive libri importanti sul Manierismo, un libro su
Pietro da Cortona. Scrisse “i pittori dell’immaginario”, sui pittori tra 7 e 800, che
dipingono le nostre inquietudini, ansie. Pittori svizzeri, tedeschi, danesi, ma il luogo
di incubazione di quest’arte è sempre Roma. Lettera 1944, da Longhi a Briganti.
Storia della “tutela”, due documenti importanti: 1515 Leone X nomina Raffaello
prefetto delle antichità di Roma
1519 Lettera di Raffaello e Baldassarre Castiglione a Leone X
Momento in cui il Papa e Raffaello capiscono che bisogna avere uno sguardo storico e
di tutela nei confronti delle testimonianze del passato.
01/02
Annibale Carracci
Due fratelli, Annibale e Agostino, e un cugino che si chiama Lovico, che iniziano a
dipingere a Bologna intorno al 1580. Importante la data perché a partire dagli anni
90 queste sperimentazioni naturaliste le farà Caravaggio.
1595 Annibale lascia Bologna per Roma.
Raffaello e Michelangelo furono alle origini del Manierismo. E gli artisti che vennero
dopo, sono artisti che guardano a Michelangelo e Raffaello come modelli assoluti per
la composizione Delle scene. Quindi creano una pittura e una scultura, guardando
anche al passato.
La maggior parte dei pittori che lavoravano a Bologna erano dei Manieristi.
Uno studioso inglese, Shearoman, definisce il Manierismo uno “stilish style”, stile
che si spiega soprattutto attraverso altre immagini.
Idea di deformazione della realtà, immagine rarefatta, è elemento del Manierismo.
Movimento che attraversa tutto il 500. Viene trovato anche il Laoconte: importante
perche mostra un dramma, una passione, un eroismo che a partire da Michelangelo
affascina molto il 500. Negli anni 70 a Bologna, tanto Ludovico quanto Annibale
esprimono sofferenza verso questi modelli. La cosa che li contraddistingue è l'idea di
ritorno alla natura.
Quadro misterioso per una ragione: non sappiamo per chi sia stato dipinto. Non è un
quadretto di sfizio, è enorme, per un salone importante, con un soggetto che fino a
quelle date era praticamente sconosciuto alla pittura italiana. C'era qualche
precedente nel nord, come Aersten, macelleria, 1551. Ma la pittura era profana,
fatta di vita quotidiana.
Diversamente da Annibale, qui
è pieno di carne (alimento per
ricchi) volta a mostrare la
ricchezza del cibo. Il quadre di
Annibale mostra una scena. Si
è interrogato su chi potesse
aver commissionato l'opera
Zappei, uno studioso . Si
accorge che questo Questo
rappresenta proprio una
macelleria bolognese di quegli
anni. Va a guardare la
legislazione di quegli anni e
scopre che c'erano delle leggi
che imponevano il prezzo delle
carni. C'è infatti una “lista dei
prezzi” nel dipinto.
C'è poi un elemento di ironia: il signore sulla sinistra è una guardia che compra carne
(colori rosso e giallo, guardia Svizzera). Zapperi: nel 500 il macellaio non era un
lavoro che dettava un pò di vergogna. I Carracci erano nipoti di un macellaio. Anche
nella pittura olandese, in questo tipo di scene, c'è un intento satirico, con una presa
in giro. Viceversa, la figura al centro del macellaio ha una grande fierezza, così come
gli altri partecipanti. La pittura è molto libera, rapidità di esecuzione lontana da
quella pittura più compatta e smaltata di Raffaello.
Disegni che ispirano grande naturalezza. Disegni non sono solo preparatori,
comincia ad esserci un gusto per il disegno, visto non più solo come preparazione
all'opera vera e propria.
Assoluto dominio di parti non messe a fuoco (camicia) con biacca E matita. Altre
parti come gli occhi, forti dettagli, anche le ciglia. Perfetto dominio anche della
tridimensionalità.
Nobiltà che riesce a conferire ai personaggi, nonostante non siano grandi eroi.
A partire dagli anni 80, fa sempre più i conti con la pittura precedente. Insofferenza
verso Raffaello e Michelangelo, ma da subito c'è il recupero di CorreggIo e dall'altra
Tiziano e Veronese.
Correggio dipinge la cupola del duomo di Parma e la cupola di S.Giovanni
Evangelista.
Se i primi anni fa tabula rasa dei modelli, Annibale ripensa sempre più alla storia.
-Carracci, Cristo in pietà con i santi Chiara, Francesco E Maria
Maddalena, 1585, Parma, in omaggio a Correggio
È nel corso del 600 che in alcune corti italiane, sulla scorta di Vasari, ci sono dei
quadri dipinti per le chiese che dopo essere giudicati capolavori, vengono portati
nelle gallerie, vengono museizzati. I primi luoghi dove accade sono Roma e Firenze.
-Confronto Veronese/Carracci:
-San Francesco di Veronese è come un gentiluomo, nei modi, come si alza verso
l'alto.
In Carracci è smagrito. Francescani hanno come mantra la povertà.
Dialogo fra due opere, e sicura fascinazione da parte di Annibale per Veronese, uno
dei pittori più eleganti del 500. Annibale lo interpreta e lo traduce con un linguaggio
diverso. Quadri simili ma bisogna vedere i punti di contatto e di divergenza.
05/02
Negli anni 80 a Bologna abbiamo visto gli inizi rivoluzionari sia dal punto di vista dei
soggetti (macelleria) e sia dal punto di vista di una pittura molto libera di Carracci.
Primi anni della loro comune attività (cugino Ludovico e fratello Agostino),
soprattutto nei cicli di affreschi. Hanno però delle attività che perseguono
indipendentemente. Se in Annibale abbiamo la pennellata quasi violenta, vediamo
Ludovico. Dipinto affidato anche ad una gabbia prospettica in un momento in cui
ancora si crede nella prospettiva. Sia l’angelo che la vergine sono connotati da un
disegno molto preciso e nitido, con contorni chiusi. In questo è diverso da Annibale.
Dove risiede qui il distacco dalla cultura manierista e adesione a un nuovo modo di
Ludovico anticiperà un modo di dipingere che saranno quelli che definiamo barocchi,
che metterà in campo Rubens. Questo quadro raffigura la caduta di San Paolo che
viene colpito dal fulmine e cadendo ha una visione che ne determina la conversione.
Questo episodio, molto trattato anche nel 500, anche da Parmigianino.
Nel suo dipinto è tutto più composto.
Ludovico sceglie un punto di vista particolare: san Paolo sta rotolando verso noi.
Come se si cogliesse un pezzo di verità. Questo effetto è dovuto intanto alle pose
naturalistiche dei personaggi, a differenza del Parmigianino. Altra cosa, una parte
importante la gioca la luce. Il quadro di Ludovico è fatto di accensioni e di bagliori, e
di ombre. In alto lo squarcio, nuvole nere e gonfie di pioggia, e poi la luce colpisce le
cose che ci vuole far vedere: le gambe di Paolo, la mano in controluce. Impiego
drammatico di luci e ombre, per creare teatralità e verosomiglianza. Scuola dei
Carracci, alcuni si formano con Ludovico altri con Annibale. Guercino, artista di
Cento, allievo di Ludovico.
I due cugini e il fratello Agostino lavorano insieme ma sono personalità molto
differenti. In comune hanno l’idea di ripensare la tradizione artistica rendendola vera
in un confronto continuo con il naturale.
Momento in cui lavorano insieme, due cicli di fregi, uno a Palazzo Fava e uno in
Palazzo Magnani, dove dipingono storie di Romolo e Remo: Annibale, la lupa allatta
Romolo e Remo nella campagna del Lazio.
A lungo conosciuto quasi come le stanze di Raffaello, questo ciclo sarà molto
travagliato nell’esecuzione, forse perchè Annibale lo esegue nel momento in cui
Caravaggio fa cose molte diverse.
Qui invece alterna tondi, figure di marmo, come nella Cappella Sistina.
-Polifemo e Galatea.
Anche le figure scolpite sembrano persone vere, gioca su questa cosa che anche le
persone dipinte a finto marmo hanno la gestualità di figure vere.
Confronto con gli Ignudi della Sistina è fortissimo, Michelangelo.
Nonostante il ritorno alla tradizione, non si è comunque appiattito. Osservazione dal
naturale sempre più affettuosa di quella violenta di Caravaggio.
09/02
Michelangelo Merisi, Caravaggio
Nasce nel 1571 a Milano. Nel 1584, 13 anni, attestato in bottega dal Peterzano. Nel
1892 si trasferisce a Roma, mentre nel 93 entra nella bottega del Cavalier d’Arpino,
rappresentante della Maniera. Qui dipingerebbe fiori e frutti. Decisivo il 95, entra a
far parte della famiglia della corte del cardinal del Monte, fiorentino presso il quale
vivrà fino al 99.
Cosa ha colpito Caravaggio in Peterzano? Un trattamento cristallino della materia,
corpi che si definiscono quasi come statue; riscontriamo una cosa un pò
contradditoria rispetto alla sua dichiarazione di essere seguace di Tiziano, cioè usa
figure più plastiche, un ritaglio della figura rispetto al fondo.
Caravaggio di fatto non ha nel corso del 1600 una fama paragonabile a Domenichino,
Annibale, Guido Reni o il Guercino. Nell’800, la pittura di C. piace, ma nessuno lo
studia. La nascita della comprensione di Caravaggio avviene nel primo decennio del
900. I primi studio di Longhi sono su Caravaggio. Adolfo Venturi prima cattedra a
fine 800 a Roma di storia dell’arte. Venturi fonda la disciplina, scrive la prima storia
dell’arte italiana. Il figlio di Venturi, Lionello, fa anche lui lo storico e anche lui si
butta su Caravaggio, come Longhi.
Caravaggio lo conosciamo dai primi anni 90.
-Ragazzo morso dal ramarro, 1594 95 circa. Firenze, fondazione Longhi;
Londra, National gallery.
Soggetti di genere, fanciullo morso dal ramarro.
Idea di mettere davanti quello che vede: i fiori, gli spartiti, gli strumenti.
MANCANZA DI SFONDO e ambientazione! In questo dipinto ma quasi sempre.
Non c’è il forte chiaroscuro che ci sarà più avanti, ma qui gioca molto con le luci.
Musica importante, l’opera dello spartito esiste. Il fatto che non guardava Raffaello e
l’antico è quasi più dichiarato, dissimulava e voleva mostrare altro.
-Il fruttarolo, 1593.94. Roma Galleria Borghese.
Fra le poche testimonianze di Caravaggio, dice “ci voleva la stessa abilità sia a
dipingere una figura che dei fiori”.
-Medusa, 1598. Dettaglio, colpi di luce su lingua, denti, occhi. In questa stagione
sperimentale si colloca anche questo quadro, degli anni 90, si trova alla Galleria
Doria Pamphilj, “riposo durante la fuga in Egitto”, uno die quadri er cui Bellori
spende belle parole, per l’angelo di spalle soprattutto.
Quadro che vale la pena vedere non solo per i dettagli, anche della natura morta,
come viene descritta puntualmente. Questo
quadro è L’UNICO con un paesaggio.
Qui affascinava l’angelo perchè è più aggraziata, meno scontrosa e aggressiva di altre
figure di Caravaggio, seppur con queste ali naturalistiche.
Altro quadro di questo momento, è La maddalena, magnifico taglio di luce che
riserva solo una piccola porzione illuminata. In basso a sinistra i profumi e i gioielli.
Anche qui Longhi ne da una lettura evocativa, il tema della MAddalena che nel 500
con Tiziano era stato il pretesto per vedere queste figure meravigliose, qui invece
torniamo in una dimensione reale. Restituisce molto bene come Caravaggio volesse
ridare credibilità a questi temi.
Non è chiaro l’impegno di caravaggio. però voleva rifondare la pittura sacra, è chiaro
che l’accento espressivo e il registro sentimentale è diverso rispetto ai quadri
precedenti.
PS: di tutte queste opere non abbiamo una data precisa, oscillano tutte tra i primi 5
anni del 90 fino al 97.
Karl van Mander, Schilderboek, 1604:
-Martirio di San
Matteo. Quadro che
risente ancora delle
difficoltà compositive
della Maniera. Longhi
dice “quello che era
un martirio viene
trasformato da un
fatto di cronaca nera
in una sagrestia di
Roma”. Il quadro è
uno dei più complessi
per la composizione.
Alcune figure possono
riserbare memorie
della scultura classica.
Rispetto ai quadri
della prima fase, qui è
cambiato tutto. Come
dice Bellori, “ingagliardisce gli scuri”. Prima colori chiari e sicuramente
dell’attenzione al dibattito della luce, ma dove tutto era ancora visibile.
Idea dell’ombra che si mangia intere porzioni della scena, ciò conferisce ulteriore
drammaticità ad una scena di questo tipo.
«Qui avvenne cosa, che pose in grandissimo disturbo, e quasi fece disperare
Caravaggio in riguardo della riputazione; poiché avendo egli terminato il quadro
di mezzo di San Matteo e postolo sul'altare, fu tolto via dai Preti, con dire che quella
figura non aveva decoro, né aspetto di santo, stando a sedere con le gambe
incavalcate, e co' piedi rozzamente esposti al popolo. Si disperava il Caravaggio per
tale affronto, quando il Marchese Vincenzo Giustiniani si mosse a favorirlo, e
liberollo da questa pena; poiché interpostosi con quei Sacerdoti, si prese per sé il
quadro, e glie ne fece fare un altro diverso, che è quello che si vede ora
sull'altare».[Bellori 1672]