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r

BERNINI

OMMARIO

Oreste Ferrari L'ANTICO E IL MODERNO 5


TRA PAPI, PRINCIPI E RE 13

O Il mestiere dell'arte 34

IL "BEL COMPOSTO" 39

O Intorno a Bernini 44

QUADRO CRONOLOGICO 48
BIBLIOGRAFIA 50

In copertina:
Gian lorenzo Bernini,
\feritrì
(1647-J 652);
Roma
galleria Borghese.

Nella pagina a fianco:


Autoritmtto
( 1620 circa);
Roma,
galleria Borghese.
Qui accanto:
Gianloren:w Bernini
e aiuti,
i;.?rrir:o IV rt Canossa,
particolare
del sepolcro
della Contessa Matilde
(1633-1637);
Roma,
San Pieu-o.
4
L'antico
e il moderno

IGUO DI PIETRO, SCUlTORE


1584, era attivo a Napoli, Gianlon:nzo Be.-ni­
ni nacque in questa cilt<Ì il 7 dicembre l !->ç)H. Fin dall'infanzia
egli ebbe dunque quotidiana dimestichea<l co11 la pratica della
scultura, assisLendo alla lenta evoluzione del padre dai modi
ancora ispirati alla t ra d i z i on e rinascimentale toscana a inven­
zioni che, quasi già scavalcando il generico Formulario manieri­
sta eli quel momemo, approdavano alla p <U e t i ca serietà della
''riforma cattolica": una evoluzione che dalle statue di San Lo­
renzo c di Srmlo Slt?(ano nel duomo di Amalfi (1602) e a quelle

di alu-i santi nella c a ppe lla Ruifo della chiesa dei Ge rola m ini a
Napoli (1603-1606) sapeva svolgersi sino alla grandiosa Madon­
na con il Bambino e san Giovannino nella Certosa eli San Martino,

pure a Napoli .
Non è p ensabile che Gianlorenzo fanciullo sia stato alu·o
che un testimone de] lavoro del padt·e: e però un testimone at­
tento, che già si sentiva suscitare la vocazione arListica e si ren­
deva consapevole della inLrinseca na w r a del "mestiere".
La sua formazione si compirà piuttosto. e sempre nell'am­
bito pat e rno, a Roma, ove la famiglia s'era trasferita nel l ()05-
1606, qum.1do Pietro svilupperà i suoi intendimenti di rappre­
s e nt azione m onu mental e ne] rilievo con l'Assunla nel
battistero di Santa Maria Maggiore e nella faticata elaborazione
dell'alt.-o rilievo con l' Jncoronaz:ione di Clernente V/l sulla tomba
Nella pagina a fianco: Qui sopra: del pontefice nella cappella Paolina della stessa basilica di San­
Pietro Bernini, Flaminio Ponzio, ta Maria Maggiore ( 1611).
Assnnla cappella Paolina
( 1606- I 611 ) ; ( 1605-1616); Il cm.1tiere della cappella Paolina- ordinata dal papa Pao­
Roma, Roma, lo V Borghese per ospilarvi anche il prop•·io se p olc ro - offriva
Santa ìviaria Sant.a Maria l ese mpi o di un ampio concorso di scullori, pittori
' e decoratori
Maggiore, Magbriure.
che l'a1·chitetto Flaminio Ponzio coordinava in una coerente
battistero.
Fu ordinata daJ papa
coralità, pur nel divario tra le singole personalità.
L'opera è intesa come Paolo V Borghese Proprio questa coralità e la sapienza della regia del Pon­
una traduzione per ospitarvi zio dovettero maggiormente interessare Gianlorenzo e anche
in scultura il proprio sepolcro
indurlo a discernere, almeno tra gli sculLOri, quelli che erano
dei modelli pittorici e quello del papa
contemporanei. Clemente Vlll . portatori di caratteti più moderni (Nicolas Cordier, Cristoforo
Sta ti , Stefano Maderno, Camillo Mariani c Francesco Mochi)

5
Pietro Bernini,
Incomnazione
di Clem.erMe VII
(1611);
Roma,
Santa Maria
Maggiore,
cappella Paolina.

Tra i vari scultori


che lavorarono
alla decorazione
della cappella
vi fu Pietro Bernini,
pad re di Gianlorenzo.
La prima versione
eli questo rilievo
fu rifiutata
e lo scultore dovette
rifare la scultura.

da CJ U ell i che invece s'attardavano sulla consuetudine della


"maniera" (il Valsoldo, Ambrogio Buonvicino, Si Ila da Viggiù).
Il rapporto tra Gian lorenzo e il padre si trasformava intan­
to da un di.scepolato a una fattiva collaborazione. Se anche non
convincono le ip o tes i che voncbbero ]'intervento del tiglio nel
completamento della già ricordata Madonna con il Bambino P
san Giovannino deUa Certosa di San Martino a Napoli e tanto

meno nella esecuzione del busto di Antonio Coppola in San Gio­


vanni dei Fiorentini a Roma, pagato a Pietro nel 1612, più pro­
babilmente sono di Gianlorenzo i cesti di fiori e frutta nei due
"termini" raffiguranti Priapo e F'lom che Pietro aveva scolpito

6
Pietro e Gianlorenzo per la villa Borghese a Roma (1615-1616) e che sono ora nel
Bernini Metropolitan Museum di New York, e le analoghe "natm·e mor­
Fauno che scherza
con amorm·t.
te" nelle statue delle Quattro stagioni dell a villa ,<\Jdobrandini a
(1614 circa); Frascati. Quel che vi si coglie è specialmente una turgid ezz a
Ne,vYork, p l astica e una evi denz a naturalistica nella quale a ragio ne è sta­
I'Vlerropoli tan
ta riconosciuta l'attenzione per m ode lli caravaggeschi q u ale il
Museum.
Giovane con un cesto di frutta già allora po ss e d uto dal cardinale
L'opera Scipi on e Borghese: anche il s uggerime n to all'osservazione di
è di collaborazione esem pi p ittori ci veniva da Pietro, che se mbra sia stato ;mche
tra Pietro e il figlio
pitLOre e amico del Cavali er d'Arpino, e che giusto nel rilievo
Gianlorenzo;
interpreta in maniera dell'Assunta a Santa Maria Maggiore s'era is pi 1· a to a di pinti del
moderna modelli Siciolame da Sermoneta e di Giovan Battista Ricci.
ellenistici. Ancora n e ll a decorazione della c a p pe ll a Barberini a
Sant'Andrea della Valle (per la CJUale Pietro aveva r e alizz a to
una delle sue cose migliori, la statua di San Giovanni Battista,
1616 circa) padre e figlio lavorarono congiuntamente, e così
pure nel bellissimo gruppo raflìgurante un Fauno che sclurrza
con amorini, del Metropolitan Muscurn di New York. In questo

gn1ppo già s'avverte la prevalenza qualitativa d1 G ianlorenz o


per una elegante e fluida naturalezza che riecheggia modelli
del tardo ellenismo, anche nella interpretazione ironica del te­
ma m i tol ogi co , e così ravviva l 'i m pi a n to formale a suo modo
manieristico.
Vi vediamo dunCJue un acce s s o al re t aggio dell'antichità

ben più maturo di quello manifestato nel gruppo rappresen­


tante Giove bambino nttt·rito dalla ca:jJ'ra Amaltea (Roma, Galleria
B o rgh ese ) , che Gianlorenzo eseguì tutto di sua mano, forse già
ne l 1609 e comunque p ri m a del 1615.
Un ellenismo rivi sitato , senza soggezione alcuna alla cul­
tura "antiquat·ia'', neppu1·e quando egli si applicherà - come
quasi tutti i maggiori scultori del momento - al ·'restatu·o" di
statue antiche. Nel 1620 g1i sarà affidato un Errn.afrocl'ilo (che
dalla c ollezione B01·ghcse p a sserà poi al museo del Louvre, a
Pa1·igi) e la sua aggi un t a d'un materassino rnarmoreo inserirà
un accento di illusionistico verismo. Più tardi, nel 1627, egli in­
terverrà sul grande Ares della co llezi o n e Ludovisi, che pratica­
mente abbi sognava soltanto di minute riparazioni: Gian lore nz o
rifece un braccio, un piede e puttino che sta tra le
la testa del
g ambe della di vini tà , e però curò di
tenere visivamente ben di­
stinte queste parti, non solo per il carat tere stilistico, bensì pu­
re per il trattamento del marmo, non condotto allo s te ss o gra­
do di finitura della statua antica. Questo suo lavoro fu portato
da Orfeo Bosel1i, scultore e autore del trattato Osservazioni della
scultura antica, come uno degli esem pi più probanti di restauro
della statuaria classica del quale egli , con singolare anticipazio­
ne dei criteri moderni, già prop u gnava il rigo re fi lologi co e il
rispetto dei testi 01iginali.
A questo rispe tto Gianlorenzo era pervenuto non per via
teorica o erudita , ma per sensibile capa c i tà di lettura eli q uei Le­
sti, cap aci tà di i spirarsi a e ssi con originalità piena di inte n di­
mento c re at ivo : e invero motivi classici chiaramente traspai on o
nel San Lorenzo sulla graticola (Firenze, palazzo Piui) e nel San
Sebastiano (già Barberini, e ora a Lugano, collezione Thyssen­
Bornemisza), che si datano a poco dopo il Hi15 e partecipano
quindi de llo stesso momento psicologico che dette vita alle pa r­
ti proprie del Fauno de l Metropolitan Museum.
Un momento psicologico, peraltro, che si alimen tava an-
7
Qui accanto:
A res Ludovisi;
Roma
Museo nazionale
rmnanu.

La statua antica
ru "restaurata"
da Bernini nell627
c anche in questa

occasione
egli inserì elementi
di personale
interpretazione
dell'ellenismo,
specialmente
nella testa del putto.
Bernini rifece
della statua
un braccio, un piede
e la testa del putto

e si cw·ò di rendere

•;conoscibili queste
parti, non solo
stilisticamente,
ma anche attraverso
il trattamento
del marmo
non condotto
allo stesso grado
di Fnùtura
della statua antica.
Questo suo lavoro
fu indicato da Orfeo
Boselli, sclùt01·e
e autore di un trattato

intitolato Osservazio11i
della scolfura antica,
come uno degli
esempi più probanti
di restauro
della statuaria antica.

Nella pagin a a fianco:


Giove n ut1·ito
dalla capra Amaltea
(1609-1615 circa);
Roma,
galleria Borghese.

È la prima opera
tutta di mano
di Giarùorenzo
Bernini: quasi
una contraffazione
di un reperto
archeologico.

o
che di più moderna cultura: Pietro da Cortona noterà richiami
all e Pietà di Michelangelonel l a posiLUra del San Sebastiano. Ma
fu ancora la pittura. contemporanea a costituire un fas cinoso
punto di r fe rimen to Lo ricorderà più volte lo stesso Bernini
i .

(e lo rip o r tano concordemente le prime biografie, quella del


figlio Domenico e quella di Filippo Bal dinucci e il t-esoconto
,

del viaggio in Fra ncia di


, Paul Fréart de Chantelou): riferendo­
si certo alle proprie esperienze giovanil i egli indicherà quali
,

pittor-i prediletti i gran di maestri del Rinascimento - quasi per


un omaggio rituale - e poi A n n i ba le Carracci e Gui do Reni.
L'interesse per la pittura sarà un'attitudine costan te : a Parigi
n on nasconderà una certa freddezza nei confronti dei pittori
francesi, ma esalterà le do ti di << g ran de favoleggiatore>> di Nico­
las Poussin e, portato a visitare la serie de i Sacramenti che Pous-
a
sin stesso aveva d ip in t o per Chautelou, confe sserà al suo ospite:
«Voi m'avete da to oggi un grandissimo disgusto, mo stra n d o m i
la virtù d'un uomo che mi fa c onosce t e che non so niente>>.
·

Esiti ovviamente diretti di tale interesse si vedranno nella


esigua e però non marginale, produzione p it to ric a di Gianl o ­
,

renzo: a parti r e dall'Autoritratto d ell a galleria Borghese a Roma,


proprio all'inizio degli ann i Venti, per d urare poi in speci e nel
David con la testa di Golia del l a collezione Incisa del l a Rocchetta
Chigi a Roma e nel Sant'And·rea e san Tommaso, a mezze figure,
già Barberini e ora nella National Gal ler y di Londra, documen­
tato all627.
Ma anche i busti marmorei di Giovanni Battista Santoni (o
Santori) a Santa Prassede e di Giovanni Vigevano a Santa Maria
sopra Minerva, non molto posteriori al gruppo della Capm
Amaltea, hanno una delicatezza chiaroscurata di piani che si ac­
comuna ai Iitratti giovanili di Annibale Carracci.
La fisionomia che emerge dalle opere fin qui menzionate
è quella d'un giovane studiosamente inte n t o a orientarsi tra
l antico e il nuovo "classicismo", anche al di là del campo speci­
'

fico della già ben padroneggiata pratica della scultura; precoce


(ma anche questa dote tanto d ecantata dalle fonti letterarie si
riconduce a più realistica misura) e mosso da intendimenti
tutt'altro che rivoluzionari, neanch e incUne a in edite elabora­
zioni tema tic he oppure a "concetti" nuovi com e quelli che ave­
vano fatto irruzione nella p it tura sul ve rsante caravaggesco so­
,

pra ttu tto.


N ella pagina a fianco,
in alto:
San Lorenzo
sulla graticola
(H:ìl5-1616 circa);
Firenze,
palazzo Pitti.

Eseguita per Leone


Strozzi, l'opera
è indicativa
del riferimento
ai mo tivi classici
in questo pe riodo
dell'attività
di Bernini.

Nella pagina a fianco,


in basso da sinistra:
Francesco Mochi,
Vergine ann:unziata e
Angelo annunr:iante
( 1605-1608);
OrvieLo,
museo dell'Opera

del duomo.

Fin. dagli inizi


del Seicento, Mochi
propose l ' espa ns ione
della fi gura scolpita
nello spazio :
un movimento

incalzante
che si dispiegherà
sp eci alm ente
nei monwnenti
equestri de i farnese
a Piacenza. Ma questa
sua straordinaria La sua stessa originalità formale era pu1·e meno innovativa
anticipazione resterà
rispetto a quella di cui altri seppero allora dare prova, special­
per il momento
incompresa a Roma. mente Francesco Mochi già con l'Angelo annunciante e la Vergi­
ne annunziata del duomo eli Orvieto (rispeltivamente del1605
In qu esta pagina: e del 1608), poi con il San MaUeo all'esterno dell'abside della
Autoritratto cappella Paolina a Santa Maria Maggiore (1608) e con la Santa
(1622 circa);
Roma, MaTta della cappella Barberini a Sant'Andrea della Valle 1 ( 610-
galleria Borghese. 1612), infine con le prime ideazioni e modelli (1612-1613) dei
monmnenti eguestii di Ranuccio e Alessandro }à·rnese a Piacenza.
Antoritmtto
Ma il Mochi, appunto, la sua fortuna la troverà fuori di
(166fi circa), disegno;
Windsor Castle. Roma, e forse soltanto il San lv!atteo, per la sua densa accezione
"caravaggesca", e la Sanla ìVlar-ta dovettero attrarre l'attenzione
L'olio su tela dei Bernini, padre e figlio.
della galleria
Questi distinti orientamenti riflettono, anche nel loro len­
Borghese è uno
dci primissim i dipinti to assestarsi su posizioni meglio definite, il clima generale della
di Bernini, che ese guì cultura figuraliva a Roma in quei primi decenni del Seicento.
poi ancora molti Riflettono cioè un momento in cw perduravano ancora (ed
autoritratti
e mezze figure
era anche difficile che si sdradicassero del tutto dal gusto di
di santi, c ome quelle tanti commiltenti) i modi dell'ultimo manierismo e i moventi
nella National Gallery espr·essivi legati alla "riforma cattolica". Quando pedino la
di Londra.
grande innovazione caravaggesca si riconduceva, nell'opera di
seguaci italiani e nordici, a più ordinale soluzioni formali e an­
che atematiche episodiche, non più sospinte dalla ten sio n e in­
tellettuale e morale che solo Caravaggio aveva saputo intonare.
Quando anche il decantarsi della poetica carraccesca dovrà
porsi sulla prospettiva di un rinnovato "ideale" classico.
Tra papi. . .
pr1nc1p1 e re

U TRAMITE IL PADRE CHE


Cianlorenzo entrò in rappono con i suoi primi commill.l,nti: 1
Borghese e i Barberini principalmente, e gli Alclobrandini. vale
a dit·e le grandi famiglie patrizit· di Roma, ai vertici del potere

di curia e dominanti pure la vita intelleuuale e- relativamente


-mondana. Con questi committenti si istituì subito un rappor­
to p1·ivilegiato e il sno dm·;ue e intensilicarsi dette le occasioni
non solo per la rapida maturazione della personalità del giova­
ne artista, ma anche pe1· la costruzione di quel "personaggio"
Bernini al quaJe i biografi · tante aJtre testimonianze daranno
connotati spesso iperbolici o, viceversa, I"ivolgeranno le più
aspre critiche.
Il papa Borghese, Paolo V, aveva avuto Pietro tra i collabo­
rat<Wi alla cappella Paolina e non sembra che abbia direua­
mente promosso altre commissioni; il nipote eli lui. il cardinale
Scipione. si servì invece di Pietro e di GianlOJ·enzo congiunta­
mente per i ''termini'' già nella sua villa (un Lavoro di modesta
entità, tutto so m mato) quando però del Bernini _junior s'era
già p1·ocurato La Capra A m altra.
Di Scipione Borghese (1576-1633) l'ambasciatore venezia­
no a Roma rilevò la <<mediocrità del sapere et la vita molto de­
dita a' pi aceri e passatempi»; il suo interesse per l'::u-cheologia
e l'arte moderna era però genuino e Lo spinse a comportamen­
ti quanto meno disinvolti, pur di arricchire la propria collezio­
ne, come quando confiscò i beni del Cavalier d'Arpino o fece
rubare dalla cappella Baglioni a Perugia la Deposizimu' eli Ra.f�
faello. Egli praticament e monopolizzò l'attività del gi ova ne
Bernini (anche come restauratore, per l' F.rmaJi·odilo) e ne ac­
quisì pure l' Aulmilmtto dipinto: tra le prime cos<.' che gli fece
Nella pagina a fianco: Qui sopra: fare fu, nell61 8, il piccolo bu sto manno1·eo dello zio papa, tut­
Apolto 11 Dafne Paolo V Borghes11 tora nella galleria Borg hese.
(1622-1624/1625); (1618);
L'incarico più importante fu quello per le qualtro gr·andi
Roma, Roma,
galleria Borghese. galle1;a Borghese. sculture d es ti n ate a ornare le sale della galleria e che tennero
occupato Bernini per più di un lustro. Tra il 1618 e il 1619 fu
realizzato il gruppo di 1-':nea, Anchise e Ascanio fuggitivi da Troia;
tra ill621 e il 1622 fì..r sc ol pit o il Ratto di Proserpina e nello stes-
Nella pagina a fianco:
Enea, Jlnchise e Asr:anio
(1618-1619);
Roma,
galleria Borghese.

RalTae Ilo,
lnrendio di Borgo
(1514)•
Roma,
palazzi vaLicani.

Qui accanto:
Rallo di ProsetyJina
(1621-1622).
Roma,
galleria Borghese.

Q ueste opere,
con l'Apollo e Dafne
e il David,
sono le maggiori
commissioni
del cardinale
Scipione Borghese.
l soggetti aderiscono
p1mtualmente
alle fonti letterarie:
l'Eneide (ll, 707 ss.)
per l'Enea, Anchise
e Ascanio,

le Mela11wrjosi
di Ovidio per il Ratto
di Proserpina
e l'Apollo Dafne.
e

U Ratto di Proserp-ina
era stato donato
nel1623 al cardinale
Ludovico Ludovisi,
nipote del nuovo
papa Gregorio XV,
ed è tornato
nella galle ria
Borghese agli inizi
di questo secolo.
Qui accanto:
Da v id
(1623-1624):
Roma.
galleria Bot·ghese.

Il soggetto
è interpretato
in senso quasi
"profano": è infatti
più un'allegoria
della vit·tù eroica
che un'illustrazione
dell'episodio biblico.

N eJJa pagina a fianco:


Nettuno e Glauco
(1620);
Londra,
Vinoria and Albert
Museum.

Anche qui Bernini


si ispira all'E11eide
(1, 133 ss. ),
al famoso brano
del «Quos Ego ... »,

La statua, che è tutto


quanto resta
della grandiosa
fontana della villa
Montalto Peretti,
fu acquistata
nel 1786 dal famoso
pittore inglese
Joshua Reynolds.
so a n n o 1 622 fu i n iziato il gruppo el i Apollo e Dafne c h e , salvo
una i n terr uzione dall a m e tà del 1 623 ai p ri m i del 1 624 dedica­
ta alla esecu z i o n e d e l David, fu co m p l e tato a cava no del 1 624-
1 62 5 . Sono d u n que opere d i soggetto profano, anche il David
ch e è p i u t tosto una allegoria clelia virtù eroica anzi che u n a ve­
ra e p r o p r i a i l l ust raz i o n e dell ' e p i s od i o b i b l i c o : te m i c o n s o n i
agli i n te ressi "an tiquari " del card i n a l e .
At traverso l a seq u e n za tem po ra l e d e l l e quattro s c u l t u re
ben si coglie l o sv il uppo di Bern i n i : l ' Enea, A nr.hise e Ascanio h a
a n c o ra a l c u n e gra cil i tà fo r m al i , a l c u n e m i n u z i e forse dovu te
al l ' i n t e r ve n to d i P i e tro B e r n i n i d i cui parlò i l San d ra r t n e l
1 629, e poi i l B a l cl i n u c c i , e pal esa anche n o n m argi n a l i ric h i a­
m i a un simile e p i so d i o raffigurato da Raffa e J l o n e l l ' Incendio di
Borgo i n Vaticano e al Orislo ?'isOTlo d i M i c h e l a n ge l o a S a n t a M a­
ri a sopra M i n e rva. Il Ratto di P.roserpina sale i n vece s u b i to al gra­
do di l i bera reinve nzio n e d e l l ' an tico ( be n p i ù c h e del model l o
m anieristico di G i a m bologna n e l l a loggia dei Lanzi a F i renze ) ,
c o n u n a p e c u l iare q u al i tà i l l u s i va d e l m o d e l l a to e un m o to
com posi tivo serrato.
L'A.jJotlo f' Da{lu pone al t ri p r o b l e m i : p i ù deg-l i al u-i d u e
gru p p i è u n a ra p p rese n taz i o n e "cl ' h istoria" e t.e n d e anche p i ù
a l l a gra z i a formale e l l e n i s t i c a , q u asi riagga n c i a n dosi a l mnelc l l o
c e l e b e r rimo de l l 'AjJollo del Belvedere; megl i o affiora n o c e n i ef·
t'etti di ch ie:u-oscu ro pitto r i co c h e , neUa l u n ga fase eli lavoraz i o­
n e , forse si debbo n o anche alla c o l l a boraz io n e di G i u l i ano Fi­
n e l l i . I l David i n fi n e real i zza u na te n s i o n e in "co n t ra p posto " ,
class icheggian t e n e l l o stesso se n so i n c u i era stato c l assich eg­
giante il Polijemo di An n i h:-1 ! � C':;;� rr-:::w c i n e l l a galleria F a t · n ese ,
con u n a d e te r m i n az i o n e d e l l o spaz i o quale mai s ' e ra a n cor vi­
sta se n o n n e l l e p r i m e o pere di Fran cesco M o c h i .
Bern i n i aveva previsto u n a collocaz i o n e eli q u e ste scul ture
n e l l e sale della v i l l a d i versa cla ll ' at m a le , i n tesa a de te r m i n are
punti di v i s t a ed effe t ti di i l h u n i u azi one dal le fi n e s t re ch e esal­
tassero proprio il . e n so del movim e n to n e l l o spazio. Segu iva i n
que sto u n a ri cerca el i re l az i o n e a m b i e n tale d e l l a sc u l t u ra c h e s i
e ra proposta c o l vee m e n te Nett u no P Glauco, scol p i t o n e l 1 620
per il card i n a l e Alessand ro Pere t t i ( u n a del l e poche cose, ch m ­
q u e , ch ' egli p o té fan: o l tre le com m i ssi o n i Borghese) e c h e co­
sti tui va i l fu l c r o d e l la co m p l e ssa organ izzaz i o n e scenica del l a
fon tana el i. v i l l a M o n talto .
Sci p i o n e Borghese si s e n ti va affascinato dalla personalità
di Bern i n i , e lo fu an cor p i ù q u a n d o , n e l 1 6 3 2 , l o sctù to re gl i
p re s e n tò l e due versi o n i d e l busto c h e aveva eseg u i to i n rap i d i s­
sima successio n e : un exp l o i t di straord i n ario v i r tuosismo c h e
n a t ura l rn e n te accese l ' e n lUsiasmo deg l i "i n te n d i to r i " . I l r ap p or­
to u·a card i n a l e e scul tore era dunque i. m p ro n t a to a u n a fami­
l i ari tà singolare, c Ber n i n i , che aveva preparato i l p r i m o busto
c o n un b e l l i ss i m o d i s e g n o ( N ew York, P i e r po n t M o rgan Li­
brary) , tracciò a n c h e una cari c a t u ra del suo p o te n te mecen ate.
An cora per il tram i te de l padre, B e r n i n i era en u-ato in re­
lazi one con il card i n ale Malfeo Barbe r i n i ( 1 568- 1 644) · e ra i n ­
fatti desti n a to a l l a stessa cappe l l a i n San t 'A n d rea d e l l a Va l l e ,
p e r la q u a l e P i e tro aveva sco l p i to i l San Giovanni Battista, i l Sa n
Sebastiano c h e i n vece restò in casa del com m i t ten te.
M affe o Barber i n i era b e n p i ù col to d i S c i p i o n e Bo rgh ese ,
aveva svo l to u n a i m porta n te carriera come n u n z i o aposto l ico a

Parigi dal 1 604 al 1 607, dal 1 6 1 1 era s tato legato p o n t i fi c i o a


17
Qui sotto, da sinistra:
Scij1ione Bmghese
( Hi30- 1 63� circa) ,
d i segn o ;
New York,
Pierpon t M organ
Library.

Scipione Borghese
( 1 632) ;
Roma,
gal l e ria Borgh ese.

Scij;irme B01gltesp
( 1 630 c i rea ) ,
caricann·a ;
Rom a ,
b i b l i o teca a p osto l i ca
vali c a n a .

·,

Bernini aveva B o l og n a . S c r i veva p o e s i e c h e s a ra n n o e d i te n e l 1 6::· L e n e l N ella pagina a fianco,


disegnato il ritratto 1 638 in vo l u m i i l l ustrali con i n c ision i tratte p ro p r io d a disegn i in alto:
del cardi na l e Sa n l(( .liibi.ana
di Ber n i n i , e aveva p r e c i si orien l<Une n l.i al riguardo del l a p i ttu­
conservato a New ( 1 62 4- 1 6 2 6 ) ;
York com e studio per ra m od e r n a : tra l ' al tro s ' era fatto fa re u n r i traL LO da Caravag­ Ro rna,
i busti realizzati g i o , del qt1ale possedeva p u re i l Sacr�ficiu di Tsar;co u ra ag l i U ili­ San ta B i b i ana.
nel t 632. D urante z i . Tom aLo a Roma n e l 1 6 1 7 , dovette l i mitarsi ad assiste re a l l a
l'esecuzione N eU' occasione
esec uzio n e d e l l e sta t ue per il Bor gh ese, e com pose gl i e p ig ra m­ del ri trovamento
de] primo busto
si sco prì un difetto m i i n lati n o da i sc 1·iverc sui basamen l i de l Rauo di ProseltJina e delle reliquie
del marmo e Bernini de U : !lf;ollo e Dafne ( l ' a n e d d o l ic a d el te m p o r i p o na a n c h e c h e i l della santa,
Urbano VIU fece
scol pì segretamente
c an:i' i n a l e reggeva lo specc h i o n e l quale lo sc ul to re con t ro l l ava
la s econ d a versione ricos truire la chiesa
le pro p ri e fattezze per l ' espressio ne del David) . a lei dedicata .
in b revissimo tempo.
Il cardinale v i d e E l e t t o papa ne l 1 623, col nome el i U rban o VI U , c h i a m ò Pietro da C o r tona
dapprima il busto sub i to B e r n i n i presso d i sé e gli avre bbe ele t to : «.È: gran fo rtu n a fu incaricato
difettoso e non deiJa decorazione
l a vo stra, o cava l i e re , di vedere papa i l card in a l Maffe o Barbe ri­
nascose il proprio pittorica e Bernini
n i; ma assai m aggiore è la n o stra che il c av a l i e r Bern i n a viva
disappunto: sub ito fece l a facciata
dopo gli fu m os tra to n e l nostro pontifi cato » . dell'edi ficio e questa
il secondo busto G i à l ' a n n o s uccessivo a q u e l l o della s u a e l e z i o n e U rbano statua, che è la prima
ed esaltò commissione ricevuta
VIII o rd in ò grandi l avo ri per due i m p o r t an t i sed i : la nuova fac­
il vu·tuosismo dal nuovo papa.
dell'artista. ciata della c h i esa el i San la B i b i a n a e la statua della santa suU ' a l­
La caricatut·a tare, e il baldacch ino i n San P i e t m . N ella pagina a fianco,
din10stra A S a n La B i b i a n a Ber· n i n i si trovò a fi.anco di Pietro da Cor­ in basso :
la sua confide nza Longi no
t o n a , a l t ro ''pro tegé " del Barberi n i , che affrescava l interno del­
con il primo (16:·H:/ 1 635- 1638) ;
impor tante la chiesa; con la s t atu a della san ta d e t te come una pro p ria ver­ Ro m a ,
committente. si one delle i m magi n i devote di G u i d o Re n i . San Pie tro.
18
Il baldacch i n o , ideato per c o sti tu ir e un r a d i c a l e condizio­
namen to dell ' i n terno della basi lica, fu l a p ri m a i m p re s a el i ca­
r a tt e re m o n u m e n tal e . Per qu es t o lavoro , c h e verrà co m pl e ta to
soltanto nel 1 633, Ber n i n i dove tte affro n t are inge n t i p ro b l em i
tecn i c i , i n spec i e per l a fus i o n e delle co l on ne to r t i l i p e r le q u a­
l i si util izzò il bro n z o a s p o r ta t o dal p o t- ti co del Pan t h e o n ; e do­
ve tte servirsi della collaborazione del padre e del fratello Luigi
e di al tri affe r m a t i co l l eg h i . Ques t a fu dunque l a pr i m a i m p re­
sa c h e rich i edesse capacità di d irez i o n e di un grosso c an ti e re
c o l l e ttivo , che com pre n de va an c h e i fon d i tori , tutt' altro che su­
balte rn i trad u uo ri di m o delli.
Con tal i com m i s sion i , i n s p e c ie con q u e s ta del baldacchi­
no, i l n uovo papa m an i fe s t ava sub i to i propri i n t en d im e n t i per
opet-e g r a n d i o se , da stare p r i n ci pal m en t e a l l a p u b bl ica v i sta - e
n o n , o n O Li sol tan to, n e i pt-iva t i pa l azzi - e con l e q u a l i l ' espres­
s i o n e di s u b l i m i " c o n ce t t i " i d e o l og i c i ( l ' "Eccl e s i a " sorta s u ll e
s po g li e d e l l ' apostolo P i etro) valesse a n c h e carne affe n n az i o n e
d e l l a p e rsonal izzata magn ifice n za p o n t i ficale .
L a b a si J i c a p c tr i a n a dive n n e i l teatro d i lan t a mag n i ficen­
za: e teatro anc h e in se n so speci fi co , c o m e d i m e n s i o n e scen ica
i n cui le g ra nd i rea l i zzaz i o n i artist i c h e trovassero la p o t e n za co­
m u n i cativa, l a p e rs ua s ivi t à "re ttorica" in sen s o aristote l l co , di
un pere n n e s e r m o n e .
E r a a nc o ra in corso la costruzio ne d e l baldacc h i n o q ua n­
do Bern i n i c o m i n ci ò a creare un ' a m b i e n tazi o n e anche te o l ogi­
cam e n t e comple m e n tare , apre n do nei q uattro i m m e n si p il o n i
c h e r eggo no l a c u po l a d e l l a bas i l ic a le "logge '' sovrastan t i gl i al­
tari d e d i cati ai s a n ti dei q uali si conservano le p i ù ve n er ate rel i­
q ui e : E len a , Veron i ca, Longin o e And rea aposto l o .
L a c o m posizione delle "logge " riech eggia i l te m a d e l bal ­
dacch i n o c o n le c olo n n e torti l i ; l a l o ro disposiz i o n e , e h sub i rà
m u tamen t i in corso d ' o pe ra, mirò a s t a b i l i re u n a s p ec i e di "d ia­
l ogo " t r a le immagini dei san ti e il tema e cc l esi a le della "c usto­
d i a " de l l e re l i q u ie p e tria n e . Bern i n i scolpì solo il Longino e fece
aftì d a re la Sant 'Elena al suo al li evo An drea B o l g i , la Veronica al
M o c h i e il Sant 'A ndrea a Fran ç o i s D nq u e sn o )� Le q ua t tro staUle,
pur n e l l a s p i cc a ta i n divi d u a l i tà dei l o ro c ar att e r i s t i l istici si
c o m po n g on o u n i tari am e n te per il loro ges ti r e che si pr o ie t t a
ben ol tre l ' i nvolucro d e l le n i c c h i e , sì che pa i on o tracciare u n o
s p az i o i d e a l m e n te c o n c l usivo atto r n o al baldacch i n o .
F i n dal 1 627 Urban o VIII aveva ord i n a to i l pt-oprio se p o l ­
cro , l ' esecuz io n e del quale non era a n co r conclusa quando egl i
vi fu s e p o l t o n e l 1 6 4 4 . La c o l l o c a z i o n e d e l m o n u m e n to ,
n e l l ' abside d e ll a basilica, a ri s c o n t ro eli q ue ll o d i Paolo I J [ Far­
nese che e ra o r i g i n ari a m en te addossato a L m o dei p ilo n i de l l a
c u p ol a , intese i s t i t u ire u n l eg am e storico tra i l p o n tefice del
C o n c i l i o di T re n t o e l o ste sso U rbano VIII, pari m e n t i i m pegna­
to alla difesa del p ri m ato della C h iesa. S u l l a i m po n e n te stru t t u­
ra di m ar m i e di bronzo la figura de l papa sta i n a t tegg i am e n to
più d ' im perio c h e di be n ed i z i o n e , sovrasta n d o il sa rc o fag o , sul
q ua l e è la Mm·te in atto d ' iscrivere i l n o m e del de fu n t o , e l e al­
leg o r i e dell e Virtù moderatric i dell ' au torità p on t i fi c i a , la Ca· rità
e la Giustizia.
Un an a l og o disegn o po l i t i c o , l ' affe r m a z i o n e d e l p o te r e
spirituale e tem p o ra le del papato , m o l iverà i l m on u men to del­
la Contessa lvlatitde, pure i n San P ie tr o ( 1 633-1 63 7 ) , a r i cord o
cle H e clo nazioni terri tori ali a l l a C h iesa ma, soprattu tto, nel ril i e-

19
Qui sotto, da sin istra: Un primo progetto,
st.udiu c o n forme
per i l b a l d acch i n o alla t ipo l ogi a
d i .S a n P i 1·: 1 ro medievale, prevedeva
( 1 624 c i rca ) ; un coro n a.Jne n to
Ro1 1 1 a , ad arc h i i.ncmciati,
b i bl i u l t�ct apos w l ica sorregge nte
va t i ca n a . u o a statua
di Crislo risorto;
B a l dacd • i n o il coronamento
( l 1124- 1 633) ; defi n i tivo
Ro m a , fu progettato
S<tn P i e tro . da Fancesco
Bo•-ro m i 1 ù .
P roge t t o Durante l ' es ec u zio ne
d e l b a l d a cch i n o dell'irn p o n e o te
c o n i l Cristo risorto strutlura, l 'originaria
( 1 62 < 1 c i 1-ca ) . i conogra fia
cristologica
Nella pagina a fianco: fu m o d i fi cata
pa n i co l a n: in una es p l i ci ta
d i u n a c u l o 1 1 1 1 a tnrt i l e rappresen tazione
d e l b a l dacch i n o . dell'araldica
barbet·in j a n a .
Per q uesto lavoro
Bern i n i dovet t e
affn. m tare grossi
pro b l e m i tecnici,
spec i a l m e n t e
per la fus i o n e
delle c o lo n n e tm· tili,
pe r le q u a l i uti lizzò
il bro n z o a<;portato
dal po1·tico
del Panth eon .

vo sul sarcofa g o, del l a sottomiss i o n e dell ' i m pera tore En rico N


a Can ossa.
Benù n i e ra i m pegnato n o n so l o in San Pie tro e n o n s olo
per U rba n o VI T I , ma anche pe r g l i al u·i com p o n e n ti del l a fam i­
gl i a Barbe r i n i : eseguì i b u s ti d e i gen i lori del p o n tefice , An to­
n i o e Cam i l l a Barbado r i , d e l l o zio m o n si g n o r Fran cesco , del
p t·ozio cat·di n al e An t o n i o c del n i p o te cardi nale Francesco . e
'
p e r quest u l timo i n terve n n e deci sivam en te , m o d i fi cando il pri­
m i Livo progetto d i Carl o Made r n o , r r e l la costr u z i o n e del pa l az­
zo a l l e Quallro Fon tan e : n e i p r e ss i collocò, creando u n a n u ova
tìsionomia u rban istka della zona, la fo n tana del Tri to n e e, po-
20
.

�l
.· �
, ' -
Nella pagina a fianco :
sepol cro
di Urbano VI!l
( 1 628-1 64 7) ;
Roma,
San Pietro.

D papa avev a
ordinato
il monumento pochi
anni do p o
la sua elezione
e ne dettò
l'iconografia,
che subì p e•· ò
mutamenti in corso
d'opera.
La statua di Urbano
VIII fu replicata
nel m o n um e n to
onorario ch e
il Senato di Roma
fece collocare
nel p a l azzo
dei Conservatori
in Campidogl io.

Qui accan to :
'11wrnas 13aher
( l fi38) ;
Lon dra,
Vicwria and Albert
M useum.

U Baker era
il d igni tario inglese
che p o rtò a Roma
il lrip lice ritratto
di Anton Van Dyck
che doveva servire
come modello
per il busto di Carlo I
d 'Inghi l terra.
Un interde tto papale
pro ibì a Bernini
di comple tare il bus to
del Baker: mentre
è suo il volto
del personaggio,
il torso
fu p robabilmente
eseguito
da Andrea Bolgi.
Fo n lana del Tri t o n e co dopo, la fo n tana delle Ap i , l ' u n a e l ' al tra es p ri m e n ti "con­
( 1 640 ) ; c e tti " di e saJ razi o n e d i n as t i c a (il t r i to n e come metafor·a della
Roma,
Fam a , le api seg n o ara l d i co dei Barberin i ) .
pi azza Barberi n i .
Il patro n ato dei Barberi n i fu a n c h e più possessivo di q uel­
Fu costr uita come lo di Sc i p i o n e Borghese. Solo per r ag i o n i di o p por tunità poli ti­
"mostra" ca fu c o n s e n tito a Ber n i n i di .eseguire n e l 1 636 il b usto di Ca.Tlo
dell'Ac q ua Felice,
f d 'Inghilterra ( d istr u t to n e l 1 698) tratto da un tri p l i c e ri tratto
che Urbano VIU
aveva fatto condurre di An to n van Dyck e rag i o n i an a l ogh e p e r m i se ro la real izzazio­
fin presso il p ala zz o ne d 'un b usto d e l Cm·dinale Rù:helieu, che è forse q u e l l o ora aJ
all e Quattro Fontane. Lo uvre . Ma g l i fu i m p edi to di po rtar e
a com p imen to i l pur bel­
Il te m a mi tologico
è trasformato
lissimo busto eli Thomas Baker e anal oga sor te toccò probabil­
in emblema araldico men te alla vers i o n e migi n aria del busto del duca d i Braccian o
dei B arberiiD . Gionlano Orsin i. La sola o pera c o m p i u ta fu di c ar a tte re del tut­
to privato, il busto della sua amante Costanza Bonarelli.
C o n i l p atro n a t o Barb e r i n i , Be r n i n i n o n è p i ù l ' arti s ta
pred i l e tto da un solo, e p u r pote n te , c o m m i tte n te ; diviene l ' in­
te rpt·ete d e l l a situazi o n e storica di una corte e della casa ta c h e
c o n quella corte s ' iden tifi cava. N o n è il s e m p l i c e tra d u ttore in
fo r m e visive di u n a ideologia, m a è c o l u i c h e con le propri e i n ­
venzioni a rtistiche susc i ta nei s u o i s tessi mecen a t i , e n e l l a loro
Fo n ta n a dei Fi u m i cerchia ( c h e com prendeva i n te l le uuali i n sign ì come Cassi ano qu e l la del Nilo,
( 1 648- 1 65 1 ) ; dal Pozzo ) i "concetti " che sosta n z i avan o l ' im m agin e p u bbli c a Claude Poussin la
Rom a , statua del Gange
del r u o l o e d e l prestigio della casata. D i ve n ta i n s o m m a q uasi
piazza Navona. e Francesco Baratta
u n o specialiss i m o " g ra n d com m i s " , u n di g n i t a 1io e cond ivid e
,
quella che
Spettacolare c o n il papa la consap evolezza d e l po tere , di un potere d i ttato­ ra p presenta
metafora d el l a graz i a rial e , anzi . il Rio della P/ala.
divina che si ri ver sa L' o b e l is co egizio
N o n fu sol tan to p e r diverge n z e e H orien tam e n to "esteti­
su tutti i continenti. inna lzato al centro
Bernini preparò co", ma a n c h e per rea l tà dei fatti che nel 1 673 Giovan Battista era s ta to rinvenuto
un bozz e tto Passeri dirà di lui nelle sue Vite: «Quel Dragone custode vigi­ nel 1 64 7 n e l Circo
che entusiasmò di Massenzio.
l a n te degl ' orti di Esperia prem eva c h e a l tri n o n rap isse li pomi
il papa Innocenzo X, Per la stessa p iazza
fm 'allora p iu ttosto d ' o ro del l e graz i e Pontifi d e , e vomi tava d a per tutto ve l e n o e .
Navoua,
freddo nei confmoti sem pre tras m e tteva sp i n e p u n g e n tissi m e d ' avers i o n i per quel che con il palaz zo
deU 'artista, e ottenne sen ti e ro , che condu ceva al possesso degl ' a i Lri favo ri » . L'an n o e la chiesa
la commissione di Sant'Agnese
p r i m a , 1 67 2 , G i ovan Pietro Bellori aveva p u b b l icato le sue Vite
!,ri à p revi s ta era divenuta il luogo
per B or ro nùni . che pur com p r e n d o n o le bi ogra fi e dì A l gardi e d i Dllquesnoy, pt;vilegiato
Le s tat ue furono m a n e l l a p r e messa era gi unto a d ire c h e << a l l a scul tura manca del meceuatismo
realizzate an cora lo scu l tore, per n o n essersi q u e sta i n a l z a l a al pari c l e l. l a d e i Pamphilj ,
da collaboratori: Bern ini e s e guirà
pi ttura s u a com pagn a» : e n o n m e n z i o n erà m a i Bernini .
Antonio Raggi e segui anche tra il 1 653
quella d e l Danubio, G l i undici an n i d e l pon tificato di I n n ocenza X Pam ph i � j e il 1 654 la fontana
Jaco po A. Fancelli ( 1 644- 1 65 5 ) videro u n ' e c l i ssi d e l l a di ttatura, s e n o n pro prio del Moro.
In questa pagina,
da sinistra:
\lr,rilrì, i n c i s i o n e
dal l ' /Con ologia
el i Cesare Ri pa
( 1 tì03 ) .

Verità
( 1 64.6- 1 65� ) ;
Rom a ,
ga l l c •·i a Borgh ese.

L'idea origi naria


era di un gruppo
raffigurante
la Verità svelat.a
da l Tempo,
che Ben1ini aveva
d e l p restigio d i B e r n i n i . Il n u ovo papa t r ovò u n a d i ftì c i l i ssi m a inteso come
s i tu a z i o n e po l i ti ca de riva ta d a l d isastroso esi to d e l l a guerra di .-i vendicazione
Cas t ro i n t rapr e s a n el 1 64 1 c o n tro il d uca d i Parma e c o n c l usa d e l l a propria
professionalità
con u n a u m i l i a n te t·i a pp acificazi o n e g i u s t o p o c h i m es i p r i m a
dopo l'umiliaz ione
de l l a m o r te eli U rbano VI l i ; e i n u n ' E u ro p a c h e usciva sconvo l ­ subita
t a dalla guerra d e i Tre n t ' an n i , i l tr a t t ato e l i Westfal i a d e l 1 648 con l'abbatti mento
r i d i m e n si o n av a il r u o l o el i gra n d e p o te n z a d e l l o S tato d e l l a del campan il e
di S a n Pi etro.
C h i esa. I Barberi n i dove ttero em igrare e i l ri san a rn e n to d e l l e
L'opera fu lasciata
fi n anze p ubbl i c h e i m pose u n regi me d i auste r i tà dal quale tut­ in testamento
tav i a vistosam e n te deroga ro no il n ip o te di I n n ucenzo X, p t·i n c i­ agli eredi.

pe C a m i l l o , e gl i a l t ri pare n ti .
Nella pagina a fianco:
Le Inaggiori comm i ssi o n i d e l l a n uova di n as t i a toccarono C : : u ted ra
ad ...-\.lessan dm Algard i , che c o s t r uì anche il "Cas i n o de l l e All e­ ( 1 1 i!J7- 1 666) ;
grezze " sul G i a n i c ol o , a Carlo Rain ald i per i l palazzo a p iazza Ro ma,
S m' J P i e tro.
a v o n a e p e r i l p r i m o p r o g e t t o d e l l a c o n t i g u a c h i e s a el i
San t ' Agn ese · q u e s ta fu d i fatto real izzata d a Fran cesco Borro­ È un immenso
m i n i , i l q u a l e c u r ò a n c h e il ria sseLLo della bas i l ica di San G i o­ reliquiario,
van n i i n Lateran o , la c h i esa catt e d r a l e:' d i Ro m a , c h e avre bbe che contiene
la " cathedra Petri"
dovu to esse r com p l e tato per l ' a n n o sa n t o del 1 650.
(t m seggio con
E però pro p r i o i n q u esto p e ri o d o Bern i n i portò ava n ti l a prumelli d ' av01io
d e c o razi o n e de l l a n avata d i San P i c Lro e , graz i e al l ' appogg i o del III-IV secolo d . C . ).
del principe Nicol ò Ludovi s i , o tten n e l ' i n carico d i realizzare la
fon tan a dei Fi u m i a p i azza N avon a , n e l cuore di qu e l l a che era
dive n u ta l ' "insu l a Pam p h i l i a ''. La g e n i a l e soluz i o n e d e l l a rocc i a
cava che sosli e n e l ' al to o b e l i sco egiJ.io e i l "co n c e u o " d e i q u at­
tro fiu m i rappresen tativi d e i q uattro co n ti n e n t i , che versano
l 'Acq u a Ve rgi n e fatta por tare d a l papa e i m pli c i tam e n te all udo­
n o ai fi u m i d e l Paradiso c h e spandono la graz i a divi n a . riacce­
sero l ' e n tusiasmo gen e rale, a n c h e quel l o di l n n oc e n J.o X.
Ma i n tan to Bernini, amareggi ato per lo scacco subì to n e l
1 646 p er l ' abbattim e n to d e l campan i l e c o n il quale aveva i n te­
so concl udere La facciata di San Pietro , s ' e ra ce rcato un privato
risca tto eseg u e n d o per se stesso un gruppo m ar m o reo raffigu­
ran te la W?rità rivelata dal Tempo, del q uale fu c o m p i u ta solo La fi­
gu ra de l l a Verità, co nforme all ' i m magin e c h e ne aveva dato Ce­
sare Ri pa n e J L a sua Iconologia. Lavo rava in tan to an c h e per altri
c o m m i tt e n t i : fe c e nel 1 650- 1 65 1 i l bus to del duca Fran cesco T
d 'Este ( M odena, Galleria Este n se ) , svi luppando il tema d e l ri­
tratto "ero i c o " , e s p a n s o n e l l o spaz i o , che aveva già saggiato
nell' i n compi u to bu sto del Bake1:
Re a l i zzò soprattu t t o la cappella Co rr1aro i n San ta Mari a
della Vitto r i a , fastoso i m pian to scen ico n e l q uale i membri del­
la fam i g l i a Corn aro assisto n o dall e l ogge tte l ateral i all 'even to
m i stico d e l l a Transverberazione di san ta Teresa: i l tema, d i alt issi­
ma i m pli cazi o n e devozio n a l e , era s tato ogge tto, fi n dal la cano­
n i zzaz i o n e del l a san ta nel 1 622, d ' u n a l e tteratm·a agiografi ca
che avre bbe p o t u to anche i n durre a una rap presen taz i o n e di­
dascal ica: B e r n i n i i nvece tradusse il carattere visionario d e l m o­
tivo n e l l ' evid e n z a di u n a passi o n ali tà "rea l e " , che patreube al
l i m i te d e l l ' irriverenza se n o n c o r dspon desse p ro prio all ' i n tima
essenza de I l ' estasi teresiana, alla "mo rte per amore " evocata n e­
gl i scri t ti d e l l a san ta m edesim a con evi dente richiamo al « q u i a
amore l a n g u e o » del Cantico dei Cantici.
I l c l i m a c u l tura l e d e l l a Rom a p o n tifi c i a m u tò di n u ovo
con l ' e l e z i o n e , nel 1 655, di Fabio Chigi , che prese i l nome di
Al essand ro VII. D i sc e n d e n te d a l l ' u m a n i s ta Ago s t i n o C h ig i
scrisse d i sé: <<Si d i l e ttò d i pitt ure d i scul ture, d i medagli e an ti­
c h e , di arc h ivii particolarme n te , e mass i m e , per toccare il vero
che m asc h eran o gli h i storici, della c i ttà parti colare » . Era d un­
q u e , c o m e U rbano VI I I , un i n te lle ttual e , e amico di i n te l l e t tua­
li q uali Athanasius Kirch e r e Lucas Holste n iu s ; come Urbano
VIli, appena eletto c h i amò Bernini e gl i espose i pro pri proget­
ti che eran o , appu n to , pri n c ip a l m e n te di carattere urbanisti co
e che coinvo lsero i maggiori arc h i te tti del mome n to , dai Rai­
nald i a Pietro da Corto n a , a Borrom i n i . Tra le prime iniziative
da lui promosse fu la siste mazi o n e di piazza del Popo l o e della
c hiesa d i San ta Mari a d e l Popolo; al l a cappe l l a d e i Chigi Be rni­
n i dette un n u ovo asse tto corredandola con le statue di Daniele
e eli A bacùc con l 'angelo ( 1 655- 1 66 1 ) , e poi operò una i n c i s iva
rifo r mulazione deco rativa della n avata e dei transe tti , e rigen­
dovi i n uovi a l tari e le cantorie deg l i organ i, concep i te come
emblemi aral dici della casata del papa.
Il ful cro dei proge t l i el i Alessandro VII tornò però a essere
San P i e tro. Logi co comp l e m e n to della tribu n a fu la cattedra
( 1 65 7- 1 666) , i m m e n s o rel i q u i ario della cosiddetta "ca lh edra
Petri " paleocristiana, re t to dalle statue dei qua ttro padri d e l l a
C h iesa e sovrastato dal l a sfolgoran te "gl o r i a " ange l i ca . S u l l o
sfo n do d e ] baldac c h i n o i l venerato s i m u l acro i n co m be c o m e
Piazza San P i e tro u n ' apparizione mistica, e anche l e figure dei pad ri della Chiesa
( 1 667- 1 669 ) ; una fo rte te n sio n e e m o tiva. B e rn i n i sviluppa di
es p r i m o n o
Rom a .
nuovo q ue l senso pass.ionale del la Fede che aveva sp e r i m e n ta to
L a foto è ripresa n e l l ' altare della ca p pella C o r·naro.
dal portale Con le m poran eamen te real izzava la proiezio n e e ster n a del
della basilica prima " valore " devozional e della basili ca, con il gigan tesco c o l o n n ato
dello sfondamento
elli tti co, emblema d e l l ' a b braccio e cu m e n i c o del catt o l icesi m o ,
(avvenuto negli anni
del fascismo ) di via esaltato dal coro d e l l e novan tasei gran di statue d i san Li c h e so­
della Conciliazione vrastano la struttur a. Non d el tutto com piuto ( era infatti previ­
che cancellò in parte
sto un segm en to di colo n n ato c h e con c h i udesse l ' e l l i ss e ) , i l
il vecchio quartiet·e.
Bernini aveva
c o m p l esso oltre c h e u n a siste m azione urban i s tic a è l a d e te rm i­
inizialmente nazione di un l uogo clepnt ato alla devozione del popolo cristia­
progettato un grande n o . Quasi complemen tare al col o n n ato sarà la fun zio n alizzazio­
spazio t.rapezoidale;
ne di u n co ntiguo spazio inerte nel quale fu r icav a t a la Scala
l'idea della forma
ellittica che s'inn esta Re g i a , con l' artifi cio prospettico delle c o lo n n e degradanti lun­
con due segmenti go il p e r co rso delle quali compare , co me su w1a ribalta, il mo­
rettilinei alla facciata munento eques tre dell ' Imperatore Costantino ( 1 662 c i rca - 1 668)
della basilica
a mem oria d e l la prima sanzione politica del cristianesimo.
era stata suggerita
da Alessandro vn Il pau·onato dei Chigi impegnò Bernini in altre i m p rese
come metafora d e l l e quali egl i curò sia l a progettaz i o n e arch i te t to n i c a , s i a
dell'ecumene q u ella decorativa : la chiesa di Castel Gandolfo e la collegiata d i
cattolico.
Ariccia e la cap p e ll a della stes sa fa migl ia Chig i n e l duomo di
S i e na ( i lavori fum n o finan ziati dal la m u n i cipal i t à senese ) , per
il q u al e Bernini eseguì p e rsonalmen te le statue d i San Gerolamo
e della Maddalena ( 1 662- 1 663) , d i n uovo impron tate a u n a spe­
c i e di es p ression ismo devozionale.
Quan to artico l a to fosse i l t.ono c u l LUrale d e l l a c e rch i a di 1
Alessa n d ro V I I In si ved rà megl ì o q u a n d o , n e l 1 666 c su com­
m i ss i o n e d e l l o s tesso pon tefi ce , Bern i n i r i p r es e u n p r o g e t to
c h e aveva elaborato n e l l fi58 per i l c a r d i n a l Fran cesco Barbeli­
n i ed era st.ato sugger i to da Aù1anasi us Ki rc h e r : q uello di u n
J:.,'lefanLe obeliscofom,
c h e e ra un tem a e m bl e m a tico tratto - c o m e
ha rece n te m e n te c h i a r i to M a u r i z i o C a l v e s i dal l a q uattrocen­
-

tesca Hyfmero lomachia Pol)'jJhili di FJ-ancesco Col o n n a e c h e allu­


de alla d i vi n a s a p i e n za : s c o l p i to d a Erc o l e Ferrata, il m o n u­
men to fu col l ocato a piazza del la M i n e rva.
L' a t t i v i tà di Bern i n i i n q u es t o tempo era sempre più dedi­
cata a proge t ti arch itetto n i ci , come l a c h i esa d i San t'An d rea al
Qu i r i n a l e o rd i n a t a da Cam i l l o Pam p h i U per i l n oviz i a to dei ge­
su i ti . Pro p r i o per la sua fi gu r a di arch i t e t to egli fu ch i amato n e l
1 664 dal m i n i s t ro Col bert a Parigi , per dare n uovo comple ta­
men to al pal azzo d e l Louvre.
Alessan d ro VII acconse n tì a l volere di Luigi XIV soprattut­
to c o m e gesto d i bu o n a volo n tà p e r u n a pacilicaz i o n e t r a la
Chiesa e l a Fran c i a dopo i con trasti che s ' erano appena riso l ti
con il tratta to di Pisa.
Al l ' e tà d i 66 an n i , il 29 a p r i l e 1 665, Be rn i n i i n traprese
q uesta fat i cosa "m i ss i o n e " , i l resoco n to d e l l a q u a l e è I I CI .Jour­
nal du Vo)'ttgt! rlu Cav. Bern in en F?·ance d i Pau! Fréa r t d e C h a n te­
l o u . Accol to c o n le o n oranze dser vate ai p r i n c i p i , Bern i n i non
o t te n n e però i risultati spera t i : i suoi p rogetti per i l Louvre e ra­
no Lro p po l egat i al barocco ro man o , tro p p o d i s tan t i dal gusto
dei francesi, e r i m ase ro s u l l a carta. La sola opera esegu i ta n e l
breve soggiorn o a Par igi ( Be r n i n i n e ri pani r à i l 20 ottobt·e del­
l o s t esso a n n o ) fu il busto d i Luigi XfV ( Chateau de Ver.sa i l les) ,
a n c o ra u n ri tratto "e ro i c o ", magn i l o q u e n te n e l c o n trapposto
tra i l man to e l o sguardo del m o n arca, la fisionomia d e l q uale
fu an c h e t r o p p o i d ea l i zzata ( l o n o taro n o subi to ac i d am e n te i
dign i t ari di corte ) .
U l t e r i o re p rova d e l l ' avaro a p p rezzam e n to d e i fra n c e s i
sarà l a sorte d e l mon u m e n to eq t testre d i J,uigi XIV, ide ato co­
me perso n i l ì cazi o n e d e l l "' H e rc u l e s Gal l i c u s " , c h e B e r n i n i ese­
guì dopo il r i t o rn o a Ro ma ( 1 669- J 673) ; il gru ppo sarà fatto ri­
maneggi are d a F r a n ç o i s G i rardon n e l 1 688 e, trasfo r m ato in
un fvf.arcn Curzio che si getta nella voragine, verrà relegato in u n si­
to appartato d el parco di Versai l l es.
Alessa n d ro VII fu l ' ul li mo gran de p o n tefice-mecen ate del Qui sopra: NeUa pagi na a fian co :
Seice n to , l ' ul tim o a fron te d e l q uale Bern i n i si se n tisse "perso­ Elefau lt! obeliscofom sepo l c ro
( 1666- J 6fi7) ; d i A lt1s.wndm Vl!
nagg i o " di pari prestig i o .
Ro m a , ( 1 676- l (i7R ) ;
I l p a p a stesso aveva co m m issio n a to i l prop1-io mon um e n to piazza S a n t a Mari a Ro m a .
fu nebre , per il q u a l e Bern i n i dette d i segn i e bozze tti , la.sci an­ sopra M i n erva. S a n Pie l ro .
d o n e l ' esecu z i o n e m a teriale ai suoi a l l ievi ( 1 676-1 678 ) . La dif­
Fu realizz a to Commissionato
fe re nza con il mon u m e n to di U rbano VIII è grandissima: il pa­
da Ercole Ferrata. dal pontefice,
pa n o n sta p i ù i n trono e i n attegg i a m e n to i m perioso ma è in­ Riprende fu realizzato
g i n oc c h i a t o , assorto in p reghi e ra; la figura della NfcrrLe n o n n e un'icono grafia t rat t a a quas i tre n t'anni
iscdve i l n o m e s u l b ronzo pe1·e n n e m a fa l a sua a p p a ri z i o n e dallaHypuerotomach ia dalla sua morte.
Polyph ili di Francesco Le sculture furono
so t to i l drappo, esiben do l a c l essi d ra; a l l e a l l eg o r i e della Carità
Colonna. realizzate
e della Giustizia si aggiun gon o q ue l l e d e l l e Virtù m e cl i ta l i vc , l a L'obelisco da collabo ratori:
Prudenza e l a Verità. era stato rinvenuto Michele Mai l l e ,
Cresce n e l l e o p e re degl i u l ti m i anni i l pathos re l i g i o s o : nel l 665 tra le rovine Giuseppe Mazzuoli,
d'un tempio Laz:r.aro M o re Ui ,
t o r n a il t e m a de l l ' es tasi n e l l a Beata Lu dovica IHberlon:i in San
dedicato a Iside Ghùio Cartari,
hanc es co a R i pa ( 1 67 1 - 1 fi74) e, a confron to con l a .seve ra se re­ nel vicino C arlo Baratta
n i tà d i tan t i a l tri ri u·a t t i , n e l busto d i Gabriele ]'Ù nseca in San Lo- Campo Marzio . e Girol amo Lucenti.
re n z o i n Luc i n a ( 1 668- 1 6 7 3 ) è un accoram e n to i n e d i to , g i à Qui sopra:
q u a s i l ' i m ploraz i o n e d i u n m O I-en t e . Beala L wloviw
llwrto ·11 i
L' u l ti m a gran de i m p resa e r a s t a ta l ' i de az i o u e su co m m i s­
( 1 67 J - ] 674 ) ;
sione eli papa C l e mente I X Rospigl iosi , d e l l a teoria degl i Angeli Roma,
con i si mboli della Passione che , su ponte Sant 'Ange l o , c o m p o n ­ San Fra n cesco a Ri pa.
g o n o com e un " i te r " pen i te n ziale: e r a a n c h e questo u n " c o n ­
A sinis tra:
ce t l o " n e o-m i s t ico c h e ri esu mava L m tema che n e l Med io evo
cenotafio
era com parso l n n go le vi e dei gt·andi p e l legri n aggi , così c o m e d i Suor Ma:ria Raggi.
le "Staz i o n i de l la Via C r u c i s " , e c h e q u i è risol to n e l l a speuaco­ ( 1 643) ;
lari tà di u n a v i s i o n e u·asce n clen ta l e . B e r n i n i sco l p ì le ligu re Roma,
San ta Maria
del l ' A ngelo cnn la wrona. di JjJine e de l l 'Angelo wn l 'Jnri ( 1 668- sopra J\lt i n erva.
1 67 1 ) : il papa ri tenne q ueste stalne troppo be l l e- p e r p o ter es­
sere esposte alle i n temperi e e le fece collocare a San t ' Andrea Un precedente
deU'espressione
del le Fratte :
delia beata AJbertoni
Lo scul to re rifece q u i n d i , con l ' a i uto di G i u l i o Car tari , è nel cenotafio
1' A ngelo con l'lnri e fece copiare da P i e tro N a l d i n i l ' Angelo r.on l.a di Suor Ma.ria Raggi.
corona di sj;ine e dette ai suoi ''gi ovani " d i segni e bozzetti per le
NeUa pagina a fianco:
alu-e statue. A n!{du cm1 la coTorw
Quando Bern i n i morì , i l 28 n ovembre 1 680 regn ava In­ di sjJint�
n ocen:w XI ; fu l ' ottavo papa c h e vide l ' artista an cora all ' o pera· ( 1 6Gk- l 67 1 ) ;
n o n gli ord i n ò n u l l a ma n e l ] 689 e bbe in ere d i tà da Cri s t i n a di Roma.
San t 'And rea
Sve z i a l ' u l ti m o l avo w di l u i , il b us to del SalvalO'I"fl ( N o rfo l k , d e l l e Fra ll e .
C h r ys l c r M useum o r Art) ,
a Le tec.n iche i col la boratori di Bern i n i
L
CJ Uan t i r.à e la spe­ e r e l l o L u i g i ; q u a l c h e scul­
c i fi ca n a t u ra d e l l e tore, c o m e Andrea Bol­
opere d i Be r n i n i r i ch ie­ I L M E ST I E R E D E L L' A R T E g i dappri m a c poi Pietro
rlevan o eccezi o n a l i d o L i N a l d i n i , G i u l i o Ca rtari e
d i pmgeuaz i o n e e d i or­ A n t o n i o R a g g i , d e t te
gan izzaz i o n e . 1111a p i ù c o n t i n uata col­
Come per gli al tri labormd n n e , m a fu ro n o
suoi co l l egh i , l e fasi p re­ i n gaggi a t i a n c h e a l tri
paratorie compor tavano che aveva n o p u re u n a
una fo l la prod u z i o n e di cospi c u a a t t i v i t à propria
d i segn i , bozze l l i , " l e­ o era n o i m pegnati i n al­
g n e t t i " e a l tre m a t r .i c i tre collabora: d o n i (è per
p e r l e fu s i o n i , c a l c h i , cse m p i n i l caso rli Erco­
m o d e l l i el i s t u c c o o d i le Fe r r a ta , c h e l a v o r ò
gesso i n s c a l a r i d o tta e con I ' A i g a r d i a l m o n u­
poi talvo l ta a grandezza c i w n ' affa tto n u ovi , co­ l ' i nvenzione potesse tra­ te n t i i m p o n e va n o c h e men to di Leone Xl) .
re a l e per essere espos t i me per l a fus i o n e delle dursi n e l l 'opera rea l e . l ' o pera o rd i n ata fosse d i O c c o rr e v a n a t u r a l ­
i n p rova n e l l e c o l l oca­ i m m e n se c o l o n n e d e l N e l c a so p a r t i c o l a re cc s u a propria mano» m e n te u n a s i n w n i a s i c u­
zion i alle q ua l i erano baldacc h i n o 9 l a i l l u m i­ d i B e r n i n i , l a s e m p re ( m a l a frase. d a l s e n so ra. u n a i nt e l l i g e n z a d e i
d e s t i n a te l e r e d az i o n i n az i o n e con u·ol lata del­ più su·eua i n e renza del­ l e t tera l e . passav-<.1 a sign i­ c u l l a h n ra L O r i c i rca la
d e fi n i tive ; e poi seg-uiva le cappe l l e R a i m o n d i e la s c u l w ra con l ' a rch i ­ tì c a r e : d i sua i nve nzio­ CJ U a l i t à p e c u l i a re d e i
i l d u ro lavoro del m a r­ Cornaro. te ttu ra e l a p i t t ura, c h e ne, secondo i l suo "con­ p rogetti ber n i n iani: n o n
m o - d a l l a sc e l ta d e i Qua u t o c o m p l esse conduceva a l " b e l c o m ­ ceuo ", sotlo il suo co n ­ la loro pe d i s s e q u a su­
bl o cc h i alla sgrossatura, fo s s e r o g e n e r a l m e n te p o s t o " , r e n d ev a a n cora tro l l o ) . bordi nazione.
alle ri fi n i ture - al q u a l e q t Jcste a n i v i tà lo ha mo­ p i ù i m pe g n a t i va o g n i L1 bottega di Bern i n i B e r n i n i n o n ru mai
Be r n i n i non si sottrasse su·ato un rece n te sr udio predisposizione di l avo­ n o n ehhc m a i u n o rga­ u n " maes t r o '' n e l s e n s o
tota l m e n te n e p p u re nei di J c n n i [er M o n tag-u su, ro e Ji c h i edeva po i l ' am­ n ico p e r m a n e n te : ceno a n c o r a r i n asc i m e n t a l e ,
suoi u l t i m i ssi m i a n n i . E appun to, l a "industry of pio con co rso di c o l labo­ al suo fianco e g- l i e b be :1 m a a l s u o fia n c o s i for­
con ru t to qnesto . la solu­ a r t ": i m p o r t a n te proprio rato r i , anche se so ve n te l u ngo il padn:- e , per m i ­ maro n o a l me n o due ge­
z i o n e eli p rob l e m i tcc n i - per c o m p rendere come i co n tr a t ti con i com m i t- n u te O C C O ITC l i ZC , i l fn1- n e r a z i o n i d i "g i ova n i " ,
l Nella
Luigi
pagina a fianco :
Xl'v' n cavallo
com 'egli li c h i a m a va , e

si m a t u ra.ronn I <I I I Li al tri


c o m p o r i Ò l ' es e c u z i o n e
d i c i n q u a n tac i n q u e me­
ag l i a n g e l i d e g l i a l t a r i
d e l u·an se uo .
g i g a n te s c h e f i g u •·e d e l
colon n a 1 o d i San· Pietro
( 1 670) .
lbozze tto ;
Ro m a ,
s c u l to r i già es p e rt i .
Già per i l baldacc h i n o
dagl i o n i c on l e eftig i dei
pa p i , di c e n to n o va n t a­
La " m a n o " di Ber n i n i
è d e l t u u o ass e n t e a n ­
l avora r o n o i n i z i a l m e n te
q u a t t o r d i c i s c u l ro r· i del­
l avo r a r o n o il Bolgi , d u e c h e r u b i n i , d i cen to­ c h e n e l l a 1 .0 m b a del Cm' l a ve c c h ia e d Ila n uova
galleria Borghese. F 1· a n ç o i s D u q uesn oy, q u a t t ro c o l o m b e : t u t t i rl i n a le Pi m e u tel a Sa n t a gen eraz i o n e .
G i u l i a n o F i n e l l i e l ' an­ in m a r m o , d i grosse di­ 1\-l a r i a sopra M i n c r va (vi U n con t e m p o r a n e o
Qui sopra: ziano Stda n o Made,·n o , mensio n i , che i m pegna­ l avorarono E r·cole Fer ra­ ( A . BodJo n i , n e l u·mtato
model l i degti ange l i
c F r a n c e s c o B o r ro m i n i ro n o pe•· c i rc a 1 .1 1 1 a n n o ta, G i ov;m n i .Mari e An­ DelLe Sia t u e , 16!ì l ) n o ­
della catte d ra
dell e i l d isegno d e l co­ b e n n·e n tanove sc u l to r i . to n i o Rag!{i ) e p e r tì n o terà c h e « Ro m a c v e r· o
( 1 667- 1 668) ;
ro n a m e n t o . B o l g i , D u ­ A l c u n i d .i q u e s t i , c o m e n e l m o n u m e n to d i J\ les­ m n t u m statua r u m . u t al­
Rom a,
q u es n o y e F r a n c e s c o ancora i l Bol g i , C o s i m o sandro vrl. Popu l u s lapidcus vi­
M use i vatìcani. ter

M o c h i e s e g u i r o n o u·e e J aco p o A n t o n i o Fan­ N e l l a fo n t a n a d c i Fiu­ d e re t u r •> ; l ' osser vazi o n e


rle l l e q u attm statue del­ cel l i e Lazzaro M o re l l i , m i a p i azza Navona. Ber­ sa 1·à r i p re s a , sarcas t i c a­
la crociera d i San P ie t ro atten deva n o i n t a n to a l l a n i n i aVI"ebbe lavorato so· m e n t e , o l u·e u n seco l o
e a l t ri s c u l to r i ( Stefa n o realizzazione d e l l e Virtù lo a l l a ro c c i a con i l leo­ d o p o , da Ch a r l e s d e
S p e r a n z a , Matteo B o n a­ di stucco sugli a r c h i del­ n e . i l cava l l o e la p a l m a . Brosses nelle L e t t res
re l l i , N i c o l a M e n g h i n i , l a nava1a. Come già sappiam o . s c ri t t e d u ra n t e i l s u o
Dom en i c o d e Rossi ) ese­ In u n lavoro analogo l ' E lefa n / 1! obeli.H:rifo·ro a Grand Tour: « l m a g i n ez
g u i r o n o i r i l iev i d e l l e a q u esto, le san te d e l l a p i azza d e l l a M i n erva fu q u e c ' e s t q u ' u n peu p l e
" l ogge " . l b u s t i d e l l e n ava ta d i S a n m M a r i a di fa llo sc o lp i to da E rco­ d o r l t l e q uart e s t d e pre­
w m be Rai m o n d i a San d e l P o p o l o , si ri n·ovaro­ l e Ferrata. tres. le q uart de s ta t u es,
P i e tro in Mon torio furo­ no Ercole F e rr a t a , F. E a n c o r· a , d e i d i e c i le q uan d e ge ns q u i n e
no scol p i t i dal Bolgi, i l'i­ Ross i , Lazzaro M01·e l l i , A ngeli con i s i m boli della t r a v a i l l e n t pas et le
l ievi dei sarcofagi da N i ­ G i ovan n i A n to n i o M a ri Passione e ffe t t i v am e n te q u a r l dc ge n s q u i n e
c o l as S a l e s , q u e l l o d e l­ e A n t o n i o Ragg i ; q u e­ col l ocati su ponte fon t rien d u tO \ll» .
l ' a l tare da Francesco Ba­ st'ultimo real izzò anche S a n t 'Ange l o , solo q u el­ E p p u re t u u o ''è '' B e r­
ratta. l e cantorie de g l i o rga n i l o , r i fa tt o , c o n l ' l n r i è n i n i . La c o ra l i t ;ì da l u i
La deco raz i o n e d e l l a e lavorò c o n i l Fena ta, i l p a n i a l m e n te " a u to­ d i re t t a è b e n a l t ra d a
n avata d i San P i e tro M a r i e A n i g o G i a rcl è grafo · • ; a l l e n o v a n t a s e i q u e l l a messa i n atto d a
F l a m i n i o P o n z io n e l l a za, anche q uando poi
c a p pe l l a Pao l i n a e c h e acco rsero m odifiche i n
p u r dovette i m p r essio­ c o rso d ' opera, c h e pure
n a r l o , d a ra g a z z o . La d e n o t a n o un n o n esi­
sua, ora, com po n e l ' a tti­ g u o m a rgi n e d i l i bertà
vi tà di così t a n ù co l l abo­ i n te rpretativa: come pa­
ratori a n che d i spkca t a lesa i l rap p o r t o LTa l a
i n d i v i d u al i tà i n s u· e u a Sa n t 'O,;wln d i G i ovan n i
coesi o n e d ' immagi n e , al A n tonio Mari a San t a
punto che non eli r ado Mada del Popolo e il re­
l e a t t r i b u z i o n i al l e s i n ­ la L ivo d i s eg n o beJ· n i n ia­
gole "man i " si acce rtauo no. A n c h e n e g l .i u l ti m i
s o l o dai d o c u m e n t i ; e s u o i a n n i Ber n i n i dette
gli s carti q u al i tativi n o n suggeri m emi grafici per
sono m a i tal i d a c n m­ le statu e dd c o l o n nat o
p l· o m e ttcre l a sosta n z a di S a n P i e t r o , a l m e n o
d i q u e l l a c o e s i o n e . AJ-� p e r l a San t a Ma.ria t.'gi­
tì n c h é c i ò si c o n s e gu i s­ zia cfl e p e r la Santa Fa­
s e , era o c c o r s a u n a fol­ ltiola..
t i ssi m a este r n az i o n e el i 1 1 m o m e n t o i de a t i v o
"ca nce lli " e di proge t t i . u·apassava sol l ec i tamen­
C o n i d i segn i , i n nanzi te dai d isegn i a i piccoli
tu t t o . Ce ne restano b o z z e t l i d i t e rr a c o t t a ,
molti ( i n gran parte u n m e a. o p roge t t u a l c
conservati n e l M u s e u m c erto p i ù congen iale.
d e r bil denden Kt wste a C i è a n c o ra p o ss i b i le
L i p s i a e a W i ndsor Ca­ seguire questo i t i nerario
s t. l e ) ed è i n teressa n te o perativo relativam e n te
n o t a re c o m e in genere a i d u e a n ge l i e s e g u i L i
si tra l l i di appu n ti essen­ per p o n te San t'Angelo e

; d a l i , s o l o t a l vo l t a fa t t i p o i i n ve c e c o l l o ca t i . a
trad uiTe i n de uaglio da­ San t'Andrea d e l l e Frat­
g l i a i u ti stessi . te. Per q u e l lo con l ' f n 1·i,
È n a tu ra l e c h e per le da u n o s c h i :a: o gTati c o
ope1·e c h t: i nt es<- <!segui­ d ' i n s i e m e e u u o s t u d io
re person a l m e n te. come di testa ( Roma, Gabinet­
Qui sopra:
la Ve1ilà, la Sa.nla Teresa., i to Nazionale d e l l e Stam­
santi d e l l a cappelh1 Chi­
A l.essnndro lTJI
p e ) , Be rn i n i passò a b e n
( Hi72 ) , bozzetto;
gi a Sien a , bas tassero a q u a u ro hozzc tti eli terra­
Lon d ra ,
Be r n i n i d i segn i che c o l l a ( u n o a Roma, Pa­
Vit toria a n d Alben
avessero i l caratt e re d i l azzo Venezia; un a l t ro a
M u seu m .
pri m e a n n o l az i o n i , lo Londr.a, col lezione R. D.
s vi l uppo d e l l e q 1 1 a l i si Davis c d u e a Cambrid­
sarebbe dato sul fi lo d e l ­ Bernini aveva ge, Mass . . Fogg Muscum
la c:rgsci t a del l ' idea c rea­ preparato disegni o f An) ; per q ue l l o con
t iva, n e i ! ' atto stesso opt:­
dettagliati la c01·o na di s p i n e i boz­
de] n1 onumento ze l l i ri m ast ici so n o c i n­
rativo. An che se n o n c i
e q uesto b ozzetto que ( u n o nella stessa
resta no disegni p e r tan­
di terracotta
a l t re o p e r e effc rriva­ c o l l e zi o n e Davi � . u n al­
te

« d i s u a p ro p r i a
r n eJHC:
per lastatua
u·o al Louvn:: , tre a Cam­
del pon tefice che sarà
mano», si suppone che b r i d ge ) , preced u t i da
scolpita da Michele
p m·e ne abbia fatti ne!Ja 1 1 11 d i segn o , cons e r v a to
Maille.
stessa forma d i appun t i . a I . i ps i a . che è poco pi ù
E però a n c h e pe1· ope­ di una "si l houette".
re alli d a te al i ' esec u z i o ­ A destra: Nel s u c c e d e rs i dei
ne d i a l t l ' i , Bern i n i f ò rn i Lon�:,ri.no bozz e t t i l ' i nvenz i o n e
a p p u n t i som m a r i , r a p i ­ ( 1 628-1 629 ) , n o n è tc n t ativa, m a i n sé
diss i m i sc h i zz i come bozzeLlo; "com p i u ta''; e tan to più
q u e l l o p e r i C:he r u b i u i Cambridge (Mass. ) , "co m p i u t a " quanto m e ­
de l l a navata d i S a n Pie­ Fogg Museum of Art . n o i bozze tti s te s s i sono
tl·o , eviden teme n t e con­ v i n c o l a n t i sull 'esito defi­
fid a n d o n e l l a c a p a c.i tà
È i1 bozzetto n i t ivo.
di terracotta
dei suoi colla bo1·atori d i f l " p r i m o pe n s i c 1 · o "
per la statua
i n te n d e J·e i l ''co n ce l l o " (q uesto è il ter m i n e che
di San Pietro .
n e l l a sua i n ti m a i n tere�.- al lora si u sava ) gralìco o
Qui accanto: n o r i " , s o n o i rr e p e r i b i l i ;
A ngelo r.on la carona m a dai d i segn i superstiti
di spine ben si com prende come
( 1 667 c i rca) , disegn o ; n o u fosse van a m e n te re­
Lipsia, to r ica l ' affen11azione l'i­
M useum p o r t a t a da 13 a l d i n u c c i :
der bil d e n den << N e l l ' o p e re s u e o gra n­
Kùnste. di o p i c c o l e c h ' e l l e_ s i
Fu s s e r o . c e 1· c.: a v a , p e r
A sinistra: quanto era i n sé, c h e ri­
Sl.udio fJer cheru!Ji.ni
l u c e s s e q u e l l a b e l l ezza
( 1 645 ci rca) , disegno;
di corJ cello, el i che
Lipsia
l ' o pe r a stessa s i r en d eva
M use u m
ca pace e d i ceva che n o n
d e r b i l de n den
m i n o re s t u d i o e d a p p l i ­
Kun s te .
c az i o n e e g l i e r a so l i to

Bernini sottopose p o r re nel d i segn o d ' u n a


nel 1 645 i " disegni" I a m p a n a di C] Ue l l o c h ' e '
della decorazione s i ponesse i n u n a n o b i ­
al parere l i s s i m a fabbri ca» .
della Congregazione N o n p u ò n o n ve n i re a
della fabbrica m t'n te che un pari t o ta­
di San Pietro . le i m pq; n o p rofessio n a­
Q uesto è il solo le e r a s 1 a 1 o csp 1·csso da
che ci resta, Ca ravagg i o , · c:; c o n d o l a
non più che testi m o n i a n z a d i V i n ­
un rapido schizzo. cenzo G i u s ti n i an i : << D is­
se che tan tp m a n i ht t r w·a
g l i er<� a Fa re un q u a d ro
b u o n o d i lìo•·i come di
tìg u re>> .
La " tota l i t ;ì e i n tegra­
l i tà'' d e l "fare " a rt is t i co
di Bern i n i n o n a p p i a u i ­
s c e c o m u n q u e l e d i s t i n­
t e c i rcostanze i n u n a
asn·ana s i g l a s ti l i stica: gli
mode l l ato è g i à u n n u­ fl usso opera tivo c h e c r ·e­ tu t t ' a l t r o che m o n u­ o g ge t t i s u n t u a r i non
c l e o i m m ag i n a t ivo p r e­ sce su se s r e s so sta a n c h e memali . erano semplici sticamen­
c i so c h e si svo l ge senza il fauo c h e di rado Ber­ Non si c o m p re n de­ te sc u l w r e "in p i c c o l o " ,
sol u z i o n e d i comi n u i tà , n i n i eseguì "mode l l i " rebbe la fisi ono m i a a r t i­ b e n sì s p e c i fi c i " m o d i "
senza mecca,n i co deter­ p i ù dcli n i t i e d i maggio­ stica d i Ber n i n i se non si ( n e l p a r t i c o l a re s e n s o
m i n i s m o n e l l e s uccessi­ ri d i m e n s i o n i dei b o z ­ tenesse anche con to del­ l'e n o m c n o l ogico c h e i l
ve fasi d i l avo ro . ze t i i : q u e l l i c h e ci s o n o l e sue i n ve n z i o n i di og­ te r m i n e " m o d u s " e b b e
'
Le s t e s s e c o n s i d e ra­ p e r ve n u t i (e s i c o l l ser­ g e t t i s u n t u a r i , c o m e la n e l l e s t e ti c a e n e l l a con­
zioni posson o valer·e p e r va n l> 1 r e l l a f a b b r i c a d i com ice d ' u n o specc h i o sapevo l ezza degl i m·ti s t i
i bozze tti d e l Lungi n o: al S a n P i e tro ) fu ro n o i n ­ p e r C r i s t i n a d i Sve z i a d e l S e i ce n t o ) d e l p ro­
"pri m o p e n siero" recen­ fatti appro n t a ti pe r spe­ con l a raffi gu raz i o n e del d u rs i de l l ' i m magi n a z i o­
te m e n t e r i t r o v a t o i n citi c h e rag i o n i tecn i c he , Tem.fw che sve[(, la Verità n e . In q uesta s tessa c h ia­
fram m e n t i ( Roma, Mu­ la fu s i o n e di parLi d e l l a d e l l ' effigie 1·ispecch iata, ve fen o m e n o l ogica sono
s e o di R o m a ) t�1 segu i to c a t tedra e d egl i a n ge l i d u e a l a r i con l e Lig u r e da considerare anche l e
q u e l l o famoso conse rva­ de l l ' a l tare d e l Sacra­ di Verm11 e di Vulcano, la ta n t e i n ve n z i o n i d i ap­
Lo a Cam b r i d ge ; i l boz- m e n to , p u re n e l la basili­ Rosa. d 'm·o v o t i va p e r l a parati efli mel"i e di alle­
1- e t t o p e r l a fi g u r a d i ca d i San P i e L r o . · cappella Chigi a S i e n a, c s t i m e n t i t e a u ·al i , per i l
t\l es.w ndm VII ( Lo n d ra , Bern ini i n sostanza poi a.r J cora s u p p e l l e u..i l i sagace servi rsi d i fo rme
Vi c t o ri a a n d .Albel'l i'vl u­ n o n s i d i sc os t ò d a l l a d i c u l to ( i cand e l i eri e i l i n g u i s t i c h e , di già ben
se u m ) , c h e s u l m o n u­ prassi p r c paratol' i a r: o r­ c m c i lìssi pe 1· g l i altal'i di assodata tra d i zio n e , co­
m e n to fu n e nr r i o s a r à rcme: q uel che è p e c u­ S a n P i e t r o ) c p e r fi n o me i m ptùso per irw ova­

re a l i z z a t a d a M i c h e l e l i a re è bensì r eme,·gen­ p a ra rn e n t i sa c r i ed e l e­ z i o n i fa n r as t i c h e · e a n ­
Ma i l l e , è u n a "idea " che za i m m e d i a ta del '"con­ m e n t i o r n am e n ta l i d i che p i ù p r o p r i am e n te
già c o m i e n e w t LO i I t e­ c e t t o " e d e I l a con n o ta­ t ro n i , al tl'i arredi e car­ tec n ic h e , l ' o b i ettivo del­
ma espressivo del l ' a ne�­ z i o n e s r i l i s t i ca. rozze. le q u a l i e ra pw· s e m pre
giam e n to d e l pon te l'i c e CI i s tessi c a ra u e r i s i M o l t e di q ue s t e p ro­ l ' u n i t à de l le a r t i v i s i ve.
a�sono i n p re g h i era . rmu r i fe s t a n o n e l l a p r e ­ d u z i o n i . fo r s e p r o p r i o
A r i p r· o v a d i q u e s to p a r az i o n e el i opere perc h é co n s i d e rate "mi- O. F.
I l " be l composto "

ER LE STATUE ORDINATE
da Sci p i o n e Borgh ese B e r n i n i aveva sr. udiaLO u n a c o l l o c a z i o n e
n e l l e sale d e l l a v i l l a ( po i b a n a l men te m o d i f i c a t a ) c h e m i rava a

o tten e re l ' i l l u m i n az i o n e o t t i m a l e dal l e fi n e s lrc c so pra l l u t t o a

isti t u i t-e u n rappo rto "con " g l i a m bi e n t i e u n rappot·to con l ' ac­
cesso d e l vi si tatore "negl i " am b i e n ti L a l e da va l o rizzare l ' effe tto
del m o to "con trapposto" d e l l e azi o n i ra p p resen tate .
Per la Santa Bibiana, l ' ape rtu ra d ' u n a fi n e stri n a n e l l ' a rco
sovras tan te l ' al tare dete r m i n a u n fasci o d i l u ce verso cui si i n d i­
rizza lo sguardo d e l l a sa n ta : la l u ce reale d i v i e n e la l uce tra­
scen den tale d e l l a vision e estatica.
Sono questi i pri m'i segn i d i u n c r i te t· i o c o m posi tivo c h e
gui derà i n sen so u n i tario l e fasi d e l l u n go i n r.er v e n to n e l l a basi­
l i ca d i San P i e tro dal baldacc h i n o a l l e " l ogge " d e l l a cmciera,
al l a d ecorazi o n e della n avata e inlìne al l a cau.cdra .
na p i ù c o m p i uta e serra ta d i m ostraz i o n e d i tal e c r i te r i o
s i a v r à n e l l a c a p p e l l a R a i m o n d i a S a n P i c t n) i n M o n t o r i o
( 1 640- 1 647) . B e r n i n i l asciò ad An d r e a Bolgi e a N i colas S a l e
l ' esec u z i o n e d e l l e tom be d e i m o n sign o ri G e r o l a m o e Fran ce­
sco Rai m o n d i e a Fran cesco Ba ra tta q u e l l a del r i l i evo sul r al ta re
c o n l ' Estasi di s a n Francesco, ma si c o n c e n trò t u t t o n e l < : r -c a n:

u n a parti tura a rc h i te tton i c a u n i t a r i a , defi n i t a d a l l a lrabeazio­


Nella pagina a fianc o : Qui sopra: ne, dal l o s ti l o bale c o n un fregi o s i m b o l i c o , da1 1 e se m i co l o n n e
cappe l l a Corn aro ca p p e l l a Rai m o n d i e an c h e d a l d i segno d e l pavimen t o . Il r i l ievo c o n cavo su l l ' a l ta­
( 1 647- 1 65 1 ) ; ( 1 640-1 ( )4 7) ;
re c o n c h iude , e n t r o un n specie di tabe r n a c o l o , q uesta deli n i­
Ro ma, Rnrna,
SanLa Maria San P i e t ro z i o n e spaz i a le e pre n d eva l u ce da d ue l i n e s l rt- l a t era l i, l q u e l l a a
della V i u o ria. i n M o n tor i o . destra è stata p o i m u rat a ! ) . Al c a n d o re d e i m a r m i e de l l e pare­
t i , esaltato da queste luci m o r b id e ( a n c h e la s i n go lare con ca­
Si può considerare È la prima capp ella
v i tà del r i l i evo s u l l ' a l tare serve ad a t t e n ua1·e i c o n trast i d ' om­
il manifesto funeraria interamente
del concetto progettata da Bernini . bre ) , fa Jiscon tro, solo c o n u·ap p u n to uo m a t i c o , l a d e c o raz i o n e
berniniano pi ttorica e a sLucc h i de l l a vò l ta c h e s ' apre n e l l a porzione c e n­
del "bel composto " , tral e , de t er m i n a n d o u n o spazio u l te r i ore , trasce n de n t a l e , con
dell'unità tematica
e visiva
l a raffigu raz i o n e d e l l a Glori(l. r:eleste di san Fran cesco ( " Fran ciscus
tra arch itettw·a, a l r. e r C h r i s t u s " ) d i p i n l a d a G u i d u b a l d o Aba t i n i e G i ovan n i
scu1tura, pittura Fra n c esco Ro man e l l i .
e decorazione.
L' i n tegraz i o n e o gge t t i va e r i g o r o s am e n te t e m a t i c a t r a
Qui accanto e
nella pagina a fianco:
C(/.nlin ab: della famiglia
Cornaro;
Roma,
San La Maria
della Vi uo ria,
ca pp e l l a Cm· n aro .

L'idea
dei personaggi,
defunti da tempo,
che assistono
come viventi all'estasi

della santa,
esalta il carattere
eli "epifania"
devozionale
dell'intero
com p less o .

l ' ambien te ; le scul ture e I a · decorazione pittorica cor risponde


già a pieno a u n proposito globale della rapp rese ntazio n e arti­
stica decisamente in n ovativo e anticonvenzio n ale, e del quale ­
come rico rdano i primi biografi , D o me n ico Bernin i e Filippo
Baldinucci - Bernini e bbe lu cida c o n sa p evo lezza: <• È con cetto
mol to universa l e ch ' egli sia stato il pri m o , che ab bia tentato di
unire l ' arch i tettura colla scul Lura e pi t t ura in tal modo, ch e di
tutte s i facesse u n bel c o m posto; il che egli fece c o n togliere al­
cun e uniformità odiose di attimdin i , rom pendole talora senza
violare le buone regole, ma sen z a o b b li ga rsi a rego la; ed era
suo de tto ordinario in tal p roposi to, che chi n o n esce talvol ta
dalla rego la non la passa mai; vo leva però, che chi non e t·a in­
sieme pi ttore e scul tore, a c i ò non si ci menta sse , ma si ste sse
fe rmo n e ' b u o n i precetti dell'arte » . Questo proposito dive n n e
un metodo proge ttuale e u n p r i n cipi o este tico ( ul timame n t e
b e n analizzati da I r vin g Lavin) p e cu liar m e n te c on n o tativi
dell' opera matura di Bernin i , i l quale n e darà la più compi u ta
manifestaz i one in q u e l l a che, con ironica i m m o d estia, egli defi­
nirà la sua «men cattiva Opera•> , la cappella C01·n aro .
La t rasfor m az i o ne del transetto sin i s tro della chiesa car­
melitana di San ta Mari a della Vitto ria, com m i ssionata dal car­
dinal Federico Cor naro ( C o r n e r ) , rispe tta gli sch e rni dì base
c h e Carlo Mad e rn o , proge ttista de1 1 a ch i esa, aveva stabilito per
tu tte le al tre cappe l l e . È però il sign ificato teologico, in parte
sugge ri to dal n o bile cardinale ven ezian o , a dare il senso della
i n n ovaz i o n e composi tiva: alla dedicazi one a san ta Teresa d ' Avi­
la, fon datrice del l 'ord i n e carme l i ta n o , si associa la cele brazio­
n e della famiglia Corn er, i se tte cardinali com preso lo stesso
Federico, e il doge Giovanni suo padre , che non sono qui se­
p o l ti : questa non è u n a cappe l l a fu n eraria in senso proprio, ma
un sito commem orativo. l cardinali e il doge son o così raffigu­
rati come vive n ti , in devoti colloqui tra di loro; si affacciano da
'coretti " ol tre i quali si scorgono maestose arch i te tture i n pro­
s p ettiva converge nte verso l ' altare d e l l a cappella: sono e n tro
spazi fi tti zi, che u l teri ormente dilatan.o lo spazio del l ' ambiente
real e . La loro prese n za è evocata, ma figurano come testi m o n i
attivi del l ' evento mistico della Transverberazione d i santa Teresa
c h e si c o m p i e sull ' al tare , e n tro u n a n i c c h i a ovale racc h i usa
dal l ' andam e n to convesso delle colo n n e binate e del tim pan o .
Bern i n i riprende ancora l ' idea del l ' altare-tabernacolo già
enun ciata nella cappe l l a Raimondi e anche nella siste m az i o n e
de l l ' a l tare de lla chiesa di San Paolo Maggi ore a Bologna, n e l
quale la struttura racc h i ud e il gran de gruppo della Decollazione
di san Paolo di Alessandro Algardi ( 1 634) . In tal modo si viene a
11 1
Qui sopra e creare un al tro spazio particolare, que l l o del miraco l o , che ha
nella p agi na a fianco: u n a sua prop ria L uce proveniente, con i nge gn oso accorgimen­
Transverlwrazione.
to , da un picco l o vano finesu·aro all ' este r n o della cappella, e
di santa Tem.i'tl,
i n tero e particolari ; convogl iata dalla raggiera dorata s u l gruppo sco l p i to .
Roma, La escl usività d e l l o spazio della Transverberazione è però re­
SmHa Maria l ativa, perché si dilata in stre tta u n i tà tematica nella vò lta con
del la Vi ttoria,
gli stucc h i c h e rap p rese n tano epi sodi della vi ta della san ta e
cappe lla Corn aro .
c o n la g l o r i a di a n g e l i d i p i n ta : i l m o m e n to d el l ' estasi, della
L'esperienza m o rte-per-am ore che allude al sacrificio eucaristico, si sublima
neo-mistica si fonde
nella gloria celeste, i n q ue l l a visio n e. paradisiaca verso la q u a l e
con una passi o nalità
reale, quasi al limite
an siosamente tendono a n c h e g l i schele tri d e i morti , raffig urati
dell'erotismo. come riso rgen ti nei tondi di ''m arm i commessi " del pavi m e n t o .
A d ifferenza d i q u e l la Rai m o n d i , l a cappella Com aro è
policrom a, ri vestita di marmi rari (e p ure la scel ta di q u e sti e
dei loro colori aveva signifi cati emblematici ) ; e anc h e l e parti
sco l p i te sono tu tte di mano di Be•·n i n i .
L'artista portava, i n q u esta i n1 ponente im pagi n azione sce­
n i ca, an c h e le proprie esperienze teati·a l i . Da te m p o egli si era
d i l e ttato a comporre farse e comm e d i e , curan done pure gli al­
.1estimen ti per il teatro dei Batberi n i ( come que l l o del l ' inter­
m e zzo La fiera di Farfa d e l 1 63 0 , e de L 'innocenza difesa del
1 641 ) con mi rabolanti congegni scen ograJi c i ; ed era s t ato idea­
tore di n umerosi app a rati e ffi m e r i , q u ali catafal ch i , "macc h i­
n e " per La devo z i o n e d e l l e Quaran t ' Ore, perfino gio c h i piro­
tecnici . E però propr i o la realizzaz i o n e della c ap p e ll a Con1aro
d i m ostra come la "teatral i tà " de l l ' arte bern i n i ana non si ridnca
alla parvenza artifi c i osa, ma si sost<UlZi di seri con le n u ti espres­
sivi , sia un "metodo d e U a persuasi o n e " (e in questo palesemen­
te con corda col sign ifi cato che al teatro d e uero i gesu i t i ) e un
sistem a li n gui s tico che lega tra di l o ro l e vari e tecniche artisti­
c h e . La cappe l l a Cornaro è il culm i n e , i r r i peti bi l e , dell ' id e a
berni n ia n a della totalità e integrali tà dell'Arte .
Egli torn e rà s u taluni accorgimen ti q uan d o , a d ese m p i o ,
darà il prog.etto d ella decorazione della vòlta della ch iesa d e l
Gesù, d i pin ta da Gi ovan B attis ta Gaulli, con l ' e stensione della
rappresen taz i o n e oltre l ' incornicianu-a real e ; opp u re ideando
il condizionamen to di spazi aperti - da piazza N avona a ponte
San t'Angel o , a p iazza San Pietro - m e d i ante i n terven ti di archi­
te ttura e di s c u l tura che riassorbono la fo rma urban a.
Sarà comun que, la sua, un 'es perienza i n accessi bi le ai suoi
collaboratori e seguac i : perché, com ' egli appunto diceva, « c h i
n o n era insieme pi ttore e scu i Lo re , a c i ò n o n s i cimen tasse , m a
si stesse fe rmo n e ' buo n i prece tti de l l ' arte » .
FRANC ESCO PI ETRO A L E SSAN DRO
MOCHI BERNINI ALGARDI

!VIontevnrchi, 1580 Sesto Fiorentino, 1582 Bo logna. 1589


Roma, 1 654 Rom a, 1 629 Roma, 1 654

i formò con: e �i t tore i ìt che d;tl 1 i mcinio


E P
ra s t a to a F i renze al­
S presso Sanu d J T1to. l ievo di R. Siriga n i ; presso l o s c u l L Ore
A Roma e n t rò nella bol­ si trasferì q u i n d i a Roma G i u l i o Cesare Co n ve n t i ,
re ga d e l l o scultore ve n e- e, d a l 1 5 8 4 , a N a p o l i . i l s u o o r i e n tamen to c u l ­
to c a m i l l o r.·J a-
�������������Cli I n i z i a l m e n te l a v o rò per t u r a l e s i fo r m ò s t u t l i an­
rian i , con
q uale col.l aborò
il \11 ch iese
( Sa n ta
di prov i n c i a
Cateri n a. d 'A. les­
do p i t w ra so tto l a guida
d i L u d ov i c o Carrac c i .
pe r il r i l ievo san drio c r i l ievo con la Dal 1 lì 2 0 al 1 6 2 4 fu a

c o n La fn-esa rli JH a do n n a d e l l a n et• e a M a n tova, al s e r v i z i o d i


Strigonia. e la sta­ Tcnan ova Sa p p o M i n u­ V i n c e mo I l d ' Este per i l
Gio­ San/a Caterina, "ìanla q u a l e eseg uì p i c c o l i lavo­

111
t ua di San lio;
vanni eva ngi!li­ L1uùt e due ange l i a Mo­ ri in avo l'io e in arge n to.
sla ( 1 6 1 1 ) n e l l a rn n o Calabro, 1 59 1 ) . A Dopo u n viaggio a Ve ne­
c a p p e l l a Pao l i­ N a po l i ese gu ì i · a m i p e r z i a , g i u nse a Ro m a n e l
na in Santa M a ­ l<t c e n o s a eli San M a r l i ­ 1 62 5 , acco l to d a Dome­
ria M agg i o r e . IJO, ai q u a l i segu i r o n o i l n i c h i n o t d a l card i n a l e
I n t a n to aveva Sun /IJ SI.Pjanu e i l San /.� Luclm·ico Ludovisi, per il
e s e g u i t o l ' A ?'t · 1·enw ( I 602 ) del d uomo qua le eseguì restami d i
gt4o a.mmncianlt• d i A m a l ri c le s cu l LU re sr.ante <m tiche.
( 1 605) , la Vmgi­ de l l a c a p p e l l a RufTo a i l .a p r i m a i m p o rt <l n te
ne a n u u. n z i a l a G e r o l a m i n i re a l i z z a te c o m m i s s i o n e fu p e r l e
( 1 608) e i l San tra i l 1 603 e il 1 605; d i s t a tu e d i s t u c c o d e l l a
Fili1'fJo ( Hi l O) del d u o m o q u esto stesso tempo so­ Maddalena e d i Sa n Gio­
di Orvieto. N e l 1 6 1 4-, per no la g r a n d e : Mado n n a TJ( tn n i Eva n geLis t a ne I l a

i ncarico di MaJTco Barbe- c o n i l Ba:m/Ji un l! s a n Cio­ c a p p e l l a B a n d i n i a San


ri n i, i n iziò l a Santa 1\'Jm·ta va n u:ino di San .\•1ar t i n o S i l v c s t r o al Qu i ri n a l c
per la cappella Barbel"i n i e l e s ta t ue del M o n te d i ( 1 6 2 8- 1 6 2 9 c i r c a ) c h e
a San t 'A n d rea d e l h1 Val- P i e tà. p a l e s a n o a p p u n to l ' i n ­
l e , co m p i ma n e l 1 6 2 0 . T r a s fe r i t o s i a Ro m a R usso d i D o m e n i c h i n o ,
C h i amato a Piacenza da c o n l a fa m i g l i a t r a i l i l q uale aveva p rocu r ato
R.an u cc i o Fa r n ese, v i n:.� l 605 e i l 1 606 reaJizzò l ' i n e<ui c o . Già nell'Estasi
stò .f i n o aJ 1 629, dedican- l a g r a n d e pala m a r m o­ della Maddalena i n bron­
dosi ai mon u m e n t i eq ue- rea c o n l ' A ss u n t a d e l z o e n e l l a Glorio rlella.
s t r i di Ranuccio e Al es- battiste ro d i Santa Maria Maddalena i n m a r m o per
s<mdro Far nese. Ton1ato Maggiore e l avorò n e l l a La ch iesa d i Sai n t M a.. x i­
a Roma nel L 629, eseguì cap p e l l a Pao l i n a ( l' i l ievo m i n i n P mve n z a ( 1 633-
per i B;u·berin i i l bronzo c o n l ' lnco·ro n a:z: i o n e d i 1 636) si man i fesr.a tutta­
di Carlo Barbe/i ni a cavallo Clem.enle VIli e Cmiatidi) . via u n a i n tet·p r e t a z i o n e
( 1 630 circa ) . Bern i n i g l i D e l 1 6 1 2 è il busto d i d e l l ' i n d i r i zzo dass i c i s ta
fe c e affi dare l ' i n ca r i c o A n tonio CopfJola a San affine al "neo-vc n e t ismo"
della Vero n ica ( 1 6 3 !'1 - G i ova n n i d e i F io re n t i n i c h e allora, n e l l a p i tmra
1 6 39) p e r l a c rociera di e d e l 1 6 1 fì l a s t a t u a el i d i A n d rea Sac c h i e d i
San P i e t ro . To rn ò poi a S a n G i o v a n n i B a l l is t a P i e t r o d a C o r to n a , i t i ­
lavorare per il duomo di n e l l a cappel la Barber i n i t u iva le premesse d e l Ba­
Orvi e to ( Sa n 7àtldeo, a Sam'Andrea del l a Val­ rocco.

1 6'1 4 ) . le. P e r al tri l avo ri de co­ Algardi portava allora


U l d mc sue opere furo­ rativi n e l l a stessa cappel­ atte n z i o n e a n c h e a l l ' o­
no i l Battesimo eli Cristo, la ebbe come ai u to pera di B e r n i n i , con u n a
che avrebbe dovuto esse­ Gian lm·enzo, e così per l i bertà d ' i nt e r pretazione
re colloc ato in San G i o­ a l t re c o m m i s s i o n i B o r­ c h e n o u de n e u eva dal
van n i dci Fioren t i n i a Ro­ g h e s e ; i l rap p o r t o r a p i ­ proprio fo n d a m e n to d i
ma, ma fu p raticam e n te dameme .� i in v e rt ì e sarà culrura. Ciò si n o ta parti­
rifìu tato: ora è nel ·Museo FilifJ­
Qui sopra: q u i n d i P i e u·o a col labo­ colarmente nel San
d i Ro m a a p a l azzo B ra­
Francesco Muchi , r a r e , p e r i l resto d e l l a /JO Neri e l 'angelo ( 1 635-
sc h i , ovc s o n o s t a t e re­ Veronica sua vi ta, con il figl io. 1 640) d e l l a sa g res t i a d i
San ta M ar i a i n VaJ l icella,
Ctntemente trasferi te an­ ( 1 635- 1 639 ) ;
che le staruc di San Pietro Ro ma, nel grande gruppo della
e San Paulu ( i n i z i a te nel San Pi etro , Decullcuione eli .m n Pa.olo
1 638 ) , per San Paolo. tri buna. ( 1 638- 1 643) d e l l ' al tare
della c h i esa di San Pao lo X e di OlimfJia Maidalchi­ clobran d i n i . La po e t i ca
a B o l og n a e p o i n e l se­ ui ( Roma, Galleria Doria c l a ss i c i s t i ca , r i r o nside­
polcro di l..eo nP Xl ( 1 631- Pa rn p h i �j ) e di Prospero rara a l l a l uce del " n eo­
l fi !> O ) i n San P i e t ro i n SantacrocP. ( Roma, San ta FRANCESCO ven e t..i s mo · · de l la p i mm1 G I U LIANO
Va ticano, ovc l ' evicle n le !\•!aria d e l l a Scala) è u n a ro m a n a degl i anni
BARATTA F I N E LLI
ri presa del mode l lo ber­ !{a l l e r i a el i p e r s o n a g g i Tre 1 1 r a , è u n a c o s t a n t e
n i n iano d e l se pol c.-o d i r a f 'fì g 1 1 ra t i c o n s t r a o r d i ­ Massa Cannra., 1590 cirm d e l l ' o pera d i D u q u e ­ Carmm, 1 601 u ! 602
Urba no 'v'TI! s i r i c on d u ce I Ja r ia ac utezza ps i c o l o gi­ Roma, 1 666 s n O )'· t e l l a Sa n / a Suscm­ Roma. 1 653
com­
i
a classica sever i tà di ca, che rivalcgg i a n o con na (.l 6 3 3 ) d e l l a eh i esa
i più a l t i raggi tmgi m e n ti educò a Napoli ,
F S
posizio n e . tra le maest ranze
u eli San ta 1\'i aria d i Lore­
d i papa
C o n l ' elezione d e l l a ,-i t nl l l i s L ica b c r n i­ c h e l ;wonu·o n o p e r to - uve è evidente il ri­ o v e e ra s ta t o c o n ­
I n n o c e n zo X P;1m p h i l j , u ia n a . Bern i n i a i p i l a s t r i d e l l a c h iamo al m o de l lo c las­ d o l l CJ d a l l o z i o V i t a l e ,
Alganli divi ene na\'ata eli Sa l i P i e t r( J . Poi sic o d e l l a Unmia Capito­ "mar rnoraro ", n e l l a bot­
l ' a n i s r a p re d i­ ebhe, se m p re n e l l a c e r ­ lina -, nei monumenti tega d i M i c h e l a n g e l o

leuo del la n uo­ c h i a ber n i n ia 1 1 a , i n c a r i ­ fu n e b r i d i r\r/riaen Vry­ Nacc h e r i n o .

va corte p o n t i­ h i p i ù i m portan t..i : i l r i ­ bu rdl ( 1 629) e di Ferdi­ N e l 1 6 22 s i trasfe r ì a

fi c i a , per la l i evo cnn I " E�tasi d i ·a ·11 n a n rl T'fl ll d t' l l F:_l' ll. rll' Ro m a e c o l l a b o 1·ò c o n
fJ u a l c c o s t r u i ­ l'm.n resco n e l l a c a p p e l l a ( l < i 3 � - l fi4 0 ) e p o i n e l Be r n i n i a l l 'Apollo t: Dajile
s c c i l "Ca s i n u Ra i rn o 1 1 d i a S a n P i e tro r i l ievo s 1 t l l " a l t a r e F i l o­ d e l l a gal l e r i a Bm·g h ese,
delle A l l egrez­ in M o n to r i o . la f i g u r a rn <� l ' i n o n e l l a c h iesa dei a l l a Srm ltl Biliia n a t' a l
le" ;1l Gian i co­ del Rio della [J{nta n e l l a San t i Apos tn l i a :\' a p o l i b a l d ac:c:h i n n . svolge n do
lo ( l fitl4- J 652 ) . ro n t a n a d e i F i 1 t m i e ( 1 63 6- l fì,l O c i rc a ) è i n ­ p u re u n a cosp i c u a aui­
L'opera p 1 u q ue l l a d e l M o ro n c l l ' al­ l'a l l i l a p i ù e s p l i c i t a a l:. v i t ;'t a u t o n o m a . c u rn e

i m po rt a n te d i [ra fo n ta n a a p i azza Na­ fe r m az i o n c i n s c u l tura per l ' a ngeln d e l l " a l t a r


q u esto mo­ vo n a . Tra le sue produ­ d e g l i i n d i r i z z i d e l l "' i ­ m aggio re d i Sa n t ' Agos t i­
men to è la z i o n i a u to n o m e ebbero d e a l e c l as s i c o " n e l l a no, l a Sa n t a Ce c i l i a
g r a n de pala un posto i m po r t a n te le s p e c i fi c a ac c e z i o n e ( 1 629- 1 6�3) a San ta !v1a­
d ' a l t a re m a r ­ scult.ure da giard i n o ese­ po uss i n i a n a. ria di LorC"I.O c i l busto
morea, i n S a n Pietro. raf: !,TU i t e per la c 0 rte el i Sas­ D u q u e s n oy e ra stato di lvlichelangelo 81IO'YI.i'L1To­
fi g u ra n te l ' lnr.o n t 'l'o di son i a , a D resda. a n c h e a tte r t .t o a i p r i m i ti il Giovane d e l 1 6�0 ( Fi­
Leo u e l e A l l i la ( 1 ()'l 5- m o m e n t i d e l l ' o p e ra d i r e n z e . Casa B u o n a rr o ­

1 6 .'i 2 ) , d e l q u a l e e s i s t e Ber n i n i e con l u i col l a­ ti).


anche il modello eli stuc­ borò a l b a l d a c c h i n o e R o t t i i ra p p o rt i c o n
co ( n e l l ' O r a t o r i o d e l l a fec e p o i i l San l 'And·rea Be r n i n i . c h e g l i aveva

Val l icella, ove è a n c h e i l FRANçOI S a.fwstolo pe1' l a c r o c i e r a prefe r i to il B o l g i n egl i


mode l l o d i u n Mimcolo d i San P i e u·o ( c o m p i u­ i n ca r i c h i per la croc iera
D U Q U ES N OY d i S a n P i e t l·o . t o r n ò a
di san l 'ilgnese c h e av re h­ to n e l 1 640) .
be dovuto essere sco l p i to N a po l i , n v c ese g u ì i m ­
Bmxelle,�, 1 5 97
per l a ch iesa d i San­ po n a n t i lavori per l a
Livorno. 1 64 3
t'Agnese a p i azza Navo­ c a p p e l l a d e l Te s o r o d i
na ) . S e m p re p e r J n n o­ san Ge n naro i n duomo:

A
p p a n e ncva a u n a
c e n z o X A l g a r d i p ro­ fa m i g l i a d i scul tori le due sta t ue di marmo
gettò i ril ievi che avreb­ cd ebbe i n patria la sua d i San Pietro e Sa n Paolo

b e r o d o v u to o r n a re 1::1 p r i m a i s u· u z i o ­ ( 1 63,1- 1 fi:J 8 ) e le u·ecl i c i


n av a t a di San G i o v a n n i n e a n ist.i c:a. Dal s t a t u e di b ro n zo d e i
in L a te r a n o e d e i q u a l i 1 6 1 8 v i sse a Ro­ Sa n l i f){l lroui rli NafJoli
r e s ta n o solo i mode l l i ma; n e l 1 6 24 di ­ ( l ti3 7- 1 648) .
co l l oca l i i n s i t u p e r l ' an­ ve n n e a m i c o d i L ' a t t i v i t à a Na p o l i fu
no san t:o del [ ()50. i\J t ro N i co l as Pouss i n fo l t i s s i m a c c o m p r e s e
lavoro c o l l e ttivo p r o ge t­ e l ' i n fl usso d e l a n c h e l'i t ra t t i d i grande

tato da Algard i fu l 'al tare pittore è p a l ese ç o m e i l b u s to


q u a l i t à.
del l a ch iesa di San N ico­ già nel ri l i evo d e l /V[mdum: tli Torrecu.so
la da To l e n t i n o , p e r i l raftìguran L e u n ( l ti43) a San G i ovan n i a
quale lavorarono France­ Baccanale d i put­ Carbo n ara. Tor n ò a Ro­
sco Baratta. Et-cole Ferra­ Qui sopra: ti des tinato a l h · l ma a l l a fi n e d e l ·1 650 e

La e D o m e n i c o G u i d i ,
Alessan d ro Algardi, v i l l a P a m p h i lj p o r t ò a c o m p i m e n to i l

scultori c h e sol i ta m e n te Der.a.pitazione ( ora n e l l a galle­ cenotafio el i Vùginia !Jo­


c o l l aboravano con Ber­
di san Paolo na Doria nan ni. a Santa Cate r i n a
nini.
( 1 64 1 circa- 1 647) ; Pam p h i lj ) e n e l a M ag n a n a p o l i . a " p c n ­

U n o degl i asp e t t i p t u
Bologna, r i l i ev o c011 dan t'' d i q u e l l o d i Ci1.t ­
San Paolo. sefJpe Bonmmi, che aveva
sign i ficativi dell 'opera eli l. 'JI ·m m· sacro che
Algardi è c o s t i LU i tn d a i a h h a. t te l 'A m o'l' p·rufa n o i nviato a N a p o l i . Negli
A destra: u l t i m i a n n i a Roma ese­
riu·aui : dal busto d i Lu­
Fran çois D uq uesnoy,
( Roma, gal l e r i a S pada) .
dovico :t.acchia ( Be rl i n o , La fo n t e d ' i s p i raz i o n e g u ì r i prod u z i o n i el i sta­
San l 'A ndrea
S t aa t l i c h e M u se e n ) comune a l u i come a tue an ti c he e dodici
a
( 1 630- 1 6��) ;
quello di Roberto Fmngi­ P o ussi n sono i Baccanali g ra n d i l e o n i d i m a r m o
Roma ,
pane (Roma, San · Marcel­ di Tiziano che erano a l ­ p e r F i l i p p o J V d i S p a­
San Pie t ro,
lo) , a q u e l l i di lnnoce.nzo ttibuna. lora n e l l a c o l l ezione Al- gn a.

45
AN DREA ERCOLE .J A C O P O ANTONIO
B O LG I F E R RATA FANCELLI R AG G I

r.mTa.m, I 606 Pe/Jio lnjèrimr:, Cmno, 1 6 1 0 1\om.tl, l fi l 'l \!ir;o Morcot.e, Como, l 624
Napoli?, 1 656 Roma, 1 686 Roma, 1 6 ì l Roma, 1 686

u
F E F
u a l l i evo in Tosc ana sordi a N ap o l i , c o n ass i d n o col labora­
F
u 11110 dci col l abonJ­
d i l'i e t ro Tacca, con s c n l t u re n e l l a c a p ­ tore di Bern i n i , n e l ­ l l > r i p i ù a p p re z z a t i
i l f) U a l c c o l l a h n r n a i p e l l a d i S a n D i ego d ' A l ­ l a clecon1 z i n n e de I l a 1 1 a ­ dal Bern i n i . r. he s i se r v ì
(lllfl l / m Mori ( l ()2<1 ) d el c a l à a S<m r a Maria l a N o­ l'ala d i S a n P i e t r o , n e l d i l u i � i ii per l a clecora­
va e con la statua di Cm� I. Ì o n e d t· l l : t n a v a t a el i
lo 1\tlmia Camt:t:iolo ( l 64 1 - San f � i e tro, poi a l l a fo n­
1 646) a Sm 1 G i o van n i a t a n a d c i F i u m i a p i azza
C a 1· b o n a r a . Dopo 11n 1 avo n a . p e r l a q u a l e i l
breve sog g i o r n o in R a g g i e s eg 1 1 Ì l a f i g u r a
Abruzzo, nel l fì4 6 si · ta­ d e l Danubio, n e l l a t o m ­
bilì a Ren n a , ove im­ ba P i me n te l a S;m l a M a­
p i a n tò u n grosso ''s t u­ ,· i a s o p ra M i n e r v a . i n
r:lio". P<u·te n o tev o l e del­ gran parre del l a dec.o ra­
la sua a l l i v i t à è costi t u i ta /.Ì o n e di Sa n t a M a r i a del
dal l e c o l l a bon1z i o n i con Popolo ( spe c i a l m e n te
a l t ri scu l to r i . Con Ber n i ­ n e l l e c a n ro l ' i e d eg l i o r­
n i lavonì a l l a n a vata e al ­ ga n i <! n e � l i a l t a r i d c i
la cat tcch-a e l i San Pictn>, baldacc h i n o c n e l colon­ l ra n se t r i ) , e p o i a n cora
fece i Cmcijissi eli bro n zo n a to . E s e g u ì l a ri g u ra negl i sLUcc h i d e l l e c h ie­
per g l i a l tari della stessa d e l Ni lo n e l l a fo n t a n a se eli Casrel Ganclo l �o e
bas i l i c a . ru a n c h e a t t i v o dei Fi u m i a pi azza Navo­ di Sam ' A n d n:a al Qu i r i ­
a San t a M a ria dd Popo­ na. l . sole sue opere au­ n a l c . n e l la ..:appe l l a Chi­
mo li u rn c 1 1 1. o d i Fenl i.­ lo e n e l l a to m ba P i men­ LO I I O i l i C d ' u n a cena i m ­ �i d e l d u o m o d i S i e n a
nando l dt! ' Medir.i a L i ­ t e l a Santa M a r i a sopra p o r t a n za fu ro n o i l l"i l i e­ ( sc o l p ì l a s t a t u a d i Son
vor n o . Trasfcri tosi a Ro­ M i n c 1·va. sco l p ì I<J Sa.ntn vo con le Si hmn a te di sa.u Uenw rd i n o ) e a ponte
ma, e n t rò n e l l a ce rc h i a Ca teri n a rl.a Sie n a n e l l a Fm n cesw <:: i b u s t i d e l l a Sa n t ' A n g e l o ( fece l;1 s i a­
b e n l i n i a n a : e s e g- u i l a cappella C h igi d e l duo­ fa m i g l i a N o b i l i a S a u tu a de l l ' t\ ngtdo mn la m­
Sa nl 'F/�m fl del la cro c i e ra mo di Siena, l' Elt!_/ànlr d i Bernardo ali<: Ter m e . lon na) . I n t u t t i q u e · t i la­
el i S a n P i e t r o , l avorò <1 1 p i a z z a de l l a M i n c r v a , vo r · i Raggi portò un ' i m ­
ba.ldacc h i n o c a.l la deco­ l ' t\ n g;elo r o n la cro ce rl i p ron t a pcrso H a l e eli raf­
raz i o n e d e l 1 ; 1 n avata del­ pon te Sa n t 'Angelo. f i n a tezza di m o d e l l a to e
la h a�i l i c a . A 1 1 cora per i l Co n I ' Ai g a r d i (del di ariosa i n t erpretaz i o n e
Be m i n i l avorò a l l �1 tom­ q u a l e egl i c o n se r vò n e l i n senso d e corat ivo d e l
ba d e l l a ConleJ.m i\ll atilde suo "sturl i o " i d i segn i e i l i n gu a gg i o b e m i n i a n o :
re a l i z zò i b u s t i R a i ­ bozze u i ) i l r a p p o r t o ru
COSIMO
c c i ò s i n o t:a i n panic o l are
m o n d i a San P i e tro i n a n c h e d i m ag g i o re a ffi­ FA N C E L L I nel Noli 11/.1? / u ngere
M o n tol" i o . La sua at tività n i tà c u l t u ra l e , c o m e s i ( 1 6 4 \J ) d e l l a c a p p e l l a
Roma, 1 620
in p ro p r i o conta n o tevo­ vede ne l l a s u a coll abora­ Alalcona nella ch iesa
l i r i u·a u i , c o m e il busto z i o n e a l l ' a l t a r e el i S a n Roma, dna 1 688
d e i S a n t i Do m e n i c o c
di L a wra Fra. ngijw n i N i c o l a d a To l e n t i n o e S i s to , p u re pruge l l a t a da

A
( 1 63 7 ) a San F r a n cesco p o i s p e c i a l me n t:c n e l l a l l i ev o d i Ber11 i n i . Bern i n i . Ca rat Leri a n c he
a Ri pa. Dopo il 1 648 è a s u a produzi o n e autono­ cuu l u i col l aborò a l­ p i ù s p e c i fi c i d e l l a s u a
Napo l i , nve esegui i l s 1 1 o ma. s n •.'e n te d i e l e v a t a le V i r t ù d e l l a n av a t a d i m a n i e ra si palesan o nel­
capolavoro, le to m b e di Qui sopra: q u a l �tà fo r m al e : l a starua San P i e tro e rc a l i uò le p e re a u to n o m e , q u a­
p e rso H a f\' g" Ì d e l l e fa m i ­ An d rea Bolgi, d e l l a Ferie in Sa11 G i ovan­ I ' A n,t,rr.lo co n il l·ndmio per li la Mudouna ton il Bam­
g l i e D e Ca )'() e C a c a c e Sa n t 'Elena ni qei F i o re n t i n i , l a sta­ purne Sam 'Ange l o . P ic­ bino ( _1 6 5 9 C Ì J'C a ) n e l l a
( 1 6!)3) n e l l a capp · I l a d i ­ ( 1 629- 1 639) ; tua d i Sant 'A g·nesfi .1'1.11 To­ Lro da Cort o n a g l i p ro ­ c h iesa di Sai n t .foseph
segn ata da Cos i m o Fan­ Roma, go ,( 1 660) e l a parte i n fe­ cw-ò ne. l Hì."> fi l ' i n c�u-ico cles Cannes a Parig i , n e l
zago i n San Lore n z o San P i etro , r i o r e d e l r i l ievo c o n l a per la l-'ace, h1 (;iustizia, I<I c.: u m p l e t a m c H t o del
Mag�iore . Lribuna. L ajl itl a z. i o lu' d i s a n / 'F:­ Pr u d e n z a e l a Fo·rza i u g nu t d e •· i l i e v o c o n l a
De tte a n c h e i mo del l i merel! à
' ana a San t 'Ague­ Santa Ma1ia dt:l la Pace c lV/ o r / e d i s rt n l u r,,!t:ilia
per i s rra n d i c a n de l a b r i
A destra: a p i a a.a N a v o n a , l a p e r i l r i l i e v o c o n f:ri.1 /o
sc ( l (Hi � - 1 6 () 7 ) p e r S a n ­
J acopo A . Fa ncelli,
c a n g e l i ,·egg i e a n d e l a­ Santa Elisabelln d 'Uuglu'­ defHH lo dagli u np;eli " la t 'Agnese a pi azza Navo­
b u sto del Cm·dinalR.
bro di bronzo della ?ia i nvi a ta a Bratis lava , l e Tri n i l ti n e l l a c a p p e l l a n a , che e ra sta t o appena
Grego1io Nnm
chiesa dei Sa n t i Apost o l i statu e di Sa n t 'A n d ·reo Ch igi della stt'ssa c l t i e.�a. i n i ziato da Gi u se p pe Pe­
( 1 638-"1 (ì4 7 ) ;
e, per q u e s t a st essa c h i e ­ apostolo. Sa n t 'A 11 1l ren Lavorò al se pokn.> eli CIP-­ l'(> n e , n e l l a d e c o raz i o n e
Ro m a .
sa. lavo1·ò a l l ' a l tare F i l o­ t\velli u o I <I Fn m a s u l l a menlt: IX ( Hi7 1 ) a s�u • ta d e l l a r. a p p e l l a G i n n e t r i
San ta Maria
e

m ari n o d i Fran cescn sopra M i n erva, facci m a d i San t ' A n d re a Maria M >�ggiore. proget­ ( 1 670- 1 68 1 ) a S a n t ' A n ­
.BmTo m i n i . cappe l l a N a r o . d e l l a Val l e . tato da Ca r l o Rai n a l cl i . d r e a d e l l a Va l l e . U n o
l dci suoi l avori p i ù i m pe­ c :i a t a d i San t'Andrea
g n a t i v i fu l a t o m ba d i d e l l a Valle fu ro n o fo rse
Lwl)' .fmu Clu:yne ( 1 67 1 ) l asciate- al l ' esec u z i o n e di
i n viata a L o n d r a , n e l l a DOME N ICO aiutanti. MELCHIORRE MICHELE
Old Chcl sca C h u rc. h . Pi ù person a l m e n te ca­
GUIDI G A F À o CA F À MAILLE
a
I n p i e n a s i n to n i a c o n ratte rizzate , pu r su u n
g r d o d .i a detto M a g l i a
ba
G i ova n n i Ba t t i sta Ca u l l i e n f si esterio­ Villmiosu, Malta, l 638
Torano, Carm·m, 1 62 5
eseg u i la decura-.c i o n e eli re, s o n o la t o m del Roma, 1 66 7
f?mna, l 701 ?- f?onw, 1 70 '3
s t u c c o c h e i n <: o r n i c i a Canli n a lr. Lorenw lmf!P·
riali ( l 6 7 4 c i r c a ) a .i� r �
c E R
ra n i pote di G i u l i a­
O
l ' affresco d d l a vòl l<r dd­ estò p<� t r a O n o rigi nario della
h i e sa del Gesù a Ro­ .
la no F i n el l i c si San t ' A g os t i n o e q u e l l a a l l 6!J/:L C h t am a t o Fra n c a Con t e a . f u
ma, d i p i n to d a l l o stesso fo r m (, a Napol i , ove ese­ d el Ctatl i n o lP Gimum n ·i a Ro m a , fo rse d a A l es­ a Roma a l l i e vo d i Ercole
(.;au l l i . guì due srat l lf' d i bronzo Uauislo (),, l . lt.ra { l rì9 0- s a n d ro V l l , e b b e nel Ferrata c collaborò cnn
di Sa u l i 1 66 0
ca
dal p r i n c i pe Be r n i n i a l s e p o l c r o d i
Jno te/ t o ri Pamp h i l j l ' i n r i co per i l A L!!SSII 'nrl·m V/l c a l colon­
per la r i l ievo c o n Sant 'F.1.L5larhio n a t o . D o p o hr m o ne di
cappella Ira i leo ni p er· u n o d e g l i B e n 1 i 1 1 i l a sua perso n a·
d e l Tt: so­ a l t <.r r i d i Sa n t ' A g n e s e a l i tà si l'ecc m e g l i o dc f ì n i ­
ro di S a n p i a z z a :\ a vo n a e , nel ta e g i u nse a so l u z i o n i t i­
Ge11 u ar�> l fi fi I . per i l g r 1 1 ppn della p i c h e d e l b a r o cc h e t t o
i n duomo Carit1ì di wm '/ìnu m11.m t!o r n m a. n o p e r 1 1 1 1 0 s t i l e
( 1 643 c i r·­ \iillrmovtt di San t ' Agost i· b r i nsn c mov i m e n t a t o ,
ca ) . fu�­ n o . N o n poté però por· spec i a l me n te n e l l a tom­
g i to da ta r a co m p i mc 1 r t o q t w­ ba d i F:rm/,, 1: l-11 igi IJo/o-­
Na po l i a l s t c o p e re . e h !' fn r n n o !!,'/1('/l.i n d l : r c h iP.sa di Ce­
te r m i na te d a Erc.ol t · F-r­ S ÌI , . :vL r r i a . q 1 1 a � i 1 1 1 1 a
a
t e m p o
dell a ri­ rara ( d e l l idea o r i g i n a­ �
p a r·arrasi m o n d 1 1 1 a d e i
vo l t a di r i a d e l 1 <1 C:m·i t ti di s 11 n be n r i u i a n i g r u p p i Co r·­
M a sa r r i e l ­ Tommaso da Vil/a uova re­ n a r o . La s u a m i g l i o re
lo, riparò sta tes t i m o n i a n z a i n u n r e a l izzaz i o n e è la ckco·
a Ro m a e bozz e l lo n e l m u s e o d c raz i o n e d e l l a c a p p e l l a di
C] U i c o l l a ­ ! .a Va l l e u a a 1\<la l ta ) . Le S a n P i c t m d ' A l can tara a
b o rò c o n sole opere ei r e e ,; l i poté Sa n t a M a r i a i n Ara c oe l i
Be r n i n i real i zzar · a p i e n o so n o i l ( 1 G82- 1 oR4J .
e s eg u e n d o l ' t\ ngelo cnn 1 6 9 :-) ) a Sa l i i < > S p i r i t o ri l i evo c o n Snntrt Catmùw
La lwn ti a p e r· p o n te dei i'h , p o l e t a n i . h1 gloria. d e l l a c h i esa ro­
San t ' A ngt:lo. N egl i 1t l t i 1n i 1 e rn p i m a n a di Sama Cat e r i n a
P i ù a s s i d u a ru l a sua d e l l a s u a v i t a eseguì , s u a Magn a n a p o l i c l ' Estr1si
co l l a b o r az i o n e c o n A l ­ disegno inviaLugl i da di sa n / a !?osa da ! . i m o.
g a nl i , a n c h e per l a v o r i Charles Le lh u n , il ( c h e r·ee<l la data a pocr · i ­
i 1 1 b rom. o come g l i alari g r u p p o a l l egorico de
."ilmùt ( H)77- HìHfi )
La fa 1 6 6 !.1 ) , i nvi a ta a l l a
per F i l i p pu I V. per i l c h i esa d i San Dome n ico
La sua f ò l ra produzio­ p <r r c o di Ve rsa i l l e s ; a L i m a , nel P e r ù , n o n ­
ne a u t onorna è p i u uo­ scolpì anche il monu­ c h é i l mod e l l o i n < e r ra­
m e n to fun e b r·e del cele­
c
sto d i segu a l e : m e n t r e l a c o t t a d e l b u s to di A les­
Cw·ità ( l 6 6 5 e ol tre ) a bre m e e n a re Lonis Phé­ sandro VII ( 1 667. Ariccia,
S a n G i o va n n i d e i F i o­ lipemt .-.: d e la Vri llière cn l l czi o n c C h i g i ) d al
r e n t i n i è i m p r o n tata a ( l 6R6, Chatea t m c td�s u r­ q uale vc n n et·o u·ani v<u·i
u n a g r az i a so t t i l e , il r·i­ Loi t·c ) c dive n n e n�uorc esem p l a r i i n bro nzo. S i
l i evo c o n la Sacra Fa mi­ d e l l 'Accade m i a di S c u l­

a
man ifesta i n q uesti lavori
glia, sa·n/. 'f:'lisabe/la P san tura di Pari g i . e in l c u n i a l t ri bozze t t i
(;i o v a n n i n o ( l 6 7 <1 ) a La v o r ò a n c h e p e r l a un original iss i m o sv i l up·
S a n t ' A g n es e a p i a z z a Polo n ia ( w m ba d e l C(l.l� po elci l i n g uaggio bcrni­
1\ avo n a - c h e e g l i ese­ d.inale Land,t,'1'tt{ vo n Hes­ n i a n o ( a nche n e l l e r i p re­
g u ì p r o b a b i l m e n te s u ­ _sen , 1 67!.J- Hì 8 3 , Hre s l a­ se del tema de l l ' estasi o
via, duomo) c per Malta ' In q uesta pagina,
d e l l a "g l o ria ' , n e l pro·
a
be n t r a n d o a u n p t· e c e ­
den te i n cari co a l i ' Alg r­ ( to m b a del Cimn Nfa�stro getto per la Madon na del a sinistra
di - e 1 a [)r.jJosizi o n e jir.t ' Nicolao Cotune1; 1 689- Prwtico a Sa n t a M a ri a i n A n ton i o R<.�gg i ,
( 1 659- 1 6 76) s u l l ' a l tar 1 696 c i rc a . La \/a l l e t t a , Carnp i te l l i , 1 667) , c a r a t·
A ngelo con l a colonna
magg i o n' d e l l a cappe l l a c a t t e d r a l e d i S a n G i o­ terizzatu da u n a degan te
( Hì70) ;
Roma
dd M o n te d i P i e tà sono va n n i ) . fl u i d i tà d i m od e l l a t o e
Fu a n c h e abile r i tratti·
pon te San t'Angelo.
a
i n terpretaz i o n i ridon­ da e ffe t t i p i uo r i c i s t i c i ,
dan t i degl i esempi dati sta:i l suo b usto d i Felicia che a n ti c i p i risul tati
Al centro:
d a i i ' A i garcli stesso con i l Za.crhia Rondrtn i n i ( Ro· del l a scu l t u ra del p r i m o
Domen ico G u i d i ,
s u o L e o n e l c A t t i la i n ma, Galleria Borghese) Se t te c e n t o . Morì n e l l a
A ngelo con la lancia
San P ietro. Le s ta tu e el i si i s p i r·a n e t t a m e n te a fo n d e r i a d i S a n P i e tro. ( 1 699 ) ;
Srtn Sebastia no e d i Sau q uello di OlirnjJia Mai­ s c h iac c i ato da u n grande Ro ma,
Gaetano Thiene s u l l a fac- dulchini d e i i ' A lgard i . mode l l o di bmnzn. p o me S<ul t 'Ange l o .
Q U A D R O C R O N O LO G I CO

AVV E N I M ENTI STO R I C I VITA AVV E N I M ENTI STORICI V I TA


E ARTI STIC I DI B E R N I N I E ARTIST I C I DI BERNINI

1 598 N a sc e a Napoli, i l 7 d i c e m bre. Scipione Borg hese fa eseg u i re d a 1 630 Espone " i n s i lll " i l m o de l l o dd
D o m c n i c h i n o g l i a ffr e s c h i d e i l.ongino.
1 6 04 Tra i l Hill4 e il l li05 la fam i g l i a p c n nacc h i d e l l a c u p o l a d i S a n
B t: m i n i s i u·asfcrisce a Roma. r.arl o ai .;uinari; D u q u esn o y ese­
g u e la San/a Su.\tli/.1W del l a c h i esa
È detto pa pa l 'aolo V Borghese. 1 6 05 di Sa n t a M a ria d i l .orew.

P i e t ro 13 c r n i n i cscgul' il r i l i c l'o 161 1 1 63 2 Esegu .. i d u e busti dd card i nale


della IIII'QI'flllrttio"" di Climll'"'' VII /JII•gh••>t.
SriJ>ÙIIIl'
a
n e l l a Gtppd l a l 'a o li n a Sama M<t­
ria M a g!,>i ort:. M u ore i l c a r d i n a l Scipione lior· 1 633 Eseg ue i l mo n u m e n to della Con­
ghesc. Picu·o d01 Cortona affresca. tessa Mnlild1• c: pro"c t la l e "J og"<"
Pietro l k r n i n i csegt1e il Sn.u r.io­ 1 6 14 dal 1 63:� al 1 6�9, la galleria di pa­ delle r c l l q u i<'" i n s;n l'icu·o. .
,,
vmwi Balli.,·Ja n e l l a cappella J3a,·­ Jazw B a rbe r i n i .
bcri n i a .Sam'AncJ ,·e;l d e l l a Va l l e .
ove l a vo r a n o a n c : h e F . 1vloc h i , C. Borro m i n i i n i z i a l a costr u z i o n e 1 6 34
Smù c A. Buonvicino. del c o m p lesso d i San C a rl o a l l e
Qnatu·o fo n ta n e ( rn a l a f'a rcima
1615 A q uesta data è c o m p l e t a l O il del l a chiesa san't costruita so l t a n to
g ruppo d e l l a Cr�f>rn A mallert. d;tl 1 665) ; Pic u·o da C.mona i n i­
zia la cosu· m.ione della c h ies<� dei
1618 È clocumentaw assieme a l pad re Sant i Luca c Marti na.
P i c u·o t ra gli a n t < ri d i rp m t tro An­
J[tdi n e l l a r. a p p e l l u Ba rbe r i n i a 1 635 t la probabi l e d a t a dd busto di
Sam'Andrca della Val l e . Cosia 11w llouml'lli.
Tra i l 1 6 1 8 e i l 1 6 1 9 <: dtKumcma­
ta l 'esec u z i o n e d e l l ' Enea. A llchist• e 1 636 l::seg ue il hus10 di (.'arto l ci' lnghil­
Asca11in. ten·n.

1 620 Res t a 1 m1 l ' Emu�fmdilo Borghese. Tra il H i37 c i l l lì38 B o r ro m i n i 1 637 .ostruisce il e<t n t p<l l t i l e d i San
i n i z i a la costruzione c l d l ' O ratorio P i e t r o . che verra d e m o l i w n e l
Viene c l c uo papa Greg o r i o XV 1 62 1 È elett:n P ri n c i pe ri d i 'Accademia di San Fi l i p p o Neri a S;m ta M a r i a l fi46.
Ludm•is i . di San Luca eri è già "Cav.Uicre di i n Vallicclla.
C r i s t o " ; i n i z i a l ' e se c u z i o n e d e l
Rallo di f'rosc1j1ina. 1 638 Di egna il fron tespi7_in dei Poiimn­
ln rli lirha n o VI l i : g l i t.· i m pedito
C:anoni zza�. ionc d i Tt;resa d'Avi l a . 1 6 22 l n i �. i a l ' :lfJOllu e Dafne. m
di pnnare a co p i mcmo il b u sto
di 'l'homas Baia"'.
V i e n e e l c l. l u p a p a U r b a n o V i l i 1 6 23 F. c h iamato a sovrimendere i lavo­
Barberi n i . ri dcll 'ac4 ueclouu dell 'Acqua Fe­ 1 639 r.o m p l et a il
ri l i no mfliglll�uHc il
l i c e ed e '' m a esl.ro" delle fonderie "J>(Isce Ove.ç m m s ". i n i z i a 10 n e l
ponr i ficie; ese�ue il David c il pri­ 1 633: spos� Cateri na Tczio.
mo b u s w d i Urbano \1111 ( R o m <t ,
palazm Barheri n i ) . 1 64 0 Com pleta l a fo n t a n a d e l Tri wne;
d e l l o s tesso t e m p o è .l a fo n t a n a
1 624 !'segu•� la facdma della c h i esa di d e l l e A p i : i n i z i a l a cos t r uz i o n e
Sa n ù 13 i b i a n a e la S I <I l u a d e l l a d e l l a cappe l l a Raimondi.
sa m a ; i n i zia i lavori d e l baldacc hi­
no eli San Pie 1 m . G . liag l i o n c p u b b l i c a Lr vi lc' dr ' 1 642
pillori, .<ntl/f}ri l'l arrhilrlli.
Giubileo e l i U rba n o VI l i . Al cssa n­ 1625 Re m h r a n d t c l i p i ng'l' La m <1 1ia di
rlro Algardi arriva a Roma; l .a n ­ nulle ( Rijksmuseu m, .'\JllSterd a m ) .
fht n c o dipi nge a vi lla Hor�lws(' e
a San t ' A n drra d e l l a VHIIe ,.' ovc già Rorront i n i ini1.ia l a c:ostruzinn� d i 1 643 Esegue i l cenmaJjo di Suor MmilJ
lavorava Domcnich i n o. Sam'lvo a l l a Sapienza. Lc r r n i n;na /(aggi.
l't'L'SO il l GSO: Duq ucsnoy m u o re ;t
Con sacra z i o n e d e l l a ba s i l i ca d i 1 626 Livorno � u l l ; t 1�a rl e l r i 1 o r n o i n
San Pietro. paui a.

1627 Rc sm u ra l ' A re> Uulat•isi e d i p i nge Viene elelto papa l n n o ce n z o X 1 6 44


San t 'A 11tlrm t' sa11 '/(mww.w ( Lo n ­ l'am p h i lj .
dra, N a t i o n a l Gal lcry) .
Alg<u·di sco lpisce i l rilit"vu rallig-u- 1 645
1.628 I n i z i a il m o n u 1 n cmo scpulcrak d i rante C i nr:onlm di ti'Oue l e A l li/a
Urbano VI/l. per San Pleln> c inizia la s La t ua i u
bronw d i lmwrercw X per i l palaz-
1 629 M uore Picu·o Bern ini; Gianloren­ zo dei C:o nsen•awri in Campido-
zo è nom i n ato "Axc h i teuo rli San glio. Tra i l 1 ti45 e il 1 6<1 7 Algardi
Pietro" e l a vora al c;ompletamen­ cos u · u is c e i l "Cas i n o delle Al k-
"
LO di palau:u 13arbcrini. grezze a 1� 1 l a l'am p h i lj .
AVV E N I M ENTI STO R I C I VITA AVV E N I M E NTI STO R I C I VITA
E ARTISTI C I DI B E R N I NI E A RTISTICI DI B E R N I N I

I n n ocenza X i n carica Borro m i n i 1 646 \rmilri che avrebbt: dnvu­


Esegue l a 1661 P r o g e t t a tl l l a p p a r a to cffi rrwro
d e l r i a s s e t t o di Sa n Giova n n i i n lOessere accompagn a t a d a l l a fi­ per la n a s c i t a d t· l D e l f i n o , c h e
Laterano, che a\'rc bbe d o\' u to es­ gura del Tèmjm. s;,·à e r e t t o " Tri n i t à dei Mon t i ;
sere c o m p i u to per l ' a n n o � a n t o esegue l a statua d i A le.tw mirn VII
del 1 650: lu stesso l.lorrum i n i pro­ pe r i l duomo .d i Siena.
get w pa l az z o Fa lconieri t: i n iz ia la
costruzi < I I H' ((d c :n l l egi o di Propa­ 1 6 62 Eseg-ue le.: s t a t u e d i San Ct•mlnm() e
ganda Fide. che wmporta la dc· rl e l l a Mnrldrtlena per la cappe l l a
m n l i z i o n e d e l l a ca p pe l l a dei Re Chig-i d e l duomo rli Siena: proget­
Magi cosu·uita da Ber n i n i . ta il m o n u m e n t o c q u c · t re d e l ­
l ' lm/H'mlore l :o.>lr1111Ì1w c h e sar>o u ; J­
l
Tra i l I !H 7 c i l 1 65 1 P i e r o ùa l 64 7 Di ril{e la dcwrazione cldla navata ICJc:nn a l l a base d e l l a Scala Regia:
C o r t o n a a ffresca l a vò l t a d e l l a di San P i e tro c pone mano a l l a cost r u i sce la c:o1 legiu a eli Ariçc:ia.
chiesa d i Santa Maria i n Val l i<:e l l a . cappel l a Corn<�ro.
1 6 63 Cos r ruisre la Scala R<'gia c la cap­
La pace di Westla l i a p o n e fine al­ 1 648 I n izi a la fo n tana dci Fi u m i a pia?.­ p e l l a Funsn:a a San Luren w : in
la guerra dci Tren t ' a n n i . za Navo na, che sarà com p l e ta t a l .uci t o a .
nel l li5 1 .
1 664 Disc·g-ua i l rn n o tes p izio ciP! vohnne
Papa I n nocenza X indice l 'Anno 1 650 l n i z i a l a ..:os t r u z i o n e del p a l az z o I l d e l l e f'rerlirh" di padre.: Oli''" e
Samo. Luùovisi , poi deuo di Monteciw­ d;i il proget t o per il paiano Chigi­
rio; esegue i l busto di Fra11mco l O d c s c a l c h i a p i a z za dci S a u r i
d 'Este. Aposto l i .

Tra il 1 65 1 e il 1 655 Pietro d a 1651 Co m p l e t a m e n t o d e l l a cappe l l a 1 665 I l :! Y ap ri l e parte p e r la Fnmc:ia e


Cortona arrrcsca i l Salone d i l'a· Cornaro. ne riwrna il 20 nnobre; prepara i
lazzo P a m ph i lj a piazza Navo n a . pro�elli per il Louvrl' cd eseg-ue i l
h u s t o rl i l.uigi .\ 1 \1; è n o m i n a to
Muore i l cardinale Federico Cor· 1 652 Disegna i l fro n tespizio dcli ' OjJiim m e o n hro de l l a Ae<lllénoic.: rll' Pcin­
naro. fJhilosophirt di N. Zuc.c h i . l t t rc e t dc Sc u l p u o re.

1 653 Lavora, fino al 1 655, alla fon ta n a V i e n e fo n d a t a l ' A c c a d e m i a di 1 6 66 f'rogeua l ' lilljìm l< obdisrvfuru per
tlel l>·loro. Frdncia a Roma. la piaz1.a d i Santa Maria sopra Mi·
n c r va, che sarà esegui w da Ercole
M u o i o n o Al cssa n d ru A l ga r d i c 1 6 54 !''errata entro l ' a n n o succc.:ssivo.
francesco M u c h i .
E eletto papa Clem emc IX Rospi­ 1 667
V i e n e e l e t t o papa Alessanrlro Vl! 1 655 Progeua la decorazione d i Sama gliosi; muore Borromini.
Chigi: a rr iv a a Ro m a Cristina r l i M a tia del Popolo ed esegue le sta­
Svezia. tue di Daniele e :\bamr cnn l 'a ngelo 1 668 L .a,•ora agli :\ ngdi a u u a l m c n te a
d e l l a cappe l l a C h i g i n e l l a stessa Saut'Aatlrca tldk Frauc; ì: proba­
chiesa; rlù i cì i."' g n i per l a carroz­ bi l m e n t e di q u es t ' a n n o il r i t ra t to
za s u l l a q u a l e Cristi n a di 'vezia t li Gnlnid� Frmsew.
e n t ra i n Roma; a settem bre si am­
mala c guarir-à nell'aprile:: d e l l ' an­ Muore PietrCJ da Cortona. 1 669 Esegou- i l m o n 1 1 1nento equestre di
no successivo. Luigi XIV; d i rige l ' esecuzi o n e.: de·
gliA ngeli per ponte Sant 'Angelo.
Tra il 1 656 c: il 1 65 7 P i e t ro d a 1 65 6 Elabora i pri m i progetti per l a si­
CarLOna costruisce la faccia t<� del· stemazi o n e di p i a1.za San Pietro. È ele llo papa Clemente X Alti eri. 1 670
la c h iesa di San ta Maria d e l l a Pa· p revi s ta inizialmeme d i foruoa tra­
ce, ordinata da Al e ssa n d ro V l 1 . pezoi dale. 1671 I n i zi a l a Beala Lrulovim i\ lberlon i
c h e sarà com p i u w n e l 1 674.
1657 Nasce i l liglio Domenico, dlC sarà
i l suo primo biografo. Giuvan Battista GauJli inizia l a de­ 1 67 2
Lavora a l l a realizznione d e l l a c a t ­ coraz ione della c h i esa d e l Gesù .
tedra ùi San Pietro.
1 67 3 Muore la moglie Catcriua Tezio;
Alessandro V I I i n c arica Carlo Rai­ 1658 l n i 1.i a J ;i rost ruzi o n e d e l l e c h i ese i n i zi a i lavori a l l a cappella del Sa·
naldi di costr u i re lt' due ch iese a di Castd Gandolfo t: r l i San t 'An­ uamen tn i n San Pietro.
pi<�zza rlel Popolo ( S � n 1< 1 M ;o r i a tonio al Qu i ri na l c .
d c i M i ra c o l i � S a n t a :VI a r i a di Dis1,gna il rarro carnevalesco p er V i e n e e l e u o p a p a I n n ocenza X l 1 676 I n i z ia l a rea l i zzaz i o n e d e l m o n u­
Momesant o ) . A�os t. i n o Chigi . Odescal c h i . r n c n to fu ncbn: di A lessandro VII.

1 659 La\'ora al l ' arse n a l e d i Civi tavec­ 1 677 g


D ise n a i l frontespizio del \'ol urne
c h ia. I L I del l e / 'mlic:h e d i padre O J i,·a.

1 660 È. eseg u i to u n grande modello !i­ '1 679 Esegue i l Salvatore, che lascerà in
gneo del o l o n n a t o di San Pietro, e red i t � a Cris t i o>:o rli $\'a i a .
cnrredat.o rl i stal l l e l l e rli cera dl:!i
santi. l 680 �·l uore a Ro1 1 1 a i l 2R novembre.
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Transverberazio1u:
di santa Teresa,
particolare .

R E F E R ENZE Coperùua: Scala. Art e Dossier Di rettore Responsabile l va asso l t a d a l l ' ed i tore
Conesia ataoJ·e: 33, 37a, lnset"to redaz.ionale Valcrio Eletti a n orma d e l l ' articolo
FOTOG RAFIC H E 37b, 47. allegato a l n . 57, 74 letl. c - DPR 633
Archivio Giunti: 3, 7, 10b. maggio 1 99 1 de l 26. 1 o. 72
l Oc , 12, 13, 1 4, 1 5 , l fj, 1 7,
1 8, l \l, 20, 2 1 . 2 2 . 23, 26a, Publica7.ione periodica Printed in l tal}'
29, 30, 3 1 , 32b. 35, 36, 37c, Reg. Canccll. Trib. Stampa presso
39, 4.0, 4 1 ' 42, 4 4. , 45, 46, Fire n ze n . 3384 del Giunti
50. Fascicoli e do.,sier arrelrd.ù: 22 . 1 Ll 985 lndusu-ic Grafiche S.p.A.
Gabincuo Fotografico Servizio abbonali Stabi l i m e n to di Prato
nazionale: 2, !) , l l , 27, 34, Te l. ( 05 5 ) 6679267 ott.ohre 1 997
38. Fax ( 055) 6679287
Scala: l Oa, 2fib. 32a. 43, 38. c.c.p. 1 2940508 © 1991
To msich G.: 1!, 5, 5, 8, 24, i n tesr.ato a An e Dossier, Giu n ti Gruppo Editoriale.
25. Firenze Firenze ISBN 88-09-761 53-7

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