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Tivoli e la vestale Cossinia. Cossinia, il mistero di una vestale.
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Tivoli e la vestale Cossinia. Cossinia, il mistero di una vestale.
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per così dire “in sé concluso” e non prevedere ulteriori estensioni nell’area adiacente.
Resta inoltre ancora da approfondire l’osservazione fatta dal Mancini, il quale notò come le
iscrizioni sull’ara fossero riconducibili a due diverse fasi: l’esametro scolpito sul retro ed il
nome di Cossinius Electus sembravano allo studioso, in base alle diverse dimensioni e profon-
dità delle lettere ed alla paleografia, da attribuire ad una fase più tarda. L’ipotesi di Mancini è
stata lasciata cadere, senza peraltro essere esplicitamente smentita da nessuno.
Tuttavia, almeno per quanto riguarda il nome di Cossinius Electus mi sembra abbastanza
evidente che l’iscrizione sia stata incisa da una diversa mano, in un momento in cui la corona
di quercia era certamente già stata scolpita: lo mostra chiaramente la U di Electus, che si allar-
ga per non interferire con l’estremità inferiore del nastro della corona. In questo caso sarebbe
da chiarire il motivo, oltre che la scansione cronologica, delle due fasi corrispondenti
all’iscrizione.
L’ipotesi del Mancini che immaginava un cenotafio cui fu aggiunta in seguito, proprio per
iniziativa di Electus, la tomba vera e propria, non è a mio parere da scartare a priori, seppure
la grande distanza cronologica che sembra intercorrere tra i due monumenti può essere consi-
derata un argomento contrario. Il verbo defero utilizzato nell’esametro sul retro dell’ara
(delata) potrebbe infatti ben indicare anche un “trasferimento” da altro luogo; (e se davvero
l’esametro fu inciso in un momento successivo all’erezione del monumento l’ipotesi del Man-
cini riguardo al cenotafio ne sarebbe rafforzata).
Tra i tanti problemi ancora da chiarire sulla sepoltura di Cossinia resta inoltre, a mio parere,
anche quello della località in cui la vestale svolse il suo sacerdozio. La presenza di un collegio
di vestali operanti a Tivoli, come pure in alcune delle antiche città latine limitrofe a Roma
(Bovillae, Lavinium, forse Aricia) era nota, grazie a testimonianze letterarie ed a fonti epigra-
fiche, già all’epoca del rinvenimento. Ciò spinse il Mancini, seguito poi da tutti gli altri stu-
diosi che si occuparono di Cossinia, a dare per certo che il sacerdozio della vestale si fosse
svolto a Tivoli, presso un tempio o un sacello dedicato alla dea, la cui localizzazione rimane
ancora incerta nell’ambito della città antica.
Tuttavia, in tutte le iscrizioni sinora note relative a vestali “non di Roma”, queste ultime
vengono chiamate con appellativi vari e piuttosto complessi, quali: Virgo Albana Maxima,
Fig. 87 - Aureo, circa 207, di Giulia Domna (circa 170-217), moglie dell’imperatore romano Set-
timio Severo. Nel recto busto drappeggiato rivolto a destra e la scritta IVLIA AVGVSTA.
L’acconciatura è simile a quella della bambolina in avorio rinvenuta a Tivoli. Nel verso la scritta
VESTA MATER e la raffigurazione di sei Vestali, tre a sinistra (una tiene un simpulum, grande
cucchiaio dal lungo manico, usato nei sacrifici per attingere il vino dal cratere per farne libagioni)
e tre a destra (una con una patera, coppa rituale), che compiono un sacrificio sopra un altare da-
vanti al Tempio di Vesta.
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Virgo Vestalis Maxima Arcis Albanae, Virgo Maior Regia Laurentium Lavinatium; nelle altre
due attestazioni sinora note le vestali che esercitarono a Tivoli il loro sacerdozio vengono in-
dicate come “Virgines Vestales Tiburtium”. Il semplice appellativo “Virgo vestalis” che desi-
gna Cossinia potrebbe, a mio parere, lasciare aperta la possibilità che ella abbia svolto il suo
sacerdozio a Roma, presso il tempio di Vesta nel Foro Romano. Del resto la gens Cossinia,
apparteneva all’ordine equestre già in epoca tardo-repubblicana, e vari suoi membri sono citati
dagli scrittori antichi; una donna della gens ben poteva aspirare dunque anche al sacerdozio
romano, soprattutto nella prima età imperiale, quando si faticava ormai a trovare aspiranti ve-
stali tra le fanciulle delle famiglie senatorie più importanti. Un eventuale sacerdozio romano
di Cossinia potrebbe anche avvalorare l’ipotesi del cenotafio, avanzata da Mancini: ella sareb-
be in questo caso stata sepolta a Roma, dove alle vestali era concesso - come ci informano le
fonti antiche - un sepolcro all’interno della città. In un’epoca notevolmente più tarda il suo
parente - un liberto della famiglia - Cossinius Electus poté forse curare il suo trasporto nella
sua città di origine e riportarne il ricordo sull’ara più antica.
Per avvalorare o smentire queste ipotesi, come pure per comprendere quale fosse il rapporto,
che a mio parere certamente esiste, tra i due monumenti adiacenti messi in luce dallo scavo,
sarebbe auspicabile oltre ad un approfondimento degli studi anche la ripresa dello scavo: sola-
mente una nuova indagine di entrambe le strutture, unita all’analisi antropologica dei resti del-
la donna sepolta, potrà forse aiutarci a risolvere il “mistero” della vestale Cossinia e del suo
sepolcro.
Bibliografia
MANCINI G., Scoperta della tomba della Vergine Vestale tiburtina Cossinia, «Atti e Memorie
della Società Tiburtina di Storia e d’Arte», IX-X (1930), pp. 272-281.
MANCINI G., Scoperta della tomba della Vergine Vestale tiburtina Cossinia, «Notizie degli
scavi di antichità», 7-8-9 (1930), , pp. 353-369
G. MANCINI (ed.), Inscriptiones Italiae, IV, I, Tibur, Roma 1952, n. 213 pp. 101-105.
BORDENACHE BATTAGLIA G., Corredi funebri di età imperiale e barbarica nel Museo Nazio-
nale Romano, Roma 1983, pp. 124–138.
SALZA PRINA RICOTTI E., Vita e costumi dei romani antichi. Giochi e giocattoli, Roma 1995,
pp. 51-62.
GRANINO CECERE M. G., Vestali non di Roma, «Epigrafia e storia delle religioni» (= SEL 20,
2003), pp. 67-80.
SCIARRETTA F., Il complesso monumentale detto già di Cossinia, Vestale di Tivoli, «Quaderni
di Archeologia e di cultura classica», 6 (2017).
(Foto del cofanetto e delle bambole: Archivio Fotografico del Museo Nazionale Romano)
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(da sinistra) Fig. 90 - Bambolina in avorio, dalla località Tor Cervara, Roma. Palazzo Massimo
alle Terme, Roma.
Fig. 91 - Bambolina in avorio, dalla località Grottarossa, Roma. Palazzo Massimo alle Terme,
Roma.
Fig. 92 - Bambolina in avorio, dalla località Vallerano, Roma. Palazzo Massimo alle Terme,
Roma.
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