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CARL DAHLHAUS

Fondamenti
di storiografia musicale

discanto edizioni

discanto edizioni
Sezione editoriale della Casalini libri
Fiesole (Firenze)
- 8 Titolo originale dell9opera
Grundlagen der Musikgeschichte Indice

Versione italiana di
GIAN ANTONIO DE TONI

Le note sono del traduttore


per lo più su indicazioni bibliografiche
presenti nel testo originale

Premessa

I. Perdita della storia?


n. Storicità e carattere artistico
I. Che cosa è un fatto nella storia della musica?
Iv. Chi sia il soggetto della storia della musica
v. Storicismo e tradizione
vi. Ermeneutica storica
105 vit. Il guidizio di valore come oggetto e come pre-
messa

133 VIII. Sulla « relativa autonomia » della storia della


musica
161 rx. Considerazioni per una storia strutturale
187 x. Problemi relativi alla storia della ricezione

206 Note
ZII Indice dei nomi

© Copyright 1977 by Arno Volk Verlag Hans Gerig K.G., Köln


& 1980 by discanto edizioni, Fiesole
Prima edizione: marzo 1980
Stampa: Stabilimento grafico commerciale, Firenze
Premessa

Il titolo Grundlagen der Musikgeschichte [Fondamenti di


storiografia musicale], scelto per cavarsi d9impaccio, è presun-
tuoso. Per spianare o almeno rendere perdonabile l9errore di
non aver trovato una formulazione più precisa e meno impet-
tita, è possibile solo avvertire subito il lettore 4 prima che
cominci a leggere 4 che le seguenti riflessioni teoriche sulla
storia, alle quali l9autore si senti sollecitato o provocato dalla
vistosa sproporzione tra la mancanza di teoria nella propria
disciplina periferica e la produzione teorica anche troppo ricca
della storiografia generale, della sociologia e della filosofia
(risalente alla teoria della scienza), non sono né una intro-
duzione ai fatti fondamentali della storia della musica, né
un trattato di metodologia storiografica nello stile di Bernheim,
né una filosofia della storia o una critica dell9ideologia in
appendice a Hegel o a Marx. Se si vuole un modello, meglio
sarebbe pensare alla non mai superata Historik [La ricerca
storica, 1857] di Johann Gustav Droysen.
Dire i propri confini rispetto alla critica dell9ideologia è
impresa ardua perché nell9ambito di questa, o in quello che
essa rivendica suo ambito, la scelta di un tema sembra già
allacciata sempre a una decisione a favore di una delle posi-
zioni in conflitto. Se per esempio si dice, con apparente can-
dore, che non si vuol discutere la sociologia della storiografia,
ma la sua logica 4 e dunque si insiste sulla differenza tra
una sociologia del sapere, che studia nessi esterni, e una teoria
della storia che cerca rapporti interni 4, agli occhi di un
marxista, che ritiene unica alternativa aperta una parzialità
nascosta, ci si rende già sospetti di sentimenti conservatori
trincerati dietro argomentazioni formali. Il sospetto non si
VII PREMESSA I

può dissipare, ma va sopportato; tutt'al più gli si può, obiet-


tare che tra massime metodologiche e implicazioni politiche
nella prassi scientifica fin qui non si è riusciti a scoprire
connessioni cosi inequivocabili quali si affermano nella teoria.
L9idea che una storia di strutture sia a priori « più progres-
siva» di una storia di eventi, sarebbe assurda in rapporto
a Jacob Burckhardt o a Wilhelm Heinrich Riebl; la tesi del
carattere « reazionario » del formalismo russo o dello strut-
turalismo ceco si è dimostrata un falso storico; e il sospetto
metodo dell9« intendere » non è compatibile soltanto con una Fondamenti di storiografia musicale
mentalità da antiquari, con Vimmergersi in un pezzo di pas-
sato dimentichi del mondo, ma anche con. un atteggiamento
distanziato che nel cogliere sempre meglio il passato lo rico-
nosce nella sua estraneità sempre più enigmatica, e che, dun-
que, per dirla con un paradosso, esperisce una crescente vici-
ranza come una lontananza crescente.
.
In un primo tempo la crisi del pensiero storiografico di x7
cui si parla da decenni 4 da Ernst Troeltsch (Der Historismus
und seine Probleme / La storicismo ei suoi problemi], 1922)
fino ad Alfred Heuss (Verlust der Geschichte? [Perdita della
storia?], 1959) 4 non fu sentita né deplorata come un peri- |
colare della scienza storica dal suo interno 4 come problema-
ticita delle premesse da cui essa moveva, dei fini che si pre-
figgeva, delle vie che prendeva per raggiungerli 4, | ma come
uno sfaldarsi delle funzioni che essa adempiva nella coscienza ,
comune. Negli ultimi anni tuttavia risultò sempre più mani-
festo che le difficoltà di principio in cui la storiografia si
vedeva implicata, non lasciavano la prassi scientifica quoti-
diana così intatta come si credeva o si cercava di credere
sulle prime, confidando sulla differenza tra il « mestiere », 1 |
che ci si sentiva sicuri di possedere, e la « visione del mondo »,
che era questione privata. Se é lecita a titolo illustrativo una
divagazione in fatti personali, i seguenti capitoli nella pro-
spettiva di una ricerca storica scientifica sulla musica 4 rifles-
sioni di uno che è direttamente coinvolto nella questione, non
di flosofo « al di sopra della questione » 4 non sono nati
da ambizioni teoriche astratte, ma dal fatto che l9autore ha
veramente incontrato certe aporie nel concepire una storia
della musica dell9Ottocento.
4 CAPITOLO PRIMO PERDITA DELLA STORIA? 5

della musica 4 per quel tanto, cioè, che la presenza estetica della storiografia politica 4 dunque una descrizione in cui si
delle opere incide nell9esposizione del passato storico 4 da trattasse la partitura della Nona sinfonia solo come un docu-
criterio selettivo e da elemento determinante per scopi cono- mento che accanto ad altre testimonianze permetta di rico-
scitivi, il descrivere una storia delle origini e dell9efficacia struire l9evento storico della prima esecuzione o di un9altra
[Wirkungsgeschichte] adempie la funzione di fornire da un successiva 4 sarebbe manifestamente una caricatura. Non
lato i presupposti dell9opera e dall9altro le implicazioni pre- che gli « eventi » storici siano indifferenti; ma l9accento cade
senti nel rapporto dell9ascoltatore odierno con l9opera. (La sull9intelligenza delle opere che, diversamente dai resti della
storia dell9efficacia di un9opera è la preistoria della sua rice- storia politica, costituiscono il fine, e nonil semplice punto
zione nel presente). Una cosa 4 vuoi l9opera vuoi la propria ' di partenza, della ricerca storica. Categoria centrale della
relazione con essa 4 si intende meglio quando si conoscono storia della musica è il concetto di opera, non quello di
le condizioni storichesu cuisi fonda. . evento; in termini aristotelici il suo oggetto si costituisce
« Ciò che è stato 4 si legge nella Historik di Johann Gustav nella poiesis, nella produzione di costrutti, e non nella praxis,
Droysen 4 non ci interessa perché è stato, ma perché, agendo nell9agire sociale.
ancora, in un certo senso ancora esiste » 2. Per essere adeguata Chi muove dalla presenza estetica di operé musicali non
la natura specifica della storiografia dipende quindi dal modo ha affatto bisogno di dimenticarne o di sopprimetne la di-
in cui l9oggetto dell9esposizione «in un certo senso ancora stanza storica come si è rimproverato al New Criticism. Anzi,
esiste »: se cioè esiste da semplice implicazione nelle attuali dai tempi di Schleiermacher in poi l'assioma fondamentale
istituzioni e norme di condotta, da opera interpretata e fruita dell9ermeneutica storica è che in un primo momento (nel-
nella sala da concerti oppure da pezzo di museo. Per non l'immediatezza ingenua della presa) i testi tramandati 4 quelli
recare violenza al suo oggetto, la storia. della musica non musicali non altrimenti da quelli linguistici 4 rimangono pat-
può assolutamente prescindere dal fatto della presenzialità zialmente incompresi e perciò vanno resi accessibili con una
estetica di una parte delle opere di cui descrive la connes- interpretazione che ne studi le premesse e implicazioni sto-
sione storica. Parlare del passato musicale come fosse conte- riche. L9ermeneutica storica che con l9intendere [Verstehen]
nuto solo indirettamente, da preistoria, negli eventi e nelle si appropria di alcunché di estraneo, di temporalmente, etni-
condizioni del presente 4 al pari del passato politico 4 camente e socialmente distante, non ne nega dunque la di-
sarebbe. mala astrazione e al limite una assurdità. Piuttosto stanza esterna e interna, ma, invece di allontanare ancor più
cette opere musicali del passato appartengono al presente la cosa mediante concetti storiografici, trasforma tale distanza
come opere 4 non da semplici. documenti 4 e ciò significa in elemento componente dell9interpretazione nel contesto del
subito che il definire Ja funzione della storiografia musicale presente, In altre parole: in una presenza estetica dietto la
non dipende esclusivamente dal giudizio oscillante sul valore quale sta una visione storica, la coscienza dell9alteritä non
del ricordo di un passato quale istanza d9orientamento nel- | è cancellata ma compresente. È vero che i risultati di una
Pintrico confuso degli eventi e delle condizioni attuali. La spiegazione storica non si possono mai risolvere pet intero
storiografia musicale, insomma, è legittimata diversamente da in intuizione estetica; in parte tuttavia una mediazione è pur
quella politica. Si differenzia da quest9ultima nel fatto che i | sempre possibile, e in ogni caso meno ardua di quanto possa
resti essenziali del passato, le opere musicali, sono dati pri- | apparire ai sostenitori di un'estetica che insiste sull9« imme-
mariamente da oggetti estetici che come tali sono un pezzo | diatezza » e sente come digressioni le vie traverse battute
di presente, e solo in secondo luogo costituiscono fonti a dalla storiografia. (Costoto dimenticano che l9immediatezza
partire dalle quali dischiudere eventi e condizioni del passato. | estetica su cui insistono può anche essere una seconda imme-
Una storia della musica rigidamente attenentesi al modello diatezza, e che anzi, nel caso di opere complesse o storica-
I
> Perdita della storia?

Da alcuni decenni gli storici si sentono preoccupati da una


perdita di interesse per la storia, e a volte persino minacciati
dalla sua scompatsa come disciplina istituzionale.8 Pare quasi
che la storia, il ricordo concepito scientificamente, non costi-
tuisca più l'istanza primaria sulla quale orientatsi e da cui
attendersi un sostegno quando si cerca di prendere certezza
di sé e del mondo in cui si vive. La massima ché per
cogliere l'essenza di una cosa se ne. debba. conoscere l9origine,
ha ampiamente perduto il carattere di cosa ovvia e naturale
con cui veniva accettata nell9Ottocento e ancora nel primo
Novecento. TTT TT
Dal giudizio o pregiudizio dominante sull9utilità e il danno !
della storiografia politica (la quale costituisce l'oggetto pri-
mario della controversia), la storia della musica non è diretta-
mente colpita, poiché, pur non potendo sottrarsi neppure
essa a uno «spirito dell9epoca » per il quale la storiografia
sta nell'ombra della sociologia, si fonda o sembra fondarsi su
premesse in linea di principio diverse. La funzione di quella
storiografia che ha per oggetto la musica è sempre stata in
sé discordante. Che a volte esposizioni di storia della musica
non si leggano come descrizioni di un pezzo di passato, ma
si usino come commenti storiografici di opere [Werke] musi-
cali 4 e dunque, per dirla in forma accentuata, come guide
a concerti e a opere-in-musica [Opern] 4 non si può affatto
liquidare come semplice abuso, ma si può intendere come
segno del carattere speciale e specifico della storiografia musi-
cale. In quanto sono le opere importanti, che9 perdurano
nella cultura e nella civiltà musicale del presente, a costi-
tuire l'oggetto primario, anche se non esclusivo, della storia
4 CAPITOLO PRIMO PERDITA DELLA STORIA? 5

della musica 4 per quel tanto, cioè, che la presenza estetica della storiografia politica 4 dunque una descrizione in cui si
delle opere incide nell9esposizione del passato storico 4 da trattasse la partitura della Noa sinfonia solo come un docu-
criterio selettivo e da elemento determinante per scopi coño- mento che accanto ad altre testimonianze permetta di rico-
scitivi, il descrivere una storia delle origini e dell9efficacia struire l9evento storico della prima esecuzione o di un9altra
[Wirkungsgeschichte] adempie la funzione di fornite da un successiva 4 sarebbe manifestamente una caricatura. Non
lato i presupposti dell9opera e dall9altro le implicazioni pre- che gli « eventi » storici siano indifferenti; ma l9accento cade
senti nel rapporto dell9ascoltatore odierno con l9opera. (La sull9intelligenza delle opere che, diversamente dai resti della
storia dell9efficacia di un9opera è la preistoria della sua rice- storia politica, costituiscono il fine, e non il semplice punto
zione nel presente). Una cosa 4 vuoi l9opera vuoi la propria9 di partenza, della ricerca storica. Categoria centrale della
relazione con essa 4 si intende meglio quando si conoscono stotia della musica è il concetto di opera, non quello di
le condizioni storichesu cuisi fonda. 3 evento; in termini aristotelici il suo oggetto si costituisce
« Ciò che è stato 4 si legge nella Historik di Johann Gustav nella poiesis, nella produzione di costrutti, e non nella praxis,
Droysen 4 non ci interessa perché è stato, ma perché, agendo nell9agire sociale.
ancora, in un certo senso ancora esiste » 2. Per essere adeguata Chi muove dalla presenza estetica di opere musicali non
la natura specifica della storiografia dipende quindi dal modo ha affatto bisogno di dimenticarne o di sopprimerne la di-
in cui l'oggetto dell9esposizione «in un certo senso ancora stanza storica come si è rimproverato al New Criticism. Anzi,
esiste »: se cioè esiste da semplice implicazione nelle attuali Pp dai tempi di Schleiermacher in poi l9assioma fondamentale
istituzioni e norme di condotta, da opera interpretata e fruita dell9ermeneutica storica è che in un primo momento (nel- :
nella sala da concerti oppure. da pezzo di museo. Per non l'immediatezza ingenua della presa) i testi tramandati 4 quelli
recare violenza al suo oggetto, la storia. della musica non musicali non altrimenti da quelli linguistici 4 rimangono par-
può assolutamente prescindere dal fatto della presenzialità zialmente incompresi e percid vanno resi accessibili con una
estetica di una parte delle opere di cui descrive la connes- interpretazione che ne studi le premesse e implicazioni sto-
sione storica. Parlare del passato musicale come fosse conte- tiche. L9ermeneutica storica che con l9intendere [Versteben]
nuto solo indirettamente, da preistoria, negli eventi e nelle si appropria di alcunché di estraneo, di temporalmente, etni-
condizioni del presente 4 al pari del passato politico 4 camente e socialmente distante, non ne nega dunque la di-
sarebbe. mala astrazione e al limite una assurdità. Piuttosto stanza esterna e interna, ma, invece di allontanare ancor più
cette opere musicali del passato appartengono al presente la cosa mediante concetti storiografici, trasforma tale distanza
come opere 4 non, da semplici documenti 4 e ciò significa in elemento componente dell9interpretazione nel contesto del
subito che il definire la funzione della storiografia musicale presente. In altre parole: in una presenza estetica dietro la
non dipende esclusivamente dal giudizio oscillante sul valore quale sta una visione storica, la coscienza dell9alterità non

=
del ricordo di un passato quale istanza d9otientamento nel- è cancellata ma comptesente. È veto che i risultati di una

me
l9intrico confuso degli eventi e delle condizioni attuali. La spiegazione storica non si possono mai risolvere per intero
storiografia musicale, insomma, è legittimata diversamente da in intuizione estetica; in patte tuttavia una mediazione è pur
quella politica. Si differenzia da quest9ultima nel fatto che i sempre possibile, e in ogni caso meno ardua di quanto possa
resti essenziali del passato, le opere musicali, sono dati pri- apparire ai sostenitori di un'estetica che insiste sull9« imme-
matiamente da oggetti estetici che come tali sono un pezzo diatezza » e sente come digressioni le vie traverse battute
di presente, e solo in secondo luogo costituiscono fonti -a dalla storiografia. (Costoro dimenticano che l9immediatezza
partire dalle quali dischiudere eventi e condizioni del passato. estetica su cui insistono può anche essere una seconda imme-
Una storia della musica rigidamente attenentesi al modello diatezza, e che anzi, nel caso di opere complesse o storica-
6 CAPITOLO PERDITA DELLA STORIA? 7
PRIMO

mente remote, non può neppure non esserlo). Sentire i due interazione, azione reciproca e non un assoggettamento del-
secoli e mezzo che ci separano dall9epoca in cui fu composta l9interprete e dell9ascoltatore al Diktat del compositore. (L9« au-
la Matthéus Passion, non disturba affatto la fruizione estetica torità » dell9opera è esposta al sospetto di essere un segno di
bensî ne fa parte. (Una visione storica sfociante in fruizione « falsa coscienza »).
estetica non va peraltro confusa o identificata con quel senso Tirate senza riserve (del che per il momento non si può
vago di una distanza di tempo che non di rado compenetra parlare), le conseguenze di un dissolversi del concetto di
e colora la ricezione di musica antica; il sentimento che sogna opera per la storiografia musicale non si sa bene dove porte-
all9indietro e si sogna nel passato, può essere un presupposto, rebbero. Tuttavia la tesi del primato dell9evento musicale
ma anche un ostacolo per l9interesse storico, perché fa appa- 4 intesa come massima direttiva della storiografia 4 sull9opera,
tire superflue e disturbanti precisazioni di natura conoscitiva). presenta alcuni difetti che non è difficile mostrare. Anzitutto
La differenza di principio testé tracciata fra storia della identificare sic et simpliciter, senza limitazioni, con lo stra-
musica e storiografia politica 4 fra l9interpretazione storiogra- niamento il processo dell9oggettivazione 4 il realizzarsi di un
fica di un oggetto dato primariamente in una presenza este- intento compositivo in un9opera o in un testo 4 è errore
tica, e la ricostruzione di un passato che perdura solo in rovinoso sul piano filosofico, laddove il propriamente impor-
implicazioni 4 non ha comunque impedito che anche nella tante sarebbe per l9appunto far notare anche la menoma
musicologia si avvertisse una certa avvetsione per la storia, differenza, che poi è decisiva, fra l9oggettivare e il reificare.
una irritata diffidenza verso la tradizione di intendere la mu- In secondo luogo non si vede come allo storiografo dell9evento
sicologia soprattutto come storiografia della musica. Non sarà potrebbe mai riuscite di ricostruite un « avvenimento musi-
superfluo approfondire le ragioni che hanno ispirato questo cale » del passato 4 inteso come reciproco addentellarsi di
mutamento di disposizioni d9animo, né le argomentazioni in testo, esecuzione e ricezione 4 in modo cosî preciso e diffe-
cui esso si espresse. Un tentativo di delineare i tratti fonda- renziato che il risultato non contrasti per miseria e squallore
mentali di una ricerca storica scientifica della musica non coi risultati dell9analisi dell9opera. In terzo luogo si potrebbe
può non tematizzare proprio le difficoltà che gli si oppongono. obiettare che la « forma aperta » si presta altrettanto poco
1. La premessa che il concetto di opera sia la categoria quanto la «forma chiusa» a divenire un ampio principio
centrale della musica, e dunque anche della storiografia mu- regolativo di tutta la storia della musica in applicazione ge-
sicale, è esposta al dubbio crescente che per un verso nasce neralizzata. È innegabile che la musica non è sempre stata
da esperienze con la musica di questi ultimi tempi e per «opera» [Werk] nel senso enfatico dell9espressione. Ma
l9altro da una sempre più diffusa inclinazione alla critica non vi è ragione di spregiare la musica artificiale [artifiziel-
dell9ideologia. La dimestichezza con «forme aperte» che le]? europea dell9età moderna, di cui è incontestabile il
l'ascoltatore per primo costituisce in generale movendo da carattere di opera e di testo, né di tacciare di provincialismo
se stesso piuttosto che recepirle ricalcandone con rassegnata lo storico che, movendo dall9esperienza della presenzialità
comprensione una forma chiusa precostituita, e la crescente estetica delle opere, vi veda un oggetto centrale della storia
diffidenza verso fenomeni di reificazione e di straniamento musicale. L9« opera » musicale che l9ascoltatore « ri-compone »
convergono nella convinzione che nella musica la «lettera nella fruizione, non è un modo inadeguato, fondato su astta-
fissa », il senso letterale ben stabilito, che si può tramandare, zione, dell9« evento » musicale, ma una legittima forma di
sia meno importante dell9avvenimento musicale, dell9« evento » esistenza della musica.
che si viene a formare nella relazione tra il progetto compo- 2. La diminuzione dell9interesse per la storia non significa,
sitivo, l'esecuzione che lo realizza, e l9ascolto che da forma o per lo meno significa sempre, che si sia licenziata la
categoriale: in una relazione, dunque, che dovrebbe essere « coscienza storica » affermatasi come forma di pensiero nel-
8 CAPITOLO PRIMO PERDITA DELLA STORIA? ; 1 9

l9Ottocento. Piuttosto la convinzione che i fenomeni spiri- l9Abbozzo di una nuova estetica musicale (1916), sia nella
tuali e sociali siano « storici da cima a fondo», è timasta teoria: della prosa musicale che Arnold Schönberg schizzd
perfettamente intatta anche presso parecchi spregiatori della nel saggio Brabms the Progressive [Il progressista Brahms],
storiografia come scienza « antiquaria » del passato. Potremmo come: anticipazione di una condizione futura in cui, invece
addirittura parlare di uno storicismo senza storiografia [Hi- di obbedire a regole eteronome, la musica perviene a se
storismus obne Historie]. Nel concetto della storicità esso stessa e alla propria essenza autentica. (I rivoluzionari dell9età
accentua unilateralmente l9elemento della mutevolezza. Ciò moderna 4.è questo a differenziarli dai ribelli di secoli pre-
che si lascia cadere è invece la premessa che reggeva la sto- cedenti = in tanto sono «storicisti » 8in quanto ritengono
riografia tradizionale, la massima per cui la visione di ciò « fattibile » la storia, e dalla massima che lo stato, la reli-
che è nasce dalla conoscenza della sua genesi. Al posto del- gione e la cultura 4 le « tre potenze » di Jacob Burckhardt 4
l9elemento di conferma (nel rappresentare il passato come siano « storici da cima a fondo », traggono la conseguenza
fondamento e sostegno del presente) si pone in risalto l9ele- che la mutevolezza di cui parlano gli storici sia anche realiz-
mento critico, vale a dire l9implicazione che nella misura in zabile in pratica, di proposito; l9antitesi allo « storicismo »
cui degli stati di cose sono sorti storicamente e non sono dei rivoluzionari è ovviamente il tradizionalismo dei conser-
dati per natura, essi si possano mutare e sovvertire. vatori, l9attaccamento a quel: « buon vecchio, antico vero »
Sempre nel nome della coscienza storica come coscienza che non pare vero solo perché vecchio, ma di cui si crede che ab-
della mutevolezza, lo sguardo retrospettivo nel passato, la bia già sempre avuto valoree sia durato tanto, perché vero).
determinazione dell9« essere » mediante il suo « essere dive- 3. All9accentuazione del futuro al: posto del passato come
nuto », va allora sostituita da un atteggiamento orientantesi categoria fondamentale della « coscienza storica » 4 mutamento
su un futuro utopico, su un futuro « utopico reale » [Real- d9accento che sembra un assoggettare la storiografia alla poli-
utopisch], come direbbe Ernst Bloch8. La massima portante tica 4 si lega strettamente 8una diffidenza vetso quei fenomeni
della storiografia tradizionale trova una sfida nell9antitesi, o che, secondo quanto convenivano: storici: precedenti, equival-
tesi contraria, per cui, quanto al che cosa «sia» un cosa, gono a ciò che « appartiene alla storia ». L9insofferenza nei
l9origine che essa si lascia alle spalle decide meno dell9insieme confronti: dei « grandi uomini» cosmicostorici di cui una
delle possibilità che vi allignano. Non deve valere come volta si diceva che «fanno la storia», è poi l9altra faccia
elemento decisivo il « come » la cosa sia divenuta quella che di una 'simpatia verso le masse che prima stavano nell9ombra
è, ma «ciò » che da essa possa divenire. e che della storia dovevano portare il peso.
Di conseguenza la storia, per quel tanto che non la si Nella storia della musica tale mutamento di prospettiva
liquidi in generale come superflua, si trasforma nella ricerca significa che non solo le «grandi opere» emergenti dalla
di anticipazioni di un futuro a cui si aspira, e di cui si crede congerie 8enorme di quanto si produce, ma anche la massa
di scorgere già pretracciati nel presente i vaghi contorni. Si sterminata di « musica volgare » [Trivialmusik] di cui consta
rovista nell9arsenale della storia in cerca di elementi compo- gran parte della realtà musicale di ogni giorno, appartiene
nenti che sembrino adatti a schizzare o a illustrare un abbozzo alla « storia» nel senso enfatico dell'espressione invece che
del futuro. Quanto giaceva dimenticato in un angolo, non tappresentare semplicemente i detriti che rimangono giù e
appena la coscienza utopica se ne impadronisce, ottiene al- indietro, quando la storia si costituisce. Ma un pezzo di musica
l'improvviso un ampio significato. Modeste, poco appariscenti volgare 4 questo è quanto si vuol dire in tale prospettiva 4
introduzioni, transizioni e appendici, cioè parti musicali pre- non va inteso e valutato 8come « opera » (un9analisi estetica
valentemente formali che prima giacevano nell'ombra, cam- della tecnica compositiva comporterebbe già all9inizio un er-
peggiano sia nel sogno delineato da Ferruccio 8Busoni nel- tore di giudizio sul modo di essere di questo genere di
Io . GAPITOLO:. PRIMO PERDITA DELLA STORIA? tI

musica), bensi va necessariamente còlto come fatto sociale, metodo (infatti con. sufficiente insensibilità estetica : si: 8può
comie elemento parziale di un processo o di una condizione sempre analizzare a fondo una sciocca canzonetta di strada
che riguarda la società. In: altre parole, la storia. musicale «in: modo immanente all9opera», e viceversa ridurre una
dell9opera o della composizione, fondantesi sul concetto che cantata di Bach al suo significato liturgico, cioè insistere sul
l'età moderna ebbe dell9arte, va sostituita (i concilianti dicono fatto:che l9una sia pur sempre un testo ;e l9altra abbia svolto
che va « integrata ») da una storia sociale che fa capire un una funzione), è tuttavia, insomma, comune esperienza scien-
costrutto musicale movendo dalla funzione che esso svolge. . tifica che caso per caso si piò quasi sempre decidere di
Che la «grandezza » in campo musicale sia. altrettanto buon accordo se un certo risultato sia interessante 8e plausi-
fallace e discutibile quanto quella politica, di cui devono bile, 0 squallidamente sgangherato. Il problema del perché,
pagare il prezzo gli oggetti della 8storia, non è peraltro per- come, in che cosa le poche volgarità che hanno successo si
fettamente chiato, Si può anche pensare che Beethoven. sia differenzino propriamente dalle innumerevoli volgaritä feli-
divenuto un9autorità musicale senza far portare pesi a nes- cémente ghermite e travolte dalla « furia dissolvitrice del dile-
suno. Nel passare dalla storiografia politica alla storia della guare.» già al momento in cui nascono, non è facilmente
musica l9argomentazione appuntantesi contro. i « grandi uo- affrontabile con argomentazioni di tecnica compositiva deri-
mini» si stravolge. Inoltre vedere cosf mescolati se non vate dalla musica « artificiale » o di scuola [perché spesso
addirittura scambiati l9un con l9altro il normativo e il de- nell9aspetto tecnico una canzonetta vale l9altra]. E viceversa
sctittivo 4 postulati su ciò ché debba essere, c una conoscenza un9ihterpretazione esclusivamente funzionale di utia cantata
di quanto sia stato 4 nel riguardo metodologico è alquanto . di Bach naufragherebbe in uno stato di cose relativo all9azione
increscioso. Cercare in futuro. meno compositori eminenti, e esercitata, agli effetti storicamente avuti, cioè alla storia
chiedere piuttosto una cultura musicale di massa che meriti prammatica dell9efficacia [Wirkungsgeschichte] che pure uno
il nome di cultura e di civiltà [Kultur], può anche essere storico incline alla ricostruzione antiquaria non trascurerebbe:
mortalmente ragionevole o inevitabile, ma non potete negare ossia naufragherebbe sul duro scoglio, che le opere di Bach
con ciò il fatto che la storia musicale europea dell9età moderna non solo ressero, di venire reinterpretate nell'Ottocento come
sia fiorita nel segno di quanto nel titolo. di un libro Alfred la quintessenza e il paradigma di una musica assoluta, senza
Einstein chiamava « grandezza nella musica ». ombra di funzione; ma solo attraverso quella reinterpreta
La decisione metodologica a favore della storia dell9opera zione si elevarono in generale a una grandezza storica che
e della tecnica musicale oppure a favore della storia sociale nel Settecento non avevano affatto per la coscienza dei con-
e di quella della funzione svolta [Funktionsgeschichte] non temporanei, In certo qual modo quelle opere sono state
dipende tuttavia del solo « interesse conoscitivo » 4 un inte- « scoperte », più che riscoperte, solo. nel profondo mutamento
- resse che resta demandato alla scelta dello storiografo an- semantico a cui furono sottoposte 4 e ciò che esse « propria-
corché influenzato abbastanza spesso da motivi extrascienti- mente » fossero o per l9appunto non fossero in realtà, lo
fici 4 ma almeno in parte è anche pretracciata nella cosa storico che si arrenda ai dogmatismi della filosofia della
stessa, nei dati di fatto musicali. La misura in cui una storia storia, non lo può decidere.
delle opere oppure una storia sociale ovvero un procedimento E allora, invece di stare a battagliare in abstracto insistendo
conciliante intermedio 4 che tuttavia non può esimersi da su pretese universali, e a gettarsi reciprocamente in faccia
una sua accentuazione particolare 4 sia adeguata a un pezzo accuse ideologiche vuoi di presunzione « elitaria » vuoi di
di realtà musicale, cambia nelle diverse epoche, nei diversi devastante « estraneità all9arte », la controversia metodologica
ambiti, nei diversi generi. Ancorché in linea di principio nulla si può attenuare mettendo alla prova su stati di cose storici
possa sottrarsi all9intervento . vuoi dell'uno vuoi dell9altro miscele diverse delle impostazioni contrastanti. Non che il
12 CAPITOLO PRIMO PERDITA DELLA STORIA? - . 13

conflitto possa o debba venire chiuso sul piano dei principi tellarsi di singole particolarità fattuali, quanto all9 « interno
(il tentativo di una distensione che cancellasse le differenze legame » tra i significati che stanno dietro i fatti. Come storia
di prospettiva sarebbe e falso e vano); ma il conflitto ha narrabile 4 nel senso di modi tradizionali di. narrare, non
senso solo se può reggersi su esperienze ed esempi scientifici ancora influenzati da Proust né da Joyce 4 un pezzo di
pratici, senza i quali un progetto teorico. resta altrettanto passato appare dunque o mediante l9illusione estetica di. una
vuoto quanto è cieca la semplice empiria=. Per il momento concatenazione continua di eventi oppure invece 4 e questo
i sostenitori di una storiografia musicale d9impronta storico- secondo elemento è decisivo 4 sulla base di una decisione
sociale vivono ancora in larga misura dell9ingiusto vantaggio provvisoria presa dallo storiografo a favore di un9idea, alla
di poter criticare i difetti della storia tradizionale delle opere cui luce l9essenziale si stacca dall9inessenziale e l9intrico con-
invece di dover giustificare risultati propri che continuano a fuso della realtà empirica prende forma. (Quando Arthur
mancare. È peraltro abbastanza raro che i trionfi degli storici C. Danto parla di uno «schema organizzante» a cui lo
programmatici sugli storici praticanti [i trionfi di chi dice storico si orienta, con ciò egli sostituisce l9idea creduta 4 la
come scrivere la storia su chi la storia la scrive] dutino « verità » della storia 4 con un progetto euristico della cui
molto. utilizzabilità decide la misura in cui i fatti si ordinino senza
4. Il concetto della continuità, categoria portante della forzature-in un modello intelligibile: la metafisica si restringe
storiografia come narrazione di storia, è finito nel cono in semplice metodologia). È
d'ombra di un atteggiamento scettico verso la filosofia della Ma quando si lascino cadere le idee come realizzazione
storia. Non che il problema insito nell9idea della storia come delle quali diviene comprensibile la storia, allora si sbriciola
nesso nartabile sia mai stato disconosciuto da storici che la continuità, la coesione interna degli avvenimenti, e la
meditavano sul loro mestiere. Che la concatenazione degli decisione su quanto « appartenga alla storia » e quanto non
eventi qualeè stata nei particolari della realtà effettuale, non le appartenga, resta priva di fondamento. Sembra petaltro che
si possa mai ricostruire senza lacune, lo espresse molto net- la controversia si possa attenuare 4 anche se non comporre 4
tamente il. Droysen. Alla storiografia narrativa, rappresentata riducendo la validità assoluta dei principî portanti a una
dal Ranke, egli mosse il rimprovero di alimentare 19« illu- validità relativa che trova sostegno -nell9empiria nella stessa
sione »: « Come se delle cose storiche avessimo di fronte misura in cui è disposta a ritirare le proprie pretese.
un decorso completo, una catena in sé chiusa di avvenimenti, Come storia delle opere [Werkgeschichte] 4 come storia la
di motivi, di fini» 9. Tuttavia la finzione estetica 4 mutuata cui armatura portante è costituita da opere musicali, ancor
dal romanzo 4 di un9assenza di lacune prodotta narrativamente, quando si parli piü dei compositori, nella cui biografia si
nella coscienza dell9inconsistenza effettiva dei fatti trasmessi, cercano ragioni esplicative, che non della cosa stessa 4 la
non fu mai l9elemento decisivo. Dalla «realtà effettuale » . storiografia musicale si. fonda sull9idea di un9arte autonoma
che resta sempre patzialmente sconnessa anche nel più acca- (idea che funge da « schema organizzante » come l9idea dello
nito impegno ricostruttivo, gli storici dell'Ottocento 4 sia spirito di un popolo funge da schema siffatto nella storio-
Droysen sia Ranke 4 distinguevano una « verità » della storia grafia politica). Orientandosi sul principio della novità e
solo alla luce della quale il cumulo informe dei fatti ottiene dell9originalità 4 e fare cosî sembra loro addirittura cosa
senso e struttura in generale. Quando si scorga un principio ovvia e naturale su cui non occorre riflettere 4 gli storici
motore della storia nell9idea di umanità [Humanitat] o in della musica ne descrivono lo svolgimento come storia ge-
quella dello spirito. di un popolo [Volksgeist], allora i fatti netica [Ursprungsgeschichte] dell9opera d9arte autonoma, in-
si raggruppano quasi da sé nel quadro di uno svolgimento dividuale, irripetibile, fondata su se stessa ed esistente per
che non deve tanto la propria consistenza al reciproco adden- se stessa. E il correlato della storia delle opere è una storia
14 CAPITOLO -PRIMO PERDITA DELLA STORIA? 15
della composizione o della tecnica musicale: come storia delle opere, che in generale & per sua natura isolabile come
della «logica musicale » 4 dell9elaborazione di temi e motivi, tale solo con l9orientarsi sul principio della novità, verrebbe
dell9evolvere della variazione e della costruzione di nessi soppiantata da una storia della cultura [Kulturgeschichte]
atmonico-tonali differenziati ed estesi 4 la storia della musica in cui dal passato spiccano determinate 8combinazioni di strut-
è descrivere lo svilupparsi di mezzi con cui la musica giu- ture-della-coscienza e idee, e istituzioni, e costrutti vissuti nei
stifica la propria autonomia, il che poi vuol dire: con cui modi caratteristici del tempo.
giustifica la sua aspirazione a fatsi ascoltare per se stessa. In una obiezione analoga a quella mossa. alla storia delle
La massima, ratamente enunziata ma praticata di continuo, opere incorre anche la storia, ad 8essa strettamente legata,
che un9opera musicale « appattenga alla storia» 4 a: una della composizione o della tecnica che, per guadagnare un
storia concepita come catena di mutamenti 4 con l9essere principio di scelta e di collegamento dei fatti, si orienta verso
qualitativamente nuova, presso quanti tra gli spregiatori. della l9enucleazione della « logica musicale », ossia dei mezzi con
storiografia tradizionale non sono digiuni di filosofia della cui una musica consapevolmente artificiale giustifica estetica
storia, è peraltro esposta all9obiezione che in questo modo mente la propria esigenza di autonomia, la propria emanci-
si ergerebbe senza limitazioni e irriflessivamente a principio pazione da scopi extramusicali. Che nella musica del Sette-
dell9intera storia della musica una premessa estetica del Set- cento e dell9Ottocento il processo del sorgere e differenziarsi
tecento e dell9Ottocento, ossia la convinzione che per essere della tonalità armonica creativa di. forma, e dell9elaborazione
autentica l9opera debba necessariamente essere originale. Una di temi e motivi appaia l9evento storico centrale la cui ac-
storiografia che dichiarasse sostanza storica primaria di un centuazione trova fondamento nell9estetica dell9opera [Werk-
decennio o di un secolo quanto vi è di nuovo di volta in ästhetik] propria dell9epoca, dovrebbe essere pacifico. Ma
volta, per poi costruire dalla sequela dei mutamenti una la misura in cui sia lecito dichiatare cosa principale. a cui lo
storia narrabile, stravolgerebbe, per esempio, e sposterebbe storiografo debba attenersi, l'evoluzione di strutture e di
in una prospettiva distorta l9effettiva realtà musicale del mezzi artistici invalsi in epoche precedenti, non è fissa. Invece
medioevo. È vero che la parte del nuovo nella cultura dei mezzi con cui una messa a più voci otteneva una con-
musicale del dodicesimo secolo o del tredicesimo 4 che a clusività ciclica. come opera d9arte emergente dal contesto
rigore non sarebbe affatto descrivibile adeguatamente come liturgico, una storiografia che partisse dalle premesse del
« cultura musicale », poiché nulla autorizzerebbe a spiccare Quattrocento, dovrebbe forse dare risalto piuttosto a quegli
dal contesto e a raccogliere insieme quelli che noi oggi anno- elementi con cui si veniva a costituire e si consolidava come
veriamo tra i fenomeni « musicali » 4 in questo modo 8hon norma del genere in questione un determinato nesso tra la
verrebbe affatto negata; ma neppure sarebbe stata una parte funzione extramusicale e la procedura propriamente musicale
tanto decisiva quanto si presenterebbe in una storiografia che (eccettuate alcune opere il cui scopo rappresentativo spingeva
movesse dalle idee filosofiche sulla storia proprie dell9 Otto- alla ostentatio ingenii biasimata da Glateanus in Josquin
cento. Desprès).
In un tentacivo di porte gli accenti, in un9esposizione In quale misura peraltro, nella selezione e nell9allaccia-
storica, cos{ come essi erano presenti nella coscienza dei mento di fatti storici, lo storiografo debba cercare di adat-
contemporanei 4 più precisamente: nella coscienza dei gruppi tarsi alle forme di pensiero e alle abitudini di visioni proprie
autorevoli fra i contemporanei 4 si sarebbe costretti a sosti- dell9epoca che descrive, resta incerto, in quanto, al limite,
tuire la consueta descrizione di una concatenazione di eventi si sarebbe costretti all9insidiosa conclusione di escludere dalla
o di opere con descrizioni di condizioni mutanti, esistenti storiografia epoche prive di coscienza storica 4 cioè tempi
l9una accanto all9altra o sfocianti Puna nell9altra. La storia di un tradizionalismo ininterrotto in cui il presente non era
o
16 CAPITOLO .PRIMO PERDITA. DELLA STORIA? 17

altro che la ripetizione del passato 4 sulla base dell9argomen- [Organismus-Modell, modello otganismico od . organicistico,
tazione hegeliana per. cui le res gestae si ergono a «storia » ispirato all9evoluzione organica]. L9approccio si dimostra non-
soltanto nel senso enfatico che vengono riflessein una bistoria dimeno altrettanto ingannevole quanto, d9altra parte, apparte
rerum. gestarum. (Quindi una storia fondata archeologicamente presso che inevitabile quando si cerca di costituire una sto-
che si appelli a semplici reperti invece che a relazioni Escrit- tiografia nei presupposti di una determinazione critico-stili-
te], non sarebbe altro che una preistoria). . stica di fatti musicali. (Ancora nel 1965, nell9atticolo St
Accanto alle difficoltà d9ordine generale testé 8indicate da dell9enciclopedia Musik in Geschichte und Gegenwart [La
cui sembra pregiudicata la storiografia nel suo complesso, ne musica nella storia e oggi], vol. xu,p. 1317, Edward A.
esistono altre manifestamente proprie della storia della' musica. Lippman parlava in un primo tempo di « una sorprendente
Anche senza giungere a controversie spettacolari, negli ultimi analogia fra la storia di uno stile e il ciclo vitale di un
anni il concetto di stile e il metodo storiografico | 8di cui organismo », per poi rilevare peraltro la diversità sostanziale
8esso eta la categoria centrale, si 8sono sbiaditi e svuotati a ed esigere che le somiglianze formali non facessero da pre-
8tal punto che delle idee che all9inizio del secolo si9 concen- messa,ma da oggetto della ricerca). Secondo Adler «lo stile
travano nella parola «stile » son rimaste quasi soltanto le di un9epoca, di una scuola, di un artista, di un9opera non
vuote spoglie. Poiché, tuttavia, la coscienza stotica 8comporta nasce per caso, come semplice espressione contingente della
anche la coscienza della storicità di se stessi e delle proce- volontä artistica che vi viene alla luce, ma ha un suo fon-
dute in cui tale coscienza di sé si oggettiva, non sarà 8super- damento in leggi del divenire, dell9arco ascendente e discen-
fluo studiare, da un lato, le ragioni del crollo della storio- dente di una evoluzione organica »9. Cosf Adler eleva al
grafia ispirata allo stile e dall9altro cercare di ricostruite i rango di « legge » regolante la storia della musica un9analogia
problemi come soluzione dei quali essa era stata. concepita che puö essere lecita come metafora, ma & discutibile e dubbia
da Guido Adler e da Hugo Riemann; i problemi, infatti, si come teorema di una filosofia della storia. Tuttavia, dove la
può supporre appartengano alle domande che invecchiano. si intenda in base alla sua funzione metodologica, la meta-
meno rapidamente delle 8risposte mutanti di epoca in, epoca. fisica ingenua & semplicemente un difetto accidentale che
Senza dover penetrare nell9intrico di definizioni del con- sarebbe correggibile senza ledere nella sua: sostanza il con-
cetto di stile 4 la difficoltà decisiva sta evidentemente. nel cetto della storiografia stilistica. Anzi, l9analogia è essenziale,
trovare una mediazione non forzata tra il postulato di un poiché le determinazioni stilistiche 4 si tratti di una singola
nesso dei connotati stilistici comprensibile dall9interno. ¬ il opera, delle opere complete di un compositore o della pro-
metodo del definire uno stile staccandolo da altri, ossia à la duzione di tutta un9epoca 4 in linea di principio sono co-
difficoltà del come e quali connotati differenzianti ritenere struzioni di complessi in sé chiusi e quasi escludentisi a
essenziali 4, senza doverci dunque immischiare in. problemi vicenda, che vanno riferiti gli uni agli altri «da fuori»
di fondo, possiamo prendere visione, almeno in abbozzo, di ~ per l9appunto con il modello organicistico 4 allo scopo di
alcune delle ragioni che portarono allo sfaldamento del ;con- farli apparire in generale stazioni di un9evoluzione. È ben
cetto della storiografia orientata sullo stile. Il nostro (discorso vero che in termini di critica stilistica si può sempre cogliere
non riguarda dunque il concetto di stile in se stésso;..ma le una successiva unità più ampia e cosi agganciare i complessi
idee storiografiche che gli erano corinesse. A disposti l9uno accanto all9altro; ma la piramide di concetti
1. Nel suo abbozzo di una teoria del concetto scientifico di di stile che ne risulta, non è facilmente trasformabile nel
stile musicale Guido Adler moveva nel rorx da quello. che, quadro di un processo evolutivo. Quando, a proposito della
più oltre, Erich. Rothacker chiamò il modello dell9organisnio compresenza di stili, Adler parlò di « disjecta membra di una
| a

18 CAPITOLO PRIMO PERDITA DELLA STORIA? 19

pseudo-storiografia » (cit., p. 239), con ciò stava chiamando lascia cadere la soluzione adleriana del problema contenuta
col nome giusto la fragilità della propria concezione e sem- nell9idea di una «legalità dell9evoluzione organica » . dallo
plicemente non vedeva che il problema da lui scorto 8con stadio arcaico a quello classico e da questo allo stadio manie-
estrema chiarezza nel particolare, si ripeteva 4 in un 8altro ristico, perché vi si scorge l9ipostatizzazione di una metafora
otdine di grandezza, ma sostanzialmente immutato 4 nel-caso a legge della storia, invece che di stadi di un'evoluzione si
degli stili delle varie epoche. | può parlare solo di un mutamento dell9ideale stilistico, e la
2. Non a caso in Adler il modello dell9organismo 4 inteso motivazione del mutamento 4 del passaggio da un contrap-
come condizione per far scaturire un storiografia dalla critica punto di voci funzionalmente gerarchizzate ad una polifonia
stilistica 4 si lega al pregiudizio estetico della superiorità con voci equipollenti, o viceversa 4 resta aperta.
degli stili classici. « Nel corso del nascere, fiorire e declinare 3. Nella storiografia musicale degli anni venti, al più tardi,
di un indirizzo stilistico l9elemento comparativo principale il termine « barocco » è stato lavato dalla traccia di essere
sarà costituito dal periodo di mezzo. I criteri stilistici sa- il nome di uno stadio stilistico di decadenza; e nello stesso
. ranno istituiti da tali gruppi intermedi, come per esempio tempo da categoria normativa il concetto di « epoca classica »
nello svilupparsi del corale dalla maniera del decimo e: del- si è tendenzialmente sterilizzato a etichetta di uno stile di
l'undicesimo secolo nella musica polifonica a cappella dalle determinate epoche 4 « tendenzialmente », perché la rein-
maniere, giunte a piena maturità, del secolo quindicesimo e terpretazione non riusci per intero. (Sussumere compositori
sedicesimo. Inoltre gli stadi precedenti e gli epigoni si pos- come Pleyel o Koïeluch sotto il concetto di classicità senza
sono e si devono riconoscere nella loro significazione e esitazioni riesce ancor sempre difficile; il linguaggio scientifico
importanza storica anche quando si discostino in singoli. cri- corrente, le cui convenzioni rivelano lo spirito di una disci-
teri stilistici determinanti, come i tipi di corale dei primordi, plina, permette sf di chiamate Pleyel un compositore dell9epoca
dotati di toni intermedi, e il corale dei periodi estremi, ten- classica, ma non di qualificarlo un classico). Il dissolversi
dente all9equivalenza ritmica, rispetto al ceppo di mezzo delle implicazioni normative che erano implicite nelle cate-
del 8corale diatonizzato, ovvero come gli stadi precedenti gorie degli stili, non lascia intatto il modello organismico
dotati di strumenti sussidiari e gli stadi dell9epoca succes- della Stilgeschichte, poiché nella misura in cui nella critica
siva, provvisti di voci strumentali di ripieno, rispetto alla stilistica il « periodo di mezzo», come lo chiamava Adler,
polifonia strettamente vocale del periodo di massimo splen- costituisce l9« elemento comparativo principale », essa si orienta
dore »°. Il linguaggio dello Adler storiografo rivela il clas- innegabilmente all'idea del classico come perfetto e paradig-
sicismo a cui aderisce lo studioso di estetica. D9altra parte matico, e quindi una riduzione del concetto di epoca clas-
è evidente l9intento di « salvare » la costruzione storiografica sica a categoria puramente descrittiva tocca anche il modello
riformulando lo schema nato da una metafisica della storia otganicistico in cui la media aetas era sempre lo stadio sti-
in uno schema euristico. Ma se la premessa estetica di Adler listico eminente. (Veramente è strano che pure in epoche
4 l9idea che un contrappunto di voci equivalenti rappresenti molto rispettose verso la vecchiaia lo stadio senile di uno
l9acme classica dello stile polifonico, mentre una compagine stile non sia mai stato celebrato come suo culmine). Ma
di voci gerarchizzate funzionalmente (e perciò qualitativamente non appena si allenta il nesso tra la metafora, o analogia
diverse sul piano melodico) debba valere da stadio prece- biologica, e l9idea regolativa del classico come culmine dell9evo-
dente arcaico o da stadio manieristico di declino 4 si dimostra luzione di uno stile, i tentativi di intendere per un verso
insostenibile, allora, per quanto lo si interpreti in senso euri- uno stile musicale o un complesso di connotati musicali come
stico piuttosto che in senso metafisico, il progetto storio- unità « dall9interno », e per l9altro di distinguerlo sensibil-
grafico perde il suo senso e la sua portata. Non appenä9si mente da stili limitrofi, tendono senza volerlo, e quasi ine-
20 CAPITOLO PRIMO PERDITA DELLA STORIA? 8 21

vitabilmente, a8 divenire costruzioni concettuali antitetiche, dunque una storia il cui principio storiografico sia fondato
nutrentisi di luoghi comuni della visione del mondo 4 si nell'arte come arte. Studiosi 8dell9arte che. cercavano di con-
pensi alle discussioni sulla « classicità » e il « romanticismo ». ciliare la loro coscienza estetica con la loro coscienza di
Quando ci si arrende ai 8tentativi dell9antitetica, descrivere storiografi, concepitono lo stile 4 inteso come impronta
un trapasso, un mutamento di stile che non si compie ex « dall'interno », e non come maniera intercambiabile di scri-
abrupto, con un salto repentino, ma in continuità, appare vete, come nell9estetica settecentesca 4, per un verso, come
un 8problema presso che insolubile 4 « salti qualitativi» insieme di quanto costituisce il carattere artistico di un9opera,
intaccano sf, pet cosi dire, la continuità, ma non la inter- e per l9altro come entità mutante storicamente. La critica sti-
rompono, bensi piuttosto la presuppongono. Non che gli listica doveva concettualizzare 4 insieme e l9una nell9altro 4
storiografi dello stile negassero la continuità dello svolgimento. la storicità e il carattere artistico della musica. Ma il fine
Ma essa è difficilmente descrivibile finché per « barocco », di attuare una mediazione fra estetica e. storiografia. senza
« epoca classica », « romariticismo » si intendono complessi forzature sull9uno o sull9altro lato, sulle vie battute dalla
di connotati il cui nesso interno si fonda su un9idea centrale Stilgeschichte per raggiungerlo, fu improvvisamente perso di
o una combinazione di idee che perdura identica attraverso vista. Quando lo studio dello stile della singola opera, la cui
i mutamenti storici di un9epoca, finché dunque gli storiografi descrizione si può formulare per intero come presentazione
si sottomettono alla necessità, intrinseca del metodo, di sco- del carattere artistico, e lo studio dello stile personale, che
prire tra la fine dell9epoca classica e il suo inizio una affinità sotto i presupposti dell9estetica dell9originalità 4 dell9identifi-
maggiore della somiglianza tra la fine dell9epoca classica e cazione dell9artificiale. con l9espressione poetica 4 converge
l9inizio del romanticismo. Collocare ceppi stilistici Puno ac- parimenti nel carattere artistico; passano a considerare lo
canto all9altro non è storiografia; è come se lo storiografo stile di un9epoca o di una nazione, e dunque si avvicinano
dello stile si trovasse di fronte all9infelice alternativa tra la alla storiografia vera e propria, allora da opera d9arte, che
dubbia metafisica del modello organismico, sovraccarico di è «un mondo separato per se stesso » (Ludwig Tieck), il
implicazioni normative, e la descrizione di stili 8delle varie costrutto musicale si trasforma 8in semplice esempio di idee,
epoche, isolati gli uni dagli altri, come una sorta di stotio- di eventi o di strutture il cui baricentro sta al di fuori
grafia quasi equivalente a una rinunzia alla storiografia. dell9arte: si riduce a documento. sullo spirito o sulla costi-
4. Il metodo della Stilgeschichte si affermò all9inizio del tuzione sociale di un9epoca o di, una nazione. La frattura
secolo vuoi contro il procedimento antiquario dell9ammuc- tra estetica e storiografia si tiapre: dunque. per entro il con-
chiare detriti di fatti vuoi contro il principio 4 dettato da cetto stesso di stile, come rottura. tra il significato dello
un'estetica dell9espressione [ Ausdrucksästhetik] ormai tramon- stile dell9opera, o dell9artista, e quello dello stile dell9epoca
tata 4 dello spiegare opere musicali ricorrendo alla biografia e della nazione. L9individualita del compositore &- essenziale
del compositore (il fine era raggiungere la scientificità delle pet il carattere artistico, fra i criteri del quale figura l9ele-
scienze della natura assumendone il principio di causalità 8con mento dell9originalità. Ma affermare che lo spirito di un9epoca
una imitazione che finiva nel caricaturale). In risposta anti- o di un popolo determina il carattere dell9arte come atte
tetica al positivismo, la storia degli stili cercava di risolvere (e non come semplice documento), non è possibile (ovvero
un problema che rappresenta una sfida costante per le scienze è possibile solo quando con. Hegel, e più oltre col marxismo,
dell9arte: il problema di delineare una storia dell9arte che si ritenga vera sostanza dell9arte l9elemento contenutistico,
sia effettivamente una storia e non una raccolta sconnessa trascurando la visione di un9estetica più recente, non essere
di analisi d9opere, ma il: cui oggetto d9altra parte sia l9arte tanto il contenuto a improntate la forma quanto viceversa la
stessa e non solo le sue condizioni biografiche o sociali, e forma a coniare il contenuto).

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STORICITÀ E CARATTERE ARTISTICO 23

LIL Bu en un, lato. sulla. massima che. l9arte si mostri quale :è propria
.Storicitä e carattere artistico mente soltanto nella trattazione. isolante di operein sé chiuse,
e.dall9altro lato sulla premessa ché la storia 8consista esclu-
sivamente in concatenazioni di causa ed effetto, di fine. e
attuazione, il problema della relazione fra arte e storia, pro-
blema fondamentale di. un9indagine storica scientifica sulla
musica, resta insolubile. Come storia di un9arte, nei pre-
supposti dell9estetica dell9autonomia [Autonomieästhetik] da
un lato, e di una teotia-della-storia aggrappantesi al concetto
della.:continuitä dall9altro, la storia della musica appare im-
.. Nell9appendice di un testo di storia della musica molto presa impossibile perché o 4 come raccolta di analisi strut-
diffuso, À History of Western Music [Storia della musica turali di singole opere 4 non è una storia dell9arte, oppure 4
occidentale] di Donald Jay Grout (1960), si trova una come ricorso dalle opere musicali a eventi culturali o sociali
« Chronology » intesa a «to provide a background for the il 8cui. collegamento costituisce in tal caso il nesso interno
history of music, andto enable the reader to see the indi- della narrazione storica 4 non è una storia dell9arte.
vidual works and composers in relation to their times » °. Il ;concetto di. arte proprio del formalismo, di origine
Cosi, per esempio, l9anno 1843 è rappresentato dal Fliegende ottocentesca, che deve il suo pathos all9ermetismo contem-
Holländer, dal Don Pasquale di Donizetti e da Frygt og Boeven poraneo, non è tuttavia l9unico concetto da cui possa muovere
[Timore e tremore] di Kierkegaard; il 1845 da Les Préludes, lo storiografo nel tentativo di giustificare la storiografia mu-
dal Tannhäuser e da Le comte de Monte Cristo di Dumas; sicale nei confronti di quanti la disprezzano sulla scorta di
il 1852 dall'impero di Luigi Napoleone e da. Uncle Tom's una certa educazione artistico-filosofica. E anche la contrap-
Cabin [La capanna dello zio Tom]; il 1853 da La Traviata posizione fra la determinazione della funzione svolta e l9este-
e dalla guerra di Crimea. Tuttavia non si capisce bene di che tica dell9autonomia 4 sulla quale in questi ultimi anni si
cosa. propriamente i lettori debbano essere convinti, se del- è 8atcesa una controvetsia violenta e non sempre « disinte-
l'analogia che sussista segretamente fra l9opera di Wagner ressata'8» 4 nori basta a fondare sul piano della teoria dell9arte
e quella di Kierkegaard, oppure, al contrario, dell9interna non- una. storiografia scientifica della musica. Ancor quando non
contemporaneità di quanto risulta esteriormente contempo- si temano affatto semplificazioni, ci si vede tuttavia costretti
raneo, ossia di una irrelatezza o assenza di relazione che si 4 in quanto la semplificazione deve pur sempre rispettare
mostra con grottesca dtasticità. proprio quando si cerca di una misura sopportabile 4 a distinguere per lo meno cinque
illustrare con tabelle crofiologiche la frase fatta dell9unità approcci estetici di cui si dovrebbero studiare le conseguenze
dello spirito di un'epoca, compenetrante d9un modo tutti gli storiografiche prima di valutare la relazione fra storicità e
ambiti. La musica è forse un riflesso della realtà che circonda carattere artistico,
il compositore oppure è il progetto di un mondo contrario? Il rapporto fra storiografia ed estetica ha una struttura
È forse legata da comuni radici ad avvenimenti politici e a circolare: da parte loro le premesse estetiche che possono
idee filosofiche oppure nasce della musica perché esiste della reggere una storiografia della musica, sono storiche, ossia
musica precedente, e non 4 o solo in minima parte 4 perché mutano nella storia. (Un loro irtigidimento in norme sovra-
il compositore si trovi in un mondo a cui cerca di rispondere temporali sarebbe dogmatico nel senso negativo della pa-
con la musica? rola).
Finché si insiste su dogmi estetici o storiografici, cioè da Con una certa grossolanità quanto a fatti e a cronologia,
24 . CAPITOLO SECONDO STORICITÀ E CARATTERE ARTISTICO 25.

si può affermare che la teoria estetica volta a volta -domi- rappresentazione di affetti è sia imitatio naturae: sta musica
nante, nel Cinquecento-Seicento partiva dalla relazione tra. le descrittiva. Fino alla metà del Settecento il problema del
funzioni sociali e le tecniche compositive, nel Seicento-Sette- come sia possibile cogliere uno spirito altrui che documenta
cento. dagli oggetti della rappresentazione musicale 4 gli :ef- se stesso in forma musicale, non si poneva". L9intendere
fetti 4, nel Settecento-Ottocento dalla persona del composi- musicale significava semplicemente. un intendersi sul contenuto
tore, e nell9Ottocento-Novecento dalla struttura di opere in materiale-cosale della musica [su ciò che il compositore aveva
sé chiuse, e che da circa due decenni si diffonde la tendenza oggettivamente da dire].
a intendere le opere come documenti. « Persino l9arte del pre- Viceversa per l9estetica dell9espressione, sorta nell9epoca del
sente è sempre più percepita da una subitanea distanza sto- sentimentalismo e dello Sturm und Drang, oggetto 8primario
rica, in senso critico e documentario », scrive 0. K. Werck- dell9intelligenza musicale è il compositore stesso come soggetto
meister ! che stia parlando di sé. Esteticamente decisiva qui non. &
La teoria estetica funzionalistica del Seicento era prima- la cosa rappresentata, un senso testuale o un affetto, mail
tiamente una teoria di generi musicali costituentisi come modo. di presentarla in quanto esso ci informa sull9individua-
correlazioni -fisse, regolate da norme, fra scopi sociali..che lità del compositore. (Qui lo stile«è l9espressione della per-
andavano adempiti e mezzi musicali che si ritenevano ade- sona che « sta dietro l9opera », non la semplice maniera di
guati agli scopi. Che Christoph Bernhard distingua fra il scrivere di cui il compositore può appropriarsi ¬ che può
repertorio di figure retorico-musicale dello stile da chiesa, cambiare. con un9altra quando: il tema: o le circostanze lo
da camera e da teatro, sul piano della teotia estetica signi- richiedano). Non che il riferimento-all9indietrö al compositore
fisica che i mezzi musicali vengono riferiti più a scopi pratici dovesse: necessariamente perdersi. in. curiosità. aneddotico-
che non a stadi storici da essi rappresentati. La corrispondenza biografica (benché nell9Ottocento questo 8accadesse abbastanza
fra stile di chiesa e prima prattica, e fra stile teatrale e .spesso): l9individualità in cui. ci si deve immedesimare per
LS
seconda prattica non va fraintesa anacronisticamente. La mu- intendere l9opera musicale dall9interno, non è psiche empirica
sica di chiesa non è stilizzata, poniamo, come « musica ma un «io intelligibile » [o noumenico] accuratamente spo-
antica » 4 nel senso di una coscienza stotica che ponga delle gliato di ogni bassa empiria. Che tuttavia il compositore fossé
distanze 4 ma la maniera di scrivere adeguata alla liturgia ritenuto l9istanza estetica. centrale 8in «quanto autore, e non
è sorta prima, e l9antichità che la distingue fa da sigillo della nella 8sua esistenza privata, non cambia nulla quanto al prin-
sua verità. (Monteverdi non giustificava la seconda prattica cipio per cui ciò in cui si cercava la sostanza estetica. di
come un progresso, bensi presentandola e celebrandola come un9opera era una persona, un9individualità. L'elemento « poe-
restituzione di una verità ancor più antica, come ritorno tico » [poietico] che costituisce il carattere artistico9 della
al concetto di musica proprio dell9antichità classica). musica, è legato alla possibilità di conoscere l9individualità
Il secondo « paradigma » estetico-musicale, la teoria-degli- «che sta dietro l9opera »; nell9estetica dell9espressione il. ca-
affetti del Seicento-Settecento, non èx una teoria dell9espres- rattere artistico e quello documentario 4 ossia l9interpreta-
sione, ma una dottrina, oggettivamente otientata, della rap- zione di un9opera come testimonianza su una persona 4 noû
presentazione. Ciò che il compositore presenta musicalmente, si escludono, ma si amalgamano l9uno nell9altro:
è il suo grado di conoscenza della natura di un affetto umano. La 8polemica mossa nel Novecento :contro l9accentuazione
E dunque l9opera musicale non si intende per immedesi- dell9autore ha motivazioni diverse. In un: primo momento
mazione nei moti dell9animo del compositore, ma perché essa significa che qualcosa è cambiato. nella cosa :stessa; nel.
nell9ascolto torna a compiersi e si ripete la verità oggettiva rapporto del compositore con l9opera: 8la diffidenza di Stra-
che il compositore ha formulato in termini musicali 4 e la vinskij: verso Beethoven e Wagner: in non piccola. parte era
26 o CAPITOLO SECONDO
STORICITÀ E CARATTERE ARTISTICO 27.

avversione all9estetica romantica del compositore: Nel Nove-


cento il compositore, per dirla informa marcata, appare zionale chiuso di elementi formali e materiali. L9immedesi-
funzione dell9opera e non viceversa l9opera fünzione del com- mazione in una individualità è sostituita dall9analisi strutturale.
positore. E al mutamento storico fattuale; nei. fatti, è stret: di un costrutto. (Il concetto di struttura :nel:senso: di 8uno
tamente legato un cambiamento storico. ideale, nelle idee strutturalismo estetico include elementi materiali-contenutistici.
4 ossia un cambiamento nei metodi. storicidi interpretazione: senza -violare con ciò i principî del « formalismo » 4 que-.
nel Novecento si interpretano Beethoven o Wagner nella loro st'ultima etichetta @ una 8scelta infelice -; il fatto decisivo
relazion : e
con l9opera diversamente che nell'Ottocento. (La è che l9opera. si 8coglie « dal' suo interno » invece che 8« da
concezione del Tristan 8è 8motivata - dall9amore «per: Mathilde fuori.»). i : , moe.
Wesendonck, oppure, .come congettura - Ma: l9estetica novecentesca, la cui categoria centrale.:®- il
Paul. Bekker,
va 8la concetto dell9opera isolata, in sé chiusa; vive-:giotni difficili:
faccenda sta 8esattamente al contrario?). Peraltro il problema
del «come siano andate veramente le cose »;-hon è facile è minacciata nella9 sua. esistenza e nel .suo significato. Nello
stesso momento in cui l9interpretazione di. opete musicali
da sbrogliare perché un « vero » - stato-di-cose psichico; al
di là della trasformazione 8catessica che esso ha subito at- come: « biografia sonora.» 8sembrava liquidata per sempre,.
traverso le idee estetiche dell9epoca: già nella coscienza delle da:un altro versante venne spinto di nuovo dall9anticameta
persone agenti, non è mai ricostruibile, (Le idee -tispecchiano al centro dell9estetica il'catattere documenario delle -opere
le realtà, ma è vero anche l9inverso, che lé realtà tispecchiate. d'arte. = oo. pese let robe I
rispecchiano le idee), 8 À partire dalla fine della seconda guerta mondiale.è carat-.
0.0 cs 0: So teristico della ricezione :di musica muova che l'interesse. per:
L'aspetto decisivo per noi è la differenza. delle rispettive
massime 8estetiche... A costituire Ja: differenza 8 profonda . che la tendenza che l'opera: rappresenta; respinge -l9interèsse. per.
divide. la mentalità :del Novecento da quella dell'Ottocento
l9opera stessa. Al limite, le opere diverigoho informazioni. sullo,
non. &.il giudizio di fatto 8che elementi biografici ' esercitino status della: tecnica musicale 8che 8incarnano. Non. sono -pet-
un influsso minore di quanto si pensasse nell'Ottocento, ma cepite. esteticamente, come: costrutti fondati. in se stessi,-ma
il giudizio di valore che quell9influsso non abbia importanza storicisticamente, .come-documenti relativi «a 8un -processo-sto-
esteticamente. per il carattere artistico. delle. oper rico che passa per esse. - La: contemplazione, l9immergersi nel.
: musicali.
e Peffettivo contenuto9 materiale di verità
. della :musica -dimen-
Pi che semplicemente contestata, l9interpretazione dell9ope-
tichi.di sé e del: mondo; viene. sacrificata alla8 possibilità di
ra d9arte come documento sull9autote viene respinta. valuta-
tivamente: è un qualcosa che non 8c'entra con l9arte. (Già essere: informati, all9atteggiamento 8 di 8adepti. che 8hanno. im-
nella polemica di Eduard 'Hanslick contro « la putrida8 este- parato a vedereil presente e; nel presente, -la: propria9 -ési-
tica del sentimento » non si tratta. primariamente del con: stenza dalla distanza in cui si colloca: lo stotiografo, : :::,
tenuto-di-realtà psichico dell9estetica sentimentalistica, come 8Nella realtà storica 8effettiva, il rapporto fra le. massime
si.è. mancato spesso di. notare, ma della sua irrilevanza este- teoriche testé succintamente delineate è certo piti complicato.
tica). 0...
di quanto 8appaia nella. grossolanità
-dellé schema: Da un lato
Zu Di i i
Il formalismo o :strutturalismo; affermatosi come: estetica la teoria dei generi musicali fu sostituita, nel ruolo di. con-
dominante nel Novecento; pur.nòn senza contrasti, accentua cezione dominante, dalla teoria-degli-affetti, Ja -téoria-degli-
la distinzione fra oper affetti dall9estetica dell9espressione; e l'estetica dell9espressione
che:e,
hanño il loro centro in9 se 8stesse,
e documenti, il cui: punto di riferimento staal di fuori del dallo strutturalismo; ma dall9altro lato -il 8vecchio sopravvive
testo. Vero 8oggetto dell9intendere musicale non &: il: compo- accanto. al nuovo; quand9änche. solo -perifericamente, e che
sitote.« dietro l9opera », ma l9opera stessa come nesso fun- una convinzione: « dòmini »- 4 cioè sia. accettata dal gruppo
di: quanti per conseriso sociale sono -chiamati..d: giudicare 4
28 CAPITOLO SECONDO
STORICITÀ E CARATTERE ARTISTICO 29
non significa sempre che essa sia diffusa più largamente
di
altre. | cializzazione e alla conseguente paura di parziale incompetenza,
:
Se quindi questo schema di massime estetiche à più. ma anche a convinzioni estetiche che rendono precaria la
un
« tipo ideale » da cui può muovere una ricerca. storiogr storiografia. Dove si senta come estraneo all9arte 4 come
afica,
che non un risultato in cui essa sfoci, tanto meno ci si. offesa al carattere artistico delle opere 4 l9intendere opere
può
attendere che esistano 8condizioni semplici e fisse tra premes musicali come. anelli di una catena, resta sensatamente pos-
se
estetiche e premesse storiografiche. L9avversione per la sibile un9unica forma di esposizione storica, e precisamente
storia
è si una conseguenza possibile, e persino ovvia, dello una. forma di esposizione che a rigore non è una forma: il
strut-
turalismo, ma non è una conseguenza logicamente hecessa raccogliere monografie che si possono arrangiare sempre di-
-
tia; e l9adesione estetica al principio dell9espressione. versamente a seconda di quale aspetto dell9una si. voglia
non
impedisce ad alcuni storici di ordinare primariamente delucidare accostandolo ad altre. (E nulla al mondo impedisce
in ge-
neri musicali una storia della musica ottocentesca, come di ignorare la. cronologia, se con ciò emergono pif netta-
se vera
sostanza della musica fossero le relazioni, consolidatesi in mente rapporti che si crede di scoprire nell'immaginario
norme
di genere, tra funzioni sociali e tecniche compositive 4 e non museo dell9arte. Il procedimento «isolante », caratteristico
l9espressione « poetica » di un9individualità. dell9estetica strutturalistica, non implica quindi che l9ana-
|
E poi gli storici della musica 4 non diversamente: lizzante rinunzi a costituire nessi, ma vuole unicamente dire,
da
quelli politici 4 tendono spesso a un eclettismo. metodologico da un lato, che non può valere da fondamento sostanziale
(di cui è certa la precarietà filosofica, ma non èA altrett un determinato tipo di nessi, quello storico-cronologico, ¬
anto
sicuro che esso sia storiograficamente inutile): tendon dall9altro lato che l9interesse va dai collegamenti all9opera in
o cioè
al procedimento dell9allineare sullo stesso piano in disposi cui 8essi confluiscono, e non dall9opera ai collegamenti).
-
zione sciolta e disinvolta monografie su compositori, Un'altra conseguenza: della stessa premessa estetica [strut-
analisi
strutturali di frammenti di opere, compendi di storia turalistica] sarebbe una storiografia che, per così dite, ras-
dei
generi, panoramiche della cultura; delle idee, o segnasse :le dimissioni e partisse da una 8brusca distinzione
di storia
sociale; senza impegnarsi in generale nel problema tra significato estetico e significato storiografico: dall9idea
del che
cosa sia propriamente l9oggetto di cui scrivono la storia. (Che 4 peraltro quasi sempre non: espressa con questa durezza 4
tutti i fatti che essi prendono in considerazione, riguard che la musica sia storicamente raggiungibile nella sua sostanza
ino
dove più e dove meno «la» musica 4 il cui concetto dalla storiografia solo per quel tanto che essa non pattecipa
resta
indeterminato 4 non lo si può negare, ma 8neppur all9idea di arte. Nella sua essenza l9arte che si eleva a un
e può
valere come informazione soddisfacente). livello classico, è sottratta alla storia, sguscia alla presa da
ci
Se quindi cerchiamo di abbozzare alcuni nessi fra massim parte di una conoscenza storiografica. E viceversa, la circo-
e
estetiche e metodi storiografici, si tratta più di corrisp stanza che di un9opera si possa dire qualcosa di decisivo nel
on-
denze « ideali », fondate nella logica della cosa, che determinarla storiograficamente, appare una macchia estetica.
non di
corrispondenze « reali», attuate da storici nella pratica (Che in questa tesi siano coinvolti concetti diversi di « sto-
: quo-
tidiana della storiografia musicale. ricità » 4 da un lato. l9idea che una concatenazione storica di
L'estrema conseguenza della tesi strutturalistica, che opere d9arte ne leda l9essenza, e dall9altro la contrapposizione
la vera
realtà dell9arte sia l9opera isolata, in sé chiusa, è una rinunzia fra « presenzialità » come presenza estetica e « storia » come
alla storiografia; e che da alcuni decenni gli storici un passato esteticamente defunto 4 differenzia e precisa la
della
musica lascino ai pubblicisti esposizioni ampiamente posizione illustrata, ma non la spezza). oO
riassun-
tive, presumibilmente non & dovuto solo alla crescen Un9antitesi estrema alla convinzione che la storia dell9arte
te: spe-
sia impresa contraddittoria 4.che cioè sia possibile solo come
30 "4 : : GAPITOLO SECONDO STORICITA
5
E CARATTERE ARTISTICO 3I

storia di quanto nell9arte non è arte 4 è costituita dalla voga,


natura 4 dovesse procedere in modo rigorosamente empirico,
sorta9 nell9Ottocento, di rapportare fra9 loro: compositori, :¬
e in terzo: luogo si presentava come narrazione. storica in
opere, registrando gli influssi degli uni sugli altri, e delle
sé connessa, perché la continuità della vita del compositore
une -sulle altre. (Che per non divenire la caricatura di9 se
pareva fondare quella dell9opera. La sicurezza e fidatezza del
stesso questo metodo venga raramente praticato in purezza, procedimento spingeva peraltro a una certa grossolanità este-
¬ piuttostovi si inseriscano quasi sempte schizzi biografici,
tica: nella stessa misura in cui.si faceva valere la fame di
osservazioni sulla struttura di opere e «quadri. del. passato»
fatti afferrabili, quella 8suddetta persona del compositore, che
di carattere storico-culturale, non cambia nulla al fatto che il
nella percezione estetica fungeva.da soggetto parlante della
collegamento mediante influssi qui sia il modello di fondo
musica, dall9altezza dell9io intelligibile-noumenico decadeva
con cui soltanto l'allineamento di fatti storici della. musica
nelle -bassure dell9io empirico. La differenza
tra la biografia
si costituisce come natrazione in sé connessa). Il procedimento interiore di cui l9opera. à testimonianza, e la biografia. este-
dello :scrivere storia <musicale come se nella sua sostanza
riore. deducibileda relazioni e documenti, 8si fece. sempre
propriamente storiografica essa 8consistesse9 in azioni ed effetti
minore.. Il biografismo. cadde quindi . nell9imbarazzante alter.
dei compositori gli. uni sugli altri; risulta dall9incontro di
nativa del dover sacrificarela visione estetica alla solidità
un9estetica romantica 4 che scorgeva l9essenza « poetica »; 8il
empirica . del discorso, o viceversa la solidità empitica alla
carattere 8artistico. della musica nell9individualità musicalmente
visione estetica4 imbarazzo che trovò espressione nella: con-
espressa dei compositori.4 con un positivismo storiografico
troversia sul biografare idealistico e su quello realistico. Se
che 8spezzettava le opere musicali in elementi parziali: isbla- il biografismo idealistico era criticato come :imbellimento ar-
bili, per giungere a fatti che per un verso fossero afferrabili
tificioso, quello realistico non poté sottrarsi al rimprovero
e per l9altro si potessero compotre in serie storiche. La con-
di essere sordo, estraneo all9arte. . 1. ETTI
traddizione fra lo scompotre le opere in elementi e la massima
estetica per cui il carattere 8artistico9 di una musica 8starebbe L9eredità di quel biografismo, che si disfece per gradi
8nell9individualità 8indivisibile del compositore, era indubbia
insieme con l9estetica dell9espressione e di cui la scienza
mente sentita, ma anche neutralizzata dichiarando che. cid
sgomberò. il: teireno per farlo occupare dalla. pubblicistica,
appunto fosse una caratteristica della cosa stessa: la differenza
è. toccata in. sorte al metodo storico rivolto. alla società e
metodologica fra «essete ». estetico e « divenire!» - storico,
all9efücacia. [wirkungsgeschichtlich], la premessa estetica: del
tra contemplazione dell9arte e ricerca empirica, qui deve valere
quale sta nell9asserire: che, per intenderla storicamente, la
da dicotomia metafisica. . EEE musica va colta nella sua funzione sociale, e dunque 8come
Una variante del positivismo è il metodo. biografico, 8mo- evento che oltre al testo dell9opera ne include anche l9esecu-
vente dal presupposto : ché: l9opera musicale si: intenda solo
zione e la ricezione. Non è la musica «per se stessa; come
quando si conosca la: vita del compositore, della quale à
testo e. opera, ad avere storia, ma unicamente la società al
l9espressione sonora: Non diversamente dalla ticerca di: in-
cui processo vitale la musica appartiene.
flussi dei compositori fra loro, quella dei motivi. biografici..si
Tuttavia la polemica contro il principio dell9autonomia, nel
fonda su una combinazione .dell9estetica romantica dell9espres-
combattere il -quale i seguaci del metodo storico-sociale sono
sione con la fame di fatti palpabili quale garanzia del carattere semplicemente instancabili, ha quasi sempreil fiato corto e
scientifico della storiografia musicale.. Quindi secondo i criteri non va lontano. Anzitutto Visolare un oggetto astraendo da
dell9Ottocento il metodo biografico anzitutto. era giustificato
alcuni nessi di cui non si nega la realtà, può essere perfet-
dall9estetica dominante, in secondo luogo soddisfaceva la con- tamente giustificato sul piano metodologico (e parlare di
dizione chela storiografia 4 sul modello della scienza della
« cattiva. astrazione » mostrando semplicemente che ha avuto
32 | CAPITOLO SECONDO STORICITÀ E CARATTERE ARTISTICO 33

luogo un9astrazione 4 cosa che nessuno nega 4, ma senza gli 8ascoltatori si sottomettevano, è un dato di fatto, ma dal-
spiegare perché mai essa sia cattiva, è semplice artificio ret- l9altra patte dovrebbe essere innegabile che nel processo del-
torico). Che il contesto sociale di opere musicali resti fuori Yautonomizzarsi della musica nell9Ottocento furono implicate
considerazione, non significa necessariamente che lo si di- anche 8opere originariamente determinate in senso funzionale
sprezzi, ma vuol solo dire che esso non ha importanza per [ossia dotate di scopi]. Proprio una storiografia che accentua
il fine conoscitivo in gioco, cioè al fine di quella visione del il fatto della ricezione 4 senza piegarsi al pregiudizio storico-
nesso funzionale interno di un9opera che ne stabilisce il ca- filosofico che la sola ricezione autentica sia quella dell9epoca
rattere musicale. In secondo luogo il postulato che una mu- in cui l9opera è nata 4 non può prescindere dal trasformarsi
sica vada immersa nel processo vitale della società al quale di forme inusicali, originariamente finalizzate, rispondenti a
apparterrebbe nell9epoca della sua nascita, è difficilmente con- qualche scopo, in opere autonome. (Uno dei pit memorabili
vertibile in una forma capace di competere con una storio- avvenimenti musicali dell'Ottocento fu la Bach-Renaissance,
grafia centrata sulle opere: Non appena si passa dalla critica il fatto che opere il cui scopo stava in origine fuori di
del principio dell9autonomia all9attuazione del programma op- esse, furono colte e si poterono sensatamente cogliere come
posto, l9approccio. storico rivolto: 8alla. società e all9efficacia exempla classica di strutture musicali in sé concluse; para-
soffre della scarsezza e del carattere stereotipato dei docu- dossalmente, l9idea della musica assoluta, senza scopi, si formò
menti disponibili per la storia della ricezione [Rezeptionsge- sulla. base di opere che solo per reinterpretazione . furono
schichtel; la concretezza, che tale. approccio rivendica . per sottoposte a una categoria antifunzionalista, il cui senso più
sé, resta sbiadita.In terzo luogo, nella polemica contro la profondo si dischiuse all'Ottocento proprio riguardo ad esse,
categoria 8dell9opera autonoma sembrano combinarsi tendenze alle opere che pur avevano avuto una funzione).
difficilmente conciliabili: la voga di concepire le opere come Una. storiografia musicale che ritornasse deliberatamente
semplici informazioni sullo szatus dell9evoluzione da esse rap- indietro, al di là delle idee estetiche del Novecento, per non
presentato, e il ricorso delle opere a vasti nessi socialiin cui pregiudicare la forma della narrazione storica, resterebbe sem-
esse rientrerebbero. L'interesse documentario non ha nulla pre una storiografia con una cattiva coscienza, con scrupoli
in comune con quello storico-sociale se non il tratto negativo estetici rimossi o messi a tacere, ma non risolti. Tanto poco
di non curarsi dell9immersione estetica in un9opera come strut- basta da un lato porre Puna accanto all9altra come tessere
tura fondantesi su se stessa; per il resto esso sta al di là di un mosaico notizie analitiche su opere d9arte, al fine di
della differenza tra il principio della funzionalità e quello produrre un quadro del passato che si possa chiamare storio-
dell'autonomia, poiché l'informazione che esso cerca può grafia, quanto dall9altro lato è inadeguata un'esposizione sto-
riguardare tanto.:il contesto sociale quanto la tecnica musi- ricadi tipo culturale, ideologico, sociale, la quale è sf in grado
cale. In quatto luogo l9autonomia estetica non è solo un di annodare i fatti in: una storia narrabile, ma al prezzo
principio metodologico. che lo storiografo possa accogliere troppo alto di ridurre le opere al loro valore documentario.
o respingere, ma anche un dato di fatto storico che egli deve L'idea che quindi debba essere possibile soddisfare, 8nello
accettare per forza di cose. (Gli eventi della coscienza non stesso 8tempo è l9una nell9altro, la storicità e il carattere ar-
sono semplici riflessi di quanto accade in forma musicale tistico delle opere musicali senza sacrificare né l9esposizione
ma costituiscono essi stessi quei fatti musicali che non si storica. in sé connessa né il concetto artistico 4 quel concetto
possono cercare nel sostrato acustico, quando non ci. si voglia enfatico dell9arte che i tentativi degli ultimi decenni di ele-
esporre come storiografi al rimprovero di una imperdonabile vare. l9interpretazione documentaria da semplice modalità di
ingenuità estetica). Che dal tardo Settecento la musica « arti. accesso storico-culturale esteriore ad una modalità estetico-
ficiale » [artifizielle] si, sia intesa come testo alla cui autorità interna, attiva nella percezione musicale diretta, hanno pte-
34 CAPITOLO SECONDO ST@RICITÀ E CARATTERE ARTISTICO 35

giudicato, ma per il momento non ancora: scosso gravemente 4 di un difetto accidentale, o addirittura di uno scivolone .del-
l'idea, dicevamo, di una mediazione fra estetica dell'autonomia l9autore, ma di una difficoltà di principio che sembra presso
e coscienza storica è difficilmente convertibile in 8altro che che insolubile: si tratta cioè del problema di intendersi sulla
un'interpretazione la quale permetta di vedere la singola opera misura ammissibile di astrazione, una misura che da un lato
nella storia riuscendo viceversa a cogliere la storia nella: sin- permetta. una storiografia non soffocante. nel particolare, .ma
gola 8opeta. Invece di restare un 8arrangiamento estraneo. al- che. d9altra patte. neppute si allontani dalle singole. 8opere a
Parte, apportato alle 8opereda fuori,.la storiografia a cui lo tal.punto che il passare della 8riflessione storica :attraverso il
storico perviene alla. fine, è sostanziale anche sul piano .este- particolare e l9irripetibile,. e l9indulgiare sull9individualità non
«tico solo 8nella misura. in. cui egli: coglie la natura. storica siano più avvertibili e che della storia-della-composizione: pro-
delle opere dalla loro stessa composizione ihterna. | priamente intesa non resti altro che una storia. della tecnica
Paradigma. di. mediazio - riuscita ne
8appare la teoria .lette- musicale. D ue den cute
raria del formalismo russo, . perché:il criterio estetico :da: cui . La: costruzione..dialettica che Adorno ha abbozzato. nella
essa prende le mosse.+ la novità::e la cospicuità dei. mezzi Philosophie der. neuen : Musik! per. mostrare lorigine della
artistici ~ rappresenta nello stesso tempo in elemento9 storico musica dodecafonica nella storia della: composizione , è «un
che permette una costruzione continua; senza lacune, di: serie buon esempio delle situazioni imbarazzanti in.cui si cade con
storiche»: Si. può; temere che il concetto di innovazione 4 un9astrazione: spinta ad oltranza. : « La. musica tradizionale
Antesa come istanza: contraria. alla 8percezione : superficiale . e doveva stare nei limiti di un numero. estremamiente limitato
stereotipata di 8ogni. giorno»:4 non: basti a rendere: giustizia di combinazioni sonore; specie nel senso. verticale. Doveva
all9effettualità estetica.e a «quella storica; questo 8è 8vero: Ma 8 accontentarsi di cogliere8 sempre di. nuovo lo specifico . me-
benché vada presa seriamente, l9obiezione può tuttavia. met diante costellazioni del. generale o universale, le quali para-
8tere in. ombra il fatto. che'il formalismo effettivamente coglie dossalmente lo presentassero come identico all9irripetibile [...].
per lo meno una. verità: parziale che non si. dovrebbe. pi Oggi invece gli accordi sono pensati in funzione delle inso-
lasciar. cadere; «e che nell'aspetto metodologico, 8come compe- stituibili. necessità. del loro impiego concreto,8 Nessuna : con-
netrazione di um: approccio. estetico e un approccio : storio- venzione vieta al compositore le sonoritàdi cui abbisogna in
grafico, esso è 8esemplare, : . sa i È un certo momento, e in quel. momento soltanto. [...].-Con-
temporaneamente alla liberazione del materiale dai suoi. ceppi
; «L'arte 4 leggiamo nella Asthetische Theorie. (1 970, p.26 3) si è accresciuta la possibilità: di dominarlo tecnicamente ». Il
di Theodor W. Adorno - è storica solo 8nelle singole opere «dominio tecnico » che Adorno. intende, consiste: evidente-
in sé immobili, non nel loro rapporto 8esteriore o addirittuta mente nell9adattabilità continua di accordi nei nessi funzio-
nell9influsso che esse debbano esercitare le une sulle9 altre » 2. nali di opere individuali. Ma che dopo la. « emancipazione
Ma se. confrontiamo il postulato storiografico. presente in della dissonanza », da cui insieme con l9obbligo della dissol-
questa tesi, con la pratica di filosofo della storia propria venza. furono annullate: anche le tendenze alla: progressione
dell9Adorno 4 vale a dire col fatto che nella Philosophie der [monotonale o modulante], gli accordi in generale formino
neuen Musik egli illustrava Ja. tesi del divenire storico del ancora un nexus e non stiano gli uni accanto agli altri irre-
materiale musicale: più con costruzioni a partire da categorie lati, lo si sarebbe dovuto mostrare di nuovo in ogni opera
astratte quali « accordo »,'« dissonanza » e « contrappunto » e non presupporre, perché non è più affatto. ovvio in alcuna.
che :non con analisi di. opere = 8allora. la contraddizione è Il crollo della « convenzione » di cui parla Adorno, vieta
manifesta e non la si può fat scomparire asserendo che le di produrre asserti generali sulla funzionalità [interna] degli
analisi sarebbero presupposte dovunque. Eppure non si tratta accordi: impedisce di stabilire se essi adempiano ancora in
36 | >CAPITOLO SECONDO STORICITA. E CARATTERE ARTISTICO 37

generale una funzione connettiva. «Le diverse dimensioni nell9argomentazione di Adorno si trasforma in una « forza
della musica tonale occidentale 4 melodia, armonia, contrap- storica »: la reinterpretazione di norme estetiche in tendenze
punto, forma e strumentazione 4 si sono evolute nella storia storiche sulla quale si fonda la costruzione di una preistoria
indipendentemente l9una dall9altra, senza ordine e quasi come della tecnica dodecafonica, è uno dei modelli. fondamentali
una vegetazione selvaggia [naturwüchsig]. Anche nei casi in della filosofia della9 storia. Discutibile non è tuttavia sempli-
cui luna è divenuta funzione dell9altra, come ad esempio cemente lo scambio tra postulato astratto e tendenza storica
durante il periodo romantico la melodia fu una funzione reale, ma già la premessa da cui Adorno muove: che un
dell'armonia, in verità non si tratta di una derivazione, ma diseguale sviluppo degli ambiti materiali dia luogo a fragilità
piuttosto di una assimilazione reciproca »®. A parte il fatto della composizione nel suo aspetto estetico, è asserto valu-
che un ordine, una progettazione che liberasse la musica dal tativo - difficilmente convertibile in senso. analitico: suona un
suo crescere «come una vegetazione selvaggia », sarebbe cat- decreto della filosofia della storia, non il risultato di un im-
tiva utopia, l9argomentazione soffre di accentuazione arbitraria. mergersi interpretativo nelle singole 8opere. Inoltre. non è
Proprio la dissonanza; la-cui emancipazione avviò il processo chiaro che cosa mai significhi propriamente la tesi del « re-
che conduce alla tecnica dodecafonica, nella musica tradizio- stare indietro » del ritmo in Wagner o in Brahms: misurare
nale era sempre determinata. tanto nell9armonia quanto nella da fuori la ritmica del Tristan 4 per esempio con quella del
melodia (con l9obbligo della. preparazione e della dissolvenza) Sacre du printemps 4 sarebbe altrettanto stridentemente ina-
e nella metrica (con la dipendenza del trattamento della dis- deguato quanto resterebbe inutile iun tentativo di esibire una
sonanza dalla posizione nel ritmo)". Che poi la relazione sproporzione con l9armonia del Tristan. D'altra parte 8è difh-
fra melodia e armonia nell9Ottocento si voglia descrivere come cile poter parlare di « uguale sviluppo di tutte le dimensioni »
adattamento esteriore oppure come mediazione dialettica, resta nelle opere dodecafoniche di Schönberg: che il senso verti-
in balfa di una decisione terminologica alla cui fondazione cale «resti indietro » rispetto 8all9orizzontale, à innegabile.
|
|
oggettiva per il momento mancano i criteri. « La cecità con E allora l9argomentazione di Adorno qui è mala astrazione.
| cui si dispiegarono le forze produttive musicali, «specialmente
dopo Beethoven, diede luogo a sproporzioni. Ogni volta che
La premessa estetica da cui. prende le mosse,il risultato sto-
rico a cui mira, la. via storico-filosofica che essa batte, sono
| un ambito isolato. del materiale veniva sviluppato in un movi- tutti contestabili allo stesso modo. 9 . Zu

| mento storico [im geschichtlichen Zuge], le altre parti rima-


nevano indietro, smentendo nell9unità dell9opera quelle più
8 Il tentativo di trovare una mediazione fra estetica e sto-
riografia senza raggiri metodologici, e di definire una misura
| progredite [...]. Queste sproporzioni non restano limitate al di 8astrazione che da un lato basti a rendere possibile una
| storiografia in prospettiva chiara, ma dall9altro non porti a
particolare tecnico, ma divengono forze storiche dell'insieme.
Quanto piü infatti si evolvono le singole selezioni del mate- maltrattare opere offendendo la forma estetica. del loro es-
riale, e. magari anche si fondo 4 no
come accadde nel roman- serci semplicemente per illustrare una storia delle idee o della
ticismo tra sonorità sttumentale e armonia 4 con tanto mag- tecnica 8musicali, ossia il tentativo di trovare una transizione
gior chiarezza si delinea l9idea di una totale organizzazione senza fratture dalla storia presente nell'opera, una storia che
razionale di tutto il materiale musicale, che abolisca quelle penetra nel carattere artistico dell9opera, alla vita dell9opera
sproporzioni [...]. Nella sua musica [sua di Schönberg] non nella storia, si espone a sua volta all9obiezione di essere
solo sono ugualmente sviluppate tutte le dimensioni, ma tutte inutile per principio. La tesi contratia consiste in una teoria
sono prodotte in modo talmente distinto da convergere » !=. del bilinguismo, ossia nell9affermare che estetica e storiografia
Il postulato, derivante da Schönberg, che gli ambiti materiali vanno necessatiamente concepite come due linguaggi, che de-
musicali vadano sviluppati ugualmente pet evitare scompenso, scrivono sf lo stesso oggetto, le opete musicali, ma non sono
38 CAPITOLO SECONDO

traducibili Puno nell9altro. Gli aspetti della questione che TTL. - | i : in, : B
vengono: ad esprimere nelle due diverse terminologie, 8sono . Che. cosa è un fatto nella storia
della musica? -
complementati senza. poter. farsi valere contempotaneamente;
chi si pone nella prospettiva estetica,.deve per. forza di cose
abbandonare quella storiografia, e viceversa. noce
E, nondimeno, per: seducente .che sia, questa tesi ha il
difetto di trascurare la circostanza che è possibile senza interna
contraddittorietä accogliere conoscenzè. storiche nella - perce-
zione estetica di. opere musicali o, viceversa, prendere. intui-
zioni estetiche :'come punto di 8partenza di: indagini. stotio-
grafiche. (Senza appoggiarsi a un9interpretazione « immanen- Che cosa sia un fatto nella storia. della musica; sembra
te »: della.
. sinfonia, una:storia dell9Eroica nell'Ottocento sa- inequivocabilmente certo. Che ai fatti di cui si compone un
rebbe priva di direzione). Che si-tocchi il modo estetico del pezzo di storia della musica, appartengano opere 8musicali e
loro- esserci nell9analizzare opere d9arte 8come documenti pet le esecuzioni loro, e anche le: condizioni di vita. dei. compo-
una storia delle: idee, della società 6 della tecnica in campo siteri da cui le opere. provengono, la struttura delle istituzioni
musicale, non significa 8affatto che si debba necessariamente a cui etano- destinate, come. pure le idee estetiche. di un9epoca
rinunziate a tener conto dei risultati di. tali ricerche storio- e .gli strati sociali portatori dei. vari. generi musicali, nonè
grafiche -nell9interpietare. il carattere artistico delle opere. La mai stato nesso in dubbio. L9esperienza: stessa che in. linea
considerazione estetica e - quella documentaria sono motivate di principio l9ambito dei fatti, storico-musicali è illimitato,
da.interessi divergenti, 8ma non si fondano affatto su gruppi non'.turba: seriamente gli storiografi- della. musica: che! un
diversi di fatti, reciprocamiente escludentisi: quali tipi-di fatti qualsivoglia stato-di-cose..costituisca © non costituisca un-fatto
entrino: in, un9interpretazione: stotiografica. o in una interpre- storico-musicale 4 cioè un fatto che incida nel nesso storico-
tazione « immanente », non è fissato. a 8priori, lo si può .deci- musicale che si esponé 4 dipende 8senza dubbio dall9imposta-
dere solo caso 8pet caso. Chi ritiene inevitabile. un9interpre- zione del problema, :ma. la certezza.
che opete, compositori,
tazione « immanente » del carattere. artistico per se stesso, istituzioni e idee. costituiscano in :ogni caso la compagine cen-
non si condanna affatto8a una premeditata:cecità nei. confronti trale di. fatti storico-musicali,;' significa :da sé sola un sald
di documenti « esterni. », ma insiste semiplicemente .nell9affer- sostegno di fronte all9illimitato dei:confini aperti... :. : =.
mate che il nesso funzionale « interno » di un9oper è l'istanza
a Tuttavia. già il più. superficiale. tentativo di rendersi 8conto
da cui dipende quali fatti
. « appartengano alla cosa + e quali di quali. rapporti intercotrano 8tra fatti. musicali e fatti; storico-
no. Nella 8differenza tra considerazione estetico-interna e docu- musicali, riguardanti la storia della musica,:e in; quale senso
mentario-esterna' si tratta di decisioni; di scelte su direzioni un: fatto musicale. possa. essere mai un. 8fatte. storico, porta
primarie di interessi e su principî selettivi: non si. tratta di subito in luoghi impervi; né .le difficoltà. in. cui. ci si irretisce
tipi diversi:di fatti o di vie diverse da-percotrere per acqui- sono in alcun: modo trame. di. una9 speculazione: superflua;
sirli. SEE, ORE DU Lee irrilevante per il mestiere dello storiografo. L'esperienza .este-
tica odierna di un9opera la. cui mascita risalea un secolo e
mezzo fa, non è evidentemente la.stessa cosa che. cogliere un
fatto relativo 8alla storia della musica; quand9anche la coscienza
della distanza di tempo: possa. riguardare anche9 la percezione
estetica... I iL
40 | CAPITOLO TERZO
CHE COSA È UN FATTO NELLA STORIA DELLA MUSICA? 41

Che cosa significa dunque affermare che « l9opera » : rap-


sulla sua credibilità e le sue tendenze, sullo scopo a cui il
presenta un fatto nella storia della musica? In: che 8cosa
documento doveva rispondere, sulla tradizione formale da
andrebbe individuato il carattere storico? Nell9intento del
cui esso dipende, è proprio di una lettura di documenti in
compositore che lo storiografo si studia, alquanto inagevol-
cui lo storiografo esercita una riflessione specifica e sistema-
mente, di ricostruite? Nella struttura musicale che egli ana-
tica. Ciò che Charles Burney riferisce di Philipp Emanuel
lizza secondo criteri storici di forma e di genere? Oppure
Bach, è una fonte su Bach, ma anche su Burney; e quanto
in quella coscienza del pubblico dell9epoca di nascita dell9opera
più precisamente si intende il testo nell9una direzione, tanto
per cui essa divenne un « avvenimento » 4 coscienza certo
più attendibilmente esso è interpretabile nell9altra. Ancor
non accessibile nella sua individualità, ma pur sempre defi-
quando ci si interessa esclusivamente dell9oggetto di un docu-
nibile in alcuni tratti generali caratteristici di un9 epoca, di
mento, non è affatto superfluo occuparsi dell9autote, e cioè
una generazione e di uno strato sociale?
non solo domandare che cosa egli abbia visto e udito, e se
egli avesse ragioni per non dire la verità, ma al tempo stesso
Che i documenti, i dati a disposizione dello storiografo,
tenet presente chi era egli e quali premesse reggevano i suoi
vadano necessariamente distinti dai fatti che egli ricostruisce
pensieri e i suoi sentimenti.
sulla base dei dati, & una-delle regole fondamentali della
NelPoggetto centrale della storia della musica, nelle opere,
scienza storica: a rappresentate un9 fatto storico, un elemento
quella distinzione tra dato e fatto che si può dimostrare
componente di una natrazioné storica, non è la fonte stessa,
senza difficoltà nei documenti, sembra non funzionare. « Che
ma l9avvenimento di-cui essa è una fonte. Il. carattere ele-
cosa si può mai fare 4 si legge nelle lezioni sulla Historik
mentare di questa regola non impedisce peraltro che persino
(1857) di Johann Gustav Droysen 4 con questo tipo di
degli storici di professione la contravvengano o la perdano
critica nella storia di una letteratura, di un'arte, in cuii
di vista. Cosf, per esempio, la « biografia documentatia'», in
fatti oggettivi cercati ci stanno già immediatamente dinan-
quanto suggerisce ai lettori una tale vicinanza alla. realtà
zi? » ! .
storica quale le narrazioni da parte di storiografi non rag-
Ma in quale forma 4 si dovrebbe domandare 4 le opete
giurigono mai, è un genere del tutto discordante rispetto ai
musicali costituiscono «i fatti oggettivi cercati» di cui si
criteri del metodo storiografico. Il colote locale che inerisce
compone la storia della musica? Forse nella forma di strut-
ai documenti esercita senza dubbio un suo fascino. Ma a
ture musicali quali si presentano alla coscienza estetica dello
tigore il documento non dice « come propriamente sono an-
storiografo, e dunque co-determinate da elementi soggettivi?
date le cose », bensi che cosa pensava di un evento: l9autore
Nella forma di fonti quali sono date immediatamente, oppure
da cui il documento proviene. E per leggerre documenti come
come «testi autentici » quali li accerta la critica delle fonti?
li si deve leggere, occorrono alcune misure precauzionali,
Oppure come intenzione del compositore, da ricostruirsi sulla
divenute una seconda natura nello storico di professione, ma
base del testo insieme con altri documenti? Il concetto di
che nondimeno è poco probabile siano prese dal comune
opera, apparentemente la sostanza più salda della storia della
lettore di una « biografia documentaria ». (Non si può nem-
musica, si risolve e dissolve nella fonte, nel testo autentico;
meno escludere che nella coscienza dei suoi lettori la « bio-
nell9intento del compositore e nell9idea che lo storiografo ha
grafia documentaria » abbia assunto la funzione del vecchio
del significato musicale del sostrato acustico che il testo an-
genere del romanzo stotico). 7
nota o di cui prescrive la realizzazione.
Il confrontare continuamente; in una sorta di « citcolatità
della critica 8delle fonti », il sapere 8relativo a persone, cose,
La differenza tra opere musicali ed eventi politici 4 tra
eventi di cui si parla, con le conoscenze sull9autore 8stesso,
produrre e agire, fra poiesis e praxis 4 a cui evidentemente
42 cite na pores CAPITOLO, TERZO CHE/COSA È. UN FATTO NELLA STORIA DELLA MUSICA? 43
mirava, Droysen, non va occultata o. diminuita: la possibilità stariografia concepita. come concatenazione di innovazioni. Una
della. presenza estetica, della realizzazione che la ripete, dif- interpretazione storiografica è dunque quasi: sempre 1un Anter-
ferenzia. a. fondo e. in linea di «principio un9opera musicale ptetare interpretazioni, : .
da. un evento. politico,.. il quale . appartiene 8irrevocabilmente «Per. 8non «condurre! a fraintendimenti attraverso : equivoci
al, 8passato. e. si inoltra nel. presente «solo attraverso relazioni nastosti, l9asserto.che a rigote i fatti storici sono -ipotesi, va
o resti. D'altra parte (benché una certa coscienza storica possa peraltro precisato :con .differenziazioni,.
Per un verso. esso: si
colorite la: percezione estetica) è. innegabile che. nel riproporsi riferisce alla banalità che la!stotia come pezzo di passato :si
esteticamente: [ästhetische Vergegentwärtigung]. l9opera :musi- sottrae alla percezione diretta:! i documenti che lo storiografo
cale. non è, colta, come fatto storico, E se cerchiamo. di. chia- può prendere con: le:mani, non-sono essi stessi l9evento pas:
rirci lo :status logico di .una, tradizione musicale intesa sto- sato,.-ma soltanto il suo riflesso;; ovvero quanto ne resta. Ma
riograficamente,, 8ci sentiamo spinti senza volerlo a concludere dall9altro lato..il':contrassegnare 8i. fatti come ipotesi 4 cosî
che le fonti di opere. musicali. siano «.resti.» cosf come. lo uttante «sul piano. colloquiale di ogni giotno. 4 vuol: dire 8che
sono. trattati,. lettere. o. ruderi di. edifici; relitti che non. rap- i fatti che lo 8storiografo propriamente cerca, non! stano
presentano già come tali i fatti storici cercati, ma sono sem- tanto negli éventi:-stessi, visibili 80 udibili, quanto nei: motivi,
plici dati di fatto da. cui. dedurre i. fatti storici veri e. propri. nelle 8idee, .nelle: tendenze da «cui gli. eventi sono scaturiti.
Alla. radicata abitudine di. pensare a qualcosa di palpabile «:Per noi i resti; e le. fonti sono materiale storiografico . per»
nella parola « fatto » lo. storiografo,. .deve opporsi in quanto, ché «danno notizia:
di 8avvenimenti. di :tempi passati, cioè. di
per dirla in forma.marcata, un fatto storico non è altro. che atti del volere che;un' tempo «erano e agivano nel .Joro pre.
un'ipotesi. Le telazioni e i relitti da, cui: Jo storiografo prende sente e cosf facendo produssero: quanto:-noi vogliamo far ca:
le mosse, formano i dati 4. perduranti nel presente 4 che egli pire di nuovo a noi stessi nella forma della storia » !°
cerca; di Spiegare con. assunti . su eventi. passati. E solo gli Oggetto centrale della storiografia è quindi un agire umano,
eventi pensati [in tali asserti ipotetici], non i metri dati, comprensibile o:spiegabile, del passato. (La differenza.tra9 in-
rappresentano .i. fatti storici a cui egli mira. i terpretazioni.. intenzionali e: collegamenti: causali o funzionali,
Che la distinzione.tra dati e fatti sia. relativa e, per. così ahdrä discussa più oltre, in. altri contesti). E per profonda
dire, graduata gerarchicamente,. è innegabile. Tuttavia in. una che. sia la differenza tra lagite..politico-sociale e il produrre
indagine sulla storia, in,una, teoria della scienza storica, non opere, essa non- muta gran che nella struttura fondamentale
vi è. :bisogno di. parlare del, rapporto fra i dati della. -sensa-. della:conoscenza storiografica; nel ricorsò a motivi coscienti-.o
zione e la. percezione. costituentesi attraverso. categorie. I inconsci, che stanno alla base. degli eventi documentati o dei
problemi del teorico» della conoscenza non sono quelli dello testi.tramandati: motivi del cui carattere 8di realtà gli sto-
storiografo. Anche nella storiografia 4 compresa la storiografia riografi sono convinti, in se stessi e insieme con altri esseri
della. musica 4 si possono peraltro distinguere dati da fatti; umani, sulla base di esperienze. (A: una psicologia0 ad una
su. più. livelli: Ja, singola. fonte è un dato per il fatto. da antropologia9 riferite 8alla ::storiografia, per urgenti ..che esse
dedurre, detto « testo autentico », ea: sua volta il testo. au; siano;per il. momento: non ..si :danno approcci).
tentico è un dato per il :fatto.che. chiamiamo « opera ». 4 nel «L'idea che i fatti- storici -si fondino sempre su interpreta-
senso di un nesso funzionale di significati musicali. e da zioni, non dovrebbe far meraviglia. -I «fatti grezzi» di. cui
parte sua l9opera è un dato per. il fatto che diciamo « com- patlano a volte 8storici che: si .sentono angustiati e logorati
positore », dall9originalitä del quale 4 intesa come intreccio dai problemi dell9ermeneutica, .a- rigore non esistono. Non si
di novità e formazione ab 8origine, dall9interno dell9individua- possono 8emettere giudizi -di esistenza su fatti senza al tempo.
lità irripetibile 4 dipende il carattere. storico dell9opera in una stesso - qualificarli con la lingua in cui si parla. Cosi, per
44 CAPITOLO TERZO CHE. COSA È UN FATTO NELLA STORIA DELLA MUSICA? 45

esempio, la proposizione apparentemente semplice e inno- al compositore.


come persona agente 4 a categorie come l9ori-
cente, « Beethoven esegui per la prima volta la Missa solemnis ginalità e il contenuto espressivo 4, la storiografia musicale
a Pietroburgo il 18 aprile 1824 », si fonda su una quantità resta compatibile con la massima che oggetto primario della
di concetti che non esprimono per nulla un factum brutum, storiografia sia un agire umano del passato, senza esporsi
ma derivano da sistemi calendariali, liturgici e politici (« Pie- d9altro lato al rimprovero di insensibilità estetica.
troburgo ») e anche estetici (« prima esecuzione »), al di fuori L9accentuazione del compositore quale portatore e soggetto
dei quali resterebbero inintelligibili. Il passaggio a interpre- della storia della musica si fonda peraltro su premesse este-
tazioni di secondo o terzo grado 4 per esempio il ricorso da tiche che sono a loro volta stotiche, cioè mutevoli, e non
fonti a testi, da testi a opere e da opere alle intenzioni che trasferibili senza limitazioni dell9epoca classico-romantica, che
le sorreggono 4 può rafforzare quel senso di insicurezza da diede loro l'apparenza di principî ovvi, ad epoche precedenti
cui sono quasi sempre travagliati gli storiografi, ma non cambia o successive. Non riesce affatto chiaro ed è anzi improbabile
nulla di fondamentale quanto al carattere inevitabilmente ipo- che un tentativo di valutare rettamente la storia musicale
tetico dei fatti storici. Quali poi siano, nella gerarchia dei del Quattrocento 4 come un Presente passato e non come
dati e dei fatti, i fatti storici « veri e propri » che lo storio- un Passato presente, ri-appreso dalla prassi musicale 4 possa
grafo cerca, dipende dell9« interesse conoscitivo ». Nel pre: muovere primariamente dall9individualità dei compositori, Non
supposto che oggetto centrale della storiografia sia un com- si vuol dire che il distinguere « stili personali » sia vano o
prensibile agire umano del passato, l9interesse dello storico superfluo; ma una storiografia della musica che 4 senza dirlo
della musica si fissa primariamente sulla poetica che sta alla espressamente 4 si orienti sul postulato dell9originalità per
base dell9opera del compositore. selezionare da una massa confusa di fatti musicali tramandati
quelli essenziali e « degni di menzione storica » secondo i
Una difficoltà di principio sorge anzitutto quando lo storio- criteri della novità -e dell'impronta individuale, nei confronti
grafo professa una teoria dell9arte che astrae dalla persona del Quattrocento è senza dubbio 4 anche se non deliberata-
dell9autore e fa valere da oggetto di una 8scienza estetica mente 4 anacronistica.
degna del nome di scienza unicamente la struttura delle Pare quindi che i metodi adottati per la storiografia della
opere. Uno strutturalismo cosî inteso è privo di senso storico musica si fondino su premesse estetiche teoriche le quali
[ geschichtsfremd] per non essere privo di sensibilità estetica sono a loro volta storicamente variabili, cosf che una, presen-
[kunstfremd]. Secondo criteri strutturalistici una storiografia tazione del Quattrocento insieme con altri tipi di fatti 4 non,
della musica appare impresa impossibile, ostinatamente smar- poniamo, solo con altri fatti dello stesso tipo 4 funziona come
rentesi in un dilemma, poiché o essa 4 come mazzo. di una descrizione dell'Ottocento. I fatti stotico-musicali 4 in
analisi strutturali di singole opere 4 non raggiunge la forma ogni caso quelli centrali (poiché in linea di principio l'ambito
della storiografia, oppure 4 come narrazione di condizioni di ciò che si può immettere in una storia della musica è
e circostanze « estetne » 4 non coglie l9oggetto di una= musi- illimitato, come si.è detto) 4 per un verso, come fatti storici,
cologia concepita come scienza estetica. Ciò che uno, storio- devono adempiere la funzione di costituire una narrazione
grafo ricostruisce come fatto storico-musicale, il mondo-di-idee di storia, ossia una descrizione storiografica strutturalé, e per
di un compositore come mondo di 8idee passato, per degli l9altro, come stati di cose musicali, dipendono dal concetto
strutturalisti rigorosi che non badano né allintenzione del- di musica vigente in un9epoca, in una regione, in un ceto
l9autore né al carattere-di-passato delle opere d9arte, è 8privo sociale, cioè da quanto si è inteso in generale per musica.
di significato. Finché tuttavia dòmini una teoria estetica che La storia della musica non è stata in tutti i tempi primaria-
Ancora il carattere estetico della musica a categorie riferite mente storia.di opere né di compositori (a meno che non
46 Pt ae sisi PUPA. CAPITOLO <TERZO CHE COSA È UN FATTO NELLA STORIA DELLA MUSICA? 47

ci si arrocchi nella tesi che in epoche: in cui essa non: eta generale fra modelli di composizione, stereotipi di percezione
storia: di opere non vi. fosse « storia » affatto, nel senso .en- musicale, idee estetiche, norme 8etiche, istituzioni e ruoli so-
fatico della parola). = ee von ciali. La premessa estetica della stotia-della-ricezione; la tesi
A. un9analoga « storicizzazione » e restrizione, da un ipro- intorno al che cosa sia « propriamente »» musica, è difficilmente
getto che si intenda e presuma universale a progetto pdrti- convertibile in storiografia.
colare, si dovrebbe sottoporre altresi quell9approccio xivdlto
alla storia della ricezione in cui parecchi 8storiografi vedono Quell9aspetto o apparenza di vicinanza alla realtà che
un concetto opposto in altertiativa con la storia dei compo: costituisce l9attrattiva dell9appioccio 8rivolto9 alla storia 8della
sitori e delle opere. Per quel tanto che voglia valete da ricezione, in patte è quindi solo tina illusione e un inganno.
disciplina centrale e non semplicemente petiferica, la9 storia A differenza dei testi autentici; gli accadimenti musicali sono
della ricezione appoggia sulla premessa estetica che il fatto ricostruibili solo 8in misura insufficiente. L9insistere sull'idea
musicale e storico-musicale « vero e proprio » non sia l9opera che vera musica non sia la « morta 8lettera », ma solo il
come testo desumibile da un'analisi strutturale o riferibiléa « processo della comunicazione »; resta. presso che impotente
un compositore; bensi piuttosto il nesso funzionale fra tésto, di fronte alla deludente esperienza che gli asserti. stereotipati,
interpretazione e ricezione: e dunque su una premessa» che; in cui si vede respinto sempre di nuovo lo storiografo della
dove .si facesse valere: come massima della storiografia musi- ricezione per mancanza di documenti, difficilmente possono
cale, manifestamente ne muterebbe a fondo:i fini e i. metodi. reggere accanto alla precisione raggiungibile da un9analisi
musicale strutturale. Inoltre la parte svolta dalla ricezione
8Quando9 non si 8concepisce la. 8musica. primariamente
:come nell'insieme che una- cultura 8concepisce come musica, non
opera: di un compositore, bensf. come evento, come « pro- ha lo stesso peso ne la stessa misurain tutti i tempie in
cesso della comunicazione », allora in primo luogo nella filo- tutti i generi musicali. Il modo di 8esserci9 di una canzone
logia e nella tecnica editoriale 8musicale l9accento non. 8cade mondana del Cinquecento non dipendeva molto da un intento
più esclusivamente su testi autentici (autorizzati. dall9inten- del compositore, mentre d9altra 8parte è indubitabile - che: il
zione del compositore), ma anche versioni inautentiche diven- pubblico di vn concerto sinfonico dell9Ottocerito si sottomet-
gono testimonianze storiche quasi a pari titolo, come.:docu- tesse seniza obiezioni all'autorità di uh Beethoven, e' che dunque
menti sui modi di ricezione, soprattutto: 8quando si tratti.:di l'ascoltatore « tipico ideale », o il « tipo ideale » di ascoltatore,
versioni molto diffuse. In secondo luogo 8cambia anche. il9im- cercato dalla storia della ricezione si possa: anche identificare
palcatura: cronologica della storia della musica; perché le date con l9intenzione, retrostante 8al9 testd; 8del: compositore: le
di composizione passano in seconda linea: rispetto a 8quelle deviazioni si intendevano come « sattive, : prove o <difetti di
dell9efficacia (che peraltro restano vaghe): quindi per l9epoca percezione.
intorno al 1900 la nascita delle sinfonie di Mahler sarebbe
meno caratterizzante del culminare della fortuna dei drammi Se peitanto il fatto storico-musicale per un vetso, come
musicali wagneriani. La « storia di eventi », o storia événé- fatto musicale, è definito da tozioni mutevoli di quanto9 debba
mentielle TEreignisgeschichie] che mitra a. fatti reali invece valere come musica, dall'altro lato, per essere un fatto sto-
che a testi astratti, finisce improvvisamente col divenire tico, non può non apparire come patte di un nesso, di una
«storia: di strutture » [Strukturgeschichte], perché l'effettiva narrazione di storia, ovvero di una descrizione storiografica
ricezione da parte di individui o di: gruppi è raramente strutturalé. Avvenimenti del 8passato; 8 res gestae, divengono
documentata, : cosî che allo storiografo della 8ricezione <non fatti «storici » nel 8senso enfaticö 8dell'espressione; solo in
resta altra scelta che descrivere nessi funzionali. d9ordine una historia: rerum 'gestarum. <«'Cidche9accide; anzitutto si
48 CAPITOLO 8TERZO CHE COSA È UN FATTO NELLA STORIA DELLA MUSICA? 49

coglie e si collega interpretandolo come evento in sé connesso, l'efficacia fu rovinata dalla catastrofe, fa da « primo passo »
come un complesso di causa ed effetto, di scopo e attua- verso il Freischütz, come fosse un tentativo alla cieca la cui
zione, in breve come un unico fatto; e questi singoli fatti sostanza storico-estetica è « tolta e salvata », per cosf dire,
si possono far interpretare altrimenti da altri, possono essere nella compiuta opera posteriore. Nella prospettiva del con-
combinati da altri con altre cause ed effetti, o con altri cetto genetico di « opera-in-musica romantica » 4 un concetto
scopi » 2°. I fatti divengono fatti storici mediante la conti- di genere il cui contenuto di realtà non. è affatto chiaro 4
nuità che li concatena. « Cosf prima di Aristotele nessuno la corrispondenza esteriore dei due eventi diviene narrabile
ha pensato che la poesia drammatica avesse una storia; e fin come un fatto storico-musicale, perché allegorizza una corri.
verso la metà del nostro secolo a nessuno è passato per la spondenza interna.
mente di parlare di una storia della musica » ". Che la Senza nessi, fondati sulla costruzione, la descrizione di un
datazione droyseniana della coscienza storica musicale appaia pezzo di passato non sarebbe altro che « un caos di < giudizi
insostenibile di fronte alle opere storiografiche di Burney, d9esistenza = su innumerevoli percezioni singole », come rile-
Hawkins e Forkel, qui importa poco: essenziale è Pidea, vava Max Weber, nel quale per giunta si può dubitare
d9origine hegeliana, che, per essere in generale storia, una della possibilità di giudizi di esistenza che siano privi di
successione di eventi debba essere compenetrata da 8una co- una loro colorazione qualificante. Chi cerca di cogliere la
scienza storica. sostanza della storia al di là di sistemi concettuali che la
La storia non è il Passato come tale, ma ciò che una rendono accessibile ma insieme la distorcono, cessa di essere
conoscenza storiografica ne riesce a cogliere: ciò che resta uno storiografo e diviene il mistico.
catturato nella rete dello storiografo. Gli oggetti colti dalla L9espressione « costruzione » [Konstruktion] ha il com-
conoscenza recano l9impronta delle sue condizioni, del suo pito di far rilevare drasticamente che un collegamento di
carattere selettivo, prospettico, ordinatore sul piano catego- eventi passati nella rappresentazione dello storiografo non
riale. Le reali catene causali tra eventi del passato non sono attiva mai all9altezza delle catene causali reali. L9espressione
mai ricostruibili. I collegamenti 8tra fatti quali li propongono tuttavia non vuol dire che gli storiografi procedano con la
gli storiografi 4 ossia quel contesto che consente ai propri fantasia di un: romanziere (anche se costruzioni stridente-
elementi essenziali (dati, oggettività delle fonti) di diventare mente divergenti, e nondimeno parimenti documentate da
fatti storici 4 in linea di principio sono costruzioni. fonti, possono a volte spingere alla conclusione scettica che
Che le impalcature portanti, costruite dagli storiografi, delle ai fatti storici nulla prema di più che il compiacere a ipotesi
narrazioni di storia restino non di rado latenti, non cambia su nessi fra loro contraddittorie e reciprocamente escluden-
nulla quanto al loro significato costruttivo, ma è solo un tisi). Per non lasciare che la vicinanza al romanzo divenga
mezzo artistico che le rende tanto più efficaci. Se, poniamo, interscambiabilità, la storiografia deve necessariamente appog-
in una storia della musica dell9Ottocento si riferisce che nel giarsi su dati delle fonti..È peraltro inquietante che in linea
1817 l9apparato scenico dell9Undine di E.T.A. Hoffmann andò di principio la massa dei dati e quella stessa dei possibili
distrutto nell9incendio del vecchio Schauspielhaus di Berlino, progetti di nessi storiografici siano. infinite. Una costruzione
e di seguito, senza commenti, si aggiunge che quattro anni infatti. 4 anche una costruzione sufficientemente giustificata
dopo tra le rappresentazioni di inaugurazione del teatro nuovo da dati (e che cosa sia da ritenere sufficiente, lo decide il
figurava il Freischitz di Weber, in questo modo si suggerirä consenso degli storiografi) 4 è necessariamente selettiva, 8e
un nesso storico musicale simboleggiato dalla distruzione e per giunta si fonda su concetti che in gran patte non sono
dalla ricostruzione del teatro: nell9evoluzione dell9opera-in- contenuti nella storia, nella coscienza degli agenti storici,
musica [Oper] romantica tedesca, l9Urdine, la cui storia -del- ma vi vengono apportati dallo storiografo. Ciò che risulta
50 DIRE A ne ee CAPITOLO "TERZO CHE "COSA È UN FATTO NELLA STORIA DELLA MUSICA? 51

ad uno storiografo onesto, sono sf fatti e non, ponidtho centemente descrittiva, ma in realtà sorretta: da un sistema
trame tessute dalla fantasia, ma 8sono -fatti la cui 8selezione interpretante, è piuttosto espressione diuñasserto sull'origine
ha alla base un «interesse conoscitivo » di tipo9 storlogta- del: Lied romantico. È. inimmagiriabile: che essa possa 8essere
fico, e che da semplici dati delle fonti sono divenuti!<in sostituita nella sua posizione dauna relazione sulla genesi
generale fatti storici solo attraverso un sistema di - concktti di.un Lied di Weber o:di: Spohr. "E quand9anche dovesse
di cui lo storiografo deve assumersi la responsabilità, ©: * accadere che una proposizione come''« Il 20 : febbraiodel
Che-la struttura della storia dipenda dal linguaggio in cui 1791 nacque Carl Czerny » figurasse all9inizio di9 una storia
lo storiografo ne prende coscienza, non va pertanto equivétato della musica dell9Ottocento, 8non: si tratterebbe. tanto <della
quasi fosse un grossolano scetticismo che calunnia: Je : séo- comunicazione di un fatto quanto. del pritho annunziarsi' di
perte degli storici come: semplici invenzioni; come scienza un9argomentazione tortuosa che pit oltre giustificherà un9ac-
empirica la stotiogtafia~si fonda per intero su dati, ancorché centuazione manifestamente grottesca. i... E
si tratti di dati ordinatiin senso categoriale. Ed anche: le Il dipendere dei fatti storici da interpretazioni,la circo-
strutture e le concatenazioni sono pretracciate nella= realtà stanza che il fatto comunicato dallo storiografo implica già
effettuale cosi come dalle fonti essa si fa9 incontro allo'$to- sempre una teoria, non può tuttavia far dimenticare le dif-
tiografo; solo non-8si possono rendere conoscibili altrimenti ferenze di grado che esistono tra fatti relativamente più certi
che mediante sistemi di- concetti delineati da lui medesitiio. e fatti meno certi. Che non esistano fatti « grezzi » nel senso
Che queste strutture e concatenazioni äppaiano-in una: deter- stretto dell9espressione 4 nella storiografia altrettanto poco
minata prospettiva, è la condizione del loto mostrarsi 8in <ge- che nella scienza della natura, la cui teoria di fondazione
nerale, una condizione che8 lo storiografo non può mai:oltre- deve tribolare con la problematica delle proposizioni di base
passare senza che per questo egli si «debba -abbandoiiare9 al o proposizioni protocollari 4 non significa affatto che ci si
sospetto di muoversi in un labirinto di finzioni per l9imipos: debba rassegnare e dimettere di fronte a sistemi storiografici
sibilità di staccarsi dalla9 propria ombra. Una stotio&tafia di interpretazione in concorrenza, né che si sia costretti alla
consapevole di sé 8si 8tiene in 8un precario equilibrio rai sospensione del giudizio perché ci si sente presi nel circolo
due estremi erronei di un -ingenuo oggettivismo e di tito vizioso che i fatti storici sui quali si dovrebbero misurare
scetticismo distruttivamente radicale. Ri le interpretazioni escludentisi a vicenda, a loro volta diven-
8Che fatti del passato divengario fatti propriamente! störio- gono in generale fatti storici solo in una interpretazione e
grafici solo in narrazioni di stotia-o descrizioni di struttura mediante essa. I ritratti storico-musicali estremamente diversi
in cui si inseriscono e si adattano,lo 8si può anche: coficepite che si sono tracciati di Spontini, di Spohr o di Mendelssohn,
come peculiarità specifica del: matetiale della storiografia, :do- sono senza dubbio inconciliabili in parecchi tratti. E l9aspet-
vuta alla forma di quest9ultima; E - alla forma appaïtiene il tativa di consolazione che tali ritratti si fondino su prospettive
modo esteriore di esporre; quella tecnica narrativa che! <non «in ultima istanza » integrantisi a vicenda, regge poco; in-
si può scambiare con un9altra senza: che 8al tempo stesso i fatti di fronte alla insolubilità dell9amalgama di soggetto e
fatti mütino la loro colorazione. Se, per esempio, la''propo- oggetto quale per l'appunto è caratteristica di esposizioni sto-
sizione « Franz Schubert compose Gretchen am Spinnvad il tiografiche di un certo livello e rango, è piti probabile che
19 ottobre del 1814», costituisce9 esordio di un capitolo le interpretazioni divergenti si contraddicano e si escludano
di storia della musica, in tal caso non si tratta affatto di a vicenda, Sussiste tuttavia un minimo di sostanza comune,
una 8semplice9 -comunicazione il cui contenuto cosale-oggettivo perché, accanto a fatti altamente « suscettibili. di interpreta-
si esauriscà 8în ciò che la proposizione dicé immediatamente. zione », ne esistono sempre anche altri che si dimostrano
La posizione esteriore. della proposizione in apparenza inno- quasi immutevoli. (Il « quasi » restrittivo è inevitabile anche
i
2
> CAPITOLO TERZO

nei fatti pid certi, perché da un lato il contesto in cui il IV.


fatto compare, è illimitato in linea di principio, 8e dall9altro Chi sia il soggetto della storia della musica :
circa la misura in cui un fatto in generale si costituisca come
fatto storico solo attraverso il contesto, non esiste alcuna
norma). Peraltro allo storiografo che non sia un semplice
archivista, i fatti relativamente invarianti che formano l9im-
palcatura della storia, interessano meno per se stessi che non
per la funzione che svolgono nel confermare e nel confutare
sistemi interpretativi concorrenti. I fatti storici, per dirla in
forma accentuata, non esistono ad altro scopo che per dare
fondamento a narrazioni storiche o a descrizioni di struttura Una delle ragioni per cui la storiografia appare minacciata
oppure, in uso negativo, per dimostrare la fragilità delle quasi avesse contro di sé lo « spirito del tempo », si potrebbe
opinioni di stotiografi precedenti, cercare nel fatto banale che è divenuto difficile scrivere storia
senza essere travagliati da scrupoloso sospetto che il Passato,
quale esso fu effettivamente, non è affatto una storia nar-
rabile.
Presso quanti spregiano la storiografia tradizionale, le narra-
zioni in cui si connettono gli eventi sono esposte al sospetto
di non essere scaturite tanto dalla struttura del materiale
quanto dal senso della forma proprio degli storiografi. Lo
«schema organizzante », come direbbe Arthur C. Danto,
deriva dall9intento di procedere «in senso natrativo », ¬
non «in senso esplicativo » come le scienze della natura. E
quell'idea di un nesso continuo degli eventi, ovverossia di
una loro concatenazione senza lacune, che senza volerlo.si
associa al concetto di storia come storia narrata, si dimostra
precaria non appena vi si rifletta sopra, invece di annoverarla
fra-le cose ovvie e naturali che dominano il pensiero proprio
col sottrarsi alla riflessione. : i
Il domandare che cosa infine sia propriamen te l'elemento
unificante conclusivo che rende narrabile una storia, mira
evidentemente, per lo meno cosî pare, a un soggetto della
storia la cui identità permanente nel mutamento garantisca
una continuità ininterrotta, senza la quale il quadro di eventi
passati cadrebbe in pezzi irrelati. L9idea di un soggetto della
storia 4 come condizione della sua narrabilitä 4 dovette noto-
riamente la sua plausibilità, non infirmata sino a pochi decenni
or sono, al modello della biografia; a cui la storiografia, com-
presa quella musicale, si orientò per ampi tratti anche là
54 CAPITOLO QUARTO CHLASIA :IL -SOGGETTO DELLA STORIA DELLA MUSICA © 55

dove non se ne rendeva per nulla conto. La più fugace 8ana- dalla. biografia il modello di ogni storiografia non fosse tanto
lisi di alcune esposizion di 8storia
i della 8musica modetna' basta saldamente radicata che sulle prime non ci si-domanda nep-
a mostrare che portatori delle storie di cui consta «la» pute in che senso e in che forma generi o. stili. musicali
stotia dela musica, appaiono singoli compositori, non «la» abbiano in generale una storia). Agli storici dell'Ottocento
musica, non l9« evento » musicale che si costituisce nella com- e. del. primo Novecento. P9orientarsi .sulla biografia appariva
posizione, nell9esecuzione e nella ricezione. E quando, al posto tanto pid necessario in quanto essa.-rappresentava:il -presup-
dei compositori, il soggetto della storia è un genere o uno posto, portante di un9ermeneutica storiografica >che per. poter
stile musicale, il metaforismo « biografico », a cui senza vo- cogliere la storia dall9interno, invece di. descriverla da fuori
lerlo danno di piglio sempre di nuovo gli storiografi dell9arte in:modo semplicemente cronologico, pattiva dal modello. del-
dai tempi di Winckelmann e di Herder, già tradisce che le Pinterpretazione del testo. come immedesimazione nell'autore.
«eta» di un genere.o:di uno 8stile musicale sono concepite Poiché lo storiografo, il soggetto della conoscenza storica,
come gli analoga. di telle di. una persona affinché la: storia prende. come tema della proptia. ricerca oggetti. che sono9 essi
narrata. assuma.:unò!:strattura!e dei tratti fermi, Parlaredi stessi dei soggetti come lui, .soggetti 8agenti « storicamente »
un'epoëa "di fioritura, :o: di<maturitä, e: di un ittigidimento nel, senso enfatico dell9espressione' 4 operanti . nella 8coscienza
senile non è-affatto un condimento rettorico-a cui si potrebbe di-.una continuità « biografica » 4, «un'esposizione. « storica »
rinunziare senza ledere la sostanza della storiografia -dello che. miti a narrare, è senza dubbio adeguata. (La. struttura
stile; ma si dimostra espressione dell9impalcatura stotico- trascendentale della narrazione e quella ontologica dell'oggetto -
filosofica,: sia essa manifesta 0. latente, che regge l9esposizione. narrato concordano e coincidono). Ma quando si lasci. cadere
(Erich: Rothacker. parlava del «modello organismico »- della it modello biografico della. « storia9 della vita» di un. soggetto
storiografia - dell9arté, e::ne:giustifico la:inascita nella 8storia 4 e. salvare questo modello oggi. è divenuto difficile 4 la sto-
dello. spirito. senza prendere in considerazione la funzione riografia narrante incorre nel. sospetto di essere la..storia arti-
tecnico-natrativa). - : ela o SIETE ficialmente 8costruita di un soggetto immaginario. ;.. _ a
89 Anche. nel biografism tuttavia
o - quell9identitä del soggetto . Che per essere rappresentabile una; continuità. storica «di-
che sembra costituire la spina dorsale di una storia narrata, penda, dall9identità perdurante di un soggetto della narrazione
è più: problematica che non 8ovvia e naturale,-in quanto non storica 4 che. dunque, vid negationis, insieme con l9idea. del-
è data per natura,. ma. risulta dallo sfoizo cosciente del :sog- l'identità, sia minacciata anche quella della continuità 4 è una
getto di accertar del: proprio.-
si. passato 4 conciliato col: pre- premessa la. cui plausibilitä al di, fuori della biografia da cui
sente 4 come fosse suna storia-ih sé connessa; una storia9 che fu..astratta non appare tanto 8ovvia. e naturale 8quanto plut-
« fila». (Ma il soggetto non «ha» sic et simpliciter una tosto- problematica e dubbia. Chi descrive la storia del mot-
storia, bensf la deve.« costruiré:»; e solo in questa si. costi- tetto,. una storia il cui decorso si. estende per quasi 8otto
tuisce in generale come soggetto: il suo rapporto con la: storia secoli, si vede di fronte alla difficoltà del non. poter indicare
nartabile è un circolo [in quanto una storia del soggetto è alcuni connotato (tranne la polifonia) che. il. mattetto :mon-
possibile solo se il soggetto la: costruisce;ma il soggetto si dano,..vocal-strumentale, isoritmico e a pit testi del Trecento
costruisce come soggetto solo.se riesce ad avere una sua condivida con il mottetto sacro. del Cinquecento, vocale,
storia]). Quantopiù. è pregiudicato 8di: suo,.« per sua natura », costruito con procedimenti imitativi e ad un solo testo. Cio-
il concetto di soggetto, tanto più. precaria appare. per..contro nondimeno sussiste. indubbiamente: un -nesso storico che giu-
la «traslazione a idee, a-:epoche o addirittura a «la» storia. stifica parlare del tramandarsi di un genere <musicale ¬ non
nel. suo9 complesso (cosa: che: non: vi sarebbe. nessun bisogno del, semplice termine « mottetto ».. (Viceversa il madrigale
di dire se l9abitudine a fare della struttura narrativa. mutuata del Trecento non.è legato -a quello.del Cinquecento da: altro
CHE SIA IL SOGGETTO DELLA STORIA DELLA MUSICA 57
56 CAPITOLO QUARTO

che il nome; di fronte alla rottura di tradizione intervenuta d9atte autonoma, dovrebbe trovare fondamento e- giustifica-
nel Cinquecento non si può parlare di una storia in sé. con- zione nei presupposti propri del Seicento (il che presumibil-
nessa del genere madrigalesco). La continuità storica non mente sarebbe arduo, ma non appare impossibile). Se quindi
presuppone dunque alcuna identità di un portatore-della- la continuità di una storia non è sempre legata interamente
storia la quale inerisca a connotati afferrabili, ma unicamente all'identità 4 intesa come costanza di un complesso di con-
una concatenazione senza lacune. (La possibilità di definire notati 4 di un soggetto della 8narrazione storica, allora su
l9identità in modo tale che essa appaia garantita dalla con- questa strada si può anche non essere affatto sicuri che la
tinuità [piuttosto che la continuità dall9identità], qui può continuità in generale rientri fra le condizioni necessarie della
restate fuori considerazione come sottile precisazione filosofica narrabilitä di una storia. Siegfried Kracauer ? e Hans Robert
che non cambia nulla quanto alla problematica storiografi- Jauss * hanno mostrato che il concetto di continuità degli
ca). i - i storiografi dell9Ottocento aveva legami sostanziali con quello
Si dovrebbe peraltro domandare perché propriamente - non dei romanzieri 4 che cioè, per ditla in forma drastica, la
sia ancora lecito chiamare « mottetto » la musica liturgica tecnica narrativa di Ranke.si nutriva di quella di un Waltet
d9uso del Trecento in Inghilterra, che figurava tra i presup- Scott 4 e che, viceversa, il senso della forma e l9esperienza
posti storici portanti del mottetto « olandese »; e perché del reale. effettuale che stanno alla base del romanzo9 con:
d9altra parte il concerto di chiesa del Seicento, che nel testo temporaneo da Proust e da Joyce in avanti, potrebbero influire
e nella funzione 4 anche se non nello stile 4 raccolse l9etedità pesantemente sul modo in cui degli storiografi colleghino fatti
del mottetto cinquecentesco, non vada pit chiamato « mot- e ipotesi, e precisamente nel senso di un avvicinatsi degli
tetto » (la 8terminologia dei contemporanei oscillava). Che le storiografi a una certa idea 4 coniata. dallo stato di 8coscienza
decisioni degli storiografi su quali collezioni di connotati deb- degli ultimi decenni 4 di che cosa sia la realtà in generale
bano valere come costitutive per continuità storiche di un e di come la si possa cogliete col linguaggio. In altre parole,
genere musicale 4 e quali mutamenti siano dall9altro lato nella misutain cui forme e strutture del romanzo fanno da
tanto profondi da significare un cambiamento di genere nono- veicolo . per . mettere ih termini problematici frammenti. di
stante il perdurare di alcune qualità 4 comportino non di. realtà che prima restavano muti,, non vi è ragione che degli
rado un elemento di 8arbitrio, dovrebbe essere inoppugna- storiografi disdegnino per principio, .col sussiego di una scien-
bile. tificità difficilmente distinguibile dal provincialismo, di otien-
Per una determinata epoca, in linea di principio, è però del tarsi su tecniche narrative contemporanee, e che invece di
tutto possibile stabilire su basi empiriche (e non solo fissare questo si attengano irremovibilmente a metodi molto radicati
a mo9 di dogma normativo) quale peso relativo spetti a una che al lettore ingenuo 8possono si apparite semplicemente
continuità o discontinuità di testo e di funzione tecnico- descrittivi, senza artificio, ma che.in realtà si fondano su
compositivo-stilistica e terminologica, per la conservazione o principî formali quanto i:procedimenti contemporanei, solo
la rottura di tradizioni di genere. Cosf, per esempio, la se- per l'appunto su principî più vecchi. (Non. che questi prin-
parazione del concerto di chiesa dal mottetto del Seicento cipî più vecchi siano necessariamente: vieti in linea di prin-
si fonda sulla premessa 4 quasi sempre non detta 4 che cipio; ma si dovrebbe prendere in considerazione la possi-
aspetti tecnico-compositivi-stilistici 4 il passaggio da un fra- bilità che lo siano in alcuni casi).: Uno storiografo contem-
seggio musicale polifonico-imitativo ad uno monodico-concer- poraneo. consapevole degli elementi letterari del proprio me-
tante 4 siano più essenziali di aspetti relativi al testo e alla stiefe non presume di. poter riferire «come propriamente
funzione; e la gerarchia dei criteri, per non apparite
un pre- sono «andate le cose » da « narratore onnisciente », ma inclina
giudizio del primo Novecento orientato all9idea dell9opera piuttosto a esporre un processo sotto prospettive diverse che
58 D Nu ua CAPITOLO QUARTO CHI'iSIA IL SOGGETTO DELLA STORIA DELLA MUSICA 59.

a volte si contraddicono invece di integrarsi a vicenda;, inoltre


pezzo: di passato si presenta come incontro e scontro, come.
egli si guarda dal porre termini fissi d9inizio e di conclusione un concorrere e un agire Puna contio l9altra di azioni che
del processo (che l9origine dell9opera in musica, o opera lirica, nel. dettaglio e su tratti brevi si possono concepire come
sia databile non è più cosf certo come credevano. storiografi
intenzionali, ma i cui risultati; quali si mostrano alla fine,
precedenti magicamente impressionati dalla coincidenza cro- non: sono stati voluti da nessuno al mondo. Le singole storie.
nologica della morte di Palestrina e di Lasso con l9attività di eui sono portatori soggetti individuali .o collettivi e che.
della Camerata fiorentina, che si lasciavano indurre all9assunto si possono narrare 4 vuoi con mezzi tradizionali vuoi con
di una cesura storica in cui le epoche si incontrano, per
mezzi moderni 4 si risolvono e dissolvono in una storia com-
cosi dire, a viso aperto); per evitare Villusione di una con- plessiva che è un processo senza soggetto. Si può parlare
tinuità senza lacune lo storiografo consapevole si spinge fino del.:tutto sensatamente di una storia del poema sinfonico:
a disturbare il corso della narrazione con zig-zag di fatti in- dell'Ottocento, e il soggetto della narrazione 4 il poema sin-
gombranti e restii; e fa sentire che la storia, cosî come egli fonico 4 ha una storia in quanto muta. Ma i mutamenti che
la narra, oltre che esposizione di 8un. pezzo di passato, è il soggetto subisce, e che costituiscono la sua storia, risultano
un documento sul presente a partite dalla situazione del quale da8 tendenze in un senso e in senso opposto entro un pro-
egli scrive. Il passato è sempre coinvolto dall9apertura del cesso..complessivo che da. patte sua èx senza scopo ¬ senza
futuro, poiché è sempre il passato: di un determinato presente, soggetto. « La» musica come totalità non è soggetto di una
e dunque un passato mutevole, . storia natrabile.
Il procedimento della storiografia narrante, far capire fatti In un affascinante passo dello Handbuch der : Musik-
combinandoli in una storia 4 continua o discontinua, lineare geschichte [Manuale di storia della musica] > Hugo Riemann
e prospetticamente spezzata che. essa sia. 4 sembra. ancor descrisse l'avanzata del poema sinfonico verso la fine dell9Ot-
sempre l9unico adeguato quando un dato di fatto non si tocento come il risultato di una serie di premesse che non
può spiegare sufficientemente né sul piano delle intenzioni, sembrano né connettersi fra loro né appartenere allo stesso
come conseguenza di un proposito, né sul piano statistico, piano 4 fosse quello soggettivo delle intenzioni, della storia
come caso di una regola, né su quello funzionale, come parte delle idee, o dello stile e 8della tecnica di composizione. « Che
di un nesso sistematico. Si può peraltro discutere se un9espo- Hector Berlioz abbia dato il primo avvio alle tendenze anti-
sizione connettiva di vaste dimensioni 4 e dunque una descri- formalistiche 4 in cerca di una novità è tout prix 4 dell9epoca
zione di eventi che presi per se stessi singolarmente possono dopo Beethoven, è incontestabile. Per molto tempo il suo
si essere detertninati da fini razionali, mail cui incontro influsso fu modesto, limitato a singoli compositori, e in un
tuttavia non è guidato da alcun « fine dei fini » quale ancora primo momento l9amorevole immergersi dei lirici romantici
lo postulava Droysen con afflato idealistico, bens{ appare un nel lavoro minuto [dei pezzi per pianoforte] (Kleinarbeit).
puro caso 4 possa essere in generale una narrazione storio- tenne testa ai funesti effetti quali il discredito delle grandi
grafica nel senso relativamente più stretto dell9espressione. forme dei classici poteva provocare. Solo verso la fine del-
Lo storiografo che nella descrizione di un intrico-senza-scopo Ottocento tale contrebalance perdette via via terreno, e
di azioni veda un caso esemplare di storiografia (e dimo- l9assalto ai vecchi ideali prese consistenza con una certa te-
strargli l9inadeguatezza del suo procedimento potrebbe anche pentinità. La spiegazione completa di questo decorso può
riuscire difficile), a differenza «delle » storie particolari con- darla solo l'esame dello sviluppo ulteriore preso dalla com-
sidera il tutto della storia, « la » stotia nel suo complesso, posizione dell9opera in musica nell9Ottocento; grande impor-
una mescolanza senza soggetto, la cui descrizione non si può tanza ebbe in particolare l9influsso ognor crescente dei drammi
strutturare. come racconto senza -recarle violenza. A lui un musicali di Richard Wagner su tutta la 8produzione della se-
60 "CAPITOLO QUARTO
CHI SIA IL SOGGETTO DELLA STORIA DELLA MUSICA 61

conda metä del secolo. Solo quando le gigantesche creazioni


wagneriane, come all9inizio del secolo le opere sinfoniche di che inesistente nell9epoca classica. La tesi di Riemann & tutta
Beethoven, presero 8a esercitare effetti paralizzanti sugli aspi- discutibile per via dei giudizi estetici che implica, e fragile
ranti meno dotati, i nuovi tentativi cominciarono più viva-
come costruzione storico-filosofica. Ma tanto più lampante
cemente a battere nuovi sentieri nel campo della musica appare l9asserto che la musica sinfonica del tardo Ottocento
strumentale. Solo adesso Berlioz si affacciò più decisamente tendente alla musica a programma subi l9influsso di Wagner
in prima linea: presso i francesi dopo il conflitto franco- in due sensi: in senso positivo 4 sul piano estetico e stili-
tedesco e certo anche per chauvinismo patriotico, pet far stico 4 con l'appoggiarsi. a lui, e in senso négativo 4 nella
fronte alla germanità sovranamente predominante nella mu- decisione a favore di un genere 4 col « ripiegare » di fronte
sica su tutta la linea, e anche in Germania, dove la musi- al dramma. musicale.
ca di Berlioz ha trovato scarso terreno ancot oggi, per gli Il modo in cui il grande Riemann stratifica l9uno sull9altro
altri motivi a cui accennavamo prima. Gli epigoni puri i suoi argomenti 4 dall9idea di un9ars gallica all'emergere della
della musica strumentale classica. avevano perduto ogni musica russa e ceca (a cui proprio il suo carattere nazionale
credito e chiuso bottega già verso la metà del secolo. Anche faceva ottenere una validità. internazionale), fino alla dialet-
la musica sinfonica e da camera dei lirici romantici sbiadi tica fra tradizionalismo e antitradizionalismo 4, più che avere
a poco 8a poco di fronte alle nuove attrattive della musica la struttura di una narrazione, somiglia a una relazione su
a programma temperata di impronta lisztiana, e della musica eventi geologici, da storia della terra. E non è detto che un
slava e scandinava importata dall9Allgerzeine Deutsche Musik- tentativo di trasformare l'esposizione in una descrizione si-
verein [...]. Infine, per attrarre l9attenzione su di sé, anche stematica, cioè di correggere l9impressione di un cumulo di
l'opposizione 4 e certo non in minima parte 4 spinse a inno- premesse slegate (dalle quali alla fine risulta 19« avanzata »
vazioni radicali contro l9intetesse pet la musica precedente del poema sinfonico) debba essere necessariamente disperato.
ravvivato dalle opere degli storici, anzitutto per quella di Si potrebbe partire dal fatto. che in primo luogo la procla-
mazione di un9ars gallica si connetteva con l9evoluzione di
Bach. L9autorità ognor crescente del primo Brahms, che mi-
una musica caratteristicamente russa e ceca (compositori cechi
rava a un più forte contatto con il passato, diede un ulte-
riore sprone a contrastare un9invetsione di rotta ricorrendo si erano avuti anche nel Settecento e nel primo Ottocento,
a tutti i mezzi, e in effetti con un gran numero di poemi ma non una musica ceca nel senso enfatico dell9espressione)
sinfonici Richard Strauss riuscf a guadagnare il campo alla attraverso il nazionalismo della seconda metà del secolo (limi-
musica a programma con maggior successo che non Berlioz
tare il concetto. di nazionalismo musicale a nazioni « perife-
x

e Liszt». Ciò che sorprende nel testo di Riemann è la fiche » non & giustificato da nulla); che in secondo luogo la
metafora militare in cui si documenta l9itriflessivo dipendere colorazione nazionale-folklorica 4 come deviazione di modi
della storiografia musicale dalla storiografia politica, che a sua dalla tonalità tradizionale della musica « artificiale » 4. era
volta derivava dal primato della politica estera. un9occasione per. comporre musica progressiva nel senso di
L9assunto di una contrebalance fra: pezzo lirico per piano- Liszt e tuttavia popolate; e che in terzo luogo l'illegittimità
forte e sinfonia a programma significa evidentemente che estetica di epigoni musicali 4 l9estinguersi della raison d9être
quell9equilibrio tra solidità ed: espressività che nella musica della musica del maestro di cappella [Kapellmeistermusik] 4
sinfonica di Berlioz 4 satura di tradizione e perciò già esau- era la conseguenza di un presupposto estetico che stava alla
rita nelle possibilità più vicine e più ovvie di innovazione 4 base sia del pezzo lirico per pianoforte sia del poema sin-
era disturbato dalla tinunzia alla solidità, si conservava per fonico: conseguenza cioè della premessa che il carattere ar-
lo meno nel pezzo lirico per pianoforte come genere presso tistico della musica stia nel contenuto « poetico » quale lo
intendeva e lo. formulava: Schumann nelle sue critiche, in un

==
62 8 . ~; CAPITOLO :QUARTO CHI SIA IL SOGGETTO DELLA STORIA DELLA MUSICA 63

contenuto che conctesce nell9opera come espressione dell'in- lato, in uno sguardo al complesso dell'evoluzione umana quale
dividualità irripetibile del compositore... : wi il Settecento 8ancora si limitava: ad azzardare, i. tratti della
La storiografia come la praticava Riemann nel passo ) citato, specie svaniscano, è altrettanto incontestabile quanto. che
si teneva su una via di mezzo indecisa fra la storiografia dall9altro quelli che si impongono: primariamente come tema
natrahte, riferita a un soggetto; e una moderna storia:di allo. storiografo in esposizioni di epoche abbraccianti decenni
strutture che egli poteva avere in mente; ma di cui ammuc- o, al pid, secoli, sono i continui mutamenti: anche la ri-
chiando descrizioni di tendenze invece di allacciarle : non flessione pit 8superficiale sulle premesse: latenti. della prassi
colse il principio. DR ta storiografica di ogni giorno basterebbe a far notare che nella
L9asserto che «la» storia della musica sia un protesso descrizione . di singole epoche :le costanti 8antropologiche di
riferibile si, almeno in patte, a strutture descrivibili della Burckhardt sono già sempre presupposte 4 come punti di
8storia delle idee e della società, ma non a un soggetto: ben riferimento non espressi della narrazione storica 4 e che se
delineato, può apparire persino banale, ma è del tutto: con- in abbozzi di storia universale (per quel9 tanto che il loro
troverso. La massima di Jacob Burckhardt 4 « punto: di9 par- metodo non si allontani troppo dall9oriestä dell9empiria) le
8tenza » della storiografia essere «l9unico centro durevole. e costanti si riducono a qualcosa di non pit comprensibile,
per noi possibile, l9uomo che patisce, che anela, che agisce, tuttavia in un ordine di grandezze « intermedio.» 4 al di qua
l9uomo qual è ed è stato e sarà sempre » * 4 non è poi cosi dell9inafferrabilità metafisica e al di là dell9evidenza cutistica 4
vieta come ritengono storicisti rigorosi ossessionati dall9idea esse potrebbero assolutamente. costituire un tema di ricerche
di una processualita che dissolve intrattenibilmente ogni tratto empiriche in cui i mutamenti senza dubbio profondi ed-es-
costante. Fta gli storiografi della musica la premessa: burck- senziali di una categoria come l9« arte » vengano riferiti ai
hardtiana fu accolta e fatta propria nientemeno che da Jacques loro elementi invarianti, 8senza'i quali il concetto di « storia
Handschin 7. Nel riguardo metodologico questa «convinzione dell9arte » andrebbe in pezzi.
« antropologica », nel senso: che parte dall9uomo, svolge.la Nei manoscritti parigini di Karl Marx la questione del
funzione di rendere possibile e di fondare una selezione : dal soggetto de «la» storia 4 come un tutto complessivo 4
caos. dei fatti storici accertabili: a «la» storia appartiene assumeva l9inflessione per cui la storia quale la narrano gli
quanto. ha un significato profondo per «l9» uomo, la cui storiografi «non è ancora storia reale-effettiva [wirklich]
essenza si esprime chiatamente nelle 8tre :« potenze »-dello dell9uomo come soggetto presupposto, ma solo atto di ge-
Stato, della religione e della cultura. In un9epoca improntata nerazione, genesi dell9uomo [Erzeugungsakt, Entstehungs-
alla critica dell9ideologia sono ovvie alcune. obiezioni: 8anzi- geschichte des Menschen] » ®. La storia accaduta fin qui non
tutto i contenuti di quanto il termine « religione » raccoglie è stata compiuta dagli uomini in uno sforzo cosciente rivolto
in un unico fascio, sono 'cosf diversi che lo: scettico potrebbe al decorso complessivo, bensi risultava, come caso acciden-
affermare essere la loro qualificazione formale di « religione » tale, da azioni e catene di azioni ispirate a fini razionali nei
più un vuoto guscio verbale che non una costante antropo- singoli particolari, ma contrariantisi a vicenda nel tutto. Invece
logica afferrabile; e in secondo luogo l9idea di un estinguersi la storia a venire, innalzantesi con ciò in generale sullo stadio
«della» religione appare del tutto realistica e per nulla della semplice « preistoria », sarà opera di uomini nel cui
assurda. Nondimeno; entro limiti che comunque includono agire l9idea di umanità è divenuta realtà. In altre parole,
alcuni secoli di stotia europea, la massima burckhardtiana quella filosofia della storia, tanto sospetta agli storiografi, che
conserva un senso empiricamente convertibile, che allo: sto- in empito speculativo parla de « la» storia de « 19 » umanità
riografo alla ricerca di modelli interpretativi attuabili: non 4 si discorre anche de « la» storia come fosse lei addirittura
occorre: lasciar distruggere da filosofemi radicali. 8Che da:un il soggetto agente del processo posto fuori del processo ? 4
64 CAPITOLO QUARTO

appare l9anticipazione di un futuro ardentemente desiderato Vv, |


ed atteso. « La » storia al singolare in cui si risolvono 8senza Storicismo e tradizione
residui «le» storie al plurale narrate dagli storiografi, non
è data 4 questo è ben vero -, né accessibile a un metodo
empirico, ma può e deve essere prodotta, essere fatta nascere.
Nel riguardo metodologico, per chi ci crede, l9idea di una
storia futura dell'umanità proietta già la sua ombra sulla
storiografia, anche su quella della musica. Quello. che in
presupposti marxisti rappresenta l9istanza decisiva nella sele-
zione di fatti storici 4 dei fatti. che « appartengono alla
storia » in un senso enfatico dell'espressione 4 è il significato Benché accentuata diversamente, la distinzione nietzscheana
per la « Entstehungsgeschichte, o genesi, dell9uomo », pet fra storiografia antiquaria, monumentale e critica comporta
la formazione delle sue capacità, la cui vera realizzazione non una differenza che costituisce un tema centrale nell9attuale
può non. essere universale. Qui l9accento non cade sul. carat- controversia sullo storicismo: la differenza tra storiografia
tere artistico per se stesso, ma sulla funzione sociale che. esso come appropriarsi di un passato da acquisire e storiografia
svolge: una funzione pensata sf,-in linea di principio; come fu- come critica della tradizione. Il pregiudizio popolare che lo
tura; come funzione dell9arte futura,.e dunque non più legata storiografo sia un antiquario la cui ricostruzione di un pezzo
alla limitatezza del presente immediato, ma pur sempre: una di passato sarebbe ispirata da una venerazione dimentica di
funzione che pet essere realizzabile e per non cadere nell9utopia sé 4 da una simpatia che raccoglie e conserva, il cui rovescio
astratta, deve fare i conti-e va mediata coi dati del presente. apparirebbe il distacco da un presente che opprime 4 è del
tutto unilaterale. Il motivo originario della storiografia come
scienza era per l9appunto non l'impulso di appropriarsi una
tradizione, ma di sottoporla a una critica profonda: lo sto-
ricismo- aveva le sue radici nell'esperienza della distanza fra
ciò che il proprio presente vuole a partire da sé, e quanto
nel presente sporge dal passato.

Secondo Ferdinand Christian Baur, noto storico delle chiese


ispirato. dallo hegelismo, fu il protestantesimo a fondare nel
sedicesimo secolo la coscienza stotica in forma di critica della
tradizione [Traditionskritik], contrapponendo Rivelazione e
Tradizione: « Mentre per il cattolico. un divenire storico
esiste propriamente tanto poco che egli vede come un essere
fin dall9inizio, dalle origini, anche. quanto è patentemente
divenuto nel tempo, con il protestante si è dischiusa nei
riguardi della chiesa la coscienza veramente storica per il
fatto che egli non può prendere come senz9altro identici,
tout court, l9origine e il prosieguo della chiesa, ma deve per
forza tenerli separati nella loro differenza essenziale » *. Una

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