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Psicologia evoluzionistica

Psicologia Generale
Università degli Studi di Perugia
80 pag.

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PSICOLOGIA EVOLUZIONISTICA

LE BASI DELLA MODERNA PSICOLOGIA EVOLUZIONISTICA


L’enorme cervello umano è la struttura biologica più complessa che conosciamo.

 Obiettivo psicologia evoluzionistica: comprendere inchiavate evoluzionistica i


meccanismi che costituiscono la mente e il cervello.

Si focalizza su 4 questioni cruciali:

- Perché la mente è quella che osserviamo, quale processo causale l’ha creata e modellarla
nella forma attuale?
- Come è progettata la mente umana, quali sono le sue componenti e i suoi meccanismi, e
come sono organizzate?
- Quali sono le funzioni delle componenti e le loro strutture organizzate? Per che cosa è
progettata la mente?
- In che modo l’input proveniente dall’ambiente attuale interagisce con i meccanismi mentali
per produrre il comportamento?

Questa disciplina mette insieme i risultati derivati dalle diverse discipline che s’interessano della
mente.

TAPPE FONDAMENTALI NELLA STORIA DEL PENSIERO EVOLUZIONISTICO

1. Teoria della selezione naturale

Evoluzione significa cambiamento nel tempo.


Per quanto riguarda le forme di vita, il cambiamento era stato ipotizzato prima della teoria
di Darwin, ma era molto piu difficile dare conto del cambiamento osservabile.
Darwin voleva spiegare i processi attraverso cui il cambiamento avveniva nelle forme di
vita, voleva spiegare perché le diverse parti che compongono gli organismi biologici
esistono in quelle forme particolari e l’evidente funzionalità di questi organi per lo
svolgimento di specifici compiti che sono in linea con lo stile di vita di quelle specie.
Le risposte a questi enigmi hanno origine nelle osservazioni condotte da Darwin durante il
famoso viaggio di cinque anni (1831-36) che svolse in qualità di naturalista sul brigantino
Beagle, nelle isole Galàpos, nell’Oceano Pacifico.
Darwin scopri che i fringuelli delle Galapos costituivano specie diverse, quindi propose
l’idea che queste diverse specie di fringuelli avessero un antenato comune, ma che in
seguito si fossero separate tra loro a causa di diverse condizioni ecologiche di ciascun isola
—> Questa variazione geografica permise a Darwin di concludere che le specie non sono
immutabili, ma cambiano nel tempo.
Che cosa potrebbe spiegare il cambiamento della specie? Le teorie dell’epoca non
riuscivano a piegare l’esistenza degli adattamenti all’ambiente e Darwin le rifiutò.
Il libro di Thomas Malthus introdusse Darin all’idea della limitatezza delle risorse disponibili
e al fatto che nascono più organismi di quanti possano sopravvivere e riprodursi date le
risorse limitate, tale condizione determina la “lotta perla sopravvivenza” nel corso della
quale le variazioni favorevoli tendono a essere conservate e quelle sfavorevoli a
scomparire. Nel corso delle successive generazioni, questo processo tende a produrre
nuovi adattamenti.
La risposta di Darwin è stata dunque la teoria della selezione naturale (alcuni tratti diventano più
o meno comuni in base alla capacità di un individuo di sopravvivere e procurarsi risorse.)
 che si compone di tre elementi fondamentali:

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a) Variazione: cambiamento genetico ereditario nel DNA dovuto a processi
casuali, determina la variabilità tra individui rispetto a una determinata caratteristica che è
alla base dei processi evolutivi, è fondamentale perché il processo evolutivo possa
realizzarsi.
b) Ereditarietà: trasmissione delle variazioni ereditarie ai figli
c) Selezione: determina quali variazioni siano utili per la sopravvivenza e la riproduzione.
L’evoluzione per selezione naturale si basa sul successo riproduttivo differenziale che deriva dal
possesso delle varianti ereditarie; il successo (o il fallimento) riproduttivo differenziale si definisce
come successo (o fallimento) riproduttivo rispetto ad altri individui)
Le caratteristiche ereditarie degli organismi che si riproducono di più sono trasmesse con una
frequenza più elevata; poiché per riprodursi è necessario sopravvivere, la sopravvivenza ha svolto
un ruolo lo cruciale nella teoria di Darwin.

2. Teoria della selezione sessuale

Darwin osservò diversi fatti che sembravano contraddire la teoria della selezione naturale a partire
dalla constatazione che molti animali sviluppano caratteristiche la cui funzione non è quella di
favorirne la sopravvivenza, ma aiutarli a massimizzare il loro successo riproduttivo. Per di più
osservò che in alcune specie i due generi differiscono molto tra loro.
La risposta di Darwin alle evidenze inconciliabili con la teoria della selezione naturale fu la teoria
della selezione sessuale, che riguarda gli adattamenti sorti come conseguenza del successo
nell’accoppiamento.
Darwin ipotizzò l’esistenza di due principali mezzi attraverso cui opera la selezione naturale:
- Competizione intrasessuuale: La selezione intrasessuale riguarda individui dello stesso sesso
che competono tra loro; i vincitori avranno accesso alla riproduzione con individui del sesso
opposto. Spesso, associati a questa competizione, le specie sviluppano tratti sessuali
secondari (chiamati armamenti) volti ad intimidire, scoraggiare o sconfiggere i rivali dello
stesso sesso. Le caratteristiche che hanno determinato il successo tra gli esemplari dello
stesso genere sessuale, saranno passate alla generazione successiva grazie al successo
riproduttivo del vincitore.
- Selezione intersessuale: vale a dire la scelta preferenziale per l’’accoppiamento; se tra i
membri di un genere c’è un certo consenso riguardo le qualità desiderate nei membri del sesso
opposto, allora gli individui del sesso opposto che possiedono quelle determinate
caratteristiche saranno preferiti nella scelta del partner. Gli individui di un sesso (generalmente
le femmine) sono particolarmente esigenti nella scelta del compagno, per questo Darwin
chiamò il processo di selezione intersessuale scelta femminile.

Ruolo della selezione naturale e della selezione sessuale nella teoria evoluzionistica

La mutazione cioè un cambiamento genetico ereditario nel DNA dovuto a processi casuali
determina la variabilità tra individui rispetto ad una determinata caratteristica che è alla base dei
processi evolutivi.
Sel. Naturale e sessuale non sono le uniche cause del cambiamento evoluzionistico, alcuni
cambiamenti possono realizzarsi a causa della deriva genetica (cambiamento casuale nella
composizione genetica della popolazione); questi cambiamenti casuali avvengonoattravero diversi
processi:
- L’effetto del fondatore:
Si realizza quando una piccola parte della popolazione stabilisce una nuova colonia e i
fondatori della nuova colonia non sono completamente rappresentativi della popolazione
originaria.
- Il collo della bottiglia genetico:
Si realizza quando una popolazione si restringe, per es., a causa di una catastrofe casuale
come un terremoto. I sopravvissuti alla catastrofe portano solo un sottoinsieme di geni della
popolazione originaria.

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La selezione naturale agisce semplicemente sulle varianti esistenti. L’evoluzione non è
intenzionale e finalistica, non può guardare al futuro in funzione di necessità non immediate.
- La gradualità :
Ci sono volute centinaia, migliaia e in certi casi milioni di generazioni affinchè il graduale
processo della selezione riuscisse a produrre i meccanismi biologici che osserviamo oggi.
Ci possono essere anche cambiamenti improvvisi, eh avvengono attraverso il fenomeno
noto con il nome di equilibro punteggiato:
•le specie presentano lunghi periodi di stasi, seguiti (punteggiati) da salti, da cambiamenti
bruschi e dalla repentina comparsa di nuove forme di esistenza.
•Questi salti evolutivi implicano spesso forme di cooptazione: una struttura
biologica destinata a una certa funzione è cooptata a svolgere una funzione nuova assieme
a quella originaria.

! La teoria di Darwin ha permesso di collocare gli esseri umani nel grande albero della vita,
mostrando il loro posto nella natura e i collegamenti con le altre creature viventi.

Controversie:

La teoria della selezione naturale diede origine ad accese controversie.


1. Un’obiezione era che mancava di una teoria coerente dell’ereditarietà.
2. Un’altra obiezione era che alcuni biologi non riuscivano a immaginare in che modo i primi
stadi dell’evoluzione di un adattamenti potessero rivelarsi utili per un organismo.

La sintesi moderna: geni ed ereditarietà particellare

Darwin non sapeva quale fosse la natura dei meccanismi di ereditarietà —> Gregor Mendel
mostrò che l’ereditarietà era “particellare”: le caratteristiche dei genitori non si miscelano tra loro,
ma passano intatte alla loro prole in pacchetti separati chiamati GENI —> i genitori devono essere
nati con i geni che tramandano, i geni non possono essere acquisiti attraverso l’esperienza.

 Secondo l’intuizione di Mendel, un gene può essere definito come la più piccola unita
separata che viene ereditata dalla prole

GENOTIPI: intera costituzione di geni di un individuo. Ciascuno di noi eredita una metà a caso dei
propri geni dal genotipo della madre e l’altra metà dal padre

Sintesi moderna = movimento degli anni ’30-’40 in cui l’unificazione della teoria di Darwin
dell’evoluzione per selezione naturale con la scoperta del’ereditarietà particellare dei geni ha avuto
il culmine.
È il risultato della convergenza di diverse discipline biologiche verso una teoria dell’evoluzione
condivisa.

Rivoluzione della fitness inclusiva

Hamilton propose una revisione radicale e innovativa della teoria evoluzionistica: la teoria della
fitness inclusiva, diede cosi. Iniziò ad una rivoluzione che coinvolse l’intero campo della biologia.
- Secondo Hamilton la fitness classica: La misura del successo riproduttivo individuale nel
trasmettere i geni alla futura generazione attraverso la produzione di prole, era troppo
limitata per descrivere il processo dell’evoluzione attraverso la selezione.
Fitness inclusiva: nella sua teoria, la seleziona naturale favorisce le caratteristiche che permettono
ai geni di un organismo di passare alla generazione successiva, indipendentemente dal fatto che
l’organismo produca direttamente dei figli o meno. Le cure parentali, cioè l’investimento nei propri
figli, sono reinterpretate come un caso particolare de prendersi cura di parenti che portano con sé

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delle copie dei propri geni. Un organismo può aumentare la riproduzione dei suoi geni ace
aiutando fratelli, sorelle o nipoti a sopravvivere e a riprodursi.

 Tecnicamente la fitness inclusiva non è una proprietà di un individuo o di un organismo, ma


piuttosto una proprietà delle sue azioni o dei suoi effetti.
 Può essere vista come la somma del successo riproduttivo diretto di un individuo (fitness
classica) più gli effetti che le azioni dell’individuo hanno sul successo riproduttivo dei suoi
parenti genetici

CHIARIMENTI SU ADATTAMENTO E SELEZIONE NATURALE

La rapida rivoluzione della biologia evoluzionistica innescata dalla teoria della fitness inclusiva si
deve in parte al classico pubblicato da George C. Williams.
o W. Mise in discussione l’idea allora prevalente della selezione di gruppo, cioè che gli
adattamenti si sono evoluti per il bene del gruppo attraverso la sopravvivenza e la
riproduzione differenziale di gruppi, contrapposta all’idea del vantaggio del gene che
emerge attraverso la riproduzione differenziale dei geni,
W. Argomentò che la selezione d gruppo, sebbene teoricamente possibile, era
probabilmente una forza molto debole tra quelle dell’evoluzione.
ES. Specie di uccello con 2 tipi di individuo: alcuni si sacrificano per non esaurire risorse di
cibo, gli altri continuano in maniera egoistica —è più probabile trovare nella generazione
successiva gli individui egoisti. —> dopo cinque anni dalla dalla teoria di W. Ia maggior
parte dei biologi aveva abbandonato la teoria della selezione di gruppo.

o W. Tradusse in termine più comprensibili le formule matematiche utilizzate da Hamilton per


descrivere la teoria della fitness inclusiva. Tale teoria ha in parte risolto la questione dell’
“altruismo”, dato che possiamo osservare l’evoluzione dell’altruismo se chi riceve l’aiuto è
un parente genetico di chi lo fornisce —il vantaggio ottenuto dal parente in termini di fitness
deve essere maggiore dei costi sostenuti da chi aiuta, se questa condizione è soddisfatta
sono poste le premesse per l’evoluzione dell’altruismo nei confronti dei parenti.

o Il 3 contributo è l’attenta analisi dell’adattamento: gli adattamenti possono essere definiti


come soluzioni evolutesi per risolvere specifico problemi MA come si può stabilire quali
attributi di un organismo sono adattamenti? W. Propone tre criteri per l’individuazione di un
adattamento: affidabilità, efficienza, economia —- l’ipotesi di un adattamento significa fare
un’affermazione di probabilità riguardo il grado di affidabilità, efficienza ed economia di
caratteristiche che verosimilmente possono essere emesse per caso da sole.

Le influenti teorie di Trivers

Il contributo principale di Trivers si struttura in tre articoli pubblicati all’inizio degli anni ’70.
1. Conteneva la Teoria dell’altruismo reciproco tra individui non imparentati
2. Avanzava la Teoria dell’investimento parentale, che ha fornito un importante descrizione
delle condizioni in cui, all’interno di ciascun sesso, si mette in atto la selezione sessuale.
3. Espone la Teoria del conflitto genitori-figli, l’idea che si possono prevedere dei conflitti tra
genitori e la loro prole dato che condividono solo il 50% dei loro geni.

Wilson e la Sociobiologia

Nel 1975 il biologo Williams provocò grande scalpore con la pubblicazione di Sociobiologia: la
nuova sintesi — l’importanza del libro stava nella poderosa sintesi di una vasta quantità di diversi
contributi scientifici, e nel dare un nome a questo nuovo settore: sociobiologia.
L’opera fu contestata da marxisti , radicali, creazionisti, alcuni scienziati e anche membri del suo
stesso dipartimento (Harvard). W. Avanzava la teoria che molti fenomeni umani sarebbero stati
spiegati dalla nuova sintesi, la gran parte degli scienziati impegnati nelle discipline scoiai riteneva

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che cultura, apprend., socializzazione, razionalità e coscienza, spiegassero l’unicità della natura
umana.

Tappe fondamentali nell’origine degli esseri umani moderni

Ci sono voluti circa 3.7 miliardi di anni per passare dalla prima forma di vita ai moderni esseri
umani.
 Circa 85 milioni di anni fa si evolvette una nuova linea di mammiferi, quella dei primati:
mani e dira dotati di unghie, pollici opponibili, visione stereoscopica ben sviluppata, con
occhi rivoli in avanti, cervelli grandi in relazione ai loro corpi.
 Circa 4,4 milioni di anni fa è avvenuto uno degli sviluppi + significativi che ha portato agli
esseri umani: la locomozione bipede: capacità di camminare e correre su due piedi invece
che su quattro zampe.
 Ci sono voluti circa 2 milioni di anni di ulteriore rivoluzione prima che comparissero i primi
rudimentali strumenti ritrovati dai paleontologi (lirici olduvaiani, utilizzati sulle carcasse degli
animali morti x separare la carne dalle ossa e x estrarre le parti nutrienti dal midollo), la loro
fabbricazione richiedeva un livello di abilità e una padronanza tecnologica.
Questi strumenti risalivano al primo gruppo appartenente al genere homo, chiamato HOMO
HABILIS (esistito tra 2,5 e 1,5 milioni di anni fa)
 Homo ERECTUS: circa 1,8 milioni d’anni fa, alcuni primati bipedi in grado d produrre
strumenti si evolvettero in un ramo di successo, e iniziarono a migrare dall’Africa e in Asia.
Intorno a 1,2 milioni di anni fa, i cervelli di un ramo del genere homo iniziarono una rapid
espansione, le loro dimensioni raggiunsero i 1350 cm cubici dell’uomo moderno.
 NEANDERTHAL: circa 200.00 anni fa i neandertaliani dominavano in molte regioni
dell’Europa e dell’Asia occidentale, MA, intorno a 30.000 anni fa, dopo il successo che
avevano avuto durante la glaciazione e dopo essere sopravvissuti agli improvvisi
cambiamenti delle risorse disponibili, ci fu la loro estinzione.
La loro scomparsa coincise con l’improvviso arrivo dell’uomo anatomicamente moderno =
l’HOMO SAPIENS.

Tappe fondamentali della ricerca in psicologia

La teoria della selezione naturale ha influenzato molti studiosi successivi in ambiti diversi.

Teoria psicoanalitica di Freud

Ala fine dell’800, Freud propone una teoria psicologica fondata sulla sessualità (=la forza del
comportamento umano, indipendentemente dall’età).

Il fulcro della teoria psicoanalitica iniziale di Freud era la proposta del sistema istintualità,
composto da du classi di istinti:
1. Istinti di conservazione della vita, che servono alla funzione della sopravvivenza.
2. Istinti sessuali (x freud la sessualità matura veniva raggiunta nello stadio finale, quello
genitale)
Queste due categorie hanno corrispondenza perfetta con le due principali teorie
dell’evoluzione proposte da Darwin. (Selezione naturale e sessuale)
3. In seguito Freud introduce anche gli Istinti di morte

Gli istinti psicologici di James e la nascita del comportamento

James propose il sistema degli istinti.


Gli istinti x James non sono né ciechi né inevitabili, dato che possono essere modificati
dall’esperienza o annullati da altri istinti.
Tali stinto secondo J. Cominciano a presentarsi dalla nascita, il punto chiave è che si sono evoluti
attraverso la selezione naturale e sono adattamenti x risolvere problemi specifici.

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James riteneva che gli esseri umani avessero molti piu istinti degli altri animali; coloro che erano
scettici riguardo le sue teorie si servirono del quadro concettuale del comportamentismo, per
spiegare come mai gli istinti degli esseri umani fossero pochi e di tipo generale.

 John Watson pose enfasi sul condizionamento classico, un tipo di apprendimento in cui
due eventi precedentemente non collegati diventano associati.
Skinner diede inizio a una nuova disciplina chiamata comportamentismo radicale, e
studiò il meccanismo del condizionamento operante, secondo cui, le conseguenze di un
comportamento che vengono rinforzate sono le cause determinanti del comportamento che
segue —- Le fastidiose conseguenze delle svolte sbagliate vengono eliminate mentre le
soddisfacenti conseguenze delle svolte corrette vengono impresse nel comportamento
degli animali, rafforzando così le risposte corrette.

Diversamente da James, i comportamentisti ipotizzavano che gli esseri umani


possedessero poche capacità innate, a essere innata era la capacità di apprendere
attraverso le conseguenze rinforzate.

Variabilità culturale

Mentre la teoria dell’apprendimento si proponeva di identificare i processi attraverso cui gli adulti
ed formati, l’antropologia culturale intendeva fornire i contenuti (pensieri specifici, comportamenti e
rituali) cui tali processi potevano operare. Le varie ricerche antropologiche hanno celebrato la
variabilità culturale conservata, tuttavia hanno confermato l’esistenza di numerosi universali umani.

L’effetto Garcia, la predisposizione per paure specifiche e il declino del comportamento


radicale

Harry Harlow: Lo studioso fece crescere un gruppo di scimmie isolate da altre scimmie utilizzando
due madri artificiali. Una era fatta di fil di ferro, l'altra di fil di ferro ricoperto da un panno morbido di
spugna. Il cibo era distribuito alle scimmie dalla madre di fil di ferro e non dalla madre di panno.
Secondo i principi del condizionamento operante, poiché le scimmie ricevevano il loro rinforzo
primario di cibo dalla madre di fil di ferro avrebbero dovuto sviluppare un attaccamento maggiore
nei confronti di questa mamma artificiale. Invece accade esattamente l'opposto. Le scimmiette si
arrampicavano sulla madre di fil di ferro per mangiare, ma sceglievano di passare il resto del
tempo con la madre di panno, e quando erano spaventate non correvano dalla madre che dava il
rinforzo di cibo, ma da quella che forniva il contatto confortevole. Era chiaro che era in atto
qualcosa di diverso dalla risposta a un rinforzo di cibo.

John Garcia: il ricercatore diede del cibo ad alcuni ratti e qualche ora dopo somministrò loro una
dose radiazioni che provocavano la nausea.
Ai ratti bastava una sola prova per imparare a evitare quel cibo, che sembrava la causa
dell’indigestione, ma abbaiando la nausea a suoni o flash di luce non si realizzava alcun
apprendimento di evitamento.
Diversi risultati empirici hanno confutato le assunzioni fondamentali del comportamentismo, il che
suggerisce di importanti conclusioni:
1. Ratti, scimmie e anche esseri manisembrano predisposti ad apprendere alcune cose, ma
non altre, con estrema facilità
2. L’ambiente esterno non è il solo elemento che può determinare il comportamento

La nuova scienza della psicologia evoluzionistica

Lo psicologo evoluzionista Karl Grammer ha costituito un gruppo di ricercatori per studiare i


segnali sessuali in un contesto seminaturale, quello dei bar per single.

- L’obiettivo: registrare quanto spesso le donne venivano toccate dagli uomini in questi
contesti.

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Le donne che volevano partecipare allo studio compilavano un breve questionario sui metodi
contraccettivi utilizzati e la fase di ciclo mestruale in cui si trovavano.
Successivamente Grammer ha calcolato quanta parte di corpo nudo veniva mostrato da ciascuna
donna.
L’interpretazione sostenuta mostra come, al momento dell’ovulazione, le donne lancino piu segnali
sessuali attraverso il modo in cui si vestono, quindi potrebbe darsi che gli uomini non sappiano
davvero individuare il momento dell’evoluzione di per sé, ma sono più sensibili ai segnali sessuali
lanciati dalle donne.

Queste nuove linee di ricerca mettono in luce le due caratteristiche dell’approccio scientifico della
psicologia evoluzionistica:

1. La scoperta di legami precedentemente insospettati tra le caratteristiche della biologia


riproduttiva umana (es. ovulazione femminile) e il comportamento manifesto
2. Pensare in termini di funzione adattativa (come se gli uomini avessero adattamenti x
individuare ovulazione femminile o donne avessero adatt. X rispondere alla ovulazione)

Le origini della natura umana

L’evoluzione attraverso la selezione è un processo creativo e i meccanismi adattativi complessi


(es. meccanismo di produzione callosità) sono il risultato di un processo creativo; oggi esistono
perché in passato gli individui che possedevano geni con la tendenza, anche leggera, a far
sviluppare più pelle in risposta all’attrito, avevano più avevano un elemento che li aiutava a
sopravvivere, e quindi si riproducevano più di coloro che erano privi di questa predisposizione
vantaggiosa.
L’ unica teoria scientifica che finora è stata n grado di spiegare l’origine e la struttura degli
adattamenti complessi, è quella delle selezione naturale, i principi d quest’ultima non sono mai
stati smentiti.

La teoria della selezione naturale possiede caratteristiche fondamentali in una teoria scientifica:
1. Spiega fatti conosciuti
2. Porta a nuove previsioni
3. Fornisce indicazioni a importanti settori della ricerca scientifica

Le radici della natura umana: basi delle evoluzione dei meccanismi psicologici

Tutte le specie, inclusa la nostra, hanno una natura che può essere descritta e spiegata.
Ogni specie ha una natura specifica, dato che nel corso della sua storia evolutiva ha affrontato un
insieme particolare di problemi adattativi.
 Mentre in generale la biologia evoluzionistica riguarda l’analisi di tutte le parti
dell’organismo integrate tra loro nell’ottica dell’evoluzione, la psicologia evoluzionistica si
focalizza sulle parti psicologiche, analizzando la mente come insieme di meccanismi
evoluti, i contesti che attivano quei meccanismi e i comportamenti da essi generati.

Meccanismo psicologico evoluto: insieme d processi interni all’organismo che possiede le


seguenti proprietà:

 Esiste in quella determinata forma perché cosi risolve uno specifico problema di
sopravvivenza o riproduzione ricorrente nel corso della storia evolutiva
La formazione dei quel meccanismo è o e una chiave adatta ad una particolare serratura.
 È progettato per elaborare solo una porzione ristretta di informazione.
Gli input che attivano ciascun meccanismo sono gli stessi che si sono presentati in maniera
ricorrente nel periodo in cui si è formato l’adattamento, oppure sono input presenti
nell’ambiente moderno che imitano quelli genetici.
 L’input elaborato da 7n meccanismo psicologico evoluto specifica all’organismo quale
particolare problema adattativo si sta trovando di fronte.

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L’input fa sapere all’organismo con quale problema adattativo ha a che fare in quel
momento.
 L’input di un meccanismo psicologico evoluto viene trasformato in output attraverso le
regole di decisione
Le regole decisionali sono procedure utili a indirizzare l’organismo su una delle vie possibili.
Es. di fronte un rivale arrabbiato, un essere umano può adottare una procedura decisionale
del tipo “SE —ALLORA” che trasforma l’input in output. (Es. SE il rivale è più forte di me,
ALLORA lo affronto; SE il rivale è più piccolo di me, ALLORA lo affronto.

 L’output di un meccanismo psicologico evoluto può consistere in attività fisiologica,


informazione per altri meccanismi psicologici o comportamento manifesto.L’esito prodotto
da un meccanismo psicologico può essere fisiologico (attivazione), comportamentale
(minacciare, insultare, colpire) o costituire l’input per altri meccanismi psicologici.
 L’output di un meccanismo psicologico evoluto è diretto verso la soluzione di uno specifico
problema adattativo
Questo non implica che le soluzioni risulteranno sempre ottimali o di successo; ma in
media tenderà a risolvere il problema adattativo meglio di altre strategie competitive, per lo
meno negli ambienti in cui si è evoluto quel meccanismo.

 È importante sottolineare ce un meccanismo che ha portati a soluzioni efficaci nel corso del
passato evolutivo potrebbe non essere più così efficace oggi.
 Un meccanismo psicologico evoluto è un insieme di procedure interne all’organismo
progettato per utilizzare una particolare porzione di informazione e trasformarla, attraverso
regole decisionali, in un output che storicamente ha aiutato i nostri antenati alla locuzione di
un problema adattativo. Tali meccanismi psicologici esistono negli attuali organismi perché
in edita hanno portato al successo nella soluzione di no specifico problema adattativo nei
suoi antenati.

I comportamenti umani sono il prodotto della natura o della cultura?

- La psicologia evoluzionistica rende prive di senso le dicotomie “natura/cultura”,


“innato/appreso” e “biologico/culturale”
- Tornando alla definizione di meccanismo psicologico evoluto si nota Xche
1. Ciascun meccanismo si è formato in ambienti che presentano una ricorrente pressione
evolutiva nel corso del tempo
2. L’input ambientale è necessario perché possa emergere quel dato meccanismo in un
individuo
3. L’input ambientale è necessario perché possa emergere quel dato meccanismo in un
individuo

 Ogni comportamento, in ciascuna fase della catena causale di eventi, richiede la


combinazione di meccanismi psicologici che si sono evoluti in funzione dell’input
ambientale per un lungo arco di tempo.
 È necessario identificare la natura dei meccanismi di apprendimento che permettono agli
esseri umani di cambiare il loro comportamento in funzione dell’input ambientale.
 Ciascun tipo di apprendimento ha un diverso esito funzionale e risolve un diverso problema
adattativo

Metodi per sottoporre a verifica le ipotesi evoluzionistiche

Dopo aver ipotizzato l’esistenza di un meccanismo psicologico evoluto e aver specificato Le


previsione collegate, bisogna sottoporle a verifica empirica; gli psicologi evoluzionisti hanno
un’ampia gamma di metodi:

1. Confronto tra specie diverse —> Fonti di fati per la verifica: Reperto
archeologici

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Il metodo comparativo consiste nel testare previsioni riguardo la presenza del tratto in
specie diverse dagli animali che il ricercatore sta cercando di comprendere.
Il metodo comparativo si può applicare confrontando specie che notoriamente si trovano di
fronte a un particolare problema adattativo e specie che non hanno quel problema.
Confrontare specie diverse è un metodo efficace per verificare le ipotesi riguardo a una
funzione adattativa.

2. Metodi crossculturali —> Fonti di dati per la verifica: Dati raccolti nelle società
tradizionali di cacciatori-raccoglitori

I metodi crossculturali forniscono importanti strumenti per la verifica empirica; l’applicazione


più ovvia riguarda gli adattamenti che sono ipotizzati come universali, come le emozioni
fondamentali, gli adattamenti alla cooperazione o le diverse strategie riproduttive utilizzate
nei due sessi.
Il confronto fra culture diverse serve anche per esaminare gli adattamenti che si ipotizza
rispondano alle differenze ecologiche di ambienti diversi; possono inoltre essere utilizzati
per verificare teorie alternative mettendole in contrapposizione tra loro.

Lippa e colleghi, per es., hanno esplorato le differenze di genere in un compito di rotazione
mentale in 53 culture diverse.
I principali risultati dello studio furono due:
- Le differenze tra genere nell’abilità di rotazione mentale erano universali tra le culture
- Al contrario di quanto previsto dalla teoria del ruolo sociale, le differenze di genere in realtà
erano un po’ più ampie nelle culture con una maggiore uguaglianza di generi.

3. Metodi di fisiologici e di neuroimaging —> Fonti di dati per la verifica:


Osservazioni

I metodi fisiologici servono per valutare fenomeni come l’attivazione emozionale,


l’attivazione sessuale e lo stress; possono essere utilizzati sia per identificare i substrati
biologici degli adattamenti psicologici sia per verificare le ipotesi sulla funzione degli
adattamenti basate sulle loro caratteristiche.

Le tecniche di neuroimaging, hanno un utilizzo sempre maggiore nella verifica delle ipotesi
che riguardano gli adattamenti e le loro sottostanti basi neurali.

4. Metodi genetici —> Fonti di dati per la verifica: Self report

I tradizionali metodi sulla genetica del comportamento, come gli studi sui gemelli e sulle
adozioni, possono servire per verificare alcune ipotesi evoluzionistiche.
Questi metodi possono aiutare a stabilire se le differenze individuali nell’inizio della
sessualità femminile sono mediate dall’ambiente, come suggerito dall’ipotesi
evoluzionistica, oppure sono determinate geneticamente.

I metodi della genetica molecolare sono utili anche nello studio dell’evoluzione umana, x
verificare le ipotesi sulle origini degli esseri umani moderni o x identificare la base genetica
di alcuni adattamenti emersi negli ultimi 10.000 anni; questi risultati hanno contraddetto
l’ipotesi secondo cui vi è un arresto o un rallentamento dell’evoluzione biologica nella
nostra specie.

5. Confronto tra maschi e femmine —> Fonti di dati per la verifica: Dati sul ciclo di
vita e registri pubblici

Le specie che si riproducono sessualmente, in genere, si presentano in due forme: maschi


e femmine.

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Il confronto tra sessi è un altro metodo per verificare le ipotesi sugli adattamenti attraverso
l’analisi della diversa natura due problemi adattativi di maschi e femmine.

6. Confronto tra individui della stessa specie —> Fondi di fati per verifica: Opere
umane

Confronto riferito all’età, poveri e ricchi, ecc.

7. Confronto tra gli stessi individui in contesti diversi

Con questo metodo si possono formulare ipotesi sui problemi adattativi in due diverse
situazioni e su quali meccanismi saranno attivati in ciascuna.

Nel raro caso in cui un individuo passi da una condizione all’altra, si verifica anche un
mutamento simultaneo di altri fattori, e ciò rende difficile isolare i fattori causali responsabili
del cambiamento; per risolvere questo problema, gli scienziati possono cercare di
“controllare” la situazione conducendo esperimenti psicologici.

8. Metodo sperimentale

Porre diversi gruppi di soggetti in condizioni diverse, cioè effettuare manipolazione


sperimentali, può esser utilizzato per verificare ipotesi riguardo gli adattamenti.

In genere negli esperimenti un gruppo di soggetti è sottoposto a una “manipolazione” e un


secondo gruppo erbe o e “controllo”. Possiamo formulare un’ipotesi sull’effetto della
presenza di una minaccia sul rafforzamento della coesione i gruppo, e cioè e gli esseri
umani abbiano evoluto un meccanismo psicologico specifico la cui funzione di reagire in
maniera adattativa alle minacce esterne.

Identificare i problemi adattativi

È chiaro che gli esseri umani hanno affrontato numerosi problemi adattativi nel corso dell loro
storia evolutiva, il che ha dato origine a molti complessi meccanismi adattativi.
Ma quali sono questi problemi adattativi?

- La moderna teoria evoluzionistica


Sostiene che il motore del processo evolutivo è la riproduzione differenziale dei geni ce
determinano le differenze dei diversi meccanismi; questo può avvenire attraverso la
produzione di discendenti o aiutando i parenti genetici produrre discendenti.

I problemi adattativi devono esser questioni necessarie alla riproduzione o che la


agevolano in maniera diretta o indiretta.

Sopravvivenza e crescita —> Riproduzione —> Crescita della prole —> Aiutare i parenti
genetici

- Conoscenza degli universali umani


Tutti gli esseri umani vivono in gruppo; questa affermazione suggerisce un insieme di
problemi adattativi per le quali gli esseri umani possono avere evoluto delle soluzioni, come
quella di assicurarsi di essere inclusi e accettati in un gruppo o di affrontare la competizione
diretta per le risorse necessarie a sopravvivere e riprodursi.

Quindi identificare le caratteristiche dell’iterazione sociale umana, come la vita di gruppo e


le gerarchie sociali è utile per identificare i problemi adattativi della nostra specie.

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- Società tradizionali
Rispetto alle società moderne, le società tradizionali di cacciatori-raccoglitori sono più
vicine alle condizioni in cui i nostri antenati si sono evoluti e permette di raccogliere indizi
sui problemi adattativi dei nostri antenati.

- Paleoarcheologia e paleoantropologia
Pietre e ossa possono rivelare un altro insieme di problemi adattativi, o e indicazioni sulla
dieta ancestrale, informazioni sulla morte dei nostri antenati, e indizi sui tipi di malattie da
cui erano affette le popolazioni umane ancestrali.

- I meccanismi attuali
Una risorsa altamente informativa sono i meccanismi psicologici che caratterizzano
attualmente gli esseri umani, i nostri attuali meccanismi psicologici ci permettono di
osservare almeno in parte la natura dei problemi adattativi che affliggevamo i nostri
antenati.

- Analisi del compito


Si chiede quali compiti cognitivi e comportamentali dovevano essere risolti affinché una
determinata struttura o fenomeno potessero evolversi.
Questo approccio parte dall’osservazione di una struttura umana (es. gerarchie) o da un
fenomeno ben documentato (es. gli esseri umani favoriscono i propri parenti).
Per poter effettuare un’analisi del compito bisogna identificare i compiti cognitivi necessari
a svolgere quell’attività servendosi solo dell’informazione che era disponibile negli ambienti
ancestrali; l’analisi del compito permette di identificare i problemi adattativi che devono
essere risoti per poter osservare un dato fenomeno, oltre alle caratteristiche strutturali dei
potenziali adattamenti che sono in grado di risolverli.

Nonostante la protezione che ci garantisce il nostro stile di vita, tutti prima o poi ci troviamo di
fronte a forze che mettono in pericolo la nostra sopravvivenza —> Darwin chiama questi fattori
“forze ostili della natura” = clima, tempo atmosferico, penuria di cibo, tossine, malattie, parassiti,
predatori e con specifici (membri della stessa specie) ostili.

I problemi adattativi rappresentati da un’esterna forze ostili si sono ripresentati nel corso della
storia evolutiva umana e hanno agito selezionando le soluzioni di sopravvivenza efficaci; gli esseri
umani hanno sempre dovuto interagire con il mondo biologici in modi molto specializzati.

Gli esseri umani possiedono una “biologia ingenua”, in cui c’è l’intuizione che gli esseri viventi
esistano in blocchi discreti che corrispondono a specie diverse, e che ciascuna specie abbia una
“essenza” interna che ne determina la crescita, le funzioni corporee, la forma esterna e le qualità
particolari.
La biologia ingenua sembra emergere presto nel ciclo di vita senza alcuna istruzione da parte dei
genitori ed è universale in tutte le culture del mondo.
È probabile che sia un adattamento cognitivo evoluto ed è cruciale per risolvere molti dei problemi
di sopravvivenza.

o Acquisizione del cibo e selezione

Senza acqua e e cibo moriremmo tutti:”la dieta è il fattore primario che permette di
vincolare il resto del sistema degli adattamenti di una specie”

Il problema più pressante nella scelta del cibo è come ottenere una quantità adeguata di
calorie e nutrienti specifici, senza al contempo consumare livelli pericolosi di tossine che
potrebbero rapidamente portare alla morte.

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Le attività di riconoscimento, cattura, manipolazione, consumi e digestione devono essere
coordinate con una valutazione dello stato metabolico interno di ognuno, che includa anche
la valutazione di un eventuale bilanci energetico negativo (bruciare + calorie di quante se
ne acquisiscono) o di una specifica deficienza nutritiva.

 Le tossine sono a loro volta degli adattamenti che le piante utilizzano per ridurre la
probabilità di essere mangiate ma danneggiano gli esseri umani e gli altri animali che in
nutrono di vegetali.

 Aspetti sociali e culturali del cibo

La condivisione del cibo è un’importante attività sociale per la nostra specie.


Non avere successo nel procurare cibo può portare un uomo a perdere il suo status nel gruppo
(es. in nelle culture dell’Africa centrale è frequente chele donne cerchino di divorziare dai mariti
che non procacciano cibo)

Nella vita di tuti i giorni il cibo permea le nostre preoccupazioni psicologiche, il linguaggio,
l’interazione sociale e le credenze religiose.

 Preferenze relative al cibo

In tutto il mondo le persone spendono più denaro per il cibo ce per qualsiasi altra cosa, il cibo
svolge un’importante nelle interazioni genitore-figlio —> quando si è piccoli non c’è niente di più
importante per sopravviver dello stabilire che cosa può essere ingerito e che cosa deve essere
evitato.

Esseri umani e ratti possiedono adattamenti simili riguardo il nutrirsi: entrambi da piccoli risolvono il
problema della ricerca e dell’assunzione del cibo ricavando tutte le calorie necessarie dal latte
materno —> questo impedisce ai piccoli di assumere tossine letali fino al momento in cui iniziano
ad assicurarsi il cibo da soli.

Gli esseri umani e i ratti hanno evoluto preferenze per il gusto degli alimenti dolci, che forniscono
molte calorie; tutti questi meccanismi sembrano essere prodotti dall’evoluzione, progettati per far
fronte al problema adattativo della selezione del cibo e del consumo coordinato con le necessità
fisiche.

o La nostra specie condivide anche con i ratti un adattamento chiamato neofobia, cioè la
forte avversione per i cibi nuovi.
I ratti assaggiano cibo non conosciuto in piccole dosi, in questo modo hanno l’opportunità di
imparare se qualcosa li fa stare male, evitando di consumare grandi quantità di veleni
In genere, gli esseri umani devono essere persuasi dai genitori o altre persone ad
assaggiare alimenti nuovi, un fatto che indica l’elemento sociale del consumo di cibo nella
nostra specie.

Disgusto: l’ipotesi dell’evitamento della malattia

Il disgusto è un emozione ipotizzata come un adattamento che serve come difesa contro gli
attacchi di microbi e protezione dal rischio di malattie; implica sentimenti di repulsioni e nausea, ed
è una forte motivazione a ritrarsi dallo stimolo che lo induce.

Se l’emozione del disgusto è una difesa evoluta contro la malattia, si possono formulare diverse
previsioni:
1. Il disgusto dovrebbe essere innescato soprattutto da sostanze portatrici di malattie
2. Le sostanze che provocano disgusto dovrebbero essere le stesse in tutte le culture.

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3. Il disgusto dovrebbe attivare il sistema immunitario: una ricerca ha sperimentato che
mostrare al persone immagini di cibo contaminato può aumentare la loro temperatura
corporea, una delle caratteristiche distintive della risposta immunitaria alla malattia
4. Le persone dovrebbero avere una memoria particolarmente buona per oggetti che sono
stati toccati da persone malate.

 L’ipotesi del disgusto come evitamento delle malattie permette anche di prevedere una
differenza di genere, come conseguenza dei diversi problemi adattativi che donne e
uomini hanno dovuto affrontare.
Senza dubbio il cibo contaminato non è l’unico fattore che provoca reazioni di disgusto: il
potenziale contatto con persone che hanno scarsa igiene, che appaino malate, con ferite
aperte o ce sono dedite a pratiche sessuali come il sesso anale – tutti possibili veicoli di
trasmissione di malattie – spesso evoca disgusto.
Esistono tuttavia situazione in cui sarebbe vantaggioso eliminare o sopprimere la reazione di
disgusto per risolvere altri problemi adattativi, come prendersi cura di un alleato ferito o di un
parente stretto.

Funzione evoluta Evitare le malattie trasmesse


da batteri e virus
Vettore chiave di malattia Cibo, organismo non umano,
altri esseri umani
Segni di malattia Odore (cattivo), aspetto
(ammuffito), comportamento
(starnuti, tosse)
Emozione chiave Disgusto
Espressione facciale Espressione facciale
universalmente riconosciuta di
disgusto
Memoria Buona per oggetti contaminati
o persone malate
Inneschi di disgusto Cibo contaminato, carne in
decomposizione, feci,
scarafaggi, piaghe aperte
Differenze di genere Le donne hanno soglie
inferiori di patogeni e il
disgusto sessuale

 La nausea nelle donne incinte: l’ipotesi della protezione dell’embrione

Durante i primi tre mesi di gravidanza alcune donne sviluppano nausea gestazione le,
un’accresciuta sensibilità e reazione di nausea a particolari cibi.
Diverse evidenze fanno pensare che la nausea abbia una funzione adattativa —> Profet ha
ipotizzato che si tratti di un adattamento eh impedisce alle donne di sumere e assorbire
teratogeni: tossine che potrebbero danneggiare lo sviluppo del nascituro.
Le tossine sono presenti in diversi vegetali anche di normale consumo come mele, banana e,
patate, arance e sedano;
Durante la gravidanza si accentua il problema di assicurarsi nutrienti delle piante senza al
contempo assumere tossine; le piante segnalano la loro tossicità attraverso sostanze chimiche.

Tra i cibi specifici che le donne incinte riferiscono di trovare sgradevoli rientrano caffè, carne,
alcol e verdure; donne incinte che mangiano questi cibi hanno un’alta probabilità di vomitare,
un comportamento che impedisce alle tossine di entrare nel sangue della madre e da li,
attraverso la placenta, arrivare al feto.

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 L’ipotesi che la nausea gestazionale sia un adattamento per impedire l’ingestione di
teratogeni è sostenuta da diverse evidenze:
o I cibi che le donne incinte trovano ripugnanti sono gli stessi che possiedono le quantità più
elevate di tossine.
o La nausea si verifica nel momento in cui il feto è più vulnerabile alle tossine (tra due e
quattro settimane dopo il concepimento), quando i suoi organi principali si stanno
formando.
o La nausea diminuisce intorno all’ottava settimana di gravidanza e, in genere, scompare del
tutto intorno alla quattordicesima, in coincidenza con la fine del periodo sensibile dello
sviluppo di organi.

Le donne che non presentano nausea durante il primo trimestre hanno una probabilità tre volte
più elevata d incorrere in un aborto spontaneo rispetto alle donne che hanno avuto questo
disturbo.

!!! L’esempio della nausea gestazionale evidenzia uno dei vantaggi dell’approccio
adattazionista: un fenomeno che appare come debilitante può rivelarsi un meccanismo
progettato per contrastare una delle forze ostili della natura, in questo caso aiutando la
sopravvivenza de bambino ancor prima della nascita.

 Fuoco e cottura

Nel consumo del cibo, gli esseri umani si distinguono per l’uso del fuoco e per la cottura.
Gran parte dei cibi cotti ha un elevato contenuto di fine e fornisce relativamente poche calorie
in confronto allo sforzo necessario per la masticazione e la digestione.
La cottura rende più digeribili i frutti fibrosi, i tuberi e la carne; libera energia; riduce i costi della
digestione e uccide i microorganismi che potrebbero essere tossici per gli esseri umani,
L’invenzione del fuoco e l’abilità di cucinare sono alla base dell’evoluzione di cervelli umani
straordinariamente grandi.

Evidenze a favore dell’ipotesi della cottura:


1. Cuocere il cibo fornisce un aumento predici bile del valore energetico nette del cibo
2. La cottura rende il cibo più facilmente digeribile
3. La cottura è universale nella nostra specie
4. Il cervello umano richiede molte calori per funzionare e i frutti fibrosi e gli altri cibi crudi non
ne forniscono abbastanza
5. Le diete a base di soli cibi crudi non sono adeguate e L donne che la adottano in molti casi
perdono la capacita riproduttiva.

 L’ipotesi della caccia

I metodi primordiali per assicurarsi il cibo sono stati collegati alla rapida evoluzione degli esseri
umani moderni.
o È molto diffuso il modello dell’ “uomo cacciatore”, secondo cui la transizione dalla
empòice ricerca di cibo alle battute di caccia ha provocato una rapida espansione della
produzione, dell’utilizzo di strumenti, lo sviluppo del cervello di grandi dimensioni e
l’evoluzione delle complesse abilità linguistiche necessarie a comunicare durante l
attività di cooperazione necessarie per la caccia.

Gli esseri umani consumano molta più carne delle altre specie di primati; per gli esseri
umani è difficile ottenere da una dieta vegetariana tutti i nutrienti essenziali (come la
vitamina A e B12, che sono necessarie alla sopravvivenza umana), sebbene possa essere
meno dannosa.

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I nostri corpi hanno registrato il lungo utilizzo della carne come cibo; nell’intestino umano
infatti, prevale l’intestino tenue (che ci distingue dagli altri primati), nel quale avviene la
rapida scomposizione delle proteine e i nutrienti vengono assorbiti.

 L’ipotesi dell’’approvvigionamento

I sostenitori della teoria della caccia affermano che essa possa spiegare molte
caratteristiche particolari dell’evoluzione umana.

Ipotesi approvvigionamento: Poiché la carne è una risorsa è una risorsa di cibo


economica e concentrata e può essere efficacemente trasportata a casa, potrebbe
anche suggerirci, come mai, tra i primati, solo i maschi della nostra specie investano
così tanto nella prole.

L’approvvigionamento di donne e bambini è la principale spiegazione adattativa per le


origini della caccia, ma ad essa potrebbero essere connessi altri fenomeni umani:

o Forti coalizioni maschili: gli individui singoli hanno poche probabilità di riuscire ad abbattere
un grande animale, le battute di caccia richiedono l’azione coordinata di diversi operatori.
o Presenza di altruismo reciproco e scambio sociale: la carne ricavata da un grande animale
è molta più di quella che un singolo cacciatore può consumare; inoltre il successo della
caccia è altamente variabile.
o Divisione sessuale del lavoro: la dimensione fisica rende gli uomini ben dotati per la caccia
mentre le donne ancestrali erano meno adatte a tale attività poiché spesso alle prese con
la gravidanza e i figli; gli omini cacciano e le donne raccolgono, spesso portando con se la
prole.
o Sviluppo strumenti liici: la loro funzione utile a uccidere e poi separare la carne utilizzabile
dalle ossa.

 L’ipotesi dell’ostentazione: competizione tra uomini


Come abbiamo visto, con la caccia le forniture di carne arrivano in grandi quantità e in
tempi almeno in parte imprevedibili —> questo determina le premesse per la condivisione
della carne oltre la famiglia ristretta, un elemento che può produrre notorietà dei successi
all'interno della comunità.

 Sulla base di queste considerazioni l'antropologa Kristen Hawkes ha avanzato l'ipotesi


dell'ostentazione, suggerendo che le donne preferiscano avere come vicini individui a
cui piace esibire i propri beni perché potrebbero così trarre benefici dalle loro
elargizioni. In tempi difficili sarebbe particolarmente utile ricompensare gli uomini che
praticano la strategia dell'ostentazione prendendo le loro parti in caso di lite, fornendo
cure ai loro figli e offrendo loro favori sessuali.

Gli uomini che primeggiano nella caccia avrebbero diversi benefici: maggiore probabilità di
avere più figli oltre a vantaggi di sopravvivenza e di accesso riproduttivo per la loro prole
grazie al trattamento di favore.

Nella forma pura l’ipotesi dell'ostentazione può essere considerata antagonista a quella
dell'approvvigionamento: secondo Kristen Hawkes gli uomini cacciavano non per fornire
risorse alle loro famiglie, ma per ottenere benefici a livello di status dalla condivisione dei
beni con i vicini. In realtà le due ipotesi non sono del tutto incompatibili: in passato gli
uomini possono essersi dedicati alla caccia per rifornire le loro famiglie e per ottenere
benefici di status, sessuali e alleanze

 L’ipotesi della raccolta

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Un'ipotesi alternativa a quella dell'evoluzione degli esseri umani moderni a partire dalla
caccia maschile è che le donne abbiano avuto un ruolo chiave, attraverso la raccolta. Gli
strumenti litici non sarebbero stati inventati e utilizzati per cacciare, ma piuttosto per
scavare e raccogliere varie piante. Secondo l'ipotesi della raccolta, assicurarsi il cibo
vegetale attraverso gli strumenti di pietra ha fornito l'impulso iniziale all'emergere
dell'umanità moderna mentre la caccia è venuta molto dopo e non ha giocato un ruolo
determinante.
L'ipotesi della raccolta contribuisce a spiegare il fatto che la dieta dei primati, e dunque
probabilmente dei nostri antenati preominidi, è in larga parte costituita da vegetali.

La quantità di cibo procurato dal compagno può essere utilizzata come predittore del
tempo che una donna impiega nella ricerca di alimenti. Sembra che le donne modellino il
loro comportamento sulle diverse richieste adattative, aumentando la raccolta per
compensare le forniture scarse e diminuendola per evitare di esporre i figli piccoli a pericoli
ambientali.

 L’ipotesi della caccia e della raccolta a confronto

L’ipotesi della raccolta, nonostante la sua importanza, non riesce a spiegare:

la divisione del lavoro tra i sessi


che si osserva in molte culture
in cui gli uomini cacciano e le
donne
 La divisione del lavoro tra i sessi che si osserva in molte culture in cui gli uomini cacciano e
le donne raccolgono. Al contrario, l'ipotesi della caccia riesce a motivare la divisione del
lavoro e spiega perché le donne non caccino regolarmente: esse sono impegnate dalle
gravidanze e dai figli, il che rende la caccia più onerosa, rischiosa e meno proficua per loro;
 l'elevato livello di investimento parentale da parte degli uomini e il fatto che gli
esseri umani abbiano
 L’elevato livello di investimento parentale da parte degli uomini e il fatto che gli esseri
umani abbiano colonizzato molti ambienti privi di risorse vegetali;
 Perché rispetto agli alti primati, l’intestino umano abbia una grande porzione di intestino
tenue che sembra specificatamente progettata per l digestione della carne.
 Ha delle difficoltà a motivare perché gli esseri umani formino farti alleanze reciproche che
possono durare anche decenni, e perché le donne dovrebbero condividere il cibo con gli
uomini
 I nostri antenati erano onnivori, sia la carne che i vegetali erano importanti nella loro
dieta; è probabile che caccia e raccolta fossero attività tipiche per procurarsi cibo.
 perché rispetto agli altri primati, l'intestino umano abbia una grande porzione di
intestino tenue che sembra specificatamente progettata per la digestione della carne.
 ha delle difficoltà a motivare perché gli esseri umani formino forti alleanze
reciproche che possono

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 Adattamenti per caccia e raccolta: differenze tra sessi nelle specifiche abilità
spaziali

Se le donne si sono specializzat nella raccolta e gli uomini nella caccia, ci aspettiamo che
possiedano delle capacità specificamente dedicate allo svolgimento di queste attività.

Irwin Silverman e i suoi colleghi hanno proposto una teoria delle capacità spaziali dei
cacciatori-raccoglitori che suggerisce che gli uomini mostrino abilità superiori nei compìti
spaziali, che avrebbero aiutato nella caccia, come l’abilità dell’orientarsi in relazione a
oggetti e luoghi in pista sale lunghe distanze, a compier trasformazioni mentali necessarie
a mantener un orientamento accurato durante il movimento.

La teoria prevede invece che le donne siano più bravo nella memoria della collocazione
spaziale come adattamento per la raccolta; individuare e raccogliere vegetali commestibili
come frutti e tuberi richiederebbe diverse abilità spaziali come la capacità di imparare
rapidamente a ricordare i contenuti delle configurazioni di oggetti e le relazioni spaziali.

Molti studi confermano l'esistenza di queste differenze nelle abilità spaziali tra i generi
confermando che uomini e donne hanno evoluto specializzazioni diverse relative
all'elaborazione spaziale, che facilitano rispettivamente la caccia e la raccolta.

Trovare un posto in cui vivere: riparo e preferenze

———————————————————————————————————-
Scegliendo mal il luogo in cui si vive, si può incorrere i costi levati a causa della scarsità di
risorse o dei pericoli presenti, mentre in un buon posto si possono avere grandi benefici.
Per questo la selezione avrebbe plasmato gli adattamenti progettati per farci scegliere con
accortezza il luogo in cui vivere.

 L’ipotesi della savana

Orians si è fatto promotore dell’ipotesi della savana per le preferenze relative


all’habitat: la selezione ha favorito le preferenze, le motivazioni e le regole decisionali
che servono a esplorare e a stabilirsi in ambienti con abbondanti risorse necessarie per
la vita, e al contempo a evitare ambienti con poche risorse e pericolosi.

La savana africana, l’ambiente nel quale si ritiene siano sviluppati gli esseri umani,
risponde a questi requisiti —> offre molte più prede d’incarnazione rispetto alle
forzaste, più vegetazione per il pascolo e visuali aperte che facilitano lo stile di vita
nomade; in questi luoghi gli alberi permettono di proteggere la pelle dai raggi del sole e
forniscono un rifugio.

Second la versione più elaborata della teoria della savana, Orians e Heerwagen hanno
proposto tre fasi per la scelta dell’habitat:

1. Selezione: al primo contatto con un ambiente bisogna decidere se continuare ad


esplorarlo o abbandonarlo; queste risposte tendono ad avere una forte componente
emotiva.
Gli eminenti aperti privi di riparo e le foreste dalle volte chiuse, che restringono la
visuale e il movimento, vengono abbandonate.
Se la razione iniziale di selezione è positiva, si passa alla fase 2.

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2. Raccolta di informazioni: in cui si esplora l’ambiente per le sue risorse e i potenziali
pericoli.
Uno studio ha stabilito che a questo punto le persone gradiscono una certa dose di
mistero (c’è maggiore apprezzamento per percorsi che si snodano curvilinei che
prefigurano ci sia qualcosa oltre); il rilevamento include anche una valutazione del
rischio —> quindi in questa fase la mappatura riguarda anche la valutazione di luoghi
con nascondigli e rifugi per sé e la famiglia.

3. Sfruttamento: richiede di restare in un habitat abbastanza a lungo per raccogliere le


risorse che offre.
Questa decisione implica una valutazione del rapporto costi-benefici, dato che lo stesso
luogo adatto per il rifornimento può comportare una maggior vulnerabilità ai predatori; la
decisione finale in questo stadio richiede pertanto complessi calcoli cognitivi.

Anche la dimensione temporale della decisione è rilevante — si può passare dalla


necessità di valutare degli stati transitori a previsioni che riguardano gli anni futuri.
Il clima è cruciale quando si tratta di orizzonti temporali limitati —-> nel caso di un
orizzonte temporale più ampio sono cruciali i cambiamenti stagionali, per esempio tra
inverno e primavera o in autunno e inverno.
 L'ipotesi della savana prevede che le persone mostreranno preferenze forti dei segnali
legati ai frutti della terra come il colore verde dell'erba, il germogliare delle piante, la
comparsa della frutta sui cespugli.

La selezione ha filtrato e plasmato le nostre preferenze ambientali. Nonostante viviamo in


un mondo moderno, lontano dalle pianure della savana, modifichiamo i nostri ambienti in
modo che corrispondano a quelli degli habitat antichi. Gli esseri umani creano
un'architettura che ricordi la piacevole sensazione di vivere sotto la chioma degli altri.

Lottare contro predatori e altri pericoli


ambientali: paure, fobie, ansie e bias adattativi
———————————————————————————————
Tutti gli esseri umani provano emozioni, come ansia e paura, che segnalano il pericolo in
certe occasioni.
Come scisse De Becker, bisogna ascoltare le proprie paure intuitive, che forniscono la piu
importante guida di cui. Disponiamo contro i pericoli.
 La paura si può definire come “l’abituale sensazione spiacevole che emerge come
risposta normale a un pericolo realistico”
Le paure di distinguono dalle fobie, che sono paure ampiamente sproporzionate rispetto a
periodo realistico.

Marisa e Bracha individuano sei modi in cui la paura e l’ansia possono realizzare la
protezione:

1. Freezing: restare immobili aiuta a valutare in maniera vigile la situazione, a non essere
visti dal predatore, e, a volte, impedire l’attacco aggressivo.

2. Fuga: la risposta distanzia l’organismo da minacce specifiche. (Es. scappare da un


serpente può essere il modo piu facile e sicuro di evitare un morso velenoso)

3. Lotta: attaccare, colpire o minacciare un predatore può neutralizzare la minaccia,


distruggendolo o causandone la fuga. (Questo sistema richiede di valutare se il predatore
possa essere sconfitto o respinto)

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4. Sottomissione o rappacificazione: rappacificarsi o arrendersi a un membro della propria
specie per evitare l’attacco.

5. Fingere di essere morto: il vantaggio adattativo si realizza quando fuggire o lottare non
servirebbe, per esempio, se il predatore è troppo veloce o troppo forte; questo fa perdere
interesse al redattore e offre una possibilità di fuga.
6. Svenimento: Perdita coscienza per segnalare a chi attacca che non si costituisce una
minaccia.

 Queste risposte comportamentali alla minaccia grave hanno uno schema adattativo, nel
senso che spesso rispettano una sequenza prevedibile.

Oltre a causare queste risposte comportamentali, la paura produce anche un insieme prevedibile
di reazioni fisiologiche evolute —> L'adrenalina, per esempio, è prodotta in risposta alla paura;
questo ormone agisce aiutando la coagulazione del sangue, che servirebbe in caso di ferite.
Agisce anche sul fegato in termini di rilascio del glucosio, in modo da rendere disponibili le energie
ai muscoli per fuggire o lottare. Il battito cardiaco e la circolazione sanguigna aumentano, il respiro
si fa più veloce aumentando così la fornitura di ossigeno ai muscoli e aumenta la velocità di
emissione di diossido di carbonio.

Le paure umane più comuni


——————————————————————————-

Charles Darwin ha descritto in breve la funzione della paura, chiedendosi se le paure dei
bambini, che sono ampiamente indipendenti dall’esperienza, non siano ereditate dai
pericoli reali incontrati nei tempi ancestrali.
Gli esseri umani, infatti, hanno una probabilità molto più elevata di sviluppare paure per
pericoli ce erano presenti nell’ambiente ancestrale che per pericoli dell’ambiente attuale;
Per esempio è difficile che oggi i serpenti costituiscano un problema nelle grandi città, dove invece
lo sono le automobili, ma la paura per i veicoli a motore, pistole, prese elettriche e sigarette
praticamente non sono osservate, dal momento che dal punto di vista evoluzionistico sono pericoli
nuovi, troppo recenti perché la selezione abbia potuto modellare su di essi delle paure specifiche.

Sembra che paure specifiche emergano nel corso dello sviluppo nel momento preciso in cui ci si
aspetta che il bambino possa incontrare un pericolo a esse collegato.

Paura dei ragni Ricevere una puntura Ha origine dai 5 mesi di età e
velenosa sembra essere specifica per
questa categoria di animali.
o Paura dell’altezza o Lesioni dovute a Intorno ai 6 mesi d’età,
o Ansia per gli estranei cadute da dirupi o quando iniziano a gattonare
alberi lontano dalla madre.
o Danni/lesioni provocati Aumenta il rischio di precipizi
da (uomini) estranei pericoli e incontri con persone
estranee senza che vi sia la
presenza protettiva della
mamma.
È interessante notare che i
bambini hanno più paura
degli estranei maschi che
delle estranee femmine;
corrisponde al maggior
pericolo che hanno costituito

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storicamente i maschi estranei
rispetto alle femmine.

Ansia da separazione Perdita di protezione da parte Si acquisisce tra i 9 e i 13


della figura di attaccamento mesi d’età
Paure per gli animali Animali piccoli pericolosi Emergono intorno al secondo
Fobie per i piccoli animali anno di età, quando il
bambino comincia a esplorare
più estesamente il proprio
ambiente.
Agorafobia Luoghi affollati da cui non si Può emergere piu tardi
può fuggire quando il bambino inizia a
lasciare la propria casa.
Ansia sociale Perdita di status, ostracismo
da parte del gruppo
Panico Attacco imminenti
Ansia sociale Perdita di status, ostracismo
da parte del gruppo
Paura delle malattie Contaminazione

 Il momento dello sviluppo in cui emergono le paure sembra corrispondere con


precisione all’inizio dei problemi adattativi collegati.

 Alcune paure si presentano con chiare differenze di genere.

 Le donne adulte hanno una probabilità significativamente più elevata degli uomini di
sviluppare paure e fobie per serpenti e ragni —> Rakison ha scoperto che questa
differenza di genere si origina nell'infanzia. Gli studiosi hanno spiegato queste
differenze sessuali proponendo ce la selezione sessuale abbia creato strategie più
inclini al. Rischio negli uomini (x ottenere status elevato, più risorse e opportunità di
trovare partner)

 L’evoluzione di specifiche paure si riflette anche sui modi in cui prestiamo attenzione e
percepiamo il mondo intorno a noi; Il bias attentivo degli esseri umani nei confronti dei
pericoli ancestrali è evidente anche nella percezione dei suoni.

Lo psicologo evoluzionistico John Neuhoff ha documentato la presenza di un bias


adattativo nella percezione del movimento uditivo in avvicinamento, riscontrando
un’asimmetria nella percezione del suono prodotto da qualcosa che si avvicina rispetto
a qualcosa che si allontana; I cambiamenti dei suoni che si avvicinano sono percepiti
come più grandi.
Secondo lo psicologo questo bias uditivo è un adattamento per l'evitamento del
pericolo. In breve, i nostri adattamenti alla sopravvivenza, come la rapida percezione
visiva del pericolo e il bias per l'avvicinamento, hanno effetto su ciò che vediamo e su
come udiamo il mondo intorno a noi.

 Gli adattamenti antipredatori nei bambini

Probabilmente i predatori hanno rappresentano un pericolo ricorrente nella storia evolutiva


dei nostri antenati.
È probabile che le paure dei bambini per gli animali rientrino tra i sistemi di difesa prodotti
dall’evoluzione.
Di recente, la ricerca si è focalizzata sui meccanismi di elaborazione delle informazioni
richieste per l’evitamento dei predatori.

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Barrett nel 1999 ha dimostrato che a soli tre anni, i bambini hanno una sofisticata
comprensione cognitiva degli incontri predatore-preda, inoltre individuano animali che
costituiscono una minaccia e comprendono che in seguito all’uccisione, la morte è
permanente.
Per quanto riguarda gli adulti, studi di eye tracking, mostrano che gli animali pericolosi
catturano e mantengono l’attenzione.

Perché le persone muoiono?


—————————————————————-
Dato che la sopravvivenza è molto importante per la riproduzione e possediamo così tanti
adattamenti messia punto per tenerci in vita, perché moriamo?

 Teoria della senescenza


Senescenza= deterioramento di tutti i meccanismi corporei in corrispondenza
dell’invecchiare degli organismi.

Questa teoria parte dall’osservazione che il potere della selezione naturale diminuisce
drasticamente con l’aumentare dell’età.
Williams sviluppo una teoria della senescenza pleiotropica —> pleiotropia= fenomeno
per cui un gene può avere due o più effetti diversi. Attraverso questo processo
possediamo diversi geni che ci aiutano nei momenti iniziali della vita, ma che
causano effetti dannosi in seguito, quando la selezione è debole o assente. (Es.
testosterone negli uomini)
Gli effetti della selezione sono più forti sugli uomini che sulle donne perché la variabilità
riproduttiva degli uomini è più elevata di quella delle donne; questa forte selezione è il
vantaggio precoce produce un’elevata proporzione di geni pleiotropici che causano la
morte prematura.
Sembra che il successo riproduttivo potenziale dei maschi abbia selezionato tratti associati
con l’elevato successo riproduttivo, ma al costo di una riduzione della sopravvivenza.

Ciò che capita poco prima di morire ha poche probabilità di influire sulla capacità riproduttiva.
Questo significa che la selezione favorirà gli adattamenti che hanno dato effetti benefici nel primo
periodo della vita, anche se vi sono dei costi associati posteriori.

 L’enigma del suicidio


Lo psicologo evoluzionista Denys De Catanzaro ha sviluppato una Doria evoluzionistica
del suicidio basta sull’idea che il suicidio sarà più probabile qualora un individuo abbia una
drastica riduzione delle capacità di contribuire alla sua fitness inclusiva.
Gli indici di questa riduzione comprendono le aspettative di una salute futura scarsa, di
un'infermità cronica, di disgrazie o fallimenti, di scarse prospettive di successo nei rapporti di
coppia eterosessuali e la percezione di essere un peso per i propri parenti biologici.

Per sottoporre a verifica la teoria evoluzionistica del suicidio, de Catanzaro analizzato l'ideazione
suicidaria —> Sostiene che il considerare l'azione del suicidio è indice del suicidio vero e proprio.

o Altri psicologi evoluzionisti, come Gad Saad, sostengono che il suicidio sia una risposta
maladattativa a "sconfitte" in diversi ambiti adattativi che si ripercuotono sulla sfera della
riproduzione.
Gli uomini infatti commettono più suicidi delle donne come conseguenza della perdita dello
status occupazionale, mentre nel caso delle donne le rotture sentimentali possono
scatenare il suicidio.
È possibile tuttavia che sia l'ipotesi del suicidio come adattamento sia quella del suicidio
maladattativo siano in parte corrette. L'ipotesi adattativa sembra più efficace a spiegare i suicidi di
chi è un peso per la famiglia, quella del sottoprodotto maladattativo nello spiegare le differenze di
genere di chi suicidandosi si preclude possibilità riproduttive future.

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 Omicidio
Gli esseri umani possono uccidersi tra loro, perciò molti sostengono che siano proprio loro
la più rilevante “forza sottile della natura”. Sebbene oggi guerre e assassinii occupino i titoli
dei giornali, ci sono buon evidenze del fatto che i moderni tassi di omicidio siano
sostanzialmente più bassi che in passato.

 La morte accidentale
Negli ambienti ancestrali, alcune donne morivano durante la gravidanza e il parto (a causa
anche della mancanza di supporto della medicina moderna); sebbene questi numeri oggi
sembrino bassi, la gran parte delle morti avviene nei luoghi privi di moderne cure mediche.
Senza dubbio ci sono stati casi di mort accidentali tra i nostri antenati /cadute dai dirupi
ecc); anche le invenzioni culturali umane possono produrre morti accidentali (es. indigenti
stradali o sul lavoro)
Sebbene alcune di queste morti siano in n certo senso accidentali, alcuni ricercatori hanno
messo in luce come molte di queste cause posano aver agito come pressioni selettive
sull’intelligenza umana, favorendo la capacità di prevedere e pianificare olà cautela
nell’evitare rischi.

LE CURE PARENTALI (CAP-6)

Dal punto di vista dell’evoluzione, i figli sono una specie di veicolo di loro genitori, sono i mezzi
attraverso cui i genitori possono trasmettere i propri geni alle generazioni future; assicurarsi che i
figli sopravvivano e prosperino sembra il problema più rilevante dopo la riproduzione, dato che
senza il successo della prole tutto lo sforzo per riprodursi sarebbe vanificato.
Ogni madre ha evoluto meccanismi parentali predisposti dalla selezione per aiutare il proprio figlio
genetico e non la prole dei conspecifici.

Nonostante la grande importanza evoluzionistica delle cure parentali e la nota tendenza delle
madri ad mare i propri figli, per lungo tempo la psicologia ha trascurato l’argomento delle cure
parentali nella nostra specie.
Dal punto di vista evoluzionistico le ragione del profondo amore parentale appiano chiare poiché la
selezione ha attentamente messo a punto talli meccanismi psicologici = la motivazione per il
comportamento parentale è finalizzata ad assicurare la sopravvivenza e il successo riproduttivo dei
veicoli, che trasmettono i geni di un individuo alle generazioni successive.
Perché le madri forniscono più cure parentali dei padri?
———————————————————————————————-
Il. Biologo evoluzionista John Alcock descrive un documentario sui licaoni africani in cui viene
raccontata la storia di Solo, unico esemplare sopravvissuto della cucciolata di una femmina
subordinata all’interno del suo branco.
Lo status della madre esponeva lei e i figli alla vittimizzazione, tanto che i compagni di Solo
vennero uccisi da una rivale femmina del branco; ma la mamma di Solo combatté per salvare i
propri figli mentre il padre restò passivamente in disparte senza fare nulla per proteggerli.

 Questa storia è un esempio drammatico del fatto che in tutto il regno animale le
femmine hanno una probabilità molto pi elevata dei maschi di prestare cure parentali
alla prole.
Le due ipotesi più rilevanti avanzate per spiegare la predominanza delle cure parentali
materne sono:

1. L’ipotesi dell’incertezza della paternità

Le madri sono sicure al 100% del proprio contributo genetico alla prole, anche se
non necessariamente in modo consapevole.

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Quando una femmina partorisce o depone un uovo fecondato, la prole contiene
sempre il 50% dei suoi geni —> i maschi invece NON possono mai avere questa
certezza perché c’è sempre la possibilità che un altro maschio abbia fecondato le
uova della femmina.
L’incertezza della paternità è massima nelle specie a fecondazione interna.
Sebbene l’incertezza della paternità non precluda l’evoluzione delle cure parentali
maschili, essa è. Una possibile causa della diffusa tendenza delle femmine a
investire nella prole più di quanto facciano i maschi,

2. Ipotesi dei costi in termini di opportunità riproduttive

Una seconda ipotesi scaturisce dalle differenze di genere relative ai costi nelle
opportunità riproduttive, cioè il minor numero di accoppiamenti come effetto dello
sforzo diretto alla prole.
Sia le femmine sia i maschi incorrono in costi in termini di opportunità riproduttive
ma sono tuttavia più elevati per i maschi; il successo riproduttivo dei maschi tende
ad essere delimitato soprattutto dal numero delle femmine fertili che possono
fecondare —> per questo avranno meno probabilità delle femmine di impegnarsi
nelle cure parentali.

Quando i maschi non soffrono in termini di opportunità riproduttive come


conseguenza dell’investimento parentale, si hanno le condizioni per l’evoluzione
dell’investimento parentale maschile.
Nei contesti che presentano un’eccedenza relativa di uomini, questi trovano difficile
perseguire una strategia riproduttiva a breve termine, mentre quando c’è eccedenza
di donne gli uomini hanno più opportunità riproduttive = si può quindi prevedere che
gli uomini investano sui figli con maggiore probabilità nei contesti in cui c’è
eccedenza relativa di uomini, ma che siano più negligenti nei confronti dei figli
quando c’è un’eccedenza relativa di donne.

 Prospettiva evoluzionistica sulle cure parentali


Abbiamo già osservato che i figli sono veicoli utilizzati dai genitori per trasmettere i propri
geni alle future generazioni; non tutti i figli pero si riproducono. Inoltre alcuni hanno migliori
chance di sopravvivenza e riproduzione oppure maggiori probabilità di beneficiare delle
cure parentali.

I meccanismi delle cure parentali favoriranno alcuni figli più di altri = favoritismo parentale
= la selezione favorirà nei genitori l’evoluzione di meccanismi che agevolano la prole che
ha maggiore probabilità di fornire un ritorno dell’investimento in termini riproduttivi.

I meccanismi evoluti per le cure parentali dovrebbero essere sensibili a tre diversi contesti:

1. Parentela genetica della prole (i figli sono miei?)

Daly e Wilson descrivono cosi l’effetto della parentela genetica sulla motivazione delle
cure parentali:”forse dal punto di vista darwinista la previsione più ovvia sulla
motivazione parentale è questa: i genitori non naturali tenderanno a occuparsi meno
scrupolosamente dei loro figli rispetto ai genitori naturali, con il risultato che i bambini
allevati dai genitori diversi da quelli naturali saranno più spesso sfruttati ed esposti al
rischio in vari modi.
Questo non significa che emozioni intense di amore parentale non possono essere
attivate da un figlio non naturale. I genitori acquisiti spesso possono trasmettere affetto,
devozione e risorse ai figli non naturali —> il punto cruciale è che l’amore parentale
e le risorse hanno meno probabilità di essere diretti verso i figli naturali rispetto
che verso i figli genetici.

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 I confetti di interesse inerenti alle relazioni acquisite sono frequenti in molte
culture nelle fiabe e nelle storie per bambini — da qui deriva il tema diffuso della
“matrigna cattiva”—altrettanto diffuso è il tema dei “patrigni libidinosi” e “patrigni
crudeli”
 Un uomo ha almeno tre fonti di informazione per stimare la probabilità di essere
il padre genetico di un bambino:
o Le informazioni sulla fedeltà sessuale della donna durante il. Periodo di
concepimento
o La percezione della somiglianza fisica tra padre e figlio
o La percezione della somiglianza di comportamento tra padre e figlio

È ragionevole aspettarsi che gli omini abbiano evoluto meccanismi psicologici


sensibili a questi tre tipi di informazione; inoltre ci si aspetta che le madri tendano a
influenzare le percezioni maschili, per esempio, provando a convincere l’uomo della
propria fedeltà o del fatto che il bambino gli somiglia come una goccia d’acqua.

 A chi si dice che assomiglino i bambini?


Daly. E Wilson hanno suggerito che le madri siano motivate a promuovere la certezza della
paternità del presunto padre sottolineandone la somiglianza con il neonato —> Aumentale
la fiducia dell’uomo di essere il padre del bambino dovrebbe aumentare la sua volontà di
investire su quel bambino.
Conferme all’ipotesi di influenzare le percezioni paterne, presumibilmente per incoraggiare
l’investimento paterno, sono state individuate in varie culture.

Vari studi tuttavia hanno evidenziato come in realtà i figli non assomiglino più ai padri che
alle madri.

 Servendosi di una procedura computerizzata gli sperimentatori hanno realizzato alcune


fotografie di bambini trasformati utilizzando la faccia di ciascun partecipante o quella di
altre persone. Per ogni fotografia i partecipanti indicavano quanto avrebbero investito
ipoteticamente su ciascuno dei bambini presentati. Gli uomini trovavano più attraenti le
facce dei bambini elaborate utilizzando la loro faccia e indicavano che avrebbero
trascorso più tempo con questi bambini. Le donne invece erano molto meno influenzate
dalla somiglianza del bambino con loro.
Utilizzando la fMRI (risonanza magnetica funzionale) è stato osservato che gli uomini
presentano maggiore attività corticale delle donne alla visione di facce di bambini che
gli somigliano; mostrano alti livelli di attivazione neurale della corteccia frontale sinistra
(area del cervello implicata nell’inibizione delle risposte negative)

 Queste percezioni di somiglianza padre-figlio potrebbero essere fattori cruciali che


influiscono sa sull’investimento paterno sia sui costi che questi infligge alla compagna,
gli uomini che valutavano i figli. Come non somiglianti a loro avevano maggiori
probabilità di infliggere lesioni gravi alla loro partner.

 Investimento parentale nei figli


Un vantaggio del contesto moderno è la possibilità di utilizzare l’impiego di denaro per
misurare l’investimento nei figli.
Tre psicologi evoluzionisti si sono serviti di questa variabile per verificare gli effetti
dell’incertezza della paternità sugli investimenti nelle spese universitarie dei figli —>
C’erano tre previsioni:

1. Gli uomini assegneranno più risorse ai loro figli genetici che a quelli acquisti

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2. Gli uomini che non sono certi di essere i padri genetici investiranno meno dei padri che
sono certi di esserlo
3. Gli uomini investiranno di più per i figli (naturali o acquisiti) della loro compagna attuale
che per quelli avuti da precedenti relazioni.

1 e 2 scaturiscono dalla teoria evoluzionistica, dalla premessa della parentela genetica mentre la 3
si basa sull’ipotesi che gli uomini si servano delle cure parentali com forma di strategia riproduttiva,
cioè che il trasferimento di risorse sui figli sia un modo di attrarre e mantenere una compagna.

 I dati raccolti dai ricercatori hanno confermato con decisione tutte e tre le previsioni;
essere un figlio naturale o non esserlo faceva una grande differenza: i figli genetici
avevano una probabilità 5,5 volte più elevata di ottenere del denaro per l’università.
La parentela genetica con un figlio è un importante predittore dell’investimento monetario (e non
solo) maschile.

 Abuso sui figli e altri rischi del non vivere con entrambi i genitori
Le cure parentali possono essere considerate come un continuum.
All'estremo c’è il sacrificio del genitore che devolve tutte le proprie risorse per i figli,
rischiando anche la vita; MA ci sono anche eventi che infliggano dei costi al figlio, come gli
abusi o, all'estremo, l'omicidio.
Secondo la teoria della fitness inclusiva si può prevedere che minore è la parentela
genetica dell'adulto con il bambino e più elevata sarà la probabilità di un infanticidio.

Questa previsione è stata sottoposta a verifica da Daly e Wilson tramite un’ampia indagine
in cui emerse che i figli che vivevano con un genitore genetico e un genitore acquisito
avevano una probabilità circa quaranta volte maggiore d essere vittime di abuso fisico
rispetto ai figli che vivevano con entrambi i genitori genetici.

Daly. E Wilson concludevano che, il fatto di essere genitori acquisiti è di per sé il fattore di
rischio più potente che sia stato individuato nell’abuso sui figli.

 Infanticidio in funzione della parentela genetica con la prole

I casi di cronaca in cui un bambino resta ucciso dalle percosse di un adulto si ritrovano
spesso sui giornali.
Daly e Wilson hanno indagato il collegamento tra parentela genetica e infanticidio.
Esaminando vari insiemi differenti di dati di questo tipo, hanno riscontrato che il rischio che
un bambino in età prescolare fosse ucciso era da molto più elevato per i figli non naturali;
l’adulterio, causa presumibile di incertezza di paternità, era indicato tra i motivi
dell’infanticidio.

 Differenze sessuali negli adattamenti genitoriali


Poiché le donne sono sempre certe della propria maternità, la selezione dovrebbe favorire
adattamenti genitoriali diverse nelle donne e negli uomini.
Secondo l’ipotesi della “Caretaker primario” le donne hanno evoluto adattamenti che
aumentano la probabilità di sopravvivenza dei figli.

Uno studio ha riscontrato che l’interesse femminile per i bambini è al massimo durante
l’infanzia e l’adolescenza, probabilmente per facilitar l’acquisizione di utilità di accudimento
attraverso l’osservazione e la pratica; questa inclinazione femminile dovrebbe emergere nei
primi stadi dello sviluppo e restare elevata fino al primo evento riproduttivo, per assicurare
alle donne abbastanza esperienza e motivazione per allevare in maniera efficace il loro
primo figlio.

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 Altre ricerche hanno confermato che le donne sono più brave degli uomini a
riconoscere le esperissimo i facciali infantili sia positive sia negative.
Questi risultati sono coerenti con due varianti dell’ipotesi del caretaker primario:

1. Ipotesi della promozione dell’attaccamento: secondo cui le donne dovrebbero


essere più brave degli uomini a decodificare tutte le espressioni facciali delle
emozioni,, dato che la responsività ai bambini favorisce l’attaccamento sicuro.
2. Ipotesi della minaccia alla fitness: prevede una particolare sensibilità ai pericoli
che opterebbero essere veicolati da emozioni negative.
La miglior capacità femminile nel decodificare tutte le espressioni facciali, in particolare
modo nel caso delle emozioni negative, suggerisce l’importanza di entrambe le ipotesi
nello spiegare i risultati.

Shelley Taylor ha proposto che le donne abbiamo adattamenti del tipo “accudire e fare
gruppo” per promuovere la sopravvivenza della prole = questi adattamenti
comprendono, da una parte, la protezione dei figlio dai predatori e minacce, e il calmarli
per evitare di essere invidiati, dall’altra, la creazione e il mantenimento di reti sociali che
offrono un cuscinetto di protezione sociale.

Infine, è importante notare che l’esistenza di differenze di genere negli adattamenti


genitoriali non implica che gli uomini non si occupino dei figli e non li proteggano; gli
esseri umani sono i primati caratterizzati dal maggiore livello di investimento parentale
paterno, un tratto ricorrente in tutte le culture.
Nonostante ciò, il vantaggio nel grado di parentela genetica media delle madri nei
confronti dei figli, implica un maggiore investimento medio delle donne sui figli.

Lee cure parentali sono costose; sembra che gli esseri umani abbiano voluto dei
meccanismi psicologici che li inducono a prendere darsi cura preferenzialmente della
loro progenie genetica.

Capacità della prole di convertire le cure parentali


in un successo riproduttivo
—————————————————————————————

Oltre alla parentela genetica, un altro fattore critico che influisce sule cure parentali è la capacità
del figlio di utilizzarle —> la selezione dovrebbe favorire gli adattamenti in base ai quali i genitori
investono molto nei figli quando questi sono in grado di convertire le cure parentali in fitness
attraverso un aumento delle loro possibilità di sopravvivenza e di riproduzione.
La logica evoluzionistica non implica che i genitori devono. Curarsi solo dei figli. Sani. E robusti;
infatti, in determinate condizioni si può prevedere che i genitori investano di più su. Un figlio malato
che su uno sano, semplicemente perché dalla stessa unità di investimento trarrà maggior
vantaggio il primo.

 Il punto chiave non è se il figlio è in salute o meno, ma la sua capacità di. Convertire
una data unità di cura parentale in fitness.
Naturalmente, i genitori non ragionano in questo modo; le pressioni selettive producono
l’evoluzione di meccanismi psicologici che causano spostamenti o nell’investimento.

 Lo psicologo David Geary ha concluso che l’investimento parentale sui figli provoca una
differenza sostanziale nel benessere fisico e sociale del figlio —> livelli più elevati di
investimento parentale, in termini economici e di tempo passato a giocare con il
bambino, correlano positivamente con le abilità scolastiche e sociali, e con la posizione
economica successiva.

La domanda successiva è: su quali figli i genitori dovrebbero investire di più?

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Non è possibili identificare con certezza i fattori cruciali nell’utilizzo migliore dell’investimento
parentale da part dei figli, tuttavia, Daly e Wilson hanno proposto due candidati ragionevoli;

o La presenza di anomalie nel figlio = i bambini che hanno qualche forma di disabilità,
hanno meno prospettive di successo riproduttivo di quelli sani.
o L’età del figlio= i bambini più piccoli, hanno un valore riproduttivo minore di quelli più
grandi.

 Abbandono parentale e abuso su bambini con anomalie congenite


I bambini che nascono con patologie congenite come spina bifida, fibrosi cistica, sindrome
di Down hanno un'elevata probabilità di avere un basso valore riproduttivo rispetto ai nati
sani.
Ci sono evidenze del fatto che i genitori trattino diversamente questi figli?

Un indice da considerare è l'abbandono totale o parziale. Gli studi mostrano che una larga
parte di questi bambini seriamente malati viene istituzionalizzata. Ma molti bambini con
anomalie non vengono né istituzionalizzati nè dati in adozione.
L'incidenza media di abusi fisici sui bambini e di incuria nei loro confronti della popolazione
americana è stata stimata intorno all'1,5%.

 Cure materne in relazione alla salute del bambino


Per verificare in maniera diretta l’ipotesi che i genitori siano inclini a investire sui figli in
funzione del loro valore riproduttivo si possono prendere in esame le coppie di gemelli in
cui uno dei due è più sano dell’altro.

La psicologa evoluzionista Janet Mann ha sotttoposto a verifica l’ipotesi del bambino


sano = cioè che lo stato del bambino influisca sul grado di comportamento materno
positivo —> i risultati di questo studio sui gemelli supportano l’ipotesi del bambino sano,
suggerendo che le madri dirigano la maggior parte dell’investimento parentale nei confronti
del figlio che h il più elevato valore riproduttivo.

In uno studio pi recente si è osservato che il livello di investimento delle madri in funzione
dello stato di salute dei bambini è influenzato da livello di risorse della madre stessa: le
madri prive di risorse investono meno nei bambini con rischio levato (nati prematuri) e di
più nei bambini a basso rischio, al contrario delle madri dotate di molte risorse.
= Sembra dunque che i parenti dotati di risorse ingenti possano permettersi di fornire
abbondanti risorse al figlio in maggiore stato di necessità, dato che possiedono risorse di
riserva per gli altri figli.
 Età del figlio
Il valore riproduttivo, cioè la probabilità attesa di riproduzione nel futuro, aumenta dalla
nascita alla pubertà; questo incremento è dovuto al fatto che alcuni bambini muoiono,
soprattuto i bambini piccoli, abbassando la media del valor riproduttivo di sulla classe d’età.
In media un quattordicenne avrà un valore riproduttivo più elevata di un neonato.

Le previsioni evoluzionistiche sono state verificate in maniera rigorosa e i risultati


mostrano che i bambini più piccoli hanno una probabilità molto più elevata di essere uccisi
dai loro genitori genetici rispetto a qualsiasi altro gruppo di bambini.
A partire dal primo anno di età l'incidenza degli omicidi sui bambini da parte dei genitori
naturali diminuisce progressivamente fino a raggiungere lo zero intorno ai 17 anni —> una
possibile spiegazione di questa riduzione è semplicemente l'aumento della capacità di
difendersi con l'età, ma questo non può spiegare i dati.

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sembra che l'aumento del
valore riproduttivo legato
all'età, e non ha la prestanza
fisica, possa spiegare il
 Sembra che l’aumento del valore riproduttivo legato all’età, e non alla prestanza fisica,
possa spiegare il fatto che i parenti genetici uccidano meno spesso i figli più grandi di
quelli piccoli.

 due indici negativi della


capacità dei bambini di
promuovere il successo
riproduttivo dei genitori,
cioè i
 Due indici negativi della capacità dei bambini di promuovere il successo riproduttivo dei
genitori (difetti alla nascita e la giovane età), sono in grado di predire l'andamento degli
infanticidi da parte dei genitori biologici.

 Investimento sui figli e sulle figlie: l’ipotesi Trivers-Willard


Il genere è un’altra variabile che può influenzare la capacità di un figlio di convertire le cure
parentali in successo riproduttivo.
Partendo dal presupposto che in una popolazione ci sia circa la stessa proporzione di
maschi e femmine, in media figli e figlie avranno lo stesso successo riproduttivo MA la
condizione di figlio può far si che l’uno o l’altro siano più capaci di fare uso delle cure
parentali —> Questa è l’intuizione fondamentale dell’ipotesi Trivers-Willard

Secondo questa ipotesi, i genitori in buone condizioni e in posizione dominante potrebbero


investire di più nella produzione di figli maschi che, grazie la maggior forza e peso sociale,
potrebbero competere meglio per l’accoppiamento e avere più figli. Al contrario, se i genitori sono
poveri o hanno poche risorse da impiegare, doperebbero investire di più nelle figlie, la cui
produttività è fisiologicamente limitata.

Tuttavia sono necessari ulteriori studi per determinare se gli effetti di questa ipotesi si ritrovino in
diverse popolazioni umane.

 Impieghi alternativi delle risorse disponibili per l’investimento dei figli

Energia e impegno sono risorse finite e limitate —> lo sforzo diretto verso l'attività intacca
necessariamente quello diretto verso le altre.

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Nel caso delle cure genitoriali, il principio dello sforzo finito si traduce nel fatto che l'impegno diretto
nella cura di un figlio non può essere indirizzato verso altri problemi adattativi come sopravvivere,
attirare ulteriori compagni e investire nella discendenza —> a selezione avrebbe plasmato negli
essere umani delle regole decisionali che indicano quando investire nei figli e quando investire le
proprie energie ad altri problemi adattativi.
Per le donne queste decisioni possono essere influenzate da due contesti che sono
o l'età
o lo status coniugale
Mentre gli uomini con un elevato successo riproduttivo potenziale potrebbero essere più
inclini all'investimento riproduttivo che a quello parentale.

 Età della donna e infanticidio


Le donne giovani hanno davanti a sé molti anni in cui mettere al mondo dei figli e investire
su di essi, quindi per loro perder una possibilità riproduttiva può comportare costi minimi
MA le donne prossime alla fine dell’età riproduttiva potrebbero non avere ulteriori
opportunità dal momento in cui queste diminuiscono e posticipare la gestazione e
l’allevamento dei figli è sempre più costoso dal punto di vista riproduttivo.

o La selezione naturale quindi dovrebbe favorire regole decisionali di investimento immediato


nei figli per le donne più anziane.
o Daly e Wilson hanno esaminato questa teoria utilizzando l’infanticidio come misura
dell’investimento materno (o della sua assenza), basandosi sull’ipotesi che le donne più
giovani commettano più infanticidi di quelle anziane —> esistono conferme empiriche su
questa ipotesi, presumibilmente perchè le donne più giovani possono indirizzare le loro
risorse verso altri scopi, come accumulare risorse personali o attirare buoni compagni che
investano risorse; quelle più anziane, invece, sono spinte a investire nell’immediato nei figli,
anche al prezzo di possibili costi per altri problemi adattativi.

 Status coniugale materno e infanticidio


Una donna sola che mette al mondo un figlio può provare ad allevarlo senza aiuti e
investimenti paterni, oppure può abbandonarlo, darlo in adozione o ucciderlo per dedicarsi
ad attirare un compagno a lungo termine con cui avere in seguito dei figli.

Daly e Wilson hanno suggerito che lo status coniugale della donna influenzi la probabilità di
mettere in atto l’infanticidio MA questo non dipendeva unicamente dal fatto che le donne
non sposate fossero più giovani: in tutte le classi d’età, eccetto in quella più elevata, le
donne non sposate avevano una probabilità maggiore di quelle sposate di commettere un
infanticidio.
Probabilmente età e status coniugale incidono sulle regole decisionali evolutesi nelle donne
su come irrigare i loro sforzi, e si riflettono sull’infanticidio.

 Sforzo parentale e sforzo riproduttivo


Lo sforzo diretto alle cure parentali distoglie dalla ricerca di ulteriori compagni. Ricorderete
che ci sono due ragioni evoluzionistiche importanti - l'incertezza della paternità e la
maggiore variabilità degli uomini nel successo riproduttivo - per vedere che uomini e donne
abbiano evoluto diverse regole decisionali riguardo l'investimento riproduttivo e parentale.
La stessa unità di investimento parentale in media ha una probabilità di aumentare il
successo riproduttivo di un uomo che di una donna.

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Sulla base di queste premesse possiamo prevedere che più donne che uomini investano
nelle cure parentali più che nella ricerca di nuovi partner, le donne dedicano molto più
tempo nella cura dei maschi di quanto facessero gli uomini.
Dati provenienti da varie culture confermano questa previsione.

I genitori single rappresentano un’altra fonte di dati: circa il 90% dei genitori single è
costituito da donne.

Teoria del conflitto genitori-figli


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La teoria evoluzionistica sostiene che i figli siano veicoli primari del successo riproduttivo dei
genitori, quindi, perché capita che genitori e figli entrino in conflitto?

Ci sono. Diverse situazioni in cui la teoria dell’evoluzione permette di prevedere l’insorgere di


conflitti tra genitori e figli.
Nella specie a riproduzione sessuata, come la nostra, genitori e figli hanno una parentela genetica
del 50% e questo può determinare una pressione verso cure parentali intense, MA significa anche
che genitori e figli differiscono geneticamente per il 50%.
Perciò, raramente quello che è ideale per uno dei due lo è anche per l’altro.

 Figli e genitori avranno una diversa distribuzione ideale delle risorse parentali per cui la
conclusione generale di tale ipotesi è che i figli tendono a cercare di ottenere più risorse
di quelle che i editori vorrebbero dare loro.

Dalla teoria del conflitto genitori-figli derivano diverse ipotesi scientifiche:

o Genitori e figli entreranno in conflitto per lo svezzamento, con padri e madri che in
genere vogliono svezzare i figli prima che essi stessi lo vogliano.
o I genitori stimoleranno i figli ad attribuire un valore maggiore ai fratelli di quanto i figli
siano naturalmente inclini a farlo.
o I genitori tenderanno a punire il conflitto tra fratelli e a premiare la cooperazione.
Il conflitto genitori-figli, inizia molto prima dell’adolescenza, già nel ventre materno.

 Conflitto madre-figlio in utero


Il biologo David Haig ha esteso la teoria del conflitto genitori-figli alla relazione che si
instaura tra la madre e suo figlio nell’utero —> le madri sono selezionate per incanalare le
risorse sul figlio, ma quest’ultimo punta maggiormente scuse stesso che sul futuro della
madre; perciò, la selezione creerà nel feto dei meccanismi che possano spingere la madre
a fornirgli più nutrimento di quanto sia nell’interesse della madre stessa.

o Il primo conflitto riguarda l’aborto spontaneo del feto = in gran parte dei casi questo avviene
a causa di anomalie cromosomiche nel feto e sembra che le madri abbiano evoluto un
adattamento che individua tali anomalie e fa abortire i feti che le presentano —> questo
meccanismo è funzionale per la madre, perché le impedisce di investire in un figlio che
avrebbe probabilità di morire giovane e preservare le risorse per un figlio futuro con
maggiori capacità di successo.

Dal punto di vista del feto, c’è un’unica possibilità di vita, ed esso farà tutto quello che è in suo
potere per impiantarsi ed evitare l’aborto spontaneo.

Un adattamento che sembra essersi evoluto per questa funzione è la produzione fetale
di gonadotropina cortisonica (HCG)= un ormone che il feto produce nella circolare

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sanguigna della materna e ha l’effetto di impedire le mestruazioni della madre,
permettendo al feto di restar impiantato.

Una volta che l’impianto è riuscito, si instaura un conflitto che riguarda l’apporto di cibo
fornito dal sangue materno.
Un comune effetto collaterale della gravidanza è l'elevata pressione sanguigna. Se la
pressione sanguigna è così alta da causare un danno ai geni della madre prende il nome di
preeclampsia.
Nei primi stadi della gravidanza, le cellule della placenta distruggono i muscoli articolari della
madre, che regolano la circolazione sanguigna del feto. Quando il feto percepisce che ha bisogno
di maggior nutrimento, rilascia sostanze che fanno vaso costringere le arterie materne. Questo ha
l'effetto di innalzare la pressione sanguigna della madre e di portare più sangue, e dunque più
nutrimento, al feto, danneggiando i tessuti della madre.

 Conflitto madre-figlio e tra fratelli e fratellastri


La teoria del conflitto genitori-figli genera altre interessanti previsioni.
Innanzitutto, la presenza di un fratello dovrebbe aumentar il conflitto genitore-figlio, dal
momento che il genitore ha un altro “vicolo” in cui incanalare le proprie risorse.
Inoltre, la presenza di un fratellastro materno dovrebbe aumento il conflitto genitore-figlio
anche più della presenza di un fratello con cui si condividono entrambi i genitori.
Uno studio ha rivelato che avere un fratello più giovane aumentava il conflitto madre-figlio,
ancor di più se fratellastro più giovane.

 Conflitto genitori-figli nella scelta del partner


La sfera riproduttiva è costellata di potenziali conflitti tra genitori e figli per diverse ragioni:

1. Alcuni specifici tratti del potenziale partner forniscono vantaggi asimmetrici a genitori e
figli; per esempio, i figli guadagnano pi dei loro genitori se scelgono un partner con geni
migliori perché i figli saranno geneticamente imparentati con la prole per i, 50%, mentre
i loro genitori saranno imparentati con i nipoti solo per il 25%.
 Elle scelta del compagno i figli danno maggiore importanza alla bellezza (possibile
indicatore di qualità genetica) di quanto facciano i genitori per i compagni dei loro figli.

2. I genitori speso tentano di influenzare o combinare le relazioni dei loro figli al fine di
beneficiarne per i propri scopi che siano o meno vantaggiosi per i figli.
 I genitori danno priorità al background familiare dei partner della loro prole, più di
quanto facciano i figli, probabilmente perché diventare parenti di una buona famiglia
favorisce le alleanze politiche e sociali dei genitori.

3. I figli possono tentare di ottenere dei vantaggi (per esempio, risorse) da una strategia
di copia a breve termine.
 C’è un conflitto tra genitori e figli nel perseguimento di una strategia di accoppiamento a
breve termine che potrebbe compromettere status e reputazione della famiglia, un
costo che per i genitori sarebbe particolarmente alto nelle società preindustriali in cui è
cruciale stringere alleanze tra i diversi gruppi attraverso il patrimonio.

ALLEANZE DI COOPERAZIONE (cap.8)


Si racconta una storiella su due amici, di cui uno condannato a quattro anni di prigione per un furto
non commesso. Afflitto da questa ingiustizia, l'amico rimasto in libertà dormì sul pavimento tutte le

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notti fino al momento della scarcerazione: non voleva godere delle comodità di un letto morbido
sapendo che il suo amico stava invece dormendo su un materasso striminzito e ammuffito.
Finalmente arrivò il momento del rilascio, e i due rimasero amici per tutta la vita.
Come si può spiegare un comportamento del genere? Perché le persone diventano amiche e
formano alleanze di cooperazione a lungo termine?

 Evoluzione della cooperazione

I sacrifici personali fatti per gli altri non sono rari.


Ogni giorno le persone aiutano gli amici con piccoli o grandi gesti, dando loro consigli o
sacrificando tempo per soccorrerli nei momenti di crisi.
Questi atti di amicizia per certi versi risultano misteriosi perché la selezione naturale infatti è un
meccanismo egoista basato sulla competizione in cui le caratteristiche di un individuo si
riproducono più di quelle di altri individui in una determinata popolazione.
I sacrifici hanno dei costi per coloro che li mettono in atto e recano invece un vantaggio agli
individui per i quali vengono compiuti.
 Come possa evolversi i meccanismi di questo tipo?

Il problema dell’altruismo

Abbiamo osservato che secondo la logica della fitness inclusiva l’altruismo si può evolvere quando
a ricevere aiuto sono i parenti genetici di un individuo.
In genere però i vostri amici non sono anche vostri consanguinei, quindi apparentemente qualsiasi
costo sosteniate per un amico è una perdita per voi e un guadagno per lui.
 Con queste premesse come può evolversi l'altruismo tra non consanguinei, dato che la
selezione naturale tende a favorire le manifestazioni egoistiche?
Questo è il problema dell'altruismo.
Una caratteristica "altruistica" aiuta la riproduzione di altri individui mentre produce un costo in
termini di fitness nell'altruista.
La questione è complicata anche dal fatto che l'altruismo non è un tratto nuovo o insolito.
Infatti ci sono evidenze del fatto che lo scambio sociale - che è una forma di cooperazione - si
ritrovi in diverse culture umane incluse quelle dei cacciatori-raccoglitori, che presentano condizioni
simili a quelli ancestrali in cui gli esseri umani si sono evoluti. In secondo luogo altre specie, anche
distante dalla nostra, come i pipistrelli vampiri o specie di primati non umani (scimpanzè) praticano
forme di scambio sociale e aiuto reciproco.
Nel complesso, i dati suggeriscono che l'altruismo abbia una storia evolutiva lunga milioni di anni

Teoria dell’altruismo reciproco


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Questa teoria costituisce una soluzione elaborata e sofistica al problema dell’altruismo,


sostenendo che gli adattamenti per procurare dei benefici a non parenti possono evolvere a
condizione che il trasferimento di tali benefici sia ricambiato in un futuro; il vantaggio è che
entrambe le parti ne traggono beneficio —> Nei “vantaggi dello scambio” ciascuna parte
riceve in ritorno qualcosa in più dei costi sostenuti per arrecare un vantaggio ad altri.

Nell’ottica evoluzionistica, i vantaggi dello scambio pongono le basi per l’evoluzione


dell’altruismo reciproco; gli individui che si impegnando nell’altruismo reciproco tenderanno
a riprodursi più di quelli che agiscono in maniera egoista, diffondendo così meccanismi
dell’altruismo reciproco nelle generazioni successive.

o L’altruismo reciproco può essere definito come “cooperazione tra due o più divi duo
per il vantaggio comune”; cooperazione, reciprocazione e scambio sociale sono
espressioni quasi corrispondenti a questa teoria.

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Uno dei problemi adattativi più importanti per chi pratica l’altruismo reciproco è
assicurarsi che i benefici elargiti gli vengano in seguito restituiti, dato che alcuno
potrebbe godere dei benefici senza in seguito ricambiare (problema dell’imbroglio)

TIT FOR TAT

Il problema dell'altruismo reciproco è simile al "dilemma del prigioniero" = Si tratta di una


situazione ipotetica in cui due persone sono state messe in prigione per un crimine che sono
accusati di aver commesso insieme e di cui sono colpevoli. I prigionieri sono tenuti in celle
separate e non possono comunicare tra di loro. Ciascun prigioniero può confessare l'accaduto
oppure non confessare.

Inoltre sanno che:


1. Se uno solo dei due confessa e incolpa l’altro, evita la pena ma il complice viene
condannato a 7 anni di carcere.
2. Se entrambi confessano, vengono condannati entrambi a 6 anni.
3. Se nessuno dei due confessa, entrambi vengono condannati a 1 anno.

 In questo schema si vede come il migliore scenario per la coppia sia la cooperazione
reciproca, che porterebbe ad un risultato di un anno di prigionerà testa, mentre il
migliore scenario per il singolo individuo sarebbe confessare mentre il complice non
confessa, il che porterebbe a non andare in prigione mentre l’altro vorrebbe condannato
a sette anni.

Dilemma: perché la linea di condotta razionale per entrambi i prigionieri sarebbe quella di
confessare, ma questo provocherebbe un risultato peggiore per entrambi rispetto a decidere di
fidarsi l’uno dell’altro —> Consideriamo il problema del giocatore A= se il suo complice non
confessa, A trarrà vantaggio dalla confessione e verrà rilasciato; d’altra part, se il complice lo
tradisce, il giocatore A farebbe meglio a tradire anche lui, altrimenti rischia di ricevere la punizione
più severa.

 La condotta razionale, senza considerare il comportamento del complice, è quella di


tradire, anche se la cooperazione porterebbe all’esito migliore per entrambi.

Questo ipotetico dilemma assomiglia al problema dell'altruismo reciproco —> Ogni persona può
guadagnare dall'altruismo, ma è anche tentato di avvantaggiarsi della cooperazione altrui senza
ricambiarlo.
o Lo scenario peggiore per ciascun individuo è cooperare e avere un partner che tradisce.
Robert Axelrod e W.D. Hamilton ha mostrato che per instaurarsi il meccanismo della
cooperazione richiede che il gioco sia ripetuto più volte e che il giocatore non sappia
quando terminerà, come spesso accade nella vita reale.
La strategia vincente nel “dilemma del prigioniero iterato” è chiamata tit for tat (cioè pan per
focaccia).
Axelrod e Hamilton hanno scoperto l'efficacia di questa strategia attraverso un torneo al computer
che confrontano comportamenti diversi in cui vinceva chi otteneva il punteggio migliore; ogni
strategia consisteva in regole decisionali per l’interazione con altri giocatori.
Il vincitore aveva impiegato la strategia del tit for tat con due regole elementari:

1. Coopera nella prima mossa


2. Ricambia ogni mossa successiva
Iniziare a cooperare e continuare se l’altro coopera, ma ricambiare il tradimento nel caso si venga
traditi —> Reciprocità contingente.

Axelrod ha identificato tre caratteristiche di questa strategia che spiegano la chiave del successo:

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 Non essere mai il primo tradire: partire sempre cooperando e continuare a farlo fino a
quando anche l'altro giocatore si comporta così;
 Non cooperare dopo che un altro ha tradito: rivalersi subito dopo la prima occasione di non
reciprocazione;
 Perdonare: se un giocatore che tradisce inizia cooperare, ricambiare la cooperazione in
modo da entrare in un circolo di beneficio reciproco.

“Per prima cosa, fai agli altri ciò che vorresti facessero a te. Ma poi comportati con loro come loro
hanno fatto con te”. (Trivers,1985)

Cooperazione nelle specie non umane


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Di fronte a problemi adattativi comuni, specie diverse possono sviluppare soluzioni simili; può
essere utile esaminare altre specie per scoprire se hanno evoluto sistemi di cooperazione.

Condivisione del cibo nei pipistrelli vampiri


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Per sopravvivere, i pipistrelli vampiri devono nutrirsi del sangue di altri animali; vivono in gruppi
composti da una dozzina di femmine con i relativi piccoli, mentre i maschi lasciano la colonia una
volta raggiunta l’indipendenza.
Si nascondono di giorno ed escono di notte per succhiare il sangue delle loro vittime (bovini e
cavalli), che cercano di scacciarli impedendo loro di nutrirsi.
La capacità dei pipistrelli vampiri di aver successo nell’alimentazione aumenta con l’età e con
l’esperienza.

Come sopravvivono gli esemplari che non riescono a procurarsi nutrimento, dato che se restano
per più di tre giorni senza sangue muoiono e i fallimenti sono frequenti?

Tutti i pipistrelli prima o poi falliscono, quindi il rischio di morire di fame è una minaccia costante.

Wilkinson ha scoperto che questi animali rigurgitano regolarmente una parte di ciò che hanno
succhiato e la danno ad altri pipistrelli della colonia, ma questo non avviene secondo lo schema
casuale —> Al contrario, danno ciò che rigurgitano ai loro amici, quelli da cui hanno ricevuto
sangue passato; Più l’associazione tra due pipistrelli era stretta, pi spesso stavano insieme,
maggiore era la probabilità che si scambiassero il sangue.
W. ha scoperto ce essi tendevano a rigurgitare il sangue più spesso quando gli amici erano in
grande necessità e prossimi alla morte.
Dunque, nei pipistrelli vampiri si evidenziano tutti i segni di un'evoluzione degli adattamenti per
l’altruismo reciproco.

Politica di alleanze negli scimpanzè


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Tra gli scimpanzé di un’ampia colonia dello zoo di Arnhem, in Olanda, Yaroen era lo scimpanzé
adito dominante, aveva bisogno di mostrare la propria dominanza, o levando il pelo e correndo a
gran velocità verso le altre scimmie, che in risposta alla sua carica fuggivano in tutte le direzioni.
La dominanza di Yaroen si estendeva anche all’attività sessuale, era protagonista di circa il 75%
degli accoppiamenti con le femmine in estro.

Ma quando Yaroen iniziò a invecchiare la situazione cominciò a cambiare = un maschio più


giovane, Luit, ebbe un’ improvvisa crescita e sfidò Yeroen, colpendolo con forza.

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All’inizio le femmine parteggiavano per Yeroen, permettendogli di mantenere il suo status; le
alleanza reciproche con le femmine sono essenziali per il mantenimento dello status.
Dopo due mesi la transizione era completa; Yaroen aveva iniziato a mostrare subordinazione nei
confronti di Luit; lo stesso avviene per il comportamento riproduttivo = gli accoppiamenti di Luit,
che durante il periodo di dominio di Yeroen erano state 255, ora raggiunsero il 50% del totale,
mentre l’accesso sessuale di Yeroen declinò a zero.
Ma Yeroen non era pronto a farsi da parte e formò un’alleanza con un maschio emergente di nome
Nikkie, fino a far scoppiare uno scontro fisico in cui ebbero la meglio.

Grazie a questa alleanza Nike realizzò il 50% degli accoppiamenti e Y riuscì ad evitare una totale
esclusione dalla riproduzione —> l’alleanza fu cruciale per determinare l’alleanza su Luit.

o Le alleanze sono una caratteristica centrale della vita sociale degli scimpanzé.
I maschi sollecitano regolarmente le alleanze con le femmine, facendo grooming
(l'attività di spulciarsi) con loro e giocando con i piccoli. Senza l'alleanza con le
femmine, i maschi non riuscirebbero ottenere una posizione di dominanza all'interno
del branco.
Una strategia importante per far alleanze tra scimpanzé è provare a rompere
l'alleanza di uno degli avversari e ingaggiare i precedenti alleati. L'affascinante
politica del comportamento degli scimpanzé con alleanze tra maschi e tra sessi
diversi, apre una finestra sulla complessità dell'evoluzione dell'altruismo reciproco.

Cooperazione e altruismo negli esseri umani


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Teoria del contratto sociale

La teoria dell’altruismo reciproco prevede che gli organismi possano trarre dei benefici dallo
scambio cooperativo MA c’è tuttavia un problema: molti scambi non avvengono simultaneamente
= le relazioni che richiedono lo scambio reciproco sono suscettibili all’imbroglio, cioè alle situazioni
in cui una persona ottiene un beneficio senza pagare il costo di ricambiare.

Talvolta lo scambio simultaneo non è possibile perché le necessità e le competenze di coloro che
interagiscono non sono corrispondenti, come nel caso di un individuo che è l’unico a disporre di
cibo in un determinato momento e dà del cibo a un altro.
Il primo deve fidarsi del fatto che verrà ripagato in un futuro, quando si troverà in stato di necessità.
Ogni volta che gli scambi non sono simultanei ci sono possibilità di defezioni, cioè che qualcuno
ottenga un beneficio e in seguito imbrogli non restituendo il favore.

Gli psicologi evoluzionisti Leda Cosmides e John Tooby hanno sviluppato la teoria del contratto
sociale per spiegare l’evoluzione dello scambio cooperativo tra gli esseri umani e la risoluzione del
problema dell’imbroglio; la possibilità di imbrogliare costituisce una minaccia costante
all’evoluzione della cooperazione.

L’altruismo reciproco piò evolversi solo se gli organismi possiedono un meccanismo per
individuare ad evitare gli imbroglioni.
Se si coopera è in grado di scoprire chi imbroglia e di interagire solo con chi come lui coopera,
l’altruismo reciproco può evolversi. In questo caso gli imbroglioni saranno svantaggiati perché non
entrano negli scambi cooperativi.

Cosmides e Tooby hanno individuato 5 capacità cognitive che permettono di evolvere meccanismi
che motivino alla formazione di contratti sociali e che consentono di evitare la minaccia costituita
dagli imbroglioni:

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1. Capacità di riconoscere molti individui umani: la capacità di riconoscere loti
individui può sembrare ovvia, ma è cosi solo perché gli esseri umani sono particolarmente
bravi in questo.
Esistono buone evidenze del fatto che gli esseri umani abbiamo evoluto un eccellente
capacità di riconoscere molti individui diversi.

2. Capacità di ricordare la storia delle interazioni con diversi individui: questa


capacità può essere scomposta in diverse abilità:
a. Bisogna essere in grado di ricordare se la persona con cui si ha avuto
un’interazione in precedenza ha collaborato o meno
b. Bisogna ricordare le persone con cui siamo in debito e quelle che sono in debito
con noi, il che richiede una qualche forma di sistema di “contabilità” per
ricordare costi e benefici in relazione a un individuo specifico.
Una persona che non tenga conto di questa storia di interazioni sarà vulnerabile
allo sfruttamento, perché non avrà modo si sapere se il beneficio avuto in
cambio compensa adeguatamente il costo incorso.

3. Capacità di comunicare agli altri le cose che si ritengono importanti: Se il


vostro amico non capisce ciò che volete, come potrebbe fornirvi l’aiuto di cui avete
bisogno? Se non comunicate il vostro fastidio a un imbroglione potreste essere vulnerabili a
successive defezioni.
Mentre gli scimpanzé comunicano in modo non verbale, gli esseri umani possono utilizzare
il linguaggio per dare forza alle espressioni emozionali e comunicare desideri, diritti e
insoddisfazione per gli impegni non mantenuti.

4. Capacità di capire cosa è importante per gli altri: Oltre a comunicare i propri valori
bisogna essere in grado di comprendere quegli altrui.
Se si è in grado di individuare quando una persona è in uno stato di necessità e di che
cosa ha bisogno, il beneficio che potete fornire può essere calibrato su quella necessità.
Comprendere desideri e necessità altrui è importante per adeguare gli scambi in modo da
massimizzare i benefici procurati, rendendo cosi l’altro più riconoscente in confronti
dell’agente.

5. Capacità di rappresentare costi e benefici indipendentemente dal particolare


oggetto di scambio: Secondo Cosmides e Tooby parecchie specie animali effettuano
scambi in ambiti molto ristretti, come cibo o sesso, mentre gli esseri umani scambiano un
insieme ampio di oggetti.
Per questa ragione negli esseri umani non si è evoluta un’abilità specifica per particolari
oggetti, ma una capacità generale di rappresentare costi e benefici degli scambi di un
ampio spettro di entità.

Evidenze per gli adattamenti di individuazione degli imbroglioni

Per studiare la teoria del contratto sociale, Cosmides e Tooby hanno condotto decine di ricerche
sulle risposte fornite a vari problemi logici.
La logica tratta le deduzioni che si possono trarre riguardo la verità di un’affermazione,
indipendentemente dalla loro forma.
Sfortunatamente, gli esseri umani non sembrano moto bravi a risolvere i problemi logici.

Perché le persone hanno una scarsa attitudine nel risolvere problemi di questo tipo?

Secondo Cosmides e Tooby ciò succede perché gli esseri umani non si sono evoluti per
rispondere a problemi di logica astratta , ma per risolvere problemi strutturati, come scambi sociali
presentati in termini di costi e benefici.

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 Considerate questo problema: se siete un buttafuori del locale e dovete
accertarvi che nessuna persona di età inferiore ai 16 anni beva alcolici.
Dovete verificare questa regola: "se una persona beve alcolici, deve avere
almeno 16 anni. Quale delle seguenti quattro persone dovete controllare: chi
beve birra, chi beve succo di frutta, chi ha 25 anni o chi ha 15 anni?
Al contrario di quanto accade per i problemi di logica astratta, la gran parte
delle persone sceglie correttamente "chi beve birra" e "chi ha 15 anni".

!!! Gli esseri umani ragionano correttamente quando il problema ha la forma di un contratto
sociale; se bevete birra ma non avete almeno 16 ani, godrete di un beneficio senza possedere il
requisito (costo) dell’età.
Le persone sono brave a individuare gli “imbroglioni”, cioè coloro che godono di benefici senza
pagarne i costi.

Alcune ricerche hanno messo in luce che la mente umana ha evoluto dei meccanismi specifici per
individuare gli imbroglioni e analoghi risultati sono stati replicati in altre culture.

Le persone ricordano gli imbroglioni?


La memoria potrebbe giocare un ruolo cruciale nell’individuazione degli imbrglioni.
Uno studio ha riscontrato che le persone ricordavano le facce di noti truffatori, soprattutto di basso
rango, meglio di quanto ricordassero le facce di noti cooperatori, MA, questo risultato non è stato
sempre replicato,
La memoria per gli imbroglioni può in parte dipendere dal fatto che siano rari all’interno della
popolazione.
Forse chi persegue una strategia di imbroglio emette segnali visivi impercettibili o appare in
qualche modo diverso da chi persegue una strategia di cooperazione —> preparare le persone
chiedendo loro di ricordare un evento in cui sono state truffate produce una prestazione migliore
nel compito di identificazione degli imbroglioni = ciò evidenza la presenza di capacità cognitive
specifiche per l’individuazione di imbrogli a livello sia di attenzione sia di memoria.

Naturalmente sono necessarie ulteriori ricerche sulla teoria del contratto sociale e sul meccanismo
di individuazione degli imbroglioni in particolare. Non abbiamo infatti molte informazioni riguardo la
sensibilità delle persone a determinati tipi di input: non sappiamo, per esempio, se uomini e donne
possiedono particolari sensibilità per alcune tipologie di imbroglioni come l'infedeltà del contesto
del contratto sociale di matrimonio, o per fornire protezione fisica in caso di amicizia.
Ci pare ovvio che le persone si arrabbino, accusino altri di avere imbrogliato ed evitino il contratto
con loro in futuro, ma dal punto di ista degli output sappiamo poco: quali azioni specifiche si
dovrebbero mettere in atto quando si individua un truffatore e come variano queste azioni a
seconda del contesto?
Questo settore innovativo di ricerca suggerisce che le persone abbiano evoluto meccanismi
psicologici atti a prestare attenzione, ricordare e individuare gli imbroglioni, e che tali meccanismi
vengono attivati ogni volta che gli scambi sono strutturati in termini di costi e benefici.

Individuazione di potenziai altruisti

Una volta che l’adattamento per l’’individuazione degli imbroglioni si è evoluto, la selezione favorirà
la coevoluzione di adattamenti che seri a indicare gli esseri individuati come imbroglioni. A loro
volta gli adattamenti per l’individuazione degli imbroglioni impongono seri problemi a chi cerca di
entrare nelle alleanze di cooperazione.

Secondo lo psicologo evoluzionista William Michael Brown, gli esseri umani hanno evoluto un altro
adattamento per risolvere questo problema: la capacità di individuare la genuinità degli atti
altruistici.

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Brown e Moore hanno realizzato una versione el problema delle quattro carte di Wason per
verificare se le persone cercano di individuare le emozioni autentiche che si celano dietro un atto
altruistico.

 La logica sottesa al compito delle quattro carte elaborato da Brown è che chi aiuta gli
altri solo per ricevere utili esterni non è un buon candidato per i comportamenti di aiuto
futuri, e quindi per stringere alleanze di cooperazione. Coloro che aiutano gli altri senza
cercare benefici esterni, dall'altra parte, mostrano tendenze altruistiche genuine e
quindi sarebbero alleati eccellenti.

Brown e Moore , in due diversi esperimenti, hanno osservato che la maggioranza delle persone
sceglie le carte che consentano di individuare gli altruisti.
È chiaro che la capacità di individuare gli altruisti genuini favorirebbe molto l'evoluzione della
cooperazione, sulla base dell'assunzione che la genuinità di un atto altruistico è un po' un
predittore per le future azioni di altruismo.
Il successo nell'individuazione dell'altruista non era collegato al successo nell’individuazione degli
imbroglioni, e ciò suggerisce che si tratti di due capacità distinte.

Diversi studi hanno rivelato che le disposizioni altruistiche possono essere individuate anche
osservato brevi video poiché la codifica del comportamento non verbale rivela che gli altruisti
tendono a fare più “sorrisi autentici” rispetto ai non altruisti; questi sorrisi spontanei sono un valido
indice delle disposizioni altruistiche o cooperative.

Sebbene debbano essere condotte ulteriori ricerche per identificare le caratteristiche specifiche, le
evidenza attuali indicano l’esistenza di due istinti adattamenti per facilitare l’evoluzione della
cooperazione:
1. Individuazione degli imbroglioni (coloro che ottengono benefici senza pagare costi)
2. Individuazione di altruisti (colo che hanno motivazioni genuine)

Teoria della reciprocità indiretta

L’altruismo può evolversi anche attraverso la reciprocità indiretta.


Chi compie atti altruistici essenzialmente pubblicizza agli altri la propria propensione per
generosità e cooperazione; di conseguenza l’altruista diventa attraente come valido partner di
cooperazione anche per altri individui.
Gli altruisti non beneficiano dall’essere ricambiati da chi hanno aiutato, ma da altre persone, che
sono state testimoni o hanno sentito parlare della loro generosità.

La reciprocità indiretta potrebbe aiutare a spiegare perché aiutiamo gli estranei in difficoltà
senza aspettarci niente in cambio e perché siamo particolarmente generosi quando gli altri ci
stanno guardando. Essa può anche spiegare perché le persone disponibili hanno maggiore
probabilità di essere aiutate dagli altri membri del gruppo in caso di necessità.

Teoria della segnalazione costosa

Un’altra possibilità per evolvere l’altruismo è la segnalazione costosa.


La logica che sta dietro la segnalazione costosa è che gli individui compiono atti altruistici (facendo
donazioni ed elemosine, o organizzando cene dispendiose) per comunicare di essere eccellenti
candidati con cui fare buone alleanze.
Solo chi si trova in condizioni eccellenti può permettersi questi atti altruistici; le persone povere o
coloro che non possiedono abbondanti risorse non sono in grado di esibire questi segnali costosi.

L’altruismo dispendioso diventa un segnale onesto che gli altri possono utilizzare per valutare il
potenziale di una persona in termini di ricchezza, intelligenza e fitness.

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Esistono diversi possibili vantaggi a livello di fitness che derivano da una segnalazione costosa:
 Essere preferiti dagli altri nelle relazioni di cooperazione
 Avere maggiori livelli di cooperazione all’interno di tali relazioni
 Migliorare status e reputazione all’interno del gruppo, ottenendo molti vantaggi tra cui
migliori opportunità riproduttive e fornendo cosi una base per l’evoluzione dell’altruismo.

Inoltre, gli altruisti sembrano bravi a riconoscersi e a frequentarsi tra loro; In questo modo, non solo
traggono un vantaggio dall'essere ricercati come partner sessuali, ma attirano coloro che
possiedono un'elevata disposizione altruistica, il che costituisce un vantaggio ancora più grande.

4 efficaci teorie spiegano l’evoluzione dell’altruismo

1. Fitness inclusiva
2. Altruismo reciproco
3. Reciprocità indiretta
4. Segnalazione costosa

Psicologia dell’amicizia

Tooby e Cosmides suggeriscono un'ulteriore possibilità per l'evoluzione di cooperazione e


altruismo nel contesto dell'amicizia. Sappiamo che molte persone si offendono sentendo che una
spiegazione evoluzionistica della loro amicizia si baserebbe solo sulla reciprocazione e
sottolineano i sentimenti piacevoli che provano nell'aiutare spontaneamente chi si trova in
necessità, senza aspettarsi niente in cambio.
Ciò significa che ci autoinganniamo e che crediamo di aiutare gli amici per bontà ma in realtà
vogliamo in cambio delle ricompense? Secondo Tooby e Cosmides le intuizioni delle persone
potrebbero rappresentare un indice del fatto che l'amicizia non è basato unicamente sullo scambio
reciproco.

L’altruismo può essere definito in termini di costi sostenuti?

Secondo le teorie evoluzionistiche esistenti, l'altruismo non è considerato tale a meno che
l'individuo che lo persegue non incorre in un costo —> nella selezione di parentela i costi personali
sono compensati dai vantaggi ottenuti da un parente genetico, nell’altruismo reciproco i costi
vengono poi compensati dalla restituzione del favore da parte dell'amico.

 L’altruismo viene definito in base ai costi sostenuti dall’altruista.

Ciò che però ora vogliamo spiegare è innanzitutto l'esistenza dei meccanismi messi a punto per
procurare benefici agli altri, indipendentemente dal fatto che si rivelino costosi per l’altruista.
In prospettiva evoluzionistica, maggiore è il costo personale di un beneficio arrecato agli altri e
meno sarà diffusa tale azione. Ma è anche vero il contrario, cioè che più basso sarà il costo e più
frequenti saranno le azioni benefiche.
Questo ragionamento suggerisce che ci sia un'ampia classe di meccanismi altruistici che non sono
ancora stati esplorati, e che sono finalizzati a portare benefici agli altri quando le azioni derivate
sono tendenzialmente poco costose e vantaggiose per l'agente.

Il paradosso del banchiere

I banchieri che prestano denaro si trovano di fronte a un dilemma: ci sono più persone che
richiedono un prestito rispetto alla quantità di denaro nella banca.
I banchieri devono prendere decisioni difficili per scegliere a chi prestare denaro.

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Alcune persone hanno un buon rischio di credito, cioè un'elevata probabilità di restituire il denaro;
altre hanno un cattivo rischio di credito, cioè hanno una maggiore probabilità di non essere in
grado di estinguere il debito.

Il "paradosso del banchiere" è questo: le persone che hanno più bsogno di denaro sono le
stesse che hanno rischi di credito peggiori, mentre quelle che hanno meno bisogno di denaro sono
quelle che hanno rischi di credito migliori —> Perciò la banca finisce per prestare denaro a chi ne
ha meno bisogno e rifiuta prestiti a chi ne ha più bisogno.
Questo dilemma somiglia a un serio problema adattativo affrontato dei nostri antenati.
Ognuno ha una quantità limitata di tempo da dedicare agli altri. Quando qualcuno ha maggior
bisogno di essere aiutato si trova esattamente nella situazione di peggior rischio di credito e ha
minori probabilità di restituire l'aiuto.

Quali tipi di adattamento potrebbero regolare queste decisioni cruciali?


Innanzitutto le persone dovrebbero essere in grado di valutare se l'individuo a cui danno credito
vorrà restituire l'aiuto in futuro. Inoltre, bisognerebbe essere in grado di valutare se chi aiutiamo, in
seguito, potrà ripagare la generosità. Infine, bisogna stabilire se soccorrere questa particolare
persona è il migliore utilizzo della propria capacità limitata di aiutare, rispetto ad altre persone che
potrebbero risultare oggetti di investimento più attraenti.

Una persona che si trova in grandi difficoltà diventa un investimento meno desiderabile rispetto a
chi si trova in circostanze più favorevoli; questo potrebbe portare ad adattamenti per l’abbandono
di un amico nel momento di maggiore bisogno. D’altra parte, se le difficoltà sono temporanee,
aiutare la persona in difficoltà potrebbe risultare vantaggioso.

a selezione dovrebbe fornire gli


adattamenti che motivano
decisioni efficienti riguardo
quando e a chi
La selezione dovrebbe fornire gli adattamenti che motivano decisioni efficienti riguardo quando e a
chi estendere il proprio aiuto. Tuttavia il problema rimane: l'evoluzione dovrebbe favorire
adattamenti per abbandonare gli altri proprio nel momento della necessità.

Diventare insostituibili

Tooby e Cosmides hanno proposto una soluzione a questo problema adattativo: diventare
insostituibili o indispensabili per gli altri.
In pratica una persona sostituibile (qualcuno che vi da dei benefici facilmente ottenibili anche da
altri) è più vulnerabile all’abbandono di qualcuno insostituibile, anche se questi due amici
forniscono vantaggi per lo stesso valore.
La lealtà della vostra amicizia, secondo questo ragionamento dovrebbe essere basata in paste su
quanto ciascuna amico è insostituibile per voi.

Come si potrebbe agire per aumentare la probabilità di diventare insostituibile e


rappresentare cosi un oggetto d investimento attraente per gli altri?

Tooby e Cosmides hanno individuato una sere di strategie:

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1. Promuovere una reputazione che sottolinei l’unicità e l’eccezionalità dei propri attributi

2. Essere motivati a riconoscere gli attributi personali che gli altri valutano ma che hanno
difficoltà a ottenere da altre persone

3. Coltivare abilità specializzate

4. Cercare preferenzialmente persone o gruppi che stimano ciò eh si ha da offrire o che non
possiedono le nostre qualità, che cosi saranno particolarmente apprezzate.

5. Evitare i gruppi sociali in cui gli attributi specifici posseduti non sono apprezzati o sono
forniti facilmente da altri

6. Allontanare i rivali che offrono benefici in precedenza forniti in esclusiva

Non sono ancora state condotte verifiche empiriche sull’efficacia di queste strategie per diventare
insostituibili, ma esse sembrano cogliere molti aspetti già attuati nella realtà.
Sembra che le persone coltivino in molti modi l’individualità e l’unicità che facilitano la possibilità di
diventare insostituibili, incoraggiando gli alti ad aiutarci in incostanze più o meno favorevoli.

Falsi amici, impegno e problemi della vita moderna

È facile essere amici quando tutto va bene, ma nei momenti difficili che si scoprono i veri amici.
Ognuno di noi ha avuto falsi amici che si sono dileguati nel momento del bisogno.
Trovare un amico, qualcuno su cui siete certi di poter contare quando le cose vanno male può
essere difficile.
Il problema è che nei momenti buoni i falsi amici e i veri amici si comportano praticamente nello
stesso modo ed è difficile distinguerli.

 La selezione dovrebbe dar forma a meccanismi psicologici per individuare le differenze


tra queste persone utilizzando le prove più affidabili di amicizia, e cioè l'aiuto ricevuto in
caso di vera necessità. In questi momenti, che ricordiamo particolarmente bene, ci
sforziamo di esprimere il nostro apprezzamento e di comunicare che non
dimenticheremo mai una persona che ci ha aiutato.

Ambra Capelli
La vita moderna crea un paradosso = in genere, evitiamo le situazioni più e ricolò se e molte forze
ostili della natura, rispetto ai nostri antenati, sono ora controllate e innocue.
Tuttavia, paradossalmente, risentiamo della relativa scarsità di eventi critici, che ci
permetterebbero di stabilire chi è davvero interessato al nostro bene e chi è un falso amico.
È possibile che la solitudine e il senso di alienazione spesso associati alla vita moderna
(caratterizzata dalla mancanza di sentimenti di profonda connessione sociale, nonostante la
presenza di molte interazioni amichevoli= possano derivare dalla scarsità di occasioni che
permettono di stabilire chi s’impegna davvero per il nostro benessere.

Limiti negli spazi per gli amici

Secondo la teoria dell’evoluzione dell’amicizia di Tooby e Cosmides, ogni persona ha una quatità
limitata di tempo, energia e risorse a disposizione.
Ognuno possiede un numero limitato di nicchie di amicizia , pertanto il problema adattativo è
decidere chi prenderà questi posti.
Da questa teoria derivano varie implicazioni diverse da quelle della teoria standard dell’altruismo
reciproco, in cui si offrono dei vantaggi aspettandosi che vengano ricambiati in seguito.

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Tooby e Cosmides indicano diversi altri fattori che dovrebbero determinare la scelta degli amici:

1. Numero di spazi già occupati: Quanti amici avete? Sono amici veri o falsi? Se sono pochi
allora reclutate nuovi amici, consolidate o approfondite le relazioni esistenti o rendetevi più
attraenti per eventuali amici.
2. Valutazione di chi produce esternalità positive: Se una persona temibile vive nel vostro
quartiere, la sua semplice esistenza è una incacia per aggressori e criminali; in tal caso voi
e la vostra famiglia godete di un beneficio: l’essere una preda più rara peri criminali, come
effetto della presenza di questa persona.
Alcuni individui forniscono vantaggi come effetti collaterali della loro esistenza o dei loro
comportamenti, senza compiere azioni intenzionali di altruismo. Chi. Produce molte
esternalità positive è più attraente come amico di chi ne produce poche,
indipendentemente dagli aiuti intenzionali.
3. Scelta di amici bravi a capirvi: Aiutare qualcuno è più facile se si è in grado di aprire cosa
gli passa per la mente e di anticipare le sue necessità.
Un amico che è in grado di sapere cosa pensate, credete, desiderate e considerate
importante può aiutarvi in modi vantaggiosi per voi, oltre che meno costosi per lui.
4. Scelta di amici che vi considerano insostituibili: Chi vi considera insostituibile punta di
più al vostro benessere di chi vi considera sacrificabile. Circondarsi di amici per cui siete
insostituibili dovrebbe procurarvi maggiori vantaggi.
Un sostegno specifico a questa strategia viene dalla ricerca condotta per verificare l’ipotesi
dell’alleanza, secondo cui la funzione chiave dell’amicizia è quella di costituire un gruppo di
sostegno che possa venire in aiuto in caso di conflitti sociali. Una persona deve sapere su
chi può contare quando la situazione si fa difficile.
Uno dei migliori indici in grado di prevedere chi considerate un amico è chi considera voi
come un amico, in altre parole chi vi considera insostituibile.
5. Scelta di amici che vogliono ciò che voi desiderate: Avere amici che stimano le stesse
cose che apprezzate voi ha una conseguenza molto positiva: dato che i vostri desideri
corrispondono, cambiando l’ambiente circostante per adattarlo ai loro desideri, lo
cambieranno nel modo che piace a voi.
Essendo amici sarete sempre insieme e questo vi darà dei vantaggi semplicemente perché
volete le stesse cose.

Per ottimizzare l’impiego dei limitati “spazi per gli amici” di cui disponiamo, la selezione dovrebbe
favorire meccanismi psicologici che permettono di valutare i vantaggi rivenienti da ciascun amico
sotto forma di benefici procuri intenzionalmente e di esternalità positive, oltre alla misura in cui
questi benefici sono insostituibili.
Il rischio principale dell’amicizia non è quello di essere imbrogliati, ma quello di non stringere
amicizie reciprocamente profonde e di essere circondati da falsi amici.
I meccanismi psicologici che si occupano dell’amicizia, dunque, dovrebbero fare attenZione ai
segnali di indebolimento dell’affetto da parte di un amico, agli indici che un’altra persona possa
essere più adatta per riempire limitati e preziosi spazi dedicati all’amicizia, e ai segnali su quanto
siete considerati insostituibili dai vostri amici.

Coinvolgimento profondo e scambio reciproco

Il mondo moderno è caratterizzato da interazioni sociali che richiedono lo scambio reciproco, MA


questi meccanismi solitamente non caratterizzano le vere amicizie; infatti l’attesa esplicita che
qualcuno in tuo restituisca il favore in come simili è indice di una relazione debole, che manca di
autentica fedeltà.
Le vere amicizie sono caratterizzate da una costellazione di emozioni e aspettative del tutto
diverse; traiamo piacere dalla compagnia dei nostri amici e siamo orgogliosi piuttosto che invidiosi
quando ottengono un successo, ci proponiamo di aiutarli nel momento del bisogno anche senza
nessuna aspettativa hehe i nostri sforzi negano ricambiati.

 Costi e benefici dell’amicizia

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In linea di principio gli amici possono fornire molti benefici collegati direttamente o
indirettamente ala riproduzione (es. ci offrono cibo e riparo, si prendono cura quando siamo
malati o ci ano conoscere possibili partner)
Nonostante i vantaggi potenziali, però, gli amici possono anche entrare in competizione con
noi e diventare nostri rivai, in genere questo non accade nella amicizie tra persone di sesso
diverso; questo tipo di amicizia, inoltre, offre il vantaggio del possibile accoppiamento.

Bleske e Buss hanno verificato diverse ipotesi riguardo a costi e benefici dell’amicizia,
raccogliendo due tipi di informazioni dai partecipanti:
o Le percezioni di quanto vantaggiose (o costose) sarebbero le manifestazioni di
amicizia ricevute da un amico
o I resoconti di quanto spesso avevano ricevuto questi vantaggi (o costi dai loro
amici)

 La prima ipotesi era che per gli uomini una funzione dell’amicizia con individui del sesso
opposto sia l’accesso sessuale a breve termine. Questa ipotesi deriva dalla logica della
teoria dell’investimento parentale.
Le evidenze avvalorano la tesi che gli uomini più delle donne considerino l’accesso
sessuale come un vantaggi potenziale dell’amicizia con l’altro sesso.

 La seconda ipotesi era che per le donne, più che per gli uomini, l’amicizia con l’altro sesso
fornisca protezione.
Bleske e Buss hanno avanzato l’ipotesi che le donne abbiano evoluto una preferenza per
gli uomini che possono e vogliono offrire loro risorse e protezione.

 Una terza ipotesi era che le amicizie tra sessi diversi forniscano informazioni relative al
sesso opposto; dato che gli amici dell’altro sesso potrebbero avere più informazioni sul loro
stesso genere, uomini e donne dovrebbero percepire ciò che un vantaggio di questo tipo di
amicizia.

 Una quarta ipotesi era che gli uomini e le donne percepiscano la rivalità intrasessuale
(=concorrenza con altre persone dello stesso sesso) come potenziale costo dell’amicizia
tra membri dello stesso sesso. Gli amici dello stesso sesso hanno maggiori probabilità di
avere interessi, personalità e livelli di attrazione analoghi rispetto a due individui presi a
caso —> Di conseguenza, amici dello stesso sesso potrebbero trovarsi in competizione
per un partner. In conclusione, i risultati suggeriscono che a volte le amicizie dello stesso
sesso, specialmente tra uomini, sono caratterizzate da rivalità sessuale e che essa è
percepita come un costo di tali relazioni.

Donne e uomini differiscono anche nella psicologia dell’amicizia tra individui dello stesso sesso.
o Le amicizie tra donne tendono ad essere più intime di quelle tra uomini, le donne hanno
una maggiore tendenza a intraprendere “relazioni di sostegno” (per esempio, trascorrendo
più tempo a parlare al telefono)
o Gli uomini preferiscono avere un maggior numero di amicizie meno intime, passano meno
tempo a coltivarle e non condividono altrettante informazioni personali.

Questi dati suggeriscono che vi sono differenze di genere nelle funzioni dell’amicizia dipendenti
dall’evoluzione.
Vigil ha avanzato l’ipotesi che, poiché spesso storicamente le donne hanno avuto rapporti di
riproduzione al di fuori del gruppo, avevano il problema adattativo di dover contare molto su
donne che non erano loro parenti.
Le amicizie di grande intimità possono averle aiutate a realizzare un ambiente sociale più
sicuro per sé e i figli, anche in assenza di parenti; al contrario, gli uomini tendono a impiegare
le amicizie per raggiungere scopi comuni n ambienti come caccia, difesa e coalizioni di guerra.

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 Coalizioni di cooperazione
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Gli esseri umani a volte formano coalizioni di cooperazione, vale a dire alleanze tra più di
due individui che tramite un’azione collettiva raggiungono un particolare scopo.
È ragionevole ipotizzare che gli esseri umani abbiano evoluto meccanismi psicologici
specializzati volti alla promozione delle coalizioni di cooperazione.

Le alleanze devono fronteggiare due seri problemi per poter emergere:


o Le defezioni (il venir meno a un impegno) che mettono a rischio il successo della
coalizione, e chi fa troppo spesso ricorso a queste scuse, è accusato di codardia.
o Gli opportunisti, individui che si avvantaggiano dei benefici della coalizione ma non danno
il proprio contributo per il suo successo, anche se sarebbero in grado di farlo.

I problemi di defezioni e opportunisti sono cosi seri che molte analisi della teoria dei giochi in
biologia ed economia mostrano che le coalizioni di cooperazione possono collassare per
effetto di queste variabili.
Spesso la erezione diventa una strategia evolutivamente stabile, cioè un comportamento che,
una volta divenuto predominante all’interno di una popolazione, non può essere violato o
sostituito da un’altra strategia.
 Affinché le coalizioni di cooperazione evolvano, dunque, questi due problemi devono
essere risolti.
Tali coalizioni si possono evolvere, in linea di principio, se gli opportunisti vengono
puniti; gli esperimenti hanno mostrato che si ottengono livelli io elevati di cooperazione
quando sono presenti sistemi per punire gli opportunisti attraverso l’imposizioni di costi
a coloro che non contribuiscono per la loro parte.
Ma chi si accollerà i costi della somministrazione della punizione?
Poiché i membri della coalizione che puniscono gli opportunisti incorrono in un costo
personale rispetto a chi si rifiuterà di farlo, ci dovrà essere anche un modo per castigare
chi si rifiuta di punire gli opportunisti.
Evidenze numerose indicano che gli esseri umani possiedono adattamenti per punire
gli opportunisti nel contesto delle coalizioni di cooperazione.

Tale attitudine potrebbe agire per lo meno in due modi motivando l'individuo a castigare gli
opportunisti e incoraggiando anche gli altri membri del gruppo alla punizione.
L'inclinazione alla punizione potrebbe avere due funzioni distinte:
 aumentare la probabilità di partecipazione di un membro riluttante del gruppo
 danneggiare la fitness dell'opportunista rispetto a chi partecipa pienamente alla coalizione
di cooperazione.

o Studi crossculturali, avvalorano l’ipotesi che l’inclinazione alla punizione sia un tratto
universale negli esseri umani.
o Durante la punizione di chi non coopera c’è una particolare attivazione della regione
cerebrale dello striato dorsale, un’area collegata con la ricompensa e l’anticipazione della
soddisfazione = da ciò si deduce che le persone provano piacere a punire chi non
coopera.

Nonostante le crescenti evidenze a favore dell'evoluzione di un meccanismo psicologico che


spinge a punire, resta il problema che chi castiga gli opportunisti incorrere in un costo.
Infatti per punire qualcuno si impiegano tempo, energia e fatica, e si rischiano rappresaglie da
parte di coloro che vengono puniti.
In questo senso punire gli altri potrebbe essere un atto altruistico, che fornisce un beneficio
all'intero gruppo a un costo per l’agente.

Come potrebbe evolvere o emergere la un’azione altruistica?

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Sono state proposte due spiegazioni alternative:
1. Selezione culturale di gruppo = un processo attraverso il quale alcune idee, credenze o
valori trasmessi culturalmente si diffondono a causa dei vantaggi competitivi forniti ai gruppi
sociali che li possiedono. Se i gruppi entrano in competizione tra loro e quelli di maggior
successo impongono norme di altruismo a favore del gruppo, allora la selezione culturale
favorisce i gruppi con le norme più efficaci. Attraverso l’imitazione o la trasmissione sociale
i gruppi di minor successo possono acquisire le norme sociali dei gruppi di maggior
successo.
La punizione altruistica che è vantaggiosa per il gruppo, talvolta chiamata “reciprocità
forte”, potrebbe diffondersi in questo modo.

2. Coloro che attuano le punizioni altruistiche ricevono benefici alla reputazione grazie alla
loro condotta.
La reputazione di essere una persona che punisce chi non coopera può arrecare vantaggi
a chi punisce
A. se gli altri riducono la probabilità di imbrogliare una volta conosciuti i punitori altruistici
(forse per la paura di essere a loro volta castigati).
B. se coloro che attuano punizioni altruistiche vengono percepiti come più fidati e di
conseguenza sono maggiormente ricercati nelle relazioni di cooperazione rispetto a chi
non pulisce gli opportunisti.

o L’inclinazione a punire e a respingere chi non coopera potrebbero essere strategie


comportamentali evolutesi come conseguenza di benefici per la reputazione e di costi
risparmiati
o Le coalizioni di cooperazione non possono emergere a meno che gli individui coinvolti non
siano in grado di risolvere alcuni problemi adattativi tar cui:
1. Coordinare verso un obiettivo comune individui con interessi parzialmente divergenti
2. Imporre obblighi di gruppo ai membri
3. Punire gli opportunisti che causano lo sfaldamento del gruppo.

È chiaro che gli esseri umani hanno evoluto soluzioni ai problemi adattativi delle alleanze dato che
in tutto il mondo si formano coalizioni di cooperazione come bande, club, associazioni, fazioni,
partiti politici, gruppi di caccia, sette religiose e coalizioni belliche.
persone sono gratificate dalla appartenenza ad un gruppo e provano un intenso dolore
psicologico alla minaccia di essere esclusi dall'alleanza di valore.
Vengono utilizzate tattiche di persuasione per indurre gli individui ad allinearsi agli obiettivi del
gruppo.

AGGRESSIVITÀ E GUERRA (CAP.9)

Alcuni comportamenti di scimpanzé indussero i ricercatori a mettere in dubbio la vecchia ipotesi


secondo cui, diversamente dagli esseri umani, che sono capaci di uccidere i propri simili, gli altri
primati siano pacifici e vivano in armonia.
Gli scimpanzé non rappresentavano lo stato di “un’esistenza arcadica di innocenza primordiale”, al
contrario, i ricercatori conclusero che “la violenza maschile che permea e minaccia la comunità di
scimpanzé è talmente estrema che essere nel posto sbagliato per il gruppo sbagliato può
significare la morte”.

Le evidenze di aggressività tra gli scimpanzé, da sole, potrebbero non dare alcuna spiegazione
sull’aggressività negli esseri umani.
Wrangham e Peterson, hanno fatto un’importante osservazione = degli oltre 10 milioni di specie
animali esistenti, solo due specie, scimpanzé ed esseri umani, sono state osservate in coalizioni

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organizzate e coordinate da maschi che facevano incursioni nei territori vicini e che avevano come
effetto attacchi mortali ai danni di membri della loro stessa specie.

Esseri umani e scimpanzé formano alleanze con finalità aggressive tra maschi e si sostengono a
vicenda; la storia umana è costellata di rivalità.

Aggressività come soluzione a problemi adattativi


—————————————————————————-—————
La prospettiva evoluzionistica ha portato diverse ipotesi sull’origine dell’aggressività.

o Appropriarsi delle risorse altrui

Gli esseri umani, forse più altre specie, fanno scorte di risorse importanti per la sopravvivenza e la
riproduzione, come terreno fertile, accesso ad acqua, cibo, strumenti e armi.
Si possono utilizzare diversi mezzi per ottenere risorse di valore posseduti da altri, per esempio ci
si può dedicare allo scambio sociale, al furto o alla frode, oppure si può impiegare l'aggressività
individuale o di gruppo.
A livello individuale, una persona può utilizzare la propria forza fisica per sottrarre risorse agli altri.
Tra ragazzi, l’aggressione riguarda in genere risorse come giochi e territorio, mentre nel caso degli
adulti, si organizzano rapine e pestaggi per ottenere a forza denaro o altri beni.
 La minaccia di aggressione in alcuni può essere sufficiente ad assicurarsi le risorse
altrui; spesso sono gli uomini a unirsi per appropriarsi con la forza delle risorse altrui.

Nel corso della storia umana, la guerra è servita per ottenere territori posseduti da altri e il bottino
andava a chi vinceva. Dunque, un'ipotesi evoluzionistica è che l'aggressività è utile per
appropriarsi di risorse rilevanti per la riproduzione.

 Difesa dell’attacco
La presenza di conspecifici ostili pone seri problemi adattativi alle potenziali vittime, che
possono perdere importanti risorse per mano dei repressori, restare feriti o morire,
limitando la sopravvivenza e la
riproduzione.
Difendersi contro gli attacchi può servire anche a prevenire possibili danni al coniuge, ai figli o al
resto della famiglia.
Le vittime delle aggressioni possono inoltre venire sminuite in termini di status e reputazione.
Perdere la faccia o l'onore a causa delle aggressioni a cui non si è reagito può portare a ulteriori
abusi, perché altre persone potrebbero scegliere come vittima chi è facilmente sfruttabile o non è
molto intenzionato a difendersi.
L'aggressività può dunque essere utilizzata per difendersi da attacchi o per prevenire la sottrazione
forzata di risorse.
Può anche essere impiegata per conseguire una reputazione che serva da deterrente a possibili
aggressori, e per prevenire le perdite di status e onore conseguenti all'essere vittima senza
rivalersi.

 Rivalità intrasessuale
Anche i rivali dello stesso sesso che competono per le medesime risorse, come l'accesso ai
membri del sesso opposto, costituiscono un problema adattativo.
L'aggressività, che mira a infliggere dei costi ai rivali, può andare dall'affronto verbale alla violenza
fisica e all'uccisione.

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Sia gli uomini che le donne denigrano i rivali dello stesso sesso mettendo in discussione status e
reputazione per renderli meno desiderabili come partner agli occhi dei membri dell'altro sesso; MA,
nel caso degli uomini, sono relativamente frequenti le uccisioni dei rivali dello stesso sesso (es.
risse da bar che possono degenerare in omicidio).
Poiché l'evoluzione opera sulla base delle differenze tra individui, un costo inflitto al
rivale può tramutarsi in un vantaggio per chi l’ha provocato.

 Aggressività, status e gerarchie di potere


È stato ipotizzato che l'aggressività serve ad aumentare lo status o il potere di un individuo
all'interno delle gerarchie sociali esistenti.
Gli uomini che in guerra si espongono al pericolo per uccidere i nemici sono considerati coraggiosi
e valorosi, e dalla loro condotta ricavano un miglioramento di status all'interno del gruppo.
L'ipotesi che l'aggressività a volte abbia una funzione adattativa per il miglioramento della
posizione sociale non implica che questa strategia sia efficace in tutti i gruppi = All'interno di molti
gruppi aggredire può provocare un peggioramento dello status (es. se un professore colpisse un
collega otterrebbe un peggioramento della sua posizione)
 Se l'aggressività serve a migliorare la posizione nelle gerarchie di gruppo, è necessario
che esistono meccanismi psicologici evoluti sensibili ai contesti in cui l’aggressione è
una strategia vincente.

Deterrente per future aggressioni = Essere aggressivi e farsi una reputazione di persona
aggressiva può servire come deterrente per aggressioni e tentativi di sottrazione delle risorse
legate a sopravvivenza e riproduzione. La maggior parte delle persone ci penserebbe due volte
prima di rubare qualcosa a un killer mafioso, di litigare con un pugile o di fare la corte alla ragazza
del capo di una banda di criminali.

Deterrente per l’infedeltà sessuale = Aggredire e minacciare potrebbero anche servire come
deterrente per l'infedeltà di partner a lungo termine.
Parecchie evidenze empiriche suggeriscono che la gelosia maschile sia la causa principale della
violenza tra coniugi; ricerche svolte sui centri che si occupano delle vittime di violenza domestica,
documentano che nella maggior parte dei casi le donne citano la gelosia estrema del compagno
come fattore cruciale delle percosse.
Per quanto possa essere ripugnante, alcuni uomini picchiano le compagne per dissuaderla dal
frequentare altri uomini.

Perché gli uomini sono più violenti delle donne?


————-———————————————————————

In tutte le culture gli uomini sono autori degli omicidi con frequenza molto maggiore delle donne, e
le loro vittime sono di preferenza altri uomini. Per essere accettabile, una teoria dell'aggressività
deve spiegare la maggiore tendenza maschile alla violenza e perché altri uomini costituiscono la
maggioranza delle vittime.
 Il modello evoluzionistico della competizione intrasessuale fornisce le basi di questa
spiegazione partendo dalle teorie della selezione sessuale e dell’investimento
parentale.

Nelle specie in cui le femmine investono sui figli molto più dei maschi, esse costituiscono una
significativa risorse limitante che vincola la riproduzione maschile. La differenza di genere
dell'investimento parentale minimo obbligatorio significa che i maschi hanno la possibilità di
generare molti più figli delle femmine —> Ciò porta alla diversa varianza del successo riproduttivo
dei due sessi.
Maggiore è la varianza della riproduzione e più la selezione favorisce le strategie rischiose per il
genere con la varianza più elevata.

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Con la poliginia alcuni maschi realizzano più copule di quelle che spetterebbero loro, mentre altri
maschi sono esclusi del tutto e non forniscono alcun contributo genico alla composizione delle
future generazioni = questo determina una forte competizione all'interno del sesso che
rappresenta la maggiore varianza riproduttiva.
 La poliginia comporta una selezione per le strategie rischiose, incluse quelle che
portano a lotte violente tra rivali e a un aumento della propensione al rischio
nell’acquisizione delle risorse necessarie per attirare i membri del sesso che investe di
più nella prole.

La violenza può verificarsi sia al vertice che alla base della gerarchia. Se ce lo stesso numero di
maschi e femmine, per ogni uomo che monopolizza due donne un altro resta senza compagna.
Per gli individui che rischiano il fallimento riproduttivo adottare una strategia aggressiva potrebbe
rappresentare un'ultima risorsa.

L’aggressività maschile può dunque avere finalità diverse:


1) Per ottenere l’accesso a più femmine.
2) Per evitare il fallimento riproduttivo completo.

o Anche le donne Fano ricorso all’aggressione e le loro vittime solitamente sono membri
dello stesso sesso, le donne tramite l’aggressione verbale, denigrano le rivali, sminuendole
e mettendone in discussione l’aspetto fisico, e dunque il valore come partner.
Le forme messe in atto dalle donne dunque sono meno rischiose di quelle praticate dagli
uomini, come ci si attende sulla base delle teorie di investimento parentale e selezione
sessuale.
Inoltre, la selezione potrebbe operare contro le donne che corrono rischi elevati collegati
all’aggressività poiché devono attribuire un valore più elevato ala propria vita rispetto a
quanto facciano gli uomini, dato che i fili dipendono dalle cure materne più che da quelle
paterne.

Evidenze dei diversi modelli di aggressività


——————————————————————————-
 Differenze di genere nell’aggressività
——————————————————
In questo paragrafo analizzeremo alcune differenze di genere nell’aggressività
utilizzando meta-analisi, statistiche sugli omicidi e studi sul bullismo a scuola.

1. META-ANALISI

La psicologa Janet Hyde ha condotto una meta-analisi degli studi sull’ampiezza delle
differenze sessuali in varie forme di aggressività.
o Differenza di 0.80 (grande)
o Differenza di 0.50 (media)
o Differenza di 0.20 (piccola)

Ecco i dati delle differenze ottenute per varie forme di aggressività:


Fantasie aggressive (0.84), aggressività fisica (0.60), aggressività per imitazione (0.49) e
inclinazione a colpire gli altri in un settimo sperimentale (0.39)
o I maschi avevano punteggi di aggressività maggiori per tutte le variabili; non sono
invece emerse differenze nei punteggi sulla scala dell’ostilità (0.2)

I risultati delle meta-analisi e dati più recenti confermano la previsione dell'analisi sull'aggressività
che abbiamo trattato: gli uomini impiegano l'aggressività più delle donne in diverse forme, e
l'ampiezza dell'effetto tende a essere da media a grande.

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2. STATISTICHE SUGLI OMICIDI

Gli omicidi sono eventi statisticamente rari, ma permettono di verificare gli andamenti
dell’aggressività.
Daly e Wilson hanno stilato una statistica degli omicidi tra persone dello stesso sesso
servendosi di 35 diversi studi che rappresentano un’ampia fascia di culture.
In ciascuna delle culture da cui sono stati presi i dati, il tasso con cui gli uomini uccidevano
le donne era moto superiore a quello con cui le donne uccidevano altre donne.

 Daly e Wilson hanno quindi concluso che “non ci sono prove del fatto che le donne in
qualsiasi società si avvicino al livello de conflitto violento prevalente tra gli uomini della
stessa società”

3. BULLISMO A SCUOLA

Differenze di genere simili a quelle osservate per l’omicidio si presentano anche in forme
meno estere di aggressività, come il bullismo tra ragazzi delle scuole medie e superiori.
Ah ad e Smith attraverso un questionario anonimo, hanno chiesto a ciascuno studente
quante volte fosse stata vittima di bullismo, quante volte si fosse unto ad altri in atti di
bullismo e di quali particolari forme di bullismo si trattasse.
Per tutte le variabili sono state osservare differenze di genere significative, che tuttavia,
sottostimano l’incidenza delle aggressioni violente.
L’esame delle tipologie di bullismo adottate ha permesso di evidenziare maggiori differenze
legate al sesso.
Nel campione dei ragazzi più grandi, la percentuale di maschi che erano state vittime di
azioni violente e di furti era più alta rispetto alle femmine; Nel caso degli insulti però, le
ragazze avevano punteggi più elevati dei maschi —> Il contenuto delle forme verbali di
aggressività è significativo —> Questo comportamento era comune tra le ragazze del
gruppo più maturo ma non per quelli più giovani, un dato che si accorda con l'aumento
della competizione intrasessuale per la ricerca di partner durante l'adolescenza; Analoghe
differenze sono state osservate in altre culture.

Gli studi sul bullismo confermano dunque la previsione che ci sia una differenza di genere
nell’utilizzo di forme di aggressività violente e rischiose. I maschi adottano tale forma di
aggressività con maggiore frequenza rispetto le femmine. Quando le donne attaccano, dato
che anche loro praticano comportamenti di questo tipo, tendono a servirsi di metodi meno
violenti come la denigrazione verbale delle rivali.

 Contesti di aggressività tra maschi


—————————————————
L'omicidio è la manifestazione di aggressività più estrema. Le statistiche sugli
omicidi nel mondo rivelano che la maggioranza delle persone che uccidono e che
vengono uccise sono di sesso maschile. Esistono diversi contesti tipici degli omicidi
tra uomini.

1. STATUS CONIUGALE E LAVORATIVO

Gli assassini e le loro vittime spesso condividono tratti caratteristici, come non
avere un lavoro e (forse, come condizione correlata alla disoccupazione) non
essere sposati.
La mancanza di risorse e l’incapacità di attirare partner a lungo termine
sembrano essere situazioni sociali collegate agli omicidi tra maschi.

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2. POSIZIONE SOCIAE E REPUTAZIONE

La difesa di posizione sociale, reputazione e onore nel gruppo dei pari è uno dei
motivi cruciali degli omicidi tra i maschi della nostra specie.
Le persone coinvolte in un litigio, a volte incapaci di fare un passo indietro e
avendo paura di essere umiliate agli occhi dei propri pari, possono infine
estrarre un’arma.
o Gli esseri umani si sono evoluti in piccoli gruppi in cui status e reputazione erano cruciali
per garantire l'accesso di un uomo alle risorse rilevanti per la riproduzione.
Ci sono forti evidenze del fatto che gli uomini vittime di aggressioni da parte di altri uomini
durante le scuole medie e superiori, eventi che in genere comportano una perdita di status,
abbiano un numero significativamente più ridotto di partner all'inizio dell'università.

o Lo psicologo evoluzionista Franck McAndrew ha spiegato che queste minacce allo status
provocano una risposta biologica caratterizzata dall’innalzamento dei livelli di testosterone;
in questo modo vi è una facilitazione della risposta aggressiva, se è richiesta o almeno
consentita dalla situazione.

3. GELOSIA E RIVALITÀ INTRASESSUALE

A gelosia è un altro elemento cruciale per scatenare aggressioni e omicidi tra


individui dello stesso sesso, soprattutto tra gli uomini.
Rivalità e competizione per le donne possono scatenare comportamenti
aggressivi anche senza esiti mortali.
In uno studio sulle tattiche impiegate per conservare il partner e tenere lontani i
rivali, per esempio, rispetto alle donne gli uomini intraprendevano più liti con i
rivali che mostravano un interesse per il partner e minacciavano i rivali che si
avvicinavano.
Dunque, l'aggressività maschile nei confronti dei rivali è evidente nel contesto
specifico relativo al problema adattativo della conservazione del partner.

 Contesti di aggressività tra donne


——————————————————

Se definiamo l'aggressività come possibilità di infliggere dei costi a qualcun


altro, anche nelle donne tale comportamento può essere alquanto efficace.
Come ha notato la psicologa evoluzionista Joyce Benenson: “ Le donne devono
competere non solo per iniziare un legame a lungo termine con un maschio di
status elevato ma anche per mantenere la fedeltà del partner. Devono
allontanare le rivali interessate alle risorse e la protezione fornita da loro
partner.”

 Le donne tendono a utilizzare l'esclusione sociale come strategia principale per


liberarsi delle rivali. Spesso il loro intento è reso efficace dal aggressività verbale.
 In uno studio sulla denigrazione dei rivali, le donne mettevano in atto la stessa quantità
di aggressività verbale degli uomini anche se il contenuto era diverso. Per esempio, le
donne più degli uomini screditavano le rivali per l'aspetto fisico e la promiscuità
sessuale.
È importante notare che questi commenti influenzano le valutazioni maschili su un’auto
la vittima era attraete, ed erano efficaci soprattutto se a pronunciarli era una donna
attraente.
 Inoltre, la tattica di denigrazione dipendeva dal contesto: quando un uomo cercava una
compagna a breve termine, denigrare una rivale per la sua promiscuità non aveva efficacia,
presumibilmente perché gli uomini sono relativamente indifferenti a questa caratteristica.

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Ma quando l’uomo cercava una compagna a lungo termine, questa tattica era molto
efficace, perché gli uomini considerano la fedeltà sessuale molto importante in una partner
a lungo termine.

 Le donne screditano le loro rivali come spesso accade tra maschi in competizione tra loro.

 Contesti di aggressività maschile nei confronti delle donne


————————————————————————————-
Gran parte della violenza a sfondo non sessuale che gli uomini commettono nei confronti delle
donne è diretta verso mogli, compagne o fidanzate, e la gelosia sembra essere la maggiore causa
scatenante.
Nella maggioranza di un centinaio di casi di violenza coniugale indagati, i mariti
hanno riferito di essere frustrati per la propria incapacità di controllare le mogli;
inoltre, le accuse di infedeltà erano la lamentela più comune.
La gelosia è un contesto cruciale degli omicidi tra coniugi e la causa più comune
di assassinii nelle diverse culture.
In genere, gli uomini che uccidono la moglie o una compagna agiscono
all'interno di due contesti:
o il sospetto o la certezza di infedeltà coniugale, mette l'uomo a rischio di investire le
proprie risorse limitate in prole che non è geneticamente imparentata con lui.
o la volontà della donna di troncare la relazione, rappresenta la perdita di una donna
produttivamente valida a vantaggio di un rivale e una perdita diretta in termini di fitness.

Ciò che in genere caratterizza le donne vittime è l’età: mogli e fidanzate giovani hanno una
probabilità molto più elevata di essere uccise. Poiché la giovane età è un indice importante del
valore produttivo di una donna, la gelosia del partner si indirizzerà principalmente nei confronti
delle donne giovani.
Inoltre è probabile che le giovani siano oggetto di desiderio da parte di altri uomini, perciò la
gelosia maschile potrebbe essere scatenata più facilmente dai rivali interessati a queste donne

 Contesti di aggressività femminile nei confronti degli uomini


—————————————————————————————
A prima vista sembra che le donne aggrediscano raramente gli uomini con violenza. Tuttavia nelle
indagini sull'abuso tra coniugi comportamenti come schiaffi, sputi, percosse e insulti ricorrono
all'incirca con la stessa frequenza nei due sessi.

1. DIFESA DELL’ATTACCO

L'aggressività estrema come l'omicidio del coniuge è perpetrata meno frequentemente dalle donne
che dagli uomini, ma si verifica.
I contesti in cui si realizzano sono quasi sempre collegati a uno di questi due fattori:
o la donna si difende da un marito in collera per l'infedeltà reale o presunta.
o la donna non vede vie d'uscita al controllo coercitivo del marito, dopo una lunga storia di
abusi fisici.
La gelosia maschile sembra dunque essere alla base dell'uccisione del marito da parte della
donna, oltre che nei casi più comuni di assassinio della moglie da parte del marito.

GUERRA

Gli episodi storici di cui abbiamo notizia rivelano che le alleanze di guerra tra maschi sono presenti
dappertutto. La guerra è una attività praticata esclusivamente dagli uomini. Le vittime designate più
frequentemente sono altri uomini, sebbene spesso anche le donne vengono colpite.
Ci sono pochi conflitti avviati con il solo intento dichiarato di conquistare donne, ma l'aumento dei
rapporti sessuali è considerato quasi sempre un auspicabile vantaggio della vittoria sul nemico.

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 PSICOLOGIA EVOLUZIONISTICA DELLA GUERRA

In una brillante analisi della logica sottostante la guerra, Tooby e Cosmides pongono l'attenzione
su un fatto molto spesso trascurato: un conflitto bellico è un'impresa estremamente collaborativa.
Infatti, da entrambe le parti gli uomini devono riunirsi e agire come un'unità di cooperazione.
L'evoluzione dei meccanismi legati alla guerra ha dovuto superare un altro importante ostacolo:
per chi prende parte in conflitto i vantaggi, in termini di fitness, devono superare il rischio di eventi
disastrosi come restare feriti o morire.
La guerra è un'impresa molto costosa per tutte le persone coinvolte.

Dunque, come potrebbe l’evoluzione aver selezionato meccanismi psicologici che


predispongono gli uomini a correre tali rischi?

La teoria evoluzionistica proposta da Tooby e Cosmides indica 4 condizioni essenziali per


l’evoluzione di un adattamento alla guerra:

o Nel corso dell’evoluzione, il guadagno medio a lungo termine rispetto alle risorse
riproduttive deve essere sufficientemente ampio da superare i costi riproduttivi
dell’intraprendere la guerra.
Che tipo di risorse produttive potrebbero essere sufficientemente ampie? Un aumento
dell’accesso sessuale alle femmine è il candidato più probabile, essendo la risorsa che
impone il maggior limite alla riproduzione maschile.

o I membri della coalizione devono credere che il loro gruppo risulterà vittorioso.
Ciò non significa semplicemente credere che la propria coalizione vincerà il combattimento,
ma anche che le risorse collettive della coalizione saranno maggiori dopo un conflitto.

o I rischi assunti da ciascun membro e l’importanza del contributo di ciascuno al


successo si devono tradurre in corrispondenti vantaggi suddividi.
Si tratta di una varante del criterio di individuazione dell’imbroglio e per l’evoluzione della
cooperazione.
Gli uomini che non si assumono i rischi del combattimento devono essere esclusi dalla
spartizione del bottino dopo la vittoria, mentre quelli che rischino di più, come fanno a volte
i comandanti in battaglia, ottengono una parte più ampia di risorse ottenute con la guerra.

o Chi combatte non deve sapere chi vivrà o morirà.


Se prima della battaglia sapete già che morirete, non avrete niente da guadagnare a
entrare in guerra. La selezione opererebbe con forza contro qualsiasi propensione
psicologica ad andare a combattere quando la morte è certa; MA se il rischio è condiviso e
nessuno sa con certezza chi vivrà e chi morirà, la selezione potrebbe favorire una
propensione psicologica alle alleanze di guerra.

Tali condizioni, chiamate "il contratto di rischio della guerra", portano ad alcune sorprendenti
previsioni: la più importante riguarda gli effetti del grado di mortalità sulle pressioni
evoluzionistiche e dei meccanismi psicologici atti a spingere gli uomini al conflitto. Ricorderete
infatti che la selezione naturale opera sui geni che in media portano conseguenze riproduttive nei
tempi su cui opera l'evoluzione.
Poiché opera sulla media degli effetti riproduttivi tra gli individui, la selezione può favorire i
meccanismi psicologici che portano gli uomini in guerra, anche se quei meccanismi espongono a
qualche rischio di morte.

Questa teoria evoluzionistica della guerra porta ad alcune previsioni specifiche:

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1. Gli uomini, ma non le donne, evolveranno meccanismi messi a punto per le coalizioni di
guerra.
2. L’accesso sessuale alle donne sarà il vantaggio principale che gli uomini ottengono dalle
coalizioni tra maschi.
3. Gli uomini dovrebbero aver evoluto meccanismi psicologici che li portano ad avere paura e
a ritirarsi dalle coalizioni, quando la mote appare incombente se si resta.
4. Gli uomini dovrebbero andare con più facilità in guerra quando le probabilità di successo
appaiono i elevate, per esempio, quando il numero di uomini della loro coalizione eccede di
molto quello del nemico.
5. Gli uomini dovrebbero aver voluto meccanismi psicologici messi a punto per imporre
l’applicazione del contratto d rischio, cioè per individuare e punire chi imbroglia, tradisce e
si tira indietro.
6. Gli uomini dovrebbero aver evoluto meccanismi psicologici atti a individuare, preferire e
includere nella coalizione chi vuole ed è in grado di contribuire al suo successo.

 La guerra è una faccenda da uomini


Il fatto che gli uomini si allibò con l’obiettivo di uccidere individui di altre coalizioni è un
dato crossculturale; al contrario non è stato riscontrato in nessuna cultura che le donne
si alleino con l’intento di uccidere altri esseri umani.
Queste considerazioni sono compatibili con la teoria dell’evoluzione della guerra di
Tooby e Cosmides e mettono in dubbio teorie alternative come quella che la guerra sia
una costruzione sociale arbitraria.

o Il rompicapo del terrorismo suicida

La gran parte degli studiosi interessati si terroristi suicidi, sostiene che questi individui, per
lo più uomini, siano probabilmente manipolati o sfruttati da altri; I terroristi suicidi sono
spesso reclutati tra uomini con prospettive scarse di relazioni sessuali.
Queste persone sono manipolavate grazie alla psicologia delle relazioni di parentela, per
esempio, chiamando “fratelli” il gruppo dei pari, anche in assenza di effettive relazioni di
parentela.
Come conseguenza del loro suicidio “eroico”, volto all’uccisione di persone considerate
nemiche, sono promessi una ricompensa economica e un miglioramento della reputazione
dei parenti.
Queste manipolazioni della psicologia maschile sembrano essere necessarie per superare
la naturale tendenza umana a mantenersi in vita e a non uccidersi per il bene del gruppo.
Il terrorismo suicida sembra essere un sottoprodotto di adattamenti che sono sfruttati e
manipolati da leader religiosi, dal gruppo dei padri e a volte dai familiari.

GLI ESSERI UMANI HANNO EVOLUTO MECCANISMI PER L’OMICIDIO?

Per ogni omicidio commesso, ci sono decine o centinaia di pensieri o fantasie che gli individui
fanno sulla possibilità di uccidere.
I pensieri relativi all’omicidio sono abbastanza frequenti da permettere di indagarne la psicologia.

Gli psicologi evoluzionisti Kenrick e Sheets hanno utilizzato questo approccio per condurre studi su
un totale di 760 studenti universitari: i partecipanti dovevano inserire informazioni demografiche
(età e sesso) e descrivere l’ultima volta che avevano pensato di uccidere qualcuno.
Chiedevano notizia sulle circostanze che avevano scatenato i pensieri violenti e sul contenuto di
tali pensieri.
Per gran parte delle donne i pensieri omicidi avevano una durata tipica di pochi secondi, mentre
per tre metà degli uomini duravano alcuni minuti e per il 18% alcune ore o più a lungo (maggiore
inclinazione maschile verso l’omicidio)

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In che modo si spiegano questi dati nella prospettiva evoluzionistica?

2 differenti possibilità:

1. Ipotesi dell’incidente:

Secondo tale ipotesi, i maschi hanno evoluto una propensione psicologica per la violenza
come mezzo di controllo coercitivo e per eliminare le fonti di conflitto.
Tale inclinazione ha come esiti comportamentali tipici le minacce di violenza o la violenza
non letale.
!! A volte però, la violenza sfocia accidentalmente nell’omicidio.

2. Teoria dell’omicidio come adattamento

Secondo questa teoria, gli esseri umani hanno evoluto meccanismi psicologici specifici che
li predispongono a uccidere gli altri in determinate circostanze prevedibili, come la guerra,
rivalità intrasessuale, infedeltà o allontanamento del coniuge.
Le fantasie omicide sarebbero una componente di meccanismi evoluti per l’omicidio è
permettono di subire e attuare mentalmente uno scenario omicida in modo da valutare costi
e benefici di vari esiti e scenari, e poi scegliere di uccidere quando i benefici sono superiori
ai costi.
Nella gran parte delle circostanze i costi sono troppo elevati: in tutte le4 società si rischia di
dover affrontare l’ira dei parenti delle vittime e la punizione del gruppo; tali costi in molti casi
costituiscono un deterrente.
Poiché lSecondo la teoria dell’omicidio come adattamento, l’evoluzione di una serie di
adattamenti per l’omicidio è stata la soluzione dipendente dal contesto per un insieme di
problemi adattativi tra cui proteggere se stessi e a prole da lesioni o morte, accedere a
risorse necessarie per sopravvivere e riprodursi, eliminare rivai pericoli per sé o per i propri
figli e privare i rivali dell’accesso a partner di valore.

Poiché essere uccisi è un sito elevatissimo per la vittima, la selezione ha plasmato


meccanismi di difesa che servono per prevenire la morte violenta e infliggere costi a coloro
che tentano di ucciderci (continuo susseguirsi di mosse e contromosse tattiche di attacco,
difesa e contrattacco a livello evoluzionistico)

o Frequenza di fantasie omicide, prevedibilità delle circostanze che le scatenano, presenza di


differenze di genere e premeditazione di molti omicidi sembrano dare credito a quest’ultima
teoria ma non si accorano con ‘ipotesi dell’incidente,
La ricerca dovrà chiarire se gli esseri umani hanno davvero evoluto adattamenti specifici
per l’omicidio.

VERSO UNA PSICOLOGIA EVOLUZIONISTICA UNIFICATA


(CAP.12)

Poiché l’evoluzione attraverso la selezione è l’unico processo noto capace di produrre un


complesso progetto biologico funzionale, la Psicologia Evoluzionistica si presenta come l’unica
metateoria che permette di unificare diverse discipline (psicologia clinica, sociale, cognitiva, dello
sviluppo, della personalità) mediante una comprensione unificata dei meccanismi mentali umani.

Psicologia cognitiva evoluzionistica


——————————————————————

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Tutti i meccanismi psicologici richiedono la presenza di sistemi di elaborazione dell’informazione
adeguati alla soluzione di problemi adattativi; poiché molti dei problemi adattativi sono
intrinsecamente sociali, la Psicologia cognitiva deve occuparsi di come elaboriamo l’informazione
relativa alle altre persone.

L’intero sistema cognitivo (secondo la psico ev) è un complesso insieme di sistemi di elaborazione
dell’informazione specializzati per risolvere specifiche classi di problemi adattativi.

o La psicologia cognitiva tradizionale si basa su diverse assunzioni messe in dubbio dalla


psicologia evoluzionistica:
1. Gli psicologi cognitivisti tradizionali tendono ad assumere
che l’architettura cognitiva sia orientata alla soluzione
di processi generali e indipendente dal contesto.

La gran parte degli psicologi evoluzionisti invece parte


dall’assunzione opposta, cioè che la mente consista in un
ampio numero di meccanismi specializzati, ciascuno
modellato per risolvere un diverso problema adattativo.
Una conseguenza della comune assunzione cognitivista
del meccanismo di elaborazione dell’informazione
generale è la poca attenzione data alle tipologie di stimoli
usati negli esperimenti cognitivi, si tende a scegliere gli
stimoli sulla base della facilità di presentazione e di
manipolazione sperimentale, come triangoli, quadrati e
cerchi, invece di stimoli corrispondenti a categorie naturali.

Ci sono almeno 2 problemi principali nell’assumere che il


cervello sia un meccanismo di elaborazione generale:
o Che cosa costituisca una soluzione adattativa efficace
differisce da situazione a situazione: le qualità richieste per
un’efficace selezione del cibo, sono diverse da quelle
necessarie per scegliere un partner di successo.

o Il numero di possibili comportamenti generati da meccanismi


generali svincolati è pressoché infinito, cosi l’organismo non
avrebbe modo di distinguere soluzioni adattative di successo
dalla massa di soluzioni fallimentari.

2. Un secondo presupposto essenziale della tradizionale


psicologia cognitiva è l’agnosticismo funzionale = la
visione che i meccanismi di elaborazione dell’informazione
possano essere studiati senza una comprensione dei
problemi adattativi che erano stati originariamente
“progettati” per risolvere.
Al contrario, la psicologia evoluzionistica si rivolge allo
studio della cognizione animale con l’analisi funzionale.
Gli psicologi evoluzionisti sostengono che non possiamo
capire come gli esseri umani possano categorizzare,
ragionare, emettere giudizi, immagazzinare e recuperare
specifiche informazioni dalla memoria senza comprendere
le funzioni dei meccanismi cognitivi che svolgono queste
attività.

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Gli psicologi evoluzionisti sostituiscono le assunzioni di fondo della psicologia cognitiva
tradizionale con un diverso insieme di assunzioni che permettono l’integrazione con le altre
scienze della vita:

 La mente umana consiste in un insieme di meccanismi che si sono evoluti per


l’elaborazione dell’informazione, innestati nel sistema nervoso umano.

 Questi meccanismi e i programmi di sviluppo che li producono sono adattamenti


prodotti dalla selezione naturale nel corso dell’evoluzione negli ambienti ancestrali.

 Molti di questi meccanismi sono specializzati dal punto di vista funzionale per
produrre un comportamento che risolve particolari problemi adattativi.

 Per essere funzionalmente specializzati, molti di questi meccanismi devono essere


ben strutturati in modo specifico per il contenuto.

Cosmides e Tooby sostengono che la psicologia cognitiva dovrebbe essere ancorata alle
teorie computazionali: una teoria computazionale specifica qual è il problema e perché
c’è un meccanismo per risolverlo; Essa specifica la funzione di un meccanismo di
elaborazione dell’informazione.
Tale teoria è amata sui seguenti principi:

I meccanismi di elaborazione dell’informazione sono progettati per risolvere problemi


specifici.
Essi risolvono problemi grazie alla propria struttura.
Per spiegare la struttura di un meccanismo è necessario conoscere:
a. Quale problema è stato progettato per risolvere
b. Perché è stato progettato per risolvere quel problema

Di per sé, la teoria computazionale, non è sufficiente per stabilire con precisione come un
meccanismo si comporti per risolvere un problema adattativo, perché ogni particolare
problema avrà molte possibili soluzioni.

Diversi programmi di ricerca cognitiva evoluzionistica si sono basati su queste nuove


assunzioni, a partire dagli studi su attenzione e memoria.

 ATTENZIONE E MEMORIA
————————————-
L’attenzione umana può essere attirata da una serie infinita di cose; tuttavia, è una capacità
intrinsecamente limitata.
Se ricordassimo tutto ciò che abbiamo provato, avremmo un’enorme difficoltà a recuperare
velocemente i ricordi più rilevanti per dirigere l’azione adattativa, una condizione che
potremmo chiamare “sovraccarico di memoria”.
L’attenzione umana e la memoria sono estremamente selettive, progettate per notare,
immagazzinare e recuperare l’informazione più importante per risolvere problemi adattativi.

Un affascinante studio condotto analizzando 736 prime pagine dei quotidiani di otto diversi
stati in un periodo di trecento anni ha rivelato una notevole uniformità di contenuto.
 Il fatto che questi temi ricorrenti in epoche e culture diverse (morte, omicidi o
aggressioni, suicidio, eroismo/altruismo, infedeltà, ecc) corrispondano ai temi trattati in
questi capitoli fornisce un’evidenza naturalistica del fatto che l’attenzione umana è
focalizzata sui contenuti più rilevanti per risolvere i problemi adattativi che gli esseri
umani si sono ripetutamente trovati di fronte nel corso del tempo.

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Le scoperte riguardo l’attenzione umana realizzate usando la prospettive evoluzionistica
illustrano questo punto:
o Usando un sistema di eye-tracking, una ricerca ha osservato che le donne hanno maggiore
inclinazione a prestare attenzione r guardare i bambini; oltre che svolgere un ruolo centrale
nella cura della prole, producono differenze di genere anche al livello dei tipi di
informazione a cui gli esseri umani prestano attenzione durante i processi cognitivi.

o Senza memoria la vita sarebbe difficile.

Lo psicologo evoluzionistico James Nairne e i suoi collaboratori hanno ipotizzato che


l’evoluzione dei sistemi di memoria dovrebbe essere almeno in part specifica per diversi
domini, sensibile all’informazione rilevante per la fitness, come la sopravvivenza (cibo,
predatori e rifiutino) e la riproduzione.

I ricercatori hanno concluso che “l’elaborazione della sopravvivenza è una delle migliori
procedure di codifica mai identificate nella ricerca sulla memoria degli esseri umani”.

 PROBLEM SOLVING: EURISTICHE, BIAS E GIUDIZI IN CONDIZIONI DI INCERTEZZA


————————————————————————————————————————

La gran parte di quella che viene chiamata cognizione ad alto livello riguarda il problem
solving e il giudizio in condizioni di incertezza.
Gli esseri umani sono inclini all’errore nel problem solving e nelle decisioni in condizioni di
incertezza.

Nella psicologia cognitiva è fiorito un settore improntato a documentare i vari errori e iOS
per cui gli esseri umani sono predisposti.
Ecco due esempi:

1. La fallacia della probabilità di base: le persone tendono a


ignorare l’informazione sulla probabilità di base quando poste di
fronte a informazioni convincenti di identificazione.
La probabilità di base si riferisce alla proporzione complessiva di
qualcosa in un campione o in una popolazione.
Le persone tendono a ignorare le reali proporzioni statistiche;
questo errore viola le formule attraverso cui la probabilità di base
e l’informazione sugli individui dovrebbero essere combinate in
modo appropriato.
2. La fallacia della congiunzione: Linda indossa magliette
strappate e spille con su scritto “gli uomini sono viscidi” e spesso
si cimenta nell’organizzazione di eventi per donne sul luogo di
lavoro.
È più probabile che (A) Linda lavori in banca, (B) Linda sia una
femminista che lavora in banca?
La maggior parte risponde B, violando la logica che B è un
sottoinsieme di A, quindi A dovrebbe essere maggiore di B: la
probabilità della congiunzione di “femmina” e “bancaria” deve
essere più bassa della probabilità di essere solo bancaria, perché
la congiunzione di più eventi non può mai essere più probabile dei
suoi elementi individuali.

 È vero che la cognizione umana è pervasa di bias ed errori semplicemente perché gli
esseri umani usano rapide scorciatoie inclini all’errore per compiere giudizi in situazioni di
incertezza?

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Tooby e Cosmides sostengono che una prospettiva evoluzionistica presenta un paradosso al
confronto con il punto di vista che gli esseri umani siano permeati da bias cognitivi.
Nella loro routine, gli esseri umani risolvono complessi compiti naturali, molti dei quali
non riescono ancora ad avere un analogo riscontro nei sistemi di intelligenza artificiali.

Se gli esseri umani sono contraddistinti


da meccanismi cognitivi che causano
comunemente errori e bias, come
possono facilmente risolvere
problemi complessi che superano
le capacità di ogni sistema artificiale?

Tooby e Cosmides propongono una teoria evoluzionistica dei meccanismi cognitivi chiamata
razionalità ecologica = consiste nella presenza di meccanismi evoluti, progettati per utilizzare la
struttura ecologica per facilitare il problem solving.
Nel corso dell’evoluzione, l’ambiente umano ha presentato certe regolarità statistiche la pioggia
spesso segue i tuoni, la violenza a volte segue le grida di rabbia, un modo doloroso può seguire
l’avvicinarsi troppo a un serpente e via dicendo)
Queste regolarità statistiche son chiamate struttura ecologica.
La forma dei meccanismi cognitivi si coordina con le ripetute regolarità statistiche degli ambienti
ancestrali in cui gli esseri umani si sono evoluti.
Le strategia di problem solving potrebbero essere progettate esattamente per la risoluzione di
quell’insieme di problemi che si sono ripetuti nel corso dell’evoluzione, mentre sarebbero non
adeguate alla soluzione di compiti nuovi o artificiali.

o Le teorie della logica formale indipendenti dal contesto (cioè le teorie che li esseri umani
dovrebbero usare secondo i ricercatori interessati ai bias cognitivi) sono molto scarse nella
soluzione di problemi adattativi del mondo reale.
Il problem solving adattativo degli esseri umani dipende sempre da tre componenti:
1. Lo specifico scopo cercato (il problema che deve essere risolto)
2. I materiali disponibili
3. Il contesto in cui il problema è inserito

Il criterio attraverso sui la “correttezza” delle soluzioni è valutata è quello evoluzionistico: le


decisioni prese dal meccanismo cognitivo hanno portato, in media, a una migliore
sopravvivenza e riproduzione negli ambienti ancestrali rispetto alle soluzioni alternative.

o La mente umana, tuttavia, può essere stata programmata per registrare le frequenze degli
eventi; se alcuni meccanismi della mente umana sono programmati per registrare
frequenze di eventi invece che probabilità di singoli eventi, allora gli esperimenti in cui si
chiede ai soggetti di calcolare probabilità sulla base di singoli eventi presentano in realtà
stimoli artificiali e nuovi dal punto di vista evoluzionistico.

 Rappresentazioni di frequenza e giudizi in caso di incertezza

Cosmides e Tooby hanno proposto l’ipotesi frequentista = l’idea che alcuni


meccanismi di ragionamento degli esseri umani siano programmati per registrare come
input = l’informazione di frequenza e produrre come output = la frequenza
dell’informazione.

L’impiego di rappresentazioni frequentiste fornisce alcuni vantaggi;


Esse permettono alle persone di:

1. Registrare il numero di eventi su cui si basa un ragionamento (per esempio, quante


volte sono andato in valle per cercare frutti di bosco negli ultimi due mesi)

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2. Aggiornare il proprio registro di dati alla luce di nuovi eventi e nuove informazioni
(per esempio, aggiungere informazioni su un terzo mese di visite fatte per cercare
frutti di bosco)
3. Costruire nuove classi di riferimento dopo eventi avvenuti e ricordati, e riorganizzare
i propri registri sulla base delle esigenze (per esempio, ricordare che la frequenza
dei frutti di bosco trovati è diversa se si va a alle in primavera o in autunno).

 Le rappresentazioni di frequenza forniscono informazioni fondamentali per il problem


solving e per i meccanismi di decisione.

Quando l’informazione è presentata sotto forma di frequenza, la prestazione migliora con


decisione; la prestazione aumenta ancora di più quando l’informazione è presentata
visivamente attraverso immagini.
 Questo suggerisce che le persone non ignorino l’informazione sulla probabilità di base
nei loro giudizi se presentata in modo da essere strettamente associata alle tipologie di
informazione che gli esseri umani hanno probabilmente elaborato in epoche ancestrali.
o Questi risultati sono in contrasto con il punto di vista cognitivista prevalente che la capacità
di problem solving umana sia costellata di errori e bias.

La mente umana ha dei bias cognitivi, ma molte delle euristiche che utilizza sono dei “bias
adatttivi”; gli esseri umani possono non essere razionali secondo i principi della logica
formale o dei modelli statistici decisionali indipendenti dal contesto, ma sono razionali dal
punto di vista adattativo.

 L’EVOLUZIONE DEL LINGUAGGIO


————————————————-
Il linguaggio è un’abilità straordinaria; “Attraverso la semplice emissione di rumori con la
bocca possiamo produrre in modo affidabile nuove particolari combinazioni di dee che ci
vengono in mente”
In questo paragrafo ci limitiamo a due argomenti centrali per la psicologia evoluzionistica:
1. Il linguaggio è un adattamento?
2. Se lo è, si è evoluto per risolvere quali problemi adattativi?

Ci sono due facce di questo dibattito:

 Da una parte, il linguista Noam Chomsky e il paleontologo Stephen Jay Gould.


Questi ricercatori hanno discusso sul fatto che il linguaggio sia un adattamento
oppure il sottoprodotto o effetto secondario della grande espansione del cervello
umano.
Entrambi riconoscono che la crescita del cervello umano è un effetto della selezione
naturale.
Il centro del dibattito è: se dopo che il cervello ha raggiunto la sua attuale
grandezza e complessità, il linguaggio è semplicemente emerso spontaneamente
come uno dei vari effetti collaterali —> secondo questa idea, quando si collegano
miliardi di neuroni nel ristretto spazio all’interno di un cranio, il linguaggio
semplicemente si materializzerebbe.
Le leggi fisiche per cui il linguaggio dovrebbe emergere dalla vicinanza di neuroni
strettamente ammassati non sono state formulate.
Ora Chomsky e colleghi si aprono alla possibilità che il linguaggio sia un
adattamento evoluto e suggeriscono che il linguaggio umano possa essere stato
guidato da particolari pressioni selettive, uniche nel nostro passato evolutivo, come
conseguenza (sottoprodotto) di altri tipi di organizzazione neurale”.

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 L’altro versante del dibattito è capitanati dallo psicologo evoluzionista Steven Pinker,
secondo cui il linguaggio è l’adattamento per eccellenza, il prodotto della selezione
naturale per la comunicazione per la comunicazione dell’informazione.
Il linguaggio è composto da elementi universali presenti in tutte le lingue (principali
categorie lessicali, come nomi, verbi, aggettivi e preposizioni) e contiene regole che
governano la struttura di base, l’ordinamento che determina quali parole devono venire
prima e dopo all’interno di una frase, per trasmettere il significato corretto.
Tutte le lingue contengono affissi verbali che segnalano la distribuzione temporale di un
evento e molti altri elementi essenziali e universali.

o Pinker sottolinea che i bambini possono diventare fluenti nell’uso di complesse frasi
grammaticali abbastanza presto (3 anni) senza necessità di alcun insegnamento formale.
o Il linguaggio è collegato a specifiche aree del cervello, che se danneggiate provocano
deficit linguistici.
o Il tratto vocale umano, sembra disegnato specificamente per produrre svariati suoni
necessari per il linguaggio, ed è contrassegnato, da una laringe abbassata.
o La percezione uditiva, mostra precise specializzazioni adattative complementari che ci
permettono di decodificare i suoni del parlato prodotti da altri esseri umani.

Secondo Pinker, quando si sommano tutti questi aspetti, essi indicano che il linguaggio è un
adattamento biologico per la comunicazione dell’informazione e la sola spiegazione possibile
per l’origine di complesse strutture organiche è l’evoluzione attraverso la selezione naturale

Per quali adattativi si è evoluto il linguaggio?

La teoria dominante sulla funzione del linguaggio è che si sia evoluto per facilitare la
comunicazione, cioè lo scambio di informazioni tra individui, che potrebbe aiutare in una serie
quasi infinta di compiti.

Sono state proposte tre teorie sulla funzione del linguaggio, e tutte riguardano le funzioni
sociali:

1. Ipotesi del pettegolezzo sociale = secondo cui il linguaggio si sia evoluto per facilitare i
legami all’interno di grandi gruppi di esseri umani.
Il biologo evoluzionista Robin Dumbar sostiene che il linguaggio si è evoluto per tenere
traccia delle complesse reti delle relazioni sociali, sostiene che il linguaggio sia una forma
di grooming sociale: all’aumentare della dimensione del gruppo è diventato impossibile
dedicare il tempo necessario per spulciare fisicamente (grooming) i propri alleati —> in
quest’ottica, il linguaggio si è evoluto per promuovere la coesione sociale nei gruppi estesi,
attraverso il pettegolezzo inteso in senso ampio: scambiare informazioni riguardo chi fa
cosa a chi.
o Questa ipotesi come teoria esaustiva sull’evoluzione del linguaggio è stata criticata sulla
base del fatto che le persone usano il linguaggio per molti più scopi del pettegolezzo o
grooming sociale.

2. Ipotesi del contratto sociale = secondo cui i problemi relativi ai partner sessuali sono
diventati più critici con la comparsa di battute di caccia realizzate con grandi gruppi; gli
uomini dovevano lasciare le compagne da sole durante la caccia, esponendosi a rischi di
infedeltà e possibilità di sfruttamento.
Secondo questa idea, il linguaggio si è evoluto per facilitare gli accordi di matrimonio
espliciti MA questa ipotesi non riesce a spiegare in che modo all’inizio si formino gruppi
estesi, perché altre specie risolvano gli stessi problemi di coppia senza usare il linguaggio e
perché gli impegni matrimoniali così di frequente non vadano a buon fine.

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3. Ipotesi di Sheherazade (dal nome del personaggio principale di Le mille e una notte)-
(Miller)
Per evitare la morte, Sheherazade proponeva al re dei racconti cosi ammalianti che ogni
mattina lui decideva di non ucciderla —> il ragionamento è che il grande cervello umano è
un organo evolutesi grazie alla selezione sessuale per segnalare alle potenziali compagne
la presenza di una fitness superiore.
Allegando potenziali partner con humor, arguzie, racconti esotici egiochi di parole, le
persone con abilità linguistiche superiori avrebbero avuto un vantaggio rispetto ad atri
contendenti impacciati e farfuglianti.

Ci sono due problemi potenziali con l’ipotesi della selezione sessuale all’origine del
linguaggio:
o Gli adattamenti derivati dalla selezione sessuale tipicamente mostrano chiare differenze tra
i sessi, mentre uomini e donne hanno all’incirca le stesse abilità linguistiche.
o Gli adattamenti derivati dalla selezione sessuale tipicamente emergono al momento della
pubertà, quando le persone iniziano a essere in competizione sessuale, ma il linguaggio
emerse abbastanza presto nel corso della vita, e diventa sofisticato a partire dai tre anni.
 Un dato in linea con l’ipotesi di Miller è che il linguaggio non raggiunge un livello di
piena competenza fino alla dine dell’adolescenza.

Il linguaggio è usato, e sembra ben progettato, per scambiare informazione riguardo il mondo fisico
e sociale, e quindi la teoria dominante della comunicazione di informazioni non può essere
esclusa.
È probabile che il linguaggio si sia in seguito ulteriormente evoluto, o che sia co-optato, per
risolvere vari problemi adattativi sociali e potrebbe evolversi ulteriormente, essendo usato per
molte funzioni sociali.
Sebbene il linguaggio sia stato inizialmente considerato un argomento per la sottodisciplina della
psicologia cognitiva , non può essere separato logicamente dalla sottodisciplina della psicologia
sociale.

 L’EVOLUZIONE DELLA STRAORDINARIA INTELLIGENZA UMANA


————————————————————————————————

Il cervello è un organo che richiede un elevato costo energetico per funzionare.


In genere i primati possiedono cervelli grandi; gli esseri umani spiccano anche tra i primati:
i nostri cervelli sono più grandi, rispetto alla taglia corporea, rispetto a qualsiasi altro
primate.
È chiaro che qualcosa è accaduto nel corso dell’evoluzione degli esseri umani che ci ha
spinto ad avere cervelli tanto grandi che ospitano sofisticati meccanismi di elaborazione
dell’informazione, forme di intelligenza non presenti nei nostri antenati con cervelli più
piccoli.

Una spiegazione è l’ipotesi della dominanza ecologica/ competizione sociale (DECS)


secondo cui gli antenati umani erano in gradito di domare molte delle tradizionali “forze
ostili della natura” che hanno precedentemente ostacolato la sopravvivenza; noi però
possiamo coltivare cibo in abbondanza e abbiamo sviluppato ripari, vestiti e fuoco.

o Secondo l’ipotesi DECS, il dominio umano sull’ambiente ha aperto la possibilità per nuove
pressioni selettive dettate dalla competizione tra esseri umani.
Tale ipotesi si rifà alla complessità della vita in ampi gruppi sociale dalle molteplici
sfaccettature che impongono rischi in termini di furti, cannibalismo, tradimento, infanticidio,
estorsione e altre slealtà.

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o È stato ipotizzato che queste nuove forme di intelligenza includano coscienza, linguaggio,
autoconsapevolezza e teoria della mente (la capacità di comprendere le credenze e i
desideri altrui); queste capacità includono anche l’immaginazione di scenari ipotetici.

Il successo nella competizione sociale ha incluso probabilmente adattamenti per formare


coalizioni di caccia, soprattutto grandi gruppi di caccia, porta tutto grandi gruppi di caccia, un
mezzo per acquisire risorse vitali di proteine aminoacidi.
La formazione di coalizioni di cooperazione per la caccia a sua volta richiede abilità di
comunicazione eccezionali, adattamenti psicologici per la collaborazione (inclusa l’abilità di
individuare e punire gli sfruttatori), coordinazione tra i membri del gruppo e regole per la
distribuzione del bottino.
Non richiede un grande sforzo passare da coalizioni perla caccia a una coalizione per la guerra
con lo dopo di sconfiggere altri gruppi umani per ottenere le loro risorse —> la corsa alle armi
coevoluzionistica tra adattamenti per la guerra e adattamenti per la difesa contro i gruppi che
attaccano avrebbe a sua volta portato a più forme di intelligenza.

È plausibile che tutte queste forze collegate (dalle complessità imposte da un’intensa vita di
gruppo al bipedalismo, che ha reso libere le mani dagli esseri umani per l’invenzione e l’utilizzo
di utensili) siano alla base di molta dell’attuale intelligenza esibita dagli esseri umani oggi.

 Dall’ipotesi DECS deriva la previsione empirica che all’aumentare della densità della
popolazione, la pressione selettiva per una maggiore intelligenza dovrebbe aumentare
a causa delle maggiori richieste imposte dalla competizione sociale.
 Gli autori concludono che, sebbene l’evoluzione dell’intelligenza umana sia stata
guidata da diverse pressioni selettive, la pressione selettiva cruciale è stata la
competizione sociale.

La ricercatrice Linda Gottfredson ha messo indubbiò l’ipotesi DECS, sostenendo che


l’intelligenza generale (misurata con il test sul QI), non è altamente correlata con l’
“intelligenza sociale”, come invece previsto dall’ipotesi DECS.
Suggerisce che le caratteristiche tecnologiche che hanno accresciuto i tassi di
sopravvivenza medi degli esseri umani non hanno eliminato le differenze individuali nella
sopravvivenza e tali differenze sarebbero state la base per livelli più elevati di intelligenza
generale —> G. Presenta evidenze convincenti del fatto che le differenze individuali nella
sopravvivenza sono tutt’oggi collegate con le differenze di intelligenza individuali.
Le tecnologie che gli esseri umani hanno inventato per migliorare la speranza di vita hanno
creato nuovi pericoli; quindi sebbene sua vero che gli esseri umani hanno ottenuto un
incredibile dominio sui loro sistemi ecologici e sabbiano controllato molte forze ostili che ne
hanno storicamente ostacolato la sopravvivenza, le nuove innovazioni tecnologiche hanno
creato nuovi pericoli che hanno prodotto infortuni o morte per alcuni individui meno
intelligenti.

L’ ipotesi delle innovazioni mortali di Gottfredson propone che l’innovazione umana


abbia creato e amplificato il rischio relativo di infortuni e morte prematura, creando una
pressione selettiva per l’evoluzione dell’intelligenza generale; prevenire incidenti da nuove
innovazioni tecnologiche richiede capacità cognitive e abilità di pianificare e immaginare
scenari alternativi o pensare a diverse possibilità, anticipare diversi esiti complessi e
prendere precauzioni per ridurre i rischi.

Secondo l’ipotesi delle innovazioni mortali, diverse forze present nell’ultimo ilione e mezzo
di anni avrebbero ampliato le differenze di sopravvivenza tra ndividui con diversi livelli di
intelligenza generale:
o Doppio rischio: non solo le persone meno intelligenti si infortunano e muoiono di più, ma i
loro figli hanno una maggior mortalità come conseguenza del fatto che i loro genitori non
sono in grado i proteggerli e accudirli.

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o Spirale della complessità: all’aumentare delle complessità delle tecnologie, si amplifica
l’importanza dell’intelligenza generale nell’evitare i nuovi pericoli introdotti.

o Volano della migrazione: quando gli esseri umani sono migrati fuori dell’Africa nei territori
nuovi e inesplorati di Europa, Asia e America, e persino Antartide, questi nuovi ambienti
hanno creato una pressione per lo sviluppo di innovazioni tecnologiche, creando ancora più
pericoli.

Esistono diverse evidenze empiriche a supporto dell’ipotesi delle innovazioni mortali:


o L’intelligenza correa con la durata della vita degli individui.
o Il QI è collegato anche con infortuni non letali, che possono danneggiare la fitness inclusiva
di un individuo.

Psicologia sociale evoluzionistica


—————————————————————

Molti importanti problemi adattativi che hanno affrontato gli esseri umani sono intrinsecamente
sociali, quindi la mente umana dovrebbe essere ampiamente dotata di meccanismi psicologici
dedicati alle soluzioni sociali.
Molta della psicologia evoluzionistica, dunque, sarà psicologia sociale evoluzionistica.
La psicologia sociale evoluzionistica si prefigge di rispondere ad alcune delle questioni più
profonde (perché le persone vivono in gruppi? Perché formano relazioni che durano per anni e
decenni? Perché le relazioni sociali a volte sono segnate da conflitti e a volte da amore?)

Poiché la gran parte delle interazioni sociali si è svolta all’interno di relazioni durature, le domande
riguardo la psicologia delle relazioni dovrebbe costituire il cardine del campo della psicologia
sociale.
Questa attenzione alle relazioni è in netto contrasto con gran parte della psicologia corrente, che
tende A essere orientata ai “fenomeni”; in genere viene fatta qualche osservazione interessante,
alla quale seguono conferme empiriche.

1. Bias della corrispondenza: la tendenza a spiegare il comportamento di una persona


riferendosi a disposizioni durevoli, anche quando si può evincere che è la situazione a
spiegare il comportamento.
2. Effetto della pigrizia sociale: la tendenza degli individui a svolgere meno lavoro per un
fine comune man mano che il gruppo aumenta di dimensione.
3. Self-handicap: la tendenza a presentare pubblicamente una presunta debolezza
personale per avere una scusante in caso di fallimento.
4. Bias dell’auto compiacimento: la tendenza ad attribuirsi de successi per apparire migliori
degli altri.
5. Bias della conferma: la tendenza a cercare selettivamente l’informazione che confermi
(invece che falsificare) un’ipotesi che già sosteniamo.

La psicologia sociale dominante ha raccolto importanti descrizioni di fenomeni empirici ma non ha


ancora sviluppato una teoria ce possa spiegare le origini di questi fenomeni o mostrare come
s’inquadrino in generale nella psicologia umana —> la psicologia evoluzionistica fornisce il quarto
mancante di questo lavoro teorico.

 SFRUTTARE AL MEGLIO LE TEORIE EVOLUZIONISTICHE SUI FENOMENI SOCIALI


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La gran parte dei progressi teorici della biologa evoluzionistica ha riguardato i fenomeni
sociali, eppure queste importanti teorie sono state quasi completamente ignorate dalla
psicologia sociale dominante:

1. Teoria della fitness inclusiva: un’implicazione diretta di questa teoria è che le azioni
altruistiche dovrebbero essere per lo più dirette verso altri organismi che:
o Hanno maggiori probabilità di avere copie di geni di chi aiuta.
o Hanno la capacità di convertire tale aiuto in maggiore sopravvivenza e riproduzione.

2. Selezione sessuale: la teoria secondo cui l’evoluzione può avvenire attraverso il


vantaggio nell’accoppiamento mediante:
o Un vantaggio sui rivali dello stesso sesso.
o Essere scelti di preferenza come compagni dai membri del sesso opposto.
o La teoria della selezione sessuale spiega molte delle differenze sessuali riscontrate
negli esseri umani e in altri primati.

3. Teoria dell’investimento parentale: che ha fornito una previsione teorica riguardo


l’effetto delle due componenti della selezione sessuale.
Questa teoria ha prodotto molte importanti scoperte riguardo le strategie di coppia
umane e continua ad aprire molte nuove prospettive.

4. Teoria dell’altruismo reciproco: questa teoria fornisce una spiegazione


evoluzionistica per importanti fenomeni sociali come l’amicizia, cooperazione, aiuto,
altruismo e scambio sociale.
Le teorie evoluzionistiche sull’altruismo reciproco e le teorie collegate offrono una
spiegazione evoluzionistica della sua importanza e producono ulteriori previsioni.

5. Teoria del conflitto genitori-figli: questa teoria produce precise previsioni riguardo le
dinamiche familiari.

6. Teoria del conflitto sessuale: fornisce una potente guida ai modi in cui uomini e
donne entrano in conflitto.

 I progressi della biologia evoluzionistica forniscono alla psicologia sociale potenti


strumenti teorici per integrare i fenomeni sociali; è importante notare che tali progressi
forniscono inoltre una guida per importanti ambiti di ricerca, come il conflitto sessuale e
per l’accoppiamento, che potrebbero passare inosservati senza questi strumenti teorici.

 L’EVOLUZIONE DELLE EMOZIONI MORALI


—————————————————————

Le intuizioni umane calzano a pennello con la teoria evoluzionistica nel dirci che i nostri
criteri di moralità sono probabilmente squilibrati a favore delle persone imparentate
geneticamente.

Gli approcci tradizionali alla moralità sono stati dominati dalle teorie “razionaliste”, secondo
cui le persone arrivano a un giudizio morale attraverso il ragionamento morale.
Usando logica e razionalità, dovremmo calibrare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato,
giustizia e correttezza, e arrivare a una risposta morale corretta.

Lo psicologo John Haidt ha messo in discussione questo punto di vista, sostenendo invece
ch’egli esseri umani hanno evoluto emozioni morali che producono valutazioni
automatiche e veloci; solo in un secondo momento, quando siamo forzati a razionalizzare
le nostre posizioni morali ci “arrampichiamo sugli specchi” per trovare ragioni che
supportino i giudizi effettuati.

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Es. Julie e Mark sono fratello e sorella. Durante un viaggio estivo in Francia
decidono una notte che sarebbe stato interessante e divertente provare a fare
l’amore. Julie stava già assumendo la pillola contraccettiva, ma Mark inoltre usa
un preservativo, per maggiore sicurezza.
A entrambi piace fare l’amore, ma decidono di non farlo di nuovo e tengono
quella notte come un segreto speciale che li fa sentire ancora più vicini l’uno
con l’altro.
Che cosa ne pensi? Hanno fatto bene a fare l’amore?

La gran parte delle persone dice immediatamente che è sbagliato, ma quando si chiede
loro perché hanno delle difficoltà a rispondere. Alcuni puntano a un possibile danno
psicologico, sebbene sia chiaro che nessuno dei due è rimasto ferito, altri fanno
riferimento a rischi genetici di inincrocio, ma poi si ricordano del doppio metodo di controllo
delle nascite.
Incalzati dalle domande, i partecipanti alla fine hanno La repulsione per l’incesto si è
dato risposte come: “Non so, non riesco a spiegarlo, evoluta per prevenire l’incrocio ed è
semplicemente so che è sbagliato”. stata riattivata in risposta al
pensiero dell’attività sessuale tra i
Una spiegazione due fratelli.
plausibile è che gli La moralità relativa all’incesto,
esseri umani incluse le esperienze di emozioni e
abbiano evoluto di disgusto diventa più intensamente
delle emozioni attiva quando le persone
morali. immaginano di fare sesso con un
parente genetico stretto.
Il solido risultato che le donne
provano molto più disgusto di fronte
alla prospettiva dell’incesto avvalora
l’ipotesi che l’incesto tenda ad avere
casti maggiori per le donne, come
anche l’ipotesi che si siano evolute
differenze di genere relative
all’intensità con cui si sperimenta
questa emozione morale.
Una funzione logica simile può essere applicata ad altre
emozioni morali:
o La rabbia per gli imbroglioni, evoluta probabilmente per punire coloro che violano i contratti
sociali e che può motivare la vendetta, deterrente contro imbroglioni futuri.
o La vendetta che può essere un’emozione assaporata con piacere.
o L’imbarazzo, evoluto probabilmente per promuovere la riconciliazione e la sottomissione;
viene evocato in presenza di persone di status sociale elevate e s realizza quando
qualcuno viola le convenzioni sociali.
o La vergogna che incide più profondamente dell’imbarazzo e che è attivata quando viene
reso pubblico un rapimento nell’aderire agli standard di moralità.
Sia vergogna che imbarazzo motivano il desiderio di nascondersi, riducendo la presenza
sociale delle persone.
o Il senso di colpa, deriva da violazioni delle relazioni condivise; ha l’effetto di prevenire la
dissoluzione delle relazioni di valore attraverso la riparazione dopo un danno inflitto a un
alleato comune, in tal modo rimediando alla violazione.
o Il disprezzo, evocato dalle violazioni morali di mancanza di rispetto, dovere o gerarchie.
o La compassione, commuovere le persone per aiutare coloro che soffrono.
o La gratitudine, motivare le perone ad agire indo pro sociale verso i benefattori.

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o Due altri esempi evidenziano la centralità della moralità per i problemi sociali
adattativi; uno si centra sulla distinzione tra gruppo di appartenenza (in-group) e
gruppo esterno (out-group), che spesso determina i limiti per definire chi abbai
diritto o meno a un trattamento morale.
Inoltre la selezione morale fornisce un altro collegamento tra moalità e problemi
sociali adattativi: Miller ha proposto che molte delle cose che consideriamo virtuose
moralmente sono le stesse caratteristiche che troviamo attraenti in un partner, per
questo potrebbero essere state oggetto di selezione sessuale negli esseri umani.

Riassumendo, le emozioni morali possono servire come “meccanismi di impegno”, ciascuna


emozione morale sembra essere adatta per una specifica linea di condotta.
I problemi adattativi che le emozioni morali risolvono possono essere suddivisi in tre principali
categorie:

o Rispetto per l’autorità: limitare le proprie pulsioni egoiste e rispettare le leggi e le indicazioni
dell’autorità.
o Sete di giustizia: il valore adattativo di cooperazione e reciprocità, inclusa la punizione di
coloro che imbrogliano per evitare il collasso del mutualismo reciproco.
o L’evoluzione dei sistemi di cura e solidarietà: il valore adattativo di devozione, simpatia e
generosità nei confronti di alleati, compagni e parenti.

 IL RITORNO DELLA SELEZIONE DI GRUPPO COME TEORIA DELLA SELEZIONE


MULTI-LIVELLO
———————————————————————————————————————
Nel primo capitolo abbiamo discusso la confutazione della teoria della selezione di gruppo;
MA dopo la pubblicazione della critica di George Williams, quasi tutti i biologi evoluzionisti
abbandonano quell’idea.
Questo è avvenuto perché le condizioni che rendono probabile la selezione di gruppo, si
realizzano raramente in natura ed è improbabile che abbiano avuto un peso di rilievo per
gran parte della specie.

David Wilson e Elliot Sorber hanno sostenuto che la selezione di gruppo è più sostenibile di
quanto la gran parte dei biologi ritenga —> il loro ragionamento si focalizza sulla questione
se i gruppi posano avere un’organizzazione funzionale nello stesso modo in cui ce l’hanno
gli individui.
Questo ritorno della selezione di gruppo è talvolta chiamato teoria della selezione multi-
livello per riconoscere il fatto che la selezione può operare su più livelli che comprendono
individui, gruppi all’interno di una specie e anche entità più ampie come gli ecosistemi con
diverse specie.

Psicologia evoluzionistica dello sviluppo


————————————————————————
La psicologia dello sviluppo non è una branca della psicologia con uno specifico contenuto,
ma un approccio a qualsiasi fenomeno psicologico considerato da una prospettiva
temporale del ciclo di vita.
Poiché pochi meccanismi psicologici sono completamente sviluppati già alla nascita, una
prospettiva dello sviluppo sarà necessaria per un’appropriata descrizione e comprensione
di quasi tutti i meccanismi psicologici.

Gli psicologi dello sviluppo evoluzionisti tendono a sottolineare l’importanza di questi


concetti chiave:

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A. La selezione naturale avviene lungo tutto l’arco della via, ma la selezione tende a
essere particolarmente forte all’inizio della vita: se un individuo non sopravvive
all’infanzia non si può riprodurre.
B. Gli adattamenti nel corso dell’infanzia possono risolvere i problemi adattativi in un
preciso momento dello sviluppo o preparano ‘individuo per un problema adattativo ce si
presenterà più avanti.
C. L’infanzia estesa degli esseri umani li prepara alla complessità della successiva vita
sociale.
D. I bambini hanno adattamenti condizionali che permettono loro di rispondere con
flessibilità alle caratteristiche dell’ambiente dell’infanzia mediante strategie che saranno
efficaci negli ambienti statisticamente e previsti da quelle caratteristiche.
E. Le interazioni geni-ambiente avvengono nel corso dello sviluppo.

Un punto cruciale che al momento manca nella psicologia dello sviluppo tradizionale è che
gli esseri umani affrontano in diversi momenti della vita problemi diversi che
possono essere previsti.
Per gli aspetti in cui questi problemi adattativi hanno una sequenza temporale comune a
livello della specie, gli psicologi potranno fornire una teoria dello sviluppo basata sul ciclo di
vita.

 MECCANISMI DELLA TEORIA DELLA MENTE


——————————————————————
Il lavoro degli psicologi Allen Leslie e Henry Wellman ha mostrato che a circa 3 anni d’età i
bambini sviluppano una “teoria della mente” —> essa riguarda le inferenze sulle credenze
e i desideri degli altri individui che sono presenti nel mondo sociale dei bambini; collegare
le inferenze su credenze e desideri permette alle persone di fare previsioni sul
comportamento altrui.
Prima dei 3 anni, i bambini non inferiscono che gli altri abbaino credenze e desideri.
L’abilità di prevedere meglio il comportamento degli altri a partire dalla conoscenza delle
loro credenze e desideri aiuta a risolvere problemi come l’anticipazione degli attacchi ostili,
la riconciliazione dei genitori nei conflitti, formare coalizioni ecc.
Una comprensione profonda di credenze, desideri e motivazioni degli altri è fondamentale
anche per tutte quelle importanti attività umane (comunicazione intenzionale con gli altri,
insegnare agli altri ecc.)

 Per tutte queste ragioni, la teoria della mente non “scatta” semplicemente all’inizio dello
sviluppo, ma continua a diventare sempre più sofisticata con l’età.
 Anche nel corso dell’età adulta, si riscontrano differenze individuali stabili nella capacità
di leggere accuratamente nella mente altrui: le differenze individuali sono altamente
correlate con il tratto di personalità della piacevolezza.
 Le procedure inferenziali attraverso cui agiscono i meccanismi dalla teoria della mente
sono diverse da quelle attraverso cui operano le inferenze sulle entità fisiche.
Alcune ricerche avvalorano l’idea che la teoria della mente emerga all’incirca alla
stessa età in culture diverse.

Alcune ricerche sulla teoria della mente si sono focalizzate sul concetto di empatia:
Empatizzare con qualcuno permette sia di prevedere come una persona si senta sia di
tenerne conto.
Secondo Baron-Cohen, emergono molto presto nel corso della vita piccole ma sistematiche
differenze che suggeriscono una maggiore capacità delle femmine nell’empatia.
Ciò significa che queste differenze tra i sessi traggono origine dalle diverse strategie
riproduttive di uomini e donne, e in particolare dalle importanti capacità per l’allevamento
dei figli e per la più sottile negoziazione di alleanze e gerarchie sociali di ragazzi e donne.
o Le donne, potrebbero avere una “teoria della mente degli uomini” diversa dalla “teoria delle
donne”, perché i tipi di problemi adattativi con cui le donne si confrontano sono diversi a
seconda che esse interagiscano con un uomo o una donna.

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 STRATEGIE DEL CICLO DI VITA
———————————————-
Anche se le persone condividono l’evoluzione d una comune psicologia, incontrare
diversi eventi all’inizio della vita può indirizzarle verso diverse strategie = ognuno
possiede due o più strategie potenziali.

 UNA TEORIA  ATTACCAMENTO E


EVOLUZIONISTICA DELLA TEORIA DEL CICLO DI
SOCIALIZZAZIONE VITA

Gli psicologi Belsky, Steinberg e I ricercatori evoluzionistici James


Draper suggeriscono che la presenza Chisholm e Jay Belsky hanno entrambi
o assenza del padre durante proposto un’integrazione della teoria del
l’infanzia di un bambino possa ciclo di vita e dell’attaccamento che
calibrarne le strategie sessuali suggerisce che queste differenze
adottate più tardi —> secondo questa individuali siano adattative e riflettano la
teoria, le persone che crescono in case presenza di ambienti variabili in cui i
senza padre nei primi 5-7 anni di vita bambini venivano allevati.
sviluppano l’aspettativa che le risorse
parentali non saranno disponibili o Un principio fondante della teoria del
costantemente o in modo prevedibile e ciclo di vita è la distribuzione
che i legami di coppia negli adulti non dell’impegno: l’investimento rivolto a
siano durevoli; gli altri individui sono una componente preclude
percepiti come non degni di fiducia e le l’investimento rivolto a un’altura perché
relazioni come transitorie. Si adotta inevitabilmente ci sono dei
una ricerca opportunistica di risorse da compromessi da fare.
brevi relazioni di tipo sessuale. Secondo la teoria del ciclo di vita, la
Al contrario delle persone che hanno selezione naturale ha plasmato le
avuto un investimento paterno costante regole di decisione per cambiare
e sicuro, che sono state portate da l’allocazione di investimento su queste
queste precoci esperienze ambientali diverse componenti, in funzione di
verso na strategia di coppia a lungo specifiche caratteristiche del contesto.

Le strategie sono un insieme di


meccanismi anatomici, fisiologici,
psicologici e dello sviluppo
funzionalmente integrati per ottimizzare
i compromessi tra le componenti della
fitness lungo ciclo di vita.

o Uno dei più importanti compromessi è quello tra la riproduzione attuale e futura = l’aumento
della riproduzione immediata avviene ai danni della riproduzione futura.
Quando le risorse sono limitate o non prevedibili può avere senso aumentare la fertilità e
ridurre l’investimento su un particolare figlio.
Secondo Chisholm, gli ambienti ancestrali in cui questi meccanismi si sono evoluti non
erano tranquilli e sicuri come molti teorici dell’attaccamento hanno ipotizzato.
La strategia sessuale dei genitori, inclusa la quantità e qualità dell’oro investimento nei figli,
può aver costituito la dimensione dell’ambiente infantile più significativa dal punto di vista
adattativo.

 Gli scarti dall’attaccamento sicuro rappresentano precoci calibrazioni dovute


all’esperienza, basate sulle particolari minacce ricorrente alla sopravvivenza e alla
crescita dei bambini, come l’incapacità o la riluttanza dei genitori a investire risorse
nella prole.

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Secondo Belsky l’attaccamento sicuro agisce per promuovere una strategia di
genitorialità con alto investimento.
 L’attaccamento evitante (il bambino mostra indifferenza nei confronti dei genitori)
rappresenta un adattamento alla riluttanza dei genitori a investire, come quando il
genitore adotta una strategia di coppia a breve termine piuttosto che investire molto
nella prole.
Secondo B. l’attaccamento evitante agisce per promuovere uno stile interpersonale
opportunistico contrassegnato da genitorialità con scarso investimento.
 L’attaccamento ansioso/ambivalente (in cui il bambino è nervoso, impaurito,
insinuo), rappresenta un adattamento all’incapacità genitoriale all’investimento,
come quando la madre stessa è irritabile, preoccupata, impaurita, arrabbiata o
stanca.
Si è evoluto per sostenere uno stile “aiutanti nel nido”, mentre i bambini rimanevano
a casa per aiutare nell’allevamento dei fratelli.

o Alcune ricerche empiriche avvalorano la teoria che la scarsa qualità dell’ambiente


dell’infanzia, specialmente se contrassegnata dall’assenza del padre, da un padre
psicologicamente disfunzionale o da problemi in famiglia, sia un fattore capace di predire
l’insorgenza precoce del menarca, il che porta a un precoce inizio dell’attività sessuale e a
strategie di coppia a breve termine; d’altra parte diversi test svolti riguardo l’ipotesi del
padre rivelano la sua controversia.

!! La teoria della mente, la teoria del ciclo di vita, la socializzazione dei genitori e gli stimoli di
attaccamento rappresentano alcuni dei modi in cui gli psicologi dello sviluppo evoluzionisti si
rapportano ai cambiamenti che avvengono durante le fasi della vita umana.
In conclusione, una psicologia dello sviluppo evoluzionistica includerà una spiegazione delle
trasformazioni specie-specifiche, diverse tra i sessi e differenziate individualmente, alle quali vanno
incontro nel corso della vita i problemi adattativi, i diversi ambienti che regolano la nostra
psicologia quale frutto dell’evoluzione.

Psicologia evoluzionistica della personalità


————————————————————————————-

La psicologia della personalità è forse la branca più ampia e onnicomprensiva della psicologia.
Storicamente, tutte le “ampie” teorie e la personalità hanno ipotesi riguardo i contenuti della parte
fondante della natura umana.
Le caratteristiche psicologiche ipotizzate della natura umana hanno fornito gran parte del nucleo
centrali intorno a cui queste teorie su vasta sala della personalità sono state costruite.
D’altra parte, la psicologia della personalità si è anche interessata soprattutto delle differenze
individuali; Gran parte della ricerca e della teoria in psicologia evoluzionistica si è focalizzata sui
meccanismi psicologici tipici della specie mentre le differenze individuali sono state relativamente
trascurate e pongono questioni rilevanti agli psicologici evoluzionisti.

I biologi evoluzionisti hanno provato a focalizzarsi sugli adattamenti tipici della specie, ignorando le
differenze individuali a eccezione che per il loro ruolo come base su cui pera la selezione naturale.
Tali differenze, in particolare quelle ereditarie, sono spesso relegate a una posizione di rilievo
secondario MA sono collegate in modo robusto con fenomeni rilevanti per la riproduzione, come
status, sessualità, sopravvivenza e fertilità.
Forse queste differenze giocano un ruolo più portante nella psicologia evoluzionistica umana di
quanto pensato in precedenza.

 SCELTA DI NICCHIE ALTERNATIVE O SPECIALIZZAZIONE STRATEGICA


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Da una prospettiva evoluzionistica, la competizione è più forte tra coloro che perseguono la
stessa strategia. Man mano che una nicchia diventa più affollata di rivali, il successo di
coloro che appartengono a quella nicchia può essere ridotto rispetto a quanti cercano
strategie e nicchie alternative.
La selezione favorirà i meccanismi che fanno in modo che le persone cerchino nicchie in
cui la competizione è meno intensa.
La capacità di sfruttare una nicchia dipenderà dalle risorse e dalle caratteristiche personali
di un individuo in un particolare situazione.
Secondo Frank Sulloway, l’ordine di nascita influenza la nicchia di specializzazione —> è
possibile che sistematicamente nel corso della storia evoluzionistica umana i primogeniti e
coloro che sono nati dopo abbiano affrontato in media diversi problemi adattativi.
Le differenze associate all’ordine di nascita sono forti tra gli scienziati: coloro che sono nati
dopo hanno forti tendenze in favore delle rivoluzioni scientifiche, mentre i primogeniti
tendono a resistere tenacemente a tali rivoluzioni.

 Questo esempio illustra la logica della specializzazione di nicchia.


Le differenze individuali hanno delle caratterizzazioni adattative, ma NON sono basate
su differenze individuali ereditarie.

 TRATTI DI PERSONALITÀ DIPENDENTI DALLA CONDIZIONE: VALUTAZIONE


ADATTATIVA DELLE CARATTERISTICHE EREDITARIE
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Supponi che tutti gli uomini abbiano evoluto regole decisionali di questo tipo: addotta una
strategia aggressiva quando l’aggressione può essere messa in atto con successo per
ottenere i tuoi obiettivi, ma adotta una strategia di cooperazione quando l’aggressione non
può essere messa in atto con successo.
Le differenze individuali ereditarie nella costituzione corporea forniscono delle indicazioni
sulle regole decisionali, producendo differenze individuali stabili in termini di aggressività e
cooperazione.
L’inclinazione all’aggressività non è direttamente ereditaria, ma piuttosto sarebbe
“ereditaria per reazione”, come una conseguenza secondaria di una costituzione
corporea ereditaria che fornisce un punto d’avvio sai meccanismi di autovalutazione e
decisione tipici della specie.

Tooby e Cosmides hanno coniato questo termine per descrivere i meccanismi psicologici
evoluti per considerare le caratteristiche ereditarie e usarle come guida per adottare
soluzioni strategiche.
Secondo questa idea, la selezione favorisce l’evoluzione dei meccanismi di valutazione non
solo sintonizzati sulle caratteristiche stabili del mondo esterno, come la sicurezza delle
risorse fornite dai genitori, ma possono anche accordarsi con la valutazione di se stessi.
La valutazione delle caratteristiche ereditarie può anche aiutare nella scelta delle strategie
di coppia = i ragazzi con più caratteristiche facciali dominanti e attraenti avevano maggiori
esperienze di tipo sessuale; l’aspetto dominante del volto, inoltre, era un predittore
dell’esperienza sessuale complessiva.
Se le caratteristiche facciali implicate nell’apparire dominanti e attraenti sono in parte
ereditarie, si può speculare sul fatto che i maschi abbiano evoluto meccanismi psicologici
programmati per valutare il grado con cui appaiono dominanti e attraenti —> le differenze
individuali stabili nell’adottare strategie sessuali a breve e a lungo termine, secondo questo
approccio, non sono direttamente ereditarie; al contrario, rappresentano differenze
individuali adattative basate sulla valutazione dell’informazione ereditaria.

Un altro esempio di eredità di reazione è imperniato sul tratto dell’estroversione, altamente


correlato sia con la forza fisica sia con l’attività fisica.
Questi esempi illustrano che la personalità può dipendere dalla condizione.

 STRATEGIE ADATTATIVE DIPENDENTI DALLA FREQUENZA

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In generale, il processo di selezione direzionale tende a ridurre la variabilità ereditaria.
Le varianti ereditarie che conferiscono maggior successo tendono a sostituire quelle di
minor successo, con il risultato di adattamenti specie-specifici che mostrano poca o
nessuna variazione individuale in presenza o in assenza di componenti funzionali di base.
o C’è un’importante eccezione a questa tendenza: la selezione dipendente dalla
frequenza.
In alcuni contesti, due o più varianti ereditarie possono essere copresenti all’equilibrio.
La selezione dipendente dalla frequenza richiede che i guadagni di ciascuna strategia
diminuiscano all’aumentare della frequenza, relativamente ad altre strategie presenti nella
popolazione.
È inoltre possibile mantenere strategie adattative alternative attraverso la selezione
dipendente dalla frequenza all’interno dei sessi.

o Linda Mealy ha proposto una teoria della psicopatia basata sulla selezione dipendente
dalla frequenza —> la psicopatia rappresenta un blocco di tratti contraddistinti da
comportamento irresponsabile, mancanza di emozioni sociali, impulsività; gli psicopatici
adottano una strategia di inganno o “imbroglio” nelle loro interazioni sociali, specialmente
nell’interazione con partner che sono meno attraenti e con coloro con cui non si aspettano
di interagire in futuro.
Tipicamente, dopo aver simulato collaborazione, gli psicopatici tradiscono, questa strategia
può essere perseguita da uomini che probabilmente non riuscirebbero a surclassare agli
uomini in una gerarchia di status più tradizionale = una strategia psicopatica può essere
mantenuta attraverso una selezione dipendente dalla frequenza.
Finché la frequenza degli
Ci sono evidenze convergenti a favore della teoria della psicopatia psicopatici non è troppo
di Mealey: ampia, può essere
mantenuta all’interno di
1) Studi comportamentali genetici suggeriscono che la una popolazione costituita
psicopatia ha una componente ereditaria. prevalentemente da
2) Gli psicopatici sembrano perseguire una strategia sessuale individui che cooperano.
di sfruttamento a breve termine, che potrebbe essere la via
primaria attraverso cui i geni della psicopatia aumentano o
sono mantenuti nella popolazione.

o Gli psicopatici tendono a colpire vittime non imparentate con loro, il che suggerisce che la
psicopatia abbia come fondo una strategia adattativa piuttosto che una semplice malattia e
inoltre sono spesso abili nelle scalate sociali, soprattutto nel contesto di rapidi cambiamenti
di organizzazioni.

 La strategia della psicopatia di Mealey illustra bene la possibilità che strategie alternative
ereditarie possano essere mantenute attraverso la selezione dipendente dalla frequenza,
che offre una potenziale spiegazione per integrare i risultati della genetica del
comportamento e quelli sulle strategie sessuali adottate dagli psicopatici con un’analisi
evoluzionistica delle differenze adattative individuali.

Le persone con un elevato valore del fattore K


Un altro tentativo di identificare le mostrano un attaccamento precoce al padre
differenze individuali adattative biologico, una strategia di coppia a lungo termine,
attraverso la selezione dipendente dalla elevata cooperatività e bassa propensione al
frequenza viene dallo psicologo rischio.
Figueredo e colleghi. Un livello basso nel fattore K (strategia del ciclo di
Questi ricercatori propongono che le vita veloce) è contrassegnato da livelli bassi di
differenze individuali ruotino attorno a attaccamento, defezione nelle relazioni di
una singola ampia dimensione cooperazione e perseguimento di strategie di
chiamata fattore K, a volte chiamata coppia a breve termine.
strategia del ciclo di vita lungo.

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È interessante che, man mano che le persone invecchiano, sia gli uomini sa le donne tendano a
propendere sempre di più verso una strategia del ciclo di vinta lento; questo dato sottolinea che
psicologia della personalità e psicologia dello sviluppo non dovrebbero essere considerate
separatamente (nonostante ciò gli uomini continuano a perseguire una strategia del ciclo di vita più
veloce).
Un tentativo di esplorare le differenze di Es. i vantaggi dell’estroversione includono elevato
personalità usando la logica della selezione successo a breve termine, maggiori alleanze sociali
dipendente dalla frequenza si focalizza su costi e e inclinazione a esplorare il proprio ambiente, d’altro
benefici dell’avere valori alti o bassi su dimensioni canto i costi dell’estroversione includono un
come estroversione, coscienziosità e aumento dei rischi fisici e di instabilità nella famiglia
piacevolezza. (elevati tassi di divorzio).

o Riassumendo, la psicologa evoluzionistica offre un quadro di riferimento per considerare la


varietà delle differenze individuali.
Bisogna però tenere presente che non tutte le differenze individuali devono avere delle basi
adattative, alcune differenze di personalità possono riflettere differenze individuali
nell’esposizione a diversi eventi ambientali o nel numero di mutazioni genetiche, entrambi
fattori che possono compromettere il corretto funzionamento della personalità.

Psicologia clinica evoluzionistica


———————————————————-
Il concetto di disturbo mentale ricopre un ruolo centrale nel campo della psicologia clinica.
Gli psicologi spesso invocano termini come conforme/ non conforme,
adattativo/maladattativo, normale/anormale, per riferirsi alla malattia mentale; tuttavia,
questi termini spesso mancano di criteri di definizione.

o Per identificare le malattie mentali, il manuale DSCM-V offre delle semplici regole
euristiche, come le nozioni di stress soggettivo, bizzarria del comportamento, pericolo
sociale e inefficienza.

La psicologia evoluzionistica offre il potenziale per sfuggire all’intuizione fornendo un


insieme di principi più rigorosi per identificare la presenza di malattie.
Una volta che un meccanismo psicologico evoluto è stato descritto e la sua funzione
appropriata è stata identificata, esiste un chiaro criterio per determinarne la disfunzionalità:
la disfunzione avviene quando il meccanismo non si comporta per come era stato
progettato per funzionare nel contesto in cui era stato progettato per funzionare.

Secondo questa disfunzione di malattia, i meccanismi evoluti possono guastarsi in tre modi
distinti:

1) Il meccanismo non si attiva in presenza del problema adattativo rilevante.


2) Il meccanismo si attiva in contesti in un non era progettato per attivarsi.
3) Il meccanismo non si coordina come era progettato fare, con altri meccanismi.

 Cause dei fallimenti del meccanismo


Es. gli afasici in seguito a traumi cranici
Ciascuno di questi tre tipi di fallimento (di presentano deficit nei meccanismi evoluti
attivazione, di contesto e di coordinamento) per la produzione e la comprensione del
può emergere come risultato di fattori linguaggio parlato.
genetici (es. variazione genetica Alcuni afasici sembrano comprendere il
causale/mutazioni genetiche), di traumi dello linguaggio ma non sono in grado di parlare
sviluppo (es. danni al cervello) o di una fluentemente; questo perché l’input
combinazione di questi. linguistico viene elaborato ma i
meccanismi alla base della produzione del

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Le variazioni genetiche casuali possono provocare Queste differenze sono in gran parte
alcuni problemi a livello dei meccanismi. neutre dal punto di vista della selezione
Quasi tutti gli esseri umani sono dotati di organi simili
MA ci possono essere però casi in cui
dal punto di vista funzionale (occhi, cuore, polmoni ecc.)
anche certe varianti genetiche
ma ci sono differenze ereditarie individuali nelle varianti
strutturali di questi meccanismi (per esempio, ci contribuiscono a determinare dei
possono essere leggere differenze individuali nella problemi a livello dei meccanismi.
forma dei polmoni). Queste varianti non sono dannose
quando presenti da sole, ma in certe
o Un’altra fonte di variazione sono le mutazioni. combinazioni rare con altre varianti
È raro che le mutazioni migliorino il funzionamento di un risultano disfunzionali.
meccanismo, mentre possono più facilmente essere
deleterie.
Keller e Miller propongono che molte malattie mentali comuni, come l’autismo, il disordine
bipolare, la schizofrenia e il ritardo mentale lieve si presentino in individui con un pesante
”carico di mutazioni”, cioè in coloro che hanno un ampio numero di mutazioni che
compromettono il normale funzionamento psicologico.

 Intuizioni evoluzionistiche in problemi erroneamente considerati disfunzioni

Alcuni fenomeni psicologici sembrano essere disordinati, maladdattativi, costosi o precursori di


stress, ma in realtà non sono disfunzionali.

1. Ci può essere una discrepanza tra gli ambienti ancestrali e quelli moderni = il nostro
ambiente moderno differisce in molti modi dagli ambienti che hanno contrassegnato gran
parte della storia evoluzionistica umana.
Un adattamento potrebbe funzionare esattamente nel modo in cui era progettato per
funzionare, ma poiché l’ambiente è cambiato, il risultato può apparire maladattatvo.
Gli esseri umani hanno evoluto meccanismi che valutano il valore della propria persona
come partner rispetto alle altre persone di quell’ambiente —> Gli ambienti ancestrali erano
popolati da gruppi relativamente piccoli di persone e le valutazioni del valore relativo in
termini di accoppiamento erano probabilmente abbastanza accurate.
Nel nostro ambiente attuale, tuttavia, la popolazione è molto più ampia, e le immagini a cui
le persone sono esposte attraverso i media presentano un livello di confronto e frequenza
ingannevolmente alta = questo può avere l’effetto di abbassare artificialmente i giudizi delle
donne sul proprio valore come partner potenziale rispetto a rivali presenti localmente; a sua
volta questo può innescare un’escalation di competizione all’interno dello stesso sesso o
innescare drastiche misure per cercare di aumentare la propria attratività, il che
costituirebbe una possibile causa dei problemi relativi all’immagine corporea e disturbi
alimentari.

2. Una seconda fonte di problemi emerge dai normali errori che accompagnano “in
media” il funzionamento di un meccanismo.
Ciò che può inizialmente apparire un disturbo può essere semplicemente il funzionamento
appropriato di un meccanismo evoluto che produce un errore perché è progettato per
risolvere problemi adattativi “in media”, basati sugli effetti medi dell’ambiente ancestrale,
piuttosto che per essere sempre corretto.

3. Una terza fonte di problemi che a volte sono considerati erroneamente disturbi/patologie è
lo stress soggettivo prodotto dal funzionamento normale di un meccanismo.
Molti dei nostri meccanismi psicologici evoluti portano a risultati che risultano in stress dal
punto di vista soggettivo.
Sebbene l’esperienza della depressione possa essere incredibilmente negativa, questo
dolore emozionale può avere delle funzioni adattative.
Ci sono anche alcune evidenze che esistano diversi tipi di tono d’umore basso, con diversi
sintomi funzionali (sintomo della tristezza e del pianto).

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Ulteriori ricerche sono necessarie per stabilire quali forme di depressione siano risposte
funzionali per risolvere diversi problemi sociali adattativi e quali possano originarsi da
discrepanze tra ambienti ancestrali e moderni.
Anche l’ansia implica uno stress soggettivo, ma è prodotta dal normale funzionamento di
un meccanismo funzionale che, di fronte a una minaccia, altera il nostro modo di pensare, il
comportamento e la fisiologia in modi vantaggiosi.

La paranoia (l’attribuire intenzioni ostili agli altri usando le loro intenzioni sono sconosciute
o quando siamo posti di fronte a circostanze ambigue) è solitamente considerata
maladattativa, e le sue manifestazioni estreme probabilmente lo sono.

Gli scienziati evoluzionisti sostengono che la paranoia sia un meccanismo psicologico


evoluto per individuare ed evitare la minaccia sociale.
La paranoia potrebbe essere adattativa = a volte le persone hanno davvero intenzioni ostili
nei tuoi confronti; individuare le minacce sociali fa in modo che una persona riesca a farvi
fronte. E poiché le intenzioni ostili e le minacce sociali a volte sono tenute nascoste,
individuarle attraverso indizi sottili può essere difficile.
Come ogni adattamento, le inclinazioni paranoiche possono funzionare male, sfociando in
allucinazioni cliniche riguardo cospirazioni contro la persona che non hanno una base
reale.

4. Una quarta fonte di problemi deriva da un comportamento socialmente non desiderabile


prodotto dal normale operato dei meccanismi funzionali.
L’evoluzione di alcuni meccanismi ha portato a esiti non desiderabili dal punto di vista
sociale, come nel caso della psicopatia.
Gli psicopatici sono considerati anormali perché ignorano le norme sociali che regolano la
cooperazione reciproca; tuttavia, essi potrebbero in realtà mostrare un comportamento
prodotto dal normale funzionamento di meccanismi progettati per l’imbroglio in specifici
contesti. Questi tratti e comportamenti includono improvvisi cambiamenti nei piani, fascino,
elevata mobilità, promiscuità e uso di identità alternative = i comportamenti psicopatici sono
considerati non desiderabili poiché mettono a rischio la fitness di altre persone.

Le implicazioni connesse con un’evoluzionizzazione della psicologia clinica sono profonde.

Comprendere appieno il disegno alla base di qualcosa migliora molto le probbillità di aggiustare il
sistema quando questo si guasta; una prospettiva evoluzionistica, inoltre, fornisce una guida su
come intervenire. In alcuni casi possiamo intervenire solo sui sintomi, come ansia o depressione,
piuttosto che sulle cause.
Se mascheriamo i sintomi potremmo impedire o rendere più difficile un processo di guarigione
naturale : trattare ansia e depressione per esempio con farmaci, potrebbe non riuscire ad agire
sulle cause sottostanti.

o La psicologi evoluzionistica offre spunti per sviluppare nuove idee con implicazioni
profonde per la psicologia clinica.

Evoluzione culturale e psicologia culturale evoluzionistica


——————————————————————————————
Gli esseri umani sono una specie culturale, nessun’altra specie ci è pari, in termini di invenzioni e
creazione di cultura.
Gli scienziati evoluzionistici hanno sviluppato concetti e teorie per spiegare questo straordinario
aspetto della nostra specie.
Gli scienziati che si occupano di cultura, partono dall’osservazione che i gruppi di persone di un
luogo differiscono da quelli presenti in altri luoghi; tipicamente gli psicologi notavano queste

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differenze e le attribuivano alla “cultura” —> Assumevano che la “biologia” si riferisse a ciò che
resta invariato tra esseri umani e che la “cultura” si riferisse a ciò che era variabile, quindi sembra
evidente che la “cultura” spiegasse la variabilità.

Gli scienziati evoluzionisti hanno fornito prospettive diverse.


Le somiglianze all’interno dei gruppi e le differenze tra gruppi sono comprese meglio come
fenomeni che richiedono una spiegazione; etichettare i fenomeni non fornisce delle spiegazioni
causali vere e proprie.

Una volta che abbiamo identificato i fenomeni che siamo interessati a spiegare, il passo
successivo è deliberare le potenziali spiegazioni casuali.
A partire da queste linee facciamo una distinzione tra cultura evocata e cultura trasmessa.

 Cultura evocata

Tutti i meccanismi evoluti rispondono alle condizioni ambientali (pupille, ghiandole


sudoripare, attivazione sessuale e gelosia).
Il termine cultura evocata si riferisce ai fenomeni innescati in alcuni gruppi più che in altri a
causa delle diverse condizioni ambientali.
Tali differenze culturali si spiegano semplicemente facendo riferimento a un meccanismo
universale condiviso evoluto, che si combina con le differenze locali tra i gruppi che
innescano quel meccanismo.

o Un esempio concreto di cultura evocata si trova nelle tipologie di condivisione cooperativa


del cibo tra le diverse bade di cacciatori-raccoglitori; le diverse classi di cibo hanno diverse
variabilità di distribuzione e questo mostra come le condizioni ambientali diverse tra culture
possono attivare diversi meccanismi psicologici tra gruppi.
Gli esempi di cultura evocata si possono spiegare comprendendo come gli adattamenti
universali si attivano in modo diverso in gruppi diversi.

o Un altro esempio di cultura evocata viene dall’analisi delle differenze culturali


nell’importanza attribuita all’attrattività fisica.
La diffusione di parassiti nell’ambiente locale è un forte predittore dell’importanza rivestita
dall’attrattività fisica di un partner a lungo termine per una determinata cultura.
La psicologia evoluzionistica, in linea di principio, è in grado di spiegare le variabilità tra le
culture, oltre agli universali umani.

o Un altro probabile esempio è incentrato sulla diffusione di parassiti e le differenze culturali


in termini di conformità, la tendenza a uniformarsi alle norme sociali.
Nel corso della loro storia evolutiva, gli esseri umani hanno affrontato il problema adattativo
del combattere le malattie infettive e hanno evoluto anche un sistema immunitario
comportamentale che consiste nelle inclinazioni psicologiche e comportamentali a evitare il
contatto con gli agenti che causano malattie, compresi altri esseri umani.
In ambienti con un elevato pericolo di contrarre malattie infettive, gli adattamenti per
conformarsi e obbedire alle norme sociali si attivano soprattutto per fronteggiare la
minaccia di parassiti che causano malattie.

Ci sono diverse evidenze del fatto che variabili ecologiche (come la diffusione dei parassiti)
abbiano un profondo effetto sulle tendenze culturali evocate e sempre più evidenze
empiriche a sostegno dell’idea che alcune differenze culturali siano pratiche adattative di
cultura evoluta.

 Cultura trasmessa

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La cultura trasmessa rappresenta
Essa si riferisce a
un’altra classe di fenomeni e
rappresentazioni, idee e altri
richiede un diverso tipo di spiegazioni.
prodotti culturali che
inizialmente esistono nella
Questi fenomeni richiedono l’esistenza di
mente di almeno una persona e
meccanismi di inferenza specializzati nei ”riceventi”
poi sono trasferiti alle menti e
per ricreare le rappresentazioni nelle loro menti.
nel comportamento di altre
Poiché l’ “informazione”” che proviene dagli individui
in un gruppo sociale è illimitata, le idee competono persone attraverso
per il limitato spazio di attenzione umano. osservazione, imitazione
l’interazione.
Gli adattamenti attivi nei riceventi devono setacciare
questo ammasso di idee e selezionare solo un piccolo sottoinsieme che poi darà origine a
una ricostruzione psicologica —> la scelta e la ricostruzione interna dipendono da
meccanismi psicologici di base fondamentali.

Al momento non sappiamo molto su quali siano meccanismi, ma conosciamo alcune delle
loro proprietà:
- Esse devono includere procedure per prestare attenzione selettivamente ad alcune idee e
ignorarne altre.
- Codificare selettivamente alcune idee nella memoria e dimenticarne altre.
- Trasmettere selettivamente alcune idee ad alcune persone ma non ad altre.

Questi meccanismi sono presumibilmente improntati a determinare la rilevanza per la


persona, relativamente alle dimensioni che avrebbero influito su sopravvivenza e
riproduzione negli ambienti ancestrali.
Una spiegazione comprensiva della cultura trasmessa dovrà fondarsi non solo sugli
adattamenti psicologici di coloro che ricevono e rappresentazioni culturali da altri, ma
anche su capire i meccanismi di coloro che trasmettono attivamente le rappresentazioni
culturali.

“Le voci si mettono in moto e continuano a viaggiare facendo appello ai forti


interessi personali degli individui impianti nella trasmissione”
La diffusione internazionale di pettegolezzi è un buon esempio di cultura
trasmessa. Per capire un pettegolezzo bisogna conoscere le motivazioni
e gli interessi di coloro che sono responsabili della sua diffusione.

Per quanto l’effetto del prestigio nella trasmissione culturale


possa apparire potente, esso non è tutto; quando le Es. pensa a due rapper che si
persone di prestigio sostengono idee che sembrano dedicano al tema di bande e
coincidere con il loro interesse personale i riceventi violenza: uno è cresciuto in una
tendono a ignorarle, quando persone di prestigio si scuola per benestanti e senza
impegnano in una segnalazione costosa, questo facilita la esperienza diretta di bande e
diffusione dei loro messaggi culturali —> i segnali costosi violenza, mentre l’altro ha sette
aumentano la credibilità dei messaggi. ferite d’arma da fuoco.
Chi verrà tenuto in maggior
Psicologia evoluzionistica della religione: un esempio conto nella trasmissione
di cultura trasmessa. culturale del messaggio
veicolato?
Le credenze religiose variano ampiamente tra culture e
cambiano. Nel tempo.
Le credenze religiose sono esempi prototipi di cultura trasmessa: esse sono
rappresentazioni presenti in alcune menti che vengono trasmesse ad atre menti.

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Il dominio religioso è difficile da definire con chiarezza, ma esso tipicamente contiene molti
elementi, come le rappresentazioni mentali di agenti non osservabili.
Perché le persone dovrebbero credere in agenti sovrannaturali che non possono
vedere, che vano contro i principi noti di causalità e che rischiano di produrre
sprechi di risorse, tempo perso e comportamenti maladattativi?

Gli psicologi evoluzionisti hanno avanzato due teorie alternative al riguardo:


- Una è che ci siano adattamenti specializzati per i fenomeni religiosi: cioè che essi siano
segnali costosi dell’impegno o segnali di altruismo difficili da simulare.
- La teoria alternativa più comunemente sostenuta è che i fenomeni religiosi siano
sottoprodotti di un insieme di distinti adattamenti cognitivi progettati per funzioni non
religiose.

Che cosa sono gli adattamenti cognitivi di cui si ipotizza che la religione sia un
sottoprodotto?

1. Il nostro strumento iperattivo di individuazioni di agenti, che ci porta a inferire che le


forze invisibili siano agenti umani.
Questo meccanismo si è probabilmente evoluto come un adattamento di protezione o
precauzione.

2. Una seconda classe di meccanismi cognitivi consiste negli adattamenti della teoria
della mente, attraverso cui inferiamo la presenza di credenze, desideri e intenzioni nelle
altre persone.
Questi adattamenti sono molto utili nel prevedere il comportamento delle altre persone,
il loro funzionamento appropriato.

- Poi viene il sistema di attaccamento, che si è evoluto originariamente nel contesto del
legame madre-figlio per la protezione e l’allenamento; gli adattamenti per l’attaccamento, in
breve, sarebbero trasferiti agli agenti sovrannaturali.
Anche gli adattamenti per la reciprocità sono attivati, come quando facciamo sacrifici per le
divinità o accordi con gli dei e ci aspettiamo dei benefici in cambio.
Inoltre le religioni, in genere, attivano la nostra psicologia per i parenti (es.nel cattolicesimo
le suore sono “sorelle” e i frati “fratelli”, anche se non sono davvero nostri parenti genetici)
E la religione, di certo, va al traino della nostra psicologia di coppia, sotto forma di
proibizione dell’adulterio.

 La religione, è un insieme si diversi fenomeni, più probabilmente un sottoprodotto


dell’evoluzione di molti adattamenti, alcuni dei quali sono ben consolidati scientificamente e
altri devono ancora essere scoperti.
 Alcuni teorici dell’evoluzione propongono che l’invenzione culturale della religione abbia un
frettò estremamente importante: fornire la capacità per la cooperazione di grandi gruppi di
individui in modi che sarebbero impossibili senza un sistema condiviso di credenze.

Coevoluzione di cultura e genetica


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Finora siamo giunti alla conclusione che la cultura si fondi sull’evoluzione di adattamenti
psicologici MA può la cultura stessa creare un forma di selezione che influenza l’evoluzione
genetica e dunque l’evoluzione della nostra psicologia?

Ci sono diversi esempi ben documentati al riguardo:


- Uno relativo alle invenzioni culturali di fuoco e cottura, e il conseguente effetto
sull’evoluzione del sistema digerente umano e nei comportamenti umani del mangiare.
- L’esempio più famoso di coevoluzione tra genetica e cultura è pi recente ed è l’invenzione
dei latticini per consumo umano.

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Con l’invenzione dell’agricoltura si è creata una nuova forma di selezione, la selezione per
la capacità di digerire latticini.
La cultura può creare nuove pressioni selettive, plasmando nuovi adattamenti, che a loro
volta possono accelerare l’evoluzione culturale = questa è l’essenza della coevoluzione tra
genetica e cultura o viceversa.
Gran parte degli esseri umani probabilmente non sopravvivrebbe in assenza di una grande
mole di conoscenza cioè in assenza della conoscenza culturale cumulativa che ha
“scaricato” ad altre persone.
La parte cumulativa della cultura è cruciale: i comportamenti trasmessi si accumulano e
fanno si che complessità, sofisticatezza e buon adattamento siano maggiori di quello che
un singolo individuo asociale senza cultura potrebbe realizzare da solo nel corso della sua
vita, indipendentemente dalla sua intelligenza”

Man mano che gli esseri umani si affidano sempre di più alla cultura cumulativa, la
selezione ha favorito la capacità di apprendere e assorbire cultura cumulativa complessa e
usarla a proprio vantaggio.
In questo modo la selezione ha favorito adattamenti per l’apprendimento culturale rispetto
all’apprendimento individuale.

Evoluzione di arte, narrativa, film e musica

Perché le persone si cimentano in cosi tante attività che non sembrano avere niente a che
fare con sopravvivenza e riproduzione?

Gli psicologi evoluzionisti hanno adottato due approcci di base per rispondere a queste
domande;
- Ipotesi dell’esibizione: secondo questa ipotesi, la cultura è un “fenomeno emergente che
nasce dalla competizione sessuale all’interno di ampi numeri di individui che perseguono
diverse strategie di coppia in diversi contesti di accoppiamento”
Questa ipotesi può spiegare le differenze sessuali nella produzione di prodotti culturali = gli
uomini hanno prodotto più arte, unica e letteratura delle donne poiché aumentare ‘accesso
sessuale a breve termine è stato raramente un obiettivo delle donne.
Inoltre, può spiegare anche la distribuzione in termini di età dei display culturali = molti
importanti lavori di arte e musica sono creati da giovani maschi e adulti, nel momento in ci
gli uomini sono pi intensamente attivi nella competizione intrasessuale tra partner.

Questa ipotesi però ora è in grado di spiegare diversi altri fatti riguardo ad arte, musica e
letteratura:
1. Non può spiegare il contenuto di questi prodotti culturali —> una teoria completa della
cultura deve spiegare i contenuti dei prodotti culturali, non solo l’età e la distribuzione
sessuale degli artisti.
2. Non è in grado di spiegare il fatto che alcune persone passano un’enorme quantità di
tempo in un solitario apprezzamento di arte, musica e letteratura, in contesti in cui non
c’è nessuna evidente esibizione.

 Pinker suggerisce una risposta generale a tali questioni: sostiene che la risposta
non consiste nella presenza di adattamenti specifici per arte, musica e letteratura,
ma piuttosto nei meccanici della mente che si sono evoluti per altri scopi , come
“lasciare che le persone traggano piacere da forme, colori, suoni, storie e miti”.
Come le droghe artificiali possono essere cerate per sollecitare i nostri centri del
piacere, cosi arte, musica e letteratura possono appagare i nostri adattamenti
psicologici.
Gli esseri umani hanno appreso ad attivare artificialmente i meccanismi già
esistenti, inventando prodotti culturali che imitano gli stimoli per cui questi
meccanismi erano tanti originariamente progettati.

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Queste attività culturali, riassumendo, non sarebbero adattamenti ma piuttosto
sottoprodotti non adattativi.
o Pinker utilizza un analogo ragionamento per la musica: “sospetto che la musica sia una
torta uditiva, un dolce squisito prodotto per solleticare i punti sensibili di almeno sei delle
nostre facoltà mentali”; queste facoltà mentali includono:

Il linguaggio Il controllo motorio (es.


(es.testi delle il ritmo, una
canzoni) I richiami sonori emotivi
componente universale
(es. singhiozzo, pianto,
della musica, imita il
L’analisi dello lamento e
controllo motorio
scenario acustico incoraggiamento sono
necessario per diversi
(es. dobbiamo usati come metafore che
compiti, incluso correre
separare i suoni descrivono passaggi
e tagliare a pezzi, e
che provengono musicali)
segnala caratteristiche
da diverse fonti, come insistenza,
come il richiamo pigrizia e sicurezza)
di un animale in La selezione
una foresta dell’habitat (es.
rumorosa) tuoni, scrosci
d’acqua e altri suoni
che possono
significare un
ambiente più o
meno sicuro)

Secondo questa ipotesi, troviamo piacevoli quegli schemi musicali che imitano artificialmente i suoi
naturali che i nostri meccanismi si sono evoluti per elaborare.
Un ragionamento simil può essere fatto per la narrativa e i film: parole, trame, storie che mettono in
scena commedie e tragedie possono procurare sensazioni piacevoli attivando i meccanismi evoluti
che li ricevono.
Un’analisi di 36 trame comuni ha mostrato che la gran parte di esse ruota intorno a quattro temi:
amore, sesso e minacce alla persona e alla famiglia del protagonista —> i prodotti culturali che
creiamo e consumiamo, sebbene non siano di per sé adattamenti, rivelano la natura della nostra
psicologia evoluta.

 Alcune acute analisi suggeriscono che la psicologia evoluzionistica possa chiarire le ragioni
profonde di imprese artistiche così diverse tra loro e inoltre la chiave di lettura
evoluzionistica ha prodotto nuove idee per spiegare domini che a lungo sono stati ritenuti
scollegati dai meccanismi mentali che definiscono la natura umana.

Verso una psicologia unificata

In questo capitolo abbiamo considerato come la psicologia evoluzionistica si rapporti alle


principali branche della psicologia, tra cui la psicologia cognitiva, sociale, dello sviluppo, della
personalità e clinica E si è rivelata informativa per altre sottodiscipline della psicologia, ha
esteso la su portata e sta iniziando a trasformare anche altre discipline attraverso l’analisi
evoluzionistica di legge.
In sostanza, però, ci aspettiamo che la psicologia evoluzionistica annulli quesi tradizionali
confini disciplinari, gli esseri umani non possono essere divisi chiaramente in elementi discreti
come personalità, sviluppo, socialità e cognizione.
Dalla prospettiva della psicologa evoluzionistica, molte delle tradizionali divisioni disciplinari
portano a fraintendimenti e ostacolano il progresso scientifico.

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Studiare la psicologia umana attraverso i problemi adattativi e le loro soluzioni, fornisce un
mezzo più naturale di “suddividere la natura e le sue articolazioni” e quindi di superare le
suddivisioni disciplinari correnti e unificare il campo della psicologia.
Un compito essenziale di questa nuova scienza psicologica sarà individuare i problemi
adattativi cruciali con cui gli esseri umani si sono confrontati ripetutamente nel corso della
storia evolutiva oltre a quelli legati alla sopravvivenza e riproduzione.

La psicologia evoluzionistica fornisce gli strumenti concettuali per collegare la psicologia alle
altre scienze della vita in una più ampia integrazione scientifica e per svelare i misteri relativi a
da dove veniamo, come siamo arrivati a questo stadio e i meccanismi mentali che definiscono
che cosa significhi esseri umani.

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