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Psicologia Generale
Università degli Studi di Perugia
80 pag.
- Perché la mente è quella che osserviamo, quale processo causale l’ha creata e modellarla
nella forma attuale?
- Come è progettata la mente umana, quali sono le sue componenti e i suoi meccanismi, e
come sono organizzate?
- Quali sono le funzioni delle componenti e le loro strutture organizzate? Per che cosa è
progettata la mente?
- In che modo l’input proveniente dall’ambiente attuale interagisce con i meccanismi mentali
per produrre il comportamento?
Questa disciplina mette insieme i risultati derivati dalle diverse discipline che s’interessano della
mente.
Darwin osservò diversi fatti che sembravano contraddire la teoria della selezione naturale a partire
dalla constatazione che molti animali sviluppano caratteristiche la cui funzione non è quella di
favorirne la sopravvivenza, ma aiutarli a massimizzare il loro successo riproduttivo. Per di più
osservò che in alcune specie i due generi differiscono molto tra loro.
La risposta di Darwin alle evidenze inconciliabili con la teoria della selezione naturale fu la teoria
della selezione sessuale, che riguarda gli adattamenti sorti come conseguenza del successo
nell’accoppiamento.
Darwin ipotizzò l’esistenza di due principali mezzi attraverso cui opera la selezione naturale:
- Competizione intrasessuuale: La selezione intrasessuale riguarda individui dello stesso sesso
che competono tra loro; i vincitori avranno accesso alla riproduzione con individui del sesso
opposto. Spesso, associati a questa competizione, le specie sviluppano tratti sessuali
secondari (chiamati armamenti) volti ad intimidire, scoraggiare o sconfiggere i rivali dello
stesso sesso. Le caratteristiche che hanno determinato il successo tra gli esemplari dello
stesso genere sessuale, saranno passate alla generazione successiva grazie al successo
riproduttivo del vincitore.
- Selezione intersessuale: vale a dire la scelta preferenziale per l’’accoppiamento; se tra i
membri di un genere c’è un certo consenso riguardo le qualità desiderate nei membri del sesso
opposto, allora gli individui del sesso opposto che possiedono quelle determinate
caratteristiche saranno preferiti nella scelta del partner. Gli individui di un sesso (generalmente
le femmine) sono particolarmente esigenti nella scelta del compagno, per questo Darwin
chiamò il processo di selezione intersessuale scelta femminile.
Ruolo della selezione naturale e della selezione sessuale nella teoria evoluzionistica
La mutazione cioè un cambiamento genetico ereditario nel DNA dovuto a processi casuali
determina la variabilità tra individui rispetto ad una determinata caratteristica che è alla base dei
processi evolutivi.
Sel. Naturale e sessuale non sono le uniche cause del cambiamento evoluzionistico, alcuni
cambiamenti possono realizzarsi a causa della deriva genetica (cambiamento casuale nella
composizione genetica della popolazione); questi cambiamenti casuali avvengonoattravero diversi
processi:
- L’effetto del fondatore:
Si realizza quando una piccola parte della popolazione stabilisce una nuova colonia e i
fondatori della nuova colonia non sono completamente rappresentativi della popolazione
originaria.
- Il collo della bottiglia genetico:
Si realizza quando una popolazione si restringe, per es., a causa di una catastrofe casuale
come un terremoto. I sopravvissuti alla catastrofe portano solo un sottoinsieme di geni della
popolazione originaria.
! La teoria di Darwin ha permesso di collocare gli esseri umani nel grande albero della vita,
mostrando il loro posto nella natura e i collegamenti con le altre creature viventi.
Controversie:
Darwin non sapeva quale fosse la natura dei meccanismi di ereditarietà —> Gregor Mendel
mostrò che l’ereditarietà era “particellare”: le caratteristiche dei genitori non si miscelano tra loro,
ma passano intatte alla loro prole in pacchetti separati chiamati GENI —> i genitori devono essere
nati con i geni che tramandano, i geni non possono essere acquisiti attraverso l’esperienza.
Secondo l’intuizione di Mendel, un gene può essere definito come la più piccola unita
separata che viene ereditata dalla prole
GENOTIPI: intera costituzione di geni di un individuo. Ciascuno di noi eredita una metà a caso dei
propri geni dal genotipo della madre e l’altra metà dal padre
Sintesi moderna = movimento degli anni ’30-’40 in cui l’unificazione della teoria di Darwin
dell’evoluzione per selezione naturale con la scoperta del’ereditarietà particellare dei geni ha avuto
il culmine.
È il risultato della convergenza di diverse discipline biologiche verso una teoria dell’evoluzione
condivisa.
Hamilton propose una revisione radicale e innovativa della teoria evoluzionistica: la teoria della
fitness inclusiva, diede cosi. Iniziò ad una rivoluzione che coinvolse l’intero campo della biologia.
- Secondo Hamilton la fitness classica: La misura del successo riproduttivo individuale nel
trasmettere i geni alla futura generazione attraverso la produzione di prole, era troppo
limitata per descrivere il processo dell’evoluzione attraverso la selezione.
Fitness inclusiva: nella sua teoria, la seleziona naturale favorisce le caratteristiche che permettono
ai geni di un organismo di passare alla generazione successiva, indipendentemente dal fatto che
l’organismo produca direttamente dei figli o meno. Le cure parentali, cioè l’investimento nei propri
figli, sono reinterpretate come un caso particolare de prendersi cura di parenti che portano con sé
La rapida rivoluzione della biologia evoluzionistica innescata dalla teoria della fitness inclusiva si
deve in parte al classico pubblicato da George C. Williams.
o W. Mise in discussione l’idea allora prevalente della selezione di gruppo, cioè che gli
adattamenti si sono evoluti per il bene del gruppo attraverso la sopravvivenza e la
riproduzione differenziale di gruppi, contrapposta all’idea del vantaggio del gene che
emerge attraverso la riproduzione differenziale dei geni,
W. Argomentò che la selezione d gruppo, sebbene teoricamente possibile, era
probabilmente una forza molto debole tra quelle dell’evoluzione.
ES. Specie di uccello con 2 tipi di individuo: alcuni si sacrificano per non esaurire risorse di
cibo, gli altri continuano in maniera egoistica —è più probabile trovare nella generazione
successiva gli individui egoisti. —> dopo cinque anni dalla dalla teoria di W. Ia maggior
parte dei biologi aveva abbandonato la teoria della selezione di gruppo.
Il contributo principale di Trivers si struttura in tre articoli pubblicati all’inizio degli anni ’70.
1. Conteneva la Teoria dell’altruismo reciproco tra individui non imparentati
2. Avanzava la Teoria dell’investimento parentale, che ha fornito un importante descrizione
delle condizioni in cui, all’interno di ciascun sesso, si mette in atto la selezione sessuale.
3. Espone la Teoria del conflitto genitori-figli, l’idea che si possono prevedere dei conflitti tra
genitori e la loro prole dato che condividono solo il 50% dei loro geni.
Wilson e la Sociobiologia
Nel 1975 il biologo Williams provocò grande scalpore con la pubblicazione di Sociobiologia: la
nuova sintesi — l’importanza del libro stava nella poderosa sintesi di una vasta quantità di diversi
contributi scientifici, e nel dare un nome a questo nuovo settore: sociobiologia.
L’opera fu contestata da marxisti , radicali, creazionisti, alcuni scienziati e anche membri del suo
stesso dipartimento (Harvard). W. Avanzava la teoria che molti fenomeni umani sarebbero stati
spiegati dalla nuova sintesi, la gran parte degli scienziati impegnati nelle discipline scoiai riteneva
Ci sono voluti circa 3.7 miliardi di anni per passare dalla prima forma di vita ai moderni esseri
umani.
Circa 85 milioni di anni fa si evolvette una nuova linea di mammiferi, quella dei primati:
mani e dira dotati di unghie, pollici opponibili, visione stereoscopica ben sviluppata, con
occhi rivoli in avanti, cervelli grandi in relazione ai loro corpi.
Circa 4,4 milioni di anni fa è avvenuto uno degli sviluppi + significativi che ha portato agli
esseri umani: la locomozione bipede: capacità di camminare e correre su due piedi invece
che su quattro zampe.
Ci sono voluti circa 2 milioni di anni di ulteriore rivoluzione prima che comparissero i primi
rudimentali strumenti ritrovati dai paleontologi (lirici olduvaiani, utilizzati sulle carcasse degli
animali morti x separare la carne dalle ossa e x estrarre le parti nutrienti dal midollo), la loro
fabbricazione richiedeva un livello di abilità e una padronanza tecnologica.
Questi strumenti risalivano al primo gruppo appartenente al genere homo, chiamato HOMO
HABILIS (esistito tra 2,5 e 1,5 milioni di anni fa)
Homo ERECTUS: circa 1,8 milioni d’anni fa, alcuni primati bipedi in grado d produrre
strumenti si evolvettero in un ramo di successo, e iniziarono a migrare dall’Africa e in Asia.
Intorno a 1,2 milioni di anni fa, i cervelli di un ramo del genere homo iniziarono una rapid
espansione, le loro dimensioni raggiunsero i 1350 cm cubici dell’uomo moderno.
NEANDERTHAL: circa 200.00 anni fa i neandertaliani dominavano in molte regioni
dell’Europa e dell’Asia occidentale, MA, intorno a 30.000 anni fa, dopo il successo che
avevano avuto durante la glaciazione e dopo essere sopravvissuti agli improvvisi
cambiamenti delle risorse disponibili, ci fu la loro estinzione.
La loro scomparsa coincise con l’improvviso arrivo dell’uomo anatomicamente moderno =
l’HOMO SAPIENS.
La teoria della selezione naturale ha influenzato molti studiosi successivi in ambiti diversi.
Ala fine dell’800, Freud propone una teoria psicologica fondata sulla sessualità (=la forza del
comportamento umano, indipendentemente dall’età).
Il fulcro della teoria psicoanalitica iniziale di Freud era la proposta del sistema istintualità,
composto da du classi di istinti:
1. Istinti di conservazione della vita, che servono alla funzione della sopravvivenza.
2. Istinti sessuali (x freud la sessualità matura veniva raggiunta nello stadio finale, quello
genitale)
Queste due categorie hanno corrispondenza perfetta con le due principali teorie
dell’evoluzione proposte da Darwin. (Selezione naturale e sessuale)
3. In seguito Freud introduce anche gli Istinti di morte
John Watson pose enfasi sul condizionamento classico, un tipo di apprendimento in cui
due eventi precedentemente non collegati diventano associati.
Skinner diede inizio a una nuova disciplina chiamata comportamentismo radicale, e
studiò il meccanismo del condizionamento operante, secondo cui, le conseguenze di un
comportamento che vengono rinforzate sono le cause determinanti del comportamento che
segue —- Le fastidiose conseguenze delle svolte sbagliate vengono eliminate mentre le
soddisfacenti conseguenze delle svolte corrette vengono impresse nel comportamento
degli animali, rafforzando così le risposte corrette.
Variabilità culturale
Mentre la teoria dell’apprendimento si proponeva di identificare i processi attraverso cui gli adulti
ed formati, l’antropologia culturale intendeva fornire i contenuti (pensieri specifici, comportamenti e
rituali) cui tali processi potevano operare. Le varie ricerche antropologiche hanno celebrato la
variabilità culturale conservata, tuttavia hanno confermato l’esistenza di numerosi universali umani.
Harry Harlow: Lo studioso fece crescere un gruppo di scimmie isolate da altre scimmie utilizzando
due madri artificiali. Una era fatta di fil di ferro, l'altra di fil di ferro ricoperto da un panno morbido di
spugna. Il cibo era distribuito alle scimmie dalla madre di fil di ferro e non dalla madre di panno.
Secondo i principi del condizionamento operante, poiché le scimmie ricevevano il loro rinforzo
primario di cibo dalla madre di fil di ferro avrebbero dovuto sviluppare un attaccamento maggiore
nei confronti di questa mamma artificiale. Invece accade esattamente l'opposto. Le scimmiette si
arrampicavano sulla madre di fil di ferro per mangiare, ma sceglievano di passare il resto del
tempo con la madre di panno, e quando erano spaventate non correvano dalla madre che dava il
rinforzo di cibo, ma da quella che forniva il contatto confortevole. Era chiaro che era in atto
qualcosa di diverso dalla risposta a un rinforzo di cibo.
John Garcia: il ricercatore diede del cibo ad alcuni ratti e qualche ora dopo somministrò loro una
dose radiazioni che provocavano la nausea.
Ai ratti bastava una sola prova per imparare a evitare quel cibo, che sembrava la causa
dell’indigestione, ma abbaiando la nausea a suoni o flash di luce non si realizzava alcun
apprendimento di evitamento.
Diversi risultati empirici hanno confutato le assunzioni fondamentali del comportamentismo, il che
suggerisce di importanti conclusioni:
1. Ratti, scimmie e anche esseri manisembrano predisposti ad apprendere alcune cose, ma
non altre, con estrema facilità
2. L’ambiente esterno non è il solo elemento che può determinare il comportamento
- L’obiettivo: registrare quanto spesso le donne venivano toccate dagli uomini in questi
contesti.
Queste nuove linee di ricerca mettono in luce le due caratteristiche dell’approccio scientifico della
psicologia evoluzionistica:
La teoria della selezione naturale possiede caratteristiche fondamentali in una teoria scientifica:
1. Spiega fatti conosciuti
2. Porta a nuove previsioni
3. Fornisce indicazioni a importanti settori della ricerca scientifica
Le radici della natura umana: basi delle evoluzione dei meccanismi psicologici
Tutte le specie, inclusa la nostra, hanno una natura che può essere descritta e spiegata.
Ogni specie ha una natura specifica, dato che nel corso della sua storia evolutiva ha affrontato un
insieme particolare di problemi adattativi.
Mentre in generale la biologia evoluzionistica riguarda l’analisi di tutte le parti
dell’organismo integrate tra loro nell’ottica dell’evoluzione, la psicologia evoluzionistica si
focalizza sulle parti psicologiche, analizzando la mente come insieme di meccanismi
evoluti, i contesti che attivano quei meccanismi e i comportamenti da essi generati.
Esiste in quella determinata forma perché cosi risolve uno specifico problema di
sopravvivenza o riproduzione ricorrente nel corso della storia evolutiva
La formazione dei quel meccanismo è o e una chiave adatta ad una particolare serratura.
È progettato per elaborare solo una porzione ristretta di informazione.
Gli input che attivano ciascun meccanismo sono gli stessi che si sono presentati in maniera
ricorrente nel periodo in cui si è formato l’adattamento, oppure sono input presenti
nell’ambiente moderno che imitano quelli genetici.
L’input elaborato da 7n meccanismo psicologico evoluto specifica all’organismo quale
particolare problema adattativo si sta trovando di fronte.
È importante sottolineare ce un meccanismo che ha portati a soluzioni efficaci nel corso del
passato evolutivo potrebbe non essere più così efficace oggi.
Un meccanismo psicologico evoluto è un insieme di procedure interne all’organismo
progettato per utilizzare una particolare porzione di informazione e trasformarla, attraverso
regole decisionali, in un output che storicamente ha aiutato i nostri antenati alla locuzione di
un problema adattativo. Tali meccanismi psicologici esistono negli attuali organismi perché
in edita hanno portato al successo nella soluzione di no specifico problema adattativo nei
suoi antenati.
1. Confronto tra specie diverse —> Fonti di fati per la verifica: Reperto
archeologici
2. Metodi crossculturali —> Fonti di dati per la verifica: Dati raccolti nelle società
tradizionali di cacciatori-raccoglitori
Lippa e colleghi, per es., hanno esplorato le differenze di genere in un compito di rotazione
mentale in 53 culture diverse.
I principali risultati dello studio furono due:
- Le differenze tra genere nell’abilità di rotazione mentale erano universali tra le culture
- Al contrario di quanto previsto dalla teoria del ruolo sociale, le differenze di genere in realtà
erano un po’ più ampie nelle culture con una maggiore uguaglianza di generi.
Le tecniche di neuroimaging, hanno un utilizzo sempre maggiore nella verifica delle ipotesi
che riguardano gli adattamenti e le loro sottostanti basi neurali.
I tradizionali metodi sulla genetica del comportamento, come gli studi sui gemelli e sulle
adozioni, possono servire per verificare alcune ipotesi evoluzionistiche.
Questi metodi possono aiutare a stabilire se le differenze individuali nell’inizio della
sessualità femminile sono mediate dall’ambiente, come suggerito dall’ipotesi
evoluzionistica, oppure sono determinate geneticamente.
I metodi della genetica molecolare sono utili anche nello studio dell’evoluzione umana, x
verificare le ipotesi sulle origini degli esseri umani moderni o x identificare la base genetica
di alcuni adattamenti emersi negli ultimi 10.000 anni; questi risultati hanno contraddetto
l’ipotesi secondo cui vi è un arresto o un rallentamento dell’evoluzione biologica nella
nostra specie.
5. Confronto tra maschi e femmine —> Fonti di dati per la verifica: Dati sul ciclo di
vita e registri pubblici
6. Confronto tra individui della stessa specie —> Fondi di fati per verifica: Opere
umane
Con questo metodo si possono formulare ipotesi sui problemi adattativi in due diverse
situazioni e su quali meccanismi saranno attivati in ciascuna.
Nel raro caso in cui un individuo passi da una condizione all’altra, si verifica anche un
mutamento simultaneo di altri fattori, e ciò rende difficile isolare i fattori causali responsabili
del cambiamento; per risolvere questo problema, gli scienziati possono cercare di
“controllare” la situazione conducendo esperimenti psicologici.
8. Metodo sperimentale
È chiaro che gli esseri umani hanno affrontato numerosi problemi adattativi nel corso dell loro
storia evolutiva, il che ha dato origine a molti complessi meccanismi adattativi.
Ma quali sono questi problemi adattativi?
Sopravvivenza e crescita —> Riproduzione —> Crescita della prole —> Aiutare i parenti
genetici
- Paleoarcheologia e paleoantropologia
Pietre e ossa possono rivelare un altro insieme di problemi adattativi, o e indicazioni sulla
dieta ancestrale, informazioni sulla morte dei nostri antenati, e indizi sui tipi di malattie da
cui erano affette le popolazioni umane ancestrali.
- I meccanismi attuali
Una risorsa altamente informativa sono i meccanismi psicologici che caratterizzano
attualmente gli esseri umani, i nostri attuali meccanismi psicologici ci permettono di
osservare almeno in parte la natura dei problemi adattativi che affliggevamo i nostri
antenati.
Nonostante la protezione che ci garantisce il nostro stile di vita, tutti prima o poi ci troviamo di
fronte a forze che mettono in pericolo la nostra sopravvivenza —> Darwin chiama questi fattori
“forze ostili della natura” = clima, tempo atmosferico, penuria di cibo, tossine, malattie, parassiti,
predatori e con specifici (membri della stessa specie) ostili.
I problemi adattativi rappresentati da un’esterna forze ostili si sono ripresentati nel corso della
storia evolutiva umana e hanno agito selezionando le soluzioni di sopravvivenza efficaci; gli esseri
umani hanno sempre dovuto interagire con il mondo biologici in modi molto specializzati.
Gli esseri umani possiedono una “biologia ingenua”, in cui c’è l’intuizione che gli esseri viventi
esistano in blocchi discreti che corrispondono a specie diverse, e che ciascuna specie abbia una
“essenza” interna che ne determina la crescita, le funzioni corporee, la forma esterna e le qualità
particolari.
La biologia ingenua sembra emergere presto nel ciclo di vita senza alcuna istruzione da parte dei
genitori ed è universale in tutte le culture del mondo.
È probabile che sia un adattamento cognitivo evoluto ed è cruciale per risolvere molti dei problemi
di sopravvivenza.
Senza acqua e e cibo moriremmo tutti:”la dieta è il fattore primario che permette di
vincolare il resto del sistema degli adattamenti di una specie”
Il problema più pressante nella scelta del cibo è come ottenere una quantità adeguata di
calorie e nutrienti specifici, senza al contempo consumare livelli pericolosi di tossine che
potrebbero rapidamente portare alla morte.
Le tossine sono a loro volta degli adattamenti che le piante utilizzano per ridurre la
probabilità di essere mangiate ma danneggiano gli esseri umani e gli altri animali che in
nutrono di vegetali.
Nella vita di tuti i giorni il cibo permea le nostre preoccupazioni psicologiche, il linguaggio,
l’interazione sociale e le credenze religiose.
In tutto il mondo le persone spendono più denaro per il cibo ce per qualsiasi altra cosa, il cibo
svolge un’importante nelle interazioni genitore-figlio —> quando si è piccoli non c’è niente di più
importante per sopravviver dello stabilire che cosa può essere ingerito e che cosa deve essere
evitato.
Esseri umani e ratti possiedono adattamenti simili riguardo il nutrirsi: entrambi da piccoli risolvono il
problema della ricerca e dell’assunzione del cibo ricavando tutte le calorie necessarie dal latte
materno —> questo impedisce ai piccoli di assumere tossine letali fino al momento in cui iniziano
ad assicurarsi il cibo da soli.
Gli esseri umani e i ratti hanno evoluto preferenze per il gusto degli alimenti dolci, che forniscono
molte calorie; tutti questi meccanismi sembrano essere prodotti dall’evoluzione, progettati per far
fronte al problema adattativo della selezione del cibo e del consumo coordinato con le necessità
fisiche.
o La nostra specie condivide anche con i ratti un adattamento chiamato neofobia, cioè la
forte avversione per i cibi nuovi.
I ratti assaggiano cibo non conosciuto in piccole dosi, in questo modo hanno l’opportunità di
imparare se qualcosa li fa stare male, evitando di consumare grandi quantità di veleni
In genere, gli esseri umani devono essere persuasi dai genitori o altre persone ad
assaggiare alimenti nuovi, un fatto che indica l’elemento sociale del consumo di cibo nella
nostra specie.
Il disgusto è un emozione ipotizzata come un adattamento che serve come difesa contro gli
attacchi di microbi e protezione dal rischio di malattie; implica sentimenti di repulsioni e nausea, ed
è una forte motivazione a ritrarsi dallo stimolo che lo induce.
Se l’emozione del disgusto è una difesa evoluta contro la malattia, si possono formulare diverse
previsioni:
1. Il disgusto dovrebbe essere innescato soprattutto da sostanze portatrici di malattie
2. Le sostanze che provocano disgusto dovrebbero essere le stesse in tutte le culture.
L’ipotesi del disgusto come evitamento delle malattie permette anche di prevedere una
differenza di genere, come conseguenza dei diversi problemi adattativi che donne e
uomini hanno dovuto affrontare.
Senza dubbio il cibo contaminato non è l’unico fattore che provoca reazioni di disgusto: il
potenziale contatto con persone che hanno scarsa igiene, che appaino malate, con ferite
aperte o ce sono dedite a pratiche sessuali come il sesso anale – tutti possibili veicoli di
trasmissione di malattie – spesso evoca disgusto.
Esistono tuttavia situazione in cui sarebbe vantaggioso eliminare o sopprimere la reazione di
disgusto per risolvere altri problemi adattativi, come prendersi cura di un alleato ferito o di un
parente stretto.
Durante i primi tre mesi di gravidanza alcune donne sviluppano nausea gestazione le,
un’accresciuta sensibilità e reazione di nausea a particolari cibi.
Diverse evidenze fanno pensare che la nausea abbia una funzione adattativa —> Profet ha
ipotizzato che si tratti di un adattamento eh impedisce alle donne di sumere e assorbire
teratogeni: tossine che potrebbero danneggiare lo sviluppo del nascituro.
Le tossine sono presenti in diversi vegetali anche di normale consumo come mele, banana e,
patate, arance e sedano;
Durante la gravidanza si accentua il problema di assicurarsi nutrienti delle piante senza al
contempo assumere tossine; le piante segnalano la loro tossicità attraverso sostanze chimiche.
Tra i cibi specifici che le donne incinte riferiscono di trovare sgradevoli rientrano caffè, carne,
alcol e verdure; donne incinte che mangiano questi cibi hanno un’alta probabilità di vomitare,
un comportamento che impedisce alle tossine di entrare nel sangue della madre e da li,
attraverso la placenta, arrivare al feto.
Le donne che non presentano nausea durante il primo trimestre hanno una probabilità tre volte
più elevata d incorrere in un aborto spontaneo rispetto alle donne che hanno avuto questo
disturbo.
!!! L’esempio della nausea gestazionale evidenzia uno dei vantaggi dell’approccio
adattazionista: un fenomeno che appare come debilitante può rivelarsi un meccanismo
progettato per contrastare una delle forze ostili della natura, in questo caso aiutando la
sopravvivenza de bambino ancor prima della nascita.
Fuoco e cottura
Nel consumo del cibo, gli esseri umani si distinguono per l’uso del fuoco e per la cottura.
Gran parte dei cibi cotti ha un elevato contenuto di fine e fornisce relativamente poche calorie
in confronto allo sforzo necessario per la masticazione e la digestione.
La cottura rende più digeribili i frutti fibrosi, i tuberi e la carne; libera energia; riduce i costi della
digestione e uccide i microorganismi che potrebbero essere tossici per gli esseri umani,
L’invenzione del fuoco e l’abilità di cucinare sono alla base dell’evoluzione di cervelli umani
straordinariamente grandi.
I metodi primordiali per assicurarsi il cibo sono stati collegati alla rapida evoluzione degli esseri
umani moderni.
o È molto diffuso il modello dell’ “uomo cacciatore”, secondo cui la transizione dalla
empòice ricerca di cibo alle battute di caccia ha provocato una rapida espansione della
produzione, dell’utilizzo di strumenti, lo sviluppo del cervello di grandi dimensioni e
l’evoluzione delle complesse abilità linguistiche necessarie a comunicare durante l
attività di cooperazione necessarie per la caccia.
Gli esseri umani consumano molta più carne delle altre specie di primati; per gli esseri
umani è difficile ottenere da una dieta vegetariana tutti i nutrienti essenziali (come la
vitamina A e B12, che sono necessarie alla sopravvivenza umana), sebbene possa essere
meno dannosa.
L’ipotesi dell’’approvvigionamento
I sostenitori della teoria della caccia affermano che essa possa spiegare molte
caratteristiche particolari dell’evoluzione umana.
o Forti coalizioni maschili: gli individui singoli hanno poche probabilità di riuscire ad abbattere
un grande animale, le battute di caccia richiedono l’azione coordinata di diversi operatori.
o Presenza di altruismo reciproco e scambio sociale: la carne ricavata da un grande animale
è molta più di quella che un singolo cacciatore può consumare; inoltre il successo della
caccia è altamente variabile.
o Divisione sessuale del lavoro: la dimensione fisica rende gli uomini ben dotati per la caccia
mentre le donne ancestrali erano meno adatte a tale attività poiché spesso alle prese con
la gravidanza e i figli; gli omini cacciano e le donne raccolgono, spesso portando con se la
prole.
o Sviluppo strumenti liici: la loro funzione utile a uccidere e poi separare la carne utilizzabile
dalle ossa.
Gli uomini che primeggiano nella caccia avrebbero diversi benefici: maggiore probabilità di
avere più figli oltre a vantaggi di sopravvivenza e di accesso riproduttivo per la loro prole
grazie al trattamento di favore.
Nella forma pura l’ipotesi dell'ostentazione può essere considerata antagonista a quella
dell'approvvigionamento: secondo Kristen Hawkes gli uomini cacciavano non per fornire
risorse alle loro famiglie, ma per ottenere benefici a livello di status dalla condivisione dei
beni con i vicini. In realtà le due ipotesi non sono del tutto incompatibili: in passato gli
uomini possono essersi dedicati alla caccia per rifornire le loro famiglie e per ottenere
benefici di status, sessuali e alleanze
La quantità di cibo procurato dal compagno può essere utilizzata come predittore del
tempo che una donna impiega nella ricerca di alimenti. Sembra che le donne modellino il
loro comportamento sulle diverse richieste adattative, aumentando la raccolta per
compensare le forniture scarse e diminuendola per evitare di esporre i figli piccoli a pericoli
ambientali.
Se le donne si sono specializzat nella raccolta e gli uomini nella caccia, ci aspettiamo che
possiedano delle capacità specificamente dedicate allo svolgimento di queste attività.
Irwin Silverman e i suoi colleghi hanno proposto una teoria delle capacità spaziali dei
cacciatori-raccoglitori che suggerisce che gli uomini mostrino abilità superiori nei compìti
spaziali, che avrebbero aiutato nella caccia, come l’abilità dell’orientarsi in relazione a
oggetti e luoghi in pista sale lunghe distanze, a compier trasformazioni mentali necessarie
a mantener un orientamento accurato durante il movimento.
La teoria prevede invece che le donne siano più bravo nella memoria della collocazione
spaziale come adattamento per la raccolta; individuare e raccogliere vegetali commestibili
come frutti e tuberi richiederebbe diverse abilità spaziali come la capacità di imparare
rapidamente a ricordare i contenuti delle configurazioni di oggetti e le relazioni spaziali.
Molti studi confermano l'esistenza di queste differenze nelle abilità spaziali tra i generi
confermando che uomini e donne hanno evoluto specializzazioni diverse relative
all'elaborazione spaziale, che facilitano rispettivamente la caccia e la raccolta.
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Scegliendo mal il luogo in cui si vive, si può incorrere i costi levati a causa della scarsità di
risorse o dei pericoli presenti, mentre in un buon posto si possono avere grandi benefici.
Per questo la selezione avrebbe plasmato gli adattamenti progettati per farci scegliere con
accortezza il luogo in cui vivere.
La savana africana, l’ambiente nel quale si ritiene siano sviluppati gli esseri umani,
risponde a questi requisiti —> offre molte più prede d’incarnazione rispetto alle
forzaste, più vegetazione per il pascolo e visuali aperte che facilitano lo stile di vita
nomade; in questi luoghi gli alberi permettono di proteggere la pelle dai raggi del sole e
forniscono un rifugio.
Second la versione più elaborata della teoria della savana, Orians e Heerwagen hanno
proposto tre fasi per la scelta dell’habitat:
Marisa e Bracha individuano sei modi in cui la paura e l’ansia possono realizzare la
protezione:
1. Freezing: restare immobili aiuta a valutare in maniera vigile la situazione, a non essere
visti dal predatore, e, a volte, impedire l’attacco aggressivo.
5. Fingere di essere morto: il vantaggio adattativo si realizza quando fuggire o lottare non
servirebbe, per esempio, se il predatore è troppo veloce o troppo forte; questo fa perdere
interesse al redattore e offre una possibilità di fuga.
6. Svenimento: Perdita coscienza per segnalare a chi attacca che non si costituisce una
minaccia.
Queste risposte comportamentali alla minaccia grave hanno uno schema adattativo, nel
senso che spesso rispettano una sequenza prevedibile.
Oltre a causare queste risposte comportamentali, la paura produce anche un insieme prevedibile
di reazioni fisiologiche evolute —> L'adrenalina, per esempio, è prodotta in risposta alla paura;
questo ormone agisce aiutando la coagulazione del sangue, che servirebbe in caso di ferite.
Agisce anche sul fegato in termini di rilascio del glucosio, in modo da rendere disponibili le energie
ai muscoli per fuggire o lottare. Il battito cardiaco e la circolazione sanguigna aumentano, il respiro
si fa più veloce aumentando così la fornitura di ossigeno ai muscoli e aumenta la velocità di
emissione di diossido di carbonio.
Charles Darwin ha descritto in breve la funzione della paura, chiedendosi se le paure dei
bambini, che sono ampiamente indipendenti dall’esperienza, non siano ereditate dai
pericoli reali incontrati nei tempi ancestrali.
Gli esseri umani, infatti, hanno una probabilità molto più elevata di sviluppare paure per
pericoli ce erano presenti nell’ambiente ancestrale che per pericoli dell’ambiente attuale;
Per esempio è difficile che oggi i serpenti costituiscano un problema nelle grandi città, dove invece
lo sono le automobili, ma la paura per i veicoli a motore, pistole, prese elettriche e sigarette
praticamente non sono osservate, dal momento che dal punto di vista evoluzionistico sono pericoli
nuovi, troppo recenti perché la selezione abbia potuto modellare su di essi delle paure specifiche.
Sembra che paure specifiche emergano nel corso dello sviluppo nel momento preciso in cui ci si
aspetta che il bambino possa incontrare un pericolo a esse collegato.
Paura dei ragni Ricevere una puntura Ha origine dai 5 mesi di età e
velenosa sembra essere specifica per
questa categoria di animali.
o Paura dell’altezza o Lesioni dovute a Intorno ai 6 mesi d’età,
o Ansia per gli estranei cadute da dirupi o quando iniziano a gattonare
alberi lontano dalla madre.
o Danni/lesioni provocati Aumenta il rischio di precipizi
da (uomini) estranei pericoli e incontri con persone
estranee senza che vi sia la
presenza protettiva della
mamma.
È interessante notare che i
bambini hanno più paura
degli estranei maschi che
delle estranee femmine;
corrisponde al maggior
pericolo che hanno costituito
Le donne adulte hanno una probabilità significativamente più elevata degli uomini di
sviluppare paure e fobie per serpenti e ragni —> Rakison ha scoperto che questa
differenza di genere si origina nell'infanzia. Gli studiosi hanno spiegato queste
differenze sessuali proponendo ce la selezione sessuale abbia creato strategie più
inclini al. Rischio negli uomini (x ottenere status elevato, più risorse e opportunità di
trovare partner)
L’evoluzione di specifiche paure si riflette anche sui modi in cui prestiamo attenzione e
percepiamo il mondo intorno a noi; Il bias attentivo degli esseri umani nei confronti dei
pericoli ancestrali è evidente anche nella percezione dei suoni.
Questa teoria parte dall’osservazione che il potere della selezione naturale diminuisce
drasticamente con l’aumentare dell’età.
Williams sviluppo una teoria della senescenza pleiotropica —> pleiotropia= fenomeno
per cui un gene può avere due o più effetti diversi. Attraverso questo processo
possediamo diversi geni che ci aiutano nei momenti iniziali della vita, ma che
causano effetti dannosi in seguito, quando la selezione è debole o assente. (Es.
testosterone negli uomini)
Gli effetti della selezione sono più forti sugli uomini che sulle donne perché la variabilità
riproduttiva degli uomini è più elevata di quella delle donne; questa forte selezione è il
vantaggio precoce produce un’elevata proporzione di geni pleiotropici che causano la
morte prematura.
Sembra che il successo riproduttivo potenziale dei maschi abbia selezionato tratti associati
con l’elevato successo riproduttivo, ma al costo di una riduzione della sopravvivenza.
Ciò che capita poco prima di morire ha poche probabilità di influire sulla capacità riproduttiva.
Questo significa che la selezione favorirà gli adattamenti che hanno dato effetti benefici nel primo
periodo della vita, anche se vi sono dei costi associati posteriori.
Per sottoporre a verifica la teoria evoluzionistica del suicidio, de Catanzaro analizzato l'ideazione
suicidaria —> Sostiene che il considerare l'azione del suicidio è indice del suicidio vero e proprio.
o Altri psicologi evoluzionisti, come Gad Saad, sostengono che il suicidio sia una risposta
maladattativa a "sconfitte" in diversi ambiti adattativi che si ripercuotono sulla sfera della
riproduzione.
Gli uomini infatti commettono più suicidi delle donne come conseguenza della perdita dello
status occupazionale, mentre nel caso delle donne le rotture sentimentali possono
scatenare il suicidio.
È possibile tuttavia che sia l'ipotesi del suicidio come adattamento sia quella del suicidio
maladattativo siano in parte corrette. L'ipotesi adattativa sembra più efficace a spiegare i suicidi di
chi è un peso per la famiglia, quella del sottoprodotto maladattativo nello spiegare le differenze di
genere di chi suicidandosi si preclude possibilità riproduttive future.
La morte accidentale
Negli ambienti ancestrali, alcune donne morivano durante la gravidanza e il parto (a causa
anche della mancanza di supporto della medicina moderna); sebbene questi numeri oggi
sembrino bassi, la gran parte delle morti avviene nei luoghi privi di moderne cure mediche.
Senza dubbio ci sono stati casi di mort accidentali tra i nostri antenati /cadute dai dirupi
ecc); anche le invenzioni culturali umane possono produrre morti accidentali (es. indigenti
stradali o sul lavoro)
Sebbene alcune di queste morti siano in n certo senso accidentali, alcuni ricercatori hanno
messo in luce come molte di queste cause posano aver agito come pressioni selettive
sull’intelligenza umana, favorendo la capacità di prevedere e pianificare olà cautela
nell’evitare rischi.
Dal punto di vista dell’evoluzione, i figli sono una specie di veicolo di loro genitori, sono i mezzi
attraverso cui i genitori possono trasmettere i propri geni alle generazioni future; assicurarsi che i
figli sopravvivano e prosperino sembra il problema più rilevante dopo la riproduzione, dato che
senza il successo della prole tutto lo sforzo per riprodursi sarebbe vanificato.
Ogni madre ha evoluto meccanismi parentali predisposti dalla selezione per aiutare il proprio figlio
genetico e non la prole dei conspecifici.
Nonostante la grande importanza evoluzionistica delle cure parentali e la nota tendenza delle
madri ad mare i propri figli, per lungo tempo la psicologia ha trascurato l’argomento delle cure
parentali nella nostra specie.
Dal punto di vista evoluzionistico le ragione del profondo amore parentale appiano chiare poiché la
selezione ha attentamente messo a punto talli meccanismi psicologici = la motivazione per il
comportamento parentale è finalizzata ad assicurare la sopravvivenza e il successo riproduttivo dei
veicoli, che trasmettono i geni di un individuo alle generazioni successive.
Perché le madri forniscono più cure parentali dei padri?
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Il. Biologo evoluzionista John Alcock descrive un documentario sui licaoni africani in cui viene
raccontata la storia di Solo, unico esemplare sopravvissuto della cucciolata di una femmina
subordinata all’interno del suo branco.
Lo status della madre esponeva lei e i figli alla vittimizzazione, tanto che i compagni di Solo
vennero uccisi da una rivale femmina del branco; ma la mamma di Solo combatté per salvare i
propri figli mentre il padre restò passivamente in disparte senza fare nulla per proteggerli.
Questa storia è un esempio drammatico del fatto che in tutto il regno animale le
femmine hanno una probabilità molto pi elevata dei maschi di prestare cure parentali
alla prole.
Le due ipotesi più rilevanti avanzate per spiegare la predominanza delle cure parentali
materne sono:
Le madri sono sicure al 100% del proprio contributo genetico alla prole, anche se
non necessariamente in modo consapevole.
Una seconda ipotesi scaturisce dalle differenze di genere relative ai costi nelle
opportunità riproduttive, cioè il minor numero di accoppiamenti come effetto dello
sforzo diretto alla prole.
Sia le femmine sia i maschi incorrono in costi in termini di opportunità riproduttive
ma sono tuttavia più elevati per i maschi; il successo riproduttivo dei maschi tende
ad essere delimitato soprattutto dal numero delle femmine fertili che possono
fecondare —> per questo avranno meno probabilità delle femmine di impegnarsi
nelle cure parentali.
I meccanismi delle cure parentali favoriranno alcuni figli più di altri = favoritismo parentale
= la selezione favorirà nei genitori l’evoluzione di meccanismi che agevolano la prole che
ha maggiore probabilità di fornire un ritorno dell’investimento in termini riproduttivi.
I meccanismi evoluti per le cure parentali dovrebbero essere sensibili a tre diversi contesti:
Daly e Wilson descrivono cosi l’effetto della parentela genetica sulla motivazione delle
cure parentali:”forse dal punto di vista darwinista la previsione più ovvia sulla
motivazione parentale è questa: i genitori non naturali tenderanno a occuparsi meno
scrupolosamente dei loro figli rispetto ai genitori naturali, con il risultato che i bambini
allevati dai genitori diversi da quelli naturali saranno più spesso sfruttati ed esposti al
rischio in vari modi.
Questo non significa che emozioni intense di amore parentale non possono essere
attivate da un figlio non naturale. I genitori acquisiti spesso possono trasmettere affetto,
devozione e risorse ai figli non naturali —> il punto cruciale è che l’amore parentale
e le risorse hanno meno probabilità di essere diretti verso i figli naturali rispetto
che verso i figli genetici.
Vari studi tuttavia hanno evidenziato come in realtà i figli non assomiglino più ai padri che
alle madri.
1. Gli uomini assegneranno più risorse ai loro figli genetici che a quelli acquisti
1 e 2 scaturiscono dalla teoria evoluzionistica, dalla premessa della parentela genetica mentre la 3
si basa sull’ipotesi che gli uomini si servano delle cure parentali com forma di strategia riproduttiva,
cioè che il trasferimento di risorse sui figli sia un modo di attrarre e mantenere una compagna.
I dati raccolti dai ricercatori hanno confermato con decisione tutte e tre le previsioni;
essere un figlio naturale o non esserlo faceva una grande differenza: i figli genetici
avevano una probabilità 5,5 volte più elevata di ottenere del denaro per l’università.
La parentela genetica con un figlio è un importante predittore dell’investimento monetario (e non
solo) maschile.
Abuso sui figli e altri rischi del non vivere con entrambi i genitori
Le cure parentali possono essere considerate come un continuum.
All'estremo c’è il sacrificio del genitore che devolve tutte le proprie risorse per i figli,
rischiando anche la vita; MA ci sono anche eventi che infliggano dei costi al figlio, come gli
abusi o, all'estremo, l'omicidio.
Secondo la teoria della fitness inclusiva si può prevedere che minore è la parentela
genetica dell'adulto con il bambino e più elevata sarà la probabilità di un infanticidio.
Questa previsione è stata sottoposta a verifica da Daly e Wilson tramite un’ampia indagine
in cui emerse che i figli che vivevano con un genitore genetico e un genitore acquisito
avevano una probabilità circa quaranta volte maggiore d essere vittime di abuso fisico
rispetto ai figli che vivevano con entrambi i genitori genetici.
Daly. E Wilson concludevano che, il fatto di essere genitori acquisiti è di per sé il fattore di
rischio più potente che sia stato individuato nell’abuso sui figli.
I casi di cronaca in cui un bambino resta ucciso dalle percosse di un adulto si ritrovano
spesso sui giornali.
Daly e Wilson hanno indagato il collegamento tra parentela genetica e infanticidio.
Esaminando vari insiemi differenti di dati di questo tipo, hanno riscontrato che il rischio che
un bambino in età prescolare fosse ucciso era da molto più elevato per i figli non naturali;
l’adulterio, causa presumibile di incertezza di paternità, era indicato tra i motivi
dell’infanticidio.
Uno studio ha riscontrato che l’interesse femminile per i bambini è al massimo durante
l’infanzia e l’adolescenza, probabilmente per facilitar l’acquisizione di utilità di accudimento
attraverso l’osservazione e la pratica; questa inclinazione femminile dovrebbe emergere nei
primi stadi dello sviluppo e restare elevata fino al primo evento riproduttivo, per assicurare
alle donne abbastanza esperienza e motivazione per allevare in maniera efficace il loro
primo figlio.
Shelley Taylor ha proposto che le donne abbiamo adattamenti del tipo “accudire e fare
gruppo” per promuovere la sopravvivenza della prole = questi adattamenti
comprendono, da una parte, la protezione dei figlio dai predatori e minacce, e il calmarli
per evitare di essere invidiati, dall’altra, la creazione e il mantenimento di reti sociali che
offrono un cuscinetto di protezione sociale.
Lee cure parentali sono costose; sembra che gli esseri umani abbiano voluto dei
meccanismi psicologici che li inducono a prendere darsi cura preferenzialmente della
loro progenie genetica.
Oltre alla parentela genetica, un altro fattore critico che influisce sule cure parentali è la capacità
del figlio di utilizzarle —> la selezione dovrebbe favorire gli adattamenti in base ai quali i genitori
investono molto nei figli quando questi sono in grado di convertire le cure parentali in fitness
attraverso un aumento delle loro possibilità di sopravvivenza e di riproduzione.
La logica evoluzionistica non implica che i genitori devono. Curarsi solo dei figli. Sani. E robusti;
infatti, in determinate condizioni si può prevedere che i genitori investano di più su. Un figlio malato
che su uno sano, semplicemente perché dalla stessa unità di investimento trarrà maggior
vantaggio il primo.
Il punto chiave non è se il figlio è in salute o meno, ma la sua capacità di. Convertire
una data unità di cura parentale in fitness.
Naturalmente, i genitori non ragionano in questo modo; le pressioni selettive producono
l’evoluzione di meccanismi psicologici che causano spostamenti o nell’investimento.
Lo psicologo David Geary ha concluso che l’investimento parentale sui figli provoca una
differenza sostanziale nel benessere fisico e sociale del figlio —> livelli più elevati di
investimento parentale, in termini economici e di tempo passato a giocare con il
bambino, correlano positivamente con le abilità scolastiche e sociali, e con la posizione
economica successiva.
o La presenza di anomalie nel figlio = i bambini che hanno qualche forma di disabilità,
hanno meno prospettive di successo riproduttivo di quelli sani.
o L’età del figlio= i bambini più piccoli, hanno un valore riproduttivo minore di quelli più
grandi.
Un indice da considerare è l'abbandono totale o parziale. Gli studi mostrano che una larga
parte di questi bambini seriamente malati viene istituzionalizzata. Ma molti bambini con
anomalie non vengono né istituzionalizzati nè dati in adozione.
L'incidenza media di abusi fisici sui bambini e di incuria nei loro confronti della popolazione
americana è stata stimata intorno all'1,5%.
In uno studio pi recente si è osservato che il livello di investimento delle madri in funzione
dello stato di salute dei bambini è influenzato da livello di risorse della madre stessa: le
madri prive di risorse investono meno nei bambini con rischio levato (nati prematuri) e di
più nei bambini a basso rischio, al contrario delle madri dotate di molte risorse.
= Sembra dunque che i parenti dotati di risorse ingenti possano permettersi di fornire
abbondanti risorse al figlio in maggiore stato di necessità, dato che possiedono risorse di
riserva per gli altri figli.
Età del figlio
Il valore riproduttivo, cioè la probabilità attesa di riproduzione nel futuro, aumenta dalla
nascita alla pubertà; questo incremento è dovuto al fatto che alcuni bambini muoiono,
soprattuto i bambini piccoli, abbassando la media del valor riproduttivo di sulla classe d’età.
In media un quattordicenne avrà un valore riproduttivo più elevata di un neonato.
Tuttavia sono necessari ulteriori studi per determinare se gli effetti di questa ipotesi si ritrovino in
diverse popolazioni umane.
Energia e impegno sono risorse finite e limitate —> lo sforzo diretto verso l'attività intacca
necessariamente quello diretto verso le altre.
Daly e Wilson hanno suggerito che lo status coniugale della donna influenzi la probabilità di
mettere in atto l’infanticidio MA questo non dipendeva unicamente dal fatto che le donne
non sposate fossero più giovani: in tutte le classi d’età, eccetto in quella più elevata, le
donne non sposate avevano una probabilità maggiore di quelle sposate di commettere un
infanticidio.
Probabilmente età e status coniugale incidono sulle regole decisionali evolutesi nelle donne
su come irrigare i loro sforzi, e si riflettono sull’infanticidio.
I genitori single rappresentano un’altra fonte di dati: circa il 90% dei genitori single è
costituito da donne.
Figli e genitori avranno una diversa distribuzione ideale delle risorse parentali per cui la
conclusione generale di tale ipotesi è che i figli tendono a cercare di ottenere più risorse
di quelle che i editori vorrebbero dare loro.
o Genitori e figli entreranno in conflitto per lo svezzamento, con padri e madri che in
genere vogliono svezzare i figli prima che essi stessi lo vogliano.
o I genitori stimoleranno i figli ad attribuire un valore maggiore ai fratelli di quanto i figli
siano naturalmente inclini a farlo.
o I genitori tenderanno a punire il conflitto tra fratelli e a premiare la cooperazione.
Il conflitto genitori-figli, inizia molto prima dell’adolescenza, già nel ventre materno.
o Il primo conflitto riguarda l’aborto spontaneo del feto = in gran parte dei casi questo avviene
a causa di anomalie cromosomiche nel feto e sembra che le madri abbiano evoluto un
adattamento che individua tali anomalie e fa abortire i feti che le presentano —> questo
meccanismo è funzionale per la madre, perché le impedisce di investire in un figlio che
avrebbe probabilità di morire giovane e preservare le risorse per un figlio futuro con
maggiori capacità di successo.
Dal punto di vista del feto, c’è un’unica possibilità di vita, ed esso farà tutto quello che è in suo
potere per impiantarsi ed evitare l’aborto spontaneo.
Un adattamento che sembra essersi evoluto per questa funzione è la produzione fetale
di gonadotropina cortisonica (HCG)= un ormone che il feto produce nella circolare
Una volta che l’impianto è riuscito, si instaura un conflitto che riguarda l’apporto di cibo
fornito dal sangue materno.
Un comune effetto collaterale della gravidanza è l'elevata pressione sanguigna. Se la
pressione sanguigna è così alta da causare un danno ai geni della madre prende il nome di
preeclampsia.
Nei primi stadi della gravidanza, le cellule della placenta distruggono i muscoli articolari della
madre, che regolano la circolazione sanguigna del feto. Quando il feto percepisce che ha bisogno
di maggior nutrimento, rilascia sostanze che fanno vaso costringere le arterie materne. Questo ha
l'effetto di innalzare la pressione sanguigna della madre e di portare più sangue, e dunque più
nutrimento, al feto, danneggiando i tessuti della madre.
1. Alcuni specifici tratti del potenziale partner forniscono vantaggi asimmetrici a genitori e
figli; per esempio, i figli guadagnano pi dei loro genitori se scelgono un partner con geni
migliori perché i figli saranno geneticamente imparentati con la prole per i, 50%, mentre
i loro genitori saranno imparentati con i nipoti solo per il 25%.
Elle scelta del compagno i figli danno maggiore importanza alla bellezza (possibile
indicatore di qualità genetica) di quanto facciano i genitori per i compagni dei loro figli.
2. I genitori speso tentano di influenzare o combinare le relazioni dei loro figli al fine di
beneficiarne per i propri scopi che siano o meno vantaggiosi per i figli.
I genitori danno priorità al background familiare dei partner della loro prole, più di
quanto facciano i figli, probabilmente perché diventare parenti di una buona famiglia
favorisce le alleanze politiche e sociali dei genitori.
3. I figli possono tentare di ottenere dei vantaggi (per esempio, risorse) da una strategia
di copia a breve termine.
C’è un conflitto tra genitori e figli nel perseguimento di una strategia di accoppiamento a
breve termine che potrebbe compromettere status e reputazione della famiglia, un
costo che per i genitori sarebbe particolarmente alto nelle società preindustriali in cui è
cruciale stringere alleanze tra i diversi gruppi attraverso il patrimonio.
Il problema dell’altruismo
Abbiamo osservato che secondo la logica della fitness inclusiva l’altruismo si può evolvere quando
a ricevere aiuto sono i parenti genetici di un individuo.
In genere però i vostri amici non sono anche vostri consanguinei, quindi apparentemente qualsiasi
costo sosteniate per un amico è una perdita per voi e un guadagno per lui.
Con queste premesse come può evolversi l'altruismo tra non consanguinei, dato che la
selezione naturale tende a favorire le manifestazioni egoistiche?
Questo è il problema dell'altruismo.
Una caratteristica "altruistica" aiuta la riproduzione di altri individui mentre produce un costo in
termini di fitness nell'altruista.
La questione è complicata anche dal fatto che l'altruismo non è un tratto nuovo o insolito.
Infatti ci sono evidenze del fatto che lo scambio sociale - che è una forma di cooperazione - si
ritrovi in diverse culture umane incluse quelle dei cacciatori-raccoglitori, che presentano condizioni
simili a quelli ancestrali in cui gli esseri umani si sono evoluti. In secondo luogo altre specie, anche
distante dalla nostra, come i pipistrelli vampiri o specie di primati non umani (scimpanzè) praticano
forme di scambio sociale e aiuto reciproco.
Nel complesso, i dati suggeriscono che l'altruismo abbia una storia evolutiva lunga milioni di anni
o L’altruismo reciproco può essere definito come “cooperazione tra due o più divi duo
per il vantaggio comune”; cooperazione, reciprocazione e scambio sociale sono
espressioni quasi corrispondenti a questa teoria.
In questo schema si vede come il migliore scenario per la coppia sia la cooperazione
reciproca, che porterebbe ad un risultato di un anno di prigionerà testa, mentre il
migliore scenario per il singolo individuo sarebbe confessare mentre il complice non
confessa, il che porterebbe a non andare in prigione mentre l’altro vorrebbe condannato
a sette anni.
Dilemma: perché la linea di condotta razionale per entrambi i prigionieri sarebbe quella di
confessare, ma questo provocherebbe un risultato peggiore per entrambi rispetto a decidere di
fidarsi l’uno dell’altro —> Consideriamo il problema del giocatore A= se il suo complice non
confessa, A trarrà vantaggio dalla confessione e verrà rilasciato; d’altra part, se il complice lo
tradisce, il giocatore A farebbe meglio a tradire anche lui, altrimenti rischia di ricevere la punizione
più severa.
Questo ipotetico dilemma assomiglia al problema dell'altruismo reciproco —> Ogni persona può
guadagnare dall'altruismo, ma è anche tentato di avvantaggiarsi della cooperazione altrui senza
ricambiarlo.
o Lo scenario peggiore per ciascun individuo è cooperare e avere un partner che tradisce.
Robert Axelrod e W.D. Hamilton ha mostrato che per instaurarsi il meccanismo della
cooperazione richiede che il gioco sia ripetuto più volte e che il giocatore non sappia
quando terminerà, come spesso accade nella vita reale.
La strategia vincente nel “dilemma del prigioniero iterato” è chiamata tit for tat (cioè pan per
focaccia).
Axelrod e Hamilton hanno scoperto l'efficacia di questa strategia attraverso un torneo al computer
che confrontano comportamenti diversi in cui vinceva chi otteneva il punteggio migliore; ogni
strategia consisteva in regole decisionali per l’interazione con altri giocatori.
Il vincitore aveva impiegato la strategia del tit for tat con due regole elementari:
Axelrod ha identificato tre caratteristiche di questa strategia che spiegano la chiave del successo:
“Per prima cosa, fai agli altri ciò che vorresti facessero a te. Ma poi comportati con loro come loro
hanno fatto con te”. (Trivers,1985)
Di fronte a problemi adattativi comuni, specie diverse possono sviluppare soluzioni simili; può
essere utile esaminare altre specie per scoprire se hanno evoluto sistemi di cooperazione.
Per sopravvivere, i pipistrelli vampiri devono nutrirsi del sangue di altri animali; vivono in gruppi
composti da una dozzina di femmine con i relativi piccoli, mentre i maschi lasciano la colonia una
volta raggiunta l’indipendenza.
Si nascondono di giorno ed escono di notte per succhiare il sangue delle loro vittime (bovini e
cavalli), che cercano di scacciarli impedendo loro di nutrirsi.
La capacità dei pipistrelli vampiri di aver successo nell’alimentazione aumenta con l’età e con
l’esperienza.
Come sopravvivono gli esemplari che non riescono a procurarsi nutrimento, dato che se restano
per più di tre giorni senza sangue muoiono e i fallimenti sono frequenti?
Tutti i pipistrelli prima o poi falliscono, quindi il rischio di morire di fame è una minaccia costante.
Wilkinson ha scoperto che questi animali rigurgitano regolarmente una parte di ciò che hanno
succhiato e la danno ad altri pipistrelli della colonia, ma questo non avviene secondo lo schema
casuale —> Al contrario, danno ciò che rigurgitano ai loro amici, quelli da cui hanno ricevuto
sangue passato; Più l’associazione tra due pipistrelli era stretta, pi spesso stavano insieme,
maggiore era la probabilità che si scambiassero il sangue.
W. ha scoperto ce essi tendevano a rigurgitare il sangue più spesso quando gli amici erano in
grande necessità e prossimi alla morte.
Dunque, nei pipistrelli vampiri si evidenziano tutti i segni di un'evoluzione degli adattamenti per
l’altruismo reciproco.
Tra gli scimpanzé di un’ampia colonia dello zoo di Arnhem, in Olanda, Yaroen era lo scimpanzé
adito dominante, aveva bisogno di mostrare la propria dominanza, o levando il pelo e correndo a
gran velocità verso le altre scimmie, che in risposta alla sua carica fuggivano in tutte le direzioni.
La dominanza di Yaroen si estendeva anche all’attività sessuale, era protagonista di circa il 75%
degli accoppiamenti con le femmine in estro.
Grazie a questa alleanza Nike realizzò il 50% degli accoppiamenti e Y riuscì ad evitare una totale
esclusione dalla riproduzione —> l’alleanza fu cruciale per determinare l’alleanza su Luit.
o Le alleanze sono una caratteristica centrale della vita sociale degli scimpanzé.
I maschi sollecitano regolarmente le alleanze con le femmine, facendo grooming
(l'attività di spulciarsi) con loro e giocando con i piccoli. Senza l'alleanza con le
femmine, i maschi non riuscirebbero ottenere una posizione di dominanza all'interno
del branco.
Una strategia importante per far alleanze tra scimpanzé è provare a rompere
l'alleanza di uno degli avversari e ingaggiare i precedenti alleati. L'affascinante
politica del comportamento degli scimpanzé con alleanze tra maschi e tra sessi
diversi, apre una finestra sulla complessità dell'evoluzione dell'altruismo reciproco.
La teoria dell’altruismo reciproco prevede che gli organismi possano trarre dei benefici dallo
scambio cooperativo MA c’è tuttavia un problema: molti scambi non avvengono simultaneamente
= le relazioni che richiedono lo scambio reciproco sono suscettibili all’imbroglio, cioè alle situazioni
in cui una persona ottiene un beneficio senza pagare il costo di ricambiare.
Talvolta lo scambio simultaneo non è possibile perché le necessità e le competenze di coloro che
interagiscono non sono corrispondenti, come nel caso di un individuo che è l’unico a disporre di
cibo in un determinato momento e dà del cibo a un altro.
Il primo deve fidarsi del fatto che verrà ripagato in un futuro, quando si troverà in stato di necessità.
Ogni volta che gli scambi non sono simultanei ci sono possibilità di defezioni, cioè che qualcuno
ottenga un beneficio e in seguito imbrogli non restituendo il favore.
Gli psicologi evoluzionisti Leda Cosmides e John Tooby hanno sviluppato la teoria del contratto
sociale per spiegare l’evoluzione dello scambio cooperativo tra gli esseri umani e la risoluzione del
problema dell’imbroglio; la possibilità di imbrogliare costituisce una minaccia costante
all’evoluzione della cooperazione.
L’altruismo reciproco piò evolversi solo se gli organismi possiedono un meccanismo per
individuare ad evitare gli imbroglioni.
Se si coopera è in grado di scoprire chi imbroglia e di interagire solo con chi come lui coopera,
l’altruismo reciproco può evolversi. In questo caso gli imbroglioni saranno svantaggiati perché non
entrano negli scambi cooperativi.
Cosmides e Tooby hanno individuato 5 capacità cognitive che permettono di evolvere meccanismi
che motivino alla formazione di contratti sociali e che consentono di evitare la minaccia costituita
dagli imbroglioni:
4. Capacità di capire cosa è importante per gli altri: Oltre a comunicare i propri valori
bisogna essere in grado di comprendere quegli altrui.
Se si è in grado di individuare quando una persona è in uno stato di necessità e di che
cosa ha bisogno, il beneficio che potete fornire può essere calibrato su quella necessità.
Comprendere desideri e necessità altrui è importante per adeguare gli scambi in modo da
massimizzare i benefici procurati, rendendo cosi l’altro più riconoscente in confronti
dell’agente.
Per studiare la teoria del contratto sociale, Cosmides e Tooby hanno condotto decine di ricerche
sulle risposte fornite a vari problemi logici.
La logica tratta le deduzioni che si possono trarre riguardo la verità di un’affermazione,
indipendentemente dalla loro forma.
Sfortunatamente, gli esseri umani non sembrano moto bravi a risolvere i problemi logici.
Perché le persone hanno una scarsa attitudine nel risolvere problemi di questo tipo?
Secondo Cosmides e Tooby ciò succede perché gli esseri umani non si sono evoluti per
rispondere a problemi di logica astratta , ma per risolvere problemi strutturati, come scambi sociali
presentati in termini di costi e benefici.
!!! Gli esseri umani ragionano correttamente quando il problema ha la forma di un contratto
sociale; se bevete birra ma non avete almeno 16 ani, godrete di un beneficio senza possedere il
requisito (costo) dell’età.
Le persone sono brave a individuare gli “imbroglioni”, cioè coloro che godono di benefici senza
pagarne i costi.
Alcune ricerche hanno messo in luce che la mente umana ha evoluto dei meccanismi specifici per
individuare gli imbroglioni e analoghi risultati sono stati replicati in altre culture.
Naturalmente sono necessarie ulteriori ricerche sulla teoria del contratto sociale e sul meccanismo
di individuazione degli imbroglioni in particolare. Non abbiamo infatti molte informazioni riguardo la
sensibilità delle persone a determinati tipi di input: non sappiamo, per esempio, se uomini e donne
possiedono particolari sensibilità per alcune tipologie di imbroglioni come l'infedeltà del contesto
del contratto sociale di matrimonio, o per fornire protezione fisica in caso di amicizia.
Ci pare ovvio che le persone si arrabbino, accusino altri di avere imbrogliato ed evitino il contratto
con loro in futuro, ma dal punto di ista degli output sappiamo poco: quali azioni specifiche si
dovrebbero mettere in atto quando si individua un truffatore e come variano queste azioni a
seconda del contesto?
Questo settore innovativo di ricerca suggerisce che le persone abbiano evoluto meccanismi
psicologici atti a prestare attenzione, ricordare e individuare gli imbroglioni, e che tali meccanismi
vengono attivati ogni volta che gli scambi sono strutturati in termini di costi e benefici.
Una volta che l’adattamento per l’’individuazione degli imbroglioni si è evoluto, la selezione favorirà
la coevoluzione di adattamenti che seri a indicare gli esseri individuati come imbroglioni. A loro
volta gli adattamenti per l’individuazione degli imbroglioni impongono seri problemi a chi cerca di
entrare nelle alleanze di cooperazione.
Secondo lo psicologo evoluzionista William Michael Brown, gli esseri umani hanno evoluto un altro
adattamento per risolvere questo problema: la capacità di individuare la genuinità degli atti
altruistici.
La logica sottesa al compito delle quattro carte elaborato da Brown è che chi aiuta gli
altri solo per ricevere utili esterni non è un buon candidato per i comportamenti di aiuto
futuri, e quindi per stringere alleanze di cooperazione. Coloro che aiutano gli altri senza
cercare benefici esterni, dall'altra parte, mostrano tendenze altruistiche genuine e
quindi sarebbero alleati eccellenti.
Brown e Moore , in due diversi esperimenti, hanno osservato che la maggioranza delle persone
sceglie le carte che consentano di individuare gli altruisti.
È chiaro che la capacità di individuare gli altruisti genuini favorirebbe molto l'evoluzione della
cooperazione, sulla base dell'assunzione che la genuinità di un atto altruistico è un po' un
predittore per le future azioni di altruismo.
Il successo nell'individuazione dell'altruista non era collegato al successo nell’individuazione degli
imbroglioni, e ciò suggerisce che si tratti di due capacità distinte.
Diversi studi hanno rivelato che le disposizioni altruistiche possono essere individuate anche
osservato brevi video poiché la codifica del comportamento non verbale rivela che gli altruisti
tendono a fare più “sorrisi autentici” rispetto ai non altruisti; questi sorrisi spontanei sono un valido
indice delle disposizioni altruistiche o cooperative.
Sebbene debbano essere condotte ulteriori ricerche per identificare le caratteristiche specifiche, le
evidenza attuali indicano l’esistenza di due istinti adattamenti per facilitare l’evoluzione della
cooperazione:
1. Individuazione degli imbroglioni (coloro che ottengono benefici senza pagare costi)
2. Individuazione di altruisti (colo che hanno motivazioni genuine)
La reciprocità indiretta potrebbe aiutare a spiegare perché aiutiamo gli estranei in difficoltà
senza aspettarci niente in cambio e perché siamo particolarmente generosi quando gli altri ci
stanno guardando. Essa può anche spiegare perché le persone disponibili hanno maggiore
probabilità di essere aiutate dagli altri membri del gruppo in caso di necessità.
L’altruismo dispendioso diventa un segnale onesto che gli altri possono utilizzare per valutare il
potenziale di una persona in termini di ricchezza, intelligenza e fitness.
Inoltre, gli altruisti sembrano bravi a riconoscersi e a frequentarsi tra loro; In questo modo, non solo
traggono un vantaggio dall'essere ricercati come partner sessuali, ma attirano coloro che
possiedono un'elevata disposizione altruistica, il che costituisce un vantaggio ancora più grande.
1. Fitness inclusiva
2. Altruismo reciproco
3. Reciprocità indiretta
4. Segnalazione costosa
Psicologia dell’amicizia
Secondo le teorie evoluzionistiche esistenti, l'altruismo non è considerato tale a meno che
l'individuo che lo persegue non incorre in un costo —> nella selezione di parentela i costi personali
sono compensati dai vantaggi ottenuti da un parente genetico, nell’altruismo reciproco i costi
vengono poi compensati dalla restituzione del favore da parte dell'amico.
Ciò che però ora vogliamo spiegare è innanzitutto l'esistenza dei meccanismi messi a punto per
procurare benefici agli altri, indipendentemente dal fatto che si rivelino costosi per l’altruista.
In prospettiva evoluzionistica, maggiore è il costo personale di un beneficio arrecato agli altri e
meno sarà diffusa tale azione. Ma è anche vero il contrario, cioè che più basso sarà il costo e più
frequenti saranno le azioni benefiche.
Questo ragionamento suggerisce che ci sia un'ampia classe di meccanismi altruistici che non sono
ancora stati esplorati, e che sono finalizzati a portare benefici agli altri quando le azioni derivate
sono tendenzialmente poco costose e vantaggiose per l'agente.
I banchieri che prestano denaro si trovano di fronte a un dilemma: ci sono più persone che
richiedono un prestito rispetto alla quantità di denaro nella banca.
I banchieri devono prendere decisioni difficili per scegliere a chi prestare denaro.
Il "paradosso del banchiere" è questo: le persone che hanno più bsogno di denaro sono le
stesse che hanno rischi di credito peggiori, mentre quelle che hanno meno bisogno di denaro sono
quelle che hanno rischi di credito migliori —> Perciò la banca finisce per prestare denaro a chi ne
ha meno bisogno e rifiuta prestiti a chi ne ha più bisogno.
Questo dilemma somiglia a un serio problema adattativo affrontato dei nostri antenati.
Ognuno ha una quantità limitata di tempo da dedicare agli altri. Quando qualcuno ha maggior
bisogno di essere aiutato si trova esattamente nella situazione di peggior rischio di credito e ha
minori probabilità di restituire l'aiuto.
Una persona che si trova in grandi difficoltà diventa un investimento meno desiderabile rispetto a
chi si trova in circostanze più favorevoli; questo potrebbe portare ad adattamenti per l’abbandono
di un amico nel momento di maggiore bisogno. D’altra parte, se le difficoltà sono temporanee,
aiutare la persona in difficoltà potrebbe risultare vantaggioso.
Diventare insostituibili
Tooby e Cosmides hanno proposto una soluzione a questo problema adattativo: diventare
insostituibili o indispensabili per gli altri.
In pratica una persona sostituibile (qualcuno che vi da dei benefici facilmente ottenibili anche da
altri) è più vulnerabile all’abbandono di qualcuno insostituibile, anche se questi due amici
forniscono vantaggi per lo stesso valore.
La lealtà della vostra amicizia, secondo questo ragionamento dovrebbe essere basata in paste su
quanto ciascuna amico è insostituibile per voi.
2. Essere motivati a riconoscere gli attributi personali che gli altri valutano ma che hanno
difficoltà a ottenere da altre persone
4. Cercare preferenzialmente persone o gruppi che stimano ciò eh si ha da offrire o che non
possiedono le nostre qualità, che cosi saranno particolarmente apprezzate.
5. Evitare i gruppi sociali in cui gli attributi specifici posseduti non sono apprezzati o sono
forniti facilmente da altri
Non sono ancora state condotte verifiche empiriche sull’efficacia di queste strategie per diventare
insostituibili, ma esse sembrano cogliere molti aspetti già attuati nella realtà.
Sembra che le persone coltivino in molti modi l’individualità e l’unicità che facilitano la possibilità di
diventare insostituibili, incoraggiando gli alti ad aiutarci in incostanze più o meno favorevoli.
È facile essere amici quando tutto va bene, ma nei momenti difficili che si scoprono i veri amici.
Ognuno di noi ha avuto falsi amici che si sono dileguati nel momento del bisogno.
Trovare un amico, qualcuno su cui siete certi di poter contare quando le cose vanno male può
essere difficile.
Il problema è che nei momenti buoni i falsi amici e i veri amici si comportano praticamente nello
stesso modo ed è difficile distinguerli.
Ambra Capelli
La vita moderna crea un paradosso = in genere, evitiamo le situazioni più e ricolò se e molte forze
ostili della natura, rispetto ai nostri antenati, sono ora controllate e innocue.
Tuttavia, paradossalmente, risentiamo della relativa scarsità di eventi critici, che ci
permetterebbero di stabilire chi è davvero interessato al nostro bene e chi è un falso amico.
È possibile che la solitudine e il senso di alienazione spesso associati alla vita moderna
(caratterizzata dalla mancanza di sentimenti di profonda connessione sociale, nonostante la
presenza di molte interazioni amichevoli= possano derivare dalla scarsità di occasioni che
permettono di stabilire chi s’impegna davvero per il nostro benessere.
Secondo la teoria dell’evoluzione dell’amicizia di Tooby e Cosmides, ogni persona ha una quatità
limitata di tempo, energia e risorse a disposizione.
Ognuno possiede un numero limitato di nicchie di amicizia , pertanto il problema adattativo è
decidere chi prenderà questi posti.
Da questa teoria derivano varie implicazioni diverse da quelle della teoria standard dell’altruismo
reciproco, in cui si offrono dei vantaggi aspettandosi che vengano ricambiati in seguito.
1. Numero di spazi già occupati: Quanti amici avete? Sono amici veri o falsi? Se sono pochi
allora reclutate nuovi amici, consolidate o approfondite le relazioni esistenti o rendetevi più
attraenti per eventuali amici.
2. Valutazione di chi produce esternalità positive: Se una persona temibile vive nel vostro
quartiere, la sua semplice esistenza è una incacia per aggressori e criminali; in tal caso voi
e la vostra famiglia godete di un beneficio: l’essere una preda più rara peri criminali, come
effetto della presenza di questa persona.
Alcuni individui forniscono vantaggi come effetti collaterali della loro esistenza o dei loro
comportamenti, senza compiere azioni intenzionali di altruismo. Chi. Produce molte
esternalità positive è più attraente come amico di chi ne produce poche,
indipendentemente dagli aiuti intenzionali.
3. Scelta di amici bravi a capirvi: Aiutare qualcuno è più facile se si è in grado di aprire cosa
gli passa per la mente e di anticipare le sue necessità.
Un amico che è in grado di sapere cosa pensate, credete, desiderate e considerate
importante può aiutarvi in modi vantaggiosi per voi, oltre che meno costosi per lui.
4. Scelta di amici che vi considerano insostituibili: Chi vi considera insostituibile punta di
più al vostro benessere di chi vi considera sacrificabile. Circondarsi di amici per cui siete
insostituibili dovrebbe procurarvi maggiori vantaggi.
Un sostegno specifico a questa strategia viene dalla ricerca condotta per verificare l’ipotesi
dell’alleanza, secondo cui la funzione chiave dell’amicizia è quella di costituire un gruppo di
sostegno che possa venire in aiuto in caso di conflitti sociali. Una persona deve sapere su
chi può contare quando la situazione si fa difficile.
Uno dei migliori indici in grado di prevedere chi considerate un amico è chi considera voi
come un amico, in altre parole chi vi considera insostituibile.
5. Scelta di amici che vogliono ciò che voi desiderate: Avere amici che stimano le stesse
cose che apprezzate voi ha una conseguenza molto positiva: dato che i vostri desideri
corrispondono, cambiando l’ambiente circostante per adattarlo ai loro desideri, lo
cambieranno nel modo che piace a voi.
Essendo amici sarete sempre insieme e questo vi darà dei vantaggi semplicemente perché
volete le stesse cose.
Per ottimizzare l’impiego dei limitati “spazi per gli amici” di cui disponiamo, la selezione dovrebbe
favorire meccanismi psicologici che permettono di valutare i vantaggi rivenienti da ciascun amico
sotto forma di benefici procuri intenzionalmente e di esternalità positive, oltre alla misura in cui
questi benefici sono insostituibili.
Il rischio principale dell’amicizia non è quello di essere imbrogliati, ma quello di non stringere
amicizie reciprocamente profonde e di essere circondati da falsi amici.
I meccanismi psicologici che si occupano dell’amicizia, dunque, dovrebbero fare attenZione ai
segnali di indebolimento dell’affetto da parte di un amico, agli indici che un’altra persona possa
essere più adatta per riempire limitati e preziosi spazi dedicati all’amicizia, e ai segnali su quanto
siete considerati insostituibili dai vostri amici.
Bleske e Buss hanno verificato diverse ipotesi riguardo a costi e benefici dell’amicizia,
raccogliendo due tipi di informazioni dai partecipanti:
o Le percezioni di quanto vantaggiose (o costose) sarebbero le manifestazioni di
amicizia ricevute da un amico
o I resoconti di quanto spesso avevano ricevuto questi vantaggi (o costi dai loro
amici)
La prima ipotesi era che per gli uomini una funzione dell’amicizia con individui del sesso
opposto sia l’accesso sessuale a breve termine. Questa ipotesi deriva dalla logica della
teoria dell’investimento parentale.
Le evidenze avvalorano la tesi che gli uomini più delle donne considerino l’accesso
sessuale come un vantaggi potenziale dell’amicizia con l’altro sesso.
La seconda ipotesi era che per le donne, più che per gli uomini, l’amicizia con l’altro sesso
fornisca protezione.
Bleske e Buss hanno avanzato l’ipotesi che le donne abbiano evoluto una preferenza per
gli uomini che possono e vogliono offrire loro risorse e protezione.
Una terza ipotesi era che le amicizie tra sessi diversi forniscano informazioni relative al
sesso opposto; dato che gli amici dell’altro sesso potrebbero avere più informazioni sul loro
stesso genere, uomini e donne dovrebbero percepire ciò che un vantaggio di questo tipo di
amicizia.
Una quarta ipotesi era che gli uomini e le donne percepiscano la rivalità intrasessuale
(=concorrenza con altre persone dello stesso sesso) come potenziale costo dell’amicizia
tra membri dello stesso sesso. Gli amici dello stesso sesso hanno maggiori probabilità di
avere interessi, personalità e livelli di attrazione analoghi rispetto a due individui presi a
caso —> Di conseguenza, amici dello stesso sesso potrebbero trovarsi in competizione
per un partner. In conclusione, i risultati suggeriscono che a volte le amicizie dello stesso
sesso, specialmente tra uomini, sono caratterizzate da rivalità sessuale e che essa è
percepita come un costo di tali relazioni.
Donne e uomini differiscono anche nella psicologia dell’amicizia tra individui dello stesso sesso.
o Le amicizie tra donne tendono ad essere più intime di quelle tra uomini, le donne hanno
una maggiore tendenza a intraprendere “relazioni di sostegno” (per esempio, trascorrendo
più tempo a parlare al telefono)
o Gli uomini preferiscono avere un maggior numero di amicizie meno intime, passano meno
tempo a coltivarle e non condividono altrettante informazioni personali.
Questi dati suggeriscono che vi sono differenze di genere nelle funzioni dell’amicizia dipendenti
dall’evoluzione.
Vigil ha avanzato l’ipotesi che, poiché spesso storicamente le donne hanno avuto rapporti di
riproduzione al di fuori del gruppo, avevano il problema adattativo di dover contare molto su
donne che non erano loro parenti.
Le amicizie di grande intimità possono averle aiutate a realizzare un ambiente sociale più
sicuro per sé e i figli, anche in assenza di parenti; al contrario, gli uomini tendono a impiegare
le amicizie per raggiungere scopi comuni n ambienti come caccia, difesa e coalizioni di guerra.
I problemi di defezioni e opportunisti sono cosi seri che molte analisi della teoria dei giochi in
biologia ed economia mostrano che le coalizioni di cooperazione possono collassare per
effetto di queste variabili.
Spesso la erezione diventa una strategia evolutivamente stabile, cioè un comportamento che,
una volta divenuto predominante all’interno di una popolazione, non può essere violato o
sostituito da un’altra strategia.
Affinché le coalizioni di cooperazione evolvano, dunque, questi due problemi devono
essere risolti.
Tali coalizioni si possono evolvere, in linea di principio, se gli opportunisti vengono
puniti; gli esperimenti hanno mostrato che si ottengono livelli io elevati di cooperazione
quando sono presenti sistemi per punire gli opportunisti attraverso l’imposizioni di costi
a coloro che non contribuiscono per la loro parte.
Ma chi si accollerà i costi della somministrazione della punizione?
Poiché i membri della coalizione che puniscono gli opportunisti incorrono in un costo
personale rispetto a chi si rifiuterà di farlo, ci dovrà essere anche un modo per castigare
chi si rifiuta di punire gli opportunisti.
Evidenze numerose indicano che gli esseri umani possiedono adattamenti per punire
gli opportunisti nel contesto delle coalizioni di cooperazione.
Tale attitudine potrebbe agire per lo meno in due modi motivando l'individuo a castigare gli
opportunisti e incoraggiando anche gli altri membri del gruppo alla punizione.
L'inclinazione alla punizione potrebbe avere due funzioni distinte:
aumentare la probabilità di partecipazione di un membro riluttante del gruppo
danneggiare la fitness dell'opportunista rispetto a chi partecipa pienamente alla coalizione
di cooperazione.
o Studi crossculturali, avvalorano l’ipotesi che l’inclinazione alla punizione sia un tratto
universale negli esseri umani.
o Durante la punizione di chi non coopera c’è una particolare attivazione della regione
cerebrale dello striato dorsale, un’area collegata con la ricompensa e l’anticipazione della
soddisfazione = da ciò si deduce che le persone provano piacere a punire chi non
coopera.
2. Coloro che attuano le punizioni altruistiche ricevono benefici alla reputazione grazie alla
loro condotta.
La reputazione di essere una persona che punisce chi non coopera può arrecare vantaggi
a chi punisce
A. se gli altri riducono la probabilità di imbrogliare una volta conosciuti i punitori altruistici
(forse per la paura di essere a loro volta castigati).
B. se coloro che attuano punizioni altruistiche vengono percepiti come più fidati e di
conseguenza sono maggiormente ricercati nelle relazioni di cooperazione rispetto a chi
non pulisce gli opportunisti.
È chiaro che gli esseri umani hanno evoluto soluzioni ai problemi adattativi delle alleanze dato che
in tutto il mondo si formano coalizioni di cooperazione come bande, club, associazioni, fazioni,
partiti politici, gruppi di caccia, sette religiose e coalizioni belliche.
persone sono gratificate dalla appartenenza ad un gruppo e provano un intenso dolore
psicologico alla minaccia di essere esclusi dall'alleanza di valore.
Vengono utilizzate tattiche di persuasione per indurre gli individui ad allinearsi agli obiettivi del
gruppo.
Le evidenze di aggressività tra gli scimpanzé, da sole, potrebbero non dare alcuna spiegazione
sull’aggressività negli esseri umani.
Wrangham e Peterson, hanno fatto un’importante osservazione = degli oltre 10 milioni di specie
animali esistenti, solo due specie, scimpanzé ed esseri umani, sono state osservate in coalizioni
Esseri umani e scimpanzé formano alleanze con finalità aggressive tra maschi e si sostengono a
vicenda; la storia umana è costellata di rivalità.
Gli esseri umani, forse più altre specie, fanno scorte di risorse importanti per la sopravvivenza e la
riproduzione, come terreno fertile, accesso ad acqua, cibo, strumenti e armi.
Si possono utilizzare diversi mezzi per ottenere risorse di valore posseduti da altri, per esempio ci
si può dedicare allo scambio sociale, al furto o alla frode, oppure si può impiegare l'aggressività
individuale o di gruppo.
A livello individuale, una persona può utilizzare la propria forza fisica per sottrarre risorse agli altri.
Tra ragazzi, l’aggressione riguarda in genere risorse come giochi e territorio, mentre nel caso degli
adulti, si organizzano rapine e pestaggi per ottenere a forza denaro o altri beni.
La minaccia di aggressione in alcuni può essere sufficiente ad assicurarsi le risorse
altrui; spesso sono gli uomini a unirsi per appropriarsi con la forza delle risorse altrui.
Nel corso della storia umana, la guerra è servita per ottenere territori posseduti da altri e il bottino
andava a chi vinceva. Dunque, un'ipotesi evoluzionistica è che l'aggressività è utile per
appropriarsi di risorse rilevanti per la riproduzione.
Difesa dell’attacco
La presenza di conspecifici ostili pone seri problemi adattativi alle potenziali vittime, che
possono perdere importanti risorse per mano dei repressori, restare feriti o morire,
limitando la sopravvivenza e la
riproduzione.
Difendersi contro gli attacchi può servire anche a prevenire possibili danni al coniuge, ai figli o al
resto della famiglia.
Le vittime delle aggressioni possono inoltre venire sminuite in termini di status e reputazione.
Perdere la faccia o l'onore a causa delle aggressioni a cui non si è reagito può portare a ulteriori
abusi, perché altre persone potrebbero scegliere come vittima chi è facilmente sfruttabile o non è
molto intenzionato a difendersi.
L'aggressività può dunque essere utilizzata per difendersi da attacchi o per prevenire la sottrazione
forzata di risorse.
Può anche essere impiegata per conseguire una reputazione che serva da deterrente a possibili
aggressori, e per prevenire le perdite di status e onore conseguenti all'essere vittima senza
rivalersi.
Rivalità intrasessuale
Anche i rivali dello stesso sesso che competono per le medesime risorse, come l'accesso ai
membri del sesso opposto, costituiscono un problema adattativo.
L'aggressività, che mira a infliggere dei costi ai rivali, può andare dall'affronto verbale alla violenza
fisica e all'uccisione.
Deterrente per future aggressioni = Essere aggressivi e farsi una reputazione di persona
aggressiva può servire come deterrente per aggressioni e tentativi di sottrazione delle risorse
legate a sopravvivenza e riproduzione. La maggior parte delle persone ci penserebbe due volte
prima di rubare qualcosa a un killer mafioso, di litigare con un pugile o di fare la corte alla ragazza
del capo di una banda di criminali.
Deterrente per l’infedeltà sessuale = Aggredire e minacciare potrebbero anche servire come
deterrente per l'infedeltà di partner a lungo termine.
Parecchie evidenze empiriche suggeriscono che la gelosia maschile sia la causa principale della
violenza tra coniugi; ricerche svolte sui centri che si occupano delle vittime di violenza domestica,
documentano che nella maggior parte dei casi le donne citano la gelosia estrema del compagno
come fattore cruciale delle percosse.
Per quanto possa essere ripugnante, alcuni uomini picchiano le compagne per dissuaderla dal
frequentare altri uomini.
In tutte le culture gli uomini sono autori degli omicidi con frequenza molto maggiore delle donne, e
le loro vittime sono di preferenza altri uomini. Per essere accettabile, una teoria dell'aggressività
deve spiegare la maggiore tendenza maschile alla violenza e perché altri uomini costituiscono la
maggioranza delle vittime.
Il modello evoluzionistico della competizione intrasessuale fornisce le basi di questa
spiegazione partendo dalle teorie della selezione sessuale e dell’investimento
parentale.
Nelle specie in cui le femmine investono sui figli molto più dei maschi, esse costituiscono una
significativa risorse limitante che vincola la riproduzione maschile. La differenza di genere
dell'investimento parentale minimo obbligatorio significa che i maschi hanno la possibilità di
generare molti più figli delle femmine —> Ciò porta alla diversa varianza del successo riproduttivo
dei due sessi.
Maggiore è la varianza della riproduzione e più la selezione favorisce le strategie rischiose per il
genere con la varianza più elevata.
La violenza può verificarsi sia al vertice che alla base della gerarchia. Se ce lo stesso numero di
maschi e femmine, per ogni uomo che monopolizza due donne un altro resta senza compagna.
Per gli individui che rischiano il fallimento riproduttivo adottare una strategia aggressiva potrebbe
rappresentare un'ultima risorsa.
o Anche le donne Fano ricorso all’aggressione e le loro vittime solitamente sono membri
dello stesso sesso, le donne tramite l’aggressione verbale, denigrano le rivali, sminuendole
e mettendone in discussione l’aspetto fisico, e dunque il valore come partner.
Le forme messe in atto dalle donne dunque sono meno rischiose di quelle praticate dagli
uomini, come ci si attende sulla base delle teorie di investimento parentale e selezione
sessuale.
Inoltre, la selezione potrebbe operare contro le donne che corrono rischi elevati collegati
all’aggressività poiché devono attribuire un valore più elevato ala propria vita rispetto a
quanto facciano gli uomini, dato che i fili dipendono dalle cure materne più che da quelle
paterne.
1. META-ANALISI
La psicologa Janet Hyde ha condotto una meta-analisi degli studi sull’ampiezza delle
differenze sessuali in varie forme di aggressività.
o Differenza di 0.80 (grande)
o Differenza di 0.50 (media)
o Differenza di 0.20 (piccola)
I risultati delle meta-analisi e dati più recenti confermano la previsione dell'analisi sull'aggressività
che abbiamo trattato: gli uomini impiegano l'aggressività più delle donne in diverse forme, e
l'ampiezza dell'effetto tende a essere da media a grande.
Gli omicidi sono eventi statisticamente rari, ma permettono di verificare gli andamenti
dell’aggressività.
Daly e Wilson hanno stilato una statistica degli omicidi tra persone dello stesso sesso
servendosi di 35 diversi studi che rappresentano un’ampia fascia di culture.
In ciascuna delle culture da cui sono stati presi i dati, il tasso con cui gli uomini uccidevano
le donne era moto superiore a quello con cui le donne uccidevano altre donne.
Daly e Wilson hanno quindi concluso che “non ci sono prove del fatto che le donne in
qualsiasi società si avvicino al livello de conflitto violento prevalente tra gli uomini della
stessa società”
3. BULLISMO A SCUOLA
Differenze di genere simili a quelle osservate per l’omicidio si presentano anche in forme
meno estere di aggressività, come il bullismo tra ragazzi delle scuole medie e superiori.
Ah ad e Smith attraverso un questionario anonimo, hanno chiesto a ciascuno studente
quante volte fosse stata vittima di bullismo, quante volte si fosse unto ad altri in atti di
bullismo e di quali particolari forme di bullismo si trattasse.
Per tutte le variabili sono state osservare differenze di genere significative, che tuttavia,
sottostimano l’incidenza delle aggressioni violente.
L’esame delle tipologie di bullismo adottate ha permesso di evidenziare maggiori differenze
legate al sesso.
Nel campione dei ragazzi più grandi, la percentuale di maschi che erano state vittime di
azioni violente e di furti era più alta rispetto alle femmine; Nel caso degli insulti però, le
ragazze avevano punteggi più elevati dei maschi —> Il contenuto delle forme verbali di
aggressività è significativo —> Questo comportamento era comune tra le ragazze del
gruppo più maturo ma non per quelli più giovani, un dato che si accorda con l'aumento
della competizione intrasessuale per la ricerca di partner durante l'adolescenza; Analoghe
differenze sono state osservate in altre culture.
Gli studi sul bullismo confermano dunque la previsione che ci sia una differenza di genere
nell’utilizzo di forme di aggressività violente e rischiose. I maschi adottano tale forma di
aggressività con maggiore frequenza rispetto le femmine. Quando le donne attaccano, dato
che anche loro praticano comportamenti di questo tipo, tendono a servirsi di metodi meno
violenti come la denigrazione verbale delle rivali.
Gli assassini e le loro vittime spesso condividono tratti caratteristici, come non
avere un lavoro e (forse, come condizione correlata alla disoccupazione) non
essere sposati.
La mancanza di risorse e l’incapacità di attirare partner a lungo termine
sembrano essere situazioni sociali collegate agli omicidi tra maschi.
La difesa di posizione sociale, reputazione e onore nel gruppo dei pari è uno dei
motivi cruciali degli omicidi tra i maschi della nostra specie.
Le persone coinvolte in un litigio, a volte incapaci di fare un passo indietro e
avendo paura di essere umiliate agli occhi dei propri pari, possono infine
estrarre un’arma.
o Gli esseri umani si sono evoluti in piccoli gruppi in cui status e reputazione erano cruciali
per garantire l'accesso di un uomo alle risorse rilevanti per la riproduzione.
Ci sono forti evidenze del fatto che gli uomini vittime di aggressioni da parte di altri uomini
durante le scuole medie e superiori, eventi che in genere comportano una perdita di status,
abbiano un numero significativamente più ridotto di partner all'inizio dell'università.
o Lo psicologo evoluzionista Franck McAndrew ha spiegato che queste minacce allo status
provocano una risposta biologica caratterizzata dall’innalzamento dei livelli di testosterone;
in questo modo vi è una facilitazione della risposta aggressiva, se è richiesta o almeno
consentita dalla situazione.
Le donne screditano le loro rivali come spesso accade tra maschi in competizione tra loro.
Ciò che in genere caratterizza le donne vittime è l’età: mogli e fidanzate giovani hanno una
probabilità molto più elevata di essere uccise. Poiché la giovane età è un indice importante del
valore produttivo di una donna, la gelosia del partner si indirizzerà principalmente nei confronti
delle donne giovani.
Inoltre è probabile che le giovani siano oggetto di desiderio da parte di altri uomini, perciò la
gelosia maschile potrebbe essere scatenata più facilmente dai rivali interessati a queste donne
1. DIFESA DELL’ATTACCO
L'aggressività estrema come l'omicidio del coniuge è perpetrata meno frequentemente dalle donne
che dagli uomini, ma si verifica.
I contesti in cui si realizzano sono quasi sempre collegati a uno di questi due fattori:
o la donna si difende da un marito in collera per l'infedeltà reale o presunta.
o la donna non vede vie d'uscita al controllo coercitivo del marito, dopo una lunga storia di
abusi fisici.
La gelosia maschile sembra dunque essere alla base dell'uccisione del marito da parte della
donna, oltre che nei casi più comuni di assassinio della moglie da parte del marito.
GUERRA
Gli episodi storici di cui abbiamo notizia rivelano che le alleanze di guerra tra maschi sono presenti
dappertutto. La guerra è una attività praticata esclusivamente dagli uomini. Le vittime designate più
frequentemente sono altri uomini, sebbene spesso anche le donne vengono colpite.
Ci sono pochi conflitti avviati con il solo intento dichiarato di conquistare donne, ma l'aumento dei
rapporti sessuali è considerato quasi sempre un auspicabile vantaggio della vittoria sul nemico.
In una brillante analisi della logica sottostante la guerra, Tooby e Cosmides pongono l'attenzione
su un fatto molto spesso trascurato: un conflitto bellico è un'impresa estremamente collaborativa.
Infatti, da entrambe le parti gli uomini devono riunirsi e agire come un'unità di cooperazione.
L'evoluzione dei meccanismi legati alla guerra ha dovuto superare un altro importante ostacolo:
per chi prende parte in conflitto i vantaggi, in termini di fitness, devono superare il rischio di eventi
disastrosi come restare feriti o morire.
La guerra è un'impresa molto costosa per tutte le persone coinvolte.
o Nel corso dell’evoluzione, il guadagno medio a lungo termine rispetto alle risorse
riproduttive deve essere sufficientemente ampio da superare i costi riproduttivi
dell’intraprendere la guerra.
Che tipo di risorse produttive potrebbero essere sufficientemente ampie? Un aumento
dell’accesso sessuale alle femmine è il candidato più probabile, essendo la risorsa che
impone il maggior limite alla riproduzione maschile.
o I membri della coalizione devono credere che il loro gruppo risulterà vittorioso.
Ciò non significa semplicemente credere che la propria coalizione vincerà il combattimento,
ma anche che le risorse collettive della coalizione saranno maggiori dopo un conflitto.
Tali condizioni, chiamate "il contratto di rischio della guerra", portano ad alcune sorprendenti
previsioni: la più importante riguarda gli effetti del grado di mortalità sulle pressioni
evoluzionistiche e dei meccanismi psicologici atti a spingere gli uomini al conflitto. Ricorderete
infatti che la selezione naturale opera sui geni che in media portano conseguenze riproduttive nei
tempi su cui opera l'evoluzione.
Poiché opera sulla media degli effetti riproduttivi tra gli individui, la selezione può favorire i
meccanismi psicologici che portano gli uomini in guerra, anche se quei meccanismi espongono a
qualche rischio di morte.
La gran parte degli studiosi interessati si terroristi suicidi, sostiene che questi individui, per
lo più uomini, siano probabilmente manipolati o sfruttati da altri; I terroristi suicidi sono
spesso reclutati tra uomini con prospettive scarse di relazioni sessuali.
Queste persone sono manipolavate grazie alla psicologia delle relazioni di parentela, per
esempio, chiamando “fratelli” il gruppo dei pari, anche in assenza di effettive relazioni di
parentela.
Come conseguenza del loro suicidio “eroico”, volto all’uccisione di persone considerate
nemiche, sono promessi una ricompensa economica e un miglioramento della reputazione
dei parenti.
Queste manipolazioni della psicologia maschile sembrano essere necessarie per superare
la naturale tendenza umana a mantenersi in vita e a non uccidersi per il bene del gruppo.
Il terrorismo suicida sembra essere un sottoprodotto di adattamenti che sono sfruttati e
manipolati da leader religiosi, dal gruppo dei padri e a volte dai familiari.
Per ogni omicidio commesso, ci sono decine o centinaia di pensieri o fantasie che gli individui
fanno sulla possibilità di uccidere.
I pensieri relativi all’omicidio sono abbastanza frequenti da permettere di indagarne la psicologia.
Gli psicologi evoluzionisti Kenrick e Sheets hanno utilizzato questo approccio per condurre studi su
un totale di 760 studenti universitari: i partecipanti dovevano inserire informazioni demografiche
(età e sesso) e descrivere l’ultima volta che avevano pensato di uccidere qualcuno.
Chiedevano notizia sulle circostanze che avevano scatenato i pensieri violenti e sul contenuto di
tali pensieri.
Per gran parte delle donne i pensieri omicidi avevano una durata tipica di pochi secondi, mentre
per tre metà degli uomini duravano alcuni minuti e per il 18% alcune ore o più a lungo (maggiore
inclinazione maschile verso l’omicidio)
2 differenti possibilità:
1. Ipotesi dell’incidente:
Secondo tale ipotesi, i maschi hanno evoluto una propensione psicologica per la violenza
come mezzo di controllo coercitivo e per eliminare le fonti di conflitto.
Tale inclinazione ha come esiti comportamentali tipici le minacce di violenza o la violenza
non letale.
!! A volte però, la violenza sfocia accidentalmente nell’omicidio.
Secondo questa teoria, gli esseri umani hanno evoluto meccanismi psicologici specifici che
li predispongono a uccidere gli altri in determinate circostanze prevedibili, come la guerra,
rivalità intrasessuale, infedeltà o allontanamento del coniuge.
Le fantasie omicide sarebbero una componente di meccanismi evoluti per l’omicidio è
permettono di subire e attuare mentalmente uno scenario omicida in modo da valutare costi
e benefici di vari esiti e scenari, e poi scegliere di uccidere quando i benefici sono superiori
ai costi.
Nella gran parte delle circostanze i costi sono troppo elevati: in tutte le4 società si rischia di
dover affrontare l’ira dei parenti delle vittime e la punizione del gruppo; tali costi in molti casi
costituiscono un deterrente.
Poiché lSecondo la teoria dell’omicidio come adattamento, l’evoluzione di una serie di
adattamenti per l’omicidio è stata la soluzione dipendente dal contesto per un insieme di
problemi adattativi tra cui proteggere se stessi e a prole da lesioni o morte, accedere a
risorse necessarie per sopravvivere e riprodursi, eliminare rivai pericoli per sé o per i propri
figli e privare i rivali dell’accesso a partner di valore.
L’intero sistema cognitivo (secondo la psico ev) è un complesso insieme di sistemi di elaborazione
dell’informazione specializzati per risolvere specifiche classi di problemi adattativi.
Molti di questi meccanismi sono specializzati dal punto di vista funzionale per
produrre un comportamento che risolve particolari problemi adattativi.
Cosmides e Tooby sostengono che la psicologia cognitiva dovrebbe essere ancorata alle
teorie computazionali: una teoria computazionale specifica qual è il problema e perché
c’è un meccanismo per risolverlo; Essa specifica la funzione di un meccanismo di
elaborazione dell’informazione.
Tale teoria è amata sui seguenti principi:
Di per sé, la teoria computazionale, non è sufficiente per stabilire con precisione come un
meccanismo si comporti per risolvere un problema adattativo, perché ogni particolare
problema avrà molte possibili soluzioni.
ATTENZIONE E MEMORIA
————————————-
L’attenzione umana può essere attirata da una serie infinita di cose; tuttavia, è una capacità
intrinsecamente limitata.
Se ricordassimo tutto ciò che abbiamo provato, avremmo un’enorme difficoltà a recuperare
velocemente i ricordi più rilevanti per dirigere l’azione adattativa, una condizione che
potremmo chiamare “sovraccarico di memoria”.
L’attenzione umana e la memoria sono estremamente selettive, progettate per notare,
immagazzinare e recuperare l’informazione più importante per risolvere problemi adattativi.
Un affascinante studio condotto analizzando 736 prime pagine dei quotidiani di otto diversi
stati in un periodo di trecento anni ha rivelato una notevole uniformità di contenuto.
Il fatto che questi temi ricorrenti in epoche e culture diverse (morte, omicidi o
aggressioni, suicidio, eroismo/altruismo, infedeltà, ecc) corrispondano ai temi trattati in
questi capitoli fornisce un’evidenza naturalistica del fatto che l’attenzione umana è
focalizzata sui contenuti più rilevanti per risolvere i problemi adattativi che gli esseri
umani si sono ripetutamente trovati di fronte nel corso del tempo.
I ricercatori hanno concluso che “l’elaborazione della sopravvivenza è una delle migliori
procedure di codifica mai identificate nella ricerca sulla memoria degli esseri umani”.
La gran parte di quella che viene chiamata cognizione ad alto livello riguarda il problem
solving e il giudizio in condizioni di incertezza.
Gli esseri umani sono inclini all’errore nel problem solving e nelle decisioni in condizioni di
incertezza.
Nella psicologia cognitiva è fiorito un settore improntato a documentare i vari errori e iOS
per cui gli esseri umani sono predisposti.
Ecco due esempi:
È vero che la cognizione umana è pervasa di bias ed errori semplicemente perché gli
esseri umani usano rapide scorciatoie inclini all’errore per compiere giudizi in situazioni di
incertezza?
Tooby e Cosmides propongono una teoria evoluzionistica dei meccanismi cognitivi chiamata
razionalità ecologica = consiste nella presenza di meccanismi evoluti, progettati per utilizzare la
struttura ecologica per facilitare il problem solving.
Nel corso dell’evoluzione, l’ambiente umano ha presentato certe regolarità statistiche la pioggia
spesso segue i tuoni, la violenza a volte segue le grida di rabbia, un modo doloroso può seguire
l’avvicinarsi troppo a un serpente e via dicendo)
Queste regolarità statistiche son chiamate struttura ecologica.
La forma dei meccanismi cognitivi si coordina con le ripetute regolarità statistiche degli ambienti
ancestrali in cui gli esseri umani si sono evoluti.
Le strategia di problem solving potrebbero essere progettate esattamente per la risoluzione di
quell’insieme di problemi che si sono ripetuti nel corso dell’evoluzione, mentre sarebbero non
adeguate alla soluzione di compiti nuovi o artificiali.
o Le teorie della logica formale indipendenti dal contesto (cioè le teorie che li esseri umani
dovrebbero usare secondo i ricercatori interessati ai bias cognitivi) sono molto scarse nella
soluzione di problemi adattativi del mondo reale.
Il problem solving adattativo degli esseri umani dipende sempre da tre componenti:
1. Lo specifico scopo cercato (il problema che deve essere risolto)
2. I materiali disponibili
3. Il contesto in cui il problema è inserito
o La mente umana, tuttavia, può essere stata programmata per registrare le frequenze degli
eventi; se alcuni meccanismi della mente umana sono programmati per registrare
frequenze di eventi invece che probabilità di singoli eventi, allora gli esperimenti in cui si
chiede ai soggetti di calcolare probabilità sulla base di singoli eventi presentano in realtà
stimoli artificiali e nuovi dal punto di vista evoluzionistico.
La mente umana ha dei bias cognitivi, ma molte delle euristiche che utilizza sono dei “bias
adatttivi”; gli esseri umani possono non essere razionali secondo i principi della logica
formale o dei modelli statistici decisionali indipendenti dal contesto, ma sono razionali dal
punto di vista adattativo.
o Pinker sottolinea che i bambini possono diventare fluenti nell’uso di complesse frasi
grammaticali abbastanza presto (3 anni) senza necessità di alcun insegnamento formale.
o Il linguaggio è collegato a specifiche aree del cervello, che se danneggiate provocano
deficit linguistici.
o Il tratto vocale umano, sembra disegnato specificamente per produrre svariati suoni
necessari per il linguaggio, ed è contrassegnato, da una laringe abbassata.
o La percezione uditiva, mostra precise specializzazioni adattative complementari che ci
permettono di decodificare i suoni del parlato prodotti da altri esseri umani.
Secondo Pinker, quando si sommano tutti questi aspetti, essi indicano che il linguaggio è un
adattamento biologico per la comunicazione dell’informazione e la sola spiegazione possibile
per l’origine di complesse strutture organiche è l’evoluzione attraverso la selezione naturale
La teoria dominante sulla funzione del linguaggio è che si sia evoluto per facilitare la
comunicazione, cioè lo scambio di informazioni tra individui, che potrebbe aiutare in una serie
quasi infinta di compiti.
Sono state proposte tre teorie sulla funzione del linguaggio, e tutte riguardano le funzioni
sociali:
1. Ipotesi del pettegolezzo sociale = secondo cui il linguaggio si sia evoluto per facilitare i
legami all’interno di grandi gruppi di esseri umani.
Il biologo evoluzionista Robin Dumbar sostiene che il linguaggio si è evoluto per tenere
traccia delle complesse reti delle relazioni sociali, sostiene che il linguaggio sia una forma
di grooming sociale: all’aumentare della dimensione del gruppo è diventato impossibile
dedicare il tempo necessario per spulciare fisicamente (grooming) i propri alleati —> in
quest’ottica, il linguaggio si è evoluto per promuovere la coesione sociale nei gruppi estesi,
attraverso il pettegolezzo inteso in senso ampio: scambiare informazioni riguardo chi fa
cosa a chi.
o Questa ipotesi come teoria esaustiva sull’evoluzione del linguaggio è stata criticata sulla
base del fatto che le persone usano il linguaggio per molti più scopi del pettegolezzo o
grooming sociale.
2. Ipotesi del contratto sociale = secondo cui i problemi relativi ai partner sessuali sono
diventati più critici con la comparsa di battute di caccia realizzate con grandi gruppi; gli
uomini dovevano lasciare le compagne da sole durante la caccia, esponendosi a rischi di
infedeltà e possibilità di sfruttamento.
Secondo questa idea, il linguaggio si è evoluto per facilitare gli accordi di matrimonio
espliciti MA questa ipotesi non riesce a spiegare in che modo all’inizio si formino gruppi
estesi, perché altre specie risolvano gli stessi problemi di coppia senza usare il linguaggio e
perché gli impegni matrimoniali così di frequente non vadano a buon fine.
Ci sono due problemi potenziali con l’ipotesi della selezione sessuale all’origine del
linguaggio:
o Gli adattamenti derivati dalla selezione sessuale tipicamente mostrano chiare differenze tra
i sessi, mentre uomini e donne hanno all’incirca le stesse abilità linguistiche.
o Gli adattamenti derivati dalla selezione sessuale tipicamente emergono al momento della
pubertà, quando le persone iniziano a essere in competizione sessuale, ma il linguaggio
emerse abbastanza presto nel corso della vita, e diventa sofisticato a partire dai tre anni.
Un dato in linea con l’ipotesi di Miller è che il linguaggio non raggiunge un livello di
piena competenza fino alla dine dell’adolescenza.
Il linguaggio è usato, e sembra ben progettato, per scambiare informazione riguardo il mondo fisico
e sociale, e quindi la teoria dominante della comunicazione di informazioni non può essere
esclusa.
È probabile che il linguaggio si sia in seguito ulteriormente evoluto, o che sia co-optato, per
risolvere vari problemi adattativi sociali e potrebbe evolversi ulteriormente, essendo usato per
molte funzioni sociali.
Sebbene il linguaggio sia stato inizialmente considerato un argomento per la sottodisciplina della
psicologia cognitiva , non può essere separato logicamente dalla sottodisciplina della psicologia
sociale.
o Secondo l’ipotesi DECS, il dominio umano sull’ambiente ha aperto la possibilità per nuove
pressioni selettive dettate dalla competizione tra esseri umani.
Tale ipotesi si rifà alla complessità della vita in ampi gruppi sociale dalle molteplici
sfaccettature che impongono rischi in termini di furti, cannibalismo, tradimento, infanticidio,
estorsione e altre slealtà.
È plausibile che tutte queste forze collegate (dalle complessità imposte da un’intensa vita di
gruppo al bipedalismo, che ha reso libere le mani dagli esseri umani per l’invenzione e l’utilizzo
di utensili) siano alla base di molta dell’attuale intelligenza esibita dagli esseri umani oggi.
Dall’ipotesi DECS deriva la previsione empirica che all’aumentare della densità della
popolazione, la pressione selettiva per una maggiore intelligenza dovrebbe aumentare
a causa delle maggiori richieste imposte dalla competizione sociale.
Gli autori concludono che, sebbene l’evoluzione dell’intelligenza umana sia stata
guidata da diverse pressioni selettive, la pressione selettiva cruciale è stata la
competizione sociale.
Secondo l’ipotesi delle innovazioni mortali, diverse forze present nell’ultimo ilione e mezzo
di anni avrebbero ampliato le differenze di sopravvivenza tra ndividui con diversi livelli di
intelligenza generale:
o Doppio rischio: non solo le persone meno intelligenti si infortunano e muoiono di più, ma i
loro figli hanno una maggior mortalità come conseguenza del fatto che i loro genitori non
sono in grado i proteggerli e accudirli.
o Volano della migrazione: quando gli esseri umani sono migrati fuori dell’Africa nei territori
nuovi e inesplorati di Europa, Asia e America, e persino Antartide, questi nuovi ambienti
hanno creato una pressione per lo sviluppo di innovazioni tecnologiche, creando ancora più
pericoli.
Molti importanti problemi adattativi che hanno affrontato gli esseri umani sono intrinsecamente
sociali, quindi la mente umana dovrebbe essere ampiamente dotata di meccanismi psicologici
dedicati alle soluzioni sociali.
Molta della psicologia evoluzionistica, dunque, sarà psicologia sociale evoluzionistica.
La psicologia sociale evoluzionistica si prefigge di rispondere ad alcune delle questioni più
profonde (perché le persone vivono in gruppi? Perché formano relazioni che durano per anni e
decenni? Perché le relazioni sociali a volte sono segnate da conflitti e a volte da amore?)
Poiché la gran parte delle interazioni sociali si è svolta all’interno di relazioni durature, le domande
riguardo la psicologia delle relazioni dovrebbe costituire il cardine del campo della psicologia
sociale.
Questa attenzione alle relazioni è in netto contrasto con gran parte della psicologia corrente, che
tende A essere orientata ai “fenomeni”; in genere viene fatta qualche osservazione interessante,
alla quale seguono conferme empiriche.
1. Teoria della fitness inclusiva: un’implicazione diretta di questa teoria è che le azioni
altruistiche dovrebbero essere per lo più dirette verso altri organismi che:
o Hanno maggiori probabilità di avere copie di geni di chi aiuta.
o Hanno la capacità di convertire tale aiuto in maggiore sopravvivenza e riproduzione.
5. Teoria del conflitto genitori-figli: questa teoria produce precise previsioni riguardo le
dinamiche familiari.
6. Teoria del conflitto sessuale: fornisce una potente guida ai modi in cui uomini e
donne entrano in conflitto.
Le intuizioni umane calzano a pennello con la teoria evoluzionistica nel dirci che i nostri
criteri di moralità sono probabilmente squilibrati a favore delle persone imparentate
geneticamente.
Gli approcci tradizionali alla moralità sono stati dominati dalle teorie “razionaliste”, secondo
cui le persone arrivano a un giudizio morale attraverso il ragionamento morale.
Usando logica e razionalità, dovremmo calibrare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato,
giustizia e correttezza, e arrivare a una risposta morale corretta.
Lo psicologo John Haidt ha messo in discussione questo punto di vista, sostenendo invece
ch’egli esseri umani hanno evoluto emozioni morali che producono valutazioni
automatiche e veloci; solo in un secondo momento, quando siamo forzati a razionalizzare
le nostre posizioni morali ci “arrampichiamo sugli specchi” per trovare ragioni che
supportino i giudizi effettuati.
La gran parte delle persone dice immediatamente che è sbagliato, ma quando si chiede
loro perché hanno delle difficoltà a rispondere. Alcuni puntano a un possibile danno
psicologico, sebbene sia chiaro che nessuno dei due è rimasto ferito, altri fanno
riferimento a rischi genetici di inincrocio, ma poi si ricordano del doppio metodo di controllo
delle nascite.
Incalzati dalle domande, i partecipanti alla fine hanno La repulsione per l’incesto si è
dato risposte come: “Non so, non riesco a spiegarlo, evoluta per prevenire l’incrocio ed è
semplicemente so che è sbagliato”. stata riattivata in risposta al
pensiero dell’attività sessuale tra i
Una spiegazione due fratelli.
plausibile è che gli La moralità relativa all’incesto,
esseri umani incluse le esperienze di emozioni e
abbiano evoluto di disgusto diventa più intensamente
delle emozioni attiva quando le persone
morali. immaginano di fare sesso con un
parente genetico stretto.
Il solido risultato che le donne
provano molto più disgusto di fronte
alla prospettiva dell’incesto avvalora
l’ipotesi che l’incesto tenda ad avere
casti maggiori per le donne, come
anche l’ipotesi che si siano evolute
differenze di genere relative
all’intensità con cui si sperimenta
questa emozione morale.
Una funzione logica simile può essere applicata ad altre
emozioni morali:
o La rabbia per gli imbroglioni, evoluta probabilmente per punire coloro che violano i contratti
sociali e che può motivare la vendetta, deterrente contro imbroglioni futuri.
o La vendetta che può essere un’emozione assaporata con piacere.
o L’imbarazzo, evoluto probabilmente per promuovere la riconciliazione e la sottomissione;
viene evocato in presenza di persone di status sociale elevate e s realizza quando
qualcuno viola le convenzioni sociali.
o La vergogna che incide più profondamente dell’imbarazzo e che è attivata quando viene
reso pubblico un rapimento nell’aderire agli standard di moralità.
Sia vergogna che imbarazzo motivano il desiderio di nascondersi, riducendo la presenza
sociale delle persone.
o Il senso di colpa, deriva da violazioni delle relazioni condivise; ha l’effetto di prevenire la
dissoluzione delle relazioni di valore attraverso la riparazione dopo un danno inflitto a un
alleato comune, in tal modo rimediando alla violazione.
o Il disprezzo, evocato dalle violazioni morali di mancanza di rispetto, dovere o gerarchie.
o La compassione, commuovere le persone per aiutare coloro che soffrono.
o La gratitudine, motivare le perone ad agire indo pro sociale verso i benefattori.
o Rispetto per l’autorità: limitare le proprie pulsioni egoiste e rispettare le leggi e le indicazioni
dell’autorità.
o Sete di giustizia: il valore adattativo di cooperazione e reciprocità, inclusa la punizione di
coloro che imbrogliano per evitare il collasso del mutualismo reciproco.
o L’evoluzione dei sistemi di cura e solidarietà: il valore adattativo di devozione, simpatia e
generosità nei confronti di alleati, compagni e parenti.
David Wilson e Elliot Sorber hanno sostenuto che la selezione di gruppo è più sostenibile di
quanto la gran parte dei biologi ritenga —> il loro ragionamento si focalizza sulla questione
se i gruppi posano avere un’organizzazione funzionale nello stesso modo in cui ce l’hanno
gli individui.
Questo ritorno della selezione di gruppo è talvolta chiamato teoria della selezione multi-
livello per riconoscere il fatto che la selezione può operare su più livelli che comprendono
individui, gruppi all’interno di una specie e anche entità più ampie come gli ecosistemi con
diverse specie.
Un punto cruciale che al momento manca nella psicologia dello sviluppo tradizionale è che
gli esseri umani affrontano in diversi momenti della vita problemi diversi che
possono essere previsti.
Per gli aspetti in cui questi problemi adattativi hanno una sequenza temporale comune a
livello della specie, gli psicologi potranno fornire una teoria dello sviluppo basata sul ciclo di
vita.
Per tutte queste ragioni, la teoria della mente non “scatta” semplicemente all’inizio dello
sviluppo, ma continua a diventare sempre più sofisticata con l’età.
Anche nel corso dell’età adulta, si riscontrano differenze individuali stabili nella capacità
di leggere accuratamente nella mente altrui: le differenze individuali sono altamente
correlate con il tratto di personalità della piacevolezza.
Le procedure inferenziali attraverso cui agiscono i meccanismi dalla teoria della mente
sono diverse da quelle attraverso cui operano le inferenze sulle entità fisiche.
Alcune ricerche avvalorano l’idea che la teoria della mente emerga all’incirca alla
stessa età in culture diverse.
Alcune ricerche sulla teoria della mente si sono focalizzate sul concetto di empatia:
Empatizzare con qualcuno permette sia di prevedere come una persona si senta sia di
tenerne conto.
Secondo Baron-Cohen, emergono molto presto nel corso della vita piccole ma sistematiche
differenze che suggeriscono una maggiore capacità delle femmine nell’empatia.
Ciò significa che queste differenze tra i sessi traggono origine dalle diverse strategie
riproduttive di uomini e donne, e in particolare dalle importanti capacità per l’allevamento
dei figli e per la più sottile negoziazione di alleanze e gerarchie sociali di ragazzi e donne.
o Le donne, potrebbero avere una “teoria della mente degli uomini” diversa dalla “teoria delle
donne”, perché i tipi di problemi adattativi con cui le donne si confrontano sono diversi a
seconda che esse interagiscano con un uomo o una donna.
o Uno dei più importanti compromessi è quello tra la riproduzione attuale e futura = l’aumento
della riproduzione immediata avviene ai danni della riproduzione futura.
Quando le risorse sono limitate o non prevedibili può avere senso aumentare la fertilità e
ridurre l’investimento su un particolare figlio.
Secondo Chisholm, gli ambienti ancestrali in cui questi meccanismi si sono evoluti non
erano tranquilli e sicuri come molti teorici dell’attaccamento hanno ipotizzato.
La strategia sessuale dei genitori, inclusa la quantità e qualità dell’oro investimento nei figli,
può aver costituito la dimensione dell’ambiente infantile più significativa dal punto di vista
adattativo.
!! La teoria della mente, la teoria del ciclo di vita, la socializzazione dei genitori e gli stimoli di
attaccamento rappresentano alcuni dei modi in cui gli psicologi dello sviluppo evoluzionisti si
rapportano ai cambiamenti che avvengono durante le fasi della vita umana.
In conclusione, una psicologia dello sviluppo evoluzionistica includerà una spiegazione delle
trasformazioni specie-specifiche, diverse tra i sessi e differenziate individualmente, alle quali vanno
incontro nel corso della vita i problemi adattativi, i diversi ambienti che regolano la nostra
psicologia quale frutto dell’evoluzione.
La psicologia della personalità è forse la branca più ampia e onnicomprensiva della psicologia.
Storicamente, tutte le “ampie” teorie e la personalità hanno ipotesi riguardo i contenuti della parte
fondante della natura umana.
Le caratteristiche psicologiche ipotizzate della natura umana hanno fornito gran parte del nucleo
centrali intorno a cui queste teorie su vasta sala della personalità sono state costruite.
D’altra parte, la psicologia della personalità si è anche interessata soprattutto delle differenze
individuali; Gran parte della ricerca e della teoria in psicologia evoluzionistica si è focalizzata sui
meccanismi psicologici tipici della specie mentre le differenze individuali sono state relativamente
trascurate e pongono questioni rilevanti agli psicologici evoluzionisti.
I biologi evoluzionisti hanno provato a focalizzarsi sugli adattamenti tipici della specie, ignorando le
differenze individuali a eccezione che per il loro ruolo come base su cui pera la selezione naturale.
Tali differenze, in particolare quelle ereditarie, sono spesso relegate a una posizione di rilievo
secondario MA sono collegate in modo robusto con fenomeni rilevanti per la riproduzione, come
status, sessualità, sopravvivenza e fertilità.
Forse queste differenze giocano un ruolo più portante nella psicologia evoluzionistica umana di
quanto pensato in precedenza.
Tooby e Cosmides hanno coniato questo termine per descrivere i meccanismi psicologici
evoluti per considerare le caratteristiche ereditarie e usarle come guida per adottare
soluzioni strategiche.
Secondo questa idea, la selezione favorisce l’evoluzione dei meccanismi di valutazione non
solo sintonizzati sulle caratteristiche stabili del mondo esterno, come la sicurezza delle
risorse fornite dai genitori, ma possono anche accordarsi con la valutazione di se stessi.
La valutazione delle caratteristiche ereditarie può anche aiutare nella scelta delle strategie
di coppia = i ragazzi con più caratteristiche facciali dominanti e attraenti avevano maggiori
esperienze di tipo sessuale; l’aspetto dominante del volto, inoltre, era un predittore
dell’esperienza sessuale complessiva.
Se le caratteristiche facciali implicate nell’apparire dominanti e attraenti sono in parte
ereditarie, si può speculare sul fatto che i maschi abbiano evoluto meccanismi psicologici
programmati per valutare il grado con cui appaiono dominanti e attraenti —> le differenze
individuali stabili nell’adottare strategie sessuali a breve e a lungo termine, secondo questo
approccio, non sono direttamente ereditarie; al contrario, rappresentano differenze
individuali adattative basate sulla valutazione dell’informazione ereditaria.
o Linda Mealy ha proposto una teoria della psicopatia basata sulla selezione dipendente
dalla frequenza —> la psicopatia rappresenta un blocco di tratti contraddistinti da
comportamento irresponsabile, mancanza di emozioni sociali, impulsività; gli psicopatici
adottano una strategia di inganno o “imbroglio” nelle loro interazioni sociali, specialmente
nell’interazione con partner che sono meno attraenti e con coloro con cui non si aspettano
di interagire in futuro.
Tipicamente, dopo aver simulato collaborazione, gli psicopatici tradiscono, questa strategia
può essere perseguita da uomini che probabilmente non riuscirebbero a surclassare agli
uomini in una gerarchia di status più tradizionale = una strategia psicopatica può essere
mantenuta attraverso una selezione dipendente dalla frequenza.
Finché la frequenza degli
Ci sono evidenze convergenti a favore della teoria della psicopatia psicopatici non è troppo
di Mealey: ampia, può essere
mantenuta all’interno di
1) Studi comportamentali genetici suggeriscono che la una popolazione costituita
psicopatia ha una componente ereditaria. prevalentemente da
2) Gli psicopatici sembrano perseguire una strategia sessuale individui che cooperano.
di sfruttamento a breve termine, che potrebbe essere la via
primaria attraverso cui i geni della psicopatia aumentano o
sono mantenuti nella popolazione.
o Gli psicopatici tendono a colpire vittime non imparentate con loro, il che suggerisce che la
psicopatia abbia come fondo una strategia adattativa piuttosto che una semplice malattia e
inoltre sono spesso abili nelle scalate sociali, soprattutto nel contesto di rapidi cambiamenti
di organizzazioni.
La strategia della psicopatia di Mealey illustra bene la possibilità che strategie alternative
ereditarie possano essere mantenute attraverso la selezione dipendente dalla frequenza,
che offre una potenziale spiegazione per integrare i risultati della genetica del
comportamento e quelli sulle strategie sessuali adottate dagli psicopatici con un’analisi
evoluzionistica delle differenze adattative individuali.
o Per identificare le malattie mentali, il manuale DSCM-V offre delle semplici regole
euristiche, come le nozioni di stress soggettivo, bizzarria del comportamento, pericolo
sociale e inefficienza.
Secondo questa disfunzione di malattia, i meccanismi evoluti possono guastarsi in tre modi
distinti:
1. Ci può essere una discrepanza tra gli ambienti ancestrali e quelli moderni = il nostro
ambiente moderno differisce in molti modi dagli ambienti che hanno contrassegnato gran
parte della storia evoluzionistica umana.
Un adattamento potrebbe funzionare esattamente nel modo in cui era progettato per
funzionare, ma poiché l’ambiente è cambiato, il risultato può apparire maladattatvo.
Gli esseri umani hanno evoluto meccanismi che valutano il valore della propria persona
come partner rispetto alle altre persone di quell’ambiente —> Gli ambienti ancestrali erano
popolati da gruppi relativamente piccoli di persone e le valutazioni del valore relativo in
termini di accoppiamento erano probabilmente abbastanza accurate.
Nel nostro ambiente attuale, tuttavia, la popolazione è molto più ampia, e le immagini a cui
le persone sono esposte attraverso i media presentano un livello di confronto e frequenza
ingannevolmente alta = questo può avere l’effetto di abbassare artificialmente i giudizi delle
donne sul proprio valore come partner potenziale rispetto a rivali presenti localmente; a sua
volta questo può innescare un’escalation di competizione all’interno dello stesso sesso o
innescare drastiche misure per cercare di aumentare la propria attratività, il che
costituirebbe una possibile causa dei problemi relativi all’immagine corporea e disturbi
alimentari.
2. Una seconda fonte di problemi emerge dai normali errori che accompagnano “in
media” il funzionamento di un meccanismo.
Ciò che può inizialmente apparire un disturbo può essere semplicemente il funzionamento
appropriato di un meccanismo evoluto che produce un errore perché è progettato per
risolvere problemi adattativi “in media”, basati sugli effetti medi dell’ambiente ancestrale,
piuttosto che per essere sempre corretto.
3. Una terza fonte di problemi che a volte sono considerati erroneamente disturbi/patologie è
lo stress soggettivo prodotto dal funzionamento normale di un meccanismo.
Molti dei nostri meccanismi psicologici evoluti portano a risultati che risultano in stress dal
punto di vista soggettivo.
Sebbene l’esperienza della depressione possa essere incredibilmente negativa, questo
dolore emozionale può avere delle funzioni adattative.
Ci sono anche alcune evidenze che esistano diversi tipi di tono d’umore basso, con diversi
sintomi funzionali (sintomo della tristezza e del pianto).
La paranoia (l’attribuire intenzioni ostili agli altri usando le loro intenzioni sono sconosciute
o quando siamo posti di fronte a circostanze ambigue) è solitamente considerata
maladattativa, e le sue manifestazioni estreme probabilmente lo sono.
Comprendere appieno il disegno alla base di qualcosa migliora molto le probbillità di aggiustare il
sistema quando questo si guasta; una prospettiva evoluzionistica, inoltre, fornisce una guida su
come intervenire. In alcuni casi possiamo intervenire solo sui sintomi, come ansia o depressione,
piuttosto che sulle cause.
Se mascheriamo i sintomi potremmo impedire o rendere più difficile un processo di guarigione
naturale : trattare ansia e depressione per esempio con farmaci, potrebbe non riuscire ad agire
sulle cause sottostanti.
o La psicologi evoluzionistica offre spunti per sviluppare nuove idee con implicazioni
profonde per la psicologia clinica.
Una volta che abbiamo identificato i fenomeni che siamo interessati a spiegare, il passo
successivo è deliberare le potenziali spiegazioni casuali.
A partire da queste linee facciamo una distinzione tra cultura evocata e cultura trasmessa.
Cultura evocata
Ci sono diverse evidenze del fatto che variabili ecologiche (come la diffusione dei parassiti)
abbiano un profondo effetto sulle tendenze culturali evocate e sempre più evidenze
empiriche a sostegno dell’idea che alcune differenze culturali siano pratiche adattative di
cultura evoluta.
Cultura trasmessa
Al momento non sappiamo molto su quali siano meccanismi, ma conosciamo alcune delle
loro proprietà:
- Esse devono includere procedure per prestare attenzione selettivamente ad alcune idee e
ignorarne altre.
- Codificare selettivamente alcune idee nella memoria e dimenticarne altre.
- Trasmettere selettivamente alcune idee ad alcune persone ma non ad altre.
Che cosa sono gli adattamenti cognitivi di cui si ipotizza che la religione sia un
sottoprodotto?
2. Una seconda classe di meccanismi cognitivi consiste negli adattamenti della teoria
della mente, attraverso cui inferiamo la presenza di credenze, desideri e intenzioni nelle
altre persone.
Questi adattamenti sono molto utili nel prevedere il comportamento delle altre persone,
il loro funzionamento appropriato.
- Poi viene il sistema di attaccamento, che si è evoluto originariamente nel contesto del
legame madre-figlio per la protezione e l’allenamento; gli adattamenti per l’attaccamento, in
breve, sarebbero trasferiti agli agenti sovrannaturali.
Anche gli adattamenti per la reciprocità sono attivati, come quando facciamo sacrifici per le
divinità o accordi con gli dei e ci aspettiamo dei benefici in cambio.
Inoltre le religioni, in genere, attivano la nostra psicologia per i parenti (es.nel cattolicesimo
le suore sono “sorelle” e i frati “fratelli”, anche se non sono davvero nostri parenti genetici)
E la religione, di certo, va al traino della nostra psicologia di coppia, sotto forma di
proibizione dell’adulterio.
Man mano che gli esseri umani si affidano sempre di più alla cultura cumulativa, la
selezione ha favorito la capacità di apprendere e assorbire cultura cumulativa complessa e
usarla a proprio vantaggio.
In questo modo la selezione ha favorito adattamenti per l’apprendimento culturale rispetto
all’apprendimento individuale.
Perché le persone si cimentano in cosi tante attività che non sembrano avere niente a che
fare con sopravvivenza e riproduzione?
Gli psicologi evoluzionisti hanno adottato due approcci di base per rispondere a queste
domande;
- Ipotesi dell’esibizione: secondo questa ipotesi, la cultura è un “fenomeno emergente che
nasce dalla competizione sessuale all’interno di ampi numeri di individui che perseguono
diverse strategie di coppia in diversi contesti di accoppiamento”
Questa ipotesi può spiegare le differenze sessuali nella produzione di prodotti culturali = gli
uomini hanno prodotto più arte, unica e letteratura delle donne poiché aumentare ‘accesso
sessuale a breve termine è stato raramente un obiettivo delle donne.
Inoltre, può spiegare anche la distribuzione in termini di età dei display culturali = molti
importanti lavori di arte e musica sono creati da giovani maschi e adulti, nel momento in ci
gli uomini sono pi intensamente attivi nella competizione intrasessuale tra partner.
Questa ipotesi però ora è in grado di spiegare diversi altri fatti riguardo ad arte, musica e
letteratura:
1. Non può spiegare il contenuto di questi prodotti culturali —> una teoria completa della
cultura deve spiegare i contenuti dei prodotti culturali, non solo l’età e la distribuzione
sessuale degli artisti.
2. Non è in grado di spiegare il fatto che alcune persone passano un’enorme quantità di
tempo in un solitario apprezzamento di arte, musica e letteratura, in contesti in cui non
c’è nessuna evidente esibizione.
Pinker suggerisce una risposta generale a tali questioni: sostiene che la risposta
non consiste nella presenza di adattamenti specifici per arte, musica e letteratura,
ma piuttosto nei meccanici della mente che si sono evoluti per altri scopi , come
“lasciare che le persone traggano piacere da forme, colori, suoni, storie e miti”.
Come le droghe artificiali possono essere cerate per sollecitare i nostri centri del
piacere, cosi arte, musica e letteratura possono appagare i nostri adattamenti
psicologici.
Gli esseri umani hanno appreso ad attivare artificialmente i meccanismi già
esistenti, inventando prodotti culturali che imitano gli stimoli per cui questi
meccanismi erano tanti originariamente progettati.
Secondo questa ipotesi, troviamo piacevoli quegli schemi musicali che imitano artificialmente i suoi
naturali che i nostri meccanismi si sono evoluti per elaborare.
Un ragionamento simil può essere fatto per la narrativa e i film: parole, trame, storie che mettono in
scena commedie e tragedie possono procurare sensazioni piacevoli attivando i meccanismi evoluti
che li ricevono.
Un’analisi di 36 trame comuni ha mostrato che la gran parte di esse ruota intorno a quattro temi:
amore, sesso e minacce alla persona e alla famiglia del protagonista —> i prodotti culturali che
creiamo e consumiamo, sebbene non siano di per sé adattamenti, rivelano la natura della nostra
psicologia evoluta.
Alcune acute analisi suggeriscono che la psicologia evoluzionistica possa chiarire le ragioni
profonde di imprese artistiche così diverse tra loro e inoltre la chiave di lettura
evoluzionistica ha prodotto nuove idee per spiegare domini che a lungo sono stati ritenuti
scollegati dai meccanismi mentali che definiscono la natura umana.
La psicologia evoluzionistica fornisce gli strumenti concettuali per collegare la psicologia alle
altre scienze della vita in una più ampia integrazione scientifica e per svelare i misteri relativi a
da dove veniamo, come siamo arrivati a questo stadio e i meccanismi mentali che definiscono
che cosa significhi esseri umani.