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Carta Onu -> pone divieto uso della forza, nonostante questo venga violato è un passo

importante. È norma consuetudinaria in quanto gli Stati qualora la violino giusti cano il divieto
nelle modalità previste.
È di ius cogens? Si considera ius cogens il divieto all’aggressione ovvero la grande violazione del
divieto dell’uso della forza, ma questo divieto comprende anche altre fattispecie. Quindi è norma
di ius cogens comprende quella parte del divieto più severa = l’aggressione. Per cui ogni trattato
che violi questo divieto è nullo. Norma di ius cogens implica obblighi erga omnes. La violazione di
questo divieto si produce nei confronti di tutta la comunità internazionale.
Nel caso di aggressione: avremo stato leso (tutta la comunità internazionale) e stato
particolarmente leso. Questo perché quando si viola norma ius cogens, si lede tutta la comunità.
Quando si autorizza uso della forza occorre voto favorevole di tutti ii membri permanenti.
Astensione non è calcolata però come veto.

Legittima difesa -> prevista dalla corta come eccezione al divieto dell’uso della forza.Gli stati
possono usare unilateralmente la forza quando sono sotto attacco. Non serve quindi
d’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza. Stato deve potersi difendere. Questo non implica che
nella prassi non vi siano casi in cui il Consiglio di sicurezza richiama la legittima difesa per
avvalorare la sua posizione. È però diritto naturale dello Stato.

Esiste un’altra eccezione all’uso della forza: necessita di contenere eventuali azioni pericolose /
aggressive degli stati ex nemici. Questa norma è caduta in desuetudine questo perché stati ex
nemici hanno accettato divieto uso della forza (es.Italia).

Esistono casi in cui Stati possono decidere unilateralmente di impiegare la forza (non
previsti dalla carta)? Riguardano due casi:
1. Salvataggio cittadini all’estero => alcuni sostengono di sì: a anco della carta esiste norma
che sopravvive dal passato per cui un certo stato può intervenire con forza militare per andare
a salvare proprio connazionali che si trovano all’estero e si trovano in pericolo. Questa non è
ipotesi di legittima difesa perché attacco vs persona ano può considerarsi attacco allo Stato.
Pertanto si tratta di salvataggio di cittadini all’estero. Es. intervento israeliano nel territorio
islandese. Il ne d questo intervento è quello di prelevare gli individui e metterli in salvo. Alcuni
cercano di estendere questa norma a vari ambiti, vedi russi con i connazionali in Crimea.

2. Intervento umanitario => PUO ACCADERE MA OCCORRE AUTORIZZAZIONE DEL


CONSIGLIO. NON SI TRATTA DUNQUE DI ECCEZIONE! Non sussiste né diritto né dovere.
(c’era dottrina per cui ogni Stato aveva dovere di protezione, stato non solo entità sovrana ma
anche protettrice dei diritti umani e delle persone; stati avevano il dovere della protezione anche
fuori dal loro territorio => inaccettabile per il diritto internazionale odierno).
Non si va solo per salvare le persone, presuppone ingresso nel paese e la permanenza. Ed è
fatto a tutela dei cittadini di quel paese. Secondo la Carta Onu questo non è previsto: il
Consiglio di Sicurezza ha iniziato ad utilizzare i propri poteri anche per decidere degli interventi
umanitari; questo è ciò che è previsto dalla Carta. Gli Stati di propria iniziativa possono agire
unilateralmente (senza autorizzazione dell’Onu) es. Interventi della Nato nel Kosovo, hanno
agito senza autorizzazione del Consiglio (Russia non avrebbe mai autorizzato). Nato decide di
intervenire a salvaguardia dei cittadini Kossovari tramite interventi aerei che bombardarono
eserciti serbi. L’Onu adottano risoluzione (accettai anche dalla Serbia) in cui stabilirono che la
regione del Kossovo verrà governata da una rappresentate speciale del segretario generale
dall’Onu. Tramite questa risoluzione Nazioni Unite assumono il governo di un territorio. La
risoluzione in questione stabilisce anche che il destino della regione sarebbe stato de nito da
negoziati (non si sono veri cati). Motivo per cui Kossovo ha dichiarato la sua indipendenza,
alcuni Stati lo hanno riconosciuti altri no. Altro esempio è stato quanto accaduto in Timor Est.
L’opinio iuris della generalità degli Stati no né favorevole agli interventi umanitari. Questo è
quanto si sentono di fare gli Stati occidentali ma molti altri non la pensano così. Le motivazioni
dell’inveterato non sempre sono genuine. Caso del Kossovo è un caso isolato. Il consiglio di
sicurezza aha più volte utilizzato i propri poteri per autorizzare degli interventi umanitari, può
farlo in quanto c’è prassi consolidata, anche se i poteri del Consiglio sono penati per intervenire
i situazioni di crisi internazionale; mentre qualora si tratta di interventi umanitari si tratta spesso
di problema interno dello stato. Il consiglio di sicurezza intervenire dunque in situazione di crisi
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interna: inizialmente è stato criticato, successivamente si è stabilito che sia conforme alla Carta.
Si distinguono due casi:
1. Non c’è consenso dello Stato territoriale -> caso espresso in precedenza; in questo
caso occorre autorizzazione del Consiglio di sicurezza per fare intervento umanitario.
Non esiste norma per cui Stato può fare soccorso umanitario non richiesto.
2. C’è consenso dello Stato territoriale -> può essere anche un singolo Stato che
apporta soccorso. Caschi blu, missioni di peace keeping avvengono con consenso
dello Stato territoriale.

Il monopolio dell’uso della forza viene dato al Consiglio di sicurezza. Le chiamano dunque
operazioni di polizia internazionale. L’art.43 è caduto in desuetudine: dunque consiglio non
funziona secondo le modalità previste in precedenza.

Capo VII Carta Onu art.39-51


Art.39 => poteri di accertamento del Consiglio di sicurezza. Accertamento è il
Le organizzazioni non hanno poteri originari ma poteri che Stati attribuiscono loro tramite trattato
istitutivo. Il consigli odi sicurezza esercita poteri quando osi veri cano situazioni previste
dall’art39: Il Consiglio di Sicurezza accerta l’esistenza di una minaccia alla pace, di una violazione
della pace, o di un atto di aggressione, e fa raccomandazione o decide quali misure debbano
essere prese in conformità agli articoli 41 e 42 per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza
internazionale.

Quando intende esercitare i poteri previsti dal capo settimo, deve precisare / giusti care
l’operazione che intende compiere descrivendo quale è la situazione sulla base della quale
intende agire. È necessario che il Consiglio compia questo accertamento = descrizione della
situazione che il Consiglio de nisce come minaccia alla pace. Quest’ultimo è un concetto più
di cile da a errare, il Consiglio fa rientrare varie ipotesi, e non vi è controllo in merito in quanto
non è prevista una Corte. Il concetto di minaccia alla pace lascia margine di apprezzamento al
Consiglio di sicurezza e si presta per intervenire in situazioni non necessariamente di con itto
internazionale (questo è stato motivo di critica, forma di iper-attivismo).

Art.40 => prevede possibilità che consiglio raccomandi misure provvisorie al ne di prevenire
aggravare della situazione. La tipica misura provvisoria è il cessate il fuoco. Misura che
solitamente non viene ascoltata
Art.41 => prevede che il Consiglio prenda delle misure che non implicano l’uso della forza
militare
Art.42 => prevede che il Consiglio prenda delle misure che implicano l’uso della forza militare
(Momento di utilizzo massimo dei poteri del Consiglio)

Questa successione non è necessaria/obbligatoria, se la situazione è già compromessa si


passa direttamente all’art.42; Consiglio di Sicurezza farà quanto ritiene opportuno.
Il Consiglio di sicurezza non è un giudice, non decide delle misure per prendere provvedimenti
contro un illecito, non si muove per quello i quanto non ne accerta giuridicamente il fatto. Consigli
accerta situazione per cui la pace sia a rischio, la sua azione non implica necessariamente
l’accertamento che lo Stato abbia violato un trattato ma la minaccia della pace. Per questo
motivo è un organo politico, volto a rimediare situazione più grave nello scenario internazionale:
compromissione della pace. Ha poteri di polizia internazionale e non poteri giudiziari!
Giuridicamente, l’azione del consiglio di sicurezza, è un’azione con cui questo autorizza gli Stati
ad utilizzare la forza. L’autorizzazione è dunque la rimozione del divieto.
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