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Beni immateriali:
-Beni che non posseggono la caratteristica di essere accumulabili (brevetti, marchi di
fabbrica, etc.)
Servigi (redditi):
-Servigi dei beni materiali (capitale fondiario, macchine, bestiame, etc.).
Beni diretti o di consumo:
-Beni materiali di consumo ad utilità semplice (derrate alimentari).
-Beni materiali di consumo ad utilità ripetuta (casa di abitazione).
Beni di produzione o strumentali:
-Beni materiali non prodotti, ma appropriati dall’uomo (terra, acque correnti).
-Beni materiali prodotti dall’uomo (capitali stabilmente investiti nel terreno: fabbricati,
strade, pozzi, piantagioni, etc.; capitali di esercizio dell’impresa agraria; materie prime per
l’esercizio dell’agricoltura).
Rapporti di diritto:
Rapporti di diritto (diritto diconseguimento dei servizi relativi ai beni materiali: es. diritto di
proprietà, diritto di utile dominio e diritto enfiteutico di un terreno
V. di scambio è dato dal rapporto con cui un bene si scambia con altri beni e, nelle
economie monetarie, dalla quantità di moneta che si scambia con un dato bene.(Valore
oggettivo)
CRITERI DI STIMA
(ASPETTI ECONOMICI DEI BENI)
In ambito micro-estimativo, con riferimento pertanto a beni privati si distinguono i seguenti
tipi di valore:
-Valore di mercato.(Valore di comparazione con i prezzi di mercato)
-Valore del costo di produzione o di riproduzione.
-Valore di capitalizzazione o finanziario-reddituale.
-Valore del costo di surrogazione.
-Valore di trasformazione.
-Valore complementare.
In un contesto macro-estimativo si prende anche in considerazione il
-Valore Economico Totale (V.E.T.) o Valore Sociale.
Fra i sei valori di stima, il più importante è il valore di mercato, poiché quest’ultimo sta alla
base degli altri cinque valori di stima. In genere si fa riferimento al più probabile valore di
mercato di un bene, che si può definire come quel valore che con ogni probabilità si
realizzerebbe in un determinato mercato e in quel dato momento. Ai sei aspetti economici
tradizionali si possono attualmente aggiungere, specie nei confronti dei beni pubblici, i
seguenti due aspetti economici aggiuntivi o sussidiari:
- IL COSTO OPPORTUNITA’
- IL VALORE SOCIALE
che si accavallano di sovente l’uno con l’altro o si mescolano con quelli tradizionali in
quanto non hanno ancora una “omologazione” dottrinaria diffusa e recepita nel “corpo
estimativo” per il fatto che provengono da applicazioni particolari.
COSTO OPPORTUNITA’
Il costo opportunità va interpretato, in linea di massima, in termini di “rinunce” nei
confronti di “alternative”.
Più specificamente, per costo opportunità di un dato bene si intende il valore della rinuncia
ad utilizzarlo per impieghi alternativi o, in termini più semplici, il costo opportunità equivale
al valore dell’impiego alternativo di un bene.Un esempio di costo opportunità privato
potrebbe essere rappresentato dal valore da attribuire alla manodopera familiare che
impegna la propria forza-lavoro all’interno della propria azienda. La rinuncia, in questo
caso, è costituita dai benefici derivanti dai compensi per prestazioni di lavoro esterne
all’azienda familiare.
In questo esempio il costo opportunità coincide o può coincidere con il prezzo di mercato.
Un esempio di costo opportunità pubblico potrebbe essere rappresentato dai benefici cui
si rinuncia per la distruzione di un litorale marino in conseguenza della realizzazione di un
impianto industriale inquinante: il valore delle minori quantità di produzioni ittiche e delle
rinunce alla balneazione possono fornire il costo opportunità
VALORE SOCIALE
Si tratta, in linea generale, di un valore afferente all’utilità che può derivare da un bene
pubblico di interesse collettivo, cioè relativo all’insieme delle utilità degli individui di una
comunità.
Tra i beni pubblici si segnalano quelli storico-culturali ed i beni e le risorse ambientali di
interesse collettivo, cioè beni senza scambio, senza prezzo e senza mercato, per i quali il
valore è espresso col termine di valore d’uso sociale e col termine di valore d’utilità sociale
o più semplicemente col termine di “VALORE SOCIALE”.
Il valore sociale, in definitiva, di un bene pubblico è in funzione dell’utilità sociale, e cioè
dell’utilità che può offrire alla collettività o ad una comunità.
Esso si determina simulando il mercato applicando due metodologie che fanno capo a due
categorie, e precisamente:
a) al metodo diretto (o ipotetico) che si estrinseca attraverso interviste e questionari
(simulando l’esistenza di un mercato). In particolare, si fa esprimere agli individui
l’ammontare di denaro che essi sarebbero disposti a pagare per poter utilizzare un certo
bene pubblico.
b) al metodo indiretto che si basa sul costo del viaggio o del trasporto (costruendo in un
certo qual modo il mercato). In particolare si determina l’ammontare delle spese di
trasporto che i vari fruitori sostengono (o vogliono sostenere) per potere godere la utilità, la
pace, i benefici offerti dal bene ambientale.
(Applicazioni concrete: Pagamento per ingresso riserve; attraversamento dei valichi di
montagna; soggiorno nelle città metropolitane e nei comuni; raggiungimento delle isole
minori.)
Esternalità e Agricoltura
In economia un'esternalità si manifesta quando l'attività di produzione o di consumo di un
soggetto influenza, negativamente o positivamente, il benessere di un altro soggetto, senza
che chi ha subito tali conseguenze riceva una compensazione (nel caso di impatto negativo)
o paghi un prezzo (nel caso di impatto positivo) pari al costo o al beneficio ricevuto
ESTERNALITA’: sono gli effetti vantaggiosi o svantaggiosi provocati dall’attività di
produzione di un soggetto sull’utilità di un individuo o diuna collettività, senza che
avvengano transazioni di mercato.
Esternalità dell'agricoltura: ricadute che l'attività primaria ha sull‘ ambiente esterno