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Mattia Natali
2 maggio 2012
Indice
1 Introduzione e concetti fondamentali 2
1.1 I sistemi e i volumi di controllo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
1.2 Proprietà di un sistema . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
1.2.1 Regola di Gibbs . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.3 Densità e densità relativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.4 Le trasformazioni e i cicli termodinamici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.5 Principio zero della termodinamica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.6 La pressione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
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7 Entropia 11
7.1 Trasformazioni isoentropiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
7.1.1 Diagramma T-S . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
7.1.2 Terzo principio della termodinamica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
7.1.3 Bilancio entropico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
7.2 Relazioni T dS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
7.2.1 Variazione di entropia di solidi e liquidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
7.2.2 Variazione di entropia nei gas perfetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
7.2.3 Trasformazioni isoentropiche dei gas perfetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
7.3 Rendimento isoentropico per dispositivi a flusso stazionario . . . . . . . . . . . . . . 14
7.3.1 Rendimento isoentropico delle turbine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
7.3.2 Rendimento isoentropico di compressori e pompe . . . . . . . . . . . . . . . . 14
8 Cicli termodinamici 14
8.1 Considerazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
8.1.1 Proprietà dei cicli termodinamici simmetrici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
8.2 Ciclo di Carnot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
8.3 Cicli ad aria standard . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
8.4 Ciclo Otto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
8.5 Ciclo Diesel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
8.6 Ciclo Joule-Brayton . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
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Lega in una equazione il numero di componenti C, numero di fasi F , numero di variabili indi-
pendenti intensive di un sistema generico:
V =C +2−F
1.6 La pressione
La pressione è la forza esercitata in direzione normale da un fluido su una superficia di area
unitaria. Nel caso dei solidi, l’equivalente della pressione è la tensione.
1 Pa = 1 N/m2
La pressione in un fluido non in movimento aumenta linearmente all’aumento della profondità
p = patm + ρgh
con patm pressione atmosferica, g gravità e h la profondità dalla superficie libera.
Le legge di Pascal afferma che la forza applicata da un fluido è direttamente proporzionale
all’area della superficie:
F1 F2
p1 = p2 → =
A1 A2
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2.1 Calore
Un processo durante il quale non vi è trasmissione di calore è detto trasformazione adiaba-
tica.
Il calore si trasmette in tre modi: la conduzione termica è il trasferimento di energia dal-
le particelle più energetiche di una sostanza alle particelle adiacenti meno energetiche. La
convenzione termica è il trasferimento di energia tra una superficie solida e il fluido adiacen-
te in moto. L’irraggiamento termico è il trasferimento è il trasferimento di energia dovuto
all’emissione di onde elettromagnetiche.
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3.1 Entalpia
L’entalpia è denotata con il simbolo H oppure h se è riferita all’unità di massa:
h = u + pv [J/kg]
H = U + pV [J]
pv = R∗ T
con
Ru
R∗ = = nRu [J/(kg·K)]
M
dove Ru = 8314, 47 J/(kmol·K) è la costante universale dei gas e M è la massa molare (la
massa molare media dell’aria è 28.8 kg/kmol e quindi R∗ = 288, 68 J/(kg·K)).
quindi l’area sottesa dalla linea di trasformazione nel piano p, V rappresenta il lavoro di varia-
zione di volume compiuto.
pV n = C
viene definito indice della politropica, cx deve essere costante affinchè sia una politropica.
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Combinando insieme la relazione che definisce l’entalpia e l’equazione di stato del gas perfetto
si ha:
h = u + pv
h = u + R∗ T
pv = R∗ T
scopriamo che h e u dipendono solamente dalla temperatura, quindi le derivate parziali
scritte in precedenza per i calori specifici diventano delle derivate ordinarie
du = cv dT
dh = cp dT
cp = cv + R ∗ [kJ/(kg·K)]
cp
k =
cv
Qui una tabella dei calori specifici dei gas:
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Lp = F s = pAs = pV [J]
all’unità di massa
lp = pv [J/kg]
θ = pv + e
θ = pv + (u + ecin + epot )
Ėentrante − Ėuscente = 0
tenendo presente che l’energia può essere scambiata soltanto sotto forma di calore, lavoro e
flusso di massa si ha
X X
Q̇entrante + L̇entrante + ṁθ = Q̇uscente + L̇uscente + ṁθ
entrante uscente
1 2
con θ = h + 2w + gz.
È pratica comune supporre che venga trasferita nel sistema la potenza termica Q̇ (calore
entrante), che il lavoro derivato dalla potenza termica L̇ venga compiuto dal sistema (lavoro
uscente) e che il flusso del fluido abbia un un’unica corrente, quindi l’equazione diventa
w2 − w12
Q̇ − L̇ = ṁ h2 − h1 + 2 + g (z2 − z1 )
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w22 − w12
q − l = h2 − h1 + + g (z2 − z1 )
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Il più delle volte l’energia cinetica e l’energia potenziale è trascurabile, quindi
q − l = h2 − h1
Il rendimento termico ηt è definito come il rapporto tra il lavoro netto ottenuto e la quantità
di calore assorbita
L
ηt =
Qe
con Qe calore entrante nella macchina termica, siccome L = Qentrante − Quscente allora
Qe − Qu Qu
ηt = =1−
Qe Qe
Utilizzando anche l’equazione di bilancio d’entropia, notiamo che nelle macchine termiche
reversibili si ha che
Qe Te
=
Qu rev Tu
e che quindi il rendimento termico diventa
Tu
ηt = 1 −
Te
questo rendimento viene anche definito rendimento di Carnot, dal momento che il motore
termico reversibile più noto è quello di Carnot. Inoltre è il più alto rendimento di un motore
termico che compia il suo ciclo tra due serbatoi di calore alle temperature Tu e Te .
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Per qualsiasi apparecchiatura che operi secondo un ciclo è impossibile recevere calore da una
sola sorgente e produrre una quantità di lavoro utile.
È impossibile realizzare una macchina con funzionamento ciclico il cui unico effetto sia il tra-
sferimento di una quantità di calore da un corpo a bassa temperatura a un altro a temperatura
più alta.
energia ottenuta Qi
COPF = =
energia fornita Ln,e
ma siccome Ln,e = Qs − Qi
Qi 1
COPF = =
Qs − Qi Qs/Qi −1
con Qs quantità di calore scaricata all’ambiente caldo alla temperatura Ts e Qi quantità di calore
asportata dall’ambiente da refrigerare alla temperatura Ti .
Se inoltre la macchina è reversibile abbiamo che
Ti 1
COPF,rev = =
Ts − Ti Ts/Ti −1
esso è il coefficiente più alto che si può avere da una macchina frigorifera che opera con delle
sorgenti a quella temperatura.
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COPP dC = COPF + 1
esso è il coefficiente più alto che si può avere da una pompa di calore che opera con delle
sorgenti a quella temperatura.
Si definisce macchina a moto perpetuo ogni dipositivo in contrasto con i principi sulla ter-
modinamica. Se un dispositivo crea energia viene definito di prima specie, se invece è in
contrasto solo con il secondo principio della termodinamica viene detto di seconda specie.
7 Entropia
La disuguaglianza di Clausius è molto importante ed ha numerose conseguenze nella ter-
modinamica ˛
δQ
≤0
T
il segno di uguaglianza vale solo per i cicli totalmente o internamente reversibili, mentre la
disuguaglianza vale per i cicli irreversebili.
L’entropia S è una grandezza estensiva, mentre l’entropia per unità di massa s è una gran-
dezza intensiva
δQ
dS = [J/K]
T rev
ˆ 2
δQ
∆S = S2 − S1 =
1 T rev
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Per un sistema isolato o soltanto chiuso e adiabatico, poichè lo scambio di calore con l’esterno
è nullo si ha che
∆Sisolato ≥ 0
Infatti il principio dell’aumento dell’entropia dice che durante una trasformazione l’entropia
di un sistema isolato non diminuisce mai e al più rimane costante se la trasformazione è
reversibile.
∆S = 0
possiamo affermare che l’area sottesa dalla linea della trasformazione internamente rever-
sibile tracciata nel diagramma T-S rappresenta la quantità di calore scambiata durante la
stessa trasformazione. Per le trasformazioni irreversibili invece non ha alcun significato.
Il diagramma h-s è anche detto diagramma di Mollier.
L’entropia di una sostanza cristallina pura alla temperatura dello zero assoluto è nulla.
Questo fatto possiamo anche dedurlo dalla relazione di Boltzmann
S = k ln p
dove k = 1.3806 · 10−23 kJ/(kmol·K) è la costante di Boltzmann e p è il numero totale dei possibili
stati microscopici del sistema.
L’entropia il cui valore faccia riferimento allo zero assoluto è detta entropia assoluta ed è
utile nell’analisi termodinamica delle reazioni chimiche.
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7.2 Relazioni T dS
Unendo queste equazioni
δQrev − δLrev = dU
δQrev = T ds
δLrev = pdV
T dS = dU + p dV [J]
T ds = du + p dv [J/kg]
h = u + pv → dh = du + p dv + v dp
T ds = dh − v dp
T2 p2
∆s = cp ln − R∗ ln
T1 p1
Numerose relazioni per i processi isoentropici possono essere ricavate semplicemente ponendo
a zero la variazione di entropia nelle relazioni sviluppate nei paragrafi precedenti.
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Dal momento che R∗ = cp − cv , k = cp/cv e cioè R /cv = k − 1 con opportune trasformazioni delle
∗
la seconda equazione
(k−1)
T2 p2 k
=
T1 s=cost p1
e la terza k
p2 v1
=
p1 s=cost v2
Le pressioni di entrata e uscita dalla turbina sono fissate, quindi la trasformazione ideale è
quella isoentropica tra le stesse pressioni.
Il rendimento di una turbina è definito
lavoro reale lr
ηT = =
lavoro isoentropico ls
Lavoro isoentropico ls
ηC = =
Lavoro reale lr
Attenzione! Bisogna notare che in questo caso il lavoro reale è al denominatore perchè il
lavoro reale che bisogna fornire al compressiore è più alto rispetto a quello ideale, e siccome il
rendimento è sempre ≤ 1 c’è questa inversione.
8 Cicli termodinamici
8.1 Considerazioni
Eliminando dal ciclo reale tutte le complessità e le irreversibilità interne si ottiene un ciclo
ideale. Solitamente si trascurano anche le variazioni dell’energia cinetica e potenziale del
fluido evolvente utilizzato.
Nei diagrammi p-v e T-s, l’area racchiusa dai cicli ideali rappresenta rispettivamente il
lavoro netto e la quantità netta di calore scambiato durante il ciclo.
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Il rendimento termico di un motore termico è il rapporto tra il lavoro netto prodotto dal
motore e la quantità di calore che gli viene fornita:
Ln ln
ηt = , ηt =
Qe qe
Per un sistema che subisce una trasformazione ciclica si ha
∆Uciclo = 0
I cicli termodinamici simmetrici, come il ciclo di Carnot, Otto, Joule-Brayton, hanno un’interes-
sante proprietà:
v1 v 3 = v2 v 4
p1 p3 = p2 p4
T1 T3 = T2 T4
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q − l = ∆u [J/kg]
Il rendimento è
1
ηt,Otto = 1 −
ρk−1
con ρ definito come rapporto volumetrico di compressione
Vmax V1 v1
ρ= = =
Vmin V2 v2
e k = cp/cv . Il rendimento reale di questi motori varia all’incirca tra 25% − 30%.
3. Espansione isoentropica;
4. Sottrazione di calore a volume specifico costante.
L’unica cosa che differisce dal ciclo Otto è il secondo punto. Il rendimento in questo caso è
T1 (T4/T1 −1)
ηt,Diesel = 1 −
kT2 (T3/T2 − 1)
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q − l = ∆h
I due principali campi di applicazione dei motori a turbina a gas sono la propulsione aerea e
la produzione di energia elettrica.
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