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MARIA GROSSMANN

(L'Aquila)
Gli aggettivi denominali come basi di derivazione in italiano, in Società di Linguistica Italiana,
Fonologia e morfologia dell'italiano e dei dialetti d'Italia. Atti del XXXI Congresso Internazionale
di Studi, Padova, 25-27 settembre 1997, Roma, Bulzoni, 1999, pp. 401-422.

Gli aggettivi denominali come basi di derivazione in italiano

1. AGGETTIVI DENOMINALI: RELAZIONALI VS QUALIFICATIVI


Esiste un'ampia letteratura sulla distinzione tra aggettivi qualificativi, aggettivi di relazione 1
e aggettivi con uso sia relazionale che qualificativo. Questa distinzione, nota già a partire dalle
opere di Sechehaye (1926/19502), Frei (1929/1971), Bally (1932/19654), Kurylowicz (1936) e
Migliorini (1939), è basata su vari criteri sintattici, semantici e morfologici.

1.1. Dal punto di vista sintattico, gli aggettivi di relazione, a differenza degli aggettivi
qualificativi
A) occorrono con funzione attributiva e non con funzione predicativa 2 (la funzione attributiva
consente un'interpretazione sia relazionale che qualificativa, mentre quella predicativa solo una
lettura qualificativa):

(1a) l'industria laniera // *l'industria è laniera // *considero l'industria laniera;


(1b) il sistema nervoso // *il sistema è nervoso // *considero il sistema nervoso;
il ragazzo nervoso // il ragazzo è nervoso // considero il ragazzo nervoso;

salvo che non vi sia un contesto di contrasto esplicito o implicito che rende possibile la
predicatività:

(1c) la crisi è economica e non sociale // la crisi è soltanto / esclusivamente / soprattutto economica
// la crisi non è che economica // la crisi è economica, ma riguarda anche il sistema di
valori;

B) occorrono in posizione postnominale e non in posizione prenominale 3 (la posizione


postnominale consente una interpretazione sia relazionale che qualificativa, quella prenominale solo
una lettura qualificativa):

(2a) la circolare rettorale // *la rettorale circolare;


(2b) una canzone popolare "una canzone del popolo" / "una canzone che gode del favore del
popolo" // una popolare canzone "una canzone che gode del favore del popolo";

C) possono essere coordinati soltanto con un altro aggettivo di relazione e non con un aggettivo
qualificativo:

1
"Aggettivo di relazione" è il più diffuso tra i numerosi termini usati nella letteratura (aggettivo traspositivo, a.
non aggettivale, a. specificativo, a. determinativo, a. attributivo, pseudo-aggettivo, a. non predicativo, a. argomentale, a.
referenziale etc.).
2
Per una scala di predicatività dei diversi tipi di sintagmi costituiti da un nome e da un aggettivo di relazione in
francese si vedano Bartning (1980, 1984).
3
Con l'eccezione di alcuni sintagmi cristallizzati del tipo: regio decreto, regio esercito, regia marina, ordinaria
amministrazione, Pontificio Ateneo Salesiano, Reale Accademia delle Scienze. Cfr. Giorgi - Longobardi (1991: 246 n.
20), Rainer (1996).
(3a) riforme costituzionali e amministrative // *riforme costituzionali e rapide;
(3b) *un attore drammatico e agitato // un tono drammatico e agitato;
D) non sono separabili dalla testa del sintagma e possono essere modificati da un aggettivo
qualificativo o da un altro aggettivo di relazione solo insieme ad essa:

(4a) grave situazione economica // situazione economica grave // *situazione grave economica;
(4b) situazione economica nazionale // *situazione nazionale economica;

E) non sono graduabili e possono essere preceduti solo da modificatori avverbiali con funzione di
esclusione:

(5a) *una riforma più universitaria dell'altra // *una riforma più universitaria che scolastica //
*una riforma molto / poco / troppo / decisamente / davvero universitaria;
(5b) una ragazza molto / poco / troppo / decisamente / davvero nervosa // *una cellula molto / poco
/ troppo / decisamente / davvero nervosa;
(5c) un sondaggio esclusivamente / puramente telefonico.

La lettura qualificativa non implica ovviamente la graduabilità 4: ad esempio, gli aggettivi del tipo
legale, costituzionale, grammaticale, parafrasabili come /conforme a N/, /consentito da N/ se
qualificativi, consentono l'uso predicativo e la modificazione mediante avverbi quali assolutamente
/ pienamente, ma non sono, di norma, graduabili:

(6a) *il diritto è costituzionale // il provvedimento è costituzionale;


(6b) il provvedimento è assolutamente / pienamente costituzionale // *il provvedimento è molto
costituzionale.

Simile è il caso degli etnici che consentono la posizione predicativa, ma non la graduabilità, se
indicano 'origine', e diventano graduabili solo se usati con riferimento alle caratteristiche tipiche
della classe di entità designata dalla base:

(7a) i funzionari romani "i funzionari che sono originari di Roma" - i funzionari sono romani;
i funzionari romani "i funzionari che lavorano a Roma" - *i funzionari sono romani;
(7b) i funzionari sono molto romani "i funzionari presentano le caratteristiche tipiche dei romani".

La maggioranza degli aggettivi di relazione è denominale, ma anche alcuni aggettivi


deverbali o non derivati possono presentare le stesse caratteristiche sintattiche (tutte o in parte):

(8) nastro trasportatore, studente lavoratore;


(9a) il futuro re, la gamba sinistra, un lontano parente,
(9b) la minaccia rossa, l'invasione gialla 5,
(9c) un vecchio amico "un amico di lunga data", un grosso fumatore "uno che fuma molto", un buon
nuotatore "uno che nuota bene" 6.

Gli aggettivi di relazione formano dunque con il nome testa delle unità sintattiche analoghe
ai composti lessicalizzati formati da un nome e da un aggettivo come ad es.:

4
Cfr. Bosque (1993).
5
Si veda anche nota 13.
6
Cfr. vecchio, grosso, buono qualificativi in un amico vecchio "un amico che ha molti anni di vita", un
fumatore grosso "un fumatore corpulento", un nuotatore buono "un nuotatore che è di animo gentile".
(10) acqua corrente, acqua pesante, agente segreto, camera oscura, scatola nera, tavola rotonda.

1.2. Dal punto di vista semantico l'opposizione "aggettivo qualificativo" / "aggettivo di


relazione" corrisponde alla distinzione tra la modificazione del referente e la modificazione della
referenza di una testa nominale 7. Nel primo caso la proprietà designata dall'aggettivo è una proprietà
del referente della testa nominale: un sintagma come un cantante popolare si riferisce ad un
cantante che è popolare, cioè l'aggettivo popolare ascrive una proprietà al referente di cantante e ne
modifica l'estensione. Nel secondo caso, invece, l'aggettivo modifica e restringe la referenza della
testa nominale: nel sintagma un attore drammatico l'aggettivo drammatico modifica l'intensione di
attore, cioè il sintagma non si riferisce ad un attore che è drammatico bensì ad un individuo della
sottoclasse degli attori (quelli che interpretano drammi). Nel primo caso la funzione dell'aggettivo è
quella di caratterizzare o qualificare il referente della testa nominale, nel secondo invece è quella di
classificarlo o identificarlo. Ad esempio in

(11) insurrezione popolare // canzone popolare,


sistema nervoso // uomo nervoso,
corrispondenza commerciale // prodotto commerciale,

gli aggettivi popolare, nervoso, commerciale, possono fungere nel primo caso da risposta a
domande come Di che tipo è N?, Che tipo di N è? e si oppongono ad aggettivi del tipo militare,
linfatico, privato; nel secondo caso, invece, essi possono costituire la risposta a Come è N? e si op-
pongono, per esempio, a impopolare, tranquillo, di lusso.
Gli aggettivi di relazione dunque, a differenza di quelli qualificativi, non designano qualità o
proprietà dei referenti delle teste nominali, bensì stabiliscono delle relazioni tra queste entità e altre
entità, o classi di entità, esterne. Al livello del sistema essi presentano solo un significato astratto del
tipo "che è in relazione con N". Le analisi riguardanti la tipologia dei significati relazionali partono
dai significati degli aggettivi attualizzati in combinazione con diverse teste nominali possibili e
raggiungono dei risultati analoghi a quelli ottenuti dalle indagini sulle relazioni indicate da due
nomi - determinato e determinante - uniti da una preposizione 8. Può trattarsi, ad esempio, di una
relazione agentiva (il decreto rettorale // il decreto del rettore), oggettuale (l'elezione presidenziale
// l'elezione del presidente, la conquista spaziale // la conquista dello spazio), locativa (le notti
romane // le notti a Roma, la partita domenicale // la partita della domenica), possessiva (l'aereo
papale // l'aereo del Papa), strumentale (un'inchiesta telefonica // un'inchiesta tramite telefono) 9.
La natura della relazione dipende, oltre che dal significato del nome testa e del nome base, anche
dalle informazioni contestuali e dalle conoscenze enciclopediche dei parlanti. Non solo un aggettivo
può avere interpretazioni diverse in funzione della testa nominale con cui si combina, ma può altresì
indicare due relazioni diverse anche con la stessa testa:

(12a) riforma universitaria "riforma riguardante l'università" // vita universitaria "vita


nell'università";
(12b) politica regionale "politica riguardante la regione" // "politica della regione";
modificatore nominale "modificatore che è un nome" // "modificatore del nome".

7
Si veda Bolinger (1967). Cfr. anche Coseriu (1955-1956), Wandruszka (1976: 73-78), Levi (1978), Tamba-
Mecz (1980), Warren (1984), Beard (1991), Mélis-Puchulu (1991).
8
Oppure sulle relazioni esistenti, ad es. nelle lingue germaniche, tra i membri di una parola composta
endocentrica. Cfr. anche i diversi tipi di composti italiani costituiti da una testa e un modificatore nominale, del tipo:
cane lupo, cane poliziotto, caso limite, città dormitorio, città giardino, governo fantasma, impresa modello, nave
ospedale, nave traghetto, radio pirata.
9
L'alternanza con un sintagma preposizionale risulta a volte poco probabile, ad es.: liceo linguistico, tesi
sperimentale.
Partendo da una distinzione di Bartning (1976) tra aggettivi sottoclassificanti in senso stretto
e aggettivi che indicano relazioni grammaticali 10, Bosque (1993) ha proposto una divisione tra ag-
gettivi di relazione classificanti e aggettivi di relazione argomentali o tematici 11. I classificanti
designano delle classi in cui si iscrivono delle entità; essi implicano una predicazione virtuale e la
loro funzione è quella di dividere un insieme in sottoinsiemi specifici. Gli argomentali si riferiscono
a delle entità in quanto argomenti di un predicato; essi implicano una predicazione attuale e la loro
funzione è quella di specificare:
(13) il movimento studentesco, la riforma universitaria // il bilancio universitario, il decreto
rettorale 12.

Numerosi aggettivi consentono una doppia lettura, possono indicare, cioè, sia una relazione
sia, mediante un'estensione metaforica o metonimica, una proprietà. Ad es.:
(14) religione popolare "religione del popolo" // "religione che gode del favore del popolo";
giornalista sportivo "giornalista che si occupa di sport" // "giornalista che pratica lo sport" /
"giornalista che agisce conformemente alle norme di lealtà proprie dello sport".

Potenzialmente tutti gli aggettivi denominali possono lessicalizzarsi con i due significati, ma la
direzione della ricategorizzazione va di preferenza dalle classi alle proprietà, cioè dal significato
relazionale a quello qualificativo e non all'inverso 13.

1.3. Dal punto di vista morfologico la stragrande maggioranza degli aggettivi di relazione
hanno in comune il fatto, come abbiamo visto, di rappresentare il risultato di un processo di deri-
vazione da nomi. I suffissi aggettivali hanno la funzione di mettere in relazione il significato della
base nominale (il determinante) con il significato della testa nominale del sintagma (il determinato)
e sono semanticamente affini alle preposizioni nei sintagmi preposizionali corrispondenti 14:
(15) l'aumento salariale // l'aumento del salario.

Non sembra esserci una corrispondenza sistematica tra la selezione di determinati suffissi e la
lettura qualificativa o relazionale, anche se, a titolo di esempio, suffissi come -esco e -oso solo rara-
mente formano aggettivi di relazione, mentre -aceo e -iero, a loro volta, portano di rado ad aggettivi
qualificativi. L'opposizione relazionale / qualificativo distingue a volte i derivati dalla stessa base
con suffissi diversi:
(16) cotoniero // cotonoso, fenomenico // fenomenale, giudiziario // giudizioso, industriale //
industrioso, laniero // lanoso, muscolare // muscoloso, spaziale // spazioso.

La non omogeneità sintattica e semantica degli aggettivi denominali, segnalata nei paragrafi
1.1.-1.2., comporta delle restrizioni interessanti per quanto riguarda la possibilità di ulteriori

10
Cfr. un suo esempio: ceci est une organisation syndacale / il a contribué à l'organisation syndacale.
11
Si veda anche Bosque (1990: 118-122).
12
Solo in quanto 'persona che svolge una funzione' oppure 'persona che ricopre una carica' e non come
'persona'; cfr. *il figlio rettorale oppure la scrivania rettorale, accettabile quest'ultimo, ma solo se designa una scrivania
che è destinata alle persone che ricoprono la carica di rettore.
13
Bosque (1993) segnala per lo spagnolo degli esempi di proprietà fisiche che possono essere reinterpretate
come classificatorie. Esempi italiani analoghi: razza bianca, pericolo giallo, razza gialla, cooperative rosse, minaccia
rossa, sindacati rossi; tessuto adiposo etc.
14
Cfr. D’Addio (1970, 1971), Bosque (1993).
derivazioni. Le abbiamo esaminate sulla base di un corpus di circa 3500 lessemi aggettivali 15, deri-
vati con i suffissi 16:
(17) -aceo, -ale(-are), -aneo, -ano, -ardo, -ario, -astico, -ato, -eo, -ereccio(-areccio), -esco, -ese,
-evole, -iaco, -iano, -ico, -iero, -ifico, -igno, -ile, -ino, -ista, -istico, -ito, -ivo, -izio, -oide, -
olo, -oso, -uto.

Naturalmente, oltre che dalle restrizioni che prenderemo in esame, l'ulteriore non derivabilità di un
aggettivo denominale può essere dovuta a numerosi altri fattori fonologici, morfologici, semantici o
pragmatici. Le nostre conclusioni riguarderanno dunque solo alcune condizioni necessarie, ma non
sufficienti, affinché un aggettivo denominale possa essere nominalizzato, verbalizzato, avverbi-
alizzato o aggettivato.

2. NOMINALIZZAZIONE
La nominalizzazione degli aggettivi denominali può avvenire mediante suffissazione oppure
per ellissi della testa nominale di un sintagma.

2.1. Solo gli aggettivi denominali predicativi che ascrivono una proprietà al referente della
testa del sintagma possono fungere da base per la formazione di nomina qualitatis 17. Quelli del
nostro corpus sono derivati in gran parte con -ità(-età), -ezza e -ismo(-esimo), in pochi casi anche
con -aggine, -eria, -ia:

(18a) legalità, legnosità, ereditarietà;


(18b) colpevolezza, naturalezza;
(18c) giovanilismo, intellettualismo, cristianesimo;
(18d) spiritosaggine, testardaggine;
(18e) cortigianeria, franceseria;
(18f) bramosia, villania.

Le basi che ammettono i suffissi nominali sono quelle in: -ale(-are), -aneo, -ano, -ardo, -ario, -ato,
-eo, -ese, -evole, -iano, -ico, -ifico, -ile, -ino, -ivo, -oso.
Dal punto di vista semantico si tratta di nomi astratti che si riferiscono all'esistenza in sé della
proprietà designata dalla base aggettivale o alla sua manifestazione individualizzata in un'entità,
oppure ancora al fatto che l'entità ha la proprietà in questione:

(19a) la superficialità è deplorevole;


(19b) la superficialità di Piero è enorme;
(19c) la superficialità di Piero mi dà fastidio.

I nomi di qualità possono sviluppare anche diversi significati concreti secondari, dipendenti dal
significato della base aggettivale, diventando così pluralizzabili. Ad es.:
-- l'entità stessa che manifesta la proprietà:
(20) callosità, mondanità, nodosità, preziosità, schifosaggine, specialità;

15
Tratti da Ratti et alii (1988), che contiene un dizionario inverso di circa 50.000 lemmi, basato sull'edizione
minore dello Zingarelli. Il data base è stato elaborato, in collaborazione con C. Iacobini e A.M. Thornton, presso
l'Università dell'Aquila.
16
Non abbiamo fatto lo spoglio sistematico degli aggettivi ottenuti mediante la conversione di una base
nominale. Ci riferiamo ai tipi: cenere, rosa; didattico, informatico, logico, metafisico; marxista, modernista.
17
Per tutto questo paragrafo rimandiamo alla monografia di Rainer (1989) dedicata alla nominalizzazione
deaggettivale in italiano; per la restrizione riguardante la predicatività della base aggettivale si vedano, in particolare, le
pp. 71-77. Cfr. anche Rainer (1988: 175).
-- un atto, verbale e/o non verbale, associato tipicamente alla proprietà:
(21) affettuosità, formalità, infantilità, mostruosità, odiosità, originalità, spiritosaggine, villania;

-- il grado in cui si manifesta la proprietà:


(22) alcolicità, boscosità, nuvolosità.

Un sottogruppo semanticamente omogeneo è costituito dai nomi, derivati da etnici, che designano
l'insieme delle caratteristiche e/o gli atti verbali e non verbali associati tipicamente alla classe cui
appartiene il referente della base:

(23) americanismo, fiorentinismo, fiorentinità, italianità, italianismo.

Semanticamente i più complessi sono i derivati in -ismo. Oltre a designare uno stato generalmente
patologico:
(24) infantilismo, nervosismo,

dei modi di essere (atteggiamenti, comportamenti, mentalità) e/o degli atti verbali e non verbali
associati tipicamente alla proprietà in questione:

(25) autoritarismo, dialettalismo, provincialismo, radicalismo, reazionarismo, sentimentalismo,


servilismo, settarismo,

essi possono indicare anche delle dottrine, teorie e correnti filosofiche, artistiche, scientifiche,
politiche, religiose oppure dei sistemi politici, sociali e sembrano spesso motivati semanticamente
più rispetto ad un nome (la base nominale dell'aggettivo o l'aggettivo nominalizzato) che rispetto
all'aggettivo stesso 18:

(26) colonialismo, concettualismo, idealismo, imperialismo, orientalismo, strutturalismo,


totalitarismo.

Anche il significato collettivo di alcuni nomi di qualità, del tipo:

(27) umanità "moltitudine di uomini, genere umano", criminalità, cristianità, gestualità,


intellettualità, mondanità, municipalità,
come anche la designazione di una condizione, del tipo:

(28) umanità "natura umana", paternità, popolarità, regalità,

sono entrambi riconducibili semanticamente ad un nome, pur trattandosi formalmente di derivati


deaggettivali.
Trattandosi della trasposizione di un predicato aggettivale, la predicatività della base
costituisce una condizione necessaria per la formazione di un nome di qualità. Gli aggettivi di rela-
zione, dunque, non consentono la nominalizzazione:

(29) *telefonicità del sondaggio;


*solarità dell'energia;
*statalità delle partecipazioni.

18
Cfr. Rainer (1993: 103-104).
Tra i due significati di un aggettivo tanto qualificativo quanto relazionale, il nome di qualità
corrisponderà sempre alla trasposizione del primo:

(30a) legalità della questione "il fatto che la questione è legale" // *"il fatto che è una questione
legale";
popolarità della manifestazione "il fatto che la manifestazione è popolare" // *"il fatto che è
una manifestazione popolare";
provincialità del consiglio "il fatto che il consiglio è provinciale" // *"il fatto che è un
consiglio provinciale";
teatralità dello spettacolo "il fatto che lo spettacolo è teatrale" // *"il fatto che è uno
spettacolo teatrale";
urbanità dei vigili "il fatto che i vigili sono urbani" // *"il fatto che sono dei vigili urbani";
(30b) cerebralismo dello scrittore // *cerebralismo dell'emorragia;
ereditarietà della malattia // *ereditarietà del principe.
familiarità del suo viso // *familiarità del patrimonio;
femminilità della persona // *femminilità della scuola;
musicalità della lingua // *musicalità del liceo;
sportività di un atleta // *sportività del campo 19;

2.2. Gli aggettivi di relazione, come anche gli aggettivi qualificativi, sono nominalizzabili
mediante l'ellissi della testa nominale di un sintagma 20. Il determinante si sostituisce all'intero
sintagma e diventa designazione della sottoclasse stessa, conservando però il significato del
determinato come un componente della propria matrice semantica. L'interpretazione di questo tipo
di nominalizzazioni lessicalizzate è fortemente influenzata dal contesto e dalle conoscenze en-
ciclopediche dei parlanti.
Sembra trattarsi soprattutto di derivati in -ale (-are), -oso e -ico, ma praticamente le
formazioni con quasi tutti i suffissi presi in esame ammettono questo possibilità. Ad es.:

(31) campagnola, documentario, elicoide, farinacei, immobiliare, industriale, mercantile, mucosa,


narcotico, nazionale, parlamentare, petroliera, porcino, settimanale, sotterraneo, tifoso.

2.2.1. Un aggettivo di relazione nominalizzato, sempre risultato dall'ellissi di un sintagma


nominale, sta alla base dei nomi di agente in -ista:

(32) il diritto penale --> penale --> penalista "esperto di diritto penale".

Si tratta di designazioni di persone che svolgono un'attività professionale, esperti in genere in un


ramo della giurisprudenza, delle scienze umane o, più raramente, in un'altra attività. Ad es.:

(33) africanista, alimentarista, americanista, colonialista, criminalista, documentarista, fiscalista,


italianista, matrimonialista, medievalista, meridionalista, penalista, ratealista, urbanista.

3. VERBALIZZAZIONE 21
19
Sportività del campo diventa accettabile se campo designa, metonimicamente, le persone che lo frequentano
e sportivo è ricategorizzato come qualificativo.
20
Si vedano Rainer (1984, 1993: 676-681) e Laca (1986: 397). Il genere assegnato all'aggettivo nominalizzato
è quello della testa nominale (spesso non più ricostrubile sincronicamente).
21
Riprendiamo in questo paragrafo alcune considerazioni fatte già a proposito della verbalizzazione degli
aggettivi in catalano in Grossmann (1994).
I verbi deaggettivali possono designare, insieme ad altri elementi contestuali di un enunciato,
o una situazione statica o una situazione dinamica. Nel primo caso il predicato lessicalizza una con-
dizione in cui si trova il referente del soggetto dell'enunciato, cioè uno stato di cose continuo,
contingente oppure permanente, che non cambia durante la sua durata. Nel caso di una situazione
dinamica si tratta invece della rappresentazione linguistica di un evento che implica un mutamento,
momentaneo o duraturo, nel tempo.
L'analisi della struttura semantica dei verbi del nostro corpus ci mostra che un aggettivo è
verbalizzabile solo se può occorrere con funzione predicativa. Gli aggettivi di relazione non si rife-
riscono a qualità o stati, non sono dunque suscettibili di costituire basi di derivazione per verbi 22.
Ad es.:

(34) *lanierizzare l'industria;


*nuclearizzare l'energia;
*salarializzare le rivendicazioni.

Gli aggettivi denominali che occorrono sia con funzione caratterizzante che con funzione
classificante sono verbalizzabili solo nei contesti che ammettono la predicatività. Così, ad esempio,
legale è verbalizzabile solo se ha funzione caratterizzante ("conforme alla legge", "consentito dalla
legge") e non funzione classificante ("della legge", "relativo alla legge"); si può legalizzare un
documento / le droghe leggere che non sono ancora legali, ma non è possibile, salvo una
ricategorizzazione qualificativa, *legalizzare uno studio / un ufficio / un procuratore / la medicina.
Altri esempi:

(35) commercializzare il prodotto // *commercializzare la corrispondenza;


drammatizzare una situazione // *drammatizzare un attore;
statalizzare una scuola // *statalizzare il bilancio;
vitalizzare il dibattito // *vitalizzare le esigenze.
La verbalizzazione degli aggettivi denominali qualificativi può avvenire sia mediante
suffissazione (in generale con il suffisso -izz-, più raramente con -eggi- o -ific-) che mediante para-
sintesi o talvolta conversione:

(36a) familiarizzare, normalizzare;


(36b) fiscaleggiare, italianeggiare;
(36c) acetificare, tonificare 23;
(36d) devitalizzare, impietosire, spersonalizzare(si), svillaneggiare;
(36e) agevolare.

I verbi del nostro corpus sono derivati da basi aggettivali in: -ale(-are), -ano, -ardo, -eo, -ese, -
evole, -ico 24, -ifico, -ino, -ista, -oso, e sono formati in maggioranza o su modello latino/greco
oppure per analogia con i termini tecnico-scientifici di altre lingue, soprattutto il francese e l'inglese.
Può trattarsi di:
A) verbi causativi, cioè verbi transitivi il cui soggetto grammaticale è un agente che causa un
cambiamento di proprietà subito dal referente del complemento oggetto:
(37) agevolare, democratizzare, nazionalizzare;
22
Cfr. Sechehaye (1926/19502: 111), Wandruszka (1976: 77).
23
Se si accetta anche per l'italiano l'ipotesi di Corbin (1987: 249-252, 349) di derivare da basi aggettivali
attestate o possibili tutti i verbi francesi in -is- e -ifi- che designano un cambiamento di stato, compresi quelli appa-
rentemente denominali, è possibile considerarli derivati da acetico, rispettivamente da tonico, con il troncamento di -ico.
24
Il suffisso -ico è, nella maggioranza dei casi, troncato; ma cfr. anche automati(ci)zzare, eroicizzare,
storicizzare, tipi(ci)zzare.
B) verbi incoativi, cioè verbi intransitivi, generalmente pronominali, il cui soggetto denota delle
entità che subiscono, indipendentemente dalla propria volontà, dei mutamenti di proprietà:
(38) familiarizzare(si), imbestialire(si), ingolosire(si);

C) verbi stativi o continuativi, cioè verbi intransitivi non pronominali, il cui soggetto designa
un'entità che manifesta/possiede, in misura variabile e/o ad intervalli nel tempo, la proprietà in que-
stione:
(39) americaneggiare, dogmatizzare, radicaleggiare.

Numerosi verbi presi in esame presentano un comportamento sintattico di tipo ergativo: lo stesso
verbo può occorrere in una costruzione transitiva con un soggetto (rappresentante la causa esterna,
animata o inanimata, del mutamento) e con un complemento oggetto, oppure in una costruzione
intransitiva (in forma attiva o con il clitico in funzione 'anticausativa') nella quale agente e paziente-
sede del processo coincidono:
(40) Piero ha innervosito Maria // Maria si è innervosita.
.La maggioranza dei verbi derivati dagli aggettivi denominali appartengono ai tipi A) e B) e verba-
lizzano una situazione telica. Essi designano generalmente un cambiamento di stato, cioè una
transizione dell'entità affetta dall'evento da uno stato ad un altro stato specifico opposto. Può
trattarsi di:
A) un mutamento di tipo ingressivo, dallo stato A allo stato B:
(41a) l'industria non è nazionalizzata > lo Stato nazionalizza l'industria > l'industria è
nazionalizzata;

B) un mutamento di tipo egressivo, dallo stato B allo stato A1:


(41b) l'industria è nazionalizzata > lo Stato denazionalizza l'industria > l'industria non è (più)
nazionalizzata.

In funzione delle caratteristiche degli stati coinvolti nelle transizioni lessicalizzate dai verbi
deaggettivali, si può distinguere tra verbi che si riferiscono ad un mutamento tra due stati assoluti in
relazione di complementarità tra di loro (il paziente del mutamento passa dal non avere la proprietà
in questione all'averla) e verbi che implicano degli stati relativi in relazione di antonimia tra di loro
(il paziente del mutamento passa dall'avere un grado minore della proprietà all'averne un grado
maggiore, lungo il continuum che intercorre tra i due poli). A differenza dei verbi derivati da
aggettivi non derivati 25, la stragrande maggioranza dei verbi del nostro corpus è del primo tipo. Un
enunciato come hanno legalizzato il consumo delle droghe leggere presuppone che
precedentemente a tale avvenimento il consumo delle droghe leggere era illegale e implica che ora
non è (più) illegale. Legalizzare si potrebbe dunque definire come "passare dallo stato di non essere
legale allo stato di essere legale".
Il mutamento, nel caso dei verbi egressivi prefissati con de-, dis- e s-, consiste nella transi-
zione dallo stato di avere una certa proprietà a quello di non averla, oppure nel passaggio dall'averla
in un grado maggiore all'averla in un grado minore. Può trattarsi della perdita / diminuzione non
solo di una proprietà acquisita per un evento precedente, ma anche di una proprietà considerata
come intrinseca e alienabile. Nel primo caso avremo un verbo a sua volta derivato da un verbo
deaggettivale di tipo ingressivo, mentre nel secondo un verbo parasintetico con base aggettivale:

25
Quando si allunga un vestito lo stato iniziale, il punto di partenza, è indeterminato, visto che l'azione può
partire da qualsiasi lunghezza; come sarà pure indeterminato lo stato finale, che potrà essere relativamente lungo o
relativamente corto, rispetto a una norma implicita, ma in ogni caso sarà più lungo rispetto allo stato iniziale. Si pensi,
per esempio, all'accettabilità di un enunciato del tipo Ho allungato il vestito, ma è ancora troppo corto.
(42a) smilitarizzare il paese;
denazionalizzare un'industria;
(42b) spersonalizzare la critica;
sdrammatizzare la notizia.

Non sempre gli egressivi si riferiscono allo stesso stato di cose al quale si riferiscono i verbi
ingressivi:
(43a) vitalizzare il dibattito // *devitalizzare il dibattito;
(43b) *vitalizzare un dente // devitalizzare un dente.

Oltre ai verbi ingressivi ed egressivi da basi aggettivali si possono formare anche dei verbi
che lessicalizzano una situazione non telica e durativa. Essi indicano l'attribuzione al referente del
soggetto di uno stato generico dal punto di vista temporale oppure di un'attività in corso di
svolgimento in quel momento. L'entità designata dal soggetto manifesta/possiede, in misura va-
riabile e/o ad intervalli nel tempo, la proprietà in questione. Ad es.:

(44) Piero americaneggia "Piero si comporta come se fosse americano" 26.

I verbi di questo tipo sono parafrasabili anche ricorrendo all'aggettivo nominalizzato con un
identificatore: /fare il [comportarsi come un, fare atti tipici di un] N/.

4. AVVERBIALIZZAZIONE
Il fatto che gli aggettivi di relazione hanno la funzione di assegnare un'entità ad una classe e
non di attribuirle una proprietà ha delle conseguenze anche sul processo di avverbializzazione 27. Gli
avverbi in -mente derivati dagli aggettivi di relazione si riferiscono all'intera frase e non qualificano
parti di essa. Essi esprimono il punto di vista del parlante e limitano al dominio del referente della
base nominale dell'aggettivo la validità della frase. Di norma sono parafrasabili come /dal punto di
vista A/ o /dal punto di vista di N-base/ oppure /rispetto a N-base/ e non come /in modo A/. Si
confrontino, per esempio, gli avverbi nei seguenti enunciati:

(45a) sportivamente, Piero ha chiuso "per quanto riguarda lo sport Piero ha chiuso" // Piero ha
chiuso sportivamente "Piero ha chiuso conformemente alle norme di lealtà proprie dello
sport";
cerebralmente non ha subito danni // ama cerebralmente;
fiscalmente la sua situazione è a posto // lo trattava fiscalmente;
filosoficamente la teoria non è interessante // vive filosoficamente;

oppure le due letture possibili di un enunciato come:

(45b) Piero l'ha assistito legalmente "Piero l'ha assistito dal punto di vista della legge" // "Piero l'ha
assistito nel modo consentito dalla legge";

dove legalmente corrisponde ai due significati di legale nel sintagma assistenza legale. Nel primo
caso legalmente si oppone a sanitariamente / socialmente / sindacalmente etc., nel secondo caso in-
vece si oppone a illegalmente.

26
Si tratta di verbi continuativi che designano eventi inerentemente reiterativi.
27
Cfr. Kalik (1967), Rainer (1993: 604).
Gli avverbi derivati dagli aggettivi di relazione, a differenza di quelli derivati dagli aggettivi
qualificativi, si antepongono di frequente all'enunciato (sono spesso seguiti da parlando o da un
altro verbum dicendi) e non sono graduabili:

(46a) formalmente Piero si comporta bene // Piero si comporta formalmente;


umanamente parlando è impossibile;
(46b) *molto formalmente parlando // parlando molto formalmente;
*molto sportivamente agendo // agendo molto sportivamente.

Essi possono occorrere, come altri avverbi di frase e diversamente dagli avverbi derivati dagli
aggettivi qualificativi, anche in testa di una frase negativa, ma, a differenza degli avverbi di frase,
ammettono anche la possibilità di una dislocazione del tipo è Avv che ... come gli avverbi derivati
dagli aggettivi qualificativi:

(47a) musicalmente Piero non è all'altezza // francamente Piero non è all'altezza //


*machiavellicamente Piero non agisce;
(47b) è musicalmente che Piero non è all'altezza // *è francamente che Piero non è all'altezza // è
machiavellicamente che Piero agisce.

5. AGGETTIVAZIONE
Gli aggettivi denominali costituiscono basi anche per la derivazione di altri aggettivi che
possono a loro volta presentare significati qualificativi o relazionali.

5.1. La possibilità della negazione morfologica con i prefissi in-, dis-, s- e a(n)- è riservata
agli aggettivi qualificativi, in quanto solo essi attribuiscono una proprietà al referente della testa
nominale, rendendo quindi possibile anche l'attribuzione della proprietà contraria o contraddittoria.
La funzione dei prefissi in questione è quella di formare dei lessemi che entrano in rapporti
di antonimia o di complementarità con le loro basi. I contrasti prodotti sono inerentemente binari, si
tratta cioè di relazioni tra termini disposti simmetricamente agli estremi di una scala
unidimensionale senza o con uno o più termini intermedi. I prefissati in in-, dis-, s-, a(n)- 28 non
sono semplici negazioni della base qualificativa, ma contengono, come dicevamo, l'asserzione di
una qualità opposta a quella da essa designata. I due termini possono essere
A) in relazione di antonimia, cioè
a) sono graduabili:
(48) è molto popolare // è molto impopolare;

b) designano i poli opposti, con un intervallo semanticamente "neutrale" tra di essi, di una scala
astratta che rappresenta dei gradi di una proprietà variabile:
(49) Piero non è né popolare né impopolare;
è una risposta né garbata né sgarbata;

c) l'asserzione di uno dei due termini implica la negazione dell'altro, ma la negazione dell'uno non
implica l'asserzione dell'altro:
(50a) Piero è impopolare Piero non è popolare;
(50b) Piero non è impopolare / Piero è popolare;

B) in rapporto di complementarità:

28
In casi rarissimi, come ad es. antieconomico, anche anti- può avere funzione di negazione.
a) nessuno dei due o solo uno 29 è graduabile senza cambiamento di significato:
(51) *la riunione è stata molto legale // *la riunione è stata molto illegale;
non amo le bevande troppo alcoliche // *non amo le bevande troppo analcoliche;

b) non esiste tra di loro una zona di "indifferenza":


(52) *non è né mortale né immortale;
*provvedimento né legale né illegale;

c) presentano doppia implicazione:


(53a) è un omicidio involontario non è un omicidio volontario;
(53b) non è un omicidio involontario è un omicidio volontario.

A differenza degli aggettivi qualificativi gli aggettivi di relazione si caratterizzano per la non
polarità. Essi entrano in opposizioni tassonomiche multiple, si riferiscono a dimensioni non-scalari
e non presentano di norma opposizioni binarie. Per esempio, spaziale in navigazione spaziale
esclude marittima / sottomarina / fluviale / lacustre oppure laniera in industria laniera esclude
metallurgica / navale etc. I termini con cui entrano in opposizione variano a seconda delle
tassonomie di cui fanno di volta in volta parte, in funzione della testa, le basi nominali. Ad esempio,
legale nel sintagma medicina legale si oppone a interna, spaziale etc., mentre in studio legale si
oppone a notarile, fotografico etc.
La negazione degli aggettivi di relazione può avvenire con il quasi-prefisso non, che incide
solo sulla relazione tra i referenti dei due nomi. Si rappresenta cioè l'entità designata dalla testa
nominale come al di fuori del dominio designato dalla base dell'aggettivo. Ad es.:

(54) studia i tipi di comunicazione non verbale;


della cooperazione si occupano le organizzazioni non statali;
la risoluzione è stata votata dagli Stati non africani;
svolgono attività non commerciali.

Nel sintagma organizzazioni non statali, ad esempio, non nega la relazione tra i referenti dei due
nomi, organizzazione e Stato, cioè nega l'appartenenza delle organizzazioni in questione alla sotto-
classe delle organizzazioni statali, senza attribuirle una proprietà opposta.
Tra i due significati di un aggettivo tanto qualificativo quanto relazionale, in-, dis-, s-, a(n)-
negheranno solo il primo:

(55) atteggiamento innaturale // *scienze innaturali;


attore impopolare // *manifestazioni impopolari 30;
comportamento inurbano // *edificio inurbano.

Medicina illegale non è sinonimo di medicina non legale, in- modifica il significato di legale
"consentito dalla legge", mentre non indica la classe di tutti i tipi di medicina non "attinenti alla
legge".

5.2. Gli aggettivi denominali qualificativi che si riferiscono a proprietà ascrivibili in misura
maggiore o minore sono, come abbiamo visto, graduabili, a differenza degli aggettivi di relazione,

29
Si veda Cruse (1980). Si tratta di un sottogruppo di complementari che, a differenza dalla norma, sono
graduabili e si differenziano anche dagli antonimi in quanto non esiste un intervallo tra di essi; generalmente uno dei due
lessemi designa il punto zero di una scala, cioè l'assenza della proprietà indicata dall'altro lessema.
30
Manifestazioni impopolari diventa accettabile se popolare è ricategorizzato come qualificativo.
non graduabili in quanto designano delle entità o classi di entità. Saranno dunque soltanto i primi ad
ammettere anche la possibilità di una graduazione morfologica mediante suffissazione o mediante
prefissazione. I derivati indicano il manifestarsi in grado minore o maggiore della proprietà in
questione oppure la valutazione in positivo o in negativo del referente, generalmente 'umano', della
testa nominale. Ad es.:

(56a) garbatuccio, invidiosetto, materialaccio, nervosetto, ricciutello, selvaticotto;


(56b) ipocalorico, ipoproteico, semicristallino, semipoetico, subcilindrico, sublamellare,
subnormale;
(57a) agiatissimo, economicissimo, fortunatissimo, popolarissimo, rispettosissimo;
(57b) ipercalorico, ipervitaminico, superalcolico.

5.3. Gli aggettivi di relazione sono selezionati invece da numerosi prefissi, come ad es.:
(58) antidiluviano, antipopolare, cisalpino, corregionale, endocranico, extraparlamentare,
infrasettimanale, internazionale, intramuscolare, ipersonico, metastorico, polimaterico,
postvocalico, prematrimoniale, sottolinguale, subtropicale, supersonico, transcontinentale.

Tuttavia si tratta solo dal punto di vista formale di aggettivi prefissati, poiché dal punto di vista
semantico abbiamo a che fare con degli pseudo-prefissati, in quanto il prefisso non modifica
l'aggettivo bensì la sua base nominale:
(59) il clima subtropicale "il clima al di sotto dei tropici" // *"il clima poco tropicale".

Il loro status morfologico è stato oggetto di discussione in numerosi lavori di morfologia 31. Sono
state proposte diverse soluzioni come la prefissazione di una base aggettivale, la suffissazione di
una base formata dal prefisso e dal nome, la derivazione mediante parasintesi con un prefisso e un
suffisso oppure con un circumfisso, cioè un affisso discontinuo.
Va ricordato che questo tipo di derivati, a loro volta relazionali e ricategorizzabili come
qualificativi, è analogo semanticamente ai nomi prefissati, ma usati con funzione aggettivale, del
tipo:

(60) [crema] anticellulite, [cane] antidroga, [mina] antiuomo.

6. CONCLUSIONI

A) gli aggettivi di relazione, a differenza degli aggettivi qualificativi, non sono verbalizzabili;
B) gli aggettivi di relazione, a differenza degli aggettivi qualificativi, non possono costituire basi per
nomi di qualità e sono nominalizzabili solo mediante l'ellissi della testa nominale del sintagma;
C) gli aggettivi di relazione, a differenza degli aggettivi qualificativi, portano alla formazione di
avverbi di frase, in particolare di dominio;
D) gli aggettivi di relazione, a differenza degli aggettivi qualificativi, possono essere negati solo con
non, non sono graduabili morfologicamente e costituiscono le basi di aggettivi pseudo-prefissati.

31
Cfr. Rainer (1993: 70-73, 103-104).
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