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CRISTINA ZUCCHERMAGLIO
INTRODUZIONE
Normalmente si crede che il primo contatto ufficiale tra il bambino e la lingua scritta coincida con l’inizio
della scuola elementare: prima i bambini non possono e non devono sapere nulla e sono tutti
indistintamente tabula rase rispetto la lingua fino al giorno in cui ha luogo il rito di iniziazione e
l’insegnante fa apparire le lettere.
In realtà nel bambino esiste, prima di ogni insegnamento istituzionale, una notevolissima competenza
sulla lingua scritta, che si costruisce nel momento in cui egli si comporta come un attivo apprendista in
un mondo segnato dalla presenza dell’artefatto culturale della lingua scritta.
A tal proposito risulta fondamentale indagare i tempi e modi di questo apprendistato cognitivo e
linguistico e costruire contesti educativi che rispettino e considerino il contributo che il bambino stesso
può dare al suo apprendimento e che permettano una sua significativa socializzazione alle pratiche
culturali della lingua scritta.
Confronto con la situazione scolastica di tipo tradizionale: la scuola vede la conoscenza di queste
caratteristiche da parte del bambino come qualcosa di naturalmente presupposto, il che rende
l’apprendimento un processo senza senso.
Bisogna permettere ai bambini di scrivere e di riflettere sulla lingua scritta al livello di competenza e di
interesse che gli è proprio, non prefissando un ritmo e una scadenza di apprendimento valida per tutti.
Se un bambino non sta dietro ad un certo ritmo e non è alfabetizzato per una certa data non va
considerato dislessico, disgrafico. Bisogna rispettare i tempi di ciascun bambino.
CAPITOLO 9. Conclusioni
COSTRUZIONE DI UN CONTESTO EDUCATIVO
Il bambino non aspetta che qualcuno gli insegni per imparare, comincia presto ad interessarsi alla lingua
scritta e ne ipotizza regole.
Non è ovvio tendere naturalmente all’equilibrio della scrittura alfabetica: il bambino non può capire in
modo naturale le scelte e le convenzionalità rappresentative della lingua scritta utilizzata intorno a lui,
poiché è un artefatto culturale che prevede delle convenzionalità, le quali sono punto di arrivo unico per
tutti. Il bambino ha bisogno del mondo esterno per sapere cosa è convenzionale nella sua società e per
rendersi conto della necessità di adottare queste convenzionalità per comunicare.
Si è creata una proposta che tiene conto delle idee già possedute dai bambini sulla lingua scritta,
creando contesti adeguati ai livelli di competenza differenti. Scelta da privilegiare è quela di utilizzare
come modalità di apprendimento l’ambiente e l’interazione sociale.
DESCRIZIONE DEI PROCESSI DI COSTRUZIONE DELLA LINGUA SCRITTA NEL CONTESTO EDUCATIVO
Osservazione del contesto educativo è essenziale al raggiungimento degli obiettivi di lavoro.
DESCRIZIONE DEL CAMMINO VERSO UNA SCRITTURA ALFABETICA
Si è analizzato il ruolo dei principi di quantità minima e di variazione interna; si sono chiariti gli aspetti
del processo di alfabetizzazione sul quale i bambini lavorano; si sono descritti i tempi e i modi del loro
sviluppo; si è verificato che esistono diverse vie per arrivare alla padronanza del codice alfabetico, legate
alle esperienze dei singoli.
Il processo di ricostruzione attiva da parte del bambino continua anche dopo il superamento della
barriera del codice, concentrandosi sulla comprensione delle convenzionalità della trascrizione
alfabetica. Il bambino opera un processo di normalizzazione delle irregolarità presenti nella scrittura
alfabetica. I processi di lettura e scrittura non sono separati né si sviluppano in sequenza: sono
mutualmente supportivi e necessari per la riflessione sul sistema lingua scritta.
L’alfabetizzazione è un obiettivo educativo essenziale alle nostre società e per questo imparare a leggere
e scrivere deve diventare un’attività eccitante e significativa per tutti i bambini: deve essere
l’apprendimento di un amplificatore culturale che permetta loro di fare, agire e pensare in modo
efficace e consapevole e di diventare membri non passivi della società.